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FONTI
L'IDEA DELLA SOCIETÀ SALESIANA
NEL « CENNO ISTORICO » DI DON BOSCO DEL 1873/74
Introduzione e testo critico
Pietro Braido
I. INTRODUZIONE*
Tra i molti documenti destinati da don Bosco, in vari tempi, a informare
sulla « storia » e sulla fisionomia della Società Salesiana, prima e dopo
l'approvazione ufficiale (1869), il più denso e diffuso è indubbiamente il Cenno
storico sulla congregazione di S. Francesco di Sales e relativi schiarimenti, stampato
nel febbraio del 1874 a Roma presso la Tipografia Poliglotta.
Esso è una fonte privilegiata per lo studio della figura di don Bosco
fondatore, quale si rivela in uno dei momenti più significativi, anche se non il più
importante. Infatti, si ritiene ancora largamente aperto alla ricerca l'intero
problema della genesi e dello sviluppo in lui della comprensione dello stato
religioso, dell'intuizione della sua vocazione a fondatore, degli sviluppi della
coscienza, della cultura, della competenza nell'ambito specifico, dell'evoluzione
quanto alle strutture mentali e operative che lo caratterizzano nelle varie fasi
dell'ideazione, della regolamentazione, della organizzazione e del consolidamento
soprattutto della Società di S. Francesco di Sales.
Il documento che viene presentato, il Cenno istorico, ne fissa l'immagine,
non staticamente, in un momento che precede una « svolta » rilevante dal punto
di vista giuridico, determinata dalle « condizioni » imposte con l'approvazione
definitiva delle Costituzioni (venerdì santo, 3 aprile 1874).
1. Il « Cenno istorico » nelle vicende dell'approvazione delle « Costituzioni »
Il Cenno istorico 1 venne redatto da don Bosco presso il santuario di S.
Ignazio sopra Lanzo Torinese nei primi giorni di agosto del 1873, come si può
agevolmente ricavare dal seguente biglietto al fidato segretario in attesa a
* Nelle citazioni dell’Introduzione si utilizzano le sigle indicate alle pp. 273-274.
1 Cenno istorico sulla congregazione di S. Francesco di Sales e relativi schiarimenti.
Roma, Tipografia Poliglotta 1874, 20 p. - OE XXV 231-250.

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Pietro Braido
Torino-Valdocco : « Carmo D. Berto - Ti do un lavoro che ti farà fare parecchi atti
di contrizione, ma cavati come puoi! 1o copia del Cenno intorno alla Cong. etc. le
cui pagine sono numerate. 2° copia delle osservazioni come segue: si tralascia la
lettera di Monsig. Vitelleschi; e si comincia a mettere tutto quello che è notato a
numero uno colle mie aggiunte. Dove sta scritto etc. tu completerai e lo scriverai
in disteso(...). S. Ignazio, 10-8-73 aff.mo in G.C. Sac. G. Bosco ».2
Il testo si inserisce nella complessa serie di interventi compiuti o subiti da
don Bosco dalla fine del 1872 all'inizio della primavera del 1874 per il
conseguimento dell'approvazione delle Costituzioni della Società Salesiana. E',
quindi, indispensabile per la sua comprensione ripercorrerne sommariamente la
trama.
Su richiesta di don Bosco, il card. Giuseppe Berardi in una lettera del 27
agosto 1872 gli comunicava che il S. Padre riteneva « non esservi difficoltà »
perché il fondatore potesse « dar nelle vie consuete e regolari libero corso alla
domanda » di approvazione delle Costituzioni della Società.3
Don Bosco prepara l'istruzione della pratica mettendo a punto tre documenti:
1) il testo delle Costituzioni modificate rispetto alla prima edizione a stampa, in
latino, del 1867;4 2) De regulis Societatis Salesianae aliqua declaration nella
quale illustra e motiva l'accettazione o il rifiuto delle 13 « animadversiones »
formulate nel 1864 dal carmelitano Fr. Angelo Savini; 3) De Societate S.
Francisci Salesii brevis notitia et nonnulla Decreta ad eamdem spectantia, con
aggiunta una breve informazione sulla Salesianae Societatis praesens conditio.6
Dalla Declaratio si possono già vedere emergere con chiarezza alcuni punti
« qualificanti » del progetto costituzionale di don Bosco.7 Essi vi si trovano in
versione ridotta rispetto a quanto era formulato nel documento Supra
animadversiones, che costituiva la prima risposta formale alle 13 « animadversiones
» comunicate nel 1864. Forte dell'approvazione pontificia della Società ottenuta
2 E II 298-299. Il Segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari in data 26 luglio
aveva inviato a don Bosco con una lettera l'elenco di 28 « animadversiones » al testo delle
Costituzioni: cfr. MB X 728.
3 Cfr. MB X 673.
4 Cfr. Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Torino 1873 - OE XXV 35-72.
5 Cfr. riassunto in MB X 701-703 e testo integrale in MB X 894-895 e Cost. SDB 248.
L'aveva preceduta un documento redatto da don Bosco in seguito al decretum laudis del 1864 e
le 13 « animadversiones » allegate, presentato prima dell'approvazione definitiva della Società
nel 1869 alla Congregazione dei Vescovi e Regolari: cfr. Supra animadversiones in
Conslitutiones sociorum sub titulo S. francisci Salesii in dioecesi taurinensi: in MB VII 710-
715 e Cost. SDB 232-234.
6 Cfr. in OE XXV 103-121.
7 Cfr. minuta analisi in MB X 674-682. La successione delle varianti intervenute nel
testo delle Costituzioni dal 1867 al 1873 (dal doc. Ls al doc. Ns) è ricostruita nell'edizione
curata da F. Motto: Cost. SDB 18-19, 58-211.

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
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con il decreto del 31 marzo 1869 don Bosco sembra ritenere implicitamente accolte le sue
buone ragioni e superate le richieste da esse avanzate. Il testo delle Costituzioni, che presenterà
per l'approvazione nel marzo del 1873, è specchio di una convinzione che si esprime con toni
sicuri e quasi trionfali nella conferenza da lui tenuta a salesiani nella riunione del 7 marzo
1869.8 Tra i punti acquisiti, che, invece, la Congregazione dei Vescovi non ritiene
assolutamente concessi e saranno, al contrario, accresciuti dalle « animadversiones » che
perverranno a don Bosco alla fine di luglio nel 1873, si notano i seguenti:9 1) facoltà al
Superiore di concedere le lettere dimissorie per le Ordinazioni ad quemcumque episcopum;10 2)
evitare tutti i riferimenti canonici che potes-
8 Don Bosco disse tra l'altro: « Il S. Padre approvò adunque la Congregazione non solo
secondo la mia aspettazione, ma, posso ben dire che se sperava come uno, ottenni come dieci.
Ecco il risultato principale: Io La Società di S. Francesco di Sales è definitivamente approvata.
I giovani, entrati prima dei quattordici anni nel Collegio di Torino, o negli altri dipendenti
dal Superiore della Società di S. Francesco di Sales, sono sottratti alla giurisdizione vescovile,
e il Superiore Generale potrà dar loro le dimissorie(...). I giovani poi che entrano dopo i
quattordici anni e che appartengono alla Società, dietro lista spedita a Roma, saranno muniti
delle dimissorie della S. Sede(...). Quello che ha di particolare la nostra Società si è che si può
adattare a qualunque forma di governo, sia repubblicano, o monarchico assoluto o
costituzionale; poiché i suoi membri in faccia alla società civile sono considerati come liberi
cittadini, e possono possedere e disporre per testamento(...). Il Sommo Pontefice mi diceva
eziandio: — Io stimo che sia in condizione migliore una Casa religiosa dove si prega poco, ma
si lavora molto, di un'altra nella quale si facciano molte preghiere e si lavori niente o poco »
(MB IX 564-566).
L'ottimismo di don Bosco, oltre che dall'abituale tendenza a incoraggiare e a
entusiasmare i suoi, sorge dalla persuasione di aver ottenuto risultati che apparivano del tutto
insperati alla vigilia. Lo si può arguire da alcune lettere inviate nei mesi precedenti da don
Bosco ad amici e protettori e alla conclusione che egli trae da alcune officiose reazioni romane:
« Le cose trovandosi a questo punto, io ho pensato di rimettermi senz'altro alla lettera di Mons.
Svegliati e lasciare che la Sacra Congregazione inserisca nel decreto quella formula che renda
possibile l'esistenza della Congregazione e salvi la giurisdizione degli Ordinari » (lett. a mons.
Ghilardi, vescovo di Mondovì, 19 die. 1868 - E I 596-597; cfr. alcuni precedenti nelle lettere a
mons. Ghilardi, 1° giugno 1867 - E I 470-471; a P. Gius. Oreglia S. I., 7 agosto 1868 - E I 569;
del card. Patrizi, 30 agosto 1868 - MB IX 374; di mons. Svegliati, 2 ottobre 1868 - Cost. SDB
239).
9 Quanto al conto che don Bosco avrebbe tenuto delle 13 « animad versioni » nel testo
presentato per l'approvazione nel marzo 1873 il Consultore P. Bianchi osservava crudamente: «
Mi ha recato non poca sorpresa lo scorgere che la maggior parte di esse sono state omesse, o
eluse sotto pretesti più o meno speciosi allegati dal Superiore Generale in una così detta
dichiarazione delle regole annessa alla supplica » (OE XXV 364).
10 « Difficillimam imo fere dicam impossibilem — dichiara don Bosco — existentiam
Congregationis, quae in pluribus Dioecesibus habeat domus communionem habentes. Etenim
unusquisque Episcoporum cum voluerit poterit presbyteros et clericos suae Dioecesis ad se
revocare, et sic Societas solveretur(...). Hoc eodem privilegio generatim gaudent Ordines
Religiosi et Regularium Congregationes », in specie gli Oblati di M. V., l'Istituto della Carità, i
Preti della Missione (Declaratio, Cost. SDB 248). Nel Supra animadversiones era elencata una
più vasta serie di 8 ragioni per difendere tale punto di vista (cfr. Cost. SDB 232-233). Il
Consultore P. Bianchi esprimerà parere contrario: «Non sembra opportuno che questa licenza
venga iscritta a titolo di facoltà generale nelle Costituzioni. Oltre che la

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Pietro Braido
sero conferire un carattere troppo « religioso » alla Società e creare difficoltà nei
rapporti con l'autorità civile (il che sarebbe avvenuto, secondo don Bosco, se nel
testo costituzionale fosse stata esplicitamente sancita la necessità del beneplacito
della Santa Sede per determinate operazioni economiche o per l'apertura di nuove
case o l'accettazione della direzione di seminari ecclesiastici);11 3) mantenere la
possibilità di « affigliazione » alla Società dei cosiddetti « soci esterni » (a
cominciare dall'edizione del 1867 gli articoli relativi compaiono in appendice al
testo);12 4) omettere la formale prescrizione della relazione triennale alla Santa
Sede sullo stato morale, personale e materiale della Società, evitando il pericolo
che lo stato la possa considerare ente morale, soggetto a tutela.13
La Declaratio metteva in evidenza punti controversi contenuti nelle
animadversiones comunicate nel 1864, a cui don Bosco aveva già risposto in
forma meno sintetica con il documento Supra animadversiones. Ma altri temi
importanti dovevano impegnarlo in seguito.
licenza accordata ad altri Istituti in derogazione alla legge generale non può essere invocata
come precedente ed in esempio, vi è fortissima opposizione per parte di alcuni Ordinarli, e
segnatamente per parte di Monsig. Arcivescovo di Torino Ordinario della Casa madre » (Voto,
n. 2, OE XXV 365).
11 Don Bosco accenna a «non leves difficultates saepe(...) metuendae apud civiles
potestates, quae difficultates difficillime superaren tur » : assicura, però, che di fatto tale
beneplacito sarebbe stato sempre richiesto (Declaratio, Cost. SDB 248). Nel Supra
animadversiones era stato più esplicito nella difesa dei « diritti civili »: « Animadversio haec
maxima cum difficultate nostris Constitutionibus conciliari potest, nam cum socii in particulari,
non ipsa Societas, possideant, nunquam adesset casus quo Sanctae Sedi esset recurrendum.
Insuper cum apud nos vigeat Regium Placilum, pro rebus externis, sequitur rescripta Pontificia
foro civili esse submittenda. Quo facto nostra Societas tanquam Insti tu turn legale coram civili
societate haberetur, proinde sub legum civilium tutelam, quod idem est sub alienam potestatem
cederet » (Cost. SDB 233; analogo riferimento al Regium Placitum si trova più sotto nella
risposta all'« animadversio séptima » sull'autorizzazione per la fondazione di nuove case). Nelle
sue « animadversioni » del 1873 il Consultore dichiarerà infondato il timore e, quindi,
insufficiente la motivazione per non introdurre nelle Costituzioni quanto è richiesto (cfr. Voto,
OE XXV 365-366).
12 Don Bosco insiste: « Si haec (appendix) admitteretur magnum Societatis et Religionis
lucrum haberi censetur » (Cost. SDB 248). In Supra animadversiones si era richiamato alle «
Congregationes et Ordines religiosi » che hanno « tertiarios quos amicos et benefactores
vocamus » e aveva chiesto che il testo potesse comparire in appendice, come è avvenuto già
con la prima edizione del testo latino nel 1867 (Cost. SDB 233-234). Il Consultore replicherà
semplicemente: « Non essendovi nessun motivo nuovo di modificare l'accennata
animadversione, si opina che detta affigliazione si tolga del tutto dalle Costituzioni dove è stata
collocata in appendice » (Voto, OE XXV 366).
13 L'« animadversio » — osserva don Bosco — « de facto observatur sed humillime
supplicatio fit ne in Regulis inseratur. In his enim civilis potestas Ens morale, uti dicunt,
agnosceret; inde omnia temporalia in saeculares manus inciderent » (Cost. SDB 248). In Supra
animadversiones don Bosco accetta formalmente l'osservazione del primo Consultore, ma di
tale accettazione non si trova traccia nel testo costituzionale del 1867 e del 1873, come
avvertirà il Consultore P. Bianchi: «Neppure questo punto è stato inserito, allegando il
Superiore generale al solito, il timore della potestà civile » (OE XXV 366).

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno storico » di Don Bosco del 1873/74
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Un grosso ostacolo al conseguimento dell'approvazione delle Costituzioni
don Bosco vedeva indicato in una lettera a lui diretta il 9 novembre 1872
dall'arcivescovo di Torino, Lorenzo Gastaldi, il quale poneva come condizione
per promuovere, da parte sua, « l'approvazione Pontificia della Società Salesiana
» (più precisamente, delle Costituzioni) l'istituzione di un « buon Noviziato », che
si avvicinasse, « almeno in gran parte, a quello della Compagnia di Gesù ».14
Effettivamente, l’esistenza, ma soprattutto la natura del Noviziato costituirà uno dei
punti fondamentali di dissenso tra don Bosco e l'arcivescovo, il Consultore della
Congregazione dei Vescovi e Regolari del 1873, la stessa Congregazione romana.
La tradizionale tesi canonica avrà il sopravvento nell'approvazione definitiva del
1874 sulla concezione innovativa del fondatore torinese. Intanto, nella risposta
all'arcivescovo del 23 novembre 1872 don Bosco illustra il proprio punto di vista,
che egli dichiara di aver già esposto nel 1869 al Segretario e al Prefetto della
Congregazione dei Vescovi e Regolari, mons. Svegliati e il card. Quaglia, ed
espone ciò che si fa in quest'ottica nell'Oratorio di Torino-Valdocco: 15 in
sostanza il contenuto — come si può verificare nell'apparato delle fonti — è
molto vicino a quanto l'anno successivo svilupperà nel Cenno istorico (lin. 172-
221; in particolare, lin. 151-154, 160168, 172-173). Un mese dopo don Bosco
manda al suo arcivescovo anche le bozze della Brevis notitia, che si dice
intenzionato a « inviare stampato in più copie a tutti i membri della
Congregazione dei Vescovi e Regolari »; e manifesta il desiderio di unirvi
stampata la Commendatizia dell'Ordinario torinese.16 L'arcivescovo, invece, precisa
ancor meglio le condizioni a cui subordina il suo appoggio alla causa di don Bosco
a Roma, nella Commendatizia del 10 febbraio 1873, con particolare insistenza sul
noviziato e sulle dimissorie.17 In una
14 Cfr. testo integrale in MB X 684-685. In una lettera precedente del 24 ottobre
l'arcivescovo aveva anche toccato i problemi relativi alla dimissorie, agli esami di teologia
previi alle Ordinazioni e agli studi in Seminario: a questi, però, non intende obbligare se non
nel caso di risultati negativi agli esami (cfr. MB X 683-684).
15 Cfr. E II 239-240.
16 Cfr. E II 244-245.
17 Cfr. testo in OE XXV 346-347. Quattro condizioni analoghe erano state manifestate
dall'arcivescovo in una lettera del gennaio 1873 ad alcuni vescovi del Piemonte e della Liguria:
« l.(...) nessuno dei membri della detta Congregazione possa essere promosso agli ordini Sacri,
prima che abbia emesso i Voti perpetui(...). 2. Le Regole che riguardano il Noviziato siano tali
da fare dei religiosi radicati nelle virtù, come avviene nella Compagnia di Gesù. 3. Tutti i
membri della Congregazione quante volte hanno a ricevere gli Ordini, o Maggiori o Minori, si
sottomettano ciascuno al prescritto del Concilio di Trento sess. XXIII cap. 12(...) e non
pretendano di essere ordinati, senza prima esser esaminati dal Vescovo o dai suoi delegati. 4. Il
Vescovo abbia diritto di visitare le chiese e gli Oratorii della Congregazione(...)>> (MB X 694).
L'arcivescovo di Genova, mons. Magnasco, nella sua lettera Commendatizia sottolinea le
condizioni 1, 3, 4 (cfr. OE XXV 362-363). Di segno opposto è la Commendatizia del vescovo
di Fossano, mons. Manacorda, il quale intenzionalmente attribuisce gli splendidi frutti che la
Società Salesiana sta raccogliendo nell'apostolato giovanile all'eccellente spirito e formazione
dei soci, in forza anche di un vero e proprio, sostanziale,

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Pietro Braido
successiva lettera al card. Caterini, prefetto della Congregazione del Concilio
ribadirà in particolare tre esigenze: 1o « E' necessario un Noviziato in regola,
altrimenti non si formeranno uomini capaci di tenerla in essere od in fiore per
l'avvenire. 2° Sono necessarii studii filosofici e teologici ed altri simili, assai più
sodi e serii di quelli che generalmente si fecero finora. 3° Che non si ammettesse
alcuno agli Ordini Sacri prima che avesse fatto i voti perpetui, semplici però, e
dispensabili dal Superiore in nome del Sommo Pontefice(...). Io penso pertanto
che per ora si potrebbero lasciare le cose come sono, proseguendo a mantenere al
Sig. Don Bosco la facoltà di dare le Dimissorie a quelli fra i suoi discepoli i quali
prima di 14 anni entrarono nel suo Oratorio, perché vengano promossi agli ordini
Sacri; ma sarebbe bene lo aggiungere che non si promovessero agli ordini sacri se
non quelli che avranno emessi i voti perpetui ».18
Nella supplica ufficiale in latino presentata a Pio IX il Io marzo 1873, dopo
qualche esitazione,19 chiede esplicitamente due cose, ritenute essenziali (ma
alcune altrettanto importanti erano contemplate, assenti o presenti, dal testo
costituzionale): « absoluta Constitutionum approbatio et facultas dimissorias
litteras relaxandi absque exceptione ». Vi sono aggiunti i seguenti allegati: « Io
Brevis noti tia si ve collectio documentorum ad hanc Congregationem spectantium.
2° Nonnulla exemplaria Constitutionum de ultima editione. 3° Declarationes super
aliquas parvi momenti mutationes quas experientia ad processum et soliditatem
Congregationis perutiles ostendit ».20
Don Bosco, avviata la pratica, ripartiva da Roma il 22 marzo e il giorno 30
arrivava nel suo Oratorio a Torino. Più tardi, con lettera del 19 maggio, il
Segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari, mons. Salvatore Nobili
Vitelleschi, gli annunciava che il Consultore, P. Bianchi O.P., aveva depositato la
sua Consultazione, proponendo « molte modificazioni » al testo costituzionale, si
riprometteva di redigerne il compendio ufficiale e di fornire ulteriori
comunicazioni per il paziente e prudente prosieguo della pratica; gli anticipava,
però, la sua impressione negativa sulla possibilità che venisse con-
noviziato: « Abbiamo detto noviziato, aggiungeremo meno palese degli altri, ma vero
noviziato, quale si conviene ed esige il bene della Congregazione e delle anime. Poiché non c'è
chi non vegga che il farlo apertamente e quasi con pompa esteriore sotto gli occhi dei
distruggitori degli Ordini monastici, non sarebbe possibile senza pregiudicarne l'esistenza » (Lett,
commendatizia del 2 marzo 1873 — OE XXV 360-361 — la traduzione è effettuata sul testo
incluso nella Positio del marzo 1874).
18 Lett, del 19 febbr. 1873, MB X 698.
19 Tra gennaio e febbraio, don Bosco colpito in particolare dalla lettera ai vescovi del
Piemonte e della Liguria (v. nota 17), prega l'amico Mariano Manacorda, vescovo di Fossano,
« di procurarsi un'udienza dall'eminentissimo Berardi, interpellandolo se forse non sia il caso di
differire ogni cosa; tanto più che la nostra Congregazione è definitivamente approvata, e per
dieci anni il Superiore può dare le dimissorie; le altre cose si dimanderanno alla Santa Sede di
mano in mano che ne sarà bisogno» (leti, senza data, E II 257). La risposta incoraggiava a
procedere.
20 E II 260.

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno ¿storico » di Don Bosco del 1873/74
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servata nel testo delle Costituzioni la facoltà di rilasciare le dimissorie: « ciò che intanto posso
accennarle è che l'affare delle dimissorie è contrariato quasi da tutte le parti ».21 Alla fine di
luglio il compendio delle 28 animadversiones (il Consultore ne aveva formulate 38) perveniva
nelle mani di don Bosco,22 con una lettera del Segretario della Congregazione datata al 26
luglio. Da questa don Bosco doveva ricavare un quadro abbastanza chiaro delle difficoltà
pressoché insormontabili che avrebbe dovuto superare per mantenere posizioni ritenute
essenziali alla funzionalità e alle caratteristiche della sua Congregazione. Mons. Vitelleschi gli
scrive: « Io sono di avviso ch'Ella dovesse accettarle senza difficoltà, inserirle nelle
costituzioni, e poi nuovamente rimandare queste alla S. Congr. Sono nella maggior loro parte
quelle animadversioni l'applicazione delle massime stabilite da Roma per i nuovi Istituti: io mi
avveggo che quanto si vuole per i Noviziati e per gli Studii e per le Ordinazioni è ciò che da
Lei si desidererebbe o modificato o eliminato; ma d'altra parte è precisamente tutto questo su
cui gli Ordinarii hanno sempre insistito, e la S. Sede ha tenuto per fermo ed inconcusso. Le
Costituzioni sono la base fondamentale d'ogni Istituto e badano alla perpetuità e stabilità della
sua esistenza. Gli uomini passano e se una legge fondamentale non rassicuri bene la
conservazione di una fondazione, può questa venir meno al passare del suo Autore. Nel caso in
concreto la S. Sede deve provvedere alla esistenza e durazione del suo Istituto ».23
In una lettera di riscontro a mons. Vitelleschi del 5 agosto don Bosco sottolinea quanta
difficoltà trovi a inserire nelle Costituzioni quanto viene richiesto dalla Congregazione e
raccomandato dal Prelato e che egli ritiene incompatibile con l'idea che si è formato della sua
Società: « Eccellenza Reverendissima, quando ebbi dato un colpo d'occhio alle osservazioni
fatte alle nostre regole, non parevami che esse cagionassero complicazione nello inserirle; ma
messomi all'atto pratico ho trovato gravi difficoltà. In queste osservazioni e secondo le
medesime dovrei togliere più cose che in generale sono già state approvate in altri ordini
Religiosi o congregazioni ecclesiastiche. Imperciocché tutto quello che serve di principio ho
seguito fedelmente altre costituzioni già approvate come quelle dei Gesuiti, dei Redentoristi,
degli Oblati, e dei Rosminiani. Dovrei inoltre variare radicalmente le basi stabilitemi dal Santo
Padre,
21 MB X 726. Aveva rinnovato le sue opposizioni l'arcivescovo di Torino, il quale in una
lettera al Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari, card. Bizzarri, del 20 aprile
1873, insisteva ancora sui temi del noviziato, dei voti perpetui previi alle Ordinazioni, delle
dimissorie, degli studi filosofici e teologici (che a Torino si sarebbero dovuti compiere nel
seminario arcivescovile) (MB X 711-715).
22 II testo delle 38 animadversiones del Consultore e delle 28 ufficiali della
Congregazione è incluso nella Positio preparata per la Congregazione cardinalizia particolare,
che discuterà il problema dell'approvazione definitiva del testo delle Costituzioni nelle sessioni
del 24 e 31 marzo 1874 - OE XXV 364-372, 373-376.
23 MB X 728.

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Pietro Braido
cui ho procurato di coordinare tutte le Regole Salesiane. In queste osservazioni si fa una cosa
sola fra Direttorio e Regole, e l'approvazione si dimanda soltanto per queste e non per quello,
che è il regolamento pratico delle Costituzioni. Ciò posto ho adottato quello che fu possibile,
senza rendere la nostra congregazione diocesana. Essa non esisterebbe come tale, perché
avendo case in diverse diocesi, deve dipendere soltanto dagli ordinari nell'esercizio esterno di
quanto si riferisce alla religione. Inoltre ho procurato di non variare e non distruggere quello
che sembrava già stabilito nelle due date dei decreti 18641869. Affinché poi si avesse
cognizione giusta delle cose trattate ho scritto un cenno storico a questo proposito. La E. V.
pertanto mi usi la carità di leggere il cenno storico e gli schiarimenti alle osservazioni; e poi
abbia la bontà di dirmi se le cose modificate in questo modo si possano con probabile successo
di nuovo presentare alla Sacra Congregazione de' Vescovi e Regolari. Qualora ella vedesse
essere assolutamente necessario adottar tutte le osservazioni, io desisterei da ogni ulteriore
dimanda giacché una approvazione in questo senso deteriorebbe di assai l'attuale condizione
della Società salesiana. Scrivo anche al card. Berardi, che so essere tutto di sua confidenza, e
come V. E. desidera di farci del bene. Al medesimo mando copia di queste osservazioni, se mai
giudicasse di parlare qualche momento con lui. Come va che i consultori del 1869 non
trovarono sillaba ad osservare, e adesso si vorrebbe rifare ogni cosa? ».24
Di fatto alcune animadversioni contraddicono radicalmente ad essenziali attese di don
Bosco, aggravando la situazione creata con le 13 animadversiones del 1864: in particolare, la
4a (diritti civili), la 5a (voto di povertà), la 16a (noviziato), la 17a (tempo e luogo per gli studi
filosofici e teologici), la 25a (acquisti e alienazioni, cause civili), 28a (dimissorie).25
Don Bosco è troppo convinto della bontà della sua causa: non vorrebbe ottenere
un'approvazione, che importasse il sacrificio delle posizioni finora difese. In questo clima — e
nei medesimi giorni — egli prepara il testo costituzionale modificato che farà stampare a Roma
nel gennaio del 1874 (e con leggeri ritocchi farà ristampare ancora a Roma in marzo), le
Osservazioni sulle Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales e loro applicazione26 e il
Cenno istorico, che ne costituisce la giustificazione e difesa storica e giuridica.
Il 30 dicembre 1873 don Bosco è a Roma col segretario don Berto per seguire le ultime
decisive fasi della pratica per l'approvazione delle Costitu-
24 Cfr. lettera in parte edita da F. Motto in Cost. SDB 19, n. 41. Dalla cronaca romana del
segretario, d. Gioachino Berto, risulta che nella prima decade di febbraio 1874 don Bosco fu a
contatto con i Redentoristi, i Passionisti e i Preti della Missione.
25 La Consultazione preparata per i membri della « Congregazione particolare »
sottolinea questi medesimi punti, ritenuti fondamentali dal richiedente e problematici dai
destinatari, che ne usciranno ovviamente vincenti (OE XXV 393-399).
26 ASC 0.231.1873(2) - ms autografo di don Bosco: microschede 502 D 3-10; 1.892 B 8-
C 3 - ediz. Cost. SDB 245-247.

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
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zioni e il 5 gennaio 1874 è già ricevuto in udienza dal S. Padre, al quale — secondo un lungo
promemoria di 24 punti — parla di trattative per una imminente fondazione a Hong-Kong
(punto 14°) e di cose riguardanti la Società Salesiana (punto 15°).27
Intanto al card. Bizzarri, prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari, arrivava in
data 9 gennaio 1874 una nuova lettera dell'arcivescovo di Torino. Tema centrale è ancora
l'invito a che « si renda obbligatorio un Noviziato di due anni nel quale i giovani chierici sieno
esercitati non a comandare come avviene ora troppo frequentemente, perché sono posti a fare
da maestri nelle varie scuole; sì ad obbedire, come si è sempre fatto e si fa nei Noviziati delle
altre religioni, specialmente della Compagnia di Gesù ». Vengono aggiunte due proposte
inedite circa la promozione agli Ordini e l'ammissione ai voti perpetui: « si desse dalla S. Sede
ed all'Arcivescovo di Torino ed agli altri Vescovi, nelle cui diocesi fossero membri della detta
Congregazione da promuovere agli ordini sacri, la facoltà di ingerirsi in questa promozione,
sicché nessuno dei detti membri potesse esservi promosso senza l'assenso positivo ed esplicito
del Vescovo Diocesano, mentre ora a mia insaputa si trova modo di farsi ordinare altrove. Né
sembrami, sarebbe fuori luogo che si desse all'Arcivescovo ed agli altri Vescovi la facoltà di
esaminare i detti membri prima di ammetterli ai voti perpetui ». Inoltre si ripetevano accuse
sulla inaffidabilità della formazione ecclesiastica data da don Bosco o dai suoi collaboratori.28
Don Bosco verrà a conoscenza della lettera soltanto più tardi, e precisamente il 21
febbraio. In gennaio egli fa stampare presso la Tipografia Poliglotta il testo delle Costituzioni.
In esse vengono ancora evidenziati gli articoli concernenti i diritti civili e l'inesistenza della
Società come ente morale. E' aggiunto un capitolo (il XIV) sul Noviziato, ma concepito
secondo il modo da lui voluto (v. soprattutto art. 8) e un altro (il XII) De studio, con quattro
articoli che ribadiscono le sue idee. Quanto alle dimissorie e agli « esterni » le posizioni
rimangono sostanzialmente immutate, anche se per le prime si cerca una diversa soluzione
nella linea illustrata nel Cenno istorico (lin. 367-379). Più tardi, nel mese di marzo, sperando di
attenuare le opposizioni con l'eliminazione dell'appendice sugli « esterni », don Bosco cura
un'altra edizione delle Costituzioni, le quali oltre la suddetta soppressione presentano alcune
correzioni piuttosto formali.29
Intanto don Bosco fa anche comporre nella medesima tipografia il testo
27 L'affare di Hong-Kong è da lui presentato diplomaticamente in questi mesi non
disgiunto dall'esigenza di una rapida approvazione delle Costituzioni, che comprendesse anche
e soprattutto il privilegio delle dimissorie: cfr. Cenno istorico, lin. 330-340; 386-390;
Riassunto, lin. 177-179; lettera a Pio IX, marzo 1874, E II 370.
28 MB X 757-758.
29 Un'analisi particolareggiata delle modifiche introdotte nella prima e nella seconda
edizione romana delle Costituzioni, rispettivamente gennaio e marzo 1874, si trova in MB X
746-755, 784-785, 915.

1.10 Page 10

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254
Pietro Braido
del Cenno istorico, con l'intenzione di inserirlo nella Positio, insieme alla documentazione, da
mettere a disposizione della Commissione cardinalizia chiamata ad esprimersi
sull'approvazione o meno delle Costituzioni. Ma il « sommista », D. Carlo Menghini, lo
consiglia a preparare un testo più breve, con informazioni più concrete. Ne risulta il Riassunto
della Pia Società di S. Francesco di Sales nel febbraio 1874.
Il 7 marzo ai cardinali componenti la Congregazione Particolare (Patrizi, De Luca,
Bizzarri, Martinelli) veniva presentato oltre il testo delle Costituzioni nell'ultima edizione, la
Po si tio (costituita da 15 diversi documenti) e la Consultazione.30
Don Bosco, poi, in via privata, faceva pervenire ai Cardinali e al Segretario anche una
copia del Cenno istorico. Non è tutto, poiché il 18 marzo, sei giorni prima della sessione della
Congregazione Particolare egli inviava ai cardinali membri, al Segretario, al card. Berardi, a
Pio IX Alcuni pensieri che muovono il Sac. Giov. Bosco a supplicare umilmente per la
definitiva approvazione delle Costituzioni della Società Salesiana; e il 29/30 marzo, prima
della riunione definitiva inviava agli stessi un breve Promemoria sopra una lettera dell'
Arcivescovo di Torino intorno alla Congregazione Salesiana (era stata indirizzata al card.
Caterini il 20 aprile 1873).31
L'approvazione definitiva sarà ottenuta, come si vedrà; ma il testo delle Costituzioni ne
uscirà modificato, e nei punti più sensibili, e saranno annullate le speranze consegnate al
Cenno istorico.
2. L'idea di una Società religiosa che sorge da un singolare impegno tra i giovani
Il Cenno istorico non è, dunque, un'asettica ricostruzione informativa del passato. E' un
lavoro a tesi. Con esso don Bosco sembra voler contrapporre a richieste giuridiche, da lui
ritenute pressoché formali e in contrasto con le esigenze della vita, eventi e problemi, che
vogliono strutture e strumenti nuovi, più funzionali e agili, per gli operatori e non meno per i
destinatari. Inoltre, forme inedite, forse giuridicamente anomale, appaiono a lui inevitabili in
rapporto alle condizioni e ai « bisogni dei tempi ». L'intuizione sembra accompagnarlo fin dai
primi abbozzi di progetto di Congregazione o Società di S. Francesco di Sales che emerge negli
anni '50 e trova formulazione quasi « canonica », a cui farà spesso riferimento, nelle parole da
lui attribuite o prestate a Pio IX in relazione alle prime udienze del 1858.32 Ma la saldatura tra
Società
30 Cfr. XXV 295-333, 335-385, 387-400.
31 E II 371-372, 374-376.
32 E' interessante in proposito notare un inciso introdotto nella Consultazione. Dopo aver
ricordato l'udienza di Pio IX e i suoi « prudenti consigli i quali sono riprodotti in un opuscolo
stampato qui in Roma coi tipi di Propaganda » (v. Cenno istorico, lin. 81-82, 86-95), il
redattore aggiunge: « qualunque sia l'appreziazione di tali privati colloqui » (OE XXV 389).

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
255
Salesiana e opera degli oratori è una costante ricorrente in tutti i documenti « storici » o
informativi, a partire dai primordi,33 nei quali ovviamente il legame più che reale è da ritenersi
puramente ideale, retrospettivo, « proiettivo ». Parallelamente, soprattutto in fasi più avanzate,
si svilupperanno considerazioni e argomentazioni di carattere propriamente giuridico, come si
vedrà nel terzo punto di questa Introduzione.
Una delle tante formulazioni di siffatta tesi « storica » funzionale la si può ritrovare in
capo all'Esposizione alla S. Sede del 1879, quando accettata l'approvazione della Società e
delle Costituzioni, don Bosco ha solo da sperare nella concessione dei « privilegi »: « Questa
Congregazione nel 1841 non era che un Catechismo, un giardino di ricreazione festiva, cui nel
1846 si aggiunse un Ospizio pei poveri artigianelli, formando un Istituto privato a guisa di
numerosa famiglia. Diversi sacerdoti e parecchi signori prestavano l'opera loro come esterni
cooperatori alla pia impresa. Nel 1852 l'Arcivescovo di Torino approvò l'Istituto accordando di
moto proprio tutte le facoltà necessarie ed opportune al sacerdote Giovanni Bosco,
costituendolo Superiore e capo dell'opera degli Oratorii. Da quest'anno al 1858 cominciò la vita
comune; scuola, educazione di chierici, di cui parecchi divenuti preti si fermarono nell'Istituto.
Nel 1858 Pio Nono, di santa memoria consigliava il Sacerdote Bosco a costituire una pia
Società al fine di conservare lo spirito dell'opera degli Oratori ».34
Sembra utile elencare alcuni di questi documenti « informativi », che portano fino alle
soglie dell'approvazione delle Costituzioni.
Espongo rispettosamente a V. S. ill.ma e rev.ma, a mons. Giuseppe Zappata, Vicario
Capitolare dell'archidiocesi di Torino - 24 settembre 1863, E I 262-264.
Breve notizia della Società di S. Francesco di Sales (1864): Il Superiore ecclesiastico
della diocesi di Torino - Il regnante Pio IX a favore di questa Società, MB VII 890-891.
Società di S. Francesco di Sales, al nuovo arciv. di Torino, Aless. Riccardi di Netro,
giugno-luglio 1867 - MB Vili 809-811 - ASC ms autografo di don Bosco - microscheda 1.925
A 12-B 3.
Cenno storico intorno alla Società di S. Francesco di Sales, a mons. Ferré, vescovo di
33 Di questo tipo è l'inizio del promemoria allegato nel 1864 alla lettera al S. Padre del 12
febbraio per ottenere il decretum laudisi « Lo scopo di questa Società, se si considera ne' suoi
membri, non è altro che un invito a volersi unire in ispirito tra di loro per lavorare a maggior
gloria di Dio e per la salute delle anime(...). Se poi si considera in se stessa ha per iscopo la
continuazione di quanto da circa 20 anni si fa nell'Oratorio di S. Francesco di Sales. Imperocché si
può dire che qui non si fece quasi altro che ridurre la disciplina, praticata finora in questo
Oratorio, ad un'ordinata Costituzione, secondo il consiglio del Supremo Gerarca della Chiesa »
(Cose da notarsi intorno alle Costituzioni della Società di San Francesco di Sales, MB VII
622).
34 Brevi notizie sulla Congregazione di S. Francesco di Sales dall'anno 1841 al 1879, in
Esposizione alla S. Sede dello stato morale e materiale della Pia Società di S. Francesco di
Sales. S. Pier d'Arena, Tip. Salesiana 1879 - OE XXXI 240.

