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570 che ha giá prodotto molto del bene e speriamo sará un focolare destinato a produrre
tra quei selvaggi i frutti piú abbondanti.
Ci rincresce che per quante ricerche si siano fatte queste sono le sole notizie che
si abbiano potuto trovare riguardo alle Missioni nella Patagonia. /
VI
CONCLUSIONE (*)
p.144
STATO PRESENTE DELLA PATAGONIA
ABITANTI - E impossibile calcolare con precisione il numero degli abitanti di que-
ste regioni. Non essendo ancora state percorse nell'interno da alcun dotto viaggiato-
5 re neppure si puó dare un numero che sia probabilmente approssimativo; ció che si
puó dire di piú certo si e che piú si fanno studii, piú uno si capacita dovere il numero
degli abitanti essere grande. Non si saprebbe dar ragione di molte cose fin'ora de-
scritte se il numero degli abitanti non fosse maggiore di quello che ordinariamente si
dice in libri di geografia e nelle descrizioni di viaggi. La cosa che piú fa arguire il nu-
lO mero sterminato d'Indi che popolano i confini del territorio della repubblica Argen-
tina e del Chilí si e che a malgrado degli sforzi del governo di Buenos-Ayres e di
Santiago non si pote ancora soggiogare quelle tribu, le quali molte volte portano im-
portanti risultati sopra i bianchi. Eppure questi hanno cannoni e fucili a disposizio-
ne, armi bianche d'ogni genere; sono ben ammaestrati nell'arte militare; con tutto
15 ció molte volte restano sopraffatti dagli Indi. Come avverrebbe ció se quelli non fos-
sera in numero straordinario? E poi da tre secoli i bianchi fan loro guerra di stermi-
nio, massacrano senza pietá quelli che loro si presentano; molti ne fan prigionieri.
Come potrebbero ancora resistere se le loro tribu non fossero state numerosissime?
E da aggiugnersi che non hanno i Patagoni mezzi di farsi pervenir le notizie; non
20 strade, non communicazioni. Quelli adunque che combattono contro gli Argentini
od i Chileni, sono solamente le tribu limitrofe; quelli del mezzodi non mandano né
aiuti né soldati. Eppure si hanno notizie da pochi mesi, che indicano in un sol punto
esser radunate alcune migliaia di selvaggi atti a portare / le armi. Ora la Patagonia p. 145
Carmen: « el único que asomó a la Patagonia, fue clave de la entrada salesiana a la tierra de los
sueños de don Basca », siendo consejero y amigo de los salesianos don Costamagna, don Fag-
nano y, sobre todo, del provincial, don Francesco Bodratto; y dejando comprados terrenos
para establecer la residencia y dos escuelas, una para niños y otra para niñas. Cf S. COPELLO,
o,c., pp. 53-95; R. ENTRAIGAS, o.c., vol. I1, pp. 146-148; Juan E. BELZA, Sueños Patagónicos.
Buenos Aires, Instituto .de Investigaciones Históricas Tierra del Fuego 1981, pp. 42-45.
(*) FUENTES de la CONCLUSION VI 1-223:
Es lo más original de don Basca, aún recopilando en VI 1-94 ideas ya expuestas en la Parte III;
y en VI 95-171 aprovechando varias cartas de don Cagliero, como se indica oportunamente;
172-216 Don Basca.
7 Número «grande» de habitantes, que transforma en «incalcolabile» en G. BARBERIS, o.c., p.
154 (Apéndice 1, p. 421), y en «innumerevoli selvaggi» en BS (febbraio 1880): Apéndice 2, p. 423.

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colle isole e co' Pampas attigui i quali si estendono senza interruzione su fino al-
l'Equatore, e vasta quanto l'Europa. Qual popolazione non possiamo noi arguire in 25
tanta estenzione notando tribu cosi numerose ai confini? Aggiungi a questo un' os-
servazione di molta importanza: Tutti i viaggiatori che esplorarono le coste, in ogni
stagione in ogni tempo videro dei selvaggi. Fossero pur rari ma se ne trovarono per
ogni dove e le coste girano per varie migliaia di chilometri. Piú; si pote ricavare che
le popolazioni piú fitte non sono mai sulle coste perché piú sterili; mentre l'interno 30
specialmente la parte Orientale delle Cordigliere paiono grandemente piú popolate.
