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FONTI
L’AUSTRIA INCONTRA DON BOSCO “PADRE, MAESTRO
E AMICO DEI GIOVANI”
Stanisław Zimniak
APW
ASC
ASW
E(m)
SN
= Archiv des Provinzialates Wien;
= Archivio Salesiano Centrale Roma;
= Archiv des Salesianums Wien;
= Giovanni BOSCO, Epistolario. Introduzione, testi critici e note, a cura di Francesco
Motto, 3 vol., Roma, LAS 1991-1999;
= «Salesianische Nachrichten».
INTRODUZIONE
I rapporti personali costituiscono un’importante componente nella vita
di s. Giovanni Bosco (1815-1888), fondatore della Società Salesiana, delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice e dell’Associazione dei Cooperatori Salesiani1. Una
chiave interpretativa potrebbe essere la convinzione, profondamente radicata
nel cuore di don Bosco, che attraverso un contatto personalizzato sarebbe riu-
scito a motivare le persone in modo più convincente e a legarle più diretta-
mente alle proprie iniziative apostoliche ed educative a favore del mondo gio-
vanile. Perciò la sua agenda era di continuo riempita di incontri con perso-
naggi di varia estrazione sociale e culturale; i suoi viaggi, sia quelli effettuati
in Italia che all’estero, avevano una precisa finalità: non solo assicurare la
continuità alle congregazioni religiose da lui fondate, ma promuovere la loro
crescita ed espansione nel mondo.
Un altro mezzo con cui si avvicinava alle persone era la corrispondenza.
Non risparmiava, infatti, le proprie energie per scrivere e rispondere di pro-
1 Sull’ampia storiografia che concerne s. Giovanni Bosco si segnala l’opera fondamen-
tale: Saverio GIANOTTI (a cura di), Bibliografia generale di don Bosco, I: Bibliografia italiana
1844-1992, (= Istituto Storico Salesiano, Bibliografie 1), Roma, LAS 1995 e per l’area tedesca
Herbert DIEKMANN (a cura di), Bibliografia generale di Don Bosco, II: Deutschsprachige
Don-Bosco-Literatur 1883-1994, (= Istituto Storico Salesiano, Bibliografie II), Roma, LAS
1997, come pure si rimanda ai continui aggiornamenti tramite la pubblicazione semestrale di
«Ricerche Storiche Salesiane».

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276 Stanisław Zimniak
prio pugno alle molte lettere che gli venivano inviate da ogni parte; anche
quando era già seriamente ammalato e impossibilitato fisicamente a scrivere,
non cessava di dare risposta personale o suggerirla al segretario. Secondo il
curatore della nuova edizione dell’epistolario di don Bosco2 si possono ipotiz-
zare oltre 20 mila sue lettere3.
Un’altra invenzione geniale fu la fondazione del “Bollettino Salesiano”,
un mensile che diventò un mezzo molto efficace di moltiplicazione dei suoi
rapporti e, senz’altro, contribuì a mantenere i legami vivi e “produttivi” con il
mondo esterno a favore di tutto il suo prodigarsi per il bene della gioventù4.
Oggetto del lavoro
La nostra indagine viene strutturata in tre parti. Nella prima si presenta
uno sguardo sui contatti, in parte conosciuti, di don Bosco con alcuni perso-
naggi del mondo austriaco e si accenna anche all’importanza del “Bollettino
Salesiano” come “incontro mediato”.
Nella seconda pubblichiamo le lettere di don Bosco a Sophie von Ange-
lini (1838-1897) e di lei a don Bosco. La corrispondente è una cittadina del-
l’impero asburgico, la quale come fondatrice di un monastero delle Suore
Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento, lasciò una traccia significativa nella
chiesa della città di Innsbruck, il capoluogo della regione tirolese. Queste let-
tere non sono state pubblicate né sono state fatte finora oggetto di studio5. Sa-
ranno precedute da un breve profilo biografico di Sophie von Angelini e da
alcune precisazioni riguardanti la redazione delle stesse lettere; infine, si pro-
pongono alcune riflessioni quale risultato dell’analisi delle stesse lettere.
L’ultima parte puntualizza brevemente la relazione scritta, scoperta re-
centemente, della visita di cittadini austriaci a Torino, visita che ebbe luogo
nell’agosto 1886, da parte di un gruppo di pellegrini, di ritorno da Lourdes
(Francia), a don Bosco che dal 21 al 31 di quel mese si trovava a San Benigno
Canavese (Torino). Nell’occasione, i pellegrini visitarono pure alcuni istituti
salesiani di Torino.
2 Giovanni BOSCO, Epistolario. Introduzione, testi critici e note, a cura di Francesco
Motto, 3 vol., Roma, LAS 1991-1999; questa edizione è stata preceduta dall’Epistolario di San
Giovanni Bosco, a cura di Eugenio Ceria. 4 vol., Torino, SEI 1955-1959.
3 L’Epistolario come fonte di conoscenza e di studi su don Bosco, in Mario MIDALI (a cura
di), Don Bosco nella storia. Atti del 1° Congresso Internazionale di Studi su Don Bosco (Uni-
versità Pontificia Salesiana – Roma, 16-20 gennaio 1989), Roma, LAS 1990, p. 71 (nota 7).
4 Nel primo numero così definì la sua finalità: «Il nostro programma sarà inalterabil-
mente questo: Lasciateci la cura dei giovani poveri e abbandonati, e noi faremo tutti i nostri
sforzi per far loro il maggior bene che possiamo, ché così crediamo poter giovare al buon co-
stume e alla civiltà» («Bibliofilo Cattolico» o «Bollettino Salesiano mensuale», A. III, n. 5,
agosto 1877, pp. 1-2).
5 E. Ceria nell’Epistolario di San Giovanni Bosco ignora la loro presenza.

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 277
La ricerca in oggetto offre un’ulteriore conferma della polivalente perso-
nalità del santo torinese e del suo ampio raggio d’influenza; permette anche
d’allargare la conoscenza delle sue relazioni con l’Austria6, che finora dalla
storiografia venivano limitate alla lettera di don Bosco del 1873 all’impera-
tore Francesco Giuseppe7 e alla visita da lui compiuta al conte Henri Cham-
bord d’Artois nel 18838.
Non sarà inutile aggiungere un ulteriore elemento circa il motivo di tale
raccolta delle lettere. Si vuole semplicemente prevenire l’eventuale disper-
sione di questo piccolo patrimonio religioso e culturale, perché si è constatata
la tendenza a donare le lettere di don Bosco come un regalo di notevole va-
lore alle persone di elevata posizione culturale e religiosa. Tanto è vero che su
sedici lettere, solo dieci sono ancora conservate nell’Archiv des Klosters zur
Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck, fondato da Sophie von
Angelini9; le altre sono andate disperse appunto tramite regali.
1. Don Bosco e l’Austria
L’imperatore Francesco Giuseppe e la famiglia imperiale
È conosciuto l’attaccamento di don Bosco ai pontefici romani e come gli
venisse difficile accettare la scomparsa del potere temporale10. La preoccupa-
zione per la libertà d’azione del vescovo di Roma gli fece intraprendere deter-
minati passi, fra i quali il tentativo di coinvolgimento del sovrano dell’Au-
stria-Ungheria. Infatti nel 1873 don Bosco spediva una lettera all’imperatore
Francesco Giuseppe (1830-1916), con un suo “messaggio profetico”11. Per
poterne comprendere il significato12, si deve tenere presente la famosa “que-
6 Con il nome “Austria” si intende il territorio etnico e non quello politico che corrispon-
derebbe all’impero degli Asburgo.
7 Pietro STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica. Vol. II: Mentalità reli-
giosa e spiritualità. 2° ed. Roma, LAS 1981, p. 89; Francis DESRAMAUT, Don Bosco en son
temps (1815-1888), Torino, SEI 1996, p. 857ss.
8 ID., p. 1193.
9 Vorrei qui esprimere il mio ringraziamento a quanti mi hanno aiutato, a vario titolo, in
questa ricerca: le suore del monastero zur Ewigen Anbetung di Innsbruck, le Figlie di Maria
Ausiliatrice, specie Sr. Mag. Maria Maul di Vöcklabruck, il Dr. Vigilio Mattevi, i salesiani
dell’Ispettoria Austriaca, specialmente l’ex ispettore don Josef Vösl e il segretario ispettoriale
don Fritz Grassl. Non posso omettere un sincero grazie per le stimolanti osservazioni di don
P. Braido e don F. Motto, ambedue membri dell’Istituto Storico Salesiano.
10 Si veda P. STELLA, Mentalità…, II 86ss.
11 ASC A223 Sogni.
12 Come ritiene P. Stella: «Non è facile scoprire a che cosa propriamente mirasse Don
Bosco con questo messaggio» (Mentalità…, II 89).

1.4 Page 4

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278 Stanisław Zimniak
stione romana”13. L’Educatore torinese scorgeva nell’imperatore Francesco
Giuseppe il possibile protettore delle aspirazioni temporali dei papi. Qui non
è il caso di presentare né il conutento né l’importanza storica della sunnomi-
nata lettera14: ci è sufficiente constatare l’avvenuto contatto epistolare.
Un altro noto tentativo di contattare Francesco Giuseppe risale al 1886.
Don Bosco si trovava in una situazione finanziaria molto grave: mancavano i
fondi per ultimare la costruzione della chiesa del Sacro Cuore di Gesù a
Roma, un’impresa che gli stava molto a cuore15. Per riuscirvi lanciò una lot-
teria, mandandone i biglietti a numerose personalità in tutto il mondo. La spe-
dizione dei biglietti veniva accompagnata dall’omaggio di un volume conte-
nente i numeri dal 1879 al 1884 del “Bollettino Salesiano”16. Sulla copertina
della copia inviata all’imperatore era stato scritto A Sua Maestà Francesco
Giuseppe I Imperatore dell’Austria e Re d’Ungheria in segno di profondo os-
sequio il sac. Giovanni Bosco di Torino. Sul frontespizio invece vi era una
dedica di carattere più personale: Nell’offrire a Sua Maestà Cattolica l’Impe-
ratore Francesco Giuseppe I questo volume che contiene la storia dell’Ora-
torio di S. Francesco di Sales, il sottoscritto augura a Sua Maestà e all’Au-
gusta Sua Consorte e Famiglia ogni più eletta benedizione dal Cielo. Sac.
Gio[vanni] Bosco. La grafia è di un’altra mano; la firma è di don Bosco. Ac-
compagnava tale omaggio con una lettera del 3 febbraio 188617, in cui spie-
gava i motivi di tale gesto e della spedizione dei biglietti della lotteria;
inoltre, comunicava il suo desiderio d’ascrivere il destinatario tra i membri
dell’Associazione dei Cooperatori salesiani. Per rendere gradito il suo desi-
derio gli ricordava che lo stesso aveva fatto nei riguardi della defunta impera-
trice Marianne d’Austria (+04.05.1884)18. Che la moglie dell’imperatore Fer-
13 Cf P. STELLA, Mentalità…, II 86ss.
14 Per coloro che vogliono approfondire la questione rimandiamo a F. DESRAMAUT, Don
Bosco en son temps (1815-1888), Torino, SEI 1996, pp. 857-860; P. STELLA, Mentalità…, II
75. 89. 532. 540ss; Cecilia ROMERO, Sogni di don Bosco, Torino-Leumann, 1978, pp. 27-36.
15 Si veda l’avviso Avis concernant le tirage de la lotterie du Sacré Coeur de Jésus à
Rome, in «Bulletin salésien» 1 (1886) 1, e come pure il ricordo di tale costruzione in Lettre de
D. Bosco aux Coopérateurs et Coopératrices, in «Bulletin salésien» 3 (1885) 3-4.
16 Sul dorso si trova la scritta «Bollettino Salesiano 1879-1884». L’esemplare regalato al-
l’imperatore è conservato nell’archivio provinciale dell’ispettoria austriaca a Vienna; una copia
simile avrebbe dovuto essere consegnato all’arciduca Rodolfo, ma di essa non si è trovata
traccia.
17 ASC Al71, scritta da un segretario, ma firmata da don Bosco. Georg Söll sostiene che
il volume gli fosse offerto nel 1884, ma tale datazione è insostenibile a confronto dei dati da
noi forniti [Die Salesianer Don Boscos (SDB) im deutsche Sprachraum 1888-1988. Rückblick
zum 100. Todestag des heiligen Johannes Bosco (31. Januar 1988), des Grüinders der Gesell-
schaft des heiligen Franz von Sales, München, Don Bosco Verlag 1989, p. 27].
18 «Poiché mi si offre opportuna l’occasione, mi permetto, come già feci verso l’Augusta
Imperatrice defunta Marianna d’Austria, di inscrivere la Maestà Vostra al novero dei Coopera-
tori Salesiani e mandargliene il Diploma colla raccolta del Bollettino Salesiano organo della

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 279
dinando I (1835-1848), zia dell’imperatore Francesco Giuseppe, fosse consi-
derata cooperatrice salesiana – in senso largo s’intende – trova conferma nella
notifica del suo decesso nel necrologio dei cooperatori salesiani e benefattori
presentato dal “Bollettino Salesiano” del marzo 1885, edizione francese19.
Analogo trattamento riservò al principe Rodolfo d’Asburgo (1858-1889):
nella lettera, della medesima data, gli esponeva i motivi per cui intraprendeva
tale iniziativa e lo informava del conferimento del diploma di Cooperatore
Salesiano, accompagnato dalla raccolta di numeri del “Bollettino Salesiano”,
senza però fare alcun riferimento all’imperatrice Marianne d’Austria20.
Indipendentemente dai risultati ottenuti, dobbiamo qui notare che sia il
fatto della lettera del 1873 sia quello dell’omaggio del 1886 rimasero im-
pressi nella memoria dei salesiani austriaci. Ne diedero manifestazione pub-
blica nel necrologio presentato dal loro periodico dopo la morte dell’impera-
tore Francesco Giuseppe:
«Wie jedes Werk christlicher Barmherzigkeit und Nächstenliebe, hat der
gute Kaiser auch das Wirken der Don Bosco-Söhne in den Ländern
seiner Monarchie wohlwollend unterstützt. Mit Don Bosco selbst ist der
verblichene Monarch anfangs der siebziger Jahre in Beziehung getreten,
als er von denselben als Huldigung die ersten Jahrgänge des “Bollettino
Salesiano” und einen Brief bedeutungsvollen Inhaltes zugeschickt
erhielt. Es ist uns nicht weiter bekannt, welche Wichtigkeit der Kaiser
damals den Worten des Turiner Priesters, der schon den Ruf eines Hei-
ligen genoß, beigemessen hat. Tatsache ist es, dass der Herrscher das
Schreiben mit Aufmerksamkeit las und unserem Begründer seinen be-
sonderen Dank melden ließ mit dem Bemerken, dass er vom Inhalte des
Briefes Gebrauch machen werde».21
Ancora nel 1886 don Bosco spedì un’altra lettera, accompagnata da una
circolare per i cooperatori e le cooperatrici22, all’imperatrice Elisabetta (1837-
1898)23, moglie di Francesco Giuseppe. La circolare era a stampa, datata 15
ottobre; invece la lettera redatta a mano da uno dei segretari, firmata però da
don Bosco, portava la data 15 novembre. Entrambe erano scritte in francese.
Pia Società dei suddetti Cooperatori, fidando che la Maestà Vostra vorrà perdonare la mia ardi-
tezza ed aggradire l’iscrizione a detta Pia Associazione» (ASC A171, lettera allografa, firmata
da don Bosco, a Francesco Giuseppe I del 3 febbraio 1886).
19 Coopérateurs défunts pendant l’année 1884, in «Bulletin salésien» 3 (1885) 36.
20 ASC A171.
21 «Mitteilungen aus den deutschen Don Bosco-Anstalten», Nr. 5-6, Dezember (1916) 2.
22 E. Ceria, pubblicandola nell’Epistolario di Giovanni Bosco, ne dà un commento molto
conciso: «La circolare è questa, compilata su traccia del Santo e da lui riveduta. Fu tradotta in
francese, spagnolo, inglese e tedesco. Venne spedita in varie parti d’Europa anche a principi,
ministri, giornali» (IV 360).
23 Haus-Hof-Und Staatsarchiv Wien, Obersthofmeisteramt der Kaiserin Elisabeth.

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280 Stanisław Zimniak
Presentavano l’opera educativa salesiana e soprattutto l’azione missionaria
nell’America Latina, per la quale si chiedeva aiuto finanziario24.
Da tale comportamento di don Bosco possiamo già trarre una cauta con-
clusione: in qualche modo sperava di poter attirare simpatia, verso la propria
azione educativa e missionaria, da parte della casa imperiale di Vienna25, che
certamente si sentiva profondamente cattolica.
Il viaggio di don Bosco in Austria nel 1883
Si tratta di una visita di don Bosco del luglio 1883, che sarà ricordata in
modo particolare dalla Famiglia Salesiana operante in Austria26, anche se la
ricaduta immediata di tale viaggio per lo sviluppo della società salesiana in
questa area geografica rimase limitata. Il motivo del viaggio fu l’incontro con
il conte Henri Chambord d’Artois27, gravemente ammalato nel castello Froh-
sdorf presso Wiener Neustadt, nella Bassa Austria. Questi, intransigente e
utopista, era pretendente al trono di Francia col nome di Enrico V e sperava
nell’intervento miracoloso di don Bosco per il recupero della salute.
Il fondatore dei salesiani era tornato a Torino, il 31 maggio 1883, da un
lungo e logorante viaggio in Francia. Dopo qualche esitazione, il 13 luglio si
decise a partire in treno per l’Austria. Naturalmente sulla decisione di don
Bosco di intraprendere tale passo non si possono escludere forti insistenze di
varie famiglie nobili con cui il conte stava a contatto e dalle quali don Bosco
riceveva un certo sostegno economico per le sue opere.
Sembra che tra le file salesiane tale “evento” abbia trovato un’eco supe-
24 La cancelleria notificò in data 26 novembre 1886 la ricevuta della lettera, accompa-
gnata dalla circolare, riassumendo in una frase la richiesta di don Bosco: chiede aiuto per le
missioni da lui fondate in Patagonia e Brasile – Cf Haus-Hof-Und Staatsarchiv Wien, Ober-
sthofmeisteramt der Kaiserin Elisabeth. Quanto alle lettere a Francesco Giuseppe e Rodolfo
d’Asburgo, permane il dubbio se i loro destinatari siano stati raggiunti o meno.
25 Questa disponibilità verso la causa donboschiana alla corte imperiale perdurava anche
dopo la morte di don Bosco. Ne dà conferma E. Ceria, affermando che l’arciduchessa Maria
Josepha, «Godeva in singolar modo di professarsi cooperatrice salesiana» (Annali della Società
Salesiana. Vol. III: Il rettorato di don Michele Rua. Torino, SEI 1946, p. 437). La medesima
arciduchessa avrebbe accolto i salesiani arrivati nella capitale imperiale per incominciarvi la
loro attività educativa nel 1903, dimostrando il suo apprezzamento per il loro apostolato in
varie occasioni (S. ZIMNIAK, I salesiani e il «Zurück zum praktischen Christentum» dei cri-
stiani di Vienna (1903-1921), in F. MOTTO (a cura di), L’Opera Salesiana dal 1880-1922.
Significatività e portata sociale. Vol. II: Esperienze particolari in Europa, Africa, Asia. Atti del
3° Convegno Internazionale di Storia dell’Opera Salesiana, Roma, 31 ottobre - 5 novembre
2000, (= Istituto Storico Salesiano, Studi 17), Roma, LAS 2001, p. 262 e passim.
26 Si veda Vor 100 Jahren: Besuch Don Boscos in Österreich, in «Salesianische Nachri-
chten» Wien 37 (1983) 3, pp. 4-7.
27 Chambord, Henri-Charles-Ferdinand-Marie-Dieudormé d’Artois, duca di Bordeaux;
nato il 29 settembre 1820 a Parigi e morto il 24 agosto 1883 a Frohsdorf (Austria); capo del
ramo primogenito della casa di Borbone – Cf Enciclopedia Italiana IX 922.

