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IL CARDINALE AUGUST HLOND ORGANIZZATORE
DELLA VITA ECCLESIASTICA IN POLONIA
Stanis¯aw Wilk sdb
Nel 1921 il card. Adolf Bertram, ordinario di Breslavia, creò la Delega-
zione Episcopale in quella parte del territorio dell’Alta Slesia che dopo il ple-
biscito era toccata alla Polonia. Dopo la costituzione definitiva dei confini po-
lacchi in forza dei trattati internazionali, la Sede Apostolica, con decreto del 7
XI 1922, la trasformò in Amministrazione Apostolica indipendente della Slesia
polacca, affidandone il governo a don August Hlond, fino a quel momento
ispettore (provinciale) della provincia salesiana tedesco-ungarica, e l’11 XI
1922 ottenne la dignità di protonotario apostolico ad instar participantium.
Entrando in carica nell’Amministrazione il 17 XII 1922, mons. Hlond in-
vitò clero e fedeli a coinvolgersi nell’opera dell’organizzazione e della costru-
zione della nuova unità territoriale. Si rendeva conto che l’Amministrazione
Apostolica sarebbe diventata, un giorno, diocesi, e che quindi si doveva orga-
nizzare la nuova unità amministrativa su fondamenti solidi. Il giovane ammi-
nistratore si rese conto non solo della mancanza di locali opportuni e di mezzi
finanziari, ma soprattutto della penuria di clero. Senza perdersi d’animo di
fronte alle difficoltà, prima organizzò gli uffici centrali e le istituzioni del-
l’Amministrazione, fra cui la Curia, il Tribunale del clero, il Consiglio dei
Consultori Diocesani ed il Consiglio Amministrativo. Vi chiamò persone com-
petenti, che godevano di fama ineccepibile, persone grandi di cuore e di men-
te, che formarono un complesso ottimamente assortito di collaboratori. Poi or-
ganizzò la divisione amministrativa, accrescendo la rete dei decanati e delle
parrocchie. Si prese cura della costruzione della futura chiesa cattedrale e de-
gli edifici destinati a diventare curia e seminario diocesano, acquistando terre-
ni adatti per questi edifici. In vista di un’accurata formazione teologica dei fu-
turi sacerdoti dell’Amministrazione Apostolica, organizzò il proprio seminario
diocesano e lo volle a Cracovia, perché i seminaristi potessero anche frequen-
tare l’Università Jagellonica. Poiché conosceva il valore della stampa e dei
“buoni libri” nella vita religiosa dei fedeli, fondò l’editrice “S. Giacinto” e die-
de vita al settimanale per le famiglie cattoliche «Go Niedzielny» (in versio-
ne tedesca «Sonntagsbote»), e per i bambini al «Ma¯y Go Niedzielny».
L’Amministratore Apostolico attribuiva grande importanza allo sviluppo del-
l’azione cattolica sociale. Per integrare ed intensificare l’attività in questo cam-
po, condotta da particolari organizzazioni ed associazioni, fondò la Lega Cat-

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tolica, che nelle sue strutture formali corrispondeva ormai alle future strutture
organizzative dell’Azione Cattolica. Per venire incontro agli effetti della crisi
economica, fondò il Segretariato di Beneficenza ed il Comitato di Salvezza
della Slesia. Rivolse inoltre la sua attenzione al pericolo derivante dall’abuso
dell’alcool, dando vita alla Lega Antialcoolica. Per sua ispirazione furono or-
ganizzati ed introdotti in Slesia i Congressi Cattolici ad Huta Królewska (1923)
ed a Katowice (1924). Negli appelli e nelle lettere pastorali invitava i fedeli ad
un risveglio e ad una rinascita religiosa dei cuori attraverso una fede viva ed
approfondita, che avrebbe fatto da sostegno ai principi cattolici e alla conce-
zione cattolica del mondo. «Lo spirito di fede – come scrisse nella lettera del
1° III 1924 – deve formare nell’anima quella luminosa e chiara coscienza cat-
tolica che sta a difesa della legge di Dio e della moralità cattolica e non si la-
scia turbare né smorzare da nulla». Per ravvivare lo Spirito di Cristo e raffor-
zare il culto mariano tra il popolo della Slesia, giunse alla solenne incorona-
zione del quadro miracoloso della Madonna a Piekary (Slesia). Il rito della co-
ronazione fu compiuto il 15 VIII 1925 dal nunzio apostolico mons. Lorenzo
Lauri, con numerosa partecipazione di vescovi, clero e fedeli.
