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STUDI
GLI ULTIMI LAUREATI NELLA FACOLTÀ DI TEOLOGIA
DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO (1864–1873),
L’ORATORIO DI VALDOCCO E DON BOSCO
Echi di problematiche teologiche europee nell’ambiente torinese
Ernesto Bellone
Introduzione
Il 10 maggio 1872 la Camera dei deputati approvava la legge di soppres-
sione delle Facoltà di Teologia nelle università del regno d’Italia; il senato la
votava il 22 gennaio 1873 ed il re la promulgò il 26 gennaio seguente. Es-
sendo ormai avviato l’anno accademico, la soppressione sarebbe entrata in vi-
gore col novembre successivo.
Sulla sponda politica statale accanto alle motivazioni strettamente anticle-
ricali che ispirarono vari votanti, non vanno dimenticate quelle finanziarie
cioè il versamento dello stipendio ad un gruppo di professori che avevano
ormai pochi allievi. Nell’area ecclesiastica, non vanno trascurate le preoccu-
pazioni dell’episcopato italiano e della santa sede di fronte alla possibilità che
le cattedre venissero vinte per concorso da professori della cui ortodossia si
poteva largamente dubitare, dato che in un’atmosfera di urto tra Stato e
Chiesa non era ipotizzabile la soluzione vigente negli imperi germanico ed
austriaco della autorizzazione vescovile per l’insegnamento. Perciò l’episco-
pato italiano non dimostrò una particolare opposizione alla legge nella con-
vinzione che per la preparazione teologica del loro clero bastassero i seminari
e le università pontificie di Roma.
In poche diocesi, con l’approvazione più o meno rapida della santa sede,
la Facoltà di Teologia fu trasferita in seminario, abbinata talvolta a quella di
Diritto Canonico, restando sempre attivi nelle università statali i corsi di Di-
ritto Ecclesiastico.
Fu questa la soluzione adottata immediatamente a Torino dall’arcivescovo
Lorenzo Gastaldi nel 1874 per la Facoltà di Teologia e poi dal cardinal Gae-
tano Alimonda nel 1884 per quella di Diritto Canonico. Le vicende di queste
due Facoltà dalle origini alla loro chiusura sono state raccontate da Giuseppe

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10 Ernesto Bellone
Tuninetti, prima nella biografia di mons. Lorenzo Gastaldi e poi in uno studio
edito nella Miscellanea dedicata al cardinal arcivescovo Giovanni Saldarini.1
Alla vita della Facoltà teologica nell’Università di Torino per gli anni che
vanno dall’Università Imperiale napoleonica alla soppressione (1800-1873)
non pare sia stata finora dedicata un’attenzione particolare se si eccettuano gli
accenni reperibili in La Chiesa in Piemonte dal 1798 ai giorni nostri (Torino
1887-1904) del canonico Tommaso Chiuso, in qualche memoria sul Semi-
nario o in alcune biografie di membri del clero torinese dell’età della Restau-
razione e del Risorgimento.2
Scopo di questo contributo è di segnalare gli ecclesiastici (del clero seco-
lare e salesiani) che negli ultimi dieci anni di vita della Facoltà conseguirono
una laurea in teologia che aveva ancora valore legale e che poteva perciò es-
sere utilizzata anche in campi non strettamente ecclesiastici.
I. Anni di laurea e nominativi
Il quadro generale dei laureati in teologia fra il 1864 e il 1873, in rapporto
con l’autorità diocesana torinese responsabile all’epoca, è il seguente:
1864 1
1865 1
1866 -
1867 2
can. Giuseppe Zappata, Vicario Capitolare (1863-1867)
1868 -
1869 10
1870 7
mons. Alessandro Ottaviano Riccardi di Netro (1868-1870)
1871 5 can. Giuseppe Zappata, Vicario Capitolare (1871)
1 G. TUNINETTI, Lorenzo Gastaldi 1815-1883. II, Casale Monferrato 1988, pp. 115ss [cit.
Tuninetti]; ID., La Facoltà di Teologia del Seminario Arcivescovile di Torino – 1874-1932 in
Adiutor Gaudii Vestri – Miscellanea in onore del Cardinale Giovanni Saldarini in occasione del
suo LXX compleanno. Torino, 1995, 501-553 [cit. Saldarini].
2 Le notizie di questo tipo sono state variamente sintetizzate dal Tuninetti nelle due opere
citate. I dati accademici sono invece desunti da registri della Facoltà per gli anni 1864-1873,
conservati nell’Archivio Storico dell’Università di Torino (cit. ASUTO).

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 11
1872 2
1873 9
mons. Lorenzo Gastaldi (1872ss)
In complesso durante il governo del can. Zappata i laureati furono 9, du-
rante quello di mons. Riccardi 17 e di mons. Gastaldi 11.
Ecco allora i nominativi dei laureati con vari dati. In nota si pongono al-
cuni elementi biografici.3
1. Ballesio Giacinto di Pietro, nato a Front Canavese (diocesi di Torino) il 24
dicembre 1842, si laureò il 6 agosto 1870 con 70/70 con una tesi su La fun-
zione della ragione in teologia = De rationis usu in theologia. Era già sacer-
dote. Ammesso con dispensa dai corsi. Nel Calendario Diocesano del 1918 è
detto dottore in teologia e filosofia.4
2. Barberis Giulio di Vincenzo, nato a Mathi (diocesi di Torino) il 7 giugno
1847, si laureò il 6 dicembre 1873 con 69/70 con una tesi su Venuta di S.
Pietro a Roma e fissazione ivi della sede pontificia = Beatus apostolus Petrus
Romam venit, ibi sedem posuit et martyrio vitam absolvit. Salesiano. Era stato
ammesso con dispensa dai corsi.5
3. Bellagarda Paolo fu Giuseppe, nato ad Alpignano (diocesi di Torino) [il
24 gennaio 1842], si laureò il 29 novembre 1869 con 70/70 con una tesi su
L’immortalità dell’anima = De animae humanae immortalitate. Ammesso
con dispensa dai corsi.6
3 Le notizie biografiche sono riprese dai suddetti studi di G. TUNINETTI; Eugenio VALEN-
TINI – Angelo RODINÒ, Dizionario Biografico dei Salesiani. Torino 1969 [cit. DBS]; Igino TU-
BALDO, Giuseppe Allamano – Il suo tempo – La sua vita – La sua opera. Torino 1982-1987. Per
i laureati 1874-1932, oltre a Saldarini pp. 542-544, si vedano anche 1895 – Calendario delle
diocesi e del clero delle Provincie Settentrionali, Torino 1896 e i Calendari Liturgici dell’ar-
chidiocesi di Torino per gli anni 1880-1931, tutti reperibili nella biblioteca del seminario.
4 ASUTO X-E-28, 3. Fu ripetitore nel Seminario di Bra nel 1866 e poi arciprete della colle-
giata di S. Maria della Scala a Moncalieri, ove morì il 22 maggio 1917. A lui il comitato per le
onoranze alla principessa Clotilde di Savoia-Napoleone consegnò la statua (opera dello scul-
tore Pietro Canonica) che la ricorda e che si trova ancora attualmente nella stessa chiesa. La
principessa la frequentava in quanto parrocchiana abitante nel castello. Il Ballesio il 12 set-
tembre 1863 aveva ottenuto la patente di professore nelle tre classi del Ginnasio inferiore ri-
portando nello scritto 26/40 in italiano, 32/40 in latino e 32/40 in greco e nell’orale 28/40 in
italiano, 24/40 in latino, 22/40 in greco, 32/40 in storia e geografia e 31/40 nella lezione pratica
(ASUTO X-M-1, 21). Era stato allievo a Valdocco fino al 1863 (cf MB V 736; VII 512).
5 ASUTO X-E-28, 76; DBS. Fu direttore di opere singole, ispettore per il Piemonte; appar-
tenne al Consiglio Superiore della Congregazione per 17 anni e morì nel 1927.
6 ASUTO X-E-28, 26. Ordinato sacerdote il 6 giugno 1868, morì il 26 luglio 1872.

