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DON PIETRO TIRONE
SUPERIORE DELL'ISPETTORIA AUSTRO-UNGARICA
(1911-1919)
Zimniak Stanisław
Introduzione
Don Pietro Tirone fu il secondo superiore dell'ispettoria salesiana austro-
ungarica e come tale la portò ad uno sviluppo rilevante. Con questa ricerca si
intende mostrare quel progresso e precisare il suo contributo.
Però, prima, è necessario accennare ai fatti più significativi che toccano di-
rettamente o indirettamente la persona di Tirone. Un lavoro abbastanza importan-
te è la biografia a lui dedicata da Andrzej SWIDA (KS. Piotr Tirone, Don Pietro
Tirone, Lódz 1978); ma, a causa della situazione politica in Polonia dopo la se-
conda guerra mondiale, l'autore non poté utilizzare le fonti dell'archivio centrale
salesiano di Roma. Tuttavia, se ciò può sminuire il valore dell'opera, non si può
sottovalutare il fatto che Swida ha conosciuto personalmente Tirone. Ovviamen-
te, Swida, occupandosi dell'intera sua vita, non accentuò il periodo in cui egli fu
ispettore austro-ungarico.
L'altra opera, che si deve menzionare, è la dissertazione di laurea di Jan
KRAWIEC (Towarzystwo Sw. Franciszka Salezego oraz jego organizacja w Pol-
sce, La Società di S. Francesco di Sales e la sua organizzazione in Polonia, Lu-
blin 1964) discussa alla Università Cattolica di Lublin, con prevalente carattere
storico-giuridico. In essa Tirone trova notevole spazio; però per le condizioni
politiche di cui si è detto, l'autore non poté trar profitto dalle fonti dell'archivio
centrale salesiano di Roma.
La terza opera che riguarda il nostro tema è di mano dello stesso TIRONE (La
Congregazione Salesiana nel Nord-Est d'Europa, Torino 1954). Da esso ho potu-
to attingere molte informazioni, sia pure con cautela, perché egli non sempre le
ha confrontate con documenti d'archivio.
L'ultimo lavoro, che tocca il nostro problema piuttosto indirettamente, è di
E. CERIA (Annali della Società Salesiana, vol. I-IV, Torino 1941-1951), da cui ho
potuto prendere alcuni dati.
In questo contesto si vede l'opportunità del presente lavoro, che vorrebbe
colmare le inevitabili lacune e soprattutto mettere in dovuto rilievo i meriti di
Tirone in qualità di superiore dell'ispettoria austro-ungarica. Perciò, mi limito
agli anni 1911-1919.

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296 Zimniak Stanisław
La sua giurisdizione si estendeva a tutte le case dell'impero austro-ungarico,
escluse Gorizia, Trento e Trieste che appartenevano all'ispettoria veneta. Tutta-
via, egli non si contentò di quello stato, ma cercò di espandere l'opera di don
Bosco sia nella Russia zarista che in Baviera, dove era riuscito ad entrare.
Ovviamente, quando si parla di Polonia e di Slovenia, non si vuole alludere
a stati veri e propri, perché fino alla fine della prima guerra mondiale non esiste-
vano: pensiamo solo alla coscienza fortissima della identità nazionale di quei
popoli.
La Polonia nel 1918, dopo 123 anni dall'ultima spartizione, aveva ricuperato
la sua indipendenza, con la restaurazione dello stato polacco. La Slovenia diven-
ne nel 1919 parte dello stato jugoslavo.
Il lavoro consta di tre capitoli. Nel primo si presenta la vita di Tirone a
grandi linee, sottolineando però gli anni 1887-1919 che aiutano a comprendere
meglio la sua opera di ispettore.
Nel secondo lo si delinea di fronte ai problemi che dovette affrontare e al
modo di risolverli, da cui dipendeva il buon proseguimento della Società Salesia-
na in quelle zone.
Nel terzo si mette in evidenza il suo contributo, per così dire, misurabile,
tangibile, che assicurò alla Congregazione salesiana stabile e influente colloca-
zione nelle terre dell'ex impero degli Asburgo e oltre.
Nel mio lavoro mi sono appoggiato, soprattutto, alle fonti che potevo trovare
nell'archivio centrale salesiano a Roma, dove del resto ho scoperto ricco materia-
le relativo a questo argomento.
Ho attinto, ma in misura minore, varie notizie dal «Wiadomosci Salezjan-
skie» (Bollettino polacco) e dalle opere sopra accennate.
Ho aggiunto in appendice copia dei dispacci della Santa Sede relativi alle
erezioni del 1905 e del 1919, successivamente la copia della domanda del Rettor
Maggiore M. Rua con la quale chiedeva all'autorità di Vienna il riconoscimento
giuridico della Società Salesiana nell'impero asburgico ed infine la lettera con la
quale August Hlond trasmise la sospirata notizia dell'approvazione giuridica della
Congregazione salesiana da parte del governo di Vienna.
Nella redazione di questo saggio mi sono servito del metodo analitico e tal-
volta di quello comparativo.
Con ciò non pretendo di aver fatto lavoro esauriente sul tema. Sicuramente,
ci sarà ancora tanto da scoprire nei riguardi di Tirone, come superiore dell'ispet-
toria austro-ungarica.
Mi auguro però che esso arricchisca in qualche modo i lavori scientifici già
fatti nello stesso campo.

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
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ABBREVIAZIONI
ASC - Archivio centrale salesiano (Roma)
Cronistoria I - Ispettorie Polacche
Cronistoria II - Ispettoria Jugoslava
Cronistoria III - Ispettoria Slovacca (La Congregazione Salesiana
nel Nord-Est d'Europa, Cronistoria a cura del sacerdote P.
TIRONE, Torino 1954)
DBS - Dizionario biografico dei Salesiani, a cura dell'Ufficio
Stampa Salesiano, Torino 1969
EG - Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales
MB - G.B. LEMOYNE, Memorie biografiche di Don Giovanni Bosco,
II, S. Benigno Canavese 1901
VRC - Verbali delle Riunioni Capitolari
WS - «Wiadomosci Salezjanskie» (Bollettino Salesiano in polacco)
LOCALITÀ ESPRESSE IN PIÙ LINGUE
in polacco
Kraków
Lwów
Warszawa
in sloveno
Gorica
Ljubljana
Maribor
Radna
Rijeka
Trst
Verzej
Zagreb
in ungherese
Magyóros
Szentkereszt
in italiano
Cracovia
Leopoli
Varsavia
Gorizia
Lubiana
Fiume
Trieste
Zagabria
Maggoros
Santa Croce
Vienna
In tedesco
Marburg
Wernsee
Wien

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Zimniak Stanislaw
I. Profilo biografico
1. Negli anni 1887-1919
D. Pietro Tirone nacque a Galliano (Asti-Italia) il 21 luglio 1875.' L'avven-
tura con don Bosco cominciò nell'anno 1887. Ebbe la grande fortuna d'incontrarlo
e di vederlo parecchie volte trovandosi a Valdocco.2 Ciò gli permetteva di sentirsi
testimone oculare di don Bosco e lo spingeva ad una fedeltà straordinaria. Ope-
rando, poi, nell'impero austro-ungarico, amava presentarsi come vivente testimo-
ne del grande Educatore e come chi aveva potuto assimilare lo spirito di Valdoc-
co, cioè dalla culla nella quale aveva avuto origine e si era sviluppato il metodo
educativo di don Bosco, detto sistema preventivo.
Nel 1890 entrò nel noviziato che si trovava a Foglizzo Canavese,3 dove in-
contrò don Giulio Barberis,4 esimio salesiano che esercitava una specie di alta
direzione di quella casa; di lui avrà sempre rispetto, diventando dopo il 1925 suo
aiutante. Invece come maestro dei novizi ebbe don Eugenio Bianchi. Lì pure ebbe
occasione di conoscere Andrea Beltrami, che godeva di grande stima tra i novizi
per la sua pietà e lo zelo apostolico, esercitando il suo tirocinio e nello stesso
tempo studiando all'Università di Torino.5
La conoscenza di questi personaggi, senz'altro, fu per lui, giovane salesiano,
un'esperienza indimenticabile che nutriva il suo cuore aperto a tutto ciò che lo
aiutava ad acquistare il vero senso del sistema educativo di don Bosco. Questi
contatti lo prepararono al lavoro difficile che avrebbe dovuto svolgere in un futu-
ro non tanto lontano.
Il 3 ottobre 1891 emise i voti perpetui nelle mani di don M. Rua a Foglizzo.
Poco dopo fu mandato a Valsalice a seguire i corsi di filosofia.6 In
1 Cfr. Dizionario biografico dei Salesiani, a cura dell'Ufficio Stampa Salesiano-Torino
1969; invece A. SWIDA nella sua opera Ks. Piotr Tirone (Don Pietro Tirone), Lódz 1978 riferisce
nella prima pagina che Tirone è nato il 23 luglio. Sembra essere un errore di stampa o una
svista, perché in un'altra sua opera Towarzystwo Salezjanskie. Rys historyczny (Società Salesiana.
Abbozzo storico), Kraków 1984, p. 86, riporta la data corretta del 21 luglio.
2 Cfr. A. SWIDA, KS. Piotr..., pp. 1-6; ID., Towarzystwo..., p. 86.
3 Cfr. Elenco Generale della Società di s. Francesco Sales, 1891, p. 11.
4 Nacque a Mathi Torinese il 17 giugno 1847 e morì a Torino-Oratorio il 24 novembre
1927. Ebbe la possibilità di crescere all'ombra di don Bosco. Fu per tanti anni maestro dei
novizi; come pure svolse per un certo periodo (1902-1911) la carica d'Ispettore dell'Ispettoria
Centrale; poi, nell'anno 1911, divenne Direttore Spirituale della Congregazione e rimase in
quella carica fino alla morte. Fu conosciuto, anzitutto, come educatore del venerabile Andrea
Beltrami e del servo di Dio Augusto Czartoryski. Cfr. DBS 29-30.
5 Cfr. DBS 35.
6 Cfr. EG 1892, p. 5; A. SWIDA, KS. Piotr..., p. 9.