Dopo il concordato tra la Sede Apostolica e la Repubblica Polacca (10 II
1925), il Papa Pio XI con la bolla Vixdum Poloniae unitas del 28 ottobre 1925
riorganizzò le metropoli e le diocesi della Polonia, costituendo, fra l’altro, la
diocesi di Katowice, che abbracciava nei suoi confini l’Amministrazione
Apostolica della Slesia Polacca ed il Vicariato Generale della Slesia di Cie-
szyn. Il S. Padre, il 14 dicembre 1925, nominò come primo vescovo della
neoeretta diocesi don August Hlond, fino allora amministratore apostolico, il
quale il 2 gennaio 1926 prese possesso della diocesi ed il 3 gennaio, nella
procattedrale di Katowice, intitolata ai SS. Pietro e Paolo, ricevette la consa-
crazione episcopale dalle mani del metropolita di Varsavia, card. Aleksander
Kakowski.
Tra le prime attività del nuovo Ordinario si deve ricordare l’erezione del
Capitolo Cattedrale di Katowice, il 22 gennaio 1926, e l’istituzione del gior-
nale diocesano «Informazioni Diocesane», a sostituzione delle precedenti
«Disposizioni della Amministrazione Apostolica della Slesia Polacca». Come
amministratore apostolico e poi vescovo, Hlond mise ogni cura perché venis-
sero trattati giustamente e Polacchi e Tedeschi. Tuttavia non tutti furono sod-
disfatti della sua attività pastorale. Dalla fine del 1923 i cattolici tedeschi, rac-
colti nell’Unione dei Cattolici Tedeschi in Polonia (Verband der deutschen
Katholiken in Polen), da poco fondata, lo accusarono di condurre nella Chiesa
una politica nazionale e di non tener conto dei bisogni dei cattolici tedeschi.
Lo attaccarono sulle pagine dei giornali della Slesia e dell’Austria, soprattutto
in «Oberschlesischer Kurier» ed in «Das Neue Reich», e mandarono querele

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a Roma. Gli attacchi e le querele erano gratuiti, dato che alla loro base c’e-
rano motivi unicamente di natura politica.
Il 13 febbraio 1926 morì il metropolita di Gniezno e Pozna , il primate
polacco card. Edmund Dalbor. Dopo alcuni mesi, il 24 giugno 1926, il S.
Padre nominò arcivescovo di Gniezno e Pozna mons. August Hlond, elevan-
dolo l’anno dopo (20 VI 1927) alla dignità cardinalizia.
Assunta la responsabilità nelle arcidiocesi di Gniezno e di Pozna (2 X
1926), il card. Hlond si dedicò ad una graduale riorganizzazione della vita ec-
clesiastica in ambedue le diocesi. Come prima cosa, nel 1927, abrogò l’Ordi-
nariato Arcivescovile di Pozna ed al suo posto creò la Cancelleria del Pri-
mate. Attraverso questi cambiamenti e la totale separazione delle finanze
delle due arcidiocesi, nel 1930 ripristinò l’indipendenza della diocesi di
Gniezno, che fino a quel momento era in realtà unita solo in unione personale
con l’arcidiocesi di Pozna . Sottolineò la loro autonomia anche con la costi-
tuzione di una distinta amministrazione economica dei beni di tutti e due i se-
minari, indipendente dalle curie arcivescovili. Riorganizzò gli studi dei semi-
nari, tenendo conto delle esigenze del Codice di Diritto Canonico. Pensava
pure di dare vita ad una Accademia Teologica a Pozna , per la quale stese di
persona gli statuti. In ambedue le diocesi introdusse una nuova organizza-
zione del tribunale ecclesiastico, nominando nuovi ufficiali e rinnovando la
composizione dei collegi giudicanti. Per garantire a queste istituzioni perso-
nale qualificato, mandò giovani sacerdoti a compiere gli studi giuridici a
Roma. Chiamò al capitolo cattedrale persone degne e meritevoli delle diocesi.
Rimise in attività il Capitolo della Collegiata di Kruszwica. Tenne contatti
molto stretti col clero, prendendo parte alle riunioni decanali e stando molto
attento alla regolarità delle riunioni stesse. Preparò un sinodo provinciale ed
uno diocesano, che però fu impossibile realizzare per lo scoppio della guerra.
