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STUDI
VENT'ANNI DI FORMAZIONE
DEL PERSONALE SALESIANO NELL'ISPETTORIA
DELL'URUGUAY E DEL BRASILE (1876-1895)
A.S. Ferreira
Gli inizi della comunità 1
Arrivando a Montevideo, D. Luigi Lasagna così manifestava il suo sta-
to di animo: «La mano pietosa della Divina Provvidenza che ci trasse sani e
salvi attraverso i flutti dell'Oceano, ci collocò finalmente sul campo delle
nostre fatiche e delle nostre più belle speranze! Da sette notti dormiamo
tranquilli i nostri sonni sotto un tetto che possiamo chiamar nostro!!! Da
sette mattine celebriamo la Santa Messa in una graziosissima chiesetta che
d'ora innanzi dovrà raccoglierci tutti e stringerci coi vincoli di ardente carità
e zelo appiè di Gesù Sacramentato. Oh che sia benedetto mille volte il
giorno felice del nostro arrivo, il 26 Dicembre 1876!!!»
Subito all'inizio del viaggio in America, una tremenda burrasca si era
abbattuta sull'Atlantico Nord. Passati quei giorni di sofferenza e di timore,
D. Lasagna promise di cuore al Signore: «Tutta la nostra vita, forze, fati-
che, ingegno, cuore, tutto d'ora innanti sarà per Lui, e per Lui solo». E non
furono soltanto parole. Lo zelo con cui il novello Direttore si lanciò al lavo-
ro nel collegio Pio di Villa Colón fu tale che lo stesso Ispettore, D. France-
sco Bodrato, dovette intervenire per moderarne l'entusiasmo.2
1 Supponiamo conosciuto quanto presentato da P. BRAIDO, Un «nuovo prete» e la sua
formazione culturale secondo don Bosco. Intuizioni, aporie, virtualità, in RSS 8 (1989) 1. pp.
7-55.
2 ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 02.01.1877 fi. Ir; 21.12.1876 fi. 2r. Scrivendo a D.
Rua il 4 giugno 1878, dice D. Bodrato: «Ho trovato moltissimo zelo nel Direttore ed ho potuto
conoscere che lavora oltre le sue forze. Nei subalterni regnava lo sconforto e il malcontento. Il
Direttore vorrebbe che fossero tutti impegnati come lo è lui, ma è impossibile. Egli ha ragione
perché vede il bisogno e gli altri non han torto, perché non hanno e non possono avere il suo
zelo». F. BODRATTO, Epistolario. Roma, LAS 1988, p. 310. Cf. anche pp. 272-273, 281-283.
Mons. Luigi Lasagna (1850-1895) fondò l'Opera salesiana nell'Uruguay, Paraguay e Bra-

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278 A.S. Ferreira
A Villa Colón, quel gruppo di Salesiani altro non fece che continuare il rit-
mo di vita comunitaria che si era costruito lungo il viaggio. Nei giorni trascorsi al
Seminario di Bordeaux, — dopo che avevano perso la nave Potosì e mentre a-
spettavano l'arrivo dell’ Iberia, — vivevano in vera comunità, uniti per i momenti
di preghiera (orazioni del mattino e della sera, meditazione, messa) e per i pasti.3
Appena parte I’Iberia, quei Salesiani si raccolgono insieme per decidere sul teno-
re di vita da abbracciare durante il viaggio. Praticamente ripresero quanto si face-
va a Bordeaux. Insieme poi decisero di rimanere a bordo nelle ore in cui la nave
toccò il porto di Rio de Janeiro. Insieme scelsero la miglior maniera di preparare i
passeggeri alla celebrazione della festa del Natale.4
Iniziati ormai i lavori scolastici al collegio Pio, la comunità continuò a avere
i suoi momenti di incontro. Ogni mattina la meditazione era guidata dal Direttore.
Ogni sabato D. Lasagna faceva la conferenza ai confratelli e novizi. Quel tempo
serviva inoltre per gli opportuni avvisi. Qualche risoluzione più importante fu
presa mediante consultazione di tutta la comunità: esempio ne è la maniera con
cui si arrivò alla fondazione di Paysandù.5
Quanto all'uso dei beni materiali, in mezzo alle strettezze che la loro scarsità
imponeva, ognuno poteva servirsi liberamente di quanto aveva bisogno. Per il
Direttore questo era un punto di grande importanza: voleva che i confratelli si
sentissero bene a casa loro e affidava alla coscienza di ognuno quei controlli che,
in altre case, altri giudicavano bene effettuare personalmente in nome della po-
vertà religiosa e della vita comune.6
Di altri mezzi si serviva ancora il Direttore per la formazione dei Salesiani
della sua comunità. Ogni domenica, la predicazione;7 tutte le mattine
sile, di cui fu Ispettore dal 1881. Fatto Vescovo titolare di Tripoli nel 1893, ricevette l'incarico
delle Missioni indigene nel Brasile e la cura degli emigrati italiani in quelle vaste regioni della
sua Ispettoria. Morì in un incidente ferroviario a Juiz de Fora, Brasile, nel 1895.
D. Francesco Bodrato (1823-1880), si firma anche Bodratto. Era Maestro comunale a
Mornese quando conobbe D. Bosco. Sacerdote nel 1869, fu Economo Generale della Congre-
gazione salesiana nel 1875. Nel '76 partì per Buenos Aires, dove fu il primo Ispettore
dell’Ispettoria Americana.
3 Per le preghiere in comune si servivano de Il Giovane Provveduto; quanto alla medita-
zione, sappiamo che durante il viaggio in mare usavano VApparecchio alla Morte di S. Alfonso
(Cf. ASC A 142, lettera Lasagna-Bosco 21.12.1877 fi. 2v).
4 Cf. ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 22.11.1876 fi. 2r-3v; s/d [07.12.1876] fi. lv;
21.12.1876 fi. 2v-3v; 02.01.1877 fi. lv-2v.
5 Cf. ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 04.06.1878 fi. 3r; 05.12.1877 fi. lv; ASC B 717
Lasagna-Cagliero 03.09.1877 fi. 3r; BS 5 (1881) 7, luglio, p. 14, col. 1-2.
6 Cf. lettera Massano-Barberis 12.[02].1884 in RSS 2 (1983) 2, p. 334.
7 Per la predicazione sappiamo soltanto che uno dei testi di cui si serviva erano le Predi-
che di A.F. BIAMONTI, probabilmente Serie di meditazioni, prediche e istruzioni ad uso delle
sacre missioni e de' santi spirituali esercizi. Milano, E. Oliva 1873, 6a ed.