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 281
riore di quanto gli avesse attribuito il loro “padre”. Colpisce che nel volume
XVI delle Memorie Biografiche vi si riservino 25 pagine28; inoltre, in esso è
riportata la relazione del cappellano del conte, l’abate Curé, inviata a mons.
Serafino Vannutelli, nunzio pontificio presso la corte imperiale di Vienna29. I1
fatto, però, ebbe risonanza notevole sulla stampa cattolica e laica. L’analisi at-
tenta di questi testi ci permette di scoprire il motivo più vero per cui don
Bosco, accompagnato dal suo più stretto collaboratore, don Michele Rua
(1837-1910), si era trattenuto dal 15 al 17 luglio nel castello del conte. «Per
lui – afferma Pietro Braido – a parte la rilevanza del personaggio che lo invi-
tava a visitarlo e a portargli la benedizione della Madonna, era un caso come
tanti, che nelle angustie e nel bisogno si assiepavano attorno a Lui. Si sentiva
semplicemente prete che, con qualche resistenza per ragioni di salute e proba-
bilmente anche politiche, credeva nella forza salvifica, oltre che terapeutica,
se questa era volontà di Dio, della intercessione della Vergine Ausiliatrice in
ordine alla “salvezza” temporale ed eterna di chi ne chiedeva la protezione»30.
È difficile, quindi, attribuire a questo atto di carità cristiana altre finalità se
non unicamente quelle religiose, umane e, forse quelle, di non disanimare o
perdere qualche benefattore politicamente impegnato. Un’immagine, dunque,
di sacerdote carico di toccante bontà che si manifesta nello stare vicino e por-
tare un sollievo a chi soffre e cerca un’illuminazione per la sua vita ormai in
declino irreversibile.
Mons. Ernst Commer di Vienna
Che la conoscenza della figura di don Bosco a Vienna, prima della sua
morte, fosse abbastanza diffusa in alcuni circoli, specie quelli ecclesiastici, è
comprovato ulteriormente dal fatto che la rivista viennese «Correspondenz des
Priester-Gebetsvereines “Associatio Perserverantiae Sacerdotalis”», nel nu-
mero d’aprile 1888, gli dedicò un articolo di cinque pagine: Don Giovanni
Bosco31; un articolo che voleva rendere omaggio al defunto sacerdote che si era
mostrato un moderno e imparagonabile apostolo ed educatore della gioventù at-
traverso la fondazione di istituti religiosi, consacrati esclusivamente all’educa-
zione dei giovani, e di altre numerose iniziative a carattere pedagogico32.
28 Tutta la vicenda è descritta in E. CERIA, Memorie biografiche di San Giovanni Bosco
1883. Vol. XVI, Torino, SEI 1935, pp. 330-354.
29 ID., XVI pp. 571-575. Si rimanda anche alla relazione rimasta incompleta di don Mi-
chele Rua Viaggio di D. Bosco a Frohsdorf, la quale è stata edita da Angelo AMADEI, Il servo di
Dio Michele Rua, Torino, SEI 1931, pp. 1326-1329.
30 Don Bosco prete dei giovani nel secolo delle libertà, vol. II (lo studio è in stampa).
31 Nr. 3. Wien, den 1. April (1888) 51-55.
32 L’interesse per don Bosco nella capitale imperiale è confermata anche dalla pubblica-
zione del volumetto di don Bosco nel 1885 Einführung der Jugend ins Tugendleben. Wien,

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282 Stanisław Zimniak
Qui vogliamo ricordare uno di tali ecclesiastici che si trovarono tra gli
eminenti benefattori33 dell’opera salesiana nella capitale imperiale, opera ini-
ziata nel 190334. Si tratta di un certo professore dell’università viennese,
mons. Ernst Commer (1847-1928), all’epoca noto filosofo e teologo cattolico,
d’origine ebraica. Nel 1886 fondò la rivista «Jahrbuch für Philosophie und
speculative Theologie» (dal 1914 «Divus Thomas»)35. Per la storia ecclesia-
stica è uno dei fondatori della neoscolastica e, nel contempo, avversario del
modernismo36. Al direttore dell’istituto educativo salesiano, situato nel terzo
distretto di Vienna, don August Hlond (1881-1948), si presentava come colui
che aveva potuto ammirare don Bosco ancora vivente37. La verifica di tale af-
fermazione rimane problematica, anche se non si può escludere una possibi-
lità di un loro incontro. Ciò che risulta sicuro è la sua conoscenza diretta delle
pubblicazioni di don Bosco e su don Bosco, che aveva chiesto ai salesiani di
Vienna38. In ogni caso sia lui che sua sorella Klara Commer (1856-1937) – la
quale dedicò qualche suo scritto sia a don Bosco39 che a santa Maria Dome-
nica Mazzarello40 – furono affascinati dalla figura dell’educatore piemontese.
La signora Commer ancora nel 1930 pubblicò Don Bosco-Geschichten. Ge-
sammelt und wiedererzählt.
Bollettino Salesiano: incontro mediato
Don Bosco, attraverso la pubblicazione, dal 1877 in poi, del “Bollettino
Salesiano”, voleva mantenere un rapporto possibilmente “personalizzato” con
i membri dell’Associazione dei Cooperatori Salesiani, da lui fondata nel
Heinrich Kirsch Verl. – Cf Franz SCHMIDT, Bibliographie der deutschsprachigen Don-Bosco-
Literatur. Benediktbeuern 1973, p. 45 (dattiloscritto).
33 Se ne parla in varie occasioni in ASW Hauschronik der Salesianer Anstalt in Wien III,
Hagenmüllergasse 43, III-V passim.
34 Cf S. ZIMNIAK, I salesiani e il «Zurück zum praktischen Christentum» dei cristiani di
Vienna..., p. 263.
35 Deutsche Biographische Enzyklopädie (DBE). Herausgegeben von Walther Killy.
München - New Providence -London - Paris 1995, II 361.
36 Si veda Otto WEIB, Der Modernismus in Deutschland. Ein Beitrag zur Theologiege-
schichte. Regensburg, Verlag Friedrich Pustet 1995, pp. 147-150; Gisbert GRESHAKE, Commer,
Ernst, in Lexikon für Theologie und Kirche. Freiburg - Basel - Rom - Wien, Herder 1994, II
col. 1274.
37 ASW Hauschronik der Salesianer Anstalt in Wien III, Hagenmüllergasse 43, III 11.
38 Ibid., III-IV passim.
39 Si vedano alcune sue poesie: Vom Tod zum Leben, in «Mitteilungen aus den deutschen
Don Bosco-Anstalten», N° 5-6, Dezember (1916), p. 23; Don Boscos erster Traum, in ibid., N°
11-12, April (1918), pp. 16-17.
40 Per quanto ci risulta, nel 1921 pubblicò la prima biografia su Maria Domenica Mazza-
rello in tedesco (Deutsches Literatur-Lexikon. Biographisch-bibliographisches Handbuch. He-
rausgegeben von Bruno Berger und Heinz Rupp. 3 ed., Franche Verlag Berri und München, II
col. 731).

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 283
1876, nonché con i numerosi benefattori e amici della sua opera apostolico-
educativa a favore dei giovani “poveri ed abbandonati” in continuo aumento
nei vari Stati, compresa l’Austria. A ragione si può ritenerlo come una “let-
tera” del Rettor Maggiore, tramite la quale voleva informare i lettori della vita
della famiglia salesiana dovunque essa operasse. Fu un atto lungimirante, che
gli assicurò una certa influenza sulla loro formazione cristiana e gli permise
di coinvolgerli nell’azione salesiana a raggio mondiale. Lo stesso don Bosco
promosse l’edizione francese del “Bollettino Salesiano” nel 1879, quella spa-
gnola nel 1886; dopo la sua morte, si ebbero quella inglese nel 1892, tedesca
nel 1895, polacca nel 1897 e altre ancora41.
Prima che si arrivasse all’edizione tedesca, nei paesi dell’impero danu-
biano, specie nelle province meridionali42, si leggeva il “Bollettino Salesiano”
in lingua italiana; quello in lingua francese veniva letto un po’ dappertutto43.
La presenza, relativamente rapida, dei primi membri dell’Associazione
dei Cooperatori Salesiani nel Tirolo è testimoniata dalla lettera del settembre
1881 scritta a don Bosco dal deputato alla dieta regionale di Innsbruck e par-
roco a S. Michele all’Adige, don Bartolomeo Arvedi (1821-1888). In essa si
vanta di appartenere a detta Associazione da circa due anni44 (quindi dal 1879
o dal 1880). Le signore Josefine e Caroline Falck di Innsbruck (abitanti in via
Chotek-Alleè 7) mandarono a don Bosco, nel dicembre 1887, 20 Marchi
come quota annuale fissata per le cooperatrici salesiane45. Invece la signora
Maria Pezzini, di Villa Lagarina (Tirolo), nella lettera dell’8 dicembre del me-
desimo anno gli chiedeva preghiere e annotava: «Termino col fargli sapere
che ricevo benissimo il Bol[l]ettino ogni mese e sono pienamente contenta»46.
Si può presumere che don Bosco, nell’offrire la sopra accennata raccolta dei
41 Cf S. ZIMNIAK, Salesiani nella Mitteleuropa. Preistoria e storia della provincia Au-
stro-Ungarica della Società di S. Francesco di Sales (1868 ca. - 1919), (= Istituto Storico Sale-
siano, Studi 10), Roma, LAS 1997, p. 60.
42 Per rendersene conto è più che sufficiente leggere l’Elenco dei cooperatori e coopera-
trici defunti che cominciò ad apparire nell’anno 1886 in modo regolare sul “Bollettino Sale-
siano”. In questo elenco, chiamato più tardi con il nome più appropriato di Necrologio, si pos-
sono incontrare i nomi di provenienza da varie regioni della monarchia asburgica.
43 Leggiamo in una lettera del sacerdote sloveno indirizzata al Fondatore del mensile:
«[...] ma il “Bollettino” mandatemi soltanto nella lingua italiana (già per molto tempo mi arriva
anche l’esemplare francese senza che io l’avessi abbonato) (sic)» (ASC A142, lettera L. Jeran-
G. Bosco 21.01.1888). Secondo Biagio Rubino sarebbe arrivato in Germania, esattamente a
Wuppertal e località vicine, il mensile redatto in italiano – Cf Der Einfluß von Giovanni Bosco
im deutschen Sprachraum, Milano, 1973, pp. 39-43 (dattiloscritto).
44 ASC A1361606, lettera sac. Bartolomeo Arvedi - don Giovanni Bosco 06.09.1881.
45 Si legge: «[...] comme aussi d’envoyer 20 M., la contribution annuelle en qualité de
cooperatrices» – ASC A1411302, lettera Josefine e Caroline Falck - Giovanni Bosco
20.12.1887.
46 ASC A1590413.

1.10 Page 10

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284 Stanisław Zimniak
numeri di detto periodico ad alcuni membri della casa imperiale si sia anche
lasciato influenzare dalla notevole diffusione del “Bollettino Salesiano” nei
paesi della monarchia asburgica.
A ragione questo organo di comunicazione può essere considerato, come
si diceva, come una specie di “canale” o un “tramite” d’incontri virtuali del-
l’educatore torinese con la gente che egli non avrebbe potuto avvicinare in
altro modo, specie quella degli strati più popolari. Attraverso il periodico fa-
ceva circolare le sue idee apostoliche ed educative, concepite con una mente
attenta al lato pratico e concreto, senza eccessive teorizzazioni. In molti casi,
la lettura del “Bollettino Salesiano” ispirò iniziative a favore dei giovani, su-
scitò in tante persone il desiderio di promuovere fondazioni salesiane e, so-
prattutto, d’iscriversi all’Associazione dei Cooperatori salesiani. Il sopra ci-
tato deputato alla dieta di Innsbruck, don B. Arvedi, grazie a tale conoscenza
della Società salesiana, inoltrò a don Bosco, nel 1881, la domanda d’assu-
mere la direzione di due istituti agrari nel capoluogo tirolese destinati ai ra-
gazzi tedeschi e italiani47. Non venne accolta. Le trattative furono riprese, nel
1883, da parte di un certo Antonio Brandis di Innsbruck. L’esito fu ancora
una volta negativo per la mancanza del personale salesiano, specie di lingua
tedesca48.
La presenza, quindi, dei membri dell’Associazione dei Cooperatori Sale-
siani in Austria alla fine degli anni ‘70 risulta certa, come pure la lettura del
loro periodico; inoltre si avverte che questa conoscenza personale viene ac-
compagnata sempre più dal pressante desiderio di laici e di sacerdoti di far
conoscere l’esperienza apostolico-educativa salesiana all’ambiente austriaco.
2. Don Bosco: una “guida discreta” per Sophie von Angelini di Innsbruck
La vita travagliata di Sophie von Angelini
Purtroppo non disponiamo di una biografia scientifica, riguardante la si-
gnora Sophie von Angelini, cioè suor Maria Pia dell’Amore Divino. Dob-
biamo servirci di un lavoro, compiuto dalla scrittrice C. Wöhler, la quale per
un po’ di tempo le stette a contatto diretto in quanto religiosa del monastero
47 Nella sua domanda scrive: «Da circa due anni io ho l’onore di essere da V. S. R.ma
ammesso tra i Cooperatori Salesiani, e conosco il bene grande, anzi prodigioso, che il Signore
opera per mezzo della Congregazione fondata da V. S. a vantaggio della gioventù, e ringra-
zierei di cuore Iddio, se potessi cooperare alla introduzione dei Salesiani in Tirolo, dove V. S.
troverebbe ottimi elementi, per moltiplicare i suoi figli» (ASC A1361606, lettera sac. Barto-
lomeo Arvedi - don Giovanni Bosco 06.09.1881).
48 ASC A1380113, lettera Antonio Brandis - don Bosco, 29.11.1883.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 285
fondato da Sophie von Angelini49. Tuttavia, dove ci sarà possibile, ricorre-
remo ad altre fonti.
La famiglia di Sophie, appartenente alla nobiltà austriaca, era di prove-
nienza italiana, probabilmente toscana. Gli Angelini seppero inserirsi nel-
l’ambiente imperiale austriaco dell’epoca con notevole successo e si distin-
sero per lealtà e patriottismo verso la casa regnante. Il padre di Sophie, Anton
von Angelini, si guadagnò tanto la fiducia della corte viennese, che gli venne
affidato un ufficio di rilievo nell’amministrazione economica nell’importante
regione tirolese; fu anche nominato consigliere della corte reale e imperiale50.
La madre, Josephine, morta precocemente, donna religiosissima e generosa
nella distribuzione di elemosine per i bisognosi, lasciò un segno profondo
nell’animo della figlia51.
Sophie nacque il 5 agosto 1838 a Innsbruck, capoluogo del Tirolo e, se-
condo una fonte, come gemella di un fratellino, battezzato col nome di An-
tonio52. Tutti i 5 figli della famiglia Angelini ricevettero un’educazione im-
prontata a viva fede cattolica. Sophie stessa si accostò alla prima comunione
già all’età di 8 anni53. Gli anni dagli 11 ai 14 li trascorse nell’istituto delle
Suore Salesiane (di san Francesco di Sales) a Dietramszell54. All’età di 15 anni
soffrì il doloroso distacco dalla sua ammirata madre morta prematuramente.
Sembra che nella sua ulteriore formazione spirituale e nella sua scelta di vita
abbia avuto un effetto trainante il fatto che la sorella maggiore, Henriette55, si
fosse consacrata alla vita religiosa nel Carmelo, aperto in quegli anni ad Inn-
49 L’opera di Wöhler, lasciata in dattiloscritto, può essere ritenuta, come genere lette-
rario, un racconto-romanzo che conosce la storia della protagonista, ma non insiste sulla preci-
sazione di dati e, quando li cita, li accompagna con una interpretazione molto soggettiva. Ecco
il titolo Mater Maria Pia von der göttlichen Liebe (Sophie von Angelini). Stifterin und Oberin
des Klosters zur Ewigen Anbetung in Innsbruck. Ein Lebensbild gezeichnet von Cordula Pere-
grina (C. Wöhler). Nach den handschriftlichen Aufzeichnungen der Verfasserin u. Zeitgenossin
der verewigten Mutter Gründerin, Schwaz - Tirol 1901. Il lavoro è conservato in Archiv des
Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck. D’ora in poi lo citiamo nel
modo seguente Mater Maria Pia von der göttlichen Liebe.
L’archivio del monastero delle suore al momento della nostra ricerca non era accessibile,
poiché in stato di riorganizzazione. Si è potuto consultare unicamente il materiale dattiloscritto
e non quello manoscritto.
50 Mater Maria Pia von der göttlichen Liebe..., p. 11; Chronik nach authentischen Docu-
menten Handschriften u. Aussagen neu bearbeitet 1952, p. 3 (dattiloscritto in: Archiv des Klo-
sters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck). D’ora in poi citiamo Chronik
nach authentischen Documenten.
51 Chronik nach authentischen Documenten..., p. 3.
52 Mater Maria Pia von der göttlichen Liebe..., p. 11; Chronik nach authentischen Docu-
menten..., p. 3.
53 Chronik nach authentischen Documenten..., p. 3.
54 Ibid., p. 3.
55 Morì il 7 febbraio 1918 (ibid., p. 3).

2.2 Page 12

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286 Stanisław Zimniak
sbruck, dove aveva ricevuto nel 1858 il velo con il nome Maria Elekta di Gesù
Bambino56. Nel medesimo anno, la ventenne Sophie, dopo aver superato le re-
sistenze del padre, diffidente del suo progetto di vita, poté entrare nel Carmelo:
ricevette l’abito carmelitano e assunse il nome Maria Maddalena57.
Tuttavia, non pienamente soddisfatta di tale scelta, ricominciò il cam-
mino di ricerca della propria vocazione, che la portò, alla fine degli anni ses-
santa, fino a Roma. Per un po’ di tempo fu ospite della principessa Solms58,
conosciuta anche da don Bosco59. La scrittrice C. Wöhler ritiene che la Solms
avesse tentato di far maritare Sophie, però senza esito60. Nella capitale della
cristianità venne a conoscenza dell’Ordine delle Adoratrici Perpetue del SS.
Sacramento, fondate da suor Maria Maddalena dell’Incarnazione (al secolo
Caterina Sordini) (1770-1824)61, approvate dalla Sede Apostolica nel 1817.
Nello stesso periodo, probabilmente nel 1868, ebbe occasione di conoscere di
persona papa Pio IX (1846-1878) che incontrò ancora altre volte, rimanendo
affascinata dalla sua personalità. Entrata fra le Adoratrici Perpetue del SS. Sa-
cramento a Roma nell’aprile 186962, iniziò il noviziato che, grazie a una di-
spensa di Pio IX, terminò con l’emissione dei voti religiosi il 14 settembre
1870 a Monza63 e l’assunzione del nome di Maria Pia dell’Amore Divino. Il
secondo nome è indice della sua ammirazione al papa che l’aveva aiutata nel
discernimento vocazionale64. Probabilmente Pio IX la incoraggiò ad intra-
prendere un passo decisivo nella sua vita, cioè a ritornare ad Innsbruck nel-
56 Ibid., p. 3.
57 Ibid., p. 3; Maria Pia von der göttlichen Liebe (Sophie von Angelini). Stifterin und
Oberin des Klosters zur ewigen Anbetung in Innsbruck, in SN 11 (1897) 250.
58 Chronik nach authentischen Documenten..., p. 15. La principessa Maria Letizia
Wyse-Bonaparte nacque in Inghilterra, figlia di Thomas Wyse e di Letizia Bonaparte, era
quindi nipote di Luciano, fratello di Napoleone I. Si sposò tre volte, diventando successiva-
mente principessa De Solms, contessa Rattazzi (dal 1861 fino alla morte dello statista italiano
nel 1873), e marchesa De Rute. Era una donna molto colta, che viaggiava assai, frequentava
ambienti aristocratici, circoli intellettuali e politici, parlava perfettamente almeno cinque
lingue. La sua vita morale, però, non rimase libera da scandali.
59 Si veda la lettera di don Bosco del 20 marzo 1884, redatta a Marsiglia, in cui egli parla
della posta ricevuta dalla principessa e dentro la quale trovava quella della madre superiora
Maria Pia.
60 Chronik nach authentischen Documenten..., p. 15.
61 Si veda L’Ordine delle Adoratrici Perpetue del SS.mo Sacramento. Notizie storiche.
Fondazione, a cura di una Monaca Adoratrice, Vigevano, Tipografia Nazionale Sai 1996.
62 La vestizione solenne ebbe luogo il 7 novembre 1869 nella casa madre di Roma – Zum
frommen Andenken an die ehrwürdige Maria Pia von der göttlichen Liebe (Sopphie v. Ange-
lini), dalle essenziali notizie biografiche messe sul retro dell’immagine ricordo della defunta,
conservata in ASC Al721220.
63 Ibid.; Maria Pia von der göttlichen Liebe (Sophie von Angelini)..., in SN 11 (1897) 250.
64 Chronik nach authentischen Documenten..., p. 6; La Wöhler sostiene che le fosse con-
cessa un’udienza anche nell’anno del Concilio Vaticano I (Mater Maria Pia von der göttlichen
Liebe..., p. 65).

