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I PRIMI UNDICI ANNI DEL TEOLOGATO SALESIANO
IN TERRA SANTA: BETLEMME 1929-1940
Documenti per scrivere una storia
Gianni Caputa *
Sigle archivistiche
AA = Archivio della Casa Salesiana di Alessandria d’Egitto
AAC = Archivio Accademico del Teologato
AB = Archivio della Casa Salesiana di Betlemme
ACrem = Archivio della Casa Salesiana di Cremisan
AIO = Archivio dell’Ispettoria Orientale “Gesù Adolescente”, Betlemme
ASC = Archivio Salesiano Centrale (via della Pisana, 1111 - Roma)
INTRODUZIONE
Prima di entrare in tema, è utile richiamare rapidamente il retroterra,
cioè la situazione generale degli studi e della formazione teologica nella Con-
gregazione Salesiana durante gli anni 1920-19301.
Le disastrose conseguenze della prima guerra mondiale (1914-1918)
avevano impedito o ritardato in molte parti l’applicazione delle norme del
Codice di Diritto Canonico (1918) riguardanti lo studio della teologia: corso
quadriennale completo, impartito da professori titolati, in studentati separati,
senza avere altre occupazioni. Di fatto, soprattutto per la necessità di perso-
nale giovane nelle opere, la maggior parte dei chierici studiava teologia nelle
case “normali”, mentre attendeva a impegnativi compiti di insegnamento e
assistenza.
* Salesiano, docente presso il Salesian Centre for Theological Studies - Jerusalem.
1 Cf Egidio FERASIN, La formazione teologica: sfida salesiana ed ecclesiale degli anni
venti, in Francesco MOSETTO (ed.), ”Ecce ascendimus Jerosolymam” (Lc 18,31). Miscellanea
di studi offerti per il 75° dello Studentato Teologico Salesiano in Terra Santa e il Centenario
dell’Ispettoria Salesiana del Medio Oriente, Roma 2003, pp. 419-451; Morand WIRTH, Da Don
Bosco ai nostri giorni, Roma 2000, pp. 318-321. Per le linee portanti della formazione spiri-
tuale, pedagogica, teologica in Congregazione durante il quarantennio precedente (dal 1880 al
1920) cf gli illuminanti contributi di Aldo Giraudo, José Manuel Prellezo, Jacques Schepens, in
«Ricerche Storiche Salesiane» 44 (2004).

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364 Gianni Caputa
Nonostante le deliberazioni del Capitolo Generale XII (1922) e i ripetuti
richiami del Consigliere scolastico generale don Bartolomeo Fascie (1861-
1937) le cose non cambiarono di molto2. Tuttavia la crescita numerica e l’e-
spansione geografica della Congregazione in quegli anni, da una parte espo-
nevano al rischio che i giovani confratelli si svuotassero nell’attivismo, e
dall’altra richiedevano con urgenza un numero corrispondente di professori,
formatori e strutture3. Inoltre la S. Sede continuava ad insistere perché in
Congregazione fossero regolarizzati gli studi dei candidati al sacerdozio.
In questo contesto specifico, il Rettor Maggiore don Filippo Rinaldi
(1856-1931) prendeva questi
“provvedimenti per la regolarità degli studi teologici: supponendo che le
case restino nelle condizioni presenti, cioè, che non si sviluppino di più e
si servano di quegli elementi, anche esterni che ora avessero, i chierici
del terzo anno del triennio pratico possono essere inviati senza eccezione
agli studentati teologici. Essi verrebbero sostituiti da quelli che escono
dalla filosofia che ci consta dovrebbero essere in numero maggiore […].
Ho perciò deciso, con la piena approvazione del Capitolo Superiore, che
durante il quadriennio 1929-1930-1931 e 1932 non si accettino più
nuove fondazioni né di case né di missioni”,
affinché si possa garantire ai teologi lo studio e la formazione in strutture
apposite.
Don Fascie precisava:
“È necessario dunque che in tutte le ispettorie, nessuna esclusa o eccet-
tuata, si piglino senza più attendere o differire, le misure necessarie
perché i chierici studenti di Teologia possano attendere ai loro studii in
forma corrispondente a quanto prescrivono le leggi ecclesiastiche”4.
Coerentemente, questi temi furono assegnati come prioritari per il Capi-
tolo Generale XIII che si sarebbe dovuto svolgere nel 1928, ma che don Ri-
naldi ottenne di trasferire di un anno, nella speranza di farlo coincidere con la
beatificazione di don Bosco5. In esso, egli scriveva,
“si potranno vedere le lacune ancora esistenti e intuire meglio i mezzi
per ripararvi, evitando inutili e pericolose ripetizioni di esperimenti già
falliti. Si è per poter arrivare a una stabile (non dico definitiva) riorganiz-
zazione dei nostri studi ecclesiastici che ho preso la determinazione di
2 Cf ACS 3 (1922) n. 16, pp. 26-27; ACS 8 (1927) n. 41, pp. 618-620.
3 Cf la riunione del Capitolo Superiore del 12 dicembre 1928 in ASC - D 873 Verbali
delle riunioni capitolari, volume 5° pp. 164-167, nn. marginali 9024 - 9032.
4 ACS 9 (1928) n. 46, pp. 688-695, 699-700.
5 Cf Eugenio CERIA, Vita del Servo di Dio Filippo Rinaldi, Torino 1948, p. 412.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 365
non permettere più aperture di nuove Case per un quadriennio. […] ciò
che più urge presentemente è di pensare a preparare alle nostre scuole di
Teologia professori profondamente istruiti nella loro materia”6.
Il CG13 avallò la decisione di don Rinaldi e stabilì:
“Si provveda perché, a cominciare da quest’anno 1929-30 e poi in
seguito, tutti i chierici che devono cominciare il corso teologico siano
inviati ad uno studentato regolare cioè conformato a norma dei Canoni
587 e seg.” 7.
Fu a causa di questi interventi che in tutte le parti della Congregazione si
cominciò tra il 1928-30 a organizzare regolarmente gli studi, e che la maggior
parte delle ispettorie diede inizio a studentati teologici veri e propri8.
I. DALLA CREAZIONE DEL TEOLOGATO ALL’APPROVAZIONE CON-
DIZIONATA DURANTE GLI ULTIMI ANNI DELL’ISPETTORATO DI
DON CARLO GATTI (1929-1931)
Come nella maggior parte della Congregazione, anche nell’Ispettoria
Orientale durante gli anni ’20 i chierici studiavano teologia nelle case9. L’i-
spettore designava anno per anno i sacerdoti preparati o disponibili a inse-
gnare, e costituiva le commissioni di esame10.
Durante il sessennio (1919-1925) dell’ispettore don Salvatore Puddu
(1874-1964) si poté riaprire il Noviziato di Cremisan - Palestina (1922), che
6 ACG 10 (1929) n. 47 pp. 711-713.
7 ACS 11 (1930) n. 53, p. 874; cf pure ACS 10 (1929) n. 50, pp. 807-808.
8 Non tutti gli ispettori giudicavano attuabile il “fermo” delle opere (anche dietro pres-
sione di autorità ecclesiastiche e civili interessate), e molti non avevano il personale e i mezzi
per organizzare lo studentato. E. FERASIN, La formazione teologica..., p. 435 riassume: “Diven-
tano regolari alcuni studentati come quello di S. Gregorio (Catania) e di Campello (Spagna),
ma alla vigilia del CG13 […] la situazione generale era ancora di diffusa irregolarità negli
studi e in qualche caso di preoccupazione nei confronti della disciplina religiosa”. Secondo don
Tirone, nel 1929 si studiava regolarmente teologia solo alla Crocetta di Torino e alla Grego-
riana di Roma!
9 Si era già cominciato a farlo dal 1892 a Betlemme e dal 1900 ad Alessandria d’Egitto:
cf AIO, Registro Generale “B” - Elenco dei Confratelli, Sacerdoti e Chierici; AA, Registri
delle Ordinazioni e dei Voti. Le materie teologiche sono divise in due categorie: dogmatica e
morale al primo posto, seguite dagli “insegnamenti accessori: ermeneutica sacra, storia eccle-
siastica, diritto canonico, sacra eloquenza”.
10 Cf ad es. la circolare del 24 aprile 1921 e le comunicazioni del 18 novembre 1921, in
ACrem, Circolari dell’Ispettore; AIO 4.1.

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366 Gianni Caputa
era stato interrotto a causa della prima guerra mondiale11, e come naturale
continuazione, dall’anno seguente si organizzarono gli studi di filosofia, con
alcuni chierici residenti a Cremisan e altri a Betlemme12. Ma non si parlò mai
di aprire un teologato, neppure in sede di Capitolo ispettoriale13.
1. Studi e formazione dei teologi nell’Orientale durante gli anni 1920-1929
Come si studiava la teologia? Esistevano le direttive del Codice di Di-
ritto Canonico e quelle dei Superiori di Torino14, alle quali don Puddu esorta
ad attenersi in una circolare del novembre 1923:
“Norme per la Scuola di Teologia. Programma: quello stabilito dal Cons.
Scol. Gen. Non si può alterarlo senza ordine dell’Ispettore. Testi: quelli
già usati; e per chi comincia, i testi saranno stabiliti dall’ispettore. Osser-
vazioni: la lezione durerà non meno di 3/4 d’ora. L’insegnante e la com-
missione esaminatrice sono assegnati dall’ispettore. L’insegnante è pre-
gato di assegnare al chierico la lezione e di farla recitare regolarmente. Il
ch. non potrà studiare nessun trattato da sé, senza maestro, per dare
esame, senza autorizzazione scritta dall’ispettore, della quale si varrebbe
per presentarsi all’esame. Il direttore è pregato di far seguire al ch. anche
gli altri studi richiesti, S. Scrittura, Liturgia ecc., assegnandogli la parte
che può studiare in un determinato tempo e qualcheduno che lo indirizzi,
se è possibile”15.
Chi erano i professori? Qual era il livello del loro insegnamento? Come
e da chi veniva curata la formazione religiosa e sacerdotale dei chierici filo-
sofi e teologi? Secondo don Puddu, a Betlemme non c’era nessuno che pen-
sasse direttamente a loro:
“Non ho potuto trovare un giovane sacerdote o un chierico disponibile
che li assista e li segua. Quindi sono affidati in modo speciale al proprio
angelo custode. Sinora mostrano buono spirito, hanno conferenza quin-
dicinale e due rendiconti al mese, tutte le pratiche di pietà con la comu-
nità; fanno studio in una camera a fianco della mia, ed io quando posso
11 Cf Cronaca della Casa di Cremisan. Da ricordare che durante la guerra l’Orientale
aveva perso 40 confratelli: cf Vittorio POZZO, L’Ispettoria Salesiana del Medio Oriente, p. 25;
Cronistoria, pp. 43-53. - Su don Puddu cf Eugenio VALENTINI - Angelo RODINÒ (edd.), Dizio-
nario biografico dei Salesiani, Torino 1969, pp. 227-228.
12 Cf circolare del 23 dicembre 1923, in ACrem, Circolari dell’Ispettore; Cronistoria
p. 62.
13 Cf circolare del 6 febbraio 1922, Ibidem; Cronistoria pp. 58-59.
14 In AIO 2.3 si trova copia del “Regolamento - Programma per gli Studentati Teologici
approvato dal Capitolo Superiore nell’adunanza del 1° agosto 1904”, poi aggiornato nel CG12
del 1922.
15 In AIO 3.1.1.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 367
sto loro addietro. Si fa quel che si può. Certo, se Ella potesse destinare
allo studentato un buon sacerdote giovane che si occupasse direttamente
di loro e ne dirigesse lo studio, la pietà e l’educazione, io avrei minori
preoccupazioni. La casa di Betlemme è un via-vai di persone occupate e
non vi è chi pensi direttamente ai chierici”16.
Nel 1925 scadeva il mandato di don Puddu; il suo successore don Carlo
Gatti (10 novembre 1875-19 settembre 1947) rientrando in ispettoria dopo se-
dici anni, proseguì sulla stessa linea: i chierici continuarono a studiare teo-
logia e a prepararsi agli ordini sacri restando nelle varie case17. La situazione
non era accettabile, per cui alcuni anni dopo il Catechista generale don Pietro
Tirone (1875-1962) lo chiamava direttamente in causa:
“Venne a mia conoscenza una osservazione che, per l’amicizia che mi
stringe, mi faccio un dovere di farti conoscere subito. Si sente dunque
che tu, dovendo pensare allo sviluppo materiale dell’Ispettoria ed ai
mezzi necessari a questo scopo, non insista abbastanza sulla formazione
intellettuale, morale e religiosa dei confratelli, sia nel noviziato e studen-
tato che nelle singole case. Mi astengo da qualsiasi giudizio, ma rimetto
a te la cosa, perché ne faccia quell’uso che credi necessario pel bene
della tua Ispettoria”18.
D’altra parte il personale preparato ad insegnare teologia o mancava op-
pure non era all’altezza, come ad esempio ad Alessandria d’Egitto. Qui, per
affiancare gli insegnanti esistenti, nel 1927 venne mandato don Edmond Teis-
sèdre. Nato in Francia nel 1886, dopo il noviziato e gli studi filosofici a Fo-
glizzo, fece il tirocinio nelle missioni del Brasile, con qualche difficoltà19.
Rientrò per la teologia a Foglizzo dove ebbe come professori don Lorenzo
Nigra e don Giacomo Mezzacasa, e nel 1912 fu ordinato sacerdote; per
16 Lettera a don Rinaldi del 3 maggio 1924: in ASC, S 31.22. Si direbbe che il rientro a
Betlemme, nel 1921, di don Giovanni Belloni, laureato in filosofia e in teologia, ma non più
giovane, sia stato poco influente… D’altra parte, don Eraldo Derossi, uno dei filosofi di quegli
anni iniziali, testimonia con quanta serietà e spirito di sacrificio l’ispettore don Puddu si occu-
passe di loro: cf ASC, C 309.
17 Venuto tra i primi salesiani in Terra Santa nel 1891, si inserì molto bene nella cultura
locale. Nel 1902 l’anziano don Antonio Belloni lo scelse come suo “vice-direttore” nell’orfa-
notrofio di Betlemme (cf Cronistoria p. 17); dopo la morte del fondatore (1903) fu direttore
per 5 anni. Nel 1908 rientrò in Italia e diresse successivamente le opere di Roma-Testaccio,
Pontebosio, Collesalvetti e La Spezia: cf E. VALENTINI - A. RODINÒ, Dizionario biografico..., p.
137; e, con le necessarie correzioni, il profilo che ne traccia Emilio PRADUROUX, in [Giovanni
LACONI (ed.)], Cinquantesimo dello Studio Teologico Salesiano in Terra Santa 1925/26 -
1975/76, Gerusalemme 1977, pp. 150-151.
18 Lettera del 22 agosto 1928, in AIO 2.3. Don Tirone aveva visitato l’ispettoria nel
1926: cf lettera di don Gatti a don Ricaldone del 16 aprile1926, in ASC, S 3662B.
19 Cf annotazione inviata dall’ispettore don Pietro Rota (1861-1931) al Catechista gene-
rale don Giulio Barberis (1847-1927) il 5 agosto 1909, in ASC, C 432.

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qualche tempo fece da segretario particolare al Rettor Maggiore don Paolo
Albera (1845-1921), e dal 1920-22 tornò a Foglizzo come membro del consi-
glio e professore. Nel 1923 venne destinato nuovamente al Brasile, Mato
Grosso, dove però si trovò esposto a pericoli, come scrive confidenzialmente
da Corumbà il 28 dicembre 1924 a don Rinaldi, chiedendo che lo richiamasse
in Europa, possibilmente a Torino-Crocetta, oppure come cappellano di
Suore. Don Rinaldi, che aveva già avuto riscontro dall’ispettore don Ermene-
gildo Carrà (1888-1969)20 dopo due anni lo destinò a Borgo S. Martino
(1926-27) e di qui ad Alessandria d’Egitto.
Nonostante il suo contributo, la situazione dei chierici teologi non era
soddisfacente, come l’ispettore don Gatti ammetteva il 18 settembre 1928 a
don Tirone: “Qua, in realtà, mancano il direttore, il catechista, un insegnante
di teologia (quello che c’è non è sufficiente e non ha ottimo spirito) e un mae-
stro di canto”21. Tornava più direttamente sull’argomento nella lettera del 5
novembre 1928 al Prefetto generale don Pietro Ricaldone:
“Nell’ultima sua lettera Ella mi mette sull’avviso perché non metta d.
Teissèdre coi chierici. Quando mi fu mandato, d. Gusmano mi scriveva
in data 12 settembre 1927, che avrebbe potuto far teologia ai chierici.
Per questo motivo e per non aver nessuno alla mano, lo misi a far detta
scuola e, di più, tre ore di scuola francese giornaliere. I chierici si mo-
strarono soddisfatti dell’insegnamento, perché egli capisce e possiede la
materia in modo da farla intendere agli alunni.
Quest’anno ho supplicato d. Villa [Paolo] a fermarsi e a volersi incari-
care di una buona parte dell’insegnamento ai chierici; ho pregato i Supe-
riori ad intervenire, adducendo le ragioni del buono spirito che conviene
istillare ai chierici, giacché avevo sentito poco buone informazioni sulla
condotta passata dell’altro. Torno a supplicare Lei a volerci inviare qual-
cuno capace d’insegnare teologia con maggiore competenza di d. Can-
toni e di tale buono spirito da controbilanciare l’altro o riempire quel che
sembra mancare nell’altro. […]
D. Rubino [direttore del Cairo] aveva raccolto mille pettegolezzi sul
conto di questo individuo; io mi sono rifiutato di ascoltarne il racconto
colla scusa che di male ne so anche troppo. Il medesimo è scandolezzato
e protesta perché ho concesso a d. Teissèdre un pellegrinaggio in Pale-
stina. Ai Novizi egli ha predicato le meditazioni che hanno fatto del bene
a lui e a me che sono stato suo assiduo e attento ascoltatore [sottolineato
nel testo]. Il Sig. d. Rinaldi mi ha assicurato che D. T[eissèdre] possiede
la teoria dell’ascetica: perché non approfittarne nei modi dovuti? Nel-
l’ispettoria è l’unico, con d. Belloni, che possa far scuola di teologia.
Ella ne conosce altri? Ce ne può mandare?”22.
20 Cf sua lettera del 12 aprile 1924, ibidem.
21 AIO 2.3.
22 AIO 2.2.

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Da ciò risulta che don Gatti diede fiducia a don Teissèdre; anzi, lo inca-
ricò di seguire più da vicino i teologi “egiziani” e di riferirgli sui loro studi e
occupazioni. La cosa non piacque a don Puddu, allora direttore di Alessan-
dria, che il 10 gennaio 1929 gli mandò una lettera di 5 pagine dattiloscritte,
dalla quale merita riportare i passi che riguardano la disciplina religiosa e la
formazione intellettuale e spirituale dei giovani confratelli:
“Per gli esami di teologia dei chierici di Cairo d. Rubino ha mostrato di
preferire che io li dessi colà: ma gli notificherò il tuo desiderio. Non
comprendo però come si permetta a quei chierici di far a meno del mae-
stro quando hanno la comodità di averlo, e quando d. Santoro è persona
seria che può prepararsi: a mio parere bisogna obbligarveli.
Pel testamentino avevo pensato già dall’Italia: infatti provvidi per me e
per d. Biondi indirizzi di opere per la preparazione. Non posso dire
quando comincerò. Mi parli di servirmi della lezione di testamentino
come di mezzo per avvicinare i chierici. Ho già fatto loro due conferenze
e sto loro ai panni forse piuttosto molto che poco, poiché mi sforzo di
addestrarli bellamente al proprio dovere man mano che l’occasione ca-
pita. E vi è forse da temere che la mia parola finisca per seccarli un
poco: non poiché essa sia sgarbata o ingiusta, ma perché non sono, temo,
sufficientemente abituati alla paterna correzione e sorveglianza. E tut-
tavia come sperare preti dotati di puntualità e spirito di sacrificio se si la-
sciano crescere chierici senza controllo e senza guida? Sta qui un errore
nel quale cadono non solo i semplici confratelli ma anche i superiori, la-
gnarsi del personale e risparmiare la correzione per una malintesa carità,
che in fondo non è carità, ma quieto vivere ed egoismo, cioè desiderio di
farsi nome di superiori amorevoli ed amati e rendersi popolari. Il confra-
tello capisce, ride in cuor suo, cresce sbrigliato e s’infischia del supe-
riore! Non è che i chierici di oggi non siano più capaci di spirito di sacri-
ficio come quelli dei tempi andati; ma invece è che i superiori hanno
meno spirito religioso e più amore di se stessi.
Qui viene a taglio un’osservazione sul foglio da te scritto a D. T[eis-
sèdre]. Scusami se esprimo il mio modo di vedere. Io mi dolgo di non
essere trattato con chiarezza e non preciso; ma io voglio servirti con
franchezza. Come va che tu hai con me fatto delle riserve, per dir poco,
sugli effetti dell’influenza di lui sui chierici, e poi, scrivendogli, gli dai
corda tanto lunga, ed in cose che spettano al direttore anziché a lui, ed in
cose dei danni delle quali il direttore ti aveva messo al corrente? Delle
stesse cose, a me, o taci o scrivi sfiorando appena. Vedi: lo incarichi di
farti un elenco di coloro che hanno meno di 20 ore di classe, di infor-
marti sul sovraccarico di coloro che si erano lanciati tanto bene nello
studio della teologia, di stendere una relazione anche lunga sull’esame di
teologia dei chierici del Cairo i quali hanno voluto studiare da soli; temi
che egli si irriti della loro poca preparazione; gli dai istruzioni di essere
severo negli esami. Non credi tu che le relazioni su questi esami possano
toccare a me poiché tu m’incarichi di esaminare? Credi tu opportuno
informare delle deficienze negli studi di quei chierici del Cairo uno che è
accusato di muover critiche sul modo col quale studiano i nostri chierici
e di non nasconderle purtroppo ad essi stessi i quali ne risentono tristi ef-

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370 Gianni Caputa
fetti e perdono la serenità? Di queste miserie ti ho informato io stesso, e
tu per risposta, pur conoscendo che io mi dolgo di queste critiche, ag-
giungi olio al fuoco? L’orario delle occupazioni dei chierici non è forse
più conveniente chiederlo al Direttore, anziché a chi dalla tua richiesta
potrebbe credersi autorizzato a considerarsi come l’incaricato dei loro
studi e ricavarne fondamento alle lagnanze ed alle critiche? Non è il Di-
rettore incaricato della formazione dei chierici? E se lo è, perché si su-
scita una seconda autorità del cui buon spirito tu stesso non sei sicuro,
per non dir anche altri?23 A questo punto attendo spiegazioni, perché io
non ho difficoltà a lasciare che altri faccia; ma, se io devo fare, chiedo ai
miei superiori che mi si spiani la via e non s’intralci, in realtà, perché a
parole non lo si fa. Non trovo poi sufficiente che nei chierici non si veda
altro che gli studi; e la pietà, lo spirito religioso, le altre virtù non con-
tano nulla? Perché non si raccomanda al maestro di teologia di essere
ugualmente attento anche su quella materia di capitale importanza? Par-
lare di studi, mette in buona vista! Parlare di spirito di sacrificio fa
perder la popolarità. […]”24.
La situazione di Alessandria e del Cairo, in cui risiedevano la maggior
parte dei teologi, può essere presa come rappresentativa di quella delle altre
case dell’Orientale alla fine degli anni ’20 25. Forse si sarebbe continuato più
o meno sulla stessa linea. Nei documenti coevi niente lascia supporre un cam-
biamento, né tanto meno l’apertura di un teologato: non se ne trova traccia
nella corrispondenza fra l’ispettore e i superiori di Torino (ed era inconcepi-
bile aprirlo senza l’approvazione canonica del Capitolo superiore), o in quella
con i direttori delle case, né nelle riunioni del Consiglio ispettoriale, né nelle
Cronache delle case di Alessandria, Betlemme e Cremisan. Invece a far cam-
biare il corso degli eventi fu decisivo l’intervento di don Rinaldi e del Capi-
tolo Generale XIII.
2. La creazione del teologato in Terra Santa: Betlemme o Gerusalemme?
Dopo la suddetta circolare di don Rinaldi del 24 settembre 1928, don
Gatti avviò le procedure per la celebrazione del Capitolo ispettoriale, in pre-
parazione al CG13 e in sintonia con le finalità primarie che il Rettor Mag-
23 Probabilmente don Ricaldone, al quale don Gatti rispose con la lettera del 5 novembre
1928 su riportata.
24 AIO, 4.1.
25 Nel rendiconto annuale del 1928-29, don Gatti segnalava ai superiori che gli studenti
di teologia erano così distribuiti: 8 ad Alessandria, 3 a Betlemme, 2 al Cairo e ad Istanbul, 1 a
Cremisan: cf ASC 38 Medioriente; S 30 Betlemme F 403. - In AA sono conservati tre Registri
delle Ordinazioni e dei voti di teologia, dal 1900 al 1947. Sul primo (1900-1909) sono regi-
strati i dati relativi a un totale di 25 chierici. - Il secondo contiene i dati di 19 chierici, fino
all’ottobre 1930. - Il terzo riguarda 8 chierici, dal 4 ottobre 1928 all’8 ottobre 1947.