E vera che la vita nomade e pastorizia che menano richiede che la popolazione non
sia molto fitta e le vaste solitudini affatto sterili non possono essere abitate, ma po-
sto anche che si supponga in massa essere quelle regioni abitate rispettivamente 10
volte meno che l'Italia[,] io troverei ancora circa 40 miglioni d'abitanti tra la patago- 35
nia e le Pampas. Questo numero, si dirá, e evidentemente esagerato. Ebbene, ponia-
mo che sia solo metá, solo un terzo; anzi solo un decimo ed io vi trovero ancora cir-
ca 4 milioni d'indigeni il ché supera sempre immensamente quanto si vada scrivendo
nei libri di geografia e di viaggi. Eppure a calcoli fatti pare questo dover essere il nu-
mero minimo possibile per poter produrre in tutti i confini dei varii stati, gli effetti 40
sopra descritti.
Questa numerosa popolazione giace tuttavia nelle tenebre e nell'ombra di Mor-
te. Sono intieramente selvaggi senza dimora fissa, senza case; né cristianesimo ci-
viltá pote fin ora penetrarvi, né alcuna autoritá civile vi pote estendere la sua in-
fluenza ed il suo impero. Fin ora la voce del Missionario non pote ancora farsi udire 45
p. 146 in quella vastissima regione sebbene giá molti sforzi si siano tentati nei / secoli scorsi
per evangelizzarla. Fu la ferocia degli abitanti che mando a vuoto ogni loro sforzo
poiché trucidarono barbaramente ogni missionario che loro si appressasse ed anche
ne mangiarono le carni.
34 Supponga] Suppunga B 36 Pampas corr ex pampas
38 Cf Introducción, notas 80-82, ya ha ofrecido la población patagónica, dada por los auto-
res, que don Basca ha consultado: ninguno contabiliza más de 100.000 indígenas desde siem-
pre. En 1877 podía ver a Ricard NAPP (a.c., p. 421) Ya V. Martin de Moussv (a.c., vol. ll, p.
201), los cuales afirman que del número de indios « no hay datos exactos: el Censo lo estima en
30.000 », «dando así la más baja densidad registrada en la tierra », corrobora S. KURZMA-
NICH, o.c., p. 113. L. CARBAJAL, o.c., vol. I, pp. 204-205, calcula: « 50.000 Indi esistenti ai primi
anni del seco10 presente, da1 Rio Colorado alle isole Fueghine [...] Nel 1880 calco1avansi 31.000
dal Colorado al Capar Horn -23.000 nella Patagonia, ed 8.000 nella Terra del Fuoco-. Dei
23.000 furono semiciviliti 9.000 nella Patagonia, e solo 300 al piú nella Terra del Fuoco... Al
presente (1900) gli Indi selvaggi della Patagonia sano in numero de 5.500, e 4.200 quelli della
Terra del Fuoco ».
42-49 Literalmente tomado del Memorandum, enviado por don Basca al cardo Franchi ellO
de mayo 1876, cf E III 58.
48 Misioneros matados por los indios ya han salido en V 28, 47, 122, 187.
49 Sobre el canibalismo de patagones y fueguinos, cf Introducción, notas 89-90; lIT 869;
V 20.