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12 Ernesto Bellone
4. Berardo/i Carlo di Giovanni, nato a Torino il 10 maggio 1844, si laureò il
27 luglio 1869 con 65/70 con una tesi su E’ trascorso ormai il tempo dell’at-
tesa del Messia = De elapso jamdudum tempore adventus Messiae. Con di-
spensa rettorale del 30 giugno 1868 fu ammesso all’esame di laurea perché
senza la licenza liceale e senza aver seguito i corsi universitari, aveva fre-
quentato regolarmente quelli tenuti nel seminario di Torino dagli stessi pro-
fessori della Facoltà. Dovette tuttavia pagare tutte le tasse. [Le stesse condi-
zioni valgono anche per gli altri dispensati dai corsi].7
5. Bertello Giuseppe di Giacomo, nato a Costigliole (diocesi di Torino) il 20
aprile 1848, si laureò il 28 novembre 1873 con 70/70 e lode con una tesi su
L’immortalità dell’anima = De animae humanae immortalitate. Salesiano.
Era già sacerdote dal 1871. Ammesso con dispensa dai corsi.8
6. Bessano Agostino di Giuseppe, nato a Giaveno (diocesi di Torino) il 14
aprile 1846, si laureò il 25 novembre 1869 con 70/70 con una tesi su La pre-
senza reale di Cristo nell’Eucarestia = De reali Jesu Christi praesentia in
Eucharistia. Ammesso con dispensa dai corsi.9
7. Bongioanni Domenico fu Giuseppe, nato a Torino il 3 settembre 1842, si
laureò il 7 dicembre 1869 con 70/70 con una tesi su L’Eucarestia è vero sa-
crificio = De praeceptis juris naturalis. Sacrificia offerendi deque euchari-
stici sacrificii veritate necnon de ipsius essentia. Ammesso con dispensa dai
corsi.10
8. Bosio Gaspare di Giuseppe, nato a Santena (diocesi di Torino) il 19 di-
cembre 1845, si laureò il 6 agosto 1872 con 58/70 con una tesi su L’infallibi-
lità pontificia = De fallinescio Pontificis Romani magisterio. Ammesso con
dispensa dai corsi.11
7 ASUTO X-E-28, 18; IX-B-52, 1533. Ordinato sacerdote il 6 giugno 1868, morì il 1° gen-
naio 1911, curato di Superga e cavaliere mauriziano.
8 ASUTO X-E-28, 72; DBS. Fu direttore di opere singole, ispettore; appartenne al Consiglio
Superiore della Congregazione per 12 anni e morì nel 1910. L’8 dicembre 1873 si immatricolò
alla Facoltà di Lettere dell’Università di Torino ottenendo l’iscrizione al terzo anno con esen-
zione dalle tasse perché laureato con lode in teologia; ma alla fine del 1874 interruppe l’iscri-
zione «per affari particolari di famiglia» (forse la morte del padre se nel 1877 è detto «fu Gia-
como»); reintegrato il 3 novembre 1877, si laureò il 28 giugno 1879 ottenendo nell’esame
orale 15/15 in materie letterarie e 10/12 in filosofia. (ASUTO IX-A-50, 125).
9 ASUTO X-E-28, 18. Ordinato sacerdote il 19 dicembre 1868, fu canonico della collegiata
di Giaveno, ove morì il 18 aprile 1905.
10 ASUTO X-E-28, 28. DBS. Fu salesiano negli anni 1864-1866; incardinato nell’archidio-
cesi di Torino divenne in città parroco della parrocchia di S. Alfonso di cui fece costruire la
chiesa. Morì nel 1903.
11 ASUTO X-E-28, 60. Ad Asti il 27 marzo 1879 in occasione della consegna dei premi agli

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 13
9. Cagliero Giovanni di Pietro, nato a Castelnuovo d’Asti (diocesi di Torino)
l’11 gennaio 1838, si laureò il 2 dicembre 1873 con 70/70 con una tesi su
L’interpretazione autentica della Sacra Scrittura, contro i Protestanti = De
dogmatica Scripturarum interpretatione adversus Protestantes. Salesiano. Fu
Vescovo missionario in Argentina, Delegato Apostolico in Centro America e
poi cardinale nel 1915. Ammesso con dispensa dai corsi.12
10. Capra Pietro fu Francesco, nato ad Alfiano (diocesi di Asti) il 14 maggio
1844, si laureò il 29 luglio 1869 con 66/70 con una tesi su Il diffondersi del
pensiero cristiano. De Christianae doctrinae propagatione. Con decreto mi-
nisteriale del 17 marzo 1868 fu ammesso agli esami speciali e generali di
laurea con dispensa dall’esame di ammissione pur essendo senza licenza li-
ceale. Dovette però pagare le tasse degli anni di corso, con dispensa di quelle
del quarto anno. Salesiano il 1° maggio 1860, nel 1864 era maestro elemen-
tare patentato nel collegio di Lanzo (cf MB VI 511; 7, 733), ma poi lasciò la
Congregazione. E’ lui l’autore di un «Nuovo corso di temi italiano-latini di-
viso in tre libri per le classi seconda, terza e quarta ginnasiale», edito da Pa-
ravia nel 1874, di pagine 99?13
11. Cavallero Matteo di Matteo, nato a Carmagnola (diocesi di Torino) il 30
giugno 1848, si laureò il 3 dicembre 1870 con 67/70 con una tesi su La li-
bertà umana, il peccato originale e la grazia = De animi humani libertate
huiusque imminutione per adamiticam culpam et restauratione per divinam
gratiam. Era diacono. Ammesso con dispensa dai corsi.14
12. Coccone Giuseppe di Francesco, nato a Torino il 2 luglio 1847, si laureò
il 26 maggio 1871 con 49/70 con una tesi su Il sacramento dell’estrema Un-
zione. Exhibeantur aptisque argumentis breviter roborentur quae attinent ad
Extremae Unctionis sacramentum. Ammesso con dispensa dai corsi. Si pre-
sentò una prima volta all’esame di laurea l’11 gennaio 1871 ottenendo 35/70
e fu dichiarato non idoneo. La sua tesi verteva su Divina Sacrorum Bibliorum
origo generatim asseritur atque a contradicentium, recentiorum praesertim,
impetu vindicatur. Il 20 aprile 1871 con 40/70 fu dichiarato idoneo in Teo-
logia morale con una tesi su Legis notio, partitio; Legis naturalis existentia,
allievi del Collegio comunale tenne un discorso (poi stampato) dal titolo: L’anima umana e il
moderno materialismo; pubblicò inoltre scritti di carattere storico su S. Secondo e la chiesa a
lui dedicata ad Asti e su Santena e dintorni. Fu ordinato sacerdote a Torino il 24 marzo 1870.
12 ASUTO X-E-28, 74; DBS 64-66.
13 ASUTO X-E-28, 20; X B-52, 1520, 1510.
14 ASUTO X-E-28, 42.