2.2 Page 12

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256
Pietro Braido
Casale Monferrato, gennaio 1868 - MB IX 61-64 - ASC in parte autografo di don Bosco e
copia con firma autografa - microscheda 1.924 D 11-E 2, E 3-6.
Notitia brevis Societatis Sancti Francisci Salesii et nonnulla decreta ad eamdem
spectantìa. Torino, Tip. dell'Orai, di S. Francesco di Sales 1868, 16 p. - OE XVIII 571-586.
Nella persuasione(...) mi fo animo a tosto accennare lo scopo mio che riguarda alla
Istituzione detta comunemente Oratorio dì S. Francesco di Sales, ai Vescovi della provincia
ecclesiastica di Torino, 8 die. 1869 - E I 590-593.
Stato religioso-materiale della Società di S. Francesco di Sales sul principio dell'anno
1870 - ms autografo di don Bosco in ASC 132 Autografi Società Salesiana - microscheda
1.925 C 3-11.
Pia Società di S. Francesco di Sales 1873 - ASC ms autografo di don Bosco - microscheda
1.925 C 12-D 6.
De Societate S. Francisa Salesii brevis notitia et nonnulla decreta ad eamdem spectantia.
Tip. dell'Orai, di S. Frane, di Sales 1873, 19 p. - OE XXV 103-121.
Cenno istorico sulla Congregazione di S. Francesco di Sales e relativi schiarimenti.
Roma, Tipografia Poliglotta 1874 - OE XXV 231-250.
Riassunto della Pia Società di S. Francesco di Sales nel 23 Febbraio 1874 - OE XXV
377-384.
Nell'autore del Cenno istorico — e degli altri analoghi scritti — non è presente o
prevalente la preoccupazione di stabilire la precisa data di nascita della Congregazione, ma di
mettere in forte risalto il vincolo indissolubile, esistente, da una parte, tra l'opera degli oratori e
l'attività in favore delle vocazioni ecclesiastiche e religiose, e la Società Salesiana, dall'altra.
Questa nasce a causa e in funzione di quella; quella determina in qualche modo la fisionomia di
questa. Il particolare tipo di Congregazione « oratoriana » è ulteriormente imposto dalle
peculiari condizioni della situazione politica italiana e, più in generale, dallo spirito del tempo,
sempre meno permeato da prospettive puramente « religiose », E' l'impostazione esplicita del
Cenno istorico: «Dal 1841 al 1848 si praticavano già alcune regole secondo lo spirito di questa
congregazione, ma non vi era vita comune. In quell'anno (1848) uno spirito di vertigine si levò
contro gli ordini religiosi, e contro alle Congregazioni Ecclesiastiche; di poi in generale contro
al clero e a tutte le autorità della Chiesa » (lin. 12-16 ecc.).
Il carattere non cronachistico-storico, ma ideale e apologetico riveste, in misura del tutto
singolare, l'attribuzione degli inizi dell'opera degli oratori e, insieme, della Società Salesiana, al
1841. L'occasionale incontro con uno o più ragazzi « abbandonati » nel dicembre del 1841
avrebbe avuto la virtù di far nascere nella mente di don Bosco la duplice idea: dell'oratorio e
della congregazione. « Quando si vuol fondare una Congregazione religiosa — diceva don
Bosco in una conferenza a salesiani nell'aprile del 1875 —, bisogna passare per tre stadi. In
prima il Santo Padre costituisce un Superiore. Con ciò resta approvata la Congregazione
preventivamente, e si dà facoltà a questo Superiore costituito di farsi dei Soci, i quali possono
cominciare ad emettere

2.3 Page 13

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
257
voti. Questa è la prima approvazione, il primo stadio, il quale per noi in radice cominciò nel
1841, che fu proprio l'anno in cui Don Bosco prese ad aprir Oratorii ed a cercarsi dei compagni
che lo aiutassero, in ciò sorretto dall'Arcivescovo di Torino, senza però che per allora avesse
scopo prefisso ».35 Nel testo del Decretum landis assume quasi significato ufficiale. Questo è
l'inizio: « Mosso a pietà della condizione de' fanciulli più poveri, il sacerdote Giovanni Bosco
della Diocesi di Torino, fin dall'anno 1841, coll'aiuto eziandio di altri Preti, incominciò a
raccoglierli insieme, insegnar loro i primi elementi della Cattolica Fede, e soccorrerli con aiuti
temporali. Di qui ebbe origine la pia Società, che prendendo nome da san Francesco di Sales,
consta di Preti, Chierici e laici ».36 Nel decreto di approvazione pontificia della Società del Io
marzo 1869 si parla della « Pia Congregazione di ecclesiastici, che, preso nome da San
Francesco di Sales, fu eretta in Torino nel 1841 dal sacerdote Giovanni Bosco ».37 Nel Cenno
istorico si invoca « l'esperienza di trentatre anni » nella formazione dei giovani salesiani (lin.
277) e nel breve scritto Alcuni pensieri, fatto giungere ai cardinali della Congregazione
Particolare, don Bosco si richiama all'« esperimento fatto delle Costituzioni per trentatre anni
».38
Le origini sono talvolta segnate da un'altra data, il 1844. Nella supplica al S. Padre,
datata al Io marzo 1873, don Bosco recensisce tra le ragioni che potrebbero indurre a una
sollecita approvazione delle Costituzioni « huius congregationis constitutionum existentia et
praxis ferme triginta annorum » :39 si riferisce, ovviamente alla primitiva prassi dell'oratorio, da
cui scaturirono regolamenti e costituzioni. Nella lettera commendatizia del vescovo di Fossano,
Manacorda, si trova questa espressione. « Fin dall'anno 1844 sorgeva in Piemonte una Società
sotto il titolo di S. Francesco di Sales ».40
Altri documenti, invece, ricollegano gli inizi della Congregazione con la prassi oratoriana
degli anni 1848-1849. Nella lettera del 24 marzo 1863 indirizzata al Vicario Capitolare di
Torino, mons. Giuseppe Zappata, per ottenere l'approvazione della Congregazione, si trova tra
altre questa motivazione: « Ritenuto l'esperimento di queste regole fatto nello spazio di circa
quindici anni ».41 Nella commendatizia dell'11 febbraio 1864 il Vicario Capitolare fa eco,
lodando « l'Oratorio di S. Francesco di Sales, fondato or sono tre lustri dal benemerito
Sacerdote Bosco D. Giovanni nelle regioni di Valdocco
35 MB XI 168.
36 MB VII 705-706.
37 MB IX 559.
38 MB X 786. A. Amadei inizia il capitolo La Pia Società definitivamente approvata con
l'affermazione: « La nostra Società cominciò in realtà — come diceva don Bosco — nel 1841 »
(MB X 661).
39 E II 260.
40 MB X 704. Invece il 1844 della Consultazione (lin. 52) va corretto con 1854.
41 E I 263.

2.4 Page 14

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258
Pietro Braldo
in questa città ».42 Analogamente in quella dell'arcivescovo Gastaldi del 10 febbraio 1873 si
legge: « quum haec Congregado jam a vigintiquinque circiter annis tot fructus religionis et
pietatis produxerit ».43
Particolarmente significativa è la data del 31 marzo 1852, che appare in calce alla
Patente, nella quale l'arcivescovo Fransoni, esule a Lione, dopo essersi congratulato con don
Bosco « degno sacerdote di Dio » per aver « saputo stabilire la non mai abbastanza
commendevole Congregazione dei poveri giovani nel pubblico Oratorio di s. Francesco di
Sales in Valdocco », gli attesta « perfetto gradimento » e lo deputa « effettivamente Direttore
Capo spirituale » dell'Oratorio medesimo, a cui vuole « siano uniti e dipendenti quelli di s.
Luigi Gonzaga e del s. Angelo Custode ».44 Nella lettera commendatizia rilasciata in favore
della Società Salesiana dal successore di Fransoni, mons. Alessandro Riccardi di Netro, in data
7 marzo 1868, l'estensore vede un legame di continuità tra la Congregazione religiosa, di cui si
sta chiedendo l'approvazione pontificia, e la « congregazione » (in realtà, riunione, adunanza,
oratorio) di cui parla il decreto del 1852. « Visto i decreti di approvazione della medesima,
emanati dal Nostro Predecessore Mons. Fransoni di f. m. i quali, quantunque si riferiscano alla
Società quando non si proponeva che di catechizzare i ragazzi nei giorni festivi e raccoglierli
per iniziarli ad un'arte o mestiere, tuttavia tornano a gran lode della medesima; (...) approviamo
anche noi quanto dal nostro antecessore di f. m. venne operato a riguardo della medesima e
facciamo vive istanze alla S. Sede affinché, esaminate e corrette le Costituzioni proposte dal
Sac. Don Bosco superiore generale e che formano in oggi la base della Società, si degni di
approvarle e dare così stabile e definitiva esistenza per parte della Chiesa alla Congregazione
suddetta, nel modo e forma che alla S. Sede parrà beneviso ».45
Non passa molto tempo che con la crescita delle attività, che hanno come centro
principale l'Oratorio di Valdocco (nascono le Letture Cattoliche e si stanno costituendo
nell'ospizio primitivi laboratori artigianali), oltre il normale funzionamento dei due oratori di S.
Luigi e dell'Angelo Custode, don Bosco sente il bisogno di garantire la sopravvivenza e la
continuità delle iniziative benefiche intraprese. Nel Cenno istorico tale espansione di attività
(enormemente dilatate rispetto alla realtà effettiva di quegli anni: cfr. lin. 56-58) viene collegata
col fenomeno dell'aggregazione di alcuni giovani collaboratori: « alcuni, che ne avevano la
vocazione, fermavansi ad accrescere il numero della nascente Congregazione » (lin. 58-60). Il
26 gennaio 1854 ha inizio ufficiale da parte di un primo piccolo gruppo una prova di «
esercizio
42 MB VII 619.
43 MB X 928.
44 OE XVIII 573-574. Il testo è riportato da copia conforme all'originale rilasciata dal
procancelliere della Curia torinese in data 12 maggio 1868; ripubblicato in OE XXV 106-107.
45 MB IX 95-96.

2.5 Page 15

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
259
di carità », con la previsione che nel futuro potesse diventare oggetto di formale promessa e
anche di voto.46
Al 1854 come ad anno storico per la Congregazione e per le sue Costituzioni si riferisce
don Bosco in due parlate del 1869 e del 1876. « Tutti sapete — diceva il 7 marzo 1869 di
ritorno da Roma dopo l'approvazione pontificia della Società Salesiana — che questa nostra
casa o meglio questa nostra società fin ora andava avanti così, senza avere una approvazione di
sussistenza con una confermazione delle sue regole. Queste già fin dal '54 e poi dal '63 furono
da parecchi vescovi commendate e raccomandate ».47 Qualcosa di più interessante confidava in
una conversazione familiare serótina tra i suoi salesiani, il 2 febbraio 1876, durante le
tradizionali conferenze di S. Francesco di Sales: « Io ho già scritto sommariamente varie cose
che riguardano l'Oratorio, dal suo principio fino ad ora, ed anzi fino al 1854 molte cose le ho
scritte in disteso. Nel 1854 entriamo a parlare della Congregazione, e le cose si allargano
immensamente e prendono un altro aspetto. Ho pensato che questo lavoro servirà molto per
quelli che verranno dopo di noi, e a dare maggior gloria a Dio, e perciò procurerò di continuare
a scrivere ».48
Il 1858, l'anno del primo incontro con Pio IX, è da don Bosco ritenuto e ripetutamente
rimarcato come cruciale per l'esistenza e, ancor più, per la fisionomia peculiare della Società di
S. Francesco di Sales. Sei anni più tardi, chiedendone la prima approvazione romana, egli
dichiara: « E' questo un progetto da me molto meditato e lungo tempo desiderato. L'anno 1858
quando io aveva la felice ventura di potermi presentare a V. S., all'intendere gli sforzi che
faceva l'eresia e l'incredulità per insinuarsi nei popoli e soprattutto fra la povera ed inesperta
gioventù, accoglieva con segno di gradimento l'idea di una Società, che di quella pericolante
porzione del gregge di Gesù Cristo si prendesse cura particolare. La medesima S. V. degnavasi
di tracciarmene le basi, che io ho fatto quanto ho potuto per svolgere in questo piano di
regolamento. Ma sebbene io abbia avuto ferma volontà e siami secondo le mie deboli forze
adoperato per mettere in opera i consigli di V. S., tuttavia nella esecuzione del lavoro temo di
essermi di troppo, in cose anche essenziali, allontanato da quanto erami proposto. Per questo
motivo io domando piuttosto la correzione di queste progettate costituzioni, anziché
l'approvazione ».49
In realtà, in preparazione alla prima udienza del 9 marzo 1858 don Bosco aveva già
redatto « un breve piano di congregazione religiosa », sul quale con lettera del giorno 4 chiede
un parere a P. Pagani, superiore generale del-
46 Cfr. nell'apparato delle fonti alle lin. 58-60 la testimonianza manoscritta dell'allora
giovane chierico Michele Rua.
47 Cost. SDB 240.
48 MB XII 69. Don Bosco si riferisce alle Memorie dell'Oratorio di San Francesco di
Sales, redatte dal 1873 al 1875; esse non furono continuate.
49 Lett, del 12 febbraio 1864, E I 304.

2.6 Page 16

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260
Pietro Braido
l'Istituto della Carità.50 In seguito a quella udienza (e altra o altre) don Bosco
tenderà ad accentuare soprattutto un aspetto: la parte avuta da Pio IX, rievocato
come colui che traccia quasi ad un quanto mai improbabile ignaro il profilo di
una « nuova » Congregazione religiosa, che d'altra parte coincide punto per punto
a quello che don Bosco continuerà a difendere anche in contrasto con il diritto dei
religiosi più comunemente accettato. La concezione è fedelmente rispecchiata nel
Cenno istorico (lin. 80-81, 85-99).51
Quando il Io marzo 1873 don Bosco iniziava la supplica per l'approvazione
definitiva delle Costituzioni con le straordinarie espressioni « Societas Salesiana
quam Tu, Beatissime Pater, opere et Consilio fundasti, direxisti, consolidasti,
nova beneficia a Magna Clementia Tua postulat », non riteneva di indulgere
soltanto all'inevitabile retorica. I decreti del 23 luglio 1864 e del Io marzo 1869,
secondo lui, confermavano con i fatti un sostanziale consenso alla comune idea di
Congregazione « degli Oratori »,52 che aveva avuto nascita « ufficiale » nel 1858.
In questo contesto don Bosco tende anche a sottovalutare la forza obbligante delle
13 Animadversiones del Consultore P. Savini comunicategli insieme al decretum
laudis del 1864 (cfr. Cenno istorico, lin. 117-119) e richiamate nel decreto di
approvazione della Società del Io marzo 1869. In particolare per quanto riguarda il
problema delle dimissorie, in base ad una sua personale interpretazione, egli lo
ritiene risolto con l'approvazione della Società Salesiana nel 1869 (cfr. Cenno
istorico, lin. 120-122, 143-146). Del resto con il documento Supra
animadversiones, anteriore o contemporaneo alla stampa del primo testo latino
delle Costituzioni del 1867 e, nel 1873, con la Declaratio egli credeva di aver
spiegato adeguatamente le ragioni delle ammissioni e delle omissioni compiute
(cfr. Cenno istorico, lin. 146-150).
Ma con la presentazione delle Costituzioni per l'approvazione definitiva, nel
marzo del 1873, le persuasioni di don Bosco subiscono una dura imprevista
smentita. Avrà inizio un difficile cammino, che terminerà con risultati in gran
parte inattesi il 13 aprile 1874. Era stato preceduto da non piccole difficoltà
incontrate sul piano pratico, che nel Cenno istorico vengono intenzionalmente
taciute (cfr. lin. 319-320); il Riassunto è inevitabilmente più rea-
50 Cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica, voi. I. Roma, LAS
19792, pp. 143-144, n. 42; F. MOTTO, Don Bosco mediatore tra Cavour e Antonelli nel 1858,
RSS 5 (1986) 7-8 e n. 8.
51 II testo del Cenno storico sembra trovare una fonte letteraria in un documento utilizzato
anche dal Lemoyne nelle MB V 859-860, 880-881, redatto da don Bosco nel 1864 e presentato
in allegato alla domanda per ottenere la prima approvazione (decretum laudis) della Società
Salesiana col titolo Il regnante Pio IX a favore di questa Società (MB VII 892 v. apparato delle
fonti alle lin. 64-96).
52 L'espressione si può legittimamente ricavare da varianti, non sempre conciliabili,
presentate dal tormentato manoscritto della Breve notizia(...) - Il regnante Pio IX a favore di
questa Società.

2.7 Page 17

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
261
listico: cfr. lin. 17-40, 78-79). Ma la sorpresa maggiore è costituita dalle 38
animadversioni del nuovo Consultore P. Bianchi nel 1873, che don Bosco
riceverà, ricondotte a 28 dalla Congregazione dei Vescovi e Regolari, alla fine di
luglio (cfr. Cenno istorico, lin. 350-353; Riassunto, lin. 58-60; sull'accettazione
delle modifiche e i suoi limiti cfr. Cenno istorico, lin. 353-358; Riassunto, lin.
60-64).
3. Una Società religiosa strutturata in conformità ai fini specifici e « secondo
i bisogni dei tempi »
Il Cenno istorico diventa, quindi, nella seconda parte — la più estesa e «
teoricamente » più rilevante —-, discussione e valutazione delle principali tesi
contestate dalle « animadversioni » e, insieme, giustificazione e difesa del testo
delle Costituzioni modificato o, soprattutto, non modificato, presentato per la
definitiva approvazione nel 1874 (I e II stampa romana di gennaio e marzo).
All'appassionata « apologia » è dedicato l'intero dialogo introdotto nelle lin. 151-
156 e protratto fino alla lin. 295 53 e quasi tutto il rimanente testo da lin. 297 a lin.
379 relativo al problema delle dimissorie. In sostanza viene più esplicitamente
fondata « giuridicamente » l'idea, già illustrata « storicamente », di una «
congregazione degli oratori » con massima coesione interna sul piano della
disciplina religiosa, immune da connotazioni proprie di un « ente morale » di
fronte alle autorità civili, canonicamente « esente ».
Prima di riassumere i contenuti del Cenno istorico sui fondamentali punti
controversi, conviene presentare l'elenco dei documenti « giuridici » elaborati da
don Bosco dagli inizi fino all'approvazione definitiva delle Costituzioni (1864-
1874) e di qualche altro particolarmente significativo.
Cose da notarsi intorno alle Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales,
documento allegato alla domanda di approvazione romana nel 1864 - Cost. SDB 229.
Decretum... Sanctitas Sua(...) memoratam Societatem... praesentis Decreti tenore laudai
at que commendai, 23 luglio 1864 - Cost. SDB 231.
Animadversiones in Constitutiones sociorum sub titulo S. Francisci Salesii, 13 «
animadversioni » formulate dal carmelitano P.A. Savini, annesse al decreto del 23 luglio 1864
Cost. SDB 231-232.
Animadversiones pro facúltate liter arum dimissorialium obtinenda, documento, allegato
alla supplica diretta a Pio IX il 7 genn. 1867 - MB Vili 573-574 e 570-571, ms autografo di don
Bosco in ASC 023.
Società di S. Francesco di Sales, promemoria di don Bosco a mons. A. Riccardi di Netro,
nuovo arciv. di Torino, luglio/agosto 1867 - MB Vili 809-811.
53 E' interessante rilevare che il testo del Cenno istorico da lin. 154 a lin. 300 viene
riportato in MB IX 507-510 in connessione coi colloqui romani di don Bosco nel 1869 per
difendere una Società religiosa, « la quale nelle sue Costituzioni presentava basi alquanto
diverse da quelle delle Congregazioni già esistenti » (MB IX 506).

2.8 Page 18

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262
Pietro Braido
Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Augustae Taurinorum, ex typis Asc. Sales. 1867,
33[3] p. - OE XVIII 267-301.
Osservazioni del sac. Marco Antonio Durando sulle regole o costituzioni proposte ad
osservarsi dalla Congregazione di S. Francesco di Sales (1868) - Cost. SDB 235.
Osservazioni intorno alle Costituzioni proposte dal sac. Don Giovanni Bosco per la
Congregazione di S. Francesco di Sales, dell'arcivescovo di Torino, A. Riccardi di Netro, 1o
marzo 1868 - Cost. SDB 236-237.
Informazioni sulla Società Salesiana richieste a mons. Gaetano Tortone, incaricato
ufficioso della S. Sede presso il Governo a Torino e da lui fornite a mons. Svegliati, Segretario
della Congregazione dei Vescovi e Regolari, 28 luglio e 6 agosto 1868 - MB IX 366-370.
Super animadversiones in Constitutiones sociorum sub titulo S. Francisci Salesii in dioecesi
taurinensi redatte da don Bosco in risposta alle 13 «animadversioni» del 1864 (1864/ 1868) -
Cost. SDB 232-234.
Voto del Consultore P. Savini sulla Pia Società di San Francesco di Sales, 22 sett. 1868 MB
IX 376-378.
Sulla Pia Società di S. Francesco di Sales, relazione di mons. Stanislao Svegliati - MB
IX 375.
Voto del Consultore P. Savini sulla Pia Società di San Francesco di Sales, 22 sett. 1868
MB IX 376-378.
Lettera di mons. S. Svegliati a don Bosco del 2 ottobre 1868 - MB IX 378-379 [molto
simile la lettera a don Bosco di mons. S. Nobili Vitelleschi del 26 luglio 1873 - MB X 728].
Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Augustae Taurinorum, ex officina asceterii
salesiani 1873, 36[2] p. - OE XXV 253-292.
De regíais Societatis Salesianae aliqua declaratio (1873) - Cost. SDB 248.
Voto del Rev.mo Constatore (P. R. Bianchi O. P.), 9 maggio 1873 - OE XXV 364-372.
Riassunto delle precedenti osservazioni trasmesso al sac. D. Giovanni Bosco sopra le
Costituzioni esibite nell'anno 1873, 26 luglio 1873 - OE XXV 373-376.
Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Romae, Typis S. C. de Propaganda Fide 1874 (I
stampa romana - gennaio), 39[1] p. - OE XXV 253-292.
Osservazioni sulle Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales e loro applicazione,
presentazione del nuovo testo delle Costituzioni - Cost. SDB 245-247.
Cenno ¿storico sulla Congregazione di S. Francesco di Sales e relativi schiarimenti.
Roma, Tipografia Poliglotta della S.C. di Propaganda 1874 - OE XXV 231-250.
Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Romae, Typis S. C. de Propaganda Fide 1874 (II
stampa romana - febbr./marzo), 39[1] p. - OE XXV 295-333.
Riassunto della Pia Società di S. Francesco di Sales nel 23 Febbraio 1874 - OE XXV
377-384.
Consultazione per una Congregazione Particolare, mese di marzo 1874 - OE XXV 387-
400.
Alcuni pensieri che muovono il sac. Giovanni Bosco a supplicare umilmente per la
definitiva approvazione delle Costituzioni della Società Salesiana, [18 marzo] - E II 371-372.
Promemoria sopra una lettera dell' arcivescovo di Forino intorno alla Congregazione
salesiana ai Cardinali della Congregazione particolare, [29/30 marzo 1874] - E II 374-376.

2.9 Page 19

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
263
Il Riassunto, redatto nella seconda metà di febbraio, sottolineerà, seppure
brevemente, alcuni degli stessi temi, aggiungendo qualche difesa di fronte a
informazioni più recenti su persistenti critiche.
Di tutto si farà eco, più precisa e formale, la Consultazione.
a) Le resistenze di don Bosco alle « animadversioni »
Le « animadversioni » comunicate nell'estate del 1874 sembrano produrre
una vera lacerazione nella coscienza di don Bosco, che lo porta ad affermazioni
sostanzialmente contraddittorie, facilmente percepite dai membri della
Commissione Particolare chiamata a dirimere la questione. Da un lato, egli
dichiara di aver accettato e inserito nel testo delle Costituzioni del 1874 tutte le
modificazioni proposte (Cenno, lin. 353-354; Riassunto, lin. 70-71, 78-81). E
tuttavia, se aggiunge qualcosa (Cenno, lin. 353-356) non è nel senso voluto dalla
Congregazione; e su punti essenziali confessa apertamente di non aver accolto le
« animadversioni », che secondo lui, avrebbero reso irriconoscibile la sua
Congregazione (Cenno, lin. 356-360; Riassunto, lin. 6062). La Consultazione,
naturalmente non può limitarsi a dichiarazioni tanto generiche. Quindi, dopo
averne preso atto (Consultazione, lin. 175-181), non senza aver rievocato il
seguito delle proposte e delle controproposte avutesi a cominciare dal 1864
(Consultazione, lin. 94-98, 117-121, 158-170), essa offre ai membri della
Commissione Particolare un esame analitico delle « animadversioni » di fatto non
accolte nel testo costituzionale presentato nella duplice stampa romana del 1874
(Consultazione, lin. 183-185, 235-239). Le eccezioni principali riguardano temi
in gran parte ricorrenti fin dai primordi e sviluppati nel Cenno istorico.
b) Una Congregazione consacrata alla carità operativa
Comunque ne possa essere la valutazione teologica è chiaro che la risposta
alla domanda che apre il lungo dialogo (Cenno, lin. 157-168) indica il
caratteristico modo di don Bosco di risolvere il problema non tanto del rapporto
tra consacrazione e missione, ma tra consacrazione e la particolarissima missione
della Società salesiana: la gioventù povera, abbandonata, pericolante. E' la
necessaria conseguenza dell'articolo primo delle Costituzioni, rimasto immutato
dagli inizi: « Hue spectat Salesianae Congregationis finis, ut socii simul ad
perfectionem christianam nitentes, quaeque charitatis opera tum spiritualia tum
corporalia erga adolescentes, praesertim si pauperiores sint, exerceant, et in ipsam
iuniorum clericorum educationem incumbant ». Ne resta fortemente privilegiata
l'operatività; talmente accentuata da essere proposta come condizione di vita
degli stessi ordini contemplativi, come risulta da un promemoria preparato da don
Bosco in vista di un'udienza pontificia del 5 aprile 1880: « I Religiosi che hanno
vita contemplativa estendano il loro

2.10 Page 20

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264
Pietro Braido
zelo al catechismo dei fanciulli, alla istruzione religiosa degli adulti, ad ascoltare
le loro confessioni ».54 Vita « religiosa » salesiana è, specificamente, esercizio di
perfezione cristiana nella carità educativa, come ribadisce ancora il Fondatore in
una chiara e matura formulazione concettuale delle Memorie dal 1841 al 1884-5-
6: « Si noti bene che la nostra congregazione non è stata fondata per coloro che
avessero condotta una vita mondana e che poi per convertirsi volessero venire fra
noi. La nostra congregazione non è fatta per essi. Noi abbiamo bisogno di soci
sicuri e provati nella virtù secolare. Vengano essi non a perfezionare loro
medesimi ma ad esercitare la cristiana perfezione e liberare dagli immensi e gravi
pericoli in cui si trovano in generale i fanciulli poveri ed abbandonati ».55
e) « Ogni membro in faccia alla Chiesa sia un religioso e nella civile società sia
un libero cittadino » (Cenno, lin. 92-93)
E' originariamente idea di Pio IX o già di don Bosco? Di fatto il Fondatore
afferma esplicitamente di aver supplicato il S. Padre perché volesse « dare le basi
di una Istituzione che sia compatibile nei tempi e nei luoghi, in cui viviamo »
(Cenno, lin. 78-79). Le Costituzioni nelle varie redazioni (in particolare 1867,
1873) rispecchiano la preoccupazione di conciliare vita « religiosa » ed esistenza
« civile » attraverso il ripetuto richiamo ai cosiddetti « diritti civili », compreso il
diritto di proprietà (cap. IV, art. 2, 5, 6 e cap. XII, art. 2), richiamo non voluto dal
Consultore (« animadversiones », n. 12 e 13) e dalla Congregazione («
animadversiones », n. 3, 4, 5), sostanzialmente conservato da don Bosco nelle due
stampe romane del 1874 (cap. Il, n. 2, 5; cap. X, n. 25).
Il Cenno istorico (lin. 356-357; ed anche lin. 229-233), il Riassunto (lin.
109-113; ed anche 114-118), la Consultazione (lin. 94-108, 238-239, 251252,
273-277) contengono l'insistente richiesta, appoggiata alle già note motivazioni,
che « non siano tolte le parole con cui ai Soci anche dopo l'emissione dei voti
sono conservati i diritti civili(...). In Italia non si conosce più altro mezzo di
esistere fuori di questo(...). L'unica cosa che garantisca in faccia alla società civile
è il possesso dei Soci, altrimenti, restiamo enti morali e quindi immediatamente
colpiti dalle leggi ».56
54 E III 562.
55 F. MOTTO, Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli salesiani, RSS
4 (1985) 108-109. Naturalmente non si riduce a ciò tutto il discorso di don Bosco sulla vita
religiosa, compresa quella vissuta nella Società Salesiana da lui ipotizzata. Egli tende ad una
sostanziale compresenza dei due termini, non sottovalutando ciò che è essenziale alla
consacrazione in quanto tale. Documento persuasivo in proposito appare, tra altri, la circolare
da lui inviata ai salesiani il 9 giugno in base a quanto già acquisito con il decretum laudis del
1864: cfr. E I 473-475.
56 Osservazioni sulle Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales e loro
applicazione, Cost. SDB 246.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
265
d) Un noviziato « nuovo » in tempi difficili e per un'esigente « missione »
Le « animadversioni » del 1873 fatte dal Consultore (n. 25, 26) e dalla
Congregazione dei Vescovi e Regolari (n. 15, 16) sollevavano due difficoltà: la
figura del maestro dei novizi e l'assenza di un capitolo sul noviziato (da
prescriversi, naturalmente, secondo il diritto canonico vigente). Don Bosco
accoglieva formalmente le due istanze; ma i dodici articoli del nuovo capitolo
non potevano tranquillizzare gli obiettanti, soprattutto per le finalità e i contenuti,
che secondo don Bosco dovevano caratterizzare, nella sua Società, questo periodo
di prova. L'art. 8, infatti, prescriveva: « Quoniam vero Nostrae Congregationis est
iuvenes praesertim pauperiores scientiam et religionem edocere, eosdemque inter
saeculi pericula in viam salutis dirigere; ideo omnes huius secundae probationis
tempore non leve experimentum facturi sunt de studio, de scholis diurnis et
vespertinis, de catechesi pueris facienda, atque de assistentia in difficilioribus
casibus praestanda ». La contrapposizione è tanto marcata che nelle Costituzioni
definitivamente approvate con il decreto del 3 aprile 1874 il medesimo testo sarà
devoluto, senza alcuna variante, a definire gli impegni della prima prova, quella
degli aspiranti. Il Cenno istorico rappresenta un'articolata difesa della concezione
innovativa di don Bosco. Il noviziato esiste « occulto », ma reale nella casa madre
di Torino (lin. 172-173), con pratiche religiose proprie dei novizi e altre comuni
con i ragazzi della casa (lin. 183-201) e istruzioni ascetiche specifiche (lin. 202-
206). Non sono, tuttavia, soltanto ragioni « storiche » che inducono a questo stile
formativo, ma primariamente motivi sostanziali: la prova vuol essere adeguata ai
fini e alla fisionomia della Società religiosa nella quale i candidati si preparano a
« professare » (lin. 207-214). D'altra parte l'esperienza comprova la bontà del
metodo (lin. 215-221 ).57
Il Riassunto (lin. 62-63) e la Consultazione (lin. 319-334) ribadiscono in
forme più brevi identico punto di vista.
57 Nelle Osservazioni sulle Costituzioni don Bosco motiverà in sintesi: « Tutto ciò che
riguarda al noviziato fu trattato col S. Padre, le cui parole mi furono di fondamento. In un capo
a parte si esporrà quanto si fa nel noviziato. Ma noi dobbiamo: 1o Evitare questo nome, altrimenti
saremmo tosto molestati dal governo che non vuole più udire parlare di Ordini religiosi, di
congregazioni, anzi intende sopprimere tutto ciò che nella civile società avesse relazione con
quelli. 2° Per la stessa ragione non pare conveniente una casa isolata dove raccolgansi gli
aspiranti. 3° Inoltre siccome la prova degli aspiranti consiste nel conoscere la loro attitudine ad
assistere, istruire, educare la gioventù, così gli aspiranti devono contemporaneamente esercitarsi
alla pietà ed in questo ministero » (Cost. SDB 246-247).
E' da notare che nella prima edizione torinese del testo ufficiale approvato, in nota all'art.
12, uniformato alla tradizione canonica, don Bosco fa stampare la seguente avvertenza: « Pius
Papa IX benigne annuii tyrones, tempore secundae probationis, experimentum faceré posse de
iis, quae in prima probatione sunt adnotata, quoties ad maiorem Dei gloriam id conferre
iudicabitur. Vivae vocis oráculo die 8 aprilis 1874» - OE XXV 455.

3.2 Page 22

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266
Pietro Braido
e) Studi ecclesiastici: tempo, casa separata, modalità
Motivi analoghi a quelli addotti per il noviziato ritornano nelle forti riserve sul testo
costituzionale del 1873, avanzate dal Consultore (n, 7) e dalla Congregazione romana (n. 17) e
nelle controdeduzioni di don Bosco. Da Roma arrivava una precisa richiesta: « Similmente
manca la Costituzione degli studi. Quelli che aspirassero al Sacerdozio dovrebbero essere tutti
applicati per quattro anni agli studi teologici o in un collegio speciale dell'Istituto o in qualche
Seminario, senza applicarli intanto alle opere dell'Istituto ».
La Constatazione, che sembra dipendere dalle Osservazioni sulle Costituzioni58 mette
anzitutto in evidenza le difficoltà provenienti dalle « leggi della pubblica istruzione » (lin. 205-
208). Il Cenno istorico offre un discorso più articolato: don Bosco, in primo luogo, assicura che
dai suoi chierici vengono percorse le tre classiche tappe formative: retorica o umanistica (lin.
225-226), filosofica (e liceale da coloro che si preparano ad esami pubblici) (lin. 226-229) e
teologica (lin. 239-260) con l'aggiunta di due anni di conferenze morali in preparazione
all'esame di confessione (lin. 260-264). Ma a don Bosco interessa soprattutto sottolineare che le
essenziali occupazioni che accompagnano gli studi dei suoi giovani salesiani (lin. 266-272) « si
addicono al loro stato » e allo « scopo fondamentale della nostra Società » (lin. 272-274; cfr.
Consultazione, lin. 208-212). D'altra parte, l'esperienza confermerebbe i felici esiti di siffatto
sistema formativo (lin. 274-275), mentre invece risulterebbe del tutto dubbia la teorica bontà
degli studi in Seminario sia per la loro problematica organizzazione interna sia per sfavorevoli
circostanze esterne (lin. 283-295).
f) Risposta a due obiezioni
Sulla formazione ecclesiastica, culturale e morale, il Riassunto, in forza di più recenti
informazioni avute da don Bosco, risponde a due obiezioni non raramente mosse alla
formazione ecclesiastica fornita a Valdocco. Ne scrivevano criticamente già nel 1868
l'arcivescovo di Torino, mons. A. Riccardi di Netro, e mons. Gaetano Tortone. Il primo
osservava: « questo sistema non può che tornare di grave danno alla Chiesa ed al clero ».59 Il
secondo così si esprimeva con il Segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari, mons.
Svegliati: se il primario interesse per la gioventù povera e abbandonata « ha avuto sì consolante
ed utile successo, pare che la stessa cosa non possa dirsi sull'esito degli studii e sullo spirito
ecclesiastico dei chierici che si trovano raccolti nel succitato Istituto ».60 Ancor più insistenti
erano giunte accuse
58 Cfr. Cost. SDB 247.
59 Cost. SDB 236.
60 Lett, del 6 agosto 1868 - MB IX 367 (cfr. 367-369).

3.3 Page 23

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
267
di questo genere negli ultimi anni fino ai mesi più recenti.61 Quanto all'insufficienza della
formazione culturale (Riassunto, lin. 19-20, 24-26) nel Riassunto don Bosco reagisce
ricordando il cospicuo numero di laureati e di scrittori esistenti nella Congregazione salesiana
(lin. 20-24, 90-101) ed invitando a verificare presso la Curia torinese i risultati degli esami
sostenuti dal 1850 al 1870 da quanti studiarono presso don Bosco (lin. 27-32). Inoltre, esclude
qualsiasi fatto negativo a carico di salesiani ritornati alle proprie diocesi (lin. 33-40).
g) L'annoso problema delle dimissorie
Una Società agile e tempestiva nei suoi interventi necessitava secondo don Bosco della
indispensabile autonomia rispetto al differenziato modo di procedere degli Ordinari diocesani.
Secondo don Bosco in favore delle sue ripetute richieste militavano sia motivi giuridici
intrinseci sia le condizioni privilegiate praticate a congregazioni contemporanee simili alla sua.
Perciò fin dagli anni 1862/1864, nel testo delle Costituzioni ancora manoscritte, al capitolo
relativo al Governo religioso della Società, egli aveva introdotto un articolo (il 4°) così
concepito: « In quanto alle ordinazioni i soggetti saranno ordinati dall'Ordinario della diocesi
dove si trovano gli ordinandi, secondo l'uso delle altre congregazioni, che hanno unione di
case, cioè l'uso ed i privilegi delle congregazioni considerate come ordini regolari ». In calce al
testo, poi, notava che l'articolo era stato ricavato letteralmente dalle Costituzioni degli Oblati
della B. M.V.62 Esso ritorna immutato nelle edizioni a stampa del 1867 e del 1873 con la
seguente aggiunta in nota: « similia extant in constitutionibus Sacerdotum sub titulo Missionis
et Rosminianorum ».63
Le « animadversioni » del Consultore (n. 2) e della Congregazione dei Vescovi e
Regolari (n. 28) confermano le inflessibili negative romane. Don Bosco riscrive l'articolo;
tuttavia, per non allontanarsi « dallo scopo fondamentale della congregazione » (Riassunto, lin.
60-64), continua a difendere con tenacia la sua posizione: « Quod vero ad sacros ordines
spectat, socii ab Episcopo Dioecesis eos accipient, a quo sunt ordinandi iuxta decretum Clemen
tis Papae Vili die Martii 1596 »; ed aggiunge in nota il testo del decreto riportato in Cenno
istorico (lin. 373-379). Il Cenno istorico dà notevole sviluppo all'intera tematica (lin. 300-379).
La Consultazione riassume rapidamente (lin. 354-368), ispirandosi alla più analitica serie di
ragioni esposte nelle Osser-
61 Cfr. ad es. lettere dell'arciv. di Torino, mons. L. Gastaldi, del 24 ott. 1872 (MB X 683-
684), del 9 nov. 1872 (MB X 684-685), del 9 germ. 1874 (MB X 757-758).
62 Cost. SDB 118.
63 Cost. SDB 119. Motivazioni de iure e de facto ricorrono con persistenza in documenti
paralleli: nelle Animadversiones del 1867 (MB Vili 572-574); nel promemoria a mons.
Riccardi del 1868 (MB Vili 810-811), nella Declaratio del 1873 {Cost. SDB 248).