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Vent'anni di formazione del personale salesiano
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era disponibile durante la messa della comunità per la confessione sacramentale.
Sia i Salesiani che i giovani avevano, però, la libertà di andare a confessarsi da
altri, anche esterni. Anzi, lo stesso D. Lasagna si interessava di ottenere Confes-
sori esterni alla comunità, per salvaguardare la libertà delle coscienze. Nel rendi-
conto o colloquio mensile, si appianavano tante difficoltà e si correggevano tanti
difetti.8
Un ultimo mezzo, di cui il Direttore non riuscì a servirsi integralmente, fu la
scuola di teologia. Se per alcuni mesi dell'anno le cose riuscivano a camminare
normalmente, l'avvicinarsi dell'epoca degli esami, col sovraccarico di lavoro che
la loro preparazione comportava per gli insegnanti salesiani, mandava in fumo
ogni buona volontà di D. Lasagna e dei suoi chierici. D'altra parte, la poca prepa-
razione culturale del personale di cui disponeva non gli permetteva di farsi aiuta-
re dagli altri sacerdoti sia per la scuola di teologia, sia per la predicazione, sia per
le altre attività necessarie al consolidamento dell'Opera salesiana nella Repubbli-
ca orientale.9
Pastorale vocazionale
Dal lavoro formativo del Direttore con la comunità salesiana passiamo alla
pastorale vocazionale con gli allievi.
Il curricolo degli studi del collegio Pio di Villa Colón fu preparato dalla So-
cietà degli Amici dell'Educazione Popolare, su richiesta dei fondatori del colle-
gio, che erano protestanti. Quel curricolo rispecchiava le idee di José Pedro Vare-
la, condensate nel libro «La Educación del Pueblo». Queste idee altro non erano
che l'espressione del naturalismo pedagogico della seconda metà dell'Ottocento.10
8 Cf. ASC B 717 lettera Lasagna-Cagliero 07.10.1879 fi. lv; ASC A 142 lettera Lasagna-
Bosco 04.04.1878 fi. 2v. Al Vescovo di Montevideo scriveva D. Lasagna: «Pero para proveer a
todo y bien necesitaría de un Confesor extraordinario para los que no tuvieran confianza en los
Padres del colegio. Me dirijo pues a S. Señoría Ilustr. para que me mande el miércoles con el
tren de las 11 y media ya el Padre Lucchesi, ya el P. Viñals, ya el P. Silva. El que viniere podrá
regresar el jueves con el primer tren si lo precisa y en caso de necesidad lo podría también la
tarde del Miércoles al anochecer» (Archivio dell'Archidiocesi di Montevideo, fondo Mons.
Vera, cartella 4/2 ano? 6885/1 lettera Lasagna-Vera).
9 Cf. ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 03.01.1878 fi. 6v; 05.08.1878 fi. 3v; 25.11.1879 fi.
4v; ASC B 717 lettere Lasagna-Rua 19.02.1878 fi. lv-2r; Lasagna-Cagliero 20.03.1878 fi. 2r-2v;
s/d [...09.1878]; 08.05.1880 fi. Ir.
10 Cf. J.P. VARELA, La educación del Pueblo. Montevideo, [Instituto Nacional del Libro]
1964, I, pp. 3-4. Nel 1868, Carlos María Ramírez e José Pedro Varela appoggiati da Domingo
Aramburu avevano dato inizio alla Società degli Amici dell'Educazione Popolare, la quale, nel

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A.S. Ferreira
Accettando la direzione del collegio Pio, D. Cagliero lo aveva voluto come
un collegio per allievi della classe media, uguale ai collegi di Alassio e Varazze,
in Italia. Ma in pratica le cose andarono diversamente. Precedeva i Salesiani la
loro fama di educatori ormai inseriti tra gli specialisti del collegio. A Montevideo
poi la crisi della scuola non-statale portava alla chiusura di ottime scuole, come il
Politecnico, e metteva le famiglie dell'alta società nella necessità di cercarsi un
buon collegio per i popri figliuoli. Cosicché al collegio Pio si iscrissero giovani di
condizione economica piuttosto agiata, ai quali interessava lo studio della mate-
matica e delle scienze naturali, per prepararsi a una carriera nel commercio, nel-
l'agricoltura, nell'incipiente industria, nella magistratura e in altri rami dell'attività
sociale e economica.11
Invece i Salesiani, che arrivavano dall'Italia, credevano di aver a che fare
con popoli rozzi, incolti e ignoranti. Seguendo poi la consuetudine di Valdocco e
le indicazioni dei Superiori, credettero bene di modificare il curricolo preparato
da Varela, introducendovi una buona dose di latino, nella speranza di promuovere
così le vocazioni allo stato ecclesiastico. Il clima di serena moralità regnante a
Villa Colón, lo studio del latino, la regolarità della vita di pietà erano tali che il
Vescovo di Montevideo affidò a quel collegio la formazione dei suoi pochi semi-
naristi.12
A quanto pare, nacque da tutto questo la prima crisi del collegio Pio. Il mo-
tivo apparente fu la mancanza di pulizia nei diversi locali. Ma in realtà gli Amici
dell'Educazione Popolare non vedevano di buon occhio quella modificazione del
modello pedagogico di Varela, tanto più che essi erano laici e il cambio si faceva
in senso nettamente clericale. A molti degli allievi poi il nuovo curricolo presen-
tava delle motivazioni del tutto estranee alla realtà sociale dell'Uruguay. Il colle-
gio Pio venne accusato di seminarismo, sulla stampa si scatenò una campagna
contro quell'Istituto e, dentro le mura, alcuni allievi si ribellarono apertamente.
Ma il loro tentativo non resse. Dall'Argentina, D. Cagliero mandò dei rinfor-
zi per il corpo docente. La comunità salesiana si mantenne compatta-
governo di Lorenzo Latorre porterà a buon termine la riforma della scuola primaria nell'Uru-
guay.
Fondatori del collegio di Villa Colon erano Ambrosio Placido Lezica, Anacarsis Lanus e
Enrique Fynn.
11 Cf. P. STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica. Roma, LAS [1979], 2a
ed., I, p. 123; ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 16.07.1877; 25.11.1879 fi. 2v-3r; s/d
[...04.1877] fi. 7v; F. BODRATTO, Epistolario, p. 148; ASC B 717 lettera Lasagna-Rua
03.05.1877 fi. 2r-2v.
12 Cf. ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 19.10.1877 fi. lr-lv; 03.10.1877 fi. 2v; ASC B
717 lettera Lasagna-Cagliero 06.10.1877 fi. lv; F. BODRATTO, Epistolario, p. 472.

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Vent'anni di formazione del personale salesiano
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mente unita attorno al direttore; l'assistenza vigile, la fermezza e tempestività
degli atteggiamenti ebbero ragione dei tentativi di rovesciare la disciplina del
collegio. In quei momenti fu particolarmente efficace Fazione di altri allievi che
difesero apertamente i Salesiani e scrissero ai genitori, conquistando in questa
maniera preziosi appoggi fuori del collegio. A metà anno, nella splendida acca-
demia preparata in occasione del giubileo pontificio, gli allievi mostrarono un tal
progresso culturale, un fare così spigliato e franco davanti al pubblico che tutti si
convinsero che l'Istituto davvero preparava i suoi giovani per la vita sociale della
Nazione. Gli scontenti si ritirarono e nuovi allievi vennero a occupare i loro posti.
D. Lasagna poteva proseguire indisturbato il lavoro di pastorale vocazionale.13
Gli allievi volevano un bene dell'anima al loro Direttore, che si dedicava in-
teramente ad essi e li trattava con amorevolezza e sincerità. In loro, D. Lasagna
inculcava l'idea che Iddio chiama ognuno a una data carriera nel mondo e che
ognunno deve rispondere davanti alla propria coscienza, alla società e a Dio della
maniera con cui gestisce questa chiamata. Inoltre, avendo imparato da don Bosco
che «la sola pietà è seme legittimo ed infallibile di vocazione», la coltivava tra i
giovani, anche con la creazione di associazioni, quale la Compagnia del SS. Sa-
cramento. Nel 1880, avendo ormai un buon gruppo di allievi più maturi, li lanciò
nel campo dell'apostolato tra la gioventù dei quartieri di periferia della capitale,
con la creazione della Società degli Oratori festivi, il cui primo Presidente fu
l'allievo Luis Pedro Lenguas. L'iniziativa ebbe grande esito, ottenne l'appoggio
delle famiglie degli allievi, dei benefattori dell'Opera salesiana e di parte del cle-
ro, distinguendosi in essa il Parroco del Cordón, il futuro missionario della cam-
pagna uruguayana, Mons. Pio Cayetano Segundo Stella. Dalla Società degli Ora-
tori Festivi verranno in seguito delle vocazioni molto mature per la Congregazio-
ne salesiana.14
13 Cf. ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 03.05.1877 fi. lv-2v; 16.07.1877 fi. lv-2v.
14 Mons. Pio Cayetano Segundo Stella (1857-1927) studiò in Argentina, Santa Fé, e poi a
Roma. Laureato in Filosofia e Teologia, bacciliere in Diritto Canonico. Vescovo ausiliare di
Montevideo nel 1893 dedicherà il meglio della sua attività all'evangelizzazione della campagna
uruguayana.
Quanto ai rapporti tra D. Lasagna e i suoi allievi si vedano le testimonianze di Mario Mi-
gone, José Irureta Goyena e Luis Pedro Lenguas in J. BELZA, Luis Lasagna, el obispo misionero.
Buenos Aires, 1970, pp. 85-88. Cf. anche Archivio dell'Ispettoria Salesiana dell'Uruguay lettera
Lasagna-allievi 25.12.1878; ASC A 138 lettera Cagliero-Bosco 20.05.1877; ASC A 142 lettere
Lasagna-Bosco 03.01.1878 fi. lv; s/d [aprile 1877] fi. 7v.
Scrivendo a don Bosco dice D. Lasagna: «Ma ciò che più consolerà Lei, venerat.mo Pa-
dre, sarà la bella notizia che posso darle intorno allo stupendo sviluppo e progresso della pietà
ne' suoi diletti figli di Villa Colon. S'impiantò la Compagnia del SS. Sacramento, ed i congre-