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Don Pietro Tir one Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919) 299
quella casa ebbe un contatto più profondo con i polacchi, che probabilmente già
aveva conosciuto durante il noviziato, studiando insieme con loro.7 Nell'anno
1893, dopo il biennio di filosofia, fu trasferito a Ivrea, in qualità di tirocinante e
insegnante dei novizi,8 tra i quali c'erano quelli che venivano dall'impero austro-
ungarico; nello stesso tempo studiava teologia. Finendola, nel 1897, fu mandato a
Lombriasco,9 dove era stata aperta la casa per gli aspiranti polacchi, a insegnare
nella terza classe del ginnasio. A Lombriasco esercitò vari uffici10 e si preparò al
sacerdozio che ricevette a Torino il 26 marzo 1898. Poco dopo fu nominato Diret-
tore a Lombriasco e due anni più tardi maestro dei novizi.11 La sua esperienza in
questa casa, che nel corso degli anni ospitò non soltanto i polacchi, ma anche altri
rappresentanti dell'impero austro-ungarico, come sloveni e ungheresi, gli diede la
visione dei complessi problemi che lì dominavano e che incombevano su quei
ragazzi. Essendo la maggior parte polacchi, poté conoscere meglio le loro diffi-
coltà. Però, gli mancava la conoscenza della loro lingua per penetrarli con mag-
giore chiarezza, poiché in casa si parlava l'italiano, tranne il tempo della merenda,
durante il quale potevano parlare polacco.12 Ciò, tuttavia, non gli impediva di
allacciare con loro rapporti familiari, attraverso i quali a grado a grado entrava
nelle complesse questioni religiose, nazionali, culturali; e non soltanto dei candi-
dati venuti dalle terre polacche.
L'aumento costante dei candidati polacchi, come pure il progressivo svilup-
po della prima casa sul suolo polacco, ad Oswiecim,13 spinse i Superiori ad aprire
nella cosiddetta Polonia orientale, a Daszawa, il noviziato
7 In questo periodo i polacchi si trovavano a Foglizzo (Torino); a proposito cfr. E.
CERIA, Annali della Società Salesiana, vol. II. Torino, SEI 1943, p. 676; K. SZCZERBA, Preisto-
ria della Congregazione Salesiana in Polonia, Roma, 1974, pp. 45-50.
8 Cfr. EG 1893, p. 15; A. SWIDA, Ks. Pioti:.., p. 11.
9 Cfr. EG 1897, p. 18.
10 Cfr. EG 1898, p. 11; 1899, p. 11; 1900, p. 12; 1901, p. 11; 1902, p. 12; 1903, p. 15;
1904, p. 16.
11 Cfr. EG 1901, p. 12; DBS p. 271.
12 Cfr. J. KRAWIEC, Towarzystwo sw. Franciszka Salezego oraz jego organizacja w Polsce
(La Società di s. Francesco di Sales e la sua organizzazione in Polonia), Lublin 1964, pp. 120-
122.
13 Si deve distinguere tra la prima casa, la cosiddetta «casa madre», aperta nel 1898 e il
primo salesiano don Bronislaw Markiewicz (oggi già servo di Dio) mandato a lavorare e prepa-
rare l'avvenire salesiano sulla terra polacca. Egli arrivò a Miejsce presso Przemysl nel 1892
dove lavorò da salesiano fino al settembre del 1897, quando lasciò la Congregazione Salesiana
per fondare la nuova Congregazione dei Michaeliti. Cfr. K. SZCZERBA, Preistoria della Congre-
gazione Salesiana in Polonia, Roma 1974, pp. 55-67; ID., Don Bosco e i Polacchi, in «Ricerche
Storiche Salesiane», 7 (1988), pp. 184-185; WS 12 (1905), p. 313; E. CERIA, Annali..., vol. II,
pp. 671-679; Cronistoria I, p. 71.

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300 Zimniak Stanislaw
per loro nell'anno 1904,14 a capo del quale fu destinato don Tirone, con il duplice
ruolo di direttore e di maestro.15 La sua nomina non fu fortuita: decisero i prece-
denti compiti, la conoscenza dei polacchi, la sua moderazione, il suo attaccamen-
to alla Congregazione.
A Daszawa si dimostrò eccellente organizzatore della vita comunitaria; nella
nuova casa inoltre fu il costruttore della cappella e della casa per le suore della
Famiglia di Maria.16
Per non mandare a studiare filosofia in Italia quelli che avevano finito il no-
viziato, fu incaricato di organizzarne un corso per loro sul posto.17
Nel noviziato, oltre ai polacchi, si trovarono anche gli sloveni, i cechi e gli
austriaci. Ciò convinse Tirone a studiare, oltre il polacco, lo sloveno e il tedesco.
Infatti il numero dei novizi di quei paesi aumentava e l'italiano non bastava.
A maggior ragione ne ebbe bisogno quando venne nominato nel 1905 consi-
gliere e membro della Commissione ispettoriale per l'ammissione al noviziato ed
alla professione religiosa 18 nell'Ispettoria Austro-Ungarica eretta nello stesso
anno.19
Venne il momento in cui il noviziato e lo studentato filosofico dovettero es-
sere trasferiti da Daszawa a Radna in Slovenia. Occorreva, quindi, un nuovo di-
rettore e maestro.
L'ispettore ed il suo consiglio si rivolsero al Rettor Maggiore ed al Capitolo
Superiore con la domanda di nominare, appunto, Tirone a quella importante cari-
ca, così motivandola: «...i suddetti si pronunziano unanimemen-
14 Cfr. EG 1905, p. 57; WS 8 (1904), pp. 188-189; 25-Lecìe dzialalnosci salezjanskiej ir
Polsce, Mikolów 1923, p. 33; E. CERIA, Annali..., vol. Ill, pp. 565-566; A. SWIDA, Towar-
zystwo..., p. 65-66. A proposito delle motivazioni vale la pena ricorrere alle parole di don P.
Tirone: «Bisognava quindi pensare ad una casa di Noviziato. Continuare ad inviarli in Italia era un
anacronismo da nemmanco più pensare per quei candidati che non sapevano nulla di italiano. Inol-
tre ormai l'opera salesiana in Polonia pareva sodamente impiantata ed aveva bisogno di personale
in tutto e per tutto ben preparato come le esigenze del luogo richiedevano» (Cronistoria I, pp. 110-
111).
15 Il dizionario biografico dei salesiani non ricorda questa nomina, anzi fornisce dati im-'
precisi scrivendo che Tirone fu direttore e maestro a Radna dal 1904 (Cfr. p. 271). Ciò non è
vero, come risulta dalle più importanti opere concernenti quella questione: Cronistoria I, pp.
109-111; EG 1906, p. 59; E. CERIA, Annali..., voi. Ili, p. 566; J. KRAWIEC, op. cit., p. 173; A.
SWIDA, KS. Piotr..., pp. 20-22.
16 WS 1 (1906), pp. 18-21.
17 Cfr. J. KRAWIEC, op. cit., p. 173.
18 Cfr. EG 1906, p. 59.
19 Essa fu eretta il 14 ottobre 1905 in virtù del decreto della Santa Sede su richiesta del
Rettor Maggiore. La nuova Ispettoria abbracciò le seguenti case: Daszawa, Cracovia, Lubiana,
Oswiecim e Vienna che furono staccate dall'Ispettoria Veneta. La casa di Oswiecim venne scelta
come la sede della nuova Ispettoria. Cfr. ASC, 311 (1) Austria; EG 1906, p. 59.

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Don Pietro Tifone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
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te per la rielezione del medesimo d. Tirone. Di fatto si fu ognora con piena sod-
disfazione di tutti che egli esercita tale ufficio, reso ora alquanto più difficile pel
cambiamento di casa e per l'aggiunta almeno temporanea dei due studentati
filosofico e teologico. Alla pietà e virtù esemplare egli accoppia scienza teologi-
ca, prudenza, pratica della lingua polacca e ormai qualche principio del tedesco
e sloveno, di cui in tale ufficio si ha bisogno».20
Ovviamente, le ragioni convinsero il Capitolo Superiore, e il Rettor Maggio-
re confermò Tirone nelle medesime cariche che, questa volta, egli avrebbe dovu-
to svolgere a Radna. Così avvenne, e, per la seconda volta, nel 1907 gettò le fon-
damenta della nuova casa di formazione nella giovane ispettoria austro-
ungarica.21
Ma ciò non durò a lungo, poiché lo stato dell'altra casa salesiana, a Ljubljana
(capitale della Slovenia, dove la presenza dei salesiani richiedeva una cura parti-
colare), esigeva un nuovo direttore capace di creare armoniaconcordia nella co-
munità22 e assicurarne il progresso. Dunque, l'allora ispettore E. Manassero chie-
se ai Superiori nel suo memoriale, datato 25 settembre 1908, di mandare ivi don
Tirone il quale, come scrisse nel medesimo memoriale, oltre ad alte qualità:
«...gode già la stima del Vescovo ed è già notevolmente instradato nello sloveno
che riesce facile dopo il polacco»23
Da ciò, quindi, risulta che Tirone era un religioso capace di cattivarsi la
simpatia dei confratelli, come pure delle autorità ecclesiastica e statale, dato che
il periodo in cui dovette operare fu caratterizzato dal crescente nazionalismo che
inaspriva la convivenza anche in seno alle congregazioni religiose.
Per raggiungere tale risultato studiava le lingue, tramite le quali gli sembra-
va di comprendere meglio non solo i confratelli, nati in quelle terre,
20 ASC, 3122 (3), verbale del consiglio ispettoriale tenuto il 21 agosto 1907 a Oswiecim.
21 Dai verbali delle Riunioni Capitolari deriva che durante la seduta del Capitolo Supe-
riore del 25 giugno 1907 fu nominato direttore, senza accennare alla nomina di maestro dei
novizi. Cfr. ASC, VRC, voi. II, p. 143; perciò, l'ispettore Manassero insieme col suo consiglio
insisteva a nominare il medesimo maestro dei novizi. Cfr. ASC, 3122 (3), il verbale del consiglio
ispettoriale tenuto il 21 agosto a Oswiecim; ASC, 329 Radna, il dattiloscritto: «Casa del Novizia-
to a Radna». Notizie per la Cronistoria, pp. 2, 6; E. CERIA, Annali..., voi. Ili, p. 701; Cronisto-
ria I, pp. 109-111; Cronistoria II, p. 18; J. KRAWIEC, Towarzystwo..., p. 179; A. SWIDA, KS.
Piotr.:., p. 28.
22 «Sotto don Tirone non vi sarebbe alcuna difficoltà a ritenere don Kovacic per rappresenta-
re le scuole elementari, dirigere l'oratorio festivo predicare etc. Anche don Valjavec ed altri (cui
don Kovacic non impone e don De Martin non vi riuscirebbe almeno di buon accordo) sotto don
Tirone sarebbero utilizzati senza pericolo» (ASC, 3122 (3), Memoriale'riguardante l'ispettoria
austriaca di don Manassero, redatto il 25 settembre 1908 a Torino-Oratorio).
23 ASC, 3122 (3).