3.4 Page 24

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268
Pietro Braido
vazioni sulle Costituzioni. Secondo queste sono in gioco l'unità di governo e di
spirito della Congregazione, la flessibile risposta alle diversità dei paesi da cui
provengono i candidati, la parità giuridica con la quasi totalità delle
congregazioni religiose conosciute.64
4. L'approvazione definitiva delle Costituzioni normalizzate
La Consultazione terminava ponendo alla Commissione Particolare il
Dubbio: Se, e come debbano approvarsi le recenti Costituzioni della Società
Salesiana nel caso? Alla conclusione delle due riunioni del 24 e 31 marzo 1874
la Commissione rispondeva con il seguente documento ufficiale:
Diebus 24 et 31 mensis Marni 1874 habitae sunt peculiares Congregationes
Em.orum S. R. E. Cardinalium Patrizi, Be Luca, Bizzarri et Martinelli, ut
superius deputatorum, qui proposito dubio ita respondendum esse censuerunt.
Affirmative et ad mentem.
Mens est: — Che s'introducano nelle Costituzioni le animadversioni fatte
dal Consultore Padre Bianchi nel suo voto del 9 maggio 1873, le quali non sono
state inserite nello schema proposto, salve quelle contenute sotto i numeri 2, 4,
14, a pag. 29, 30, 31 del Sommario, limitando in quanto a quella sotto il N. 4 la
ingiunzione del beneplacito della S. Sede al solo caso dell'accettazione della
direzione dei Seminarii. Che si faccia menzione in dette Costituzioni dei due noti
Decreti della S. Congregazione super statu Regularium del 25 gennaio 1848
Romani Pontífices e Regularis Disciplinae, e s'inseriscano tutte quelle altre
modificazioni ed emende notate da Mons. Segretario a margine dell'unita copia
dello schema, e gli articoli aggiunti in un foglio separato relativi principalmente
al Capo XIV De Novitiorum magistro eorumque regimine, ed al Capo IV De
voto paupertatis. Che in quanto alla osservazione N. 2 del Consultore P. Bianchi
sulla facoltà di concedere le dimissorie per le ordinazioni, s'implori dal S. Padre
questo Privilegio per un decennio a forma del Decreto di Clemente PP. VIII 15
marzo 1596, Impositis Nobis, con le consuete clausole di sospensione, finché non
siano provveduti di Sacro Patrimonio, per quei sacerdoti che uscissero dalla
Congregazione Salesiana; che siffatto privilegio, se verrà accordato da Sua
Santità non sia inserito nelle Costituzioni, ma sia il soggetto di un Rescritto
separato.
Che si possa supplicare il Santo Padre per l'approvazione delle proposte
Costituzioni così emendate ed estese, la quale approvazione tre degli Em.mi
Padri opinarono concedere definitiva e perpetua, ed uno ad esperimento e
temporanea.
S. Arcivescovo di Seleucia.
64 Cost. SDB 247'. Come si è ricordato, l'esposizione più estesa elaborata da don Bosco in
difesa della concessione della facoltà di rilasciare le dimissorie è costituita dalla risposta
all’animadversio quarta, che nel 1864 aveva formulato il carmelitano Fr. A. Savini (Cost. SDB
232-233).

3.5 Page 25

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
269
In seguito all'udienza concessa da Pio IX al Segretario della Congregazione dei Vescovi
e Regolari il 3 aprile 1874 questi aggiungeva al resoconto della Congregazione Particolare la
seguente dichiarazione:
Facta de praemissis relatione SS.mo D.N. in audientia habita die 3 aprilis
1874, feria VI in Parasceve, Sanctitas Sua benigne confirmavit et approbavit, nec
non expediri Decretum pro definitiva Constitutionum approbatione, ac separatum
indultum ad Decennium pro facúltate relaxandi litteras dimissoriales pro
promovendis ad omnes etiam sacros et Presbiteratus ordines, cum conditionibus
in mente Patrum expositis et cum aliis solitis cautelis favore tantum Sociorum
qui vota perpetua emiserunt, mandavit.
S. Archiep.us Seleuciensis
Sec.rius
Praticamente don Bosco si trovava di fronte a un testo costituzionale puntualmente
modificato secondo tutte le animadversioni formulate da P. Bianchi, che, oltre numerose
correzioni e aggiunte particolari,65 subiva trasformazioni decisive sui punti, che fino allora il
Fondatore aveva ritenuti capitali per poter « riconoscere » la propria Istituzione (cfr. Cenno
(storico, lin. 359-360).
Anzitutto, cadevano o erano introdotte determinazioni, che a parere di don Bosco
annullavano la giusta insistenza sui « diritti civili » dei soci e la « privatezza » della Società
religiosa in quanto tale. Venivano, infatti, cassati l'art. 2 e parte dell'art. 3 del cap. IV (ora II)
Huius societatis forma; per alienare beni o contrarre debiti si prescriveva di procedere « juxta
SS. Cañones et Constitutiones Apostólicas » (art. 3 del cap. VI, ex IX, Internum societatis
regimen); si sopprimeva il riferimento alle leggi « ecclesiasticas et civiles ».
Quanto al voto di povertà, secondo l'indicazione di P. Bianchi, venivano inseriti nel
capitolo relativo (IV, ex VI) quattro articoli (1, 2, 3, 4), che erano la trascrizione della formula
contenuta nelle Costituzioni della Società di Maria (Padri Maristi), riportata nella Collectanea
S. C. Episcoporum et Regularium (p. 859).
Una vera rivoluzione subivano i capitoli sugli studi e sul noviziato. Un capovolgimento
delle formulazioni precedenti rappresentava l'art. 1 rinnovato, che stabiliva un biennio per gli
studi filosofici e un quadriennio per quelli teologici, e gli articoli 4 e 5: « Ad scientias
tradendas turn Philosophicas, turn Ecclesiasticas ii Institutores prae caeteris eligantur, sive
socii sive externi, qui
65 Tra queste, per esempio: il riferimento alle «virtù interne» (cap. I, art. 2); il consenso
del vescovo diocesano per l'apertura di una casa e la licenza della Sede Apostolica per
l'accettazione della direzione di Seminari (cap. X, artt. 1 e 4); il numero minimo di sei soci per
aprire una casa (cap. X, art. 5); la relazione triennale alla S. Sede (cap. VI, art. 2); le
testimoniali dell'Ordinario per l'ammissione alla Società in conformità al decreto « Romani
Pontífices » del 25 genn. 1848 (cap. XI, art. 1); la dispensa della S. Sede per i novizi che
aspirano allo stato chiericale e sono colpiti da qualche irregolarità (art. 2); la conformità alle
prescrizioni del decreto « Regulari Disciplinae » del 25 genn. 1848 per l'accettazione dei soci e
l'ammissione alla professione dei voti (art. 5).

3.6 Page 26

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270
Pietro Braido
vitae probitate, ingenio, ac doctrinae praestantia aliis praecellunt » (art. 4, cap.
XII). « Cavendum sedulo est ne socii quamdiu in studia incumbunt a
Constitutionibus praescripta iis charitatis operibus, quae ad Societatem
Salesianam spectant nisi necessitas exigat, operam navent, quum id nonnisi cum
magna studiorum jactura fieri possit » (art. 6).
Totalmente uniformato alla disciplina canonica vigente risulta il noviziato
(cap. XIV). E' tipico il passaggio alla prima prova (art. 5) di quanto
caratterizzava il tirocinio operativo collocato ancora nelle Costituzioni del 1874
nell'ambito della seconda prova (art. 8). Altri quattro articoli definiscono
nettamente il nuovo corso: l'erezione di noviziati, in case apposite, con licenza
della S. Sede (art. 7); la rigorosa separazione di ciascun noviziato da quella parte
della casa nella quale risiedono i professi (art. 8); la precisa figura, l'elezione e
l'età del Maestro dei novizi (art. 9); ben definite formalità nell'accettazione dei
novizi (articoli 1-5 del cap. XI).
Sulla questione delle dimissorie il taglio è netto. Si esclude qualsiasi forma
di concessione da introdursi nelle Costituzioni, respingendo ambedue le ipotesi
prospettate, del 1873 e del 1874 (rispettivamente cap. VIII, art. 4; cap. VI, art. 5).
Per ora don Bosco otterrà una particolare facoltà decennale, finché in virtù del
decreto del 28 giugno 1884, la Società Salesiana conseguirà la comunicazione dei
privilegi dei Redentoristi.66
5. I documenti
Attenzione privilegiata è rivolta alla riedizione dell'opuscolo Cenno istorico,
fatto stampare a Roma da don Bosco stesso nel febbraio del 1874. In apparato,
però, saranno raccolte tutte le varianti che hanno seguito il processo di redazione,
come si sviluppa nei tre manoscritti esistenti: il primo tutto autografo di don
Bosco, gli altri due trascritti dal suo segretario, il diligente don Berto, e corretti da
don Bosco (cfr. microsch. 302 A4-E11).
Si unirà la ristampa del Riassunto storico sulla Società Salesiana, che
sostituisce nella documentazione ufficiale il Cenno istorico, e della
Consultazione, documento che conclude la posizione della « causa » dinanzi alla
Commissione cardinalizia.
66 Si attende ancora una ricerca che precisi i tempi e i modi seguiti da don Bosco
nell'applicazione dei dettati costituzionali, ufficialmente approvati, alla concreta vita della
Congregazione, soprattutto per quanto riguarda l'erezione di regolari case di noviziato e di
studentato (per la formazione filosofica e teologica degli aspiranti al sacerdozio) e la riunione
in esse dei giovani salesiani, spesso impegnati a lavorare nelle istituzioni giovanili particolari. -
Resta, pure, ancora da approfondire un altro importante problema, decisivo per definire
l'originalità o meno di don Bosco nella ideazione della sua Società religiosa: e cioè quanto vi
abbiano influito ragioni « teoriche », sostanziali, e quanto abbiano interferito pressanti esigenze
pratiche; in concreto, l'urgenza di sostenere opere educative in rapida dilatazione con
indispensabili energie giovani, di pronto intervento.

3.7 Page 27

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
271
Del Cenno istorico si hanno, dunque, quattro redazioni, tre manoscritte e
una stampata. Se ne offre una sommaria descrizione.
Ms A - Il testo e le correzioni di don Bosco sono consegnati a carte piuttosto
eterogenee. Il nucleo più consistente è costituito da 4 foglietti doppi, accostati
l'uno all'altro, numerati dall'Autore stesso da 1 a 4 e da 9 a 19. Sono di carta da
tipografia, senza rigatura, piuttosto leggera, formato mm 209 X 133. Vi sono
intercalati tre foglietti semplici, anch'essi interamente autografi di don Bosco. Il
primo, collocato tra pag. 2 e pag. 3, porta indicato in alto: fogl. pag. 1a; è di carta
più pesante, formato mm 212 X 133, ed è scritto nei due lati. Il secondo, inserito
tra le pag. 14 e 15, ha nel margine superiore l'indicazione: foglietto per pag. 14; è
di carta da lettera più resistente, di colore azzurro, formato 206 X 133, scritta solo
da un lato. Il terzo, inserito tra le pagine 18 e 19, porta nel margine superiore
l'indicazione: Foglietto pag. 17; è di carta rigata leggera, formato 213 X 133,
scritta solo da un lato.
Si ha ancora un foglio grande doppio, numerato da 5 a 8, di carta da
tipografia, senza rigatura, piuttosto leggera, formato 277 X 187.
La numerazione è sempre di don Bosco, che riempie i fogli da tutti i lati,
coprendoli di abbondanti correzioni e aggiunte, che, come si è visto, hanno
bisogno spesso di essere ospitate in foglietti supplementari. L'inchiostro è color
seppia.
Ms B - Il documento contiene l'intero testo del Cenno istorico, tutto
autografo di don Gioachino Berto, con numerose correzioni di don Bosco. E'
affidato a 3 fogli doppi giustapposti, di carta da tipografia, leggera, formato mm
295 X 239, numerati dall'amanuense da 1 a 12 (la numerazione continua da 13 a
20 su altri due fogli uguali, nei quali don Berto trascrive e don Bosco corregge il
testo delle Osservazioni sulle costituzioni della società di S. Francesco di Sales e
loro applicazione, con le medesime caratteristiche per gli inchiostri, ecc.).
L'inchiostro usato nella trascrizione e nel primo strato di correzioni è di colore
seppia; fortemente diluito, chiaro, risulta l'inchiostro utilizzato da don Bosco nel
secondo strato di cancellature e correzioni, piuttosto rilevanti. Nel lato sinistro
delle pagine è lasciato un buon margine intorno ai 50 mm.
Ms C - Contiene la trascrizione del testo quale risulta dalle correzioni del ms
B, effettuata da don Berto, e presenta ancora notevoli correzioni introdotte da don
Bosco. Il documento è costituito da 7 fogli semplici, giustapposti, di carta da
tipografia, piuttosto ruvida, senza rigatura, formato mm 274 X 222, numerati da 1
a 3 (la pagina 14 è bianca). L'inchiostro utilizzato dall'amanuense e dal correttore
è diluito, identico a quello usato da don Bosco nel secondo strato di correzioni
introdotte nel ms B. Nel lato sinistro delle singole pagine è lasciato un modesto
margine di circa 25 mm.

3.8 Page 28

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272
Pietro Braido
Lo stampato (S) è costituito da un fascicolo di 20 pagine, formato cm 19 x
12,2, con copertina di carta più pesante, giallastra, semplicemente incollata al
testo.
Del Riassunto della Pia Società di S. Francesco di Sales nel 23 febbraio
1874 non è stato trovato un qualsiasi originale manoscritto. E' strano che don
Berto non ne abbia conservato alcuna traccia, o abbozzo o bella copia, dal
momento che in qualche modo venne coinvolto al momento della redazione. Si
può, infatti, legittimamente pensare che si riferisca al Riassunto, quanto annota
nella sua Cronaca: « 17 Martedì febbraio 1874 (...) giunti a casa D. Bosco giusta
il desiderio del sommista scrisse un cenno istorico intorno alla Congregazione.
Addì 18 Febbrajo 1874 Mercoledì delle Ceneri dopo Messa D. Bosco me lo dettò.
Quindi verso le 10 e ½ andammo dal medesimo a portarlo. Ci trattenne fino a 1
ora circa dopo ci volle accompagnare egli stesso fino alla tipografia Propaganda;
dove domandò a che punto di stampa trovavansi le cose di nostra Congregazione;
e ci dissero che di questa settimana sarebbe tutto stampato(...). Addì 19 Giovedì -
mattino ritornammo dopo la messa portando un sunto sui mezzi materiali con cui
si sostenne la Congregazione finora ».67 E' da notare che nel Sommario dei
documenti presentati alla Commissione Particolare dei cardinali, nel testo al
Num. XV, compare il titolo Riassunto..., mentre nell'Indice dei documenti è usata
la dicitura Attuale condizione morale ed economica della stessa Società.68
La Consultazione per una congregazione particolare, invece, nasce dalla
collaborazione di don Bosco con l'avv. Menghini (che probabilmente assiste il
suo cliente anche nella stesura dei documenti Alcuni pensieri e Promemoria).
Annota don Berto nella sua Cronaca: « Addì 23 Lunedì - Al mattino verso le 9 ½
dal sommista Av.to Menghini e ci stemmo fino ad un'ora(...). Addì 25 Mercoledì
- Mattino accompagnai D. Bosco dall'Av. Menghini il quale addì 26 Giovedì
venne in Via Sistina N. 104 a lavorare dalle 8 fino a notte per aiutare D. Bosco
nelle cose della Congregazione e per essere più libero a scrivere. Io andai a cantar
Messa al S. Sudario in cui si faceva un funerale. Poi ripassai dall'av. Menghini e
D. Bosco era già via. Venni a casa(...). Addì 26 Giovedì - mattino messa a S.
Giuseppe. D. Bosco non poté dirla perché aveva da preparare materiale per
l'avvocato Menghini sommista della S. Congreg. dei VV. e RR. il quale venne
verso le 9 da D. Bosco stette pur a pranzo con lui e poi dopo montammo sulla
terrazza della casa. Quindi l'av.to e D. Bosco
67 II « sommista » era un ufficio istituito nella Congregazione dei VV. e RR. da Gregorio
XVI: egli « deve prestarsi nel compilare per le congregazioni i ristretti di quelle posizioni, che a
tale effetto gli saranno inviate dalla segreteria; sempre però con piena intelligenza di monsignor
segretario, e del sottosegretario, senza pregiudizio alcuno della preminenza del medesimo
sottosegretario, e dei diritti di lui, e degli altri officiali della segreteria » (G. MORONI, Dizionario
di erudizione storico-ecclesiastica. Venezia 1842, p. 282).
68 Esso è contenuto, al secondo posto, in un fascicolo analogo a quello da cui venne
ricavato il materiale riprodotto in OE XXV 335-385.

3.9 Page 29

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
273
ripresero i loro ragionamenti discesero nella sala di ricevimento e ci stettero fino
all'Ave Maria a discorrere delle cose nostre(...). Lungo il mattino andai a farmi tagliare i
capelli, quindi passai dall'aiutante dell'avvocato, D. Aniceto Gregori in via della Lupa
N. 8. a prendere una Commendatizia dell'Arcivescovo di Torino con una sua lettera
d'accompagnamento diretta al card. Caterini da copiarcevela ».
I testi del Riassunto e della Consultazione sono contenuti in un grosso
fascicolo a stampa — formato mm 304 X 223 — con doppia numerazione
successiva delle pagine: da 1 a 50 (il Riassunto ricopre le pagine da 41 a 48) e poi
da 1 a 16 con il testo della Consultazione. Nell'edizione sono riportati fedelmente
con le relative mende.
Sigle usate nell'apparato delle varianti
add addit
corr
corrigit - quando la correzione di una parola o di una frase viene effettuata
utilizzando elementi della parola o della frase corretta
del
delet - cancella
emend
emendat - quando la correzione viene effettuata con elementi del tutto nuovi
rispetto alla parola o alla frase preesistente
eras
erasit - cancella mediante gomma o raschietto
infra lin infra lineam
iter
iterat
lin subd sottolineato
mrg
in margine: inf = inferiore; sup = superiore; dext = laterale destro; sin = laterale
sinistro
om
omittit
res
rescribit
sl
super lineam
trsp
transponit

3.10 Page 30

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274
Pietro Braido
Abbreviazioni e sigle utilizzate nell'apparato delle fonti
Ai Vescovi (1868 ) = Lettera di don Bosco ai vescovi della provincia ecclesiastica di Torino, 8
die. 1868 - E I 590-593.
Alcuni pensieri (1874) = Alcuni pensieri che muovono il sac. Giovanni Bosco a supplicare
umilmente per la definitiva approvazione delle Costituzioni della Società Salesiana, 18
marzo 1874 - E II 371-372.
A mons. Zappata (1863) = Lett, al Vicario Capitolare di Torino, 24 sett. 1863 - E I 262-264.
ASC = Archivio Salesiano Centrale - Roma.
Animadversiones (Savini - 1864) = Animadversiones in Constitutions sociorum sub titulo S.
Francisa Salesii, 23 luglio 1864 - Cost. SDB 231-232.
Animadversiones (Bianchi - 1873) = Voto del Rev.mo Consultore, 9 maggio 1873 - OE XXV 364-
372.
Animadversiones (S.C. - 1873) = Riassunto delle precedenti osservazioni trasmesso al sac. D.
Giovanni Bosco sopra le Costituzioni esibite nell'anno 1873, 26 luglio 1873 - OE XXV 373-
376.
Animadversiones pro facúltate (1867) = Animadversiones pro facúltate liter arum dimissorialium
obtinenda, 7 gemi. 1867 - MB VIII 573-574.
BS = «Bollettino Salesiano» (dal gennaio 1878); «Bibliofilo cattolico e Bollettino salesiano
mensuale » (da agosto a dicembre 1877).
Breve notizia (1864) = Breve notizia della Società di S. Francesco di Sales (1864) - MB VII
890-891.
Cenno o Cenno istorico = Cenno istorico sulla congregazione di S. Francesco di Sales e
relativi schiarimenti. Roma, Tip. Poliglotta 1874 - OE XXV 231-250.
Cenno storico (1868) = Cenno storico intorno alla Società dì S. Francesco di Sales, gennaio
1868 - MB IX 61-64.
Constatazione (1874) = Consultazione per una Congregazione Particolare, marzo 1874 - OE XXV
387-400.
Cose da notarsi (1864) = Cose da notarsi intorno alle Costituzioni della Società di S.
Francesco di Sales, 12 febbraio 1864 - Cost. SDB 229.
Cost. SDB = G. Bosco, Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales 1858-1875. Testi
critici a cura di F. Motto. Roma, LAS 1982.
De regulis (1873) = De regulis Societatis Salesianae aliqua declaratio (1873) - Cost. SDB 248.
De Societate (1873) = De Societate S. Francisa Salesii brevis notitia et nonnulla decreta ad
eamdem spectantia. Tip. dell'Orar, di S. Frane, di Sales 1873 - OE XXV 193-121.
E = Epistolario di san Giovanni Bosco, a cura di E. Ceria, 4 voi. Torino, SEI 1955, 1956, 1958,
1959.
MB = Memorie Biografiche di Don (del Beato... di San) Giovanni Bosco, 19 voi. (da 1 a 9:
G.B. Lemoyne; 10: A. Amadei; da 11 a 19: E. Ceria) + 1 voi. di Indici (E. Foglio). San
Benigno Canavese - Torino 1898-1939 (Indici, 1948).

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
275
MO = G. Bosco, Memorie dell'Oratorio di San Francesco di Sales. Dal 1815 al 1855, a cura di E.
Ceria. Torino, SEI 1946.
Notitia brevis (1868) = Notitia brevis Societatis Sancii Francisci Salesii et nonnulla decreta ad
eamdem spectantia. Torino, Tip. dell'Orai, di s. Francesco di Sales 1868 - OE XVIII 571-
586.
OE = GIOVANNI BOSCO, Opere edite. Prima serie: Libri e opuscoli, 37 vol. (ristampa
anastatica). Roma, LAS 1977-1978.
Osservazioni (Durando - 1868) = Osservazioni del sac. Marco Antonio Durando sulle regole o
costituzioni proposte ad osservarsi dalla Congregazione di S. Francesco di Sales
(1868)Cost. SDB 235.
Osservazioni (Riccardi - 1868) = Osservazioni intorno alle Costituzioni proposte dal sac. Don
Giovanni Bosco per la Congregazione di S. Francesco di Sales, 1° marzo 1868 - Cost. SDB
236-237.
Osservazioni (DB - 1874) = Osservazioni sulle Costituzioni della Società di S. Francesco di
Sales e loro applicazione (1874) - Cost. SDB 245-247.
Pia Società (1873) = Pia Società di S. Francesco di Sales (1873), ms autografo di don Bosco.
Promemoria (1874) = Promemoria sopra una lettera dell'arcivescovo di Torino intorno alla
Congregazione salesiana ai Cardinali della Congregazione Particolare, marzo 1874 - E II
371-372.
Regulae (1867) = Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Augustae Taurinorum, ex typis
Asceterii Salesiani 1867 - OE XVIII 267-301.
Regulae (1873) = Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Augustae Taurinorum, ex officina
Asceterii Salesiani 1873 - OE XXV 35-72.
Regulae (1874) = Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Romae, Typis S. C. de Propaganda
Fide 1874 - OE XXV 253-292.
Riassunto (1874) = Riassunto della Pia Società di S. Francesco di Sales nel 23 Febbraio 1874
OE XXV 377-384.
RSS = « Ricerche Storiche Salesiane ». Rivista semestrale di storia religiosa e civile. (Istituto
Storico Salesiano). Roma, LAS 1982 ss.
Società (1867) = Società di S. Francesco di Sales, all'arciv. di Torino, estate 1867 - MB VIII
809-811.
Stato (1870) = Stato religioso-materiale della Società di S. Francesco di Sales nel principio
dell'anno 1870, ms autografo di don Bosco.
Supra animadversiones (1869) = Supra animadversiones in Constitutiones sociorum sub titulo
S. Francisci salesii in dioecesi taurinensi - Cost. SDB 232-234.
Tortone (1868) = Informazioni sulla Società Salesiana fornite a mons. Svegliati, Segretario
della Congregazione dei Vescovi e Regolari, da mons. Gaetano Tortone, incaricato
ufficioso della S. Sede a Torino, 6 agosto 1868 - MB IX 366-370.

4.2 Page 32

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276
Pietro Braido
II. T E S T I
A
AZ A3•••
B
B B Z 3
...
C
e e ..
S
= manoscritto autografo di don Bosco
= interventi successivi di don Bosco
= manoscritto autografo di don Berta
interventi autografi di don Bosco sul manoscritto B
= manoscritto autografo di don Berta
= interventi autografi di don Bosco sul manoscritto C
= testo stampato 1874
CENNO ISTORICO
SULLA CONGREGAZIONE
DI S. FRANCESCO DI SALES
E RELATIVI SCHIARIMENTI
5
Roma
Tipografia Poliglotta
della S. C. di Propaganda
1874·1
Con approvazione dell' Autorità Ecclesiastica [
lO
1.
p. 3
Primordi di questa congregazione.
Dal 1841 al 1848 si praticavano già alcune regole secondo lo spirito di
questa Congregazione, ma non vi era vita comune.
l ante Cenno add Frontispizio C2 istorico] storico A 2 Congregazione] con-
greg. A Congregazione B
4 e relativi schiarimenti 0111, A
5-8 Roma ... 1874
om ABC 9 Con ... Ecclesiastica om ABC 10-11 I. Primordi di questa con-
gregazione omABC add SlC2 12 alcune regole] le cose che sono A alcune re-
gole emend sl A 2 13 ma non] ma senza che A ma non emend sl A 2 vi era]
esistesse comunità con regole atte a costituire A esistessero comunità con
regole atte a formare corr A 2 ante vita add sl senza A 2 del A 3
11-13 «Questo regolamento racchiude la disciplina e lo spirito che da vent'anni guida quelli
che impiegano le loro fatiche negli Oratorii che io mi sono adoperato per ridurre qui in forma
regolare secondo le basi suggerite da Sua Santità» - Breve notizia (1864), MB VII 892.
« Questa società sebbene limitata ad alcuni ecclesiastici cominciò nell'anno 1841 a raccogliere
poveri nei giorni festivi. Mons. Fransoni( ...) ne11846 consigliava il Sac. Bosco a studiare modo
di regolare esistenza all'amministrazione degli Oratori con una Congregazione di individui che
vivessero in società con regole fisse tra loro e per gli Oratori» - Società (1867), MB VIII
809-810.

4.3 Page 33

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di DOI1 Bosco del 1873/74
277
In quell'anno (1848) uno spirito di vertigine si levò contro agli ordini
religiosi, e contro alle Congregazioni Ecclesiastiche; di poi in generale contro 15
al clero e a tutte le autorità della Chiesa. Questo grido di furore e di disprezzo
per la religione traeva seco la conseguenza di allontanare la gioventù dalla
moralità, dalla pietà; quindi dalla vocazione allo stato ecclesiastico. Perciò
niuna vocazione religiosa e quasi nissuna per lo stato ecclesiastico.
la redazione ms
mentre gli ordini religiosi e le congo eccl" erano disperse, ed i preti vilipesi, taluni 20
incarcerati, altri mandati a domicilio coatto.
In quel tempo Dio fece conoscere il modo di coltivare le vocazioni, e ciò non
fra le famiglie agiate, perché esse mandando i loro figli alle pubbliche scuole non ec
ma fra i poveri. Ma dove prendere i mezzi necessari? Come provvedere studio, vestito,
vitto, alloggio, titolo ecclesiastico? Dio è con noi, egli ci ajuterà e cominciai a sce- 25
14 In ... (1848)J Nel 1848 ABC In quell'anno (1848) corr C2 ante uno add
quando A si levò emend sl A 2 del A 3 unoJ lo A uno emend sl A 2 si levò
om A add sl A 2 15 religiosi 0111. A add sl A 2 e controJ ed A e contro emend
sl A 2 EcclesiasticheJ eccl. che A
16 della ChiesaJ eccles A della chiesa
emend A 2 furore e 01'11 A add sl A 2 di 2 O1'n A
post disprezzo add sl
religioso A 2 del A 3 17 per laJ contro a tutto che sapeva di A per la iter
emend A2 secoJ con se A seco emend sl A2 17-18 dalla ... quindi cm A dalla
moralità, dalla pietà; quindi add sl A 2 18 post vocazione add religiosa A del A 2
alloJ e dallo A allo corr A 2 18-19 Perciò ... religiosa om A Perciò niuna voca-
zione religiosa add A 2 19 e quasi nissuna orn A pochissi add A 2 quasi niuno
emend A 3 e quasi niuna B e quasi nissuna corr B2 20 mentre om A add mrg
sin A 2 gli religiosi om A i religio add mrg sin A 2 gli ordini religiosi emend
A3
e le ed om A e le congo eccl? erano disperse, ed add mrg sin A 2
i preti om A il prete add mrg sin A 2 i preti corr A 3 20- 21 vilipesi... coatto
om A vilipesi, taluni incarcerati, altri mandati a domicilio coatto add mrg
sin A 2 22 e ciò om A add sl A 2 23 ante le famiglie add i ricchi fra A del
A 2 perchè ... non ec om A perchè esse mandando i loro figli alle pubbliche
scuole non ec add sl A 2
24 ma om A add mrg sin A 2 Ma dove prendere
i [i om A 2 add sl A 3J mezzi necessari? om A add mrg in! A 2 Come provve-
dere om A add mrg in! A 3 24-25 studio ... egli om A studio, vestito, vitto, al-
loggio [alloggio om A 2 add A 3J, titolo ecclesiastico? Dio é con noi egli add mrg
in! A 2 25 post egli add A 2 del A 3 25-26 ci ... scegliere 01n A add mrg inf A 2
14-21 Cf MQ 205, 212; V. Riassunto, lin 4-10. Cf anche T. CHIUSO, La Chiesa in Piemonte
dal 1797 ai giorni nostri, cap. V. Le Riforme e lo Statuto. Prime contese e prime vittime,
pp. 201-251; P. STELLA, Le Costituzioni salesiane [ino al 1888) in Fedeltà e rinnovamento.
Studi sulle Costituzioni salesiane. Roma, LAS 1974, pp. 15-54.
20-21 Cf lin 29-31.

4.4 Page 34

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278
Pietro Braido
gliere fra gli artigianelli che teneva già raccolti nella casa di Valdocco alcuni che per
moralità ed ingegno davano migliori speranze. Mentre questi novelli allievi frequen-
tavano le classi
Mentre gli istituti religiosi si andavano così disperdendo; i preti erano
30 vilipesi, taluni messi in prigione, altri mandati a domicilio coatto, come mai
umanamente parlando era possibile coltivare lo spirito di vocazione?
In quel tempo Dio fece in maniera chiara conoscere un nuovo genere di
26 nella] in A nella emend si A 2 post Valdocco add scelsi A del A 2 che orn
A add si A 2 27 post speranze add speranza di riuscita A del A 2 Mentre]
Perciò A Mentre emend si A 2 29 gli istituti religiosi]le vocazioni religiose
ed ecclesiasti A gli ordini religiosi e le congreg. eccl. emend A 2 gli ordini religiosi
e le congregazioni ecclesiastiche Be gli istituti religiosi con e 2 si andavano
om A add si A2 così om AB add si A2 0112 B add si B2 disperdendo] disper-
se A disperdendo corr A 2 erano om A add si A 2 30 ante altri add molti A
del A 2 30- 31 come .. .lo] erano tutte cose che mandavano al monte ogni A
come mai umanamente parlando era possibile coltivare lo emend si A 2
32
e in maniera chiara 0112 ABe add si 2 post conoscere add Dio fece A del A 2
22-23 Cf lin 32-35.
24 Cf lin 36-37.
24-25 Cf lin 37-39.
25 Cf lin 39-41
25-27 Cf lin 41-43.
27-28 Cf lin 43-45.
29-31 «Quello che ci sforza a rompere in oggi il silenzio si è il vedere con quale rapidità
spaventosa da qualche mese si addoppino le più crudeli ferite alla Chiesa coll'aperta viola-
zione della sacra clausura, colla sacrilega dispersione di tante Comunità Religiose, e colla vio-
lenta occupazione dei più cospicui ecclesiastici fabbricati» - lettera pastorale di mons. Luigi
Fransoni da Lione, 25 agosto 1854, CHIUSO, o. c., voI. IV, p. 368. - « La guerra contro la Reli-
gione viene ovunque palesemente più o meno sì, ma in modo sempre uniforme regolata e
diretta dal tenebroso governo delle sette» - Protesta di mons. Fransoni da Lione contro l'OCClI-
pazione dei monasteri delle Canonichesse di S. Croce e delle monache cappuccine e delle case
religiose dei PP. Certosini a Collegno, dei PP. Oblati di M. V. e dei Domenicani a Torino,
25 agosto 1854, CHIUSO, o. c., voI. IV, pp . .385-386. - Cf CHIUSO, o. c., voI. IV. Leggi e di-
sposizioni anticattoliche (l 850-1855)} pp. 137-244; capo IV. Vicende politiche e religiose (dal
1856 al 1862), pp. 245-302.
32-37 «Noi ci limitiamo a giovani educati, istruiti nelle nostre case; giovani già scelti ordi-
nariamente dai parroci che, vedendoli risplendere nella virtù fra la mazza e la zappa, li rac-
comandano alle nostre case. Due terzi di questi inviati sono restituiti alle loro case» - rela-
zione fatta da don Bosco su un colloquio avuto con Pio IX il 23 nov. 1872, E II 239-240. -
« E' venuto il tempo, conchiusero i due angeli, che i poveri saranno evangelizzatori dei popoli.
I Leviti saranno cercati tra la zappa, la vanga ed il martello, affinché si compiano le parole
di Davidde: Dio ha sollevato il povero dalla terra per collocarlo sul trono de' principi del tuo
popolo» - sogno « 24 maggio-24 giugno 1873 », C. ROMERO, I sogni di Don Bosco. Leumann
(Torino), LDC 1978, p. 31.

