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FONTI
DON MICHELE RUA
PRIMO AUTODIDATTA «VISITATORE» SALESIANO
Relazione di «ispezioni»
nelle prime istituzioni educative fondate da don Bosco
Pietro Braido
I. INTRODUZIONE
Sembra ormai accertato che don Bosco è all'origine di una straordinaria e-
sperienza educativa più che di una teoria pedagogica sistematica. Può ritenersi
altrettanto indubitabile che la sua effettiva comprensione non possa essere
garantita dalla sola analisi (teologica, filosofica, pedagogica, psicologica, socio-
logica e simili) dell'apparato concettuale ad essa soggiacente. Integrativa, anzi
primaria, dovrebbe considerarsi l'attenta ricerca dei fattori contestuali che le
conferiscono la caratteristica fisionomia vitale, esperienziale. Tra essi entrano
certamente in gioco le persone, l'ambiente (o gli ambienti), la temperie culturale e
affettiva.
Questo insieme, nella concretezza storica, potrebbe esprimersi in termini di
semplicità, di popolarità, di mediocrità o medietà, in riferimento soprattutto alle
istituzioni nelle quali si attua nei primi decenni e alle persone che le gestiscono.
Ciò appare evidente, se si tien conto dell'originario Oratorio di Torino-Valdocco;1
ma anche, sostanzialmente, se si tien presente la prima costellazione di «collegi»,
sorti tutti, eccetto Valsalice, in modeste borgate di provincia o in città dalle piccole
dimensioni, seppure con una qualche pretesa di superiorità sociale e culturale in
confronto con la casa madre. Sono i luoghi a cui riporta la lettura della relazione di
don Rua, prefetto generale della Società salesiana e «visitatore» saltuario: Borgo S.
Martino (Alessandria), Lanzo Torinese, Varazze e Alassio (Savona), Sampierda-
rena (Genova), Vallecrosia (Imperia). La Spezia e Lucca entreranno in scena più
tardi e fugacemente. Fa eccezione il cosiddetto Collegio dei Nobili di
1 Cfr. P. BRAIDO, L'esperienza pedagogica di don Bosco nel suo «divenire», in «Orientamenti
Pedagogici» 36 (1989), pp. 16-17.

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Pietro Braido
Torino-Valsalice, troppo gracile del resto da rappresentare, allora, un'esperienza
significativa.
Pietro Stella ha elaborato uno studio di eccezionale valore circa il contesto
socio-economico e le condizioni materiali, entro cui sorge e si struttura l'impegno
di don Bosco in favore dei giovani nel primo trentennio.2 Ricerche analoghe sta
conducendo J.M. Prellezo su taluni condizionamenti mentali e culturali che
accompagnano la sinuosa gestazione e formazione di quello che sarà, infine,
denominato «sistema preventivo».3
Contesti e insistenze simili si ritrovano negli appunti stesi da don Michele
Rua (1837-1910), primo «visitatore» di case salesiane, in qualità di prefetto
generale della Congregazione (alla morte del Fondatore ne sarà Rettor Maggiore,
1888-1910). I concetti tipici del sistema non sono presenti tutti né esplicitamente
formulati. Sono, però, riconoscibili sotto categorie più umili, che rispecchiano il
ritmo, quotidiano, modesto, della vita delle istituzioni educative che ad esso, in
fondo, intendono ispirarsi. In luogo delle grandi «parole»: ragione, religione,
amorevolezza, paternità, famiglia, gioia, ecc. emergono minute unità sostitutive di
carattere immediatamente operativo e pratico: pulizia di ambienti, di cose, di
persone; proprietà e funzionalità di locali, aule, camere e uffici; presenza dovunque
di segni religiosi; mezzi educativi; cura della sanità fìsica e spirituale; assistenza;
serietà di impegno nella chiesa e nella scuola; ordine e disciplina di educandi e
educatori; associazioni giovanili; regolarità della «vita religiosa» degli educatori;
austerità; esattezza e uniformità amministrativa. Il «sistema» ne resta, forse,
frammentato e depauperato rispetto alle grandi formulazioni ideali e retoriche; ne
guadagna comunque in realismo e in non occultabile concretezza storica.
1. All'interno di uno spazio spirituale animato da don Bosco
Rispetto all'azione prevalentemente animatrice di don Bosco, nelle singole
case «visitate» l'azione di don Rua si qualifica a due livelli in gran parte differenti:
amministrativo e disciplinare-«religioso». Quanto al primo il «visitatore» tende a
orientare e guidare a un'amministrazione domestica ordinata, garantire una
contabilità precisa nei singoli settori e, nello stesso
2 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale (1815-1870). Roma. LAS
1980.
3 Cfr. tra altri studi, J.M. PRELLEZO, Valdocco (1866-1888). Problemi organizzativi e
tensioni ideali nelle «Conferenze» dei primi salesiani, in «Ricerche Storiche Salesiane» 8 (1989),
289-328.

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
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tempo, uniforme e centralizzata; insieme, è attento alle condizioni materiali di vita
degli allievi e dei loro educatori: edifici, cortili, luoghi di incontro, cucina, servizi
igienici, camerate, salute, ecc. Don Rua è prefetto-amministratore attento, com-
petente e coscienzioso. Tuttavia, il suo controllo e i suoi incitamenti si volgono con
molto maggiore insistenza verso gli aspetti «spirituali» della vita delle singole case.
È chiara la sua preoccupazione di collaborare con il Fondatore nel dare una solida
struttura interiore al lavoro educativo e apostolico dei salesiani e, in quest'ottica,
creare in essi, singoli e comunità, un'adeguata competenza culturale e un'altrettanto
vivace e solida coscienza «religiosa». Da questo punto di vista la Relazione delle
«visite», da lui lasciata, pure scarna e concisa, risulta meno burocratica e formale
della «Visita canonica alle case salesiane», ipotizzata e codificata nel 1939 da D.
Pietro Ricaldone con l'assistenza di liturgisti e canonisti.4
L'azione di don Rua si salda, con naturalezza, con la sollecitudine fondazio-
nale di don Bosco, che prima attraverso il lungo iter della redazione delle Costi-
tuzioni5 e l'approvazione della Congregazione,6 poi con una ininterrotta attività
personale e comunitaria di regolamentazione e di animazione, in particolare per
mezzo di lettere ai salesiani7 e «conferenze» o riunioni di vario tipo, tende al
modellamento di comunità, vigorose nella vita spirituale e disponibili alla più vasta
azione benefica e educativa giovanile. L'oculato amministratore non dimentica di
essere, come il Fondatore, educatore e guida degli educatori dei giovani. Colla-
boratore di don Bosco e a lui vicinissimo, spiritualmente e fisicamente (fu
all'Oratorio, ininterrottamente, fin dalla fanciullezza, eccettuata la breve parentesi
di due anni trascorsi come direttore a Mirabello Monferrato), si rivelò il più incline
e idoneo ad assimilarne il fervore religioso, la dedizione alla causa giovanile, i
tratti spirituali, gli orientamenti operativi, in particolare quelli trasmessi nella
consuetudine quotidiana di vita e nell'intensa attività normativa, e a farsene
intermediario intelligente e prudente tra i confratelli, spesso coetanei, di cui era
anche Superiore.
4 Cfr. P. RICALDONE, La visita canonica alle case salesiane, in «Atti del Capitolo Superiore
della Pia Società Salesiana» 20 (1939), n. 94, luglio-agosto, pp. 1-216.
5 Cfr. G. Bosco, Costituzioni della Società di San Francesco di Sales (1858-1874). Testi
critici a cura di F. Motto. Roma, LAS 1982.
6 Cfr. P. BRAIDO, L'idea della Società Salesiana nel «Cenno ¡storico» di don Bosco del
1873/1874, in «Ricerche Storiche Salesiane» 6 (1987) 245-331.
7 Il primo esempio significativo è costituito dalla lettera inviata da don Bosco nel no-
vembre del 1863 a don Rua stesso, neo-direttore del collegio di Mirabello; essa divenne poi
documento riservato a tutti i nuovi direttori con il titolo «Ricordi confidenziali ai direttori»: cfr.
F. MOTTO, I «Ricordi confidenziali ai direttori» di Don Bosco, in «Ricerche Storiche Salesiane» 3
(1984) 125-166.

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Pietro Braido
1.1. Lettere circolari di don Bosco ai salesiani
Nella sua esperienza di visitatore è naturale che don Rua porti con sé motivi e
sottolineature chiaramente presenti in quelle lettere circolari che don Bosco,
soprattutto a cominciare dal 1867, inviava ai salesiani per aiutarli a cogliere la loro
precisa identità di religiosi-educatori.8 Del 15 agosto 1869, anno dell'approvazione
pontificia della nuova Società religiosa (1o marzo), è una circolare che tratta di un
aspetto primordiale della prassi «religiosa», il rapporto dei confratelli coi propri
superiori, dal centro alla periferia: «Ciascuno, si dice al cap. 5°, art. 6° [delle
Costituzioni], abbia grande confidenza col Superiore né gli nasconda alcun segreto
del suo cuore».9 Su analoga linea si colloca la circolare del maggio 1871,10 che
connette fedeltà alla propria vocazione, personale e comunitaria, con l'osservanza
delle regole della Società; il che comporta sul piano pratico «l'unità di spirito e
l'unità di amministrazione». Alcuni motivi trovano una risonanza così sensibile
nella struttura mentale di don Rua da trovare esplicita eco in tante annotazioni delle
sue «visite»: dall'unità di spirito «deriva la prontezza nel fare all'ora stabilita la
meditazione, la preghiera, la visita al SS. Sacramento, l'esame di coscienza, la
lettura spirituale»; u dall'unità di amministrazione l'impegno per cui ognuno «si
sforzi per fare sì che vi sia una sola borsa, come deve esservi una sola volontà»;
inoltre, «gli abiti, la camera, gli arredi di essa siano lontani dalla ricercatezza».12
Due anni dopo ha inizio una trilogia di circolari che toccano tre punti essen-
ziali della vita «religiosa», trovando in don Rua un'eco del tutto ovvia: l’economia
ispirata a oculatezza e senso della povertà, la disciplina, la moralità (intesa come
castità).
La prima, del 4 giugno 1873, riporta la proibizione di nuove costruzioni e di
viaggi per conto di estranei alla Congregazione e raccomanda parsimonia e rigore
negli acquisti di ogni genere. In particolare viene richiamato il capitolo IV delle
Costituzioni sulla «Forma della Società» e più precisamente sono ricordati gli
articoli da 2 a 6, che a parere di don Bosco «sono la
8 È il senso della circolare del 9 giugno 1867, redatta in un momento in cui don Bosco er-
roneamente pensava che l'approvazione della Congregazione fosse imminente: «La nostra
Società sarà forse tra non molto definitivamente approvata e perciò io avrei bisogno di parlare a'
miei amati figli con frequenza (...). Comincerò adunque dal dire qualche cosa intorno allo scopo
generale della Società e poi passeremo a parlare altra volta delle osservanze particolari della
medesima» (9 giugno 1867, E I 473).
9 E II 43-45.
10 E. Ceria l'assegna al 1868: cfr. E I 555.
11 E I 555.
12 E I 556-557.

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
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base della vita religiosa e portano di lor natura al distacco dalle cose terrene, dalle
persone e da se stesso, e fanno sì che le comuni sollecitudini saranno rivolte
all'adempimento de' propri doveri, al maggior vantaggio della Congregazione».13
Dopo qualche mese, il 15 novembre, all'inizio dell'anno scolastico, tratterà
del «fondamento della moralità e dello studio, che è la disciplina fra gli allievi»,
specificando il ruolo che vi esercitano il direttore, il prefetto, il catechista, gli
insegnanti, gli assistenti e tutti gli altri.14 Poi, a meno di tre mesi di distanza,
seguirà altra circolare che si occupa «di uno de' più importanti argomenti, del
modo di promuovere e conservare la moralità fra' giovanetti», articolando il
discorso in due parti: «Necessità della moralità nei soci salesiani» e «mezzi per
diffonderla nei nostri allievi».15
Non va dimenticata una breve lettera circolare del 23 novembre, sullo studio
della teologia, redatta da don Giovanni Cagliero, Catechista generale, ma corretta e
semplificata da don Bosco. Essa tocca un tema spesso ricorrente nelle «visite» di
don Rua, seriamente preoccupato della formazione culturale dei chierici che si
preparavano agli ordini sacri nelle singole case, non disponendo la Congregazione
di appositi centri di studio.16
Infine, dopo aver visitato i diversi collegi all'inizio dell'anno scolastico, in
data 12 gennaio 1876 don Bosco invia una circolare di commento. Esprime,
anzitutto soddisfazione per lo stato materiale e morale delle opere: amministra-
zione, relazioni con il mondo esterno, lavoro, osservanza religiosa, disciplina,
pietà, cura delle vocazioni; non manca, insieme, di sottolineare alcuni punti
sensibili nella tradizionale prassi salesiana: la promozione delle associazioni
giovanili ossia delle Compagnie e del Piccolo clero, la vigilanza sulle amicizie
particolari, la fuga del «secolo» e dello spirito mondano, la cura dei coadiutori e
delle persone di servizio.17 [Questa nota manca nel edizione cartacea]
Il primo Capitolo generale, del 1877, riprenderà e confermerà ufficialmente
la svariata normativa, privilegiando nelle deliberazioni pubblicate i temi della vita
comune, della povertà, della «moralità» e, in forma massiccia, dell'economia.18
13 E II 286.
14 E II 319-321.
15 Circ. del 15 febbraio 1874, E II 347-349.
16 E II 422; testo ms mcr 1.366 D 12.
17 Questa nota manca nel edizione cartacea
18 All’Economia è dedicata poco meno della metà del testo delle Deliberazioni: cfr. Deli-
berazioni del Capitolo generale della Pia Società Salesiana tenuto in Lanzo-Torinese nel settembre
1877. Torino, Tip. e libr. salesiana 1878.

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Pietro Braìdo
1.2 Le «Conferenze» dei direttori e dei prefetti
Particolare importanza nella formazione del «corpus» normativo salesiano
assumono le periodiche «conferenze» o riunioni dei responsabili della direzione e
dell'amministrazione della Congregazione e delle opere particolari.19 Per com-
prendere il quadro di riferimento di don Rua nelle sue «visite» sembrano più
rilevanti quelle tenute negli anni 1873-1877. Dall'autunno del 1877 esse saranno
sostituite, con accresciuto valore ufficiale, dalla celebrazione triennale dei Capitoli
generali.
Del 1873 appaiono significativi, in funzione della «stabilizzazione» interna
della nuova Società religiosa, due documenti nei quali è visibile l'intervento
personale di don Rua: nel primo, un manoscritto allograft), egli introduce proprie
correzioni autografe; del secondo sono sue la stesura e le correzioni. Al testo del
primo, intitolato Deliberazioni prese nelle conferenze generali di S. Francesco di
Sales nel 1873,20 egli fa seguire i due seguenti interrogativi: «1. Non sarà oppor-
tuno di fare ogni anno qualche conferenza per formulare una specie di programma
per le nostre scuole, e ciò nell'autunno? 2. Non sarà conveniente fare un catalogo
dei libri usabili nelle nostre Scuole?» Il secondo porta il titolo: Deliberazioni prese
nelle conferenze autunnali dei Direttori e dei Prefetti delle case della Congrega-
zione di S. Francesco di Sales 1873.21
Nel 1874 non hanno luogo le tradizionali «Conferenze di S. Francesco di
Sales». Don Bosco è a Roma impegnato nel seguire le pratiche per l'approvazione
delle Costituzioni della Società salesiana. Solo al suo ritorno si ebbero due giorni
di incontri tra i direttori, il 17 e 18 aprile. In essi il Fondatore ha l'opportunità di
svolgere alcune considerazioni sulle qualità dell'obbedienza «religiosa», non più
solo ad personam, e su una più regolare vita comune.22 Nel medesimo anno più
importanti appaiono le «conferenze autunnali», di cui rimangono due documenti
redatti ancora da don Rua: Sunto delle Conferenze autunnali del Capitolo Gene-
rale nell'anno 1874 P Sunto delle Conferenze dei prefetti24. Si aggiungano le
Conferenze dei prefetti, con i seguenti argomenti: «Conferenza 1a Si trattò della
cura che devono avere i Sigg. Prefetti dello spirituale e del materiale delle persone
di servizio (...) 2a
19 Fin dal 1862/64 le Costituzioni prescrivevano: «Il Rettore convochi una volta l'anno il
capitolo ed i direttori delle case particolari per conoscere e provvedere ai bisogni della Società;
dare quelle provvidenze che secondo i tempi, i luoghi e le persone si giudicheranno opportune.
20 ASC 04, mcr 1870 C 4-7; MB X 1067-1068.
21 ASC 04 mcr 1870 B 9-12; MB X 1069-1070.
22 Cfr. MB X 1071-1072.
23 ASC 04, mcr 1871 B 11-C 2, C 6-10; MB X 1072-1074.
24 ASC 04, mcr 1870 E 2-4; 1871 C 3-5, C 11-D 1; MB X 1075-1076.

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Don Michele Rua pruno autodidatta «Visitatore» Salesiano
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Trattossi dei viaggi, delle provviste a farsi e dell'economia in generale (...) 3a
Trattossi della disciplina nei collegi, sia riguardo ai convittori, come riguardo al
personale (...) 4a In essa si terminarono le accettazioni, quindi il Sig. D. Bosco
raccomandò queste cose (...)».25
Il materiale normativo elaborato nel 1875 è particolarmente abbondante. Su
di esso si hanno, alla fine di gennaio, i Verbali delle Conferenze tenute i giorni
precedenti la festa di S. Francesco di Sales in Torino l’an. 1875.26 Seguono le sei
«conferenze» tenute nei giorni 14, 15, 16 aprile:27 Conferenze o Capitoli Generali
della Congregazione di S. Francesco di Sales, tenutesi nell'Oratorio Salesiano di
Torino in occasione della venuta del Sig. D. Bosco da Roma28 e Conferenza
pubblica di Don Bosco del 15 aprile 1875.29 Una terza serie si ha Lanzo dal 9 al 16
settembre:30 Conferenze autunnali an. 1875? 31 Tra il dicembre 1875 e il gennaio
1876 dovrebbe essere stato redatto da don Barberis un documento di sintesi delle
decisioni prese nelle «Conferenze» precedenti con il titolo Deliberazioni prese
nelle Conferenze Generali della Società di S. Francesco di Sales, o Note spiegative
delle nostre Regole? 32
Del 1875 è anche la prima edizione della traduzione italiana del testo delle
«Costituzioni», eseguita — precisa don Bosco nel discorso preliminare Ai Soci
Salesiani — perché «le medesime si possano comodamente da ciascuno conoscere,
leggere, meditare e quindi praticare».33
Ben documentate sono anche le «Conferenze di S. Francesco di Sales» tenute
tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio del 1876:34 Confe-
25 MBX 1120-1122.
26 ASC 04, ms Barberis, mcr 1872 D 9-1873 B 2; ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 18.
pp. 1-29, mcr 862 B 6-C 3; cfr. MB XI 21-30.
27 Cfr. MB XI 156-173. Don Barberis fungeva da Segretario.
28 ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 18 (grafia Ghigliotto), pp. 29-83, mcr 862 C 12-863
C 6.
29 ASC 04, ms Barberis, mcr 1872 C 4-D 5.
30 Cfr. MB XI 339-358.
31 ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 12, ms autografo, pp. 3-57, mcr 857 A 1-E 5.
32 ASC 04 ms in parte autografo di don Barberis con correzioni di don Bosco e don Rua, mcr
1871 A 9-B 10; cfr. MB X 1112-1120. Nelle Conferenze capitolari dell'Oratorio di S. Francesco di
Sales, autografe di don Rua (ASC 9.132 Rua - Capitolo) si trova questa informazione (Seduta
delli 5-12-75): «2. Si diede lettura al sunto delle deliberazioni prese nelle conferenze generali di s.
Francesco di Sales e di quelle tenutesi in Aprile in occasione del ritorno di D. Bosco da Roma: e
furono tutte approvate. 3. Si determinò di fare un sunto delle deliberazioni prese nelle conferenze
degli esercizi del medesimo anno, per unirle alle antecedenti, e stamparle se sarà il caso. Si diede
di ciò incarico a D. Barberis, che già scrisse tutti i verbali di quelle conferenze» (mcr 2919 C 6-7).
33 Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales secondo il decreto di appro-
vazione del 3 aprile 1874. Torino, Tip. dell'Oratorio di S. Francesco di Sales 1875, p. VI.
34 Cfr. MB XII 52-94.

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Pietro Braido
renze tenute in occasione della festa di S. Francesco di Sales l'an. 1876 dal
Capitolo Superiore dell'Oratorio coi direttori dei collegi radunatisi in Torino 35 e
Conferenza generale pubblica tenuta il 2 Febbrajo 1876 nella chiesa piccola alle
ore 5 pomerid. in occasione che i direttori delle singole case si radunarono in
Torino per festeggiare il loro patrono titolare S. Francesco di Sales.36
Chiudono la lunga serie le «Conferenze» tenute nella prima decade di feb-
braio del 1877.37 Su di esse riferiscono le Conferenze tenute dal Capitolo Supe-
riore Generale in occasione delle Feste di S. Francesco dì Sales dell'anno 1877.
Per cura del Sacerdote Giulio Barberis 38 e Conferenza generale tenuta dal
Rev.mo D. Bosco e D. Rua nelle feste di S. Francesco di Sales; presenti tutti i
direttori delle case particolari, professi, ascritti ed aspiranti?39
2. L'impronta personale di don Rua nelle «visite»-ispezioni alle case
La quasi totalità delle «visite» documentate nel taccuino di don Rua si con-
centra nel periodo che va dal 1 marzo 1874 al 25 marzo 1876, nell'ordine seguente:
Nel 1874
Nel 1875
Borgo S. Martino 1 marzo
Lanzo Torinese
8 marzo
Lanzo Torinese 2 marzo
Valsalice (Torino)
11 marzo
Sampierdarena 9 giugno
Borgo S. Martino
5 aprile
Varazze
10 giugno Sampierdarena
7 aprile
Alassio
12 giugno Varazze
22 luglio
Alassio
26 luglio
Nel 1876
Lanzo Torinese
Valsalice (Torino)
Borgo S. Martino
Sampierdarena
Varazze
Bordighera-Vallecrosia
Alassio
10 marzo
14 marzo
15 marzo
18 marzo
20 marzo
23 marzo
25 marzo
35 ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 14, pp. 1-24, mer 858 B 19-D 9; quad. 14 (altro
verso), pp. 39-58, mcr 859 B 6-C 12.
36 ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 14 (altro verso), pp. 5-20, 59-65, 21-36, mcr 858 D
10-859 A 1, 859 D 1-7, A 2-B 5. Di questa «Conferenza», tenuta il 2 e il 3 febbraio, esistono tre
altre redazioni allografe nei quad. 5, 6 e 6-2 della Cronaca di Barberis, rispettivamente alle pp.
1-12 (mcr 852 D 7-E 6), pp. 12-32 (mcr 853 B 10-D 12) e pp. 11-34 (mcr 853 E 11-854 C 2).
37 Cfr. MB XIII 64-92 Le annuali conferenze di san Francesco di Sales.
38 ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 13, pp. 3-27, mer 857 E 9-858 B 9.
39 ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 11, pp. 8-47, mer 856 A 9-D 9.

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
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Seguono a dieci anni di distanza le «visite» a La Spezia e Lucca: aprile-
maggio 1885.
2.1 La «presenza» di don Bosco nelle sue opere
Le «visite» piuttosto strutturate di don Rua s'intrecciano con una «presenza»
continuata di don Bosco tra coloro che egli considerava suoi «figli», adulti e
giovani, educatori e allievi. È risaputo che egli prima che teorizzatore era persua-
sivo testimone e realizzatore della pedagogia della famiglia, della paternità, della
presenza; e, insieme, di un «governo» educativo e religioso essenzialmente «pa-
terno» e familiare.
Ne sono prova tra l'altro le frequenti visite informali alle case e le numerose
lettere ai direttori, alle comunità, ai singoli.
Don Rua dà inizio alle visite da lui registrate i primi di marzo 1874, mentre
don Bosco a Roma sta portando a termine il laborioso iter di approvazione delle
Costituzioni della sua Società religiosa, risiedendo nella capitale dal 30 dicembre
1873 al 14 aprile 1874. Nel frattempo il 5 e il 6 gennaio questi scrive a don Rua, a
don Lemoyne, a don Bonetti, a don Dalmazzo, rispettivamente vice-direttore e
direttori delle case di Torino-Valdocco, Lanzo, Borgo S. Martino, Tori-
no-Valsalice, e alle rispettive comunità salesiane e giovanili.40 Più avanti due
lettere distinte sono inviate alle sezioni artigiani e studenti dell'Oratorio tramite i
rispettivi superiori diretti, don Lazzero e il chierico Cinzano,41 e un'altra al diret-
tore di Lanzo, don Lemoyne.42 Poi, in data 16 marzo, manda una lettera circolare a
tutti i direttori per chiedere preghiere per l'imminente Congregazione cardinalizia
(24 marzo) deputata a formulare un giudizio circa l'approvazione delle Costitu-
zioni,43 seguita il 25 marzo da una breve lettera, che informa sulla seconda riunione
della medesima Congregazione del 31 marzo.44
Nelle frequenti lettere a don Rua dei mesi da marzo a giugno non si trova
alcun cenno alle visite da questi effettuate o da effettuarsi.
Anche le visite compiute da don Rua nel marzo del 1875 hanno luogo mentre
don Bosco è a Roma (dal 18 febbraio al 16 marzo). Pure in questo mese non
mancano lettere ai direttori dei vari collegi, don Dalmazzo, don
40 Cfr. E II, 328-329, 329-330, 331-332, 332-333.
41 Lett. del 20 genn. 1874, E II 339-340; 7 marzo 1874, E II 361-362.
42 Lett. del 19 febbr. 1874, E II 355-356. In essa fa esplicita menzione di tre principali re-
sponsabili della casa, don Scaravelli, don Lasagna, don Costamagna, e del coadiutore Evaristo
Fiorenzo.
43 E II 365-367.
44 E II 373.

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Pietro Braldo
Francesia, don Bonetti, don Lemoyne,45 oltre ovviamente quelle a don Rua. In
giugno, inoltre, don Bosco visiterà personalmente i collegi di Borgo S. Martino e
della Liguria.
Ancora nel 1876, prima delle visite di don Rua, si registrano due lettere par-
ticolarmente significative di don Bosco. La prima è indirizzata ai «miei cari amici
Direttore, Maestri, Professori, Allievi» del collegio di Lanzo.46 L'altra è destinata
al direttore del collegio di Varazze, don Francesia, al quale chiede di dargli notizie
«sul personale insegnante, assistente e lavorante, sia in moralità, sia in laboriosità
secondo il bisogno».47 Del 12 gennaio è la circolare ai salesiani, già ricordata,
redatta — dice — dopo «compiuta la visita delle nostre case», e che tratta dei
mezzi per coltivare le vocazioni.48
Nel 1876 le visite di don Rua si svolgono tutte nel mese di marzo, collocate
tra gli ultimi giorni di un viaggio di don Bosco in Francia, che gli offre l'opportu-
nità di vedere anche le case della Liguria (20 febbraio-11 marzo), e un viaggio a
Roma (5 aprile-13 maggio). Partito da Torino la sera del 19 febbraio, don Bosco il
20 è a Nizza, dove si ferma una decina di giorni. Riparte per l'Italia il 3 marzo, si
ferma a Ventimiglia e nei giorni successivi visita Vallecrosia, Alassio, Varazze,
Sampierdarena.49 Rientra a Torino il sabato 11 marzo. Il giorno precedente don
Rua era stato a Lanzo; a partire da martedì 14 visiterà le altre case.
Le due «visite» di aprile-maggio 1885 trovano don Bosco e don Rua in po-
sizioni formalmente identiche, ma sostanzialmente mutate. Don Bosco, nonostante
il coraggioso viaggio in Francia, con lunga sosta a Nizza e visite ad Alassio,
Varazze, Sampierdarena, si vede costretto da vario tempo a de-
45 Lett. dell'8 marzo 1875, E II 465-466; 12 marzo, E II 467-468; 15 marzo, E II 469: 15
marzo, E II 470.
46 Lett. del 3 genn. 1876, E III 5.
47 Lett. del 10 genn. 1876, E III 6.
48 E III, 6-9.
49 Intanto scrive lettere a don Bonetti (Borgo S. Martino), dando disposizioni per due or-
dinazioni al diaconato e il trasferimento di allievi a Lanzo (da Ventimiglia, 3 marzo 1876, E III
22) e a don Rua: «Per la casa del Torrione [Vallecrosia] le cose vanno per eccellenza eccetto i
libri (...). Qui ad Alassio sono tutti in buona sanità. Lunedì vado a Varazze, si Domìnus deaerit»
(da Alassio, 4 marzo, E III 24). Ancora da Alassio sono datate due lettere, una a don G. Barberis
(5 marzo, E III 26), l'altra a don Tomatis (7 marzo, E III 26-27). Altre due lettere sono datate da
Varazze, una a don Cassinis (7 marzo, E III 27), l'altra al chierico Pozzan (8 marzo, E III 28).
Con la data del 12 marzo è pure inviata una lettera a don Giovanni Cagliero (che si trova in
Argentina, come don Tomatis e don Cassinis), a cui tra l'altro scrive: «Sono in visita per la
riviera e le nostre case procedono colla massima soddisfazione. La casa presso Bordighera è
avviata eccellentemente» (E III 28). Ma la data è errata. Il giorno 12 don Bosco e già a Torino,
dove è arrivato sabato 11, come previsto da una lettera da lui inviata a don Rua da Sampierdarena
con la data del 9 marzo: «Sabato alle 12 circa spero di essere a Torino» (E III 28). Del 12 da
Torino è una lettera destinata alla signora Sigismondi di Roma (E III 29).

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Don Michele Rita primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
107
mandare gli affari più importanti e il governo effettivo della Congregazione a don
Rua, già realmente e ufficialmente suo Vicario, sebbene non pubblicamente
proclamato. Di don Rua è la visita che in aprile del 1885 fece a Roma, proseguendo
per la Sicilia «per visitare il collegio salesiano di Randazzo», e le prime case delle
Figlie di Maria Ausiliatrice in quell'isola [Mascali, Bronte, Nunziata] ed esaminare
di presenza le proposte di altre fondazioni».50 Nel lungo itinerario era agevole per
don Rua includere La Spezia e Lucca. Il documento si interrompe bruscamente a
quest'ultima.
2.2 Lo «stile» don Rua
Nelle pagine preliminari del documento, dedicate a fissare il quadro delle
«cose da esaminare» nel corso delle «visite» o ispezioni, è facile riconoscere
l'ordinato confluire di un vasto patrimonio di esperienza salesiana, assicurato dalla
molteplicità delle fonti scritte e orali, a cui si è accennato. Dovrebbe risultare
sufficientemente accertato dall'apparato delle fonti che accompagna l'edizione del
testo. Lo schema appare organico e puntuale; e tutti gli undici capitoletti, eccetto
uno, il nono, trovano espliciti effettivi riscontri nella relazione delle «visite»
compiute. Conviene averne una visione sintetica: 1. Chiesa e sacristia: pulizia e
proprietà dei locali e regolarità delle funzioni religiose, feriali e festive. 2. Camere
dei Superiori e dei giovani: pulizia, funzionalità, presenza di segni sacri. 3.
Corridoi, scale, cortili: pulizia, igiene. 4. Scuole: pulizia e igiene, regolarità
didattica, simboli religiosi. 5. Soci salesiani: regolarità religiosa e adempimento
congiunto dei doveri di persone consacrate a Dio e dedite all'educazione della
gioventù, con particolare riguardo agli uffici di direttore, prefetto, catechista,
insegnante, assistente. 6. Condotta e formazione dei giovani ecclesiastici salesia-
ni: studi filosofici e teologici e lavoro tra i giovani. 7. Giovani alunni: sanità fisica
e morale, pietà, vita associativa, impegno nello studio; allievi esterni, oratoriani. 8.
Esami particolari: dei giovani e dei salesiani. 9. Relazioni con il mondo esterno,
civile ed ecclesiastico. 10. Spese: vitto, alloggio, libri, viaggi. 11. Regolarità
amministrativa a tutti i livelli: i quindici registri.
Il quadro potrà apparire, per un verso, troppo angusto e, in altra ottica, ec-
cessivamente minuzioso. Sarebbero da ricordare parecchie cose. La prima da tener
presente è che don Rua non sostituisce, ma integra quanto era già attuato in
prospettiva più ampia e profonda dal Fondatore e Superiore generale. Inoltre, non
si può dimenticare la natura della Congregazione, il livello del suo impegno
benefico e educativo. Infine, occorre pensare
50 A. AMADEI, Il servo di Dio Michele Rua, vol. I. Torino, SEI 1931, pp. 341-342.