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A.S. Ferreira
Il 6 ottobre 1877, scrivendo a D. Cagliero, D. Lasagna azzardava di fare i
nomi di alcuni probabili candidati alla vita salesiana: Francisco Folle, Mario Mi-
gone, Enrique Arocena, Bernardino Alfredo Duhau e Martin Arrillaga. Di questi
solo Mario Migone realizzerà pienamente le speranze del Direttore: per molti
anni sarà un simbolo della presenza salesiana nelle isole Malvine. Francisco Folle
ritornerà a Villa Colón nel '84 e fino al 1890 farà una esperienza di vita salesiana
che non avrà seguito. Arocena e Arrillaga furono tra quegli allievi che nel 1880,
pur non avendo ancora finito gli studi al collegio Pio, si presentarono in qualità di
privatisti all'Università di Montevideo e riuscirono brillantemente negli esami di
baccellierato, abbandonando quindi il collegio. Duhau fu richiamato dal padre per
aiutarlo negli affari. Esaminando la sua vita, si arriva alla conclusione che quella
decisione paterna non fu proprio un contributo felice al futuro del figlio: non si
sposò, non portò a termine il corso universitario e, nonostante una brillante carrie-
ra nel giornalismo, avrebbe finito i suoi giorni a Buenos Aires nell'abbandono e
nella miseria, se non ci fosse stato il solerte intervento dei parenti che lo riporta-
rono in patria.
D. Lasagna comprese subito il problema che aveva davanti a sé: l'opposizio-
ne delle famiglie, che richiamavano i propri figli appena li vedevano muniti di
istruzione sufficiente per i compiti a cui li destinavano nella vita sociale, anche se
erano a metà corso.15
La prima casa di formazione, a Las Piedras
Molti diffidavano delle vocazioni del posto. Lo stesso Delegato Apostolico,
Mons. Luigi Matera, considerando l'incostanza, la volubilità, l'apparente legge-
rezza di quelle popolazioni, giudicava i giovani nati in Uruguay poco atti ai sacri-
fizi che impone una vita santamente sacerdotale.
D. Lasagna, più che dai dati sociologici, partiva da una visione di fede: «In-
vece io credo che Gesù Cristo re dei cuori umani può lavorarli a suo pia-
ganti sono infervoratissimi: tutti i giorni havvi gran quantità di comunioni, di visite ecc. ed il
buon Gesù messo così a contatto di tanti cuoricini vi desta vocazioni allo stato religioso».
(ASC A 142 lettera Lasagna-Bosco 06.09.1878 fl. lv).
15 D. Mario Migone (1863-1937), salesiano nel 1882, sacerdote nel 1887, fu segretario di
Mons. Cagliero e poi suo provicario. Lavorò in Cile, a Santiago; poi a Rawson nel Chubut e
finalmente dal 1905 tornò alle isole Malvine, dove era stato già nel 1891, e vi rimase fino alla
morte.
Cf. anche ASC B 717 lettere Lasagna-Vera s/d [luglio 1880] fl. lv; Lasagna-Cagliero
28.07.1880 fl. lv-2r; 18.09.1878 fl. lv.

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cimento con maggior facilità con cui l'uomo maneggia la cera piegandola a tutte
le forme che l'ingegno può escogitare». La presenza di Maria Ausiliatrice in mez-
zo ai suoi figli Salesiani era per lui un'altra certezza di vittoria. Ormai si era deci-
so: «...fonderemo l'Opera dì Maria Ausiliatrice, avvicineremo alcuni cuori al
Cuore SS. di Gesù Cristo, sceglieremo alcuni giovani e li offriremo a Maria, glie
li metteremo sotto il manto ed Ella farà il resto». Ci voleva però una iniziativa
diversa dalla pastorale vocazionale che continuava a svolgere nel Collegio Pio:
«Fra pochi anni il collegio Pio le darà alcuni buoni Salesiani, e forse valenti pro-
fessori, ma per ora sono tutti bimbi e ci vuole il tempo per formarli».16
I mezzi materiali per quell' opera li avrebbero forniti le famiglie Jackson e
Buxareo. Ma il loro appoggio era inscindibile da una sola condizione: don Bosco
avrebbe dovuto creare a Montevideo una Ispettoria salesiana, rendendo così l'U-
ruguay salesiano indipendente da Buenos Aires.17
Alcuni mesi vennero spesi nel tentativo di accettazione della scuola agricola
del Manga. Riconosciamo che per l'occasione era una soluzione piuttosto utopica
del problema della casa di formazione. Finalmente D. Lasagna ripiegò sulla pos-
sibilità più realista della parrocchia de Las Piedras. Ottenuto dal comune l'uso
dell'antica chiesa parrocchiale, ormai inagibile come chiesa, la fece riformare
adattandola a collegio. Oltre alle scuole elementari parrocchiali per ragazzi, il
collegio S. Isidro avrebbe dovuto ospitare convittori provenienti da famiglie di
basso reddito e che dessero buone speranze per la congregazione salesiana. A-
vrebbero aiutato nei piccoli bisogni materiali della casa e della parrocchia, mentre
studiavano nelle ore libere dal lavoro.18
Essendo morto poco prima Mons. Vera, primo Vescovo di Montevideo,19
Mons. Inocencio Yeregui, nuovo vescovo, venne a dare la benedizione alla nuova
casa.
16 ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 07.05.1880 fi. 2v; 06.09.1878 fi. 3v.
17 Cf. ASC B 717 lettera Lasagna-Cagliero 17.04.1880 fi. 2v.
18 Cf. ASC B 717 lettere Lasagna-Rua 15.10.1880 fi. 2r; Lasagna-Cagliero 16.05.1881 fl.
lv.; ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 07.02.1881 fl. 2r-3r; 08.04.1881 fl. lv; BS 5 (1881) 8,
agosto, p. 5, col. 2.
19 Mons. Jacinto VERA (1813-1881), nato nelle coste di S. Caterina, Brasile, mentre i suoi
genitori erano in viaggio per l'Uruguay. Sacerdote nel 1842. Vicario Apostolico dell'Uruguay
nel '59, ha conosciuto l'esilio nel 1862. Coll'avvento di Flores poté tornare in patria. Vescovo
titolare nel '65, diventò il primo Vescovo di Montevideo nel 1878. In quelli anni in cui l'Uru-
guay si ammodernava si preoccupò di dare alla Chiesa delle basi salde, capaci di resistere
all'urto delle nuove condizioni di vita. È in corso la sua causa di beatificazione.
Mons. Inocencio Maria YEREGUI (1833-1890), nato a Montevideo. Sacerdote nel 1858 fu
Vicario generale della diocesi e suo secondo vescovo.