1.9 Page 9

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 371
giore aveva stabilite. Il 17 febbraio 1929 convocò i membri del Consiglio
ispettoriale a Beitgemal dove risiedeva don Eugenio Bianchi il consigliere più
anziano (1853-1931); nei verbali si legge:
“Dopo discussione, si è deliberato di convocare il capitolo ispettoriale
per i giorni 15, 16 e 17 aprile 1929, nella casa di Betlemme. Si è pure
deciso di […] trattare: a) della progressiva sistemazione degli studi teo-
logici nella nostra ispettoria; b) della formazione del nostro personale
durante il triennio pratico”.
Cinque giorni dopo comunicava a tutti i confratelli questa decisione26.
Il Capitolo (il quarto nell’ispettoria) si tenne a Betlemme nei giorni sta-
biliti. Vi presero parte venti confratelli sui ventitre aventi diritto o eletti27. Ri-
porto il verbale della terza seduta:
“Alle ore 15 del giorno 16 aprile i membri del Capitolo si trovano tutti
radunati. Dopo l’appello nominale si viene subito alla discussione del
tema: «Sistemazione progressiva degli studi teologici».
Il Sig. Ispettore esordisce facendo notare le parole «sistemazione pro-
gressiva», perché nella nostra Ispettoria bisogna creare lo studentato teo-
logico di sana pianta. Riferì che nel Consiglio Ispettoriale s’era già trat-
tata la questione a lungo, specie intorno al luogo ove iniziare lo studen-
tato e si era scelta la casa di Betlemme, la quale si presta facilmente
come ambiente più adatto, e per il posto capace e per il clima mite e
sano28.
Il Sig. Don Teissèdre chiede se non sia più opportuno stabilire lo studen-
tato a Gerusalemme, per la comodità che avrebbero i nostri studenti di
frequentare le scuole bibliche e teologiche della città. E soggiunge: - Se
tutti gli Ordini religiosi hanno il loro corso di studi regolari, perché non
devono averlo i Salesiani? Don Rubino annuisce, dicendo di abolire la
scuola attuale e creare lo studentato.
Risponde il Sig. Ispettore col dire che solo il Patriarcato ha un completo
corso di studi, mentre tutti gli Ordini religiosi hanno soltanto un corso di
perfezionamento. E il Sig. Don Rosin aggiunge che oltre ad abolire la
scuola si dovrebbe por mano ad un nuovo edifizio, cosa non fattibile pel
momento.
Il Sig. Don Teissèdre suggerisce di chiedere per la detta costruzione
l’aiuto delle altre Ispettorie ed il Sig. Ispettore risponde che una tale do-
manda si è fatta due anni addietro ai Superiori i quali dissero che si deve
continuare l’invio degli studenti alla Crocetta di Torino29. A Gerusa-
lemme, continua l’Ispettore, non è conveniente abolire la scuola, ed un
26 AIO, Verbali delle riunioni del Consiglio ispettoriale; AIO, Verbali dei Capitoli ispet-
toriali; ACrem, Circolari dell’Ispettore.
27 L’Orientale contava allora 138 confratelli (dei quali 46 chierici) e 13 novizi, residenti
in 13 case situate in 3 nazioni (Egitto, Palestina e Turchia): cf Elenco Generale.
28 In AIO, Verbali delle riunioni del Consiglio ispettoriale non vi sono riscontri.
29 Finora non ho trovato alcun documento al riguardo.

1.10 Page 10

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372 Gianni Caputa
ingegnere interpellato in proposito ha affermato la possibilità di tutte e
due le istituzioni nel medesimo posto. Pel momento quindi si potrà co-
minciare a Betlemme, dove non potrà mancare niente. L’inizio dello stu-
dentato avrà quattro chierici per il primo corso fondamentale e altri
quattro per il secondo corso: totale otto.
Da chi saranno sostituiti questi chierici nelle case? Dai sacerdoti di
buona volontà e dai chierici che usciranno dal corso filosofico. […]
Quale sarà la disciplina degli studenti di teologia? Nell’orfanotrofio di
Betlemme, oltre i loro studi regolari, essi saranno impiegati nelle varie
assistenze ed in qualche ora di scuola serale; qui interviene il Sig. Don
Belloni, il quale legge un articolo del Diritto Canonico che vieta assolu-
tamente di dare altre mansioni agli studenti.
Invece i Sigg. Don Puddu e Don Biondi esprimono la necessità di appli-
care gli studenti all’esercizio pratico della vita salesiana, in quanto è
compatibile con i loro studi, affinché tornando nelle case sappiano di-
simpegnare tutti i loro doveri verso i giovani. Il Sig. Don Belloni chiede
ancora se è tassativo separare il corso fondamentale dall’altro. Don
Rosin risponde che l’ordine è tassativo e lo conferma con la lettura dei
programmi.
Infine Don Puddu insiste sulla formazione degli studenti ad una pietà
soda e ad uno spirito sentitamente salesiano, optando che il personale e
l’ambiente siano quali necessita la detta formazione. Conchiude il Sig.
Ispettore dicendo che la vita degli studenti dovrà essere regolarissima”30.
Alcuni rilievi su questo importante documento: 1) è la prima volta che
l’ispettoria Orientale decide di dotarsi di un teologato. Perciò i capitolari par-
lano di “creare di sana pianta”, non di continuare qualcosa di già esistente,
neppure allo stadio embrionale. 2) L’opzione Gerusalemme viene seriamente
esaminata, raccoglie consensi come migliore dal punto di vista della forma-
zione biblico-teologica, sembra tecnicamente realizzabile, ma viene scartata
per mancanza di fondi31. 3) Sull’idoneità dell’orfanotrofio di Betlemme come
sede del teologato si hanno perplessità anche di ordine disciplinare e la sua
scelta appare come un ripiego temporaneo, in attesa di meglio. 4) È esplicito
il proposito di mantenere i teologi a contatto con la vita salesiana di un am-
biente educativo giovanile.
30 AIO, Verbali dei Capitoli ispettoriali.
31 A Gerusalemme, oltre ai centri di studi superiori (École Biblique dei Domenicani
[1890], Studium Biblicum dei PP. Francescani [1925] e Pontificio Istituto Biblico dei Gesuiti
[1927]) vi erano i seminari maggiori del Patriarcato Latino (1852), allora retto dai PP. Benedet-
tini; quello dei PP. Bianchi a “Sant’Anna” per i Greci-Melkiti (dal 1882), e quello dei France-
scani a “San Salvatore” (dal 1886). - Il teologato dei PP. di Betharram si trovava a Betlemme:
cf N. DAHBAR, Sainte-Anne de Jérusalem. Seminaire Grec-Melkite dirigé par les RR. PP.
Blancs. A l’occasion du 75° Anniversaire de sa Fondation (1882-1957), [s.i.l.] 1959; P. DU-
VIGNAU, Le Père Buzy, Lourdes 1969, M. LAHHAM (ed.), Centocinquant’anni nel campo del
Signore (1852-2002): il Seminario di Beitgiala, Gerusalemme 2002.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 373
3. Domanda ufficiale di apertura – Inizi prima dell’approvazione di
Torino
Il 1° maggio 1929 don Gatti comunicava a tutti i confratelli la delibera
del CIO4, spiegandone i motivi, l’iter di applicazione e le conseguenze:
“Le leggi della Chiesa, la nostra Regola, gli ordini espressi dei nostri Su-
periori ci fanno un obbligo e un dovere indeclinabile di istituire nella no-
stra Ispettoria uno studentato teologico. Perciò nella terza seduta si è sta-
bilito che venga iniziato regolarmente l’anno venturo nella casa di Be-
tlemme, dovendo gli studenti di filosofia passare a Cremisan. Da prin-
cipio non vi saranno che due corsi, l’anno appresso ci saranno tre corsi
ed entro tre anni lo studentato comprenderà i quattro corsi completi.
Questo provvedimento, da tutti desiderato e invocato, deve trovare in
ciascuno di noi l’appoggio e la cooperazione adeguata. Si tratta di addos-
sarci un po’ di lavoro supplementare per permettere ai chierici di seguire
regolarmente i corsi di studio prescritti”32.
Finora non ho trovato lettere di reazione da parte di direttori e/o di chie-
rici. Invece il Catechista generale d.Tirone gli risponde subito il 2 maggio:
“Non ti posso assicurare nulla per ciò che riguarda i Professori di teo-
logia, ma in confidenza ti posso dire che è quasi escluso che si possa ve-
nire in aiuto: 1) perché non ne abbiamo; 2) perché si aprono vari altri
studentati in centri assai più importanti; 3) perché non pare che i Supe-
riori intendano che per ora voi in Palestina apriate uno studentato teolo-
gico, perché avete troppo pochi chierici. Ecco la realtà!”33.
Sembrerebbe quasi un preannuncio di aborto, motivato soprattutto dal
terzo punto. Ma a dare una svolta vennero di lì a poco la beatificazione di don
Bosco (2 giugno 1929) con le feste di Roma e Torino e, in questo contesto, il
CG13 a Valsalice (dall’8 al 20 luglio). Durante quei lavori molti ispettori, nel-
l’udienza particolare con il Rettor Maggiore e i suoi consiglieri, presentano
domanda di apertura di un teologato. Giunto il suo turno, don Gatti espone
una lista di dieci punti:
“14 luglio, ore 16,30 entra d. Gatti, Ispettore Orientale [sic]: 1) chiede il
permesso di aprire lo studentato teologico a Betlemme e l’invio di un in-
segnante; 2) Garanzia immobiliare per un imprestito fino a tre milioni
[…]; 10) Dice infine di tener presente che la Palestina è un peso finan-
ziario per la Congregazione. Per circostanze provvidenziali non si è fatto
sentire in questi anni ultimi. Il problema risorgerà e bisognerà prepararsi
32 AIO 3.1.1; ACrem, Circolari dell’Ispettore.
33 AIO 2.3.

2.2 Page 12

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374 Gianni Caputa
ad affrontarlo. – Con le solite preghiere si chiude la seduta alle ore 19. -
Sac. C. Gusmano, segretario” 34.
Verosimilmente esibì in quella udienza il foglio manoscritto contenente
la domanda formale:
“Oratorio S. Francesco di Sales
Via Cottolengo, 32 - Torino
(Direzione Generale delle Opere di D. Bosco)
Ispettoria Orientale, 14.07.1929
Rev.mo Sig. D. Rinaldi,
Il sottoscritto chiede umilmente che venga approvata l’istituzione di uno
studentato di teologia nella casa ispettoriale di Betlemme (Palestina).
In questo primo anno 1929-30 verranno raccolti gli studenti di teologia
del primo e del secondo anno in numero di dieci. Negli anni successivi
verranno man mano fino ad avere i quattro anni completi.
Per l’insegnamento proporrei Don Rosin Mario, D. Giovanni Belloni e
Don Giuseppe Calis. Per qualche materia potrebbero facilmente recarsi al
vicino studentato teologico dei Padri del S[acro] C[uore] di Betharram.
Sarebbe sommamente desiderabile avere un insegnante salesiano tra
quelli che hanno frequentato i corsi della Crocetta.
Nell’attesa di una risposta che spero favorevole, mi professo suo umilis-
simo figlio,
D. Carlo Gatti”35.
Osserviamo: 1) è una petizione manoscritta su carta intestata non dell’i-
spettoria Orientale ma dell’Oratorio di Torino, e porta la stessa data dell’u-
dienza; non esiste minuta né copia nell’AIO di Betlemme. Ciò dice che don
Gatti la scrisse all’ultimo momento. 2) Il genere letterario è molto dimesso;
entra subito in medias res, senza un pur minimo preambolo di contestualizza-
zione e senza elencare motivazioni. 3) Aumenta di due il numero dei futuri teo-
logi rispetto agli 8 del CIO4. 4) È consapevole che il punto più debole sono i
docenti-formatori, sia per qualità (e di fatto non nomina don Teissèdre) sia per
numero; perciò prospetta l’ipotesi di ricorrere parzialmente ai Betharramiti.
La scarsità del personale appare anche nella mezza pagina che scrive a
don Rinaldi alcuni giorni dopo (20 luglio) in cui chiede che “il parroco sale-
siano della Spezia, d. Isacco Giannini”, nativo di Beitgiala vicino a Be-
tlemme, rientri in ispettoria come professore di filosofia a Cremisan, da dove
“potrebbe andare anche a Betlemme a dare qualche lezione di Diritto cano-
nico o di altro ai chierici studenti di teologia”36.
34 ASC - D 873, pp. 235-236 (nn. 9281 - 9294).
35 ASC, S 3122. Jesús BORREGO, I Salesiani nel Medio Oriente, 1891-1980, Roma 1982,
p. 457 e nota 96 conosce questo documento ma non ne fa alcun conto.
36 ASC, S 3122. Di fatto don Giannini non rientrò; venne solo di passaggio nel luglio-

2.3 Page 13

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 375
Convinto di aver raggiunto almeno un’intesa di massima con i superiori,
don Gatti si attiva nei mesi seguenti per dare inizio al teologato, raccogliendo
a Betlemme i teologi e trasferendo i filosofi a Cremisan dove era stato com-
pletato il primo piano dell’edificio. Nella Cronaca di Betlemme si legge:
“28 settembre 1929: arrivano per lo studentato teologico d. Teissèdre con
i due chierici Brusa e Ricci. – 30 settembre: lunghe trattative per combi-
nare l’orario dei chierici. - 1° ottobre: cominciano le scuole, quelle di
teologia comprese. A d. Belloni viene affidato l’insegnamento della Dog-
matica per il I e il II corso. La Morale sarà insegnata da d. Calis e da d.
Teissèdre. Quest’ultimo assume l’insegnamento anche della S. Scrittura,
del Diritto canonico, della Liturgia, ecc.”.
Otto anni dopo, la Cronistoria a pp. 76-77 riassume: “01.10.1929 – La
Casa di Betlemme è designata sede di tutto lo Studentato Teologico ed ivi si
radunano, dalle varie Case, i chierici che hanno terminato il tirocinio pratico”.
Dunque questo piccolissimo teologato comincia senza aspettare il per-
messo di apertura, dispone soltanto di tre docenti, ed è privo di fondamentali
requisiti che don Gatti promette di completare37. A tali promesse si appella
don Tirone il 7 ottobre 1929:
“Attendo quanto mi prometti riguardo allo studentato teologico della tua
Ispettoria. Spero che sarà sufficiente ad ottenere il permesso d’apertura.
Naturalmente conveniva mandare prima tutte le cose richieste per la ap-
provazione, per non correre pericolo che non venga approvato quello che
avete fatto; ma tu ti sarai assicurato già che tutto è in regola e quindi la
mia osservazione diviene superflua”38.
Chi erano i confratelli designati come formatori e docenti dei teologi,
oltre a don Teissèdre? Don Mario Rosin, nato nel 1875 a Trieste, fece il novi-
ziato a Foglizzo nel 1890-1891 e il 29 dicembre dello stesso anno giunse a Be-
tlemme insieme a C. Gatti e S. Puddu39. Ordinato prete a Gerusalemme il 4
giugno 1898, fu per un anno direttore degli “ascritti” a Cremisan (1904-1905)
quindi direttore a Nazaret (1907-1908), poi a Betlemme dal 1908 al 1926. Du-
rante questo lungo periodo divenne uno dei principali bersagli di quei confra-
telli locali che si erano “ammutinati” e delle autorità turche che lo portarono
agosto 1930 per predicare gli Esercizi Spirituali a Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice: cf
Cronaca di Betlemme.
37 Nell’Elenco Generale del 1° gennaio 1930 per la prima volta tra le attività della casa
di Betlemme compare la dicitura “Studentato teologico”.
38 AIO 2.3.
39 Cf Cronistoria p. 10; in ASC, C 350-C 351 vi sono alcune letterine manoscritte degli
anni 1892-1894, su foglietti intestati “Opera della Santa Famiglia-Betlemme” in cui fa il rendi-
conto di coscienza a don Barberis (2) e a don Bianchi (2), suoi maestri di noviziato.

2.4 Page 14

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376 Gianni Caputa
prigioniero in Anatolia (1917-18)40. Dopo un triennio come direttore a Beit-
gemal (1926-1929) ora tornava a Betlemme, alla guida non solo dell’orfano-
trofio e della scuola professionale, ma anche del nascente teologato. Don Gatti
sapeva di affidare i chierici a un ottimo maestro di spirito, salesiano modello.
Nonostante i molteplici e gravi impegni di direttore dell’opera, pensava pure –
come abbiamo visto – di incaricarlo dell’insegnamento di qualche materia. Ma
di fatto don Rosin non insegnò, se non eccezionalmente, come vedremo.
Don Giovanni Belloni (1859-1936) nel 1875-76 aveva raggiunto il cu-
gino don Antonio a Betlemme entrando nella congregazione diocesana da lui
fondata41; frequentò l’Università dei Gesuiti di Beirut laureandosi in filosofia
(29 giugno 1890) e in teologia (3 luglio 1892). Quando la Congregazione
della Santa Famiglia fu aggregata alla Società Salesiana (1891), anch’egli
chiese di farne parte; il 14 settembre 1892 emise la professione perpetua e il
17 dicembre dello stesso anno fu ordinato prete a Betlemme42. Vi rimase al-
cuni anni, poi trascorse in Italia “il periodo più lungo e più attivo della sua
vita, lavorando come catechista, consigliere scolastico e confessore in parec-
chie case e specialmente a Bova Marina, Livorno e Sampierdarena”, fino a
quando nel 1921 chiese di rientrare nell’Orientale43. A Betlemme si mise a di-
sposizione dei chierici filosofi e teologi impartendo lezioni saltuarie; quando
nell’ottobre 1929 iniziarono i corsi regolari, l’età era avanzata (aveva 70
anni) e la salute malferma.
Il quarantanovenne Youssef (Giuseppe) Calis (1880-1954) dalla nativa
Beirut era passato al seminario patriarcale di Beitgiala (Palestina) e di qui a
Cremisan (1896) dove fece l’aspirantato e il noviziato. Dopo il tirocinio a Be-
tlemme, segnato da una dolorosa prova44, emise la professione perpetua nel
40 Cf Cronistoria, pp. 47-56; ASC, C 350. Per la prigionia, oltre a un suo promemoria in
ASC, C 350, cf Giovanni VILLA, Un anno di esilio nel centro dell’Anatolia (15 dicembre 1917
- 13 dicembre 1918), Segreteria Diocesana Unione Missionaria del Clero, Bergamo 1923.
41 Nell’estratto di battesimo (cf ASC, B 830) è registrato Francesco Giovanni Battista
Bellone, mentre abitualmente compare (ed egli stesso si firma) Belloni.
42 Nell’ASC, B 830 sono conservate diverse letterine manoscritte di quegli anni (1891-
1896) indirizzate al Rettor Maggiore don Michele Rua (1837-1910) e a don Barberis, in cui
chiede di poter fare il noviziato senza dover interrompere la teologia dai Gesuiti; in altre scrive
il rendiconto di coscienza, e dà notizie varie, come in quella del 22 ottobre 1891 in cui tra-
smette la gioia d’aver incontrato i primi Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice appena sbarcati
al porto di Beirut e diretti a Betlemme.
43 Cf la lettera mortuaria scritta da don Guglielmo Carlesso, che attinge alle Biografie di
Salesiani defunti…; dall’Elenco risulta che dal 1899 al 1902 fu nel seminario vescovile di
Bova Marina; nel 1903 a Betlemme, nel 1904 a Zurigo, addetto alla missione cattolica; nel
1905 ad Ulzio; dal 1907 al 1910 a Livorno; poi a Sampierdarena.
44 Cf in ASC, B 860 la lettera manoscritta di don Antonio Belloni a don Celestino Du-
rando da Betlemme il 22 maggio 1902 in cui don Belloni attesta che si è scoperta l’innocenza

2.5 Page 15

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 377
1903 e divenne prete il 17 giugno 1905. Di spiccate doti intellettuali, si de-
dicò allo studio della lingua araba divenendone un esperto raffinatissimo. Pre-
dicatore ricercato per la sua arte oratoria, tanto esigente nel comporre o rive-
dere testi scolastici, catechismi e manuali di pietà, quanto disponibile per la
predicazione agli illetterati, e altrettanto bonario e semplice fino all’ingenuità.
Senza aver frequentato facoltà universitarie, con lo studio personale aveva
acquisito un vasto bagaglio di nozioni in campo letterario e teologico45.
I teologi già dal mese di ottobre partecipano con i preti alla soluzione
del “caso di coscienza” e il 20 dicembre ricevono i primi “ordini minori”,
mentre il chierico Guglielmo Carlesso della casa di Cremisan è consacrato
diacono46.
Il loro mantenimento viene a gravare sulle scarse finanze della casa di
Betlemme, perciò il direttore don Rosin scrivendo il 31 dicembre 1929 al
conte Ranieri Venerosi Pesciolini, segretario generale dell’ANSMI, dopo aver
esposto le attività e i bisogni dell’orfanotrofio, della scuola e dell’oratorio
festivo, aggiunge:
“Ma di tutte le opere assunte dall’istituto salesiano di Betlemme, impor-
tantissima, ma anche assai dispendiosa, è lo Studentato Teologico Sale-
siano che vi ha posto la sua sede. Gli alunni di questo Studio sono tutti
destinati, terminato il corso che dura un quadriennio, a far parte del
corpo direttivo ed insegnante nei nostri collegi e scuole d’Oriente, e però
esigono una preparazione quanto mai accurata e completa.
Ora, dovendo la direzione dell’orfanotrofio far fronte a tanti impegni,
non di rado si trova in grandi imbarazzi. Ai finanziari si ovvia col fare ri-
corso alla pubblica carità: cosa sempre dura e laboriosa assai. Vorrei
perciò che codesta benemerita Associazione Nazionale non rifiutasse di
aiutarci o coll’accrescere l’annuo assegno, finora così tenue, o col ve-
nirci altrimenti in soccorso”47.
4. Visita di don Antonio Candela. Primi anni irregolari (1929-1931)
Fra il dicembre 1929 e il febbraio 1930 don Antonio Candela (1878-
1961), che dal 1925 era consigliere del Capitolo superiore, effettuò una visita
del chierico Calis, che era stato falsamente accusato di immoralità e per questo sciolto dai voti
il 7 gennaio 1902 dallo stesso don Durando.
45 Riporto dal profilo che ne tracciano E. PRADUROUX, o.c., 156, e don Vittorio Francia
nella lettera mortuaria del 1954. Per il suo originale contributo al Catechismo arabo voluto dal
patriarca Mons. Luigi Barlassina per la diocesi di Gerusalemme all’inizio degli anni 1920, cf
R. KHOURY, La Catéchèse dans l’Eglise de Jérusalem, Roma 1978, pp. 44-47.
46 Cf Cronaca di Betlemme.
47 Don Rosin, Registri della corrispondenza.

2.6 Page 16

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378 Gianni Caputa
canonica straordinaria in Terra Santa48. Le sue prime impressioni sul neonato
istituto teologico furono favorevoli, e l’ispettore don Gatti si affrettò a comu-
nicarle, forse amplificandole, a don Tirone, il quale il 16 gennaio 1930 gli ri-
spose con questa lettera manoscritta, nella quale gettava acqua fredda sui suoi
entusiasmi:
“Mi rallegro sinceramente del giudizio favorevole pronunciato da d.
Candela del vostro studentato teologico. Io osservo solo che non si pos-
sono prendere come pietra di paragone quello dell’Oratorio di Torino e
quello di Roma o Frascati che furono dichiarati pubblicamente in Capi-
tolo come non rispondenti alle esigenze dei ss. canoni e delle regole.
Certo è molto per un primo passo, ma non è lì che dovete fermarvi.
Per conto mio sarò sempre pronto ad appoggiare l’invio di qualche Con-
fratello che possa venire in Palestina a studiare la S. Scrittura; il difficile
è trovare uno che, non solo abbia la volontà e gli altri requisiti necessari
per riuscirvi, ma anche che si possa liberare da altre occupazioni che ne
lo impediscono. Certamente non è cosa impossibile e, insistendo, chissà
che non si trovi? Tu fai bene ad industriarti per raccogliere il personale
che ti occorre”49.
Che cosa vide don Candela? Nella sua relazione manoscritta al Rettor
Maggiore, databile fra metà-fine febbraio 1930, leggiamo:
“Casa di Betlemme. […] le opere che vi si svolgono sono (oltre il ser-
vizio della chiesa pubblica abbastanza frequentata e quello delle cappel-
lanie) tre: le sezioni degli studenti interni; gli artigiani; l’Oratorio fe-
stivo; lo Studentato di teologia. […] Il personale salesiano, compresi gli
studenti di teologia – che prestano tutti qualche piccolo servizio nella
casa – comprende: 8 sacerdoti, 12 chierici e 7 coadiutori. […] Lo Stu-
dentato teologico che comprende due corsi, ha 9 chierici. Unisco a
questa relazione, in foglio a parte, l’orario delle classi, col nome dei pro-
fessori e la lista dei chierici. Questi hanno, come apparisce dall’orario,
due classi al mattino, dalle 9 alle 111/2 e due nel pomeriggio, dalle 2 alle
4. Queste classi si fanno regolarmente. I chierici non sono tanto soddi-
sfatti dell’insegnamento di d. Belloni né di quello di d. Calis. Hanno tutti
un’ora o un’ora e 1/2 di scuola a fare al giorno ed inoltre qualche assi-
stenza in dormitorio o in refettorio”50.
48 Cf Cronaca di Betlemme, 2, 10, 23 dicembre 1929; Cronistoria, p. 77. Su don Can-
dela, cf E. VALENTINI - A. RODINÒ, Dizionario biografico..., pp. 69-70. In un primo tempo don
Gatti sperava che venisse in ispettoria lo stesso Rettor Maggiore, don Rinaldi: cf la sua circo-
lare del 30 novembre 1929, in AIO 3.1.1.
49 AIO 2.3.
50 ASC, S 3124 - 20: Visite straordinarie. Aggiungeva: “L’andamento generale della
casa è soddisfacente. Si osserva la vita comune e si fanno con regolarità tutte le pratiche di
pietà. Il direttore è molto osservante e fa osservare. Le scuole e l’insegnamento professionale
avrebbero bisogno di qualche iniezione che li rinnovellasse un poco in tutto (ambienti, pulizia,
macchine, materiale, metodo). L’elemento giovane dice che la casa si è fossilizzata. Si vor-
rebbe anche un po’ più di affiatamento tra la parte direttiva e gli altri confratelli […] il direttore

2.7 Page 17

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 379
Nel foglio annesso “Orario dello Studentato Theologico [sic] (Be-
tlemme)”, manoscritto e firmato da don Teissèdre, si dà il quadro delle lezioni
(dal Lunedì al Sabbato [sic]) e la lista dei professori con le rispettive materie
d’insegnamento: “d. Belloni insegna Dogmatica al I e al II Corso; d. Calis in-
segna Morale al II Corso; d. Teissèdre insegna Morale al I Corso, Storia, Li-
turgia, Diritto, S. Scrittura al I e II Corso insieme”. Lezioni di Arabo (senza
indicazione del professore) figurano nel pomeriggio di tutti i giorni, eccetto il
Giovedì in cui si ha il passeggio. L’elenco degli studenti enumera: “I° Corso:
Bonamigo [Antonio: 1903-1985], Bianco [Felice: 1903-1945], Pivano
[Pietro: 1878-1960], Ubezzi [Bartolomeo: 1907-1986], Del Mistro [Natale:
1905-1979]; II° Corso: Ponzetti [Giulio: 1908-1986], Odello [Luigi: 1907-
1972], Brusa [Giovanni: 1907], Ricci [Francesco: 1908]”.
Il cinquantunenne Pivano, aveva fatto il noviziato a Foglizzo nel 1895;
uscito di congregazione per motivi familiari e riammesso dopo 24 anni con
dispensa pontificia, nel 1928 rifece il noviziato ma come coadiutore e pro-
fessò il 12 gennaio 1929. Don Gatti lo accolse come chierico a Betlemme e lo
volle come suo segretario particolare51. Tutti gli altri studenti erano sulla ven-
tina e si conoscevano dal noviziato che avevano fatto a Cremisan nel 1922-23
(Brusa, Del Mistro, Odello) e nel ’23-24 (Bianco, Bonamigo, Ponzetti, Ricci,
Ubezzi).
I testi scolastici adottati dovevano essere fondamentalmente quelli indi-
cati dal consigliere scolastico generale. Su una nota delle spese del 1929-30
che l’economo dell’orfanotrofio passò all’Ispettore vi sono scarne registra-
zioni dalle quali tuttavia possiamo ricostruire la lista quasi completa52. A con-
clusione della sua visita canonica, don Candela tracciava questo bilancio:
dovrebbe essere più aiutato dal suo capitolo: l’azione del catechista tra i giovani o nella chiesa
è quasi nulla […] La casa vive soprattutto di offerte che vengono dall’Europa; per attirarle, di-
rettore e prefetto trattengono una importante corrispondenza […] che prende loro molto
tempo”.
51 Cf ASC, C 295. Negli anni seguenti farà anche da assistente ai suoi compagni teologi:
cf il “promemoria confidenziale” di don Nigra a don Rosin del febbraio 1932 in AIO 3.1.2.
52 Cf AIO 4.5.1: Dogmatica fondamentale e speciale (oltre all’Enchiridion Symbolorum,
di J. DENZINGER): A. TANQUEREY, Synopsis Theologiae Dogmaticae ad usum Seminariorum, 4
voll., Desclée Paris dal 1896, con nuove edizioni fra il 1922-1927. Morale fondamentale e spe-
ciale: A. PISCETTA - A. GENNARO, Elementa Theologiae Moralis ad Codicem Iuris Canonici
exacta, 7 voll., Torino dal 1922; A. TANQUEREY - E-M. QUEVASTRE, Brevior Synopsis Theolo-
giae Moralis et Pastoralis, Desclée 19205. S. Scrittura: è segnalato solo il MERK, Novum Testa-
mentum Graece et Latine. Storia Ecclesiastica: C. POULET, Histoire de l’Eglise, 2 voll. + Ta-
bleaux Synoptiques, Beauchesne Paris 1926. Liturgia: L. R. BARIN, Catechismo Liturgico.
Corso completo di scienza liturgica, 4 voll., Arti Grafiche Rovigo, 1920. Vi è anche indicato
l’editore E. Vitte di Parigi, dal quale probabilmente venne acquistato il celebre libro di Augu-
stin AUFFRAY, Le Bienheureux Don Bosco, del 1929. Per le cerimonie liturgiche non si segnala
alcun testo, ma pensiamo che si utilizzasse Eusebio VISMARA, Manuale di Sacre Cerimonie, S.