2.2 Page 12

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108
Pietro Braido
alle esigenze di una struttura religiosa e educativa nella sua prima espansione,
chiamata a darsi una organizzazione iniziale in base ad esperienze nuove, destinate
ad allargarsi ed arricchirsi negli anni successivi con il graduale irraggiamento
europeo e mondiale. Comunque, l'insistenza su certe particolarità o minuzie si
spiega con l'intenzionale riferimento al prototipo istituzionale rappresentato dalla
casa Madre, l'Oratorio di Valdocco. Esso non è oggetto da parte di don Rua di una
«visita» formale; era, tuttavia, da anni realtà che egli osservava e che, sotto l'occhio
di don Bosco e in base alle sue direttive, andava plasmando insieme a tanti
collaboratori come vicedirettore e direttore e, insieme, prefetto generale della
Congregazione.
È interessante rilevare come non poche indicazioni delle «visite» trovino ri-
scontro in situazioni e soluzioni adottate all'Oratorio di Torino, pur tenendo conto
delle diverse dimensioni e del carattere «collegiale» più aperto degli istituti
ispezionati. Risulta significativo in proposito qualche raffronto tra il documento
delle «visite» e i verbali delle riunioni capitolari di Valdocco, dal 1866 al 1877,
redatti da don Rua stesso, abituale presidente di tali «conferenze».51
È una casistica che sembra frammentare e quasi soffocare il sistema di vita
della casa di don Bosco; ne esprime, tuttavia, realistiche esigenze «feriali», quali
potevano essere percepite da uomini di media cultura, sovraoccupati nella forma-
zione scolastica, professionale, morale, religiosa e, non meno, della cura materiale
di poco meno di un migliaio di giovani provenienti da origini decisamente
modeste; si aggiunga, in angustia di locali, in povertà di vitto e vestito, in preca-
rietà di mezzi. Un semplice campionario di citazioni potrà bastare a far com-
prendere taluni elementi della griglia di lettura della situazione, che don Rua adotta
nelle sue ispezioni e nel redigere le sue osservazioni sui diversi collegi, in genere
meno poveri di Valdocco.
Stralciamo dai «Verbali» accennati decisioni prese in ordine di tempo a co-
minciare dal 1866: «Pulizia, turare l'urinatojo». «Adottato di far dire le orazioni
agli artigiani separatamente scuola per scuola, affinché le imparino meglio».
«Invigilare molto sulla pulizia e trovato alcuno a far immondezze tenerne nota per
leggerlo in pubblico»; «scuola di galateo da proporre a D. Bosco e cercarne il
maestro». «Si propose per la prossima seduta la tenuta dei registri»; «si determina
di provare un nuovo metodo per la tenuta del registro mastro per le pensioni e per
le spese dei giovanetti, le cui particolarità sono 1o di contenere tutte le indicazioni
necessarie». «Si parlò delle scuole serali e dell'assistenza in Chiesa». «Si deter-
minò che i chierici studenti di fi-
51 Cfr. le già citate Conferenze capitolari dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, ASC 9.132
Rua - Capitolo.

2.3 Page 13

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
109
losofia fossero assistiti in tempo di studio libero. Che anche per i cherici si dessero
i voti settimanali di assiduità e condotta». «Si pensò d'invigilare per la pulizia,
dietro la casa specialmente». «Si trattò del modo di tenersi coi coadjutori dopo la
cena; e si stabilì che uno li raduni e faccia loro dire le orazioni dando quegli avvisi
che crederà del caso, e specialmente quelli che si daranno alla sera ai giovani».
«Si trattò di occupare le persone di servizio». «Si parlò pure della pulizia
della persona e delle camerate». «Si diedero i voti ai cherici» [è una notazione che
si ripete ogni mese dell'anno scolastico a partire dal 1869]; «si fece la votazione de'
cherici e si osservò qualche miglioramento». «Si trovò essere necessario che venga
stabilito qualcuno che si prenda la cura dei coadiutori». «Si trattò parimenti della
pulizia dei giovani specialmente nel letto e negli abiti»; «si determinò di far una
conferenza ai cherici per raccomandar loro che abbiano cura della pulizia e buon
ordine dei giovani loro affidati nelle camerate e raccomandar agli assistenti dei
laboratori di osservar quelli fra i loro assistiti che sono più pezzenti ed avvertirne il
prefetto perché vi provveda». «Impedire l'andata in cucina a chi non è ivi appli-
cato». «Compagnia dell'Immacolata Concezione». «Pulizia dei giovani testa e
persona (...). Cessi. Pulizia dei giovani (...). Pulizia al mattino». «Concentrar alla
prefettura i conti dei laboratori».
«Si richiamò in vigore l'articolo di leggere ogni settimana qualche punto del
regolamento». «Si determinò pure che al tempo della scuola di cérémonie gli
studenti si ritirino nello studio». «Si richiamò in vigore ciò che già era stato
determinato di far la conferenza ogni settimana». «Si stabilì l'orario pei cherici (...).
Si stabilì di fare un po' di scuola di metodo». «Si determinò che si facesse una
conferenza ai capi d'arte ed assistenti per legger loro il rispettivo regolamento. Il
che si fece la domenica seguente». «Si trattò dell'esame dei filosofi e dei teologi
(...). Si trattò pure della scuola ai medesimi». «Dietro impulso del Sig. D. Bosco si
parlò pure del modo di regolarizzare la contabilità delle varie agenzie della casa su
un solo sistema. Al qual uopo si convenne che in ogni agenzia siavi un giornale su
cui si notino tutte le entrate e tutte le uscite d'ogni genere. Quanto poi agli altri
registri si pensò di radunarsi una volta insieme i direttori delle varie agenzie con
qualcuno più pratico del capitolo, e così confrontando i vari registri determinare il
metodo migliore da rendersi comune a tutte» [seduta del 9.11.73]; «regolarizzare
su un solo sistema la contabilità»; «per transenna si stabilì pure di far scrivere dai
giovani ai parenti per avere il danaro del viaggio per recarsi in vacanze annun-
ziando il giorno della partenza che sarà il 31 del corrente mese. Avvertire che ai 20
cessa ogni spesa di dispensa, riparazioni ecc.».
«Si proposero e determinarono varie cose: 1o di stabilire assistenti près-

2.4 Page 14

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110
Pietro Braido
so ai confessionali ogni qualvolta sonvi le confessioni per impedir i disturbi de'
giovani. 2° Lamentando qualcuno la poca cura che hanno i giovani della pulizia e
degli abiti si determinò di avvertire i cherici assistenti di prendersi a cuore l'assi-
stenza delle camerate, e di leggere e spiegar loro le regole dei capi di camerata nel
corso di questa settimana e di far loro presenti i loro doveri di quando in quando,
allorché se ne manifesta il bisogno; ed affinché i capi possano avere autorità
maggiore sui giovani si determinò di notare i voti di camera sulla decuria della
condotta degli studenti e leggere loro i voti insieme con quelli dello studio». «Si
diedero i voti di condotta ai filosofi per compiere la votazione degli esami seme-
strali»; «si diedero i voti semestrali di condotta ai chierici di teologia». «Si diedero
prima i voti ai coadjutori poi ai cherici». «Si propose di ordinare una regolare
assistenza per le confessioni: due cherici per la chiesa e due fuori; e di proporre poi
a D. Bosco di mandar uno degli assistenti a prenderli nello studio e condurli in
chiesa. Quivi quando abbiano finito di confessarsi si radunino ne’ banchi avanti S.
Pietro donde il medesimo assistente li prenderà per ricondurli allo studio, ed ac-
compagnare in seguito altra schiera per confessarsi» [v. Lanzo 3.3.1875]. «Si
cominciò pure a discorrere di provvedere a che non si vada più in cucina la do-
menica specialmente». «Si parlò della pulizia, d'impedir cioè di far immondezze
fuori posto e di allontanar così certi pericoli d'immoralità». «Si stabilirono gli
orarii per le scuole di teologia e filosofia (...). Si stabilirono gli assistenti di refet-
torio, i catechisti per gli Oratorii esteri, come pure di mettere assistenti in chiesa al
tempo delle Confessioni ecc.».
3. Le case visitate
Il primo e principale gruppo di «visite» (1874-1876) ricopre praticamente
l'intera gamma delle istituzioni di don Bosco, eccettuati l'Oratorio di Torino (di cui
è effettivo superiore don Rua), la succursale di Mornese, e dalla fine del 1875
l'incipiente Patronage di Nizza in Francia e la nascente opera americana. Le due
visite del 1885, invece, si svolgono all'inteno di un'Opera salesiana più che qua-
druplicata. Per dare un'idea del personale salesiano (compresi gli ascritti e gli
aspiranti) interessati alle visite conviene dare preliminarmente il quadro statistico
della Congregazione secondo i dati offerti dai cataloghi ufficiali compilati an-
nualmente.52
52 L'elenco generale della Società salesiana è pubblicato a partire dal 1870 in fascicoli dal
titolo: Società di S. Francesco di Sales. Anno 1870... Esso viene stampato in gennaio e rispecchia
la situazione dell'anno scolastico in corso: 1869-70, 1870-71, ecc. Un'analisi accurata delle entrate,
delle uscite, delle presenze è fatta da don Rua nel taccuino delle visite.

2.5 Page 15

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Don Michele Rua primo autodidatta « Visitatore» Salesiano
111
PROF. PERPETUI
TRIENNALI
ASCRITTI
1874
sac.
30 sac.
16 sac.
ch.
3 ch.
62 ch.
coad.
9 coad.
28 coad.
stud.
Tot.
42 Tot.
106 Tot.
ASPIRANTI
3 -------
40
25
35
103
TOTALI
= 251
1875
sac.
ch.
coad.
stud.
Tot.
38 sac.
16 ch.
9 coad.
1 stud.
64 Tot.
9 sac.
65 ch.
32 coad.
1 stud.
107 Tot.
2 sac.
33 ch.
37 coad.
12 stud.
84 Tot.
1
6
8
17
32 =287
1876
sac.
ch.
coad.
Tot.
1885
vesc.
sac.
ch.
coad.
stud.
Tot.
60 sac.
24 ch.
28 coad.
112 Tot.
1
217 sac.
200 ch.
121 coad.
1 stud.
544 Tot.
6
51 ch.
22 coad.
stud.
79 Tot.
3 sac.
9 ch.
35 coad.
2 stud.
49 Tot.
55 ch.
28 coad.
1 stud.
84 Tot.
2
97 ch.
107 coad.
6 stud.
212 Tot.
1
26
28
55 =330
7
91
64
162 = 967
Per una miglior conoscenza della situazione sarà utile tener presente che negli
anni 1874-1876 nei collegi visitati da don Rua si trovava poco più della metà degli
interi effettivi della Congregazione; il resto, poco meno della metà, risiedeva nella
grande Casa madre di Torino-Valdocco, all'Oratorio, come si diceva abitualmente:
precisamente 120 nel 1874, 130 nel 1875,150 nel 1876.

2.6 Page 16

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112
Pietro Braldo
3.1 Borgo S. Martino53
Il Piccolo seminario e collegio San Carlo a Borgo S. Martino dall'anno sco-
lastico 1870-1871 rappresentava la naturale continuazione dell'istituto fondato con
il medesimo titolo a Mirabello Monferrato nel 1863. La nuova sede era più
spaziosa e confortevole e sembrava garantire un più sicuro sviluppo anche per la
maggior accessibilità. Borgo S. Martino, infatti, si trova sulla linea ferroviaria
Vercelli-Casale-Alessandria, distante da Casale circa 7 km. e 25 da Alessandria.
Sistemato nella grande villa del marchese Fernando Scarampi di Pruney
(1840-1930), acquistata da don Bosco per 114.000 lire, il collegio disponeva di
circa 6 ettari di terreno. Partito con poco più di 100 alunni interni, il collegio
giungeva nel 1876 a 160/180 e a 200 nel 1877.
Lo dirige, ininterrottamente dal 1865 (nella sede di Mirabello) fino al 1877,
un fidatissimo di don Bosco, don Giovanni Bonetti (1838-1891), otto mesi più
giovane di don Rua.
Capitolo.
DIRETTORE sac. Bonetti Giovanni.
PREFETTO sac. Bodrato Francesco.
CATECHISTA sac. Tamietti Giovanni.
CONSIGLIERE sac. Chicco Stefano.
SOCII.
Falco Luigi coad.
Farina Carlo ch.
Farina Fiuseppe ch.
Franchino Alessandro ch.
Ghione Luigi ch.
Giulitto Giuseppe ch.
Lusso Giovanni coad.
Montiglio Carlo ch.
Nai Luigi ch.
Orlandi Luigi ch.
Scagliola Marcellino ch.
ASCRITTI.
Berardo Paolo coad.
Bo Giuseppe ch.
Briatta Stefano ch.
Molinari Giacomo coad.
Perucchio Luigi coad.
(Società Sal. 1874 , pp.8-9) 54
53 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale (1815-1870). Roma, LAS
1980, pp. 149-151, 428-430.
54 In un biglietto allegato ad una lettera inviata a don Giovanni Tamietti da Roma il 3
marzo 1874, don Bosco scrive: «Ti prego di dare un salutone al sig. Direttore ed un saluto a Don
Bodrato, a Don Chicco e ai suoi conigli, a Giulitto che si faccia buono davvero, a Ghione che stia
allegro; a Franchino che faccia davvero; a Farina G. che è tempo di...; a Farina Carlo che alzi le
matematiche alte alte; a Falco che mi prepari un paio di piccioni; a Rocca che non tema; a Bo che
non aggiunga la traduzione tedesca [Bo-ja]. Agli altri poi, cioè a Lusso, Montiglio, Nai, Orlandi,
Scagliola, Berardo, Briatta, Molinari, Peracchio, etc. etc. che si facciano tutti santi, cominciando
dalla reverenda tua persona. Non è più lontano il mio ritorno» (E II 360).

2.7 Page 17

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Don Michele Rua primo autodidatta « Visitatore» Salesiano
113
Capitolo.
DIRETTORE sac. Bonetti Giovanni.
PREFETTO sac. Bodrato Francesco.
CATECHISTA sac. Chicco Stefano.
CONSIGLIERE sac. Tamietti Giovanni.
SOCII.
Borio Erminio ch.
Briatta Stefano ch.
Calliano Tommaso ch.
Farina Carlo ch.
Franchini Alessandro ch.
Gallo Pietro sac.
Giulitto Giuseppe ch.
Lusso Giovanni coad.
Montiglio Carlo sudd.
Nai Luigi ch.
Orlandi Luigi ch.
Pane Carlo ch.
Para Giacomo stud.
Soldi Giuseppe ch.
ASCRITTI.
Berardo Paolo coad.
Cei Francesco coad.
Fechino Giuseppe coad.
Martini Solutore coad.
Rocca Angelo ch.
Molinari Giacomo coad.
Perucchio Luigi stud.
ASPIRANTI.
Beltrami Luigi stud.
Bert Donato ch.
Luca Mario stud.
(Società Sal. 1875, p. 9)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Bonetti Giovanni.
PREFETTO sac. Leveratto Giuseppe.
CATECHISTA sac. Tamietti Giovanni.
CONSIGLIERE sac. Borio Erminio.
CONSIGLIERE sac. Farina Carlo.
CONSIGLIERE sac. Gallo Pietro.
CONSIGLIERE sac. Montiglio Carlo.
SOCII.
Anzini Agostino ch.
Nai Luigi ch.
Fechino Giuseppe coad.
Orlandi Luigi ch.
Ferrerò Antonio coad.
Franchini Alessandro ch.
Giulitto Giuseppe sudd.
Lusso Giovanni coad.
Martini Solutore coad.
Pane Carlo ch.
Perucchio Giuseppe ch.
Rinaldi Giovanni ch.
Rocca Angelo sudd.
ASCRITTI.
Cei Francesco coad.
Cima Carlo ch.
Tibaldi Giuseppe coad.
Torti Luigi ch.

2.8 Page 18

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114
Pietro Braido
ASPIRANTI.
Lucca Mario stud.
Pasquale Francesco coad.
Mazzetta Giuseppe coad. (Società Sal. 1875, p. 11)
A Borgo S. Martino non si presentano a don Rua problemi rilevanti. Forse lo
colpisce una certa approssimazione nell'esercizio dell'autorità, se in calce alle
osservazioni della visita del 5 aprile 1875 scrive: «Nella lettera spedita per
memoriale ho fatto rilevare come queste osservazioni sono quasi la ripetizione di
quelle fatte l'anno precedente, ed ho raccomandato la gerarchica subordinazione
che tanto giova al buon andamento degli ordini religiosi». Il testo della lettera è
risultato irreperibile.
3.2 Lanzo Torinese 55
Collocato su un'alta collina (alt. m. 515) a 35 km. da Torino, il collegio di
Lanzo è il secondo fondato da don Bosco in provincia (1864). Esso oltre che come
internato funziona come scuola elementare e ginnasiale per alunni esterni del
comune. Nel 1873 don Bosco su terreno proprio ultimava la costruzione di un
edificio a tre piani che rendeva più ampie le capacità di ricetto di alunni interni.
Nell'anno scolastico 1873-1874 i giovani interni erano poco più di 150, salendo a
più di 170 nel 1874-1875 e in quello successivo.56
Lo dirigeva dal 1865 il genovese don Giovanni Battista Lemoyne
(1839-1916), entrato all'Oratorio nell'ottobre del 1864 e diventato professo
salesiano pochi giorni prima di assumere il direttorato, che eserciterà fino al 1877.
Capitolo.
DIRETTORE sac. Lemoyne Gio. Battista.
PREFETTO sac. Costamagna Giacomo.
CATECHISTA sac. Scaravelli Alfonso.
VICE CATECHISTA sac. Cavalli Giovanni.
CONSIGLIERE sac. Lasagna Luigi.
CONSIGLIERE sac. Bussi Luigi.
CONSIGLIERE sac. Rossi Frane. Bartolomeo.
55 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale..., pp. 133-139; E. CERIA,
Annali della Società salesiana dalle origini alla morte di S. Giovanni Bosco (1841-1888). Torino,
SEI 1941, pp. 71-77, 163 [ = Annali I].
56 Nel volume citato degli Annali Ceria parla di 300 alunni dopo il 1873, includendovi
ovviamente anche gli esterni: cfr. p. 163.

2.9 Page 19

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
115
SOCII.
Albano Stefano ch.
Baccino Gio. Batt. sac.
Beauvoir Giuseppe ch.
Bonomi Pasquale ch.
Fiorenzo Evaristo coad.
Givone Gaspare coad.
Negroni Francesco ch.
Perrot Pietro ch.
Riccardi Antonio ch.
Rossi Domenico coad.
Varaia Antonio ch.
ASCRITTI.
Leveratto Giuseppe ch.
Martino Giovanni stud.
Mellano Antonio stud.
Milano Pietro ch.
Pistono Giovanni stud.
Roffredo Francesco stud.
(Società Sal. 1874, pp. 9-10)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Lemoyne Gio. Battista.
PREFETTO sac. Scappini Giuseppe.
CATECHISTA sac. Scaravelli Alfonso.
CONSIGLIERE sac. Rossi Frane. Bartolomeo.
CONSIGLIERE sac. Porta Luigi.
SOCII.
Albano Stefano ch.
Bonomi Pasquale ch.
Fiorenzo Evaristo coad.
Giordano Agostino ch.
Giordano Lorenzo ch.
Givone Gaspare coad.
Griggio Vincenzo ch.
Iuli Giovanni coad.
Mellano Antonio ch.
Perrot Pietro ch.
Rabbagliati Evasio ch.
Riccardi Antonio ch.
Rossi Domenico coad.
Varaia Antonio ch.
ASCRITTI.
Cima Carlo ch.
Martino Giovanni stud.
Ghisalbertis Giov. Batt. ch. Roffredo Francesco stud.
ASPIRANTE.
Tosello Felice stud.
(Società Sal. 1875, p. 10)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Lemoyne Gio. Battista.
PREFETTO sac. Scappini Giuseppe.
CATECHISTA sac. Porta Luigi.
CONSIGLIERE sac. Rossi Frane. Bartolomeo.
CONSIGLIERE sac. Scaravelli Alfonso.
SOCII.
Albano Stefano diac.
Bassino Giuseppe coad.
Becchio Carlo ch.
Grosso Gio. Batt. ch.
Iuli Giovanni coad.
Mellano Antonio ch.

2.10 Page 20

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116
Pietro Braido
Bonomi Pasquale ch.
Gallo Besso ch.
Giordano Agostino ch.
Giordano Lorenzo ch.
Givone Gaspare coad.
Grigio Vincenzo ch.
Perrot Pietro suda.
Rizzo Emilio ch.
Rossi Domenico coad.
Scagliola Marcellino ch.
Trione Stefano ch.
Varaia Antonio ch.
ASCRITTI.
Frascarolo Francesco coad.
Rossi Amilcare coad.
Roffredo Francesco ch.
ASPIRANTE.
Baratta Carlo stud.
(Società Sal. 1876, p. 11)
In riferimento a Lanzo è degno di nota il contrasto tra l'impressione positiva
che si ricava dalle osservazioni contenute nel taccuino e la lettera-memoriale che
don Rua invia al direttore e alla comunità. Nelle sue note egli scrive: «Ho trovato le
cose assai ben avviate». Non è da escludere che la valutazione favorevole sia da
mettersi in relazione con le «novità» introdotte; riguardo all'assistenza appaiono
recepite le osservazioni fatte nella visita dell'anno precedente. Severo, invece,
risulta il tono della lettera al direttore del 10 marzo 1875, che egli firma quale
«Prefetto della Congregazione di S. Francesco di Sales».57
Caro Direttore,
Vi comunico le impressioni avute nella mia visita al vostro collegio. Vi assicuro
che sono partito assai soddisfatto, sia degli esami, sia del contegno de' chierici, sia
de' diportamenti dei giovani. Voglia il Signore continuare a benedirvi e farvi
crescere di bene in meglio. Tuttavia qualche cosa ho osservato che ha bisogno di
modificazioni.
1° Ho trovato tovaglie su qualche altare non troppo decenti.
2° Seppi che non si dice ne' giorni feriali la messa per gli allievi esterni, e
sarebbe pur tanto conveniente che si dicesse, come si fa qui, a Varazze, ad Alassio
ecc.
3° Non si fa quasi mai scuola di ceremonie né ai chierici, né al piccolo clero,
né ai giovani. Converrà insistere presso chi di ragione perchè si faccia
regolarmente; e se chi ne ha incarico non può far tutto, gli si dia qualche aiutante.
4° Anche il catechismo nelle classi Ginnasiali è poco insegnato; eppure è il
ramo di scienza più importante.
5° Non s'insegna il canto gregoriano, che pure è tanto desiderato ed
inculcato dal nostro buon padre D. Bosco.
6° La scuola serale non è più sul gusto di quelle che desidera D. Bosco, il
quale ama che tutti vi prendano parte. Se si vuol fare prima di cena, come si
combinò nelle conferenze autunnali, conviene differire la cena di una mezz'ora o
tre quarti d'ora, portandola alle otto od otto e un quarto. Questa scuola serale
57 La riproduciamo nel testo pubblicato da E. Ceria nel vol. XI delle Memorie biografiche,
pp. 530-531.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
117
fatta per tutti presenterebbe pure comodità per insegnare le orazioni a chi non le sa,
per insegnare a servir messa, di che non tutti costì sono capaci, per preparare alla
1a comunione ecc.
7° Vi scorsi bisogno di regolar bene e con gradazione le varie compagnie di
S. Luigi, del SS. Sacramento, del Clero ecc.
8° I coadiutori avrebbero bisogno di essere sovente visitati dopo le orazioni
per sentirsi indirizzare qualche parola direttamente a loro.
8bis Sarà pur conveniente fare più spesso la scuola ai chierici, specialmente
quella di filosofia, se è possibile.
9° Sarà forse molto utile che i chierici, come abbiam detto nella conferenza,
si radunino almeno una volta al giorno, gli uni per la meditazione, gli altri per la
lettura spirituale sotto la guida di un sacerdote.
10° Sarà necessario di ridurre tutte le celle dei chierici alla misura di soli m.
0,60 oltre il letto, mediante le spranghe per le cortine sulla foggia di parecchie, le
quali già sono costì.
11° La lettura a tavola è troppo trascurata; conviene che insegniamo il modo
di usufruire del tempo, utilizzando anche quello che si impiega nel cibarci.
12° Nelle scuole trovai il vuoto delle prove mensili, ed in alcune mancavano
perfino le decurie. Ogni mese devonsi registrare i voti parziali di ogni scuola nella
decuria generale, che deve tenersi dal Direttore o dal Prefetto.
13° Sarebbe a desiderarsi nei giovani maggior impegno pel loro profitto
scolastico.
14° Mancano varii registri, di cui vedrò di provvedervi. Caro Direttore, molte
di queste cose dipendono dai tuoi subalterni; tuttavia converrà che tu ti tenga al
corrente di tutte, e che pur tu dia il moto a tutti. Tu sei la testa, il Prefetto è il
braccio; tutti due siete occhi ed orecchi per tutto vedere e tutto udire. Il Signore vi
benedica largamente insieme col
10-3-75.
Vostro Aff.mo D. RUA
Pref. della Congreg. di S.F.S.
Particolare attenzione meritano due appunti, uno positivo, l'altro alquanto
critico, relativi alla visita del 10 marzo 1876: «Osservai maggior impegno nello
studio della teologia e bella unione fra preti e cherici»; «il Direttore veda se può
trattenersi più sovente coi giovani e conoscere i loro bisogni spirituali e temporali,
e così impedire combriccole e fughe».
3.3 Sampierdarena 58
L'opera ha inizio con una quarantina di ragazzi artigiani e alcuni pochi stu-
denti a Marassi, in una villa in affitto del marchese Cataldi, nell'anno scolastico
1871-1872. Nel 1872 è trasferita nell'ex-convento e chiesa di S. Gaetano a Sam-
pierdarena. Si comincia con una sessantina di giovani interni, artigiani e studenti;
ci sono anche ragazzi esterni che frequentano scuole e laboratori incipienti; nel
1875 vi si aggiungono 50 giovani adulti dell'Ope-
58 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale..., pp. 151-153.

3.2 Page 22

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118
Pietro Braldo
ra di Maria Ausiliatrice per le vocazioni ecclesiastiche. Il 14 febbraio del 1875 si
pone la prima pietra per la costruzione di un grande ospizio e nel 1877 vi si
possono già raccogliere sui 260 giovani, di cui 70 appartenenti all'Opera di Maria
Ausiliatrice.
Vi è direttore, dagli inizi a Marassi, fino al 1881 don Paolo Albera
(1845-1921), che sarà successore di don Rua nel governo della Società Salesiana.
Capitolo.
DIRETTORE sac. Albera Paolo.
PREFETTO sac. Branda Gio. Battista.
CATECHISTA sac. Gennaro Giuseppe.
SOCII.
Brovia Carlo coad.
Calliano Tommaso ch.
Fasani Cesare coad.
Gamarra Luigi ch.
Lanieri Antonio coad.
Mussinetti Federico coad.
ASCRITTI.
Branda Michele coad.
Canepa Domenico stud.
Degiorgis Ercole stud.
Giaccio Domenico coad.
Ronchail Augusto sac.
(Società Sal. 1876, p. 12)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Albera Paolo
PREFETTO sac. Bussi Luigi.
CATECHISTA sudd. Davico Modesto.
CONSIGLIERE ch. Mazzarello Agostino.
CONSIGLIERE ch. Gamarra Luigi.
SOCII.
Branda Michele coad.
Brovia Carlo coad.
Fasani Cesare ch.
Mussinetti Federico coad.
ASCRITTI.
Canepa Domenico stud.
Clara Domenico coad.
Costanzo Giovanni coad.
Gennaro Giuseppe sac.
Giaccio Domenico coad.
Manni Ignazio ch.
Negro Felice coad.
Ricci Giovanni coad.
Rossi Emilio coad.
ASPIRANTE.
Eusebione Ermenegildo coad.
(Società Sal. 1875, p. 13)

3.3 Page 23

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
119
Capitolo.
DIRETTORE sac. Albera Paolo.
PREFETTO sac. Bussi Luigi.
CATECHISTA sac. Davico Modesto.
CONSIGLIERE sac. Mazzarello Agostino.
CONSIGLIERE ch. Gamarra Luigi.
SCOI.
Branda Michele coad.
Carlini Costantino ch.
Casari Emmanuele ch.
Fasani Cesare ch.
Fiorenzo Evaristo coad.
Galvagno Giuseppe ch.
ASCRITTI.
Canepa Domenico stud.
Giaccio Domenico coad.
Moriondo Andrea coad.
Nocetti Raffaele coad.
Prever Lorenzo coad.
ASPIRANTI.
Bellagamba Antonio stud. Corletto Natale stud.
(Società Sal. 1876, p. 14)
L'opera di Sampierdarena è oggetto da parte di don Rua soprattutto di stima e
di ammirazione: è un'opera incipiente, ma di grande avvenire; il personale è scarso,
ma valido. Si susseguono giudizi molto positivi: «osservai che le cose vanno assai
bene» (1874); «trovai le cose ben avviate, ma grande scarsezza di preti e di
coadiutori» (1875; i sacerdoti sono due e i cosiddetti «ascritti» sono in gran parte
più un peso che un aiuto); «trovai le cose ben avviate quanto a moralità» (1876).
Non addebita, perciò, a un personale tanto scarso e sovraoccupato le carenze nello
studio della teologia; propone piuttosto una soluzione alternativa: «Quanto alla
scuola di teologia e filosofia si vede sempre più la necessità di concentrare gli
allievi in Torino, perché malgrado la buona volontà non possono averla che assai
irregolarmente» (1874). Nel 1876, tuttavia, risulta che si continua a compiere gli
studi ecclesiastici in casa e don Rua si preoccupa dell'insegnante e dell'assiduità
dell'impegno di studio.59
59 Su Sampierdarena è interessante leggere una valutazione parallela, espressa a titolo
personale e privato da don Giulio Barberis nel 1876. Dopo aver visitato la casa, dopo altre in
Liguria, nel luglio 1876, egli annota nella sua Cronichetta: «A Sampierdarena visitai la fabbrica
che si è compiuta (la parte principale); i laboratorii son già trasportati. Ho visto una magnifi-
cenza di dormitorio all'ultimo piano. È un dormitorio che può contenere oltre a 100 giovani; non
è tanto lungo a rispetto; ma largo in modo da poter contenere molto comodamente 4 file di letti e
ne potrebbe anche tenere cinque se abbisognasse. Ora si sta ultimando una seconda piccola
manica la quale unisca questa fabbrica con la chiesa e la fabbrica antica con bellissimi portici a
doppie colonne di granito. Al momento può contenere comodamente 300 giovani. Si

3.4 Page 24

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120
Pietro Braido
3.4 Varazze60
Il collegio-convitto con il corso ginnasiale e tecnico ha inizio nel 18711872,
in seguito a convenzione con il municipio. Tale vincolo e l'angustia dello spazio
impediscono ampliamenti; il locale esistente non può accogliere più di 120/130
convittori; alle scuole, però, accedono gli esterni, mentre in due zone della
cittadina sono aperti due oratori festivi: di S. Bartolomeo e dell'Assunta.
A Varazze è direttore dagli inizi fino al 1878 don Giovanni Francesia, già
direttore a Cherasco (Cuneo) (1869-1871), alunno all'Oratorio dal 1852 insieme a
Michele Rua, maggiore di un anno.
Capitolo.
DIRETTORE sac. Francesia Gio. Battista.
PREFETTO sac. Fagliano Giuseppe.
CATECHISTA sac. Cagliero Giuseppe.
CONSIGLIERE sac. Borgatello Francesco.
CONSIGLIERE sac. Tomatis Domenico.
CONSIGLIERE sac. Bruna Domenico, per le scuole di Cogoleto.
CONSIGLIERE diac. Turco Giovanni.
SOCII.
Bensi Giovanni ch.
Casari Emanuele coad.
Cipriano Carlo ch.
Cuffia Giuseppe ch.
Martin Giuseppe sudd.
Martini Domenico ch.
Pesce Luigi ch.
Remotti Taddeo ch. Foglietti Filiberto ch.
Bielli Giovanni coad.
Borgatello Maggiorino coad.
Ghezzoni Antonio ch.
Giacardi Giacomo coad.
stud.
Mugliano Giuseppe coad.
Navazzotti Pietro ch.
Paseri Giovanni ch.
Pavia Giuseppe ch. Giochino Bartolomeo
ADDETTI ALLE SCUOLE DI COGOLETO
Bruna Domenico sac.
Ascritto: Pavia Giuseppe ch.
(Società Sal. 1874, pp. 10-11)
stava preparando il luogo per la tipografia; ed ora che scrivo (12 Agosto) s'è già condotta colà la
macchina, una che era in questa tipografia dell'Oratorio e per qui se ne fece venire un'altra nuova
un po' più grande. A proporzione è il collegio che ha più poco personale eppure è quello che va
meglio, tanto fa esserci un buon direttore» (ASC 110 Barberis, Cronichetta, quad. 8°, pp. 62-63,
mcr 843 C 11-12).
60 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale..., pp. 149, 161. Cogoleto è
a circa 7 km. da Varazze sulla linea per Genova.