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302 Zimniak Stanislaw
ma anche l'ambiente in cui doveva operare da salesiano. Seguiremo con speciale
attenzione più avanti i problemi sunnominati, particolarmente la coesistenza delle
vari etnie.
In seguito al ricordato memoriale ed all'intervento personale di don Manas-
sero, durante la solita seduta dei Superiori, che ebbe luogo il 1o ottobre 1908, essi
presero in considerazione le difficoltà della casa di Ljubljana, decidendosi al
cambiamento dell'allora direttore don Kovacic, lasciando all'ispettore il momento
opportuno di farlo.24 Tuttavia i Superiori diedero la precedenza a don De Martin
anziché a don Tirone, come forse voleva invece l'ispettore. Per questo motivo si
pensa che l'ispettore Manassero non facesse uso rapido del ricevuto permesso,
conoscendo bene la situazione di Ljubljana, e che piuttosto preferisse ancora
insistere presso i Superiori sulla candidatura di Tirone. Effettivamente, il Rettor
Maggiore e il Capitolo Superiore nella seduta del 16 giugno dell'anno successivo,
decisero di chiamarlo a capo della comunità di Ljubljana.25
A Ljubljana dovette prendere la cura delle seguenti opere: lo studentato filo-
sofico, l'educazione e l'istruzione dei giovani corrigendi (giudicati tali dal tribu-
nale per i fanciulli), poi il pensionato, in cui abitavano i ragazzi che frequentava-
no il ginnasio statale, infine l'oratorio festivo e, ovviamente, la chiesa pubblica.26
L'attività che vi doveva svolgere gli offrì una bella occasione di approfondi-
re le sue esperienze, già acquistate in altri luoghi di quella immensa ispettoria che
costantemente si sviluppava sia come numero di confratelli che di case. Ivi poté
avvertire vari problemi che la travagliavano e impedivano lo sviluppo tranquillo
della Società Salesiana. Forse non pensava che dopo poco sarebbe stato il secon-
do ispettore dell'ispettoria austro-ungarica.
Tuttavia, per allora, nessuno lo pensava, neanche i Superiori, altrimenti non
avrebbero riconfermato, per il secondo mandato, l'ispettore E. Manassero, il 24
luglio 1911, durante la solita riunione del Capitolo Superiore.27
24 Cfr. ASC, VRC, voi. II, p. 201.
25 Cfr. ASC, VRC, voi. II, p. 233 (inoltre, nel corso della medesima seduta presero la deci-
sione del trasloco dello studentato filosofico a Lubiana); EG 1910, p. 62; a proposito delle
circostanze in cui viene la nomina di Tirone a direttore della casa di Lubiana non riferiscono le
opere né di A. SWIDA né di J. KRAWIEC, poiché si sono appoggiati alle fonti che trovarono
nella Polonia.
26 Cfr. Cronistoria II, pp. 10-11; EG 1910, p. 62; J. KRAWIEC, op. cit., p. 179; WS 6
(1911), p. 171; A. SWIDA, KS. Piotr..., p. 36.
27 «Per l'Austriaca si riconferma ad unanimità D. Manassero Emmanuele» (ASC, VRC,
vol. II, p. 342); di quel fatto non fanno cenno né A. SWIDA né J. KRAWIEC nelle loro opere per
motivi già menzionati. Nella medesima riunione don Francesco Tomasetti fu nominato ispetto-
re dell'ispettoria Subalpina.

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Don Pietro Tirone Superiore dell 'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
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Tanto più sorprendente fu la sua chiamata, poco tempo dopo la sua ricon-
ferma, a Torino alla fine del settembre 1911,28 dove gli fu dichiarato che era stato
nominato ispettore dell'ispettoria subalpina, al posto di don Francesco Tomasetti,
che aveva rinunciato a quell'ufficio.29
Possiamo supporre che i Superiori lo avessero interpellato, quanto al suo
successore, e che egli avesse consigliato don Pietro Tirone. Ciò deriva dal risulta-
to dell'adunanza del Capitolo Superiore che ebbe luogo il 3 ottobre 1911, nel
corso del quale P. Tirone fu veramente nominato suo successore.30
Senz'altro la scelta di don Pietro Tirone 31a capo di quella importante cellula
della Congregazione fu più che giusta, non soltanto per le ragioni già menzionate,
ma pure in vista della crescente tensione tra le singole nazioni del crollante impe-
ro austro-ungarico. Il nazionalismo e i pregiudizi delle popolazioni slave verso
quelle germaniche resero difficile la comprensione reciproca delle persone anche
nell'ambito della Società di S. Francesco di Sales. Tuttavia, tutti questi problemi
erano ben noti a don Tirone, il quale riuscì, come vedremo, a conservare l'impar-
zialità in quei tempi irrequieti e trovò il rimedio per conciliare confratelli di varie
nazionalità.
Non gli fu propizio l'oscuro periodo della prima guerra mondiale che scop-
piò il 28 luglio 1914; la situazione divenne ancora più dura con la dichiarazione
di guerra dell'Italia ah"Austria-Ungheria il 23 maggio 1915.32 Per effetto di quegli
eventi bellici numerosi confratelli furono arruolati sotto le armi. Quindi, per l'i-
spettore sorsero preoccupazioni finora sconosciute: la cura dei confratelli al fron-
te o di quelli obbligati dai singoli governi belligeranti a trovarsi nei paesi d'origi-
ne, come pure il mantenimento di tante case
28 Cfr. J. KRAWIEC, op. cit., p. 181; A. SWIDA, KS. Piotr..., p. 37.
29 Cfr. ASC, VRC, voi. II, p. 345.
30 Cfr. ASC, VRC, voi. II, p. 349; invece A. SWIDA (in: Ks. Piotr..., p. 37) come pure J.
KRAWIEC (in: Towarzystwo..., p. 181) parlano di normale cambiamento. È vero che l'ispettore
durava in carica sei anni, ma, d'altro lato poteva essere confermato (Cfr. Regolamento per gli
ispettori della Pia Società di S. Francesco di Sales, Torino 1906, p. 4). A proposito della data di
nomina di don Pietro Tirone alla carica d'ispettore E. CERIA scrisse che don Manassero era
stato trasferito nell'ottobre del 1910 in Piemonte e aveva rimesso l'affare nelle mani del suo
successore don Tirone (Cfr. Annali..., voi. Ili, p. 705); la stessa data fu ripetuta da P. Tirone a
pagina 66 della sua cronistoria; invece, lo stesso autore, a pagina 104 della medesima opera
riferì la data corretta (Cfr. Cronistoria I); ciò suggerisce la mancanza d'attenzione o troppa
fiducia in E. Ceria che ricorda nella stessa sua opera a pagina 2 (Cfr. Cronistoria I).
31 Vale la pena menzionare il fatto che Tirone si pronunciò contrario a quella nomina
nella lettera del 26 settembre 1911 da Lubiana al Rettor Maggiore (Cfr. ASC, 3122 (3) ).
32 Cfr. Enciclopedia Italiana, voi. XIX, p. 895; invece, Atlante Storico Garzanti. Cronolo-
gia della Storia Universale, 2a ed., Milano 1986, p. 421 indica il 24 maggio 1915 come data di
dichiarazione della guerra, mentre ne fu la data di inizio.

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Zimniak Stanislaw
private, i normali proventi ecc. Ma, d'altra parte, venne alla ribalta il quesito: che
cosa fare per salvare e insieme promuovere lo sviluppo dell'ispettoria austro-
ungarica la quale, nonostante lo stato di guerra, offriva tale possibilità? Ovvia-
mente, sapeva che non avrebbe potuto farlo a nome suo; d'altro lato i legami
normali con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio diventarono impossibili. Ma
intanto a volte occorrevano decisioni rapide, senza doverle aspettare da Torino.33
Perciò don Tirone si rivolse al Rettor Maggiore, cercando da lui la comprensione
delle circostanze in cui si trovava e chiedendogli speciali facoltà in virtù delle
quali potesse rispondere da solo alle condizioni d'emergenza dell'ispettoria au-
stro-ungarica. Alla richiesta di don Tirone il Rettor Maggiore decise di acconsen-
tire per il periodo della guerra, e per simili motivi nel 1917 fu confermato in cari-
ca.34 Invece la sua
33 La corrispondenza con Torino, cioè con il Capitolo Superiore o il Rettor Maggiore nei
primi anni della guerra, e anche in certo senso fino agli ultimi, andava e veniva tramite due
canali: la Nunziatura Apostolica di Vienna e i confratelli della Svizzera, i quali riuscivano più
facilmente a raggiungere Torino (Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di don Tirone al Rettor Maggio-
re, P. Albera, datata il 29 luglio 1915 da Unterwaltersdorf nella quale menziona la via di Vien-
na, cioè la Nunziatura di Vienna; ASC, 3122 (5), la lettera di don Tirone a don Gusmano,
datata il 4 novembre 1915 da Oswiecim nella quale accenna alle due possibilità, vale a dire
tramite Roma, ciò significa la via della Nunziatura e la Svizzera; ASC, 3122 (4), la lettera di don
Tirone a don Gusmano, datata I'll dicembre 1916 da Oswiecim nella quale così scrive: «Dalla
Svizzera non ci arriva più niente, ti pregherei perciò di aver bontà di mandarmi per mezzo della
Segreteria di Stato di S. Santità...»; ASC, 3122 (4), la lettera di don August Hlond del 9 gen-
naio 1919 da Vienna al Rettor Maggiore, P. Albera).
34 Troviamo la prima traccia relativa alla domanda delle speciali facoltà nella lettera di
don Ring a don Gusmano, datata il 7 luglio 1915 da Unterwaltersdorf, scritta a nome dell'ispet-
tore impedito (Cfr. ASC, 3122 (5) ); l'altra è la lettera di don Tirone al Rettor Maggiore, datata
il 29 luglio 1915 da Unterwaltersdorf, nella quale insisteva personalmente per ottenere le facol-
tà (Cfr. ASC, 3122 (4) ); lo stesso Tirone in una ulteriore lettera indirizzata a don Gusmano che
porta la data del 10 gennaio 1916 da Oswiecim, chiede di ringraziare don P. Albera per le facol-
tà che aveva ottenuto con queste parole: «Ti prego poi di ringraziare a mìo nome il Reverendis-
simo Signor Don Albera delle facoltà concessemi pel tempo di questa guerra. Cercherò di servir-
mene solo nel modo che tu mi dici e pel bene dei confratelli e dell'ispettoria» (ASC, 3122 (5) );
quanto alla conferma nella carica di ispettore, la deduciamo dalla lettera di don August Hlond
del 9 gennaio 1919 da Vienna al Rettor Maggiore con cui chiede che gli siano prolungate le
facoltà a causa della mancanza di dirette relazioni con Torino, così giustificando: «Al tenore del
dispaccio della Segreteria di Stato di Sua Santità alla Nunziatura Apostolica di Vienna in data 30
agosto 1917 Nr 41680 veniva il nostro carissimo e zelante Signor Ispettore D. Pietro Tirone con-
fermato nella sua carica ed autorizzato a confermare i suoi consiglieri e direttori della provincia
fino al termine della guerra. Parimente venivangli fino al termine della guerra delegate tutte le
facoltà, di cui Lei gode in qualità di Rettor Maggiore...» (ASC, 3122 (4) ); poi, sappiamo dalla
lettera di don Tirone del 25 aprile 1919 da Torino, in cui descrive varie questioni concernenti la
formazione dei confratelli, per informarne i Superiori, che gli fu concessa la proroga delle
facoltà fino a che sarebbe stata possibile la corrispondenza epistolare regolare come pure che fu
confermato di nuovo nella carica d'ispettore ma solo fino al novembre di quell'anno (Cfr. ASC,
311 (1) Austria); E. Ceria le ricorda senza fornire in quale anno le ricevette (Annali..., vol. IV,
p. 64).