2.8 Page 18

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380 Gianni Caputa
“È certo che l’organizzazione di questo Studentato rappresenta un vero
sforzo fatto dall’Ispettore e un grande passo su quello che era lo studio
della teologia, l’anno scorso, ad Alessandria. Ma non è certamente an-
cora l’ideale: speriamo che più avanti si potrà far ancora meglio”53.
A Torino il Capitolo superiore passa al vaglio il rapporto di don Candela
e quelli degli altri visitatori. Leggiamo nel registro dei verbali:
“3 Marzo [1930]. D. Tirone fa una breve relazione delle domande degli
Ispettori che hanno sollecitato dal Rev.mo Sig. Rettor Maggiore l’appro-
vazione dello Studentato teologico che vorrebbero aprire nelle loro ri-
spettive Ispettorie e se ne discutono le domande che sono le seguenti:
Subalpina, Lombarda-Emiliana, Veneta, Francia Meridionale, Francia
Colonie Africa del Nord, Austria-Germanica, Jugoslavia, Polacca,
Spagna Betica, Argentina S. Francesco Solano, Centro America, Colom-
biana, Messicana, Stati Uniti, Uruguayana, Venezuelana, Cinese. I Capi-
tolari hanno trovato che alcuni di detti studentati non hanno il numero di
professori prescritti, altri le ore, altri altre deficienze che farà a ciascuno
note d. Tirone incaricato di scrivere ai vari Ispettori. - 5 Marzo. […] D.
Tirone presenta ancora le domande per apertura di Studentato teologico
degli Ispettori della Ispettoria Napoletana e Ispettoria Orientale – che
neppur essi sono trovati in perfetta regola”54.
Venti giorni dopo, 26 marzo 1930, il Catechista generale invia questo
comunicato ufficiale, dattiloscritto e di genere formale:
“Carissimo Sig. d. Gatti, riferendomi ai colloqui avuti con Lei in questi
giorni Le trascrivo le osservazioni fatte dal Capitolo Superiore alla rela-
zione che Lei ha inviato sull’andamento degli studi teologici nella Sua
Ispettoria.
Il Capitolo riconosce gli sforzi fatti per dare regolarità allo studentato
teologico e loda lo zelo dimostrato a questo scopo. Non è però ancora
possibile riconoscere come regolare detto studentato per varie ragioni. E
prima di tutto non si ritiene adatto il luogo ove trovasi attualmente lo
studentato. Poi non risulta che siasi sufficientemente provvisto alla for-
Benigno 1908. Tra i libri di Ponzetti figurano: il minuscolo Manuale Theologiae Dogmaticae…
Ubi scriptum est?, di un anonimo Gesuita, stampato in Messico nel 1850; A. VIGOUREL, Ma-
nuale di Liturgia, Corso sintetico, Licet, Torino (s.d.s.) Sono pure registrati gli onorari mensili
che venivano corrisposti al professore d’Arabo per le lezioni particolari a B. Ubezzi e L.
Odello; a quest’ultimo viene addebitato l’acquisto di una anonima Letteratura Araba.
53 ASC, S 3124 - 20. Al riguardo di Alessandria scriveva nella sua relazione: “Il perso-
nale della casa comprende 9 sacerdoti, 7 chierici (dei quali 5 sono teologi del 3° e 4° anno), e 7
coadiutori. […] Sac. Galizzi Giuseppe: confessore e insegnante di Teologia. Fa anche la 3ª ele-
mentare. Buono, pio, lavoratore; è una vocazione tardiva e la sua preparazione intellettuale se
ne risente”: ASC, S 3124 - 20. I chierici teologi erano Eraldo Derossi, Pietro Farina, Vittorio
Mangiarotti, Giorgio Murru, Eugenio Pasquali.
54 ASC, D 873, pp. 294-296 (nn. 9593-9596).

2.9 Page 19

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 381
mazione religiosa dei chierici studenti con opportune conferenze ed altri
mezzi necessari allo scopo. I professori dello studentato sono troppo
pochi e non si ritengono [tutti: aggiunto a penna] sufficientemente com-
petenti nelle materie che insegnano.
Pur non potendo adunque dare un’approvazione allo studentato, in vista
della buona volontà e dell’assoluta impossibilità di fare diversamente,
per ora si permette, in via provvisoria, di continuare e si approvano gli
studi fatti, con la raccomandazione e l’augurio che presto possa cessare
questo stato di cose non conforme alle prescrizioni canoniche e ai desi-
deri e alle raccomandazioni dei Superiori”55.
Il tono è severo e i termini molto espliciti. Neppure il luogo era ritenuto
adatto. Giulio Ponzetti, uno dei primi teologi, a distanza di 46 anni ricordava
qual era:
“Fino al 1932 non esisteva nulla di speciale per gli studenti, ci si aggiu-
stava alla meglio; sede dello studio e delle aule fu successivamente l’or-
chestra e i locali sopra la sacrestia della Chiesa del Sacro Cuore. Per le
pratiche di pietà e a refettorio si stava con i confratelli della casa, si dor-
miva con i ragazzi interni, e si viveva di molta povertà, nessuna como-
dità e tanta serena allegria”56.
La Cronaca di Betlemme registra sobriamente le cose più notevoli della
vita del teologato: esami di aprile e luglio (don Rosin esamina anche i filosofi
di Cremisan), un’escursione all’antico monastero di San Saba nel deserto di
Giuda, le feste per la prima Messa di don Carlesso (29 aprile), e per quella di
25° di don Calis (19 giugno), il pellegrinaggio a Beitgemal per la benedizione
del Martyrium sulla tomba di santo Stefano (3 agosto). Durante i mesi estivi,
il direttore ricorre ai benefattori chiedendo aiuti per scavare una grande ci-
sterna per l’acqua piovana, “necessaria alle molteplici esigenze di questo Isti-
tuto, che non è solo ospizio di poveri orfanelli, ma, dal principio di que-
st’anno, anche sede dello studentato teologico dei chierici salesiani destinati
al personale delle scuole nostre d’Oriente”57; l’ispettore da parte sua cerca di
rimediare a qualcuna delle carenze segnalategli nel settore accademico, e si
rivolge a don Tirone, il quale il 10 [13?] agosto gli risponde, riprendendo il
“tu” familiare:
“Non mancherò di appoggiare la tua domanda di un professore di teo-
logia per Betlemme: ma tu lo sai che il personale è tutto in mano di d.
55 AIO 2.3.
56 In [G. LACONI (ed.)], Cinquantesimo…, pp. 42-43.
57 Registro della corrispondenza, 22 luglio 1930 al conte Ranieri Venerosi Pesciolini.
Nello stesso periodo, per asfaltare il cortile, chiede aiuti ai Consoli Americano e Italiano di
Gerusalemme, e ai rappresentanti della Shell: cf ibidem, come pure la Cronaca di Betlemme.

2.10 Page 20

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382 Gianni Caputa
Ricaldone e, se non ne ha lui, nessun altro ne può avere. So d’altra parte
ch’egli si trova pure in gravissimi fastidi per provvedere il personale
strettamente necessario per le case di formazione qui presso Torino che
aumentano di tre, e mandare qualche prete nelle Missioni”.
Il 23 dello stesso mese ribadisce: “Sarà cosa ben difficile che si possa
mandarti un insegnante di teologia”58.
Difatti all’inizio dell’anno scolastico 1930-31 i professori salesiani
erano gli stessi del precedente, ma don Teissèdre fu esonerato dall’insegna-
mento della S. Scrittura per la quale i chierici cominciarono a recarsi presso i
Padri di Betharram, che avevano il loro grande studentato a circa 700 metri59.
I teologi sono cresciuti da 9 a 1360. La Cronaca di Betlemme documenta
il loro coinvolgimento nella vita dell’internato, come responsabili di settori e
come insegnanti:
“15 ottobre: i chierici che devono fare il primo anno di teologia non sono
ancora arrivati. L’orfanotrofio per la ragione detta e per mancanza di
consigliere scolastico ha le scuole ancora irregolari. – 20 ottobre: distri-
buzione delle occupazioni. Il ch. Odello è stato incaricato delle funzioni
del consigliere scolastico ed il ch. Bartolomeo Ubezzi di quelle del cate-
chista, in aiuto e sotto la direzione di d. Calis titolare. Si distribuiscono
le varie classi degli artigiani ai chierici teologi. Schivalocchi è sempre
colla sezione degli studenti (piccoli). Il ch. Odello fa quest’anno una
classe d’arabo. Trivero è assistente degli artigiani”61.
Sia la scarsità di personale docente, sia questo coinvolgimento diretto
dei chierici nelle attività della scuola-orfanotrofio, erano ulteriori elementi
che deponevano a sfavore della regolarità del teologato; per cui esso, nella
58 AIO 2.3.
59 Cronaca di Betlemme: “30 settembre: l’ispettore scrive di inviare i chierici teologi
alla scuola di S. Scrittura dei PP. del S. Cuore di Betharram. - 3 ottobre: I nostri chierici per la
prima volta si recano alla scuola di S. Scrittura presso i PP. di Betharram”. Secondo i dati del
AIO, Registro Generale “B” dei Confratelli Sacerdoti e Chierici, i primi furono G. Brusa, N.
Del Mistro, F. Giraudi, P. Jachetti [che però arrivò il 3 dicembre: cf Cronaca di Betlemme], L.
Odello, G. Ponzetti, L. Trivero, B. Ubezzi. Smisero di recarvisi nel 1934-35 quando l’insegna-
mento della S. Scrittura venne assunto da don Raffaele López. Mentre i PP. di Betharram con-
tinuarono per anni a ricevere gli esami richiesti per l’ammissione agli ordini e al ministero
delle confessioni.
60 Cf il “Modulo H: rendiconto statistico al Segretario del Capitolo Superiore”: ASC, S
30 Betlemme F 403.
61 La stessa fonte segnala la partecipazione dei teologi alla festa di S. Tommaso presso
i PP. di Betharram (6-7 marzo 1931), e 4 giorni dopo l’escursione a Ebron, Beitgibrin, Beit-
gemal, Emmaus (Latrun), cui prendono parte “il direttore ed i professori di teologia e scienza
ecclesiastica, d. Belloni, d. Teissèdre, d. Calis”. Il 26 aprile 1931 si festeggia in casa il Beato
d. Bosco: tra gli invitati figurano i PP. Pierre Duvignau Betharramita, e Andrés Fernández
Gesuita.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 383
lista del Capitolo Superiore, continuò a figurare tra quelli “tollerati” fino al
termine del mandato di don Gatti, nell’agosto 193162.
Ma almeno il primo passo era fatto! Resta perciò sostanzialmente valido
quanto affermava don Carlo Moroni nel discorso commemorativo del 1976:
l’inizio del teologato in Terra Santa fu un atto di responsabilità e di coraggio
da parte di don Carlo Gatti63.
II. VERSO UN ASSESTAMENTO REGOLARE DURANTE L’ISPETTO-
RATO DI DON LORENZO NIGRA (1931-1934)
Come successore di don Gatti, i superiori scelsero un confratello dell’i-
spettoria Centrale da poco trasferito alla Novarese: don Lorenzo Nigra. Era
nato il 26 settembre 1879; a vent’anni si era laureato in filosofia alla Grego-
riana e dopo aver studiato la teologia nelle case, aveva insegnato a Foglizzo fi-
losofia fino al 1910 poi Storia ecclesiastica64. Dopo aver fondato e diretto l’o-
pera di Pinerolo-Monte Oliveto (1916-21), tornò tra i teologi nella nuova sede
di Torino-Crocetta. Qui si trovava molto bene, sia come docente che come in-
caricato della chiesa esterna, e non avrebbe desiderato di meglio; perciò nel
1930 gli giunse inaspettata la nomina a direttore del collegio di Borgomanero,
e l’anno dopo del tutto inimmaginabile quella a ispettore dell’Orientale.
1. Una pesante “obbedienza” accolta in spirito di fede
Nella lettera del 9 giugno 1931 a don Rinaldi cerca rispettosamente di
esimersi dall’onere: ribadisce il suo desiderio di tornare alla Crocetta dicendo
di non essere fatto per le cariche di governo, tanto meno quella “gravosa e
terribile” che si prospetta; tuttavia si rimette all’obbedienza65. Tre giorni dopo
don Calogero Gusmano gli comunica in termini drastici la decisione del Capi-
tolo superiore e le motivazioni: l’Orientale, scarsa di personale e di mezzi
materiali, è un’ispettoria difficile per la diversità di abitanti, le grandi distanze
“e inoltre per la dipendenza da altri enti come l’Associazione nazionale [per
l’Assistenza ai Missionari Italiani]”.
62 Cf ASC, D 873, p. 336, n. 9833; ACS 11 (1930) n. 55, p. 921.
63 Cf Carlo MORONI, Commemorazione ufficiale…, in [G. LACONI], Cinquantesimo...,
pp. 107-108.
64 Cf ASC, C 239.
65 Cf Ibidem.

3.2 Page 22

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384 Gianni Caputa
“Si ha quindi bisogno di un Superiore che con la carità, la paternità, con
la fiducia in Dio, dissimulando il più possibile le difficoltà, faccia animo
ai confratelli. Nella sua citata lettera i Superiori scorsero troppe paren-
tesi, troppe riserve, un assoggettarsi alla croce anziché abbracciarla alle-
gramente confidando in Dio; temono quindi che, dopo qualche difficoltà
che non mancherà di sicuro, lei ritornerà alle sue aspirazioni alla scuola
e al ministero, mentre si avrebbe bisogno di uno che volenterosamente
abbracci il sacrificio. Se succedesse – ma speriamo di no – né lei né i Su-
periori farebbero buona figura, perché l’Orientale in questi momenti ha
bisogno di un uomo superiore che si sacrifichi generosamente senza
nemmanco farlo accorgere ai confratelli. I Superiori aspettano quindi
ancora una sua ultima lettera franca e generosa”66.
Di fatto fu lui stesso a scrivergli quanto avrebbe dovuto rispondere ai su-
periori; e don Nigra, lo stesso 15 giugno, copiò integralmente il testo, parola
per parola, senza togliere o aggiungere una virgola:
“Al Venerando Capitolo Superiore. Ecco la mia risposta che vuole dissi-
pare in modo assoluto ogni dubbio che la mia precedente lettera abbia
potuto – contrariamente alle mie intenzioni – creare. Dunque:
1°) Dal momento che io ho accettato l’ubbidienza per l’Orientale, de-
vono essere e sono morte tutte le mie altre aspirazioni. Non ci devo più
pensare e non ci penserò più. Ci contavo sopra e ne parlai ripetutamente
al Capitolo sino a che i Superiori non avevano deciso. Ma dal momento
che i Superiori hanno deciso, io ho visto nella loro parola chiaramente,
apertamente la parola di Dio, quella che è venuta, dopo tante mie pre-
ghiere e di altri, a darmi e segnarmi la mia strada. Cosicché il Venerando
Capitolo può essere ben sicuro, sicurissimo che la mia mente ed il mio
cuore e la mia volontà sono già votate intieramente e solamente all’I-
spettoria Orientale.
2°) Quanto il Capitolo mi fa sapere sulle condizioni della Orientale non
mi riesce del tutto nuovo, avendo colà e amici e allievi dai quali potevo
conoscere assai; ma se mai quelle difficoltà e quelle croci, quindi il mio
conseguente e totale spirito di rinnegamento e sacrificio, mi riconfer-
mano quale ormai debba essere per me nella volontà di Dio la mia mis-
sione. Mi ci sono già consacrato. Non temano i Superiori che io prometta
troppo. Io non prometto che quello a cui il Signore mi ha portato per
molti modi e per molte vie.
3°) Valgo pochissimo e senza falsa umiltà so di poter dire di essere ben
inferiore alla fiducia in me posta dai Superiori; so che farò molti sbagli.
Di questi domando perdono sin da ora, ma stiano sicuri i Superiori sulla
delicatezza del mio animo nel pesare il valore della loro fiducia, nell’ap-
prezzamento che ne faccio, nella decisione perentoria di non tradirla
mai, mai”67.
66 Ibidem.
67 Ibidem. Per altri dati, cf E. VALENTINI - A. RODINÒ, Dizionario biografico..., pp. 199-
200; E. PRADUROUX, o.c., 151-152; e la Lettera mortuaria scritta da don Valentini, in cui però
del triennio nell’Orientale si trova solo un genericissimo paragrafo. - Incidentalmente, ricordo

3.3 Page 23

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 385
Animato da queste nobilissime disposizioni d’animo, ricevette il decreto
di nomina (2 agosto) e iniziò il suo mandato. Il compito che lo attendeva era
molto impegnativo: per quanto riguarda il teologato, occorreva programmare
la preparazione di nuovi docenti e formatori, assicurare l’arrivo dei chierici e
risanare l’ambiente.
2. Urgenze immediate e radici remote dei problemi
Nel verbale della terza riunione del Consiglio ispettoriale, in data 30
agosto 1931, leggiamo:
“Sul primo punto […] fu approvato in massima l’invio di qualche chie-
rico, teologo e filosofo, a studi superiori, allo scopo di preparare il perso-
nale insegnante nelle nostre case di formazione. […]
Sul secondo punto, la questione era questa: tre chierici teologi del 4°
corso insistevano nella domanda di essere mandati nelle case di lavoro e
finire colà i loro studi teologici. – In linea di principio, cioè in relazione
ad una speciale e chiara deliberazione del Regolamento degli studentati
teologici, tutto il Consiglio stava per la negativa. Ma fu prospettato il
caso di un’eccezione per ragioni particolari. Le ragioni sono queste: lo
stato d’animo o disagio morale creatosi in questi chierici – per cause
molteplici – è tale che renderebbe la loro formazione nello studentato
inutile a loro stessi (per dire poco) e certamente dannosa ai compagni e
all’andamento generale della disciplina dello studentato. Si aggiunge che
detti chierici, mentre verrebbero affidati a Direttori sicuri, e mentre si
avrebbe la garanzia sicura sul compimento dei loro studi, servirebbero
ad ovviare ad estreme necessità di personale per occupazioni che non si
saprebbe a chi affidare.
Dopo ampia e lunga discussione – dove il pro e il contro si proporziona-
rono – il Consiglio all’unanimità rimise la soluzione alla discrezione
dell’Ispettore” 68.
A giudicare dall’Elenco, i tre teologi in questione dovevano essere Brusa
(che terminò gli studi e fu ordinato diacono a Porto Said il 19 dicembre 1931
e sacerdote al Cairo il 21 maggio 1932), Del Mistro (diacono insieme al pre-
cedente e prete a Suez il 10 aprile 1932)69, e Ricci, che venne mandato al-
l’Università Gregoriana.
Una delle prime fatiche che il neo-ispettore dovette affrontare fu quella di
convincere qualche direttore a lasciar partire i confratelli che, avendo termina-
che don Gusmano fu nell’Orientale nell’agosto del 1924: per incarico di don Rinaldi visitò
tutte le case, radunò i direttori, predicò gli Esercizi spirituali: cf Cronistoria p. 63.
68 AIO, Verbali del Consiglio ispettoriale, pp. 292-293.
69 Cf le “pagelle” di ammissione in ASC rispettivamente B 850, B 960.

3.4 Page 24

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386 Gianni Caputa
to il tirocinio, dovevano raggiungere il teologato70. Risolto il caso dei tre chie-
rici suddetti, e giunti tutti gli allievi, a metà novembre la vita del teologato è be-
ne incamminata, perciò egli può dedicarsi alle visite canoniche in varie parti del-
l’ispettoria71. Dal 25 gennaio al 12 febbraio 1932 è la volta di Betlemme dove
non si faceva “ab immemorabili”72; al termine di essa stende un lungo reso-
conto73. Circa l’organizzazione della casa, segnala il “difetto di funzionamento
del capitolo” e passa a esporre quelli che chiama “ripieghi non sufficienti”:
“Da due anni o tre esiste qui lo studentato teologico. L’orario è diviso in
modo che i teologi, mentre attendono a scuola e studio, servano anche di
personale per la casa. […] Tra i teologi si sono scelti un chierico per
consigliere scolastico ed uno per vice-catechista. Anche se i due scelti
fossero capaci di fare mirabilia, non possono rimediare alla falla troppo
grave della mancanza del capitolo.
Studentato teologico: - a) Può rimanere qui, se viene aumentato il perso-
nale assistente dei ragazzi, se vi è un vero capitolo. - b) Necessità asso-
luta di un sacerdote (per es. il catechista della casa, quando fosse ad hoc)
che sia il loro assistente-superiore. - c) Come e perché siano insufficienti
gli attuali insegnanti”.
Ma la parte più dettagliata riguardante il teologato si trova a p. 15 del
“memoriale” (com’egli lo chiamava) che ampliò e, alla fine dell’anno scola-
stico, consegnò al Rettor Maggiore:
“Terzo problema – Lo studentato teologico. È stato costituito a Betlemme
tre anni or sono. Fu grande sforzo, ma lodevolissimo. I teologi ivi rac-
colti in questo anno erano 13. I chierici possono regolarmente attendere a
studio e scuola dalle 9 del mattino alle 6 di sera. Al mattino presto ed alla
sera dopo le 6 assistono e fanno scuola. È il meglio che per ora l’ispet-
toria possa fare, perché non è possibile nascondersi gli inconvenienti che
ne avvengono (per loro e per la casa) quando si pensi che essi costitui-
scono la parte maggiore del personale della casa. L’ispettoria non può
neppur sognare (data la scarsezza del personale e dei mezzi finanziari) di
mandare i chierici agli studentati internazionali della congregazione.
La riuscita degli esami semestrali di questo anno a cui io assistei come
esaminatore, riuscita molto buona, prova l’attitudine dei chierici agli
studi sacri; ho fatto anche di tutto per curare lo spirito di disciplina reli-
giosa (quanto il tempo e i viaggi me lo permettevano) ed in questo
campo ho buone speranze.
70 Come documenta la fitta corrispondenza con il direttore di Istanbul don Temistocle La
Leta (notoriamente “furbo”) tra il 23 agosto e il 13 novembre 1931: cf AIO 4.9.
71 Dal 7 all’11 novembre e poi in altre occasioni si reca a Beitgemal dove trova “un
primo gruppo: quelli antichi della casa […] che, malgrado qualche inveterata abitudine,
qualche dissidio, mantengono lo spirito nostro (per non dire di Srugi che tutti conoscono che è
veramente santo)”: AIO 3.1.2 Visite ispettoriali.
72 Come scrive a don La Leta il 3 gennaio 1932: AIO 4.9.
73 Cf copia in AIO 3.1.2.