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284 A.S. Ferreira
Direttore era D. Angelo Piccono. Gli aspiranti erano sette; l'anno seguente
furono nove a firmare la lettera di auguri a don Bosco per l'onomastico. A D.
Piccono succedette D. Agostino Mazzarello, uomo di grande virtù, ma piuttosto
severo e che per questo non riusciva a guadagnare i cuori dei giovani e invogliarli
a vivere la vita salesiana. Nel 1887, in accordo colle disposizioni del IV Capitolo
Generale, vengono separate le cariche di Direttore e di Parroco. D. Mazzarello si
occuperà della parrocchia, mentre alla direzione del collegio S. Isidro subentrerà
D. Giuseppe Gamba. D. Mazzarello all'inizio sentì alquanto il cambiamento. Poi,
da uomo retto quale era, al vedere il bene che seguì a quel cambio, ne fu conten-
to. 20
Dopo due anni, D. Gamba andò a Montevideo-Sacro Cuore e a Las Piedras
venne D. Carlo Cipriano. Era l'uomo fatto per quella carica. L'aspirandato subito
fiorì. In pochi anni gli aspiranti arrivarono a più di trenta: più della metà dei gio-
vani veniva da Paysandù. Ricordiamo Arturo Castels, Bernardino Maria Villaa-
mil, Eduardo Dufrechou e José Maria Vidal.21
Scrivendo a Mons. Cagliero, D. Cipriano loda la pietà, l'ubbidienza,
l’ingenua bontà del suo personale; si augura che si facciano più furbi e sopratutto
si lagna del loro livello culturale: «ma purtroppo non trovo abbastanza istruzio-
ne» dice il santo direttore de Las Piedras. Nel 1893, Mons. Lasagna cercherà di
rimediarvi inviando D. Felice Guerra e i chierici Riccardo Pittini e Luigi Como-
glio.22
Dal 1894 troviamo a Las Piedras anche D. Pietro Rota, già direttore a Nite-
roi, Brasile. Mons. Lasagna dice che esso fu di grande aiuto per quella casa di
formazione, e dopo la prematura morte di D. Cipriano, lo fece direttore di quella
casa.23
20 Cf. ASC F 467 Las Piedras, lettera Piccono-Bosco 20.05.1882; lettera MassanoBarbe-
ris 12.02.1884 in RSS 2 (1983) 2, p. 334; ASC B 717 lettere Lasagna-Rua 25.02.1887 11. Iv;
18.03.1887 fi. lv.
21 Cf. ASC F 831 Crònica del Colegio «San Isidro» 1879-1937 (Las Piedras), pp. 2-12.
22 Mons. Felice GUERRA (1866-1957) fu poi Arcivescovo di Santiago de Cuba. Tornato
in Italia è morto a Gaeta.
- Mons. Riccardo PITTINI (1876-1961) fu Maestro dei novizi, Direttore e Ispettore in
Uruguay. Ispettore negli Stati Uniti, fu poi Arcivescovo di Santo Domingo.
- D. Luigi COMOGLIO (1874-1956) fu Direttore in Uruguay, poi Ispettore in Ecuador.
Lavorò in Cile e tornò ancora in Uruguay, ove morì. Sul personale de Las Piedras cf. ASC F
467 Las Piedras, lettera Cipriano-Cagliero 10.06.1889 fl. lv-2r.
23 Cf. ASC B 717 lettera Lasagna-Rua 07.04.1894 fl. lv-2r.
- D. Pietro ROTA (1861-1931) era valente cultore della musica e compositore apprezzato.
A Niteroi fondò le Letture Cattoliche in portoghese. Fu per molti anni Ispettore del Brasile.
Quindi passò Ispettore dell'Ispettoria Centrale, a Torino e visitatore del Portogallo.

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Vent'anni di formazione del personale salesiano
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Il Noviziato
Eccezionalmente alcuni Salesiani avevano fatto il loro noviziato a Colón, come i
due fratelli Rodríguez e Lorenzo Bacigalupo. Quando però venne la volta di Mario
Migone, questi andò a fare il noviziato a Buenos Aires-Almagro. Era una soluzione che
non piaceva agli uruguayani. Anche D. Lasagna preferiva che i Salesiani aprissero un
noviziato regolare in Uruguay, dove non esisteva nessun noviziato per congregazioni
maschili. Ne fece formale domanda a don Bosco, presentando D. Lorenzo Giordano
come possibile maestro dei novizi.24
Ottenuto il permesso per fondare il noviziato, lo stabilì a Las Piedras, accanto al-
l'Aspirandato. Maestro dei novizi fu D. Piccono.
Sono ben poche le notizie che abbiamo del noviziato de Las Piedras. Durante il
periodo di D. Mazzarello si arrivò a non avere nessun novizio nel 1886. Tornando dal
Capitolo Generale, D. Lasagna separò le cariche di Direttore e Parroco, come abbiamo
visto. Il numero dei novizi aumentò, rimanendo sempre tra sei e nove.
Dall'Italia l'Ispettore aveva portato con sé il ch. Sebastiano Bussa perché si occu-
passe esclusivamente dei novizi. Ma quel chierico subito si ammalò gravemente, la-
sciando il noviziato in mano di D. Misieri, dotato di gran buona volontà, ma poco capa-
ce. D. Lasagna se ne preoccupava sia per il danno che a lungo termine sarebbe potuto
risultare per l'Ispettoria, sia perché nelle sue lettere D. Rua insisteva continuamente
perché si organizzasse bene il noviziato de Las Piedras. L'Ispettore però non approvava,
e anche i suoi direttori non lo volevano, il piano di Mons. Cagliero di trasferire l'aspi-
randato a Villa Colón, lasciando a Las Piedras solo il noviziato. In un ambiente di sem-
plicità quale quello de Las Piedras, era più facile coltivare le vocazioni e tirarle su bene.
Chiedeva inoltre una visita di D. Barberis ai noviziati d'America, per meglio orientare
la loro organizzazione.25
24 Cf. F. BODRATTO, Epistolario, p. 427; ASC A 142 lettere Lasagna-Bosco 07.02.1881 fl.
2r; 17.02.1881 fl. 3r; ASC B 717 lettere Lasagna-Cagliero 16.05.1881 fl. 4v; s/d [18.05.1881]
11. Ir.
Mons. Lorenzo GIORDANO (1856-1919) fu Ispettore del Nord del Brasile e morì Prefetto
Apostolico del Rio Negro, nelle Amazzoni.
25 Cf. ASC F 831 Crònica del Colegio «San Isidro» 1879-1937 (Las Piedras), pp. 4-12;
ASC B 717 lettere Lasagna-Cagliero 26.02.1882 fl. Iv; 04.05.1889 fl. 3v; Lasagna-Rua
30.10.1888 fl. 2v; 10.12.1889 fl. 2r; Lasagna-Barberis 24.05.1890 fl. Ir.
Dalle lettere di D. Lasagna sappiamo quanta importanza lui dava alla presenza in Ispetto-
ria di qualche giovane chierico appena uscito dal noviziato centrale della Congregazione:
«Venendo col fervore del noviziato ci è di edificazione, ci richiama gli usi e le pratiche nuove, ci
fa amare le vecchie: oh! lo creda è un gran bene che ci fa l'elemento nuovo che viene ad inne-

