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In memoria del Rettor Maggiore,
don EGIDIO VIGANÒ
(26 luglio 1920 - 23 giugno 1995)
«NOI, sac. Egidio VIGANÒ, Rettor Maggiore della Società Salesiana di san
Giovanni Bosco [...] ERIGIAMO l'ISTITUTO STORICO SALESIANO, con sede
in Roma, Casa Generalizia, via della Pisana 1111, assumendone la diretta respon-
sabilità circa l'effettivo funzionamento in rapporto agli scopi assegnati dal
CG21».
Con queste parole del decreto, datato 23 dicembre 1981, don Egidio Viganò
erigeva l'Istituto Storico, che ha ormai al suo attivo una ventina di volumi, 27
numeri di «Ricerche Storiche Salesiane» e quasi un quindicennio di esperienza
nel campo della ricerca storica salesiana.
Nel momento della morte del Rettor Maggiore che lo ha fondato, l'Istituto
Storico Salesiano non può non ricordarne la figura anche sulle pagine della pro-
pria rivista.
Era stato il Capitolo Generale 21° a deliberare l'erezione dell'ISS (art. 105c),
ma si sa come non poche volte anche le decisioni dei massimi organi direttivi
possano rimanere lettera morta. Ne è prova la preistoria stessa dell'ISS con i ten-
tativi tanto numerosi, quanto sempre falliti, di fare un'edizione completa delle
opere di don Bosco. Una vicenda durata quasi un secolo: dal Capitolo Generale
VIII (1898) che cassò il relativo articolo, per passare alla deliberazione del Con-
siglio Superiore del marzo 1915 che non ebbe effetto alcuno, e giungere al Capi-
tolo Generale XIX (1965) il quale non fece che «voti» e auspici, senza dare con-
crete norme esecutive. Solo con don Viganò, pochi anni dopo la sua elezione a
Rettor Maggiore, l'ISS divenne realtà con un preciso obiettivo: metter a disposi-
zione della Famiglia Salesiana, della Chiesa e del mondo della cultura e dell'a-
zione sociale i documenti del ricco patrimonio spirituale lasciato da don Bosco e
sviluppato dai suoi continuatori, promuovendone altresì a tutti i livelli l'appro-
fondimento, l'illustrazione e la diffusione.
Incaricato il direttore dell'ASC, don Ugo Santucci, di studiare quali fossero
le concrete possibilità di fondazione di un Istituto Storico nell'ambito della Fami-
glia Salesiana, sulla base di analoghe esperienze di altri Ordini e Istituti religiosi
e della disponibilità di confratelli salesiani già preparati allo scopo, don Viganò,
d'intesa col suo Consiglio, optò per una fra le possibilità suggerite, affidando, alla
fine del 1981, la prima strutturazione e programmazione dell'ISS al neo direttore,
prof. don Pietro Braido, già Rettor Magnifico della Pontificia Università Salesia-
na e rinomato cultore di studi salesiani.
Pur apprezzando la storia, il defunto Rettor Maggiore non era uno studio-

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218 In memoria del Rettore Maggiore, don Egidio Viganò
so di tale disciplina; la sua formazione era teologica, la sua riflessione si colloca-
va sul versante dell'animazione spirituale orientatrice di Famiglie religiose; ma
forse proprio per questo vedeva l'insostituibile funzione della storia nella cultura
e nella vita della Chiesa. «Non si tratta di un museo di memorie passate o morte -
scriveva a proposito dell'ISS il 31 gennaio 1982 - ma di uno dei più preziosi sus-
sidi che ci sono dati per ritornare perennemente alle nostre origini, per verificare
il legame vitale con le nostre "radici" storiche e spirituali».
Situato fra l'umano e il divino, il santo - don Bosco - appartiene alla storia e
alla metastoria. Ora il metodo storico ha le sue esigenze e i suoi diritti che don
Viganò ha sempre riconosciuto, anche se per la sua formazione e i suoi compiti
direttivi concepiva la storia salesiana soprattutto a servizio del carisma. Così
nell'introdurre il primo seminario-convegno di studiosi di storia salesiana nel
gennaio 1993, di cui in RSS 23 (1993), p. 432, egli richiamava l'attenzione degli
studiosi presenti sul fatto che la storiografia da sola non avrebbe mai potuto deci-
frare appieno il «carisma» di un fondatore e di una congregazione religiosa; chie-
deva che non si circoscrivesse la sfera di indagine unicamente al campo mera-
mente culturale e sociale, ma la si estendesse alla vita interiore del santo; auspi-
cava che la storiografia, nel suo doveroso spaziare nel campo della santità, con-
sentisse pure altre possibilità di comprensione.
D'altra parte don Viganò non si lasciò sfuggire le occasioni per richiamare
che don Bosco, benché condizionato dalla patina dei tempi, fu portatore di un
messaggio ideale sempre valido, espressione credibile di valori perenni, «santo
sociale» radicato in una spiritualità dell'incarnazione, «educatore profetico», araldo
di un vangelo della speranza e della gioia nelle aree della povertà e dell'abbando-
no.
La responsabilità di successore di don Bosco portava naturalmente don Vi-
ganò a diffidare di tutto ciò che potesse in qualche modo intaccare il profilo rite-
nuto autentico del fondatore dei Salesiani; fors'anche temeva che qualche «novi-
tà» di storia salesiana potesse portare ad un'inaccettabile «demitizzazione» della
figura del santo di Valdocco; certo però si è che, pur inclinando verso una histo-
ria ad probandum piuttosto che verso una historia ad narrandum, mai pose limiti
alla libertà della ricerca scientifica dei membri dell'ISS, mai lesinò loro mezzi
materiali e supporti tecnici, anche costosi (si pensi alla completa ristrutturazione
dell'Archivio Centrale Salesiano, della Biblioteca sia dell'ISS che della Casa Ge-
neralizia) per la raccolta e pubblicazione di tutte le fonti della storia salesiana, per
avvicinarsi alla verità attraverso il sereno confronto coi testi.
Di tutta questa azione di don Viganò l'Istituto Storico Salesiano rende aperta
e sincera testimonianza ai propri lettori e la futura storia salesiana, magari con le
giovani reclute che don Viganò avrebbe voluto operanti all'ISS ma che non sem-
pre ha trovato disponibili in congregazione, non mancherà di apprezzarne la lun-
gimiranza di prospettive.
Francesco Motto