Uno dei fini della sua azione pastorale fu quello di ravvivare e rendere
più dinamica la vita cattolica nelle arcidiocesi, specie nell’ambito dell’im-
pegno cattolico nel sociale. Appoggiò l’attività delle associazioni caritativo-
sociali. Già nel 1927 organizzò a Pozna la Scuola Cattolica Sociale, trasfor-
mata, nel 1933, in Istituto Cattolico di Educazione e, nel 1938, in Scuola Cat-
tolica per Infermieri. Seguendo le indicazioni della Sede Apostolica, nel 1938
eresse a Pozna l’Istituto Superiore di Cultura Religiosa. Queste istituzioni
avrebbero dovuto preparare per le due diocesi una élite cattolica ed i futuri
quadri per l’attività socio-culturale. Appoggiò l’organizzazione di congressi
cattolici e si impegnò personalmente nella preparazione, a Pozna , di con-
gressi nazionali ed internazionali. Nel 1930 eresse a Pozna l’Istituto Arcidio-
cesano di Azione Cattolica e due anni più tardi creò, presso la Cancelleria del
Primate, un Segretariato per esercizi spirituali, col compito di diffondere

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l’idea ed il movimento di esercizi spirituali “chiusi”. Rivolse molta attenzione
allo sviluppo dell’attività caritativa: lo dimostrano il rinnovamento degli sta-
tuti di fraternità e di associazioni di benefattori esistenti nella diocesi, come
l’istituzione di gruppi parrocchiali della Caritas. Negli anni della crisi econo-
mica diede vita al Comitato di Salvezza per i Disoccupati. Attraverso inter-
venti e discorsi radiofonici, in occasione delle Settimane della Misericordia e
delle Feste Natalizie, sensibilizzava la società alla sorte dei più poveri, spe-
cialmente dei bambini poveri. Riordinò e normalizzò tutti gli ambiti dell’am-
ministrazione dei beni dell’arcidiocesi, pubblicando, nel 1935, «l’ordine sul-
l’amministrazione dei beni ecclesiastici».
Queste iniziative non esauriscono certamente la sua attività come arcive-
scovo di Gniezno e di Pozna . È bene ricordare il suo insegnamento delle ve-
rità della fede, le sue meravigliose lettere pastorali sugli impegni dei cattolici
di fronte alla lotta contro Dio, sui principi cristiani circa vita statale, sulla vita
parrocchiale, sul tema dei principi morali cattolici. Le indirizzava alle per-
sone della sua diocesi, ma, per via dei loro ricchi contenuti, del modo di af-
frontarli, dello stile affascinante e della bellezza del linguaggio, esse venivano
lette e commentate in tutta la Polonia e anche fuori dei confini.
Molto posto e tempo dell’attività del card. Hlond furono occupati dai
problemi dell’intera Chiesa polacca. Veramente in forza delle decisioni della
Sede Apostolica del 9 febbraio 1925, l’arcivescovo di Gniezno e Pozna ,
quale primate della Polonia e l’arcivescovo di Varsavia, quale primate del
Regno Polacco, non possedevano nessun riconoscimento giuridico, ma il
card. Hlond visse la dignità di primate in modo molto responsabile. Nel foro
della Conferenza dell’Episcopato Polacco, con molto tatto regolò la questione
della loro convocazione e della presidenza delle discussioni. Le conferenze
furono indette dall’arcivescovo di Gniezno e Pozna , come primate della Po-
lonia, mentre le sedute foruno presiedute dall’arcivescovo di Varsavia, come
primate del Regno Polacco. In modo particolare il primate Hlond si impegnò
ad unificare i vescovi polacchi fra di loro, col nunzio e con la Sede Aposto-
lica. Cercò anche di estromettere la politica dalla vita ecclesiastica. Fra le
opere più significative di cui si occupò nella riunione di tutta la Polonia, si
deve ricordare l’organizzazione dell’Azione Cattolica Polacca (1929-1930),
per la quale redasse personalmente gli statuti ed i regolamenti ed organizzò
l’«Istituto Generale di Azione Cattolica», come pure il centro per l’Unione
Cattolica della Gioventù Femminile e per l’Unione Cattolica della Gioventù
Maschile, con sede a Pozna . Nel 1933 diede vita al Consiglio Sociale, ac-
canto al Primate Polacco, con la funzione di analizzare i problemi sociali alla
luce della dottrina cattolica e di diffondere i principi sociali cattolici. Grazie
al suo personale impegno, come abbiamo sentito nel precedente intervento, fu

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Il Cardinale August Hlond organizzatore della vita ecclesiastica in Polonia 79
preparato e convocato il Primo Sinodo Plenario Polacco, che, sotto la presi-
denza del legato pontificio card. Francesco Marmaggi, fu tenuto ad Jasna
Góra nell’agosto del 1936. Un ruolo eccezionalmente importante ebbe nel re-
golare i rapporti tra Stato e Chiesa nella II Repubblica. Nel 1932 si oppose
decisamente alle opinioni che danneggiavano l’episcopato ed agli intrighi
delle autorità statali a Roma. Per realizzare le deliberazioni concordatarie,
come plenipotenziario della Sede Apostolica, dal 1936 condusse le trattative
con le autorità polacche, giungendo ad accordi sulle questioni più difficili ed
imbrogliate, fra cui quella dei beni che erano nelle mani del clero. Un capi-
tolo personale della sua attività di primate è costituito dalla cura pastorale per
i profughi polacchi, di cui, per delega dell’episcopato polacco, si occupava
l’arcivescovo di Gniezno e Pozna .