1.6 Page 6

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14 Ernesto Bellone
proprietates. La sua tesi il 26 maggio 1871 viene esplicitamente dichiarata
materia sacramentalis.15
13. Colomiatti Emanuele di Angelo, nato a Chieri (diocesi di Torino) il 13
febbraio 1846, si laureò il 23 luglio 1869 con 70/70 e lode con una tesi su Il
racconto mosaico della creazione, del peccato originale e del diluvio non è
mitologico = Nihil quod mythum redoleat in iis reperiri quae de mundi crea-
tione, de hominis lapsu deque diluvio litteris a Moyse prodita fuere. Si laureò
in Diritto Canonico a Roma il 3 giugno 1876. Professore nella Facoltà giuri-
dica in Seminario dal 1885 al 1897, fu soprattutto avvocato fiscale della Curia
arcivescovile ed anche Provicario generale con l’arcivescovo Davide Ric-
cardi.16
14. Cuffia Giacomo Bernardo di Giacomo, nato a Cucceglio (diocesi di
Ivrea) il [14 settembre 1850], si laureò il 12 agosto 1873 con 70/70 con una
tesi su Come portare al Cristianesimo i moderni materialisti = Hodierni ma-
terialistae ad Christianismum manuductio Ammesso con dispensa dai corsi.
Avendo fallito l’esame di licenza liceale, l’11 gennaio 1872 chiese di poter
sostenere l’esame di ammissione alla Facoltà di Lettere e lo superò (ASUTO
IX-B-61) e si immatricolò il 28 novembre 1873 ma «non prese l’iscrizione
per l’anno 1874-75».17
15 ASUTO X-E-28, 48. Ordinato sacerdote il 19 agosto 1868, morì il 9 marzo 1911 mentre
era cappellano del carcere minorile della Generala almeno dal 1895 (Guida di Torino, Paravia,
1895).
16 Ottenne l’iscrizione al quarto anno, previo esame superato con 22/30 il 29 novembre
1867. Il 21 settembre 1867 aveva chiesto di sostenere l’esame di ammissione che consisteva in
uno scritto di italiano e di latino. Per l’italiano gli furono assegnati da commentare i versi 139-
148 del canto VIII del Paradiso di Dante sulla individuazione delle vocazioni specifiche asse-
gnate da Dio. E’ l’unico esempio «dantesco» tra le composizioni assegnate in tali esami ad una
ventina di candidati e che sono archiviate in ordine alfabetico di cognome in ASUTO IX-B-61.
Il tema latino chiedeva un elogio di Andrea Doria. ASUTO X-E-28, 16; IX- E-31, 3; Saldarini,
515- 516; Allamano I, 31-33, II, 443-444.
17 ASUTO X- E- 28, 68. Non si laureò, cosa che invece fece suo fratello (identificato come
Giuseppe e nato nel 1855) il 27 novembre 1876 (ASUTO IX-A-7, 8). La sua data di nascita è
stata gentilmente controllata sui registri parrocchiali di Cucceglio dal geometra Ezio Enrico.
Era già sacerdote nel 1870. Salesiano nel 1863, col fratello Giuseppe/Francesco anche lui sa-
cerdote e salesiano, lasciò, senza preventivi accordi, il collegio di Lanzo il 5 agosto 1874
creandosi inizialmente una difficile situazione canonica in diocesi di Ivrea (cf MB X 1282).
Nel 1895 non risulta con incarichi nelle diocesi piemontesi. Nel 1863 mentre era nel collegio
di Mirabello ottenne ad Alessandria la patente di maestro per le elementari inferiori (cf MB VII
732-735). Si presentò il 7 ottobre 1871 per conseguire il diploma di insegnante di matematica
elementare nelle Scuole tecniche ma non fu ammesso all’orale; ripeté positivamente la prova il
10 dicembre 1872 e due giorni dopo superò positivamente anche l’esame per l’insegnamento
delle Scienze Naturali nelle stesse Scuole (ASUTO X-M-4, 65.70.78).

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 15
15. Dalbera Giovanni di Antonio, nato a Castelnuovo di Nizza/Nice (diocesi
di Nizza) il 26 maggio 1839, si laureò il 15 luglio 1864 con 70/70 e lode con
una tesi su La confutazione del Razionalismo (titolo in italiano).18
16. Deandrea Luigi fu Giuseppe, nato a Donato (diocesi di Biella) il 20 gen-
naio 1846, si laureò il 25 luglio 1871 con 69/70 con una tesi su La Chiesa =
De Ecclesia. Ammesso con dispensa dai corsi.19
17. Demichelis Giovanni fu Giacomo, nato ad Ormea (diocesi di Mondovì) il
10 ottobre 1847, si laureò il 13 agosto 1872 con 70/70 con una tesi su Auten-
ticità del testo latino dei Vangeli nella Volgata. Evangeliorum authentia, ve-
ritas, inspiratio ac integritas prout in Vulgata leguntur. Ammesso con di-
spensa dai corsi.20
18. Ganora Alessandro di Michelangelo, nato a Moncalvo (diocesi di Casale
Monferrato) il 29 gennaio 1843, si laureò il 31 luglio 1865 con 70/70 con una
tesi su La dignità della gerarchia ecclesiastica (in italiano). Sostenne l’esame
di ammissione il 9 settembre 1860 con 42/50.21
19. Giuganino Bartolomeo di Michele, nato a Villastellone (diocesi di To-
rino) il [2 ottobre 1859], si laureò il 6 agosto 1870 con 70/70 con una tesi su
Il primato di giurisdizione nella Chiesa = De divina jurisdictionis primatus in
Ecclesia institutione et transmissione. Ammesso con dispensa dai corsi.22
20. Lantelme Giovanni di Giuseppe, nato a Pinerolo (diocesi di Pinerolo), il
25 settembre 1844, si laureò l’8 agosto 1867 con 68/70 con una tesi su Note e
costituzione della Chiesa che la distinguono dalle sette (in italiano). Aveva
chiesto di superare l’esame di ammissione alla Facoltà di Teologia l’11 no-
18 ASUTO X-E-28, 2.
19 ASUTO X-E-28, 52. Nel 1895 era parroco di Donato sulla Serra di Ivrea.
20 Dopo la laurea in teologia, il 28 ottobre 1872 fu ammesso al terzo anno di Lettere, ma
con obbligo di subire tutti gli esami. ASUTO-X-E-28, 62; IX-B-53.
21 Aveva conseguito la licenza liceale a Casale mentre era studente nel collegio comunale
di Moncalvo. ASUTO X-E-28, 2; X-E-31, 1; IX-B-61. Nel 1895 era parroco di Lu Monferrato.
22 ASUTO X-E-28, 32; Allamano II, 91, 157; IV, 494, 683. Nel 1863 chierico, ma non sale-
siano, si trovava all’Oratorio di Valdocco. Nelle elezioni comunali del 5 giugno 1879, unico tra
i laureati qui citati ma con altri tre teologi, si dichiarò pubblicamente sostenitore del pro-
gramma e della lista dei padri di famiglia di cui si era fatto promotore l’avv. Stefano Scala di-
rettore del Corriere di Torino fusosi poi con L’Italia Reale. Lo stesso Scala nel 1898 si fece
promotore della costruzione della chiesa dell’Istituto Salesiano di Valsalice come monumento
commemorativo del decennale della morte di Don Bosco. Un sacerdote Giuganino Carlo era
cappellano delle Carceri giudiziarie di Torino nel 1874 (Calendario Generale del Regno d’I-
talia 1874).

1.8 Page 8

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16 Ernesto Bellone
vembre 1862. Gli argomenti delle due composizioni furono, in italiano: le
provocazioni francesi come causa dei Vespri Siciliani ed in latino: la spiega-
zione della fusione degli Allobrogi con i Francesi. Si può dunque pensare che
appartenesse all’alta Val Chisone?23
21. Michaud de Beauretour Agostino fu Stefano, nato a Nizza/Nice (diocesi
di Nizza) il 23 agosto 1839, si laureò il 31 dicembre 1873 con 70/70 con una
tesi su Il panteismo = De pantheismo. Ammesso con dispensa dai corsi. Con-
vocato nel luglio del 1871, non si presentò allora all’esame.24
22. Morra Giacomo di Giuseppe, nato a Carmagnola (diocesi di Torino) il 27
giugno 1846, si laureò il 28 novembre 1870 con 58/70 con una tesi su La
Chiesa di Cristo e le sue note caratteristiche. De Jesu Christi ecclesia eiu-
sque notis. Ammesso con dispensa dai corsi.25
23. Muriana Domenico di Felice, nato a Pinerolo (diocesi di Torino) l’8 set-
tembre 1844 si laureò l’8 agosto 1867 con 68/70 con una tesi su Necessità
della società civile, suo potere di emanare leggi e dovere di obbedirvi (in ita-
liano).26 Sostenne l’esame di ammissione il 19 novembre 1862 con 18/30;
aveva fatto domanda il 6 novembre 1862. Nel gennaio 1868 fu ammesso al
terzo anno della Facoltà di Lettere con esenzione delle tasse ma con obbligo
di sostenere tutti gli esami del biennio; il suo caso costituì più tardi il prece-
dente a favore di Luigi Jarach, temporaneamente salesiano, laureato come lui
in teologia a pieni voti.27
24. Nicco Antonio fu Giuseppe, nato a Gassino (diocesi di Torino) il 16 ot-
tobre 1826, si laureò il 12 dicembre 1873 con 70/70 e lode con una tesi su La
presenza reale di Cristo nell’Eucarestia = De reali Jesu Christi praesentia in
Eucharistia. Era già sacerdote e canonico. Ammesso con dispensa dai corsi.28
23 ASUTO X-E-28, 4; X-E-31, 2; IX-B-61. Morì, Sacramentino, il 18 febbraio 1928.
24 ASUTO X-E-28, 80 (56). Un conte Michaud de Beauretour era membro del comitato or-
ganizzativo dell’inaugurazione della casa salesiana di Nizza l’11 ottobre 1877 (cf MB XIII
106).
25 ASUTO X-E-28, 38. Ordinato sacerdote il 18 settembre 1870, morì a Carmagnola il 14
dicembre 1912.
26 ASUTO X-E-28, 8.
27 (ASUTO X-E-31, 2; IX-B-52, 1525, 1538; IX-B-61). Nel 1895 era parroco di S. Teresa a
Torino e lo era ancora il 17 febbraio 1925 quando morì. Tra la fine del secolo e l’inizio del No-
vecento il Bollettino Salesiano segnala spesso la sua presenza attiva nella vita di Valdocco nel
santuario di Maria Ausiliatrice e negli incontri dei decurioni dei cooperatori; basti citare la sua
collaborazione per l’erezione della chiesa di Valsalice tra il 1898 e 1902. Cavaliere mauriziano.
28 ASUTO X-E-28, 78; Allamano, I, 351-353. Dal 1872 al 1884 almeno fu presidente dell’