4.5 Page 35

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
279
p. 4 milizia, che egli si voleva scegliere; non già fra le famiglie agiate, I perché esse
per lo più mandando la loro figliuolanza alle scuole pubbliche o ne' grandi
collegi, ogni idea, ogni tendenza a questo stato veniva presto soffocata.
35
Quelli che maneggiavano la zappa od il martello dovevano essere scelti
a prendere posto glorioso tra quelli ed avviarsi allo stato sacerdotale. Ma dove
trovar mezzi per gli opportuni locali, per lo studio, pel vestito, vitto, titolo
ecclesiastico e più tardi pel riscatto dalla leva militare? L'uomo è misero istru-
mento della Divina Provvidenza, che nelle mani di Dio, e col suo santo aiuto 40
fa quello che a lui piace. Ho pertanto cominciato a raccogliere alcuni conta-
dini dalle campagne: a questi associai alcuni artigianelli dell'Oratorio di S. Fran-
33 egli si 0112 A add si A 2
e 34 per lo più 0112 ABe add si 2
scuole 0111, A
e add si A 2 35 ogni idea 0111, ABe add si 2 tendenza[propensione AB ten-
denza emend si B2 soffocata] annientata A soffocata emend sl A2 36
od]ed A e dovevanoJ doveva A
post dovevano add in quel momento AB
del B2 essere scelti a om AB add si B2 37 tra quelli om ABe ed 0112 A
ed add si A 2 ed Be avviarsi 0112 A add si A 2 allo]nello A allo emend si
e e A 2 38 trovar] prendere A trovar emend si A 2 mezzi 0112 add si 2
gli opportuni locali] provvedere quanto occorreva A gli opportuni locali emend
si A 2 pel 0112 A add si A 2 39 pel]il A
39-40 istrumento] strumento A
post istrumento add si nelle mani e 2 del e 3 40 della Divina Provvidenza 0112 AB
della divina provvidenza add si B 2 della Divina Provvidenza e post Provviden-
za add e come tale B2 e come tale e del e 2 che] che AB del B2 che add mrg
sin e 2
nelle mani] nelle mani AB del B2 coll'ajuto add mrg sin e 2 nelle
mani corr e 3 di Dio] del Signore AB del B2 di Dio add mrg sin e 2 post
Dio add può tutto. Ma bisogna cooperare A può tutto. Ma bisogna che egli coo-
peri corr B del B2 e col suo santo aiuto om ABe add mrg sin e 2 41 fa ...
e e piace 0112 ABe add mrg sin 2 del 3 fa quello che a lui piace add mrg sin
e4
ante Ho add si In quel tempo B2 del B3
e e Ho] ho
Ho GOr1' 2
e pertanto 0112 ABe add si 2
42-43 dell'Oratorio ... Sales 0112 A dell' Oratorio
di S. Franceso di Sales add si A 2
37-39 Con una legge del 30 maggio 1869 venivano abrogati gli articoli 98 e 99 della legge
20 marzo 1854, i quali garantivano una limitata esenzione degli ecclesiastici dal servizio mili-
tare. Rimase però una via per l'esenzione, il riscatto) cioè il versamento di una somma per il
passaggio nella seconda categoria (L. 2.500) o nella terza (L. 3.200). Anche questa risulterà
preclusa in seguito alla legge del 7 giugno 1875.
39-42 La lezione del ms C sorge dalla difficoltà che il segretario D. Berto incontra nel deci-
frare le correzioni introdotte da don Bosco nel ms B. Semplificando, l'amanuense trascrive:
«L'uomo è misero strumento della Divina Provvidenza e come tale ho cominciato a racco-
gliere alcuni contadini dalle campagne ».
42-43 E' una prospettiva più ampia e avanzata di quella offerta da lin 32-33. In riferimento
a un tempo successivo don Bosco scriverà: «La tristezza dei tempi e la diminuzione delle
vocazioni persuasero di coltivare giovani di niuna o di scarsa fortuna per lo stato ecclesiastico;
di qui la categoria degli studenti nella casa di Torino, nel collegio convitto di Lanzo e nel
piccolo seminario di Mirabello, dove hanno istruzione religiosa e scientifica oltre ad altri quat-

4.6 Page 36

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280
Pietro Braido
cesco di Sales, commendevoli per moralità ed attitudine allo studio. A fine poi
di risparmiare qualche spesa e ricordare ognora ai novelli allievi la loro bassa
45 condizione, mentre frequentavano le scuole, prestavano assistenza ai loro com-
pagni, facevano scuola serale e catechismi ne' vari oratorii festivi già aperti
nella città di Torino. A questi primi se ne aggiunsero altri e poi altri. Diffi-
cilmente si possono capire le fatiche, gli stenti, e le altre difficoltà che si dovet-
tero allora sostenere in faccia a tutte le autorità civili e scolastiche. Tuttavia,
so benedicendo Iddio l'opera sua, nel 1852 si era già riuscito a formare un nucleo
di parecchi giovanetti, che in pubblico ed in privato prestandosi a molte opere
43 post per add inge A del A 2 post studio add e che erano già raccolti nel-
l'Oratorio di S. Francesco di Sales A del A 2 post poi add i novelli allievi
A del A 2 44 e ricordare ... allievi] ed i novelli allievi non dimenticassero AB
e ricordare ognora ai novelli allievi corr B 2
la om A add si A 2
bassa
0111 A add si A 2
45 post condizione add di poverelli si prestavano etc. A
del A 2 prestavano assistenza ai] si prestavano ad assistere i A prestavano
assistenza ai con A 2
46 facevano] fare A facevano corr A 2
scuola 01n
A add si A 2 serale om AB add si B2 e om A add si A 2 post catechi-
smi add fare loro scuola A del A 2
ne' ... aperti] ne' vari Oratori festivi già
aperti om A add si A 2
47 nella ... Torino om. A in questa città add mrg
e sin A 2 del A 3 nella città di Torino om Be add si 2 48 e le] ed AB e le
emend mrg sin B2 49 in faccia ... Tuttavia om A in faccia a tutte le autorità
civili e scolastiche. Tuttavia add fol A 2 50 benedicendo Iddio om A be-
nedicendo Dio add fol A 2 benedicendo Iddio corrA 3 l'opera sua 01n A que-
sti tenui principi add fol 20 A 2 l'opera sua emend A 3 50-51 si era ... nucleo
di] si aveva già raccolti A si era già riuscito a formare un nucleo di emend si
A 2 51 in pubblico ed in privato orn A add mrg sup A 2 prestandosi] pre-
stavansi A prestavandosi con A 2 prestandosi corr A 3
trocento giovanetti, di cui maggior parte aspiranti allo stato ecclesiastico» - Cenno storico
(1868), MB IX 62.
47-49 Le difficoltà incominceranno con l'impianto a Valdocco delle classi ginnasiali e gli inter-
venti delle autorità scolastiche per l'applicazione della legge Casati (1859), dunque in concreto
non prima degli anni '60.
50-52 «Mons. Arcivescovo Fransoni raccomandò più volte che si studiasse qualche mezzo
per assicurare l'esistenza degli Oratorii dopo la morte dell'esponente. L'anno 1852 il Supe-
riore ecclesiastico, di moto proprio, approvava in genere le regole che si osservavano negli
Oratorii, costituiva il sacerdote Bosco capo di essi, compartendogli tutte le facoltà necessarie
ed opportune per queste instituzioni» - Cenno storico (1868), MB IX 62. Il Decreto, o Pa-
tente, è riportato in Notitia (1868), OE XVIII 573-574 e in De Societate (1873), OE XXV
106-107. - Ma anche riferendosi a tempi precedenti don Bosco scrive: «Il Superiore di questi
Oratorii in certo modo fu sempre l'Arcivescovo, dal cui parere e consiglio ogni cosa dipen-
deva. Per altro i sacerdoti che occupavano di tutto proposito il sacro loro ministero negli
Oratorii, solevano riconoscere il sacerdote Bosco per loro superiore, senza legami di voti,
ma colla semplice promessa di occuparsi in quelle cose che egli avesse giudicato a maggior
gloria di Dio» - Cenno storico (1868), MB IX 62.

4.7 Page 37

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
281
p. 5 di carità erano ben veduti da ogni classe j di persone. In quell'anno (1852)
l'Arcivescovo di Torino desiderando che si conservasse lo spirito di questa
novella istituzione l'approvò costituendo direttore capo il sacerdote Gio. Bosco,
conferendogli tutte le facoltà necessarie od opportune a quello scopo.
55
Vivendo inosservati in mezzo al mondo, si istituivano oratorii festivi nei
vari quartieri di questa città; aprivansi scuole, ospizi di carità e mandavansi
ogni anno parecchi cherici ne' seminarii delle varie diocesi, mentre alcuni, che
ne avevano la vocazione, fermavansi ad accrescere il numero della nascente
Congregazione. Nell'anno 1858 si numeravano parecchi sacerdoti, cherici e 60
52 da ... persone] sebbene in tutte parti si gridasse contro ai preti ed ai frati A
da ogni classe di persone emend sl A 2
In quell'anno] Fu allora che A In
quell'anno emend sl A 2 (1852) om AB add sl B2 53 desiderando ... conser-
vasse] diede la sua approvazione A clesideranclo che si conservasse emend sl A 2
54 costituenclo] costituendone A costituendo C01'1' A 2 direttore om A add sl A 2
Direttore corr B 2 sacerdote] sac. AB 55 ante conferendogli add e A 2 e B
del B2
conferendogli ... scopo orn A conferendogli tutte le facoltà necessarie
od opportune a quello scopo add A 2
56 Vivendo inosservati om A add A 2
in] In A in corr A 2
al]a A al corr A 2
post al add continue difficoltà
senza che alcuno ci badasse A del A 2
ante mondo add il A al corr A 2
mondo ... festivi om A mondo, si istituivano Oratori festivi add sl A 2 56-57
nei ... città om AB nei vari quartieri di questa città add mrg sin B2 57 apri-
vansi scuole om A add A 2 ante ospizi add ed A 2 del A 3 ospizi di carità
e Dm A add A 2 58 cherici] giovanetti A cherici emend sl A 2 ante semi-
narii add vari A del A 2 seminarii] Seminari, A seminarii B delle ... diocesi
om. A add A 2 59 ad ... numero] a far parte A ad accrescere il numero emend
sl A2 60 Nell'] All' ABC L' COYY C2 si numeravano] questa numerava A
si numeravano emend mrg in! A 2 post numeravano add già A ante parec-
chi add fra' suoi membri A del A 2
52-55 Il decreto, riguardante l'opera degli oratori, gradatamente verrà invocato in favore del
costituirsi della Società salesiana: cf Riassunto) lin 41-42.
56-58 E' più storia del futuro che del tempo a cui letteralmente si riferisce lo scritto di
don Bosco.
58-60 «La sera del 26 gennaio 1854 ci radunammo nella stanza di D. Bosco: esso D. Bosco,
Rocchietti, Artiglia, Cagliero e Rua; e ci venne proposto di fare coll'aiuto del Signore e di
S. Francesco di Sales una prova di esempio pratico della carità verso il prossimo, per venire
poi ad una promessa; e quindi se sarà possibile e conveniente di farne un voto al Signore» -
verbale manoscritto del eh. Rua, MB V 9.
60-62 «L'anno del Signore 1859 alli 18 di dicembre( ...) si radunavano [seguono 18 nomina-
tivi] tutti allo scopo ed in uno spirito di promuovere e conservare lo spirito di vera carità
che richiedesi nell'opera degli Oratorii per la gioventù abbandonata e pericolante, la quale in
questi calamitosi tempi viene in mille maniere sedotta a danno della società e precipitata nel-
l'empietà e irreligione. Piacque pertanto ai medesimi congregati di erigersi in Società o Con-
gregazione, che avendo di mira il vicendevole aiuto per la santificazione propria, si proponesse
di promuovere la gloria di Dio e la salute delle anime, specialmente delle più bisognose
d'istruzione e di educazione» - verbale della prima conferenza di adesione alla Società sale-
siana e dell'elezione del primo Consiglio generale, MB VI 335.

4.8 Page 38

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282
Pietro Braido
alcuni laici, che tenendo vita comune In massima osservavano le regole della
Società Salesiana.
II.
Pensieri del S. Padre
65
intorno a questa pia società.
Allora (1858) l'Arcivescovo Fransoni, sempre di cara memoria, mi con-
sigliò di provvedere in modo stabile all'avvenire dei molti ragazzi, che erano
raccolti negli Ospizii o frequentavano gli Oratorii domenicali. Munito di una
61 in massima om A add sl A 2
osservavanoJ osservando A osservavano
corr A 2 posi osservavano add quasi A in massima emend A 2 del A 3 62
Salesiana] di S. Francesco A Salesiana emend A 2 63-65 IL.società 0111. ABC
2 Pensieri del S. Padre intorno a questa pia Società add mrg sin C2 66 Allora]
Fu allora che A Allora con A 2 (1858) om ABC add sl C2 Fransoni] Franzoni
B Fransoni con B2 post Fransoni add mrg in quel tempo esule in Lione A 2
sempre di] di A sempre di emend sl A 2
post memoria add sl allo A 2 del
A 3 66-67 consigliò] comandò (?) B consigliò corr B2 67 stabile] formale
AB stabile emend sl B2
all' ... molti] alla moltitudine di A all'avvenire dei
molti corr A 68 Ospizi] ospizi AB Ospizi C domenicali om AB add sl B2
64-69 «L'anno 1858 quando io aveva la felice ventura di potermi presentare a V. S., all'in-
tendere gli sforzi che faceva l'eresia e l'incredulità per insinuarsi nei popoli e soprattutto fra
la povera e inesperta gioventù, accoglieva con segno di gradimento l'idea di una Società, che
di quella pericolante porzione del gregge di Gesù Cristo si prendesse cura particolare. La me-
desima S. V. degnavasi di tracciarmene le basi, che io ho fatto quanto ho potuto per svolgere
in questo piano di regolamento. Ma sebbene io abbia avuto ferma volontà e siami secondo
le mie deboli forze adoperato per mettere in opera i consigli di V. S., tuttavia nella esecuzione
del lavoro temo di essermi di troppo, in cose essenziali, allontanato da quanto erami proposto.
Per questo motivo io dimando piuttosto la correzione di queste progettate costituzioni, anziché
l'approvazione» - Supplica a Pio IX del 12 febbraio 1864, E I 304. - Ma fonte principale
del testo del Cenno isterico sugli incontri di don Bosco con Pio IX nel 1858 è Breve notizia
(1864): Il regnante Pio IX a favore di questa Società} MB VII 892. - Nel ms autografo di
don Bosco Stato religioso-materiale della Società di S. Francesco di Sales sul principio del-
l'anno 1870 viene data la versione, che accentua l'iniziativa del papa: «1858. L'arcivescovo
di Torino dopo aver più volte consigliato una congregazione, manda il Sacerdote Bosco con
sua lettera commendatizia a Roma affinché chiegga al glorioso regnante Pio IX consiglio, nor-
ma per una congregazione che valga a conservare lo spirito e l'esistenza degli Oratorii. Il
Santo Padre dà il piano di una congregazione i cui individui in faccia alla chiesa siano veri
religiosi, in faccia alla civile società siano altrettanti liberi cittadini» - Stato (1870), p. 2,
microsch. 1.925 C 4.
66-68 Cf Breve notizia (1864): Il Superiore ecclesiastico della diocesi di Torino} MB VII.
891. «Le calamità dei tempi obbligando l'Arcivescovo a risiedere fuori di diocesi, pure
questi non cessava di raccomandare una instituzione che si assicurasse la conservazione dello
spirito e della pratica degli oratorii. Nel 1858 consigliava il sae. Bosco di recarsi a Roma
per aver lumi speciali dal Sommo Pontefice sul modo di concepire una instituzione reli-
giosa in faccia alla Chiesa, ma che i suoi membri fossero altrettanti liberi cittadini davanti
alle leggi civili» - Cenno storico (1868), MB IX 62-63.

4.9 Page 39

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
283
sua lettera, mi inviava al Sommo Gerarca della Chiesa al Grande Pio IX. Que-
sto incomparabile Pontefice mi accolse nel modo più benevolo; mi fece minu- 70
tamente esporre i primordi di questa istituzione, e ciò che mi aveva mosso a
p. 6 cominciarla, I che si faceva e come si faceva. Dipoi soggiunse: Mio caro,
avete messo molte cose in movimento; ma voi siete uomo e se Dio vi chia-
masse, dove ogni uomo deve andare, queste vostre imprese dove andranno
a finire?
75
Beatissimo Padre, risposi, è questo lo scopo della mia venuta a' Vostri
Piedi, è questo il soggetto della lettera del mio Arcivescovo. Supplicare V. S.
a volermi dare le basi di una Istituzione che sia compatibile nei tempi e nel
luoghi, in cui viviamo.
- L'impresa non è tanto difficile. Si tratta di vivere nel mondo senza 80
essere conosciuti dal mondo. Se però in quest'opera avvi il volere di Dio, esso
ci illuminerà. Andate, pregate, e dopo alcuni giorni ritornate e vi dirò il mio
pensiero.
Passata una settimana, ritornai dal S. Padre, che in vedendomi tosto
prese a parlare così: Il vostro progetto può procacciare assai bene alla povera 85
gioventù. Una Associazione, una Società, o Congregazione religiosa sembra
necessaria in mezzo a questi tempi luttuosi. Essa deve fondarsi sopra queste
basi: Una società di voti semplici, perché senza voti non vi sarebbero gli
68-69 Munito .. .letteraJ Con lettera A Munito di una sua lettera emend sl A 2
69 post lettera add di Lione, dove egli esulava A che ha dato da Lione, do-
ve egli esulava corr A 2 del A 3
70 post Pontefice add dopo ma A del A 2
mi ... benevolo om A mi accolse in modo il più benevolo add sl A 2 mi accolse
in modo il più benevolo BC 70-71 minutamente om A add sl A2 71-72 i
prirnordi ... cominciarla om ABC i primordi di questa istituzione, e ciò che mi
aveva mosso a cominciarla add mrg sin C2 72 che ... faceva-'] ciò che si faceva
e perchè si faceva ABC che si faceva e come si faceva corr C3 DipoiJ e poi
A di poi corr A 2 dipoi BC Dipoi corr C2 Mio caroJ Mio abate Bosco, voi
A Mio caro emend sl A 2 73 messoJ messe A messo BC ante uomo add un
A del A 2 73-74 chiamasseJ chiama AB chiamasse COrI' B2 74 ogni... deveJ
dobbiamo tutti A ogni uomo deve emend sl A 2 ante queste add tutte A del
A 2 78 Istituzione] congregazione A Congregazione BC Istituzione emend sl
C2 81 conosciutiJ veduti A conosciuti emend sl A2 in ... volereJ vi é [era
A è emend sI A 2J la maggior gloria A in questa [quest' BCJ opera avvi il volere
emend sl A 2 82 post illuminerà add intorno a quanto sarà da farsi A del A 2
84 Passata unaJ Passati al A Passata una corr A 2
post tosto add senza A
del A 2 85 post cosi add Se potete condurre a buon termine A del A 2 IlJ
il A Il corr A 2 può procacciareJ sene può sperare A può procacciare emend sl
A2
allaJ per la A alla corr A 2 povera om A add sl A 2
86 una] o
A una emend sl A 2 sembra] è A sembra emend sl A 2 87 questi] queste
A questi con A 2 tempi luttuosi] burrasche A tempi luttuosi emend sl A 2
fondarsi] avere A fondarsi emend A 2 88 Una società di] Si emettano A Una
società di emend sl A 2 perché] nel A perché emend A 2 vi sarebbero]
si possono A vi sarebbero emend A 2

4.10 Page 40

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284
Pietro Braido
opportuni legami tra soci e tra superiori ed inferiori.
90
La foggia di vestire, le pratiche di pietà non la facciano segnalare in mezzo
al secolo. Le regole siano miti e di facile osservanza. Si studi il modo che
ogni membro in faccia alla Chiesa sia un religioso e nella civile società sia
un li-I bero cittadino. - Forse sarebbe meglio chiamarla Società anzi che Con- p. 7
gregazione; perché sotto a questo nome esisterebbe meno osservata. Procu-
95 rate di adattare le vostre regole sopra questi principii, e compiuto il lavoro
datelo al Cardinal Gaudi; esso a suo tempo me ne parlerà.
Appoggiato sopra le basi suggerite dal S. Padre, avutane speciale bene-
dizione, ho tosto dato mano ad uniformare le costituzioni scritte e da parec-
chi anni praticate in Torino con quello che mi era stato proposto.
100
Il Cardinale Gaudi lesse tutto con molta bontà; e facendo io tesoro de'
savi di lui riflessi e consigli, avuta di nuovo la benedizione e l'incoraggiamento
del S. Padre ritornai a Torino in seno alla famiglia di Valdocco.
90 La foggia] Non vi siano segni esterni che la manifestino col vestito o modo
A La foggia ernend sl A 2
lel o colle A le corr A 2
90-91 non ... secolo 0111.
A non la facciano segnalare in mezzo al add mrg sin A 2
91 secolo om A
mondo add mrg sin A 2 secolo emend A 3 di] della A di corr A 2 92 nella] in
mezzo alla AB nella emend sl B2 post sia add un vero e AB del B2 93
Forse ... Società om A Forse sarebbe meglio chirnarla Società add A 2 anzi che
O}J1, A anziche add mrg in! A 2 anzi che BC 93-94 Congregazione om A congre-
gazione add mrg in! A 2 94 perché om A add mrg in! A 2 sotto a om A
con add mrg in/ A2 con B sotto a corr B2
questo 0111. A add mrg in! A 2
nome om AB add sl B2
esisterebbe meno osservata om A add mrg sup A 2
post osservata add in mezzo al mondo A 2 in mezzo al mondo B del B2 94-95
ante Procurate add an A del A2 95 adattare] adattar ABC vostreJ vostre
A nostre con A.2 principiiJ principi AB ante compiuto add qu A del A 2
ante lavoro add vostro A del A 2 lavoro OJ1'/, A add sl A 2 post lavoro add
sl fa A 2 del A 3 96 dateloJ datolo A datelo corr A 2 Cardinal GaudiJ cardi-
nale GaudiJ cardinale Gaude A Cardinal Gaud BC essoJ che AB esso emend
sl B2 97-98 Appoggiato ... benedizione om A Appoggiato sopra le basi suggerite
dal S. Padre, avutane speciale benedizione add mrg sin A 2 98 hoJ Mi sono
A Ho emend A 2 ho ernend mrg A 3 98-99 scritte e da parecchi anni om A
scritte e da parecchi anni add sl A 2 99 praticateJ os A praticate emend A 2
conJ coi A con corrA 2 con emend sl A 3 quello ... propostoJ principi proposti
dal S. Padre A quello che mi era stato proposto emend sl A 2
100 GaudiJ
Gaude A Gaud BC moltaJ grande AB io OJn AB add mrg sin B2 101
di nuovo om A add sl A2
102 a Torino om ABC
famigliaJ faglia A
post Valdocco add Feci A del A 2
96 Card. Francesco Gaude, n. a Cambiano (Torino) nel 1809, domenicano, professore di
filosofia e di teologia in vari centri di studio dell'Ordine, provinciale di Lombardia e Pro-
curatore generale, cardinale nel 1855, morto nel 1860.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
285
III.
Il decreto di Commendazione del 1864.
Le costituzioni così modificate furono messe in pratica per sei anni no- 105
tando e modificando quelle cose, che parevano tornare alla maggior gloria
di Dio.
L'anno 1864 colle Commendatizie di parecchi Vescovi presentava le regole
al S. Padre, che le accolse colla solita bontà, mostrando speciale premura per
le medesime. Con Decreto della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari 110
in data luglio 1864 esprimeva la sua soddisfazione intorno alle cose, che i con-
p. 8 gregati Salesiani fa-I cevano. Dopo aver commendata e lodata la Congregazione
in genere, differiva a tempo più opportuno l'approvazione delle Costituzioni.
Attese però le speciali circostanze de' tempi e de' luoghi costituiva lo scrivente
Superiore Generale a vita fissando a dodici anni la durata in officio del suo 115
successore.
Al prelodato Decreto erano annesse tredici animadversioni, sopra cui io
era invitato a fare le mie osservazioni intorno al modo e alla possibilità di
inserirle al posto opportuno.
103-104 III. .. 1864 om ABC 3° Il decreto di Commendazione del 1864 add mrg
sin C2 105 Le costituzioni ... anni] Quattro anni si misero in pratica le mo-
dificate costituzioni A Le costituzioni cosi modificate furono messe in pratica
per sei anni corr A 2 105-106 notando e modificando orn A notando tutte add
sl A 2 notando e modificando emend mrg sin A 3 106 quelle cose che om. A
add sl A 2 parevano tornare om A potevano contribuire add sl A 2 poteva-
no contribuire B parevano tornare emend sl B 2 109 le accolse om A add
mrg sin A 2 colla solita om A con molta add mrg sin A 2 con molta B colla
solita corr B2 bontà, mostrando om A add mrg sin A 2 speciale orn A molta
add mrg sin A 2 premura per om A add mrg sin A 2 110 le medesime om. A
quest'uopo add mrg sin A 2 quest'uopo B le medesime emend sl B2 Con De-
creto] con decreto A Con decreto emend 1nrg A 2 dei] de' A 111 in ... 1864
om A in data luglio 1864 add sl A2 111-112 i congregati] gli aggregati ABC
112 aver] avere ABC lodata la Congregazione] lodate le costituzio A loda-
ta la Congo con A2 lodata la Congregazione BC 114 però] però A poi BC
però emend sl C2
de' lJ dei AB
117 io om A add sl A 2 118 alla orn
A add sl A 2 119 opportuno] voluto A opportuno emend A 2
108-109 «I Vescovi di Cuneo, di Acqui, di Mondovì, di Susa, di Casale e il Vicario Capi-
tolare di questa nostra Archidiocesi ebbero la bontà di unire commendatizie in favore della
medesima Società» - Supplica a Pio IX del 12 febbr. per l'approvazione della Società Sale-
siana, E I 304-305 e Cost. SDB 228-229; MB VII 619-623, 887-890 (testo delle commenda-
tizie, della supplica al S. Padre e dei documenti allegati).
109-116 Cf testo del decreto del 23 luglio 1864 in Notitia (1868), OE XVIII 576-578;
De Societate (1873), OE XXV 109-111; Costo SDB 231.

5.2 Page 42

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286
Pietro Braido
120
Con lettera firmata da Monsignor Svegliati si aggiungeva che, alcune di
esse, segnatamente la quarta che spettava alle dimissorie, si erano fatte, per-
ché la Congregazione Salesiana non era ancora definitivamente approvata.
IV.
Difficoltà per le sacre Ordinazioni.
125
Fino allora le sacre ordinazioni si davano ai nostri soci da ciascun Vescovo
secondo le regole generali de' sacri canoni, e ciascun Vescovo richiesto rimet-
teva volentieri alle nostre case il prete ordinato, perciocché lo regalavano a
quella casa, che inviava ogni anno parecchi cherici nel proprio seminario. Ma
dopo quel Decreto non fu più così. Nella nomina del Superiore, e nelle norme
130 pel suo successore i Vescovi ravvisavano la costituzion.e di un corpo morale.
Laonde ognuno dimandava se dovevasi! dare l'ordinazione a nome della Con- p. 9
120 Con ... Svegliati 0111, ABe
si] Si ABe
121 esse om e add sl e 2
la
quarta che spettava] quella spettante A la quarta che spettava con A 2 122
Salesiana 01'11. AB salesiana add sl B2
123-124 IV. om ABe 40 add sl e 2
124 ante Difficoltà add Un A del A2 sacre om A add sl A2 Sacre B 125
ciascun] ciascuno e ciascun con e 2 126 richiesto om AB
127 post volen-
tieri add il prete ordinato A alle ... case] alla nostra congregazione A alle no-
stre case con A 2 alle nostre case B alla nostra casa corr B 2 alle nostre case om
e add sl e 2 post ordinato add alle nostre case e del e 2 perciocchè om A
add mrg sin A 2
scovi Be del e 2
post perciocchè add ogni Vescovo A 2 i vescovi corr A 3 i ve-
e lo 0111. ABe add sl 2 regalavano om A regalava add mrg
sin A 2 regalavano corr A 3 post regalavano add mrg sin volen A 2 di buon gra-
e do emend A 3 di buon grado Be del 2 127-128 ante a quella add mrg sin un
prete A 2 qualche prete corr B2 qualche prete e del e 2
128 Ma] ma A Ma
add mrg A2 129 quel] questo A quel corrA2 Decreto] decreto A 130
la costituzione di om A add sl A 2 131 dovevasi] doveva A dovevasi corr A 2
dare l' O1n A add sl A 2 ordinazione] ordinare A ordinazione corr A 2
117-122 « Summus Pontifex( ...) enunciatam piam Congregationem( ...) praesentis Decreti
tenore approbat, atque confirma t , dilata ad opportunius tempus approbatione Constitutio-
num quae emendandae erunt juxta animadversiones ex mandato Sanctitatis Suae jam alias
communicatas, excepta quarta, quae modificanda erit prout sequitur, nempe Sanctitas Sua
supplicationibus Sacerdotis Ioannis Bosco benigne annuens, eidem tamquam enunciatae piae
Congregationis Moderatori Generali facultatem tribuit ad decennium proximum tantum dura-
turam, alumnis, qui in eiusdem Congregationis aliquo Collegio, ve1 Convictu ante aetatem
annorum quatuordecim excepti fuerunt, ve1 in posterum excipientur, ac nomen praefatae
piae Congregationi suo tempore dederunt vel in posterum dabunt, re1axandi litteras dimis-
soriales» Decreto del l° marzo 1869, OE XXV 343-344; Costo SDB 239-240.
120-122 Cf lin 297-320.
126-127 «Rimetteva volentieri il prete ordinato alle nostre case, perciocché i Vescovi rega-
lavano di buon grado qualche prete a quella casa », ms C.

5.3 Page 43

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
287
gregazione O dell'Ordinario. Non a nome della Congregazione, che non po-
teva dare le dimissioni; non dell'Ordinario, perché, si diceva, l'ordinando
pareva appartenere ad una famiglia religiosa. In que' casi io faceva una dichia-
razione, che spedita all'Ordinario de' miei cherici, per lo più li ammetteva 135
agli ordini sacri.
Allora i Vescovi, come di comune accordo, mi consigliarono di umiliare
alla Santa Sede la dimanda per la definitiva approvazione. Anzi un alto e bene-
merito personaggio ne diede formale consiglio.
v.
140
L'approvazione del 1 Marzo 1869.
Passarono circa cinque anni dal Decreto di Commendazione sempre tra
le incertezze e le difficoltà. Finalmente munito delle Commendatizie di ven-
tiquattro Vescovi mi recai a Roma. Ciascuno di essi raccomandava l'appro-
132 o] e A o con A 2 Non om A add mrg sin A 2 Congregazione] congreg.
A 133 perchè, si diceva.'] perchè si diceva, A perchè si diceva, che corr A 2 per-
chè, si diceva, corr B2 post diceva add che B del B2 134 pareva appar-
tenere ad] appartiene ad A era membro di corr A 2 era membro di BC pareva
appartenere ad emend sl C2 una famiglia] un corpo A una famiglia corr A 2
religiosa]religioso A 135 li ammettevaJerano ammessi A li ammetteva corr A 2
religiosaJ religioso A
135 li ammettevaJ erano ammessi A li ammetteva corr
A 2 137 AlloraJ Ma A Allora emend sl A 2 ili A del A 2 i add sl A 3 come
di] di A come di emend sl A 2 consigliarono] consigliavano ABC umiliareJ
prop A fare emend A2 umiliare emend sl A3 138 Santa] S. AB defini-
tiva] defititiva A definitiva corr A 2
140 V. om ABC 50 add C2
141 lJ
lO A
142 circa] oltre a A circa emend sl A 2
dal iter A dal corr A 2
CommendazioneJ Lode A commendazione emend sl A 2 Commendazione BC
143-144 ante ventiquattro add 2 A del A2 144 mi recai a Roma om A add mrg
sin A 2 Ciascuno J Niuno di es A Ciascun emend A 2 Ciascun emend mrg sin A 3
Ciascuno BC
138-139 E' certamente mons. (dal 1868 cardinale) Giuseppe Berardi, che dal 1867 entra
in cordiali rapporti con don Bosco, che aiuterà e consiglierà in svariate circostanze su que-
stioni concernenti l'approvazione della Congregazione e delle Costituzioni - Cf in questi anni
le lettere a don Bosco del 2 aprile 1867, MB VIII 736-737, e del giugno, MB VIII 846; e
ancora di P. Giuseppe Oreglia S.I. del 16 agosto 1868, MB IX 373. - «Ho dato un cenno
di questo anche a Mons. Berardi; egli esaminò bene la cosa e poi scrisse che si poteva ten-
tare l'approvazione della Società e che a tale scopo mi fossi procurato qualche commenda-
tizia degli Ordinari che in peculiare maniera usufruttano di questa istituzione» - Lettera
di don Bosco al card. Filippo De Angelis, 9 setto 1868, E I 573. - Cf lin 151-154, 320-322
[e anche variante a lin 308].
141 Cf testo del decreto della Congregazione dei Vescovi e Regolari del l° marzo 1869, in
Costo SDB 239-240. - Cf Riassunto) lin 48-52.
143-144 Cf informazioni sulle commendatizie e quasi tutti i testi relativi, in MB VIII 846-
847; IX 61, 65-66, 91-100, 142-153, 237-239, 418-419; X 704.

5.4 Page 44

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288
Pietro Braido
14S vazione della Congregazione e delle regole tali quali erano presentate, e con
ciò si richiedeva indirettamente la facoltà anche delle dimissorie. Ho procurato
di accomodare le animadversioni alle Costituzioni, e faceva un'esposizione di
quelle che erano state inserte, di altre modificate, e si supplicava di sospen-
derne alcune, che sembravano doversi soltanto osservare fino a che la Congre-
150 gazione non fosse definitivamente approvata. I
p. 10
Questa Società nella sua costituzione presentando basi alquanto diverse
da quelle delle Congregazioni già esistenti, sono stato richiesto a dare molti
schiarimenti a Monsig. Svegliati, al Card. Quaglia, allo stesso Santo Padre ed
al benemerito Cardinale Berardi. Gli schiarimenti, le osservazioni essendo state
145 della Congregazione e om A add sl A 2 pOSi regole add e della congre-
gazione A del A2 146 indirettamente om AB add sl B2 147 diJ d'A di
corr A 2 accomodareJ inserire A accomodare emend A 2 un'J una A diJ
del A di corr A 2 148 ante si add di alcune A del A 2 posi supplicava add
non A del A 2 149 posi che add mi A del A 2 doversiJ apposte A do-
versi emend sl A 2 osservare fino aJ per la ragione A osservare fino a emend
sl A 2 149-150 CongregazioneJ congrego A
150 fosse] era ancora A fosse
emend sl A 2 posi approvata add In quella occasione ho trattato delle costitu-
zioni dati A del A 2 151 Questa om A add mrg sin A 2 Società om A
congregazione add mrg sin A 2 società emend A 3 nella ... basi om A nella sua
costituzione presentando basi add mrg sin A 2 alquanto orn A assai add mrg
sin A 2 alquanto ernend A 3 151-152 diverse ... dare] diverse da quelle delle con-
gregazioni [delle congregazioni om A 2 add A 3J già esistenti, sono stato richiesto
a dare om A add mrg sin A 2 153 posi schiarimenti add al S. Paclre A del A 2
posi ed add anche A del A 2 154 posi schiarimenti add dati A del A 2 posi
osservazioni add fatte A del A2
154-156 essendo ... lettore] essendo presso a
146-150 Cf il testo delle 13 animaduersiones del Consultore carmelitano Fr. Angelo Savini,
OE XXV 341-342 e Costo SDB 231-232; il testo delle controdeduzioni di don Bosco, Supra
animaduersiones in Constitutiones sociorum sub titulo S. Francisci Salesii in dioecesi tauri-
nensi, in Costo SDB 232-234. Sui punti fondamentali don Bosco si mostra renitente e il
Consultore del 1873, il domenicano P. Reginaldo Bianchi, formulerà osservazioni severis-
sime: cf OE XXV 364-367 e Costo SDB 241-248.
151-154 «Prima di venire la Santa Sede all'approvazione di questa Congregazione ho avuto
lungo colloquio prima con Mons. Svegliati e col Cardinal Quaglia, e di poi col medesimo
Santo Padre. Questi una sera mi fece a lungo esporre le ragioni per cui, secondo me, giu-
dicava essere volontà di Dio questa novella istituzione, cui diedi tutte le risposte volute.
Di poi mi dimandò se una Congregazione fosse possibile in tempi, in luoghi, in mezzo a
persone che ne vogliono la soppressione» - Lett. di don Bosco all'arciv. di Torino, mons.
L. Gastaldi, 23 nov. 1872, E II 239.
153-154 Card. Angelo Quaglia, n. a Corneto (oggi Tarquinia) il 28 agosto 1802, nel 1852
Segretario della Congregazione del Concilio, nel settembre 1861 cardinale, dal 23 aprile 1863
Prefetto delle congregazioni dei Vescovi e Regolari e della Disciplina dei Regolari, morto
a Roma il 28 agosto 1872. - Card. Giuseppe Berardi, n. a Ceccano (Frosinone) il 28 settem-
bre 1810, coniugato e vedovo, dal 1851 Segretario della S. Congregazione degli Affari Straor-
dinari, braccio destro del card. Antonelli come Sostituto alla Segreteria di Stato (1859), ordi-
nato sacerdote (1862) e vescovo (1863), creato cardinale nel 1868, morto il 6 aprile 1878.

5.5 Page 45

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
289
quasi identiche presso di ognuno, le espongo qui in forma di dialogo per 155
maggior chiarezza del lettore.
D. In questa Società cercate il bene del prossimo o quello de' Soci?
R. Lo scopo di questa Società è il bene spirituale dei soci mediante l'esercizio
della carità verso al prossimo e specialmente verso alla povera gioventù.
D. Quale cosa osservate particolarmente nell'accettazione dei soci?
160
R. Nell'accettazione dei soci si bada in modo speciale alla virtù dei medesimi;
perciocché la nostra Congregazione non è destinata ad accogliere conver-
titi, che desiderino di attendere alla preghiera, alla penitenza, alla ritira-
tezza; ma di accogliere individui di vita costumata, fondati nella virtù e
nella religione, i quali vogliano dedicarsi al bene della gioventù soprat- 165
tutto dei fanciulli più poveri e pericolanti. Per questa ragione finora abbia-
poco le medesime le espongo qui con massime generali A le espongo qui com-
plessivamente, giacchè furono quasi medesime in ciascuno corr A 2 essendo state
quasi identiche presso di ognuno le espongo qui in forma di dialogo per mag-
gior chiarezza del lettore emend sl A 3 157 In] Lo scopo di A In emend sl
A2 cercate è A cercate emend sl A2 de'] dei A
158 il bene spirituale]
la santificazione A il bene spirituale emend sl A 2 dei] de' A
ante soci
add suoi A del A 2 159 e specialmente ... gioventù 011t A e specialmente alla
povera gioventù add A 2 160 particolarmente] specialmente ABC nell'] nel-
la A
161 in modo speciale] specialmente A
162 è ... accogliere] intende
di ricevere dei A è per accogliere emend sl A 2 è per accogliere B è destinata ad
accogliere con B 2 16 3 desiderino] desiderano A B C desiderino corr C 2 165
vogliano] desiderino ABC vogliano emend sl C2 al] alla A al corr A 2 165-
166 soprattutto] specialmente ABC 166 dei fanciulli orn A add mrg 5U,P A 2
più poveri e om A poveri e add sl A 2 più poveri e corr A 3 pericolanti] peri-
colante A pericolanti corr A 2 166-167 finora ... soItanto] non si accettano A
157-159 Cf lin 60-62 - «Noi abbiamo bisogno di soci sicuri e provati nella virtù secolare.
Vengano essi non a perfezionare loro medesimi ma ad esercitare la cristiana perfezione e
liberare dagli immensi e gravi pericoli in cui si trovano in generale i fanciulli poveri ed
abbandonati» - G. Bosco, Memorie dal 1841 al 1884-5~6) a cura di F. Motto, RSS 4 (1985)
108-109.
160-168 «- Come avere una casa di studio e di noviziato? - soggiungeva. Risposi a lui
quello che alcuni mesi prima aveva risposto all'E. V., vale a dire che io non intendo di fon-
dare un Ordine religioso dove si possano accogliere penitenti o convertiti che abbiano biso-
gno di essere formati al buon costume ed alla pietà; ma la mia intenzione si è di raccogliere
giovanetti ed anche adulti di moralità assicurata, moralità provata per più anni, prima di
essere accolti nella nostra Congregazione. - Come dò ottenere? - interruppe il Santo Pa-
dre - . Ciò finora ho ottenuto - soggiunsi - e spero di continuare così, per la classe dei
soci che si ricevono a far parte della Società. Noi d limitiamo a giovani educati, istruiti
nelle nostre case; giovani già scelti ordinariamente dai parroci che, vedendoli risplendere
nella virtù fra la mazza e la zappa, li raccomandano alle nostre case» - Lett. all'arciv. di
Torino, mons. L. Gastaldi, 23 nov. 1872, E II 239-240. - Cf lin 157-160.