1.10 Page 10

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286
A.S. Ferreira
Durante il noviziato i novizi studiavano anche la filosofia. Poco sappiamo
dei programmi che ivi si svolgevano. Quanto ai testi, vengono nominati la Storia
della Filosofia, di Augusto CONTI, le Institutiones Philosophiae, di Salvatore
TONGIORGI e, probabilmente, le Praelectiones philosophicae ad mentem Sancii
Thomae Aquinatis, del P. VALLET.26 Abbiamo già visto che nel 1893 Mons. Lasa-
gna vi mandò D. Felice Guerra perché desse agli studi nuova vita, insieme ai
chierici Pittini e Comoglio.
Alcune volte però gli estremi bisogni di personale obbligavano l'Ispettore a
prendere qualcuno dal Noviziato per aiutare nei collegi. È quanto capitò a Eduar-
do Dufrechou, Ezequiel Fraga e Lino Carbajal, inviati a Villa Colón nel 1891.
I confratelli coadiutori facevano il noviziato nelle diverse case. Nel 1893,
parlando ai preti e chierici sull'importanza dei coadiutori, Mons. Lasagna si pro-
pone di curarne meglio la formazione con un adeguato noviziato.
Se la casa de Las Piedras dovette soffrire qualche volta per motivo di malat-
tie, non sembra che abbia avuto noie per le leggi contro i religiosi, approvate dal
governo di Máximo Santos. Avendo costatato che i collegi salesiani dell'Uruguay
non erano dei conventi, la commissione vérificatrice li lasciò in pace. Quelle
leggi però diedero mano forte all'opposizione delle famiglie. Non parliamo qui
delle FMA, che la carità di Donna Sofia Jackson de Buxareo salvò dall'essere
condotte in tribunale. Alcuni bravi Salesiani dovettero attendere la maggiore età
per entrare in noviziato. Altri, meno pazienti, fuggirono da casa, come Héctor
Salaberry: a metà viaggio tra Montevideo e Paysandu scese a Buenos Aires e
fuggì a Rosario e Concepción del Cile, mentre il Direttore di Paysandu, per pru-
denza, passava il fiume riparando in Argentina e D. Lasagna doveva vedersela
col Vescovo, colla famiglia, colle autorità civili e colla stampa anticlericale.27
Vedendo il bene che ne risulterebbe alla Congregazione, Mons. Lasagna in-
cominciò a inviare alcuni giovani a studiare in Italia. I primi, José Santana, Hel-
vécio Gomes de Oliveira e Juan Ortega andarono a Roma.
starsi sul nostro vecchio e tarlato tronco, come il foglio di un innesto potente» (ASC A 142 lettera
Lasagna-Bosco 22.04.1884 fi. 3r-3v).
26 Cf. ASC B 717 lettere Lasagna-Cagliero 06.10.1879 fl. 3r; Lasagna-Peretto 02.05.1891
fi. Ir.
27 Cf. ASC B 717 lettere Lasagna-Barberis 17.02.1886 fi. Ir; Lasagna-Cagliero
07.03.1891 fl. lv, 2r-2v; 09.08.1885 fi. lv; 30.01.1891 fl. lv; 13.06.1891 fl. lv-2v; 22.06.1891 fl.
lr-2r; Cronistoria o diario di Monsignor Luigi Lasagna 3-1893 11-1895, Roma, LAS [1988] p.
59.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Vent'anni di formazione del personale salesiano 287
L'anno seguente partiva Baldomero Vidal, anch'egli per Roma. Henrique Mourão
venne a Foglizzo per il noviziato.28
La casa di formazione di Lorena, Brasile 1890
Agli inizi, D. Lasagna non aveva capito che la Patagonia costituiva
l’opzione missionaria di don Bosco. Arrivando in Brasile, pensò di convogliare
verso di esso le giovani forze della congregazione. L'Internunzio, Mons. Mario
Mocenni lo incoraggiava e perfino voleva affidare ai Salesiani il compito di rida-
re vita alle Missioni cattoliche in Brasile, rovinate dalla politica ostile del Gover-
no imperiale contro gli antichi ordini religiosi.29
28 Cf. Elenco della Società di S. Francesco di Sales, 1895, I, p. 46; 1896, I, p. 42; ASC B
717 lettere Lasagna-Rua 07.04.1894 fl. lv; Lasagna-Barberis 27.10.1894 fl. 2r.
- D. José Joaquim Sani'Ana (1876-1960) Salesiano nel 1893, sacerdote nel 1906, dal
1912 al '21 nella diocesi di Pouso Alegre. Fu Direttore a Bahia, Economo Ispettoriale a Recife
e costruì il primo palazzo dell'attuale ETEC a Campinas.
- Mons. Helvécio Gomes de Oliveira (1876-1960) salesiano nel 1894, sacerdote nel 1901,
vescovo dal 1918 e per 38 anni Arcivescovo di Mariana. Laureato in Filosofia, lavorò a favore
dell'educazione cattolica, dell'Arte, diede un nuovo impulso al Seminario, curò il decoro del
clero e l'istruzione religiosa del popolo.
- D. Juan Ortega (1879-1961) salesiano nel 1895, sacerdote nel 1902. Laureato in Filoso-
fia. Si distinse per l'apostolato in diversi importanti mansioni in Uruguay.
- Mons. Herique Mourão (1877-1945) salesiano nel 1894, sacerdote nel 1901. Laureato
in Filosofia, molto si distinse nel lavoro nelle case di formazione in Brasile. Inoltre, diede al
Liceo del Sacro Cuore di S. Paolo nuovo orientamento negli studi facendolo uno dei più impor-
tanti collegi dello Stato. Amministratore Apostolico e poi Vescovo di Campos, fu ancora Ve-
scovo di Cafelândia, che unì alla nuova sede di Lins.
29 «Ecco il campo che aspetta i suoi figli, scriveva D. Lasagna a don Bosco. È un campo
immenso, dove saremo soli, ma coll'ajuto di Dio e della Vergine Ausiliatrice si potranno otte-
nere immensi risultati... Oh che Missioni, che Missioni, caro D. Bosco. Qui ella deve dirigere
tutti i suoi sforzi, poiché altrove vi sono cento altri che possono fare, qui è Lei, lei solo. D.
Bosco sarà l'Apostolo del Brasile» (ASC A 142 lettera Lasagna-Bosco 17.06.1882 fi. 5v-6r, 6v).
E Teodoro Massano scriveva a D. Riccardi: «Oh quanto bene, quanta messe ci aspetta? Ella,
caro padre, si getti ai piedi del nostro superiore D. Bosco, gli dica che volga lo sguardo al bel
Brasile. Hoc tempus acceptabile. È tempo ed è necessario se vuol che riviva e si mantenga la
nostra religione in questi paesi... Non esistono in tutto il Brasile istituzioni come la nostra, il
governo che non è poi affatto diavolo non impedisce perchè vede che risulta tutta quanta al suo
vantaggio... Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Lacerda anch'egli ne è meravigliato — Digitus Dei
est hic — Voi altri senza saperlo, così ci dice, avete aperto un nuovo mondo, una nuova fase
alla vostra congregazione» (RSS 2 (1983) 2, p. 324). Scrivendo dal Para D. Lasagna affermava:
«Abbiamo qui selvaggi a poca distanza, assai più numerosi di quelli della Patagonia. Essi sono
più rozzi e talora più feroci, vanno totalmente nudi, e si lasciano facilmente avvicinare ed al
Missionario si arrendono facilmente» (ASC A 142 lettera Lasagna-Bosco 26.06.1882 fl. 7r).
«Ecco il luogo, amato Padre, dove è chiamato a piantare la croce, ad innalzare lo stendardo
della nostra S. Religione!» (ASC A 142 lettera Lasagna-Bosco 13.07.1882 fl. 2v). Parlando poi
del Mato Grosso a D. Cagliero, affermava: «Il clima è sanissimo, la fertilità del suolo favo-