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e 50 GUERRE ED OSTILITÁ - Presentemente la repubblica Argentina immischiata in
orribili lotte co' selvaggi che si troyano a' suoi confini. 1 selvaggi sono quanto mai si
possa dire esasperati perché gli Argentini acquistan tuttogiorno terreno su loro cae-
ciandoli dai luoghi ove essi han diritto di stare. Si credono autorizzati di fare inverso
i bianchi ogni sorta di crudeltá. Continuamente fanno scorrerie nei luoghi in cui spe-
55 rano di poter fare maggior preda con minor loro pericolo. Sanno cercare scaltra-
mente il tempo e le circostanze piú opportune, e per non essere scoperti per lo piú
usan o del seguente stratagemma: Si coricano sui loro cavalli i quali adoperano per
lo piú senza bardatura di sorta alcuna, e cosi senza essere veduti li dirigono verso il
luogo stabilito. Gli abitanti soliti a vedere turme di cavalli che in quelle vastissime
60 praterie errano a migliaia, al loro arrivo non si allarmano punto. Ma i cavalieri sel-
vaggi dato un grande urlo tutti insieme saltan su animosi, precipitano su quel paese
o su quelle truppe designate e non danno indietro se non proprio sopraffatti dal nu-
mero. Illoro arrivo e una cosa terribile per un villaggio, devastano tutto, uccidono
gli uomini, risparmiano solo i fanciulli e le donne ancora in buona etá che fanno
65 loro schiave e concubine, poiché tra i Pamperos per ragione di molte guerre loro fat-
te dai Gauc[h]os, hanno grande scarsitá di donne per essersi esse rifuggite con gli
Araucani e poi non piú tornate. Questo fece si che, a malgrado della gran quantitá
di schiave che si procurarono frequentemente in queste scorrerie la media e ancora
ai giorni nostri d'una donna per 5 uomini. Sono soliti in queste scorrerie abbruciare
70 tutti i dintorni, rubare ogni cosa che troyano, anche mobilie ed utensili domestici. Se
trovano armi se ne impadroniscono / colla maggior sollecitudine; fanno proprii buoi, p. 147
cavalli, mandre; colui che riusci a rubare piú cose econsiderato come il piú valente.
1 Pamperos posseggono giá tutti i fucili, cannoni ed armi bianche di cui si servono
55 post Sanno del a 65 Pamperos emend ex Pampas
50-53 La cita exacta: « Ora sano adiratissimi gli Indii contra gli Argentini stessi, che chiama-
no stranieri venuti a rubargli il loro territorio, il loro armento ed i loro pascoli ». ASC
273.31.1, carta de don Cagliero a don Chiala, 4.4.1876. En ese momento los caciques Namun-
curá, Pincén y Catriel han desencadenado en Tres Arroyos, Juarez y Necochea la que se cono-
ce por «grande invasión », sorprendiendo las divisiones gubernamentales de frontera, que en
enero habían intentado un ataque general. Tras « encarnizada lucha» las armas del ejército
triunfaron (7 de abril), siendo ocupado Carhué, que desde entonces se llamará Alsina en honor
del ministro de la Guerra. Aquí las tropas establecieron la nueva frontera para tener a raya a
los indios, cuya eliminación -sin intenciones premeditadas- adquirirá caracteres de «una
carnicería », A. PADILLA, o.c., vol. IV, pp. 2956-2957; R. ENTRAIGAS, o.c., vol. Ir, 145. Cf In-
trod., nota 103.
54-77 Descripción perfecta del malón: « invasión imprevista de indiada sobre poblaciones ci-
vilizadas para vengarse, robar y llevarse el ganado y, a veces, a mujeres cautivas ». R. ENTRAI-
GAS, o.c., vol. II, p. 143. Descripción completa en R. TAVELLA..., o.c., pp. 29-30. Siempre se ha-
bla del indio fronterizo, ya que «el indio nunca constituyó, en Santa Cruz, un problema del
tipo común a otras zonas del país. No asaltó poblaciones ni asesinó [...] No hay suceso grave
que se haya atribuido al tehuelche; no hay cosas registradas en nuestras crónicas rojas que le
afecte. Jamás creó situaciones molestas para el hombre blanco. Aquí no hubo correrías, robos
a mansalva y menos los horrendos malones ». J.H. LENZI, o.c., p. 50.
65-69 Idea tomada de A. GUINNARD, o.c., p. 250.
73 Hablando de los pampas, «hacia 1830, ya el indígena usaba armas de fuego adquiridas
en Chile ». V. DIEZ..., o.c., p. 53.

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con mirabile destrezeza; armi tutte rubate nelle loro escurzioni insieme con la mag-
gior quantitá di cartucce che 101' sia possibile poiché giá son destri a conoscere in 75
quali luoghi esse si trovano e su d'essi specialmente si avventano con valore straordi-
nario tenendo ció per principale preda che possano fare.