Nella vita e nella varia e feconda attività del card. Hlond, la guerra mon-
diale costituisce un periodo di dolorose e tragiche esperienze. Il viaggio a
Roma nel settembre del 1939 diede inizio alla sua personale tragedia, come
pastore della Chiesa. Non prese mai la parola sul tema del suo viaggio e non
cercò di giustificare la sua decisione di settembre. Durante il soggiorno
romano (19 IX 1939 - 9 VI 1940), a Lourdes (11 VI 1940 - 6 IV 1943) e a
Hautecombe (6 IV 1943 - 3 II 1944) fece di tutto per essere utile ai suoi con-
nazionali nel Paese occupato, smascherando le falsità e gli errori della propa-
ganda hitleriana, come pure richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica
mondiale sulla natura e sui fini dell’hitlerismo. Arrestato dalla Gestapo il 3
febbraio 1944, non accettò di collaborare con gli aggressori. Il 1° aprile 1945,
i soldati della IX armata americana lo liberarono dal convento di Wieden-
brück (dioc. di Paderbon) dove era stato internato.
Il 24 aprile 1945, attraverso Parigi, giunse a Roma. D’accordo con
mons. Domenico Tardini, segretario della Congregazione degli Affari Straor-
dinari della Chiesa e capo della prima sezione della Segreteria di Stato, sulla
base delle informazioni raccolte a Parigi ed a Roma riguardanti la situazione
nella sua Patria, preparò tutta una serie di proposte in vista della ricostruzione
della vita ecclesiale e religiosa in Polonia. Con uno scritto del 28 giugno
1945, mandò a mons. Tardini, fra l’altro, delle proposte per risolvere la que-
stione del governo ecclesiale transitorio nelle terre polacche.
Tenendo conto delle decisioni di Jalta per quanto riguardava i nuovi con-
fini polacchi, propose di affidare il governo transitorio sulle parti delle arci-
diocesi e diocesi polacche ad occidente della linea Curzon alle seguenti per-
sone: all’ordinario di Ëom a, mons. Stanis¯aw Ëukomski - la parte dell’arci-
diocesi di Vilna; al vescovo ausiliare di Pi sk, Karol Niemira - la parte della
diocesi di Pi sk; all’ordinario di Przemy l, mons. Franciszek Barda - la parte
dell’arcidiocesi di Leopoli. La parte della diocesi di Przemy l posta ad oriente

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della linea di Curzon propose di affidarla al delegato dell’ordinario di
Przemy l. Per i territori posti ad est della linea di Curzon, per questo stesso
uniti all’Unione Sovietica, temeva che i vescovi latini rimasti ancora là
(a Vilna e Leopoli) e così i fedeli della Chiesa romano-cattolica venissero
deportati in Polonia. Per questo suggerì che si sarebbe dovuto cercare la
forma più opportuna e possibile di governo ecclesiastico per loro, soprattutto
per le diocesi di Pi sk e di Ëuck, per quanti, certamente, fossero rimasti di
fedeli della Chiesa romano-cattolica. Riteneva anche che si dovessero trovare
analoghe soluzioni per le diocesi greco-cattoliche.
Per la diocesi di Varmia non propose nessuna soluzione. Dimostrò solo
che il suo ordinario, mons. Massimilian Kaller, era stato allontanato dalle au-
torità tedesche. Aggiunse tuttavia che i Tedeschi avevano lasciato questo ter-
ritorio, mentre il governo di Varsavia aveva cominciato a farvi affluire conta-
dini polacchi. Riguardo alle diocesi di Danzica e di Pelplin propose di nomi-
nare un amministratore apostolico a parte. Osservò che fino al momento del
ritorno in Polonia di mons. Karol Rado ski, un amministratore apostolico si
doveva preoccupare del governo della diocesi di W¯oc¯awek.
Nel caso della Libera Prelatura di Pi¯a (Schneidemühl) e di una parte
della diocesi di Berlino e dell’arcidiocesi di Breslavia, poste ad est del futuro
confine occidentale polacco, era del parere che dovessero essere affidate al
governo di amministratori apostolici con sede a Pi¯a e ad Opole. Le questioni
del governo ecclesiastico di Spisz, Orawa e Cieszyn dovevano, a suo parere,
essere risolte sul luogo.
Le proposte del card. Hlond furono pure oggetto delle sue conversazioni
con mons. Tardini nella Segreteria di Stato ed il 3 luglio furono presentate al
S. Padre, che decise di conferire al card. Hlond facoltà specialissime. Dopo la
decisione papale, nella Segreteria di Stato redassero un progetto di quelle de-
leghe, che il S. Padre Pio XII approvò l’8 luglio.