5.6 Page 46

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290
Pietro Braido
mo accettati soltanto giovanetti da pru anni conosciuti, e vissuti nelle no-
stre case con vita sotto ad ogni rapporto esemplare. I
D. Avete il Noviziato?
p. 11
170 R. Abbiamo il Noviziato, ma le pubbliche leggi, i luoghi dove V1V1amo non
permettono di avere una casa separata, che serva esclusivamente a questo
scopo. Il Noviziato, che noi chiamiamo tempo di prova) si fa in un tratto
della casa principale che è in Torino.
D. In che cosa consiste questa prova?
175 R. Questa prova dividesi in tre periodi di tempo. La prima è degli aspiranti,
e deve precedere il Noviziato. La seconda è il Noviziato propriamente
detto, che dura non meno di un anno. La terza prova è quella dei voti
siamo soliti di accettare emend A 2 finora abbiamo accettati soltanto emend sl A 3
167 da più anni 0112 A add sl A 2 post conosciuti add mrg sin A 2 ante
vissuti add e che sono per motivo di studio A e che per motivo di studio sono
già corr A 2 come sono quelli che per motivo di studio sono già corr A 3 e emend
si A 4 post vissuti add più anni A del A 2 168 rapporto] aspetto A rapporto
emend sl A 2 171 una] un A una corr A 2 casa] noviziato A casa emend
sl A2
171-172 a questo scopo] di noviziato A a questo scopo emend sl A2
172-173 in ... della]nella ABC 174 questa prova] questo no A questa prova
corr A 2 175-178 dividesi. ..triennali]consiste e A deve precedere l'accettazione
emend A 2 deve precedere l'accettazione BC dividesi in tre periodi di tempo.
La prima è degli aspiranti, e deve precedere il noviziato. La seconda è il novi-
ziato propriamente detto che dura non meno di un anno. La terza prova è
quella dei voti triennali emend mrg sin C2
169-17.3 AlI'animadversio) n. 26 del Consultore, n. 16 della Congregazione romana, sulla
mancanza di una costituzione del noviziato (OE XXV .370, .374-.375; Costo SDB 24.3, 245)
don Bosco risponde: «Noi dobbiamo: 1° Evitare questo nome, altrimenti saremmo tosto
molestati dal governo che non vuole più udire parlare di Ordini religiosi, di congregazioni
anzi intende sopprimere tutto ciò che nella civile società avesse relazione con quelli. 2° Per
la stessa ragione non pare conveniente una casa isolata dove raccolgansi gli aspiranti» -
Osservazioni (DB - 1874), Costo SDB 246. - «V. Il successo o, a meglio dire, l'avvenire di
una congregazione, qualunque ella siasi, dipende dai suoi principii, Se al presente nel fatto
non si vede una separazione dei giovani chierici dal rimanente, se non vi sono norme fisse
per gli uni e per gli altri, se la stessa congregazione non ha il suo Noviziato e studio sepa-
rato dal rimanente e non ha norme e regole speciali per essere formati nello spirito dell'Isti-
tuto, non si può sperare né una durevole esistenza, né un esito felice» - Osservazioni
(Durando - 1868), Costo SDB 2.34; cf Osservazioni (Riccardi - 1868), N° VII, Costo SDB 2.36.-
Cf anche lin 180-182.
174-178 «XI. De acceptionei...) 4. Ut quisquam ad vota emittenda admittatur, necesse erit
ut in annum tirocinium exercuerit » - Regulae (1867), OE XVIII 291; Regulae (187.3), OE
XXV 6.3. - «XIV. De novitiorum magistro eorumque regimine. 1. Socius quicumque tria
probationis stadia facturus est, antequam absolute in societatem recipiatur. Primum proba-
tionis stadium novitiatum praecedere debet, et appellatur aspirantium; secundum est Novi-
tiatus proprie dictus; tertium est tempus votorum triennalium » - Regulae (1874), OE XXV
285, .327.

5.7 Page 47

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L'idea della Società Salesiana nel « Cennç istorico » di Don Bosco del 1873/74
291
p. 12
triennali. Finora abbiamo accettati soltanto quelli, che nelle nostre case
passarono quattro cinque ed anche sette anni con vita edificante tanto nello
studio, quanto negli esercizi di cristiana pietà. Ciò posto l'Aspirante è 180
ammesso alla seconda prova cioè alla pratica esatta delle regole della
società almeno per un anno, talvolta per due ed anche di più.
D. In quali pratiche religiose si esercitano i Novizi?
R. I novizi si esercitano regolarmente nello studio e nella pratica delle regole
della Congregazione. Ogni mattino preghiera vocale, meditazione, terza parte 185
del Rosario, e più volte alla settimana fanno la S. Comunione. Lungo la
giornata hanno lettura spirituale, visita al SS. Sacramento con lettura di
materia ascetica, esame di coscienza e comunione spirituale. Ogni sera Idel-
l'anno, all'ora stabilita si raccolgono in chiesa, cantano una lode sacra, di
poi si legge la vita del Santo di quella giornata; e dopo il canto delle Lita- 190
nie Lauretane assistono alla benedizione col SS. Sacramento. Oltre a que-
178 Finora abbiamo]Perlopiù sono A Per lo più sono B Finora abbiamo emend
sl B2 quattro] tre ABC quattro emend C2 cinque] quattro ABC cinque add
sl C2 sette] sei ABC sette corr C2
ante vita add una A del A 2
180
l'Aspirante om ABC 180-181 è ammesso] si ammettono A si ammette corr
A 2 181 seconda O1n A B C add s l C 2 post prova add regolare A del A 2
esatta om ABC add sl C2
182 almeno om A add sl A 2 per 0111. A add
sl A 2 183 In om. A add sl A 2 184 nello] nella A nello corr A 2 studio]
conoscenza A studio emend sl A 2 nella O1'n A add sl A 2 185 Congregazione]
congregazione A Congregazione B Società emend sl B 2 Congregazione emend B3
preghiera vocale] lettura A preghiera vocale emend sl A 2 post meditazione add
preghiera A del A 2 ante terza add Ro A del A 2 18 6 alla] la A
187
hanno 01'11, ABC con 0111. A add mrg sin A 2 187-188 di materia om A add sl
A 2 188 e comunione spirituale om A 188-191 Ogni ... Sacramento 0111, ABC Ogni
sera dell'anno [dell'anno 0111. C2 add C3] all'ora stabiita si raccolgono in chiesa,
cantano una lode sacra, di poi si legge la vita del Santo di quella [del g C2
di quella corr C3J giornata e dopo il canto delle Litanie lauretane assistono alla
benedizione col SS. Sacramento add 1'11rg in! C2 191-192 Oltre ... speciali] Ciò
fanno A Oltre a queste cose speciali emend sl A 2
178-182 «Due terzi di questi inviati dai parroci sono restituiti alle loro case. I ritenuti
sono per quattro, cinque od anche sette anni esercitati nello studio e nella pietà, e di que-
sti, pochi soltanto sono ammessi alla prova, anche dopo questo lungo tirocinio. Per esempio
in quest'anno centodieci entrarono nel chiericato; ma venti soltanto rimasero nella Congre-
gazione, gli altri indirizzati ai rispettivi Ordinarii Diocesani( ...). Da quanto esposi Ella potrà
facilmente capire che, parmi, il noviziato se non vi è di nome, vi è di fatti» Lett. al-
l'arciv. di Torino, mons. L. Gastaldi, 23 nov. 1872, E II 240.
183-191 «Ammessi così alla prova devono fare due anni qui in Torino dove hanno ogni
giorno lettura spirituale, meditazione, visita al Sacramento, esame di coscienza, ed ogni sera
un breve sermoncino fatto da me, raramente da altri, e ciò a tutti in comune per gli aspi-
ranti. Due volte per settimana si fa una conferenza espressamente per gli aspiranti, una
volta per tutti quelli della Società» - Lett. all'arciv. di Torino, mons L. Gastaldi, 23 nov.
1872, E II 240.

5.8 Page 48

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292
Pietro Braido
ste cose speciali i novizi prendono eziandio parte a tutte le pratiche di
pietà comuni agli altri giovani della casa, quali sono preghiere comuni
mattino e sera con apposito sermoncino, sacre funzioni dei giorni festivi
195 cioè: Due messe, Mattutino e Lodi della B. V., spiegazione del Vangelo al
mattino. Dopo mezzodì assistono oppure fanno il Catechismo ai fanciulli;
intervengono all'istruzione comune, predica; ai Vespri, alla benedizione;
e simili.
D. Con quale frequenza si accostano alla Confessione?
200 R. Secondo le nostre regole si accostano ogni settimana alla Santa Confessione
presso ai Confessori dal superiore assegnati.
D. Quali speciali istruzioni ascetiche date ai provandi?
R. Oltre a quanto fu sopra esposto ogni settimana il maestro dei provandi fa
loro una conferenza morale sulle virtù da praticarsi e sui difetti da fug-
205 girsi prendendo per lo più per argomento qualche articolo delle Costi-
tuzioni.
D. In quali altre cose sono occupati?
192 i] pei B i emend sl B2 post novizi add essi B del B2 prendono] presta-
no A prendono corr A 2 eziandio O1n A add sl A 2 ante pratiche add altre
A del A2 193 agli altri] a tutti AB agli altri emend sl B2 194 ante sacre
add colle A tutte le emend A 2 del A 3 195 Due] due AB Mattutino... B.V.
om AB Mattutino della B.V. add sl B2 Mattutino e Lodi della B.V. C 195-196
al mattino om AB add sl B2 196-197 Dopo ... benedizione] cattechismo, predi-
ca AB Dopo mezzodì assistono oppure fanno il cattechismo ai fanciulli; inter-
vengono all'istruzione comune, predica [predica 0111, B2 add B3]; ai vespri, alla
benedizione emend mrg sin B2 201 ai Confessori] al confessore o presso ai con
A al confessore o confessori corr A 2 ai confessori con A 3 post assegnati add
avvi però piena libertà e tutta comodità di confessarsi anche da altri A del A 2
203 post settimana add ha luogo una A del A 2 provandi] novizi B provandi
corr B2 205 lo più per om A add sl A2 argomento] tema A argomento
emend A 2 207 post In add questo tempo A del A 2 quali altre] quale altra
AB quali altre corr B2 cose ... occupati?J prova si fa? A cose sono occupati?
emend A 2 cose [ca B cose corr B 2J sono occu pati? B 2
202-206 Cf lin 183-191.
207-214 Sul noviziato: cf Costo Cum ad Regularem di Clemente VIII, 19 marzo 1603 (Bull.
V, pars II, 412-415); Enc. Ubi primum di Pio IX ai Superiori degli Ordini regolari, 17 giu-
gno 1847 (Acta Pii IX) l,52: riportata in Collectanea in usum Secretariae S. C. Episcopo-
rum et Regularium, cura A. Bizzarri edita. Romae 1863, p. 871). - «XIV. De nouitiorum
magistro eorumque regimine( ...) 8. Quoniam vero Nostrae Congregationis finis est iuvenes
praesertim pauperiores scientiam et religionem edocere, eosdemque inter saeculi pericula in
viam salutis dirigere; ideo omnes huius secundae probationis tempore non leve experimen-
tum facturi sunt de studio, de scholis diurnis et vespertinis, de catechesi pueris facienda,
atque de assistentia in difficilioribus casibus praestanda» - Regulae (1874), OE XXV 287,
329. - «3° Il Noviziato di due anni, occupazione esclusivamente ascetica. R. Questo poteva
praticarsi in altri tempi, ma non più ne' nostri paesi presentemente, ché anzi si distrugge-
rebbe l'Istituto Salesiano, perciocché l'autorità civile avvedendosi dell'esistenza di un novi-

5.9 Page 49

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
293
p. 13
R. In questo tempo i Novizi sono occupati an-I che a fare il Catechismo ogni
qualvolta ne sia di bisogno, ad assistere i fanciulli dello Stabilimento, e
talora anche a fare qualche scuola diurna o serale, a preparare i più igno- 210
ranti alla cresima, alla Comunione, a servire la santa Messa e simili.
In ciò consiste la parte più importante della prova. Chi non avesse atti-
tudine a questo genere di occupazioni, non sarebbe accettato nella Con-
gregazione.
D. Quali ne sono i risultati morali?
215
R. I risultati morali finora furono assai soddisfacenti. Quelli che riescono a
queste prove divengono buoni soci, prendono affezione al lavoro, avver-
sione all'ozio, e le occupazioni divenendo per loro come necessarie si pre-
stano volentieri ad ogni momento in quello che può tornare alla maggior
208 anche M'n A add sl A 2 209 di om A
ante ad add si prova A del
A2 i 01n A
210 t.alora] qualche volta ABC anche M'n ABC scuola ...
seraleJ scuola AB scuola diurna o serale emend sl B2
a om AB add st B2
210-211 ignorantiJ ignorati A ignoranti corr A2 212 In ... prova om A Così
prendono affezione al lavoro, allegria [ avversione B allegria emend B 2J e le oc-
cupazioni divenendo per loro affezione al lavoro, allegria [avversione B allegria
emend B2J e le occupazioni divenendo per loro come necessarie si prestano
volentieri ad ogni momento in quello che può tornare alla maggior gloria di Dio
B In ciò consiste la parte più importante della prova emend sl B2 avesseJ
ha AB avesse emend sl B2 213 questoJ queste A questo corr A 2 sareb-
beJ potrà essere A è emend sl A 2 è B sarebbe emend sl B2
finora A 0111,
add sl A2 assai 0111 A add sl A2 217 queste proveJ questo genere B que-
ste prove corr B2 217-219 prendono ... quello om A prendono affezione al la-
voro, avversione all'ozio, e le occupazioni divenendo per loro come [post come
add cosa A del A 2J necessarie si prestano volentieri ad ogni momento in quel-
lo add mrg sin A2 219 che om A
219-220 può ... Dio 0111, A può tornare
ziato, lo scioglierebbe sull'istante disperdendone i novizu. Inoltre questo Noviziato non
potrebbe accomodarsi alle Costituzioni salesiane che hanno per base la vita attiva dei Socii,
riserbando di ascetica soltanto le pratiche necessarie a formare e conservare lo spirito di un
buon Ecclesiastico; nemmeno tale noviziato farebbe per noi, giacché i novizii non potreb-
bero mettere in pratica le Costituzioni secondo lo scopo della Congregazione» - Promemoria
(1874), E II 375. - «XIV. De nouitiorum magistro eorumque regimine( ...). 5. Quoniam vero
nostrae Congregationis finis est juvenes praesertim pauperiores scientiam et religionem edo-
cere, eosdemque inter saeculi pericula in viam salutis dirigere; ideo omnes hujus primae
probationis tempore non leve experimentum facturi sunt de studio, de scholis diurnis et
vespertinis, de catechesi pueris facienda, atque de assistentia in difficilioribus casibus praes-
tanda. (...) 12. Secundae probationis tempore, sive nouitiatus anno) nullis operibus omnino
novitii vacent quae propria sunt nostri Instituti ut unice intendant in virtutum profectum,
ac animi perfectionem pro vocatione qua sunt vocati a Deo. Poterunt tamen festis diebus
in propria domo de catechesi pueros instruere sub magistri dependentia ac vigilantia » - Cost.
approvate con il decreto del 13 aprile 1874, Cost. SDB 193, 196.
215-220 Cf lin 277-281.

5.10 Page 50

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294
Pietro Braido
220 gloria di Dio. Quelli poi, che non hanno attitudine a questo genere di
vita, si lasciano liberi di secondare altrimenti la loro vocazione.
VI.
Studio.
D. Che regola tenete nello studio?
225 R. Niuno è accettato come cherico nella Congregazione, se non ha con buon
successo compiuto il corso ginnasiale ossia la retorica. Ammessi poi alla
alla maggior gloria di Dio add mrg sin A 2 220 ante Quelli add e lavorano con
vantaggio A del A 2 220 Quelli ... hanno] gli altri non avendone A Quelli poi
che non hanno emend sl A 2 220-221 a questo ... vita om A a questo genere di
vita add sl A 2 221 si] si A del A 2 si add sl A 3 lasciano] lasciarono A lascia-
no con AZ
222 VI. m'n AB add sl B2
225 ante Niuno add Riguardo
allo studio A del A 2 225-226 con buon successo cm A add sl A 2 226 post
ossia add terminata A del A 2 retorica] Rettorica B Retorica COri' B 2 post re-
torica add con buon successo A del A 2 Ammessi] Ammesso Be
223-295 «Et quoniam praecipua atque illustris Regularium Ordinum laus sernper fuit lit-
terarum studia excolere fovere, ac tot eruditis doctis laboriosisque operibus humanarum
divinarumque rerum scientiam illustrare, iccirco Vos summopere excitamus monemus, ut
juxta Vestri Ordinis leges maxima cura solertia rectam studiorum rationem promovere, et
omnia curari velitis, ut Religiosi vestri Alumni in humaniores litteras, ac severiores disci-
plinas praesertim sacras addiscendas constanter incumbant, quo ipsi optimis sanisque doc-
trinis apprime exculti, et proprii muneris partes, et sacra ministeria religiose sapienterque
obire valeant» - Enc. Ubi primum di Pio IX, 17 giugno 1847, Acta Pii IX) l,52, riportata
in Collectanea, p. 871. - « 10° Quale il metodo degli studi tanto per le belle lettere, quanto
per la filosofia, che per la teologia, quali gli autori: quale il progresso degli studi: quanti i
lettori» Elenco de' quesiti da proporsi ai Superiori regolari (3 agosto 1847), in Collecta-
nea in usum Secretariae S. Congr. Episcoporum et regularium... Romae 1863, p. 879. « Simil-
mente manca la Costituzione degli studi. Quelli che aspirano al Sacerdozio dovrebbero essere
tutti applicati per quattro anni agli studi teologici o in un collegio speciale dell'Istituto, o
in qualche Seminario, senza applicarli intanto alle opere dell'Istituto» Animadversiones
(S.c. - 1873), n. 17, Cost. SDB 245: cf Animadoersiones (Bianchi - 1874), n. 27, Cast. SDB
247. «Non è notato nelle costituzioni, ma vi sono trent'anni di prova che ci garantiscono
il buon effetto» - Osservazioni (DB - 1874), Cost. SDB 247. - Cf Consultazione) lin 201-215.
225-244 Cf Conco Tridentinum, sessio XXIII De relormatione, can. 18; Acta Ecclesiae
Mediolanensis, vol. III: Institutiones ad uniuersum seminarii regimen pertinentes, pars I,
caput II. De studiis (col. 97-101). - «Tit. XX. De seminariis clericorumi ...) - 6 Coeterum
quaecumque Concilium Tridentinum et Sancta Sedes Apostolica et S. Carolus Borromoeus
in suis Institutionibus Seminariorum praecepit servanda esse in Seminariis Clericorum, haec
perattente serventur» - Constitutiones editae ab ill.mo... Laurentio Castaldi in sua prima
synodo dioecesana ... anno 1873. Aug. Taurin. 1873. - «Caput VI. Omnes Alumni, duobus
primis annis curriculi c1ericalis, applicentur studiis Philosophiae rationalis et experimentalis;
exerceantur quoque in Litteris latinis, italicis et graecis» - Regulae seminariorum arcbiepis-
copalium clericorum... Taurini 1875, p. 28.

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
295
p. 14
filosofia sono tutti radunati nella casa di Torino e si applicano a que-I sta
scienza non meno di due anni. Quelli che devono prepararsi ad esami
pubblici fanno il liceo di tre anni. Dico pubblici esami) perché l'insegna-
mento pubblico e privato essendo regolato da pubbliche leggi, che esclu- 230
dono dall'insegnamento tutti quelli i quali non hanno un titolo legale, è
forza che i nostri maestri debbansi munire di una patente o di un pub-
blico diploma.
D. Avete idonei professori pei soci della Congregazione?
R. Fra i molti che subiscono i pubblici esami, ne abbiamo in numero sufficiente. 235
Qualora poi ne sia mestieri, siamo assai bene aiutati da alcuni nostri
allievi già fatti pubblici insegnanti, che molto di buon grado vengono a
prestare l'opera loro ogni volta ne sono richiesti.
D. Come fate nella Teologia?
R. Per la Teologia abbiamo i corsi regolarmente stabiliti nell'Oratorio di S. 240
Francesco di Sales.
D. Quali parti di scienza sono specialmente coltivate?
R. Abbiamo lo studio regolare di Ermeneutica Biblica, Storia Ecclesiastica, Teo-
logia Morale, dogmatica e speculativa.
D. Chi avete per professori?
245
227 filosofia] fìlofìa A filosofia corr A 2 sono ... Torino om A sono tutti radu-
nati nella casa di Torino add sl A 2 applicano] applica A applicano corr A 2
230 regolato] dipendente A regolato emend sl A 2 da] dalle ABC publi-
che leggi] autorità governative A pubbliche leggi emend sl A 2
230-231 che
escludono om. A add sl A 2 231 dall' ... quelli om A add mrg sin A 2 i quali om
A che add mrg sin A 2 che BC 231-232 è forza om A ne avviene add mrg S'in
A 2 ne avviene BC é forza emend sl C2 232 che om A add mrg sin A 2 ante
nostri add tutti A del A 2
debbansi] devono ABC debbansi corr C2
post
debbansi add per necessità ABC del C2 munire] munirsi ABC munire corr
C2 234 pei]pei vostri A pei emend sl A 2 della congregazione om A add A 2
della Congregazione BC 235 pubblici om A add si A 2 237 insegnanti] pro-
fessori AB insegnanti emend si B2 che] che A del A 2 che add si A 3 posi
che add ne A del A2 molto] assai A molto emend si A2 237-238 vengono ...
loro] si prestano A vengono a prestare l'opera loro corr A 2
228-233 «Tit. III. Dell'istruzione secondaria classica, capo I, art. 189. L'istruzione seconda-
ria è di due gradi e vien data in stabilimenti separati: pel primo grado nello spazio di cin-
que anni; per secondo in quello di tre anni» [negli articoli 190 e 191 sono elencati i rispet-
tivi insegnamenti] - legge Casati (1859).
240-244 « Caput VIII. De exercitiis studiorumi; ...) 2. Deinde per quinque annos vacent stu-
diis Theologiae Dogmaticae et Moralis, Sacrae Hermeneuticae, Historiae ecclesiasticae, Elo-
quentiae Sacrae et Linguae Hebraicae, et, quinto anno, juris Canonici» - Regulae seminario-
rum arcbiepiscopalium clericorum... Taurini 1875, pp. 28-29.
245-251 Cf Conco Tridentinum, sessio XXIII De rejormatione, can. 18. - Teol. Francesco
Marengo (1811-1882). «Quasi nel medesimo torno venivano a mancare due sacerdoti tori-

6.2 Page 52

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296
Pietro Braido
R. Per professori abbiamo parecchi membri della Società, che con lode hanno
conseguito il dottorato in questa facoltà con pubblici esami. Finora abbia-
mo sempre avuto uno dei più cele-I bri professori del Seminario Arcive- p. 15
scovile, che venne e viene tuttora puntualmente a dare lezioni lungo l'anno
250 e a suo tempo dirige gli esami. Esso appartiene alla Congregazione come
esterno.
D. Quali autori usate? E quanti anni di corso?
R. In generale il nostro Maestro è S. Tommaso d'Aquino; e ne' corsi ci atte-
niamo alle opere di S. Alfonso; secondo i trattati di Monsignor Scavini
246 parecchi] alcuni ABC ante membri add più distinti AB del B2 che
0112 B add mrg sin B 2
con lode om A B C add mrg sin C 2
246- 24 7 han-
no ... esami OJ1il AB hanno conseguito il dottorato in questa facoltà con pubblici
esami add mrg sin B 2
24 7 Finora] e finora A Finora emend mrg sin B 2
249 venne e om AB add sl B2 viene] veniva A viene emend sl A 2 post
viene add ad A a corrA 2 prestar A del A 2 tuttora 0'112 AB add mrg sin B2
249-250 a dare ... esami] l'opera sua, sia nello insegnamento, sia negli esami sta-
biliti A a dare lezioni lungo l'anno e [post e add si A 2 del A 3] a suo tempo dirige
[dà A dirige emend A 2] gli esami emend A 2 a dare lezioni lungo l'anno e a suo
tempo dirige gli esami BC 250-251 Esso ... esterno 0112 AB Esso appartiene alla
congregazione come esterno add B2 252 E] e A 253 il nostro ... corsi om
AB il nostro Maestro è S. Tommaso d'Aquino; e ne' corsi add mrg sin A 2
253-254 ci atteniamo alle] usiamo le A ci atteniamo alle emend sl A 2 254
secondol ma nelle scuole usiamo AB secondo emend sl B 2 MorisignorJMonsig.
ABC
nesi esemplarissimi, il teologo Roberto Murialdo, direttore del Ritiro di S. Pietro, e il teo-
logo can. Francesco Marengo, professore del Seminario Arcivescovile(...). Il secondo fin dai
primordii dell'Oratorio di S. Francesco di Sales fu ogni festa al catechismo dei giovani adulti,
cui istruiva con tanta abilità e amore, che non si ricorda che altri lo abbia superato mai.
Ancora ultimamente ogni sabato a sera egli veniva a confessare, rimanendo talvolta nell'Isti-
tuto sino alle ore dieci ed anche sino alle undici di notte. Erano due gemme del clero di
Torino; erano due amici sinceri, sopra cui potevamo contare; erano due ecclesiastici, con cui
potevamo fare e stare a fidanza» - ES 6 (1882) n. 5, maggio, p. 92.
253 «In theologia legatur Vetus et Novum Testamentum, et doctrina scholastica divi Tho-
mae; et in ea quam positivam vocant, eligentur ii auctores qui ad scopum nostrum magis
convenire videbuntur» - Constitutiones S. I., pars IV, c. 14, art. 1. - «XII. De studioi ...)
3. Noster Magister erit divus Thomas, et alii auctores qui in Catechesi et in doctrina Catho-
lica interpretanda celebriores communiter recensentur» - Regulae (1874), OE XXV 283, 325.
253-254 S. Alfonso Maria de' Liguori, n. a Marianella presso Napoli il 27 settembre 1696,
sacerdote nel 1726, fondatore della Congregazione del SS. Redentore (1732) approvata nel
1749, vescovo di S. Agata dei Goti (1762), m. a Pagani il 1° agosto 1787, canonizzato nel
1839, proclamato dottore della Chiesa nel 1871; importantissima per la dottrina morale e la
prassi pastorale della Chiesa universale la sua Tbeologia moralis (I ediz. 1748 in un volume,
ultima edizione nel 1785 in tre volumi in folio).
254-255 E' da notare che i testi di teologia adottati nel seminario di Saluzzo per l'anno
1868-1869 (il responsabile era il vescovo, mons. Lorenzo Gastaldi) erano «il compendio del
Perrone per la teologia, i volumi del Wouters per la storia ecclesiastica, lo Scavini per la mo-

6.3 Page 53

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
297
per la morale; quelli del P. Perrone per la dogmatica e speculativa.
255
Il nostro Corso Teologico è di cinque anni. Quando vi fosse l'età con
qualche grave ragione si presentano agli ordini sacri anche al quarto anno;
ma si continua a fare il quinto anno di Teologia dopo il sacerdozio.
D. Come fate per lo studio di morale?
R. Per lo studio di morale abbiamo il corso regolare in Congregazione. Ma 260
prima di presentarsi a subir l'esame finale di Confessione, oltre al quin-
255 post speculativa add Il Iensens [Ieniens A Iensens corr A 2J per la Bibbia.
Il Salzano e il Vonters per la Sta ecclesiastica A del A 2 256 IlJ Noi a A Il
emend A 2 ante è di cinque add è di cin- A
conJ e A con emend sl A 2
257 grave] altro A grave emend sl A 2 con] e A con emend sl A 2 257
grave] altro A grave emend sl A 2 si O1'n A add sl A 2 258 continua] con-
tinuano A continua con A 2 anno di Teologia] corso A anno di teologia
emend sl A 2 il sacerdozio] sacerdoti A il sacerdozio corr A 2 260 Congre-
gazione] casa A B congregazione emend sl A 2 Congregazione C
261 presen-
tarsi] presentare B presentarsi con B2 subir] prendere A subir emend sl A 2
l'esame finale om A add sl A 2 oltre al] dopo il AB oltre al emend sl A 2
rale » (G. TUNINETTI, Lorenzo Castaldi 1815-1883) voI. 1. Roma, Edizioni Piemme 1983,
p. 178). Perrone e Scavini erano già stati introdotti nel 1864 dal Vicario Capitolare Alfonso
Buglione di Monale (1817-1894): cf P. STELLA, Il giansenismo in Italia l/III. Ziìrich, PAS-
Verlag 1974, pp. 642-647.
254 joh. Herardus janssens, n. il 7 dicembre 1783, m. il 23 maggio 1853, autore di una
introduzione a tutti e singoli libri della Bibbia (Liegi 1818, 2 t.), stampata anche a Torino
nel 1858 (1897, 17a edizione), dal titolo Hermeneutica sacra. - Tommaso Michele Salzano, n.
a Napoli il 21 aprile 1807, vescovo nel 1854, ricoprì varie cariche nell'Ordine domenicano e
nel Regno delle Due Sicilie, m. a Napoli il 12 settembre 1890, autore di un fortunato Corso
di storia ecclesiastica sino a' giorni nostri comparata colla storia politica de' tempi (Napoli
1855; 6" ed. 1898). G. Henri Wouters (1802-1872), dal 1834 professore all'Università cat-
tolica di Lovanio, autore di un Historiae ecclesiasticae compendium pubblicis lectionibus acco-
modatum, in 3 tomi (Lovanii 1842-43; 5" ed. 1867), stampato anche a Napoli nel 1889. -
Pietro Scavini (1791-1869), vicario generale della diocesi di Novara (1823-1856), autore di
una notevole Theologia moralis (1" ed. 1841) di ispirazione alfonsiana.
255 Giovanni Perrone S.1., n. a Chieri (Torino) 1'11 marzo 1794, celebre professore al Col-
legio Romano (Università Gregoriana), m. a Castelgandolfo il 28 agosto 1876, autore di notis-
sime Praelectiones theologiae dogmaticae) 9 voI. (Roma 1835-1842) e di Praelectiones theolo-
giae dogmaticae in compendium redactae, 5 vol. (poi 2) (Roma 1845: 47 ed. fino al 1892),
largamente adottate nelle Facoltà, negli Studi teologici e nei Seminari.
260-264 «Tit, XIX. De clericorutn moribus et officiis(...) 41. Omnes Clerici qui Theologiae
curriculum expleverunt sive jam Sacerdotio sint exornati, sive ad illud adhuc tendant, Theo-
logiae Moralis Casuisticae studio saltem ad biennium integrum sese applicent, atque idoneos
se reddant cui facultas Confessionum sacramentalium excipiendarum conferatur; idque fiat
in Collegio ad hoc erecto Augustae Taurinorum, nisi ab Archiepiscopo eis permittatur huic
studio extra dictum Collegium incumbere; et in fine cujusque anni de profectu in hoc studio
specimen praebeant » - Constitutiones editae ab ill.mo... Laurentio Castaldi in sua prima syno-
do dioecesana... anno 1873. Aug. Taurinorum 1873.

6.4 Page 54

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298
Pietro Braido
quennio, frequentano ancora due anni le Conferenze, che sotto all'imme-
diata direzione dell' Arcivescovo si tengono nel Convitto Ecclesiastico della
Consolata.
265 D. Si dice che voi occupate anche in altre cose i vostri Cherici. È vero?
R. I nostri Cherici non di regola ordinaria ma quando si deve fare qualche
prova, o vi è particolare bisogno sono occupati ad assistere nello studio,
dove essi parimente possono studiare; sono occupati ad assistere nei dormi-I p. 16
torii, nella ricreazione, nel tempo di passeggio, di Chiesa e simili; ma ciò
270 fanno soltanto in tempo libero senza che loro si impedisca né la scuola
né lo studio. In caso poi di necessità alcuni sono anche temporaneamente
applicati nelle scuole diurne o nelle scuole serali. Ma queste varie occupa-
zioni si addicono al loro stato ed è lo scopo fondamentale della nostra
Società. A questo riguardo è bene di notare, che queste occupazioni pre-
275 parano i soci a lavorare pel bene delle anime; lavorano, ma il lavoro è
regolato in modo, che rimane tempo sufficientissimo per attendere agli
studi ed alla pietà. Anzi l'esperienza di trentatré anni ci ammaestra, che
262 frequentano] vanno A frequentano emend sl A 2 ancora om AB add sl B2
le Conferenze] alla conferenza A le conferenze corr A 2 263 tengono] tiene A
266 non ... ma] sono occu A non di regola ordinaria ma emend sl A2
266-267
si ... o orn AB si deve fare qualche prova o add mrg B2 267 vi] ne A vi emend
sl A 2 particolare] il A particolare emend sl A 2 268 pari mente] per A pari-
menti corr A 2 parimenti BC
post possono add tranquillamente A del A 2
269 passeggio] passeggiata A passeggio corr A 2 270 senza om A add mrg
sin A 2 si impedisca] non toglie A impedisca emend A 2 impedisca BC 271
In casol Alcuni A In caso emend sl A 2 post poi add in caso A del A 2 al-
cuni om A add sl A 2 temporaneamente om A add sl A 2 272 nelle- ... serali]
a fare scuola A nell'insegnamento emend sl A 2 all'insegnamento BC nelle scuole
diurne o nelle scuole serali emend mrg sin C2 ante Ma add non A del A 2
272-273 post occupazioni add sono sempre regolate in modo da lasciare tempo
sufficiente pei loro studi; occupazioni che A del A 2 273-274 ed è ... Società]
giacché fanno quello che è in certo modo om A add sl A 2 parte di sacro mi-
nistero A ed è lo scopo fondamentale della nostra Società emend sl A 2 275
il lavoro è cm A il loro lavoro è add mrg sin A 2 il loro è B il lavoro è corr B2
276 ante tempo add con A del A 2 277 trentatrè] trenta tre .lIBC ci ammae-
stra] assicura A ci ammaestra emend sl A 2
265-281 «In quanto al non applicare gli studenti alle opere dell'Istituto non è possibile
perché noi abbiamo per base che gli studenti abbiano sempre la loro prova nei catechismi,
nelle assistenze ecc., ma sempre in modo che possano compiere i loro studi come fin'ora si
è fatto» - Osservazioni (DB - 1874), Cast. SDB 247. «Eppoi se io mando i chierici in semi-
nario, dove sarà lo spirito di disciplina della Società? Dove prenderò oltre a cento catechisti
per altrettante classi di fanciulli? Chi passa un quinquennio in seminario avrà volontà di rive-
nire a chiudersi nell'Oratorio?{ ...) Posso in coscienza mandare questi chierici in seminario
alla scuola? Mi sembra di no. Finora andavano, ma con timore di rovinare tutto lo spirito
della nostra Società» - Lett. al card. Filippo De Angelis, arciv. di Fermo, 9 setto 1868, E
1,573.

6.5 Page 55

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
299
queste assidue occupazioni sono un baluardo inespugnabile della moralità.
Ed ho osservato che i più occupati ed i più laboriosi ricordano vie meglio
l'antica loro condizione; godono molta sanità, si conservano più virtuosi, 280
e fatti sacerdoti riportano copioso frutto nel Sacro Ministero.
D. Non sarebbe meglio che i vostri Cherici andassero a scuola in Seminario?
278 queste] questa B queste corr A 2 assidue om A add sl A 2 assidua B assidue
corr A 2 occupazioni] occupazione B occupazioni corr B2 post occupazioni
add non gravi, ma assidue A del A 2 baluardo] balluardo ABC 279-280 ri-
cordano ... condizione om A ricorclano vie meglio l'antica loro conclizione add
mrg sin A 2 280 ante godono add mrg sin si A 2 del A 3 godono molta sa-
nità om A add mrg sin A 2 conservano] conservavano A conservano corr A 2
281 copioso om A add sl A 2
282-295 «lo farei a V. S. rev.ma l'umile dimanda che i chierici addetti all'Oratorio possano
fare il corso scolastico in questa casa come segue: (...) Con questi provvedimenti io credo di
poter allontanare questi chierici da molti pericoli, specialmente dalla vista delle caricature o
delle fotografie lubriche; dalle voci dei giornali, dagli scherzi e dagli insulti delle vie e delle
piazze, di cui specialmente i più piccoli di statura furono più volte fatti segno nell'andata e
nel ritorno dalla scuola» Lett. al Vico Cap. di Torino, can. Giuseppe Zappata, 27 agosto 1866,
E I 424-426; cf varie lettere al rettore del seminario, can. Alessandro Vogliotti per ottenere
esenzioni dalla frequenza: 6 setto 1866, E I 427; giugno 1867, E I 476; 3 nov. 1867, E I
510; 22 maggio 1868, E I 559; 20 maggio 1869, E II 28-29. - «( ...) sia almeno fatta facoltà
di potere educare tali chierici nella scienza e nelle regole di questa Società, fatta facoltà ai
Vescovi di accertarsi della scienza e della moralità in caso che si dimandassero le sacre ordi-
nazioni( ...). Lo stesso Mons. Svegliati e di poi l'Em. Card. Quaglia mi ripetono verbalmente
che quando una Congregazione religiosa ha un decreto di commendazione ed è costituita nella
persona del suo superiore, per esistere bisogna che possa educare i suoi allievi secondo lo
spirito delle regole della Società» - Lett. al card. Filippo De Angelis, 2 giugno 1868, E I
563. - « Animadoersio quarta(...). Adnotatur. - Haec conditio si admitteretur, maximae inde
difficu1tates exurgerentt ...). Enimvero: (...) 3° Nec servare quidem potest doctrinae et disci-
plinae unitas. Nam quisque Socius dum studiis vacat, debet scho1as, caeremonias, collationes
in Seminario statutas frequentare. Episcopus vero id exigere debet, ut de vita et moribus
illius informetur quem suo tempore ad sacros Ordines admittere debet. At hora, tempus,
locus Seminarii poterunt congrue re cum muneribus et rebus quae in Societate quotidie exer-
centur? Anno elapso decem ex nostris praeceptoribus Seminarium dioecesanunz adire [ussi
sunt, ex quibus ne unus quidem transacto anno scbolastico ad societatem rediit. Hoc vero
uertente anno gravibus rationibus non potuerunt in Seminario aliqui regulariter Scbolas fre-
quentare; ast nulla ratione ad praestitutum periculum admitti potuerunt, licet iisdem tracta-
tionibus operam dederint. Ideoque bujusmodi socii, vel societatem derelinquere debent, vel
sine Episcopi licentia permanere quin suo tempore ad ordines sacros eos admittat. Praeterea
unusquisque praeceptor et antecessor tractatus ad libitum conficit, atque mutare et substi-
tuere potest, imo novo praeeeptore a1ii et novi tractatus introducuntur, quae mutationes
unitatem doctrinae et disciplinae difficillimam et pene dicam impossibilem redderent. Idem
dicatur de caeremoniis, collationibus et sermonibus, quae in seminario fiunt ad erudiendos
c1ericos in saeculo viventes, non eos qui vitam religiosam ducunt» - Supra animaduersiones
(1864/1868), Cost. SDB 232-233. - Sulla dipendenza dal Vescovo quanto agli studi dei chie-
rici, V. letto di mons. Svegliati del 2 ottobre 1868, Cost. SDB 239, e nota all'arciv. di Torino,
allegata al decreto di approvazione del 1869, MB IX 560-561.