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
305
proposta di nominare don August Hlond come suo successore non fu accettata.35
La scomparsa dell'impero austro-ungarico e le numerose ragioni di cui sopra
spinsero l'ispettore P. Tirone al pensiero della divisione di quella enorme ispetto-
ria. Ciò fu l'atto finale di don P. Tirone, il secondo e ultimo superiore dell'ispetto-
ria austro-ungarica, eretta nel 1905. Ciò avvenne nel 1919.36
2. Negli anni 1919-1962
Il seguente periodo della vita di don Tirone ci interessa meno, per quanto ri-
guarda il tema della ricerca. Perciò, lo ricorderemo a grandi tratti, mettendo in
rilievo le mansioni che dovette svolgere in seguito.
Dopo la divisione nel 1919 dell'ispettoria austro-ungarica in due, Polacca e
Tedesco-Ungarica, egli fu confermato a capo della prima che abbracciò tutte le
case già allora erette nella Polonia, nella Slovenia e nella Croazia.37 Per opera sua
fu trasferita nel 1922 la sede dell'ispettoria polacca
35 «Con quest'anno scolastico finisce anche il sessennio da che sono Ispettore, e perciò la
prego a voler per tempo pensare al mio successore. Credo che lo potrebbe fare assai bene D.
Hlond August il quale ha ottime qualità intellettuali e morali per riuscire a fare molto meglio di
me» (ASC, 3122 (5), lettera al Rettor Maggiore, datata il 18 marzo 1917 da Przemysl).
36 Cfr. ASC, 311 (1) Austria, il decreto emanato dalla S. Sede del 27 novembre 1919 in
virtù del quale il Rettor Maggiore divise l'ispettoria austro-ungarica l'8 dicembre del medesimo
anno in Polacca e Tedesco-Ungarica. A proposito degli anni 1911-1919, in cui don Tirone fu
ispettore dell'ispettoria austro-ungarica, si deve introdurre un piccolo ritocco nel «Dizionario
biografico dei salesiani» a pagina 271, dov'è scritto: «A dirigerla nel 1911 fu scelto don Tirone,
che risiedeva in Polonia, nella casa di Oswiecim, donde governava le opere dell'Austria, dell'Un-
gheria, della Polonia, della Slovacchia, della Slovenia e della Croazia (1911-1919)». Questa noti-
zia sembra ricordare la frase dell'opera di E. CERIA: «Questo Ispettore era Don Pietro Tirone.
Risiedeva in Polonia, nella casa di Oswiecim donde governava quelle dell'Austria, dell'Ungheria,
della Jugoslavia, della Polonia, della Slovacchia e della Croazia» {Annali..., vol. IV, p. 42). L'in-
formazione è inesatta, poiché in quegli anni nella Slovacchia non esisteva nessuna casa salesiana.
La prima opera in terra slovacca fu aperta nel 1924 a Sastin (Cfr. EG 1925, p. 87; Cronistoria I,
p. 5; A. SWIDA, Ks. Piotr..., p. 84). E pure omesso il fatto che, durante il governo di Tirone a
capo di quell'ispettoria, i salesiani erano entrati in Baviera, dove nel 1916 a Würzburg avevano
fondato la prima opera. Ciò menzionò lo stesso E. Ceria (Annali..., vol. IV, p. 53-54). In propo-
sito, cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a don Calogero Gusmano (allora segretario del
Capitolo Superiore), datata il 27 ottobre 1916 da Vienna, con la quale informa i Superiori di
aver ricevuto tutti i permessi da parte del governo della Baviera per entrare lì e che avrebbe
aperto la prima casa a Würzburg il Io dicembre del medesimo anno; EG 1917, p. 69.
37 Don Tirone nel suo memoriale, con il quale faceva concrete proposte concernenti la
divisione dell'ispettoria austro-ungarica, tra l'altro proponeva don E. Manassero come ispettore
dell'ispettoria polacca (Cfr. ASC, 311 (1) Austria, memoriale di don P. Tirone, datato il 23
aprile 1919 da Torino). Con certezza lo faceva in vista della conoscenza che aveva tratto da
quelle terre, essendo stato ispettore austro-ungarico negli anni 1905-1911.

2.2 Page 12

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306
Zimniak Stanislaw
da Oswiecim a Warszawa per facilitare i rapporti con le autorità ecclesiastiche e
statali.
Il rapido sviluppo dell’ispettoria polacca portò nel 1922 alla separazione
delle case slovene e croate e alla fondazione di una Visitatoria a sé stante; a diri-
gerla fu incaricato l'ispettore polacco don Tirone in qualità di delegato del Rettor
Maggiore.38
Nel 1925 fu stipulato un concordato tra la Santa Sede e la Polonia 39 in virtù
del quale nessun straniero poteva svolgere una carica sia nelle congregazioni
religiose sia nelle diocesi della Polonia. Di conseguenza, Tirone dovette rinuncia-
re all'ufficio d'ispettore mettendosi a disposizione dei Superiori. Il Rettor Mag-
giore, F. Rinaldi, lo chiamò a Torino, dove fu nominato vice Catechista Generale
accanto a don Giulio Barberis, mentre fino al 1926 esercitava il ruolo di primo
ispettore dell'Ispettoria Jugoslava, eretta nel 1925.40
Don Tirone poteva lasciare la Polonia e poi la Jugoslavia, e già nel 1919
l'Austria, legittimamente soddisfatto. Quando nel 1911 egli era andato a iniziare
il lavoro di ispettore aveva trovato 7 case. In terra polacca erano state aperte fino
allora solo 4 opere, mentre nel momento del congedo erano 20; nella Jugoslavia
(precisamente nella Slovenia) ne trovò 3, invece nel 1926 lasciò 6 case (cioè 4
nella Slovenia e 2 nella Croazia); nell'Austria ne trovò 1 e ne fondò 4; oltre a
quelle case poi ne aveva aperte, negli anni 1911-1919, 2 nell'Ungheria, 5 nella
Germania e una nella Slovacchia.41
Quando morì nel 1927 don G. Barberis, Tirone da aiutante divenne suo suc-
cessore, quale Catechista Generale. In carica rimase fino al 1952, essendo re-
sponsabile effettivamente della formazione spirituale dell'intera Congregazione,
come pure esperto dei problemi delle case nell'Europa Nord-Est. Ma nel corso di
quegli anni svolse tante altre mansioni: p.e. fu incaricato di visitare le case nel-
l'America Latina, in Europa, poi nell'America Centrale, come pure nel Medio
Oriente.42
38 Cfr. EG 1923, p. 68; J. KRAWIEC, op. cit., p. 202. Da allora l'ispettoria polacca si identi-
ficava con le case che si trovavano nello stato polacco, tranne la casa di Sastin (nella Slovac-
chia) che per breve tempo appartenne ad essa (Cfr. EG 1925, p. 87).
39 Cfr. Z. ZIELINSKI, Papìestwo ì papìeze dwóch ostatnich wieków (Il papato e i papi nei
due ultimi secoli), Poznan 1986, vol. Il, p. 116.
40 Cfr. EG 1926, p. 96; Cronistoria II, p. 6; DBS 271; A. SWIDA, Towarzystwo..., pp.
125126; ID., KS. Piotr..., pp. 86-87.
41 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano che porta la data 8 settembre 1919
e l'altra al medesimo ricevente sullo stato dell'ispettoria austro-ungarica del 4 novembre dello
stesso anno; A. SWIDA, Towarzystwo..., pp. 125-126.
42 Cfr. E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 355; Cronistoria III, p. 47; Cronistoria I, p. 219;
Cronistoria II, p. 16. 60-61; ASC, 3122 (7), la lettera di don Tirone a don Wagner, datata il 4

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Don Pietro Tirone Superiore dell'ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
307
Invece nel corso della seconda guerra mondiale si trovò negli anni 1943-
1945 a Roma, dove insieme con il Prefetto Generale don Berruti e con don Can-
dela prese in mano il governo delle case che non potevano essere dirette da Tori-
no.43
Nel 1952 ebbe luogo il diciassettesimo Capitolo Generale, nel corso del qua-
le non fu scelto di nuovo Tirone quale Catechista Generale, probabilmente a cau-
sa dell'età (aveva 77 anni). Ma non rimase senza nessun impegno; divenne diret-
tore a Chieri-Villa Moglia, fino al 1958. Lì, sollecitato da don E. Ceria come pure
dal Rettor Maggiore, R. Ziggiotti, scrisse un'importante opera, in tre volumi, che
concerne le case della Polonia, della Jugoslavia e della Cecoslovacchia.441 sud-
detti volumi servono come fonte valida, dalla quale si possono attingere tante
notizie sconosciute altrove; ovviamente, lo si deve fare con un certo senso critico.
A lui si deve rendere omaggio perché attraverso una sua traduzione dal po-
lacco («Medaglioni di 88 Confratelli polacchi», Chieri 1954, pp. 153)45 possiamo
conoscere i confratelli polacchi fucilati o trucidati nei lager o caduti altrove, du-
rante la seconda guerra mondiale.
Possiamo concludere questo capitolo ricorrendo alle parole del «Dizionario
biografico dei Salesiani»: «Una grande paternità e insieme una saggia prudenza
e una indiscussa fedeltà a don Bosco fecero di don Tirone un salesiano degno
della seconda generazione formata alla scuola dei primi discepoli del fondatore»
(p. 271).
Don Pietro Tirone morì il 4 febbraio 1962 a Torino, dove aveva cominciato
la sua ricca e bella avventura con don Bosco.
giugno 1941 da Torino, nella quale descrisse la sua visita nella Jugoslavia; ASC, 3122, la lettera
di Tirone a don Wagner, datata il 16 giugno 1947 da Torino, nella quale riferì della sua visita
nella Polonia, nella Boemia, nella Moravia, nella Slovacchia e nell'Ungheria; A. SWIDA, KS.
Piotr..., pp. 92-93. A proposito dei vari impegni di don Tirone vale ricordare il fatto che duran-
te «Il Congresso Salesiano» nella Polonia, a Jasna Gòra (Czestochowa) che si svolse nel 1938,
egli rappresentò il Rettor Maggiore (Cfr. A. SWIDA, Towarzystwo..., p. 182).
43 Cfr. DBS 271; A. SWIDA, KS. Pioti:.., p. 94.
44 Tirone così si espresse sulla sua opera: «Il mio lavoro non ha nulla di originale; è essen-
zialmente una minuta e diligente ricerca di documenti ufficiali e manoscritti che trovai nell'Archi-
vio della Congregazione, ordinati come meglio seppi, con l'aggiunta di alcuni fatti e circostanze
che volta per volta mi venivano in mente, nonché delle informazioni chieste a vari confratelli ed
amici che trovandosi sul luogo, potevano fornirmele verificandole con testimoni diretti. Mi servii
in modo speciale degli Annali della Congregazione. Da essi anzi riportai quasi alla lettera dei
capitoli interi» {Cronistoria I, p. 2).
45 Gli autori furono due polacchi: don Stanislaw Rokita e don Jan Slósarczyk (Cfr. A.
SWIDA, KS. Piotr..., pp. 110-112). Tuttavia, si può supporre che don Tirone abbia contribuito
alla redazione definitiva, poiché conosceva personalmente quasi tutti. Ciò possiamo dedurlo dal
testo, come pure dalla premessa.