In forza delle deleghe eccezionali il primate Hlond, in caso di mancanza
di collegamenti con la Sede Apostolica, avrebbe potuto conferire tutte le
grazie e le dispense che abitualmente conferisce la Sede Apostolica, ad ecce-
zione della dispensa di alcuni casi strettamente precisati, tra cui: la dispensa
dal celibato, dal matrimonio non consumato o da impedimenti di affinità di
primo grado in linea diretta per contrarre matrimonio. Dalle competenze del
Primate fu escluso il diritto di nominare vescovi. Nel decreto era dichiarato
tuttavia che se una sede vacante non fosse stato possibile affidarla o lasciarla
affidata ad un vicario capitolare, si sarebbe dovuto nominare un amministra-
tore apostolico ad nutum Sanctae Sedis. In tali situazioni, i vicari capitolari
e gli amministratori apostolici avrebbero avuto tutti i diritti di vescovi re-
sidenziali. Nel punto 4.e: il decreto conteneva la deliberazione che di queste

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Il Cardinale August Hlond organizzatore della vita ecclesiastica in Polonia 81
facoltà eccezionali il card. Hlond potesse fare uso in tutto il territorio
polacco. Nel decreto non erano nominate expressis verbis né le terre polacche
occupate dalla Russia né i territori aggregati alla Polonia, ma dai chiarimenti
orali di mons. Tardini risultava che le facoltà concesse abbracciavano il terri-
torio della vecchia (del 1939) e della nuova (del 1945) Polonia, e quindi sia le
terre polacche che si trovavano sotto l’occupazione sovietica (ad est della
linea Curzon), sia pure le terre tedesche che erano state annesse alla Polonia.
Il primate Hlond partì da Roma l’11 luglio. Dopo l’arrivo a Pozna , il 20
luglio, relativamente in fretta si orientò sulla situazione socio-politica e reli-
giosa del Paese. Il problema più urgente era l’organizzazione d’amministra-
zione ecclesiale nei territori tedeschi annessi alla Polonia. In questi territori
arrivavano Polacchi dalla Polonia centrale e dai territori posti ad est della
linea Curzon. Non molti sacerdoti tedeschi erano in grado di assicurare loro
una cura pastorale sufficiente, tanto più che pochi di loro conoscevano il po-
lacco. Inoltre le autorità diocesane tedesche non accoglievano troppo volen-
tieri i sacerdoti polacchi e non sempre accordavano loro, come nel caso della
diocesi di Varmia, la giurisdizione necessaria. Le autorità statali comuniste in-
vece, sentendosi padrone di quei territori e senza tener conto delle autorità
diocesane tedesche e della loro giurisdizione, amministravano i beni ecclesia-
stici ex tedeschi in maniera del tutto indipendente. Assegnavano chiese, con-
venti, case parrocchiali e terre della Chiesa a quei sacerdoti che si facevano
avanti per primi, perfino ad appartenenti a sette. In modo analogo aprivano ed
impiantavano nuove parrocchie, deponevano e nominavano nuovi rettori di
chiese. Capitarono casi di benedizione di matrimoni senza delegazione cano-
nica oppure a richiesta di autorità statali, come pure saccheggi dell’arreda-
mento di chiese. Le autorità statali appoggiavano ostentatamente anche l’atti-
vità di quei sacerdoti che si erano pronunciati in favore del nuovo sistema e si
comportavano secondo le sue direttive. La situazione esistente esigeva
dunque che si prendessero al più presto decisioni chiare, tanto più che sacer-
doti e fedeli si rivolgevano ai vescovi ed al primate con numerose richieste
perché si ponesse termine a questi abusi.
Il card. Hlond, nonostante non mantenesse contatti ufficiali con le auto-
rità statali centrali di Varsavia, sicuramente sapeva anche degli ordini impar-
titi alle unità dell’esercito polacco nel giugno e nel luglio del 1945, per
quanto riguardava una veloce ed efficace azione di evacuazione nella Bassa
Slesia. Conosceva pure ciò che veniva pubblicato nella stampa, da cui si de-
duceva in modo chiaro che la cura d’anime nelle terre annesse alla Polonia
avrebbero potuta condurla solo sacerdoti polacchi.
Fino al 9 agosto il primate Hlond d’accordo con mons. A. Sapieha scelse
i candidati ad amministratori apostolici: sac. Andrzej Wronka per le due dio-

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cesi di Danzica e di Pelplin (Che¯mno), sac. Teodor Bensch per la diocesi di
Varmia, sac. Boles¯aw Kominek per Opole (Slesia di Opole), sac. Karol Milik
per Breslavia (Bassa Slesia) e sac. Edmund Nowicki per Gorzów (Territorio
Lubusco, Pomerania Occidentale e Libera Prelatura di Pi¯a). Il 14 agosto con-
segnò loro i decreti di nomina datati 15 agosto (festa dell’Assunzione).