2.2 Page 12

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288 AS. Ferreira
A Torino però, anche dopo che la casa di Niterói era ormai aperta, la
pensavano diversamente, non aderivano agli entusiasmi del giovane Ispettore e
non gli mandavano il personale di cui aveva bisogno. Anzi, alla fine di quell'anno
1883, D. Rua gli scrisse chiaro e tondo essere desiderio di don Bosco che tutti lo
appoggiassero per le Missioni della Patagonia, con tutti i mezzi che avessero tra
mano. D. Lasagna obbedì senz'altro e dichiarava: «Eccoci ai suoi cenni,
amatissimo Padre; siamo suoi, ed una cosa sola desideriamo, quella di servire
Iddio e la nostra Congregazione secondo i disegni del nostro Padre comune». E
spiegava: «Aveva creduto di interpretare non solo ma di compiere alla lettera i
suoi progetti di evangelizzazione sul Brasile, dove traboccano tante miserie, delle
quali ella sentì pietà; ed ora pare che non sia ancor giunta l'ora di pigliarsi troppo
a cuore quest'impresa per motivi che Iddio le ha manifestato, ed io sono
prontissimo a dirigere altrove il mio sguardo, il mio cuore, la mia attività e tutta
la mia vita». Ma in quella e in altre lettere non lascierà di spezzare ancora una
lancia in favore delle Missioni nel Brasile.30
Così, nonostante le continue richieste d'aiuto da parte dell'Ispettore, da
Torino solo di rado arrivava personale nuovo. D'altra parte, ogni tanto si doveva
mandare qualcuno ad aiutare in Argentina. L'unica via d'uscita a questa situazione
era promuovere le vocazioni sul posto.
Delle due prime case aperte in Brasile, Niterói dava poche vocazioni ma di
ottima qualità. Ne sono esempio Mons. Helvécio Gomes de Oliveira e il
Salesiano coadiutore Joaquim Honório dos Santos. Questi, nato a S. João del Rei,
lasciò le montagne di Minas Gerais per farsi salesiano a Niterói. Abile calzolaio
era molto più esperto nel portare a Dio i giovani apprendisti. Uomo di virtù e di
profonda pietà, la sua fama era tale che al vescovo di Rio, Mons. Lacerda,
piaceva venire a Niterói per sedersi accanto a Joaquim e, mentre l'umile
confratello lavorava le scarpe, entrambi discorrevano a lungo delle cose di Dio.31
losa ed i mezzi pei Salesiani non mancherebbero, anzi sarebbero cento volte più abbondanti
che alla Patagonia» (ASC B 717 lettera Lasagna-Cagliero 03.08.1882 fi. 4r-4v). Cf. anche ASC
A 142 lettera Lasagna-Bosco 13.05.1882 fi. 4r; Archivio della Curia Metropolitana di Cuiabá
lettere Lasagna-D'Amour 21.10.1882 fi. lr-lv; Lasagna-[Mocenni] 24.10.1882; J. BORREGO,
Primer proyecto patagónico de Don Bosco, in RSS 5 (1986) 1, pp. 21-72.
30 Cf. ASC A 142 lettera Lasagna-Bosco 24.11.1883 fi. 2r-2v; ASC B 717 lettere Lasa-.
gna-Barberis 07.08.1883 fi. 2r; Lasagna-Cagliero 31.01.1884 fi. Ir; ASC A 142 10.06.1884 fi.
3v; 30.07.1884 fi. Ir; A. CAVIGLIA, Dom Bosco, uma visão histórica. S. Paulo, Editora Salesiana
D. Bosco 1987, pp. 149-151.
31 Di Joaquim Honório dos Santos scrisse la biografia Mons. Antonio de Almeida
LuSTOSA, Joaquim Sapateiro Traços biográficos do Coadjutor Salesiano Joaquim Honório dos
Santos. S. Paulo, Edições SVS 1964. Di Mons. Lacerda (1830-1890) esiste l'eccellente vita scrit-

2.3 Page 13

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Vent'anni di formazione del personale salesiano 289
A. S. Paolo le vocazioni erano più numerose. D. Lorenzo Giordano aveva un
dono tutto suo di infervorare gli allievi nella vita di pietà e nell'amore a don Bo-
sco. L'Opera salesiana era ben vista dalla società paulista e, quantunque al clero
non piacesse tanto che quei preti e chierici si mescolassero in ricreazione con i
biricchini poveri e cenciosi, il buon esempio della loro vita, la magnificenza delle
feste, la solennità delle ben curate funzioni di chiesa e l'alto livello artistico rag-
giunto sia dalla banda di musica che dalla musica corale facevano sì che nessuno
contestasse il visibile appoggio dato ai Salesiani dal vescovo Mons. Lino. Inoltre,
l'opera pastorale dei Salesiani si estendeva alle numerose colonie italiane insedia-
te nella Provincia e queste erano una buona fonte di vocazioni.32
C'erano delle difficoltà per stabilire una casa di formazione a S. Paolo. D.
Giordano si lasciava prendere la mano dai bisogni sempre urgenti dell'opera; così
aspiranti e novizi erano poco curati negli aspetti formale-strutturali del loro
cammino formativo. Alle volte, a quanto sembra, nemmeno si faceva la vestizio-
ne chiericale, per non sembrare che ci fosse troppo personale salesiano nella ca-
sa.33
Nel 1890 aveva inizio la casa di Lorena, a quei tempi un piccolo e tranquillo
paese a metà strada tra Rio e S. Paolo. Per clima, salubrità e quiete sembrava più
adatta a diventare casa di formazione. Quanto al personale, D. Lasagna vi mandò
direttore D. Carlo Peretto, che poi sarebbe stato il suo Vicario ispettoriale e suo
successore nell'Ispettoria brasiliana. Lo aiutavano per gli aspiranti e novizi D.
Sebastiano Gastaldi e il chierico Bernardino Maria Villaamil. D. Gastaldi, a Tori-
no era uno di quei chierici chiamati familiari di don Bosco, ossia che erano a ser-
vizio della persona del Fondato-
ta da D. Jerónimo de Lemos O.S.B., D. Pedro Maria de Lacerda. Rio de Janeiro, Edições «Lu-
men Christi» [1987]. Cf. anche ASC B 717 lettere Lasagna-Cagliero 30.03.1887 fl. lv;
26.08.1889 fi. 4r; Lasagna-Rua 19.09.1891 fi. 6v; Lasagna-Peretto 15.04.1890 fl. 2r.
32 Scrivendo a D. Rua, il eh. Graglia parla di quindici aspiranti nel 1890, senza dire dei
novizi (ASC F 558 SAO PAULO Campos Elíseos lettera Graglia-Rua 25.01.1890). Cf. anche
ASC B 717 lettere Lasagna-Rua 26.08.1889 fl. 4r; 10.12.1889 fl. lv; 19.09.1891 fi. 3r-3v; lettera
Giordano-Rua 20.09.1890 in BS 15 (1891) 1, gennaio, pp. 10-14; L. MARCIGAGLIA, OS Salesia-
nos no Brasil, I, S. Paulo, [Escolas Profissionais Salesianas 1955] pp. 40-42.
Mons. Lino Deodato Rodrigues de Carvalho (1826-1894) sacerdote nel 1850, deputato
alla Provincia del Cearà, segretario del Vescovo di Fortaleza, molto si distinse durante la peste
che tante vittime produsse in quella Provincia. Vescovo di S. Paolo nel 1872, curò la formazio-
ne del clero, cercò di sviluppare l'apostolato dei laici, favorì le congregazioni religiose di en-
trambi i sessi, cercò di fare del Santuario di Aparecida un grande centro di divozione e di fede.
Fece continue visite pastorali. Consacrò la diocesi al Cuore di Gesù e, per promuoverne la
devozione, affidò ai Salesiani la chiesa del Sacro Cuore a S. Paolo.
33 Cf. ASC B 717 lettere Lasagna-Peretto 09.12.1890 fi. 2v; Lasagna-Cagliero 07.03.1891
fi. 3r.