3.5 Page 25

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
121
Capitolo.
DIRETTORE sac. Francesia Gio. Battista.
PREFETTO sac. Fagnano Giuseppe.
CATECHISTA sac. Baccino Gio. Batt.
CONSIGLIERE sac. Tomatis Domenico.
CONSIGLIERE sac. Turco Giovanni.
CONSIGLIERE sac. Bruna Domenico.
CONSIGLIERE sac. Martin Giuseppe.
SOCII.
Bensi Giovanni ch.
Bollea Virgilio ch.
Casari Emanuele stud.
Fassio Michele ch.
Foglietti Filiberto ch.
Giacardi Giacomo coad.
Martini Domenico ch.
Paseri Giovanni ch.
Pesce Luigi ch.
Remotti Taddeo ch.
Bielli Giovanni Batt. coad. Mugliano Giuseppe coad.
Borgatello Maggiorino coad. Mancini Alessandro coad.
Lidovani Leone coad.
Navazzotti Pietro ch.
Bianciardi Augusto stud.
Resnati Carlo coad.
Ruatta Giovanni ch.
Tiboldi Giovanni coad.
Torazza Giovanni ch.
ADDETTI ALLE SCUOLE DI COGOLETO
Bruna Domenico sac.
Fassio Michele ch.
(Società Sal. 1875, p. 11)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Francesia Gio. Battista.
PREFETTO sac. Riccardi Antonio.
CATECHISTA sac. Bruna Domenico.
CONSIGLIERE sac. Martin Giuseppe.
CONSIGLIERE sac. Turco Giovanni.
SOCII.
Barberis Gio. Batt. ch.
Bensì Giovanni ch.
Chiesa Giovanni ch.
Cinzano Giovanni ch.
Farina Luigi ch.
coad.
Paseri Giovanni ch.
Pesce Luigi diac.
Remotti Taddeo ch.
Riboldi Giovanni coad.
Riccagno Giuseppe ch. Giacardi Giacomo
ASCRITTI.
Bielli Giovanni coad.
Manni Ignazio ch.
Borgatello Maggiorino coad. Resnoti Carlo coad.
Lidovani Leone coad.
Tango Gio. Batt. ch.

3.6 Page 26

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122
Pietro Braido
Maglioni Giuseppe coad.
Mancini Alessandro coad.
Torrazza Matteo ch.
ASPIRANTI.
Beltramini Fernando stud. Priolo Elia coad.
Cattaneo Antonio coad.
(Società Sal. 1876, p. 12)
Nei confronti di Varazze o del suo direttore lo stile di don Rua si fa asciutto.
In tutte e tre le visite egli si limita al semplice elenco di un certo numero di appunti
critici, senza la consueta preliminare valutazione di carattere generale. Più che in
qualsiasi altra casa viene rilevata qualche manifestazione di «agiatezza»: l'ele-
ganza dell'ufficio del direttore, delicatezza di commestibili e bibite (1874),
l'ampiezza e l'arredamento delle celle degli assistenti di camerata, il trattamento a
tavola, l'eccessiva disponibilità di caffè alla prima colazione (1875); e, per finire,
viene rilevata l'«aria di troppa autorità» del direttore (1876).61
3.5 Alassio62
L'opera di Alassio ha inizio nell'autunno del 1870 nell'ex-convento dei Mi-
nori Osservanti, in base ad una convenzione stipulata tra don Bosco e il consiglio
comunale (dicembre 1869) e con l'approvazione del Consiglio scolastico provin-
ciale (marzo 1870). I salesiani assumono la gestione delle scuole elementari
(subito con quasi 200 scolari) e del ginnasio (nel primo anno con 57 allievi).
L'anno seguente con i 9 iscritti alla prima classe ha inizio il liceo. Negli anni
1874-1876 il liceo conta sui 40 iscritti, il ginnasio dai 90 ai 100, le scuole ele-
mentari dai 160 ai 240. I convittori passano dai 160 dell'anno 1875-1876 a oltre
200 nel 1877, in seguito alla disponibilità di un nuovo corpo di fabbrica. Il totale
degli allievi, interni ed esterni, passa dai 368 degli anni 1874-1876 ai 415 del
1876-1877.
61 Nella visita alle case della Liguria nel luglio del 1876, il maestro dei novizi don Giulio
Barberis si ferma anche a Varazze, fissando nella sua Cronichetta alcuni rilievi, che possono
ulteriormente spiegare talune impressioni poco favorevoli di don Rua: «A Varazze mi si disse dal
direttore e da tutti questo essere un anno piuttosto sgraziato; i giovani più grandicelli non guari
promettenti né per studio, né per pietà né per vocazione. Vi è il corso Tecnico formato, ma non in
fiore. Essendo il locale piccolo e le domande molte quest'anno non si accettarono più, se non le
domande che chiamavano per tavola media, continuando l'altra tavola per gli antichi che vi erano.
La tavola media ha i due terzi dei giovani e l'ordinaria non ne ha più che 1/3. Varii malcontenti
tra i cherici. Si cammina un po' all'aristocratica. Qualcuno dei coadiutori poi si lamentò che da
varii mesi che è a Varazze non gli si domandò mai il rendiconto; non si fece conferenza, non
avvisi, non quasi una parola con i superiori. (Io di questo scrissi a D. Bosco)» (ASC 110 Barberis,
Cronichetta, quad. 8°, pp. 61-62, mcr 843 C 10-11).
62 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale..., pp. 146-148; Collegio D.
Bosco, Alassio 20 settembre 1870-maggio 1970. Genova 1970.

3.7 Page 27

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
123
Vi è colto e intraprendente direttore don Francesco Cerruti (18441917), dagli
inizi al 1885, quando viene, prima, nominato da don Bosco e, l'anno dopo, eletto
dal Capitolo Generale IV Direttore generale degli studi della Società Salesiana,
carica che occupò fino alla morte.
Capitolo.
DIRETTORE sac. Cerruti Francesco.
PREFETTO sac. Ronchail Giuseppe.
CATECHISTA sac. Garino Giovanni.
CONSIGLIERE sac. Belmonte Domenico.
CONSIGLIERE sac. Monateri Giuseppe.
CONSIGLIERE sac. Vota Domenico.
SOCII.
Borio Erminio ch.
Caprioglio Felice coad.
Cuffia Giacomo sac.
Dubini Ferdinando coad.
Milanesio Domenico sac.
Mensio Rocco coad.
Porta Luigi sudd.
Riccio Michele coad.
Rizzo Emilio ch.
Roggero Antonio coad.
Ronchail Gio. Batt. ch.
Sammorì Gio. Batt. ch.
Zanone Severino ch.
ASCRITTI.
Allavena Giovanni ch.
Battaglieri Giovanni stud.
Berno Paolo stud.
Ferrerò Antonio coad.
Grigio Vincenzo ch.
Laureri Tommaso stud.
(Società Sal. 1874, p. 11)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Cerruti Francesco.
PREFETTO sac. Ronchail Giuseppe.
CATECHISTA sac. Garino Giovanni.
VICE-CATECHISTA sac. Vota Domenico.
CONSIGLIERE sac. Belmonte Domenico.
CONSIGLIERE sac. Monateri Giuseppe.
CONSIGLIERE sac. Lasagna Luigi.
SCOII.
Allavena Giovanni Batt. ch.
Caprioglio Felice coad.
Dubini Ferdinando coad.
Farina Giuseppe sudd.
Ferrerò Antonio coad.
Rocca Luigi ch.
Roggero Antonio coad.
Ronchail Gio. Batt. ch.
Sammorì Gio. Batt. sudd.
Liorre Domenico ch.
Marenco Giovanni Batt. ch.
Mensio Rocco coad.
Mosconi Paolo coad.
Riccio Michele coad.
Trione Stefano ch.
Vallega Antonio ch.
Zanone Severino ch.

3.8 Page 28

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124
Pietro Braido
Battaglieri Giovanni stud. Guelfi Enrico sac.
Caneto Luigi ch.
Rinetti Giuseppe ch.
ASPIRANTI.
Bretto Clemente ch.
Corradi Antonio coad.
Mandina Carlo ch.
Ossella Gaspare stud.
(Società Sal. 1875, p. 12)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Cerruti Francesco.
PREFETTO sac. Chicco Stefano.
CATECHISTA sac. Garino Giovanni.
VICE-CATECHISTA sac. Vota Domenico.
CONSIGLIERE sac. Belmonte Domenico.
CONSIGLIERE sac. Lasagna Luigi.
CONSIGLIERE sac. Rocca Luigi.
SOCII.
Beauvoir Giuseppe sac.
Bianchi Gio. Batt. ch.
Calliano Tommaso ch.
Caprioglio Felice coad.
Dubini Ferdinando coad.
Farina Giuseppe sac.
Marenco Giovanni sac.
Mosconi Paolo coad.
Riccio Michele coad.
Rinetti Giuseppe ch.
Ronchail Gio. Batt. ch.
Roggero Antonio coad.
Vallega Antonio ch.
Zanone Severino ch.
ASCRITTI.
Arena Francesco ch. Fantini Stefano ch
Bretto Clemente ch.
Massetti Luigi ch.
Cagliero Cesare ch.
Vigna Michele coad.
Corrado Antonio coad.
ASPIRANTI.
Bertola Carlo coad.
Ozella Gaspare stud.
Mondino Giuseppe coad. (Società Sal. 1876, p. 13)
Le prime due visite ad Alassio, del 1874 e 1875, presentano il tono scarno di
Varazze. Resta, però, del tutto riequilibrato dall'introduzione alle osservazioni
della terza visita, del 1876, inedita rispetto alle altre: «La visita durò due giorni e
trovai le cose assai bene avviate; specialmente mi piacque l'affetto e deferenza che
tutti i socii hanno col Direttore. Trovai che nella teologia fecero profitto, e le cose
andaron meglio che nello scorso anno». Come a Varazze, tuttavia, viene segnalato
qualche sintomo di eccessiva «agiatezza»: «le camere nuove dei Superiori sono
troppo eleganti»; «alcune

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
125
celle degli assistenti troppo larghe»; «quanto alla tavola le chicchere da caffè
pajono un po' esorbitanti» (1876).63
3.6 Valsalice 64
Don Bosco si addossò l'onere del Collegio dei Nobili di Torino Valsalice con
non poche resistenze. Esso procurò grossi pesi finanziari ed ebbe modestissimi
sviluppi, tanto che a partire dal 1887-1888 fu trasformato in Seminario delle
Missioni salesiane. Esso passò dai 22 convittori nel primo anno di gestione
salesiana (1872-1873) ai 35 nei due seguenti, ai 60 nell'anno 1875-1876, con
irrilevanti incrementi negli anni successivi. Il bilancio doveva venir ripianato tutti
gli anni con sussidi della Direzione Centrale.
Ne fu Direttore dal 1872 al 1880 don Francesco Dalmazzo (18451895), no-
minato poi Procuratore Generale della Società Salesiana a Roma (1880-1887).
Capitolo.
DIRETTORE sac. Dalmazzo Francesco.
PREFETTO sac. Branda Gio. Battista.
CATECHISTA sac. Daghero Giuseppe.
CONSIGLIERE sac. Ottonello Matteo.
CONSIGLIERE sudd. Bordone Angelo.
CONSIGLIERE ch. Leveratto Filippo.
Botto Stefano coad.
Buffa Francesco ch.
SOCII.
Oberti Ernesto ch.
Vota Michele ch.
ASCRITTI.
Camerana Vincenzo ch.
Fantini Stefano coad.
Molinari Bartolomeo coad.
Perrero Melchiorre coad.
Rossi Pietro coad.
63 Nella visita già ricordata alle case della Liguria nel luglio 1876, il maestro dei novizi,
don Giulio Barberis, provenendo da S. Remo, aveva visto per primo il collegio di Alassio. Egli non
mancava di affidare le sue impressioni alla solita Cronachetta: «il collegio resta la più bella
fabbrica del paese. I giovani molto numerosi, ben tenuti; l'usanza di andare ai bagni di mare
anche dai chierici e preti, e con frequenza; varie libertà; trovai che in chiesa pregavano bene; ma
quasi nessuna comunione. Si cammina un po' ad uso di collegio convitto nazionale o civico»
(ASC 110 Barberis, Cronachetta, quad. 8°, p. 61, mcr 843 C 10).
64 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale..., pp. 143-145; E. CERIA,
Annali... I, pp. 165-167, 291-292; R. ROCCIA, Il Collegio-convitto Valsalice sul colle di Torino,
in Torino e Don Bosco. Parte prima. Torino 1989, pp. 239-275.

3.10 Page 30

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126
Pietro Braido
ASPIRANTE.
Caprioglio Vittorio ch.
{Società Sai. 1875, pp. 12-13)
Capitolo.
DIRETTORE sac. Dalmazzo Francesco.
PREFETTO sac. Branda Gio. Battista.
CATECHISTA sac. Daghero Giuseppe.
CONSIGLIERE sac. Bordone Angelo.
CONSIGLIERE sac. Ottonello Matteo.
CONSIGLIERE sac. Sammorì Gio. Batt.
Botto Stefano coad.
Buffa Francesco ch.
Oberti Ernesto ch.
SOCII.
Perucca Giacomo ch.
Vota Michele ch.
ASCRITTI.
Canterano Vincenzo ch.
Penero Melchiorre coad.
Molinari Bartolomeo coad. Rossi Pietro coad.
ASPIRANTI.
Barone Nazzareno coad.
Barbero Francesco coad.
Benotti Vincenzo coad.
Barella Francesco coad.
Caprioglio Vittorio ch.
Gribaudi Dionigi stud.
Miola Giuseppe coad.
Oliva Giuseppe coad.
Zimaglia Francesco coad.
(Società Sal. 1876, pp. 14-15)
Le due «visite» a Valsalice sono brevissime e altrettanto le osservazioni. Del
resto la casa non era lontana dall'Oratorio e don Rua ne doveva conoscere più di
qualsiasi altro le difficoltà che incontrava dal punto di vista finanziario.
Caratteristiche sono alcune osservazioni, che rispecchiano il modo di operare del
direttore, don Dalmazzo, propenso a invadere il campo di competenza (o di
incompetenza) del prefetto, don Giovanni Battista Branda: «(...) maggior regolarità
nella tenuta dei registri (...). Raccomandai al Direttore di assister in questo il
Prefetto» (1875). «Affidar al prefetto la gestione materiale del collegio, provviste,
pagamenti ecc.; 7° Ajutare a far tener bene i registri» (1876).
3.7 Vallecrosia65
Dopo rapide trattative con il vescovo di Ventimiglia, preoccupato dal
proselitismo protestante, don Bosco insedia celermente, il 9 febbraio 1876,
65 Cfr. E. CERIA, Annali... I, pp. 267-270, 296-297.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
127
tre salesiani (un sacerdote, un maturo chierico, un coadiutore) e tre Figlie di Maria
Ausiliatrice a Vallecrosia, una borgata tra Ventimiglia (2 km.) e Bordighera (3
km.) a 39 km. da Imperia. Vi prendono istantaneo sviluppo le scuole elementari
maschili e femminili e l'esercizio del culto in una cappella di fortuna, degna dei
primi tempi dell'Oratorio di Valdocco.66 Don Bosco vi si recherà in visita il 2
marzo di ritorno dal suo viaggio a Nizza.
È direttore e unico sacerdote l'ex-prefetto di sacristia della chiesa di Maria
Ausiliatrice, don Nicolao Cibrario (1839-1917).67
DIRETTORE sac. Cibrario Nicolao
ASCRITTI.
Cerruti Cesare ch.
Martini Giovanni coad.
La «visita» di don Rua ha luogo poco più di un mese dall'inizio dell'opera.
Naturalmente egli si rende conto che si tratta più di aiuti da dare, in mezzi e in
personale, che di esigenze religiose, pedagogiche o amministrative da sottolineare.
3.8 La Spezia68
I salesiani arrivano a La Spezia il 10 dicembre 1877. Trovano una città in
rapida espansione, «un amalgama di operai, imprenditori, negozianti e soldati».69
Don Bosco è stato invitato a mandare i suoi perché venissero incontro a urgenti
esigenze di assistenza religiosa e in particolare per aprire classi elementari in
funzione antiprotestantica. Nel novembre esse contano già sui 300 alunni. Nel
1880 don Bosco decide di iniziare la costruzione di un ospizio, incominciando da
un edifìcio a due piani, dove si può sistemare una trentina di letti per i primi allievi
interni; essi crescono di anno in anno in proporzione ai successivi ampliamenti
edilizi. Nel 1885 i giovani interni salgono a circa 150.70
Nel 1885 è direttore a La Spezia don Giuseppe Leveratto (1846-1909), che vi
ha iniziato il suo ufficio nell'autunno del 1882.
66 Nella sua Cronaca, in data 14 marzo 1876, don Barberis annota: «È circa da solo venti
giorni che son là, e già frequentano le nostre scuole circa cento ragazzi e cento ragazze le quali
prima frequentavano quelle dei protestanti» (ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 9°, p. 4, mcr 854
E 4).
67 Don Cibrario era entrato all'Oratorio nel febbraio 1857, era stato ordinato sacerdote nel
1866, aveva professato i voti religiosi temporanei il 10 agosto 1867, perpetui il 27 dicembre 1874.
68 Cfr. MB XIII 667-677; XIV 490-492; XVII 573-578; Annali I 270-273.
69 MB XIV 668.
70 Annali I 272; MB XVII 576.

4.2 Page 32

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128
Pietro Braìdo
Capitolo.
DIRETTORE sac. Leveratto Giuseppe.
PREFETTO sac. Allavena Onorato.
CATECHISTA sac. Fantini Stefano.
CONSIGLIERE sac. Caimo Angelo.
CONSIGLIERE sac. Dellavalle Luigi.
CONSIGLIERE sac. Giordano Agostino.
CONSIGLIERE sac. Persi Giuseppe.
Alterino Domenico ch.
Azzolini Michele ch.
Gaia Giuseppe coad.
Lago Antonio ch.
Mongiardino Giovanni coad.
Morra Antonio ch.
Pistone Bartolomeo ch.
Gioffredo Spirito ch.
Morandi Desiderio coad.
Grassi Giovanni Batt. ch. Politano Michele coad.
Contrigliani Angelo stud.
Consonni Gaetano stud.
Da-Pozzo Davide sudd.
Ferrarmi Angelo stud.
Graudi Amedeo stud.
Lanzetti Alberto coad.
Raviola Giovanni coad.
Rebora Faustino eh.
Rovere Ilario stud.
Sapino Domenico coad.
Spegis Giuseppe coad.
(Società Sal. 1885, p. 30)
Come per Bordighera dieci anni prima, dei responsabili dell'opera di La
Spezia don Rua sottolinea soprattutto l'intensa operosità tra una grande
molteplicità di destinatari: giovani interni, alunni esterni delle scuole, oratoriani,
fedeli che affluiscono alla chiesa.
3.9 Lucca11
L'opera, iniziata a Lucca il 29 giugno 1878 con l'oratorio festivo,
comprendeva nel 1885 anche un internato con circa cento ospiti, allievi delle
elementari e del ginnasio inferiore, e artigiani. Non sussistendo possibilità di
sviluppo a causa dello spazio ristretto, nel 1893 i salesiani decisero di chiudere e
aprirono un collegio per studenti a Colle Salvetti (Livorno).
A Lucca nel 1885 era direttore don Giovanni Bensi (1853-1931).
71 Cfr. MB 677-686; XIV 58-65, 483-490; XV 439; XVII 334-335; Annali I 326-328; E.
CERIA, Annali della Società Salesiana, vol. II. Torino, SEI 1943, pp. 381-382.

4.3 Page 33

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
129
Capitolo.
DIRETTORE sac. Bensi Giovanni.
CATECHISTA sac. Villanis Giuseppe.
CONSIGLIERE sac. Nardi Venerio.
SOCI.
Ducatto Giuseppe ch.
Foschini Enrico sudd.
Juli Giovanni coad.
Martini Giacomo sudd.
Mellano Giovanni ch.
Priolo Elia eh.
Stardero Giacomo sudd.
Surano Francesco ch.
ASCRITTI.
Ferraris Giuseppe coad.
Rossi Giuseppe coad.
Veggi Francesco coad.
ASPIRANTI.
Giovannoli Silvio stud.
Marchi Mario stud.
Orsi Pietro stud.
Viora Agostino coad.
(Società Sal. 1885, p. 31)
A Lucca appaiono «ben avviati» sia l'ospizio che l'oratorio. Ma la situazione
appare «chiusa», senza prospettive di sviluppo. Don Rua lo avverte e raccomanda
di «adoperarsi per aumentare il numero degli uni e degli altri [convittori e
oratoriani] specialmente pei secondi allettandoli con qualche regalo, lotterie ecc.
da farsi di quando in quando».
4. Temi dominanti
Il documento non presenta difficoltà di lettura; è cristallino nei contenuti e
nella forma, espressione di una mentalità chiara, contrassegnata da saggezza,
equilibrio e preciso intuito pratico.
Tuttavia, può essere utile rilevare i motivi prevalenti. L'operazione, se non
altro, rende evidente che non sono soltanto i «registri» e le contabilità la
preoccupazione principale di questo amministratore accorto e attento.
Va notata, anzitutto, la brevità delle visite, che producono peraltro
abbondanza di osservazioni e di richiami. Si va da una mezza giornata (a Valsalice
l'11 marzo 1875) a un giorno intero (a Borgo S. Martino il 1o marzo 1874 e a
Vallecrosia il 23 marzo 1876); da un giorno e mezzo (a Lanzo il 2 marzo 1874, a
Sampierdarena il 9 giugno 1874, a La Spezia nel 1885) a due giorni interi (a Lanzo
il 3 marzo 1875, a Borgo S. Martino il 5 aprile 1875 e il 15 marzo 1876, a
Sampierdarena il 18 marzo 1876, ad Alassio il 25 marzo 1876), a un massimo di tre
giorni (a Sampierdarena il 7 aprile 1875, a Varazze il 20 marzo 1876.

4.4 Page 34

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130
Pietro Braido
Alcune cose si possono sottolineare sui principali oggetti delle «visite».
Quanto alla chiesa è insistita l'attenzione alla pulizia, ma ancor più alla re-
golarità delle celebrazioni religiose: in particolare è interessante l'emergere in don
Rua della proposta della messa quotidiana anche per gli alunni esterni (lo ripete a
Lanzo, Borgo S. Martino, Alassio).
Il tema della pulizia torna a proposito delle camere dei superiori (stanza
privata e ufficio) e dei giovani; si rinnova con frequenza la raccomandazione per la
presenza di simboli sacri (crocifisso, immagine della Madonna, e in dimensioni
non troppo piccole); reiterato è l'invito a rendere più semplici, austere, uniformate
all'Oratorio di Valdocco le celle degli assistenti delle camerate: egli intende che
non diventino quasi studio privato e, forse, causa d'imprudenze per la «moralità».
La questione delle immagini religiose ritorna a proposito delle aule scola-
stiche; vi si aggiungono riferimenti alle decurie.
Superiore religioso e non semplice amministratore si rivela don Rua in par-
ticolare quando tocca il tema della vita «religiosa» della comunità salesiana. In
ordine di importanza vengono richiamate le conferenze mensili, i rendiconti, la
meditazione, la lettura spirituale in comune.
Il maggior numero in assoluto dei rilievi e delle raccomandazioni riguarda i
chierici, che all'esercizio pratico della vita salesiana (convivenza con i giovani,
assistenza, talora qualche insegnamento), secondo la prassi di allora, dovevano
abbinare l’iter formativo ecclesiastico: donde la ripetuta insistenza sulla scuola di
teologia (e di filosofia) e di sacre cerimonie. Vi è interessata oltre la metà delle
«visite». Erano rilievi di un esperto, egli stesso insegnante di ermeneutica sacra ai
«teologi» dell'Oratorio e, spesso, esaminatore nelle materie teologiche dei chierici
sparsi nei vari collegi.
Grande attenzione è pure data alla cura dei giovani allievi. Non mancano
cenni all'applicazione nello studio e all'insegnamento del canto gregoriano; ritorna
diverse volte l'esortazione a insegnare a pregare e, ancor più, a promuovere le
compagnie religiose, in particolare quella dell'Immacolata Concezione, vista
soprattutto come fucina di vocazioni ecclesiastiche: il discorso sulle compagnie si
trova almeno in metà delle «visite».
Del tutto ignorato, invece, resta il tema delle relazioni con il paese.
Qualche attenzione è rivolta al problema degli esami pubblici, in particolare
per il conseguimento del diploma di metodo (magistrale).
È pure presente, ma limitato ai due collegi di Varazze e Alassio, il richiamo a
una maggiore austerità nel vitto e in taluni uffici o camere.
Vistoso risulta il problema dei registri: amministrativi, contabili, scolastici,
della condotta. Della vasta rete di controllo è difficile stabilire quanto sia stato
effettuato nelle singole case, talora con personale impreparato e so-

4.5 Page 35

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
131
vraoccupato. Ma don Rua non demorde; sente troppo la preoccupazione di dare
alla nascente organizzazione salesiana un tono di serietà, di regolarità, di respon-
sabilità. Egli infaticabilmente raccoglie e segnala esperienze, appronta moduli e
libri contabili, orienta e istruisce. Vicedirettore-direttore dell'Oratorio e prefetto
generale della Congregazione può dare ai suoi colleghi-sudditi direttive credibili e
disposizioni autorevoli e qualificate.
5. Dalla preistoria alla storia della «visita canonica» salesiana
Come si è detto, non si sono trovati documenti che indichino nelle ispezioni
di don Rua alle Case delle visite canoniche in senso stretto. Certamente, dato il tipo
di uomo, don Rua non le compiva in modo arbitrario e senza un'esplicita intesa con
don Bosco e un suo mandato. Ma come prefetto della Congregazione egli aveva
precise responsabilità sul piano dell'amministrazione generale della Società e delle
singole case e compiti tradizionali relativi alla disciplina e alla regolarità.
Comunque non è difficile rendersi conto che le «visite» di don Rua non ap-
paiono irrilevanti nei confronti dei successivi sviluppi canonici e regolamentari
della «visita salesiana», informale e formale, ma in particolare della «visita
ispettoriale» annuale, prevista dal diritto dei religiosi e dalle Costituzioni salesiane.
Anche dalla semplice lettura dei testi normativi emanati all'interno della Società
salesiana sorge evidente la costatazione che nella loro elaborazione abbia avuto
parte l'esperienza acquisita da don Rua; anzi che egli vi abbia contribuito allo
stesso livello redazionale o co-redazionale.
In Appendice si riportano i documenti più significativi in proposito, pro-
mulgati nell'ultimo scorcio della vita di don Bosco; e altri da don Rua inviati ai
salesiani nel periodo del suo Rettorato.
Per incominciare è difficile non individuare chiare convergenze tra il documento di
don Rua «Cose da esaminare» e il primo regolamento dell'Ispettore elaborato dal primo
Capitolo Generale (1877). Quasi identico risulta il capitolo IV sulla visita ispettoriale,
ritoccato e promulgato dal Capitolo Generale II (1880/1882). Invece, più che da uno
schema previo, dall'esperienza stessa delle visite e dalle osservazioni via via accumulate
sembrano derivare le Norme all'ispettore per la visita delle Case del 1891. Ciò che don
Rua raccomanda talora, coincide quasi alla lettera con quanto aveva trascritto nel suo
taccuino sulla situazione delle singole opere: un condensato di esperienza che diventa
orientamento operativo per circostanze analoghe. Anche nelle Raccomandazioni del
1902 don Rua non si allontana dalle tematiche originarie, pur limitandosi a sottolinearne
alcune più aderenti alle preoccupazioni del momento. Esse ritornano tutte in forma quasi

4.6 Page 36

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132
Pietro Braido
sistematica nel documento di più ampio respiro, Doveri degli Ispettori, ancora del
1902. In esso don Rua accenna, tra l'altro, al modulo per il rendiconto della visita
da inviarsi al Rettor Maggiore.
Si tratta di un foglio di quattro pagine divise in quattro colonne. A capo di
ciascuna di esse ritornano in forma abbreviata e schematica i punti principali della
primitiva griglia di lettura della situazione prevista da don Rua nelle sue visite
degli anni '70: (p. 1) Chiesa e Sacristia - Registro delle Messe - Stato religioso e
morale - Cura del personale; (p. 2) Cura degli allievi - Scuole e rispettive decurie -
Compagnie - Coltura delle vocazioni; (p. 3) Oratori festivi - Economia dei
commestibili e combustibili - Economia negli abiti, biancheria e libri - Economia
nei viaggi e ricreazioni; (p. 4) Pulizia della casa - Contabilità, archivio, cronaca -
Somme rimesse all'Ispettore, somme somministrate dall'Ispettore - Osservazioni.
La serie di documenti sulla «visita» del Rettorato di don Rua è conclusa dal
testo organico del Regolamento del 1906. In esso è possibile riconoscere il
confluire di tutti gli elementi significativi sull'argomento presenti nei documenti
anteriori.
È un patrimonio ideale-pratico che è diventato rapidamente «tradizione»
secolare salesiana. Esso sembra essere stato considerato costantemente adeguato a
un tipo di Congregazione religiosa, che nella sua storia ha inteso privilegiare
l'impegno operativo concreto più che la enunciazione di grandi «manifesti» o la
proposta di enfatiche «linee di futuro». Si può pensare a una istintiva predilezione
per una paziente, puntigliosa, attenta navigazione di piccolo cabotaggio, non
clamorosa ma redditizia, sul piano educativo e su quello religioso.
Per quanto riguarda in particolare le visite di don Rua, quasi tutte del 1874-76,
si dovrà tener conto di una Congregazione incipiente, «condizionata» in negativo e
in positivo da realtà decisamente «umili»: il tipo di ragazzi di cui si occupava (l'età,
la condizione economico-sociale), il contesto dell'«Italietta» dell'Ottocento, le
modeste finalità culturali e educative, la elementarità delle strutture e dei mezzi, la
precarietà e l'inesperienza di parecchio personale.
Don Rua si rivela governante realista, tenace, coraggioso. Egli si impegna,
con sincerità e lealtà, in prima persona; non si «copre» mai con l'autorità di don
Bosco, che non viene mai citato. E l'austero tirocinio lo prepara a diventare un
grande superiore generale, «uomo di progetti» e, insieme, «uomo dell'istante» e,
quanto alle persone, dell'un per uno.