Avrebbero dovuto assumere l’incarico il 1° settembre.
La nomina degli amministratori apostolici esigeva accordi con gli ordi-
nari che avevano la giurisdizione su quei territori. Il 12 agosto a Breslavia ot-
tenne dal vicario capitolare dott. sac. Ferdinand Piontek la rinuncia, dal 1°
settembre, alla giurisdizione sulla parte dell’arcidiocesi di Breslavia che ve-
niva a trovarsi nei nuovi confini della Polonia. Il 16 agosto a Pelplin l’ordi-
nario della diocesi di Varmia, mons. Massimilian Kaller, che inaspettatamente
era tornato dalla Germania, dopo aver parlato con il card. Hlond, sottoscrisse
l’atto di rinuncia al governo della diocesi, mantenendo il titolo di vescovo di
Varmia. Il giorno seguente firmò l’atto di rinuncia il vicario generale della Li-
bera Prelatura di Pi¯a, sac. Johann Bleske (l’ordinario di Pi¯a, sac. Franz Hartz
si trovava in Germania). L’ordinario di Danzica mons. K. Splett, arrestato per
decisione del governo comunista il 9 agosto, rinunciò alla giurisdizione il 22
agosto. A mons. Konrad von Preysing, a Berlino, il card. Hlond mandò solo
una lettera con la richiesta di rinuncia alla giurisdizione sulla parte della sua
diocesi posta ad oriente del fiume Odra.
Coi decreti del 10 settembre affidò la giurisdizione sulla parte dell’arci-
diocesi di O¯omounc (decanati di G¯ubczyce, Kietrz ed Hulczyn) al sac. Ko-
minek, sulla parte dell’arcidiocesi di Praga (Commissariato di K¯odzko) al
sac. Milik. La presa di possesso delle giurisdizioni da parte degli amministra-
tori avrebbe dovuto cominciare dal 1° ottobre. Contemporaneamente aveva
inviato scritti all’ordinario di O¯omounc, mons. Leopold Prec˘an, al sac. Teofil
Opatrny, vicario capitolare di Praga e al sac. Franz X. Monse, delegato arci-
vescovile di Praga al commissariato di K¯odzko, con la richiesta di rinuncia
alla giurisdizione su questi territori e con l’informazione di averla affidata
agli amministratori apostolici. Da mons. Josef Martin Nathan, delegato arci-
vescovile di O¯omounc, ottenne la rinuncia alla giurisdizione il 15 settembre,
durante la visita nella sua residenza a Branice.
Con scritto del 29 agosto 1945, il card. Hlond informò la Sede Apostolica
della costituzione delle amministrazioni apostoliche e della nomina degli ammi-
nistratori. Vi allegò gli originali delle quattro dichiarazioni di rinuncia alle giuri-
sdizioni da parte degli ordinari tedeschi, copia della propria lettera al card. Prey-
sing, copia dei decreti di nomina degli amministratori apostolici ed una mappa
con l’indicazione dei confini delle nuove amministrazioni. Le informazioni ivi
contenute furono completate col successivo scritto del 22 settembre 1945.

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Il Cardinale August Hlond organizzatore della vita ecclesiastica in Polonia 83
Il card. Hlond informò anche le autorità statali delle nomine compiute.
Esse non furono ben accolte perché il governo polacco probabilmente si
aspettava di essere almeno consultato sulle eventuali candidature. Sconten-
tezza manifestò pure il presidente Boles¯aw Bierut, ricusando l’accettazione
di sac. E. Nowicki, amministratore apostolico di Gorzów, che il card. Hlond
aveva delegato come primo a presentarsi alle autorità statali.
La prima relazione del card. Hlond dalla Polonia, del 29 agosto, giunse a
Roma a metà di settembre. Mons. Tardini, annunciandone la ricevuta con
scritto del 20 settembre, mandato attraverso l’ambasciata italiana a Varsavia,
informò fra l’altro il card. Hlond di aver sentito dalla radio della rottura del
concordato e lo pregò di più frequenti relazioni dalla Polonia.
Sulla base di questi ed altri documenti si può dedurre che fino al termine
di settembre ed anche alla metà di ottobre 1945 né il S. Padre né la Segreteria
di Stato avevano fatto contestazioni e non avevano sollevato obiezioni ri-
guardo alle decisioni prese dal card. Hlond. Inoltre esistono indizi i quali pro-
vano che queste decisioni avevano incontrato l’accordo e la comprensione
della Sede Apostolica.