D. Cagliero in data dei 18 Febbraio di quest'anno 1876 ci scrive: «Gli Indi mi
fanno non poca compassione. 1 cacichi sono in lotta col governo Argentino; fanno
scorrerie e rubano continuamente, ed il governo dalla sua parte li uccide a centinaia. 80
Se invece di soldati il governo mandasse de' Missionarii, farebbe molto meglio e col-
la vita si salverebbe loro anche l'anima. Non sono molto distanti da noi; sessanta le-
ghe e non di piú al Sud-Ovest. Vi sono alcuni Missionarii peró possono far poco o
nulla ora, perché gli Indi sono troppo esasperati contro il governo nazionale. Fanno
prigioni uomini, donne, fanciulli. Sono andato da un'inferma che di notte era fuggi- 85
ta dalle mani de' selvaggi. Poverina! Aveva ancora le piaghe de' ferri. Bisogna pre-
gar Dio che loro mandi dei missionarii per liberarli dalla morte dell'anima e del
corpo ».
Solo il missionario colla sua condotta di pace potrebbe a poco a poco far de-
porre l' odio che si ha contro quanto sa d'Europeo e insieme colla re1igione introdur- 90
re la civiltá. Ma D. Cagliero ci scrive essere inutile pel momento tentare la prova
perché troppo esarcebati contro tutti i bianchi d'ogni genere. Parrebbe invece piú
conveniente cominciar da luoghi piú lontani non avendo ancora quelle tribu preven-
zione alcuna contro gli Europei. /
n. 148 Nuovo PROGETTO Da quanto fin qui si venne esponendo pare sia giunto il tem- 95
po della Misericordia Divina per queste terre fin'ora disgraziate. Non deve tornare
inutile una nuova prova d'Evangelizzazione. Vedendo che il meto do tenuto fin ades-
so non riusci che allo sterminio dei missionarii, si pensó di agire diversamente. Il
nuovo piano fu combinato col S. Padre. Esso consiste nell'aprire collegio, case
74 con la add si 78 di quest'anno 1876 add si 91 post Ma del questi formano la parte
piti picco1a e tra i selvaggi delle vicinanze non ridotti
78 ASC 273.31.3, carta a don Lazzero, transcrita al sentido con algún olvido, y diverso orden.
Suena así en el original: «Gli lndi sano esasperati contra il Governo Nazionale! Vanno pur
essi armati di remington, fanno prigionieri uomini, donne, fanciulli, cavalli e pecare, che troppo
loro si avvicinino ... ». Ver la lectura que hace G. BARBERIS, O.C., pp. 175-176: Apéndice l ,
p.422.
89-91 En ASC 273.31.1, carta de don Cagliero a don Chiala, 4.4.1876.
e 91-94 Así dice el original: « Della Pampa per ora non bisogna parlarne, il governo in lotta
cogli Indii, che amazzano per rappresalia tutti quanti capitana nelle loro mani ». ASC 126.2.
carta de don Cag1iero a don Basca, 2.7.1876.
97 «El método usado hasta entonces », cf G. BARBERIS, o.c., p. 156: Apéndice l , pp. 421-422.
99-116 Tomado --en su mayor parte literalmente- del Memorandum, presentado por don
Basca al cardo Franchi, ellO mayo 1876 (E III 58-60). Por su parte G. BARBERIS, o.c., pp. 219-
226 transcribe literalmente el Memorandum completo, y ya antes, en pp. 93-94 (Apéndice l.
p. 421) ha recogido VI 99-106.

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100 d'educazione, ricoveri, orfanotrofii sui confini di questi paesi e attirare cosi i giova-
ni; e coll'educazione de' figli farsi strada a parlare di religione coi genitori. La qua1
cosa potra riuscire in due modi: o che i genitori pe1 naturale istinto che porta ad es-
ser benevolo a chi tratta con bontá i proprii fig1i, o piú ancora, che poco per vo1ta
crescendo su i fig1i ben istruiti, vadano poi essi stessi a portare la buona novella a
105 quei della propria tribu, i quali volentieri accetteranno la paro1a dí Dio bandita da
tali predicatori.
Di ció abbiamo una prova di fatto ne' collegi giá aperti nella Repubblica Ar-
gentina dai Sa1esiani dove parecchi indigeni domandarono istantemente di farsi mis-
sionarii. Questo era lo scopo premeditato dai Salesiani quando si recarono ad aprire
110 una casa in Buenos-Ayres ed un altra in S. Nico1as per avere cosi a1cunicentri di co-
municazione tra l'Europa e l'America, e tra i selvaggi e i popo1i inciviliti della stessa
America.