1.9 Page 9

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 17
25. Norza Pietro fu Pietro, nato a Rosazza (diocesi di Biella) il 31 ottobre
1844, si laureò il 1° dicembre 1870 con 70/70 con una tesi su La rivelazione
cristiana = De revelatione christiana Ammesso con dispensa dai corsi.29
26 Pulciano Edoardo di Pietro, nato a Torino il 18 novembre 1852, si laureò
il 17 luglio 1873 con 70/70 con una tesi su La divinità di Cristo = De Christi
divinitate.30
27. Reta Luigi Enrico di Antonio, nato a Torino il 25 giugno 1841, si laureò
il 26 maggio 1869 con 64/70 con una tesi su La presenza reale di Cristo nel-
l’Eucarestia = De reali Christi praesentia in Eucharistiae sacramento. Di-
spensato dall’esame di ammissione alla Facoltà perché in possesso della Li-
cenza liceale.31
28. Richelmy Agostino di Prospero, nato a Torino il 29 novembre 1850, si
laureò il 18 luglio 1871 con 70/70 e lode con una tesi su Origine divina della
Sacra Scrittura e natura dell’ispirazione = De divinitate Sacrorum Bibliorum
deque divini hagiographorum instinctus natura.32
29. Rinaudo Costanzo di Giuseppe, nato a Busca (diocesi di Torino) l’11 lu-
glio 1847, si laureò il 14 maggio 1869 con 70/70 e lode con una tesi su Il ra-
zionalismo teologico = De rationalismo theologico. Fu salesiano nel 1863-
1865. Nel 1863 Don Bosco gli fece conseguire la licenza liceale con Jarach e
Perucatti. Le vicende brillanti dell’esame di latino sono raccontate in MB VI
514-515.33
«Opera delle feste», fondata a Torino nel 1859, che rivendicava una legge che garantisse il ri-
poso festivo e che confluì nell’Opera dei Congressi. Egli partecipò ad alcune assemblee di tale
opera, collocandosi perciò nell’ambito del cattolicesimo piemontese socialmente impegnato.
Fu anche l’assistente ecclesiastico delle Piccole Serve fondato dalla Beata Michelotti. Nel 1895
era canonico ed Amministratore parrocchiale del Corpus Domini a Torino e morì l’8 marzo
1903. Il 30 aprile 1871 come amministratore della parrocchia di S. Carlo, d’intesa con Don
Bosco, iniziò trattative con il Comune di Torino in vista della erezione della chiesa di S. Se-
condo.
29 ASUTO X-E-28, 40. Da chierico fu salesiano a Valdocco l’11 febbraio 1864, lo era an-
cora nel 1868 (cf MB VII 620; IX 86) ma non più dopo il 1870. Nel 1895 era canonico primi-
cerio della cattedrale di Biella e professore di dogmatica in Seminario.
30 ASUTO X-E-28, 64; Saldarini 509; Allamano I, 298-299, 507. Sacerdote il 22 maggio
1875, vescovo di Casale Monferrato nel 1887, di Novara nel 1892, Arcivescovo di Genova dal
1892 al 1902.
31 ASUTO X-E-28, 12; IX-B-52, 1486, 1541. Morì a 32 anni il 12 ottobre 1872 mentre era
canonico del Corpus Domini.
32 ASUTO X-E-28, 50; Allamano I, 280-281 e passim. Vescovo di Ivrea e poi arcivescovo
di Torino e cardinale.
33 ASUTO X-E-28, 10. Esonerato dalle tasse il 23 giugno 1868, perché già laureato in let-

1.10 Page 10

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18 Ernesto Bellone
30. Siliprandi Giovanni di Pietro, nato a Reggio Emilia il 10 gennaio 1849,
si laureò il 9 agosto 1870 con 70/70 con una tesi su La funzione della ragione
in teologia = De rationis usu in theologia. Chierico. Ammesso con dispensa
dai corsi.34
31. Soldati Giuseppe Maria di Roberto, nato a Torino nel [1839], si laureò il
4 giugno 1869 con 70/70 e lode con una tesi su Il legittimo supremo inter-
prete della Sacra Scrittura. De legitimo supremo Divinarum Litterarum inter-
prete.35
32. Strumia Nicolò, figlio di [Giovanni], nato a Sommariva del Bosco (dio-
cesi di Alba) il [20 gennaio 1845], si laureò il 2 agosto 1870 con 70/70 con
una tesi su La divinità di Cristo = De Jesu Christi divinitate. Ammesso con
dispensa dai corsi.36
33. Tresso Giuseppe Antonio di Francesco, nato a Front Canavese (diocesi
di Torino) il 31 ottobre 1844, si laureò il 27 luglio 1871 con 69/70 con una
tesi su La creazione = De rerum creatione. Ammesso con dispensa dai
corsi.37
34. Vay Lorenzo di Tommaso, nato a Torino il 15 giugno 1844, si laureò il 7
dicembre 1873 con 55/70 con una tesi su Interprete autentica della Sacra
Scrittura è la Chiesa Cattolica. Le obiezioni in proposito sollevate dagli acat-
tolici non hanno valore = Dogmatica Sacrorum Bibliorum interpretatio unius
supremi ac fallinescii Catholicae Ecclesiae judicii. Acatholicorum obiecta
praejudicatae opinionis et lex interpretandi methodus falsitatis, vanitatis, te-
meritatis arguenda. Ammesso con dispensa dai corsi.38
tere (ASUTO IX-B-52, 1525) Aveva fatto domanda di iscrizione alla Facoltà di Lettere il 24 ot-
tobre 1863. (ASUTO IX-B-61).
34 ASUTO X-E-28, 36.
35 ASUTO X-E-28, 14. Dispensato dalle tasse l’8 luglio 1868. Ammesso con dispensa dai
corsi. Rettore del Seminario con mons. Gastaldi, fu esonerato dal card. Alimonda. Morì il 14
settembre 1886 a 47 anni, era dunque nato nel 1839. ASUTO IX-B-52, 1527; Allamano I, 169-
173, 548-549. Tuninetti, Gastaldi II, 64-66.
36 ASUTO X-E-28, 30. Nel 1895 era canonico e parroco della cattedrale di Alba.
37 ASUTO X-E-28, 54; fu novizio salesiano nel 1863. Ordinato sacerdote il 6 giugno 1868,
nel 1895 era Vicario Foraneo a Lanzo e vi morì il 17 aprile 1917. Nell’ottobre 1877 cercò di
interporsi, senza esito, a favore di don Bosco presso l’Arcivescovo Gastaldi (cf MB XIII 351-
352).
38 ASUTO X-E-28, 58. Fu ordinato sacerdote il 13 marzo 1869. Nel 1875 era rettore del-
l’Albergo di Virtù in piazza Carlina, ma nel 1885 non era più a Torino perché nella Guida di
Torino (Paravia) di tale anno rettore è il teologo Posani e il suo nome non risulta nel Calenda-
rium sanctae metropolitanae taurinensis Ecclesiae… Taurini 1834-1900.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 19
35. Verlucca Giovanni di Silvestro, nato a Lanzo (diocesi di Torino) nel
[1847], si laureò l’11 agosto 1873 con 70/70 e lode con una tesi su Il Sacra-
mento della Penitenza = De Poenitentiae sacramento. Ammesso con di-
spensa dai corsi.39
36. Vota Domenico di Antonio, nato a Rivarolo (diocesi di Ivrea) il 15 aprile
1848, si laureò il 22 novembre 1873 con 69/70 con una tesi di cui non è ripor-
tato il titolo. Ammesso con dispensa dai corsi.40
37. Zo Giacomo di Giuseppe, nato a Torino il 21 dicembre 1844, si laureò il
2 agosto 1869 con 69/70 con una tesi su Rapporti tra la cosmogonia biblica e
le scienze naturali. Cosmogonia biblica et philosophia naturalis. Ammesso
con dispensa dai corsi.41
2. Età e provenienza geografica dei laureati
I condizionamenti ambientali nella formazione della personalità culturale
(e poi sacerdotale e pastorale) dei laureati si possono collegare con l’atmo-
sfera «ecclesiastica» in cui avevano seguiti gli studi teologici e questa di-
pende in larga parte dalla data di nascita e dalle diocesi di provenienza. Per
quelli che provenivano da Torino-Valdocco occorre però distinguere tra chi
voleva «restare con Don Bosco» e chi considerava la sua «salesianità» sol-
tanto come un momento di trapasso verso altre mete. L’incidenza spirituale e
culturale dell’ambiente nei due casi non poteva non essere almeno in parte di-
versa.
Mentre restano incerte quelle di Giuganino, Strumia e Verlucca, le altre
date di nascita si susseguono così:
39 ASUTO X-E-28, 68; Allamano I, 158, 287-288; II, 413-415 Saldarini 508, 537. Fu pro-
fessore (non sempre ben accetto agli alunni) nel Convitto ecclesiastico e poi nella Facoltà teo-
logica in Seminario (dove era stato anche prefetto e ripetitore nel 1872 e 1873) dal 1882 al
1904. Nel 1895 era canonico penitenziere della cattedrale di Torino e bibliotecario del Semi-
nario, Direttore dell’Istituto delle Orfane a Torino nella via omonima nel 1905 (Guida di To-
rino Paravia 1905), morì il 9 gennaio 1907 mentre era anche tesoriere del Capitolo della Catte-
drale. Don Bosco andò a visitare suo padre malato a Lanzo ed il 18 luglio 1866 lo invitò a pon-
derare bene la scelta di continuare gli studi nel suo collegio o in seminario (cf MB VIII 434).
Nel 1877 pubblicò De jure et quibusdam erroribus eidem adversantibus.
40 ASUTO X-E-28,70. Salesiano nel 1871, morì tale nel 1906. Il 1° dicembre 1880 si
iscrisse poi alla facoltà di Lettere per la laurea in filosofia e fu ammesso al terzo anno con l’ob-
bligo di sostenere tutti gli esami del biennio. Si laureò in lettere il 21 luglio 1883 con 88/110.
(ASUTO IX-A-51).
41 ASUTO X-E-28, 22; IX-B-52, 1510. Morì a Carignano il 1° maggio 1898 a 54 anni.