6.6 Page 56

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300
Pietro BraMo
R. Fino a tanto che non si poté fare diversamente, i nostri Cherici frequenta-
rono le scuole del Seminario. Ma appena fu possibile anche con grandi
285 sacrifizi si dovette provvedere altrimenti. I trattati sono diversi da quelli
della nostra Congregazione; e spesso sono cangiati, giacché ogni professore
detta ed usa il suo proprio trattato. Inoltre i giorni e le ore stabilite Iper p. 17
l'insegnamento in Seminario non coincidono coll'orario della nostra Casa.
Dovrebbero percorrere oltre a sei chilometri al giorno tra andata e ritorno;
290 il che importa tempo assai notabile. A questo si aggiugne che per recarsi
in Seminario devono passare nei siti più popolati e più frequentati della
città, dove le strane fogge di vestire e di parlare, i saltimbanchi, i giornali,
i libri, le fotografie oscene, e non di rado gli scherzi ed il disprezzo com-
283 post R. add Non sembra essere conveniente. La varietà dei A La diversità
e frequente variazione dei trattati. Ogni professore stampa ed usa il proprio
trattato emend A 2 283-284 Fino ... appena om A Fino a tanto che non si poté
fare diversamente i nostri cherici frequentarono le scuole del Seminario. Ma
appena add mrg i n] fol A 2 om B add mrg sin B2 284 fu possibile om A si
poté provvedere altrimenti add mrg in] fol A 2 fu [iter] modo di provvedere
altrimenti corr A 2 fu possibile emend A 3 orn B add mrg sin B2 284-285 anche
con grandi sacrifìzi om AA 2 add mrg in] fol A 3 om B add mrg sin B2 285
si dovette ... altrimenti om A si trovò essere conveniente che non ci andassero
add mrg in] fol A 2 si dovette provvedere altrimenti emend sl A 2 om B add mrg
sin B2 I trattati om A add mrg in] fol A 2 om B add mrg sin B2 sono om
A sarebbero add mrg inf fol A 2 sono emend sl A 3 om B add mrg sin B2 di-
versi da quelli om A add mrg i-n] fol A 2 0 m . B add 111.rg sin B2
286 della
nostra Congregazione om A che si usano in casa nostra add mrg in] fol A 2 om
B add mrg sin B 2 della nostra Congregazione emend B 2 e spesso orn A add
mrg in! fol A 2 sono emend sl A 3 om B add mrg sin B2 286-287 cangiati ....
Inoltre om A cangiati, giacchè ogni professore detta ed usa il suo proprio trat-
tato. Inoltre add mrg in] fol A 2 om B add mrg sin B2 287 i] I A i corrA 2
I B i corr B 2
stabilite om A add sl A 2
post stabilite add del Seminario
A Seminario corr A 2 om BC 287-288 per l'insegnamento om A add mrg sin
A 2 in om A del add mrg sin A 2 in emend A 3 288 Seminario om A add
mrg sin A 2 non] difficilmente A non emend sl A 2 289 oltre a om ABC
tra ... ritorno om A tra andata e ritorno add sl A 2 290 assai notabileJ assai
notabile e stanchezza A assai notabile emend sl A2 291 nei] ne' ABC 292
dove] dopo A dove emend A 2 le strane ... parlare om A le strane fogge di ve-
stire e di parlare add mrg sin A 2 293 i om A
le OJn A add A 2 oscene
om A add sl A 2
283-287 Fino ... trattato onz B add mrg sin B', L'anomalia deriva da una pura svista mate-
riale. L'amanuense, don Berto, dimentica di trascrivere quanto Al ha aggiunto nel margine
inferiore del ms A. Se ne rende conto in seguito.

6.7 Page 57

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
301
prometterebbero, come di fatto è più volte avvenuto, la moralità e la stessa
vocazione degli allievi.
295
VII.
Le dimissorie.
Esposte così letteralmente le cose che riguardavano allo studio, al Novi-
ziato ed all'osservanza pratica delle regole, ognuno dei prelodati personaggi
si mostrò soddisfatto. Nacque però la difficoltà delle dimissorie, che è parte 300
fondamentale delle Congregazioni Ecclesiastiche. Eccettuate le Congregazioni
294 più volte om AB add sl B2 moralità e la stessa om A add sl A 2 296
VII. om ABC add sl C2 297 ante Le dimissorie add Mori X 298 lette-
ralmente om A add sl A 2 299 prelodati] mento A prelodati emend A 2 300
post che add tra noi AB del B2
post è add una AB del B2
301 delle
Congregazioni Ecclesiastiche om AB degli ordini religiosi e delle congregazioni
ecclesiastiche add mrg sin B 2 degli ordini religiosi e delle congregazioni Ecclesia-
stiche C delle Congregazioni Ecclesiastiche corr C2 ante Eccettuate add per-
ciocché A perciocché B del B2 Eccettuate] eccettuate AB Eccettuate corr B2
eccettuate C Eccettuate corr C2
297-379 Il problema delle dimissorie è tenuto presente più o meno estesamente dalla gran
parte degli scritti elencati nell'Introduzione} offrendo una documentazione vasta e varia che
in diverso modo confluisce nel Cenno istorico. Sembra, quindi, sufficiente indicare i luoghi
principali nei quali essa è reperibile: Cose da notarsi (1864), MB VII 622-623 e Costo SDB
229; Animaduersiones (Savini - 1864), Cost. SDB 231; Supra animaduersiones (1864/1868),
Costo SDB 232-233; Supplica a Pio IX, 7 gennaio 1867, MB VIII 570-571; Animadversiones
pro [aculeate (1867), l'ilE VIII 572-574; Società (1867), MB VIII 810-811; Regulae (1867),
OE XVIII 271; Osservazioni (Durando - 1868), Cost. SDB 235; Osservazioni (Riccardi - 1868),
Costo SDB 236; Ai Vescovi (1868), E I 592-593; Decreto di approvazione del marzo 1869,
Costo SDB 239-240; lettere dell'arciv. di Torino, mons. L. Gastaldi del 24 otto 1872, MB X
683 e del 9 nov. 1872, MB X 685; Regulae (1973), OE XXV 50; De regulis (1873), Costo SDB
248; Animadversiones (Bianchi - 1873), OE XXV 365; Animadversiones (S.c. - 1873), OE
XXV 376; Osservazioni (DB - 1874), Costo SDB 247; Regulae (1874) OE XXV 268, 310.
301-303 «Se la S. Sede vuole mettere i salesiani in uno stato normale e non esporli ad ogni
momento negli imbarazzi, è indispensabile una comunicazione formale dei privilegi, come fu-
rono concessi ai passionisti, ai redentoristi, agli Oblati di Maria ed ai Rosminiani e come
godono tutte le Congregazioni ecclesiastiche definitivamente approvate dalla S. Sede» - Lett.
al card. Nina, 4 agosto 1882, E IV 159. - Oltre che essere a conoscenza della generosa con-
cessione dei privilegi effettuata nella storia dai Pontefici (agli Ordini Regolari, ai Mendicanti,
alle Congregazioni dei Chierici Regolari e, infine, alle Congregazioni Ecclesiastiche) don Bosco
sa che fu anche dato directe et nominatim a parecchie Congregazioni moderne il privilegio
delle Dimissorie Ad quemcumque Episcopum: Compagnia di Gesù, Preti della Missione e altri
Istituti religiosi (cf Sommario della pratica avviata presso la S. Sede nell'agosto del 1875 per
ottenere la comunicazione dei privilegi e in particolare la facoltà di rilasciare le Dimissorie
ad quemcumque Episcopum e l'extra tempus, OE XXVII 127-143).

6.8 Page 58

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302
Pietro Braido
Diocesane le altre che hanno comunione di case in diverse Diocesi tra noi
godono tutte di questa facoltà. I Vescovi desideravano di cooperare al con-
solidamento della Società Salesiana e favorirla in quello, che giudicavano utile
305 e conveniente. Ma siccome la facoltà delle dimissorie sarebbe stata inclusa
nell'approvazione delle Costituzioni, e per allora trattavasi soltanto del-I p. 18
l'approvazione della società in genere e non delle Costituzioni, così fu preso
il temperamento di concedere, non in forza delle Costituzioni, ma al superiore
302 in diverse Diocesi OJJZ A in diverse diocesi add sl A 2 tra noi om AB add
mrg sin B2 303 godono] hanno A godono emend A 2 I Vescovi] Tutti A
Ognuno emend sl A2 Ognuno B I vescovi emend sl B2
desideravano] desi-
deravano A desiderava corr A 2 desiderava B desideravano corr B2 coope-
rare] accondiscendere A cooperare emend mrg sin A 2 303-304 al. ..in om A
add mrg sin A 2 304 post in add mrg sin tutto A 2 tutto BC quello, che
om A quello che add mrg sin A 2 giudicavano om A sarebbe stato add mrg
s'in A 2 era emend A 3 era BC 304-305 utile e conveniente om A add mrg
sin A 2 305 Ma] ma A Ma add mrg sin A 2 Ma BC 305-306 la facoltà ... e
om A la facoltà delle dirnissorie sarebbe stata inclusa nella approvazione delle
costituzioni, e add mrg sin A 2 306 per allora om A qui add mrg sin A 2 per
allora emend A 3 307 così fu preso] Si prese A così fu preso corr A 2 308
il] un AB il emend sl B2
post temperamento add proposto dall'Eminentissimo
Berardi AB del B2 di] Di AB di emend sl B2 post concedere add cioé
A 2 cioé B del B 2
305·-346 Cf Conferenza ai salesiani del 7 marzo 1869, Cast. SDB 241.
305-306 Cf lin 144-146. - «N. 8 Religiosum societatis regimen( ...) Quod vero ad sacros
ordines spectat, socii ab Episcopo Dioecesis eos accipient, a quo sunt ordinandi iuxta con-
suetudinem aliarum Congregationum, domorum communionem habentium, videlicet ex privi-
legiis Congregationum, quae tamquam Ordines Regulares habentur. (1) Articuli 3 et 4 de
verbo excerpti sunt a constitutionibus Oblatorum B.M'v., parte 2a, paragrapho 1°; similia
extant in constitutionibus Sacerdotum sub titulo Missionis et Rosminianorum» - Regulae
(1867), OE XVIII 281. - «Nel nuovo testo latino di essi [Statuti] non appariscono affatto
sei delle tredici prefate animadversioni; cioè la quarta in cui prescrivevasi di dover chiedere
le dimissorie al Vescovo Diocesano( ...). Si opinerebbe quindi sommessamente di prescrivere
la esatta e letterale riforma dello schema di statuto a forma delle animadversioni sopra
espresse» - Voto di mons. Svegliati, Segretario della Congr. dei Vescovi e Regolari, 23 genn,
1868, Cost. SDB 238. - « Sono dispiacente significarle non poter si per ora approvare le Costi-
tuzioni del di lei Istituto, perché converrebbe modificarle sostanzialmente in due degli articoli
principali. Il primo è quello delle Lettere Dimissoriali per i Chierici, che debbono essere
promossi tanto agli Ordini Minori, che Sagri(...). In quanto alle Lettere Dimissoriali nessuno
tra gli Istituti di recente approvati ha il privilegio di permettere le ordinazioni per la ragione
chiarissima, che potendo gli Ordinati essere facilmente dimessi dal loro Superiore, ovvero
abbandonando essi l'Istituto, i Vescovi sarebbero obbligati loro malgrado a ritenerli nelle
rispettive Diocesi, senza avere avuto alcuna parte nelle ordinazioni dei medesimi» - Lett. di
mons. Svegliati a don Bosco, 2 ottobre 1868, Cast. SDB 239.
307-311 Cf Decreto di approvazione della Società salesiana, marzo 1869: De Societate
(1873), OE XXV 116-118; Cast. SDB 234-235. - Cf lin 117-122.

6.9 Page 59

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
303
della Congregazione la facoltà delle dimissorie ad decennium a tutti quelli che
entrati nei nostri collegi od ospizi prima dei quattordici anni a suo tempo 310
avessero abbracciata la Congregazione. Per gli altri di maggior età si farebbe
dimanda speciale per un numero determinato ogni volta ne fosse mestieri.
Il Santo Padre gradì la proposta, e mi lasciò con queste consolanti pa-
role: Facciamo un passo per volta, chi va piano, va sano. Quando le cose vanno
bene la Santa Sede suole aggiugnere e non mai togliere. Di fatto fu chiesto 315
alla Sacra Congregazione de' Vescovi e Regolari la facoltà di dare le dimis-
sorie una volta a sette, l'altra a dieci, ultimamente a sei, da scegliersi dal
Superiore della Congregazione di mano in mano il bisogno lo avesse richiesto.
Con questo mezzo si appianò la difficoltà delle Ordinazioni, e d'allora in poi
non vi fu più vertenza di sorta a questo riguardo. Sempre col consiglio di quel- 320
l'alto personaggio, senza attendere il fine del decennio, ho presentato le me-
desime Costituzioni per la definitiva approvazione delle medesime.
1il redazione
Ho fatto questa anticipazione specialmente per due ragioni: Affinché quel
310 nei ... ospizi] nelle nostre case ABC nei collegi od ospizi emend si C2 311
avessero abbracciata] fossero entrati A avessero abbracciata emend si A 2 la]
nella nostra A la corr A 2
312 mestieri] il bisogno A mestieri emend A 2
314- 315 Quando ... bene 01n A Quando le cose vanno bene add mrg A 2 315 la]
La A la add mrg sin A 2 ante aggiugnere add sempre AB del B2 e non
mai togliereJ ma non diminuire A e non togliere emend si A 2 e non togliere B
e non mai togliere corr B2
post togliere add ciò che fu concesso A le sue
concessioni corr A 2 del A 3 ante Di fatto add Poco alla volta A 2 poco alla
volta B del B2
317 sette] dieci A sette emend si A 2 ultimamente a sei]
un'altra a dieci AB ultimamente a sei emend si B2 318 il bisogno ... richiesto]
ne fosse mestieri A che il bisogno avrebbe richiesto emend A 2 che il bisogno
avrebbe richiesto BC 320 vertenza] difficoltà A vertenza emend si A 2 321
senza ... ho] ho anticipato di A senza attendere il fine del decennio ho emend
si A 2 presentato] presentare A presentato corr A 2 322 per iter A 323
Ho ... anticipazione] Ciò feci A Ho fatto questa anticipazione emend si A 2 due ra-
gioni om A add mrg sin A 2 post Affinchè add mrg sin desse la definitiva appro-
vazione a qu A 2 del A 3 quel om A add mrg sin A 2 Quel corr A 3
320-322 Cf letto del card. Berardi a don Bosco, 27 agosto 1872, MB X 673. - Sul card. Berardi
v. lin 154, 363.
323-325 «9° Finalmente affinché quel santo e maraviglioso Pontefice, che spiritualmente e
materialmente qual padre amoroso si degnò di benedire, proteggere ed approvare questa Con-
gregazione, sia quello stesso che alle Costituzioni della medesima dia definitiva approvazione
a maggior gloria di Dio e della Santa cattolica religione, a vantaggio delle anime e a decoro
della Salesiana Società» - Alcuni pensieri (1874), E II 371-372.

6.10 Page 60

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304
Pietro Braido
Pontefice, che aveva in certo modo fondata e diretta questa Società, fosse Colui
Il 325 stesso che alla medesima desse la definitiva approvazione; ed eziandio affinché
avessi potuto lasciare a' miei soci questa Società consolidata e definitivamente appro-
vata prima della mia morte che si va a grandi passi avvicinando.
Presentatomi pertanto al S. Padre ed espostogli lo stato delle cose aggiunse con
bontà: Quali cose mancano ancora a compimento de' Vostri desiderii?
324 Pontefice... fosse 0111. A Pontefice, che aveva in certo modo fondata e diretta
questa Società, fosse add mrg sin A 2 Colui 0111. A colui add mrg sin A 2 325
stesso ... approvazione 0111. A stesso che alla medesima desse la definitiva approva-
zione add mrg sin A 2 post approvazione add mrg sin V. Iogl. A 2 ante ed
eziandio add mrg sup Foglietto pago 17 A 2 325-328 ed eziandio ... Padre 0111.
A add fol A 2 ed eziando 0111. A 2 add sl A 3 325 affinchèJ Affinchè A 2 del A 3
affinchè add sl A 4 post affinchè add prima della mia morte che si va a grandi
passi ogni giorno avvicinando A 2 del A 3 326 avessi potuto] avessi veduto A
avessi potuto corr A 3 a' 0111. A 2 ai add sl A 3 a' B
miei soci 0111. A 2 add sl A 3
327 prima ... morte 0111. A 2 add A 3 che ... avvicinando 0111. A 2 che si va ogni giorno
più avvicinando add sl A 3 che si va ogni giorno più avvicinando B che si va
a grandi passi avvicinando con B2
328 ed ... cose] Esposto lo stato delle
cose al S. Padre A ed espostogli lo stato [post stato add etc A 2 del A 3J delle
cose emend fol A 2
328-329 aggiune con bontà] esso con bontà soggiunse A
egli ebbe a dire emend sl A 2 aggiunse con bontà emend fol A 3 329 Quali...
desiderii] Quali sono le cose che vi stanno maggiormente a cuore? A Quali
sono le cose che vi mancano ancora a compimento de' vostri desideri? corr A 2
Quali sono le cose che vi mancano ancora a compimento de' vostri desideri?
emend fol A 3
325-327 «lo lascierei queste opere in non piccoli fastidii, se la morte venisse a sorprendermi
prima che questa società sia regolarmente costituita, sia per l'amministrazione temporale e
spirituale, sia per la successione legale delle diverse case» - Breve notizia (1864), BM VII
893. - « In questo stato di cose vedendo ogni giorno più avvicinarsi il fine di mia vita, nel
timore che non lievi inconvenienti siano per avvenire a questa Istituzione qualora io morissi
prima che essa fosse definitivamente approvata ho di nuovo umiliato alla Santità di Pio Papa IX
le Costituzioni colle commendatizie di oltre a venti Vescovi tra cui mi gode l'animo di poter
annoverare le EE. LL.» - Ai Vescovi (1868), nov. 1868, E I 591-592.
325-332 ed eziandio ... abbiamo: è un testo in gran parte nuovo aggiunto nel foglietto annesso
a pago 17, integrato poi nel ms B e successivamente tutto cancellato.
328-341 «Tutti incoraggiarono Don Bosco a continuar le pratiche per l'approvazione delle
Costituzioni. Il 27 febbraio, anche il S. Padre, in una prima udienza che gli concesse, d'oltre
un'ora e un quarto, gli disse d'andar avanti senza paura. - Se stesse solamente da Lui, diceva
poi Don Bosco a Don Berto, sarebbe subito aggiustala ogni cosa! - E scrivevano a Don Rua
che sollecitasse I'invìo delle nuove Costituzioni, delle quali aveva ordinato la stampa» - MB
X 699. - Le vicende succedutesi per più di un anno ridimensioneranno sollecitazioni, aspetta-
tive, promesse. In realtà, il card. Berardi, mons. Nobili Vitelleschi, la Congregazione dei VV.
e RR. formavano un fronte unico con Pio IV a salvaguardia delle primarie responsabilità dei
Vescovi. Lascia, semmai, perplessi il fatto che la conclamata benevolenza verso don Bosco
non li abbia indotti a un tempestivo discorso chiaro e perentorio; a meno che non ne siano
stati dissuasi dalle adamantine persuasioni del Fondatore torinese, convinto tanto della bontà
della causa quanto delle proprie capacità di manovra e delle potenti amicizie.

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno isterico »di Don Bosco del 1873/74
305
Questa approvazione definitiva delle Costituzioni e la facoltà delle dimissorie. 330
Fra le molte ragioni vi hanno queste, che le nostre case si vanno aumentando in vari
Il paesi di diocesi diverse; e noi abbiamo giovanetti di tutte le parti del mondo. Ame-
ricani, Africani, Inglesi, Francesi, e Tedeschi fanno parte di questa istituzione e come
mai poter trovare per costoro il proprio Ordinario?
- Ma qualche cosa vi fu già concessa?
335
- Sì, Beatissimo Padre: Fu già concessa la facoltà di rilasciare le dimissorie
a coloro che entrarono nelle nostre case prima dei quattordici anni; pegli altri si è
provveduto per mezzo di rescritti a favore di un numero determinato di soci.
Ora sono venuto a' piedi di V. S. per supplicarla a degnarsi di dare la defini-
tiva approvazione alle Costituzioni e la facoltà assoluta delle dimissorie.
340
- Desidero di contentarvi. Avete già parlato di questo col Cardinale Bizzarri?
330 ante Questa add Beatissimo Padre, risposi A del A 2 Beatissimo Padre, risposi
add fol A 3 Beatissimo Padre, risposi B Beatissimo corr B2 Questa om A l'
add fol A 2 l' B Questa emend 51 B2
approvazione ... e 0111, A l'approvazione
definitiva delle costituzioni e add fol A 2 la ...dimissorieJ la libera facoltà delle
dimissorie A la facoltà delle dimissorie emend fol A 2 331 Fra ... ragioni 0111, A
Fra le molte ragioni add 51 A 2 del A 3 Fra le molte ragioni add fol A 4 vi hanno
ont A avvi add 51 A 2 esiste emend fol A 3 vi hanno emend fol A 4 queste, che
om A questa che add 51 A 2 queste, che emend fol A 3 331-332 le nostre ... noi
om A le nostre case si vanno aumentando in vari paesi di diocesi diverse; e noi
add fol A2 332 abbiamo] Abbiamo A abbiamo fol A2 Africani] Affricani A
333 di questa istituzione] della nostra congregazione A di questa istituzione
emend 51 A2 334 poter. ..Ordinario] per essi cercare il Vescovo di origine per
le ordinazioni A poter trovare per costoro il proprio Ordinario emend 51 A 2 335
ante Ma add Come avete fatto A del A 2 336 Sì.i.Padre om A Sì, Beatis-
simo Padre add 51 A 2 Fu] Fu A fu corr A 2 Fu B rilasciare] concedere A ri-
lasciare ernend 51 A2 337 entrarono] vennero A entrarono emend 51 A2 pegli]
per c A pegli corr A 2 337-338 si è provveduto] sono stato favorito A fui
favorito corr A 2 si è provveduto emend 51 A 3 338 determinato] determito A
339 a' ... V. S.] a Roma AB a' piedi di V. S. corr B2 supplicarla] dimandare
A supplicare V. S. emend A 2 supplicare V. S. B supplicarLa corr B2 a ... dare]
a dare A onde di degni di dare corr A 2 onde si degni di dare B a degnarsi di
dare corr B2 339-340 la definitiva] l'assoluta A la definitiva emend 51 A 2
340 alle] delle AB alle con B2 341 Desidero] Faremo in modo AB Desidero
emend 51 B2 341-342 Avete ... secondo il om AB Avete già parlato di questo
330-334 «Animaduersio quarta( ...) T" Specialis vero difficultas exurgit ex natura Salesianae
Societatis quae ex omnibus partibus socios excipit, Quo fit ut saepe saepius litterae dimis-
soriales requirendae per loca dissitissima cuius Ordinarius ve! ignoratur ve! non facile
reperiri possit » - Supra animadoersiones (1864/1868), Costo SDB 233. - «Le trattative pres-
soché ultimate di aprire Case nell'America, nell'Africa, e nella China rendono necessaria una
regola che escluda l'incertezza in cui vivrebbero i Congregati pel timore di eventuali modifi-
cazioni della medesima» - Alcuni pensieri (1874), E II 371.
341 Card. Giuseppe Andrea Bizzarri, n. a Paliano, diocesi di Palestrina, nel 1802, il 5 genn.
1847 Segretario della Congr. de statu regularium ordinum, nel 1853 Segretario della Congr.

7.2 Page 62

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306
Pietro Braido
No, Beatissimo, perché desiderava di fare ogni cosa secondo il consiglio
di V. S.?
- Cominciate adunque ad informare di ogni cosa il Cardinale Prefetto de'
345 Vescovi e Regolari; e intanto dite a Monsig. Vitelleschi che me ne parli ed aggiu-
steremo tutto.
A tale uopo ho presentato copia delle Costituzioni con una relazione e
documenti analoghi alla Sacra Congr. de' Vescovi e Regolari, affinché desse
corso alla pratica.
350
lo credeva che alle osservazioni fatte non se [ne aggiugnessero altre; ma p. 19
ora ne osservo altre in numero di ventotto.
Non appongo minima difficoltà, anzi ringrazio il benevolo Consultore,
col cardinale Bizzarri? - No, Beatissimo, perché desiderava fare ogni cosa
secondo il add 111,rg sin B2 342 consiglio 0111, AB parere add 111,rg sin B2 consi-
glio emend sl B3 343-344 di ... adunque 0111, AB di V. S. - Cominciate adun-
que add 111,rg sin B2 344 ad informare di 0111, AB esporre add 111,rg B2 ad in-
formare di emend sl B3
ogni cosa .. .intanto 01n AB ogni cosa il Cardinale
Prefetto de' Vescovi e Regolari; e intanto add 111,rg sin B2 347 A tale uopo]
Dopo di ciò AB A tale uopo emend sl B2
348 alla ... Regolari] a Monsig.
Vitelleschi AB alla congo de' Ves. e Regolari emend sl B2 affìnchè 01n A add
sl A 2 post affinché add sl si B2 si C desse 0111, A add sl A 2 349 corso 0111,
A add sl A 2 alla pratica 0111, A add 111,rg sin A 2 post pratica add mrg sin
presso alla Congregazione de' Vescovi e Regolari di cui Egli è Segretario Generale
A 2 presso ... egli ... Generale B del B2 350 alle] ad A ani emend A 2 alle emend sl
A 2 post fatte add fossero A del A 2 ne 0111, B 351 altre 0111, A add sl
A 2 di 01n A add sl A 2 ventottoJ vent'otto B post ventotto add nuove
A del A 2 352 post benevolo add o A del A 2 Consultore] relatore A con-
sultore emend sl A 2 consultore B
dei Vescovi e Regolari, nel 1863 cardinale, nel 1867 Prefetto della Congr. delle Indulgenze e
delle Reliquie, dal 31 agosto 1872 Prefetto delle Congregazioni dei Vescovi e Regolari e della
Disciplina dei religiosi, m. a Roma il 26 agosto 1877. - Cf lin 344-345, 363.
345 Salvatore Nobili Vitelleschi, n. a Roma il 28 luglio 1818, consacrato vescovo il 6 lu-
glio 1856, nel 1858 Segretario della Congr. delle Immunità Ecclesiastiche, vescovo di Osimo
e Cingoli dal 1863 al 1871, nel 1871 arciv. titolare di Seleucia e Segretario della Congr. dei
Vescovi e Regolari, cardinale in pectore il 15 marzo 1875, manifestato il 17 settembre, m. a
Roma il 17 ottobre 1875 prima di prendere possesso del titolo di S. Marcello.
347-349 Cf supplica datata Torino, marzo 1873, E II 260-261 e M....B X 699-701 (testo latino
e versione italiana); Regulae (1873), OE XXV 35-72; De Societate (1873), OE XXV 103-121;
De regulis (1873), Costo SDB 248.
351-353 Cf Voto del Rev.mo Consultore (1873), OE XXV 364-372; Riassunto delle prece-
denti osservazioni trasmesso al Sac. D. Giovanni Bosco sopra le Costituzioni esibite nell'an-
no 1873, OE XXV 373-376.
352-353 Cf lin 363-366.

7.3 Page 63

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
307
che si è degnato di farle. Nella maggior parte furono inserite nelle Costitu-
zioni. Ho aggiunto alle regole il capo dello studio, l'altro del noviziato sic-
come è stabilito, usato nel direttorio, ma non ancora inserito nelle Costitu- 355
zioni. Prego soltanto che non si cangino sostanzialmente le parti che riguar-
dano alla conservazione dei diritti civili, del possesso anche emessi i voti, e
di lasciare il tempo di prova e di studio, come si fa presentemente.
1a redazione
Queste sono cose essenziali, le quali variate portano la istituzione sopra basi
che io più non conosco.
360
In quanto poi alla facoltà delle dimissorie io spero che sarà ampliata. e non
ristretta, anzi nutro piena fiducia che otterrò la sua definitiva concessione.
Ad ogni modo il Santo Padre, il Card. Bizzarri, il Card. Berardi, Monsig. Vitel-
leschi vogliono tutti il nostro bene e la maggior gloria di Dio, ed io mi rimetto inte-
354-356 HO ... Costituzioni om ABC 356 Prego soltanto] Ma io prego ABC
non ... parti] si lascino intatte quelle A non si cangino sostanzialmente le parti
emend sl A 2 357 alla] ai A alla emend A 2 ante del add e A del A 2 post
voti add Queste cose sono fondamentali A del A 2 359 istituzione] institu-
zione A 361 poi om B add sl B 2 alla facoltà om A add sl A 2 delle]
alle A delle corr A 2 362 anzi] A del A 2 anzi add sl A 3 nutro om A add
sl A 2 piena fiducia che OJn A fiducia che add sl A 2 piena fiducia che emend
A3
otterrò la] otterrò il A otterrò la emend sl A 2
sua definitiva] suo
definitivo A sua definitiva corr A 2 concessione] compi A concessione emend
A 2 363 post modo add Monsig. A del A 2
354-355 Cf Regulae (18ì4), XII. De studio (4 articoli, che però nulla dicono sul luogo, sul
tempo e sull'assenza di stabili impegni di vita attiva), OE XXV 282-283, 324-325 XIV. De no-
uitiorum magistro eorumque regimine (12 art.), OE XXV 285-288, 32ì-330.
355 «6° La necessità di un Direttorio pratico delle Costituzioni sia per la parte morale, sia
per la parte materiale. E' questo un lavoro sommamente necessario, che il Sac. Bosco desidera
ardentemente poter compiere prima della sua morte» - Alcuni pensieri (18ì4), E II 3ì1.
356-35ì Cf Regulae (18ì4), cap. II, art. 2 e 6, OE XXV 262-263, 304-305; cap. VI, art. 4,
OE XXV 268, 310; cap. X, art. 2, OE XXV 27ì, 319.
358 Cf lin 354-355.
359-360 « Animaduersio quarta( ...). Adnotatur. - Haec conditio si admitteretur, maximae inde
difficultates exurgerent, quae hujusmodi societatis modum existendi turbarent, atque fere
impossibilem redderent » - Supra animadversiones (1864/1868), Costo SDB 232. - Cf letto a
mons. Vitelleschi del 5 agosto 18ì3, riportata nell'Introduzione.
363 Cf lin 341, 344-345.
363-364 Cf lin 345.
364-366 Cf Supplica a Pio IX, 12 febbr. 1864, E I 305; Breve notizia (1864), MB VII 893.

7.4 Page 64

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308
Pietro Braido
365 ramente nelle loro mani per qualunque aggiunta, variazione si giudicasse opportuno
di introdurre.
In quanto alle dimissorie supplico che me ne sia concessa facoltà asso-
luta non ad quemcumque Episcopum, ma solamente in conformità del Decreto
di Clemente VIII in virtù di cui ogni religioso può avere dal suo superiore
370 le dimissorie per gli ordini sacri, ma al Vescovo della Diocesi in cui la casa
religiosa esiste. 15 Martii 1596. Questo privilegio godono gli Oblati di Maria
365-366 per. ..introdurre om A 367-368 In quanto ... assoluta 01'n AB In quanto
alle dimissionarie supplico che me ne concessa facoltà assoluta add mrg sin B 2
In quanto alle dimissorie supplico che me ne sia concessa facoltà assoluta C
367-379 non ... ordinatione om AB add mrg in! B2
368 quemcumque] quo-
cumque B2 quemcumque corr B3
369 può avere] riconosce B2 può avere
emend B3 370 ma iter B2 ma corr B3 in cui la casa] nella cui cas B2 in
cui la casa emend B3 371 ante 15 add Congregatio B2 del B3 371-372
367-368 «VIII. Religiosum societatis regimen (...) 4. Quod vero ad sacros ordines spectat,
socii ab Episcopo Dioecesis eos accipient, a quo sunt ordinandi iuxta consuetudinem aliarum
Congregationurn, domorum communionem habentium: videlicet ex privilegiis congregationum,
quae tanquam Ordines Regulares habentur. (1) Articuli 2 et 4 fere de verbo excerpti sunt a
constitutionibus oblatorum B. M. V. par. 2a, paragr. 1"; similiter extant in constitutionibus
Sacerdotum sub titulo Missionis et Rosminianorum » - Regulae (1973), OE XXV 50.
368-369 «Esposte rispettosamente queste osservazioni, si supplica umilmente che si degni
concedere la facoltà assoluta di poter rilasciare le dimissorie ai professi della Congregazione
in conformità del decreto di Clemente papa VIII» - Osservazioni (DB - 1874), Cost. SDB 247.
369 Clemente VIII, Ippolito Aldobrandini, n. a Fano il 24 febbraio 1536, riceve gli ordini
minori e maggiori tra novembre e dicembre del 1580, creato cardinale da Sisto V nel 1585,
Penitenziere Maggiore nel 1586, legato a latere in Polonia nel 1588-89, eletto papa il 30 gen-
naio 1592: formidabile lavoratore, con vivissimo senso della propria responsabilità, pose tra
i primari compiti del suo pontificato la riforma degli Ordini religiosi. Al tema delle dimis-
sorie si riferisce il decreto del 15 marzo del 1596 sulle ordinazioni dei Regolari, richiamato
nella Cost. Impositi Nobis di Benedetto XIV, 7 febbr. 1747 (Ben. XIV Bull. II, 179-180).
369-371 «VI. Religiosum societatis regimen( ...) 5. Quod vero ad sacros ordines spectat, socii
ab Episcopo Dioecesis eos accipient, a quo sunt ordinandi iuxta decretum Clementis Pa-
pae VIIldie 15 Martii 1596. (1) In hoc Decreto praeter alia, quae ad regularium ordinario-
nem respiciunt, haec habentur: Congregatio Concilii censuit Superiores regulares posse suo
subdito itidem regulari, qui praeditus qualitatibus requisitis Ordines suscipere voluerit, lit-
teras dimissorias concedere, ad episcopum tamen dioecesanum, nempe illius monasterii, in
cuius familia ab iis, ad quos pertinet, Regularis positus sit, si Dioecesanus abfuerit, vel non
esset habituras Ordinationes, ad quemcumque alium Episcopum » - Regulae (1874), OE XXV
268, 310.
371-372 «Animadversio quarta( ...). Adnotatur( ...) Hoc privilegio generatim gaudent Ordi-
nes Religiosi et regularium Congregationes. Huiusmodi sunt Oblati B.M.virginis iuxta Brevern:
Etsi Dei Filius, datum a S. Memoria Leonis Papae XII mense septembris 1828. Hoc idem
dicatur de Instituto Charitatis, adprobato a felice recordatione Gregorii XVI. Congregatio
autem Presbyterorum Missionis adprobata a S. P. Urbano VIII per Bullam: Salvatoris Nostri
die duodecima januarii 1632. Tandern ipse Pius Papa IX(...) per Breve Religiosas Eamilias, die

7.5 Page 65

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
309
approvati nel 1826; e l'Istituto della Carità approvato nel 1839.
Congregatio Conciiii, ivi si dice, censuit superiores regulares posse suo
subdito, itidem regulari, qui praeditus qualitatibus requisitis, ordines suscipere
uoluerit, litteras dimissorias concedere) ad Episcopum tamen dioecesanum, 375
nempe illius monasterii, in cuius familia ab iis, ad quos pertinet Regularis,
positus [uerit, et) si dioecesanus abiuerit, vel non esset babiturus ordina-I
tiones, ad quemcumque alium Episcopum etc. V. Bened. XIV in Constit.
De regularium ordinatione.
I fanciulli di cui hanno cura i Soci Salesiani sommano oltre a sette mila. 380
I membri poi di questa Congregazione sono circa trecento trenta. Di essi
parecchi esercitano il loro ministero della confessione e della predicazione con
tridui, novene, esercizi spirituali, nelle case di educazione, negli ospedali, nel-
le carceri, e ne' paesi di campagna, secondo il bisogno delle diocesi, che ne
fanno richiesta.
385
Ora si stà trattando colla Sacra Congregazione di Propaganda Fide di
Questo ... 18390JnB2C 374 post praeditus add sit B 2delB3 375 dimissorias]
dimissoriasas B2 dimissorias B3 378 XIV] 14° B2C 380-391 I fanciulli ...
Bosco om ABC add mrg in] C2 380 post fanciulli add ass C2 del C3 oltre
aJ a circa C2 oltre a emend sl C3 382 della ! ... predicazione om C2 della confes-
sione e predicazione add sl C3 383 spirituali om C2 add sl C3 383-384
nelle ... paesi om C2 nelle case di educazione, negli ospedali, nelle carceri, e ne'
paesi add mrg sin C3
384 di campagna om C2
385 richiesta] richieta C2
386 stà] sta C2
colla om C2 add mrg in! C3
post colla add Sacra C3
Congregazione ... Fide orn C2 add mrg in! C3 386-387 di ... cristianeJ assumersi
l'educazione crìstiana.C'' eli aprire case e Scuole cristiane emend sl C3
decima tertia Maji 1859» - Supra animaduersiones (1864/1868), Costo SDB 233; cf PIATUS
MONTENSIS, Praelectiones iuris regularis, t. II. Tornaci, Casterman 1898\\ pp. 101-102. - Cf
ancora: Cose da notarsi (1864), Costo SDB 229; Regulae (1867), OE XVIII 281; Regulae
(1873) OE XXV 50; De regulis (1873), Costo SDB 248; Osservazioni (DB - 1874), Costo SDB
247; Regulae (1874), OE XXV 268, 310.
373-379 Cf lin 369-371 - Almeno in un'occasione don Bosco si trovò in grave attrito con
I'arciv, mons. Riccardi per essersi avvalso arbitrariamente, seppure in buona fede, di questa
facoltà: cf letto all'arcivescovo del 28 nov. 1869, E I 62-63, e letto al can. Celestino Fissore
del 18 dico 1869, E I 64-65.
380-381 «5° Il numero dei congregati che è di circa 330, e dei fanciulli (circa 7000) loro
affidati» Alcuni pensieri (1874), E II 371. - Cf Riassunto) lin 209-210.
386-390 «Beatissimo Padre, il sac. Bosco, Superiore della Congregazione di S. Francesco di
Sales, prostrato ai piedi di V. B. espone umilmente che avrebbe presso che conchiuse le trat-
tative per aprire: 1. Una casa per poveri fanciulli cattolici dell'isola di Hong-Kong nella Chi-
na( ...)>> Lett. a Pio IX, marzo 1874, E II 370. «Y{ ...) le trattative pressoché ultimate di
aprire Case nell'America, nell'Africa e nella China rendono necessaria una regola che escluda
l'incertezza in cui vivrebbero i congregati pel timore di eventuali modificazioni della mede-
sima» - Alcuni pensieri (1874), E II 371.