Il Signore benedisse questo primo passo e giá ne1 collegio di S. Nico1as (distante
appena 60 leghe da' selvaggi), si hanno oltre ad un centinaio di giovani, cui ecom-
115 partita scientifica e religiosa educazione, e tra costoro la Divina Provvidenza dispose
che se ne trovino parecchi le cui famig1ie vissero tra i selvaggi.
Mentre si pensava al modo di far passo per nuove case nella Repubb1ica Argen-
tina, favorevo1i circostanze concorsero a favore dei disegni sulla conversione della
Patagonia. Tre progetti si presentano in questo momento e ciascuno da speranza di
120 riuscita: /
E prima di tutto l'Arcivescovo di Buenos-Ayrres propone di affidare alla con- p. 149
gregazione Salesiana l'ultima parrocchia della sua vastissima arcidiocesi, la qua1e si
trova sui confini della Patagonia. Avuto in mano questo luogo giá cattolico e cotan-
to inoltrato tra i selvaggi, si puó metter quivi un ospizio dove ritirare sia i bambini,
125 che nella loro crudeltá i Patagoni non vogliono educare e lasciano morire di stento,
sia ritirare giovanetti abbandonati che vengono pel cornmercio in detto paese, sia,
per mezzo di benevo1enza, accapararsi l'amore dei selvaggi i quali di tanto in tanto
fanno escursioni per vendere delle loro mercanzie ed acquistare certi oggetti da loro
molto cercati. Posto cosi un centro sui confini settentrionali si potra poi con facilita
130 inoltrarsi nell'interno da quella parte. Questo eil pensiero che con sua 1ettera, 10 Lu-
glio, manifestó Mons. Federico Aneyros[,] Arciv[escovo] di Buenos-Ayres. D. Caglie-
124 inoltrato] innoltrato B
108 Al hablar de «indígenas», don Bosco, sin duda, entiende «nativos del país», argentinos,
aunque las pocas vocaciones eran «todas italianas », es decir, de emigrantes (ASC 126.2,
cartas de don Cagliero a don Bosco, 4.4, 4.11 Y 18.12.1876), tanto en la casa-capilla de Mater
Miserícordiae, en Buenos Aires, como en la casa-colegio de S. Nicolás de los Arroyos, las dos
únicas fundaciones.
121 Al publicar literalmente el triple proyecto, G. BARBERIS, o.c., p. 227, puntualiza: «L'Ar-
civescovo di Buenos-Ayres propone di affidare alla Congregazione Salesiana un paese detto
e Carmen, Carmine o Patágone, che l'ultima parochia della sua vastissima archidiocesi, la qua-
le sí trova sui confini settentr[ionali] deHa Patagonia. Avuto in mano ... » ecc.
124-127 Alusión a la idea de IV 326-336.
131 Mientras que mons. Aneiros en dicha carta le anunciaba simplemente: « No puedo me-
nos de encarecer el celo que V. Re.ma muestra por la conversión de los indios de la Patagonia.

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ro poi aggiunge: « Il sentimento di questo prelato sarebbe di darci la cura dei Pata-
goni Molu-ches, Puel-ches e Che-che-hest, che si troyano riverecci del Rio Negro e
si estendono fino ai gradi 37° verso il mare ».
Il secondo progetto porge anch'esso fondate speranze. Due Cacichi dei piú in- 135
fluenti, avendo udito parlare favorevolmente de' missionarii Salesiani, mandarono a
pregare D. Cagliero che mandasse dei missionarii a spiegar loro la religione dei Cri-
stiani, promettendo di ascoltarli con docilita e di somministrar loro qualunque cosa
abbisognassero. Dopo l'ultima sua lettera, scrive D. Cagliero a D. Bosco, « ho quasi
dimenticato Buenos-Ayres per occuparmi della Patagonia. Ed appunto in questo 140
momento le posso dare una notizia veramente la piú consolante. Una lettera del Si-
gnor Antonio Oneto[,] genovese, commissario della Colonia Gallense del Chubut
!J. 1.50 che si trova al grado 41 di latitudine / e sulle rive dell'Oceano Atlantico, invita me,
con altri Padri[,] a recarci presso ai Patagoni Hurli-ches e Cheurel-ches, poiché i due
La escasez de los recursos con que contamos [...] unido a la gran distancia que hay de aquellas
regiones a esta Capital hace que no podamos ocuparnos de esas Misiones. Sin embargo en el
verano pienso hacer la visita del Curato de Patagones, situado al norte de la Patagonia, y pien-
so llevar, para que me ayuden en la Misión, al P. Superior Don Juan Cagliero y a algún otro
de los Padres. Una vez allí veremos lo que se puede hacer », MB XII 668.