2.2 Page 12

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20 Ernesto Bellone
1826 1
1838 1
1839 3
1841 1
1842 3
1843 1
1844 8
1845 1
1846 4
1847 4
1848 3
1849 1
1850 2
1852 1
Se si esclude il laureato nato nel 1826 (formatosi quindi prima dello Sta-
tuto del 1848), tutti gli altri avevano compiuto i loro studi dopo l’unità d’I-
talia e l’inizio dei dibattiti politico-pastorali sulla questione romana e sul ra-
zionalismo positivista. Un discreto numero dovette sentire anche gli echi
delle tensioni emerse nel Vaticano I sia sul problema della fede che su quello
dell’infallibilità pontificia. Si vedrà più sotto quanto di queste problematiche
si colgano nelle tesi sostenute al momento dell’esame pubblico di laurea.
Tra le diocesi di provenienza evidentemente Torino occupa il posto cen-
trale con 10 laureati originari della città e 11 delle parrocchie extracittadine.
Le provenienze dalle altre diocesi piemontesi si configurano così:
Alba Asti Biella Casale Ivrea Mondovì Pinerolo
1
1
2
1
1
1
1
Ad essi si aggiungono 2 di Nizza ormai francese (ed i temi da loro scelti
per l’esame sembrano sottolineare chiaramente una problematica «parigina»)
ed 1 da Reggio Emilia che però era soltanto chierico, seguì regolarmente i
corsi universitari e si formò quindi nell’atmosfera torinese. Dal computo re-
stano esclusi i salesiani Barberis, Bertello, Cagliero e Vota in quanto la loro
diocesi di provenienza può essere considerata Valdocco!
Tutti i laureati sono sacerdoti, escluso Rinaudo ormai laico, 2 diaconi ed 1
chierico.
Dalle parrocchie extraurbane delle varie diocesi le provenienze sono le
seguenti:
2 – Front, Carmagnola, Biella, Nizza/Nice
1 – Alba, Alfiano, Alpignano, Chieri, Cucceglio, Gassino, Giaveno, Lanzo,
Moncalvo, Ormea, Pinerolo, Santena, Villastellone
Se non si tiene conto dei 4 salesiani e del chierico di Reggio Emilia, si
noterà che l’area piemontese che fornisce il maggior numero di candidati è
quella sud-occidentale (triangolo Chieri-Giaveno-Alba) seguita da quella par-
zialmente canavesana (triangolo Ivrea-Biella-Casale) appartenente sia all’ar-
chidiocesi torinese sia alle diocesi di Biella, Casale Monferrato ed Ivrea. L’as-
senza dell’area Vercelli-Novara si spiega forse con l’attrazione esercitata dal-
l’Università e/o dai Collegi di Pavia?

2.3 Page 13

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 21
3. Loro formazione nell’ambiente culturale torinese
Per ricostruire l’atmosfera culturale in cui si collocava la Facoltà di teo-
logia al suo tramonto, notevolmente significativo si rivela lo studio delle tesi
«difese» nell’esame orale «solenne». Risulta che tutte (salvo il caso di Coc-
cone) furono scelte liberamente dai candidati stessi in base ai regolamenti
universitari del 14 settembre 1862 (art. 63) e 6 ottobre 1868 (art. 56) che con-
cedevano tale scelta personale a chi aveva conseguito una votazione di 9/10
negli esami precedenti (in Seminario o in Facoltà) sui singoli trattati. Da ciò
si può dedurre la loro validità per saggiare nella problematica teologico-pa-
storale subalpina l’incidenza delle correnti accademiche vive polemicamente
negli anni che videro l’inizio di trasformazioni metodologiche e contenuti-
stiche nella postunitaria Università di Torino soprattutto nelle Facoltà scienti-
fiche e giuridiche.
Sono quelli infatti gli anni in cui vengono chiamati a ricoprire le cattedre
di Fisiologia e di Zoologia rispettivamente Jakob Moleschott che la tenne dal
1861 al 1878 quando passò all’Università di Roma (dove morì nel 1893) e Fi-
lippo De Filippi ordinario dal 1864 al 1867 allorché morì ad Hong Kong nel
corso di un viaggio scientifico. Materialista veniva definito il primo e propa-
gandista del darwinismo il secondo.42
Di Moleschott erano state pubblicate a Torino la prolusione del 1862 Del
metodo nell’investigazione della vita e La circolazione della vita (traduzione
italiana del 1869 di C. Lombroso dell’edizione tedesca del 1852) e di De Fi-
lippi, Il diluvio noetico del 1855, La creazione terrestre. Lettere a mia figlia
del 1856. Di lui suscitò larghe reazioni soprattutto la conferenza tenuta a To-
rino l’11 gennaio 1864 su L’uomo e le scimmie.
In realtà Moleschott non era affatto un materialista ateo, ma accettava
piuttosto una religiosità panteista, sostenendo inoltre che la religione spiega il
rapporto dell’uomo col divino (per lui la miglior religione in questo senso era
quella cristiana) mentre la morale deriva dalle scienze naturali; De Filippi tro-
vava che l’evoluzione della vita in base a leggi senza intercalati interventi di-
retti di Dio non portava affatto a negare l’esistenza del Creatore di queste
stesse leggi naturali.
42 Si vedano in AA.VV. L’Università di Torino – profilo storico e istituzionale, Torino
1993, i brevi profili dedicati da Giacomo Giacobini a Filippo De Filippi (pp. 347-351) e da En-
rico Gravela a Jakob Moleschott (pp. 384-389). L’Indice delle Memorie Biografiche non cita
nessuno dei due professori. Articoli polemici nei riguardi di Renan e di Fornari si possono leg-
gere nella Civiltà Cattolica degli anni 1862 e 1869, mentre nel febbraio del 1867 si esaminava
il razionalismo moderno alla luce delle verità fondamentali della religione e del Cristianesimo
in specie.