3.5 Page 25

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 387
Ma il difetto grave dello studentato sta nel gruppo dei nostri insegnanti.
Dico nostri, perché per la Sacra Scrittura i chierici frequentano la scuola
dei Padri del Sacro Cuore dove l’insegnante è una vera celebrità in ma-
teria74. I nostri (d. Belloni per la dogmatica, d. Calis per la morale, d.
Teissèdre per il resto) non rispondono. O inabilità o non interesse do-
vuto, ma peggio (e mi assumo la responsabilità della affermazione) gli
insegnanti hanno perso ogni ascendente sugli scolari perché … non
danno esempio di buoni religiosi. Mi accontento di questa parola che in-
tendo dica tutto. Per rimediare in parte cercai subito di riparare inviando
un teologo agli studi a Roma, ma i superiori sanno come dolorosamente
sono state frustrate le nostre speranze.
Non possono i superiori aiutarmi? Io non ho individui atti nell’ispettoria.
Anche se volessi inviare alla Crocetta un chierico per la teologia, dovrei
attender 4 anni per riaverlo, ma non posso neppure fare ciò perché non
ho personale. Almeno un insegnante, ma tale che io gli possa affidare la
responsabilità dei teologi, ché d. Rosin, di coscienza delicatissima, mi
supplica a credere (ed io non stento a credere) che egli non può curarli
come si deve. […]
Non tutti i teologi dell’ispettoria sono a Betlemme. Quest’anno nelle
case erano ancora sei, ma quattro prenderanno presto messa. Rimangono
due ad Alessandria. Furono mandati colà per avere una scuola indivi-
duale a tu per tu, essendo molto indietro.
Piglio occasione per domandare: in via generale si può ancora continuare
a tenere studenti di teologia nelle varie case particolari? Si può dar luogo
a qualche eccezione?”75.
Fra i molti problemi indicati ne evidenzio due: la formazione spirituale e
la sistemazione logistica. Il direttore don Rosin non mancava di tenere confe-
renze, prediche, istruzioni, meditazioni per i ritiri mensili, “buone notti”…;
attingendo a un ricco patrimonio ascetico e salesiano, si preparava coscien-
ziosamente, scrivendo tutto su quaderni che in gran parte ci sono giunti76. Al-
74 Si riferisce al p. Denis Buzy (1883-1965) dottore in filosofia, teologia e S. Scrittura;
insegnò a Betlemme fino al 1933 quando i teologi Betharramiti erano 51. Poi fu per due man-
dati consecutivi Superiore Generale della sua Congregazione (1935-1958): cf P. DUVIGNAU, Le
Père Buzy..., pp. 16, 18-19, 38ss, 69, 74ss. Dunque i chierici salesiani lo ebbero solo per 3 anni.
Si dice che egli facesse pubblici elogi di essi; i voti degli esami di S. Scrittura di quegli anni,
riportati in AAC, Registro dei voti, sono mediamente eccellenti. Cf con quale piacere don Pon-
zetti ricordava quelle lezioni, in [G. LACONI (ed.)], Cinquantesimo…, p. 43.
75 Su quest’ultimo punto si ritorna spesso nel carteggio Puddu-Nigra fra il 30 ottobre
1931 e il 14 settembre 1932, conservato in AIO 4.1.
76 Questi 22 quaderni (vanno dal 1925 al 1938; 6 sono smarriti) dimostrano che si te-
neva aggiornato leggendo libri di dogmatica e morale, e riviste di ascetica, pastorale, predica-
zione. Nella Quaresima del 1929 prepara una serie di “Conferenze settimanali ai triennali. Ma-
teria da trattarsi”; sono 6 tematiche generali, articolate in varie suddivisioni. Segnalo questi
altri temi:”Da mihi animas et coetera tolle: 08.06.29 ai chierici”; “L’anima immagine di Dio -
conferenza allo studentato teologico: ottobre ’32”; “Eccellenza del sacramento dell’eucaristia -
conferenza allo studentato teologico: 30.11.35”. - Per la spiritualità salesiana: nel IV quaderno
(ora smarrito) trascrisse le istruzioni che don Rinaldi tenne ai direttori nel corso di EE. SS. del-

3.6 Page 26

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388 Gianni Caputa
cuni suoi interventi erano diretti specificamente ai teologi, invece quelli do-
menicali (predica seguente la messa cantata e/o istruzione del pomeriggio) a
tutti i confratelli della casa77. Oberato però dai molteplici impegni dell’orfa-
notrofio e della scuola professionale, non sempre era disponibile per i regolari
“rendiconti” o colloqui personali con ciascun chierico. E anche se ogni 15
giorni i formatori si riunivano per “le osservazioni” ai teologi, queste veni-
vano poi comunicate non dal direttore, ma dal catechista78.
Quanto all’aspetto logistico: i teologi, ospitati negli edifici dell’orfano-
trofio fondato da d. Antonio Belloni (il più numeroso e il più povero di quelli
allora esistenti in Terra Santa), non disponevano di una sede adeguata e soffri-
vano numerosi disagi. Ma quale altra casa salesiana si sarebbe potuta prestare
allo scopo? Gerusalemme? Ecco il parere di don Nigra:
“1) È certamente mortificante che in Gerusalemme la nostra afferma-
zione si limiti a cosa di tanto poca importanza. 2) La casa, adattata, do-
vrebbe almeno essere sede naturale dell’ispettore, forse anche dello stu-
dentato teologico, data la comodità di trovare in Gerusalemme la mi-
gliore comodità [sic] di studi e di maestri. Sono progetti e nulla più, ché
in una ispettoria che non ha risorse non si può pensare con serietà a pro-
getti belli, ma irrealizzabili”79.
Dunque era giocoforza accontentarsi dei ristretti ambienti di Betlemme,
e cercare di introdurre le migliorie possibili, cominciando a riadattare la “casa
Batarseh”, sede dell’oratorio festivo, ma senza disporre di finanziamenti,
poiché don Gatti aveva lasciato vuote le casse80.
l’agosto 1922 a Torino-Valsalice. - Alcune impressioni che si ricavano sfogliando queste pa-
gine: è molto dogmatico, finalizza tutto alla crescita nella santità, fa riferimenti a qualche
Padre (sant’Agostino); il tono è realista e incoraggiante (ad es. quando parla di peccato, con-
versione, confessione…); predilige i temi dell’eucaristia, del sacerdozio e del Sacro Cuore,
spesso collegati. La predica riguardante il mistero eucaristico espresso dai molteplici nomi con
cui viene chiamato, è di una sorprendente sintonia con il Catechismo della Chiesa Cattolica.
77 Cf Quaderno-costumiere di don Zamjen pp. 8, 12; a p. 14 annotava: “Quanto alle con-
ferenze, esse sono 2: una verso il 15, una alla fine del mese, e tenute dal Sig. Ispettore – se si
trova in casa – o dal Sig. Direttore, che devono però sempre essere preavvisati. Sarebbe deside-
rabilissimo che ce ne fosse una per settimana, come negli altri studentati”.
78 Cf Ibidem, p. 15.
79 AIO 3.1.2, Visite ispettoriali.
80 Questo fatto fu causa di tensioni durature tra i due ispettori: cf Cronistoria, pp. 83-84.
- Don Gatti, dopo quattro anni al Cairo, lasciò l’Orientale e rientrò in Italia dove ricoprì vari in-
carichi, tradusse e aggiornò un’opera di R. Janin sulle Chiese Orientali, e riprese a dedicarsi ai
suoi prediletti studi di Arabo, raccogliendo una notevole mole di dati che furono poi varia-
mente utilizzati: cf R. TRAINI, Vocabolario Arabo-Italiano = Pubblicazioni dell’Istituto per
l’Oriente 60, Roma 1966, p. VII. Nell’ASC vi è diverso materiale che documenta sia il suo
impegno, fin dagli anni giovanili, ad imparare le lingue per “amare e farsi amare dai popoli
che le parlano”, sia le trattative per la pubblicazione del vocabolario: BO 330.152; S 3122.

3.7 Page 27

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 389
3. Salvare la sopravvivenza del teologato
E per gli insegnanti e i formatori? Le prospettive non appaiono buone.
Sia perché a Torino le cose sono “in stallo” a seguito della morte di don Ri-
naldi (5 dicembre 1931); sia perché i primi chierici inviati alla Gregoriana
fanno fallimento, e questo costituisce “un’altra disillusione, cade cioè l’illu-
sione di poter sanare un poco il disgraziato nostro studentato teologico!!”81.
Nel Capitolo ispettoriale del marzo 1932 al Cairo non si trattò esplicita-
mente del teologato, ma don Nigra comunicò ai direttori alcune decisioni ri-
guardanti il modo di venir incontro alle ristrettezze finanziarie in cui versa-
vano le due case di formazione82. Durante la sua permanenza a Torino in oc-
casione del Capitolo Generale XIV, convocato per eleggere il nuovo Rettor
Maggiore (16-17 maggio 1932), fa di tutto per avere almeno qualche confra-
tello che possa sostituire nelle case i chierici, “per evitare una cosa molto
brutta, quella di dover ritardare di un anno lo studio di teologia a parecchi che
ne hanno diritto”83.
Il 29 giugno 1932 a Betlemme fu una memorabile giornata di festa, per
l’ordinazione sacerdotale di quattro dei primi teologi: Bianco, Odello, Pivano,
Ubezzi. All’accademia musico-letteraria in loro onore don Rosin rivolse un
ispirato discorso, esaltando la dignità dei sacerdoti, ministri dell’eucaristia e
della misericordia84.
Durante il periodo estivo l’ispettore constata che le promesse di nuovo
personale tardano a realizzarsi, perciò a settembre sollecita don Pietro Berruti
(1885-1950), suo ex-allievo divenuto ora Prefetto generale:
“Nell’ultimo memoriale lasciato personalmente al sig. d. Ricaldone io ri-
chiedevo ancora […] b) – un insegnante di teologia per lo studentato no-
stro al quale affidare la responsabilità dei chierici, ché gli attuali inse-
gnanti, per mille ragioni che d. Ricaldone conosce, creano al nostro stu-
dentato una situazione lagrimevole. c) – Un insegnante di filosofia per
Cremisan. L’attuale, il ch. Povše, è studente di teologia, secondo gli ul-
timi decreti dovrebbe venire allo studentato, né in ispettoria abbiamo da
81 18 marzo 1932 a don Ricaldone, in ASC, S 3662C. Lo studente di teologia Francesco
Ricci uscì di Congregazione; quello di filosofia, Martino Povše, rientrò a Cremisan senza aver
completato gli studi (cf Cronaca di Betlemme 8 giugno 1930; Cronistoria, p. 81) e l’anno se-
guente partì “per entrare nel seminario di Lubiana, sua diocesi”: Cronaca di Cremisan, 6 set-
tembre 1933.
82 Cf AIO Capitoli Ispettoriali.
83 Cf lettere a don La Leta del 16 luglio, 3 e 25 agosto 1932: “Se da Torino non mi man-
dano almeno quattro insegnanti io non ho modo di supplire quelli che devono venire allo stu-
dentato di teologia. E dovrei dire a costoro: aspettate un anno!!!!”: AIO 4.9. Incidentalmente, si
osserverà che don Nigra è l’uomo dei punti esclamativi.
84 Cf quaderno XI pp. 108-116, in ASC, C 351.

3.8 Page 28

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390 Gianni Caputa
sostituirlo. A meno che, come dicevo con d. Ricaldone, lo si possa la-
sciare dove è perché si può considerare Cremisan per studentato. Che ne
dice di queste mie richieste?”85.
Don Berruti nella stessa data elencava telegraficamente i quattro confra-
telli che pensava inviare in ispettoria, tra i quali: “Sac. Zamjen Felice, dottore
in filosofia e teologia, e sa l’Italiano e l’Inglese”86. Intravedendo una solu-
zione, il 14 settembre don Nigra scriveva soddisfatto a don La Leta:
“Da Torino mi hanno aiutato (pur ancora non conoscendo i tipi che ver-
ranno) e con quell’aiuto ho potuto assicurare la continuazione dello stu-
dentato teologico, altrimenti!! Alle cifre: tra quelli che devono venire
allo studentato, quelli che sono restituiti all’Italia, quelli che escono,
vengono a mancare precisamente 12 confratelli. Non conto l’elemento
coadiutore. Ora da Cremisan escono 6 filosofi, da Betlemme 3 teologi.
Solo Alessandria veniva a mancare di 6-7 confratelli.
E con Alessandria dovevo pensare a rifare un poco Betlemme, da troppo
tempo lasciata in condizioni impossibili, dannosissime per il nostro stu-
dentato teologico (che in futuro dovrebbe essere la nostra forza). […] Ho
potuto ottenere anche il prof. di dogmatica, e sto preparando il locale dei
teologi nella parte della casa dove è morto d. Belloni. […] Tra il 21-24
esercizi dei teologi che prendono ordini sacri. Li voglio presiedere e
guidare. Poi organizzazione dell’anno scolastico filosofico e teologico;
poi 10-20 ottobre esercizi dei novizi, che probabilmente dovrò predi-
care, poi arrivo dei novizi nuovi. Poi … poi penserò seriamente al mio
viaggio costì. Ah! […] se l’ispettoria fosse nei limiti territoriali come la
Subalpina!”87.
Don Berruti però trova difficoltà a concretizzare i suoi piani, non solo
per la complessità delle pratiche burocratiche; perciò, nonostante il grande
debito di riconoscenza verso il suo antico maestro, deve dirgli che non può
accontentare tutte le sue richieste di personale:
“Abbia pazienza, caro d. Nigra, non riesco a soddisfarla proprio perché
non ne ho gli elementi. D’altronde spero che l’andata a Betlemme di d.
Zamjen la metta in condizione di spostare uno di là, e così riempire il
vuoto di Alessandria. […] Professore di filosofia. Non ne abbiamo nep-
pure. D. Zamjen è pure laureato in filosofia. Potrebbe fare dogma a Be-
tlemme in 3 giorni consecutivi, e negli altri tre filosofia a Cremisan? Io
non conosco la topografia dei due Istituti, e forse la mia idea è uno spro-
posito. Comunque gliela ho detta; ella veda se è cosa fattibile. […] Pre-
gherò d. Bosco che supplisca lui quello che non riusciamo a darle noi. E
davvero se non le si dà di più è proprio perché non ci si riesce. Ogni
85 Lettera del 2 settembre 1932, in AIO 2.2.
86 Ibidem.
87 AIO 4.9.

3.9 Page 29

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 391
volta che ci raduniamo per la distribuzione del personale, il sig. d. Rical-
done (che per quest’anno volle darmi le direttive e presiedere egli stesso,
essendo la prima volta che io mettevo le mani in questa matassa più che
arruffatta) mi ripeté varie volte che la prima Ispettoria doveva essere
l’Orientale; e di lì si è sempre incominciato, e poi si passava alle altre.
La ricordo sempre con vivo affetto. I miei amati Superiori di Foglizzo
del 1900 stanno proprio in prima fila tra i più cari ricordi: ad essi, dopo
Dio, debbo tutta la mia formazione salesiana. Pago il mio debito di grati-
tudine ricordandola ogni dì nella S. Messa, non solo tra i fratelli, ma
anche tra i benefattori. Ella poi sia sì buono da pregare anche ogni dì pel
suo affezionatissimo in Corde Jesu. Sac. P. Berruti”88.
Il 5 ottobre 1932 don Nigra risponde: “D. Zamjen deve sostituire d. Bel-
loni inadatto all’insegnamento (74 anni) e avrà da fare tanto che basterebbe
per rendergli impossibile di recarsi ancora a Cremisan per la filosofia”89. In-
tanto però non arrivava, e così all’inizio del nuovo anno il personale di varie
case, compreso il teologato, rimaneva incompleto e molte attività in sospeso90.
4. Sforzi congiunti per realizzare un “passo avanti” verso la regolarità
In realtà erano circa una ventina gli studentati teologici ai quali il Capi-
tolo superiore doveva pensare; nel verbale delle riunioni del 7-8 ottobre 1932,
cioè a distanza di oltre tre anni dal CG13, leggiamo:
“Si esaminarono le relazioni mandate dai visitatori degli Studentati teo-
logici e si trovano regolari quello del Belgio, dell’Austria-Germania,
dell’Argentina S. Francesco di Sales e S. Francesco Solano, quello della
Francia [cancellato] dell’Uruguay, – pei quali tuttavia non si manda
un’approvazione definitiva ma condizionata, facendo notare ciò che an-
88 Lettera del 25 settembre 1932, in AIO 2.2. Tra l’altro, annunciava l’invio di due post-
novizi “chierici olandesi educati nel Belgio”, Piet Van Alphen e Piet Quirijnen. - La priorità
data all’Orientale si può forse spiegare anche col fatto che don Ricaldone la conosceva molto
bene e da lungo tempo, avendovi soggiornato per ben sei mesi tra il 1918-19 come visitatore
straordinario, incaricato di far rientrare la dolorosa secessione di un gruppo di confratelli lo-
cali: cf Cronistoria, pp. 47-56 passim; Francesco RASTELLO, Don Pietro Ricaldone, quarto suc-
cessore di Don Bosco, Roma 1976, vol. I, pp. 314-333. Notiamo, per associazione, che nello
stesso periodo anche don Eusebio Vismara (1880-1945) visitò la Palestina per incarico segreto
del Ministero Italiano degli Affari Esteri: cf Eugenio VALENTINI, Don Eusebio M. Vismara sale-
siano, Torino 1954, pp. 115-131.
89 AIO 2.2.
90 Cf lettere a don Berruti del 05 e 15 ottobre 1932: “A quest’ora, in possesso di un mio
telegramma, spero che si siano prese disposizioni per la partenza del personale qui destinato.
Ad Alessandria vi sono tre chierici che devono cominciare lo studentato, ma non possono ve-
nire a Betlemme se colà non vanno i tre confratelli Siara, Bergandi, Scarano, che li devono
supplire. Intanto lo studentato teologico non può funzionare perché manca il maestro designato
don Zamjen”: AIO 2.2; cf anche lettera del 25 ottobre a don Ricaldone, in AIO 2.1.1.

3.10 Page 30

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392 Gianni Caputa
cora si vorrebbe fosse migliorato, riservandosi l’approvazione completa
a visita fatta. Si esaminarono anche le relazioni riguardanti l’Ispettoria
Jugoslavia [sic], Orientale, Polacca, Spagna, Visitatoria Cinese, Siamese,
Ispettoria Indiana, Ungarica e anche per queste – dopo varie osserva-
zioni – si disse di differire l’approvazione definitiva a visita fatta o ad
osservazioni messe in pratica.
8 Ottobre […] il Sig. d. Fascie faccia le osservazioni opportune in base
alle dette relazioni e ai meglio organizzati si mandi un’approvazione ad
experimentum facendo rilevare quello che ancora si desidera per dare
un’approvazione definitiva”91.
È evidente il senso di responsabilità che animava i superiori e la serietà
che essi richiedevano dagli ispettori. Ciò che stava maggiormente a cuore a
don Nigra era il funzionamento regolare del “suo” teologato92; cominciando a
“salvare il primo anno” come scrive al direttore di Alessandria il 25 ottobre
1932:
“Tutti devono comprendere che, per il rigore delle leggi degli studi, non
si può più fare la teologia nelle case, cosa che dava agio ad avere chierici
in abbondanza […] Si tratta di fare uno sforzo perché qui non dobbiamo
più tardare la scuola di teologia al primo corso, abbiamo già perduto un
mese […] Veda un poco dunque di mandare questi benedetti teologi”93.
Stanco di tanti rinvii, esprime la sua impazienza a don Berruti in una let-
tera in cui i punti esclamativi si moltiplicano: “D. Zamjen […] finora non è
arrivato. Siamo al 20 Nov. E naturalmente le scuole di teologia non sono in-
cominciate regolarmente, tutt’altro!!!”94. Per di più le emergenze aumentano
con l’improvvisa malattia di don Teissèdre “il quale ne avrà almeno per 15
giorni. Dunque ho già ingaggiato d. Rosin per qualche cosa, ma bisogna che
anch’io aiuti per la scuola. Torno … a rifare il dente”95. Sono di questo pe-
riodo le 29 pagine del quaderno XI di don Rosin intitolate “Teologia Dogma-
tica. Appunti” che contengono in latino lineamenti di introduzione alla Teo-
logia, Teologia Fondamentale e Apologetica96.
Finalmente all’inizio di dicembre può dare la lieta notizia che d. Zamjen
è giunto:
“Così, lo studentato cammina regolarmente. Abbiamo fatto un gran
passo quest’anno, sia per le comodità del locale, sia per la completezza
91 ASC, D 873, p. 516 (nn. 10903-6).
92 Cf la corrispondenza con don Berruti, don Tirone e don Ricaldone dal 15 al 30 ottobre
1932, in AIO 2.2; AIO 2.3; AIO 2.1.1.
93 AIO 4.1.1.
94 AIO 2.2.
95 Cf lettere del 22 novembre a don Puddu e a don La Leta, in AIO 4.1; AIO 4.9.
96 Cf ASC, C 351.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 393
di programmi, sia per la assistenza dei teologi, i quali sono quasi intiera-
mente esonerati da occupazioni in casa per attendere totalmente e alla
scuola e agli studi. Vorrei fare di più ma… ci arriveremo? Questa povera
ispettoria non ha le forze sufficienti per accollarsi e noviziato e filosofato
e studentato teologico!!”97.
Chi era il nuovo professore di dogmatica? Srecko [Felice] Zamjen
nacque in Slovenia nel 1888, nel 1908 si laureò in filosofia alla Gregoriana e
la insegnò a Radna e a Lubiana; quindi fece la teologia a Foglizzo dove ebbe
come professore don Nigra (1911-14). Dopo essere stato cappellano durante
la prima guerra mondiale, unì l’insegnamento in vari studentati (Ošwiecim,
Cracovia e Lubiana) con l’apostolato a favore di giovani, per i quali fondò
una nuova opera, sostenuta dai finanziamenti che egli ottenne questuando
negli USA per circa 10 anni98. Nel 1929-30 intensificandosi le difficoltà rela-
zionali con quei confratelli, rientrò in Europa e si mise a disposizione dei Su-
periori che lo inviarono a Betlemme99. Con il nuovo professore il personale
del teologato risultava rafforzato e le attività potevano prendere una anda-
mento regolare. Il 6 dicembre, scrivendo a don Puddu, l’ispettore tracciava
questo bilancio:
“Adesso le cose si incamminano. Abbiamo fatto il possibile, ma non so
se siamo giunti al voluto dei Superiori. […] Mi pare di poter fare ottima
figura, ché qui insegniamo tutte le materie, abbiamo 5 ore di scuola al
giorno, i chierici hanno tutti tre ore di studio al giorno. Che si vuole di
più? Ma lo passeranno come regolare? Sentiremo la risposta”100.
5. Funzionamento regolare, nella speranza dell’approvazione definitiva
Per giungere a questa approvazione egli si impegna in prima persona, re-
stando “inchiodato” a Betlemme101; “lo studentato teologico mi ha assorbito.
Oh, quanto costa riformare!!!”102. Vuole presiedere la giornata di studio in
onore di san Tommaso d’Aquino (7 marzo 1933), fare da commissario agli
esami semestrali e finali dei teologi, anche a costo di interrompere la visita
97 Lettera del 4 dicembre 1932 a don Paolo Villa direttore di Smirne (in AIO 5.6), già
compagno di noviziato di Zamjen (cf lettere Nigra-Villa dell’8 e 17 ottobre 1932: in AIO 5.6);
cf lettera del 5 dicembre a don La Leta, in AIO 4.9.
98 Cf vari documenti nella cartella personale dell’ASC, C 494.
99 Cf ibidem le lettere del 14 giugno 1929 e del 6 marzo 1930, piene di lamentele vi-
cendevoli.
100 AIO 4.1.1.
101 15 gennaio 1933 a don Villa, in AIO 5.6.
102 22 gennaio a don La Leta, in AIO 4.9.

4.2 Page 32

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394 Gianni Caputa
canonica alle case d’Egitto103. I teologi corrispondono a tanto interessamento,
applicandosi maggiormente allo studio e ottenendo ottimi risultati104.
D’altra parte egli non può trascurare le altre case dell’ispettoria, per le
quali la disponibilità di personale resta sempre ridotta e sembrerebbe richie-
dere qualche eccezione al regolamento del teologato. Scrivendo al Rettor
Maggiore il 14 febbraio elenca i 6 confratelli usciti di Congregazione e altri
tre che probabilmente li seguiranno: “Veda quale falla per una ispettoria che
non ha risorse sul luogo!!”; aggiunge quelli ammalati, tra i quali numerosi
chierici filosofi e teologi e tira le conseguenze:
“Come si fa? È possibile così riuscire a tener fermo per lo studentato fi-
losofico e teologico? Ella sa che in me vi è un acerrimo sostenitore della
regolarità e della serietà degli studi per i chierici (tesi contro la quale qui
si sentono … tante teorie), ma come si fa se, nella impossibilità di chiu-
dere case (perché dipendiamo da altri) e restringere opere (che sono so-
vente quelle che ci danno da vivere) non si riesce, con tante falle, a man-
tenere i posti strettamente necessari?”105.
Sulla scarsità di confratelli ritorna al termine del secondo anno del suo
mandato, inviando a Torino un nuovo dettagliato “memoriale”. Ma don Rical-
done e don Berruti gli rispondono che non hanno personale da dargli: “Non si
può tutto ciò che si vorrebbe, e abbiamo qui Ispettorie in vere distrette.
Stiamo per uscire da questa condizione appena sia finita l’organizzazione
delle Case di formazione e degli studi”106.
Tuttavia un nuovo professore si trovò: era il quarantasettenne polacco
don Giovanni Siara (1887-1937). Apparteneva a una famiglia profondamente
cristiana che diede tre preti e tre suore; ebbe don Tirone come maestro di no-
viziato (1905-1906), frequentò la Gregoriana insieme a don Zamjen, ma per
motivi di salute non poté terminare gli studi di filosofia. Dal 1912-1915 fece
la teologia a Foglizzo, dove ebbe come professore don Nigra, e fu ordinato
sacerdote nel 1916 a Cracovia. Avendo chiesto di partire come missionario,
103 Cf lettere del 30 gennaio 1933 a don Puddu, in AIO 4.1; del 15 giugno a don Tambu-
rino, in AIO 4.6; del 25 giugno a don La Leta, AIO 4.9.
104 Cf in AIO 4.5.1 la petizione manoscritta del 4 febbraio 1933 con la quale chiedono di
avere più tempo per prepararsi meglio agli esami, e i voti riportati in AAC, Registro dei voti.
105 AIO 2.1.1: si riferisce alle scuole dell’Associazione Nazionale per soccorrere i Mis-
sionari Cattolici Italiani (ANSMI) la quale, in base alla convenzione firmata da don Michele
Rua il 9 settembre 1904, garantiva un assegno annuo (cf ASC 3143, Medioriente, Trattative
Cerruti-Schiaparelli; Cronistoria, pp. 22-25) ma condizionava anche in modo non lieve il mo-
vimento del personale nelle tre opere del Canale di Suez (Porto Said, Ismailia, Suez) e nelle
due della Turchia (Istanbul e Smirne).
106 Cf lettera del 7 settembre 1933, in AIO 2.2; 29 settembre, in AIO 2.1.1; e quella di
don Berruti del 2 ottobre, in AIO 2.2.

4.3 Page 33

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 395
nel 1920 fu assegnato agli USA, ove riprese gli studi laureandosi in filosofia
alla Fordham University di New York. Dopo un solo anno come direttore a
Ramsey (1922-23), venne mandato in Australia (Kimberly, poi Lombadina) e
di qui nel 1927 in Cina. Nel biennio 1929-31 fu direttore e docente di Morale
e Diritto nell’incipiente teologato di Hong-Kong. Nel 1932 per incompati-
bilità con il nuovo direttore don Sante Garelli (1884-1982), chiese di essere
trasferito; il 28 marzo 1932 scriveva da Hong Kong a Mons. Ernesto Coppo
(1870-1948), già suo superiore a Kimberly:
“Mi trovo moralmente molto abbattuto e non trovando altra via di uscire
da queste difficoltà ho deciso di cambiare ispettoria. […] Riguardo alla
mia nuova destinazione sarei molto indifferente e sono disposto di an-
dare in qualunque parte di questo mondo, però considerando la mia età e
la difficoltà che si ha di imparare una nuova lingua […] forse in Pale-
stina potrei esser utile per le varie lingue europee che conosco e special-
mente per l’inglese che costì è adesso molto necessario. Potrei esser
anche utile nella casa di formazione, essendo stato negli ultimi anni inse-
gnante nello studentato teologico di questa ispettoria. Oppure non le pare
che potrei esser utile nell’ispettoria della California, e precisamente nella
casa di formazione, dove vedo mancano professori?”107.
Di fatto venne mandato ad Alessandria d’Egitto, dove per un anno si
rese utile nell’insegnamento delle lingue, prima di essere chiamato da don
Nigra a Betlemme. Qui sembra inserirsi bene, insegna Morale e Diritto in
1° corso, e il suo ministero è richiesto anche a Cremisan108. Tuttavia rispetto
al periodo precedente resta dibattuto fra la polemica amara e la calma
voluta109.
Nel frattempo vengono apportati modesti miglioramenti sul piano edi-
lizio:
“A Betlemme, a conto dell’Ispettore, si iniziano le costruzioni […] allo
scopo di dotare l’orfanotrofio, lo studentato e l’oratorio festivo, di una
più ampia e più comoda sala per il teatro, e per avere disponibile una
mezza dozzina di camere per il personale addetto allo studentato teolo-
gico. Il progetto di tali costruzioni è fatto, gentilmente, dal p. Maurizio
107 ASC, C 399.
108 Nei quaderni IX e X della Cronaca della Casa di Cremisan è registrato che tenne i
ritiri mensili ai novizi e filosofi il 31 ottobre - 1° novembre 1933 e il 30-31 maggio 1934; e
predicò le meditazioni agli EE.SS. di fine marzo 1934.
109 Rivelatrici in questo senso le due lettere, di tono opposto, del 9 aprile 1934 a don
Berruti (tra l’altro raccomanda che si correggano storture nei cosiddetti “studentati minori”,
nominando direttori preparati e professori titolati) e del 25 maggio 1934 al suo maestro don
Tirone, ove dice che, dimenticate le amarezze della Cina, negli ultimi 2 anni si è sforzato di
accettare la volontà del Signore, e aggiunge che se talvolta ricorda il passato “è per l’unico
motivo di servire alla causa comune e a quella del prossimo”.