Dopo il 6 ottobre cominciarono ad arrivare alla Sede Apostolica lamen-
tele dalla Cecoslovacchia e dai territori tedeschi sugli amministratori aposto-
lici e sul card. Hlond. Nella Segreteria di Stato, all’inizio cominciarono a giu-
stificare le decisioni del card. Hlond. Quando tuttavia il numero delle lamen-
tele e dei reclami cominciò a crescere, fu sottoposto ad analisi giuridica il
contenuto del decreto e delle facoltà specialissime e fu preparato uno scritto
che venne mandato al card. Hlond il 27 ottobre 1945 (Nr. prot. 6977/45).
Mons. Tardini dichiarò, fra l’altro, che: l’espressione “grazie e dispense” con-
tenuta nel testo del decreto dell’8 luglio 1945 non conteneva le nomine di am-
ministratori apostolici; al primate polacco era stato riconosciuto il diritto di
nominare amministratori apostolici solo per le diocesi vacanti, in quanto non
fosse stato possibile affidarle a vicari capitolari. Mons. Tardini informò anche
il card. Hlond che il S. Padre aveva sanato tutti gli atti giuridici degli ammini-
stratori apostolici già compiuti o che avrebbero compiuto fino al nuovo rego-
lamento di tali questioni.
Nel concistoro del 18 febbraio 1946 Pio XII elevò mons. Adam Stefan
Sapieha, metropolita di Cracovia, alla dignità cardinalizia. La Segreteria di
Stato approfittò dell’occasione per revocare le specialissime facoltà concesse
al card. Hlond. Con lettera del 4 marzo 1946 (Nr. prot. 1627/46) mons. Tar-
dini informò il card. Hlond che il S. Padre il 28 febbraio 1946 aveva revocato
le specialissime facoltà, accordando in loro vece a lui ed al card. Sapieha nu-
merosi ed ampi diritti. Dopo la revoca delle specialissime facoltà, il card.
Hlond preparò un preciso resoconto, fra cui un’ampia relazione sulla costitu-

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84 Stanis¯aw Wilk
zione degli amministratori apostolici: Le cinque Amministrazioni Apostoliche
create in Polonia nell’agosto 1945, del 24 ottobre 1946.
Nella relazione il card. Hlond meticolosamente chiarì le circostanze
della loro istituzione, sottolineando l’importanza delle conversazioni avute
con mons. Tardini prima della sua partenza da Roma, e riconoscendo di aver
compiuto un errore di interpretazione delle facoltà specialissime. Presentando
i presupposti del proprio comportamento, chiarì: «M’indussi a creare le Am-
ministrazioni Apostoliche perché mi constava, che il confine dell’Odra sa-
rebbe per ora mantenuto e che solamente una guerra poteva rimuovere la
Russia da quella frontiera polacca, che Stalin considera come la più breve e la
più strategica linea di difesa russa contro un attacco da parte della Germania.
Mi constava che a Potsdam era stato decretato lo sfollamento dei Tedeschi
dall’est dell’Odra e che questo sfollamento sarebbe stato eseguito in tempo
per trasferire in quelle nuove terre in tutta fretta milioni di Polacchi da ogni
parte del mondo. Mi rendevo conto che urgentissime erano le misure capaci
per rimediare al disordine, che s’instaurava nel campo ecclesiastico, dive-
nendo di settimana in settimana più minaccioso per la vita religiosa e per la
posizione della Chiesa, tanto che non era permesso di temporeggiare sola-
mente per secondare le illusioni tedesche. Era chiaro che solo Prelati polacchi
potevano rendersi padroni della situazione, perché solo essi potevano avere la
necessaria autorità e possibilità di agire. Credevo che queste ragioni fossero
sufficienti per passare alle misure che furono prese». Il card. Hlond, ringra-
ziando il S. Padre Pio XII per aver sanato gli atti compiuti dagli amministra-
tori apostolici, scrisse: «Questa suprema decisione è una nuova e stupenda
prova della straordinaria saggezza, che è il vanto e la benedizione di questo
glorioso Pontificato. Essa costituisce pure un atto memorando, perché è il
punto di partenza di una nuova sistemazione eclesiastica nell’oriente europeo.
Il suo pieno e storico significato verrà compreso dal mondo più tardi». Di
questa saggezza e comprensione non diedero prova le autorità statali polacche
le quali, rimovendo nel gennaio del 1951 gli amministratori apostolici dai
posti da loro occupati, danneggiarono non solo la Chiesa, ma anche la ragione
di Stato polacco. Contrariamente all’operato delle autorità polacche e alle ac-
cuse da parte tedesca, l’opera del card. Hlond non venne annullata. Sulla base
da lui costruita, il papa Paolo VI con la bolla Episcoporum Poloniae coetus
del 28 giugno 1972 dispose l’organizzazione ecclesiastica definitiva nei terri-
tori occidentali e settentrionali. La decisione del card. Hlond deve essere sicu-
ramente considerata una delle più importanti opere della Chiesa cattolica po-
lacca del dopoguerra in Polonia.