132 Y don Cagliero, que ha leido la carta del arzobispo, insinúa que parece que éste quiera
dar dicha parroquia a los salesianos (ASC 126.2, cartas a don Basca, 20.6 y 19.7.1876), Y hace
observar a don Basca la proximidad de los indios « Molu-ches, Puel-ches JI Ché-che-hest »,
ASC 126.2, carta del 2.7.1876. Ilusión de momento esfumada cuando, a finales de 1876, tanto
esta parroquia de Carmen como la de Mercedes fueron confiadas al lazarista E. Savino
(V 569).
139 « La última carta» de don Basca a Cagliero, 30.5.1876: «Ti mando qui nota di quanto
mi chiese il S. Padre, che e tutto animato per tentare qualche cosa nella Patagonia e nei Pam-
pas. -[Le manda el famoso Memorandum al cardo Franchi]-. Il S. Padre vuole egli stesso diri-
gere questa impresa... », E III 64, 58-61. La carta a don Basca es la ya citada del 2.7.1876
(ASC 126.2).
142 Antonio Oneto (1826-1885), genovés, capitán de la Marina Mercantil Italiana, arribó a
la Argentina en 1868, fundando la Compañía de Navegación Halo-Platense. Designado por el
gobierno argentino comisario de la Colonia galesa del Chubut.(1875), llegó en 1877, con un
grupo de galeses, hasta Puerto Deseado con el propósito de fundar allí una colonia, cosa que
sólo realizó en 1884. Fallecía allí en junio de 1885. Cf R. ENTRAIGAS, Oneto, «pioneer» pata-
gónico. Buenos Aires, Argentina Austral 1956. La carta de Oneto a don Cagliero, 1.3.1876 en
MB XII 653-655.
Colonia galesa y, por tanto, anglicana, del Chubut: «Alla foce del Rio Chubut, riconosciuta
fertile come quella del Rio Negro, ando a stabilirsi la prima Colonia Gallense condotta dal ca-
pitana Elsegood (1856), ma le penuria di viveri e degli altri elementi indispensabili obbligarono
ad abbandonarla dopo due anni [...] Nel1866 i Gallensi si ristabiliscono al Chubut dando prin-
cipio ad una colonia agricola stabile » (L. CARBAJAL, O.C., vol. I, pp. 86, 93). El gobierno ar-
gentino, ante el progreso de los ingleses y temeroso de su influjo político, « quería que en las
nuevas colonias los comisarios fueran acompañados de misioneros católicos» (ASC 126.2, car-
ta de Cagliero a don Basca, 30.12.1875). Nombrado Antonio Oneto nuevo comisario para el
Chubut, elide marzo 1876 pedía a don Cagliero « dos padres y [...] el Chubut será conquista-
do para la fe y la civilización ». MB XII 653-655.
144 El original de don Cagliero da los nombres correctos: Huili-ches y Thehuel-ches y los
caciques Fayel y Chiquechán.

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145 cacichi Focel e Cinquecian, capi di quelle tribúj.] riceverebbero volentieri i missiona-
rii, li ascolterebbero con rispetto, somministrando quanto loro enecessario. Ci assi-
cura nello stesso tempo che amicandosi queste due tribu potremo farci strada per
tutta la Patagonia ». - Questo e proprio un tratto Provvidenziale. Si vede chiara-
mente che e il Signore [che] vuole quest'opera e la protegge.
150
Un terzo progetto viene ad aprire una nuova via per la conversione della Pata-
gonia. 11 governo Argentino vuole aprire una colonia in un punto affatto opposto a
quelli di sopra accennati, ene affiderebbe la direzione ai Salesiani. Questa colonia si
deve fondare a Sta Cruz, che eun porto con un fiume posti al fondo della Patagonia,
sulle rive dell'Oceano Atlantico ai gradi 50 cioé poco prima di entrare nello stretto
155 di Magellano. Molti viaggiatori visitarono questo porto e lo trovarono atto per met-
tervi una colonia. Sebbene vi faccia molto freddo, tuttavia eabitabile e il suo clima
assai confaciente a noi Europei. 11 governo si propone di somministrare ai Salesiani
le sussistenze per loro e pei Patagoni Quiane-chez e Pilmachez. Stabilita una buona
scorta di missionarii in questo punto sembra dover tornare assai facile di penetrare
160 nell'interno anche da questa parte ed in pochi anni tastare tutti i punti della Pa-
tagonia.