4.4 Page 34

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396 Gianni Caputa
Gisler dei Benedettini, e tutte le costruzioni vengono eseguite sotto la
sorveglianza dei nostri confratelli coadiutori (muratore, fabbro, fale-
gname, elettricista)”110.
L’anno scolastico 1933-34 fu segnato in tutto il mondo salesiano dal
grande evento della canonizzazione di don Bosco. La domenica di Risurre-
zione, 1° aprile 1934, don Nigra fu a Roma con una piccola delegazione di
salesiani dell’Orientale, della quale anche questa volta rinunciò a far parte il
Venerabile Simaan Srugi111. Probabilmente fu poi a Torino per l’apoteosi del
fondatore nei giorni 5-8 aprile112. Rientrato in Ispettoria, presiedette i festeg-
giamenti di Gerusalemme (24-27 maggio)113, Haifa (31 maggio-3 giugno)114 e
Alessandria d’Egitto (18 luglio)115.
6. Nuove falle nel personale - Necessità di un “cambio di guardia”
L’entusiasmo e il fervore spirituale di quei mesi ebbero un effetto dura-
turo. Ma con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico emergono “cose
troppo serie per lo studentato teologico” e nuove preoccupazioni, tra le quali
quella della salute dello stesso don Nigra, tanto provata da indurlo a chiedere
di essere sollevato dall’incarico116.
In queste condizioni, il 15 maggio egli si sfoga più esplicitamente con
don Berruti in una lunga lettera di cui riassumo i temi: l’Orientale è un’ispet-
toria in cui troppi si considerano ospiti; non c’è vero spirito missionario; non
dà vocazioni; si è sbagliato nel passato ad accettare troppe opere senza avere
110 Cronistoria, p. 88. Per Betlemme non si poteva disporre di grandi somme di denaro.
Esse erano invece richieste per pagare i pesanti debiti del Cairo; fu per questa ragione che nel
1933 si vendette un terreno a Gerusalemme, e nel 1935 un altro ad Amman e una proprietà a
Istanbul: cf Cronistoria 86-87 e 93.
111 Come aveva già fatto in occasione della beatificazione, anteponendo il sacrificato
servizio di infermiere verso confratelli, giovani interni e gente della zona: cf Ernesto FORTI,
Un buon samaritano, concittadino di Gesù [Simone Srugi], Torino 1967, pp. 109; 111-112.
112 Cf Bollettino Salesiano 53 (1934) 203-217.
113 I teologi (insieme ai filosofi di Cremisan, ai pueri cantores dell’orfanotrofio di Be-
tlemme e alle allieve delle FMA di Gerusalemme) diedero il loro contributo in vari campi, spe-
cialmente per i canti, la musica e il saggio ginnico: cf Ibidem pp. 269-271 e la fotocronaca a
pp. 272-273. Nella foto che ritrae nel cortile interno di “Casa Nova” dei Francescani gli invitati
al pranzo del 27 maggio, don Nigra è il primo da destra nella prima fila dei seduti. Cf pure
Cronistoria 89-90.
114 Cf Ibidem p. 267, dove si dà una breve relazione anche di quelli del Cairo (3-6
maggio).
115 In quella occasione fu posta la prima pietra dell’erigenda chiesa in onore di don
Bosco, la prima al mondo in ordine di tempo: cf Ibidem, pp. 295-296.
116 Nella lettera del 5 maggio a don Ricaldone parla di esaurimento: cf AIO 2.1.1.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 397
il personale adeguato117. Eppure, sul punto di lasciarla, confessa: “la amo
perché mi ha fatto molto sudare”118.
All’inizio del nuovo anno 1934-1935 – come previsto - si aprono due
falle nell’organico del personale con la partenza di don Teissèdre prima e don
Zamjen poi. Il primo come professore aveva riscontrato gradimento presso i
teologi, era richiesto per il sacro ministero da comunità religiose francesi, e
anche don Raele lo chiamò diverse volte a Cremisan119. Aveva avuto problemi
di salute, come abbiamo accennato120, ma il suo trasferimento da Betlemme
alla visitatoria francese dell’Africa settentrionale, sembra dovuto ad altre
cause, non del tutto chiare allo stesso interessato. Il 20 agosto 1937 scrive da
Tunisi a don Pietro Cossu (1885-1949) esperto giurista presso la segreteria
del Capitolo Superiore:
“Hanno detto al sig. d. Puddu che avevo chiesto di essere allontanato
dallo studentato di Betlemme. D. Nigra può attestare il contrario e come
fummo tutti sorpresi dall’ordine di d. Berruti inviandomi in Nord Africa.
Quell’ordine che conservo dice testualmente: «So di importi un grave sa-
crificio ma non ho potuto resistere alle richieste dell’ispettore di Tunisia
e non assecondare i bisogni assillanti di questa provincia». Ora giun-
gendo io a Tunisi, d. Prin [Alberto, ispettore] sorpreso e non avvertito
del mio arrivo, mi assicurò di non avermi richiesto in modo alcuno. Così
andarono le cose. Fu per me un’esperienza nuova quella di essere venuto
per tre anni in Africa, ma speravo e spero ancora di finire i miei giorni in
una casa regolare, formata, propizia alla preghiera e alla pace del cuore.
Ciò che non si trova in nessuna casa di questa visitatoria […] Mi voglia
capire, Lei così intelligente e così buono. Vero so quanto lei mi scrive
dei “surrogati”, degli ersätze per dirla in tedesco”121.
Nella penultima frase sembra vi sia un presentimento della prossima fine
che sopraggiunse l’11 settembre di quello stesso anno, mentre stava predi-
cando un corso di Esercizi spirituali in Tunisia. D. Paolo Napione (1874-
1965) nella Lettera mortuaria lo descrive abitualmente allegro e amante della
compagnia, teologicamente molto preparato e sempre disponibile al mini-
stero; riporta pure la testimonianza di don Puddu, già suo direttore ad Ales-
117 AIO 2.2.
118 Lettera del 6 settembre, Ibidem.
119 Cf quaderni IX e X della Cronaca della Casa di Cremisan: ritiro mensile del 30-31
gennaio 1932; 1°-2 luglio 1933; 24-25 febbraio 1934; panegirico di san Tommaso d’Aquino il
7 marzo 1933, di S. Francesco di Sales il 4 febbraio 1934, di san Giuseppe il 19 marzo 1934.
Il 16 marzo e il 28 giugno 1932 esaminò i novizi “in canto fermo” e in lingua Francese.
120 Già ad Alessandria (bronchite: cf lettera di don Puddu del 10 gennaio 1929) poi a
Betlemme (meningite: cf Cronaca di Betlemme: 17-20 novembre 1929).
121 ASC, C 432.

4.6 Page 36

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398 Gianni Caputa
sandria, il quale tra l’altro riconosce che “si occupava della formazione dei
chierici e faceva loro scuola con speciale impegno”122.
Diversi i tratti della personalità e della vicenda di don Zamjen: carattere
chiuso, suscettibile, non era riuscito a stabilire relazioni serene con i confra-
telli di Betlemme e perciò ora chiedeva di tornare in patria. Egli attribuiva la
causa principale al nazionalismo che regnava fra la maggioranza di Italiani123.
Invece don Nigra, presentandolo al nuovo ispettore don Canale, relati-
vizzava questo elemento ed enfatizzava la mancanza di disciplina religiosa
(acquisita con il tipo di vita piuttosto libera condotta durante il periodo ameri-
cano) e l’incomunicabilità con gli studenti. Tuttavia scusava certi suoi com-
portamenti riconducendoli a una forma di nevrastenia, eredità dei traumi ri-
portati durante la guerra e curata con farmaci dannosi; quindi concludeva:
“Rincresce, ché non manca di qualità. Io l’ho avuto scolaro a Foglizzo e com-
pagno negli oratori festivi; era tutto entusiasmo per gli studi e per le opere
salesiane”124.
Ora si trattava di rimpiazzare i due professori partiti. Il prefetto generale
d.Berruti assicura che “verrà il professore laureato in teologia al posto di d.
Teissèdre”125. Mentre l’ispettore scrive al direttore di Alessandria: “Voglia
mandarmi subito don Villa affinché per Lunedì possiamo fare qualche cosa per
la scuola dello Studentato”126. Di fatto questi giunse la domenica 7 ottobre127.
Fino alle ultime settimane in carica, don Nigra deve difendere i teologi
dalle pretese di direttori che vorrebbero trattenerli nelle case, come don Giu-
seppe Tamburino del Cairo:
“Mi mandi i chierici come le dissi nella mia precedente”; “Ora urge: che
i due teologi [Antonio Farrugia e Costanzo Giraudo] siano qui per Do-
menica prossima”128. – “Ho qualche teologo del quarto corso: a parte il
122 Cf Ibidem.
123 Cf sue lettere a don Berruti del 28 ottobre e 8 novembre 1934 in ASC, C 494.
124 Cf ASC, C 494. Oltre a questo “promemoria”, cf due lettere di don Nigra a don
Puddu (9 e 16 ottobre 1934: AIO 4.1.1) e una più estesa del 12 ottobre a don Berruti (AIO 2.2).
- Nella Cronaca del teologato 11.10.34, don Villa descrive in termini irenici il suo congedo dai
chierici. - Nell’Elenco Generale leggiamo che durante il 1934-35 fu consigliere nel teologato
di Lubiana, e nel biennio 35-37 catechista nell’aspirantato di Veržey (Jugoslavia). - La Lettera
mortuaria scritta da don Francesco Penz, direttore di Klagenfurt, presenta il profilo di un sa-
cerdote zelante nell’apostolato oratoriano e creativo in quello della buona stampa, tanto che il
sopraggiunto regime comunista lo costrinse a rifugiarsi in Austria, dove morì il 5 luglio 1956 a
68 anni. Su don Teissèdre e don Zamjen cf E. PRADUROUX, in o.c., che ha un trafiletto elogia-
tivo del primo (pp. 154-155), mentre nomina una sola volta, di passaggio, l’altro (p. 152).
125 Lettera del 21 settembre, AIO 2.2.
126 AIO 4.1.1.
127 Cf Cronaca del teologato (da lui stesso iniziata).
128 Lettere del 28 settembre, 2 ottobre; cf pure 8 ottobre, in AIO 4.6.

4.7 Page 37

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 399
francese che non lo posso toccare; a parte che non posso distruggere
tutto il quarto corso; le confido che i due italiani che rimangono si deb-
bano tener in serbo per… lungo l’anno; cioè io sono quasi sicuro che
durante l’anno ci saranno due defezioni […] ed esse richiederanno una
sostituzione per due case che sono già cariche (dico cariche) di personale
esterno. […] è tanto vero questo pericolo che ho già detto a d. Rosin di
non contare su Faoro (il quale fa ogni sera circa due ore di arabo) perché
gli può venire a mancare da un momento all’altro”129.
All’inizio dell’anno scolastico l’organico dei professori è cambiato quasi
del tutto, quattro su sei sono nuovi130. Come don Natale Del Mistro (1905-
1979) incaricato della musica e del canto “figurato”, anche don Paolo Villa
(1888-1969) e don Oreste Forastelli (1884-1945) appartenevano da anni al-
l’Orientale e avevano già insegnato materie ecclesiastiche nelle case, pur non
avendo titoli specifici.
Don Villa ricevette la formazione iniziale a Torino-Valdocco, Foglizzo e
Ivrea, dove fu ordinato prete il 9 agosto 1914; subito dopo venne assegnato
all’Orientale. Insegnò lettere e musica nelle scuole di Costantinopoli e Ales-
sandria; il suo zelante e sacrificato rettorato a Smirne fu interrotto a causa di
uno spiacevole episodio che indusse i superiori a richiamarlo ad Alessan-
dria131. Di qui passava al teologato, ove assumeva l’ufficio di catechista dei
chierici e l’insegnamento della dogmatica e del canto gregoriano.
Don Forastelli, dopo alcuni anni nelle case del Nord-Est Italia e della
Turchia, era stato direttore a Suez (1927-1934) quindi a Cremisan (1935-1936).
Don Raffaele Arturo López (1903-1943) aveva soli 31 anni, ma era
molto preparato come docente (laureato in teologia e in utroque iure) e come
129 Lettera del 13 ottobre, in AIO 4.6. Di fatto in AAC, Registro dei voti troviamo questa
annotazione aggiunta in rosso: “Faoro Quinto. Partito definitivamente per Caifa il 12/11/1934”.
Il “francese” cui accenna era Ricardo Salom appartenente alla casa di Nazaret. Nato in Spagna
nel 1903 e cresciuto a Marsiglia, dopo due anni di filosofia a Montpellier, il 24 ottobre 1930
giunse all’orfanotrofio di Nazaret dove pensava di coniugare lo studio della teologia con i
compiti di assistente. Ma il direttore Pierre Gimbert, che voleva una formazione teologica
seria, lo inviò allo studentato di Betlemme, dove frequentò per tre anni (1932-1935); cf i fe-
steggiamenti per la sua prima Messa, presente l’ispettore francese don Faure, nella Cronaca del
teologato 16 luglio 1935. L’anno seguente, in seguito al passaggio dell’opera di Nazaret sotto
la dipendenza dell’ispettore don Canale, l’attaccamento alla “francesità” spinse questo focoso
giovane prete ad imprudenze che per un “brutto quarto d’ora” incrinarono i rapporti fra Supe-
riori di Torino e Santa Sede, da una parte, e Stato Francese dall’altra. Gli eventi successivi in-
cisero stabilmente sul resto della sua vita come prete diocesano, fino alla morte prematura nel
1954: cf Cronistoria pp. 95-96; Francis DESRAMAUT, L’orphelinat Jésus-Adolescent de Naza-
reth en Galilée, au temps des Turcs, puis des Anglais (1896-1948). Istituto Storico Salesiano,
Studi 3, Roma 1986, pp. 192-198.
130 Cf AIO 2.3.
131 Cf ASC C 476 lettere del 16 febbraio 1932 (sua) e del 5 marzo 1933 (del cardinal
Prefetto di Propaganda Fide), postillata da don Ricaldone.

4.8 Page 38

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400 Gianni Caputa
formatore, in quanto aveva ricoperto l’ufficio di consigliere e poi di direttore
nel teologato salesiano di San Salvador nella sua patria (1929-1934). Faceva
parte della grande spedizione missionaria di quell’anno (200 Salesiani e 125
FMA)132. Don Nigra era stato suo professore a Torino-Crocetta. Assunse l’in-
segnamento di S. Scrittura, liturgia e cerimonie; e venne pure incaricato del-
l’oratorio festivo133.
Le lezioni del nuovo anno scolastico iniziarono il 10 ottobre, con orario
e docenti provvisori; tanto da richiedere a don Nigra supplenze nell’insegna-
mento fino all’antivigilia della partenza134. Il passaggio di consegne tra ispet-
tore uscente ed entrante (don Giovanni Battista Canale) si svolse con calma
fra il 18 e il 29 ottobre135. Il giorno dopo i chierici salutano don Nigra con un
commosso addio, sottolineando il loro dispiacere “nel veder partire un supe-
riore che non viveva che per noi, non pensava che a noi, si prodigava senza
economia in nostro favore: omnia in omnibus factus136. Si direbbe che gli da-
vano atto di aver tenuto fede alla promessa fatta, di consacrare tutte le sue
forze all’Orientale.
Rientrato in Italia, assunse la guida dell’ispettoria Novarese. Questo in-
dica che le sue condizioni di salute dovevano essere migliorate, e che i risul-
tati del suo triennio di governo dell’Orientale erano, tutto sommato, più che
apprezzabili137.
132 Cf Bollettino Salesiano 53 (1934) 324: nella fotografia è l’ultimo da sinistra dei se-
duti in prima fila.
133 Cf fogli che venivano trasmessi al Consigliere generale per la formazione, in AIO 2.3.
134 Come aveva fatto il 20 febbraio e il 14 giugno 1933, volle essere presente anche l’8
febbraio e il 29-30 agosto 1934 a Cremisan, per esaminare i filosofi: cf quaderni IX e X della
Cronaca.
135 Cronistoria p. 90: “Don Nigra, prima di partire, ha potuto mettere il proprio succes-
sore al corrente, dettagliatamente, di tutto il movimento amministrativo, religioso e civile del-
l’Ispettoria”.
136 Cronaca del teologato.
137 Don Puddu, direttore d’Alessandria, in data 20 ottobre 1934 scrive una lunga lettera a
don Ricaldone suggerendo alcuni criteri per la scelta degli ispettori e consigliando gli atteggia-
menti opportuni che questi dovrebbero assumere arrivando in una nuova realtà: cf ASC, C 309.
Forse tra le righe si può leggere una critica dell’operato di don Nigra.

4.9 Page 39

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 401
III. STABILITÀ E PROGRAMMAZIONE DURANTE IL PRIMO SES-
SENNIO DI DON GIOVANNI BATTISTA CANALE (1934-1940)
Giovanni Battista Canale nacque il 13 luglio 1882, fece il noviziato a
Foglizzo (1899-1900) frequentò corsi regolari di filosofia parte alla Grego-
riana e parte a Torino; studiò teologia in varie case mentre attendeva a com-
piti di assistenza e insegnamento; venne ordinato prete a Valdocco nel 1910, e
dal 1922 fu direttore negli importanti collegi di Novara (fino al 1928) e di
Lugano (1929-34)138.
1. Alcune basi affidabili
Preso atto della situazione di Betlemme, riconosce i risultati conseguiti
dal predecessore:
“D. Nigra ha potuto prima di partire organizzare assai bene lo studentato
teologico, che funziona con molta regolarità e soddisfazione […] D.
López poté essere messo in relazione col gesuita Padre Fernández del-
l’Istituto Biblico Pontificio e con altre notabilità di studi orientali, di cui
si vale per la scuola e per la cultura”139.
Il 15 novembre don Ricaldone gli risponde:
“Sono lieto anzitutto di vedere che le tue prime e più diligenti cure le ri-
volgi a Cremisan e a Betlemme. Non dimenticare che l’avvenire del-
l’Ispettoria è nelle case di formazione. Visitale frequentemente, fermati a
138 Cf Lettera mortuaria, scritta da don Francesco Tribbia; E. PRADUROUX in [G. LACONI
(ed.)], o.c., pp. 152-153; E. VALENTINI - A. RODINÒ, Dizionario biografico..., p. 69; F. DESRA-
MAUT, L’orphelinat Jésus Adolescent..., capitolo VI, passim, specialmente pp. 192-212.
139 Lettera dell’8 novembre 1934 a don Ricaldone: originale in ASC, S 3662B; copia in
AIO 2.1.1. - P. Andrés Fernández Trujols (1870-1961), nativo dell’isola di Mallorca, nel 1909
fu tra gli iniziatori del Pontificio Istituto Biblico di Roma, di cui divenne vicerettore (1914-
1918) e rettore (1918-1924); fondò le riviste “Biblica”, “Verbum Domini” e “Analecta Orien-
talia”. Preparò l’apertura della sede del P.I.B. a Gerusalemme, dove risiedette dal 1929 al 1947.
Fu buon esegeta (sostenitore del “sensus plenior”) e guida esperta in escursioni biblico-geogra-
fiche in Palestina e Medioriente. Scrisse 11 libri e 102 articoli: cf Estudios Eclesiásticos 34
(1960) 311-325; Biblica 43 (1962) I-II. - Tra lui e i salesiani i contatti erano di lunga data (cf
Cronaca di Betlemme 26 aprile 1931) e con gli anni si stabilì una vera amicizia: egli guidò al-
cune escursioni archeologiche (ad esempio a Hebron, Bersheva, Gaza: cf Cronaca del teolo-
gato 9 luglio ’35 e Osservatore Romano 1° agosto ’35; a Gerusalemme e dintorni: cf Cronaca
20 luglio e 4 agosto ’39 ) e predicò gli Esercizi spirituali (cf Cronaca 16-20 dicembre ’35). -
Era di casa anche a Cremisan, dove per diversi anni presiedette la festa titolare di s. Luigi Gon-
zaga: cf Cronaca di Cremisan. - Don Carlo Moroni e don Flavio Fedeli, superstiti chierici di
quegli anni, ricordano ancora oggi con piacere la sua amabilità e competenza.

4.10 Page 40

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402 Gianni Caputa
lungo e cerca di dare quel profondo indirizzo spirituale che dev’essere
l’anima della formazione salesiana, sulla base di una pietà eucaristica
soda, semplice, serena. La formazione intellettuale abbia come centro a
Cremisan la filosofia, a Betlemme la teologia che a Dio ci unisce e sia
mezzo pratico per la vita. Pel rimanente, adattati alle esigenze locali. In-
sisti però molto sull’apprendimento pratico della lingua araba e inglese
[…]”140.
Propone pure alcuni cambiamenti nel personale delle due case di forma-
zione; al riguardo il 12 dicembre 1934 don Canale precisa:
“Per lo studentato teologico le dirò che d. Raele non era ancora venuto a
Betlemme: quindi non ha fatto che continuare l’opera sua di Maestro dei
Novizi a Cremisan. Se dovessi trasportare d. Forastelli, temerei assai per
lo studentato filosofico per due ragioni: a) Non saprei come sostituirlo
nell’insegnamento, per mancanza di personale. D. Raele non può fare
scuola regolare. b) D. Forastelli con la sua paternità ha smorzato parec-
chie irritazioni, che il carattere troppo austero e rigido di d. Raele aveva
destato e che inevitabilmente rispunterebbero con evidente danno del
buon andamento. Perciò proporrei: per quest’anno accontentarmi di d.
Villa e d. López, come catechista e consigliere. – La direzione spirituale
la terrei io per conferenze, rendiconti ecc.; facendomi sostituire da d.
Rosin, quelle due o tre volte in cui per forza maggiore fossi assente”141.
In data 4 gennaio 1935 gli risponde il segretario generale comunicando
che si accetta questa soluzione provvisoria, rimandando i cambiamenti al-
l’anno successivo142.
Proponendosi fin dall’inizio di potenziare gli studi dei confratelli, don
Canale riorganizza le finanze dell’ispettoria che don Nigra non era riuscito a
risanare del tutto143.
2. Avvicendamento di personale e nuovo slancio
Il 30 gennaio 1935 invia a don Berruti una lettera di cinque pagine ag-
giornandolo sullo stato dell’Ispettoria; riguardo al teologato ha soltanto
queste due frasi:
140 Originale in AIO 2.1.1; copia in ASC, S 3662B.
141 AIO 2.2.1
142 “Viste le ragioni che adduci, siamo d’accordo sulla tua proposta riguardante lo stu-
dentato teologico, vale a dire: don Raele resti dov’è e l’Ispettore assume la direzione spirituale
dei teologi, e faccia in tal campo tutto quello che è possibile. Naturalmente che un altro anno
si dovrà provvedere diversamente”: originale in AIO 2.2; copia in ASC, BO 330.152.
143 Cf Cronistoria, pp. 91-92.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 403
“Giunto in Palestina e ricevuta la consegna dal Sig. don Nigra, mio
primo pensiero fu di prendere contatto cogli studenti di Teologia, di Filo-
sofia e coi Novizi. […] Per lo studentato teologico don Nigra aveva
provveduto ottimamente, modellandolo in tutto su quello della Crocetta
di Torino”144.
Invece don Villa, incaricato diretto dei teologi, nella Cronaca fissava
numerose annotazioni critiche: scarsità di confessori, formatori e professori,
interferenze derivanti dall’annessione all’orfanotrofio, mancanza di un “vero
e proprio direttore” dei chierici145. A questo proposito scriveva:
“È un male, per questo povero studentato (insieme con altri guai) questo
dei rendiconti, non fatti regolarmente, da tutti, e a persona che, per
quanto degnissima [don Rosin], non è a contatto quotidiano coi chierici
e perciò deve giudicare gli individui troppo indirettamente”146.
Altri rilievi riguardano gli ambienti esposti alle intemperie e “non pre-
sentabili” agli ospiti147. Anche il fatto che don Siara chiedesse già di partire,
conferma che non tutto funzionava come desiderato148.
Il 7 marzo 1935 i teologi trascorrono l’intera giornata a Cremisan per
onorare S. Tommaso d’Aquino insieme ai confratelli filosofi, con una cele-
brazione liturgica e un’accademia culturale molto impegnativa, rimasta me-
morabile149.
Continuano i festeggiamenti in onore di don Bosco Santo, a Beitgemal
(31 marzo) e a Betlemme: qui dal 16 al 18 maggio si tenne un triduo solenne
nella chiesa del S. Cuore in preparazione alla giornata conclusiva del 19: “Il
18 celebrò il superiore dei Padri del Sacro Cuore di Betharram per gli studen-
tati teologici e filosofici religiosi (francescani, betharramiti, salesiani)”150.
144 AIO 2.2.
145 Cf quelle relative al 1934, ibidem in data 13 e 28 dicembre; per il 1935, in data 1° e
25 gennaio, 18 febbraio, 20-22 aprile, 23 e 29 maggio, 10 giugno.
146 Ibidem 3 febbraio 1935.
147 Cf Ibidem 22.03.35; anche E. PRADUROUX, o.c., p. 153.
148 Il 14 febbraio 1935 don Berruti scriveva a don Canale: “D. Siara: dato quel che mi
scrivi mi pare convenga lasciarlo andare in Patria e pregarlo di rimanervi. Non posso però per
ora assicurarti un successore per lo studentato teologico; a Giugno potrò dirti un sì o un no”:
AIO 2.2.
149 La tesi dogmatica, preparata da don López su De transubstantiatione Eucharistica
ad mentem S. Thomae fu presentata dall’accolito E. Cotto e dai controrelatori R. Salom dia-
cono, P. Cattan e G. Scarano; quella filosofica in italiano su Il criterio di verità in S. Tomaso
dal chierico A. Paoloni. Si legge un ampio resoconto della giornata nelle Cronache del teolo-
gato e del filosofato e una sintesi, illustrata da una foto di gruppo, sull’Osservatore Romano del
23 marzo 1935. Il cronista nota che don Calis e don Siara non rimasero all’accademia.
150 Il Bollettino Salesiano dell’agosto 1935 pp. 252ss., e L’Osservatore Romano del 9
giugno pubblicarono una sintesi delle feste di Betlemme, corredata di foto.