2.4 Page 14

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308
Zimniak Stanislaw
II. Don Pietro Tirone di fronte ai problemi dell'Ispettoria Austro-Ungarica
1. I motivi delle richieste di salesiani
Ci sembra che si debba aggiungere qualcosa alle tradizionali ragioni delle
domande di salesiani, che non esauriscono tutte le motivazioni derivanti dallo
sfondo sociale, economico e politico, ma, piuttosto si limitano alla solita formula
della necessità di occuparsi della gioventù povera e abbandonata.46 Indubbiamen-
te questa formula è vera. Tuttavia, accanto a richieste di questo genere, se ne
trovano altre che mettono in evidenza i motivi più profondi che inducono a invi-
tare i salesiani.
Don Bosco, già durante la sua vita, nelle terre polacca, boema, slovacca e
slovena godeva fama di grande educatore e di taumaturgo;47 perciò numerosi
nobili e vescovi si adoperavano con tutti i mezzi per avere i salesiani. Ciò non
cessò dopo la sua morte; piuttosto la fama, che circondava i salesiani come edu-
catori dei giovani, si divulgava sempre più.
D'altra parte, l'ottocento, particolarmente la seconda metà, fu un periodo in
cui era molto sentita la questione sociale,48 di fronte alla quale la Chiesa (con
l'intero mondo cattolico) non poteva più stare tranquilla. Il socialismo faceva
grandi passi conquistando la classe degli operai, e allontanandoli gradatamente
dall'influsso della Chiesa. Ovviamente, in un certo senso, lo stesso riguardava il
destino dei giovani.
Ciò fu causa di un risveglio, nell'alveo del cattolicesimo, del problema socia-
le. Lo afferma esplicitamente G. Martina, così scrivendo: «A svegliare la coscien-
za cattolica contribuirono certo in larga misura i socialisti. La preoccupazione
antisocialista appare esplicitamente, in molti episodi, informa ora esclusiva ora
prevalente. Non si trattava però tanto di apprensioni di ordine economico, egoi-
sticamente interessate, quanto dell'ansia di salvare i fondamenti stessi della so-
cietà che apparivano minacciati dall'ondata sovversiva, e soprattutto, negli spiriti
più profondi, della sollecitudine religiosa di fronte all'apostasia crescente delle
masse. Gradualmente, il motivo religioso e quello
46 «Ci sono delle domande insistenti di inviare i salesiani in Polonia e anche proposte con-
crete di occuparsi della gioventù povera e abbandonata». K. SZCZERBA, Don Bosco..., in «Ricer-
che Storiche Salesiane», 1 (1988), p. 178.
47 Cfr. K. SZCZERBA, Don Bosco..., in «Ricerche Storiche Salesiane», 1 (1988), pp. 174.
194; E. CERIA, Annali..., vol. I, pp. 613-614; Cronistoria II, p. 1.
48 Cfr. a proposito di questione sociale: G. MARTINA, La Chiesa nell'età del totalitarismo,
6a ed., Brescia 1987, voi. IV, pp. 20-51; Z. ZIELINSKI, Papiestwo..., vol. I, pp. 248-253; J.
LORTZ, Storia della Chiesa. Considerata in prospettiva di storia delle idee, 4a ed., Milano 1987,
vol. II, pp. 460-467.

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Don Pietro Tirone Superiore del’ Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
309
propriamente etico si unirono insieme, e il movimento sociale divenne così l'e-
manazione spontanea della carità cristiana».4,9
Nelle domande dei vescovi possiamo trovare echi della paura davanti al so-
cialismo; essi erano convinti che si sarebbe potuto ovviare ai danni di questa dot-
trina sociale, tra l'altro, attraverso le scuole sia dei religiosi sia delle religiose.50
Oltre ai motivi sopra elencati si aggiunga l'altro non meno importante, che
attraverso la scuola cattolica si potevano non solo salvare i valori nazionali, ma
anche coltivarli e svilupparli.51
Questa fu la ragione delle domande di nuove case; particolarmente di quelle
che venivano dalla terra polacca e poi dagli altri paesi.
Don Tirone si trovò, come ispettore, di fronte a questo tipo di richieste, che
rispecchiano in certo senso la questione sociale e politica dell'impero austro-
ungarico e che nel futuro non tanto lontano sarebbero un po' cambiate a causa
dello scoppio della prima guerra mondiale.
Allora, quale posizione prese? Fu sensibile, aperto ai suddetti problemi; ed
in quale modo li interpretò e li risolse? Il comportamento di Tirone è tratteggiato
assai bene dalle parole di P. Stella riferite all'atteggiamento di don Bosco di fron-
te alla questione sociale: «I problemi sociali nella mente e nella prassi di Don
Bosco coincidono con quelli dell'educazione etico-religiosa del popolo; problemi
che comportano un determinato tipo di educatore che sappia lavorare con le
classi povere ed esige la collaborazione di chi può e deve».52
49 G. MARTINA, La Chiesa..., voi. IV, p. 50.
50 E. Ceria riporta la lettera del principe vescovo di Cracovia, J. Puzyna, del 9 giugno
1897, nella quale chiedeva la rapida venuta dei salesiani, motivandola: «Durante la mia ultima
visita canonica, avendo soggiornato in Oswiecim e nei paesi vicini, acquistai la convinzione ben
ferma, che aspettare ancora, se fosse anche per breve tempo, sarebbe esporre questa popolazione
alla peste del socialismo, che si stende di più in più in tutta la nostra provincia...» (Annali..., vol. II,
pp. 679-680); gli stessi motivi come pure la fama di educatori della gioventù spinsero il vescovo
di Przemysl, J. Pelczar, a trapiantare la Congregazione Salesiana nella sua diocesi nel 1907
(Cfr. E. CERIA, Annali..., voi. Ili, p. 701); Cfr. WS 9 (1898), p. 228, dove l'autore anonimo
scrisse della lotta contro il socialismo come motivo delle nuove fondazioni delle scuole cattoliche
che avrebbero potuto salvare la gioventù da esso.
51 A proposito del permesso del governo della Baviera l'Ispettore aveva notato: «Le uni-
che condizioni che oppone sono che i confratelli siano sudditi germanici e educhino patrióticamente
la gioventù» (ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore, P. Albera, datata il 6
marzo 1916 da Oswiecim); Cfr. pure S. STYRNA, «Zgromadzenie Salezjanskie w Polsce w poszuki-
waniu form odpowiedzi na potrzeby wychowawcze i duszpasterskie w latach 1898-1974» (La Con-
gregazione Salesiana in Polonia alla ricerca di risposte alle esigenze pedagogico-pastorali negli
anni 1898-1974), in: 75 Lat Dzialalnosci Salezjanów w Polsce, Ksiega Pamiatkowa (75 anni
dell'opera salesiana in Polonia. Libro commemorativo), Lódz-Kraków 1974, p. 14. 20.
52 P. STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica. Mentalità religiosa e spiri-
tualità, 2a ed., Roma 1981, vol. II, p. 96.

2.6 Page 16

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310 Zimniak Stanislaw
Infatti, l'atteggiamento di Tirone era scevro da ogni genere di politica; so-
vente ripeteva che suo scopo era ottenere onesti cittadini e buoni cristiani.53 Lo
intendeva come unica condizione, indispensabile per entrare in qualsiasi stato.
D'altro lato era molto sensibile ai bisogni della gioventù, cioè si mostrò molto
disponibile alle proposte, senza tener presente, a volte, le condizioni sia del nume-
ro del personale 54 sia dello stato materiale della sua ispettoria. La sua sensibilità
lo spingeva ad accettare non solo domande riguardanti nuove fondazioni ed istitu-
ti, ma anche parrocchie ove sapeva che si poteva aprire l'oratorio festivo o quoti-
diano: l'oratorio che avrebbe dovuto svolgere un ruolo sociale. Si può supporre
che conoscesse il pensiero di Don Bosco per quanto concerne il ruolo dell'oratorio
nella società. Il Santo così si espresse: «Chi voglia rigenerare una città od un
paese non ha altro mezzo più potente: bisogna che cominci coli'aprire un buon
Oratorio festivo».55
Ma questa tendenza di Tirone non era gradita ai Superiori; e per una ragione
fondamentale; infatti, allora le Costituzioni salesiane autorizzavano l'accettazione
di parrocchie solo in casi eccezionali, essendo tale attività non adatta alla partico-
lare destinazione dei salesiani a specifiche opere giovanili.56 Nondimeno, per
Tirone fu importante rispondere alle numerose domande per vari motivi. Senz'al-
tro avvertiva la questione sociale secondo lo spirito di don Bosco. Inoltre, veden-
do il personale che stava costantemente aumentando,57 si sentiva più spinto e
pronto ad accettare anche quel tipo di
53 Perché cosi insegnava don Bosco (Cfr. G.B. LEMOYNE, Memorie biografiche di Don
Giovanni Bosco, S. Benigno Canavese 1901, vol. II, p. 46; Cronistoria I, p. 127).
54 Durante la riunione del Capitolo Superiore del 30 ottobre 1913 fu considerata la do-
manda dell'arcivescovo di Leopoli (Lwów), presentata e ferventemente raccomandata da Tiro-
ne, alla quale i Superiori così risposero: «...che s'iniziino le trattative a condizione che non chieda
personale dall'Italia né italiano, né straniero perché non se ne ha e si preveda che non se ne avrà
neppure da qui a due anni...» (ASC, VRC, voi. III, p. 85). Medesima risposta avevano ottenuto
dai Superiori le richieste di aprire l'opera salesiana sia a Graz (Cfr. ASC, VRC, vol. III, p. 61)
che a Fiume e a Zagabria (Zagreb) (Cfr. ASC, VRC, vol. III, p. 284).
55 Cito da P. STELLA (Cfr. Don Bosco nella storia..., vol. II, p. 96).
56 A proposito di quella tendenza di Tirone, così si pronunziarono i Superiori nel corso
della loro riunione che ebbe luogo il 26 maggio 1914: «Il Capitolo Superiore acconsentendo che
D. Tirone entri in trattative fa alcune osservazioni riguardo alle Parrocchie. Noi senza avvederce-
ne ci carichiamo di troppe parrocchie, mentre D. Bosco non le voleva e non le ammise nelle costitu-
zioni che per eccezione; i confratelli addetti alle Parrocchie dopo alcuni anni non si adattano più ad
assistere e far scuola scopo principale della nostra Pia Società...» (ASC, VRC, vol. III, p.
133).
57 Nella lettera a don Gusmano, datata il 19 settembre 1913 da Przemysl, così scrisse giu-
stificando i suoi passi non tanto graditi ai Superiori: «...se non ci capitano gravissime disgrazie,
avrò tanto personale polacco da non poterlo alloggiare ed occupare convenientemente nelle case
ora esistenti, è quindi necessario preparare qualche altra casa...» (ASC, 3122 (5)).