2.3 Page 13

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 287
l’ottobre dello stesso anno e fondarvi una “filiale” del monastero romano con
attigua chiesa, e successivamente anche una scuola per ragazze65. Nell’adem-
pimento di tale ambizioso progetto avrebbe dovuto superare numerose diffi-
denze e ostilità da parte delle autorità civili locali; vi sarebbe riuscita grazie
anche alle conoscenze nella corte imperiale, soprattutto dell’imperatrice Ma-
rianne66.
A dette difficoltà si aggiunsero, alla fine degli anni ‘70, i gravi contrac-
colpi sorti all’interno del convento tra le suore che componevano la comunità
religiosa, guidata da suor Maria Pia, fondatrice e superiora. Non disponiamo
di una documentazione che ci permetta di precisare la materia, fondata o
meno, delle accuse mosse contro di lei. Di esse fu allarmato persino il ve-
scovo di Brixen (Bressanone), il principe Johann von Leiss (1821-1884), da
cui dipendeva giuridicamente la comunità religiosa. Fu lui ad ordinare il
cambio al vertice della comunità, convocando il capitolo d’elezione della
nuova superiora per il 22 giugno 1880, presieduto da lui stesso e in seguito al
quale fu eletta come nuova superiora suor Maria Agnes Redle67. Per la fonda-
trice, suor Maria Pia, incominciò un periodo di una prova insolita che la portò
ad una profonda crisi spirituale e psicologica. Che la cosa fosse molto deli-
cata, lo conferma il fatto dell’intervento della Santa Sede che decise il cam-
biamento della giurisdizione: la comunità delle suore fu sottoposta all’arcive-
scovo di Salisburgo, mons. Franz Albert Eder (1818-1890). Non stupisce,
quindi, che in tali circostanze suor Maria Pia cercasse consigli presso altre
persone che le parvero idonee a schiarire un passaggio oscuro della sua vita di
fondatrice. Tra queste persone pare che occupi un posto privilegiato don
Bosco.
Negli ultimi anni della sua vita, però, riacquistò stima e tranquillità.
Basti pensare che, quando si ammalò molto seriamente nell’agosto 1897,
venne a portarle conforto l’arcivescovo di Salisburgo, card. Johann Haller
(1825-1900), e il telegramma dalla Sede Apostolica con la benedizione del
papa Leone XIII (1878-1903). La morte avvenne il 29 agosto 189768, e i fune-
rali videro la folta partecipazione di numerosissimi cittadini del capoluogo ti-
rolese, di varia provenienza sociale e culturale69.
65 ID., p. 139; Chronik nach authentischen Documenten..., p. 33.
66 Ibid., p. 123; Maria Pia von der göttlichen Liebe (Sophie von Angelini)..., in SN 11
(1897) 250.
67 Mater Maria Pia von der göttlichen Liebe..., p. 142.
68 ID., p. 146; Maria Pia von der göttlichen Liebe (Sophie von Angelini)..., in SN 11
(1897) 251.
69 Ibid.

2.4 Page 14

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288 Stanisław Zimniak
Come venne a conoscere don Bosco
Non è facile stabilire come e quando suor Maria Pia venne a conoscere
don Bosco. Si può ammettere, con dovuta cautela, che sentì parlare di lui du-
rante il suo soggiorno romano e, probabilmente, dalla principessa Solms. Si
sa che la principessa, su suggerimento del marito, il ministro Urbano Rattazzi
(1808-1873), visitò il centro giovanile torinese, di Valdocco, il 21 maggio
1867 e fu accolta con grande solennità dal fondatore dei salesiani insieme a
un folto gruppo di giovani: un’accoglienza che la lasciò impressionata70. Non
è da escludere poi che suor Maria Pia abbia ancora sentito parlare di don
Bosco durante il proprio soggiorno a Torino, nel 1873, quando vi si recò per
prendere conoscenza di un monastero del suo Ordine, rimanendovi un po’ di
tempo71.
A noi interessa constatare che il contatto di suor Maria Pia con don
Bosco coincise con gli anni più dolorosi e problematici della sua vita privata
e dell’attività apostolica come fondatrice del monastero ad Innsbruck. È pro-
babile che lo scambio epistolare tra loro sia iniziato nei primi anni 80 e sia
durato fino alla morte di don Bosco, anzi sia continuato con il suo successore,
don Rua, ma in una situazione più rasserenata.
Per quanto riguarda i contatti personali diretti, possiamo parlare con si-
curezza solo di un loro incontro, nel 1887, a Torino-Valsalice. Ne parlò don
Bosco stesso nella sua lettera del 6 luglio da Lanzo72, dove si trovava e dove
era arrivato il 4 del medesimo mese. Vi rimase fino al 19 agosto73. Per stabi-
lire una data approssimativa di detto incontro, ci è di ulteriore aiuto il sapere
che don Bosco, prima del mese di luglio, soggiornò a Torino-Valsalice dal 10
al 23 giugno e poi rientrò a Torino-Valdocco il 24 per festeggiare il suo ono-
mastico74. In base a queste date possiamo affermare con certezza che si in-
contrò con suor Maria Pia tra il 10 e il 23 giugno 1887. Essa era accompa-
gnata da don Josef Mayr, presidente dell’Associazione Cattolica degli Ap-
prendisti nella diocesi di Brixen, superiore ecclesiastico della comunità reli-
giosa in quegli anni75. Don Mayr dovette esercitare una certa impressione su
70 Si veda la lettera di don Bosco al cavaliere Federico Oreglia di S. Stefano, in E (m) II,
pp. 372-373; la descrizione particolareggiata della visita si ritrova in Giovanni B. LEMOYNE,
Memorie biografiche del Venerabile don Giovanni Bosco, vol. VIII, Torino, Tipografia
S.A.I.D. «Buona Stampa» 1912, pp. 796-797.
71 Mater Maria Pia von der göttlichen Liebe..., p. 112.
72 Si veda lettera 14 nel testo.
73 Carlo VIGLIETTI, Cronaca di D. Bosco. Dal 16 Maggio 1887 al 23 Dicemb., 1887. Vol.
VII, p. 27 (in ASC A0090301).
74 Ibid., pp. 23-25.
75 Don Josef Mayr, nato il 4 giugno 1821 a Innsbruck e ivi morto il 30 maggio 1901;
egli fu nominato nel 1875 superiore ecclesiastico della comunità di suore. I dati qui citati e

2.5 Page 15

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 289
don Bosco che, nella lettera del 17 ottobre 1887 a suor Maria Pia promise di
pregare anche «per quel santo sacerdote che l’accompagnò qui a Torino». Ag-
giungiamo che in seguito don Maier si impegnò a raccogliere offerte a favore
delle opere salesiane76.
Caratteristiche del carteggio
In senso largo si può parlare di 16 lettere di don Bosco: due sono co-
muni biglietti di ringraziamento, che egli mandava a numerose persone, po-
nendo, ma non sempre, la firma; c’è anche una preghiera e una lettera circo-
lare, diretta a non salesiani. Invece abbiamo rinvenuto solo tre lettere scritte a
don Bosco da suor Maria Pia, di cui due del dicembre 1887 e una del gennaio
1888: queste sono quindi le sue ultime lettere77. È difficile spiegare perché le
lettere anteriori non siano state conservate. Può darsi che per la riservatezza
dei discorsi don Bosco non le abbia conservate.
Come si è già accennato, lo scambio di lettere molto verosimilmente
iniziò nei primi anni 80. La prima lettera-preghiera che possediamo porta la
data del 24 gennaio 1884. Il calore dell’espressione e il contenuto rivelano
una determinata conoscenza delle difficoltà della destinataria e, quindi, sup-
pone che fosse in corso da tempo uno scambio epistolare. La lettera del 17 ot-
tobre 1887 è l’ultima conservata, autografa di don Bosco.
Delle 16 lettere recuperate, solo 6 sono autografe di don Bosco; le altre
furono redatte su sue precise indicazioni, da uno dei suoi segretari; solo due
volte ricorse a un “modulo-litografico” (di cui una è lettera circolare); queste
due, però, sempre portano la sua firma. Per una lettura più approfondita di tali
lettere è importante tenere presente che don Bosco in questi anni si serviva
sovente di segretari, senza escludere altri calligrafi salesiani scelti da lui. Per
il nostro lavoro è sufficiente sapere che dall’autunno 1883 il suo segretario
personale era don Giovanni Battista Lemoyne (1839-1916), il quale dimostrò
notevole capacità d’immedesimarsi nel pensiero di don Bosco. Nel maggio
1884 don Lemoyne fu sostituito dall’allora studente di teologia Carlo Viglietti
(1864-1915), consacrato sacerdote nel dicembre 1886, il quale fu il suo ul-
timo accompagnatore. Abbiamo potuto stabilire, in base all’analisi della
grafia, che almeno due lettere furono redatte da lui e che nella loro redazione
sembra si sia dimostrato abbastanza capace di interpretare il pensiero di don
Bosco. Ma tra i redattori si trova anche don Rua, vicario di don Bosco dal
come pure quelli nel testo sono stati forniti dal signor Josef Franckenstein, archivista dell’ar-
chivio diocesano di Innsbruck.
76 Si veda ASC A1451803 lettera suor Maria Pia – don Giovanni Bosco 27.01.1888.
77 Sono state trovate altre due sue lettere, ma indirizzate al successore di don Bosco, don
Michele Rua – Si veda ASC A145.

2.6 Page 16

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290 Stanisław Zimniak
1884, pure fedele interprete del pensiero del suo Maestro. In realtà solo il lin-
guaggio della lettera del 6 luglio 1887 si stacca radicalmente da quello usuale
di don Bosco; ne parleremo nel successivo paragrafo.
Il genere letterario di questo modesto epistolario è semplice: sono lettere
di ringraziamento, di incoraggiamento, di continuo invito a non smettere di
pregare; sono richieste di affidamento ed abbandono a Dio, di auguri di ab-
bondanti benedizioni divine e di prosperità terrena, specie di buona salute, di
protezione di alcuni santi; infine, si tratta di vari consigli, semplici nell’e-
spressione, ma profondi nel loro contenuto78.
Per quanto riguarda le tre lettere di suor Maria Pia, oltre ad espressioni
di particolare ringraziamento, contengono una presentazione del suo stato
d’animo, talvolta con formule impregnate d’inquietudine, richieste di pre-
ghiere, comprese quelle per le altre persone ammalate, e umile richiesta di be-
nedizione.
La peculiarità della lettera del 6 luglio 1887
L’unicità, il valore e, non meno, lo stile particolare di detta lettera ci in-
duce a trattenerci su di essa più a lungo. L’attenzione è giustificata anche dal
fatto che in esso si affronta un solo problema, dallo stato spirituale e morale
della destinataria e dall’autorevolezza del firmatario, fondatore di congrega-
zioni, che aveva potuto farsi approvare le costituzioni solo attraverso un cam-
mino di sofferenze, rinunce e superamento di numerose difficoltà, persino
ostilità. Ci troviamo, quindi, di fronte a una lettera che lascia intravedere in
qualche modo, pur nella concisione del testo, una pluritrentennale esperienza
di fondatore. Senz’altro non abbiamo a che fare con una esposizione di pen-
sieri frutto di pura riflessione, in altre parole, non è cosa studiata, anche se il
linguaggio è inconsueto per le lettere di don Bosco.
Tuttavia, prima di continuare, dobbiamo chiarire chi è il redattore della
lettera, perché non c’è il minimo dubbio che le espressioni adoperate in
questa lettera non fanno parte del linguaggio usuale di don Bosco79. Tale chia-
rificazione è indispensabile per un’interpretazione più equilibrata e ridimen-
sionata del suo contenuto. Si è già detto che don Bosco da un po’ di tempo
per le risposte ai numerosi corrispondenti ricorreva all’aiuto di segretari o di
altri confratelli. La lettera in oggetto, anche se indica Torino come luogo di
redazione, venne invece composta a Lanzo, località poco distante da Torino.
78 Per averne un quadro più vasto s’invita a leggere il capitoletto La tipologia delle let-
tere, in E (m) I, pp. 8-9.
79 Per farsi un’idea sul linguaggio usato da don Bosco si invita alla lettura dei tre ricor-
dati recenti volumi dell’epistolario Giovanni Bosco, come pure dei quattro volumi della prece-
dente pubblicazione.

2.7 Page 17

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 291
Sappiamo che don Bosco arrivò colà il 4 luglio e vi rimase fino al 19 agosto;
lo accompagnava il segretario don C. Viglietti80. La lettera è vergata il 6 lu-
glio, quindi nel secondo giorno della sua visita a Lanzo. Sembra logico am-
mettere che sia don Viglietti il redattore della lettera. Ma se già da una parte
l’attenta analisi della sua grafia suscita dubbi al riguardo, dall’altra il conte-
nuto indica che il redattore è a conoscenza dei problemi espressi nello
scambio epistolare in quegli anni tra don Bosco e suor Maria Pia. Dunque
don Bosco, trovandosi a Lanzo, poté servirsi dei salesiani che colà vi opera-
vano, ad esempio, del direttore don Pietro Guidazio (1841-1902), del prefetto
don Angelo Rocca (1853-1943), del catechista don Giacomo Ruffino (1850-
1913) o del consigliere scolastico don Andrea Torchio (1856-1923). Gli ul-
timi due, paragonando la loro grafia con quella della lettera in questione, sono
da scartare; solo i due primi possono essere visti come potenziali redattori.
Per il momento la questione della redazione resta irrisolta: un dato che ci in-
vita a ridimensionare la possibilità di attribuzione a don Bosco.
Si è detto sopra che il redattore della lettera tiene presente varie circo-
stanze di vita di ambedue i corrispondenti. Don Bosco è ormai al tramonto
della vita, circondato da un riconoscimento universale quale straordinario be-
nefattore del mondo giovanile, considerato come un eccellente educatore e
promotore di un “nuovo” sistema educativo e, soprattutto, attorniato dall’af-
fetto filiale dei numerosi membri delle congregazioni religiose fondate da lui.
A ragione si potrebbe dire fosse un uomo realizzato e fortunato, ma sempre
cosciente che la sua missione di fondatore e superiore doveva continuare fino
all’ultimo momento dell’esistenza terrena. Anche suor Maria Pia appare come
una persona ricca di una relativamente lunga e complessa esperienza di fon-
datrice e superiora, pur se in dimensioni molto ridotte e circoscritte rispetto a
quelle di don Bosco; molto provata negli anni 1880-1887, nei quali furono
messe in forse sia la sua condotta come superiora e sia il suo protagonismo
come madre fondatrice del monastero; solo il 17 aprile 1887 venne ristabilita
nel ruolo che ebbe sin dai primi giorni della fondazione della comunità ad
Innsbruck81.
Per la comprensione della lettera è importante considerare che il redat-
tore teneva conto di tutto questo difficile passato. Essa risulta, quindi, una
specie di indagine retrospettiva in proiezione di avvenire. C’è un richiamo al
dolore di don Bosco e di suor Maria Pia e c’è uno struggente realismo, conte-
nuto in un sublime avvertimento di non crearsi illusioni per quanto riguarda
la possibilità del sorgere di nuove difficoltà, perché è impossibile una vita di
80 C. VIGLIETTI, Cronaca di D. Bosco. Dal 16 Maggio 1887 al 23 Dicemb. 1887. Vol.
VII, pp. 27-35.
81 Mater Maria Pia von der göttlichen Liebe..., p. 142.

2.8 Page 18

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292 Stanisław Zimniak
un superiore senza “croce”, anzi sarebbe molto preoccupante se fosse diversa-
mente: «Guai al Superiore che fosse senza molte Croci, sarebbe il caso di
molto temere e pel suo ordine e per la sua stessa salvezza eterna». Sembra
che la croce venga intesa come una specie d’invito alla lotta per restare fedele
fino in fondo alla vocazione ricevuta. In questo contesto è necessario rilevare
anche la profonda convinzione che la vocazione religiosa sia una chiamata
speciale attraverso cui ogni religioso e religiosa vengono associati in modo
concreto all’opera salvifica di Gesù stesso, la cui azione liberatrice nei ri-
guardi dell’umanità viene da essi continuata e completata. Il processo d’im-
medesimarsi con Cristo richiede sacrificio, tuttavia la prospettiva e la bellezza
della gioia escatologica dovrebbero costituire un motivo più che sufficiente
per essere fedeli al dono della vocazione religiosa: «I religiosi e le religiose
continuano l’opera di Gesù Cristo: dunque devono spasimare con Lui sulla
Croce. Ma quale premio ci attende se soffriamo con coraggio!».
Un altro particolare utile ai fini di una migliore comprensione della let-
tera è il fatto che la sua stesura avvenne dopo la visita di suor Maria Pia a don
Bosco, dopo la sua rielezione come superiora della comunità delle suore e
dopo la sua riabilitazione come madre e fondatrice. Si può quindi supporre
che tale viaggio non sia stato solo una espressione della sua riconoscenza
verso colui che l’aveva sostenuto in quella “notte oscura”, ma qualcosa di
più. Appunto tale reazione da parte di suor Maria Pia ci autorizza ad affer-
mare che ella considerasse don Bosco come consigliere o persino guida spiri-
tuale, per cui volle venire personalmente a farsi consigliare. Nelle lettere le
piace definirsi «sua indegna figlia». Il loro incontro a Torino-Valsalice do-
vette assumere tratti gioiosi e illuminanti, dal momento che venne paragonato
con lo stare dei discepoli di Gesù sul monte Tabor. La lettera si conclude con
un ritorno a essere realistici, perché la passione per la giusta causa dura fino
alla morte. Positivo, però, è il tono della conclusione: si riconosce il diritto a
un certo premio terreno che è comunque frutto di consolazione e di pace, la
cui fonte può essere unicamente Gesù.
Il ritratto di Sophie von Angelini
Naturalmente l’immagine di suor Maria Pia che ricaviamo dalle sue
poche lettere e da quelle più numerose di don Bosco è incompleta, meno di
uno schizzo. Tuttavia si riesce a individuare alcune linee del suo carattere, del
suo stato psicologico, della sua fede e della carità82.
82 Il curatore dell’epistolario di don Bosco, F. Motto, afferma che: «La lettera, è noto, è
uno strumento sociale e quindi mostra la figura dello scrittore e dei suoi corrispondenti in una
particolare situazione, di fronte a precise contingenze sia personali che collettive; pertanto nel-

2.9 Page 19

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 293
Ciò che colpisce in lei è la ferma volontà di ricerca di consiglio e d’illu-
minazione circa il suo modo d’agire. Lo si vede in vari fatti: ad esempio
quando lasciò il Carmelo e si recò a Roma dove volle incontrare varie per-
sone, papa compreso, allo scopo di compiere un giusto discernimento voca-
zionale. Anche nel momento più doloroso della sua vita come madre fonda-
trice e superiora della comunità religiosa ad Innsbruck non si arrese facil-
mente di fronte agli inaspettati ostacoli; al contrario, cercò un’illuminazione e
una “guida” presso uno dei più conosciuti sacerdoti e fondatori di ordini reli-
giosi della seconda metà dell’ottocento, don Bosco. Non si accontentò di con-
sultare il proprio confessore o persone di fiducia raggiungibili nel capoluogo
tirolese; cercò di trovare anche altrove maggiore luce sul come restare fedele
alla propria vocazione.
Forse questo modo di comportarsi fu il risultato di una sua certa fragilità
psicologica: di conseguenza sentì il bisogno di appoggio e di maggiore com-
prensione per realizzare il suo piano di vita. Probabilmente pensò che una
scelta religiosa facilitasse l’attuazione dei più profondi desideri di crescita
spirituale e di santificazione del proprio essere; invece, riscontrò seri contrat-
tempi, che la portarono a diffidare persino della scelta vocazionale. Don
Bosco intuì che una delle sue maggiori difficoltà si trovava nella capacità di
perseveranza e non nel dubbio circa la scelta vocazionale, per cui nella let-
tera-preghiera, dedicata a lei, domandò a Dio il dono di tale virtù. Nella let-
tera del 18 giugno 1884 fece un deciso richiamo alla pazienza e alla dolcezza
come doti indispensabili ad una religiosa che desiderasse trasformare la pro-
pria comunità in una specie di paradiso terrestre. Con questi suggerimenti il
fondatore dei salesiani la dispensò dal ricorrere a mezzi radicali o drastici, cui
sogliono aggrapparsi le persone psicologicamente labili.
Non si sa quale genere di tormenti inquietavano la sua coscienza che si
apriva a don Bosco. Tuttavia non sembra privo di fondamento parlare di una
coscienza troppo angusta o addirittura scrupolosa, che la portava facilmente
ad uno stato di crisi spirituale prolungata. A giudizio di don Bosco, però, non
c’erano motivi gravi per stare in una permanente situazione di agitazione.
Perciò nella lettera del 28 febbraio 1884 la invitava a stare tranquilla, addirit-
tura le sconsigliava una confessione generale, a meno che non volesse farla
per pura devozione. Da un’altra lettera si può arguire che suor Maria Pia sof-
friva per la mancanza della serenità di spirito: e ciò forse a causa dall’incapa-
cità di vedere la manifestazione della volontà di Dio negli avvenimenti dell’e-
poca, nonché della sua convinzione circa la misericordia divina. Lo si intuisce
dalla schietta risposta che don Bosco le diede da Marsiglia, il 30 marzo 1884,
l’insieme può restituire, in qualche modo, il sapore di un’epoca ed elementi per un migliore pro-
filo di personaggi che in essa hanno operato» (L’Epistolario come fonte di conoscenza..., p. 73).