5.2 Page 42

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404 Gianni Caputa
Il 26 aprile 1935 don Siara aveva scritto a don Berruti chiedendo di es-
sere trasferito da Betlemme e assegnato ad altro campo di lavoro, elencando
tra le ragioni:
“la situazione molto difficile in cui si trova un confratello non Italiano
nelle case del vicino Oriente per lo scopo che queste case hanno in mira.
Devo dire però che per il clima mi son trovato qui molto bene ed ho riac-
quistato le mie antiche forze ed energie. [..] Quello che desidererei io,
sarebbe di passare in qualche studentato filosofico o teologico dell’India
o del Siam dove certamente hanno bisogno di insegnanti […] Sono già
otto anni coi chierici insegnando morale, diritto e filosofia […] e questo
lavoro mi fa piacere e non ho mai avuto difficoltà coi chierici. Forse si
potrebbe far uno scambio con qualche confratello missionario che ha bi-
sogno del clima migliore”151.
Don Berruti si consulta con don Canale e questi l’8 maggio conferma
quanto aveva già rilevato don Nigra:
“Salute discreta, tende alquanto all’asma cardiaco […] pietà lodevole e
costante […] nell’insegnamento non è molto felice […] In conclusione
[…] poteva essere utile nello studentato […] ma come insegnante di teo-
logia e di diritto non rendeva in proporzione di quanto distruggeva in
fatto di spirito religioso nei suoi giovani alunni”152.
E così il 30 maggio, don Siara lascia, un po’ in tono minore, il teologato;
perciò il personale direttamente addetto ai chierici diminuisce ulterior-
mente153. Al termine degli esami finali l’ispettore tiene una lunga conferenza
in cui tra l’altro dice:
“L’accontentarsi dell’essenziale andava bene per i poveri chierici che do-
vevano studiare teologia nelle case, non per coloro che hanno tempo e
comodità per gli studi. Nelle tesi, portare passi scritturistici va bene, ma
sarebbe ottimo portare argomenti tratti dalla tradizione e dalla ragione.
Perciò fa voti che negli anni avvenire ci sia la Patristica, un po’ di Greco
e, forse, Ebraico. Ha concluso la prima parte raccomandando di essere
[…] divoratori di scienza”. Nella seconda raccomanda lo studio delle
lingue moderne, il prepararsi al futuro ministero pastorale leggendo ogni
giorno un capitolo della Bibbia, e tenendosi aggiornati con periodici
come “La Rivista dei Giovani” e “Catechesi154.
151 Cf ASC, C 399.
152 Cf Ibidem.
153 Nella Cronaca di quel giorno don Villa scrive: “Mancando d. Siara, restiamo solo 2
veri superiori dello studentato e, quantunque il partito, all’infuori della scuola, non facesse pro-
prio nulla, tuttavia si sente il vuoto. Che Dio lo ricolmi presto, e di ottimo elemento, che sia
di vera edificazione per questi poveri chierici”. Secondo l’Elenco, l’anno 1935-36 don Siara
fu consigliere nel teologato di Cracovia (Polonia); morì a Pogrzebien (Polonia) il 9 agosto
1937 a 50 anni.
154 Cronaca del teologato 17 giugno 1935.

5.3 Page 43

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 405
Durante l’estate ci fu un notevole avvicendamento di personale inse-
gnante e dirigente. Don Villa, nonostante i buoni risultati ottenuti come inca-
ricato dei chierici, il 16 giugno 1935 chiede a don Ricaldone il rimpatrio defi-
nitivo in Italia per varie ragioni: assistere la mamma inferma e curarsi egli
stesso, ma soprattutto respirare altro clima:
“Il lavoro mio in questo studentato teologico è, non solo impari alle mie
povere forze, ma si deve svolgere tra giovani confratelli che mi sono
stati resi avversi dall’azione contraria di qualche confratello poco scru-
poloso. La disgrazia di circa 3 anni fa, di cui mi assumo la mia parte di
responsabilità, perdonando di cuore a chi, entro e fuori la Congrega-
zione, mi ha recato tanto male, mi rende troppo insopportabile la perma-
nenza in questa ispettoria in cui lavoro da 21 anni circa”155.
Da luglio in poi vi è uno scambio di lettere con don Berruti che si con-
clude il 27 settembre con la sua partenza per Alessandria d’Egitto, lasciando
nei teologi più di un rimpianto156.
Per sostituirlo nell’insegnamento, già il 4 giugno l’ispettore aveva ri-
preso le trattative con il Prefetto generale: “Non le sarà possibile inviare
qualche elemento per lo studentato teologico?”. Il 26 agosto 1935 don Berruti
risponde: “Non sono riuscito a trovarti un professore di teologia, nonostante
l’attrattiva degli studi biblici. I nostri nuovi studentati teologici sono in for-
mazione e stentiamo a trovare il personale per essi”157. La situazione era dav-
vero seria a livello generale, e il Rettor Maggiore con la circolare del 24
agosto dava agli ispettori direttive concrete per rispondere alle urgenze:
“Abbiamo assoluto bisogno di avere in ogni Ispettoria un buon nucleo di
personale seriamente formato negli studi. […] Ti prego pertanto di fare
qualsiasi sacrificio per raggiungere tale utilissimo scopo. Desidero poi
che, quanto prima od al più tardi fra otto giorni, mi comunichi: 1° il
nome dei chierici che fanno il corso teologico alla Università Grego-
riana; 2° il nome dei chierici che fanno il corso filosofico a detta Univer-
sità; 3° i nomi dei nuovi chierici che manderai quest’anno a fare detti
corsi filosofici e teologici: desidero che ne mandi almeno due, uno per
155 Cf ASC, C 476.
156 Cf lettere del 18 luglio e del 6 settembre in ASC, C 476; Cronaca del teologato. Da
essa si ricavano alcuni lineamenti della sua ricca personalità: di tratto amabile, osservatore
acuto, musico finissimo, buon giornalista. E. PRADUROUX, o.c., p. 157 scriveva: “Portato per in-
dole a curare tutto fino ai dettagli, riuscì a dare una impostazione di disciplina e di studio […]
Forse in alcune circostanze poté sembrare cultore dell’ottimo a tutti i costi. Rimane il fatto che
personalmente visse in uno stile di delicatezza ammirevole”. Don F. Fedeli, superstite suo ex-
allievo, ricorda ancora con riconoscenza: “Con lui trascorremmo un anno bellissimo!”. Dopo
una pausa in Italia, tornò a lavorare con zelo nelle case d’Egitto (Porto Said, Alessandria,
Cairo) ove lasciò ottimi ricordi, fino alla morte avvenuta il 18 ottobre 1969.
157 AIO 2.2.

5.4 Page 44

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406 Gianni Caputa
la Filosofia e l’altro per la Teologia allo studentato centrale di Torino
Crocetta”158.
Il 21 luglio durante la festa della premiazione, don Rosin si congeda da
ragazzi e confratelli, avvicinandosi ormai il termine del suo mandato come
direttore dell’orfanotrofio e dello studentato. Il 7 settembre da Suez giunge il
nuovo direttore, don Guglielmo Carlesso (1904-1996) e l’11 don Rosin torna
a Beitgemal dove assume l’ufficio di economo159.
La cerimonia di apertura del nuovo anno accademico (il 3 ottobre 1935)
comporta il giuramento antimodernista da parte dei docenti, la prolusione di
don López su “Il criterio teologico”, l’esecuzione di brani di Palestrina, Sasso
e Pagella, la consegna a ogni chierico della Istruzione della S. Congregazione
dei Religiosi sulla formazione dei candidati al sacerdozio160.
Il giorno dopo iniziano le lezioni. Secondo quanto l’ispettore prospet-
tava dal giugno precedente, tra le materie viene introdotta la Patrologia, affi-
data a don Francesco Trancassini (1901-1989), che aveva compiuto gli studi
teologici stando nella casa di Alessandria, era stato ordinato prete il 25 agosto
1929 a Betlemme e all’epoca era direttore della scuoletta di Gerusalemme.
Due sono i nuovi professori residenti: don Pietro Galizzi (1887-1968) e don
Giuseppe Raele (1880-1971). Circa la preparazione e il livello dell’insegna-
mento del primo, conosciamo già il parere del visitatore don Candela; ora qui
gli viene assegnata tutta la Dogmatica, che terrà fino al 1938161. Don Raele
aveva fatto il noviziato e il corso filosofico a Genzano di Roma (1899-1902)
avendo come maestro e direttore Luigi Versiglia (1873-1930); dal 1906 al
1925 rimase ad Alessandria d’Egitto (esclusa una breve pausa a Gerusalemme
nel 1914-1915); nel 1925 fu nominato maestro dei novizi a Cremisan. Nell’a-
gosto 1935 don Canale lo volle a Betlemme come membro del Consiglio
ispettoriale, catechista e professore dei teologi perché “i Superiori, dopo
d’aver apprezzato per tanti anni l’opera sua come formatore di reclute sale-
siane, desiderano ora valersi delle sue energie per formare dei buoni Sacerdoti
Salesiani”. Pur non avendo titoli accademici in scienze ecclesiastiche, assume
158 AIO 2.1.1.
159 Don Villa riassumeva i suoi meriti su “Il Giornale d’Oriente” del 31.07 di Alessan-
dria d’Egitto: cf il ritaglio dell’articoletto allegato alla Cronaca del teologato. In quanto consi-
gliere ispettoriale fino al 1938, don Rosin continuerà a mantenere contatti con i teologi.
160 Cf Cronaca del teologato. Il documento romano era la Quantum Religiones del 1° di-
cembre 1931, cf AAS 24 (1932) pp. 74-81. Osserviamo che da questo momento la Cronaca
(scritta da don Raele) perde la vivacità che finora le aveva impresso don Villa e diventa gene-
ralmente asciutta e un po’ formale.
161 E. PRADUROUX in [G. LACONI], o.c., pp. 156-157 presenta (oggettivamente) il docente;
don Lino Russo nella Lettera mortuaria traccia (elogiativamente) “la bella figura morale”.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 407
l’insegnamento di varie materie (Morale in 1° corso, Storia, Liturgia) e,
“quale incaricato dello studentato teologico”, inizia subito a tenere con ritmo
settimanale conferenze di carattere formativo e a imprimere alla disciplina un
tono di austerità molto marcata162.
3. Qualificare il personale per le scuole… e per il teologato
Stando alle direttive della suddetta circolare del Rettor Maggiore, ogni
anno don Canale avrebbe dovuto inviare in Italia per studi di specializzazione
in materie ecclesiastiche almeno due giovani confratelli, cosa allora impossi-
bile. Egli prendeva atto della scarsità di personale (per sopperire alla quale
cominciò presto a ipotizzare l’apertura di un aspirantato) e che la maggio-
ranza delle opere erano scuole primarie e secondarie, di indirizzo umanistico-
letterario o professionale, per cui decise di dare la priorità, almeno all’inizio
del suo mandato, al conseguimento dei diplomi richiesti dalle autorità sta-
tali163. Di conseguenza la teologia non era l’unica preoccupazione sua né
degli stessi chierici, tanto che qualcuno denunciò il rischio che venisse trascu-
rata164. Don Canale si difende:
“Ho parlato molto chiaro sul criterio che si seguirà d’ora innanzi negli
esami di teologia. Ho precisamente insistito sul punto che debbono co-
noscere tutto il testo scolastico e perciò, assegnata una tesi da dimo-
strare, debbono portare tutti gli argomenti elencati sul testo e non sola-
mente qualcuno; inoltre debbono conoscere tutti quegli addentellati sto-
rici che hanno provocato l’impostazione e la dimostrazione della tesi
teologica in tutto il suo sviluppo. Caro don Tamburino, ho bisogno che i
direttori mi aiutino nello sforzo che faccio per elevare il livello culturale
dei nostri giovani confratelli: dove non c’è cultura, non c’è amore allo
studio, non c’è zelo, trionfa l’egoismo e l’insubordinazione”165.
162 Cf Cronaca del teologato: le conferenze sono puntualmente indicate a partire dal 9
novembre ’35. Don Raele visse con i chierici per dodici anni a Betlemme, quindi a Tantur e in-
fine a Cremisan, dove restò dal 1957 fino alla morte. Più che come docente, fu apprezzato
come formatore, confessore e direttore spirituale; cf E. PRADUROUX in [G. LACONI (ed.)], o.c.,
pp. 158-159, e la Lettera mortuaria scritta da don Mario Grussu.
163 Tra l’altro, la mancanza di tali diplomi creava non pochi problemi durante le visite
degli ispettori scolastici: cf Cronistoria pp. 91-92. - Sull’importanza strategica delle regie (poi
“littorie”) scuole italiane in Egitto in quell’epoca, cf E. PRADUROUX, in [G. LACONI (ed.)], o.c.,
p. 152; V. POZZO, L’Ispettoria salesiana del Medio Oriente..., pp. 34-38. Notiamo che fin da
quegli anni ai chierici studenti di lingue si dava la possibilità di trascorrere i mesi estivi in
Francia o in Inghilterra, e si cominciò ad inviare coadiutori in Italia per specializzarsi nella loro
arte o mestiere: cf Cronistoria, pp. 93, 94, 102.
164 Cf lettera di don Tamburino, direttore del Cairo, a don Canale del 9 novembre 1935:
cf AIO 4.6.
165 Lettera del 13 dicembre 1935: AIO 4.6; cf anche quella del giorno dopo, Ibidem.

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408 Gianni Caputa
Tuttavia, pressato dalle urgenze, egli continuava a chiedere a qualcuno
di sacrificare la teologia, per dare una mano nelle case166. Invece per inviare a
studi ecclesiastici in Italia, bisognava attendere tempi migliori, come risponde
il 2 novembre al Rettor Maggiore:
“La sua venerata circolare riguardante gli studenti da inviare alla Grego-
riana, dal 24 Agosto in cui fu scritta, giunse a destinazione e mi fu reca-
pitata il 28 Ottobre. Purtroppo non posso darle la consolazione di citare
nomi di chierici nostri che studino filosofia o teologia alla Gregoriana;
neppure mi è possibile per quest’anno inviarne qualcuno per mancanza
di soggetti (nel 1° Corso teologico sono due) e di soggetti scelti. Spero
di potere per l’anno prossimo inviare due teologi in Italia, uno a Roma e
l’altro alla Crocetta”167.
Sull’andamento generale della casa ci informano numerose lettere ma-
noscritte del direttore don Carlesso; in quelle del febbraio-marzo 1936 si sof-
ferma sulle condizioni di salute di don López, in stato di tisi avanzata168. L’11
marzo 1936 si ha la visita del “regio ispettore delle scuole italiane estere d’E-
gitto e Palestina [...] Oscar Landi”; viene accolto da tutti i confratelli e da un
drappello di ragazzi italiani, “in divisa di Balilla con la bandiera tricolore […]
al suono dell’inno fascista Giovinezza”, passa in rassegna le aule e i labora-
tori, tiene una lunga lezione di didattica, quindi prosegue per Cremisan, sede
dell’“Istituto Magistrale Superiore Don Bosco169.
Tre giorni dopo don Canale rivolgendosi ai teologi “in modo speciale
parlò dei titoli legali ormai necessari per l’insegnamento nelle nostre
scuole”170. L’urgenza di far conseguire tali titoli induce l’ispettore a scelte
166 Cf lettera del 29 settembre a don Tamburino, direttore del Cairo, in AIO 4.6. Anche
Egidio Cotto non rientra al teologato per iniziare l’ultimo anno, ma viene mandato ad Alessan-
dria dove termina gli studi e riceve l’ordinazione presbiterale il 28 marzo 1936: cf AIO, Regi-
stro generale B.
167 AIO 2.1.1.
168 Cf AIO 4.5.1. Oltre che consigliere e docente dei teologi egli continuava ad essere in-
caricato dell’oratorio festivo. Dovette lasciare Betlemme e si recò a Beitgemal per curarsi (cf
AIO 4.4; Cronaca Rosin 1°-2, 8 marzo; 29 aprile; 5 giugno); tornò dopo sette mesi, in tempo
per tenere la prolusione accademica del nuovo anno su “Le proprietà del linguaggio teologico”:
cf Cronaca del teologato 11 e 15 ottobre 1936.
169 Cronaca del teologato. - Nella sua cronaca personale don Rosin registra la visita che
il professor Landi fece a Beitgemal il 12 marzo. In quella della casa di Cremisan è scritto che il
padre del prof. Oscar fu “aiutante di d. Antonio Belloni nell’orfanotrofio di Betlemme”, e si
aggiunge che i due ispettori (il salesiano e il regio) nei loro discorsi misero in risalto l’unità di
“religione e patriottismo” che regnava nelle scuole italiane di Egitto e Palestina. Un quadro
diverso è invece tracciato nella Cronistoria che si chiude con tre pagine (103-105) dedicate a
documentare la “guerra” che il ministro Piero Parini (direttore generale degli Italiani all’estero
e poi anche vicepresidente dell’ANSMI) e i suoi collaboratori fecero alle scuole salesiane
d’Egitto dal 1933 al 1937.
170 Ibidem 14 marzo 1936.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 409
contrarie alle norme canoniche, come l’interruzione del corso teologico per un
intero semestre da parte di tre chierici che vengono mandati a Cremisan per
prepararsi a sostenere gli esami magistrali nell’istituto parificato dei “Fratelli
delle Scuole Cristiane” a Rodi171. Perciò a maggio ’36 gli iniziali 14 teologi
erano ridotti a 9, trovandosi Scarano fisso ad Alessandria, i tre suddetti tempo-
raneamente a Cremisan, e Angelo Ribaldone in convalescenza a Beitgemal.
Per il cronista l’inizio di maggio è un susseguirsi di avvenimenti memo-
rabili: il 3 solennità di S. Giovanni Bosco, con un nutrito programma reli-
gioso in chiesa e drammatico-musicale nel nuovo salone teatro, inaugurato
per l’occasione. Il 5, all’ospedale italiano di Gerusalemme, muore don Gio-
vanni Belloni; l’indomani a Betlemme, dopo il funerale nella chiesa del Sacro
Cuore stipata di fedeli, “la bandiera da mezz’asta sale alla cima per comme-
morare la presa di Addis Abeba”. Lo stesso cronista il 10 aggiunge un conci-
tato “NB: questa notte alle ore 12 precise è stato proclamato dal Duce Vittorio
Emanuele III re d’Italia a Imperatore d’Etiopia”.
4. Eventuale trasferimento a Gerusalemme? Visita canonica di don
Tirone
La situazione socio-politica in Palestina si faceva sempre più preoccu-
pante; il 2 agosto don Canale scriveva a don Ricaldone:
“A Gerusalemme sarà ben difficile si possa riaprire la scuola in Ottobre
per l’astio tra Ebrei e Arabi: e anche in seguito sarà molto problematico
continuare l’opera, come fu in passato. – Il meglio sarà col tempo pen-
sare a trasportarvi lo studentato teologico: la casa Batarseh qui in Be-
tlemme, ove risiede lo studentato, malgrado le recenti riparazioni di don
Nigra, minaccia rovina: le fessure prodotte dal terremoto del ‘28, vanno
ingrandendosi sempre più. – In inverno, si verifica grande infiltrazione
di acqua.
A Gerusalemme l’installazione dello studentato teologico, non richiede-
rebbe una grande spesa. A Gerusalemme i teologi, di cui parecchi sanno
bene l’arabo, potrebbero coltivare con successo un oratorio festivo con
circoli e l’opera compirebbe maggior bene dell’attuale e vi attirerebbe
benedizioni da Dio e dagli uomini. – Un gruppo potrebbe continuare a
171 Cf Ibidem 24 gennaio; 9, 14 e 29 marzo 1936. Nel Registro dei voti si legge: “Do-
vendo prepararsi agli esami da maestro, Giraudo, Novembre e Lunardi, al semestrale, danno
solo Dommatica e Morale. Gli altri li daranno quando potranno, dopo gli esami di Rodi”. Di
fatto alla sessione di luglio tutti e tre furono rimandati e si ripresentarono in ottobre, ottenendo
il diploma. Diedero poi gli esami di teologia tra il dicembre 1936 e il marzo 1937, come risulta
dallo stesso Registro e dalla Cronaca del teologato in data 7 luglio e 8 ottobre.

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410 Gianni Caputa
venire ogni domenica a Betlemme per l’oratorio di qui che è in fiore e
compie del gran bene”172.
Il 7 agosto il Rettor Maggiore risponde: “Mentre studierete meglio la
possibilità di portarvi i teologi, continui come prima”. Invece dà ordine che si
inizi quanto prima l’aspirantato a Nazaret, badando però a non urtare suscetti-
bilità nazionalistiche173.
E così i teologi devono adattarsi in qualche modo nella vecchia sede di
Betlemme; il 20 settembre l’economo don Vittorio Francia (1901-1978)
scrive all’ispettore che mancano perfino le “celle” con i letti e i materassi per
i chierici del primo anno che stanno per arrivare, e propone di utilizzare quelli
acquistati per l’aspirantato di Nazaret174. Nel frattempo il direttore don Car-
lesso era stato destinato proprio a Nazaret, dove lo attendeva una delicata si-
tuazione175. Come suo successore in un primo tempo don Canale propose ai
superiori don López: “Ragioni: ha imparato l’Arabo; è accetto tanto ai confra-
telli come ai teologi che hanno per lui grande stima e confidenza; conosce
l’Inglese e lo Spagnolo per coltivare la beneficenza”176; poi, tenendo conto sia
della sua salute malferma sia della mole di lezioni ai teologi, venne nominato
don Oreste Forastelli. Questi il 15 ottobre presiede l’apertura dell’anno scola-
stico, e nei giorni seguenti gli esami arretrati del triennio pratico dei nuovi ar-
rivati. Il 28 del mese successivo l’ispettore, per sopperire alla mancanza di
personale nelle case, dà al chierico Raffaele Novembre l’obbedienza di re-
carsi ad Haifa, dove continuerà a studiare la teologia mentre farà da maestro e
assistente177. Per lo stesso motivo chiede ai chierici Giuseppe Galliani, Gu-
glielmo Morazzani, Carlo Moroni e Armando Vettore di tramandare l’inizio
della teologia e fermarsi a fare un quarto anno di tirocinio, rispettivamente
nelle scuole di Alessandria, Ismailia e Suez.
Fra le novità introdotte nel campo della formazione intellettuale, se-
condo un’indicazione della costituzione apostolica Deus scientiarum Do-
minus (1931), vi sono le riunioni mensili in cui gli stessi teologi espongono
“tesi culturali” che vengono poi discusse da docenti e allievi178.
172 ASC, S 3662B; copia in AIO 2.1.1. Sui chierici (tra i quali F. Fedeli) che avendo
appreso bene l’Arabo se ne servivano nelle attività pastorali ed educative degli oratori, don
Canale aveva già scritto compiaciuto al Rettor Maggiore l’8 ottobre 1935: ASC, S 3662B;
copia in AIO 2.1.1.
173 AIO 2.1.1. - Sulle vicende della casa di Nazaret cf F. DESRAMAUT, L’orphelinat Jésus
Adolescent..., specialmente pp. 190-212.
174 Cf AIO 4.5.1.
175 Cf Cronaca del teologato 14-16 settembre 1936; F. DESRAMAUT, L’orphelinat Jésus
Adolescent..., pp. 190-212.
176 Cf lettera del 12 agosto 1936, in AIO 2.1.1.
177 Cf Cronaca del teologato.
178 Cf Ibidem 6 febbraio 1937.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 411
Trascorse alcune settimane dall’inizio dell’anno, don Canale vorrebbe
trasmettere ai superiori un quadro rassicurante: “Studi: lo studentato teologico
prosegue con regolarità: gli insegnanti non sono tutti specializzati ad hoc, ma
sono edificanti per virtù ed osservanza”; però aggiunge subito che ha dovuto
revocare l’insegnamento della Morale in triennio a don Calis179. Quindi pro-
segue:
“Anche quest’anno abbiamo presentato agli esami magistrali di Rodi tre-
dici confratelli e dodici hanno conseguito il diploma. Così in due anni
abbiamo portato a 17 il numero dei maestri patentati. Avremo anche que-
st’anno le prime iscrizioni all’Università e Magistero Superiore. - […] Il
ch. Laconi inizierà il corso di Teologia all’Università Gregoriana. - Ho
provveduto anche per gli esami del triennio, inviando ai tirocinanti un
ordinato interrogatorio, minutissimo, sulla materia d’esame: ho potuto
così ottenere che tutti subissero il loro esame con regolarità. Se il Si-
gnore mi darà salute e tempo sufficiente, ho in animo di pubblicare in
edizione extracommerciale dei fascicoletti in cui la materia, ordinata in
sintesi ed esposta in forma catechetica, faciliti la preparazione agli esami
prescritti, tanto pel triennio quanto per il quinquennio teologico. Mi si
dice che tale idea pel quinquennio teologico fu già attuata nell’Ispettoria
Argentina: abbiamo scritto, domandando saggi”180.
Intanto da Torino si annuncia che il Rettor Maggiore invierà don Tirone
in visita canonica all’Orientale. Questa notizia desta qualche apprensione in
don López il quale previene don Berruti chiedendo che il visitatore non riapra
questioni del suo passato centroamericano, trattandosi di “res judicata”, e di-
cendosi disponibile a qualsiasi obbedienza; don Berruti lo rassicura:
“Cerca di educare allo spirito sacerdotale e salesiano i tuoi allievi con la
dottrina solida e profonda del dogma e delle scienze ecclesiastiche, e so-
prattutto presentando ai tuoi allievi l’exemplum bonorum operum che
domanda l’apostolo”181.
I teologi che sostennero esami semestrali dal 1° al 4 marzo 1937 furono
15182. Su Bonifacio De Marco vi è questa nota: “Diede gli esami un mese
prima degli altri, per dedicarsi agli studi di magistero (Rodi). Deve dare an-
cora le materie secondarie”. Intanto nel quarto corso, dopo il trasferimento di
Giuseppe Scarano ad Alessandria, era rimasto un solo chierico. Infatti anche
179 Dal quadro dei professori riportato nella Cronaca del teologato il 20 ottobre risulta che
la Morale l’assunse don Raele il quale passò la Liturgia a don Forastelli; don Calis smise di inse-
gnare anche Arabo, che venne affidato al chierico siriano Carlo (Khalil) Sciueri (1906-1992).
180 Relazione dell’8 novembre 1936 a don Ricaldone in ASC, S 3662B; copia in AIO
2.1.1; cf anche Cronistoria p. 94.
181 Cf ASC, C 149 sua lettera in spagnolo del 16 dicembre 1936 a don Berruti; e risposta
del 31 dicembre.
182 Cf AAC, Registro dei voti.