Lo stesso D. Cagliero in altra lettera - Buenos-Ayres 5 Luglio - dice: «Tutti
questi Indi sono facili ad essere mansuefatti, ma pure facili al sospetto, ed allora am-
mazzano inesorabilmente. Comunque sia, prepari il personale pei Patagoni, ed i de-
165 stinati si armino fin d'ora / della pazienza, studio, prudenza e coraggio. Con gli Indi p. 151
se non si procede cautamente in un giorno si distrugge l'opera di anni e anni. Se il
missionario loro parla di sommisione a Buenos-Ayres e ammazzato, se li minaccia
e colla forza ammazzato. Per poter far del bene in una tribu bisogna farsi amico con
il Cacico, regalandolo, e civilizzarlo colle buone e colla religione, porlo al contatto
148 Pero el comisario de Emigración, don Juan Dillón, disuadió a don Cagliero de ir, por el
momento, al Chubut por temor que con los galeses, anglicanos, surgieran dificultades que con-
venía evitar. Mas le sugirió la ruta de Santa Cruz, «el tercer proyecto », ASC 126.2, cartas de
don Cagliero a don Basca, 2 y 19.7, 18.12.1876.
154 «Esta colonia, que don Cagliero ubica en el paralelo 50, es la de Isla Pavón, del capitán
Piedra Buena [1868] ». R. ENTRAIGAS, o.c., vol. 11, p. 103. La colonia de Santa Cruz, que en el
Informe se desea señalar, tuvo su origen en 1877 y contará en 1879 solamente 67 pobladores,
no siendo « posible mandar familias a un punto tan lejano y aislado sin reunir antes los ele-
mentos indispensables para la vida y el trabajo », Cf J.H. LENZI, o.c., pp. 323-326.
158 Debe tratarse de «la tribu de unos 400 indios mansos» -a la que don Cagliero aludía
en carta a don Basca del 4.5.1877 (ASC 126.2)-, y que para R. ENTRAIGAS, a.c., vol. 11, p.
249, «era la tribu del cacique Casimiro Biguá, bautizado en Carmen de Patagones y no sólo
indio manso sino colaborador de don Luis Piedra en la no fácil misión de mantener inhiesto
el pabellón argentino en aquellas soledades ».
159 Don Cagliero, en efecto, sueña durante meses con entusiasmo en su primera auténtica
aventura misionera: andar en nave hasta el río Santa Cruz y, tras dejar allá instalados dos sale-
sianos, penetrar en la Patagonia, tornando a Buenos Aires por el interior. Pero el frío invernal,
la crisis económica gubernamental y, por último, su retorno en Italia 10 impidieron. Cf ASC
126.2, cartas de Cagliero a don Basca, 19.7, 18.12.1876 Y 4.5.1877.
162 Se trata de la tantas veces citada carta a don Basca del 2 -prolongada hasta el 5---, de
julio 1876.

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
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con qualche buon cristiano; dopo se gli parli del governo per ayer favori ma non 170
mai per sottometterlo. Il resto lo fará la Provvidenza ».
Tutte queste cose sono in trattative e si spera che tutti tre i progetti potranno in
poco tempo esser messi in esecuzione. Intanto sono con premura richiesti non meno
di 20 nuovi missionarii che si preparano alla partenza pel prossimo Ottobre per
Montevideo e Buenos-Ayres purché mediante la carita dei fedeli si possa preparare il 175
necessario corredo.
Cola saranno suddivisi ed inviati a cominciare l'opera loro evangelica nei tre
punti mentovati, cioé il Patagone, a Sta Crux, e nelle tribu degli Hurli-chez e The-
relchez.