2.4 Page 14

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290
A.S. Ferreira
re. Andando in Uruguay era stato assegnato alla casa de Las Piedras e aveva dato
buona prova di sé. Villaamil è definito eccellente chierico dallo stesso D. Lasa-
gna, che lo incaricò di scrivergli ogni mese dando particolareggiate notizie di
ogni aspirante e novizio. Sarà poi Segretario di Mons. Lasagna, ne redigerà in
parte la Cronistoria e, già sacerdote, morirà assieme a lui a Juiz de Fora nel 1895.
In tutto si trovavano a Lorena 5 novizi, dei quali due coadiutori e sei aspi-
ranti.34
Quella casa doveva essere il noviziato centrale per il Brasile. Perché vi fosse
un locale adatto si acquistò la casa di Évora col rispettivo terreno — confinante
con quello della palazzina ove ebbe inizio il collegio S. Gioacchino, e della chiesa
di S. Benedetto da S. Fratello — e un'altra casa ancora, dove oggi è la residenza
dei Salesiani e la clinica psicologica della loro Facoltà di Filosofia.
L'Ispettore insisteva perché D. Pietro Rota, direttore di Niterói, e D. Giorda-
no, di S. Paolo, vi mandassero i propri novizi. Ma i direttori non lo facevano. Non
tanto perché li volessero trattenere per i bisogni delle loro opere, ma principal-
mente perché non avevano fiducia in alcune persone che erano a Lorena, sopra-
tutto in D. Gastaldi e in D. Angelo Cavatorta. I fatti diedero loro ragione. Il novi-
ziato di Lorena era appena incominciato che D. Peretto dovette andare in Uru-
guay per ottenere più personale. In sua assenza D. Gastaldi e D. Cavatorta si mi-
sero l'uno contro l'altro in modo tale da non esserci più possibilità di accordo. D.
Gastaldi uscì di congregazione, andò in diocesi a Curitiba, si fece Cooperatore
salesiano e inutilmente tenterà di tornare in comunità alla fine dei suoi giorni. D.
Cavatorta, tramite alcuni suoi amici, tentò ottenere dal Vescovo di S. Paolo che
gli assegnasse la parrocchia di Lorena. Avendo il vescovo respinto la sua richie-
sta, dovette cambiare casa. Andrà nelle Missioni del Mato Grosso e finalmente
uscirà di congregazione per ritornare in Italia, in diocesi, conservandosi sempre
amico dei Salesiani.35
Venuto D. Fausone alla guida della casa di formazione, si fece il possibile
per riparare al male portato da quella crisi. Mentre le lettere di Mons.
34 Cf. ASC B 717 lettere Lasagna-Peretto 22.10.1890; Lasagna-Bonetti s/d [1891] fl. 3v;
Lasagna-Bernardino 10.03.1891; ASC F 831 Crònica del Colegio «San Isidro» 1879-1937 (Las
Piedras), pp. 5-6.
35 Cf. ASC B 717 lettere Lasagna-Peretto 09.12.1890; 10.03.1891; Lasagna-Cagliero
30.01.1891 fl. lv; Lasagna-Barberis s/d [1891] fl. lv; Lasagna-Bonetti s/d [1891] fl. 2r-3r; Lasa-
gna-Rua 19.09.1891 fi. 3v; 24.09.1895 fl. 2v; Lasagna-Albera 16.01.1895 fl. 2r; ASC F 095
lettere Gastaldi-Lasagna 14.04.1891; 27.04.1891; Peretto-Lasagna 24.04.1891; Gastaldi-Cagliero
10.06.1891; Griffi-Lasagna 28.01.1892; Rota-Lasagna s/d [28.01.1892].

2.5 Page 15

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Vent'anni di formazione del personale salesiano
291
Lasagna hanno un tono piuttosto pessimista, la Cronistoria ci presenta un am-
biente abbastanza tranquillo, colle normali attività di studio e pietà. Si trattò per-
fino di trasferire il noviziato a Taubatè, ma la morte del Vescovo di Tripoli tron-
cò ogni trattativa a riguardo.36
Lo studio della Teologia
Tornando dall'Europa nel 1882, fatto Ispettore della nuova Ispettoria, D. La-
sagna non lasciò l'insegnamento della Teologia.37 In quel primo anno le cose
andarono abbastanza bene. In sua assenza l'Ispettore veniva sostituito da D. Ci-
priano «ben istruito in Teologia Morale e Dogmatica». Col moltiplicarsi delle
case, si cercò che nelle diverse comunità lo studio della Teologia procedesse
regolarmente, nonostante le difficoltà che il ritmo dei lavori scolastici creava nei
collegi.
In Uruguay quasi non si trovavano in vendita libri di teologia speculativa. Si
doveva supplire facendoli venire da Torino o comperandoli a Buenos Aires. Dal-
le lettere di D. Lasagna risulta che probabilmente si utilizzavano le Praelectiones
theologicae quas in Coli. Rom. S.J. habebat IOANNES PERRONE, la Theologia
Moralis di Pietro SCAVINI, e il libro di Cerimonie del Can. Giuseppe Maria
SOLDATI.
Non sempre si riusciva a avere in tempo i risultati degli esami dati dai chie-
rici, per inviarli a Buenos Aires e a Torino. Al di fuori questi appunti, non sembra
ci fossero speciali difficoltà per lo studio della Teologia nelle case dell'Uru-
guay.38
Non si può dire lo stesso delle case del Brasile. A Niterói mancava chi aves-
se preparazione adeguata per guidare i chierici nello studio. A S. Paolo, la casa
andava molto bene dal lato spirituale e morale, ma D. Giordano occupava il suo
personale in mille attività diverse, che si moltiplicavano nella misura in cui arri-
vava del personale nuovo. Sicché quei chierici si lagnavano dell'impossibilità in
cui si trovavano, per anni interi, di studiare. Anche in
36 Cf. L. MARCIGAGLIA, OS Salesianos no Brasil, I, S. Paulo, [Escolas Profissionais Sale-
sianas 1955] pp. 48-49; 90; ASC B 717 lettere Lasagna-R.ua 24.09.1895 fl. lv-2r; Cronistoria o
Diario di Monsignor Luigi Lasagna 3-1893 11-1895, pp. 38, 39, 55, 103, 108-109, 111, 158.
37 Anche durante il lungo viaggio esplorativo in Brasile, nel 1882, D. Lasagna faceva
scuola di Teologia a Massano (Cf. ASC A 142 lettera Lasagna-Bosco 13.05.1882 fi. 2r).
38 Cf. ASC A 142 lettera Lasagna-Bosco 08.04.[1881] fl. 2r; ASC B 717 lettere Lasagna-
Cagliero 20.04.1882 fl. lv; 07.11.1882 fl. Ir; 18.05.1885 fl. lv; 08.06.1885 fi. lv; s/d [28.02.1886]
fi. 2r; 21.02.1890 fi. 2v; Lasagna-Riccardi 19.06.1885 fl. Ir; Lasagna-Durando 09.05.1884;
Lasagna-Bonetti 20.05.1888 fl. Ir; Lasagna-Rua 24.04.1883 fl. 2v; 07.08.1888 fl. lv e 7v:
12.03.1889 fl. 3r; 30.08.1890 fl. 4v-5v; 19.09.1891 fl. lv; 19.06.1893 fl. 3v.