2.7 Page 17

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Don Pietro Tirone Superiore dell' Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
311
proposte attraverso le quali pensava di alimentare il buon nome dei salesiani e di
soddisfare le insistenze dei vescovi o dei benefattori.58
2. Il riconoscimento giuridico nell'impero austro-ungarico
Tirone si interessò, sin dall'inizio del suo governo come ispettore, del
riconoscimento giuridico nell'impero asburgico. Sapeva bene che questo avrebbe
facilitato assai il consolidamento della Società di S. Francesco di Sales.
Avvertiva, a buon diritto, che la soluzione positiva avrebbe portato numerosi
vantaggi; tra l'altro: il pareggiamento delle scuole professionali esistenti,59
eventuali aiuti economici, l'esenzione dalle tasse di successione, la facoltà di
assumere impegni di fronte al Governo, la riduzione nei viaggi ferroviari, la
dispensa degli studenti di teologia dal servizio militare; inoltre, avrebbe eliminato
le diffidenze di molti benefattori che non riuscivano a spiegarsi quella situazione
anomala.60
Perciò Tirone prese subito l'iniziativa come già aveva fatto il suo
predecessore, E. Manassero,61 incaricando don August Hlond, allora direttore
58 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 14 gennaio 1913 da
Oswiecim.
59 Solo la scuola professionale di Oswiecim aveva prima d'allora ottenuto il
pareggiamento con il decreto del governo di Vienna, datato il 27 luglio 1907. Cfr. ASC, VRC,
vol. II, p. 170; WS 3/4 (1908), p. 65; secondo J. KRAWIEC anche il ginnasio di Vienna nel
1909/1910 aveva ricevuto il pareggiamento statale (op. cit., p. 180).
60 L'elenco complementare dei vantaggi: Cfr. ASC, VRC, vol. II, p. 163; E. CERIA,
Annali..., vol. II, p. 664; ID., vol. Ili, p. 702.
61 Manassero aveva fatto i primi passi nel 1899 per ottenere l'approvazione governativa,
essendo allora a Oswiecim (Cfr. ASC, 3122 (3), la sua lettera a don Caviglia); Cronistoria I, pp.
62-63. Ovviamente, aveva piuttosto carattere informativo la cartolina (Cfr. ASC, 3122 (3), di
Manassero a Durando, datata il 21 gennaio 1903), nella quale raccontava la sua visita al
Governatore di Leopoli con cui aveva parlato, tra l'altro, anche del riconoscimento. Nello
stesso tempo operava don C. Durando, con il quale collaborava Manassero (Cfr. ASC, 3122
(3), la lettera di quest'ultimo indirizzata a Durando, datata il 27 giugno 1903 da Oswiecim), che
dal 1886 al 1903 governò un'ispettoria chiamata Ispettoria Estera d'Ognissanti, la quale
comprendeva, oltre a tante altre case d'Europa, anche Oswiecim (Cfr. EG 1901, p. IV; DBS
114). Probabilmente egli fu l'autore delle due lettere che risalgono al 1900: una indirizzata al
vescovo di Trieste, chiedendogli sostegno (Cfr. ASC, 3122 (3) ); l'altra alla Luogotenenza di
Trieste (Cfr. ASC, 3122 (3) ). Avendo raccolto (Durando) varie notizie, scrisse la lettera, datata
il 21 gennaio 1902 da Lubjana, a don Mosè Veronesi, ispettore veneto, sulle condizioni e sulle
circostanze che portavano all'approvazione (Cfr. ASC, 3122 (3) ). Con grande probabilità si
può affermare che tutti e tre, cioè Manassero, Durando e Veronesi, avessero spinto il Rettor
Maggiore a fare formale domanda presso il governo di Vienna per ricevere il riconoscimento
giuridico. L'aveva scritta il 6 luglio 1903 da Torino (Cfr. ASC, 311 (1) Austria; ASC, VRC,
vol. II, p. 163; E. CERIA, Annali..., vol. Ill, pp. 702-703). A proposito, lo stesso Ceria nel secondo
volume sulla pagina 664 degli Annali della Società Salesiana riferì di due domande dell'anno
1902 e 1904, che non trovano conferma altrove, per non dire che negano i dati di cui sopra.
Quella ri-

2.8 Page 18

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312 Zimniak Stanislaw
a Vienna, di interessarsene a suo nome.62 Questi si rivolse alla fine del 1911 o
all'inizio del 1912 al nuovo arcivescovo di Vienna Nagl,63 chiedendo il suo ap-
poggio presso l'imperatore, in un affare tanto importante per il futuro della Socie-
tà Salesiana, come pure cercava l'appoggio di altri influenti personaggi.64 Questa
volta gli ostacoli, che fino a quel momento avevano impedito l'approvazione,
furono superati. Difatto, Hlond poté trasmettere la tanto sospirata notizia al Rettor
Maggiore, P. Albera,65 con la lettera del Io luglio 1912 da Vienna: «Ho il piacere
di darle la bella notizia, che Sua Maestà l'Imperatore con decreto del 27 giugno
p.p. approvava definitivamente la nostra cara Congregazione nell'Austria e la
costituiva ente giuridico con tutte le prerogative degli ordini religiosi secondo la
nostra legislazione. Delle altre particolarità non tarderemo ad informarla, appe-
na riceviamo il decreto».66
L'ottenuto riconoscimento significò la fine di varie umiliazioni e gravi diffi-
coltà a cui erano stati sottoposti i salesiani, che passarono dallo stato di tolleranza
a quello normale, con pieni diritti. Ciò, senza dubbio, fu un successo che stimolò
il progresso nell'impero.
In questa occasione gli uomini del governo di Vienna avevano espresso il
vivo desiderio, che appartenessero all'ispettoria austro-ungarica tutte le case sale-
siane dell'impero. Si trattava delle case di Trieste, Gorizia e Trento che dipende-
vano sotto ogni aspetto dall'ispettoria veneta. Tirone, per ragioni di cui parleremo
nel quarto punto di questo capitolo, condivideva quel desiderio di Vienna.67
chiesta non aveva ricevuto nessuna risposta per varie ragioni, di cui scrisse Manassero nelle varie
lettere o nei memoriali ai Superiori; tra l'altro, che avrebbero dovuto cambiare il protettore
della Congregazione, il card. Rampolla, che era mal visto a Vienna (Cfr. ASC, 3122 (3), la
lettera al Procuratore Generale, datata il 4 giugno 1907 da Oswiecim); di essere troppo patriot-
tici (Cfr. ASC, 3122 (3), il memoriale, datato il 22 novembre 1907 da Torino); la mancanza di
lavoro nello spirito austriaco (Cfr. ASC, 3122 (3), il memoriale, datato il 21 dicembre 1907 da
Oswiecim); di altri motivi che ostacolavano l'approvazione governativa scrisse E. CERIA (An-
nali..., vol. III, p. 703).
62 Cfr. E. CERIA, Annali..., vol. III, p. 705; J. KRAWIEC, op. cit., p. 183.
63 Quella via fu già suggerita da Luigi Faidutti, il prepósito capitolare di Gorizia, a M.
Rua (Cfr. ASC, 311 (1) Austria, la lettera datata il 15 marzo 1910 da Vienna).
64 Cfr. ASC, 31231 (8), Cronaca Ispettoria Austriaca al 1938.
65 Egli, quando successe a M. Rua, aveva mandato la richiesta, datata il 28 maggio 1911
da Torino, del riconoscimento all'imperatore Francesco Giuseppe (Cfr. ASC, 311 (1)).
66 ASC, 311 (1); considerando questa lettera di Hlond non è accettabile la data dell'ap-
provazione il 12 luglio 1912 che fornisce Cronaca Ispettoria Austriaca (Cfr. ASC, 31231 (8),
Cronaca Ispettoria Austriaca, p. 17). Anche E. CERIA nel secondo volume degli Annali della
Società Salesiana, pagina 664, riferì la data 1911 che è sbagliata; invece nel terzo volume della
sua medesima opera a pagina 705 trasmise la data corretta, aggiungendo vari particolari.
67 Cfr. ASC, 311 (1) Austria, la lettera di Tirone al Rettor Maggiore, datata F8 agosto
1912 da Oswiecim. A proposito vale riportare una frase tratta dalla lettera di Tirone al Rettor

2.9 Page 19

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Don Pietro Tirone Superiore dell' Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
313
Egli avendo ottenuto tale risultato, si adoperò a chiedere, tramite i vescovi
ordinari, il riconoscimento giuridico da parte di tutti i luogotenenti ove erano
aperte le opere salesiane, come pure di ottenere la cittadinanza per se stesso e per
eventuali altri superiori. Tali norme erano previste nel decreto di cui sopra.68
Successivamente scrisse due domande, datate il 25 agosto 1912, una al ve-
scovo di Cracovia, l'altra al vescovo di Przemysl, chiedendo loro di mandare al
luogotenente di Leopoli le richieste del riconoscimento giuridico della Società
Salesiana. La luogotenenza di Leopoli riconobbe il diritto di fondare le case sale-
siane a Oswiecim e a Cracovia con il dispaccio del 6 maggio 1913, in conformità
del decreto imperiale del 27 giugno 1912 e del provvedimento ministeriale del 13
giugno 1858. Con un grande ritardo il luogotenente di Leopoli riconobbe la casa
di Przemysl solo il 18 marzo 1914.69
Così, se avesse dovuto aprire altre case, Tirone avrebbe potuto operare più
tranquillo. Ciò, tuttavia, non significava la fine delle difficoltà con il governo di
Vienna il quale era molto sensibile alle questioni nazionali che, per tanti motivi,
si acuivano.
3. Il nazionalismo e il problema delle lingue
Don Bosco, scrisse G.B. Lemoyne, «anelava a radunare i fanciulli non so-
lamente di Torino e dei dintorni, ma quelli di tutte le nazioni della terra, cristia-
ne e gentili, cattoliche, scismatiche, eretiche, selvaggie ed incivilite e a tutte far
conoscere il vero Dio ed il suo Figliuolo Gesù Cristo. La sua carità non doveva
aver limiti».70
In questo modo si esprimeva il suo spirito universale, volto a tutta la gioven-
tù del mondo. Egli desiderava divenire il buon pastore, come Gesù, solo con una
differenza, che si sarebbe limitato ai giovani di tutti i paesi e di tutti i tempi. Sa-
peva bene, che avrebbe dovuto superare ogni tipo di difficoltà che gli avesse
impedito di raggiungere la sua meta.
I suoi seguaci ne erano consapevoli, perciò evitavano, secondo il mo-
Maggiore: «Anche a questo proposito converrebbe ormai pigliare una risoluzione. Il governo di
Vienna per sé e per mezzo di quel Cardinale arcivescovo manifestò ormai troppo chiaramente i
propri desiderati» (ASC, 3122 Austria, la lettera datata il 22 novembre 1912 da Wernsee).
68 Cfr. ASC, 311 (1); E. CERIA, Annali..., vol. III, p. 705.
69 Cfr. J. KRAWIEC, op. cit., pp. 184-185; ASC, 3122 (3a), la lettera di Tirone a Gusmano,
datata il 20 settembre 1912 da Oswiecim, nella quale menzionò di quelle pratiche; ASC, VRC,
vol. III, p. 53. Si deve aggiungere che con il decreto del 27 giugno 1912 furono riconosciute le
case che si trovavano nelle diocesi di Lubjana e di Trieste in base alle richieste fatte da quei
vescovi tramite i luogotenenti delle province (Cfr. E. CERIA, Annali..., vol. III, p. 705).
70 MB II, p. 46.