2.10 Page 20

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294 Stanisław Zimniak
nella quale scrive: «Ella intanto stia tranquilla sugli affari dell’anima sua e
viva sempre abbandonata alla S[an]ta volontà di Dio, e con illimitata confi-
denza nella sua infinita misericordia»83. Un altro invito, finalizzato a rinfor-
zare i precedenti richiami a non lasciarsi tormentare, lo ripeté l’anno succes-
sivo: «Stia tranquilla di tutta la sua coscienza». Tuttavia il suo stato di agita-
zione perdurava ancora nel 1887, nonostante la sua posizione all’interno della
comunità delle suore stesse per cambiare, cioè venissero man mano ricono-
sciute la sua rettitudine di condotta e l’infondatezza di accuse e sospetti solle-
vati in precedenza.
All’inquietudine di coscienza si aggiunse a un certo punto anche l’incer-
tezza riguardante l’eterna salvezza. Don Bosco le rispose in modo risoluto e
deciso nella lettera del 5 settembre 1885. La sentenza in essa contenuta
sembra frutto di una penetrazione davvero profonda dell’animo di suor Maria
Pia: «Continui e non dubiti della sua eterna salvezza». Una così ferma ri-
sposta ebbe il suo esito positivo, poiché i dubbi circa la sua salvezza scom-
parvero. Ma subentrò una certa paura davanti alla morte e al giudizio, frutto
di un certo scoramento nei propri sforzi d’amare Gesù ancora più radical-
mente: ne scrisse a don Bosco nella lettera del dicembre 1887.
Un altro particolare della figura di suor Maria Pia è la sua continua ge-
nerosità nei riguardi dell’apostolato giovanile del suo interlocutore. Su sedici
lettere, quattordici contengono commoventi espressioni di riconoscenza da
parte di don Bosco per le ricevute offerte. Sei volte viene indicata la quota
della somma, ad esempio: 100 lire (lettera del 20 marzo 1884), 200 marchi
(lettera del 1886) e 100 lire (lettera del 10 aprile 1887)84. Altre otto volte par
di capire che la consistenza dell’offerta sia stata rilevante; ad esempio: «Il
sottoscritto ringrazia la S. V. di tutta la bontà e carità che si degnò usargli a
favore delle opere di beneficenza che ci ajuta a sostenere» (lettera del 19 feb-
braio 1887), «E primieramente La ringrazio tanto tanto dell’offerta generosa
inviatami: chiedo al Signore di rendergliela a mille doppi» (lettera del 6 luglio
1887). Si può pensare che questo atteggiamento di suor Maria Pia non sia
stato un semplice atto di ricompensa verso colui che l’aveva accompagnata in
una fase estremamente delicata della vita propria e della comunità religiosa
83 Per avere un’idea sul concetto di misericordia presso don Bosco si rinvia al suo opu-
scolo Esercizio di divozione alla misericordia di Dio. Torino, Tipografia Eredi Botta [1847] (=
Giovanni BOSCO, Opere edite. Ristampa anastatica. Vol. II, Roma, LAS 1976), pp. 71-181.
84 Per una comprensione dei valori monetari nell’epoca di don Bosco si rimanda allo
studio di Silvano SARTI, Un contributo alla rilettura di valori monetari contenuti nelle me-
morie biografiche, in P. BRAIDO (a cura di), Don Bosco nella chiesa a servizio dell’umanità.
Studi e testimonianze. (= Istituto Storico Salesiano, Studi 5), Roma, LAS 1987, pp. 355-372. In
base a questo saggio si può affermare che somme di denaro regalate a don Bosco costituivano
una quantità piuttosto consistente.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 295
per la quale si sentiva ininterrottamente responsabile, bensì un tratto caratteri-
stico del suo essere. Capita sovente che le persone colpite dalla sofferenza si
ripieghino sopra di sé e, di conseguenza, la loro generosità di cuore e mente,
espressa anche in termini economici, diminuisca o addirittura cessi. Nel caso
di suor Maria Pia non fu così: riuscì, malgrado dolorose esperienze e serie
difficoltà, a conservare una grande generosità; non pensò unicamente a se
stessa, il suo sguardo rimase vigile ai bisogni altrui.
Questa generosità spiega il fatto che i salesiani la riconobbero come una
insigne benefattrice e cooperatrice. Sulla sua appartenenza all’Associazione
dei Cooperatori e Cooperatrici, non esiste alcun dubbio. Le veniva spedito il
periodico di detta Associazione. Nella sua lettera del 27 gennaio 1888 si
legge: «non posso però aspettare più a lungo a ringraziarlo del Bol[l]ettino
che ho nuovamente ricevuto, il quale mi fa tanto piacere di sentire le rela-
zioni, di tutti i cari figli salesiani; e tutti i lavori e fatiche del benemerito no-
stro Padre, Don Bosco». Il fatto stesso che il suo decesso sia stato notificato
dal numero decimo, d’ottobre 1897, del “Bollettino Salesiano” di lingua te-
desca, nella rubrica Verstorbene Mitarbeiter und Gönner, è già in sé una
prova più che sufficiente85. Un’ulteriore prova è quella che tale periodico, nel
medesimo anno, scelse suor Maria Pia fra le 10 persone cui offrire una specie
di elogio86. È da notare che solo l’elogio dell’arcivescovo di Torino, mons.
Davide Riccardi (1833-1897) fu più lungo di quello della superiora del chio-
stro di Innsbruck87. Il trafiletto dedicato a lei fu pubblicato nel mese di no-
vembre 1897 ed era di due pagine, disposto in quattro colonne; portava il ti-
tolo Maria Pia von der göttlichen Liebe (Sophie von Angelini). Stifterin und
Oberin des Klosters zur Ewigen Anbetung in Innsbruck88.
Va infine ricordato un altro particolare che, da un verso, è una prova di
un certo attaccamento da parte di suor Maria Pia a don Bosco e, da un altro
verso, è frutto della sua influenza sopra di lei. Si trattava di annettere la vene-
razione a Maria, invocata sotto il titolo Ausiliatrice dei cristiani89 alle pratiche
85 Oberin des Klosters der ewigen Anbetung - Innsbruck, Tirol, in SN 10 (1897) 236.
86 Nell’edizione tedesca del “Bollettino Salesiano” di quell’anno venivano dedicati arti-
coli alle seguenti persone decedute: sac. Franz Westerholt degli Stati Uniti d’America (p. 20);
sac. Manfredo Ortelli della Svizzera (p. 36); la vedova Maria Magiano Milanesio dell’Italia (p.
103); la superiora della congregazione delle suore di misericordia del terzo ordine francescano
di Praga, suor Maria Paula Janda (p. 103); signora Benedetta Savio dell’Italia (p. 123); l’arci-
vescovo di Torino, mons. Davide dei Conti Riccardi (pp. 149-15l); Ritter Josef von Rey di
Tunis (p. 180); conte Charles De Maistre della Francia (p. 207); signora Seraphine Meda Piglia
dell’Italia (p. 236) e infine ai quattro salesiani (p. 267).
87 Nekrolog. S. G. Davide De’ Conti Riccardi. Erzbischof von Turin, in SN 7 (1897)
149-151.
88 SN 11 (1897) 250-25l.
89 Per quanto riguarda la venerazione mariana in don Bosco si rinvia al capitolo Maria
Santissima dello studio di P. STELLA, Mentalità…, II, pp. 147-175.

3.2 Page 22

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296 Stanisław Zimniak
mariane di suor Maria Pia. Il titolo trovò accoglienza nella comunità delle
suore proprio a seguito della conoscenza del suo grande propagatore di
Torino90.
L’immagine di don Bosco
Il piccolo grappolo di lettere, qui considerate, ci offre un’immagine di
don Bosco che non si distacca da quella di altre lettere91. Esse sono state ver-
gate tra il 1884 e il 1887, quindi, negli ultimi anni della vita di don Bosco, du-
rante i quali ebbe a soffrire molto e persino fu costretto a ritirarsi per periodi,
più o meno prolungati, onde recuperare la salute92. Nonostante ciò non volle
mai lasciare corrispondenti senza risposta, anche se di poche righe, dimo-
strando così squisita delicatezza e sensibilità umana verso coloro che lo soste-
nevano materialmente o desideravano il suo consiglio sia nelle cose terrene
che spirituali.
Le lettere ci permettono di intravedere una persona che ha una espe-
rienza molto ricca, un uomo che ha visto la fragilità umana e che, nel con-
tempo, ha sperimentato la forza della fede. Non lo spaventa la condizione
precaria dell’essere umano, perché si avvicina ad ogni creatura sofferente
ricco di quei valori religiosi che, secondo le sue profonde convinzioni, unica-
mente possano risanare una persona ferita e renderla capace di vivere la pro-
pria vocazione in pace con se stessa e con gli altri. Le sue indicazioni spiri-
tuali sono semplici, per non dire tradizionali, ma arricchite dalla propria testi-
monianza. Don Bosco scrive da testimone! In ciò sta la forza delle sue parole,
che raramente assumono un carattere troppo elevato o si esprimono in diffi-
cile linguaggio teologico93, anche se risponde a persona colta come suor
Maria Pia.
Il loro stile è permeato dalla coscienza del redattore di essere, soprat-
tutto, una persona che si dedica totalmente alla causa giovanile, senza porre
90 La Wöhler afferma: «So stammt die große Verehrung, die auch Mutter M[aria] Pia zu
„Maria Hilfe der Christen” hatte, aus dieser Zeit; daher auch das bis heute erhalten gebliebene
tägliche Ave Maria unter dieser Anrufung vor dem hl. Offizium» (Mater Maria Pia von der
göttlichen Liebe..., p. 142).
91 Per fare un paragone ed acquisire un’immagine più completa e ricca, ricavata in base
alle lettere pubblicate, rimandiamo alla lettura del capitolo di F. Motto, L’immagine di don
Bosco quale appare nelle lettere del quinquennio 1864-1868, in E (m) II, pp. 8-11; come pure
agli articoli di P. BRAIDO, Le opere e i giorni di don Bosco nell’Epistolario 1864-1868, in «Ri-
cerche Storiche Salesiane» 31 (1997) 239-263; 32 (1997) 7-32.
92 Cf ID., Prevenire non reprimere. Il sistema educativo di don Bosco. (= Istituto Storico
Salesiano, Studi, 11), Roma, LAS 1999, pp. 180-181.
93 A proposito dell’analisi linguistica e contenutistica dell’epistolario di don Bosco si ri-
manda alle osservazioni compiute da F. Motto nel capitolo: L’immagine di don Bosco quale
appare nelle lettere del quinquennio 1864-1868, in E (m) II, pp. 8-11.

3.3 Page 23

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 297
alcun limite94. Quando ringrazia per le offerte arrivategli, lo compie a nome
della gioventù a cui ha consacrato la propria vita. Si presenta come un uomo
traboccante di riconoscenza verso coloro che lo aiutano economicamente e gli
offrono l’appoggio spirituale. Una gratitudine che viene ingrandita dal fatto di
coinvolgere i giovani che sono invitati a recitare preghiere, e ad accostarsi
alla santa comunione con il proposito di farlo a vantaggio temporale e spiri-
tuale dei loro benefattori.
Un aspetto del santo torinese che può, per un verso, suscitare perplessità,
e che, per l’altro, fargli onore, è l’atteggiamento assunto di fronte alla destitu-
zione di suor Maria Pia come superiora della comunità religiosa e alla conte-
stazione del suo protagonismo. Sembra, stando all’analisi delle lettere, com-
presi i titoli, che in realtà don Bosco non abbia mai dato attenzione al fatto
giuridico, anche se compiuto per volere della legittima autorità ecclesiastica.
Tranne alcune eccezioni, continuò per tutto il periodo del loro scambio epi-
stolare a chiamarla “Reverenda Madre Superiora!” (talvolta la parola madre
viene accompagnata dalla parola “Signora”) o “Reverendissima Madre!”. Per
la verità si deve dire che nemmeno pose la questione della validità o meno del
suddetto atto giuridico. Si collocò al di sopra della sentenza, riservando a sé il
diritto all’autonomia di valutazione delle vicissitudini altrui, senza lasciarsi
condizionare da altri, sia pure insigniti di alta dignità ecclesiastica. Il tempo
gli diede pienamente ragione: prima che morisse poté incontrare suor Maria
Pia a Torino-Valsalice, nel 1887, ritornata alla sua autorità di superiora e ri-
confermata madre-fondatrice.
Le lettere evidenziano le pratiche sacramentali predilette di don Bosco,
le sue devozioni preferite, la sua fiducia nella forza della preghiera personale
e di quella dei suoi allievi. Al centro è collocata l’eucaristia e, dunque, stretta-
mente legata ad essa, l’importanza dell’accostarsi alla santa comunione95.
Dopo il nome Dio, quello che ricorre più sovente è Maria, accompa-
gnato spesso dal titolo: Ausiliatrice dei cristiani. Il titolo, dopo gli anni ‘60,
diventò presso don Bosco la denominazione prediletta, ma non esclusiva96,
94 Anche se in riferimento alla ricerca sul sistema educativo, in qualche modo riguar-
dante la totalità di vita di don Bosco, ci piace richiamarci al giudizio di P. Braido: «L’azione di
don Bosco non è, tuttavia, espressione di attivismo puramente temperamentale; è “consacra-
zione”, consapevole e volontaria, è “missione” con uno scopo preciso, la “salvezza” plenaria
dei giovani» [Prevenire non reprimere..., p. 179]. Si raccomanda la lettura dell’intero paragrafo
«Tutto consacrato» ai giovani, del medesimo studio, sopra citato, alle pp. 179-18l.
95 L’importanza da lui data all’eucaristia, come anche alla penitenza, viene esposta nel-
l’articolo di Jacques SCHEPENS, Don Bosco e l’educazione ai sacramenti della penitenza e del-
l’eucaristia, in M. MIDALI, Don Bosco nella storia..., pp. 371-392; si rimanda anche a P.
BRAIDO, Prevenire non reprimere..., pp. 259-262.
96 Sulle circostanze che avevano spinto don Bosco ad optare per tale fisionomia della
pietà mariana si trova una giustificazione in P. STELLA, Mentalità…, II, pp. 163-175. Vale la

3.4 Page 24

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298 Stanisław Zimniak
scelta confermata definitivamente dalla costruzione della chiesa a Torino-Val-
docco, appunto sotto il titolo: Maria Ausiliatrice dei cristiani97. Nelle lettere a
suor Maria Pia la madre di Gesù è presentata come colei che è capace di por-
tare la consolazione e il dono della ricompensa per la generosa carità; una
donna che in modo particolare intercede per coloro che si adoperano per il
bene dei più deboli. Una volta solo, ma è indicativo, Maria è indicata, a suor
Maria Pia, e a tutte le suore della comunità come «guida sicura al paradiso»
(lettera del 5 settembre 1885).
Si vuole infine mettere in evidenza un altro atteggiamento di don Bosco,
che per la mentalità moderna è forse ovvio, ma non lo era sempre nell’800,
specie in ambito ecclesiastico. Quando don Bosco promette di chiedere a Dio
varie grazie, la grazia che chiede al primo posto è quella della sanità, seguita
da quella della santità e altre ancora (lettera del 20 marzo 1884). Una tale ge-
rarchia di grazie, tuttavia, fu, da lui stesso, subordinata alla richiesta della
massima grazia, tante volte nominata nelle lettere a suor Maria Pia, cioè
quella di poter giungere un bel giorno al paradiso, attorniata da tutta la comu-
nità (lettera dell’8 marzo 1887).
A conclusione ci si può chiedere quale ruolo svolse don Bosco per suor
Maria Pia. Si può riconoscerlo come una specie di guida, consigliere, padre
spirituale o no? Se ci si mette nei panni di suor Maria Pia, la sua relazione
epistolare con don Bosco senz’altro assunse una notevole importanza. Seb-
bene il contenuto delle lettere del suo interlocutore, tranne quella del 6 luglio
1887, non sia molto differente da altre dello stesso arco di tempo, tuttavia
esso per lei diventò fonte di sollievo e la incoraggiò a non arrendersi di fronte
ad eventuali ricadute. Ne dà un’idea il passo della sua lettera del 10 dicembre
1887: «Se il mio buon Padre avesse un pocco (sic) tempo pregherei due righe
del suo pugno, che mi consolano, o di dirmi, che cosa debba emendare».
Espressivo è anche il suo implorante invito contenuto nella lettera del 27 gen-
naio 1888: «si prenda cura di se stesso onde non lasci doppiamente orfanelli
tante anime che hanno trovato in Lei il più amorevole Padre ed appoggio». La
preziosità di questa corrispondenza, dunque, non consiste tanto nei diversi
spunti spirituali, quanto nella persona stessa di don Bosco, percepita come
“uomo di Dio”. Nella lettera dell’11 febbraio 1888, indirizzata a don Rua,
suor Maria Pia lo definisce «il nostro santo Padre Don Bosco»98. Dunque per
pena qui citare il volume che prova evidentemente la speciale devozione a Maria Ausiliatrice
Nove giorni consacrati all’augusta madre del salvatore sotto al titolo di Maria Ausiliatrice pel
sacerdote Gioanni Bosco. Torino, Tip. Dell’Oratorio di S. Francesco di Sales 1870 (= Gio-
vanni BOSCO, Opere edite. Ristampa anastatica. Vol. XXII. Roma, LAS 1977, pp. 253-356).
97 La prima pietra per la sua costruzione fu collocata il 21 settembre 1862.
98 ASC A1451804.

3.5 Page 25

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 299
lei, che si confessava sua figlia spirituale, l’accompagnamento da parte di don
Bosco durante il periodo più duro della sua vita, fu decisivo; diventò per lei il
suo sacerdote, interlocutore, confidente e direttore discreto dell’anima.
3. I cittadini austriaci da don Bosco
Una relazione importante
Bei Don Bosco im August 1886 è il titolo di una relazione, rimasta sco-
nosciuta, sulla visita da parte di alcuni austriaci a don Bosco: relazione inse-
rita all’interno della serie di articoli dal medesimo titolo Don Bosco, das Pä-
dagogische Weltwunder der Gegenwart, usciti a puntate dal 28 giugno al 25
luglio 1887 sul giornale del Tirolo (Austria) «Neue Tiroler Stimmen»99, a
firma di Joseph Michael Schmidinger. Questi era redattore della rivista
“Raphael” pubblicata presso l’imponente fondazione di cultura cattolica,
“Das Cassianeum”, fondata da Ludwig Auer (1839-1914) nella località di Do-
nauwörth (Baviera)100. Colà vi erano in funzione la libreria, l’editrice, la tipo-
grafia e, inoltre, si curava la pubblicazione di nove riviste (a tiratura di
150.000 copie) che venivano diffuse in Germania, Austria, Inghilterra, Sviz-
zera, Olanda, Belgio e America101. Lo Schmidinger era cittadino austriaco102,
nato il 24 dicembre 1860 a Gaißau (Bregenz), località della regione Vorarl-
berg, che politicamente era in qualche modo unita alla regione del Tirolo.
Prima che trovasse impiego a Donauwörth come redattore, insegnava nella
scuola popolare di Hohenems, cittadina poco distante da Bregenz. A Do-
nauwörth si trasferì nel 1887 e vi rimase attivo fino alla morte, avvenuta il 3
settembre 1918103. Cattolico molto impegnato nella diffusione del pensiero
pedagogico cristiano, apparteneva anche agli stretti collaboratori di L. Auer.
99 Il giornale è consultabile presso la Biblioteca universitaria di Innsbruck.
100 Lo studioso P. Braido così definisce la fondazione di Donauwörth: «vera cittadella del
pensiero e dell’attività pedagogica cattolica, il cui pensiero pedagogico è tutto impregnato di
praticità e volontà di concretezza e la cui azione fu tutta illuminata dalla riflessione e dal sa-
pere» [Artefice di una pedagogia viva, in «Orientamenti Pedagogici», 3 (1954) 277].
101 Si veda ASC A4440309, lettera Joseph M. Schmidinger - Michele Rua 17.02.1888;
per avere un’immagine d’insieme dello stabilimento e del pensiero pedagogico di Ludwig Auer
si rinvia all’articolo di P. BRAIDO, Artefice di una pedagogia viva, in «Orientamenti Pedago-
gici», 3 (1954) 277-284.
102 Per rendere meno complicato la sua presenza a Donauwörth chiese nel 1906 la citta-
dinanza bavarese e quindi il diritto di soggiorno - Staatsarchiv Donauwörth, M III R 2 R 5 –
S471 Bürger-und Heimatrecht bzw. Naturalisationsgesuch von Joseph Michael Schmidinger,
Redakteur.
103 Si veda Staatsarchiv Donauwörth, M III R 2 R 5 – S471 Bürger-und Heimatrecht
bzw. Naturalisationsgesuch von Joseph Michael Schmidinger, Redakteur.