2.6 Page 16

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292 A.S. Ferreira
questo si notava che D. Giordano non era fatto per curare gli aspetti formali della
formazione del personale.
Mons. Lasagna tocca ancora un punto di cui poco si è parlato nella storia sa-
lesiana: la scuola di fuoco a cui erano formati i Figli di Maria produsse degli
uomini certamente ammirevoli quanto al ministero parrocchiale e l'apostolato
missionario. Tuttavia quando, come nel caso del Brasile, la stragrande maggio-
ranza dei sacerdoti non aveva avuto una regolare formazione filosofica e teologi-
ca, l'Ispettore si trovava in difficoltà per portare avanti la formazione dei giovani
Salesiani che li dovevano sostituire.39
Un avvenimento del tutto estraneo alla volontà dell'Ispettore venne a rime-
diare in parte questa situazione: la ribellione della flotta brasiliana a Rio de Janei-
ro. I Salesiani dovettero sgomberare il collegio di Niterói, minacciato dai cannoni
dei ribelli. Dopo un lunghissimo viaggio imposto loro dall'impossibilità di servir-
si delle strade lungo la costa della baia di Guanabara, quei Salesiani furono fra-
ternamente accolti dai confratelli di Lorena. Ai chierici fu possibile allora conce-
dere un anno dedicato esclusivamente allo studio della Teologia. Per gli esami si
presentarono davanti a una commissione appositamente costituita a Taubatè,
dove risiedeva l'Arcivescovo Mons. José Pereira da Silva Barros, già vescovo di
Rio de Janeiro e ormai in pensione. Vennero poi ordinati da Mons. Lasagna.
Per l'occasione questo si era munito dei dovuti permessi del Vescovo di S.
Paolo, Mons. Joaquim Arcoverde Albuquerque Cavalcanti.40 Ma la pos-
39 Cf. ASC F 558 SAO PAULO - Campos Elíseos lettera Graglia-Rua 04.03.1890 fi.
3r3v; A. CAVIGLIA, Dom Bosco, uma visão histórica. S. Paulo, Editora Salesiana Dom Bosco
1987, pp. 147-148; ASC B 717 lettere Lasagna-Albera 13.05.1895 fi. Ir; Lasagna-Rua
09.09.1895 fi. 2r.
40 «S. Paulo 8 de Novembro de 1894 Revmo. Señr. P. Carlos Peretto
Em resposta a carta de V. Revma. em que me diz queja ahi se acham preparados e muito
bem preparados em Theologia dogmatica e moral varios alumnos Salesianos, dos tres collegios
que teem V. Revmas., e em que me pede que consinta que sejam elles ordenados pelo Exmo.
Señr. Bispo de Trípoli que ahi se acha, respondo a V. Revma. que muito me apraz que o dito
Señr. Bispo faça essa ordenação para o que lhe concedo a necessaria faculdade e lhe transmito
os opportunos poderes, para em Missa pontifical proceder à solemne ordenação desses moços
em dia ou dias determinados pelos Cânones tendo em vista os privilégios concedidos pela
Santa Sé ao Instituto de V. Revmas.
Sou com estima e consideração de V. Revma.
Servo em J.C.
(ASC F 095)
¬ Joaquim, Bispo de S. Paulo»
Mons. Joaquim Arcoverde de Albuquerque Cavalcanti (1850-1930) sacerdote nel 1874.
Licenza in Teologia nel Collegio Romano. Fu consecrato vescovo nel 1890. Nel '92 fu fatto
ausiliare di S. Paolo succedendo a Mons. Lino. Arcivescovo di Rio de Janeiro nel 1897, nel
1905 fu il primo cardinale dell'America Latina, con il titolo dei Santi Bonifazio e Alessio. Se i
rap-

2.7 Page 17

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Vent'anni di formazione del personale salesiano 293
sibilità per un Vescovo salesiano, che allo stesso tempo ne era il Superiore reli-
gioso, di conferire gli ordini sacri ai propri dipendenti aveva suscitato delle rea-
zioni poco favorevoli sia da parte del Vescovo di S. Paolo che dai Superiori di
Torino.
Il Vescovo si rivolse per chiarimenti alla Nunziatura. Questa, nella risposta del 14
gennaio 1895 insistette sul bisogno della presentazione delle dimissorie per quelli che
non risiedevano nella diocesi di S. Paolo e rassicurava il Vescovo sul diritto che aveva
di esaminare i Salesiani che risiedevano in diocesi e che volevano presentarsi alle ordi-
nazioni.41
I Superiori di Torino, tramite D. Albera, avvertirono Mons. Lasagna sui possibili
inconvenienti di una simile situazione. Mons. Lasagna chiarì alcuni aspetti di questa
delicata questione nella sua risposta a D. Albera: anni di studio effettivamente realizzati
dagli ordinati, rispetto delle norme delle costituzioni salesiane e dei sacri canoni per
l'ammissione all'ordinazione, esami superati, bisogno pastorale di nuovi sacerdoti.42
D'altronde la prudenza e la discrezione con cui sia Mons. Cagliero che Mons. La-
sagna agirono nei confronti delle autorità diocesane sia in Uruguay che in Brasile furo-
no tali da non offrire occasione all'acuirsi del problema.
La questione degli studi teologici però troverà una soluzione più adeguata solo
quando in Uruguay si creerà lo studentato teologico del Manga e quando in Brasile gli
studenti incominceranno a essere regolarmente inviali a studiare in Italia.
porti con i Salesiani non sono sempre stati facili, non si devono però dimenticare quei momenti
in cui fu loro di valido aiuto.
Mons. José Pereira da Silva Barros (1835-1898) sacerdote nel 1857, si distinse per il suo
apostolato a Taubaté. Vescovo di Olinda nel 1881, e di Rio de Janeiro nel '91 dovette rinunzia-
re alla diocesi per motivi riguardanti la politica ecclesiastica del governo repubblicano. Torna-
to a Taubaté, la Santa Sede lo fece Arcivescovo titolare di Domes.
41 Cf. Cronistoria o Diario di Monsignor Luigi Lasagna 3-1893 11-1895 p. Ili e note 1243,
1246, p. 109, nota 1221; Archivio della Curia Metropolitana di S. Paolo, cartella Nunciatura D.
Joaquim Arcoverde Albuquerque Cavalcanti (1894-1896) lettera Gotti-Arcoverdc 14.01.1895.
42 Cf. ASC F 558 lettera Griffi-Rua 03.12.1893; ASC B 717 lettera Lasagna-Albera
06.08.1895 fl. lv.

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A.S. Ferreira
APPENDICE I
Casa di formazione de Las Piedras, 1882-1895
Anno
1882
1883
1884
1885
1886
1887
1888
1889
1890
1891
1892
1893
1894
1895
Aspiranti
7
9
8
5
9
6
10
19
17
27
18
42
34
50
Novizi
_
3
1
3
4
5
6
7
8
7
9
5
Direttore
D. Angelo Piccono
D. Agostino Mazzarello
D. Giuseppe Gamba
D. Carlo Cipriano
D. Carlo Cipriano - D. Pietro Rota
D. Pietro Rota
APPENDICE II
Vescovi salesiani che furono Salesiani o allievi al tempo di Mons. Lasagna:
Mons. Francisco de AQUINO CORREA
Mons. Felice GUERRA
Mons. Emanuel GOMES DE OLIVEIRA
Mons. Helvécio GOMES DE OLIVEIRA
Mons. Antonio de Almeida LUSTOSA
Mons. Antonio MALAN
Mons. Henrique MOURÃO
Mons. Riccardo PITTINI
APPENDICE III
Ispettori salesiani che furono Salesiani o allievi al tempo di Mons. Lasagna:
D. Michele BORGHINO
D. Luigi CALCAGNO
D. Pietro COGLIOLO
D. Luigi Giuseppe COMOGLIO
D. Andrés DELL'OCA
D. Michele FOGLINO
D. Giuseppe GAMBA
D. Lorenzo GIORDANO
D. Giuseppe MISIERI
D. Carlo PERETTO
D. Pietro ROTA