7.6 Page 66

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310
Pietro Braido
aprire case e scuole cristiane pei fanciulli dell'isola di Hong-Kong nella China
e si verrà alla definitiva conclusione appena, che la Clemenza del benemerito
Sommo Pontefice avrà concesso il sospirato favore della definitiva approva-
390 zione di questa pia Società Salesiana.
Sac. GIOVANNI Bosco
387 pei] dei C 2 peì corr C 3
fanciulli] giov C2 fanciulli emend C3 nella
China om C 2 add mrg sin C 3 388 conclusione] accettazione C 2 conclusione
ed accettazione corr C 3 conclusione corr C 4 388-389 che ... Pontefice om C 2
389 avrà concesso] si sarà ottenuto C 2
390 questa ... Salesiana] questo isti-
tuto C 2 questa pia società salesiana corr C 3 391 Giovanni] Gioanni C 2

7.7 Page 67

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
311
RIASSUNTO
DELLA PIA SOCIETÀ DI S. FRANCESCO DI SALES
nel 23 Febbraio 1874.
Questa Pia Società conta 33 anni di esistenza. Nacque e si consolidò in
tempi e luoghi burrascosi, in cui si voleva abbattere ogni principio, ogni auto- 5
rità religiosa specialmente quella del Sommo Pontefice. In tempi e luoghi in
cui furono soppressi e dispersi tutti gli ordini religiosi e le pie Congregazioni
dell'uno e dell'altro sesso; furono soppresse le Collegiate, incamerati i beni dei
seminari, delle Mense vescovili. Tempi in 'cui erano, si può dire, annullate le
vocazioni religiose ed ecclesiastiche.
10
I membri che la compongono presentemente sono trecento trenta tra sacer-
doti, chierici e laici.
SUOI RAPPORTI COLL'AuTORITÀ ECCLESIASTICA.
In faccia alla Chiesa la sua posizione è come segue:
Non si è mai fatto cosa alcuna senza il consenso e l'espressa approvazione 15
dell'autorità ecclesiastica.
Né mai, per quanto si sappia, da alcuna Autorità Ecclesiastica o Civile
fu mosso lamento o contro ai soci o contro l'andamento della Congregazione (l).
(1) Non è gran tempo che una persona costituita in autorità in modo amichevole ebbe
a dirmi: Taluno andò dicendo che i preti e chierici vostri non istudiano. Le feci osservare 20
che molti dei nostri preti e chierici avevano pubblicato opere letterarie, e religiose, lodate
4 Cf Cenno} lin 11.
4-10 Cf Cenno} lin 14-19.
11-12 Cf lino 209. - Cf Cenno} lin 381.
19-32 Cf 93-101. - «( ...)la stessa Santità Sua mi ordinò di rivolgermi riservatamente alla S. V.
Rev.ma per richiederla di un'esatta informazione intorno all'andamento dell'Istituto in di-
scorso e specialmente per ciò che riguarda gli studi e la educazione ecclesiastica dei chierici
che formano parte dell'istituto medesimo, giacché non debbo omettere di prevenirla, sempre
colla massima riservatezza, che mentre alcuni tra i Vescovi raccomandano il Bosco e fanno
elogi dell'Istituto, deplorano con fogli riservati la educazione del giovane Clero addetto a
quello stabilimento, tanto in riguardo agli studii, quanto in merito allo spirito, perché essendo
i chierici addetti alla sorveglianza dei giovanetti raccolti nello stabilimento non possono for-
marsi con quello spirito ecclesiastico, al quale è necessario s'informi un giovane, che vuole
giungere al sacerdozio» - Lett. di Mons. Svegliati a mons. Gaetano Tortone, incaricato della
S. Sede a Torino, 28 luglio 1868, MB IX 366 (la risposta di mons. Tortone contiene giudizi
nettamente sfavorevoli sia sulla qualità e sull'esito degli studi dei chierici di don Bosco, tro-
vati mediocri in seminario e agli esami, sia sul «vero spirito ecclesiastico e quei principi di
buona educazione così necessaria ai sacerdoti» - 6 agosto 1868, MB IX 367-369). - Cf Ai Ve-
scovi (1868), E I 593.

7.8 Page 68

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312
Pietro Braido
e diffuse nelle mani di molti; che noi abbiamo cento cinquanta professi applicati allo stu-
dio, di cui cento trenta sostennero pubblici esami e riportarono la patente o il diploma nel-
l'esame, cui aspiravano. Ripigliò quell'amico: «Non intendeva parlare di quelli, che sono
25 »già nel Ministero o nell'insegnamento, ma dei semplici chierici. Si è detto che per ordi-
»nario riescono assai mediocri nei loro esami».
Risposi pregandolo di verificare gli esami presi presso alla ICuria arcivescovile dal 1850 p. 2
al 1870, epoca in cui, essendo stata approvata la Congregazione, il Superiore Ecclesiastico
mi consigliò di far dare gli esami in casa della Congregazione.
30
Quell'amico si compiacque di verificare e poi mi fece risposta con queste parole:
Checchè se ne voglia dire, ma dal 1850 al 1870 i Chierici Salesiani sui registri della Curia
hanno tutti optinze o [ere optime.
Mi disse ancora la medesima benevola persona: Quale cosa rispondere a chi vuole
asserire molti vostri professi perpetui essere usciti dalla Congregazione e dare disturbi ad
35 alcuni Ordinari?
Si risponde che finora, e questo finora si estende fino al 23 febbraio 1874, niun
professo dei voti perpetui uscì di Congregazione. Se ne deve eccettuare un solo che giu-
dicò secondare la sua vocazione lasciando la Congregazione Salesiana, cui apparteneva come
laico, per entrare, ed entrò di fatto, nella Compagnia di Gesù, dove presentemente esercita
40 con zelo il ministero sacerdotale.
Nel 1852 ebbe l'approvazione dell'Arcivescovo diocesano di Torino Monsig.
30-40 «Questa Congregazione(...) reca un disturbo non piccolo alla disciplina di questa Dio-
cesi, ed io temo che lo recherà pure nelle Diocesi in cui sarà per stabilirsi( ...). Quand'io era
a' Saluzzo, un mio diocesano fu ordinato in questa Congregazione, il quale brevissimo tempo
dopo fu cacciato via, perché scoperto infetto di intemperanza nel bere; e tale esso è ancora
presentemente» - Lett. dell'arciv. mons. Gastaldi al card. Bizzarri, 20 aprile 1873, MB X 712-
713 (altra letto al medesimo con lagnanze analoghe e più estese, 9 genn. 1874, MB X 757-760).-
«4° Sono già usciti dei professi perpetui che diedero lagnanze ecc. R. Finora un solo uscì
ed è il Padre Federico Oreglia. Egli apparteneva alla nostra Congregazione come Laico e ne
uscì per entrare nella Compagnia di Gesù e percorrere la carriera degli studi come entrò
difatti ed ora lavora lodevolmente nel sacro Ministero. (...) 7° Un suo diocesano di Saluzzo,
appena ordinato in questa Congr. uscì ecc. R. Non ombra di fondamento. Il sacerdote cui si
allude anche in altre lettere successive e che si vorrebbe addurre per esempio non appartenne
mai alla Congr. Salesiana. Fu ordinato da mons. Gastaldi con regolare titolo Ecclesiastico e fu
ordinato senza Commendatizia e contro il parere del Sae. Bosco cui era stato inviato dal suo
Ordinario e nella cui casa aveva caritatevolmente fatto gli studi» - Promemoria (1874), E II
375. Di sicuro risulta che il sacerdote in questione visse come chierico a Valdocco dal 1862
al 1867 con i voti triennali: cf P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale (1815-
1870). Roma, LAS 1980, p. 295, 297, 301, 313 n. 28, 531.
41-42 Cf Cenno) lin 52-55. - «ammetto i decreti particolari con cui erano concessi i favori
dimandati; unisco solamente copia di quello con cui il Superiore Ecclesiastico dava generale
approvazione a quanto facevasi dai preti e chierici degli Oratorii e degnavasi di costituirmi
Capo dei medesimi colle opportune facoltà. Decreto 31 marzo 1852» - Breve notizia (1864),
MB VII 891. - « L'approvazione fatta dall'Arcivescovo di Torino e di chi aveva l'amministra-
zione della diocesi (Cost. pago 3 e 4) non riguardava che i primi due scopi propostisi dalla
Pia Società, quello cioè dell'istruzione religiosa nei giorni festivi ai ragazzi dell'Oratorio, e
l'altro di raccogliere i ragazzi abbandonati per avviarli ad un'arte o mestiere» - Osservazioni
(Riccardi - 1868), Costo SDB 236 (nella lettera commendatizia l'arcivescovo si riferisce ancora
ai «decreti di approvazione della medesima », 7 marzo 1868, MB IX 95). - Alle commen-

7.9 Page 69

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
313
Franzoni; nel 1858 il Regnante Pio IX, profondo conoscitore del modo con
cui devonsi educare cristianamente i giovanetti, ne tracciava le basi e le regole.
Nel 1864 la Congregazione de' Vescovi e Regolari con apposito Decreto
lodava tale Società, e ne costituiva il Superiore a vita.
45
A quel Decreto erano annesse tredici animadversioni, che vennero acco-
modate nelle Costituzioni.
Nel 1869 col consenso del S. Padre fu inoltrata preghiera per l'approva-
zione definitiva. Il Consultore non fece animadversioni, ma per mezzo del
Segretario Monsignor Svegliati richiamò l'osservanza di quelle del 1864. 50
Quindi il 1 Marzo di quell'anno si emanava un Decreto di approvazione defi-
nitiva della Pia Società. Per le Dimissorie si concedeva di poterle rilasciare a
tutti quelli che fossero entrati nelle nostre case prima dei quattordici anni;
pegli altri di maggior età si faceva dimanda per un numero determinato, cosa
che fu ognora concessa.
55
Per dare una forma stabile alla nascente ma crescente Congregazione nel
1873 fu fatta nuova preghiera per la definitiva approvazione delle Costitu-
zioni. Contro l'aspettazione il Consultore trovò opportuno di fare altre 28 ani-
p. 3 madversioni sebbene non se ne fosse fatta alcuna Iquando venne emesso l'ante-
cedente Decreto. Tuttavia si fece quanto si potè per inserire nelle Regole tutte 60
quelle animadversioni modificandone soltanto alcune in modo che non si allon-
tanassero dallo scopo fondamentale della Congregazione, quelle specialmente
che riguardavano lo studio, e il Noviziato; le Dimissorie vennero tutte ammesse
in conformità del Decreto di Clemente VIII.
datizie inviate a Roma per ottenere l'approvazione della sua Società don Bosco «univa copia
autentica della patente a direttore spirituale degli Oratorii di S. Francesco di Sales(...). Que-
sta copia eragli stata rilasciata dalla Curia Arcivescovile in data 12 maggio 1868» (MB IX
153). « Questa Congregazione si formò col consenso dell'Arcivescovo di Torino Mons. Luigi
Fransoni: proseguì col consenso del suo Successore Mons. Alessandro Riccardi: ed ha il mio
consenso( ...). Ma le sue Regole finora non furono approvate né da me, al quale non fu chie-
sta tale approvazione, né da alcuno de' miei Predecessori» Lett. dell'arciv. mons. Gastaldi
al card. Bizzarri, 20 aprile 1873, MB X 712. «lo Le Regole, ivi dice, non furono mai appro-
vate da' suoi antecessori. R. Nei documenti presentati alla Congregazione dei Vescovi e Rego-
lari avvi il decreto di Mons. Fransoni (31 marzo 1852) con cui è approvato l'istituto degli
oratorii, si costituisce capo il sac. Bosco e se gli concedono tutte le facoltà necessarie ed
opportune pel buon andamento dei medesimi» - Promemoria (1874), E II 374.
42-43 Cf Cenno) lin 66-101.
44-45 Cf Cenno) lin 110-116 e il « decretum laudis » del 23 luglio 1864, Costo SDB 231.
46-47 Cf Cenno) lin 117-119.
48-55 «( ...) dilata ad opportunius tempus approbatione Constitutionum quae emendandae
erunt juxta animadversiones ex mandato Sanctitatis Suae jam alias communicatas, excepta
quarta, quae modificanda erit prout sequitur » Decreto di approvazione della Società Sale-
siana del l" marzo 1869, Costo SDB 239. - Cf Cenno) lin 117-122.
56-58 «Nunc vero ad huius operis complementum duo summopere adhuc desiderantur:
absoluta constitutionum approbatio, et facultas dimissoriales litteras relaxandi absque excep-
tione» - Supplica a Pio IX, lo marzo 1873, E II 260-261.
58-60 Cf Cenno) lin 350-351.
60-73 Cf Cenno) lin 352·354.

7.10 Page 70

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314
Pietro Braido
65
SUE COSTITUZIONI.
Le Costituzioni di questa pia Società sebbene in massima siano sempre
state costantemente osservate, tuttavia furono modificate in parecchie cose
suggerite dalla esperienza e proposte dalla Sacra Congregazione de' Vescovi
e Regolari.
70
L'edizione fatta testè dalla tipografia di Propaganda Fide è l'ultima, ed
in essa vennero inserte le modificazioni proposte in diversi tempi, eccettuate
alcune pochissime che soltanto si accomodarono per non allontanare le Regole
dal loro scopo.
RAPPORTI COI VESCOVI.
75
Finora non consta che alcun Vescovo sia stato avverso a questa Congre-
gazione. Quarantaquattro furono richiesti di fare la loro commendatizia, e
quarantaquattro la fecero assai di buon grado e con espressioni di massima
soddisfazione. Un solo, l'Arcivescovo attuale di Torino, giudicò di suggerire
alcune modificazioni alla Sacra Congregazione de' Vescovi e Regolari. Queste
so modificazioni furono parimente accolte e se ne tenne conto nell'ultima edi-
zione delle Regole. Ma con tutti si ebbero sempre cordialissime relazioni; ed
abbiamo presentemente oltre a cinquanta richieste di aprire case in diverse
Diocesi tanto in Italia, quanto nell'Asia, nell'Africa e nell'America.
Ogni anno vi sono circa cento quindici de' nostri allievi che entrano
85 nello stato ecclesiastico e che sono inviati ai Vescovi delle rispettive Diocesi.
Ciò torna a quegli Ordinari di grande conforto attesa la scarsità di vocazioni
allo stato ecclesiastico nelle loro Diocesi. Circa tre quarti dell'attuale Clero
65-71 Cf G. Bosco, Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales (1858-1874). Testi cri-
tici a cura di F. Motto. Roma, LAS 1982, pp. 72-210.
71-73 «Pochissime », ma su punti importanti - cf Introduzione - ; oggetto di dissenso tra
don Bosco e la Congregazione dei Vescovi e Regolari sono, in particolare, i «diritti civili »,
il voto di povertà, gli studi, il noviziato, le dimissorie.
76-78 «2° Le commendatizie di quarantaquattro Vescovi, i quali fanno voti pel medesimo
favore» - Alcuni pensieri (1874), E II 371.
78 Mons. Lorenzo Gastaldi, n. a Torino il 18 marzo 1815, ordinato sacerdote il 23 settem-
bre 1837, cooptato il lO luglio 1838 nel Collegio dei teologi dell'Università, religioso nel-
l'Istituto della Carità (Rosminiani) dal 23 gennaio 1851 al 16 dicembre 1862, vescovo di
Saluzzo (9 giugno 1867-27 ottobre 1871), traslato nel 1871 all'archidiocesi di Torino, dove
morì il 25 marzo 1883.
78-81 I membri della Congregazione Particolare avevano in mano documenti che precisa-
vano le opposizioni di due arcivescovi, di Torino e di Genova, in relazione a proposte di
modifiche essenziali, che don Bosco non aveva introdotto nemmeno nel testo delle Costitu-
zioni stampate a Roma in gennaio e in marzo: cf Sommario} pp. 9-17, 26-27, OE XXV 345-
353, 362-363. - Il Promemoria (1874) costituiva una rapida confutazione di svariati appunti
mossi dall'arcivescovo di Torino nella commendatizia e in altre lettere: E II 374-376.
87-89 «Se mi permette, le fo una osservazione o meglio una preghiera. Parlando dei nostri
chierici dice sempre suoi chierici} chierici dell'Oratorio. Mi farebbe un favore se volesse chia-
marli anche suoi, perciocché, Ella sa, sono pochi e quei pochi fatti preti vanno per la dio-

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
315
p. 4 Torinese e degli inse l gnanti ne' Seminari di quell'Archidiocesi furono nostri
allievi. Lo stesso può dirsi di altre Diocesi.
Sono poi oltre a cinquanta i Sacerdoti Salesiani, i quali lavorano conti- 90
nuamente a dare esercizi spirituali, missioni, tridui, novene, a confessare negli
ospedali, negli istituti di beneficenza, nelle carceri, e nei paesi e città delle
varie Diocesi. Altri si occupano a comporre, stampare libri, o Dizionari, a pur-
gare i classici italiani, greci e latini. Ciò appare dalle varie opere pubblicate
in vari tempi, e colle Letture Cattoliche) che corrono il 22° anno (1); la Biblio- 95
(1) Sotto il nome di letture cattoliche s'intende una pubblicazione mensile di pago 108.
Il numero degli associati non fu mai minore a diecimila. Fra i libri stampati dai Soci Sale-
siani in questa tipografia si possono notare: La Storia Sacra, Storia Ecclesiastica, Storia
d'Italia, il Cattolico instruito, Trattati di Aritmetica, di Sistema metrico, Donato, Grama-
tiche latine, greche, italiane, Dizionari latini e molti altri. Il numero approssimativo de' 100
libretti stampati e diffusi fra il popolo in trent'anni monta a circa SEI MILIONI.
teca dei Classici che si pubblica da sei anni.
Ma tanto nella composizione e stampa di questi libri, quanto nella dif-
fusione di molti altri, come pure nella predicazione e nei catechismi si ebbe
sempre di mira lo scopo fondamentaale della Congregazione che fin dal suo 105
principio fu costantemente SOSTENERE E DIFENDERE L'AUTORITÀ DEL CAPO
SUPREMO DELLA CHIESA NELLA CLASSE MENO AGIATA DELLA SOCIETÀ E PARTI-
COLARMENTE DELLA GIOVENTÙ PERICOLANTE. V. Regole C. I e VI.
cesi; come sono Don Reviglio, Don Rocchietti, Don Lazzero, Rovetti, etc.; quelli stessi che
rimangono qui si può dire che lavorano incessantemente a preparar chierici pel seminario
diocesano, o si occupano altrimenti nel predicare, fare catechismi e simili» - Lett. di don
Bosco al rettore del Seminario di Torino, can. Alessandro Vogliotti, 22 maggio 1868, E I
559. - «Questa dichiarazione, che credo non esser autorizzato a fare, porrebbe un muro di
divisione tra la Congregazione Salesiana e il Clero di cotesta Diocesi, pel cui bene è special-
mente consacrata, e da oltre a trent'anni lavora(...). Parmi che questa Congregazione, che
senza interesse di sorta lavora per cotesta Diocesi, e che dal 1848 a questo tempo ha sommi-
nistrato non meno di due terzi del Clero diocesano, si meriti qualche riguardo» Lett. di
don Bosco all'arciv. mons. Gastaldi, 14 maggio 1873, E II 278.
95·97 Le Letture Cattoliche è una pubblicazione periodica mensile iniziata nel marzo del 1853
e proseguita fino al 1971 (dal 1955 con il titolo «Meridiano 12. Letture cattoliche », con
sottotitolo variato): cf Elenco generale dei fascicoli pubblicati e programma di associazione.
Torino, Ufficio delle Letture Cattoliche 1902; L. GIOVANNINI, Le «Letture Cattoliche» di
Don Bosco esempio di «stampa cattolica» nel secolo XIX. Napoli, Liguori 1984. - Don Bo-
sco chiama «Biblioteca dei classici» la pubblicazione periodica Biblioteca della gioventù ita-
liana) iniziata nel gennaio del 1869 e chiusa con il 2040 volume alla fine del 1885 (cf MB VIII
927; IX 425-432).
103-108 «In questo regolamento non si parla molto esplicitamente delle cose che riguardano
il Sommo Pontefice, sebbene sia scopo principale di essa il sostenere e difenderne l'autorità
con tutti quei mezzi che i tempi, i luoghi, le persone permetteranno di poter prudentemente
usare» - Cosa da notarsi (1864), Costo SDB 229.

8.2 Page 72

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316
Pietro Braido
IN FACCIA ALLA CIVILE SOCIETÀ.
110
In faccia alla civile società siamo sempre stati tranquilli perché fummo
ognora considerati come pacifici cittadini; e per soddisfare alle esigenze delle
autorità scolastiche procuriamo ognora di coprire le nostre classi con inse-
gnanti muniti delle volute patenti o diplomi.
Tutti poi vedono di buon occhio una società, che ha per iscopo di l'ac-
115 cogliere ragazzi pericolanti, istruirli, avviarli alla scienza, ad un'arte o me-
stiere con cui Ipotersi poi guadagnare onestamente il pane della vita, che è p. 5
quanto dire: torli dai pericoli del ladronaggio e delle carceri per farne degli
onesti cittadini, che meglio noi diremo: farne dei buoni cristiani.
CASE DELLA CONGREGAZIONE.
120
Le Chiese, le Case di educazione ed Ospizi sono in numero di sedici.
1. La più antica è quella di Torino col titolo di Oratorio di S. Francesco
di Sales, composta di Interni ed Esterni. Gli interni o convittori sono circa 850
tra artigiani e studenti. Avvi tutto il corso Elementare, Ginnasiale, Liceale o
Filosofico, e Teologico. Tutti gli insegnanti appartengono alla Congregazione
125 Salesiana. Gli artigiani in vari laboratori dello Stabilimento esercitano il me-
stiere di calzolaio, sarto, ferraio, falegname, ebanista, pristinaio, libraio, lega-
tore, compositore, tipografo, cappellaio, musica, disegno, fonditore di carat-
teri, stereotipista, calcografo e litografo.
Si aggiunge il corso intero della Banda militare per allettamento tanto
130 degli interni quanto degli esterni; si insegna il Pianoforte, la fisarmonica,
armonium, organo, tutti gli istrumenti musicali in legno, in metallo e a corda.
Un numero di circa 600 vengono alla scuola ed alle sacre funzioni come
esterni. Costoro appartengono ai più discoli della città, i quali per lo più non
sono accolti nelle pubbliche scuole. Oltre ad 800 vengono alla scuola serale,
135 in cui è insegnato il canto Gregoriano, la musica vocale, musica istrumentale,
catechismo, lettura, scrittura, gramatica italiana, latina, greca, francese, arit-
metica, sistema metrico con tutti gli altri studi, che si reputano necessari per
chi vuole darsi al commercio e vivere da buon cristiano.
109-113 Cf Cenno, lin 228-233.
114-118 «Noto poi in modo speciale come non solo il Santo Padre ci vuoI bene e ci favo-
risce, ma tutti generalmente vedono bene questa Congregazione. E' vista bene sia dai buoni
che dai cattivi, sia dalle autorità civili che ecclesiastiche, e, fatte pochissime eccezioni, tutti
ci favoriscono. Diceva a bello studio che anche i cattivi ci vedono di buon occhio; poiché
noi vediamo che coloro stessi che gridano contro gli Ordini religiosi e li vorrebbero soppressi
fino all'ultimo, lodano poi noi» - Conferenza di don Bosco ai Salesiani del 16 aprile 1875,
MB IX 167-168.
119-175 «4° Sedici Case aperte in Diocesi diverse richiedono relazioni stabili e determinate
coi rispettivi Ordinarii, siccome essi medesimi ogni giorno reclamano» - Alcuni pensieri
(1874), E II 371.

8.3 Page 73

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
317
2. Vi è la Chiesa di S. Francesco di Sales, quella di Maria Ausiliatrice,
dove intervengono oltre ad un migliaio di giovanetti.
140
ORATORI FESTIVI DI TORINO.
3. Quello di S. Francesco di Sales nella Parrocchia di S. Simone e Giuda
p. 6 con allievi 600. I
4. Quello di S. Giuseppe nella Parrocchia di S. Pietro e Paolo con
allievi 700.
145
5. Quello di S. Luigi Gonzaga nella Parrocchia di S. Massimo con
allievi 700.
6. Del Santo Angelo Custode nella Parrocchia di S. Giulia con allievi 200.
7. Si ha pure cura spirituale della casa detta: Famiglia di S. Pietro) ove
sono raccolte le donne che escono -dalle carceri, sono in numero di 60.
150
8. Del Laboratorio di S. Giuseppe) che ha lo scopo di dare lavoro e reli-
gione alle fanciulle pericolanti, sono in numero di 100.
9. Nuovo Collegio convitto di Valsalice pe' giovani di civile condizione,
sono in numero di 60.
lO. In Lanzo paese della Diocesi di Torino si tiene eziandio Collegio 155
convitto con 200 allievi interni, 300 esterni.
11. In borgo S. Martino presso Casale col nome di Collegio di S. Carlo
destinato a supplire il piccolo Seminario di quella Diocesi, che ne è priva da
oltre 25 anni, giacché il locale destinato a quell'uopo fu occupato dal Governo:
allievi 200.
160
12. In Sampierdarena presso Genova sotto il nome di Ospizio di S. Vin-
cenzo) sono raccolti 100 poveri fanciulli da avviarsi a diversi mestieri, come a
Torino. Avvi qui eziandio scuola diurna e serale per gli esterni, ed una Chiesa
spaziosa, dove spesso sono raccolte più migliaia di persone.
13. Nella città di Varazze Diocesi di Savona avvi Collegio Convitto ove 165
tra esterni e convittori sommano ad oltre 700.
14. In Cogoleto nella stessa Diocesi si amministrano le pubbliche scuole
con circa 200 fanciulli e si aiuta il Parroco per le cose del culto religioso.
15. In Alassio diocesi di Albenga, Collegio municipale con 200 convit-
tori e 400 esterni.
170
16. Come appendice e dipendentemente dalla Congregazione Salesiana è
la Casa di Maria Ausiliatrice fondata con approvazione dell'autorità Ecclesia-
stica in Mornese diocesi d'Acqui. - Lo scopo si è di fare per le povere fanciulle
quanto i Salesiani fanno pei ragazzi. Le religiose sono già in numero di qua-
ranta ed hanno cura di 200 fanciulle. ,

8.4 Page 74

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318
Pietro Braido
PRESENTEMENTE.
p. 7
Al presente sono conchiuse le trattative per aprire case pei ragazzi cat-
tolici dell'isola di Hong-kong nella China, e per un Orfanotrofio nella città
di Genova.
180
In tutte le Chiese e case sopra mentovate oltre l'istruzione scientifica e
religiosa dei giorni feriali, si fa pure nei giorni festivi sia pei fanciulli sia
per gli adulti quanto segue: Al mattino comodità di confessarsi e comunicarsi,
messa, mattutino della B. Vergine, spiegazione del vangelo, scuole e tratteni-
menti per la ricreazione.
185
Dopo mezzodì: musica, ginnastica, trastulli diversi; di poi catechismo in
classe; Vespri, istruzione dal Pulpito, benedizione col SS. Sacramento, scuole
e ameni trattenimenti fino a notte.
Il numero di coloro cui si comparte cristiana istruzione ed educazione
non è minore di SETTEMILA; ma non di rado oltrepassano i DIECI, DODICI MILA.
190 Nella sola Chiesa di Maria Ausiliatrice si videro talvolta raccolti SINO A DIECI-
MILA uditori.
Confronto del Riassunto presentato alla Sacra Congne de' Vescovi e Regolari
il 20 Gennaio 1870 con quello del 23 Febbr. 1874.
Il Collegio di Cherasso a motivo della insalubrità del sito fu nel 1872
195 trasferito nella città di Varazze Diocesi di Savona.
Il Piccolo Seminario di S. Carlo col consenso del Vescovo venne trasfe-
rito a Borgo San Martino nella stessa diocesi per la comodità della Ferrovia,
che colà ha la sua stazione.
La casa sanitaria di Troffarello venne alienata per condurre a termine altro
200 edifizio in Lanzo, che per salubrità corrisponde meglio allo scopo.
Nel 1871 fu fondata la Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Mornese. I
Nel 1872 si aprì il Collegio di Vassalice; e si fondò l'Ospizio con pub- p. 8
blica Chiesa in Sampierdarena.
Nel 1873 venne assunta l'amministrazione delle pubbliche scuole di Cogo-
205 letto vicino a Varazze.
Nel 20 Gennaio 1870 i Soci Salesiani erano 124.
I giovani loro affidati 4710.
Richieste di aprire Case 25.
Nel 23 Febbraio 1874 i Soci Salesiani sono N. 330.
177-178 Cf Cenno, lin 386-387.
194 Cherasso = Cherasco: piccolo centro a 58 Km. da Torino e 45 da Cuneo, dove i sale-
siani dal 1869 al 1871 tennero la direzione dell'antico collegio-convitto municipale con le
scuole elementari e ginnasiali.
202 VassaIice = Valsalice (Torino): lVI 1 Salesiani assunsero dal 1872 la direzione di un
collegio-convitto per giovani «delle classi agiate e di civile condizione ».
209-210 Cf Cenno, Iin 380-381.

8.5 Page 75

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di Don Bosco del 1873/74
319
Allievi loro affidati circa 7000.
Richieste per nuove Case 50.
Dal che risulta la Congregazione avere aumentato quasi due terzi il nu-
mero de' soci, di 2300 gli allievi loro affidati.
Al presente, come nel 1870, non si hanno mezzi finanziari preventivi,
ma non ci sono debiti.
215
Quella Divina Provvidenza che in modo veramente straordinario ci aiutò
finora, speriamo che non sarà per mancarci in avvenire, se noi corrisponde-
remo alle sue grazie e ci adopreremo di compiere i santi e adorabili suoi voleri.
Sac. GIO. Bosco

8.6 Page 76

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320
Pietro Braido
Mese di Marzo Anno 1874
Sagra Congregazione
DE' VESCOVI E REGOLARI
CONSULTAZIONE
5
PER
UNA CONGREGAZIONE PARTICOLARE
= TAURINEN. Super approbatione Constitutionum Societatis S. Francisci Salesii.
La carità Cristiana è tanto feconda nella sua benefica influenza, che men-
tre le si chiudono le vie con la soppressione degli Ordini Religiosi, nondimeno
10 con animo invitto superando qualunque ostacolo, suscita con prodigioso inge-
gno nuovi Istituti a soccorso spirituale e temporale degli infelici, per conser-
vare la fede ed il buon costume, quale appunto si è quello fondato dal Sacer-
dote D. Giovanni Bosco, che è stato encomiato, ed approvato con due solenni
Decreti della S. Sede.
15
Infatti ogni ceto di persona ricorda con sentita gratitudine, come fino
dall'anno 1841 l'encomiato Sacerdote si unisse ad altri Ecclesiastici per acco-
gliere in appositi locali i giovani più abbandonati della Città di Torino a fine
d'intrattenerli con onesti sollazzi, e somministrare ai medesimi il pascolo della
Divina parola. L'Autorità Ecclesiastica animò tale pietoso esercizio, e la Divi-
20 na Provvidenza con singolare protezione lo favorì in guisa, che nel 1844 il
concorso dei giovani divenne assai numeroso. Si fu per questo aumento che
1'Arcivescovo di quel tempo Monsignor Fransoni l concedeva di ridurre in for- p. 2
ma di piccola Chiesa due camere destinate ad altra opera pia, e così fu costi-
tuita una Cappella con giardino contiguo dedicata a S. Francesco di Sales nel
25 centro della regione Valdocco, e l'Arcivescovo stesso concesse molti favori e
facoltà di sua spirituale giurisdizione ai giovani, che frequentavano la pietosa
Adunanza, e nel 1846 cominciarono le scuole serali, e domenicali pei più gran-
dicelli ed oltre Settecento fra questi più poveri, e pericolanti furono eziandio
ricoverati in una casa annessa all'Oratorio, che è l'attuale Ospizio di carità.
30 Dal 1847 in poi crebbero in guisa gli Aggregati, che col consenso dell'Auto-
rità Vescovile fu necessario aprire in altro angolo della Città un secondo Ora-
torio sotto il titolo di S. Luigi Gonzaga, e successivamente nell'anno 1849 fu
aperto un terzo in altra contrada sotto il titolo del S. Angelo Custode col me-
desimo scopo degli antecedenti. L'Ordinario di moto proprio approvava il
12-14 Cf Cenno, Iin 110-116, 141; Riassunto, lin 44-49.
15-34 Cf Breve notizia (1864), MB VII 890-891; Cenno storico (1868), MB IX 61-64; Notitia
(1868), OE XVIII 571-586; De Societate (1873), OE XXV 103-121.
34-39 «I tempi rendendosi assai calamitosi per la religione, il superiore ecclesiastico con
tratto di grande bontà di moto proprio approvava il regolamento di questi oratorii, e ne costi-

8.7 Page 77

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno istorico »di Don Bosco del 1873/74
321
Regolamento di questi Oratori, e ne costituiva Direttore capo il Sacerdote Bo- 35
sco, concedendogli tutte quelle facoltà, che potessero tornare necessarie, ed
opportune a questo scopo. Con tali auspici, e benedizioni altri Vescovi adot-
tarono il medesimo piano di regolamento, e si adoperarono d'introdurre nelle
loro Diocesi cotali Oratori festivi. Che anzi in Mirabello nel 1863 fu istituito
un piccolo Seminario di S. Carlo, e la casa dove nel 1870 si alimentavano 40
circa Duecento giovani è di proprietà della Società, non altrimenti che quella
di Torino, ed al presente è stata trasferita nel villaggio di S. Martino, terri-
torio della Diocesi di Casale. Nel 1864 fu stabilito in Lanzo paese dell'Archi-
diocesi di Torino un Collegio convitto di S. Filippo Neri per l'accogliervi gio-
vanetti, che non potevano più essere accolti in altri ricoveri. Successivamente 45
in breve giro di tempo furono aperte varie altre case, fra le quali nel 1870
il Collegio della Madonna degli Angeli in Alassio Città di Albenga. Nel 1871
un Convitto in Varazze Diocesi di Savona, nonché un Ospizio di S. Vincenzo
nella Città di S. Pier d'Arena presso Genova a pro de' fanciulli abbandonati.
Finalmente nel borgo di Cogoleto Diocesi di Savona fu aperta una nuova 50
casa dove si esercita il Sacro Ministero con pubbliche scuole. Laonde per con-
p. 3 servare l'unità di di Isciplina in tanto grandi e numerose case fino dal 1844
[= 1854] alcuni Ecclesiastici si riunirono insieme per costituire una specie
di Società, o Congregazione, non astringendosi a vincolo di voti, ma bensì pro-
mettendo di porre in esecuzione ogni opera, la quale ridondasse alla maggiore 55
gloria di Dio, nonché alla salute delle Anime.
Tale promessa s'ebbe regolare forma di voti semplici nel 1858, e molto
v'influì l'impulso di autorevoli Personaggi. Imperocché in quell'epoca appunto
l'Arcivescovo di Torino consigliò di provvedere in modo stabile all'avvenire
di molti ragazzi, che erano raccolti negli Ospizi, o frequentavano gli Oratori 60
nei giorni festivi, e per tale scopo gli rilasciò una lettera commendatizia, colla
quale potesse presentarsi al Supremo Pontefice Pio IX, che Dio ci conservi per
molti altri anni. Ottenuta benignamente l'Udienza, il Bosco espose al S. Pa-
dre il motivo, e lo scopo della sua venuta, e n'ebbe confortante incoraggiamento,
tuiva Direttore capo il Sac. Bosco concedendogli tutte quelle facoltà che potessero tornare
necessarie ed opportune a questo scopo. Molti Vescovi adottarono il medesimo regolamento,
e si adoperarono per introdurre nelle loro diocesi questi Oratorii festivi» - Costituzioni della
Società di S. Francesco di Sales (l864): Origine di questa Società} in Costo SDB 66; testo
latino, in Regulae (1867), OE XVIII 270; Regulae (1873) e Regulae (1874), OE XXV 39-40,
257-258, 299-300. - Cf Riassunto} lin 41-42.
47 Città di Albenga = diocesi di Albenga.
51-56 Cf Cenno} lin 11-13.
52-54 Cf Cenno} lin 58-60.
57-58 Cf Cenno} lino 60-62. - I primi voti semplici triennali furono emessi dai membri della
Società il 14 maggio 1862; due dei presenti avevano iniziato a professare privatamente i voti
annuali dal 1855 (eh. Rua) e 1856 (eh. Francesia).
63 Cf Cenno} lino 66-69.
63-65 Cf Cenno} lin 69-102.