CONCLUSIONE
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'J. 152
Due pensieri servono di conclusione. Il primo e ben doloroso! E chi eche non
s'attristi al vedere varii milioni di uomini, ancora affatto ignari del cristianesimo,
d'ogni idea di religione e di moralitá giacere nell'ombra di morte? Essi non sanno e
non rode neppure loro in pensiero, che Gesu Cristo, Dio eterno come il Padre, sia
venuto a farsi uomo ed a morire per salvarci della schiavitú del demonio e del pecca- 185
to! Essi non hanno né civiltá, né governo, né industria, né agricoltura né commercio:
la questioni le finisce la forza brutale, ed / il diritto ericonosciuto a chi piú puó ed e
piú astuto: le scorrerie ed i ladronecci amano con predilezione; lasciano morire bar-
baramente i bambini, che non vogliono educare. Non hanno idea di matrimonio ed
ammettono la poligamia e ben anche la poliandria. Si fanno guerra, uccidono, sean- 190
nano continuamente. Ben molte volte mangiano anche carne umana. Potrebbe un
cuore cristiano star freddo a cotali considerazioni?
Ma se questo pensiero e tanto doloroso ed opprimente, un altro, oh quanto
consolante!, comincia ad affacciarsi alla nostra mente e togliere l'angoscia lasciata
dal primo. Si, pare giunto il tempo della Divina Misericordia per quelle vastissime 195
terreo E bontá di Dio, che vuolliberare quei popoli dalla dura schiavitú di satana,
quei popoli che dal mezzo delle loro sciagure dicono al Signore: Oh Dio di bontá e
di clemenza fate che cessino i nostri mali ed inviate anche a noi la luce di quel vange-
10 di cui godono altri popoli da tanti secoli; venga anche per noi il tempo di reden-
zione, i1 tempo di misericordia!
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Dio voglia che la Congregazione Salesiana abbia la buona ventura di prendere
174 En realidad serían 22 « misioneros» -13 para Buenos Aires y 9 para Montevideo - los
que partirían, no en octubre, sino en noviembre. Cf MB XII 509, 526-529.
178 Correctamente son los Huili-ches y Theuel-ches. Se equivocaron en lo del « poco tiem-
po » -ya que hubo que esperar tres largos y fatigosos años para iniciarse la « puesta en ejecu-
ción» de los tres proyectos-, pero atinaron con « los puestos », porque en Carmen de Patago-
nes, donde los salesianos llegaron en enero de 1880, convergerían, como único punto de irra-
diación misionera salesiana, los otros previstos « caminos» hacia los patagones. Cf ASC 126.2,
carta de mons. Aneiros a don Bosco, 5.8.1879.

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Jesús Borrego
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anche una piccolissima parte in que sta opera provvidenziale; ad essa si aggiungano
altri e poi altri missionarii e religiosi i quali tutti con un cuor solo ed un anima sola
lavorino per la evangelizzazione dei Pamperos e dei Patagoni e cosi accrescano il nu-
205 mero dei veri credenti in terra affinché tutti possano poi un giorno godere il Beato
Regno che Gesu Redentore tien preparato in cielo.
Questa impresa avrá un sicuro presagio di riuscita se la Sacra Congregazione de
Propaganda Fide se degnerá di prendere l'esposto progetto sotto alla efficace sua
protezione; lo esaminerá, lo modificherá, e coi santi ed illuminati suoi / consigli diri-
210 gerá coloro che di buon grado si offrono a lavorare, se non con malta scienza e vir-
tu, certamente con buon volere e con animo pronto a qualunque sacrifizio che da
loro dipenda.
p. 153
- SOL! DEO HONOR ET GLORIA -
AMEN
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Torino 20 Agosto 1876
Saco Gio[vanni] Bosco /
INDICE
PARTE PRIMA - Descrizione Fisica
PARTE SECONDA - Storia della scoperta della Patagonia
220 PARTE TERZA - Gli Abitanti. Loro carattere e costumi
PARTE QUARTA - Religione
PARTE QUINTA - Missioni
CONCLUSIONE - Stato presente della Patagonia
[p. 155J
. Pago
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217 La paginación de este indice es la del manuscrito original, que en la presente edición
corresponde: a la pág. 1, la p. 292; a la pág. 29, la p. 316; a la pág. 61, la p. 345; a la pág. 95,
la p. 376; a la pág. 117, la p. 390; a la pág. 144, la p. 410.