4.7 Page 37

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
133
6. L'edizione
Il testo edito è ricavato da un unico manoscritto autografo di don Rua (con
un'unica interpolazione del segretario, don Lago), molto ordinato e con scarse
correzioni. La redazione sembra essere stata discontinua, come si può rilevare da
visibili variazioni nella grafia e nella qualità dell'inchiostro. Esso è contenuto in
un taccuino, custodito nell'ASC di Roma nella posizione 9.132 Rua-Taccuini,
Quaderni [A461 - mcr 2955 D2-2957 A9]. Nella prima pagina bianca si trova
tracciato a lapis in epoca recente e da altra mano un titolo: Visite - norme. Rela-
zioni fatte su varie case fino a Maggio 1885. Il taccuino ha il formato 96x145
mm (la copertina di cartone con il dorso guasto 105x105 mm); è di complessive
226 pagine, non numerate. La carta è bianca, tendente al grigio, con macchie; si
nota una rigatura leggerissima, appena percettibile. Il testo relativo alle visite va
da p. 5 a p. 104, con pagine bianche intercalate, come è indicato ai margini del
testo edito; sono bianche tutte le pagine successive da p. 105 a p. 221; le pagine
da 222 a 225 sono occupate da due prospetti statistici della Congregazione sale-
siana, compilati dallo stesso don Rua; l'ultima, p. 226, è bianca; la prima e l'ulti-
ma pagina del taccuino sono, rispettivamente, precedute e seguite da un foglio di
carta color azzurro. La carta è piuttosto pesante; il testo delle visite del 1874-76 è
redatto con inchiostro color seppia; le correzioni successive sono visibili perché
effettuate con inchiostro più diluito; le pagine dedicate alle visite del 1885 sono
in inchiostro violetto.
Le varianti sono state riportate tutte. Si è creduto opportuno abbondare nella
documentazione storica, in modo da rendere con la massima perspicuità le analo-
gie e le coincidenze tra i contenuti del manoscritto di don Rua, taluni aspetti della
vita concreta delle case visitate e le idee diffuse tra i dirigenti della Congregazio-
ne sui vari ambiti della prassi salesiana.
Si dà l'edizione di tutti i testi contenuti nel taccuino. Una edizione molto in-
completa delle visite si trova, con parecchi ritocchi formali, nel X volume delle
Memorie biografiche, a cura del salesiano don Angelo Amadei ( 1868-1945).72 È
inesatto quanto l'Amadei afferma: «Delle visite compiute ai collegi di Borgo S.
Martino e di Lanzo non è segnata la data» 73 e che esse abbiano avuto inizio «do-
po l'approvazione delle Costituzioni»,74 avvenuta il 3/13 aprile 1874.
72 Cfr. MB X 1260-1266.
73 MB X 1262.
74 MB X 1260.

4.8 Page 38

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134
Pietro Braido
Abbreviazioni adottate nell'apparato delle varianti:
add = addit
con = corrigit
del = delet
em = emendai - compiuta sostituzione del termine o della frase
inf Un = infra lineam
iter = iterai
Un subd = linea subducta
mrg = margo - sup = superior; inf = inferior; sin = sinister
om = omittit
sup lin = super lineam
Abbreviazioni utilizzate nell'apparato delle fonti:
Conf. a Lonzo 1876 = Conferenze e cronichetta degli esercizi [spirituali], Lanzo 1876 [2
quaderni con numerazione continuata], ASC 110 Barberis, ms aut., pp. 1-58, mer 867 D
1-868 C 12.
Conf. aprile 1875 = Conferenze o Capitoli Generali della Congregazione di S. Francesco di
Sales, tenutesi nell'Oratorio Salesiano di Torino in occasione della venuta del Sig. D. Bo-
sco da Roma [14-16 aprile 1875], ASC 04, pp. 29-84, mer 862 C 12-863 C 6.
Conf. autunn. 1875 = Conferenze autunnali an. 1875 [18-26 sett.], ASC 110 Barberis,
Cronaca, quad. 12, ms aut., pp. 3-57, mcr 857 A 1-E 5.
Conf. prefetti 1875 = Conferenze dei prefetti 1875, MB X 1120-1122.
Conf. gen. 1876 = Conferenza generale pubblica tenuta al 2 Febbrajo 1876 nella chiesa
piccola alle ore 5 pomerid. in occasione che i direttori delle singole case si radunarono
in Torino per festeggiare il loro patrono titolare S. Francesco di Sales, ASC 110 Barbe-
ris, Cronaca, quad. 14 (altro verso), ms aut., pp. 5-20, 58-65, 21-36, mcr 858 D 10-859 A
1, 859 D 1-7, A 2-B 5.
Conf. gen. 1877 = Conferenza Generale tenuta dal Rev.mo D. Bosco e D. Rua nella festa di S.
Francesco di Sales; presenti tutti i direttori delle case particolari, professi, ascritti ed a-
spiranti [7 febbraio 1877], ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 11, ms Dompè, pp. 8-47,
mcr 856 A 9-D 9 [relazione di don Rua sulle varie opere, pp. 9-27, mcr 856 A 10-C 5];
altra versione nel quad. 1, ms Gresino, pp. 4758, mcr 850 A 5-B 4: continuazione nel
quad. 16, ms Gresino, pp. 1-7, mcr 860 C 10-D 4.
Conf. s. Franc. 1876 = Conferenze tenute in occasione della festa di S. Francesco di Sales l'an.
1876 dal capitolo superiore dell'Oratorio coi direttori dei collegi radunatisi in Torino [1-
4 febbraio], ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 14, ms aut., pp. 1-24, mcr 858 B 10-D 9;
quad. 14 (altro verso), pp. 39-58, mcr 859 B 6-C 12.
Conf. s. Franc. 1877 = Conferenze tenute dal Capitolo Superiore Generale in occasione delle
feste di S. Francesco di Sales dell'anno 1877. Per cura del Sacerdote Giulio Barberis,
ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. 13, ms aut., pp. 1-27, mcr 857 E 8-858 B 9.

4.9 Page 39

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
135
Deliberazioni 1873 = Deliberazioni prese nelle Conferenze generali di S. Francesco di Sales,
MB X 1067-1068.
Deliberazioni 18732 = Deliberazioni prese nelle Conferenze autunnali dai Direttori e dai
Prefetti della Congregazione di S. Francesco di Sales, MB X 1069-1070.
Deliberazioni 1875/1876 = Deliberazioni prese nelle Conferenze generali della Società
di S. Francesco di Sales. Note spiegative delle nostre regole, MB 1112-1120.75
Regolamento = Regolamento per le case della Società di S. Francesco di Sales. Torino,
Tipografia Salesiana 1877.
Regole = Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales secondo il decreto di
approvazione del 3 aprile 1874. Torino, Tip. dell'Orat. di S. Francesco di Sales 1875.
Regulae 1873 = Regulae Societatis sancti Francisci Salesii. Augustae Taurinorum, ex officina
asceterii salesiani 1873, OE XXV 35-71.
Sunto Conf. autunn. 1874 = Sunto delle Conferenze autunnali del capitolo generale nell'anno
1874 [redaz. Rua], MB X 1072-1074.
Sunto Conf. Prefetti 1874 = Sunto delle Conferenze dei Prefetti, 1874, MB X 1075-1076.
75 Cfr. Conferenze tenute in occasione della festa di S. Francesco di Sales l'an. 1876 dal
capitolo superiore dell'Oratorio coi direttori dei collegi radunatisi in Torino, ASC 110 Barberis,
Cronaca, quad. 14, ms aut.: «2a Confer. Io febbr. ore 5 pom. (...) Fatto questo si incominciarono
a leggere ed esaminare le note spiegative del regolamento (...)», p. 12, mcr 858 C 2; «3a Confer.
2. febbr. ore 10 (...) si continuò subito a leggere ed a discutere le Note spiegative del
regolamento (...)», p. 15, mcr 858 C 12; «4a Confer, privata 3 febbr. ore 10. Si finì di leggere e
di discutere le note spiegative del regolamento (...)», p. 20, mcr 858 D 5. Le tre riunioni furono
presiedute da don Rua.

4.10 Page 40

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136
Pietro Braido
II. TESTI
[Visite, norme, relazioni fatte su varie case fino a maggio 1885]
R redazione Rua
R2 correzioni Rua
L intervento Lago
X intervento successivo di persona non identificata.
Cose da esaminare.
p.5
Chiesa e sacristia. - Mense degli altari - Pulizia per la chiesa - Come sono tenuti
i sacri arredi - Quali sono le funzioni che si fanno ne' giorni feriali e festivi.
Camere. dei Superiori e dei giovani. - Se non sono troppo eleganti - Se sono pu-
5 lite - Se vi è qualche crocifisso o imagine della Madonna - Se le celle degli assistenti
sono abbastanza ristrette - Se le camere sono ventilate. I
Corridoi, scale, cortili - Pulizia - Se non ricevono cattivi odori dai cessi.
p. 6
Scuole - Pulizia - Ventilazione - se vi ha qualche oggetto di religione - Visitar
quaderni - interrogar i giovani - Veder decurie.
lO
Società - Se si fanno conferenze ai socii, agli aspiranti se ve ne sono - Se si fan-
no i rendiconti mensili - Se vi ha lo spirito di modestia, di povertà, di obedienza. -
J «140 I giovani esterni che frequentano le nostre scuole si obblighino assolutamente a venire
a messa tutte le domeniche e feste di precetto. Se si può, questo si faccia anche pei giorni feriali.
Si procuri eziandio che si accostino ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione una
volta al mese». - Deliberazioni 1875/1876, p. 1115.
4-5 «120 Il Prefetto specialmente diasi la massima sollecitudine per procurare ogni possibile
pulitezza nelle camerate, nelle vesti e nelle persone degli alunni» - Deliberazioni 18732, p. 1070.
- «I prefetti invigilino molto sulla pulizia nel collegio a cui sono addetti. Per ottenere la pulizia
della testa nei giovani, specialmente nei più piccoli (...). Per la pulizia dei letti (...)>> - Con! au-
tunn. 1875, p. 56, preso d. Rua, mcr 857 E 6). - «150 I prefetti veglino sulla pulizia del collegio e
specialmente curino la pulizia nei dormitorii, negli abiti e nella persona degli alunni» - Delibe-
razioni 1875/1876, p. 1118.
9 «Conferenza 3a• ( ...) 20 Che il prefetto si faccia consegnare ogni settimana le decurie dei voti
di condotta e di scuola, i quali è necessario siano letti almeno ogni mese. 30 Che i sig.ri Prefetti
scelgano un chierico, il quale sia fisso per aiutarlo in tutte le sue incombenze, epperciò libero,
per quanto si può, da altri impieghi» - Con! prefetti 1875, p. 1121.
lO «5. Si rinnovò la raccomandazione di fare in ciascuna casa due conferenze al mese coi
membri della Società, delle quali una sia sempre sul regolamento della medesima» - Delibera-
zioni 1873, p. 1067. - «Si facciano le consuete conferenze; due al mese; nell'una si dia lettura e
spiegazione delle regole; nell'altra si tratti qualche punto morale. Queste conferenze si facciano
sempre. Qualora il direttore non potesse qualche volta farla per lo meno si faccia qualche lettu-
ra spirituale che la supplisca, ma questo poco ci sia sempre» - Con! autunno 1875, p. 49, preso d.
Bosco, mcr 857 D Il. Cfr. anche Con! S. Frane. 1876, p. 17, preso d. Rua, mcr 858 D 2.
10-11 «lo Ogni mese saranno tenute due conferenze, di cui una intorno alla lettura e spiega-
zione semplice delle regole della Congregazione. L'altra conferenza intorno alla materia mora-
le. ma in modo pratico ed adattato alle persone a cui si parla. 20 Ogni socio una volta al mese

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
137
Veder se sono esercitati gli ufizi di Prefetto, catechista ecc. I
si presenterà al Direttore di quella casa cui appartiene e gli esporrà quanto egli giudicherà van-
taggioso al bene dell'anima sua e se ha qualche dubbio intorno all'osservanza delle regole, lo
esporrà chiedendo quei consigli che gli sembrano opportuni pel suo profitto spirituale e tempo-
rale» - Circ. 15 agosto 1869, E II 44. - «Nell'esaminare i sopraddetti postulanti venne l'occasio-
ne al Sig. D. Bosco di parlare dei rendiconti che ciascun direttore deve farsi fare dai singoli in-
dividui. Insiste molto su questo e significò che egli la teneva proprio come la chiave principale
pel buon andamento delle case. Generalmente in questi rendiconti aprono proprio il loro cuo-
re; poi dicono tutto ciò che loro dà pena, e se c'è qualche disordine lo palesano anche. È poi un
mezzo efficacissimo per fare correzioni, anche severe, se è il caso, ai confratelli, senza che si of-
fendano» - Con! autunno 1875, p. 30, preso d. Bosco, mcr 857 C 4. - «Ciò che poi io tengo come
la chiave di ogni ordine e di ogni moralità; il mezzo con cui il direttore può avere in mano la
chiave di tutto si è che si facciano fare i rendiconti mensuali (...). Si noti però attentamente nei
rendiconti di non entrare in cose di coscienza (...)>> - Conf. autunno 1875, pp. 49-50, preso d. Bo-
sco, mcr 857 D 11-12. Cfr. anche Conf. S. Frane. 1876, p. 16, preso d. Rua, mcr 858 D 1. - «3° Si
facciano sempre i rendiconti mensuali: non si lascino mai per qualunque motivo e si facciano
posatamente e con impegno. Fra le altre cose ogni socio esponga: l° Se nel suo uffizio trovi
qualche cosa che gli sia proprio ripugnante, o che possa impedire la sua vocazione. 2° Se gli
consta qualche cosa che possa farsi ed impedirsi per togliere qualche disordine o scandalo in
casa. In questi rendiconti ciascuno apra intieramente il suo cuore al superiore, ma si aggiri
specialmente sulle cose esterne» - Deliberazioni 1876, p. 1118.
Il Modestia-moralità: «Art. 4°. Regole per la moralità. La cosa più importante nelle nostre
case si è di promuovere, ottenere, ed assicurare la moralità, sia nei socii, sia nei giovani. Assi-
curato questo, assicurato tutto, mancando questo, manca tutto - Deliberazioni 1875/1876, p.
1118. - «D. Bosco venne alla conclusione. Tre ricordi. Che cerchiamo modo, disse il Santo Pa-
dre, a tre cose se vogliamo che le nostre case fioriscano: l° Introdurre lo spirito di pietà nei gio-
vani e nei soci; 2° lo spirito di moralità; 3° lo spirito di economia» - Conf. s. Frane. 1877, p. 22,
mcr 858 B 4. - «Si parlò a lungo sul modo pratico di promuovere la moralità nelle nostre case e
tra i convittori e tra i soci della Congregazione» - Con! S. Frane. 1877, p. 27, preso d. Bosco,
mcr 858 B 9.
12 «Praefectus Directoris vices gerit et praecipuum ipsius munus erit res temporales admini-
strare, coadiutorum cura m gerere, supra alumnorum disciplinam attento oculo vigilare iuxta
regulas uniuscuiusque domus et consensum Directoris. Ipse paratus esse debet ad rationem de
sua gestione reddendam Directori suo, quoties ab eo expostulabitur» - Regulae 1873, XII 13;
id. Costituzioni approvate 1874 e traduzione italiana del 1875. - «Il Prefetto ha la gestione ge-
nerale e materiale della Casa, e fa le veci del Direttore in sua assenza nell'amministrazione, ed
in tutte quelle cose di cui fosse incaricato» - Regolamento, parte I, II 1. - «12. In ogni Casa il
Prefetto o l'Economo è incaricato della moralità delle persone di servizio e della sorveglianza
sul disimpegno dei loro uffizi; e però faccia quanto può per accudirli, affinchè compiano i do-
veri di Religione ed ogni loro incombenza» - Deliberazioni 1873, p. 1068. - «Conferenza la. Si
trattò della cura che devono avere i Sigg. Prefetti dello spirituale e del materiale delle persone
di servizio. A tale scopo si raccomandò: 1° Procurar ogni sera di dir con loro le orazioni a fine
di poter loro indirizzare qualche buona parola. 2° Vigilar che al mattino ciascuno si trovi alla
Messa tra loro od in comune, e far loro meditazione dopo il SS. Sacrifizio (...). 5° Si racco-
mandò che il direttore, il prefetto e catechista tenessero una conferenza apposita in cui si
dèsse un voto mensile a ciascuna persona di casa» - Con! prefetti 1875, p. 1120. - Cfr. anche
lino 243-245.
«Catechista spiritualia quaeque illius domus procurabit, sive relate ad socios sive relate ad
caeteros qui ad congregationem non pertinent, ac quoties opus erit, Directorem admonebit» -
Regulae 1873, XII 12; id. Costituz. approvate 1874 e traduz. ital. del 1875. - «Ultimamente, fa-
cendosi da tutti notare il sentito bisogno che nell'Oratorio si stabilisse un direttore dei cherici il

5.2 Page 42

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138
Pietro Braido
Clero. - Se si fa regolarmente la scuola di teologia o filosofia - Se si fa la scuola p. 7
di ceremonie - Condotta che tengono come cherici e come assistenti o maestri - Se
15 sono in numero sufficiente - Meditazioni e letture spirituali.
sig. D. Bosco stabilì che non solo nell'Oratorio ma in tutte le case si sentiva questo bisogno;
che perciò in tutti i collegi fosse stabilito per questo il catechista; che ciascun direttore faccia
palese questa determinazione a tutti i confratelli» - Con! autunno 1875, p. 38, preso d. Bosco,
mcr 857 C 12. - Cfr. anche Con! S. Frane., 1876, p. 21, preso d. Rua, mcr 858 D 6. - «1. Il Cate-
chista ha per iscopo di vegliare e provvedere ai bisogni spirituali dei giovani della Casa (...). 7.
Si darà cura che agli ammalati nulla manchi né per lo spirituale né pel temporale (...). 11. Pro-
muoverà le compagnie di S. Luigi Gonzaga, del Ss. Sacramento, del piccolo Clero, dell'Imma-
colata Concezione. In caso di bisogno potrà farsi aiutare da qualche sacerdote o chierico anzia-
no specialmente per fare le conferenze. 12. Prenderà cura dei chierici addetti a qualche uffizio
della Casa, procurando che imparino le sacre cerimonie ed attendano allo studio della Teologia
(...)>> - Regolamento, parte I, III. - Cfr. anche lino 222-224.
13 «Se in ogni tempo ho raccomandato la pietà, ora raccomando lo studio della Sacra Teolo-
gia; e lo raccomando caldamente a tutti i Chierici della nostra Salesiana Congregazione (...).
Per la qual cosa il Direttore è di tutto cuore pregato di vegliare a procurare che in ogni settima-
na vi sia nella Teologia impiegato tutto quel tempo che sarà compatibile colle altre occupazio-
ni. A fine poi di agevolare questo studio, che è la scienza delle scienze: 1° Ogni anno avranno
luogo tre esami e sopra tre Trattati diversi: l'uno in marzo, l'altro in luglio, ed il terzo al princi-
pio di novembre. 2° I trattati sono per quest'anno: De Gratia, de Ordine, de Matrimonio, e, po-
tendo, anche De Virtute Religionis e De Praeceptis Decalogi. 3° Gli esami saranno dati nel tem-
po sopra stabilito dagli esaminatori all'uopo delegati dal Superiore» - Circo di don Bosco del 23
novembre 1874, E II 422. - «10° Dalla scuola di cerimonie si passò a parlare della scuola di
Teologia. I visitatori fecero osservare che in quasi tutti i collegi furono poco soddisfatti degli
esami di teologia e che seppero in alcuni collegi essersi trascurato molto quella scuola. Perciò la
scuola si prenda molto a cuore dai direttori e non si lasci mai. Interinalmente poi per guada-
gnar tempo, ogni direttore procuri subito dopo gli essercizzi di avere soci per i loro collegi de-
stinati e avvertirli che avendo ora tempo si preparino per l'esame che si darà ai Santi. 11° Per
l'uniformità negli studii teologici si è stabilito che in tutti i collegi si studiassero gli stessi tratta-
ti; si è visto che in alcuni si cambiò l'ordine; cambiando un cherico collegio per un'altro anno si
troverà imbrogliato. Si raccomanda che nessun cambi l'ordine dei trattati che sono da studiar-
si. 12°Avviene anche tra noi con frequenza che si dia la messa a chi non ha ancora compiuto lo
studio della teologia. Si badi dai singoli direttori che quantunque quei soci abbiano già la mes-
sa non sono dispensati da prender gli esami di quei trattati su cui non furono ancora esaminati.
Si lasci perciò loro il tempo congruo e si faccia loro avere comodità di essere esaminati quando
sono abbastanza preparati su qualche trattato» - Conf. autunno 1875, pp. 34-35, preso d. Bosco,
mcr 857 C 8-9.
13-14 Sull'importanza dell'apprendimento e dell'esatta pratica delle sacre cerimonie, in parti-
colare nella celebrazione della Messa, con la denuncia di frequenti carenze, si soffermano i par-
tecipanti alle «Conferenze autunnali» del 1875 (sess. di venerdì 24 settembre) - Con! autunno
1875, pp. 32-34, preso d. Bosco, mcr 857 C 4-6. In particolare «a questo riguardo si fece osser-
vare che in varii collegi non han mai, o quasi mai scuola di ceremonie; essere questa cosa di
grave importanza, perciò dove non c'è si stabilisca subito e si faccia di regola ogni settimana» -
Ibid., p. 34, mcr 857 C 8. - Cfr. anche Con! S. Frane. 1876, pp. 17-18, preso d. Rua, mcr 858 D
2-3; p. 47, mcr 859 C 2 (tra i mezzi per coltivare le vocazioni ecclesiastiche don Bosco indica il
seguente «Giova anche tanto il far bene le ceremonie. Fan vedere con che posatezza e con che
santità si deve procedere nello stato Ecclesiastico al quale per avventura si sentono chiamati»).
15 «5° Si stabilì che per quanto si può si faccia da tutti una mezz'ora di meditazione quotidia-
namente, o molti insieme, o separatamente, come parrà meglio secondo le circostanze delle
varie nostre case, somministrando i Superiori i libri all'uopo» - Sunto Conf. Prefetti 1874,
pp. 1075-1076.

5.3 Page 43

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
139
Giovani. - Stato sanitario - infermeria, come è assistita - Se hanno chi insegni a
dire le orazioni, a servir messa ecc. - Come sono accuditi in chiesa, in istudio e scuo-
la ed in ricreazione e cameroni, non che nelle passeggiate. - Pulizia della persona e
degli abiti e specialmente la pulizia dell'anima. Compagnie di S. Luigi, del SS. Sacra-
p. 8 mento, dell'Immacolata Concezione - Il I piccolo clero - Impegno nello studio e fa- 20
migliarità coi maestri, assistenti e superiori. - Se si hanno scolari esterni - se si tiene
Oratorio festivo e come. - Se viene qualche confessore forestiero regolarmente.
16 è om R add R 2
21 superiori] prof R superiori CO'T R 2
esterni] interni R esterni
corr R 2
22 Se... regolarmente om R add R 2
viene] vi è R viene COIT R 2
16-17 «7° A proposito delle orazioni si lamentò che in varie case si recitano troppo frettolosa-
mente; e si propose di adoperarci in tutte le case nostre per introdurre un modo di recitare le
orazioni grave e divoto» - Sunto Con! autunno 1874, p. 1074. - «Si inculcò che in tutti i collegi
si dicessero le orazioni molto adagio e si badasse che tutti le dicano. Oh se si potesse introdurre
questo nelle nostre case! Finora, bisogna dirlo, questo non c'è abbastanza. Se qui nell'Oratorio
si potesse introdurre anche fra gli studenti un modo di pregare proprio bene. Si studii questo»
- Con! S. Frane. 1876, p. 33, preso d. Rua, mcr 858 D 8. - «9° I Superiori provvedano ed ogni
socio si adoperi perchè in tutte le case nostre nel recitare le orazioni si introduca e si mantenga
un modo uniforme, grave e divoto, senza precipitazione e pronunziando intiere le parole» -
Deliberazioni 1875/1876, p. 1112.
18-19 Pulizia: V. lino 4-5.
19-20 «Il Catechista si ricordi che lo spirito e il profitto morale delle nostre case dipende dal
promuovere il piccolo Clero, la Compagnia dell'Immacolata Concezione, del SS. Sacramento, e
di S. Luigi. Abbia cura che tutti, specialmente i coadiutori, abbiano comodità di frequentare la
confessione e la comunione. Se mai fra le persone applicate ai lavori domestici avvene alcuno
bisognoso d'istruzione, faccia in modo che nulla gli manchi per ricevere la comunione, la cresi-
ma, servire la santa Messa e simili» - Circolare di don Bosco del 15 novembre 1873, E II 320. -
«Il Direttore, il Prefetto, il Catechista (...) sono invitati a prendere in considerazione e promuo-
vere: 1° La Compagnia della SS. Vergine Immacolata, di cui debbono specialmente far parte gli
aspiranti Salesiani. 2° Il piccolo Clero, servizio della S. Messa, la Compagnia di S. Luigi, del SS.
Sacramento, e di S. Giuseppe per gli Artigiani C..)>> - Raccomandazioni di don Bosco indirizza-
te alle case, 27 settembre 1874, MB X 1108. - «In ogni casa ciascuno diasi la massima sollecitu-
dine di promuovere le piccole associazioni, come sarebbe il piccolo clero, la compagnia del SS.
Sacramento, di S. Luigi, di Maria Ausiliatrice e dell'Immacolata Concezione. Niuno abbia ti-
more di parlarne, di raccomandarle, favorirle e di esporne lo scopo, l'origine, le Indulgenze ed
altri vantaggi che da queste si possono conseguire., lo credo che tali associazioni si possono
chiamare chiave della pietà, conservatorio della moralità, sostegno delle vocazioni ecclesiastiche e
religiose» - Circ. di don Bosco del 12 gennaio 1876, E II 7-8. - «Già l'anno scorso abbiamo
avuto varie vocazioni ecclesiastiche sia di alcuni che andarono in seminario, sia di alcuni che
vestirono l'abito da cherico tra noi; e quest'anno le speranze sono assai più grandi. Questo ri-
sultato lo dobbiamo anche in modo speciale attribuirlo al modo con cui sono coltivate e curate
le varie compagnie che vi sono nei nostri collegi e specialmente quelle del ssmo Sacramento e
del piccolo clero» - Con! gen. 1876, pp. 6-7, mcr 858 D 11-12, Bonetti-Borgo S. Martino. -
«Giova poi immensamente il promuovere il piccolo clero. lo son di parere che sia esso come il
semenzaio delle vocazioni Ecclesiastiche» - Conf. S. Frane. 1876, p. 47, preso d. Bosco, mcr 47.
21-22 «Sul finire di questa trattazione essendosi parlato dell'Oratorio festivo da aprirsi a Niz-
za come di massima importanza si fece notare come noi dovremmo tenerlo in tutti i paesi dove
abbiamo il collegio mentre solo a Torino ed a Sampierdarena si aveva. Tutti notarono la gran-
de convenienza di ciò ed il desiderio che si effettuasse quanto prima ma non si poté combinare
e decidere il tutto l° per mancanza di personale (...); ma più di tutto ancora per mancanza di

5.4 Page 44

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l40
Pietro Braido
Esami particolari - Veder fra' giovani se vi è chi sia per prendere l'esame per la
vestizione clericale, per la licenza ginnasiale o liceale; e fra' cherici se vi è chi si pre-
25 pari all'esame da maestro elementare od altro esame particolare. I
Relazioni col paese - Del collegio, come è considerato; dei professori ed assi- p.9
stenti, se vanno in famiglie particolari - Relazioni col Paro co e col Municipio.
Spese - Trattamento di tavola dei Superiori e dei giovani - Novità di fabbrica-
zioni, di riparazioni, di provviste, agricoltura ecc. Libri - viaggi ecc. - Raccolta delle
30 ricevute degli anni precedenti. I
30 degli... precedenti] dell'anno precedente R degli anni precedenti COIT R2
locale adatto e adattabile (...). Si raccomandò tuttavia molto: 1° che i giovani esteri frequentan-
ti le nostre scuole si obbligassero a venire a messa alla Domenica. 2° Dove si poteva cominciare
a far qualche po' d'oratorio festivo si facesse» - Con! autunno 1875, p. 42, preso d. Bosco, mcr
857 D 4. - «13° Per quanto si può, procuriamo di tenere oratorio festivo in tutti i luoghi dove
abbiamo un collegio. In questo solo modo si riuscirà a fare un bene radicale alla popolazione
d'un paese» - Deliberazioni 1876, p. 1114.
23-25 «Nello stabilire il personale si vide la grande necessità che molti prendano diplomi o
per lo meno patenti elementari; anche queste servono molto; e si raccomandò che in tutte le
case si mettessero varii a prenderle e se, come si spera, vi sarà l'esame di riabilitazione per esser
proclamato prof. di 3a gin. o di 5a varii vi si mettano attorno e lo prendano» - Conf. a Lanzo
1876, quad. l, p. 9, mcr 867 D 9. - «3° Nei collegi particolari nessuno faccia dimanda di esami
speciali da maestro o da professore, ecc., senza aver prima parlato al proprio direttore. Il diret-
tore poi, affinchè per le domande vi sia un centro solo, quando vede che ne sia il caso scriva al
Consigliere scolastico del Capitolo Superiore, il quale ne parlerà al Rettore od in Capitolo, e
farà i necessari incombenti. 4° Vista l'opportunità, che qualche confratello si prepari ad esami
speciali, il suo Direttore procuri di 1asciargli il tempo opportuno a prepararsi bene, affinchè
non avvenga che restino rimandati con detrimento loro e della Congregazione; e, prima che si
presentino, si assicuri che siano preparati» - Deliberazioni 1875/1876, p. 1119.
27 «2° I Direttori badino a non lasciar contrarre relazioni cogli esteri né dai Professori, né da-
gli altri Superiori o subalterni; specialmente guardino che non si vada a far visite domiciliari» -
Deliberazioni 18732, p. 1069.
28-29 «Il Presidente accennò che il Sig. D. Bosco gli aveva lasciati tre punti da proporre (...).
Il terzo punto era il non far spese accessorie. Si fece un'osservazione, che cosa cioè s'intendesse
per queste spese accessorie. Non certo consistono in fabbricazioni poiché fu già stabilito prima
che nessun direttore possa far erigere fabbriche senza il consenso del capitolo superiore; e sem-
brò che specialmente consistessero nei mutamenti, o di porte, finestre, aperture, poi cose di
casa e simili, e ciascun direttore per la parte propria si dimostrò dispostissimo a non farne
come in generale già non se ne facevano» - Conf. aprile 1875, p. 54, sesso 2a, mercoledì 14, preso
d. Rua, mcr 862 E 12. - «Per seconda cosa il presidente fece osservare che il Sig. D. Bosco in
quest'anno scorso s'è mostrato più volte malcontento per spese straordinarie che si fecero in
vari collegi, specialmente che in qualcuno di essi senza il suo consenso si fecero innovazioni nel
fabbricato (...). Siccome l'osservazione del Sig. D. Bosco riguarda specialmente cosa da mura-
tori, come chiudere una porta qua, aprirne un'altra là, gettar giù uno stibio, inna1zarne un al-
tro e simili, queste cose non si faccian più senza consenso del Signor D. Bosco» - Con! autunno
1875, pp. 25-26, preso d. Rua, mcr 857 B 11-12.
29 «6. Si osservi in tutte le case uniformità ne' libri che si adoprano nelle scuole; e a tal uopo
si progettò di fare, in ogni anno nell'autunno, nelle conferenze, una specie di programma intor-
no all'insegnamento da darsi, coi libri da usarsi» - Deliberazioni 1873, p. 1067. - «Art. 5°. Rego-
le scolastiche. l° Affinchè si osservi in tutte le case uniformità nei libri che si adoperano nelle