2.10 Page 20

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314 Zimniak Stanislaw
dello del loro fondatore, i problemi politici e sociali che avrebbero intralciato il
progresso universale della Congregazione. Ma il periodo in cui la Società di S.
Francesco di Sales cominciò ad espandersi, cioè a fondare le prime opere fuori
d'Italia, fu il momento dell'incessante incremento dei moti nazionali che mirava-
no all'indipendenza.
Di conseguenza, l'atmosfera di quei tempi esigeva particolare attenzione.
D'altra parte, non era possibile un comportamento tiepido di fronte a quelle esi-
genze che sembravano giuste anche ai salesiani. Quindi essi sin dall'inizio rispo-
sero ai giusti diritti delle nazioni particolari, aprendo nei dintorni di Torino alcuni
collegi, rispettando le varie etnie; per i giovani polacchi, a Lombriasco, per i te-
deschi, a Penango e per gli ungheresi a Cavaglià.71 Avevano poi cominciato a
stampare nelle loro lingue il Bollettino Salesiano, che trovava notevole risonanza
nei loro paesi.72
Nondimeno, quelle soluzioni non riuscivano a togliere del tutto gli attriti tra
le varie nazionalità. Il problema divenne, in vista della sua importanza, oggetto
delle discussioni e delle deliberazioni del decimo capitolo generale che si svolse
nel 1904 a Torino. Durante la ventiquattresima seduta i partecipanti avevano pre-
so la seguente risoluzione, a proposito del crescente nazionalismo: «Ancora agli
Ispettori. A mantenere meglio la pace e la tranquillità nelle Case, allontanandone
ogni malumore, impediscano le dispute di nazionalità. Non si vanti mai la pro-
pria nazione con disprezzo delle altre. In tutte c'è del bene e del male».12,
I salesiani, nonostante un atteggiamento imparziale, furono oggetto di sva-
riate accuse, soprattutto da parte del governo prussiano il quale sosteneva che
l'opera di Oswiecim fosse la roccaforte dello spirito polacco e l'educazione sale-
siana favorisse le aspirazioni nazionalistiche dei popoli, chiedendo ai governi
degli altri stati di frenare il progredire di quella Congregazione.74 A questo punto
ci vuole un particolare richiamo alle difficoltà nell'ottenere il riconoscimento
giuridico nell'impero austro-ungarico, a causa del presunto nazionalismo dei
membri della Società Salesiana.
71 Cfr. E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 41; Cronistoria II, p. 1.
72 Cfr. K. SZCZERBA, Preistoria..., p. 45; ID., Don Bosco..., p. 173 (dove scrisse che la tiratu-
ra di «Wiadomosci Salezjanskie» (così si chiamava il Bollettino polacco) ammontava a 25 mila
copie); E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 41.
73 E. CERIA, Annali..., vol. III, p. 554.
74 «Non è certo a caso che una gran figliale dell'ordine avente sua sede principale a Torino,
e IL QUALE si occupa di propaganda polacca, siasi fondata proprio ai confini prussiani...» (ASC,
3122 (3), dalla lettera di Manassero a M. Rua, datata 21 dicembre 1907 da Oswiecim. nella
quale aveva trascritto l'opinione del giornale polacco «Czas», il quale a sua volta l'aveva presa
dal giornale tedesco «Kreutz»); Cfr. 25-lecie dzialalnosci salezjanskiej w Polsce, Mikolów 1923,
pp. 11.24; WS 12 (1898), p. 319; WS 4 (1903), pp. 100. 114.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
315
D'altro lato, le accuse venivano pure dagli stessi polacchi che ritenevano di
essere troppo trascurati sotto questo aspetto.75
In realtà non era possibile appagare i desideri sia dei governi sia delle varie
nazioni, che miravano all'autonomia, senza scapito dell'identità della Congrega-
zione. La Società Salesiana preferiva la fedeltà al suo scopo universale. Tuttavia i
Superiori non potevano sempre agire come volevano. Si sentivano in certo senso
condizionati da quelle circostanze e forse ancor più nella fondazione di opere
nell'Impero degli Asburgo.
Tirone si era già trovato coinvolto in tali questioni; a Foglizzo e successiva-
mente a Lombriasco poteva incontrarsi con rappresentanti di varie nazioni imbe-
vuti di sentimenti nazionali. Però, come testimone oculare di don Bosco, aderì
alla sua idea universale senza riserve, dedicandole tutte le sue capacità; il suo
zelo per la salvezza della gioventù lo mette infatti in evidenza. Tuttavia ebbe
anche il profondo senso delle realtà nella quale lavorava.
Egli poté imbattersi in questi problemi, quando fu nominato direttore e mae-
stro dei novizi a Daszawa, dove fu aperto un noviziato destinato solo ai polacchi,
che, però, divenne unico per l'intera ispettoria austro-ungarica quando nel 1905 fu
eretta. Infatti, là erano inviati quasi tutti i candidati provenienti dalle varie etnie.
Ciò aveva provocato i primi attriti tra novizi, causati non soltanto dal nazionali-
smo, ma anche dal problema delle lingue, che, del resto, era in stretto legame con
il primo. A volte, dietro certi malumori si nascondevano giuste esigenze, per le
quali i giovani cercavano di coltivare le loro aspirazioni, aspettando il tempo più
opportuno per manifestarle esplicitamente.
A Daszawa in maggioranza erano polacchi, perciò la lingua polacca divenne
ufficiale. Ma quello stato di cose non soddisfaceva i candidati degli altri paesi. I
superiori, cioè l'Ispettore Manassero e Tirone, non vedevano però possibile il
noviziato comune in lingua tedesca. L'unica soluzione conveniente era introdurre
l'italiano a patto che il noviziato stesso fosse trasferito a Gorizia, ove l'italiano era
la lingua parlata. Così, pensavano Tirone e l'Ispettore, si sarebbe risolto il pro-
blema della lingua con maggiore soddisfazione di tutti, particolarmente dei tede-
schi, che a malincuore accettavano il polacco.76 Oltre a quei vantaggi, si aggiun-
geva il fatto che Gorizia si trovava nell'impero asburgico; ciò tranquillizzava i
tedeschi e gli austriaci e poi il luogo non era lontano da Torino quanto Daszawa.
Allora, per suggerimento di Tirone, il 2 aprile 1907 fu redatto dall'Ispettore a
Torino un Me-
75 Cfr. ASC, VRC, vol. II, p. 121.
76 Cfr. ASC, 3122 (3), Memoriale sull'ispettoria dei ss. Angeli Custodi (austro-ungarica),
datato il 2 aprile 1907 da Torino.

3.2 Page 22

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316
Zimniak Stanislaw
moriale dedicato a quella delicata questione.77 La proposta fu benvista dal Capi-
tolo Superiore, che appena tre giorni dopo la redazione del memoriale, nel corso
della solita riunione, svoltasi il 5 aprile 1907, l'accettò.78 Purtroppo, quella deci-
sione non poteva essere messa in pratica, poiché ad essa si opponevano i polacchi
che a stento avrebbero accolto il trasferimento del noviziato fuori del loro territo-
rio, ma l'opposizione maggiore venne dall'ambiente di Gorizia.79
Di fronte a queste difficoltà i Superiori si arresero e ritirarono la decisione di
metterlo là; per questo, colsero subito l'occasione per collocarlo in una casa a
Radna, ceduta ai salesiani dal sacerdote sloveno G. Smrekar.80 Nondimeno, la
questione della lingua rimase risolta in modo da non soddisfare almeno la mag-
gior parte.81 Il polacco restò la lingua ufficiale nella casa, come pure durante le
lezioni; benché esistesse la possibilità di ottenere qualche aiuto privato.
Tirone fu coinvolto esercitando le cariche di direttore, maestro dei novizi e
consigliere ispettoriale. Allora non fu responsabile immediatamente dell'anda-
mento delle vicende. Tuttavia, quel coinvolgimento indiretto gli lasciò vedere la
complessità e la delicatezza dei problemi dell'ispettoria austro-ungarica. Quando,
all'improvviso, ne diventò ispettore nel 1911, seppe come sgrovigliarne i proble-
mi per salvare l'identità della Società Salesiana
77 Cfr. ASC, 3122 (3).
78 «È anche accolta favorevolmente in massima la proposta di mettere il noviziato polacco
in Gorizia specialmente perché così si scioglierebbe più facilmente l'ardua questione della lingua»
(ASC, VRC, vol. II, p. 127).
79 «...Polacchi (Confratelli e pubblico) non vedrebbero di buon occhio chi si porti il novizia-
to fuori della Polonia. Gli Italiani, specialmente i massoni ed ebrei, di Trieste farebbero il diavolo
a quattro se vedessero un noviziato polacco-sloveno in Gorizia» (ASC, 3122 (3), Memoriale sulri-
spettoria austriaca, fatto da un confratello a nome dell'ispettore Manassero, nel luglio 1907 a
Torino).
80 Dei condizionamenti e delle circostanze in cui era avvenuto il trasferimento del novi-
ziato da Daszawa a Radna non parla E. Ceria. Scrisse solo così: «Cresciuti di numero, vi stavano
a disagio; quindi nel 1907 passarono a Radna nella Carniola...» (Annali..., vol. III, p. 566); e in
un altro posto: «Ragioni climatiche e morali consigliavano di cercargli una sede migliore. Nel
1907 la Provvidenza dispose che il sacerdote Giovanni Smrekar cedesse ai Salesiani il suo castello
di Radna nella Carniola, in diocesi di Lubiana» (Annali..., vol. III, p. 701); anche J. Krawiec nella
sua opera non ne scrisse, accennò solamente all'insufficienza, all'angustia dei locali (Towar-
zystwo sw. Franciszka Salezego..., p. 178); le medesime ragioni di J. Krawiec notò A. Swida
(Towarzystwo..., p. 84).
81 «...a Radna, col crescere degli individui non polacchi si resterà nell'impossibilità di una
lingua comune. Di fatto non vi si potrebbe imporre né l'italiano né il tedesco né il polacco, e non
sarebbe certamente utile obbligare tutti allo studio dello sloveno perché lingua locale» (ASC, 3122
(3), Memoriale sopra l'ispettoria austriaca degli Angeli Custodi, datato il 21 dicembre 1907 da
Oswiecim); Cfr. Cronistoria II, p. 20; Bollettino Salesiano, 5 (1908), p. 135; ASC, 389 Radna,
Rendiconto dell'Ispettore al Rettor Maggiore per l'anno scolastico 1908-1909.