5.10 Page 50

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412 Gianni Caputa
il suddiacono Pietro Lisciotto, che avrebbe dovuto farne parte, era stato in-
viato in Egitto già il 16 ottobre ’36; all’inizio l’ispettore desiderava fargli
completare la teologia nello studentato: “Così risparmiamo al povero Li-
sciotto il sacrifizio di interrompere all’ultimo anno il corso teologico e a me il
rimorso di aver infranto gli ordini espliciti dei Superiori”. Poi invece le cose
andarono diversamente183.
Come preannunciato, quell’anno ebbe luogo la visita canonica di don
Pietro Tirone all’intera ispettoria. Secondo la Cronaca del teologato egli
giunge a Betlemme il 5 marzo ‘37, il giorno dopo presiede l’accademia in
onore di S.Tommaso, durante la quale il chierico Costanzo Giraudo difende la
tesi “De triplici animae Christi scientia”, avendo come controrelatori i chie-
rici F. Fedeli e B. De Marco, quindi don López disserta su “De regressione
umbrae in horologio Achaz”.
Nelle settimane seguenti don Tirone si reca in pellegrinaggio a vari
luoghi santi, il 3 aprile parla ai chierici della “vera formazione dello studente
di teologia” (ma nel lungo resoconto che ne fa il cronista non si legge niente
di specifico) e il giorno dopo inizia la visita canonica. Durante la sua perma-
nenza si rende conto delle pietose condizioni psichiche del chierico Armando
Ghione; e non può non notare che il teologo Novembre il 29 marzo viene da
Haifa, dà gli esami di alcuni trattati e il giorno dopo riparte. Il 13 aprile il vi-
sitatore tiene a tutti i confratelli della casa la conferenza di chiusura: l’autore
della suddetta Cronaca annota solo che ebbe parole di lode per tutti. Mentre
nella relazione che egli inviò al Rettor Maggiore leggiamo:
“Osservazioni. In questa casa c’è lo studentato teologico che conta 16
alunni. È regolare quanto alle lezioni; non così quanto ai professori,
perché ce ne vorrebbe uno di più. Lo spirito e la pietà sono buone. La
cura che si ha di loro è persino esagerata, in quanto che si richiedono da
quei chierici cose che nemmanco si fanno nei noviziati. Spero che i ri-
chiami fatti produrranno il desiderato effetto”184.
Dal 15 al 25 agosto riprende e conclude a Betlemme la visita all’ispet-
toria, con speciali conferenze ai direttori e ai chierici; il 22 annuncia che i su-
periori hanno deciso l’apertura a Torino delle facoltà di Teologia e di Filo-
sofia, “e che il nostro Studentato verrà ristabilito” [sic; riabilitato?]. La dome-
183 Lettera del 5 ottobre 1936 al direttore del Cairo don Luigi Odello, in AIO 4.6. Cf le
numerose lettere fra l’ispettore e don Odello dall’ottobre 1936 al 4 aprile 1937; in quest’ultima
don Canale riassume: “D. Lisciotto ha fatto un grave sacrificio a venire al Cairo, abbando-
nando gli studi teologici che aveva diritto di terminare allo studentato”: AIO 4.6.
184 ASC, S 3124, 21-22 Visite straordinarie: La nota di disapprovazione riguarda certe
“fissazioni” di don Raele, per le quali cf Cronaca del teologato 16 dicembre ’35, 30 marzo
’36, ecc.

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 413
nica 29 si congeda definitivamente con espressioni di grande compiacimento
che il cronista riporta così:
“La mia soddisfazione per la mia visita straordinaria fatta in questa
Ispettoria, fu vera e piena. Infatti devo confessare con sincerità d’animo
che tra tutte le Ispettorie ch’io ho visitato, questa è quella ch’io ho tro-
vato nello stato migliore”185.
In quello stesso periodo sostarono nel teologato due altri illustri sale-
siani: dal 22 luglio vi fu ospite don André Albert Barucq (1905-1986), profes-
sore di S. Scrittura a Lyon; alcuni chierici lo accompagnarono nelle visite alla
Terra Santa e dal 2 settembre don López lo guidò in un viaggio di studio in
Siria186. Don Andrea Gennaro (1878-1961), co-autore del noto manuale di teo-
logia morale, e di lì a poco primo rettore del Pontificio Ateneo Salesiano,
stava predicando gli Esercizi Spirituali ai confratelli dell’Orientale; il 4 agosto
tenne ai chierici una conferenza insistendo sull’importanza della Dogmatica e
della Morale sia per la propria formazione sia per il ministero pastorale187.
5. La teologia nella programmazione ispettoriale degli studi
All’inizio del nuovo anno scolastico (10 novembre) i professori sono gli
stessi del precedente ma con qualche cambio di materie: don Raele inizia il
corso di Pastorale, e passa la Storia a don López che assomma così 13 ore
settimanali; don Galizzi oltre alla Dogmatica assume la scuola di cerimonie,
mentre don Forastelli insegna solo Liturgia188.
I teologi in sede sono 16; altri due risiedono fuori (Giraudo a Cremisan
e Novembre ad Haifa) studiano da soli e vengono a Betlemme per dare gli
esami189.
185 Cronaca del teologato. Nei fogli della Relazione Morale riservata al Rettor Maggiore
segnala qualche fenomeno irregolare e annotazioni confidenziali su alcuni confratelli. Rien-
trando a Torino vi accompagnava don Salvatore Puddu che con lettera del 21 dicembre 1936 il
Rettor Maggiore aveva nominato segretario generale del Capitolo superiore: cf ASC, C 309;
Cronistoria p. 98; E. VALENTINI - A. RODINÒ, Dizionario biografico…, p. 228.
186 Era stato tra i membri del Consiglio dello scolasticato di Lyon che il 26 giugno 1936
avevano protestato contro la decisione di don Ricaldone di far passare la casa di Nazaret com-
pletamente sotto la giurisdizione dell’ispettore don Canale: cf F. DESRAMAUT, L’orphelinat
Jésus Adolescent..., p. 196. Collaborerà alla Bible de Jérusalem con la traduzione dei libri di
Giuditta ed Ester.
187 Cf Cronaca del teologato.
188 Cf relazione al Consigliere scolastico generale, in AIO 3.5.2.
189 Cf Ibidem 7 novembre e 30 dicembre 1937; 19 gennaio 1938; AAC, Registro dei
voti. Angelo Ribaldone aveva dovuto rientrare in Italia dove le cure non riuscirono a ridonargli

6.2 Page 52

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414 Gianni Caputa
Sulla base delle raccomandazioni lasciate dal visitatore don Tirone, nel
1937-38 si avviano lavori di risanamento e ampliamento edilizio190. Vengono
pure redatte le “Ratio Studiorum” dei due studentati di Cremisan e Betlemme.
Per capire il loro significato nel particolare contesto dell’ispettoria, occorre
partire dal libretto intitolato “Organizzazione degli studi nella Provincia
Orientale di Gesù Adolescente (Palestina – Egitto – Turchia – Iran)” che don
Canale preparò e fece stampare nella “scuola tipografica don Bosco” di Ales-
sandria d’Egitto nel marzo 1938.
È una presentazione articolata in tre parti: nella prima espone le “neces-
sità scolastiche dell’Ispettoria Orientale” e all’ultimo posto elenca “studentato
filosofico e teologico” (p. 3), per i quali occorre avere o preparare “insegnanti
di filosofia tomistica e di scienze teologiche ed ecclesiastiche” (p. 5). Nella
seconda parte definisce il “programma di base per provvedere a tali necessità
scolastiche”, diviso in cinque punti: “a) Partendo dal principio che in primo
luogo occorrono numerosi e abili maestri elementari, si sentì il bisogno di si-
stemare il programma scolastico dello studentato filosofico di Cremisan […]”
(pp. 5-6). “- c) Compiuto il tirocinio pratico, i giovani chierici vengono rac-
colti nello studentato teologico di Betlemme, dove, oltre al programma qua-
driennale di scienze teologiche ed ecclesiastiche, continuano a studiare in sot-
tordine quelle lingue moderne o materie sussidiarie, cui si sono dedicati du-
rante il triennio” (p. 6) ”. Segue la terza parte: “Che cosa si è fatto finora in
conformità al programma propostoci?” (pp. 9-10):
“Lo studentato teologico funziona con regolarità da circa sei anni. Tutte
le materie teologiche, scritturali, giuridiche, storiche, prescritte dal pro-
gramma del Consigliere Scolastico Generale, vi sono insegnate con re-
golarità e competenza. Inoltre come insegnamenti secondari di lingue,
ecco quanto si va compiendo nel presente anno scolastico: 1) Cinque
chierici attendono allo studio dell’arabo letterario, per giovarsene nella
predicazione e nell’insegnamento. 2) Tre chierici attendono allo studio
della lingua inglese. 3) Sette attendono allo studio della lingua francese”.
Dopo aver elencato gli studenti che frequentano o si sono diplomati
presso Università Civili (B. Ubezzi e Q. Faoro: p. 10) a p. 11 prosegue: “Uni-
versità Ecclesiastiche: un solo chierico, per ora, frequenta il secondo anno
della Facoltà teologica all’Università Gregoriana in Roma, e per speciale con-
cessione è pure iscritto all’Istituto Biblico”.
la salute; moriva il 29 dicembre 1937 a 28 anni, donando la sua vita per “il bene dell’ispettoria,
il progressivo sviluppo dello studentato teologico, la perseveranza dei miei compagni di
corso”: Lettera mortuaria scritta dal direttore don Forastelli.
190 Cf AIO, Verbali Consiglio Ispettoriale, 4 dicembre 1937; Cronaca del teologato 13
giugno 1938; Cronistoria p. 102.

6.3 Page 53

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 415
Siamo di fronte al primo documento programmatico riguardante gli studi
e la formazione dei giovani confratelli dell’ispettoria dall’inizio della sua
erezione canonica (1902)191.
Insieme ad esso vi era l’Ordo accademico intitolato: “Pia Societas S.
Francisci Salesii – Provincia Orientalis a Jesu Adolescente – Ratio Studiorum
Philosophiae, Humanitatis, Theologiae quae Cremisan et Bethlehem in Insti-
tutis a S. Aloysio et a Jesu Infante nuncupatis persolvuntur in annum
MCMXXXVII MCMXXXVIII”, anch’esso stampato ad Alessandria nel 1938.
Per il teologato documenta, in un elegante Latino, le materie del primo
corso e del triennio, la lista dei professori (gli stessi dell’anno precedente, più
don Vittorio Bortolaso [1889-1959] della casa di Cremisan, per la Patro-
logia)192; quindi i singoli trattati per ogni gruppo di materie (con i contenuti e
i relativi libri di testo), l’orario settimanale e il calendario annuale193.
Sulla carta, dunque, tutto era a posto; in pratica invece qualcosa non an-
dava come voluto. In particolare l’insegnamento di don Galizzi non soddisfa-
ceva, e si era in trattative per sostituirlo; il 19 marzo 1938 don Canale ri-
sponde telegraficamente a don Ziggiotti (1892-1983), nuovo consigliere sco-
lastico generale: “Venga Marocco insegnerà dogmatica - Canale”194.
Il 18 e 19 aprile, Lunedì e Martedì di Pasqua, si svolge a Betlemme il
Capitolo ispettoriale che elegge don Raele come delegato al Capitolo gene-
rale e don Rosin suo supplente195. Don Canale, sempre alla ricerca di perso-
191 Copie del fascicolo si trovano sia nell’AIO sia in AAC; mentre la Cronaca del teolo-
gato non ne fa il minimo cenno.
192 Era già professore ordinario di filosofia, storia ed economia politica, prima di divenire
salesiano nel 1930; insegnò a Foglizzo, poi nel 1937 venne nell’Orientale, dove rimase 13 anni.
193 Cf AAC. Quanto ai testi scolastici, vi sono conferme rispetto a quelli del 1929-30
(Tanquerey, Piscetta-Gennaro, Barin) e le seguenti novità: S. Scrittura: i 5 volumi di H. SIMÓN
- J. PRADO, Praelectiones biblicae ad usum scholarum, che comprendevano sia la Propedeutica
biblica, sive introductio in universam Scripturam; sia la Introductio Specialis ai singoli libri
dell’A. T. e N. T., P. Marietti Torino dal 1920-1934. Storia: P. PASCHINI, Lezioni di Storia Ec-
clesiastica, 3 voll., SEI Torino 1930. Diritto Canonico: F. CAPPELLO S. J., Summa Juris Publici
Ecclesiastici, Gregoriana Roma; A. VERMEERSCH, Epitome Juris Canonici II, H. Dessain
Roma. Patrologia: J. TIXERONT, Manuale di Patrologia, Berruti Torino. Per la parte pratica
della Liturgia (nel calendario figura un’ora settimanale di “cerimonie”) il testo era probabil-
mente E. VISMARA, Le funzioni della Chiesa, 2 voll., SEI Torino 1934. Per la Teologia Pasto-
rale si seguiva A. PISCETTA - A. GENNARO, Elementa Theologiae Moralis, vol. VII. Canto
Ecclesiastico: oltre il Liber Usualis, si aveva P. FERRETTI, Principi teorici e pratici del Canto
Gregoriano, Desclée Roma. Lingua Ebraica: Italo PIZZI, Elementa Grammaticae Hebraicae,
SEI Torino. Da notare che durante il biennio-triennio filosofico-magisteriale si studiava seria-
mente il Greco classico (sui manuali di Giovanni SETTI, Disegno storico della Letteratura
Greca, SEI Torino; G. GARINO - P. UBALDI, Grammatica Greca, SEI Torino; L. COGNASSO,
Grecia, SEI Torino) e ci si esercitava su quello biblico del vangelo di S. Matteo.
194 In AIO 2.3.
195 Cf Cronaca del teologato.

6.4 Page 54

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416 Gianni Caputa
nale, nella lettera del 22 aprile chiede al Rettor Maggiore che rientrino in
ispettoria i neo-sacerdoti Felice Bersia e Felice Gadda che avevano appena
terminato la teologia a Chieri:
“La nostra ispettoria, così stremata di personale, ha perduto nell’anno
decorso 12 confratelli o per morte alla vita o per morte alla Congrega-
zione. Ho dovuto aprire la casa di Teheran ed ora devo pensare a Mira-
bello. Pel venturo anno scolastico io debbo ritirare 14 Chierici dalle Case
per chiamarli allo studentato teologico. Per quanto mi sia stillato il cer-
vello, non so proprio come risolvere il problema”196.
Verso la fine dell’anno scolastico, succede qualcosa di grave nello stu-
dentato (di cui ci sfuggono i termini esatti); il 28 maggio don Canale, in va-
canza a Lugano, scrive al direttore don Forastelli di “ammonire seriamente”
uno dei chierici, e preannuncia che gli altri implicati saranno sospesi dalle or-
dinazioni197. Il 1° giugno don Raele parte per l’Italia; dal 23 al 5 luglio parte-
cipa con l’ispettore a Torino-Rebaudengo ai lavori del Capitolo Generale XV
che si occupa in particolare delle case di formazione e approva i regolamenti
appositi.
Nel frattempo a Beitgemal era scomparso tragicamente don Rosin,
primo direttore del teologato198. Al rientro in sede, don Canale raccoglie testi-
monianze e documenti su questa sconvolgente vicenda e redige un lungo me-
moriale che trasmette al Rettor Maggiore199.
Nelle riunioni del 28 agosto e 10 settembre il Consiglio ispettoriale si
occupa anche dei suddetti chierici indisciplinati e formalizza le decisioni
preannunziate da don Canale, sospendendoli dagli ordini sacri200.
196 AIO 2.1.1.
197 Cf AIO 4.5.1.
198 Da tempo era stato preso di mira da una banda di malviventi che taglieggiava la
scuola agraria di Beitgemal; il 17 giugno, non trovando in casa i denari che avevano chiesto, lo
pestarono a sangue minacciandolo di peggio; il 23, mentre rientrava dalla vicina casa religiosa
di Deir Rafat, lo assassinarono: cf E. FORTI, Un buon samaritano..., pp. 123-125, 139-146. I
chierici che si recarono a Beitgemal per il funerale erano “compresi di aver seppellito un
santo”: Cronaca del teologato 20, 24 e 25 giugno 1938. Alla messa di suffragio nella chiesa del
S. Cuore a Betlemme presero parte circa 500 fedeli. Qualche tempo dopo, la nota benefattrice
Fanny Lamanna di Alessandria comunicava d’aver ricevuto la grazia di una guarigione straor-
dinaria per sua intercessione: cf Ibidem 4 e 22 luglio 1938. Nelle cinque fitte pagine della Let-
tera mortuaria don Canale, dopo aver descritto la tragica fine, afferma: “Egli era un gigante di
virtù e di eroismo, anche senza l’aureola di una morte così eccezionalmente santa”, quindi
traccia il profilo morale della sua personalità. Negli archivi centrale, ispettoriale e delle case
di Betlemme, Beitgemal e Cremisan esiste abbondante materiale documentario che attende di
essere utilizzato per scrivere una degna biografia di questa grande figura di salesiano.
199 I materiali si trovano in ASC, C 350 e 351.
200 Cf AIO Verbali del Consiglio ispettoriale; AIO 4.1 Alessandria; cf Cronaca del teo-
logato 27 settembre 1938.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 417
6. Conformità ed eccezioni al Regolamento dei teologati
Durante l’estate i chierici G. Galliani, G. Morazzani, C. Moroni e A.
Vettore, che avevano già conseguito l’abilitazione magistrale a Rodi (1935) e
la maturità liceale ad Istanbul (1937)201, terminato il quarto anno di tirocinio
in Egitto, giungono a Betlemme dove iniziano la teologia. All’esterno il clima
socio-politico, già surriscaldato da persistenti tensioni, diventa esplosivo202.
Tra il 19-20 settembre don Raele si reca in Egitto e don López ad Haifa
per ricevere gli esami dei preti del quinquennio. Il 24 assume l’ufficio di di-
rettore don Pietro Bolognani (1880-1972), mentre il suddiacono Raffaele No-
vembre, insegnante e assistente ad Haifa, sosta a Betlemme per dare alcuni
esami, poi viene mandato con le stesse mansioni a Smirne. Analogamente, il
27 il suddiacono De Marco parte per Alessandria. Poco tempo dopo (il 9 ot-
tobre) il cronista annota: “Questa mattina il ch. Morazzani riceve l’ubbidienza
per Cremisan, come assistente e insegnante dei filosofi. La teologia la stu-
dierà da solo”. Per quest’ultimo non esiste altra documentazione (data la
prossimità fra Betlemme e Cremisan); invece numerose lettere di questo pe-
riodo fra l’ispettore e il direttore di Smirne riguardano la vicenda del suddia-
cono Novembre che, oberato di lavoro fino all’esaurimento, accantonerà tem-
poraneamente la teologia e di conseguenza posticiperà le ordinazioni203.
Si trattava di altre eccezioni alle norme stabilite dal Regolamento dello
Studentato teologico, redatto dal CG15 ed emanato dal Rettor Maggiore il 24
marzo 1939204.
L’inizio del nuovo anno scolastico avviene il 17 ottobre, ma in forma
sbrigativa, perché l’ispettore è alla vigilia di una ennesima partenza per
l’Italia dove parteciperà all’inaugurazione dell’aspirantato di Mirabello, inse-
diando don Carlesso come direttore e don Bersia come consigliere. L’orario
nel teologato diventa meno provvisorio dal 10 novembre quando don Ma-
rocco inizia il corso di dogmatica, ma gli ultimi due allievi giungono solo il
20; in totale sono 14 (4 i nuovi)205.
201 Cf Cronistoria pp. 93, 101.
202 Cf AAC, Registro dei voti, pp. 22, 24. La Cronaca del teologato accenna ai gravi in-
cidenti che ebbero luogo il 13 settembre 1938 a Betlemme, quando i nazionalisti fecero saltare
in aria gli edifici del municipio e della posta.
203 Cf carteggio Canale-Francia dal 7 settembre 1938 al 24 maggio 1939, in AIO 5.6.
204 Cf ACS 19 (1939) n. 91, pp. 33-40. - Alcuni teologi furono insegnanti regolari di
varie materie ai filosofi (lingue, matematica, chimica, scienze) tennero lezioni settimanali e
ricevettero gli esami: cf Cronaca di Cremisan, ad es. 7 novembre 1931; 14-17 marzo 1932;
28 giugno 1933; 19-20 febbraio 1934.
205 Cf Cronaca del teologato.

6.6 Page 56

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418 Gianni Caputa
In conformità al Regolamento, si continua a dare molta importanza alla
“formazione ecclesiastica e salesiana” dei chierici in quanto futuri “educatori
e pastori di anime”: oltre alle riunioni delle “Compagnie” e alla soluzione
mensile dei “casi di morale e di liturgia”, vi sono le conferenze settimanali
prescritte (cf art. 13) nelle quali don Raele presenta documenti pontifici, ad
es. l’enciclica Ad catholici sacerdotii di Pio XI (1935), o le Costituzioni sale-
siane e le circolari di don Ricaldone, oppure richiama norme liturgiche ser-
vendosi del primo volume di don Eusebio Vismara. Molto curati anche i pro-
grammi liturgico e ricreativo delle feste (Immacolata, don Bosco) cui presie-
dono autorità ecclesiastiche e civili e prendono parte numerose comunità reli-
giose della zona206.
In adempimento alle deliberazioni del CG15, il 14 febbraio 1939 don
Canale invia al Consigliere scolastico generale un quadro aggiornato e com-
pleto della formazione e degli studi in ispettoria, tracciando un bilancio della
programmazione da lui stesso avviata due anni prima:
“L’incipiente aspirantato di Mirabello, lo studentato filosofico di Cre-
misan e il teologato di Betlemme procedono con soddisfacente regola-
rità. – I chierici Laconi Francesco, Lorenzini Alfonso e Ottone Lino
compiono il corso teologico all’Università Gregoriana in Roma. Il ch.
Laconi frequenta il 3° anno e gli altri due il 1° anno. – Le ricordo per
l’anno venturo l’assoluta necessità di avere per Cremisan un insegnante
competente per la filosofia tomistica. […]207.
Le tre sedi delle case di formazione, per igiene e attrezzatura scolasti-
camente sono adesso tutte alla portata delle moderne esigenze. Non par-
liamo di Mirabello che è nata perfetta dal cuore del nostro venerato
Rettor Maggiore; ma anche Cremisan e Betlemme dopo le riparazioni,
gli ammodernamenti e le aggiunte fatte, non lasciano nulla a desi-
derare” 208.
206 Cf Ibidem 14 dicembre 1936 e 7 gennaio 1937, 1° e 8 dicembre 1938, e passim.
207 Dei tre teologi iscritti alla Gregoriana, Lorenzini abbandonò la Congregazione dopo
poco tempo; Ottone (1914-1998) conseguita la licenza in Teologia e la laurea in Lingue, servì
l’ispettoria in posti di governo; Laconi (1912-1983), licenziato in Teologia e in S. Scrittura
(1940, 1942) e laureato in Inglese all’Orientale di Napoli (1942), a causa della seconda guerra
mondiale dovette fermarsi in Italia, insegnò nel teologato salesiano di Bollengo (1942-1945) e
in quello dei Frati Conventuali a Napoli. Solo nel 1947 rientrò in Ispettoria come professore e
direttore (1952-1957) dei teologi a Tantur. Fu poi ispettore (1958-1967) e, dopo essere stato in-
caricato delle Missioni a livello di Congregazione, nel 1973 tornò al teologato di Cremisan;
morì a Castelgandolfo il 29 ottobre 1983: cf (con le debite correzioni circa l’inizio del teolo-
gato) il suo articolo: Un cammino di mezzo secolo, in La Terra Santa [Gerusalemme] 52 (1976)
246-254 e i dati che don Vittorio Pozzo riassume nella Lettera mortuaria.
208 AIO 2.3. Preso atto della pratica impossibilità di stabilire un consistente aspirantato
in loco, si era deciso che in quello di Mirabello, paese natale di don Ricaldone, si sarebbero
preparati i giovani da mandare come novizi nell’ispettoria Orientale. Fu un altro segno dell’at-
taccamento di don Ricaldone all’ispettoria “Gesù Adolescente”.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 419
Allegato a questa lettera era un foglio formato A3 intitolato “Elenco Stu-
denti Universitari anno accademico 1938-1939” che registra 9 confratelli del-
l’Orientale iscritti a facoltà statali di Torino e Napoli: 5 sono sacerdoti (G.
Brusa, E. Derossi, F. Laconi, G. Risatti, L. Trivero) e 4 chierici (A. Lorenzini,
L. Ottone, L. Santesso, N. Ursella). Da tutto l’insieme risulta il notevole
sforzo che l’ispettoria stava compiendo per dotarsi di un numero adeguato di
confratelli titolati soprattutto in campo linguistico e letterario, ma anche in
scienze ecclesiastiche. Da notare che – in deroga ai canoni e al Regolamento
suddetto – Laconi, Lorenzini e Ottone erano iscritti contemporaneamente alla
Gregoriana e all’Orientale di Napoli209.
Il 7 marzo i teologi si recarono a Cremisan per la tradizionale festa e ac-
cademia di S. Tommaso insieme ai filosofi e novizi. Nei giorni 10-11 aprile,
“nella nuova biblioteca dello studentato”, si tenne il convegno annuale dei di-
rettori. Si parlò anzitutto del “rinnovamento dell’edificio” che si era reso ne-
cessario perché “il locale adibito dall’ispettore sig. don Nigra per la definitiva
stabilizzazione dello studentato […] era in condizioni deplorevoli, antigie-
nico, insufficiente. Il visitatore straordinario, sig. don Tirone, esortò a provve-
dere subito un locale […] adatto”. Si passa poi a verificare l’applicazione di
alcune norme riguardanti i chierici tirocinanti, i preti del quinquennio, gli
studi teologici:
“È necessario l’intero svolgimento dei programmi e che gli studi abbiano
la loro parte pratica e la parte speculativa, istruttiva, conformandosi alle
finalità speciali della nostra Pia Società (Atti n° 87 pagg. 20, 21). Nel
teologato le cose procedono bene sia per lo studio delle materie ecclesia-
stiche come nella preparazione sacerdotale dei chierici teologi. Si è
inoltre introdotto l’insegnamento regolare di lingue moderne che restano
a scelta dei chierici secondo la tendenza di ciascuno. Le lingue classiche,
greco ed ebraico, vengono insegnate nelle vacanze. Oltre gli insegnanti
regolari dello studentato ve ne sono tre aggiunti, provenienti due da Cre-
misan ed uno da Gerusalemme”210.
209 Secondo l’Elenco Generale, nel 1938 i confratelli erano 194 (55 chierici, dei quali
17 filosofi e 17 teologi), i novizi 11, le case 14, sparse in 4 nazioni (dal 1936 si era aggiunta
l’opera di Tehran in Iran). Nel 1940 i numeri sono quasi gli stessi: 195 confratelli (40 chierici,
13 filosofi e 19 teologi), 12 novizi, 15 case (compresa quella di Tantur).
210 ACrem, Circolari dell’Ispettore. Ai professori residenti si era aggiunto il giovane
prete don Giuseppe Marocco (1913-1993) neo-laureato in teologia alla Gregoriana, che iniziò a
insegnare Dogmatica (cf ASC, E 043). I due “aggiunti” di Cremisan erano don Forastelli
(Storia) e don Bortolaso (Patrologia); quello di Gerusalemme era il neo-sacerdote don Flavio
Fedeli (1913- …) il quale però non poté quasi mai raggiungere lo studentato per tenervi le
lezioni di Inglese a causa dei frequenti disordini politici che andarono intensificandosi quel-
l’anno: cf Cronaca del teologato in data 9, 10 e 15 novembre 1938.