5.5 Page 45

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
141
p.IO
Registri. - l". Delle messe - 2°. Della condotta dei cherici e coadjutori - 3°. Con-
dotta e studio mensile dei giovani - 4°. Postulanti - 5°. Censimento - 6°. Pensioni e
provviste per gl'individui - 7°. Depositi di danaro dei giovani - 8°. Dispensa - 9°. Ri-
cevute a matrice - 10°. Prontuario delle spese - 11°. Registro delle oblazioni - 12°,
Manuale - 13°. Registro del corredo portato dai coadjutori nella loro entrata - 14°. 35
Parziali dei provveditori: Calzolajo, sarto, lattajo, pristinajo, beccajo, pizzicagnolo,
farmacista ecc. - Registro dei conti correnti. Dove avvi negozi particolari visitar an-
che i registri del negozio. I
33 Dispensa om R add sl R 2
9°] 8° R corr R 2
34 10°] 9° R 10° COl.,. R 2
11°] 10° R
Il ° corr R 2
Registro] Manuale R Registro corr R 2
12°] Il ° R 12° corr R 2
35 13°]
12° R 13° corr R 2 14°] 13° R 14° corr R 2 37 post ecc. add 8° Dispensa R del R 2 Re-
gistro... correnti om R add sl R 2
scuole e nelle materie che si insegnano, si faccia in ogni anno, di autunno, nelle conferenze, una
specie di programma intorno all'insegnamento da darsi, ed ai libri da usarsi» - Deliberazioni
1875/1876, p. 1119. - «11. Si usino speciali riguardi ai membri che hanno meriti speciali, tanto
nei viaggi, quanto nelle varie circostanze della vita, e particolarmente in occasione di malattie»
- Deliberazioni 1873, p. 1068. - Sui viaggi dei salesiani che devono recarsi in un'a1tra casa o fan-
no viaggi non concordati si intrattennero a lungo i direttori nella quarta sessione, presieduta
da don Rua, delle Conferenze di aprile 1875 (pp. 71-74, mcr 863 B 5-8), emanando varie norme
- Cfr. Deliberazioni prese nelle generali Conferenze tenute in occasione dell'arrivo del Sig. D.
Bosco da Roma, aprile 1875, nn. 3-6, ASC 04, mcr 1.873 B 3-4.
31-38 «Si tennero a Lanzo (...) due radunanze dei prefetti presiedute dal Sig. D. Rua (...).
Nella prima conferenza dei prefetti si parlò a lungo ma quasi esclusivamente dell'uniforme re-
gistrazione e contabilità da usarsi in tutte le case in conformità e relazione coll'Oratorio. Si era
preparato preventivamente un modulo e già spedito a tutti i prefetti affinché vedessero se atto
ad essere adottato. Si fecero varie osservazioni, si decise di aggiungere un richiamo speciale a
tutti i registri e tutti d'accordo trovarono comodo e molto utile quanto si stabilì; si decise di ac-
cettarlo subito in tutti i collegi esistenti e di introdurlo subito nei nuovi collegi che si apriranno.
Facilitando la contabilità dei singoli collegi e specialmente le relazioni dell'Oratorio colle sin-
gole case si spera riuscirà di grande utilità, facilitazione e contento di tutti. Il progetto di questa
uniformità di registri era già sentito da molto tempo ed ora per mozione di D. Rua, D. Chiala
lo formolò. Essendo stati mo1ti gli schiarimenti che i prefetti domandavano ed anche essendosi
suggerite alcune modificazioni la conferenza andò piuttosto a lungo ed in essa non si poté trat-
tare d'altro» - Con! autunno 1875, pp. 3-4, preso d. Rua, mcr 857 A 1-2. - «In vista dell'utilità
grande che ne verrebbe da un'uniforme registrazione in tutti i collegi esistenti e che esisteranno
ed in vista della necessità che ogni dì si ha di un controllo generale più pressante all'Oratorio,
si stabilì che a Torino si stamperebbero registri appositi per ogni ramo d'amministrazione; si
manderebbero in tutti i collegi, e ciascun direttore e prefetto cominciando già coll'anno nuovo
1875-76 vedano di uni formarvisi interamente» - Con! autunno 1875, p. 56, preso d. Rua, mcr
857 E 6. - «7° Siano stampati registri appositi per ogni ramo d'amministrazione, uguali per tut-
ti i collegi. Ciascun direttore e prefetto procuri d'uniformarvisi intieramente» - Deliberazioni
1875/1876, p. 1116. - «Uniformità di registri. È bene che dica qui come quasi nel principio della
seduta per regolarità delle registrazioni e comodità dei prefetti si diede ai singoli direttori ad
esaminare un registro stampato appositamente e diviso secondo le varie categorie di spese e
tutto in correlazione coi registri che si hanno già e servirà mo1to a facilitare l'uffizio dei prefet-
ti, e specialmente a stendere poi i resoconti in fin dell'anno. Sono queste cose che a prima vista
figurano poco ma sono un vero progresso per la nostra contabilità e servono a molto» C01~r
S. Frane. 1877, pp. 10-11, preso d. Rua, mcr 858 A 4-5.

5.6 Page 46

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142
Pietro Braido
Norme per la tenuta dei registri
p. Il
40
l°. Registro delle Messe.
l ° L'ultimo giorno di ogni mese deve farsi il rendiconto sulla facciata delle mes-
se da celebrarsi, e deducendo il numero totale delle messe celebrate da quello delle
celebrande.
2° Fatto il rendiconto, si separi un mese dall'altro con una linea traversale che
45 si estenda ad ambe le facciate interrotte dall'aumento delle caselle dell'elemosina.
3° Per quanto si può, si procuri di riscuotere le elemosine al momento dell'ac-
cettazione delle messe; in caso contrario si lascia bianco nella casella dell'elemosina
finché non siasi ricevuta.
4° Nel caso si lascino messe da celebrarsi a qualche sacerdote non appartenente
50 alla casa, si noti I la corrispondente elemosina rimessa nella casella apposita nella p.12
facciata delle messe celebrate.
5° Sul finire del registro si prendano alcune pagine per notare le messe fisse. Ri-
guardo a queste messe si noterà la persona che ne diede l'incarico, il giorno in cui
deve celebrarsi ed il rito se da vivo o da funebre, se semplice o solenne.
55
6° Al principio di ogni anno si notino le messe fisse sul calendario della sacre-
stia, sotto il giorno precedente il fisso coll'annotazione crastina die ecc.
7° L'incaricato del registro delle messe procuri per se o per altri la puntuale ce- p. 13
lebrazione di detta messa, avvertendo al fin d'ogni mese che non siano le medesime
consegnate e computate fra le celebrate. I
60
8° Quando una casa particolare non ha incarico di celebrazione di messe cele-
bri secondo l'istruzione [= intenzione] della casa madre, ed al fine d'ogni mese si
faccia consegna delle messe celebrate con tale intenzione. Se all'opposto ne ha di
sopravanzo ne affidi a tempo debito le celebrazione alla casa madre.
9° Quando sul principio del mese non sianvi messe da celebrare per conto del
65 collegio si celebrerà secondo l'intenzione della casa madre sino alla fine del mede-
simo, quantunque il collegio nel decorso ne ricevesse a proprio conto. I
2° Registro della condotta dei Chierici e Coadiutori
p. 14
l ° Questo registro sarà tenuto dal Direttore.
2° I voti saranno dati da coloro che sono incaricati dall'insegnamento e della
70 sorveglianza.
3° Nel registrare i nomi si lascieranno due linee d'intervallo tra un individuo e
l'altro. Su questa linea si notino i giorni in cui i chierici prendono le ordinazioni, e
quelle particolarità di cui si creda utile tener memoria.
4° Pei cherici converrà notare il corso che fanno; pei coadjutori invece si noti
75 l'occupazione che hanno.
74 Pei... invece] Pei coadiutori invece di notar classe [classe lin subd] in capo alla casella R Pei
cherici converrà notare il corso che fanno; pei coadjutori invece em si R2 75 l' om R add
R 2 occupazione] occupazione lin subd R occupazione corr R2 che hanno om R add R 2

5.7 Page 47

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
143
5° Sotto il nome di diligenza s'intende l'osservanza delle regole generali della
casa e l'adempimento dei doveri della propria occupazione; sotto il nome di pietà
p.15 s'intende la condotta religiosa, cioè la frequenza ai SS. Sacralmenti, assistenza alle
sacre funzioni, contegno in chiesa, ecc. I
p.16
3° Registro della Condotta e studio mensile dei giovani.
80
1° Si registrino separatamente le classi cominciando dalla superiore all'infe-
riore.
2° Tra una classe l'altra si serbi uno spazio di più linee per notare i giorni che si
aggiugnessero.
3° Nel notare i nomi di ciascuna classe si osservi l'ordine alfabetico.
85
4° Il direttore degli studii al fine di ciascun mese notato sulla presente decuria
richiegga dai maestri i voti di condotta e studio e li noti distintamente come si nota-
no per gli esami. Terminata la registrazione, ove nulla osti, estragga le schede e le
presenti al direttore della casa per la firma, e per quelle variazioni che nella sua pru-
denza credesse opportune. I
90
p.18
4°. Registro dei Postulanti.
1° Nel notar le domande si lascino due linee d'intervallo.
2° All'entrata del postulante si sottolinei il nome sul presente registro.
3° Nella casella delle operazioni si scriva l'indirizzo, se occorre, le persone di
riguardo che raccomandano il postulante ecc.
95
5. Registro del censimento.
1. Questo registro dev'essere scalato per ordine d'alfabeto.
2. Dopo il termine di ogni anno scolastico si devono registrare sotto alla pro-
pria iniziale tutte le persone accolte nello stabilimento durante l'annata.
76 diligenza] disciplina R diligenza corr R2 intende] intenda R intende corr R2 77 post
casa add sotto il nome di diligenza s'intende R del R2 e om R add si R 2 pietà] pietà R
pietà lin subd R2 98 Dopo il] Al R Dopo il corr R2 devono] devon R devono corr
R2 99 le persone] i g R le persone corr R2
80 «B. Si concentrino le notificazioni intorno alla condotta dei giovani al Direttore; e gli
altri diano i voti, d'accordo col Direttore, per mezzo del registro de' voti» - Deliberazioni 1873.
p. 1068; cfr. Deliberazioni 1875/1876, p. 1115.
86-88 Voti di condotta: v. lino 80.
91-95 «Sopra il libro dei postulanti egli scriverà nome, cognome, paese e condizione di coloro
che domandano di essere accettati pellavoro o per lo studio; rileverà specialmente se il postu-
lante trovisi in pericolo della moralità. Questa circostanza ne fa preferire l'accettazione a tutti
gli altri. Noterà eziandio le condizioni proposte per l'accettazione, e quelle cose che giudicherà
opportune» - Regolamento, parte I, II (Del prefetto), 2.

5.8 Page 48

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144
Pietro Braido
100
3. Per quanto si può, notisi nella casella dell'uscita non solo la data, ma anche
la causa. I
6° Registro. Pensione e provviste dei giovani e del personale.
p.19
l. Ogni settimana si portino alla pagina di ciascun individuo le spese notate sui regi-
stri parziali.
105
2° Se nel registrarle occorrono abbreviazioni, si usino quelle sottoindicate.
3° Si mandino i rendiconti alla scadenza dei trimestri computati dal giorno
d'entrata di ciascuno.
4° Nel preparare l'ultimo rendiconto o al fine dell'anno, o alla partenza d'un
giovane nel corso dell'anno si consultino tutti i registri parziali compreso quello dei
110 depositi, su cui può esservi fondo da restituire o debito da registrare tra le spese
varie.
5° Si procuri che dieci giorni prima della partenza per le vacanze, per quanto è
possibile cessino le spese varie pei giovani, e che sei giorni prima della medesima si
possa fare la spedizione dei I rendiconti insieme coll'avviso del giorno in cui comin- p.20
115 ciano le vacanze.
6° Nel preparare i rendiconti trimestrali si avverta di comprendere il francobol-
lo voluto per la spedizione dei medesimi; inoltre nell'ultimo del fine dell'anno si
comprenda pure il francobollo per la spedizione della scheda degli esami.
7° Le persone addette alla casa si notino nella seconda parte del registro. Le
120 spese principali e di vestimenta nuova debbono avere la rispettiva data. Dopo il
secondo trimestre ed al fine dell'anno si faccia l'addizione delle spese di ciascuna di
dette persone.
8° Nelle facciate non colonnate poste in principio del registro, si faccia l'indice
per ordine di alfabeto. Nell'appendice intitolata: Crediti ed Entrate particolari, si
125 noti ogni genere I di credito ed entrata particolare, come sarebbe di retribuzione per p.21
funzioni ecclesiastiche, vendita di qualche oggetto, minervale dei giovani esteri ecc. I
7° Deposito di danaro dei giovani.
p.22
l° Il registro si usa scalato nel margine per ordine alfabetico.
2° Nello spazio sopra le tre linee orizzontali si nota cognome e nome del giova-
130 ne; nei due intervalli delle tre linee orizzontali si nota il denaro consegnato, nello
spazio fra le tre e le due linee parimente orizzontali, si nota il denaro che si rimette;
nello spazio fra le due linee si nota il totale del denaro rimesso.
3° Questo totale si sottrae dal danaro consegnato, e si riporta il residuo alla ca-
sella seguente come denaro consegnato. Fatta l'operazione, con una linea diagonale
135 alla casella si dinotano liquidati i conti della medesima. I
101 post causa add se l'individuo non è più ritornato R del R 2 132 due] tre R due corr R2

5.9 Page 49

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
145
p.23
4° Si avverta che il denaro rimesso non superi il consegnato. Quando ciò acca-
desse per inavvertenza si porti il residuo debito tra le spese della pensione. I
p.24
Registro della Dispensa.
l° Il presente registro si usa scalato per ordine d'alfabeto.
2° Il dispensiere abbia cura di scrivere chiaro il nome degli oggetti ed il prezzo. 140
Abbisognando d'abbreviazioni si usino le sott'indicate.
3° Per evitare dimenticanza prima si noti l'oggetto chiesto e poi si dispensi.
4° Le spese di dispensa debbono mensilmente riportarsi al registro della pen-
sione.
Abitualmente il registro della dispensa deve rimanere presso il Prefetto. 145
6° Badi il dispensiere di non dare più del bisognevole, ed avvenendo che qual-
cuno consumi di soverchio, ne renda avvisato il prefetto. I
p.25
7° Per facilitare il riporto delle spese, accanto al nome del giovane si noti il
numero della pagina che occupa nel registro della pensione.
Si notino pure nel presente registro gli oggetti somministrati a ciascuna per- 150
sona addetta alla casa.
9° Registro delle ricevute a matrice.
l° Si noti sempre sulla matrice la somma che si riceve, per chi o per qual cosa si
riceve, e, se occorre, anche la persona che ne fa il versamento, nonche la data; poscia
si noti sulla ricevuta la somma stessa tutta in lettere, colle suaccennate indicazioni 155
aggiungendovi la firma.
2° Al principio d'ogni mese devesi fissare una pagina a sinistra della matrice
corrente in quel giorno e segnarvi tutte le entrate, per le quali non si spicca la ricevu-
ta, e tutte le spese in contanti che occorreranno nel mese, indicando, per quanto si
può, la persona, l'oggetto della spesa, come pure la data.
160
3° Nello scrivere tali entrate ed uscite converrà per quanto è possibile classi-
ficarle.
4° Ogni giorno, o almeno tre volte la settimana conviene riportare al relativo
registro tutte le entrate ed uscite. I
p.26
10° Prontuario delle spese.
165
l° Questo registro è raccomandato a particolare cura, dovendo servire pel rendicon-
to annuale, e pell'archivio.
153-164 l° ...uscite om R add L 167 pelI'] per R pelI' corr R2
153-164 L'amanuense è Angelo Lago, farmacista, n. a Peveragno (Cuneo) il 19 ottobre 1834.
entrato all'Oratorio nel settembre 1872, sa1esiano nel 1873, sacerdote nel 1877. Fu addetto fin
dagli inizi alla segreteria di don Rua (e poi di don Albera), fino alla morte (14 marzo 1914).

5.10 Page 50

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146
Pietro Braido
2° In capo a ciascuna casella deesi scrivere l'articolo di spesa che la casella
comprende.
170
3° Ogni mese si porti alle caselle analoghe il totale delle spese giornaliere dei
registri parziali.
4° Fra un mese e l'altro si lascino tre linee d'intervallo pel caso di dover notare
in un solo mese più d'un pagamento di un dato articolo di spesa.
5° Per quei generi di spesa il cui prezzo varia più volte al mese, potrà bastare il
175 notare la quantità ed il totale. I
6° Sotto il titolo di osservazione si notino le intelligenze fatte, i prezzi stabiliti; p. 27
se occorre, il nome del negoziante con quelle altre specificazioni che si credessero
non convenienti.
7° La parte del registro colonnata in rosso, e quella non colonnata sono desti-
180 nate alle spese particolari. In capo a ciascuna facciata si scriva il genere di spesa che
contiene. Notando queste spese si specifichi il prezzo, la quantità e quelle altre parti-
colarità che sembrassero bene di notarsi.
8° Per quanto è possibile chi fa i pagamenti si procuri la rispettiva ricevuta che
si deve conservare. I
185
Il. Conti correnti
p. 28
Il bis Prontuario delle entrate I
12. Registro delle ablazioni.
p.29
1° Questo registro sia tenuto dal Direttore della casa.
2° Quivi debbonsi notare le oblazioni colla data, il nome dell'offerente e quelle
190 altre specificazioni che sembrassero utili.
3° Il Prefetto consegnerà al Direttore le oblazioni che saranno a lui fatte.
13. Manuale.
p.30
1. Il manuale o fogliazzo è libro succursale di tutti i registri.
2. Ogni cosa che si debba notare su qualche registro, si potrà notare sul ma-
195 nuale, se in quel momento non si avrà alla mano il relativo registro, e se per qualsia-
si causa non si giudicherà di notarvela subito.
3. Ogni giorno, od almeno tre volte la settimana devesi riportar a registro
quanto è notato sul manuale.
4. Una parte del manuale si può destinare per notarvi i vaglia postali prima di
179 post registro add colI R del R2 192 13] 12 R 13 corr R2
185 «Conferenza 2a• Trattossi dei viaggi, delle provviste a farsi e dell'economia in generale
(...). 5° Che ciascun collegio tenga un libro così detto dei conti correnti, per notare in esso le re-
lazioni d'interesse cogli altri collegi, ed altri conti particolari» - Con! prefetti 1875, p. 1121.

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
147
presentarli per la riscossione, accennando 1° il destinatario indicato sul vaglia; 2° 200
l'uffizio da cui fu spiccato; 3° la data del vaglia; [4°] il numero del medesimo; 5° la
somma; 6° la data della presentazione dei vaglia, la qual data si può mettere in capo
alla nota qualora siano parecchi i vaglia da presentarsi. I
p.3I
1874. Borgo s. Martino 1/3
Feci una visita piuttosto in fretta, e parvemi che le cose siano abbastanza ben 205
avviate. - Ho fatto però le seguenti esortazioni:
1. Di riparar l'altare dalle macchie di cera facendo uso della benzina per accen-
dere le candele.
2. Di mettere un crocifisso ed un'imagine della Madonna in tutte le scuole e
dormitori in cui mancasse ancora.
210
3. Restringere le celle degli assistenti, secondo il modello di quelle dell'Ora-
torio.
p. 32
4. Di veder modo d'impedire pei corridoi le esalazioni di un cesso I poco disco-
sto dalla scuola di retorica.
5. Di fare con regolarità le conferenze mensili ai socii ed aspiranti, come pure 215
di farsi fare i rendiconti mensilmente.
6. D'incoraggiare un po' di più lo studio della teologia.
7. Di fare la scuola di ceremonie regolarmente ai cherici e ai giovani.
8. Promuovere la conferenza dell'Immacolata Concezione.
9. Di cominciare a dar i voti mensili ai cherici e coadjutori.
220
lO. Mettere in opera il registro dei postulanti ed il prontuario delle spese.
200 indicato ... vaglia om R add si R2 201 spiccato] spedito R spiccato corr R2
R 205 ante Feci add l. R del R2 213 pei] le e R pei corr R2
204 Borgo S. Martino: v. Introduzione, pp. 111-112.
211-212 «In ogni dormitorio vi è un capo ed un vicecapo, i quali sono obbligati a render con-
to di quanto avvenisse contro la moralità e contro la disciplina del dormitorio a lui affidato» -
Regolamento, parte I, X (Assistenti o capi di dormitorio), l. Le «celle» erano letti a cortina col-
locati tra i letti dei giovani allievi in modo da consentire agli assistenti una certa riservatezza
nel coricarsi e nell'alzarsi.
215-216 Conferenze, rendiconti: v. lino 10-11.
220 Coadiutori, in senso proprio, sono laici che professano i voti religiosi nella Società sale-
siana, secondo quanto è detto nelle Regole o Costituzioni: «Essa si compone di sacerdoti, cheri-
ci e laici» (art. 1); sono «i Coadiutori che appartengono alla Congregazione Salesiana» (Rego-
lamento, parte I, cap. XII, art. 77). Con un significato più largo, presente nel documento di
don Rua, il termine si applica anche a persone addette ai servizi: «I coadiutori o le persone cui
si affidano i lavori domestici sono specialmente di tre categorie: Cuochi, Camerieri e Portinai»
- Regolamento, parte I, XII 7.
221 Postulanti: vengono così denominati da don Rua quanti chiedevano di essere accettati
nella casa salesiana come apprendisti o studenti: v. lino 91-95.

6.2 Page 52

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148
Pietro Braido
Il. Guardare di affidare a Ghione l'ufizio di catechista esonerandolo da I altre p. 33
scuole ed occupazioni se è possibile, affinché possa anche occuparsi delle compagnie
di s. Luigi, del SS. Sacramento e del Clero piccolo.
225
12. Esortati parecchi a prendere esami. I
1874 Collegio di Lanzo 2/3
p.35
Nella visita, che durò un giorno e mezzo ho osservato che
1. Desiderasi un po' più di pulizia in chiesa e in coro, sebbene vi fosse assai di
proprietà ed ordine.
230
2. Raccomandai un po' più di ordine nella camera 1.
3. Avvi bisogno di crocifissi ed imagini della Madonna in varie scuole e came-
re, specialmente nelle camere particolari.
4. Devonsi restringere le celle dei capi di camerata sulla foggia delle celle ana-
loghe dell'Oratorio. I
235
5. Devono essere chiuse per regola generale tutti i dormitori così le scuole e le p.36
altre camere ne' tempi in cui non ci han da stare i giovani.
6. Pei cortili, scale e corridoi vi è abbastanza pulizia, ma nel cortile inferiore
verso mezzodì devesi impedire di far immondezze.
7. Vi è bisogno di maggior regolarità nei rendiconti e nel far le conferenze men-
240 sili ai socii ed agli aspiranti.
8. Raccomandai di non mai lasciar la scuola, per quanto si può per andar fuori
a predicare. I
222 Guardare] Guardi R Guardare corr R2
222 Ghione Luigi, n. a Cavallermaggiore (Cuneo) il 12 ottobre 1850, entrato all'Oratorio il l
maggio 1869 come artigiano, fu per 2 anni refettoriere e portinaio, professando i voti come
coadiutore il 26 dicembre 1870. Fortemente inclinato allo studio diventa chierico e come tale è
assistente dal 1871 al 1874 a Borgo S. Martino, dove riceve gli ordini minori e il suddiaconato.
Muore di tubercolosi il 13 luglio del 1874. Nel Catalogo della Società salesiana del 1874 viene
commemorato con un bel profilo (pp. 28-31).
222-224 «Mi piace far notare tre punti che indicano ad un vero progresso nell'organizzazione
della Congregazione (...) 3° D. Bosco insiste che in ogni collegio il catechista non avesse nessu-
n'altra incumbenza, vuole che il catechista la faccia proprio da catechista (...)>> - Con! a Lanzo
1876, quad. 2, p. 58, mcr 868 C 12. - Cfr. anche lino 12.
225 Esami: v. lino 23-25, 533-534.
226 Lanzo: V. Introduzione, p. 114.
232 Camera qui e altrove ha il significato di ufficio o stanza di lavoro; in altri contesti con-
serva il significato consueto.
233-234 Celle degli assistenti di dormitorio: V. lin. 211-212.
239 Rendiconti, conferenze: V. 1in. 10-11.
242 «I ragazzi poveri, la diffusione dei buoni libri, la predicazione, ecco tre vasti campi
per esercitare le nostre forze» - Don Bosco durante le Conferenze generali di aprile 1874.
MB X 1072.

6.3 Page 53

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
149
p.37
9. Conviene che il Prefetto assista i coadjutori, vada loro leggere le regole della
casa, così le legga pure ai giovani una volta la settimana. - De' coadjutori si prenda
una cura particolare e diretta affinché adempiano i doveri del buon cristiano.
245
lO. I cherici sono troppo uniti tra di loro e appartati dai giovani. - Vi è bisogno
di far regolarmente la scuola di ceremonie. - Vi è pur bisogno di maggior impegno
p.38 nello studio della teologia. - Ci vorrebbe maggiore slancio in alcuni nell'assistere I i
giovani delle elementari in ricreazione.
Il. Andrebbe anche molto bene che i cherici o collettivamente o singolarmente 250
facessero visita al SS. Sacramento con un po' di lettura.
12. Pei giovani vi è bisogno di uno che possa loro insegnare le orazioni e a ser-
vir messa. - Avvi qualche cosa a desiderare nella condotta di quelli di 2a Ginnasiale.
= Per provvedere all'una e all'altra cosa si può destinare D. Bussi in ajuto di D. Co-
stamagna e di D. Scaravelli, ed affidar la sua classe a D. Rossi che farà la 2a e 3a 255
Ginnasiale contemporaneamente. - Pei giovani vi è bisogno di maggiore proprietà
negli abiti; che il prefetto non si allontani tanto facilmente, e procuri di inspirar loro
confidenza. I
251 SS.] S. R SS. COIT R2
253 Ginnasiale] g. R Gin. COIT R2
COIT R2 256-258 Pei... confidenza om R add R2
254 Per] A R Per
243-245 Prefetto: v. lino 12. - «Ogni domenica a sera od in altro giorno della settimana, il Pre-
retto o chi ne fa le veci, leggerà qualche articolo di queste regole con breve ed analoga riflessio-
ne morale» - Regolamento, conclusione. - «Oltre la contabilità è affidata al Prefetto la cura del
personale dei Coadiutori, e in generale la disciplina dei giovani, la pulizia e la manutenzione
della Casa» - Regolamento, parte I, II lO.
254 Bussi Luigi, n. a Giarole (Alessandria) il 5 nov. 1848, entrato all'Oratorio il 2 ottobre
1864, professa i voti religiosi il 17 sett. 1869 ed è ordinato sacerdote il 21 dico 1872. Fu vari
anni a Lanzo come chierico e assistente e due (1872-1874) come sacerdote e insegnante. In se-
guito ebbe incarichi di fiducia: direttore delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Nizza Monferrato.
direttore-parroco a Sampierdarena, ispettore della Liguria-Toscana, visitatore straordinario
nell'America Settentrionale e Centrale. Muore a Sampierdarena il 31 gennaio 1928.
254-255 Giacomo Costamagna, un nome prestigioso nella storia salesiana: n. a Caramagna
(Cuneo) il 23 marzo 1846, entrato all'Oratorio il lO nov. 1858, professò i voti triennali il 27
sett. 1867, perpetui il 23 sett. 1870, fu ordinato sacerdote il 18 sett. 1868. Fu a Lanzo dal 1867
al 1874, maestro di musica e successivamente catechista, consigliere, prefetto. Direttore delle
Figlie di Maria Ausiliatrice dal 1874 al 1877, partì per l'Argentina con la terza spedizione mis-
sionaria; ivi fu direttore e ispettore. Nominato Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza in
Ecuador nel 1895, vi poté entrare per pochi mesi nel 1902 e nel 1903, stabilmente nel 1914; si
dimise nel 1919 e morì a Bernal (Argentina) il 9 sett. 1921.
255 Scaravelli Alfonso, n. il 29 giugno 1848, entrato all'Oratorio il 21 otto 1862, professa i
voti triennali nel 1869, è ordinato sacerdote nel 1871. Vive la sua vocazione salesiana quasi tut-
ta a Lanzo, prima chierico assistente, poi sacerdote catechista (1871-1874, 1876-1878) e consi-
gliere (1875-1876). Fu per un biennio direttore a Trinità di Mondovì (sett. 1878-giugno 1880),
dove morì il3 giugno. - Rossi Francesco Bartolomeo, n. a Costigliole (Saluzzo) il lO nov. 1848,
entrato all'Oratorio il lO nov. 1862, professa i voti triennali nel settembre 1869, perpetui nel
settembre 1875, è ordinato sacerdote il 18 dico 1873. Trascorre la prima parte della sua vita sa-
lesiana a Lanzo, prima chierico assistente, poi sacerdote e consigliere scolastico o incaricato
degli studi (1873-1881). Con il medesimo ufficio lavora a Varazze dal 1881-1882. Muore a
Trevi (Perugia) il 15 marzo 1914, dopo esservi stato direttore negli anni 1905-1910.

6.4 Page 54

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ISO
Pietro Braido
13. Vedasi di ammettere qualcuno dei giovani più buoni nella Compagnia del- p.39
260 l'Immacolata Concezione.
14. Suggerito a D. Rossi di prepararsi all'esame di sa Ginnasiale e ad altri di
prepararsi ad esami elementari.
lS. Mancano varii registri: quello della condotta de' cherici e coadjutori; il
prontuario delle spese, libretti pei varii provveditori. - Sarebbevi pur a desiderare
265 più frequenza nel riportar le spese particolari nel registro mastro.
16. Di novità vi è l'atterramento del pergolato in mezzo al giardino.
San Pier d'arena 9/6 - 74
p.41
Nella visita che durò circa un giorno e mezzo osservai che le cose vanno assai
bene tanto riguardo all'interno dell'Ospizio, quanto riguardo alle relazioni cogli
270 esterni; solo notai e raccomandai le seguenti cose:
1. Per la chiesa si potrebbe ottenere maggior pulizia sulle mense adottando la
benzina per accendere le candele.
Quahcle altare avrebbe bisogno di riparazione. I
2. La camera del Prefetto avrebbe bisogno di essere un po' più ordinata spe- p. 42
275 cialmente per la parte dei libri. - Manca in qualche camera il crocifisso.
Le celle degli assistenti hanno bisogno di essere ridotte alla foggia di quelle di
Torino. - In qualche camera potrebbero i letti essere meglio in assetto. - Forse sareb-
be meglio tener le camere chiuse, il che si fa già quasi sempre.
3. Nelle scuole si può desiderare un po' più di regolarità nella tenuta de' libri e
280 quaderni. Dar loro un aspetto più serio, il che si potrà ottenere molto facilmente
quando si possa aver un luogo più adatto. I
4. Raccomandai al Direttore di far due conferenze al mese pei soci della Con- p.43
gregazione e pegli aspiranti e di farsi fare i rendiconti.
259 Vedasi] Veder R Vedasi corr R 2 268 durò] fu R durò corr R 2 270 e raccomandai om
R add si R2 278 tener] d R tener corr R 2 280-281 Dar... adatto om R add R2 282-283
Congregazione] So R Congregazione corr R 2
262 Esami elementari: v. esami di metodo, 1in. 533-534.
267 Sampierdarena: v. Introduzione, p. 117.
261 Rossi Bartolomeo: v. lino 255.
263-265 Registri: v. 1in. 31-38.
274 È prefetto Giovanni Battista Branda, n. a Nizza Monferrato il 15 maggio 1842. Entrato
geometra all'Oratorio il 24 aprile 1868, professa i voti triennali nel settembre 1869, perpetui nel
settembre 1875, è ordinato sacerdote il 12 aprile 1873. Fu successivamente chierico assistente
all'Oratorio (1869-1871), prefetto a Marassi-Sampierdarena (1871-1874) e a Valsalice (1874-
1876), catechista degli artigiani a Valdocco (1876-1880), quindi direttore in Spagna, a Utrera e
a Barcellona-Sarrià; in seguito fu impegnato nell'assistenza agli emigranti italiani a Zurigo e
nella Lorena. Muore a Torino il 23 nov. 1927.
282-283 Conferenze, rendiconti: v. lino 10-11.