3.6 Page 26

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300 Stanisław Zimniak
Ciò spiega la simpatia e l’interesse verso la promozione dei mezzi moderni di
comunicazione di massa presenti negli istituti salesiani.
Lo Schmidinger inserì la relazione in oggetto all’interno dei suddetti ar-
ticoli, volti a far conoscere don Bosco, onde confermare il contenuto. Pur-
troppo non disse una parola su chi ne fosse l’autore: se lui stesso o un altro.
Al riguardo può essere indicativo l’inserimento della relazione, senza indica-
zione dell’autore, a metà della serie di articoli. Si può dunque supporre che si
tratti dello stesso Schmidinger, considerato anche lo stile della relazione, che
non si allontana da quello dominante nel testo degli articoli. A ciò si aggiunge
ancora l’uso del plurale che includerebbe la sua persona, fiero e felice d’es-
sere tra i cittadini austriaci che ebbero la fortuna d’incontrare una persona che
nella puntata conclusiva degli articoli viene paragonato ad eminenti pedago-
gisti e fondatori religiosi di istituzioni educative più conosciuti all’epoca nel-
l’area di lingua tedesca:
«Wie viele Lehrer möchten Zeuge sein von Szenen, wie sie Pestalozzi104
in Stans, Wittmann105 in Regensburg im Umgang mit Kindern geboten?
Wie viele Lehrer würden Geld und Zeit nicht achtend, die Reise wagen,
wenn ihnen gesagt würde [...], ein heiliger Josef Calasanz106, ein ehrwür-
diger de Lasalle107 wieder zu sehen, zu sprechen wären, von denen man
mit Trost und Erbauung, mit erneuten Berufseifer als Beweisen ihrer
Freundschaft entlassen würde?»108.
Identità dei visitatori e genere letterario della relazione
Il testo non permette di precisare né la carta d’identità dei visitatori au-
striaci né quale professione esercitassero. Per quanto riguarda la loro origine si
può presumere che provenissero dalle regioni del Vorarlberg e del Tirolo: altri-
104 Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827), uno dei più grandi pedagogisti della Sviz-
zera. Per molti decenni era riconosciuto come fondatore della pedagogia e promotore dell’edu-
cazione a tutti gli uomini; cf A PETZELT, Pestalozzi, Johann Heinrich, in Dizionario Enciclope-
dico di Pedagogia, vol. III, Torino, Editrice S.A.I.E. 1969, pp. 698-701.
105 Georg Michael Wittmann (1760-1833), tedesco, vescovo a Regensburg e confonda-
tore della Congregazione delle Suore delle Scuole dei poveri. Fu grande amico dei bambini e si
dedicò con zelo esemplare all’educazione cristiana della gioventù e al miglioramento della
scuola; cf K. SCHREMS, Wittmann, Georg Michael, in ibid, vol. IV, p. 742.
106 San Giuseppe De Calasanz (1556-1648), spagnolo, prete, fondatore della Congrega-
zione delle Scuole Pie, conosciuta anche sotto il nome di Scolopi, all’inizio del XVIII secolo fu
presente con le sue istituzioni scolastiche quasi in tutta l’Europa; cf P. BRAIDO, Calasanzio,
Giuseppe, santo, in ibid., vol. I, pp. 229-230.
107 San Giovanni Battista De La Salle (1651-1719), francese, prete, pedagogista, fonda-
tore dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Speciale patrono di tutti gli educatori cristiani; cf G. E.
SAVINO, La Salle, Jean Baptiste, santo, in ibid., vol. III, pp. 15-19.
108 Joseph M. SCHMIDINGER, Don Bosco, das pädagogische Weltwunder der Gegenwart,
in «Neue Tiroler Stimmen», am 25. Juli 1887.

3.7 Page 27

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 301
menti sarebbe difficile spiegare il fatto della pubblicazione su un giornale la
cui diffusione era delimitata a tale zona geografica dell’impero asburgico.
Un’ulteriore prova si evince dalla provenienza da Gaißau dello Schmidinger,
relatore e membro del gruppo, e insegnante, all’epoca della visita a don Bosco,
nella cittadina di Hohenems. È lecito supporre che anche altre persone del
gruppo fossero di queste località o dei paesi vicini. A don Bosco si erano pre-
sentati semplicemente come un piccolo gruppo di pellegrini. Due del gruppo
erano ascritti alle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli. La visita, preparata
da lungo tempo, contemplava una sosta a Torino, di ritorno da Lourdes, per in-
contrare don Bosco. Furono però costretti ad andare a trovarlo a San Benigno
Canavese, località ad un’ora di viaggio, in treno, da Torino109. Ivi era attivo un
istituto salesiano in cui, accanto all’oratorio e all’ospizio, si trovava il novi-
ziato110; don Bosco vi soggiornava, soprattutto, per ragioni di salute e per in-
contrare coloro che vi venivano formati come futuri salesiani. Tale inaspettato
spostamento, però, fu gratificante per i visitatori perché don Bosco poté dedi-
care loro più tempo di quanto avrebbe potuto fare se fosse stato a Torino.
L’incontro ebbe luogo un sabato della seconda metà d’agosto, più preci-
samente il 28 agosto111, giorno della memoria liturgica di s. Agostino.
Per quanto riguarda il genere letterario la relazione si scosta, anche se
non molto, dallo stile narrativo proprio degli articoli in cui è inserita. Non è,
però, solamente una semplice descrizione. A tratti assume, addirittura, carat-
tere di intervista o di colloquio, durante il quale i presenti si scambiano opi-
nioni sugli argomenti di comune interesse, ad esempio, la questione delle so-
luzioni adottate per l’insegnamento del catechismo nei paesi di lingua te-
desca, differenti da quelle applicate in Italia.
L’impressione rimasta e i luoghi visitati
In tutta la relazione colpisce l’atmosfera diretta e cordiale, carica di par-
ticolare calore umano e d’afflato apostolico, che si instaurò fra don Bosco e i
visitatori. Questi si sentirono in qualche modo rapiti dal fascino personale
dell’anziano apostolo dei giovani. Fu per loro motivo di commozione la sua
109 Ne dà conferma la relazione stessa in cui si legge: «Zur Zeit unserer Anwesenheit war
Don Bosco nicht in Turin, sondern in dem eine Stunde Fahrzeit außerhalb der Stadt gelegenen
Noviziate der italienischen Salesianer in San Benigno. Wir fuhren nach dem Mittagsmahle, das
uns gastfreundlichst im Oratorio kredenzt worden war, nach San Benigno, wohin uns die
Dampftrambahn mit Windeseile trug» (ID., Bei Don Bosco im August 1886, in Don Bosco, das
pädagogische Weltwunder der Gegenwart, in «Neue Tiro1er Stimmen», am. 13. Juli 1887).
110 Cf Elenco Generale della Pia Società di s. Francesco di Sales, 1887, p. 19.
111 Sappiamo che don Bosco arrivò il sabato 21 agosto e vi rimase fino al 31 del mede-
simo mese – Cf C. VIGLIETTI, Cronaca di D. Bosco. Dal 18 Maggio 1886 al 12 Genn. 1887,
vol. V, p. 33.

3.8 Page 28

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302 Stanisław Zimniak
generosa disponibilità all’ascolto e al racconto di alcune recenti vicissitudini
riguardanti il modo con cui riusciva ad affrontare le ingenti spese per il man-
tenimento e lo sviluppo di numerose case salesiane. Notarono la semplicità
del suo ufficio e il suo tratto amabile. Restarono sorpresi dal suo interessa-
mento per ciascuno di essi: da dove venite e quale professione esercitate?
Già prima che arrivassero a San Benigno Canavese i pellegrini avevano
visitato il centro più importante di tutte le istituzioni educative create da don
Bosco, ossia Torino-Valdocco112. Vollero visitarlo ancora una volta di ritorno
da San Benigno Canavese. Inoltre decisero di recarsi all’istituto di San Gio-
vanni Evangelista (aperto nel 1882), situato in altro quartiere del capoluogo
piemontese. Rimasero sorpresi, soprattutto, non tanto dall’immensità delle
strutture e dalla varietà delle attività in atto, quanto dal clima che animava i
rapporti tra i giovani e i loro educatori: «Wir konnten uns gar nicht satt sehen
an dem frohen Wesen dieser Jugend und an der Intimität des Verhältnisses zu
ihren Lehrern. Eine solche Intimität zwischen Lehrern und Schülern, wie wir
sie hier fanden, ist einzig in ihrer Art»113. Rientrarono nella loro patria con la
convinzione che la cosa più interessante del loro pellegrinaggio fosse stato
l’incontro con don Bosco e la sosta presso alcune sue opere.
Due particolari: novizio “viennese” e Schmidinger che diventa cooperatore
salesiano
Non vogliamo che sfugga un particolare, non tanto rilevante in se stesso,
quanto significativo per l’insieme degli “incontri” tra l’Austria e don Bosco.
Si tratta della conversazione avvenuta tra gli ospiti austriaci e uno dei novizi
di San Benigno Canavese. Questi, secondo il relatore, era nato in Belgio, però
era cresciuto a Vienna. Gli ospiti si compiacquero di poter trovare un novizio
salesiano proveniente dalla capitale dell’impero danubiano.
Un altro particolare si riferisce al grande fascino che esercitava don
Bosco sulla gente che avvicinava, e sullo stesso Schmidinger, che rimase ra-
pito dalla personalità di don Bosco, tanto è vero che il 4 febbraio 1888, subito
dopo la sua morte, chiese al suo successore, don Rua, d’essere annoverato tra
i membri dell’Associazione dei Cooperatori Salesiani e di ricevere il “Bollet-
tino Salesiano”114. Fu esaudito, come dimostra la lettera del 17 del medesimo
112 Uno sguardo complessivo riguardante questa opera emblematica, ma anche problema-
tica, di don Bosco e dei suoi più stretti collaboratori ci viene suggerita dalla più recente ricerca
di José Manuel PRELLEZO, Valdocco nell’Ottocento tra reale e ideale (1866-1889). Documenti
e testimonianze. (= Istituto Storico Salesiano, Fonti 3), Roma, LAS 1992.
113 J. M. SCHMIDINGER, Bei Don Bosco im August 1886, in Don Bosco, das pädagogische
Weltwunder der Gegenwart, in «Neue Tiroler Stimmen», am 14. Juli 1887.
114 Si veda ASC A4440308, lettera Joseph M. Schmidinger – Michele Rua, 04.02.1888.

3.9 Page 29

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 303
mese115. Ci si trova così di fronte a un’altra iscrizione documentata di un cit-
tadino austriaco tra i membri della nominata Associazione. Non solo. Lo Sch-
midinger all’indomani della morte di don Bosco pubblicò un trafiletto: Don
Bosco ist gestorben!, in cui lo definiva “Padre, Maestro e Amico dei gio-
vani”116 anticipando di vari decenni questa serie di titoli.
Infine notiamo che allo Schmidinger, appunto si deve attribuire l’inte-
resse per le pubblicazioni di don Bosco e, in generale, per l’opera salesiana
nel centro di promozione della cultura cattolica “Das Cassianeum” di Do-
nauwörth117. Nel 1887, un anno dopo la sua visita a don Bosco e appena dopo
essere stato ammesso al “Das Cassianeum”, oltre a pubblicare il sopra citato
articolo sulla rivista «Katholische Schulzeitung»118, l’organo dell’associa-
zione per l’educazione cattolica in Baviera e l’associazione degli insegnanti
di Osnabrück e Hessen, si adoperò perché si stampasse alla stessa casa edi-
trice (Verlag Ludwig Auer) il primo libretto di don Bosco Sieben Betrach-
tungen für jeden Tag der Woche, di 46 pagine, tradotto dal francese. Segui-
rono poi altre pubblicazioni119. In questo modo tale centro cattolico contribuì
indubbiamente alla diffusione della conoscenza dell’opera salesiana nei paesi
di lingua tedesca. Tutto questo grazie ad un incontro personale e ricco di fa-
scino irripetibile fra don Bosco e i cittadini austriaci.
Criteri della pubblicazione dei documenti
La presente pubblicazione delle lettere garantisce la loro autenticità e
originalità e le distingue dalle fotocopie presentate talora come originali negli
archivi in cui sono conservate.
Si indica poi la collocazione, comprese le lettere generosamente regalate.
Per ogni lettera si stabilisce se sia scritta direttamente da don Bosco, oppure
sia dettata da lui e, infine, quanti siano i comuni biglietti di ringraziamento e
lettere-modulo. Si forniscono anche alcuni dettagli come il numero di fogli di
ciascuna, la misura di ogni lettera (lunghezza e larghezza), il tipo di carta ado-
perata (a righe o a quadretti), il colore della tinta, la grafia (leggibile o illeggi-
115 ASC A4440309, lettera Joseph M. Schmidinger – Michele Rua, 17.02.1888.
116 «Katholische Schulzeitung», Donnerstag, 16. Februar 1888, pp. 49-50.
117 È lui a raccomandare il fondatore di questo centro, signor L. Auer, al successore di
don Bosco, don Michele Rua; si veda ASC A4440309, lettera Joseph M. Schmidinger – Mi-
chele Rua, 17.02.1888.
118 Cf H. DIEKMANN (a cura di), Bibliografia generale di Don Bosco... Vol. II, p. 33.
119 Tale apertura della casa editrice agli argomenti salesiani è rimasta viva fino ad oggi.
Basta sfogliare il lavoro di H. Diekmann, appena citato, in cui ci si può abbastanza sovente im-
battere nel nome di Donauwörth come luogo di detta casa editrice.

3.10 Page 30

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304 Stanisław Zimniak
bile), l’eventuale presenza di un’intestazione, una citazione o un’avvertenza (a
stampa o a mano), le tracce di danneggiamento, aggiunte successive.
Il testo non è accompagnato dall’apparato critico in quanto la sua lettura
non comporta alcuna grave difficoltà, tranne per una lettera-modulo, dove ab-
biamo segnato in corsivo le aggiunte apportate da un altro redattore. Non
manca l’apparato storico illustrativo, volto a precisare i nominativi di persone
o i nomi di luoghi e i riferimenti a qualche episodio. Analogamente si fa per
la relazione della visita dei cittadini austriaci a don Bosco a San Benigno Ca-
navese. La traduzione che segue in lingua italiana, pur rimanendo fedele,
come è ovvio, al testo originale, è in linguaggio attuale, a beneficio dei lettori.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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305
II. TESTI
Abbreviazioni ricorrrenti
Ben.ta
Benemerita
F.
Fiorini
f.
Foglio
G. C.
Gesù Cristo
Gio.
Giovanni
Ill.mo/a
Illustrissimo/a
L.
Lire
Lett.
Lettera
M.
Marchi
MAre Mad. M. Madre
M. R.da M.to R.da Molto Reverenda
N. S. G. C.
Nostro Signore Gesù Cristo
Obbl.mo/a
Obbligatissimo/a
Rev.mo/a Reverendissimo/a
Rev.da R.da Reverenda
R. V.
Reverenda Vostra
S. S.ta Santa/o
Sac.
Sacerdote
S. A.
Sua Altezza
Sig.ra Sig.a Signora
Sup.a
Superiora
S. V.
Signoria Vostra, Santità Vostra
Umil.mo/a Umilissimo/a
V. S.
Vostra Santità, Vostra Signoria
V. R.
Vostra Reverenza
ss.
Santissimo/a/i
* per segnalare che nell’originale la data topica e quella cronica si trovano in calce al medesimo
LETTERE DI DON BOSCO A SUOR MARIA PIA DELL’AMORE DIVINO
(SOPHIE VON ANGELINI)
1
Invocazione
ASC A1780416120
Orig. aut. 1 f. 86 x 118 mm. cartoncino bianco semplice inchiostro violaceo grafia abba-
stanza regolare macchie di umidità nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 4
Implora la benedizione e l’intercessione di Maria affinché sia concessa la grazia della perseve-
ranza nella vocazione
Torino 24.[01].[18]84
O Maria, portate la vostra benedizione a colei che si è consacrata tutta a voi ed
al vostro Figlio Gesù. Accordatele il prezioso dono della perseveranza nella voca-
zione fino alla morte, fino a che voi la riceviate in paradiso con tutti coloro che per
amor vostro sopportarono le tribolazioni della presente vita.
umile Servitore
Sac. Gio. Bosco
120 In una specie di protocollo è annotato che l’originale è stato regalato alla Madre Er-
silia Canta FMA durante la sua visita alle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Austria, compiuta
dal 21 al 25 agosto 1980 (Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7,
Innsbruck); a loro volta le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno deciso, aggiungendo altri 20 testi
originali di don Bosco, di consegnarla il 24 ottobre 1994 all’Archivio Salesiano Centrale,
Roma.

4.2 Page 32

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306 Stanisław Zimniak
2
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. aut. 2 ff. 112 x 160 mm. carta bianca piegata a metà inchiostro violaceo
grafia poco curata nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 1
Ringrazia per la lettera e l’offerta ricevuta – la invita a stare tranquilla – dà una indicazione
pratica riguardante la confessione generale – la incoraggia a promuovere la comunione
*Torino 28 feb[braio] [18]84
M.to R.da Signora,
Ricevo con gratitudine grande la sua lettera e la limosina di F. 50 pei nostri or-
fanelli. Dio la benedica e la ricompensi largamente.
Per la sua coscienza stia tranquilla; non occorre confessione generale, se non
volesse farla per pura e semplice divozione; promuova la frequente comunione e Dio
l’ajuterà in tutte le cose.
La S.ta Vergine protegga Lei e tutta la sua comunità religiosa e voglia pregare
anche per me che le sono in G. C.
umile Servitore
Sac. Gio. Bosco
3
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. l f. 135 x 210 mm. carta rigata inchiostro violaceo
grafia accurata nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 2
Ringrazia per la lettera e l’offerta ricevuta – assicura preghiere per lei e per tutta la comunità –
invita ad avere una sconfinata fiducia nella misericordia divina
M. R.da Suor Maria Pia,
Marsiglia 20 Marzo 1884
La sua lettera del 3 f[ebbraio] 84 non giunse che oggi dentro una di S. A. la
Principessa di Solms121.
Io la ringrazio infinitamente della caritatevole offerta inviataci in coupons di
circa L. 100, ed i nostri poveri giovanetti riconoscenti faranno con me molte pre-
ghiere e comunioni pei bisogni spirituali e temporali di V. R. e di tutta codesta Comu-
nità. Ogni giorno che potrò celebrare pregherò specialmente per V. R. e per tutte le
religiose ed allieve di codesta Comunità perché il buon Dio loro dia sanità e santità,
pace, carità e fervore per adorarlo ed amarlo quaggiù sotto i veli Eucaristici, e poi la
grazia di goderlo eternamente in Cielo.
121 Durante il suo soggiorno romano, nell’autunno 1868, Sophie von Angelini fu ospite
della principessa Solms, la quale conosceva don Bosco – Cf Chronik nach authentischen Do-
cumenten..., p. 15.

4.3 Page 33

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 307
Ella intanto stia tranquilla sugli affari dell’anima sua e viva sempre abbando-
nata alla S.ta volontà di Dio, e con illimitata confidenza nella sua infinita miseri-
cordia.
Il Signore la benedica e S. Giuseppe sia sempre suo protettore e di tutta la sua
Comunità presso Gesù e Maria, e nei loro cuori SS.mi mi creda quale rispettosamente
mi professo di V. R.
umil.mo Servitore
Sac. Gio. Bosco
4
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. l f. 134 x 211 mm. carta semplice di colore celeste inchio-
stro violaceo grafia accurata intestazione (Oratorio... N° 32) e avviso (Chi desidera... oc-
correnti) a stampa macchie di umidità nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 3
Esprime gratitudine per l’offerta ricevuta – promette preghiere affinché Dio ricompensi la sua
generosità con i doni terreni e celesti
Torino, il 19 aprile 1884
Rev.ma Madre Sup.a,
Con verace gratitudine ho ricevuto la generosa offerta che nella sua grande ca-
rità ella si degnò di fare pei nostri poveri orfanelli che riconoscenti invocano ogni
giorno le benedizioni del cielo sopra i loro benefattori, e faranno in questi giorni
molte preghiere e molte comunioni per Lei, e per tutta la sua Comunità, affinché per
l’intercessione della SS.ma Vergine il buon Dio loro conceda sanità, santità, accresci-
mento in numero, carità e fervore sulla terra, per poi riunirle un giorno ad amarlo per-
fettamente ed eternamente in cielo.
La medesima preghiera farò io pure ogni giorno che potrò celebrare al S.to Al-
tare. Dio dunque la benedica e la SS.ma Vergine la consoli ed ottenga grande ricom-
pensa alla sua carità.
Di V. R.
Obligat.mo Servitore in G. C.
Sac. Gio. Bosco
5
Das Archiv des Provinzialates der Don Bosco Schwestern, Falkstraße 21, Innsbruck
Orig. aut. l f. 72 x 121 mm. cartoncino bianco semplice inchiostro nero molto
sbiadito grafia poco curata nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 3
Ringrazia per le preghiere in suo favore – indica i mezzi semplici attraverso i quali può avve-
nire una “trasformazione” di una comunità religiosa
Torino 18 Giug[no 18]84
Reverenda M.dre Superiora,
Vi ringrazio delle preghiere che fate ed ordinate di fare per la povera anima
mia. Dio ricompensi largamente la vostra carità. Colla pazienza e colla dolcezza voi