2.4 Page 14

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22 Ernesto Bellone
In campo biblico reazioni di vario tipo si ebbero nei confronti delle posi-
zioni esegetiche a cui si ispiravano la Vita di Cristo di Renan o anche quella
di Vito Fornari. Significativo il fatto che nel concorso per l’aggregazione ad
un posto nel Collegio Teologico dell’Università di Torino bandito nel 1862
(anno in cui i deputati cattolici francesi chiesero a Napoleone III che fosse
tolta a Renan la cattedra di lingue semitiche al Collège de France proprio a
causa di tali posizioni critiche) il tema da discutere dai concorrenti era: Cri-
tica Biblica (Gazzetta Ufficiale 20 marzo 1862).
Che nell’ambiente ecclesiastico piemontese tali correnti di pensiero susci-
tassero una certa attenzione è talvolta sottolineato espressamente nell’enun-
ciato stesso delle tesi.
Lo si percepisce anche soltanto da un rapido sguardo riassuntivo sulla
loro tematica e sulle date nelle quali avvennero le scelte:
a. Nell’area dogmatica
– razionalismo e teologia
= Dalbera (Nizza) 1864 Rinaudo 1869
Ballesio e Siliprandi 1870
– panteismo
= Michaud (di Nizza) 1873
– immortalità dell’anima
= Bellagarda 1869
Bertello 1873
– divinità di Cristo
= Strumia 1870
Pulciano 1873
– infallibilità pontificia
= Giuganino 1870
Bosio 1872
– «dignità» della gerarchia ecclesiastica = Ganora 1865
– chiesa e sue note autentificanti
= Lantelme 1867
Morra 1870
De Andrea 1871
b. Nell’area biblica
– autenticità dell’ispirazione
e della Volgata
= Norza 1870
– interpretazione biblica
magisteriale ecclesiastica
– cosmogonia mosaica e critica
– il messia
– i vangeli ed il moderno materialismo
= Soldati 1869
= Colomiatti e Zo 1869
= Berardo 1869
= Cuffia 1873
Richelmy 1871
Demichelis 1872
Cagliero e Vay 1873
Tresso 1871
c. Nell’area storica
– la venuta di s. Pietro a Roma
come prova del primato dei papi
– il progressivo diffondersi
del pensiero cristiano
= Barberis 1873
= Capra 1869
d. Nell’area sacramentaria e pastorale
– i sacramenti della penitenza
e della estrema unzione
= Verlucca 1873
Coccone 1871

2.5 Page 15

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 23
– la presenza reale nell’Eucarestia
– l’Eucarestia come vero sacrificio
– la necessità della società
e della legge civile
– libertà, peccato, grazia
= Bessan e Reta 1869
= Bongioanni 1869
= Muriana 1867
= Cavallero 1870
Nicco 1873
Resta meno facile ipotizzare nelle libere scelte eventuali influssi riferibili
all’insegnamento ricevuto nei seminari di provenienza (Alba, Biella, Casale,
Ivrea e Pinerolo) o – per Torino – alle direttive pastorali degli arcivescovi Ric-
cardi e Gastaldi o del Vicario Capitolare Zappata che era anche teologo colle-
giato nella Facoltà di teologia e quindi in grado di seguirne lo sviluppo all’in-
terno dell’attività accademica. Comunque le tre tesi dei salesiani (di quella di
Vota non è riportato il titolo), Barberis (il Papa), Cagliero (la polemica eccle-
siologica antiprotestante) e Bertello (immortalità dell’anima) si collocano per-
fettamente nella linea delle tematiche care a don Bosco in tutta la sua vita.
Forse un maggior interesse speculativo e meno pastorale si può notare
nelle tesi di quei candidati che non erano stati ammessi all’esame di laurea
con dispensa dalla antecedente frequenza dei corsi universitari e perciò si
erano culturalmente formati nella Facoltà e cioè Dalbera, Ganora, Lantelme,
Muriana, Pulciano, Richelmy, Rinaudo e Siliprandi ed in parte Colomiatti che
frequentò in Facoltà solo il quarto anno.
Accanto ai temi toccati occorrerebbe sottolineare anche i silenzi più o
meno lampantemente significativi. Basterà citare: la problematica trinitaria, la
mariologia e gran parte della sacramentaria. Si noti tuttavia che alcuni di tali
temi (la sacramentaria soprattutto) formavano oggetto degli esami ante lau-
ream in cui il candidato veniva interrogato sui trattati compresi nei pro-
grammi dei vari anni di studio (si veda il caso Coccone), mentre la morale era
considerata l’oggetto principale della pratica pastorale e quindi veniva affron-
tata nelle otto conferenze vicariali annuali dedicate alla soluzione di casi.
Anche in questo campo l’analisi dei temi proposti per tali riunioni si rivela si-
gnificativa al fine di ricostruire le reazioni pastorali alla situazione sociocul-
turale in trasformazione.
4. Echi di tematiche teologiche e catechetiche europee?
Il Kalendarium liturgico dell’archidiocesi torinese negli anni 1861-1871 –
in pratica durante il periodo di sede vacante e l’episcopato di mons. Ales-
sandro Riccardi di Netro – prevede solo temi di morale. Ad essi il nuovo arci-
vescovo Gastaldi aggiunge inizialmente un dubbio sulle rubriche liturgiche e
negli ultimi due anni 1881-1882 (nel periodo delle tensioni con il moralista

2.6 Page 16

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24 Ernesto Bellone
Bertagna) riporta una «responsio» ufficiale ai casi stessi. A partire dal 1873
però l’arcivescovo richiede in più la discussione di una relazione informativa
su di una serie di problemi di esegesi biblica e di storia ecclesiastica, se-
guendo in tutti e due i campi un ordine logico e cronologico. L’utilità del
provvedimento dovette risultare evidente se nel Kalendarium dei successori
card. Gaetano Alimonda e mons. Davide Riccardi lo schema gastaldiano fu
conservato pur con ritocchi nel contenuto dei temi.
Nel 1873-1874, ad esempio, al momento della soppressione della Facoltà
teologica all’Università, si propongono i problemi esegetici principali: l’ispi-
razione, sua estensione e modo di intenderla con notizie sull’interpretazione
che ne danno i protestanti contemporanei; la formazione del canone sia del
VT che del NT con precisazioni sui proto e deuterocanonici, con la giustifica-
zione della tardiva codificazione nel Concilio di Trento. Seguono l’esame
delle lingue originali dei libri del VT e del NT e del valore autentico della tra-
duzione della Volgata e l’illustrazione del significato letterale e degli altri
sensi dei testi biblici, indicando il valore teologico delle deduzioni che se ne
possono fare. Si passa quindi all’esame dei vari libri cominciando dal preci-
sare l’ereticità o meno di chi accetta il Pentateuco ma ne discute la composi-
zione all’epoca di Mosè o di Esdra. Alla morte di Gastaldi si è arrivati al cap.
5 dei Giudici.
Dal 1874 l’ordine nel quale sono proposti i temi cambia; infatti dallo
schema morale, Scrittura, storia ecclesiastica si passa a Scrittura, morale, storia
ecclesiastica accettando perciò la linea teologica (con conseguenze però scar-
samente recepibili nella pratica pastorale) che faceva derivare la giustifica-
zione della morale da una visione del mondo cristiano rivelata, piuttosto che
da un marcato naturalismo deista, a cui poi la rivelazione veniva ad aggiun-
gersi soltanto come un ulteriore approfondimento o addirittura come una so-
vrastruttura che talvolta lo contraddiceva imponendo un’apologetica non facile.
Si deve ipotizzare negli estensori dei temi (probabilmente i professori
della nuova Facoltà pontificia ricostituita in Seminario) un’eco della cateche-
tica sostenuta dalla scuola teologica cattolica di Tubinga (Johann Michael
Sailer, Johann Sebastian Drey e Johann Hirscher) o da Johann Adam Moehler
e John Henry Newman?
Per Newman indizi si possono ritrovare nel fatto che l’arcivescovo Ga-
staldi era stato alcuni anni in Inghilterra e leggeva e scriveva l’inglese43 e del
43 Alcuni elementi fanno pensare che Gastaldi, almeno dagli anni cinquanta, nutrisse stima
e venerazione per il Newman, con il quale fu anche in corrispondenza epistolare. E’ anche
molto probabile che abbia avuto tra le mani il suo Grammar of assent, anche se non compare
nell’elenco dei libri del Gastaldi, risalente molto probabilmente al 1851, anno in cui entrava
nell’Istituto della carità: cf Tuninetti I, pp. 50s, 102s, 223.