6.5 Page 55

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
151
5. Quanto alla scuola di teologia e filosofia si vede sempre più la necessità di
concentrarne gli allievi in Torino, perché malgrado la buona volontà non possono 285
averla che assai irregolarmente. - Scuola di ceremonie non l'hanno quasi mai; le stu-
diano però da se stessi.
6. Raccomandai al Prefetto di guardar che i giovani non vadano a piedi scalzi. I
p. 44
7. Trovasi molta imperfezione nella tenuta dei registri. Manca il registro del
censimento; è incompleto quello della condotta dei giovani mancandoci la parte de- 290
gli studenti ed adulti; manca quello dei depositi; quello delle ricevute; il prontuario
delle spese; il manuale; quello delle pensioni è affatto irregolare; pel che diedi alcune
norme per la tenuta di quest'ultimo e di quello del lavoro per gli esteri, e promisi di
spedire i registri mancanti.
8. Raccomandai di passare tutti i mesi a rassegna ogni giovane ed ogni adulto 295
p.45 tra il Prefetto e qualcuno de' principali I assistenti per vedere specialmente come si
adempiono i doveri di religione, la frequenza ai SS. Sacramenti ecc.
9. Suggerii di far uso di benzina per accendere le candele all'altare.
lO. Di veder modo, se sarà possibile, di far riparar alquanto qualche altare a
sinistra della chiesa.
300
Il. Raccomandai di fare la lettura a tavola della Bibbia e di qualche altro
libro.
12. Raccomandai al Prefetto e al Direttore di parlarsi sovente, e all'ultimo di
avviare il primo ed assisterlo nella tenuta dei registri.
p.47
Varazze 10/6 - 74.
305
l. Raccomandai un po' più di pulizia, nella sacristia specialmente.
2. Al Direttore di diminuire l'eleganza della sua camera; togliere di terra i tap-
peti ecc.
3. Regolarità nei rendiconti mensili degli individui della società e del Direttore
al Capitolo Superiore.
310
289 Trovasi] No R Trovasi corr R 2
296 tra] per R tra corr R 2
299 far om Rade!
si R 2 308 post ecc. add Delicatezze di comestibi1i e bibite evitarle R del R2
289-294 Registri: v. lin. 31-38.
305 Varazze: v. Introduzione, p. 120.
307-308 «Le conferenze dei direttori giovano ancora immensamente per l'unità di spirito. An-
che per l'uniformità nelle cose materiali: per es., D. Bosco entrato nella camera [= nell'ufficio]
del direttore di qui, ci trovò tre soffà e disse schietto che era troppo; anche la camera [stanza da
letto] del direttore troppo ampia. Si rise, ma la lezione certo che restò e gli occhi di varii si
rivolsero su D. Francesia, quasi a dire: là è ancor meglio» - Con! a Lanzo 1876, p. 9, preso
d. Rua, mcr 867 D 9.
308 Dopo «tappeti ecc.» un archivista o ricercatore non identificato ha riscritto a lapis infra
lineam le parole prima introdotte e poi cancellate da don Rua: «Delicatezze di comestibili
e bibite evitarle».
309 Rendiconti: v. lino 11.

6.6 Page 56

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152
Pietro Braido
4. Scuola di teologia dall'esame semestrale in poi trascurata. - Raccomandai la
scuola di ceremonie ai cherici, tralasciatasi dopo la partenza di D. Cagliero. I
5. Veder se si può togliere i tavoli e le scansie dalle cellette dei Capi di camera.
6. Tener in ordine le decurie di ciascuna classe e la decuria generale di tutti i
315 giovani pei voti mensili.
7. Essendo stato traslocato D. Gius. Cagliero converrà vedere se si possa far
supplire da parecchi non potendosi mettere tosto un altro prete a suo posto di
catechista.
8. Promuovere le compagnie di s. Luigi, del SS. Sacramento e dell'Immacolata
320 Concezione e specialmente il Clero affidandone a qualcuno la cura in particolare. I
9. Si riconobbe difetto di registri e si procurerà di farli avere a D. Fagnano. - p.49
Postulanti, prontuario delle spese - Condotta dei cherici e coadjutori - Registro del
corredo portato dai coadjutori nella loro entrata.
lO. Veder modo di diminuire la quantità delle mosche in chiesa.
325
Il. Cercar aspiranti alla carriera ecclesiastica e alla Congregazione.
12. Tener chiusi i dormitori.
13. Provvedere qualche oggetto di religione per ogni camera o scuola, che an-
cora ne sia mancante.
14. Far leggere dal Prefetto ogni settimana un tratto di regolamento.
330
Alassio 12/6 - 74
p.51
l. Raccomandai di mettere qualche oggetto di religione in ogni scuola e camera
in cui non ci fosse ancora.
2. Di promuovere in collegio fra gli interni ed esteri, come anche negli altri isti-
333 ante 2. add mrg sin D. R 2
312 Giuseppe Cagliero, n. a Castelnuovo (Asti) il 30 marzo 1847, entrato all'Oratorio nell'ot-
tobre 1859, professa i primi voti triennali il 6 dico 1865, è ordinato sacerdote nel 1870, catechi-
sta a Cherasco (1870-1871) e a Varazze (1871-1874). Muore a Mornese (Alessandria) il 4 sett.
1874, appena due mesi dopo che vi era stato inviato direttore delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
- Breve profilo nel Catalogo della Società salesiana del 1875, pp. 24-28.
313 Celle degli assistenti dei dormitori: v. lino 211-212.
316 Giuseppe Cagliero: V. lin. 312.
321 Giuseppe Fagnano, nome di grande rilievo nella prima storia missionaria salesiana; n. a
Rocchetta Tanaro (Alessandria) il 9 marzo 1844, entrato all'Oratorio nel nov. 1859, professa i
voti triennali nel sett. 1867, perpetui nel sett. 1870, è ordinato sacerdote il 15 sett. 1868. È assi-
stente, insegnante e studente di teologia a Lanzo fin dall'apertura del collegio nell'autunno del
1864; ivi ricopre l'ufficio di consigliere dal 1869 al 1872, passando poi a Varazze come prefetto
(1872-1875). Nel novembre del 1875 parte per l'Argentina con la prima spedizione missionaria.
Sarà direttore a San Nicolas de los Arroyos, quindi parroco a Patagones (dal 1880), infine
Prefetto Apostolico della Patagonia Meridionale (1887-1916). Muore a Santiago (Cile) il l R
sett. 1916.
321-323 Registri: v. lin. 31-38.
329 Prefetto: V. lino 243-245.
330 Alassio: V. Introduzione, p. 122.

6.7 Page 57

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
153
tuti della città e fra i privati abitanti le letture Cattoliche e la Biblioteca della gioven-
tù servendosi a tal uopo anche dell'opera del Sig. Prevosto, se occorre.
335
3. Impedire il guasto e lo sperpero dei libri che si lasciano in chiesa dai giovani.
4. Vedere se si può aggiustare che non siavi bisogno di passare sull'orchestra
per andare nelle scuole. I
p.52
5. Veder pure se vi è modo di togliere i bauli dalle camerate, col che si rende-
rebbe assai facile la pulizia.
340
6. Per le celle dei capi di camerata converrebbe adottare il sistema di Torino, di
circoscrivere la larghezza con due spranghe di m. 0,60, unite insieme con una sbarra
per appendervi la cortina. Ciò fatto, converrà evitare che si tengano tavolini e scan-
sie nelle celle.
7. Sarebbe a desiderarsi un po' più di pulizia presso alla cucina dalla parte del 345
giardino.
p.53
8. Sarebbe tanto conveniente che si cercasse modo di far recitare l le orazioni
più adagio. Forse si potrà insegnare ai giovani a recitarle, e farli provare o nello stu-
dio o alla sera dopo le orazioni.
9. Procurare che i cherici, che possono andare allo studio, ci vadano, e veder 350
un po' se non convenga radunare gli altri in un solo sito insieme coi preti, procuran-
do che abbiano comodità per tenervi i propri libri, osservandovi il silenzio.
lO. Ordinare la biblioteca, la quale forse potrebbe servire come luogo di studio
pei professori e per quelli che non possono andare allo studio comune. I
p. 54
Il. Il Prefetto procuri di leggere ogni settimana un tratto del regolamento della 355
casa, facendovi i debiti commenti.
12. Prendasi cura diretta dei coadjutori assistendoli o per se o per altri affinché
disimpegnino i doveri religiosi mattino e sera e specialmente nei giorni festivi.
13. Converrà che al finir di ogni mese in capitolo si facciano passare a rassegna
334 i] gli R i corr R 2 privati om R add si R 2 336 ante 3. add mrg sin D. R 2 337 ante
4. add mrg sin D. R2 339 ante 5. add mrg sin D. R2 341 ante 6. add mrg sin D.
R2 347 ante 8. add mrg sin D. R 2 348 post potrà add farle R del R 2 ai giovani] loro
R ai giovani em si R 2 347-349 o nello... o om R add si R 2 350 ante 9. add mrg sin D.
R2 352 tenervi] tenere R tenervi corr R2 post silenzio add quando R del R2 353 ante
IO. add mrg sin D. R 2 359 ante 13. add mrg sin D. R 2
334 «Letture cattoliche»: pubblicazione periodica di libretti popolari di carattere religioso c
ameno, iniziata da don Bosco nel marzo del 1853, prima quindicinale, poi (dal 1855) mensile.
continuata fino al 1954; dal 1955 al 1970 fu sostituita da una rivista mensile «Meridiano 12»
(sottotitolo: «Letture cattoliche» nel 1955; «Il mondo visto da Roma» dal 1956 al 1959).
334-335 La «Biblioteca della gioventù italiana, pubblicazione mensuale», fondata da don Bo-
sco, aveva lo scopo di «pubblicare quei testi di lingua o antichi o moderni, che più da vicino
possono esser utili alla colta gioventù». Ebbe inizio con il gennaio 1869 e si chiuse con il volu-
me 2040 nel dicembre 1885; edita dalla tipografia dell'Oratorio di S. Francesco di Sales.
341-344 Celle degli assistenti di camerata: v. lino 211-212.
355-356 Prefetto: V. 1in. 243-245.

6.8 Page 58

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154 Pietro Braido
360 tutti i cherici e coadjutori per esaminare come abbiano passato il mese, e dare a cia-
scuno gli avvisi opportuni per potersi emendare. I
1874-75 I
Lanzo 3/3 - 75
p.55
p.57
La visita durò due giorni, ebbi a dar gli esami ai cherici e a confessare per l'eser-
365 cizio della buona morte. Ho trovato le cose assai ben avviate, sia riguardo alla pu-
lizia, sia riguardo alla disciplina, sia riguardo alla pietà.
Ho lasciato però memoria delle seguenti osservazioni:
l. Qualche tovaglia di altare lasciava a desiderare maggior nettezza.
2. Sarebbe conveniente dire anche ne' giorni feriali una messa per gli allievi
370 esterni.
3. Si deve far regolarmentre la scuola di ceremonie ai cherici, I di quando in p.58
quando anche al piccolo clero, ed occuparsi per far imparare a servir messa ai giova-
ni. Il Direttore assicurarsi e provvedere che ciò si faccia da chi di ragione o mettere
altri in ajuto se quegli non può da solo.
375
4. Conviene dare maggior importanza all'insegnamento del catechismo nelle
scuole ginnasiali.
5. Stabilire la scuola di canto gregoriano comprendendovi il maggior numero
di allievi che sia possibile.
6. Stabilir per tutti la scuola serale differendo la cena ad una mezz'ora o tre
380 quarti d'ora più tardi, così saravvi comodità d'inselgnar a servir messa quotidiana- p.59
mente a chi non sa.
7. Conviene regolare graduatamente le varie compagnie in modo che a quella
di S. Luigi sia aperto l'adito per tutti quelli che son promossi alla S. Comunione,
alla Compagnia del SS. Sacramento per le prime classi ginnasiali, al clero per quelli
385 delle classi un po' più avanzate, e procurare che si tengano loro le conferenze.
360 esaminare] [?] R esaminare corr R2 363 post 75 add La precedo è a pago R del R2 364
post ebbi add però R del R 2 373 mettere] da R mettere corr R2 384 per' om R add R2
del R3 per add si R 4
363 Lanzo: v. Introduzione, p. 114.
364-365 «L'ultimo giorno di ciascun mese sarà giorno di ritiro spirituale, in cui lasciando, per
quanto sarà possibile, gli affari temporali, ognuno si raccoglierà in se stesso, farà l'esercizio
della buona morte, disponendo le cose spirituali e temporali, come se dovesse abbandonare il
mondo ed avviarsi all'eternità» - Regole, XIII 6. - «Una volta al mese si farà da tutti l'esercizio
della buona morte, preparandovisi con qualche sermoncino od altro esercizio di pietà» - Rego-
lamento, parte II, III 4.
375-376 È l'unico cenno all'istruzione religiosa o catechistica a studenti del ginnasio e del
liceo, problema seriamente dibattuto nella quarta e quinta conferenza privata di San Francesco
di Sales, rispettivamente il 3 e il 4 febbraio 1876: Cronaca Barberis, quad. 14, pp. 23, 56-57:
rncr 858 D 8 e 859 CIO-Il.

6.9 Page 59

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
155
8. Andar il Prefetto a dire qualche volta le orazioni coi coadjutori ed indirizzar
loro qualche parola, spiegar il regolamento della casa ecc.
9. Ai cherici fare scuola regolarmente tre o almeno due volte la settimana. l
p.60
lO. I professori si radunino a far insieme la lettura spirituale con D. Scappini
alla sera; gli assistenti con D. Scaravelli a fare la meditazione al mattino, e l'esercizio 390
che non possono fare insieme lo facciano da se.
Il. Si dovrebbero ancora restringere alcune celle di assistenti riducendole alla
regola stabilita.
12. Fare con regolarità la lettura a tavola, e non dispensarla con facilità e leg-
gerezza.
395
13. Procurare che in ogni scuola siavi la decuria, e che ogni mese si diano i voti
di ogni materia da registrarsi nella decuria generale. l
p.61
14. Procurare di destar nei giovani maggior impegno per profittare nello
studio.
15. Dar ai chierici e coadjutori i voti mensili di condotta.
400
16. Manca il registro de' postulanti, il manuale, e della dispensa.
Ho pure osservato qualche novità nei tramezzi e destinazione di camere, ten-
dente a goder meglio il locale o ad allontanare il pericolo di male. = Varie novità
s'introdussero nella disciplina, l°. Tutti i giovani sono divisi in quattro classi per lo
studio e per la ricreazione in locali distinti, sotto distinti assistenti, fra cui vi è pure il 405
p.62 proprio professore. - 2°. Alla sera nessuno va in cortile a far ricreazione, ma tutti
stanno nel proprio studio, con facoltà di passeggiare, divertirsi, l cantar laudi sacre,
e non di far giuochi troppo rumorosi, o cantar cose profane. - 3°. Nessuno può as-
sentarsi per qualsiasi motivo dallo studio, né dalla scuola, né dalla ricreazione senza
permesso dell'assistente, il quale ha l'occhio a non lasciarne mai andar due contem- 410
poraneamente. - 4°. Alla sera dopo cena non è più permesso a nessuno di andar a
bere. - 5°. Nel letto tutti devono tener le mutande ed osservar nelle camere un silen-
401 16... dispensa om R add sI R2 Manca] Mancano R Manca COI.,. R2
zione om R add sl R2 404 l°] pe R em R2
402 e destina-
386-387 Prefetto: v. lino 12 e 243-245.
389 Giuseppe Scappini, n. a Mezzanabigli (Pavia) il 17 genn. 1845, entrato all'Oratorio il 5
nov. 1862, professa i voti triennali nel sett. 1871, perpetui nel sett. 1874, è ordinato sacerdote il
16 marzo 1872. A Borgo S. Martino dal 1870 al 1872, fu prefetto a Valsalice (1872-1874), a
Lanzo (1874-1876), in seguito direttore in varie case salesiane d'Italia, ispettore a Napoli dal
1903 al 1910. Muore direttore a Portici (Napoli) il 3 marzo 1918.
390 D. Scaravelli ha l'ufficio di Catechista: V. lino 12 e 255.
392-393 Celle degli assistenti di dormitorio: V. lino 211-212.
401 Registri: v. lino 31-38, 91-95, 138-151, 192-203.
406-412 «Ora due cose sopra tutte le altre io desidero di far notare che riguardano special-
mente la sanità dei giovani. Già cominciando dall'anno scorso abbiam dovuto rallegrarci
d'una sanità invidiabile in tutto il corso dell'anno; in quest'anno poi possiam dire che la cosa è
invidiabilissima (...). Noi attribuiamo questo buon successo a due cose principalmente che si
misero tra noi in pratica. 1° La prima si è che non si permette mai ai giovani di andar ancora a

6.10 Page 60

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156
Pietro Braido
zio perfetto. - 6°. Nello studio presso alla porta che conduce alla latrina vi è una ta-
bella coi nomi dei giovani, ed affinché non vadano tra due, devono indicar con un
415 segno chi vi andò. - 7°. Anche a confessarsi un assistente conduce chi vuol andare, e
li assiste. I
Valsalice 11/3 - 75
p.63
La visita a Valsalice durò mezza giornata. - Riguardo alla chiesa trovai tutto re-
golare. Così pure riguardo alla pulizia delle scuole, de' corridoi, scale, cortili ecc. Il
420 numero degli assistenti come anche degli inservienti è sufficiente; avrebbesi soltanto
bisogno l. di un buono spenditore; 2. Di maggior regolarità nella tenuta dei registri,
dei quali manca ancora il registro della condotta dei chierici e coadjutori, quello del-
la dispensa, il prontuario delle spese, e le norme per la tenuta dei registri. Racco-
mandai al Direttore di assister in questo il Prefetto. I
425
3. Ci sarebbe pur bisogno di stabilire qualche compagnia, come quella di S. p.64
Luigi e del SS. Sacramento ecc.
413 Nello studio om R add sl R2 porta... alla om R add sl R2 420 è] e R
ajutar R assister corr R2 426 e om R add R2 ecc.] ed R ecc. corr R2
424 assister]
bere dopo cena (...). Questo abbiam provato produrre assai del bene alla sanità ed alla morali-
tà. 2° La seconda cosa si è che dopo cena non escono più a far ricreazione in cortile all'aria
aperta; ma si fermano sotto i portici. In questo modo oltre al bene della sanità ne avviene pure
che basta un solo assistente per assisterne anche moltissimi senza che in nessun modo ne abbia
a scapitare la moralità» - Con! gen. 1876, pp. 8-9, mcr 858 E 1-2, Lemoyne-Lanzo.
417 Valsalice: v. Introduzione, p. 125.
421 «Dal Direttore saranno scelti uno o due spenditori per fare le spese minute della Casa,
della cucina, dei laboratori (...). Lo spenditore farà pure le commissioni di cui verrà incaricato
dai propri Superiori» - Regolamento, parte I, Spenditori, art. l e 4.
421-424 Registri: v. lino 31-38.
423-424 «Si propose di togliere D. Branda da prefetto a Valsalice e metterlo a prefetto o di-
rettore degli artigiani qui all'Oratorio. D. Branda non se ne intende guari di contabilità e D.
Dalmazzo vedendo così se la tiene lui; grandi altre cose da fare a Valsalice per un prefetto non
ci sono eccettoché farla più da economo che da prefetto; d'altronde poi tra direttore e prefetto
non si va guari d'accordo e D. Branda s'è già lamentato più volte che di prefetto non ha che il
titolo e non le incumbenze, ed anche ultimamente nella festa di S. Francesco di Sales, nella
quale a provvedere o preparare si vedeva il direttore, suo fratello e sua madre e non colui al
quale veramente spettava cioè il prefetto. Il direttore poi fece più volte osservare che il prefetto
non era abile ad adempiere le sue incumbenze (...). La questione sta solo in questo che venendo
via D. Branda, bisognerebbe sostituirlo con un altro a Valsalice dicendo D. Dalmazzo che non
può fare a meno di uno. Or qui si fece questa osservazione che a Valsalice da varii anni colui
che ha il titolo di prefetto non ha le attribuzioni da prefetto e pare necessario di non lasciare
quest'abuso, cioè o di non dare questo titolo ad alcuno e lasciare che il direttore disimpegni
tutto lui, o se a qualcuno si dà, dal direttore gli siano date quelle attribuzioni che a prefetto si
competono. Dove però si insistette fu su ciò: Non si introducano abusi. Non bisogna che un di-
rettore abbia facoltà di interpretare le regole come a lui pare; o di dare le attribuzioni che egli
vuole al prefetto; ma che, quando il capitolo superiore stabilisce d'accordo con lui che il tale gli
faccia da prefetto, costui abbia in realtà la carica e le attribuzioni da prefetto (...)>> Con! s.
Frane. 1876, pp. 1-4, preso d. Rua, mcr 858 B ll-C 2.

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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Don Michele Rua primo autodidatta « Visitatore» Salesiano
157
4. Vi è a desiderare un po' più d'impegno nei giovani per lo studio.
5. Se sarà possibile, converrà provvedere tutto il personale inserviente di gente
nostra.
6. Raccomandai maggior regolarità nell'insegnar le cerimonie ai chierici.
430
p.65
Borgo S. Martino 5/4 - 75
Rimasi circa due giorni; trovai le cose abbastanza ben avviate sia riguardo al-
l'ordinamento materiale, sia riguardo all'andamento morale. - Ho tuttavia racco-
mandato le seguenti cose:
1. Se si può, far dire quotidianamente una messa pegli esteri.
435
2. Metter in ogni scuola e dormitorio qualche oggetto di religione e cambiar in
crocifissi o statue o quadri un po' appariscenti le piccole imagini del crocifisso che in
qualcuno di tali luoghi si trovano.
3. Procacciar maggior pulizia in certe scale e località più appartate. I
p.66
4. Guardare che sia ben disimpegnato l'ufizio di catechista, dando anche aju- 440
tanti a D. Chicco, se ne abbisogna.
5. Il Prefetto si cerchi qualche ajuto fra' cherici per la corrispondenza, pel ri-
porto al mastro ecc.
6. Regolarità nei rendiconti mensili dei soci.
7. Ripristinare la compagnia dell'Immacolata Concezione almeno fra' cherici e 445
affidarne la presidenza a D. Tamietti, se D. Chicco non può attendervi. In tal caso
affidare ad altri la compagnia di S. Luigi.
431 Borgo S. Martino: v. Introduzione, p. 111-112.
440-441 Catechista: v. lino 12, 222-224.
441 Chicco Stefano, n. a Piobesi (Torino) il 3 genn. 1846, entrato all'Oratorio 1'8 otto 1858.
professa i voti religiosi triennali il 20 marzo 1864, perpetui il 22 sett. 1872, è ordinato sacerdote
il3 giugno 1871. A Mirabello è prima chierico assistente e poi Consigliere (1870-1874) e Cate-
chista (1874-1875), quindi prefetto ad Alassio. Dal novembre 1878 al giugno 1879 è direttore
delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Nizza Monferrato. Muore direttore a Cremona (1879-1881)
il 17 sett. 1881. È commemorato con un profilo apparso nel Catalogo della Società sa1esiana
del 1881, pp. 17-27.
442-443 «Mi piace far notare tre punti che indicano ad un vero progresso nell'organizzazione
della Congregazione (...) 2° Ogni prefetto abbia un chierico ajutante il quale oltre allo studio
della teologia non abbia altra incumbenza; sia tenuto all'ordine del giorno di tutto affinché
mancando il prefetto per qualche tempo lo possa surrogare; il prefetto stesso sia alleggerito nel
suo lavoro, ed affinché questo serva come di tirocinio per allevare dei nuovi prefetti» - Con!
a Lanzo 1876, quad. 2, pp. 57-58, mcr 868 C 11-12. - «Il Prefetto potrà avere in suo aiuto un
vice Prefetto e segretario, cui potrà affidare la contabilità e la corrispondenza» - Regolamento,
parte I, II 22.
446 Giovanni Tamietti, n. a Ferrere (Asti) il 18 otto 1848, entrato all'Oratorio il 20 otto 1860,
professa i voti triennali nel dico 1865, perpetui in maggio 1874, è ordinato sacerdote il 20 marzo
1873. Il5 agosto 1873 consegue la laurea in lettere all'università di Torino. È chierico assistente
a Cherasco, poi all'Oratorio; divenuto sacerdote, è Catechista (1873-1874, 1875-1877) e consi-
gliere (1874-1875, 1876-1877) a Borgo S. Martino. Fu in seguito direttore e ispettore. Muore
a Sampierdarena il 19 agosto 1920. - Chicco Stefano: V. lino 441.

7.2 Page 62

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158
Pietro Braido
8. Animar qualcuno ad approfittare delle sessioni straordinarie per gli esami
di ginnasio. I
450
9. Mettersi all'ordine per dar i voti mensili ai cherici e coadjutori.
lO. Nella teologia insistere un po" più perché si studino alla lettera i testi della p.67
scrittura e dei Padri, ed anche perché si studi la soluzione delle obiezioni.
Nella lettera spedita per memoriale ho fatto rilevare come queste osservazioni
sono quasi la ripetizione di quelle fatte l'anno precedente; ed ho raccomandato la ge-
455 rarchica subordinazione che tanto giova al buon andamento degli ordini religiosi. I
S. Pier d'arena 7/4 - 75
p.68
La visita durò tre giorni stante le varie commissioni che aveva per Genova ed
altri siti. - Trovai le cose ben avviate, ma grande scarsezza di preti e di coadjutori. -
Osservai le seguenti cose:
460
1° Sarebbe a desiderarsi un po' più di pulizia nelle camere dei giovani.
2° Pare che in qualche scuola o dormitorio mancasse ogni oggetto di religione.
3° Regolarità nelle conferenze mensili e nei rendiconti sarebbe ancora a desi-
derarsi. I
4. Raccomandai di far insegnar le cerimonie a' cherici una volta per settimana p. 69
465 da D. Bussi se non vi è D. Gennaro.
5. Nella pulizia e proprietà degli abiti feriali manca in alcuni qualche cosa.
6. Raccomandai di mettere in piedi la Compagnia di S. Luigi.
7. Manca qualche registro al Prefetto.
La frequenza ai SS. Sacramenti è ben avviata, ed in chiesa i giovani stanno
470 assai bene. I
Varazze 22/7 - 75
p.71
1. Le celle degli assistenti sono troppo larghe; non devono avere né tavolini, né
448-449 Esami: v. lino 23-25.
453 Della lettera-memoriale non si è trovata traccia.
456 Sampierdarena: v. Introduzione, p. 117. Dal Catalogo del 1875 si ricava che nella casa
di Sampierdarena lavoravano 9 salesiani: due preti, il direttore e il prefetto, un suddiacono, 3
chierici e 3 coadiutori. Vi erano inoltre 9 ascritti (l sacerdote, l chierico, l studente, 6 coadiu-
tori) e 1 aspirante coadiutore: di essi nel Catalogo del 1876 rimangono soltanto lo studente e 3
coadiutori, compreso l'aspirante; tra i salesiani non compaiono più 2 coadiutori.
462-463 Conferenze mensili, rendiconti: V. lino lO, 10-11.
465 Bussi Luigi: V. lino 254. - Dal Catalogo della Società salesiana il curricolo salesiano di
Giuseppe Gennaro risulta breve e anomalo: all'Oratorio chierico ascritto nell'elenco del 1871,
professo triennale in quello del 1872, sacerdote triennale nel successivo del 1873; Catechista a
Sampierdarena nel Catalogo del 1874, sacerdote ascritto a Sampierdarena in quello del 1875;
scompare a cominciare dal Catalogo del 1876. Quando don Rua scrive «se non vi è D. Genna-
ro» il sacerdote, ancora in prova, probabilmente doveva essersi già ritirato.
468 Registri: v. lino 31-38.
471 Varazze: V. Introduzione, p. 120.
472-474 Celle degli assistenti di dormitorio: V. lino 211-212.

7.3 Page 63

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
159
scansie; ma solo portamantelle, sedia ed il baule se non si può farne a meno. Meglio
che siano in mezzo ai letti dei giovani. - Intanto provvedere che possano fare studio
insieme con comodità, per esempio nella biblioteca, e così tener le camere chiuse. 475
2. Si facciano le conferenze due volte al mese ed i rendiconti con regolarità.
3. La scuola di teologia è troppo irregolare, così pure quella di ceremonie.
p. 72
4. Sarebbe a desiderarsi la Compagnia I dell'Immacolata Concezione, se si può
introdurre.
5. Nel trattamento di tavola vedere di uniformarsi all'Oratorio di s. Francesco. 480
6. Se i coadjutori-studenti studiano col consenso di D. Bosco, veder di lasciar
un po' più di tempo per lo studio e provvedere scuola più regolare.
7. Manca al Prefetto il Prontuario delle spese, metterlo in opera appena lo
abbia ricevuto.
8. Per quanto si può il Direttore lasci far le correzioni da altri.
485
9. Trovai la dispensa molto ordinata coi piani divisi con tanti numeri, e col
relativo indice delle materie. I
p.73
lO. Ci siamo intesi con D. Fagnano che provi a stabilire un corredo di bianche-
ria per tutte le persone di casa, numerandolo con cifre romane, e ciò per evitare le
sottrazioni, e l'inconveniente di assegnar a qualcuno oggetti non adattati.
490
Il. Suggerii di far confessare più sovente gli scolari di Remotti e Paseri, che
finora non si confessarono che una o due volte.
12. Il caffè si dà in tazze un po' sovrabbondanti e si lascia la caffettiera a dispo-
sizione, il che non conviene.
13. D. Fagnano cominciò a mettere in opera un manuale quotidiano delle en- 495
p. 74 trate e delle uscite, con cui si può facilmente riconoscere I quanto gli rimane in cassa
giorno per giorno, mese per mese, anno per anno. Da questo manuale si potrà poi
ogni giorno o due o tre volte la settimana riportare alla propria partita tutte le
entrate e tutte le uscite.
14. Raccomandai di tener chiusi i dormitorii.
500
478 post la add nota dei voti dell'esame R del R2
490 assegnar] [?] R assegnar COl"!'
R2 491 Suggerii] Ved R Suggerii corr R 2 496 si om R add si R 2 500 i] le R i COl"!'
R2 post dormitorii add 15 Trovai le tazze da caffè un po' troppo abbondanti e la consuetu-
dine di lasciar a disposizione dei cherici la caffettiera e la lattiera, e ne feci in seguito notar
la sconvenienza R del R 2
483 Prontuario delle spese: v. lino 165-184. Il prefetto è don Giuseppe Fagnano: V. lino 321.
491 Remotti e Paseri erano chierici assistenti e insegnanti nelle classi elementari. Remotti
Taddeo, n. il 12 giugno 1854 a Pozzolo Formigaro (Alessandria), entrato all'Oratorio nel no-
vembre 1868, ascritto a Borgo S. Martino (1870-1871), chierico triennale all'Oratorio (1871-
1872) e a Varazze (1872-1876: voti perpetui nel 1874); ordinato sacerdote ne11876, in novem-
bre parte per l'Argentina con la seconda spedizione missionaria. Muore a Uribelarrea (Argen-
tina) i16luglio 1932. - Paseri Giovanni, n. a Sampeyre (Cuneo) il 27 luglio 1849, entrato a Val-
docco nel 1871, fu chierico a Varazze, prima ascritto (1873-1874), poi con voti triennali (1874-
1877), quindi perpetui (1877-1880); fu ordinato sacerdote nel marzo 1880. A Varazze, dove
morì il l aprile 1925, divenne un'istituzione, fino all'ultimo insegnante nelle scuole elementari:
Cfr. G.B. FRANCESIA, Memorie sulla vita di D. Giovanni Paseri sacerdote salesiano, II ediz.
ampliata (I ed. 1926). Genova-Sampierdarena, Scuola tipografica D. Bosco 1932.
495 Fagnano Giuseppe: V. lino 321. - Manuale: v. lino 192-203.