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420 Gianni Caputa
7. Trasferimento a Tantur? - Internamento a Betlemme!
Intanto a Roma si stavano portando avanti le trattative per l’accettazione
dell’ospizio dei Cavalieri di Malta a Tantur. Il 18 marzo 1939 don Ricaldone
suggeriva che sarebbe potuto servire come sede del teologato, oppure per tra-
sferirvi i novizi e/o i filosofi di Cremisan. Un mese dopo don Canale scriveva
a don Ziggiotti: “Se avverrà l’accettazione di Tantur, allora divideremo i No-
vizi dai Filosofi, collocandoli in questa nuova casa, posta in magnifica posi-
zione tra Gerusalemme e Betlemme, ricca di camere private per studenti de re
biblica211.
Il 6 maggio, avvicinandosi il periodo degli esami, l’ispettore richiama
osservazioni emerse nella riunione dei direttori, chiedendo che si dedichi
meno tempo alle attività dell’oratorio e più allo studio. Il 17 giugno non si
può svolgere la consueta processione del S. Cuore per le vie di Betlemme,
“causa i gravi torbidi che ci sono in questi tempi in Palestina”; questi non im-
pediscono che il 20 luglio e il 4 agosto i teologi visitino vari luoghi di Geru-
salemme, guidati dal gesuita P. Fernández. Per il resto, si dedicano allo studio
delle lingue bibliche e moderne, e alcuni aiutano don Marocco a mettere in
ordine la grande biblioteca della casa, che verrà inaugurata il 7 settembre212.
Tuttavia il minaccioso evolversi della situazione politico-militare in Eu-
ropa fa prevedere più gravi ripercussioni in Terra Santa. Per cui, anche dietro
esplicito suggerimento del Patriarca Latino, l’ispettore nomina don López, di
nazionalità salvadoregna, come rappresentante ufficiale dei Salesiani e di-
spone che la corrispondenza, scritta in Francese, sia indirizzata a lui presso
una casella diversa da quella della sede ispettoriale213.
Il 18 agosto don Canale informa il Rettor Maggiore che il contratto per
Tantur è stato firmato a Roma, descrive minutamente l’edificio e prospetta in
termini entusiastici i possibili utilizzi della proprietà214. In settembre vi sog-
giorna egli stesso col suo segretario, mentre alcuni teologi e preti aiutano a
mettere in sesto e custodire l’edificio215.
211 AIO 2.3. Lo stesso 18 aprile scriveva a don Berruti: “Il superiore dell’orfanotrofio
Ratisbonne di Gerusalemme domanda di entrare nella nostra Congregazione. Ha 43 anni, è va-
lido di costituzione, Trentino di nascita e forse parente col defunto nostro confratello don Pal-
laoro. È laureato in Filosofia alla Gregoriana e ha fatto la teologia a Lovanio. Quid agendum?”:
AIO 2.2. - Don Ricaldone il 26 aprile 1939 rispondeva suggerendo di procedere con prudenza:
cf AIO 2.1.1.
212 Cf Cronaca del teologato.
213 Cf lettera di Mons. Luigi Barlassina del 9 luglio, in AIO 4.5.1.
214 Cf ASC, S 3662B; dello stesso tono è la finale della lettera del 28 novembre 1939,
Ibidem.
215 Cronaca del teologato 19-20 settembre, 3-4 ottobre.

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 421
L’8 ottobre il suddiacono P. Tignonsini lascia lo studentato per recarsi
come consigliere scolastico a Beitgemal; l’11 inizia il nuovo anno accade-
mico, anche se alcuni teologi devono recarsi altrove a sostituire quei confra-
telli che, a causa della guerra in Europa, non possono giungere dall’Italia. I
professori sono gli stessi dell’anno precedente, eccetto don Antonio Farrugia
(1908-1995) per l’Inglese, don Bolognani per il Francese e il suddiacono Fi-
lippo Garegnani (1903-1973) per la Liturgia e le Cerimonie. Il 14 novembre il
cronista scrive: “Oggi finalmente possiamo dire che lo studentato è al com-
pleto. In tutti ora siamo 17”. Nei giorni seguenti don Canale “si dichiara ab-
bastanza soddisfatto del buon andamento dello studentato”, benché il Consi-
glio ispettoriale avanzi riserve su qualche chierico216.
Seguono le tradizionali accademie di S.Cecilia e dell’Immacolata (cui
assistono anche gli studenti francescani e betharramiti, oltre ai salesiani di
Cremisan), poi gli EE.SS. in preparazione alle ordinazioni al suddiaconato e
agli ordini minori: predica il padre D. Cavallari ofm, e conclude don Canale
lasciando come ricordi: “Santità e scienza”. E così si chiude l’anno 1939217.
Il “piatto forte” dell’accademia di S. Tommaso edizione 1940 sono le due
tesi su “Il desiderio innato di vedere Dio”, e la “Distinzione fra intelletto attivo
e intelletto passivo”, al termine delle quali il direttore don Bolognani inco-
raggia “a sempre stare attaccati alla dottrina del grande Dottore, che è dottrina
della Chiesa, dottrina di Dio”. Poi gli studenti, dal campo delle idee scendono
a quello sportivo per affrontarsi in un’animata partita di basket-ball218.
Il 21 aprile si inaugura solennemente la casa di Tantur, dove però si
stabiliscono non i teologi ma i novizi provenienti da Cremisan219.
Come previsto, le conseguenze della guerra in Europa si fanno sentire
anche in Palestina: “Il chierico van Alphen riceve dal Sig. ispettore l’ubbi-
dienza di recarsi a Gerusalemme per assistere i religiosi di nazionalità tedesca
concentrati nell’ospizio austriaco”. In questo clima, le celebrazioni per la so-
lennità del S. Cuore si svolgono con straordinario fervore e culminano in una
“interminabile processione” per le vie di Betlemme220. Poi gli avvenimenti
precipitano: dopo la dichiarazione di guerra da parte dell’Italia (11 giugno
1940) novizi, filosofi e teologi, insieme all’ispettore e a tutti i confratelli ita-
liani, vengono rinchiusi dalle autorità militari inglesi nella casa di Betlemme,
trasformata in campo di prigionia221. È facile capire in che stato d’animo i
216 Cf Ibidem 8 ottobre - 20 novembre.
217 Cf Ibidem 22 novembre, 8, 12-23 dicembre.
218 Cf Ibidem 7 marzo 1940.
219 Cf Ibidem 21 aprile 1940.
220 Ibidem 29-31 maggio; cf anche Registro dei voti, p. 35.
221 La Cronaca del teologato riporta: “12.6 Mercoledì: durante il giorno ciascuno pre-

6.10 Page 60

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422 Gianni Caputa
teologi portano a termine le lezioni, danno gli esami e ricevono gli ordini (fra
di loro vi sono tre presbiteri salesiani e uno betharramita)222. Per il teologato,
accantonati i sogni di trasferimento a Gerusalemme o a Tantur, iniziava un
inatteso periodo di stabilità forzata223.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
1. Dalla documentazione esibita, risulta priva di fondamento l’opinione
comunemente diffusa che il teologato salesiano in Terra Santa sia iniziato nel
1925. Per la sua nascita nel 1929 (senza sminuire il merito di don Carlo Gatti)
va riconosciuto che furono anzitutto determinanti le direttive del Beato don
Filippo Rinaldi assecondate dai suoi consiglieri224.
2. Nei primi anni si procedette in modo piuttosto approssimativo; e tut-
tavia anche questo costituiva un progresso rispetto al “prima”, cioè al modo
in cui i chierici fino al 1929 si preparavano al sacerdozio, dispersi e assorbiti
dal lavoro nelle varie case. Ci volle la sacrificata tenacia di don Nigra per sal-
vare la sopravvivenza della gracile creatura, poi don Canale consolidò l’orga-
nizzazione, potendo contare sulla competenza accademica di don López e
sulla tempra ascetica di don Raele.
3. Canonicamente il teologato non costituiva una casa religiosa auto-
noma rispetto all’orfanotrofio-scuola: da un lato, il direttore e l’economo
para la sua valigia perché si attende di dover partire da un momento all’altro per l’esilio. - 13.6
Giovedì: oggi verso sera arriva la notizia che la nostra dimora di prigionia sarà la casa di Be-
tlemme. Nessuno di noi poteva aspettarsi sorpresa più gradita”. - Il 14 vi furono internati i con-
fratelli Italiani delle altre case di Terra Santa. - “22.6 Sabato: in mattinata arrivano tra noi
alcuni teologi italiani dei PP. del Sacro Cuore per unirsi alla nostra prigionia”.
222 Cf Ibidem 25, 28 giugno; 14 luglio.
223 Restarono liberi don López (salvadoregno) che da Beitgemal coordinò i collega-
menti, e i due chierici P. van Alphen (1912-1994, olandese) incaricato dell’opera di Haifa, e G.
Morazzani (1914-1993, maltese e perciò suddito Britannico) residente a Cremisan. Essi antici-
parono la conclusione degli studi e l’ordinazione sacerdotale che ricevettero a Betlemme nella
chiesa del Sacro Cuore il 2 febbraio 1941. Subito dopo Morazzani fu mandato in Egitto dove
riuscì a salvare le scuole salesiane: cf Lettera mortuaria scritta da don Luigi Bergamin.
224 La decisione del “fermo” quadriennale di nuove opere per impegnare tutte le energie
della Congregazione nella formazione dei futuri preti fu di portata storica e di grande coraggio,
se si tiene presente che don Rinaldi era stato l’uomo che don Bosco aveva incaricato delle
vocazioni adulte, le quali nella cosiddetta “scuola di fuoco” concentravano in pochi mesi studio
e formazione. Era colui che credeva fermamente nel “lavoro santificato”, tanto da chiedere e
ottenere da Pio XI l’indulgenza plenaria giornaliera. Sull’attualità di quella decisione cf Juan
Edmundo VECCHI, “Io per voi studio”. La preparazione adeguata dei confratelli e la qualità
del nostro lavoro educativo, in ACG 78 (1997) n. 361, pp. 3-47 (21-22).

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 423
erano gli stessi, dall’altra, alcuni tra professori e teologi facevano parte del
personale della casa.
4. La scarsità di docenti fu un dato costante, e una ricorrente causa di di-
sagio225. I superiori di Torino ne presero atto e vennero incontro inviando a più
riprese professori, anche con un trattamento di favore rispetto ad altre Ispet-
torie. Il numero dei chierici fu sempre ridotto e spesso venne ulteriormente
rimpicciolito dall’ispettore per fornire insegnanti e assistenti alle scuole. Negli
11 anni presi in considerazione essi furono complessivamente 59226.
5. Di fronte a questi dati e alla constatazione che l’Orientale non aveva
le forze per sostenere contemporaneamente noviziato, filosofato e teologato
(cf lettera di don Nigra del 4 dicembre 1932), ci si può chiedere perché non si
presero in considerazione alternative, ad es.: inviare i chierici salesiani al teo-
logato dei PP. Betharramiti non solo per la S. Scrittura; oppure effettuare il
più volte ipotizzato trasloco a Gerusalemme ove si sarebbe potuto collaborare
con i centri teologici ivi esistenti. È una questione che richiede ulteriori ri-
cerche227.
6. Tenuto conto che, dovunque in quel tempo, le appartenenze nazional-
culturali richiedevano alle persone una lealtà visibile e alle istituzioni una im-
postazione distintiva, oggi appare apprezzabile il desiderio di inculturazione e
225 Alcuni avevano conseguito titoli accademici in scienze ecclesiastiche (Belloni,
López, Marocco, Siara, Teissèdre, Zamjen) gli altri erano autodidatti.
226 La cifra complessiva è basata sul Registro dei voti, e si distanzia dalle liste - non
sempre attendibili né del tutto corrispondenti tra di loro - riportate in [G. LACONI (ed.)], o.c.,
pp. 162-169, nelle annate dell’Elenco Generale, e nelle “pagelle” che venivano mandate sia al
cancelliere del Patriarcato Latino sia al Consigliere scolastico generale, tra le quali quella rias-
suntiva intitolata “Studenti di Filosofia e Teologia che sono passati nella Casa di Betlemme
[dall]’anno 1930 [all’anno] 1939”, conservata in AIO 4.5.1. Ecco i nomi: 1929-1930:
F. Bianco, A. Bonamigo, G. Brusa, N. Del Mistro, L. Odello, P. Pivano, G. Ponzetti, F. Ricci,
B. Ubezzi; nuovi degli anni seguenti, 1930-1931: N. Coassolo, F. Giraudi, P. Jachetti, L. Tri-
vero; 1931-1932. G. Barbieri, G. Carrara, S. De Pascalis, Q. Faoro; 1932-1933: P. Cattan,
E. Cotto, C. Garavello, F. Grimshaw, G. Kren, M. Povše, R. Salom; 1933-1934: V. Bergandi,
G. Colombo, P. Lisciotto, G. Scarano; 1934-1935: G. Bailone, E. Dal Maso, A. Farrugia, F. Fe-
deli, A. Gatti, C. Giraudo, A. Lunardi, R. Novembre, A. Ribaldone; 1935-1936: V. Costabile,
B. De Marco; 1936-1937: F. Garegnani, A. Ghione, A. Reggio, C. Sciueri, P. Tignonsini;
1937-1938: M. Arienti, S. Canciullo, P. van Alphen; 1938-1939: A. Botto, M. Daziano, G.
Filié, G. Galliani, G. Morazzani, C. Moroni, G. Rassiga, A. Vettore; 1939-1940: L. Carboni, C.
Farneti, M. Morra, A. Paoloni. - Cinquantuno provenivano dall’Italia, due da Malta, uno da
Spagna, Francia, Inghilterra, Olanda, Palestina, Siria, Slovenia. - Includo nel numero anche
Arienti, Daziano, Ghione, Kren (che dovettero abbandonare la teologia per motivi di salute),
Grimshaw, Ricci, Povše (usciti di congregazione da chierici), e Ribaldone (morto all’inizio del
3° anno nel 1937).
227 Negli archivi salesiani non ho trovato documentazione al riguardo; in quello centrale
dei PP. di Betharram l’archivista p. Roberto Cornara mi scrive che non esiste nulla, ma non
ho potuto verificare di persona.

7.2 Page 62

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424 Gianni Caputa
risulta bilanciata la proporzione che venne data, da una parte, al consegui-
mento di titoli italiani e, dall’altra, allo studio delle “lingue straniere” (Fran-
cese, Inglese e Arabo). Indicativo il fatto che i primi due ex-alunni del teolo-
gato a laurearsi furono Q. Faoro e B. Ubezzi, in lingua Araba (1937).
7. Va da sé che lo stato reale dell’ispettoria non era così negativo come
lo descriveva don Nigra sul punto di lasciarla, né del tutto positivo come di-
chiarava don Tirone concludendo la visita straordinaria del 1937. Anche il
piccolo teologato di Betlemme, avviandosi alla sua adolescenza, presentava
luci ed ombre, ma le prime sembravano prevalere sulle seconde. Infatti erano
state poste buone basi per ulteriori progressi.
Il gruppo dei professori aveva una certa esperienza e in prospettiva
avrebbe dovuto essere rafforzato da confratelli che si stavano specializzando
presso facoltà ecclesiastiche. Erano sempre più numerosi i chierici che inizia-
vano la teologia dopo aver conseguito il diploma magistrale o/e liceale, e
questo contribuiva ad elevare il livello degli studi. La “bibliotechina” dei teo-
logi era tutta contenuta in pochi armadi; ma i professori potevano accedere
alla “grande biblioteca” della casa che, iniziata dal fondatore don Belloni e
continuamente aggiornata, contava allora migliaia di volumi e riceveva un
buon numero di riviste scientifiche e pastorali.
Dal punto di vista formativo, grazie alla testimonianza di confratelli
esemplari, sia preti (M. Rosin, G. Raele, ecc.) che coadiutori (G. Fissore, G.
B. Ugetti, ecc.) si venne formando una solida tradizione di regolarità religiosa
e di santità quotidiana228. Anche il contatto con i Luoghi Santi influiva positi-
vamente. Infine il contributo dei chierici alle celebrazioni nella “chiesa pub-
blica” del Sacro Cuore (corale, novene, mese mariano, processioni) e il loro
inserimento nelle svariate attività dell’oratorio di Betlemme (banda strumen-
tale, teatro, scouts) dava alla vita della casa salesiana una spiccata tonalità di
allegria e di dinamismo giovanile.
Tutto questo contribuì ad imprimere nel teologato alcuni tratti specifici
che caratterizzeranno la sua fisionomia ben oltre il 1940.
8. In conclusione: i confratelli che fecero (tutta o in parte, regolarmente
o con interruzioni) la teologia a Betlemme tra il 1929-1940, poterono usu-
fruire di vantaggi non trascurabili per la loro formazione intellettuale e spiri-
tuale, in vista del futuro apostolato sacerdotale.
228 Cf Adolfo L’ARCO, Il fornaio di Betlemme, Leumann 1967; Ernesto FORTI, Fedeli a
don Bosco in Terra Santa. Profili di otto Coadiutori salesiani, Leumann 1988; Francesco LA-
CONI - Ernesto FORTI, Il cieco delle vocazioni: Giovanni Battista Ugetti, salesiano coadiutore
(1886-1965), Leumann 1989; Tiburzio LUPO, D. Felice Bianco, missionario salesiano nel Me-
dioriente, Torino 1973.

7.3 Page 63

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 425
Fonti inedite di Archivio
AA = Archivio della Casa Salesiana di Alessandria d’Egitto
Registri delle Ordinazioni, degli esami e dei voti di Teologia (1900-1947)
AAC = Archivio Accademico del Teologato
Registro dei voti degli esami di Teologia dal 1932-33 al 1950-1951
AB = Archivio della Casa Salesiana di Betlemme
- Circolari dell’Ispettore (1912-1967)
- Cronaca della Casa di Betlemme
- Cronistoria della Casa di Betlemme
- Don Mario Rosin: Registri della corrispondenza
ACrem = Archivio della Casa Salesiana di Cremisan
- Circolari dell’Ispettore dal 1912 al 1967
- Cronaca del teologato = Cronaca dello Studentato teologico salesiano di Betlemme: 6
quaderni dal 07.10.34 al 29.07.42
- Cronaca della Casa di Cremisan
- Orari e “Costumiere” dello Studentato Teologico di Bethlehem (1932-1935) [qua-
derno Zamjen]
AIO = Archivio dell’Ispettoria Orientale “Gesù Adolescente”, Betlemme
- 2.1 Consiglio Superiore. Il Rettor Maggiore – Circolari dal 04.04.1895 al 01.01.1965
- 2.1.1 Consiglio Superiore. Il Rettor Maggiore – Corrispondenza dal 24.06.1932 al
26.08.1966
- 2.2. Consiglio Superiore. Il Vicario del Rettor Maggiore [Prefetto generale]
- 2.3 Consiglio Superiore. Il Consigliere per la formazione del Personale salesiano
[Catechista generale, oppure Direttore spirituale]
- 3.1.1 Circolari dell’Ispettore
- 3.1.2 Visite ispettoriali
- 3.5.2 Lo Studentato Teologico dal 18.01.36 al 24.05.71
- 4.1 Case – Alessandria: Documenti dal 1911 al 1935
- 4.1.1 Case – Alessandria: Corrispondenza dal 1936 al 1941
- 4.4 Case – Beitgemal
Cronaca Rosin = Cronaca particolare di don Mario Rosin (01.02 - 06.06.1936)
- 4.5.1 Case - Betlemme
- 4.6 Case - Cairo
- 4.9 Case – Istanbul: Documenti – Corrispondenza
- 5.6 Case – Izmir [Smirne]
- [senza numero di catalogazione] Biografie di Confratelli Salesiani [dell’Orientale]
defunti, dalla fondazione a tutto il 1937
- [s.n.c.] BORREGO Jesús, I Salesiani nel Medio Oriente, 1891-1980, Roma 1982, 490 p.
- [s.n.c.] Capitoli ispettoriali
- [s.n.c.] Cronistoria dell’Ispettoria Orientale “Gesù Adolescente” (Palestina, Egitto,
Turchia, Iran) dalla fondazione a tutto il 1937, Betlemme 1938, 105 p.
- [s.n.c.] Registro Generale “B” – Elenco dei Confratelli, Sacerdoti e Chierici
- [s.n.c.] Verbali delle riunioni del Consiglio ispettoriale

7.4 Page 64

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426 Gianni Caputa
ASC = Archivio Salesiano Centrale (via della Pisana, 1111 - Roma)
- Cartelle personali dei seguenti confratelli: Belloni don Giovanni (1859-1936), Bianco
don Felice (1903-1945), Bonamigo don Antonio (1903-1985), Brusa don Giovanni
(1907– ), Calis don Giuseppe (1880-1954), Del Mistro don Natale (1905-1979), Fascie
don Bartolomeo (1861-1937), Gatti don Carlo (1875-1947), López don Rafael (1903-
1943), Marocco don Giuseppe (1913-1993), Nigra don Lorenzo (1879-1951), Odello
don Luigi (1907-1972), Pivano don Pietro (1878-1960), Ponzetti don Giulio (1908-
1986), Puddu don Salvatore (1874-1964), Raele don Giuseppe (1880–1971), Ricci ch.
Francesco (1908- ), Rosin don Mario (1875-1938), Siara don Giovanni (1887-1937),
Teissèdre don Edmond (1886-1937), Tirone don Pietro (1875-1962), Ubezzi don Bar-
tolomeo (1907-1986), Villa don Paolo (1888-1969), Zamjen don Felice (1888-1956)
- D 873 Verbali delle riunioni capitolari [del Capitolo Superiore]. Volume V: 03.01.27 –
08.11.35
- S 31 Medioriente
— S 3122 Orientale: Corrispondenza con don Filippo Rinaldi
— S 3123 Pro-memoria al Capitolo Superiore [sulle Case della Ispettoria Orientale]
— S 3124 Relazioni delle Visite straordinarie:
+ 3124 – 20: don Antonio Candela (1929-1930)
+ 3124 – 21,22: don Pietro Tirone (1937)
— S 3662B, 3662C: Corrispondenza con don Pietro Ricaldone
- S 38 Medioriente: Rendiconti annuali dell’Ispettore
Pubblicazioni
- Atti del Capitolo Superiore della Società Salesiana, Torino 1920-
- Bollettino Salesiano, Torino 1877-
- CANALE Giovanni Battista, Organizzazione degli studi nella Provincia Orientale di
Gesù Adolescente (Palestina – Egitto – Turchia – Iran), Scuola Tip. Don Bosco –
Alessandria Egitto, 1938 – XVI.
- —, Pia Societas S. Francisci Salesii – Provincia Orientalis a Jesu Adolescente – Ratio
Studiorum Philosophiae, Humanitatis, Theologiae quae Cremisan et Bethlehem in In-
stitutis a S. Aloysio et a Jesu Infante nuncupatis persolvuntur in annum MCMXXXVII
MCMXXXVIII, Scuola Tip. Don Bosco, Alessandria Egitto, 1938-XVI. La minuta dattilo-
scritta, intitolata Kalendarium, si trova in AIO 3.5.2.
- —, Pia Societas S. Francisci Salesii – Provincia Orientalis a Jesu Adolescente – Ratio
Studiorum Philosophiae, Humanitatis, Theologiae quae Cremisan et Bethlehem in In-
stitutis a S. Aloysio et a Jesu Infante nuncupatis persolvuntur in annum MCMXXXIX
MCMXL, Scuola Tip. Don Bosco, Alessandria Egitto, 1940-XVIII.
- CERIA Eugenio, Vita del Servo di Dio Filippo Rinaldi, Torino 1948.
- DAHBAR N., Sainte-Anne de Jérusalem. Seminaire Grec-Melkite dirigé par les RR.PP.
Blancs. A l’occasion du 75e Anniversaire de sa Fondation (1882-1957), [s.i.l.] 1959.
- DESRAMAUT Francis, L’orphelinat Jésus-Adolescent de Nazareth en Galilée, au temps
des Turcs, puis des Anglais (1896-1948) = Istituto Storico Salesiano, Studi 3, Roma
1986.
- DUVIGNAU P., Le Père Buzy, Lourdes 1969.
- Elenco = Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales, Torino 1875 -
- FERASIN Egidio, La formazione teologica: sfida salesiana ed ecclesiale degli anni
venti, in Francesco MOSETTO (ed.) “Ecce ascendimus Jerosolymam”, Roma 2003, pp.

7.5 Page 65

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I primi anni del teologato salesiano in Terra Santa: Betlemme 1929-1940 427
419-451. Si basa sulla ricerca documentaria di Silvano ONI, I Salesiani e l’educazione
dei giovani in Piemonte, durante il periodo del Fascismo.
- FORTI Ernesto, Un buon samaritano, concittadino di Gesù [Simone Srugi], Torino
1967.
- LACONI Francesco, Un cammino di mezzo secolo, in La Terra Santa [Gerusalemme] 52
(1976) 246-254.
- [LACONI Giovanni (ed.)], Cinquantesimo dello Studio Teologico Salesiano in Terra
Santa: 1925/26 – 1975/76, Gerusalemme 1977.
- LAHHAM M. (ed.), Centocinquant’anni nel campo del Signore (1852-2002): il Semi-
nario di Beitgiala, Gerusalemme 2002 [in Arabo].
- POZZO Vittorio, L’Ispettoria Salesiana del Medio Oriente. I primi cinquant’anni
(1902-1952), Betlemme 2003. È basato sulla ricerca di Jesús BORREGO, o.c., alla quale
egli stesso contribuì.
- RASTELLO Francesco, Don Pietro Ricaldone, quarto successore di Don Bosco, Roma
1976.
- VALENTINI Eugenio – RODINÒ Angelo (edd.), Dizionario biografico dei Salesiani, To-
rino 1969.
- WIRTH Morand, Da Don Bosco ai nostri giorni. Tra storia e nuove sfide, Roma 2000.