Nella sua attività pastorale, il card. Hlond desiderò contribuire a cicatriz-
zare le ferite che la burrasca bellica aveva inferto alla Chiesa. Incoraggiava

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Il Cardinale August Hlond organizzatore della vita ecclesiastica in Polonia 85
alla ricostruzione della vita ecclesiastica, alla riattivazione delle organizza-
zioni ed istituzioni ecclesiastiche, ma desiderava pure che i fedeli si impe-
gnassero sinceramente ad elevare il livello della loro vita morale. Per suo sug-
gerimento furono tenute in tutta la nazione missioni parrocchiali di due setti-
mane, il Paese fu affidato al Cuore Immacolato di Maria ad Jasna Góra (8 IX
1946) e consacrato al Sacratissimo Cuore di Gesù. Riteneva infatti che il
compito di quel momento storico fosse «il consolidamento della vita polacca
nello spirito cristiano, che ha come fonte il vangelo e come espressione la
dottrina della Chiesa».
Nel 1946 in forza dei decreti della Sede Apostolica del 4 e del 30 marzo
venne sospesa pro hac vice l’unione personale fra le diocesi di Gniezno e di
Pozna . L’arcidiocesi di Gniezno venne annessa in unione personale all’arci-
diocesi di Varsavia e ne divenne ordinario il card. August Hlond, primate po-
lacco. Il 6 aprile rinunciò al governo dell’arcidiocesi di Pozna ; nella solen-
nità dell’Ascensione (30 V 1946) fece l’ingresso nella procattedrale di Var-
savia ed il giorno successivo assunse il governo dell’arcidiocesi. Una delle
sue prime iniziative fu di invitare il Consiglio del Primate alla ricostruzione
delle chiese di Varsavia che erano state distrutte. Il 24 giugno 1947 pose la
prima pietra per ricostruire dalle rovine la cattedrale di Varsavia. In alcuni de-
canati compì visite pastorali. Nella curia stabilì la Commissione delle Cause
dei Santi e diede vita al Collegio dei Consultori per la cura d’anime. Posero
fine al suo zelante impegno pastorale l’improvvisa malattia e la morte, avve-
nuta il 22 ottobre 1948.
(trad. Anna M. Martinelli)
Bibliografia ragionata: Stanis¯aw WILK, Archidiecezja gnie nie ska w II Rzeczypo-
spolitej (L’arcidiocesi di Gniezno nella II Repubblica), RW-KUL Lublin 1987; ID.,
Episkopat Ko cio¯a Katolickiego w Polsce w latach 1918-1939 (L’Episcopato della
Chiesa Cattolica in Polonia negli anni 1918-1939), Warszawa 1992; ID., Watykan,
Rza˛d i Ko ció¯ w Polsce w latach 1945-1948 (Vaticano, Governo e Chiesa in Polonia
negli anni 1945-1948), in «S¯owo» (Berlin) 1995 N. 30, pp. 17-26; Józef BA KA, Ks.
August Hlond na Górnym la˛sku w l. 1922-1926 (Don August Hlond nell’Alta Slesia
negli anni 1922-1926), in «Nasza Przesz¯o » XLII (1974) 109-139; Marian BANA-
SZAK, Kap¯ani i problemy kap¯a skie w dzia¯alno ci ks. prymasa kard. A. Hlonda
jako arcybiskupa gnie nie skiego i pozna skiego w latach 1926-1939 (Sacerdoti e
problematiche sacerdotali nell’attività del primate card. A. Hlond come arcivescovo
di Gniezno e Pozna negli anni 1926-1939), in ibid., pp. 141-167; Jerzy PIETRZAK,
Dzia¯alno kard. Augusta Hlonda jako wys¯annika papieskiego na Ziemiach Odzy-
skanych w 1945 r. (Attività del card. August Hlond come delegato pontificio nelle

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86 Stanis¯aw Wilk
Terre Recuperate nel 1945), in ibid., pp. 195-249; Stanis¯aw KOSI SKI, Czy kardyna¯
Hlond “nadu y¯” papieskich uprawnie ? (“Abbia abusato” il cardinale Hlond delle
facoltà papali?), in «Chrze cijanin w wiecie», 81 (1979) 19-35; Jerzy PAWLIK,
Architekt nowej diecezji - Ks. Kardyna¯ August Hlond (Architetto della nuova diocesi
- il cardinale August Hlond), in Prymas Polski. August Kardyna¯ Hlond (Primate
polacco. August cardinale Hlond), a cura di Pawe¯ Wieczorek, Górno la˛ska Oficyna
Wydawnicza, Katowice 1992, pp. 23-29; Franciszek SERAFIN, Kardyna¯ August
Hlond - prymas Polski i ma˛ stanu (Il cardinale August Hlond - primate di Polonia
e uomo di Stato), in ibid., pp. 31-44.