2.7 Page 17

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 25
resto del suo An Essayin Aid of a Grammar of Assent del 1845, tradotto in
francese (lingua ben nota al clero piemontese) nel 1846, i cataloghi anteriori
al 1905 segnalano una copia nella Biblioteca Nazionale Universitaria di To-
rino.44 Ivi si trovavano anche il Manuale di morale (in tedesco, Tubinga
1851) di Hirscher e la Simbolica di Moehler nella traduzione francese del
1836. Di Sailer invece non esistevano opere in tale Biblioteca.45
Anche se non sono precisate le date d’acquisto resta più che probabile che
esso risalga agli anni in cui la Facoltà di teologia era ancora attiva essendo
quasi inverosimile che negli anni seguenti la Biblioteca si preoccupasse di tali
temi. Oppure è valida l’ipotesi di una loro confluenza nei fondi librari della
Nazionale di opere pervenute dalle confische di biblioteche ecclesiastiche e
religiose piemontesi operate negli anni 1855-1860?
La stessa imprecisione nelle date d’acquisto o di provenienza resta a pro-
posito delle opere reperibili nella biblioteca del Seminario Arcivescovile di
Torino. Qui gli autori citati sopra si trovano tutti; in particolare: la Teologia
pastorale di Sailer nella traduzione italiana edita a Piacenza nel 1872-1874,
l’Apologetica di Drey in tedesco del 1844-1847, le Eroerterungen di Hirscher
in tedesco del 1846-1855. Il più rappresentato ed in traduzioni italiane è tut-
tavia Moehler. Di lui, accanto alla Patrologia edita a Milano nel 1856, esi-
stono tre copie della Simbolica edita a Carmagnola nel 1852, a cui se ne ag-
giungono altre due della traduzione italiana di Milano 1847 con in più la tra-
duzione francese di Besançon del 1836. Di Newmann si trovano una copia
della citata traduzione dell’Essay e in inglese (forse lasciate da mons. Ga-
44 Si ricordi come anche a Valdocco si era in qualche modo a conoscenza di ciò che avve-
niva in Inghilterra in seguito al Movimento di Oxford ed alla conversione di Newman tanto che
Domenico Savio raccontò di aver avuto in proposito una visione con un messaggio da far giun-
gere a Pio IX nel 1857 (cf MB V 626). Per esserne informati bastava del resto la lettura delle
notizie fornite dalla Civiltà Cattolica.
45 L’attenzione a questi autori è condizionata dal fatto che per i tedeschi si tratta degli ini-
ziatori della teologia pastorale in sede universitaria, mentre per Newman valgono la conoscenza
diretta del mondo cattolico inglese da parte di mons. Gastaldi che in Inghilterra era stato, come
rosminiano, negli anni 1853-1862. Del resto la citata scuola di Tubinga ebbe legami anche con
l’Università Gregoriana di Roma attraverso i professori Perrone e Franzelin e veniva quindi
fatta conoscere, con articoli talvolta polemici, dalla Civiltà Cattolica. Naturalmente non si
tratta delle uniche influenze teologico-pastorali che giungevano alla Facoltà teologica ed al
mondo ecclesiastico di Torino soprattutto dalla Francia, ma si è voluto qui prospettare l’ipotesi
dell’esistenza di echi di altre correnti culturali su cui gli studiosi della Chiesa piemontese del-
l’Ottocento potrebbero rivolgere la loro attenzione. Per un quadro generale della cultura catto-
lica contemporanea in Francia, Germania ed Inghilterra si vedano Roger AUBERT, Il Pontificato
di Pio IX, in Storia della Chiesa (Fliche-Martin) vol. XI (trad. italiana) Torino, 1964 e, in linea
più attuale, Angelo AMATO – Enrico dal COVOLO – Achille TRIACCA, La catechesi al traguardo,
Roma, 1997. Pietro STELLA, D. Bosco nella storia della spiritualità cattolica, II (Roma, LAS
19812), mentre accosta parzialmente D. Bosco a Newman e Moelher (p. 140), accenna alla
mancanza, nel clero piemontese, di personalità di tali correnti teologiche (p. 505).

2.8 Page 18

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26 Ernesto Bellone
staldi?) l’History of my religious opinions del 1865 e il The office and work of
the Universities del 1859.
Se si potessero collocare le date d’acquisto negli anni 1850-1873 tali pre-
senze nella Biblioteca Nazionale ed in Seminario dimostrerebbero che l’intel-
lettualità ecclesiastica torinese del secondo Ottocento viene spesso presentata
culturalmente chiusa più di quanto non lo fosse. Moehler potrebbe aver
spinto, sulla linea dello storicismo romantico, a prestare particolare attenzione
alla storia della Chiesa vista come comunità di diocesi e vescovi e perciò
delle chiese locali ma organizzate attorno al Papa, accentuando l’azione delle
personalità più significative e marcanti delle varie epoche. Di Newman po-
teva suscitare attenzione soprattutto l’invito allo studio critico della Bibbia e
dei Padri. I temi proposti per le conferenze vicariali non sono estranei a
queste linee di pensiero, anche se non sembra si possano cogliere echi della
teoria dello sviluppo storico del dogma sostenuta da Newman o dell’ecclesio-
logia e della non polemica esposizione della teologia cattolica, confidando
nella forza di persuasione che ne scaturisce senza attacchi contro i cristiani
non cattolici (nel caso specifico i Luterani) di Moehler.
Queste osservazioni restano vere, mi pare, anche se il deposito della Bi-
blioteca Nazionale derivasse da confische statali degli stessi anni. Diverso na-
turalmente il caso se l’acquisto si dovesse ascrivere a tempi più recenti. L’ipo-
tesi però che gli ingressi risalgano agli anni 1850-1873 è suffragata dal fatto
che tali opere sono già segnalate nei cataloghi manoscritti anteriori all’in-
cendio che nel 1905 distrusse una parte della Biblioteca, mentre nei cataloghi
di quella del Seminario le schede di collocazione non sono di data recente
perché talora ancora scritte a mano.
5. Tematiche apologetiche e pastorali nell’archidiocesi di Torino
Per la storia ecclesiastica, dopo aver discusso la necessità o almeno l’uti-
lità dello studio di essa e di aver ricordato i primi storici ecclesiastici, il Ka-
lendarium torinese passa alla precisazione della data d’inizio dell’era cri-
stiana esaminando eventuali errori di datazione ed il significato storiografico
del termine «epoca», indicandone poi quelle ecclesiastiche principali. Se-
guono poi temi più strettamente événementiels: la storicità della venuta di S.
Pietro a Roma e del suo martirio con accenni alla leggenda di Simon Mago,
l’ecumenicità del cosiddetto Concilio apostolico di Gerusalemme e la sua
funzione di modello-tipo, l’anno ed il luogo della morte degli altri apostoli ed
evangelisti, i documenti storici sull’Assunzione della Madonna. A questi temi
quasi biblici segue il racconto in ordine cronologico della vita della Chiesa