4.4 Page 34

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308 Stanisław Zimniak
farete della vostra religiosa comunità un paradiso terrestre. Il fervore, la pace di N. S.
G. C. siano sempre con tutte voi. Amen.
Ci raccomandiamo tutti alle vostre preghiere
Servit[ore] G. Bosco122
6
Archiv des Provinzialates Wien, 7/Safe/25123
Orig. aut. l f. 135 x 210 mm carta bianca rigata
golare fori lungo i lati
inchiostro nero
grafia poco re-
La prega di non lasciarsi turbare dalla salvezza eterna – ringrazia per l’offerta – assicura e
chiede preghiere
*Torino 5 sett[embre 18]85
Rev.da Sig.ra Mad. Superiora,
Stia tranquilla di tutta la sua coscienza. Continui e non dubiti della sua eterna
salvezza.
Grazie dei F. 100 che offre in offerta ai nostri orfanelli. Essi pregheranno tanto
per Lei e per tutta la sua comunità.
Voglia pregare anche per me e per la mia famiglia che è formata di 170 mila
monelli.
Dio benedica Lei e tutte le sue religiose, e Maria sia per tutte guida sicura al pa-
radiso.
umile Servitore
Sac. Gio. Bosco
7
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. l f. 70 x 110 mm. cartoncino semplice bianco inchiostro
nero grafia accurata intestazione a stampa (Oratorio... Torino) nell’angolo sinistro ag-
giunto posteriormente il n. 2
Ringrazia per l’offerta ricevuta – promette preghiere
Torino, 19 Dicembre 1885
Ill. ma Signora,
Il sottoscritto ringrazia la S. V. di tutta la bontà e carità che si degnò usargli a
favore delle opere di beneficenza che ci ajuta a sostenere. Prega Dio che largamente
la ricompensi, le augura buona salute ed anni felici.
Sac. Gio. Bosco
122 Si veda SN 4 (1980) 3, dove il testo originale è riprodotto a forma di una fotocopia,
accompagnato da una traduzione in tedesco.
123 La lettera è stata regalata ai salesiani dell’Austria tramite la superiora dell’ispettoria

4.5 Page 35

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 309
8
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. l f. 133 x 210 mm. carta bianca rigata inchiostro nero
grafia accurata intestazione a stampa (Oratorio ... N. 32) macchie di umidità segni di
piegatura nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 4
Ringrazia per il generoso aiuto finanziario – promette di fare insieme ai ragazzi una novena e
la invita ad unirsi a loro seguendo le prescrizioni indicate
Torino, Addi 15 aprile 1886
Rev. ma Signora M. Superiora,
In risposta alla riverita sua lettera colle unite L. 100, e124 godo assicurarla che io
prego ben di cuore co’ miei cari orfanelli per la S. V. e che secondo tutte le sue inten-
zioni cominceremo una Novena di preghiera e di Comunioni il 18 di aprile corrente,
pregando specialmente per rev.mo infermo Superiore della Comunità125. Voglia V. S.
unirsi alle nostre pie pratiche 1° - recitando ogni dì: 3 Pater, Ave, Gloria e Salve
Regina colle Giaculatorie: Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis. Maria Auxilium
Christianorum, ora pro nobis. 2° - Frequentando la S.S. Comunione, sorgente di tutte
le grazie. 3°- Facendo qualche opera di carità.
Io la ringrazio tanto con tutti i126 nostri poveri giovanetti della generosa carità
della S. V. e prego N. S. che disse: Date e vi sarà dato, – a ricompensare largamente
tutto quanto V. S. potrà fare per essi che sono molto bisognosi.
Abbiamo intanto piena fiducia che le nostre preghiere saranno esaudite nel
modo più conveniente al vero bene dell’anima.
Dio la benedica e la SS. Vergine tutti ci consoli colla sua materna protezione.
Con particolare stima e rispetto sono di V. S.
Umilissimo Servo
Sac. Gio. Bosco
P.S. Si prega di scrivere sempre chiaro il nome, cognome e indirizzo in ogni lettera.
austriaca, suor Theresia Witwer, in occasione del loro giubileo – 75 anni della fondazione del-
l’ispettoria austro-ungarica degli Angeli Custodi – che ebbe luogo il 19 ottobre 1980; si veda il
protocollo di tale donazione in: Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße
7, Innsbruck.
124 Le parole sono aggiunte da un’altra mano.
125 Una frase redatta da un’altra mano.
126 Sono parole che sono state messe al posto delle seguenti: raccomando i.

4.6 Page 36

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310 Stanisław Zimniak
9
ASC A18002
Copia autenticata dattiloscritta127 sulla seconda pagina si legge: concordat cum originali!
Administratura Apostolica - Innsbruck, die 4. Novembris 1927 con una firma illeggibile e il si-
gillo rotondo dell’Amministrazione Apostolica di Innsbruck 1 f. 131 x 211 mm. carta
a quadretti inchiostro nero grafia accurata nell’angolo sinistro aggiunto posterior-
mente il n. 5
Ringrazia per l’offerta per i missionari – promette le preghiere
*Torino 1 Novembre 1886
Benemerita Signora,
Ho ricevuto con vera gratitudine la generosa offerta che V. S. nella sua grande
carità, degnassi di fare pei nostri missionari che vanno a lavorare per guadagnare al
vangelo i selvaggi di America e specialmente della Patagonia.
Oltre i loro sinceri e ben dovuti ringraziamenti essi pregano in modo speciale
per voi e per le vostre famiglie incoraggiati poi dagli aiuti materiali e morali che loro
porgete, raddoppieranno zelo, e se occorre daranno volentieri anche la vita per coope-
rare alla salvezza delle anime, dilatare il regno di G. C. portando la religione e la ci-
viltà tra quei popoli e nazioni che l’una e l’altra tuttora ignorano.
Dio vi benedica tutti, Dio ricompensi largamente la vostra carità e vi renda fe-
lici nel tempo, più felici ancora nella Beata eternità.
Io godo grandemente di potermi professare in nostro Signor G. C.
Obbl.mo Servitore
Sac. Gio. Bosco
10
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. 2 ff. 133 x 271 mm. carta rigata inchiostro nero
grafia accurata intestazione (Oratoire ... Turin) e citazione (Priore ... écrire) a stampa
segni di piegatura
Chiede scusa per il fatto di servirsi di un segretario – ringrazia per l’offerta inviata per i mis-
sionari – assicura loro preghiere – invita a stare tranquilla – assicura preghiere per il superiore
e la sorella ammalata
127 La lettera è copia di circolare nella medesima data (conservata in ASC A1770209)
che era stata mandata ai benefattori che avevano sostenuto la spedizione dei missionari sale-
siani. Infatti fu redatta in prossimità dell’undicesima spedizione, avvenuta il 2 dicembre 1886:
si veda Morand WIRTH, Da don Bosco ai nostri giorni. Tra storia e nuove sfide (1815-2000),
Studi di spiritualità 11, Roma, LAS 2000, p. 519. Nell’Archiv des Klosters zur Ewigen Anbe-
tung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck, non si trova l’originale. Probabilmente è stato regalato
a qualcuno. Questa ed altre lettere sono state fatte autenticare, nel 1927, per volere delle Suore
Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento di Innsbruck mandate tramite la superiora del loro mo-
nastero di Torino ai salesiani: si veda, lettera di suor Maddalena dell’Incarnazione all’Illustris-
simo e Reverendissimo Signor Rettore, Torino 19.11.1927, ASC A1770209.

4.7 Page 37

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 311
Torino, Le... 188[6]128
R.da e Car.ma Sig.a Madre Pia,
La mano non vuol più ubbidirmi e mi costringe a servirmi del Segretario.
La sua offerta di M. 200 mi giunse appunto nel momento in cui cerco ogni modo di
provvedere alle spese ingenti pei poveri nostri Missionarii.
Essi faranno preghiere speciali per Lei; anzi là nell’America, in mezzo ai sel-
vaggi sarà benedetta la sua mano benefica che contribuì potentemente a salvare le
loro anime.
Io poi tutti i giorni prego per Lei e raccomando al Signore tutte le sue inten-
zioni. Stia tranquilla che il buon Gesù e Maria Ausiliatrice vegliano su di Lei e custo-
discono l’anima sua. Preghiamo quindi che in tutto e per tutto si compia la santa vo-
lontà di Dio.
La prego a voler porgere i miei umili ringraziamenti al degnissimo di Lei Supe-
riore assicurandolo che ogni giorno prego per Lui.
Il Signore ci benedica e ci conservi tutti nella sua santa grazia. Benedica in
modo particolare la sorella ammalata e le conceda tutta la sanità che non è contraria
al bene dell’anima.
Con gratitudine grande godo professarmele
obbl.mo Servitore
Sac. Gio. Bosco
11
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. 1 f. 86 x 124 mm. cartoncino bianco inchiostro nero
grafia abbastanza regolare macchie di umidità nell’angolo di ambedue le pagine si trova
il n. 5
Ringrazia per la generosa offerta – assicura preghiere sue e dei giovani – augura beni terreni e
spirituali
*Torino li 8-3-[18]87
R. da Suor Maria Pia,
Dio rimeriti la vostra generosa carità che in questi calamitosi momenti è una
vera provvidenza, quindi io lo prego a rimeritarvela largamente. I nostri orfanelli ra-
dunati nella nostra Chiesa di Maria Ausiliatrice pregano per tutte le pie di Lei inten-
zioni. Abbiamo ferma fiducia che le loro fervorose preghiere saranno esaudite nel
modo più conveniente al bene delle anime.
128 La datazione dell’anno non è sicura. Nel 1887 c’era stata la dodicesima spedizione,
esattamente il 6 dicembre. Può darsi che si riferisca alle due dell’anno precedente; la decima
nella primavera (aprile) e l’undicesima spedizione il 2 dicembre; si veda M. WIRTH, Da don
Bosco ai nostri giorni…, p. 519.

4.8 Page 38

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312 Stanisław Zimniak
Dio le conceda buona sanità, lunga vita, la pace dell’anima e la sicurezza nel
cammino del Paradiso, affinché vi possa giungere un bel dì, attorniata da tutta la sua
comunità.
V. S. ci aiuti colle sante sue preghiere affinché colassù pure possa giungere il
povero scrivente con tutta la sua numerosa famiglia.
Con tutta stima e rispetto sono di Lei
umil.mo Servitore
Sac. G. Bosco
12
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. l f. 86 x 134 mm. cartoncino bianco inchiostro nero
grafia regolare nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 6
Ringrazia per l’offerta in favore dei giovani poveri – atto gradito a Maria Ausiliatrice che le ot-
terrà le grazie sperate
*[Torino] Il giorno di Pasqua 1887129
Ben.ta e R.da Suor Maria Pia,
Grazie di nuovo della sua generosa offerta di L. 100. Non poteva essere più op-
portuna, e quindi anche più accetta alla nostra Cara Madre Maria Ausiliatrice. Ella
senza fallo ci otterrà le grazie che V. S. desidera, poiché se c’è modo potente per im-
pegnarla a nostro favore, si è quello di aiutare i poveri orfanelli da Lei tanto amati e
protetti. Per parte nostra c’impegneremo tutti quanti in preghiere specialissime e co-
munioni, colla ferma fiducia di essere esauditi.
Dio la benedica insieme alla sua comunità. Dio la ricompensi largamente.
Di V. S. R.da e Ben.ta
Umil.mo Obbl.mo Servitore
Sac. Gio. Bosco
13
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Biglietto a stampa di ringraziamento l f. 70 x 110 mm. intestazione a stampa (Ora-
torio ... Torino) aggiunta parte finale aut. inchiostro nero
Ossequi – assicura preghiere – implora le benedizioni di Dio
Torino, [maggio, 1887]130
129 La Pasqua di quest’anno avveniva il 10 aprile e dalla cronaca di don C. Viglietti ri-
sulta che don Bosco celebrava la settimana santa a Torino, Cronaca di D. Bosco. Dal 29 Genn.
1887 al 15 Maggio 1887, vol. VI, pp. 28-30.
130 Il biglietto era spedito senz’altro prima del giugno 1887, dato che l’incontro di suor
Maria Pia con don Bosco a Torino-Valsalice si era svolto nei giorni tra il 10 e il 23 giugno.

4.9 Page 39

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 313
Il Sac. Giovanni Bosco
Presenta alla S. V. i suoi rispettosi ossequi, L’assicura di pregare e far pregare i
suoi orfanelli per Lei e a tutte le sue pie intenzioni e implora per la S. V. e pei suoi
cari le più abbondanti ed elette benedizioni del Signore.
Egli sarà a Torino e vedrà con piacere la R. V.131
14
Archiv des Klosters zur Ewigen Anbetung, Karl Kaplererstraße 7, Innsbruck
Orig. allog. con firma aut. 2 ff. 135 x 211 mm. carta rigata inchiostro nero
grafia accurata intestazione (Oratorio ... N° 32) e avviso (Chi desidera ... occorrenti) a stampa
macchie di umidità segni di piegatura nell’angolo sinistro aggiunto posteriormente il n. 6
Chiede scusa per il fatto di servirsi di altra mano – ringrazia per il generoso aiuto economico –
sottolinea che le croci non possono mancare nella vita di un fondatore o di una fondatrice
Torino [Lanzo Torinese], alli 6 Luglio 1887132
Rev.ma Madre,
Non posso scriverLe di mio pugno per causa delle mie infermità: si contenti
ch’io risponda alla riverita Sua lettera, servendomi d’altra mano.
E primieramente La ringrazio tanto tanto dell’offerta generosa inviatami: chiedo
al Signore di rendergliela a mille doppi.
In quanto poi alle Croci! ... Ah! Rev.da Madre, i Superiori devono contentarsi di
portarne molte e molte; ma se le portiamo con Gesù Crocifisso ci sembrano ben più
leggere! Facciamo quanto è in poter nostro, pel resto mettiamolo ai piedi di G. C. e
teniamoci calmi e contenti. Sant’Ignazio133 ebbe la rivelazione di quanto avrebbero a
soffrire i suoi figli: e soffrirono e soffrono ancora! È dalla Croce che Gesù redense il
mondo: vogliam[o] noi ottenere la santità pei nostri sudditi senza essere noi stessi
crocifissi? La R. V. è sulla Croce, tutti noi Superiori lo siamo egualmente: buon
segno; se siam[o] crocifissi con Gesù Cristo, vuol dire che noi continuiamo l’opera
Sua e che Egli è con noi. Guai al Superiore che fosse senza molte Croci, sarebbe il
caso di molto temere e pel suo ordine e per la sua stessa salvezza eterna. I religiosi e
le religiose continuano l’opera di Gesù Cristo: dunque devono spasimare con Lui
sulla Croce. Ma quale premio ci attende se soffriamo con coraggio! Un giorno un
certo Parroco diceva al celebre e santo Curato d’Ars134 che non poteva, per quanto
131 Questa frase è stata aggiunta a mano.
132 Don Bosco si trovava dal 4 luglio al 19 agosto 1887 a Lanzo Torinese (C. VIGLIETTI,
Cronaca di D. Bosco…,vol. VII, pp. 27-35), ma per motivi pratici egli metteva sovente come
luogo di redazione delle sue lettere Torino, anche se si trovava altrove.
133 Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, nato a Loyola (Guipúzcoa,
Spagna) nel 1491, morto a Roma il 31 agosto 1556; proclamato santo il 12 marzo 1622, dichia-
rato “celeste patrono degli Esercizi spirituali” il 25 luglio 1922.
134 Giovanni Maria Battista Vianney, nato l’8 maggio 1786 a Dardilly (Francia), morto
ad Ars il 4 agosto 1859; beatificato nel 1905 e proclamato santo il 31 maggio 1925; venne di-
chiarato patrono dei sacerdoti di tutto il mondo.

4.10 Page 40

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314 Stanisław Zimniak
pregasse, riuscire a convertire i suoi parrocchiani ed il venerabile Curato gli rispose
che per convertire i suoi parrocchiani doveva soffrire molto, far penitenza e pregare
per essi continuamente. Ecco ciò che deve consolare la R. V. vedendosi continua-
mente sul Calvario. Ella era sul Tabor quand’era a Valsalice;135 ma si ricordi che G.
C. stette pochi istanti sul Tabor, mentre la sua passione cominciò quando si fe’ uomo
nel seno di Maria Vergine e finì sul Calvario. Tutta la vita di dolori e un solo istante
di gaudio! Coraggio adunque: ad invincem preghiamo e il Signore ci darà il premio
anche quaggiù con le consolazioni e la pace che Egli solo sa dare.
Ringrazio tanto la R. V. per le sue preghiere per me: faccio e farò sempre altret-
tanto per Lei e per la sua Comunità.
Gradisca i miei ossequi e mi creda
Suo umilissimo Servitore
Sac. Gio. Bosco136
15
ASC A1721220137
Orig. aut. 2 ff. 134 x 212 mm. carta semplice inchiostro nero grafia poco curata
intestazione a stampa (Collegio-Convitto) segni di piegatura macchie di umidità
Ringrazia per le offerte ai giovani – assicura preghiere per lei e per tutta la sua comunità
Veneranda Sig. M. Pia,
Lanzo Torinese [Torino] 13/14 agosto 1887138
Mancano le forze a scrivere, tuttavia voglio indirizzarle alcune parole.
La ringrazio per la carità che fa ai nostri orfanelli ed ai nostri missionari.
Tutti pregheremo per Lei e per tutte le sue religiose. Che Dio santifichi il suo supe-
riore,139 e che egli possa continuare a fare molte opere di carità, con cui condurre
molte anime con Maria al cielo.
135 Si riferisce alla visita resagli dalla Madre Maria Pia, quando stava a Valsalice (all’e-
poca sobborgo di Torino), cercandovi di recuperare un po’ la sua salute, logorata dalle fatiche
sopportate; la casa fu fondata da lui nel 1872, v’era ginnasio, Seminario Missioni Estere e Stu-
dentato.
136 Si veda SN 4 (1980) 4, dove si trova la traduzione in tedesco di questa lettera che in
alcuni punti non coincide con la nostra.
137 Lettera consegnata all’Archivio Centrale Salesiano di Roma, nel marzo 1977, da don
Giovanni Cantini, all’epoca superiore dell’ispettoria di Bahía Blanca S. Francesco Saverio (Ar-
gentina); cf Elenco Generale della Società di S. Francesco Sales 1977, vol. II p. 3. Di tale con-
segna esiste una notifica su un foglietto conservato nell’archivio, ASC A1721220.
138 Don Bosco si trovava dal 4 luglio al 19 agosto 1887 a Lanzo Torinese; si veda C. VI-
GLIETTI, Cronaca di D. Bosco..., vol. VII, pp. 27-35. La lettera porta due indicazioni del luogo
di redazione, cioè Lanzo con la data del 13 agosto 1887 nell’angolo destro superiore e Torino
con la data 14 agosto 1887 nell’angolo sinistro.
139 Si tratta del sac. Josef Mayr, ricordato nel testo.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 315
O Maria, siate voi sempre la guida della nostra figlia Suor Maria Pia fino al
cielo.
Dio ci benedica tutti. Amen.
Sempre obbl.mo
Sac. Gio. Bosco
16
In possesso dell’arcivescovo di Salzburg, mons. Dr. Alois Kothgasser, SDB, Kapitelplatz 2,
Salzburg140
Orig. aut. 1 f. 131 x 200 mm.141 carta rigata inchiostro nero grafia poco curata
segni di piegatura
Esprime riconoscenza per l’offerta a favore dei giovani – assicura preghiere anche per i defunti
– accenna al significato della croce
*Torino 17 ott[obre 18]87
Caritatevole e R.da Madre Pia,
Dio ci benedica e ci conservi tutti per la via del paradiso.
Io la ringrazio della carità che fa a me ed ai nostri orfanelli, che tutti faranno la
santa comunione a sua in[tenzione] ed in suffragio de’suoi defunti. Maria SS.ma ot-
tenga dal buon Gesù sanità e santità per Lei, per tutte le sue religiose, per suoi parenti
ed amici e specialmente per quel santo sacerdote che l’accompagnò qui a Torino142.
Si ricordi che le croci ci guidano con sicurezza al paradiso, perciò portiamole
con tranquillità di cuore.
La consolatrice degli afflitti sia [con] noi, amen.
Obbl.mo Servitore
Sac. Gio. Bosco
140 La lettera è stata incorniciata dalle suore Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento di
Innsbruck e regalata a mons. A. Kothgasser, all’epoca vescovo di Innsbruck, in occasione del
primo anno del suo ministero vescovile; infatti sul dorso del quadro leggiamo: «Original-Brief.
Don Bosco an Sr. Maria Pia von Angelini Gründerin des Klosters zur Ewigen Anbetung in Inn-
sbruck. Zum ersten Jahrestag der Bischofsweihe hwst. Herrn Bischof Dr. Alois Kothgasser als
Geschenk überreicht. Innsbruck, am 22.11.1998» (Kapitelplatz 2, Salzburg). Le misure del
quadro: 245 x 312 mm., la cornice è semplice, argentata all’esterno e ai lati di colore nero.
141 Le misure sono quelle dell’interno del quadro, quindi non quelle della lettera come
tale; si può supporre che la sua larghezza come pure lunghezza siano rispettivamente almeno di
un centimetro più grandi.
142 Si tratta del medesimo don Josef Mayr. Importante è anche ciò che don Bosco stesso
conferma: la visita che gli fece Madre Maria Pia a Torino-Valsalice nel giugno 1887.