8.8 Page 78

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322
Pietro Braido
65 e prudenti consigli, i quali sono riprodotti in un opuscolo stampato qui m
Roma coi tipi di Propaganda. Qualunque sia l'appreziazione di tali privati col-
loqui, è indubitato che il Fondatore si adoperò a stabilire, e riformare le Re-
gole del suo Istituto, accogliendo perciò di buon grado i consigli avuti, aggiunse
alle medesime con tre distinti paragrafi, [iJ tre voti di castità, povertà ed obbe-
70 dienza per fondare così una Società di voti semplici, perché senza voti non
vi sarebbero gli opportuni legami tra soci e soci, e tra superiori ed inferiori.
Tali norme furono poste in esecuzione in via di sperimento per lo spazio di
circa sei anni, decorsi i quali in vista del crescente progresso di Operai in pal-
pabili beneficenze a pro de' miseri, il zelante Sacerdote con le Commendatizie
75 di molti Vescovi si ricondusse in Roma per ottenere nella sua qualifica di
Fondatore, e Superiore Generale la conferma Apostolica della sua Società.
Accolse Sua Santità benignamente le preci e degnossi commettere l'esame di
questa benefica Società nonché delle Regole, che in quel tempo erano scritte
in volgare idioma a questa S. Congregazione. L'una e le altre furono matu-
80 ramente discusse, e fattane relazione all'Oracolo Santissimo nel giorno primo
Luglio 1864, come suole praticarsi conforme alle norme esposte neljla prima p. 4
Appendice della Collettanea dell'Emo Bizzarri, si devenne ad un formale
Decreto di lode, dove il S. Padre memoratam Societatem attentis Litteris Com-
mendatitiis praedictorum Antistitum uti Congregationem votorum simplicium,
85 sub regimine Moderatoris Generalis, salva Ordinariorum jurisdictione ad prae-
scriptum Sacrorum Canonum, et Apostolicarum Constitutionum amplissimis
verbis laudauit, et commendauit, prout praesentis Decreti tenore laudat, atque
commendai, dilata ad opportunius tempus Constitutionum approbatione. E per
esprimere il Sovrano gradimento concesse che l'attuale Moderatore, ossia Ret-
90 tore Maggiore in suo munere quoad vixerit permaneat. Sommario N. 2. A tale
Decreto furono annesse tredici animavversioni per riformare le Regole Som-
mario N. 3, le quali senza indugio vennero in parte ammesse nelle Costituzioni
composte in latino, e quindi stampate in Torino coi tipi della stessa Società
Salesiana nel 1867. Per cui dopo un quinquennio di esperimento si condusse
95 il Superiore Generale in Roma allegando dei riflessi, pei quali si era deciso a
modificarne alcune, come lo comportava lo scopo del novello Istituto, e tra-
lasciare delle altre per non comprometterne l'esistenza innanzi al rigore delle
65-66 E' il Cenno istorico sulla Congregazione di S. Francesco di Sales e relativi scbiarimenti.
Roma, Tipografia Poliglotta della S. C. di propaganda 1874, 20 p., OE XXV 231-250.
68-71 Già nella prima redazione delle Costituzioni esistente, che F. Motto afferma « databile
con molta probabilità verso il ì858» (Cost. SDB 16), compaiono tre capitoli Del voto di
obbedienza, Del voto di povertà, Del voto di castità.
76-76 Cf Cenno, lin 108-109.
79-90 Cf Cenno, lin 110-116.
90-92 Cf Cenno] lin 117-119.
92-94 Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Augustae Taur., ex typis Asceterii Salesiani 1867,
33 p., OE XVIII 267-299.

8.9 Page 79

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
323
leggi Civili. Tali Regole furono trasmesse alla S. Sede con una memoria, in cui
il prelodato Fondatore dimandava l'approvazione dell'Istituto, e delle Regole,
nonché la facoltà di concedere le Dimissorie a quei suoi Allievi, che erano chia- 100
mati allo stato Ecclesiastico. Tale memoria veniva accompagnata da lettere
Commendatizie di ventiquattro Vescovi, i quali tutti attestavano la prodigiosa
utilità, che la Chiesa, e la Società traeva dal novello Istituto. Fra queste si
leggono quelle di due Emi Porporati cioè dell'Emo Cardinale Deangelis Arci-
vescovo di Fermo, il quale attesta di aver veduto coi propri occhi il bel numero 105
di giovanetti quivi educati) ritolti all'ozio, e alla miseria dalla feconda carità
del degno Sacerdote che n'è Capo e Direttore supremo) lo zelo vivo) e indefesso
per crescerli nella pietà) così ne) mestieri conformi al loro genio) e alla loro
condizione) e il frutto da ultimo non comune) che si scorge ne) stessi giova-
netti) e le speranze che debbono concepirsi nell'aouenire, e quelle dell'Emo I 110
p. 5 Cardinale Antonucci, il quale nel commendare l'Istituto e le Regole dichiarò,
di essere mosso dal desiderio della gloria di Dio, e della salute delle anime,
come anche per gratitudine di animo inverso questa Pia Società, quae modo
non paucos buius Ciuitatis, et Dioecesis iniortunatos adolescentes complures
orpbanos propter ultimam cbolera-morbi tristissimam inoasionem liberaliter. 115
ac peramanter alit, et instituit.
Si manifestarono allora per parte del postulante alcune difficoltà che sareb-
bero occorse nella esecuzione delle tredici animavversioni, segnatamente sulla
quarta relativa alla concessione delle dimissorie, nonché sopra la quinta con
quale richiedeva il Beneplacito Apostolico pro alienationibus, ac debitis con- 120
trahendis. Se nonché la S. Sede tutto ponderato, e procedendo a grado a grado
secondo l'accennata norma nel 1 Marzo 1869 emise il Decreto di approvazione
e conferma dell'Istituto in genere, differendo a più opportuna circostanza di
sanzionare le Costituzioni, dopo che sarebbero state emendate «attentis litteris
commendatitiis plurimorum Antistitum enuntiatam piam Congregationem, uti 120
societatem uotorum simplicium sub regimine Moderatoris Generalis, salva Ordi-
nariorum jurisdictione ad [ormam sacrorum Canonum, et Apostolicarum Consti-
98-101 Regulae Societatis S. Francisci Salesii. Augustae Taur., ex officina Asceterii Salesiani
1873, 36 p., OE XXV 35-72; Supra animaduersiones in Constitutiones sociorum sub titulo
S. Francisci Salesii in dioecesi taurinensi, in Consto SDB 231-234.
101-103 Cf Cenno, lin 143-144.
103-110 Commendatizia del 26 aprile 1868, MB IX 149-150. - Card. Filippo De Angelis, n.
ad Ascoli il 16 aprile 1792, Amministratore Ap. a Forlì (1826-1830), nunzio apostolico a
Lucerna (1830-1838), vescovo di Montefiascone e Corneto (oggi Tarquinia) (1838-1841), car-
dinale (1839), arcivesco di Fermo (1842-1877), m. a Fermo 1'8 luglio 1877.
110-116 Commendatizia del 6 marzo 1868, MB IX 93-95. - Card. Antonio Benedetto Ante-
nucci, n. a Subiaco il 17 settembre 1798, vescovo di Montefeltro (1840-1842), poi di Feren-
tino (1842-1844), nunzio apostolico a Torino (1844-1851), arcivescovo di Ancona e Umana
(1851-1879), cardinale nel 1858, m. ad Ancona il 19 gennaio 1879.
117-121 Cf Supra animadoersiones (1864/1868), Cast. SDB 232-233.
121-134 Cf Cenno, lin 141; Riassunto, lin 48-53.

8.10 Page 80

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324
Pietro Braido
tutionum, quae emendandae erunt juxta animadversiones ». Peraltro il S. Pa-
dre relativamente alle lettere dimissoriali benignamente concesse che il Supe-
130 riore Generale avesse la facoltà di rilasciarle agli alunni, che aveano dato il
nome alla pia società prima di compiere l'anno quattordicesimo ita tamen ut
si a pia Congregatione quauis de causa dimittantur suspensi maneant ab exer-
citio susceptorum Ordinum, donec de sufficienti patrimonio sacro provisi) et
in sacris constituti benevolum receptorem inueniant (Som. n. 4). Ottenute
135 tali concessioni avvenne che un'allievo originario d'Ivrea di età adulta mentre
alimentato a tutte spese della società era per compiere il quarto anno di Teo-
logia desiderava di essere promosso agli ordini sacri, ed in questa circostanza
con rescritto SSmo in data 13 Agosto 1869 fu rilasciata l'implorata facoltà
benché l'ordinando fosse stato ricevuto dalla società dopo il quattordicesimo
140 anno, la quale grazia poco dopo fu estesa per la Ordinazione Idi sette individui. p. 6
Crescendo successivamente il numero degli aspiranti agli Ordini sacri, il Supe-
riore Generale dimandava nel 1871 di essere facoltizzato a concederle indi-
stintamente senza ricorrere volta per volta anche a pro degli individui ch'erano
stati ammessi nell'istituto dopo i 14 anni, almeno per un settennio. Peraltro
145 la S. Sede non reputò in allora espediente concedere l'implorato Indulto, ma
bensì limitò la facoltà soltanto per dieci individui, de speciali gratia annuii
pro extensione enunciatae [acultatis favore dumtaxat decem servatis in reliquis
omnibus de jure servandis. E recentemente degnossi il S. Padre nella Udienza
dell'8 Agosto 1873 di concederla limitando il numero a sei individui.
150
Nello stesso anno decorso il Superiore Generale per uscire dal provvi-
sorio, ed appianare le gravi difficoltà che incontrava nell'amministrazione del-
le case aperte in diverse diocesi, e che tratta di aprire nella China, America
ed Africa, umiliava una memoria, nella quale prega la S. Sede a concedergli,
dopo la esperienza di cinque anni trascorsi dalla conferma dello statuto, la
155 definitiva approvazione delle Costituzioni stampate nel 1873, unitamente alla
facoltà di rilasciare le dimissorie (Som. n. 1), e per dimostrare lo sviluppo cre-
scente, e prosperevole della sua società ha compilato l'ultimo stato della me-
desima (Som. n. 15). Tale ultima dimanda è raccomandata dagli Ordinari che
hanno nelle loro Diocesi case dell'Istituto, o che ne hanno conoscenza (Som.
160 n. 5 al n. 12). Però talune di queste appongono delle condizioni, e vorrebbero
inserito nelle costituzioni, il capo 12 sesso XXIII sull'esame riservato ai Ve-
scovi, riguardo ai presentati per l'Ordinazione (Som. n. 12). Per tale fine la
Sagra Congregazione procedendo con le solite cautele ne affidava l'onorevole
150-156 Cf Sommario) OE XXV 337-338.
156-158 Cf Sommario) OE XXV 377-384 (Riassunto della Pia Società di S. Francesco di Sales
nel 23 Febbraio 1874).
158-160 Cf Sommario) OE XXV 345-363 (testo delle commendatizie degli Ordinari di Torino,
Casale, Savona, Vigevano, Albenga, Fossano, Genova).
160-162 Cf Sommario) OE XXV 362-363 (Genova); 345-347 (Torino).
162-167 Cf Sommario) OE XXV 364-372.

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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L'idea della Società Salesiana nel « Cenno isterico »di Don Bosco del 1873/74
325
incarico ad uno dei Rmi Consultori, perché ne esternasse il suo parere. Questi
attenendosi alle tracciate regole, e principi già stabiliti e tenendo a calcolo i 165
rimarchi d'una lettera privata che si riporta nel (Som. n. 6) dopo alcuni mesi
espose le sue osservazioni, (Som. n. 13), le quali furono dalla S. Congregazione
ristrette, e riepilogate al numero di uentotto, perché in modo semplice, e senza
p. 7 trasmettere l'intero voto del Rmo Consultore fossero cognite al sup Iplicante
(Sam. 12. 14). Avuta tale comunicazione questi per sollecitare il disbrigo della 170
definitiva approvazione si diè premura di riformare le costituzioni già esibite
nell'anno testè decorso, e così riformarne come realmente ha eseguito una
nuova edizione. Questa è di recente data, giacché fu consegnata alle stampe
coi tipi di Propaganda nel mese di Gennaio del corrente anno 1874.
Infatti come risulta dalle dichiarazioni manoscritte esistenti negli atti il 175
Rmo D. Giovanni Bosco espone:
I" di avere accettato la massima parte delle ventotto che furono al me-
desimo comunicate
relativamente ad alcune di avervi introdotto dei temperamenti
3° sostenere alcuni articoli unicamente per salvare come da un naufra- 180
gio dal rigore delle leggi civili il suo Istituto.
Non è luogo di passare in rassegna quelle osservazioni che sono state
senza condizione integralmente ricevute. I punti poi sopra cui si facevano delle
eccezioni nel medesimo manoscritto si restringevano alla quarta ottava) sedi-
cesima, decimasettima, oentiquattresima, uenticinquesima, e ventesima ottava. 182
Peraltro talune delle medesime verrebbero leggermente modificate nelle recenti
Costituzioni sulle quali sono pregate l'EE.LL. Rme di emettere il prudentis-
simo Loro giudizio avuto riguardo eziandio a tutte le Animavversioni che già
in più riprese sono state notate sulle penultime Costituzioni. Infatti relativa-
165-166 Cf Sommario} DE XXV 348-353 (lett. dell'arciv. di Torino del 20 aprile 1873).
167-170 Cf Sommario} DE XXV 373-376.
170-174 Regulae (1874), DE XXV 253-292.
175-181 «Pertanto V. S., o chi Ella si degnerà di deputare, corregga, aggiunga, tolga, quanto
giudicherà tornare a maggior gloria di Dio. lo non farò osservazione di sorta, anzi mentre
mi offro di dare qualunque spiegazione, che si ravvisi necessaria ed opportuna, mi professo
fin d'ora obbligatissimo verso di chiunque mi aiuterà a perfezionare gli statuti di questa
Società e ridurli quanto più possibile, stabili e conformi ai principii di nostra santa cattolica
religione» - Supplica a Pio IX del 12 febbraio 1864, E I 304-305. Cf 66-73.
183-185 La numerazione delle «eccezioni» corrisponde a quella della animaduersiones comu-
nicate a don Bosco dal Segretario della Congregazione, riassunto di quelle formulate da P.
Bianchi, Riassunto (S.c. - 1874), Cast. SDB 244-245.
186-189 Regulae (1874), DE XXV 295-333. La cosiddetta seconda edizione romana (marzo
1874) riportava le seguenti varianti non puramente stilistiche: conferma da parte della S. Sede
della rielezione del Rettor Maggiore (caput VII, art. 4 b), modifiche nella formula della pro-
fessione religiosa, soppressione dell'appendice De externis.
189-194 La modifica non compare nemmeno nella seconda edizione romana del testo delle

9.2 Page 82

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326
Pietro Braido
190 mente alla ottava in cui si prescrive che il Superiore Generale deve essere di
anni quaranta) e quella dei Consiglieri Generali di anni 35, ed almeno cinque
di professione) e quella del maestro di novizi di anni 33, ma di dieci almeno
di professione - il Supplicante dichiara di averla accettata per massima gene-
rale nel §.8. n. 2 p. 19. Peraltro nel riflesso che potrebbe avvenire il difetto
195 di età in coloro i quali avessero compiuto i cinque o dieci anni di professione
per questo in via eccezionale vorrebbe prevedere tale ipotesi col premunirsi
del Beneplacito Apostolico segnatamente per scegliere taluno idoneo alla carica
di Superiore Generale benché non abbia compiuto i quarant'anni; perciò si
propone di inserire nel cito §. 8 la seguente clausola, baec vero aetas minui ali-
200 quando poterit, interueniente S. Sedis consensu. I
Relativamente alla osservazione decimasettima nella quale si prescrive la p. 8
costituzione degli studi, ed in specie della scienza Teologica pel corso di quat-
tro anni, il Superiore vi avrebbe già provveduto con particolare disposizione
nel §. 12 pago 30. apponendovi il particolare titolo De studio e non si mostra
205 alieno di determinarvi il tempo di quattro anni. Pertanto fa riflettere che non
si può avere una casa di studio separata dagli altri collegi per non essere sot-
toposti alle leggi della pubblica Istruzione, od altrimenti essere costretti a chiu-
dere la casa stessa. Non essere poi cosa incompatibile con la condizione di
studenti se questi insegnino il catechismo e si prestino ad assistere gli alunni,
210 mentre ciò si eseguisce in modo che possano compire il corso degli studi, ed
insieme così offrono una prova, e si esercitano in opere cui tende lo scopo
dell'Istituto. Reputo superfluo riprodurre le Istruzioni, e dichiarazioni che si
trovano riunite in appendice della Collettanea dell'Emo Bizzarri p. 898 [= 878 ]
e sego e di conoscerne l'applicazione, tanto più che l'Emo Prefetto forma parte
515 di questa speciale Congregazione.
Per ciò che riguarda l'osservazione 24, dove si avverte che sarebbe oppor-
Costituzioni: rimangono i 10 anni di professione e i 35 anni di età. «VIII. 1. Ut quis Rector
Maior seu generalis Superior eligi possit, oportet ut sa1tem decem annos in societate transe-
gerit, trigesimum quintum suae aetatis expleverit, sociis vitae sanctimonia praefulserit, et in
perpetuum professus sit », Regulae (1874), OE XXV 313.
194-200 La clausola non compare nel testo approvato con il decreto 13 aprile 1874.
201-202 Sulla mancanza della costituzione degli studi, cf Animadoersiones (Bianchi - 1873),
n. 27, OE XXV 370; Animaduersiones (S.c. - 1874), n. 17, OE XXV 375.
202-212 Cf Cenno) lin 534-536 - La Consultazione si rifà quasi letteralmente alle Osserva-
zioni (DB - 1874), Costo SDB 247.
212-215 «5° Quali siano i conventi di noviziato, di professorio, di studentato o di collegio
di studi, indicando il numero dei novizi, degli studenti e dei lettori, e se nei medesimi si
osservi la vita comune. (...) LO" Quale il metodo degli studi tanto per le belle lettere, quanto
per la filosofia, che per la teologia, quali gli autori: quale il progresso degli studi: quanti i
lettori» - Collectanea in usum Secretariae Congregationis Episcoporum et Regularium, cura
A. Bizzarri... edita. Romae, Ex typ. rev. Camerae Apostolicae 1863, pp. 878-879 (Elenco de'
quesiti da proporsi ai Superiori Regolari...).
216-226 Sul problema dei confessori, cf Animadoersiones (Bianchi - 1873), nn. 33-34, OE
XXV 371; Animaduersiones (S.c. - 1873), nn. 23-24, OE XXV 375. Le Regulae (1873) ave-

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorieo» di Don Boseo del 1873/74
327
tuno prescrivere che i confessori sia degli Alunni) sia dei soci debbano essere
approvati dall'Ordinario. Su tale proposito dichiara di rimettersi alle prescri-
zioni de' sacri canoni, e propone di aggiungere al §. 13 n. 2 p. 31 questa for-
mola Conjessarios a Rectore constitutos, et ab Ordinario approbatos. In que- 220
sto luogo è d'avvertirsi che le penultime Costituzioni sono già in questo par-
zialmente corrette mentre in quelle nel §. 13 n. 2 si stabiliva un Confessore,
ed in queste è stato già stampato conjessarios a Rectore constitutos il che po-
trebbe riferirsi soltanto alla fiducia della persona, e non già a menomare la
giurisdizione Vescovile. Veggano però gli EEmi Padri se sia espediente lasciare 225
tale espressione. Finalmente accetta la osservazione 25 che richiede il consenso
della S. Sede per promuovere liti innanzi ai tribunali civili. Ciò risulta nelle
Costituzioni §. XI n. 23 p. 24 concepito in questi termini. Lpse (oeconomus)
cxecutioni mandabit emptiones, uenditiones, aediiicationes, et alia similia. Sed
in causis ciuilibus, et judicialibus agere non poterit absque Sanctae Sedis con- 230
p. 9 sensu. Per facilitare il suo scopo volontiejri ha eseguito tale modificazione, quan-
tunque non dissimuli che in pratica potrebbe cagionare non lievi imbarazzi, e
continui incomodi perché gli amministratori della società potrebbero ad ogni
momento essere tradotti innanzi ai tribunali Civili.
Esposti i capi che offrono leggieri difficoltà si richiamano alla conside- 235
razione quelle osservazioni sulle quali il Consultore si mostra tenace inerendo
alle massime già stabilite, mentre dall'altro lato il Superiore implora dalla S.
Sede speciali provvidenze. Queste si riducono alla conservazione de' diritti
civili) al noviziato e lettere Dimissoriali.
Si avvertiva infatti nell'osservazione quarta) che si sopprimessero le ripe- 240
tute menzioni dei diritti civili e della sottomissione alle leggi civili. Sopra tal
punto dichiara di aver tolto tutto ciò che riguarda alla sottomissione de' soci
alle leggi civili. L'articolo peraltro che prega di conservare si è il seguente
vano la formula «apud Confessarium a Rectore constitutum » (OE XXV 65-66); le Regulae
(1874) presentano la variante apud Conlessarios a reetore constitutos; le Costituzioni appro-
vate hanno apud Confessarios qui sin! ab Ordinario approbati et munus illud erga socios
exerceant cum Rectoris licentia iConst. SDB 183).
226-234 «XI. De caeteris superioribusi ...) 15. Oeconomus materialem totius societatis pro-
cessum procurabit et diriget. Ipse enim executioni mandabit emptiones, vendìtiones, aedifi-
cationes et alia similia. Eius muneris item erit de causis civilibus et iudicialibus societatem
respicientibus curam gerere, et consulere ut unicuique domui, quae necessaria sunt, suppe-
ditentur » - Regulae (1873), OE XXV 58-59. - Animaduersiones (Bianchi - 1873), n. 35, OE
XXV 371; Animaduersiones (S.c. - 1873), n. 25, OE XXV 375; Osservazioni (DB - 1874),
Cost. SDB 247. - «XI. De caeteris superioribus{...) 17. Oeconomus( ...) alia similia. Sed in
causis civilibus et iudicialibus agere non potest absque Sanctae Sedis consensu. Itidem Oeco-
nomi muneris est consulere( ...) suppeditentur » - Regulae (1874), OE XXV 276, 318.
240-243 Effettivamente, rispetto alle Regulae del 1873 le Regulae del 1874 risultano modi-
ficate nel senso dichiarato: cf OE XXV 44-45 con OE XXV 262-263, 304-305 (c. IV e art. 6);
ma ciò non sarà ritenuto sufficiente.
243-306 «Si dovrà costituire altra norma più chiara e più precisa per l'osservanza del voto
di povertà, e questa sarà quella contenuta nella Collectanea S. C. Episcoporum et Regularium

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328
Pietro· Braido
§ II. n. 2. « Quicumque societatem ingressus [uerit civilia [ura etiam editis votis
245 non amittit. Ideo valide) et licite potest emere, vendere testamentum conficere
atque in aliena bona succedere) sed quamdiu in societate permanserit, nequit
facultates suas administrare, nisi ea ratione et mensura qua Rector major in
Domino bene [udicauerit ». Lo scopo di cotale disposizione, secondo il postu-
lante si è che ogni socio goda in faccia alla legge tutti i diritti civili, mentre
250 l'individuo in faccia alla Chiesa è veramente religioso, legato in coscienza dai
tre voti di povertà, castità ed obbedienza. Soggiunge che questa distinzione è
l'unico mezzo di conservare l'Istituto a fronte delle attuali leggi. In questo
caso il voto di povertà si estende non già alla proprietà ma soltanto all'ammi-
nistrazione, ed usufrutto mentre l'individuo rimane povero.
255
È vero che a rigore ciò non sarebbe conforme ai principi a norma de'
quali generalmente si reggono gli ordini religiosi, secondo il noto ditterio che
« quidquid Monachus acquirit, monasterio acquirit, per cui gl'individui nequeunt
»in particulari neque de licentia, ac dispensatione Superioris habere peculium
»seu aliquid proprium, Ferraris voc. Regulares n. 15 ». Pur nondimeno justa
260 concurrente causa può concedersi dalla S. Sede che taluni regolari Istituti
ritengano il dominio radicale ciò che non implica la sostanza del voto di po-
vertà. Ed in Ivero S. Alfonso de Liguori Theol. Mal'. lib. IV n. 14 de statu p. 10
religioso ne adduce questa definizione - Religiosus ex voto pauperiatis obli-
gatur ut nihil habeat proprium Nomine proprii autem intelliguntur bona tem-
265 poralia pretio aestimabilia, quorum dominium, VEL certe facultatem disponendi
LIBERAM, et INDIPENDENTEM in perpetuum abdicavit. E con tale parte disgiun-
tiva sostiene nel cito num. che i RR. Padri Gesuiti dopo avere emessi voti pos-
sono ritenere il dominio, non godendo però la libera amministrazione del me-
desimo ivi « post emissa vota retinent, et acquirere possunt dominium radicale
270 bonorum temporalium non tamen habent [us actuale de iis pro suo arbitrio
disponendi vel utendi in cuius ABDICATIONE ESSENTIA religiosae paupertatis
consistito
L'Oratore reputa che ammesso tale dominio la sua società non avrà a sof-
frire molestie per parte, del governo mentre ciò che maggiormente la garan-
275 tisce in faccia alla Società Civile è il possesso de' soci, altrimenti resterebbe
un ente morale non riconosciuto ed in conseguenza immediatamente colpito
dalla legge. Difatto i moderni Tribunali più volte hanno dichiarato di non
estendere la legge di soppressione agli enti morali benché aventi un fine, ed
uno scopo religioso, non astante gl'individui conservano la propria persona,
280 ed il loro peculio particolare o privato, Corte di Appello di Ancona Il Gen-
naio 1869 tra il Demanio, e le maestre pie Venerini. Ritenuto e concesso tale
N. 859» Animadversiones (S.c. - 1873), n. 4, OE XXV 373 (riproduce nella sostanza l'ani-
maduersio n. 13 di P. Bianchi, OE XXV 367). Nonostante le resistenze di don Bosco (cf
Osservazioni) nn. 4 e 5, Costo SDB 246) la Commissione Particolare impone di sostituire gli
articoli precedenti con altri articoli, che trascrivono quanto è contenuto nella Collectanea, p.
859 (v. testo approvato, Costo SDB 101 e 103).

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
329
p. 11
radicale dominio, sarebbe composto quanto richiedono il Rmo Consultore,
nonché l'osservazione 11°. 4 per la conservazione del voto con la norma con-
tenuta nella Collettanea S. Congo Episcoporum, et Regularium pago 859. Tale
norma fu apposta nel giorno 15 Giugno 1860, ed inserita nelle Costituzioni 285
della società dei Maristi « Professi in hoc instituto dominium radicale, uti ajunt
»suorum bonorum retinere poterunt, sed eis omnino interdicta est eorum
»administratio, et reddituum erogatio, atque usus, Debent propterea ante
»professionem cedere etiam private administrationem, usumfructum, et usum
»quibus eius placuerit, ac etiam suo instituto si ita pro eorum libitu existi- 290
» maverit huic vero concessioni apponi poterit conditio quod sit quandocumque
»revocabilis; sed professus hoc jure revocandi in coscientia uti minime poterit,
»accedente Apostolicae Sedis placito. Quod etiam dicen'dum erit de bonis,
»quae post professionem titulo haereditario eis obvenerint. Poterunt vero de
»dominio sive per testamentum, sive de licentia tamen Superioris Generalis 295
»per actus inter vivos libere disponere quo ultimo eveniente casu, cessabit
»concessio ab eis facta quoad administrationem, usumfructum, et usum; nisi
»eam concessionem tempore eis beneviso formam voluerint, non obstante ces-
»sionem dominii. Professis autem vetitum non est ea proprietatis acta pera-
»gere de licentia Superioris, quae a legibus praescribuntur = Quidquid pro- 300
»fessi sua industria, vel intuitu societatis acquisierint non sibi adscribere aut
» reservare poterunt; sed haec omnia inter communitatis bona refundenda sunt
»ad communem societatis utilitatem ».
Invece il superiore nel §. IV n. 1 ha inserito una formo la più concisa;
mà se comprenda tutti i casi e condizioni contemplate nella precedente for- 305
mola lo giudicheranno gli Emi Padri.
Si proponeva pertanto nel num. 5 delle osservazioni che i Chierici, o Sa-
cerdoti dopo avere emessi i voti perpetui non potessero conservare i benefici
Ecclesiastici. Però tale ingiunzione non sarebbe stata eseguita nel §. Il n. 4
dove si legge patrimonio vel simplicia beneficia retinebunt sed neque adminis- 310
trare, neque iis perjrui poterunt nisi ad Reetoris uoluntatem. D'altronde tran-
ne il principio che i benefici secolari non devono concedersi ai regolari non
avendone l'amministrazione rimarrebbe in sostanza il voto della povertà per
cui potrebbe tollerarsi la ritenzione del semplice dominio, perché se taluno
dei soci ottenesse l'indulto della secolarizzazione nella penuria di provviste 315
Ecclesiastiche non rimanesse sfornito de' mezzi per sostentarsi, tanto più che
è ben diversa la natura d'un semplice beneficio dai benefici residenziali; od
aventi cura d'anime.
Siegue la osservazione num . 16 sul noviziato. Benché il fondatore avesse
307-318 Sulla conservazione dei benefici semplici, salvaguardata nel testo infine approvato,
cf Animadversiones (Bianchi - 1873), n. 14, OE XXV 367-368; Animaduersiones (S.c. - 1873),
n. 5, OE XXV 373; Osservazioni (DB - 1874), Costo SDB 246.
319-334 Sulla figura del maestro dei novizi e sulla fisionomia del noviziato, nel senso tra-
dizionale, cf Animaduersiones (Bianchi - 1873), nn. 25-26, OE XXV 370; Animaduersiones

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330
Pietro Braido
320 dichiarato di evitare tale nome per non essere molestato, nondimeno nella
recente edizione vi ha compilato l'intero §. XIV. con dodici articoli. È nota
a questa Congregazione la rigorosa disciplina inculcata dai Sacri Canoni segna-
tamente da Clemente VIII nella sua Costituzione Cum ad Regularem disci-
plinam, dove fra le altre prescrizioni si orldina la completa separazione dei no- p. 12
325 vizi dai professi) nonché la loro unica occupazione nei soli esercizi spirituali)
veggasi la Collettanea nel testé citato luogo. Se il Superiore ha provvisto al
noviziato in genere sembra che non abbia eseguito l'accennata occupazione nei
soli esercizi spirituali, mentre nel n. 8 v'inserisce alcuni altri offid espressi in
questi termini: non leve experimentum facturi sunt de studio) de scholis diur-
330 nis, et vespertinis de catechesi pueris [acienda, atque de assistentia in diffici-
lioribus casibus praestanda. Su tale punto implora una deroga al diritto comune
in grazia del fine che si è proposto nel fondare l'Istituto, giacché gli enun-
ciati esercizi esibiscono la prova per conoscere se gli aspiranti hanno attitudine
ad assistere ed istruire la gioventù.
335
Finalmente in quanto alla facoltà assoluta di rilasciare le Dimissorie si
osserva nella osservazione 28 che la medesima fu già negata, e che qualche
deroga parziale non potrebbe invocarsi come un precedente, molto più che
la concessione verrebbe avversata dagli Ordinari.
Sopra questi riflessi furono sempre contrapposte diverse risposte e nella
340 posizione sembrava che si dimandassero le Dimissorie ad quemcumque E pisco-
pUJ1Z. Peraltro si domandavano in genere per conservare l'unità ed ammini-
strazione di regime segnatamente se un socio venisse dal respettivo Ordinario
distaccato dalla Società, e deputato ad altro officio. D'altronde se in virtù
dell'obbedienza, voto riservato alla S. Sede, dovea obbedire al proprio Supe-
345 riore, simultaneamente non poteva eessere soggetto e suddito del respettivo
Vescovo. Ciò nondimeno la facoltà assoluta di rilasciare le Dimissorie non è
stata giammai concessa al Superiore. Per contrario questi nei recenti suoi
scritti risponde che la detta facoltà delle Dimissorie non gli è stata assoluta-
mente concessa, perché nel 1869 si trattò dell'approvazione della Società in
350 genere, e non già delle costituzioni, quantunque rammenti che nell'istesso
(S.c. - 1873), nn. 15-16, OE XXV 374-375. Sulla codificazione immaginata da don Bosco e
sulla sua difesa, cf Regulae (1874), XIV. De nouitiorum magistro eorumque regimine, OE XXV
285-288, 327-330; Osservazioni (DB - 1874), Cost. SDB 246.
325-331 Cf Cenno 169-221, in particolare lin 202-214. - Nell'edizione torinese del testo appro-
vato, in nota all'art. 12, che ipotizza un noviziato nel quale i candidati « unice intendant
in virtutum profectum, ac animi perfectionem ad vocationem qua sunt vocati a Deo », don
Bosco avverte: «Pius Papa IX benigne annuit tyrones, tempore secundae probationis, expe-
rimentum facere posse de iis, quae in prima probatione sunt adnotata, quoties ad maiorem
Dei gloriam id conferre iudicabitur. Vivae vocis oraculo die 8 aprilis 1874» (OE XXV 455).
335-368 Cf Cenno) lin 297-379. Don Bosco non vedrà soddisfatta la seconda delle due richie-
ste contenute nella supplica del 1° marzo 1873: «facultas dimissoriales litteras re1axandi
absque exceptione » (E II 260). Per le ultime fasi dell'annosa inutile battaglia, cf Animad-
uersiones (Bianchi - 1873), n. 2, OE XXV 365; Animadoersiones (S.c. - 1873), n. 28, OE XXV

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L'idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico » di Don Bosco del 1873/74
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Decreto gli fosse concessa la facoltà delle Dimissorie ad decennium a pro di
tutti quelli che entrati nei suoi collegi, ed ospizi prima dei quattordici anni
avessero a suo tempo abbracciato l'Istituto; e per gli adulti ne ha Iimplorato
ed ottenuto all'uopo speciale indulto. Al presente circoscrive la sua petizione
alla concessione delle Dimissorie ad Episcopum dioecesanum, e non intende 355
di volere godere uno speciale privilegio di rilasciarle ad quemcunzque Episcopum,
privilegio che dopo il Concilio Tridentino devono nominatim et directe con-
cedersi. Adduce a tale proposito un Decreto della S. Congregazione del Con-
cilio diretto a tutti i Superiori degli ordini regolari del tenore seguente: Congre-
gatto Concilii censuit Superiores regulares posse suo subdito itidem regulari, 360
qui praeditus qualitatibus requisitis ordines suscipere uoluerit, litteras dimis-
sorias concedere) ad Episcopum tamen dioecesanum, nempe illius monasterii,
in cuius familia ad iis ad quos pertinet, Regularis positus esset. Tale disposi-
zione sembrerebbe adattarsi al caso in grazia di un Istituto con voti semplici
e comuni regole. Quindi il Fondatore al §.6 n. 5 così propone tale articolo: 365
« Quod vero ad sacros ordines spectat, socii ab Episcopo dioecesis eos acci-
»pient a quo sunt ordinandi, iuxta Decretum Clementis VIII die 15 Mar-
»tii 1596 ».
Questo riepilogo mi sembra sufficiente in una indagine, sopra i quali le
informazioni degli Ordinari, e gli opuscoli stampati offrono molti schiarimenti. 370
D'altronde le osservazioni formano la base per confrontare le modificazioni
senza entrare in discussioni, le quali richiederebbero un lungo e superfluo lavoro.
Del resto Sua Eccellenza Rma Mons. Segretario di cotesta Congregazione, che
come risulta dagli atti ha impiegato uno speciale lavoro sopra le Costituzioni,
potrà fornire nella sua relazione agli Emi Padri più precisi dettagli, e raffron- 375
tare subito l'eseguite mutazioni nella ultima edizione. Finalmente il Sacerdote
Bosco con iterate suppliche dimanda l'assoluta approvazione dopo vari anni di
trattative, e per tale scopo espressamente dichiara, che terrà eziandio conto di
ogni correzione) modificazione) consiglio che nella Loro alta ed illuminata
saviezza si degnassero proporre) o semplicemente consigliare a maggior gloria 380
di Dio) ed a vantaggio delle Anime; così spera di porsi in regola coi respet-
tivi Ordinari, e proseguire pacificamente le sue trattative a pro delle Missioni
straniere. Considerato ciò Isi concepisce una larga formola nel proporre il dub-
bio perché l'EE. LL. Rme nell'alto senno e sperimentata prudenza, di cui sono
adorne, possano apporre, se lo crederanno necessario, tutti quei provvedimenti 385
temporanei o definitivi, nonché tutte quelle condizioni che reputeranno inserirvi
DUBBIO
Se) e come debbano approvarsi le recenti Costituzioni della Società Sale-o
siana nel caso?
376; Osservazioni (DB - 1874), Costo SDB 247.
376-383 Cf Cenno) lin 386-390.