7.4 Page 64

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160
Pietro Braido
Alassio 26/7 - 75
p.75
l. Sarebbe conveniente adoprarsi quanto si può che gli scolari esteri venissero
alle funzioni festive.
2. In alcune scuole manca l'imagine del Signore e della B. Vergine.
505
3. Alcune celle degli assistenti sono ancora troppo grandi. Converrà forse met-
terle fra i letti dei giovani, così non si potrà più allargarle oltre la lunghezza delle
spranghette. Questo si è fatto all'Oratorio con buon risultato.
4. In varie parti, specialmente in alcune scuole si è trovata poca I pulizia. Forse p. 76
stando un po' dietro gli scopatori si potrà ottenerne più.
510
5. Non ho avuto tempo a visitar le decurie.
6. Se si potesse stabilire la meditazione e la lettura spirituale, o almeno una di
esse da farsi in comunanza, sarebbe un mezzo di assicurarsi che tutti la facciano.
7. Qualche parte del giardino sembra che potrebbe essere più utilizzata.
8. Insistere un po' più sullo studio della teologia. I
515
1875-76 I
p.77
Lanzo 10/3 - 1876
p. 79
Osservai maggior impegno nello studio della teologia e bella unione fra preti e
cherici - Feci però notare:
1. Conviene provvedere una messa feriale per gli esteri o almeno radunarli ogni
520 mattino in chiesa a far insieme qualche preghiera.
2. Restringere alcune celle degli assistenti.
3. Far costantemente due conferenze mensili ai soci.
4. Procurar che si inizi la compagnia dell'Immacolata Concezione.
5. Guardar che si faccia regolarmente la scuola di ceremonie.
525
6. Se si può, cambiar l'infermiere, che fa malvolentieri il suo uffizio. I
7. Eccitar i cherici che non sono ancora patentati a prepararsi all'esame di p.80
metodo.
8. Il Direttore veda se può trattenersi più sovente coi giovani e conoscere i
loro bisogni spirituali e temporali, e così impedire combriccole e fughe. I
503 festive] de R festive CO/T R2 504 manca] mancano R manca CO/T R 2
è corr R2 523 Procurar] Esorta R Procurar corr R2
508 si è] ho R si
501 Alassio: v. Introduzione, p. 122.
505-507 Celle degli assistenti di dormitorio: v. lin. 211-212.
516 Lanzo: v. Introduzione, p. 114. - «Lanzo quest'anno ha anche preso un lodevole incre-
mento pel grande numero di giovani che l'hanno riempito interamente. La provvidenza lo fece
crescere meravigliosamente anche pe1 morale degli allievi (...). Là è il luogo della sanità per
eccellenza; l'unico fastidio si è quello di saziar l'appetito. La pietà, gli studi e la condotta
vanno regolarmente (...)>> - Conf. gen. 1877, pp.11-12, relaz. d. Rua, mcr 856 A 12-B l.
521 Celle degli assistenti di dormitorio: v. lino 211-212.

7.5 Page 65

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
161
Valsalice 14/3 - 76
530
l. Pulizia alle tovaglie degli altari; 2° Si faccia regolarmente la scuola di cere-
monie ai cherici, facendoli anche surrogare da preti se occorre; 3° Veder di fare la
meditazione insieme; 4° Tener pronta un'infermeria; 5° Far preparar qualcuno agli
esami di metodo; 6° Affidar al prefetto la gestione materiale del collegio, provviste,
pagamenti ecc.; 7° Ajutare a far. tener bene i registri. I
535
p.83
Borgo S. Martino 16/3 - 76
Nella visita, che durò due giorni circa, trovai le cose molto ben avviate per la
530 Valsalice: v. Introduzione, p. 125. - «Dirò anche due parole di Valsalice. Quest'anno 1876
ebbe un poco di aumento negli allievi; per lo studio e moralità abbiamo da rallegrarci che va
bene, alcuni si trovano già in seminario per la carriera ecclesiastica. Riuscirono bene al fin del-
l'anno all'esame di licenza Liceale. L'esame si prese qui a Torino dove si va con molto rigore e
furono non solo promossi, ma quei tre che lo presero ebbero tutti il primo premio» - Con! gen.
1877, pp. 16-17, relaz. d. Rua, mcr 856 B 5-6.
533-534 Esami di metodo: la legge Casati, 12 nov. 1859, Tit. V. Dell'istruzione elementare,
cap. V. Delle scuole normali, prevedeva l'istituzione di una scuola per la preparazione degli in-
segnanti elementari e i relativi programmi (art. 357-358). Si poteva ottenere dopo due anni di
frequenza la patente o diploma per l'insegnamento nel corso inferiore, dopo tre anni il diploma
per l'insegnamento nel corso superiore. I privatisti potevano «presentarsi ai relativi esami tanto
nelle scuole normali dello Stato, quanto in quelle provinciali (...) sotto l'osservanza di partico-
lari discipline e di speciali programmi da determinarsi per Decreto Reale» (art. 371); a certe
condizioni, determinate da decreti e circolari interpretative, essi potevano essere equiparati a
coloro che avevano frequentato le scuole normali (art. 372). - «Per prima cosa si espose ai si-
gnori direttori che ancora per quest'anno 1875 si davano gli esami da professore sia di tecnico,
sia di Ginnasio inferiore che superiore tutto secondo le norme degli anni scorsi. Che perciò si
cercasse nei singoli collegi chi potea trovarsi in grado da subirli e lo facessero loro manifesto ed
anche si incoraggiassero a prenderlo (...). Per riguardo agli esami elementari si notò che [nel]le
ultime circolari ministeriali sono assai imbrogliate (...). Il Signor D. Rua sembrava di parere
che nessuno lo prendesse; invece il Signor D. Cerruti fece vedere l'inconveniente del troncare,
lo prendessero pochi per volta senza fare il chiasso di anni scorsi, ma chi poteva prepararsi si
preparasse (...)>> - Con! aprile 1875, p. 69-71, sesso 4a, giovedì 15, preso d. Rua, mcr 863 B 3-5.
536 Borgo S. Martino: V. Introduzione, p. 111-112.
537-545 «Cominciando dalla casa (...) di Borgo S. Martino dirò che le cose vanno molto bene
sia pei giovani che per gli altri. Prima si temeva che il numero dei giovani avesse a diminuire a
cagione delle risaie che erano a poca distanza dal collegio; ma ne seguì un effetto tutto contra-
rio, e si vide che il numero crebbe, ed ora ve ne sono circa 200 contando solo gli allievi, senza
gli altri. Là si deve avere qualche piccolo riguardo per evitare il pericolo delle febbri, ma rin-
graziando il Signore, nessuno ha ancora avuto questo male, anzi essendo io andato a visitarlo,
trovai che v'era nessuno in infermeria, da un mese a questa parte. L'andamento materiale si
vede che in parte va bene, mentre non si tralascia di fare le spese necessarie, e pare che abbiano
un contingente bastante di abiti ecc. Quanto al morale non si possono dire le parole del profe-
ta: Multiplicasti gentem et non multiplicasti laetitiam, ché in generale va molto bene. Vi sono
le compagnie di S. Luigi, del ss. Sacramento e del Clero, ed anche nei chierici e ne' sacerdoti si
ottengono buoni risultati, e quest'anno agli esami finali si ottennero buon numero di chierici
parte dei quali presero la veste in seminario e parte vennero qui all'Oratorio. In quest'anno si
misero anche a coltivare i giovani esteri, e parte vanno alla chiesuola del collegio, parte nella
chiesa parrocchiale ed hanno le loro divozioni, catechismi, prediche, benedizioni ecc.» - COl?{
gen. 1877, pp. 9-11, relaz. d. Rua, mcr 856 A 10-12.

7.6 Page 66

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162
Pietro Braido
parte morale, scolastica e materiale, come pure per l'igienica. - Ho però notato
l° che nella cappella sarebbevi bisogno di pulire alquanto l'angolo della
540 lampada.
2° Manca tuttora la messa pei giovani esteri.
3. Non si danno ancora i voti ai cherici e coadjutori.
4. Conviene che il Prefetto si cerchi qualche ajutante fra' cherici.
5. Il Direttore si abbia cura della salute; e si faccia ajutare nella predicazione. I
545
6. Le preghiere comuni non si recitano abbastanza con gravità ed accordo. I p. 84
S. Pier d'Arena 18/3 - 76
p.85
La visita durò due giorni e trovai le cose ben avviate quanto a moralità; si han-
no però a fare le seguenti osservazioni:
l° Pare che si possa tenere il coro un po' più assestato;
550
2° Qualche cella degli assistenti abbisogna di essere ristretta;
3° Per le scuole procurare che i Professori abbiano tutti la loro decuria;
4° Procurare che si faccia regolarmente la scuola di teologia e di filosofia; e
quelle volte che non può farla D. Braga, sarebbe desiderabile potesse farla qualcun
altro, almeno per recitare la lezione; ed insistere perché si studi bene la teologia. I
555
5° Non permettere che E. abbia ad immischiarsi nel servizio del refettorio, o in p.86
543 Prefetto: v. lino 442-443. Nel 1875-1876 a Borgo S. Martino era prefetto don Giuseppe
Leveratto (1846-1909): V. lino 643.
546 Sampierdarena: V. Introduzione, p. 117.
547-548 «In S. Pier d'Arena, città famosa per l'irreligione e per la framassoneria era impresa
arrischiosa. La Provvidenza lo volle; il nostro Superiore non badò» alle difficoltà, e tirò sù una
bella e grande fabbrica tanto per gli interni come per gli esterni; e due anni fa fu condotta a ter-
mine. In breve tempo crebbero i giovani ed ora sono 260 o 300; quasi quasi raggiunge l'Orato-
rio. Questo incremento è anche da attribuirsi all'Opera di Maria Ausiliatrice (...). Quest'anno si
trova là a S. Pier d'Arena e sono 70 (...). S. Pier d'Arena quest'anno diede alcuni chierici, dei
quali altri son in seminario, altri son qui tra noi. Si cominciò pure in quest'anno l'Oratorio fe-
stivo: di un corridoio fece una cappella per il catechismo e per la benedizione poi si conducono
in chiesa; ed inoltre si procura loro comodità d'accostarsi ai sacramenti. È anche notabile la
Tipografia, da cui già uscirono parecchi buoni libri, la cui diffusione farà molto del bene fra le
popolazioni» - Con! gen. 1877, ASC 110 Barberis, Cronaca, quad. l, ms Gresino, pp. 52-54,
relaz. d. Rua, mcr 850 A 10-12.
550 Celle degli assistenti di dormitorio: V. lino 211-212.
553 Braga Michelangelo, n. a S. Nazzaro Mella di Fornaci (Brescia) il 14 marzo 1833, del-
l'Ordine dei Trinitari nel 1855, ordinato sacerdote a Roma nel 1856, entra a Sampierdarena il4
maggio 1872, professa i voti triennali in aprile 1877, perpetui in settembre 1883, morto a Sam-
pierdarena il 6 agosto 1892, dopo esser stato in vari tempi catechista, viceparroco, parroco a
Sampierdarena e a Roma (S. Cuore) e di nuovo a Sampierdarena.
555 Fiorenzo Evaristo, n. il 23 otto 1846 a Monterotondo di Gavi (Alessandria), entrato
a Lanzo il 15 ottobre 1868, è coadiutore, prima ascritto (1869-1870), poi professo triennalc
(1870-1873), quindi perpetuo (26 ott. 1873); trasferito a Sampierdarena nell'anno scolastico
1875-1876, vi rimase parecchi anni. Muore a Lanzo Torinese, il 15 aprile 1925. - V. lino 560
e 562.

7.7 Page 67

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
163
cucina e per quanto è possibile, dargli un impiego fisso senza lasciarlo bazzicar tanto
coi giovani.
6° I giorni in cui vi è qualche forestiero non sarebbe meglio far servire un po'
lautamente solo i forestieri col Direttore e non tutta la mensa dei Superiori?
7. Vedere di mettere un argine alla libertà di entrar in cucina.
560
8. Procurare, se si può, un posto coperto per la legna.
9. In cucina vadano a comandare solo il Direttore ed il Prefetto.
lO. Fu fuor di proposito la gita dei musici a Mornese per la messa di D. Maz-
zarello. I
p.87
11. Forse sarà anche conveniente badare che qualche dormitorio sia tenuto con 565
maggiore proprietà e pulizia ed anche un po' più ventilato specialmente nella casa
laterale.
12. Nei registri della dispensa e della Prefettura le cose van già mglio; manca
tuttavia ancora un poco di quella esattezza che si potrebbe desiderare.
13. Aver cura di Luigi Cerrato e Raffaele Noceti. I
570
p.88
Varazze 20/3 - 76
Mi sono fermato tre giorni, stante le varie commissioni che ebbi a compiere a
559 col Direttore om R add si R2 563 a Mornese om R add si R 2
560 «Conferenza 4a ( ••. ) il Sig. D. Bosco raccomandò queste cose: (...) 20 Che si procuri che
nessuno si introduca in cucina, se non coloro che sono fissi per la medesima» - Conf. prefetti
1875, p. 1122. - Il cuoco «deve rigorosamente proibire l'ingresso in cucina ai giovani e a qua-
lunque persona della Casa, a meno che siano ivi addetti a qualche lavoro o debbano compiere
qualche ordine superiore» - Regolamento, parte I, XIII 4.
562 «200 Solo il Superiore, e chi fu da lui incaricato, può dare disposizioni ed ordini in cuci-
na, e, quando occorrano particolarità in favore di qualche individuo, converrà che il Superiore
ne dia avviso a voce, o con biglietto» - Deliberazioni 1875/1876, p. 1115.
563 Mornese: a 41 km. da Alessandria, sede della Casa Madre delle Figlie di Maria Ausilia-
trice. Era il paese nativo di don Agostino Mazzarello, n. il 1 nov. 1850, entrato all'Oratorio il 3
agosto 1865, chierico ascritto a Borgo S. Martino (1871-1872), professo triennale e assistente
ancora a Borgo a S. Martino (1872-1873), all'Oratorio (1873-1874), a Sampierdarena consi-
gliere (1874-1875), ivi professo perpetuo, sacerdote, consigliere (1875-1876); parte per l'Argen-
tina nel novembre 1876 con la seconda spedizione missionaria. Muore a Buenos Aires il 27
giugno 1897.
570 Cerrato Luigi, n. nel 1821, coadiutore ascritto a Varazze, professo perpetuo il 18 settem-
bre 1881, prestò servizio in varie case (Sampierdarena, Firenze, La Spezia...). Muore all'Orato-
rio il 27 dicembre 1896. Nel 1876 doveva essere a Sampierdarena ancora in qualità di semplice
coadiutore-famiglio. - Noceti o Nocetti Raffaele, n. a Montevideo (Uruguay) il 16 novembre
1855, entrato a Sampierdarena ilio agosto 1874, musicista, coadiutore a Sampierdarena, prima
ascritto (1875-1876), poi professo triennale (1876-1979), quindi perpetuo (1879 ss.). Esce dalla
Società salesiana a Sampierdarena il 31 ottobre 1906.
571 Varazze: v. Introduzione, p. 120. - «Venendo ora a Varazze, dalle relazioni del direttore.
ho saputo che le cose vanno molto bene per tutto, non si può ingrandire perché il collegio è dci
municipio, ed anche il luogo attorno non permette ingrandimento, e crescendo il numero dei
giovani si dovettero affittare scuole della città e i nostri chierici partono dal collegio e vanno a

7.8 Page 68

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164
Pietro Braido
Genova e a Celle. Devesi osservare
l° che i cherici in generale studiano poco;
575
2° In ricreazione converrebbe che si trattenessero un po' più coi giovani;
3° Nelle camere badare che non ci stia vestimenta sui letti durante il giorno; e
che stiano chiuse.
4° Il Direttore forse ha un'aria di troppa autorità che serve più ad alienargli
i cuori che a concigliarseli. I
580
5° Nelle decurie procurare di uniformarsi un po' di più al sistema degli altri p.90
collegi, e dimandarle a Torino.
6° Se la meditazione si potesse fare insieme, anche in due volte, se non si può
in una sola, sarebbe meglio.
7° Il catechista converrà che si tenga un po' più al corrente de' propri doveri,
585 anche facendosi ajutare in ciò che non può fare da sé.
8° Veder un po' di metter su la Compagnia dell'Immacolata. La presidenza
potrebbesi forse affidare a Cinzano se può incaricarsene. I
9° Eccitare chi non è ancor patentato a prepararsi agli esami da maestro ele- p. 91
mentare.
590
lO. Tenersi in frequente relazione col Prefetto ed ajutarlo nel disimpegno delle
sue attribuzioni. Se si può, farlo ajutare da D. Pesce.
Il. Fare un po' di lettura dopo la messa della comunità.
Bordighera 23/3 - 76
Nella breve visita di un giorno trovai che vi è bisogno
591 D. 0/11 R add R 2
far scuola a quel posto. La condotta va bene ed a questo contribuiscono i confratelli della Con-
gregazione col loro zelo» - Con! gen. 1877, pp. 12-13, relaz. d. Rua, mcr 856 B 1-2.
573 Genova, a 35 km. da Varazze; Celle Ligure, a circa 7 km. da Savona e 4.5 da Varazze.
584 Catechista a Varazze è don Domenico Bruna, n. il 22 ottobre 1850 a Monastero Lanzo
(Torino), entrato all'Oratorio il 30 dicembre 1861, ascritto (1870-1871), chierico trienna1e
(1871-1872), assistente a Borgo S. Martino (1872-1873), ordinato sacerdote il 31 maggio 1873,
professo perpetuo il 18 settembre 1874; a Varazze è consigliere (1873-1875) e catechista (1876-
1882), direttore a Cremona (1882-1883). Muore a Randazzo (Catania) il lO marzo 1911.
587 Giovanni Cinzano, n. a Pecetto (Torino) il 7 agosto 1854, entrato all'Oratorio il 3 agosto
1866, chierico ascritto (1869-1870), professo triennale sempre all'Oratorio (1870-1875) e poi a
Varazze (1875-1876); perpetuo nel 1876, è ordinato sacerdote nel 1877; è consigliere a Varazze
(1877-1879), a Valsalice, a Magliano Sabino; è trasferito a S. Benigno Canavese (1885-1886) e
a Valsalice; esce dalla Società salesiana nel 1889.
591 Pesce Luigi, n. il 17 febbraio 1849 a Fontanile (Alessandria), entrato a Mirabello ilIO
dicembre 1864, ascritto studente e chierico a Cherasco (1869-1871); a Varazze professo trien-
nale (1871-1874), perpetuo (1874-1875), diacono (1875-1876), sacerdote il 1 aprile 1876; pre-
fetto a Varazze (1876-1877) e ad Alassio (1877-1878), in seguito Consigliere, Catechista.
prefetto a Vallecrosia, Alassio, Sampierdarena, La Spezia, all'Oratorio. Muore a Fontanile
il 21 aprile 1910.
593 Bordighera (= Vallecrosia): v. Introduzione, p. 126-127. - «Si affittarono due camere po-
vere e basse per chiesa ed iscuola dei ragazzi e delle ragazze; per chiesa si aggiustò una camera

7.9 Page 69

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
165
1° di una cappella più grande; 2° di un sacerdote in ajuto per la scuola e per le 595
messe; 3° fors'anche di una suora per la scuola. - Del resto si raccomanda a D. Ci-
brario di fare un po' di scuola di filosofia a Cerruti; e di latino a Martini, se può. - A
Cerruti si suggerisce di aver molto interesse per ottenere la disciplina e di tener bene
la decuria giornaliera registrando le lezioni mattina e sera, e la decuria mensuale. I
p.95
Alassio 25/3 - 76
600
La visita durò due giorni e trovai le cose assai bene avviate; specialmente mi
piacque l'affetto e deferenza che tutti i socii hanno col Direttore. Trovai che nello
studio della teologia fecero profitto, e le cose andaron meglio che nello scorso anno.
599 giornaliera om R add si R2
alla bella meglio come si poteva e si fece una chiesa molto bassa (...). I giovani vi vanno volen-
tieri, hanno comodità d'accostarsi ai ss. sacramenti e se ne promovono molti alla l a comunio-
ne, e quest'anno se ne promossero 40 ('O')' Questo paese è molto riconoscente alla nostra con-
gregazione, manda volentieri i suoi ragazzi (...). Pare che le cose siano bene avviate; i ragazzi
non vanno più alle scuole protestanti ed anche gli esterni non ne vogliono più sapere con gran-
de consolazione nostra e del vescovo; ed i protestanti non possono avere più alunni o pochi
alla loro scuola benché forniscano loro carta, penne, libri e tutto ciò che fa loro di bisogno» -
Con! gen. 1877, pp. 20-22, relaz. d. Rua, mcr 856 B 9-11.
596-597 Cibrario Nicolao, n. a Usseglio (Torino) il 27 ottobre 1839, entrato all'Oratorio il 3
febbraio 1857, chierico ascritto (1866-1867), professa i voti temporanei il lO agosto 1867, per-
petui il 27 dicembre 1870, già sacerdote il 26 maggio 1866, direttore a Vallecrosia (1876-1886,
1894-1906), m. ivi il lO dicembre 1917.
597 Cerruti [Cerutti] Cesare, n. a Borgomanero (Novara) il l marzo 1849, entrato all'Orato-
rio il l agosto 1872, ascritto come studente e poi chierico (1874-1876), professa i voti perpetui il
17 settembre 1876, ordinato sacerdote il 22 settembre 1877, fu Consigliere in varie case (Sam-
pierdarena, Varazze...), direttore a Canelli (Alessandria) (1899). Muore a Parma il 22 luglio
1902. A Vallecrosia lavora come insegnante elementare solo dal febbraio al settembre 1876. -
Martino Giovanni, prima ascritto studente a Lanzo (1873-1875), poi chierico a Vallecrosia
(1876-1877), professa i voti perpetui come coadiutore nel 1876. Compare come salesiano nel
Catalogo della Congregazione fino all'anno scolastico 1887-1888. - D. Cibrario, il eh. Cerutti,
il coadiutore Martino sono i fondatori dell'opera di Vallecrosia, iniziata il 9 febbraio 1876.
600 Alassio: v. Introduzione, p. 122. - «Questo palazzo nuovo che era disabitato l'anno scorso
si abitò quest'anno ed i giovani sono oltre a 200 quantunque i superiori siano ritrosi nello am-
metterli. È da consolarci per la moralità che va meglio, non è che negli anni scorsi non si osser-
vasse, ma quest'anno va ancor meglio degli anni passati per maggior comodità del collegio. I
Liceisti, che così non erano negli anni scorsi, quest'anno sono quasi il modello di tutti gli altri.
In quelle parti i Salesiani sono in grande stima e sono abbondanti le domande da tutte parti
perché il rev. D. Bosco là stabilisca un collegio, ma non solo semplici dimande di una o due
persone in privato, ma dimande di municipii interi col sindaco alla testa e molti altri dei princi-
pali del paese (...) - Con! gen. 1877, pp. 13-14, relaz. d. Rua, mcr 856 B 2-3.
601-603 «Riguardo all'andamento morale mi pare nel suo stato normale (...). Non così io vi
avrei potuto dire dello stato religioso. In sul principio dell'anno e anche per quasi tre mesi io
ne fui atterrito. Non ho mai visto tanto palesemente il danno che arrecano le vacanze (...). Le
pratiche di pietà fatte solo perché obbligatorie, rari i Sacramenti (...). Posso dire che dal Natale
in poi io son contento delle cose come vanno. Si frequentano regolarmente i sacramenti; le
compagnie son tutte stabilite e ben avviate; la pietà in fiore (...). Gli esterni, sebbene con pena,
tuttavia si può ottenere che vengano alla congregazione festiva e di tanto in tanto anche ai
Sacramenti» - Con! gen. 1876, pp. 13-14, mcr 858 E 6-7, Cerruti-Alassio.

7.10 Page 70

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166
Pietro Braido
Devono tuttavia notarsi le seguenti cose:
605
l ° La balaustra è troppo bassa ed incomoda;
Le camere nuove dei Superiori sono troppo eleganti;
3° Alcune celle degli assistenti troppo larghe e converrebbe cer.car modo che p.96
nessuno avesse a fermarsi in camera durante il corso della giornata; forse si potrà ot-
tenere collo stabilire uno studio comune per preti e cherici che non hanno da andare
610 allo studio.
4° I corridoi sono alquanto infestati dal cattivo odore; forse si potrà ovviare in
buona parte procurando che gli usci de' cessi si chiudano da sé.
5° In qualche scuola sembra manchino ancora oggetti di religione.
Badare che si faccia per quanto si può regolarmente la scuola di I cerimonie p.97
615 ai cherici e la scuola di filosofia a Fantini.
7° Badare se i Preti e cherici che possono si levano abbastanza per tempo.
8° Adoprarsi per accrescere ognora più il numero de' giovani che frequentano
le funzioni del collegio.
Il Direttore informisi di quando in quando intorno alla Compagnia dell'Im-
620 macolata Concezione, far eleggere un vice Presidente e così procurare che si facciano
regolarmente le conferenze. Se si può, anche stabilire la Compagnia di S. Luigi. I
10° Se vi è qualche cherico non patentato animarlo a prepararsi all'esame di p.98
metodo.
Il ° Quanto alla tavola le chicchere da caffè pajono un po' esorbitanti. - Sem-
625 bra conveniente provvedere che per quanto si può vengano tutti insieme a tavola. -
La lettura finora non si può cominciar subito per la vicinanza coll'altro refettorio.
12° Al Prefetto ho insegnato il modo di tener il registro dei depositi, e di notar
le entrate ed uscite nel registro delle ricevute e quel delle pensioni per la parte che ri-
guarda que' di casa. I
608 corso] [?] R corso corI' R2 619 Il Direttore om R add si R2 informisi] Informarsi R
Informisi corr R2 624 pajono om R add si R2
607-608 Celle degli assistenti di dormitorio: v. lin. 211-212.
615 Fantini Stefano, n. a Baldissero (Cuneo) il 18 gennaio 1850, entrato all'Oratorio il4 ot-
tobre 1871, ascritto coadiutore all'Oratorio e a Valsalice (1871-1875); è ad Alassio (1875-1879)
prima come chierico ascritto (1875-1876; professa i voti perpetui il17 settembre 1876), poi con
voti perpetui (1876-1878), quindi come sacerdote (1878-1879; è ordinato il 21 dicembre 1878).
Esercitò gli uffici di Catechista, Consigliere, Prefetto in varie case (La Spezia, Sampierda-
rena...). Nell'anno 1884-1885 è Catechista a La Spezia. Muore ivi il 17 luglio 1912.
622-623 Esami di metodo: v. lin. 533-534.
627 Registro dei depositi: v. lin. 127. - Negli anni 1875-1877 era prefetto ad Alassio don Ste-
fano Chicco: v. lin. 441.
628 v. lin. 102, 152.

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
167
p. 99
Visita fatta a vari collegi
630
nell'Aprile e Maggio 1885.
Spezia
La visita durò un giorno e mezzo. In questo breve termine potei rilevare che in
quella casa si fa gran bene sia per la cura che si ha dei giovani interni, sia pel nume-
ro considerevole di allievi esterni che frequentano le scuole, sia per l'Oratorio festivo 635
pei giovanetti della città, sia per la grande frequenza degli adulti alla chiesa che sta
sempre aperta al pubblico. I
p. 100
Sarebbesi a notare:
1° che converrà procurare almeno una volta o due al mese un confessore
esterno per comodità degli allievi, come prescrivono le deliberazioni del Capitolo 640
Generale;
2° Qualcuno crede che nel parlare e scrivere della casa di Spezia vi sia qualche
volta un po' d'esagerazione da parte del Direttore. Esaminisi se tale giudizio abbia
fondamento.
3° La musica potrebbe far molto maggiore effetto se il maestro procurasse di 645
avvezzare i giovani allievi a far la voce di testa; il che avrebbe pure il grande vantag-
gio di stancar meno i cantori; I
p. 101
4° Pare che qualcuno dei cherici sia tanto aggravato dal lavoro da non avanzar
tempo sufficiente allo studio della teologia, come per esempio Azzolini. Si racco-
635 allievi] giovani R allievi corr R 2
nisi] Esaminar R Esaminisi corr R2
638 notare] suggerire R notare COIT RR
643 Esami-
633 La Spezia: v. Introduzione, p. 127.
640-641 «È cosa utile che nell'occasione di solennità, e dell'esercizio della Buona Morte, i Di-
rettori invitino per le confessioni qualche Sacerdote delle case nostre più vicine, od altro con.-
fessore esterno. Come pure quando è di passaggio qualche Superiore della Congregazione si
procuri di dar comodità ai giovani di parlargli in confessione» - Deliberazioni del secondo Capi-
tolo generale della Pia Società Salesiana tenuto in Lanzo Torinese nel settembre 1880. Torino,
Tipografia Salesiana 1882, Distinzione III. Pietà e moralità, cap. III. Moralità tra gli allievi,
art. 23.
642-643 Una qualche «esagerazione» si può, forse, rintracciare nella Relazione della novena e
festa solenne della Madonna della Neve alla Spezia, «Bollettino Salesiano» 8 (1884), n. 9, sett.,
pp. 128-130, firmato da N.N. in data lO agosto 1884.
643 Era direttore a La Spezia don Giuseppe Leveratto, n. a Serra Riccò (Genova) il 12 giu-
gno 1846, entrato a Lanzo il 6 giugno 1872; ivi ascritto (1873-1874), professa i voti perpetui il
25 settembre 1874 ed è ordinato sacerdote i12 ottobre 1875; è successivamente prefetto a Borgo
S. Martino (1875-1878) e all'Oratorio (1878-1882), direttore a La Spezia (1882-1894), a Mathi
Torinese (1894-1907) e di nuovo a La Spezia (1907-1909). Muore a Sampierdarena il 23 otto-
bre 1909.
649 Azzolini Michele, aspirante a S. Benigno Canavese (1880-1882) e a La Spezia (1882-
1883), chierico ascritto a S. Benigno Canavese (1883-1884), professa i voti perpetui nel 1884; è
chierico assistente a La Spezia negli anni scolastici 1884-1886; viene ordinato sacerdote nel
1888. Compare per l'ultima volta nel Catalogo della Società Salesiana nell'anno scolastico
1890-1891: si trovava a Sampierdarena dal 1886.

8.2 Page 72

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168
Pietro Braido
650 manda perciò al Direttore di fare in modo che possa avere il tempo necessario a stu-
dio cotanto importante;
5° Sarebbe pure a desiderarsi che si facesse pei cherici la scuola di cerimonie
sacre.
6° Ricordarsi di considerare l'Oratorio come gli altri creditori nel pagare i de-
655 biti per provviste. Anzi se si può, lo si soddisfi anche prima degli altri.
Lucca
p.103
Trovai le cose abbastanza ben avviate sia riguardo agl'interni, sia riguardo al-
l'Oratorio festivo per gli esterni. Vi sarà però da adoperarsi
l ° per aumentare il numero degli uni e degli altri specialmente pei secondi allet-
660 tandoli con qualche regalo, lotterie ecc. da farsi di quando in quando.
2° Per far cessare quel poco di screzio fra gli uni e gli altri del personale di casa
procurando di animare D. Villanis ad interessarsi nelle cose dell'istituto; I
3° Sarà molto opportuno che i Superiori siano esatti nell'alzarsi al mattino se p.104
non prima almeno contemporaneamente alla comunità procurando che tutti ad
665 eccezione degl'infermi, si alzino alla stessa ora;
4° Converrà che ogni festa I
656 Lucca: v. Introduzione, p. 128-129.
662 Villanis Giuseppe, n. a Torino il 12 genn. 1849, entrato all'Oratorio il5 agosto 1867,
ascritto nel 1870-1871, professa i voti trienna1i il 22 settembre 1871, perpetui il 18 settembre
1874; è ordinato sacerdote il 1 aprile 1876; resta ancora un anno all'Oratorio ed è successi-
vamente Consigliere o Catechista a Marsiglia, a Nizza Monferrato, a Lucca, a Torino-S. Gio-
vanni Evangelista; infine, per molti anni è prefetto di sacristia all'Oratorio. Muore il 7
febbraio 1909.