5.2 Page 42

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316 Stanisław Zimniak
LETTERE DI SUOR MARIA PIA DELL’AMORE DIVINO A DON BOSCO
1
ASC A1451801
Orig. aut. 2 ff. 136 x 212 mm. carta bianca rigata inchiostro violaceo grafia re-
golare nell’angolo sinistro in alto annotato da un segretario S.r Maria Pia e altre parole il-
leggibili sul mrg. inf. des. M.200
Augura buon Natale a don Bosco e a tutta la congregazione – invia offerta – si raccomanda alle
sue preghiere – chiede consiglio
S[ia] l[odato] il S[antissimo] S[sacramento]
[Innsbruck], 10 Dec[embre 1887]
Molto Reverendo Padre!
Av[v]icinandosi le s[ante] feste mi permetto d’augurare ogni bene celest[e] e
terrestr[e] per Lei e tutte le sue opere, orfanelli e Missioni. Non cessiamo mai di pre-
gare secondo le sue intenzioni. Mi permetto d’ag[g]iungere 200 Marchi come piccola
offerta per Natale.
O mio buon Padre, prego di non dimenticare la sua infima, ma riconoscentis-
sima figlia [suor] Pia nelle sue orazione (sic), e benedizione. Diverse volte mi distur-
bano angustie per la morte, ed il giudicio (sic), mi rincresce assai d’aver offeso i[l]
nostro buon Gesù: sono senza devotione (sic) e tutt’abandonata (sic) nel mio spirito, e
questo mi cagiona tanta pen[a]. O prego d’intercedere per l’anima mia, affinché non
offenda più il mio Gesù, e che possa adempire con fervore i miei doveri. Una delle
mie buone Sorelle sta molto male, e raccomando la sua morte se è la divina volontà
come sembra. Se il mio buon Padre avesse un pocco (sic) tempo pregherei due righe
del suo pugno, che mi consolano, o di dirmi, che cosa debba emendare. O se io po-
tessi amare Gesù e Maria!
Raccomando tutta la mia comunità, e se piace a Dio di mandarci buone pro-
bande.
Il nostro Superiore,143 che Lei conosce, mi chiese di scrivere di parte sua mille
auguri e che egli tiene tutti i giorni il contratto, fatto nel giugno con Lei Reverendo
Padre;144 egli sta bene, spero che il Signore lo conserva.
Ora chiedo la benedizione per noi tutte, ed in particolare per la sua
più indegna figlia
Sr. Maria Pia
143 Si tratta sempre di don Josef Mayr.
144 Si riferisce a un “contratto” che è stato preso durante l’incontro con don Bosco, nel
giugno 1887, a Torino-Valsalice, accompagnando suor Maria Pia, ma di cui non sappiamo il
contenuto.

5.3 Page 43

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 317
[P. S.] Posso essere quieta nell’anima mia? Sono molto oppressa ed angustiata tante
volte.
2
ASC A1451802
Orig. aut. l f. 136 x 212 mm. carta bianca rigata inchiostro violaceo grafia rego-
lare nell’angolo sinistro in alto annotato da un segretario S.r Maria Pia r. 19-12-87; M. 100
Ringrazia per l’invio del libretto delle indulgenze – si rallegra che l’offerta sia stata opportuna
– si raccomanda alle preghiere
S[ia] l[odato] il S[antissimo] S[acramento]
[Innsbruck], 17 Dec[embre 1887]
Molto Reverendo Padre!
Non so come ringraziare, per tanta bontà, d’aver mi mandato il libretto con
tante indulgenze plenarie, che posso guadagnare; mille grazie!!!
Oggi [ho] ricevuta la cara lettera, aveva molta consolazione, che la piccola of-
ferta venne opportuna, e mi permette subito di mandare questo che posso, per mezzo
del bambin Gesù, che prego d’accettare colla fotografia del nostro monastero.
O sono felice, se il mio buon Padre prega tutti i giorni per noi, e per la sua più
indegna figlia Pia. Pregherò il nostro buon Gesù che conservi Lei mio reverendo
Padre, e dia forza alla sua mano.
Il Signore rimunere[rà] tutto quello che fa per me.
Il nostro Superiore la ringrazia per la sua memoria!
O[h] che il Signore benedica le sue opere e fatiche!
Baciando la sua mano, che prego di benedirmi per la vita e la morte sono
sempre
Sua indegna figlia
Sr. Maria Pia
3
ASC A1451803
Orig. allog. con firma allog. 2 ff. 136 x 212 mm. carta bianca rigata inchiostro vio-
laceo grafia regolare nell’angolo sinistro in alto annotato da un segretario Suora Maria
Pia degli Angelini; più in basso altra annotazione: R.a 4.2.88 =£ 200 =£40 M. 200+G. 20 in
un coupon °4 estens. Rep. Tanti ringr. – not. di DB – racc. preghiere. Gr. Pure della bella imag.
di S. Francesco Sales allegata lettera a don Rua cui chiede se conviene consegnare l’altra a
don Bosco
Ringrazia per il Bollettino ricevuto – invia offerta – si raccomanda alle preghiere

5.4 Page 44

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318 Stanisław Zimniak
Sia lodato il S[an]t[issi]mo Sacramento
Molto Reverendo Don Bosco,
*[Innsbruck], 27.01.1888
mio ottimo Padre!
Dispiacente di non potere io stessa, avere il piacere questa volta di scriverle,
perché mi sono fatta un taglio profondo nel[I]’indice, e medio dito della mano destra
che mi impedisc[e] perciò di scrivere; non posso però aspettare più a lungo a ringra-
ziarlo del Bol[l]ettino che ho nuovamente ricevuto, il quale mi fa tanto piacere di sen-
tire le relazioni, di tutti i cari figli salesiani; e tutti i lavori e fatiche del benemerito
nostro Padre, Don Bosco: oh si può essere sicuro che io prego sempre onde Iddio be-
nedica sempre più ogni suo lavoro, e lungamente ancora lo conservi per il bene di
tutta la congregazione e per la Gloria di Gesù; come sta Reverendo e carissimo mio
Padre? o che si prendi cura di se stesso onde non lasci doppiamente orfanelli tante
anime che hanno trovato in Lei il più amorevole Padre ed appoggio. Io vorrei avere la
possibilità di soccorrerlo generosamente, ma in questi tempi di si grande miseria, bi-
sognerebbe veramente avere il Tesoro del Sacro Cuore di Gesù; questa piccola offerta
però per i poveri orfanelli, voglia Lei caro Padre con la Sua benedizione
raddop[p]iarla.
50 Lire poi sono raccolte dal nostro Superiore Monsignor Maier [Mayr], il
quale le invia mille rispetti, mentre si raccomanda alle Sue preghiere; le dispiace di
non avere raccolto di più, ma qui da noi sono tante le congregazioni di pietà che non
vi è termine perciò non si riceve di più.
Prego caro Padre di tenermi sempre presente nelle Sue preghiere, e di bene-
dirmi, mentre con tutto il rispetto le bacio la mano restando sempre di Lei Reverendo
Padre
Umiliss[ima] Figlia
Suor Maria Pia degli Angelini
APPENDICE
LA RELAZIONE SULLA VISITA DEI CITTADINI AUSTRIACI A DON BOSCO
A S. BENIGNO CANAVESE (TORINO) NELL’AGOSTO 1886
Joseph M. SCHMIDINGER, Bei Don Bosco im August 1886, in Don Bosco, das pädagogische
Weltwunder der Gegenwart, l’articolo pubblicato a puntate dal 28 giugno al 25 luglio
1887 dal giornale tirolese «Neue Tiroler Stimmen. Für Gott, Kaiser und Vaterland»145
La relazione Bei Don Bosco im August 1886 che fa parte integrale di questo articolo uscì
a due puntate, rispettivamente il 13 luglio, la prima, e il 14 luglio la seconda.
145 Il giornale è consultabile presso la Biblioteca universitaria di Innsbruck.

5.5 Page 45

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 319
Erster Teil
Wir gelangen in der ersten Morgenstunden nach Turin. Nachdem wir in der
Kirche La Consolata146 einer heiligen Messe beigewohnt hatten, begaben wir uns
sofort zum Oratorio Salesiano147. Don Oddone148 nahm unsere Wünsche freundlich
entgegen und führte uns im Hause herum. Wir sahen, wie die Knaben die verschie-
densten Handwerke im Hause erlernen können. Die Studenten, denen die Bewilli-
gung ertheilt wird, sich zeitweilig im Kreise ihrer Angehörigen zu erholen, waren in
den Ferien. Zur Zeit unserer Anwesenheit war Don Bosco nicht in Turin, sondern in
dem eine Stunde Fahrzeit außerhalb der Stadt gelegenen Noviziate der italienischen
Salesianer in San Benigno. Wir fuhren nach dem Mittagsmahle, das uns gastfreundli-
chst im Oratorio kredenzt worden war, nach San Benigno149, wohin uns die Dampf-
trambahn mit Windeseile trug150. Von den Patres auf das herzlichste aufgenommen,
besichtigten wir zunächst die Werkstätten der salesianischen Jugend, ähnlich jenen im
Oratorio in Turin; dann das ganze Haus, eine ehemalige Abtei, welche von der Regie-
rung an die Gemeinde zur Benützung abgetreten worden war, von der sie nun Bosco
erhielt. Die anstoßende Pfarrkirche ist eine der schönsten der Umgebung. Im Garten
sahen wir viele junge Novizen, welche den geistigen Exerzitien oblagen151 und sich
auf die Missionen in Patagonien vorbereiten. Alle waren voller Begeisterung für ihren
Beruf. Wir durften sie nicht lange stören, unterhielten uns aber desto eifriger in den
Werkstätten mit einem jungen Manne, der in Belgien geboren und in Wien erzogen,
nach San Benigno gekommen war, um sich dem geistlichen Stande zu widmen.
Lebhaft erfreut, mit uns Deutschen verkehren zu können, erbaute uns dieser Novize
durch seine Demuth.
Wir wurden nun in einen schmalen, ziemlich dunkeln Gang geleitet. Er war ge-
drängt voll von jungen Leuten, die alle mit Bosco zu sprechen wünschten. Fast hätten
wir die Hoffnung aufgegeben, heute noch dieses Glückes theilhaftig zu werden, als
uns einer der Patres in Bosco’s Schlafzimmer führte, um uns eigens früher Audienz
zu verschaffen. Ein einfaches Sopha hinter einem ebenso anspruchslosen Schreibti-
sche, ein Bett und einige Stühle bildeten die von heiliger Armuth zeugende Einrich-
146 Uno dei più importanti ed antichi santuari di Torino.
147 Si tratta del centro giovanile, articolato in varie strutture educative, fondato da don
Bosco stesso nel quartiere torinese di Valdocco in via Cottolengo e ritenuto come l’istituto mo-
dello per le altre fondazioni salesiane. All’interno di questo complesso educativo si trovava
pure il santuario mariano in cui Maria veniva venerata sotto il titolo di Ausiliatrice dei Cri-
stiani.
148 Giuseppe Oddone nato il 25 novembre 1850 a Trisobbio (Alessandria) e morto il 6
gennaio 1908 a Torino. All’epoca della visita ricopriva l’ufficio di economo; cf Elenco Gene-
rale della Pia Società di s. Francesco di Sales, 1886, p. 16.
149 Si tratta della casa aperta nel 1879 da don Bosco. In essa si trovavano, oltre al novi-
ziato, anche l’oratorio, l’ospizio di San Benigno e le scuole professionali per le Missioni
Estere.
150 Come già detto, i pellegrini vi giunsero il 28 agosto.
151 Del fatto degli esercizi per i novizi, assistiti da don Bosco, si parla in C. VIGLIETTI,
Cronaca di D. Bosco…, vol. V, p. 33.

5.6 Page 46

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320 Stanisław Zimniak
tung Bosco’s. Sein Generalvikar Don Michele Rua152 – ein Mann von großer Intelli-
genz und organisatorischem Talente, der von Bosco einst auf dem Straßenpflaster
aufgelesen wurde und der sein Nachfolger werden dürfte – erschien bald darauf, um
uns zu begrüßen. Wir brachten nun neuerdings unsere Bitte vor, Bosco zu sehen und
zu sprechen. Nach einiger Zeit wurden die zahlreich am Korridor versammelten No-
vizen zu einer geistlichen Uebung abberufen, wodurch wir unserm Ziele näher ge-
bracht wurden. Bosco konnte uns jetzt empfangen. Der seit Jahren ersehnte Augen-
blick war gekommen. Die Thüre öffnete sich; mit heiterm Lächeln uns begrüßend,
gestützt auf die Arme zweier Patres, überschritt Don Bosco die Schwelle des Zim-
mers. Knieend empfingen wir seinen Segen. Am 15. August hatte Bosco sein 71. Le-
bensjahr erreicht, allein seine Gebrechlichkeit ließe ein noch weit höheres Alter ver-
muthen. Langsamen Schrittes nährte er sich uns. Nachdem er in unserer Mitte Platz
genommen und die ihm zur Vertheilung an uns dargereichten Medaillen geweiht
hatte, begann die höchst interessante Unterredung, die fast dreiviertel Stunden währte
und in italienischer und lateinischer Sprache geführt wurde.
Im Gespräche verlor sich immer mehr der Eindruck leiblicher Hinfälligkeit
dieses seltenen Mannes und die Lebhaftigkeit seines Geistes, gepaart mit kindlicher
Frömmigkeit, Einfachheit und Herzensgüte, trat in ihre vollen Rechte. Sichtlich er-
freut, von uns zu hören, dass wir von Lourdes kommen und Oesterreich unsere
Heimat nennen, fragte Don Bosco jeden von uns über unsere Beschäftigungen und
Wohnorte. Mit großem Interesse vernahm er, wie bei uns die Jugend im Katechismus
unterrichtet wird, da die Katechese in Italien ganz anders organisirt ist und selbst in
großen Städten in den Kirchen unter zahlreicher Beitheiligung der Kinder der Reli-
gionsunterricht ertheilt wird. Mit Befriedigung vernahm Don Bosco, daß zwei von
uns dem St. Vinzenz-Vereine angehören, dessen apostolisches Wirken er vollauf wür-
digte; hat doch gerade dieser Verein, sagte er, den Werken der Salesianer in Frank-
reich und Spanien die Wege geebnet und dem salesianischen Verein der Mitwirker153
ein großes Mitgliederkontingent geliefert.
Nun theilte uns Don Bosco auch einiges von seinen Werken mit. Die kurze
Spanne Zeit, welche uns zugemessen war, gestattete leider nicht, über manches Wun-
derbare in seinem Leben nähere Fragen an ihn zu stellen, desto mehr theilte uns in
dieser Richtung später seine Umgebung mit.
,,Die Menschen glauben oft”, so fing Bosco an, daß ich sehr reich sein müsse;
woher könnte ich sonst soviele Institute, so viele Knaben erhalten? Don Bosco hat
aber nichts, als diese beiden leeren Hände, und wenn ich etwas für meine arme Ju-
gend brauche, da erhebe ich diese Hände zu Gott dem Herrn, und Der hat mir noch
immer geholfen. Wenn wir nur Gottes Ehre allein suchen, da können wir sicher auf
Seine Hilfe bauen.” Nun erzählte uns Don Bosco eine jener wunderbaren Bege-
benheiten, welche sich in seinem thatenreichen Leben so oft wiederholten; es war die
152 Don M. Rua fu nominato vicario di don Bosco con pieni poteri e diritto di succes-
sione già nel 1884, ma tale decisione della Santa Sede fu resa nota da don Bosco a tutta la con-
gregazione salesiana soltanto l’8 dicembre 1885.
153 Si tratta dell’Associazione dei Cooperatori Salesiani, fondata da don Bosco nel 1876.

5.7 Page 47

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 321
allerneueste. Sie hatte sich eben am gleichen Tage, als wir bei ihm waren, zuge-
tragen.
,,Gestern meldete sich bei mir ein Gläubiger, der sofortige Befriedigung seiner
Forderung dringend verlangte. Es war keine Kleinigkeit; er begehrte nicht weniger
als 50.000 Fr., und ich hatte nicht mehr bei mir als 10 Centesimi. Ich kann Euch jetzt
nicht bezahlen, wandte ich ein, habt Geduld. Doch unser Gläubiger wurde immer un-
gestümer, so daß ich zu meinen Leuten sagte, es wird wohl nichts anderes übrig
bleiben, als nach Amerika zu ziehen, damit wir vor den Nachstellungen dieses Men-
schen gesichert sind. Heute kam ein Mann zu mir, der selber mehr das Aussehen
eines Bettlers hatte. „Ich dachte”, so sagte derselbe, „es wäre besser, wenn man schon
etwas Gutes thun will, es beizeiten zu thun; die Opfer, welche man am Rande des
Grabes bringt, zur Zeit, wenn man schon nichts mehr von seiner Habe genießen kann,
sind nicht viel werth. Euer Hochwürden mögen also über diese Gabe zu Gunsten der
armen Jugend verfügen...” Er brachte mir genau – 50.000 Fr. – So ging es mir oft.
Vorschüsse hätte ich nie bezahlen können, aber wir begannen unsere Werke stets im
Vertrauen auf die Vorsehung; und wenn dann alles zur Ehre Gottes vollbracht war,
dann erhielt ich alles, was ich brauchte.” Der Bau der großen Herz-Jesu-Kirche in
Rom erforderte kolossale Auslagen154. Allein Bosco verzagte nicht. „Die Anlage
hierzu ist zu klein”, meinte er Anfangs. Man machte ihm Vorstellungen. Da ließ sich
Bosco die Rechnungen über seine bisherigen Bauten in Rom vorlegen; die Summe
belief sich auf zwei Millionen Franks. „Habt Ihr schon alles bezahlt?” fragte er. -,,Ja,
Hochwürden!” -,,Nun wohlan, habt Muth; Der, welcher bisher für diese Auslage
sorgte, wird uns auch ferner nicht verlassen!”
Zweiter Teil
Übergehend auf die innere Organisation und die Ausbreitung seiner Werke be-
merkte Bosco: „Wie wäre es möglich, eine so große Anzahl von jungen Leuten in
Ordnung zu halten, wenn nicht jeder Salesianer seine Pflicht erfüllen würde! Es weiß
eben ein jeder von ihnen, was er zu thun hat, verrichtet die Dienste, die ihm aufge-
tragen werden, unbekümmert um die Obliegenheiten der andern, und daher geht alles
seinen geregelten Gang. So sind unsere Werke seit 45 Jahren gewachsen; heute sind
wir bereits 210.000 an der Zahl155. Für alle muß gesorgt werden. Täglich um die Mit-
154 La chiesa fu consacrata il 14 maggio 1887 dal cardinale Lucido Maria Parocchi, Pro-
tettore della Società Salesiana.
155 L’autore della relazione aggiunse in una sua nota che, secondo lui, «Bosco meint hier
wahrscheinlich die Mitglieder seiner zwei Genossenschaften, die des Vereins der Mitwirker
und die gegenwärtige Zahl der Zöglinge in allen Instituten zusammen. Die Zahl der Salesianer-
priester ist zirka 1200».
In verità i salesiani sacerdoti e coadiutori nel 1887 erano 715 e i novizi 257; le suore sa-
lesiane o Figlie di Maria Ausiliatrice erano 384 e 104 novizie; si veda M. WIRTH, Da Don
Bosco ai nostri giorni…, p. 530.
Per quanto riguarda il numero di 210.000 ragazzi ospitati negli istituti salesiani, occorre
tenere presente una divergenza fra le diverse fonti. Don Bosco stesso nella lettera del 5 set-
tembre 1885 a suor Maria Pia scrisse: «Voglia pregare per me e per la mia famiglia che è for-