2.9 Page 19

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 27
cominciando dai primi 3 successori di s. Pietro e giungendo – Gastaldi vivo –
fino alle persecuzioni di Genserico. Sottolineate sono sempre le opere dei
Padri ricordati (Clemente, Ignazio, Policarpo, Cipriano...).
Di tutta questa problematica gastaldiana, negli anni 1871-1873, solo
poche tesi di laurea si fanno eco e precisamente: nel 1872 sull’autenticità
della Volgata (Demichelis) e l’infallibilità pontificia (Bosio) e nel 1873 sul-
l’interpretazione autentica della Bibbia da parte della Chiesa (Vay) e contro i
protestanti (Cagliero), e sulla venuta di S. Pietro a Roma (Barberis).
Alcune differenze si colgono poi in particolari scelte degli immediati suc-
cessori. Se il card. Gaetano Alimonda non fornisce più la «responsio» ai casi
di morale, continua però il sistematico ordine cronologico gastaldiano nella
presentazione dei temi legati al VT ed alla storia ecclesiastica.
Mons. Davide Riccardi propone invece delle tematiche più pastorali e
perciò neotestamentarie, perché è il Vangelo la parte della Scrittura che di
fatto si spiega al popolo. In esegesi si chiede infatti di precisare che genere di
«fede» va prestata ai libri biblici sia proto che deuterocanonici ed il valore
storico dei Vangeli contro le interpretazioni di Strauss e Renan (espressa-
mente citati) per passare poi ad uno sguardo sulle varianti del testo e sul rap-
porto sinottici-Giovanni. In storia ecclesiastica si chiede se Cristo fondò la
Chiesa come «societas», quale sia il «novus ordo» civile e morale portato dal
Cristianesimo, e – dopo una breve attenzione ai papi del Rinascimento ed alla
Riforma Protestante – si insiste sulla massoneria e la Rivoluzione francese,
temi particolarmente vivi nelle polemiche di fine Ottocento.
Con il cardinal Agostino Richelmy – forse in concomitanza con la pubbli-
cazione della già citata Storia della Chiesa in Piemonte… del Chiuso – i temi
storici toccano il periodo di Napoleone, riservando però larga attenzione al
suo Concordato ed alla soppressione degli enti ecclesiastici e quindi alla pro-
blematica ecclesiastico-politica del Congresso di Vienna, della Santa Al-
leanza, della Restaurazione in Francia fino a Carlo X e di papa Leone XII.
Sempre a proposito di volontà di approfondimento strettamente specula-
tivo si osservi tuttavia come l’invito alla frequenza dei corsi accademici fatto
da mons. Alessandro Riccardi di Netro (1867-1871) pare abbia avuto scarso
effetto nei primi anni di riapertura del Seminario; 4 laureati in 5 anni con 2
anni «buchi» paiono veramente pochi.
Si direbbe invece che il Vaticano I abbia avuto una funzione di stimolo per
gli studi teologici, pur riflettendosi inizialmente soltanto in scarsa misura nelle
tematiche prescelte per l’esame pubblico di laurea. Infatti il problema dell’in-
fallibilità pontificia in particolare viene scelto soltanto dopo che mons. Lo-
renzo Gastaldi, che ne era stato sostenitore in Concilio, era succeduto all’arci-
vescovo Alessandro Riccardi di Netro restio alla sua definizione dogmatica.

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28 Ernesto Bellone
I temi relativi alla Sacramentaria riflettono una linea nettamente pastorale
illustrando l’Eucarestia, la Penitenza e l’Estrema Unzione. Il fatto resta ancor
più evidente quando si constata che a scegliere tali temi sono i salesiani ispi-
rati alla pratica educativa sacramentale di Don Bosco o Nicco preoccupato
dell’inserimento sociale della Chiesa. I futuri professori del Seminario, del
Convitto ecclesiastico o della rinata Facoltà teologica infatti Pulciano, Ri-
chelmy, Soldati e Verlucca affrontano problemi più speculativi.
6. Don Bosco e Valdocco in questa atmosfera pastorale
In tutta questa atmosfera culturale quale è la posizione di don Bosco, cioè
dei salesiani o di quei chierici che a Valdocco o appartennero temporanea-
mente alla congregazione o vi soggiornarono soprattutto durante gli anni
1848-1863 in cui il Seminario (non la Facoltà Universitaria e neppure il semi-
nario filosofico-teologico di Chieri) restò chiuso?
Agli effetti della pastorale popolare non pare che don Bosco intendesse
entrare in discussioni teologiche, bibliche e storiche che al buon cristiano pie-
montese (ma non solo a quello) restavano largamente estranee. Nelle Letture
Cattoliche degli anni 1870-1888 infatti non si trovano particolari riferimenti a
tali tematiche, se si escludono alcuni fascicoli dedicati da don Lemoyne a Lu-
tero ed alla Riforma e la decima edizione (1888) della Storia Ecclesiastica di
don Bosco preceduta significativamente dalla riproduzione dell’approvazione
elogiativa di mons. Gastaldi per l’edizione del 1872.
Per quanto si riferisce ai laureati il discorso resta più sfumato.
Quantitativamente i laureati legati all’Oratorio costituiscono quasi un
terzo del totale: 11 su 39. Si tratta di 4 salesiani «a vita» (Barberis, Bertello,
Cagliero e Vota) e di almeno 7 altri (Ballesio, Capra, Cuffia, Giuganino,
Norza, Rinaudo, Verlucca) rimasti più o meno a lungo ed in condizione cano-
nica varia a Valdocco. Se poi si escludono i 10 laureati non legati all’archidio-
cesi di Torino, la percentuale sale quasi alla metà: 11 su 29. Il vanto tanto
spesso ripetuto da don Bosco di aver salvato o fornito molte vocazioni sacer-
dotali alle diocesi piemontesi, ed a quella torinese in particolare, anche in
questo caso non suona troppo retorico.46
Si deve notare però che queste realtà non dimostrano l’esistenza a Val-
docco di un particolare interesse all’approfondimento teologico speculativo.
Solo di don Bonetti è detto espressamente (cf MB VI 732) che nel 1864 ma-
46 La provenienza degli aspiranti alla vita clericale nell’archidiocesi di Torino per gli anni
1861-1874 è citata in Tuninetti II, pp. 391-392; da tale elenco la presenza degli ex-allievi del-
l’Oratorio di don Bosco risulta in una percentuale che talvolta si avvicina al 50%.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Gli ultimi laureati nella Facoltà di Teologia dell’Università di Torino 29
nifestò a don Bosco il desiderio di continuare gli studi teologici che però poi
di fatto non intraprese. Per la totalità dei candidati salesiani (e per la gran
maggioranza degli altri) si deve invece ipotizzare – lo si ripete qui conclu-
dendo – che agisse la volontà di utilizzare l’ultima occasione per ottenere un
titolo accademico di valore legale approfittando sia delle facilità offerte dai
regolamenti universitari in vigore nel riconoscimento degli esami superati in
Seminario in date più o meno recenti, sia della disponibilità del Rettore e del
Collegio teologico a convalidare tale scelta.
Non era il caso della sola morente Facoltà di teologia. In un momento di
espansione dei vari tipi di scuole superiori, soprattutto ad indirizzo classico,
dopo l’unità d’Italia negli anni 1860-1876, di fronte al gran numero di profes-
sori, spesso da tempo nell’insegnamento, sprovvisti però di titoli e soprattutto
di curricola scolastici di tipo burocraticamente nuovo rispetto a quelli vigenti
in quasi tutti gli Stati preunitari, il Parlamento e soprattutto il Ministero della
Pubblica Istruzione tendevano ad emanare, per tale personale, una serie di sa-
natorie che ne permettessero la continuazione nell’attività, mentre si esigeva
dalle giovani leve la regolare osservanza della nuova legislazione sui corsi
universitari e sulle abilitazioni all’insegnamento.47
Conclusione
Don Bosco si inseriva dunque in un momento transitorio della legisla-
zione scolastica italiana con una scelta molto pragmatica in vista della conti-
nuazione legale delle sue opere, rivelando ancora una volta che, nei problemi
dell’istruzione e dell’educazione popolare e non solo in quelli, la sua atten-
zione era rivolta alla sostanza dei problemi più che alle formali regolarità ac-
cademiche.
Del resto anche in campo statale non tutti i responsabili – sia nelle Uni-
versità sia nel Ministero della Pubblica Istruzione – condividevano una linea
d’intervento molto realistica, che pareva aiutare a mantenere scadente, dal
punto di vista strettamente scientifico, sia il livello degli studi universitari sia
quello della scuola postunitaria. Questi oppositori tuttavia restarono a lungo
una minoranza. Un’eco di queste differenze si può notare nelle difficoltà in-
contrate, non però nella Facoltà di Teologia, negli esami sostenuti da don
Francesia e don Durando nel 1865 davanti a commissioni esaminatrici in cui
erano presenti il Rettor Magnifico dell’Università di Torino, Ercole Ricotti,
storico, e Michele Coppino, allora professore di Letteratura Italiana e poi Mi-
47 Giacomo CIVES (a cura di), La scuola italiana dall’Unità ai giorni nostri, Firenze,
1990 (ristampa 1994), pp. 105-198; 267-285.

3.2 Page 22

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30 Ernesto Bellone
nistro della Pubblica Istruzione per breve tempo nel 1867 e poi dal marzo del
1876 al marzo del 1878, accanto però alla benevola comprensione di Provve-
ditori agli studi a Torino e dello stesso Ministro della Pubblica Istruzione Mi-
chele Amari.