8.3 Page 73

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
169
p.224 Prospetto - Progr.
{ Congrego
Vestiz. eh. F uon.
1873 1874 1875
26 32 46
1876 1877 1878 1879
59 55 37 42
{ Noviziato
Ammessi Professo trienn.
a
Professo perp.
Ordinati sae.
66 66 52 sono 84 163
32 40 24 » 79 78
4 24 43 » 112 120
7
5 17
19 14 15 12
p.225
Prospetto - perdo
ro Defunti
v
Trienn.
Perp.
{NOV.
Partiti milito Trienn.
Perp.
1873
1874
1875 1876 1877 1878 1879 1880
1
O
2
O1 12
1
1
2
3 14 3
1
2
O
2231
I Nov. { sponte
20 1
eoaete
4
Usciti
Prof. {sP.
7
da < Trienn. co.
3
Prof. { sp
O
\\ Perp. co.
O
17
14
9 7 14 9
5
1
19 7 3
81
8
3542
1
31
12 12
O
O
O1 O1
O
O
O2 1 O
ro N. del
Personale
v
Trienn.
Perp.
92
103
84
84 120 143 147
98
106
107
79 78 93 94
40
42
64 112 163 206 253
I Quasi
tutti
mandati
a casa.
l Affetto
ai
parenti.
l Amicizie
particolari.

8.4 Page 74

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170
Pietro Braido
p.222 Prospetto - Progr.
1880 1881 1882 1883 1884 1885 1886 1887 1888 1889
{ Vestiz.
cher. in
Congrego
Semino
Ammessi. {NOVizi
94
a Prof.Trienn. lO
Prof.Perp. 78
98 105
9 12
62 53
Prom. al Sacerd.
Personale { Asc
147 144 167
al principio Trien. 81 41 37
degli anni Perp. 306 405 445
p.223
Prospetto-passo
{ Nov.
Defunti Trienn.
Perp.
1880 1881 1882 1883 1884 1885 1886 1887 1888 1889
2
2
l
l
OO
354
{ Nov.
Mi1it. Trienn.
Perp.
35
l
l
46
IN ov.
{sP.
co.
20
9
14
6
31
Usciti < Trien. {sP. 16
co. l
\\ Perp.
{ sp.
co.
3
l
9 15
l
l
75
77

8.5 Page 75

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
171
III. APPENDICE
DOCUMENTI SULLA «VISITA ISPETTORIALE»
1877-1906
Dei documenti riportati, appartenenti alla prima tradizione salesiana, alcuni
sono redatti da don Rua; negli altri è agevole riconoscere apporti sostanziali, che
rispecchiano la sua esperienza, trasferita in larga misura nel testo qui edito su alcune
delle visite da lui effettuate come «prefetto generale» della Società salesiana.
I Capitolo generale (1877) *
Visita dell'Ispettore.
L'Ispettore visiterà le Case della sua Ispettoria una volta l'anno d'uffizio, ed
ogni altra volta che qualche ragionevole causa lo richiede. Egli è un padre, un ami-
co, il quale va a fare la sua visita per aiutare e consigliare i suoi confratelli e per trat-
tare coi Direttori le cose da provvedersi o rinnovarsi pel bene delle case. Pertanto:
1. Avviserà il Direttore del tempo scelto per la visita, a fine di evitare che egli
sia assente, e le cose non trovinsi preparate.
2. Visiterà la Chiesa o Cappella in forma canonica, cioè a porte chiuse; osserve-
rà come sia custodita la SS. Eucaristia, il Tabernacolo, l'Olio Santo, le Sacre Reli-
quie, gli Altari, i Confessionali, la Sacrestia, i Vasi Sacri, cioè calici, pissidi, osten-
sori, il registro delle Messe e gli arredi destinati al divin culto.
3. Visiterà le camere, i dormitorii, l'infermeria, la cucina, la cantina, la dispen-
sa; osserverà attentamente se non vi è spreco di libri, carta, biancheria, abiti, com-
mestibili; noterà, se occorre, quello che gli pare contrario alla religione, alla moralità
ed alla povertà.
4. Dopo aver ricevuto il rendiconto personale dal Direttore ed un ragguaglio
sopra tutti i confratelli della casa, ascolterà con benevolenza i bisogni morali e ma-
teriali dei socii, secondo l'ordine che gli parrà conveniente, e terrà nella massima
segretezza le cose che si riferiscono alla coscienza, eccetto che il socio dia licenza
di servirsene per esporre il suo bisogno al Superiore.
5. Visiterà le sale di scuola, osservando se non vi sono cose da provvedere o
riparazioni da farsi. Poscia parlerà coi maestri, visiterà le classi, le decurie, notando
se sono usati i libri di testo stabiliti, se non vi sono allievi negletti in classe, ecc.
* Deliberazioni del Capitolo Generale della Pia Società Salesiana tenuto in Lanzo-Torinese nel
settembre 1877. Torino, Tip. e libr. salesiana 1878, Distinzione V. Regolamento per l'ispet-
tore, pp. 76-83, capo IV, pp. 81-83 = OE XXIX 457-459.

8.6 Page 76

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172
Pietro Braido
6. Visiterà i registri del Prefetto, osservando il numero degli allievi, se gli incassi
sono fatti a tempo, se vi sono dei morosi nei pagamenti, e come si possano sollecitare.
Chiederà se fannosi le provviste a tempo debito, se all'ingrosso quelle che ciò
comportano. Né abbandoni i registri fino a tanto che non conosca bene lo stato
delle finanze in debito e credito.
7. Se in qualche casa ravvisa danaro oltre il bisogno lo porterà seco per soppe-
rire ai bisogni generali della Congregazione od a quelli speciali della sua Ispettoria.
8. Se poi vi sono passività, riparazioni a farsi, lavori da iniziarsi, ne prenderà
nota, penserà al modo di provvedere i mezzi necessarii, ed ogni cosa esporrà al
Rettor Maggiore.
9. Prima di partire farà un sermoncino a tutti gli allievi, una Conferenza al
Capitolo ed un'altra a tutti i Confratelli, e si tratterrà quanto è necessario col Diretto-
re, per esaminare le difficoltà che esso incontra nella sua amministrazione, per
conferire e dar consiglio in tutto quello che giudica poter giovare alla sanità, alla
moralità e all'amministrazione stessa, ed alla maggior gloria di Dio.
10. È pure cura dell'Ispettore l'osservare se gli edifizi, gli abiti, gli appresta-
menti di tavola, di camera, di letto non disdicono alla povertà religiosa.
11. L'Ispettore nella sua visita usi la massima prudenza e carità, per non com-
promettere o diminuire l'autorità del Direttore o quella di altri superiori.
II Capitolo generale (1880) *
Nel Capitolo Generale II (1880) viene approvato un nuovo Regolamento dell'i-
spettore, in buona parte identico a quello elaborato nel Capitolo Generale I
(1877).
Nel capo IV. Visita dell'ispettore (pp. 20-22 = OE XXXIII 28-30) vanno notate
le seguenti varianti:
Nell'art. 3, ultima linea, dopo «moralità» si aggiunge: «all'igiene».
Dopo l'art. 4 ne risulta aggiunto uno nuovo: «5. Si informerà se i Direttori
abbiano costantemente ricevuto dai loro subalterni il dovuto rendiconto mensile, e
se hanno fatto le prescritte conferenze».
È modificata la prima parte dell'art. 7 ora art. 8. «Se in qualche casa vi fosse
danaro oltre lo stretto bisogno, il Direttore lo consegnerà all'Ispettore per sopperi-
re...».
Viene omesso l'art. 7.
* Deliberazioni del secondo capitolo generale della Pia Società Salesiana tenuto in Lanzo
Torinese nel settembre 1880. Torino, Tipografia salesiana 1882, pp. 16-22.

8.7 Page 77

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
173
Norme all'ispettore per la visita delle Case (1891) *
Penso che tu sii appunto in questi giorni in procinto per visitare le Case della
tua Ispettoria; non sarà fuori di proposito che io ti metta sott'occhio alcune cose che
meritano speciale considerazione.
In varie Case si procede con qualche leggerezza nelle pratiche di pietà: con faci-
lità si dispensa la meditazione, la lettura spirituale, la lettura in refettorio; in altre
non si fa quasi mai la preghiera stabilita prima e dopo i pasti; in altre si trascura
molto facilmente l'esercizio mensile della buona morte o se ne compiono le pratiche
molto imperfettamente; in altre poi non si fa quasi nessuna conferenza ai confratelli,
come pure si trascurano molto facilmente i rendiconti. Nelle vostre visite vegliate
ed informatevi bene su questi punti, che hanno grande importanza pel buon
andamento degl'individui e delle Case.
Altro argomento che deve chiamare tutta la vostra attenzione è la cura che i Di-
rettori si prendono dei chierici. So che in alcuni collegi è molto trascurata la scuola
di teologia e di sacre cerimonie, ed i chierici sono lasciati liberi d'andar dove credo-
no per occuparsi dei loro studi. Voi insistete perchè le scuole suddette si facciano
con regolarità e si dia tutta l'importanza che si meritano; e se potete in qualche
modo riuscire ad introdurre la bella usanza, che i chierici facciano studio in comune
cogli allievi od almeno tra loro, però sotto qualche fraterna assistenza, procurerete
un gran vantaggio ai chierici stessi ed alla Casa cui appartengono.
Non tralasciate mai di raccomandare tutta la riserbatezza nel trattare coi gio-
vani, esaminando se sono messe ben in pratica le norme prescritte.
Anche sulla povertà aprite l'occhio: osservate, non solo come sono tenute le
camere, ma se si fanno frequenti viaggi individuali o collettivi senza vera necessità;
se si fa frequente uso di vetture pubbliche, quando si potrebbe fare il tragitto a
piedi; se si tien conto degli abiti. A questo fine fatevi mostrare nei registri delle
pensioni la parte che riguarda il personale di casa, cioè dei confratelli, per rilevare
con qual frequenza si rinnovano gli abiti per certi individui. Che se non sono tenuti
con regolarità, insistete quanto basti perchè si facciano le registrazioni a dovere.
Raccomandazioni agli Ispettori (1902) *
E qui non bisogna che tralasci di raccomandare agli Ispettori d'avere una santa
emulazione per far fiorire la propria Ispettoria. E in primo luogo procurino essi, con
* Norme all'Ispettore per la visita delle Case [nov.-dic. 1891], pp. 69-72, in Lettere circolari di
don Michele Rua ai salesiani. Torino, Tip. S.A.I.D. «Buona Stampa» 1910, pp. 69-70. Il resto
elle Norme è dedicato a eventuali visite a opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice; al qual
proposito concludeva: «Voi stessi, cari Ispettori, procurate di non impiegar troppo tempo nel
visitarle e ascoltarle. Che se si tratta di Case di Suore annesse a Case Salesiane, date la
maggior parte del vostro tempo e delle vostre cure a queste anziché a quelle, in proporzione
dell'importanza e del bisogno delle une e delle altre» (pp. 71-72).
* Resoconto del IX Capitolo Generale. Raccomandazioni agl'Ispettori e ai Direttori. Torino, 19
marzo, festa di S. Giuseppe, 1902, pp. 269-288, in Lettere circolari di don Michele Rua.
Torino, S.A.I.D. «Buona Stampa» 1910, pp. 279-281.

8.8 Page 78

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174 Pietro Braido
mano ferma, di mantenere in ogni Casa la perfetta osservanza delle regole ed il vero
spirito di D. Bosco. Qui sta il cardine di tutto l'avvenire della cara nostra Società. Se
li Ispettori non sono vigilanti, o son deboli, in breve s'introdurrà qualche disordine,
l'Ispettoria decadrà e tutta la Congregazione ne soffrirà detrimento. Mentre invece
se gli Ispettori che vi sono ora, i quali tutti ancora hanno conosciuto e trattato
direttamente col santo nostro fondatore e padre, l'indimenticabile D. Bosco, come
faci lucenti daranno buon esempio e quali miniere di sale incorruttibile condiranno
i propri sudditi con saggi ammaestramenti, e quali torri munite con ogni pazienza e
dottrina sosterranno lo spirito del fondatore, tutto seguirà bene, e la Congregazione
nostra verrà a produrre quel frutto per cui venne stabilita.
Perciò permettetemi, cari Ispettori, che io rivolga a voi qui le parole che S. Paolo
rivolgeva al suo diletto Timoteo: «Tu vero vigila, in omnibus labora, opus fac evangeli-
stae: ministerium tuum imple» (2 Tim 4); e quelle altre che il medesimo rivolgeva a
Tito: «In omnibus te ipsum praebe exemplum honorum operum, in doctri.??( in inte-
gritate, in gravitate; verbum sanum irreprehensibile» (ad Tit. II, 7-8).
È solo facendo così che tutta la Pia Società nostra verrà nel mondo ad attuare
quanto il Signore vuole da lei. Non lasciamoci spaventare o scoraggiare dalla nostra
pochezza: è dei mezzi più meschini che si serve il Signore per le sue opere: «Infirma
mundi elegit Deus ut confundat fortia» (1 Cor. I, 27). «Omnia possumus in eo qui nos
confortat»: e si avrà da dire di ciascuno di noi così meschini; «Iste est qui ante Deum
magnas virtutes operatus est».
Confortati da queste dolci sentenze dello Spirito Santo ciascuno pensi a formare
altri. Non passi mai di mente ad ogni Ispettore, che tra i suoi compiti, dopo questo
generale di sostenere lo spirito di D. Bosco, direi, il maggiore deve consistere nel
preparare al Sacerdozio i propri chierici. Ricordino che questa è forse la più grande
responsabilità che essi abbiano avanti a Dio. Non si propongano per le Sacre Ordi-
nazioni coloro che non han dato prova positiva di buono spirito, e se non si ha
come la certezza morale di dare alla Chiesa sacerdoti esemplari ed alla Congregazione
campioni, veri sai terrae et lux mundi, come il Signore vuole che siano i sacerdoti.
Badino anche che siano veramente bene istruiti nella teologia, nelle rubriche e
cerimonie ecclesiastiche e di quanto occorre perchè possano essere Magistri in
Israel.
Ma poi anche bisogna che ogni Ispettore abbia una santa ambizione di prepara-
re confratelli esperti e dotti per ogni ramo d'insegnamento e per la predicazione e
per le missioni. Non si attenda che i laureati abbiano sempre da venire da Torino.
Bisogna che ogni Ispettore faccia del suo meglio per procurarsene. Indirizzi pertanto
alle lauree di Filosofia, di Teologia, di Belle Lettere, di Scienze ed alle Patenti Magi-
strali quelli che mostrano avere le doti opportune: badi solo che siano così sodi nella
vocazione e così esemplari nelle virtù, che possano poi servire di guida ad altri.
Anche gran sollecitudine deve darsi ogni Ispettore di mettersi in condizione da
far fronte, coi mezzi della propria Ispettoria alle emergenze delle varie sue Case. A
tal fine nel fare la loro visita esaminino attentamente lo stato economico di ogni
Casa; nè permettano che si facciano fabbriche o trasformazioni nei fabbricati, o
spese di qualche considerazione senza i debiti permessi. Vigilino affinchè nessuna
Casa s'immerga nei debiti.
Cerchino di moderare la smania di certi novelli Direttori che appena arrivati
nella casa loro destinata vorrebbero far mille riforme dar mano a fabbricare, demoli-
re, modificare i fabbricati. Prima che abbiano compiuto due anni di dimora non si
accolga la dimanda di simili opere di qualche importanza. Perciò anche nel proporre

8.9 Page 79

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
175
qualcuno alla carica di Direttore o di Prefetto facciano attenzione che fra le altre
qualità abbia anche quella di saggio amministratore.
Procurino gl'Ispettori di essere diligenti nel visitare le proprie Case ed esatti
nell'osservanza delle norme prescritte dalle Deliberazioni Capitolari per tali visite.
Per essere più in libertà di fermarsi quanto occorre in ciascuna Casa si liberino
della direzione della Casa ispettoriale, affidandone la cura ad un Direttore. Tanto
più ciò è necessario perchè è pur prescritto dalle regole Canoniche e dall'uso delle
più fiorenti Congregazioni ed Ordini Religiosi. Dovrà inoltre ogni Ispettore avere il
suo segretario perchè lo aiuti nelle visite e per dar corso agli affari sia durante le sue
assenze, sia durante la sua dimora nella Casa Ispettoriale.
Doveri degli Ispettori (1902) *
VISITA ISPETTORIALE
5° Animato da tale spirito d'imparziale affetto verso le diverse sue case
conviene che l'Ispettore si rechi più volte, potendolo, a visitarle. Al principio
dell'anno vi è il personale da sistemare; se l'Ispettore si può recare nelle singole
case, si assicura che questa sistemazione si faccia secondo i suoi desiderii, e toglie i
direttori da molti imbrogli. Avviene poi che ciascuna casa faccia qualche festa
speciale; l'Ispettore può recarsi a qualcuna di queste, e per darle lustro, e per
consigliare i modi migliori per trar profitto da queste feste, e per dirigere, o
consolare, o tranquillare qualcuno sgraziatamente squilibrato. Può anche avvenire
che qualche direttore si trovi in qual- che imbroglio speciale prodotto o da difficoltà
finanziarie o da esigenze di autorità civili od ecclesiastiche; una visita dell'Ispettore,
oltre che consola grandemente e to- glie i timori e le titubanze serve a dare alle cose
la vera piega che devono prendere.
Ma bisogna notare bene che almeno una volta all'anno deve farsi la Visita
Ispettoriale, che è cosa ben diversa da queste visite di occasione. Un Vescovo può
andare più volte, per varii motivi, in un paese, e farvi del gran bene; ma la visita
Pastorale è altra cosa. Nella visita Ispettoriale bisogna che l'Ispettore si fermi in
una casa quanto occorre, e che non parta senza aver fatto tutto quello che è
indicato nel Regolamento dell'Ispettore a questo riguardo.
RENDICONTO AL RETTOR MAGGIORE DI CIASCUNA VISITA ISPETTORIALE
6° Per riuscire ordinatamente potete tenere, come guida delle vostre visite, il modulo
di Rendiconto che dovete fare, di ciascuna casa, al Rettor Maggiore. Questo rendiconto dopo
la visita è di massima importanza e ve lo raccomando caldamente. Anzi vi esorto a farlo
immediatamente dopo la visita, affinchè nulla di importante venga dimenticato. Esso va
fatto coscienziosamente e completo, perchè al Superiore Maggiore nulla dev'essere celato.
Badate solo a non lasciarvi portare dalle impressioni momentanee, perchè allora si
correrebbe pericolo di esagerare o di non essere
* Doveri degl'Ispettori, Torino, Solennità del S. Natale di N.S.G.C, 1902, pp. 289-307, in
Lettere circolari di don Michele Rua. Torino, S.A.I.D. «Buona Stampa» 1910, pp. 294-299.

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Pietro Braido
imparziali. Conviene anzi che questo rendiconto lo redigiate in doppia copia, una
la conserverete nell'archivio, l'altra la spedirete a me.
COSE CHE MERITANO SPECIALE ATTENZIONE NELLA VISITA
7° Sebbene in quel modulo siano indicate le cose che devono occupare la vostra
attenzione, tuttavia credo bene di aggiungervi qui alcuni altri punti di massima
importanza.
a) Osservate come è coltivata la pietà e la moralità. Esse sono le basi
principali su cui si appoggia il buon andamento spirituale delle case. Badate se le
orazioni si dicono bene; se si fa la meditazione e la lettura spirituale secondo le
prescrizioni delle Deliberazioni Capitolari; se si fanno le funzioni nei dì festivi e
feriali secondo le prescrizioni stesse; se vi è la frequenza ai SS. Sacramenti; se si dia
bene, devotamente, sempre la benedizione della tavola secondo la tabella, e se se ne
faccia nel debito modo il ringraziamento; se si fa regolarmente la lettura a tavola, e,
quando arriva il Bollettino, se si dà sempre la preferenza a quello. Così delle altre
novità salesiane e specialmente se si tien conto delle circolari mensili, informandone
eziandio il personale per la parte che lo riguarda.
Adopratevi per provvedere confessori pii ed istruiti, che ispirino confidenza nei
confratelli e negli allievi. Osservate se per le confessioni si pratica esattamente il
decreto del 24 Aprile 1901. Conviene raccomandare che i confessori facciano
ordinariamente uso della stola violacea nel disimpegnare il loro sublime uffizio; che
non abbraccino i penitenti nell'ascoltare le confessioni, possibilmente si ascoltino
senza toccare la loro faccia; o, se non si può fare a meno, tengano la mano o
fazzoletto in modo da avvicinare la bocca del penitente all'orecchio proprio e così
impedire che i vicini odano.
b) Una cosa Don Bosco considerava come la chiave maestra per far procedere
bene le case, e nello stesso tempo curare la vocazione nei confratelli, ed è che non si
tralascino mai dai direttori le due conferenze mensili e mai non si tralasci di ricevere
i rendiconti dai confratelli. Voi informatevi bene se queste cose si fanno, se si fanno
regolarmente, posatamente, con vero profitto; inculcate, insegnate, fate vedere il
modo di sormontare gli ostacoli, ma assicuratevi che questo si faccia bene.
e) Converrà che osserviate pure in che modo i sacerdoti celebrano la Santa
Messa, avvisando o facendo avvisare quelli che la celebrassero troppo in fretta,
senza preparazione, senza divozione, senza il debito ringraziamento. Non sarà fuor
di proposito invitar or l'uno or l'altro dei sacerdoti a recitare insieme a voi il santo
uffizio, per vedere se si recita col necessario rispetto, calma e divozione.
d) Converrà pure osservare come impiegasi generalmente il tempo dai
Salesiani, specie dai chierici che vanno compiendo il triennio di lavoro pratico: se si
occupano nella traduzione degli autori latini segnati nel programma dal Consigliere
Scolastico e nella lettura dei libri in lingua volgare dal medesimo indicati. Si assicuri
l'Ispettore che nessuno si abbandoni a letture pericolose o proibite. Raccomandi ai
direttori di aver cura speciale di questi chierici sia per mantenerli nel fervore e buona
volontà che ordinariamente portano dallo studentato, sia per avviarli con paterna
assistenza nel disimpegno dei loro uffizi, sia per portare un retto giudizio quando si
tratterà della loro ammissione alla professione perpetua.

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» Salesiano
177
e) Esamini l'Ispettore come sono tenute le decurie e i registri scolastici. Ab-
bia pur l'occhio per vedere se vi è l'archivio e com'è tenuto, se in esso si conserva
copia degl'istrumenti d'acquisto e di vendite, le convenzioni e tutti i documenti di
qualche importanza riguardanti le singole Case.
Osservi se vi è, e come si redige la cronaca della casa; e se non fosse debitamente
redatta, dia gli opportuni ordini e stabilisca bene chi, e come, ed anche quando
essa debba esser redatta e compiuta. Ed anche aiuti a compirla quei direttori che,
per essere nuovi non conoscessero ancora come si faccia, o che non fossero istruiti
sugli antecedenti della casa. Osservi anche se si scrive la biografia di quei soci
defunti che paiono meritare speciale commemorazione.
f) Persuadete i vostri direttori che uno dei mezzi per conservare la moralità
fra gli allievi si è di non lasciarli andar a casa alle vacanze di Natale, Carnovale e
Pasqua, e di non lasciarli uscire durante l'anno coi parenti od amici né per premio,
né per altri motivi, se non per casi di vera necessità. Così la pensava Don Bosco e
così ce l'inculcava.
g) Mi sta anche a cuore che si osservi qual è il numero degli artigiani nelle
case in cui vi sono, e se hanno, oltre all'imparare un mestiere, le convenienti scuole
e se sono ben accuditi ed assistiti, in modo che corrispondano allo scopo prefissoci
da Don Bosco.
h) Si dovrà pur avvisare i direttori a far molto attenzione alle lettere che arri-
vano ai confratelli, provenienti da ex-confratelli od ex-allievi, che, essendo usciti dalla
nostra Società, van decantando la loro attuale effimera felicità, od anche censurando
le regole, gli usi, le persone della Società stessa. Ordinariamente non conviene dar
corso a tali corrispondenze, e quando occorresse consegnarle, si dovrebbe accom-
pagnarle con tali precauzioni che abbiano a paralizzare i cattivi effetti che ne
potrebbero derivare.
i) Finalmente vorrei che teneste sempre a mente essere la istituzione degli
Oratorii festivi e degli Ospizi di giovani poveri, la prima opera di carità verso i
giovanetti abbandonati, di cui abbia Don Bosco incaricata la Congregazione. Veda
l'Ispettore se in ogni casa vi è detto Oratorio festivo e, se non vi è, che cosa possa
farsi per istituirlo; e, se vi è, vedere se funziona a dovere o che cosa possa farsi
perchè funzioni meglio.
Procurate che non vi sia nessuna casa della vostra Ispettoria senza che abbia al-
meno qualche giovane studente con tendenza al sacerdozio. Ricordate sempre che
Don Bosco voleva che la cura delle vocazioni fosse impegno precipuo d'ogni casa,
perchè, diceva con San Vincenzo de' Paoli, l'opera più grande e vantaggiosa che si
possa fare ai nostri tempi è quella di fare dei buoni preti.

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178 Pietro Braido
Regolamenti della Società salesiana (1906) *
VISITA DELL'ISPETTORE
982. Precipuo dovere dell'Ispettore è quello di visitare le Case della sua Ispettoria
una volta l'anno d'ufficio, ed ogni altra volta che qualche ragionevole causa lo richie-
de. Egli è come un padre, un amico, il quale va a fare visita per aiutare e consigliare i
suoi confratelli e per trattare coi Direttori le cose da provvedersi e rinnovarsi pel bene
delle Case.
983. Quando avvenisse che qualche Socio o qualche Casa versassero in particolari
tribolazioni, l'Ispettore non indugi a recare il conforto della sua presenza e del suo
amorevole consiglio, trattenendovisi tutto il tempo che è necessario.
984. Avvisi il Direttore del tempo scelto per la visita ordinaria affinchì questi ne
possa preavvisare i Soci.
985. Suo primo atto sarà quello di far radunare i confratelli, ai quali rivolgerà un
paterno saluto ed esporrà loro il fine della sua visita, invitandoli a manifestare candi-
damente quanto credessero opportuno pel vantaggio loro spirituale e pel bene della
casa; quindi visiterà la Chiesa o Cappella, a porte chiuse quando queste fossero pub-
bliche; osserverà come sia custodita la SS. Eucaristia, il Tabernacolo, l'Olio Santo, le
Sacre Reliquie, gli Altari, i Confessionali, la Sacrestia, i Vasi Sacri, cioè calici, pissidi,
ostensori, e gli arredi destinati al divin culto.
986. Quando la chiesa è parrocchiale, oltre alle cose dette, esaminerà come si a-
dempiano i doveri inerenti alla cura d'anime. Quindi con quale assiduità si amministra
il Sacramento della Penitenza, se la predicazione e il catechismo si fanno regolarmente
e in modo adatto al bisogno dei fedeli. Se gli infermi e i poverelli sono assistiti con
industriosa carità, se si fanno le visite domiciliari per conoscere lo stato d'anime, se si
promuovono con zelo le pie Associazioni e se l'orario delle sacre funzioni è osservato
con puntualità. Inoltre come si conserva la nettezza e il decoro della chiesa, se l'archi-
vio parrocchiale coi registri (Battesimi, Cresime, prime Comunioni, Matrimoni, Morti
ecc.), prescritti dal Sinodo Diocesano è in perfetto ordine, se si adempiano i legati ed
altri oneri, e come è tenuta l'amministrazione delle cose temporali. Quale contegno si
tenga verso l'autorità ecclesiastica e civile, quale prudenza si usi nel fare e ricevere
visite, e se i fedeli sono trattati con urbanità, riservatezza e mansuetudine. Finalmente
se si osserva il nostro regolamento per le parrocchie nelle relazioni col Direttore e
nella vita comune.
987. Visiterà le camere, i dormitori, l'infermeria, la cucina, la cantina e la dispen-
sa.
988. Dopo aver ricevuto il rendiconto personale dal Direttore con un ragguaglio
sopra tutti i Confratelli della Casa, ascolterà privatamente con benevolenza i bisogni
morali e materiali dei singoli Soci, secondo l'ordine che gli parrà conveniente, e terrà
nella massima segretezza le cose confidategli sotto riserva.
989. Si informerà se i Direttori abbiano costantemente ricevuto dai loro subal-
* Regolamenti della Pia Società di S. Francesco di Sales. Torino, Tipografia salesiana
(B.S.) 1906: III. Regolamento per gli ispettori della Pia Società di S. Francesco di
Sales [art. 942-1026], Capo VI. Visita dell'Ispettore.

9.3 Page 83

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Don Michele Rua primo autodidatta « Visitatore» Salesiano
179
terni il dovuto rendiconto mensile, se hanno fatto le prescritte conferenze, se hanno
riuniti i Sacerdoti pel caso di morale, se almeno una volta al mese si tenne il Capito-
lo della Casa.
990. Visiterà le scuole; osserverà se l'insegnamento è dato a norma dei pro-
grammi e con metodo conveniente, se si usano i libri di testo stabiliti,1 come si
tengono le decurie e finalmente se vi siano oggetti da provvedere o riparazioni da
farsi.
991. Nelle case, in cui vi sono artigiani, visiterà i laboratorii e le scuole, infor-
mandosi per quelli se hanno lavoro sufficiente e se l'insegnamento professionale è
dato in conformità del programma; per queste quante ore vi siano dedicate, secondo
quali norme si dia l'istruzione e con quanto profitto.
992. Esaminerà i registri del Prefetto e delle varie aziende della Casa per accer-
tarsi se la contabilità è tenuta secondo il sistema approvato, e non abbandoni i
singoli registri (Cassa, Prontuario, Pensioni, Conti correnti ecc.) fino a tanto che non
conosca perfettamente lo stato delle finanze in debito e credito e non sia in grado di
suggerire i provvedimenti che saranno convenienti. Esaminerà pure il registro partico-
lare delle entrate ed uscite del Direttore e specialmente quello delle messe.
993. Osservi se il Prefetto è oculato nell'amministrazione, se cioè le provviste
son fatte ad equo prezzo, a tempo e all'ingrosso quelle che lo comportano, e se dal
Provveditore Ispettoriale quelle che da lui si possono avere.
994. Siccome il conservar danaro è un permanente pericolo di venir meno al
voto ed allo spirito della povertà, l'Ispettore è tenuto a ritirare dalle singole Case le
somme, che risultassero disponibili. Tali somme verranno impiegate per i bisogni
particolari della Ispettoria o per quelli generali della Pia Società.
995. Se poi la Casa si trovasse in speciali necessità od occorressero lavori e ripa-
razioni straordinarie, oltre al riferirne al suo Consiglio, e, se occorre, al Capitolo
Superiore, verrà paternamente in aiuto con la cassa dell'Ispettoria, e, ove non possa,
consiglierà il modo migliore di provvedere.
996. Prima di partire farà un sermoncino a tutti gli allievi, una conferenza al
Capitolo ed un'altra a tutti i Confratelli, e si tratterrà quanto è necessario col
Direttore, per esaminare le difficoltà che esso incontra nella sua amministrazione,
per conferire e dar, consiglio in tutto quello che giudica poter giovare alla sanità, alla
moralità o all'amministrazione stessa, ed alla maggior gloria di Dio.
997. L'Ispettore nella sua visita usi la massima prudenza e carità, per non com-
promettere o diminuire l'autorità del Direttore o quella di altri Superiori.
998. In ogni visita abbia una cura particolare di osservar come siano coltivate
nelle sue Case le vocazioni ecclesiastiche e religiose.
999. In ogni visita lascierà per iscritto su apposito Memoriale, da conservarsi
nel'Archivio della Casa, le osservazioni e le disposizioni date affinchè nella visita
seguente si possa verificare se furono eseguite.
1 In Italia i libri di testo sono fissati dal Consigliere Scolastico della Pia Società.