5.8 Page 48

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322 Stanisław Zimniak
tagsstunde erhalte ich Bericht über die verschiedenen Anstalten in Italien, in Frank-
reich, in Spanien und Amerika; auf diese Art habe ich stets Gelegenheit, Abhilfe zu
treffen, wo es noth thut, was übrigens sehr selten vorkommt. Die Jugend selbst ist
von Natur aus nicht ganz schlimm; das Schlechte an ihr hat meistens nur die Er-
ziehung oder die Vernachlässigung verschuldet. Auch wir hatten schon manchen
unter uns, der bald für das Strafhaus reif gewesen wäre; auch mit dem Dolche wußten
schon einzelne umzugehen. Andere wieder waren arge Gotteslästerer; doch bald än-
dern sich alle”.
Sie kamen nun auch auf die Nothwendigkeit zu sprechen, für die verwahrloste
Jugend in unserm Vaterland zu sorgen, und bemerkten, daß uns Bosco’s Mitwirkung
die Erfolge von vornherein verbürgen würde und daß sich das polyglotte Oesterreich
gewiss eignen würde, der salesianischen Kongregation Eingang zu verschaffen,
indem sich ja ein Boden vorfände, der ihrem heimlichen ziemlich ähnlich wäre. „Von
Herzen gern, erwiderte Bosco, will ich Ihrem Wunsche willfahren, wenngleich die
Nachfrage von allen Seiten sehr groß ist und unsere Kräfte nicht ausreichen. Aller-
dings gehen aus dem hiesigen Noviziate jährlich 120-130 Salesianer hervor; ebenso
bestehen Noviziate in Frankreich, Spanien und Amerika; allein trotzdem können wir
lange nicht allen Bedürfnissen genügen. Auch aus Oesterreich kommen Anfragen.
Mit der Gemeinde von Trient waren schon Verhandlungen gepflogen worden156, al-
lein sie führten zu keinem günstigen Resultate”157. Da fiel uns unwillkürlich Don Bo-
sco’s Bemerkung ein, daß ihm in Frankreich und Spanien der St. Vinzentius-Verein
vorgearbeitet habe, und wir bemerkten, daß wir im VinzentiusVerein dahin wirken
wollen, daß ein salesianisches Haus auf österreichischem Boden errichtet werden
könnte. Bosco erwiderte, daß die Salesianer für die Beschaffung der nöthigen Mittel
selbst nicht zu sorgen vermöchten, daß vielmehr jene, welche sie beriefen, die mate-
riellen Subsistenzmittel bieten müßten. Nochmals versicherte er uns seiner Bereitwil-
ligkeit, uns auf Verlangen und nach Möglichkeit Salesianer zu senden; dann empfahl
er sich unserm Gebete. Am Ende unserer Unterredung sagte Don Bosco: „Noch eins:
alle Psalmen enden mit Gloria Patri; so will ich zum Schlusse auch Euch die Mis-
sionen wärmstens empfehlen, sie, die der Hilfe so sehr bedürfen”.
Nun vertheilte Bosco die von ihm geweihten Medaillen, segnete uns, und damit
schloß eine der interessantesten und erhebendsten Episoden unserer Reise. Zu
Thränen gerührt, verließen wir das Gemach.
Die Patres holten uns wieder ab und gaben uns das Geleite, indem sie uns zur
langen Unterredung mit Bosco beglückwünschten. Hätten wir Bosco in Turin ge-
troffen, so hätte er uns nicht soviel Zeit widmen können158. Von der Umgebung Bo-
mata da 170 mila monelli». Pare che tale divergenza sia dovuta ai vari criteri di calcolo che ve-
nivano applicati per cui capita che le stesse fonti salesiane non concordino fra di loro.
156 Le prime trattative risalgono infatti al 1877; si veda S. ZIMNIAK, Salesiani nella Mitte-
leuropa.., p. 94 ss.
157 In una sua nota l’autore dell’articolo informò «Auch nach Karlstadt in Kroatien sol-
lten vor einiger Zeit Salesianer kommen; das Projekt zerschlug sich wieder».
158 In una nota dell’articolo l’autore aggiunse: «Es gilt in Turin, schreibt uns der hochw.
Johann Mehler, welcher drei Wochen bei den Salesianem in Turin weilte, als eine Gnade, Au-

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 323
sco’s erfuhren wir einzelne Details über seine jüngste Reise (1886) in Spanien159.
Hohe und Niedere, Priester und Laien wollten ihm daselbst ihre Huldigung dar-
bringen. Das Volk harrte oft stundenlang zu vielen Tausenden vor den Fenstern seiner
Wohnung, bis er sich zeigte und die Leute segnete. Dann gingen alle zufrieden nach
Hause. Es wurden uns auch so wunderbare Ereignisse aus der jüngsten Vergangenheit
erzählt, daß wir ohne nähere Detailkenntniß Anstand nehmen müssen, sie öffentlich
zu erwähnen. In gehobener Stimmung kehrten wir nach Turin zurück.
Am Tage darauf, es war Sonntag, gingen wir wieder in die Kirche Maria Ausi-
liatrice und wohnten dort der heiligen Messe bei, welche für die im Hause befindli-
chen Lehrjungen – etwa 500 an der Zahl – gelesen wurde; die Präfekten160 waren
mitten unter ihnen. Erbauend war es zu sehen, wie viele von den jungen Leuten zum
Tische des Herrn hinzutraten, und mit welcher Andacht sie sich dabei betrugen. Die
über die Ferien im Hause verbliebenen Studenten hatten später eigens eine heilige
Messe. Wir konnten uns gar nicht satt sehen an dem frohen Wesen dieser Jugend und
an der Intimität des Verhältnisses zu ihren Lehrern. Eine solche Intimität zwischen
Lehrern und Schülern, wie wir sie hier fanden, ist einzig in ihrer Art.
Wir brachen nun auf, um noch eine zweite Anstalt Bosco’s in Turin – das
frühere Oratorium zum heiligen Aloisius – sammt der von Bosco erbauten Kirche di
San Giovanni Evangelista (am Corso Vittorio Emanuele) zu besuchen161. Das
Gebäude dieser Anstalt entspricht allen Anforderungen architektonischer Schönheit.
Von besonderm Glanze ist die Kirche, wohl die besuchteste und schönste der ganzen
Hauptstadt. Auch in diesem Institute, jetzt San Giovanni genannt, befinden sich meh-
rere Werkstätten, eine Buchdruckerei und eine Buchhandlung. Mehrere hundert
Knaben erhalten in diesem Hause ihre Erziehung und herrscht hier derselbe Frohsinn
unter den jungen Leuten und dieselbe Intimität mit ihren Lehrern, wie im Oratorio in
der Via Cottolengo.
Wie sehr man sich durch die salesianischen Werke angezogen fühlt, mag auch
daraus zu entnehmen sein, daß der bejahrte Kirchenfürst Bischof Leto von Biela162
sich ganz nach San Giovanni zurückgezogen hat und im Kreise der Jünger Bosco’s
seine letzten Tage verbringt. Wir hatten die Ehre, diesem edlen Jugendfreunde vorge-
stellt zu werden und unsere Erlebnisse in San Benigno ihm zu erzählen. Einige der
anwesenden Salesianer waren ebenfalls gestern bei Bosco gewesen. Sie bemerkten,
dienz bei Bosco zu erhalten. Ich habe harte Kämpfe mit dem Privatsekretär Bosco’s zu be-
stehen gehabt, um vorgelassen zu werden. Die erste Audienz währte dreiviertel Stunden, was
man mir als unerhört bezeichnete».
159 Il viaggio in Spagna si svolse dal 7 aprile al 6 maggio 1886.
160 Un termine salesiano che corrisponde a un ufficio di catechista nella chiesa.
161 L’istituto di San Luigi era stato inaugurato nel 1882.
162 Basilio Leto nacque il 29 settembre 1819 a Masserano (Vercelli), nel gennaio 1886 si
dimise dal governo della diocesi di Biella e morì il 15 febbraio 1896 a Torino; cf Hierarchia
Catholica Medii et Recentioris Aevi, Patavii, ex Typografia il “Messaggero di S. Antonio”
1978, p. 162. Egli fu accolto di fatto nella menzionata casa salesiana da don Bosco stesso, il
quale con questo gesto volle ricompensare la sua benevolenza, sperimentata in varie occasioni;
cf E. CERIA, Memorie Biografiche di San Giovanni Bosco 1884-1885, vol. XVII, Torino, SEI
1936, p. 546.

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324 Stanisław Zimniak
als wir auf die Begebenheit mit den 50.000 Fr. zu sprechen kamen, daß solche Fälle
bei Bosco häufig vorkommen, so daß er ihnen gegenüber gar keine Erwähnung mehr
mache und sie nur Fremden manchmal als interessante Neuigkeit erzähle.
Wir mußten nun von Turin Abschied nehmen, wo wir so mächtige Anregungen
für eine echt charitative Thätigkeit empfangen hatten. Nach wenigen Stunden
entführte uns die Bahn der piemontesischen Hauptstadt und brachte uns gegen Abend
an die Schweizer Grenze.
(Traduzione)
Giungemmo a Torino nelle prime ore del mattino. Dopo avere assistito nella
chiesa della Consolata ad una santa Messa, ci recammo subito all’Oratorio salesiano.
Don Oddone accolse con cordialità i nostri desideri e ci guidò in giro nella casa.
Nella casa vedemmo come i fanciulli possono imparare i più diversi mestieri. Gli stu-
denti cui era stato dato il permesso di riposarsi qualche tempo nella cerchia dei propri
cari erano in vacanza. Al tempo della nostra presenza Don Bosco non era a Torino ma
a San Benigno nel noviziato dei Salesiani italiani, sito a un’ora di viaggio fuori della
città. Dopo il pranzo che ci era stato servito nell’Oratorio con la più cordiale ospita-
lità, ci recammo a San Benigno dove ci portò con la rapidità del vento il trenino a va-
pore. Accolti con la massima cordialità, visitammo dapprima i laboratori della gio-
ventù salesiana, simili a quelli dell’Oratorio in Torino; indi l’intera casa, un’ex ab-
bazia che era stata ceduta in uso dal governo al comune dal quale ora Don Bosco la
ricevette. La parrocchiale confinante è una delle più belle dei dintorni. Nell’orto ve-
demmo numerosi giovani novizi che attendevano agli esercizi spirituali e si prepara-
vano alle missioni in Patagonia. Tutti erano pieni di entusiasmo per la loro chiamata.
Noi non potemmo disturbarli a lungo, ci intrattenemmo però con tanta maggior inten-
sità nei laboratori con un giovane che, nato in Belgio e educato a Vienna, era venuto a
San Benigno per dedicarsi allo stato clericale. Vivamente rallegrato di potersi intratte-
nere con noi Tedeschi, questo novizio ci edificò per la sua umiltà.
Fummo allora accompagnati in un corridoio stretto e piuttosto oscuro. Era ri-
colmo di una ressa di giovani, tutti desiderosi di parlare con Don Bosco. Avevamo già
quasi rinunziato alla speranza di compartecipare ancora in giornata a questa gioia,
quando uno dei Padri ci condusse nella stanza da letto di Don Bosco proprio per pro-
curarci più sollecita udienza. Un semplice sofà dietro una scrivania altrettanto mo-
desta, un letto e alcune sedie componevano l’arredamento di Don Bosco che attestava
santa povertà. Il suo vicario generale Don Michele Rua – un uomo di grande intelli-
genza e talento organizzativo che era stato raccolto un tempo da Don Bosco dal sel-
ciato delle strade e che poté divenirne il successore – comparve subito dopo per salu-
tarci. Noi allora manifestammo di nuovo il desiderio di vedere Don Bosco e di par-
largli. Dopo qualche tempo i numerosi novizi accalcati nel corridoio furono richia-
mati a una pratica di devozione e grazie a essa ci trovammo più vicini al nostro
scopo. Don Bosco ora poteva riceverci. L’istante da anni agognato era giunto. La
porta si aprì; salutandoci con un luminoso sorriso, sostenuto dalle braccia di due
padri, Don Bosco varcò la soglia della stanza. In ginocchio ricevemmo la sua benedi-
zione. Il 15 agosto Don Bosco aveva raggiunto il suo settantunesimo compleanno,

6 Pages 51-60

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 325
tuttavia la sua debolezza faceva supporre un’età ancora più avanzata. Egli si avvicinò
a noi a passi lenti. Dopo che ebbe preso posto in mezzo a noi e dopo che ebbe bene-
detto le medaglie che gli erano state date da distribuirci, ebbe inizio la interessantis-
sima conversazione che durò quasi tre quarti d’ora e che venne condotta in lingua ita-
liana e in quella latina.
Nel corso della conversazione andò dileguandosi sempre più l’impressione di
fisica fragilità di questo uomo raro e la vivacità del suo spirito, appaiata a una in-
genua pietà, semplicità e bontà di cuore si manifestò in pieno. Visibilmente rallegrato
di sentire che noi venivamo da Lourdes e che chiamavamo nostra patria l’Austria,
Don Bosco chiese a ognuno di noi notizie sulle nostre occupazioni e residenze. Egli
apprese col massimo interesse come da noi la gioventù riceveva l’istruzione catechi-
stica, dato che in Italia era organizzata in modo del tutto diverso e come anche nelle
grandi città l’istruzione religiosa veniva impartita nelle chiese con una numerosa par-
tecipazione dei fanciulli. Don Bosco apprese con soddisfazione che due di noi appar-
tenevano alla società di San Vincenzo di cui apprezzava assai l’efficacia apostolica;
proprio questa società, egli soggiunse, spianò la via alle opere dei Salesiani in Francia
e in Ispagna e fornì all’Associazione dei Cooperatori Salesiani un alto contingente di
membri.
Allora ci riferì pure qualcosa circa le sue opere. Il breve lasso di tempo conces-
soci non permise purtroppo di porgli domande più dettagliate concernenti fatti mira-
colosi nella sua vita, ma tanto più ce ne comunicarono più tardi le persone che gli sta-
vano attorno.
“La gente crede spesso” così esordì Don Bosco “che io debba essere assai ricco;
donde potrei altrimenti mantenere tanti istituti e fanciulli così numerosi? Tuttavia
Don Bosco non ha nulla altro che queste due mani vuote e se io abbisogno di qual-
cosa per la mia povera gioventù allora elevo queste mani verso il Signore Iddio che
mi ha sempre aiutato. Se cerchiamo soltanto la gloria di Dio, allora possiamo co-
struire sicuri sul suo aiuto”. In quel momento Don Bosco ci raccontò uno di quei fatti
mirabili che così spesso si ripeterono nella sua vita operosa; era il più recente. Era av-
venuto proprio nel medesimo giorno in cui noi eravamo da lui.
“Ieri si presentò da me un creditore, esigendo con insistenza immediata soddi-
sfazione del proprio credito. Non era una piccolezza; egli desiderava non meno di
50.000 franchi e io presso di me non avevo più di dieci centesimi. “Ora non posso pa-
garLa”, obiettai. “Abbiate pazienza”. Al contrario il nostro creditore divenne sempre
più irruento così che io dissi ai miei che non restava se non emigrare in America per
metterci al sicuro dalle persecuzioni di quell’uomo. Oggi venne da me anche un
(altro) uomo che aveva l’aspetto di un mendicante. “Ritenni” così egli disse “che se
comunque si volesse fare qualcosa di bene fosse meglio farlo per tempo; le opere
compiute alla soglia della tomba, quando non si può più godere nulla dei propri beni,
non valgono molto. Lei reverendo voglia disporre di questa offerta a vantaggio della
povera gioventù”. Egli mi porse esattamente 50.000 franchi. “Così mi successe
spesso. Non avrei mai potuto versare anticipi, ma cominciammo le nostre opere
sempre nella fiducia verso la provvidenza; e se proprio tutto era stato compiuto per la
gloria di Dio, allora ricevetti tutto quanto mi necessitava”. La costruzione della gran-
diosa chiesa del Sacro Cuore in Roma esigeva somme colossali. Tuttavia Don Bosco

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326 Stanisław Zimniak
non si perse d’animo. “L’impianto per la costruzione è troppo piccolo” così si
espresse all’inizio. Gli vennero contrapposte obbiezioni. Allora Don Bosco si fece
esibire i conti concernenti le sue precedenti costruzioni in Roma; la somma ammon-
tava a due milioni di franchi. “Avete già tutto pagato? chiese. “Sì, reverendo”. “Al-
lora, suvvia, abbiate coraggio; Colui che finora provvide a queste spese non ci abban-
donerà nemmeno in seguito!”.
Passando all’organizzazione interna e alla diffusione delle sue opere, Don
Bosco osservò: “Come sarebbe possibile mantenere in ordine un numero così alto di
giovani se ciascun Salesiano non compisse il proprio dovere? Ognuno di loro sa ciò
che deve fare, esegue i compiti che gli vengono affidati, incurante dei doveri degli
altri e così tutto procede nel proprio corso regolare. In tale maniera le nostre opere
sono cresciute da 45 anni; oggi siamo ormai in numero di 210.000. Per tutti occorre
provvedere. Ogni giorno attorno a mezzodì ricevo relazione sulle diverse istituzioni
in Italia, in Francia, in Ispagna e in America; in questo modo ho sempre occasione di
decidere l’aiuto dove è necessario, ciò che del resto accade assai di rado. La stessa
gioventù per natura non è del tutto cattiva; della malvagità in essa è per lo più re-
sponsabile l’educazione o la trascuratezza. Anche noi abbiamo avuto qualcuno fra noi
mezzo maturo per il riformatorio; alcuni erano pure abituati a servirsi di pugnali. Altri
poi erano bestemmiatori; però si cambiano tutti”.
A quel punto noi giungemmo a parlare pure della necessità di provvedere alla
gioventù trascurata nella nostra patria e osservammo che la cooperazione di Don
Bosco garantirebbe in antecedenza i successi e che l’Austria polilinguistica si preste-
rebbe sicuramente a procurare l’ingresso della congregazione salesiana, trovandosi
colà pronto un terreno che era abbastanza simile a quello di casa. “Con tutto il cuore”
rispose Don Bosco “voglio accondiscendere volentieri al vostro desiderio, anche se le
richieste da ogni parte sono assai numerose e le nostre forze non bastano. È vero che
da questo noviziato riescono ogni anno 120-130 salesiani, ed egualmente esistono no-
viziati in Francia, in Spagna, in America, ma nonostante ciò siamo di gran lunga inca-
paci di soddisfare a tutti i bisogni. Pure dall’Austria pervengono richieste. Con il co-
mune di Trento erano già state condotte trattative, però non condussero ad alcun risul-
tato”. Allora ci venne in mente istintivamente l’osservazione di Don Bosco che in
Francia e in Ispagna la società di San Vincenzo gli aveva preparato la strada e osser-
vammo che noi nella società di San Vincenzo volevamo ottenere che potesse essere
stabilita una casa salesiana in terra d’Austria. Don Bosco rispose che i salesiani non
erano in grado di provvedere da sé la fornitura dei mezzi necessari e che anzi piut-
tosto dovessero offrire i mezzi materiali di sussistenza coloro che li chiamavano. Egli
ci assicurò di nuovo la propria prontezza a mandarci salesiani su richiesta e secondo
la possibilità, poi si raccomandò alle nostre preghiere. A conclusione del nostro collo-
quio Don Bosco disse: “Una cosa ancora: tutti i salmi finiscono con un Gloria Patri;
così in conclusione voglio anche a Loro raccomandare nella maniera più calorosa le
missioni, tutte così bisognose di aiuto”.
A quel punto Don Bosco distribuì le medaglie che aveva benedetto, benedisse
anche noi, dando così fine a uno degli episodi più interessanti e edificanti del nostro
viaggio. Lasciammo la stanza commossi fino alle lacrime.

6.3 Page 53

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L’Austria incontra don Bosco “padre, maestro e amico dei giovani” 327
I padri vennero ancora a prenderci e ci accompagnarono, congratulandosi con
noi per la lunga conversazione con Don Bosco. Se avessimo incontrato Don Bosco in
Torino non avrebbe potuto concederci altrettanto tempo. Dalle persone che attorniano
Don Bosco venimmo a sapere singoli dettagli concernenti il suo più recente viaggio
in Ispagna. Persone altolocate e persone umili, sacerdoti e laici volevano colà por-
gergli omaggio. La gente attendeva spesso per ore a migliaia dinanzi alle finestre
della sua abitazione finché egli si mostrava e impartiva una benedizione. Soltanto al-
lora tutti andavano soddisfatti a casa. Ci furono narrati pure fatti del più recente pas-
sato così mirabili che noi, privi della conoscenza di dettagli più precisi, ci facciamo
scrupolo di menzionare pubblicamente. Ritornammo a Torino di buon umore.
Il giorno successivo, che era domenica, andammo di nuovo nella chiesa di
Maria Ausiliatrice e assistemmo là alla santa messa, celebrata per gli apprendisti
ospitati nella casa, in numero di circa cinquecento; i prefetti si trovavano in mezzo a
loro. Edificante fu vedere quanti di quei giovani si accostarono alla mensa del Si-
gnore e con quale devozione essi si comportavano. Gli studenti rimasti a casa durante
le ferie avevano più tardi una santa messa apposta per loro. Non potevamo per nulla
saziarci di vedere la gioiosa natura di quella gioventù e l’intimità della relazione con i
loro maestri. Una simile intimità fra maestri e scolari come quella che noi trovammo
là è unica nella sua specie.
Allora ce ne andammo per visitare un’altra istituzione di Don Bosco in Torino,
l’ex oratorio di S. Luigi, insieme con la chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita
da Don Bosco in corso Vittorio Emanuele. Il fabbricato di tale istituto corrisponde a
tutti i canoni della bellezza architettonica. Di uno splendore particolare è la chiesa,
certamente la più frequentata e bella dell’intera città. Pure in questo istituto, ora detto
di San Giovanni, si trovano diversi laboratori, una tipografia e una libreria. Diverse
centinaia di giovinetti ricevono in questa casa la loro educazione e anche qui regna la
medesima gioia fra i giovani e la medesima intimità con i loro maestri come nell’ora-
torio di via Cottolengo.
L’intensità con cui ci si sente attratti dalle opere salesiane potrebbe anche essere
rilevata dal fatto che l’anziano prelato, vescovo Leto da Biella, si è ritirato totalmente
a San Giovanni e trascorre i suoi ultimi giorni in mezzo ai giovani di Don Bosco.
Avemmo l’onore di essere presentati a questo nobile amico della gioventù e di rac-
contargli le nostre vicende vissute a San Benigno. Alcuni dei salesiani presenti erano
stati parimenti ieri da Don Bosco. Quando pervenimmo a narrare il fatto dei 50.000
franchi essi osservarono che in Don Bosco simili casi capitano spesso, così che di
fronte a loro non era affatto il caso di farne alcun cenno e, se mai, di raccontarli
qualche volta soltanto agli estranei come interessante novità.
Dovemmo prendere quindi congedo da Torino dove avevamo ricevuto così forti
impulsi per una attività autenticamente caritativa. Dopo alcune ore la ferrovia ci rapì
dalla capitale piemontese e verso sera ci portò alla frontiera svizzera.