3.3 Page 23

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Don Pietro Tirone Superiore dell' Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
317
e, nello stesso tempo, favorirne il progresso. Sin dall'inizio dovette districare il
grave problema del noviziato che avrebbe garantito una formazione senza gli
attriti di carattere nazionale e linguistico. Bisognava, anzitutto, trovare il posto
per quelli di lingua tedesca, perché il numero cresceva velocemente e non era più
possibile stare senza far niente di fronte a quell'importante problema. Purtroppo,
non era fattibile trovare per loro un luogo adatto né nell'Austria né nella Baviera
(da dove proveniva la maggior parte dei candidati) a causa della ostilità del go-
verno. Perciò, nel marzo 1912, Tirone si decise ad accogliere la domanda del
vescovo Napotnik di Maribor, che da quattro anni stava aspettando una risposta
affermativa da parte dei salesiani.82
Si trattava di una casa a Verzej nella Slovenia, dove si trovava anche una
piccola minoranza di tedeschi. L'Ispettore, decidendosi ad accettarla, la credeva
una residenza provvisoria, un punto di partenza per altre eventuali case d'Austria
e della Baviera, donde provenivano varie richieste di salesiani. Egli riteneva allo-
ra importante fondare un noviziato per loro nel Pispettoria austro-ungarica che
avocava a sé la responsabilità dello sviluppo della Congregazione nelle terre
germaniche. La prima tappa nel realizzare quel disegno sarebbe stato il trasferi-
mento dei cosiddetti figli di Maria tedeschi, dai quali veniva la maggior parte dei
novizi; successivamente sarebbe seguita l'apertura del noviziato. Quel progetto di
Tirone trovò oppositori sia tra i tedeschi che tra gli sloveni.83 Fece sorgere il ti-
more che avrebbe potuto inasprire la già difficile convivenza tra i candidati pro-
venienti da quei popoli. Gli oppositori erano capeggiati da don A. Guadagnini,
allora direttore a Penango, dove si trovavano i figli di Maria tedeschi. Egli era
sostenuto da don G. Ring.84
Guadagnini era persuaso che si sarebbero dovuti rispettare i desideri dei
confratelli a proposito della scelta del luogo e secondo lui era una cosa inaccetta-
bile costruire la prima opera tedesca in terra slovena, ove, con forte probabilità, i
novizi germanici non si sarebbero trovati a loro agio. Lo afferma questa frase:
«Diese Nachricht wurde mit gemischten Gefühlen aufgenommen. Warum das
schõne Penango verlassen und eìn slovenisches Gebiet
82 Cfr. ASC, 3122 (3), la lettera di Manassero a Gusmano, datata il 2 giugno 1908 da
Oswiecim, con la quale informò i Superiori che lì si sarebbe potuto costruire l'istituto per i
croati, gli ungheresi e gli sloveni esistenti in Italia; E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 47.
83 «D. Zamjen e forse anche don Valcic a Foglizzo debbono fare una parte non troppo buo-
na, specialmente coi loro compagni tedeschi a proposito di questa casa» (ASC, 3122 (3a), la lettera
di Tirone a Manassero del 16 giugno 1912 da Oswiecim).
84 Cfr. ASC, 31231 (8), Cronaca Ispettoria Austriaca al 1938.

3.4 Page 24

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318
Zimniak Stanislaw
űbersiedeln, wo wir doch nicht dauernd bleiben kònnen, und vielleicht nicht ein-
mal willkommene Gàste sein ver den». 85
Invece Tirone riteneva che in realtà il problema non sarebbe stato così grave
se i nostri confratelli fossero stati più prudenti;86 d'altra parte, non escludeva che
certi dubbi di Guadagnini fossero senza ragione; solo che, secondo lui, da religio-
si ci si sarebbe dovuto aspettare un atteggiamento più comprensivo. Ma non di-
mentichiamo, che il presunto spirito nazionale dei salesiani era malvisto sia dal
governo centrale di Vienna sia dai luogotenenti, dove essi lavoravano. Egli rite-
neva, però, che tutto questo fosse un rischio da correre, sempre per il bene dei
giovani e lo sviluppo della Congregazione. Inoltre sottolineava che si trattava di
una casa precaria, di una soluzione provvisoria; del resto, non era possibile allora
entrarre nella Baviera, perché il governo non lo permetteva e le domande che
venivano dai luoghi vicini alla Baviera erano inaccettabili.87
Le ragioni di Tirone convinsero i Superiori che acconsentirono al trasferi-
mento dei figli di Maria tedeschi, che nel 1912 si trovavano a Penango. Insieme
con loro fu mandato Guadagnini, che rimase un po' sorpreso dell'accoglienza da
parte della popolazione, come pure da parte del vescovo.88
Nell'anno successivo là fu aperto anche il noviziato per i tedeschi, che era
molto necessario e desiderato dall'ispettore.
85 50 Jahre Studienheim Maria-Hilf Unterwaltersdorf, für den Inhalt verantwortlich: P.
Hornauer SDB, Linz 1964, p. 14; Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Guadagnini al Rettor Mag-
giore, P. Albera, datata il 21 ottobre 1912 da Lubiana, nella quale era scritto tra l'altro: «L'Istitu-
to non sorge in terra ove si parla la lingua tedesca, ma tutto ivi e nella regione circostante è slove-
no; anzi ferve l'odio fra le due nazionalità; ciò mi fu ripetuto da molti». La frase citata fu la risposta
alle convinzioni di Tirone che espresse prima e le ripetè nella lettera a Gusmano, datata il 27 VII
1912 da Radna, così difendendosi: «Questo poi che Warnsee (Verzej) si trovi in terra slovena
(dove però l'elemento tedesco si trova ben rappresentato) non ho mai nascosto a nessuno né al
Capitolo Superiore né a Guadagnini» (ASC, 3122 (3a) ). A proposito di questo problema Tirone
nella sua opera così scrisse: «Essendo questa regione totalmente Slovena, non furono ricevuti
entusiasticamente, ma anche non ci furono aperte opposizioni» (Cronistoria II, p. 23); come pure
Cfr. E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 47.
86 «Quanto alla questione nazionale se i nostri non provocheranno e saranno prudenti non c'è
motivo di temere» (ASC, 3122 (3a), la lettera di Tirone a Manassero, datata il 16 giugno 1912
da Oswiecim).
87 Cfr. ASC, VRC, vol. III, p. 1.
88 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Guadagnini, datata il 20 dicembre 1912 da Verzej; in-
vece Tirone scrisse la lettera al Rettor Maggiore, datata il 22 novembre 1912 da Verzej (Wer-
nsee), descrivendo l'atmosfera, con la quale furono accolti: «...il nuovo istituto non era sloveno,
ma tedesco, né nel vescovo, né nel clero, né nella popolazione non vi fu e non vi è né antipatia, né
freddezza, ma affezione, apprezzamento e stima... Il Vescovo di Marburg quel giorno era addirittu-
ra fuori di sé per la gioia... Tanta cordialità e benevolenza del Vescovo servì persino a dare un
pò ' di coraggio a don Guadagnini che cominciò a persuadersi che anche in mezzo a questa gente è
possibile vivere» (ASC, 3122 (4) ).

3.5 Page 25

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Don Pietro Tirone Superiore dell’ Iespettoria Austro-Ungarica (1911-1919) 319
Ma gli scontri tra Guadagnini e l'Ispettore non finirono. Essi si accesero nel
1913 e sempre toccavano lo stesso argomento, vale a dire, il problema della na-
zionalità. Guadagnini accusava Tirone di favorire fin troppo i polacchi, i quali,
poi, non erano benevoli, secondo lui, verso i tedeschi.89 Si trattava in particolare
dei rappresentanti dell'ispettoria nel consiglio ispettorale, in cui, dopo il ritiro da
esso di don Caggese e il suo ritorno in Italia, rimasero solo polacchi. Guadagnini
era candidato al suo posto. Però, Tirone, per la sua esagerata sensibilità di fronte
alla questione nazionale, non lo voleva accettare come consigliere.90 E così av-
venne. Ma anche in quel continuo scontro di idee, Tirone cercò di attenuare i
problemi, già gravi a causa degli eventi prebellici, mettendo in evidenza lo scopo
principale della Società Salesiana, che esigeva il superamento di ogni specie d'e-
sagerato nazionalismo.
D'altro lato, non era tiepido di fronte a quelle esigenze. Egli era persuaso
che, senza occuparsi tanto delle questioni di carattere piuttosto sfavorevoli al
bene della Congregazione, ci si poteva districare in quei problemi attraverso un
personale adatto, cioè quello nazionale, che i Superiori, senza tanto preoccuparsi,
mandavano a proprio beneplacito dove volevano. Ciò, a suo avviso, non serviva
al vero bene della Società Salesiana. Perché, al primo posto, si sarebbe dovuto
fondare le case e coltivarle là, donde provenivano le vocazioni, rinforzando lo
slancio di quei confratelli, e poi pensare alle missioni.91 Le sue ininterrotte richie-
ste di personale nazionale erano motivate dalle condizioni in cui si trovava.
In proposito il 20 luglio 1913 scrisse di nuovo al Segretario del Capito-
89 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Guadagnini al Rettor Maggiore, P. Albera, che porta
la data l'8 novembre 1913 da Verzej (Wernsee).
90 «L'entrata di don Guadagnini in Consiglio credo che manderebbe in fumo tutti i nostri
sforzi. A me pare che egli abbia idee separatiste tali da non poter stare al paragone con lui nessun
di questa Ispettoria, né polacco, né tedesco, né sloveno». A proposito del consiglio aggiunse
ancora: «...perché il Consiglio non è un parlamento dove i Confratelli debbano essere rappresenta-
ti per regione o nazione. Del resto i tedeschi sono abbastanza bene rappresentati dal Direttore di
Vienna» (ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 12 novembre 1913 da Szen-
tkereszt).
91 «Mi pare che il Capitolo dovrebbe considerare le case di tal elemento come case cui deve
provvedere esso il personale come fece pei polacchi; finché non potrò avere tedeschi e sloveni educa-
ti qui. Mi si dirà che bisogna provvedere le missioni; ed io sono d'accordo, ma se non si provvedono
queste case ove essi (tedeschi e sloveni) si formano, fra breve non se ne avranno più né per le mis-
sioni, né per noi» (ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 7 luglio 1913 da
Oswiecim). A proposito del personale per le case slovene e tedesche Tirone chiese già prima dei
confratelli sia tedeschi che sloveni, che stavano lavorando nell'Italia o erano mandati nelle mis-
sioni. Cfr. ASC, 3122 (3a), le lettere di Tirone a Gusmano, datate: 1) il 27 luglio 1912 da Radi-
la; 2) il 21 settembre 1912 da Oswiecim; 3) il 6 ottobre 1912 da Radna; 4) il 29 luglio 1914 da
Radna; come pure il suo memoriale, che porta la data il 27 maggio 1913 da Torino.

3.6 Page 26

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320 Zimniak Stanislaw
lo Superiore, Gusmano, e un po' irritato dalla mancanza di comprensione, in que-
sto modo: «Vogliamo considerare le condizioni speciali di quest' Ispettoria che
ha da fare con tanti popoli diversi di origine e di lingua per cui in molti casi mi è
impossìbile assegnare i confratelli dì una nazione cale case di altra nazione...».91
Qualche mese prima dello scoppio della prima guerra mondiale notava che
le questioni di nazionalità si erano talmente inasprite da entrare dappertutto, mi-
nacciando il vero spirito religioso.93
Purtroppo, gli anni di guerra perpetuarono quello stato di convivenza tra di-
versi popoli in un'unica ispettoria e resero ancor più difficile il problema delle
lingue. Perciò, Tirone, dopo la guerra, reagì molto vivacemente, esigendo che i
Superiori rispettassero il diritto di lavorare all'inizio nella propria patria e sugge-
rendo la necessità della divisione dell'ispettoria austro-ungarica.94 Egli sentiva
infatti che si sarebbe messa in pericolo l'universalità di don Bosco, se non si vo-
leva rendere conto dello stato d'animo dei confratelli che a causa della feroce
guerra erano divenuti ancora più accaniti difensori dei loro sentimenti nazionali e
più sensibili ai propri diritti. Quindi l'Ispettore Tirone volendo salvare la minac-
ciata universalità della Congregazione, mirava al riconoscimento di quei senti-
menti, sapendo bene che non era sempre possibile superarli.
4. L'appartenenza delle case italiane esistenti nell'impero austro-ungarico
Nell'impero austro-ungarico si trovavano case salesiane che non facevano
parte della nuova ispettoria austro-ungarica, eretta nel 1905; si trattava delle case
di Gorizia, di Trento e di Trieste. Avvenne così, perché esse erano considerate dal
Capitolo Superiore come case italiane e perciò continuavano ad appartenere all'i-
spettoria veneta. Ciò non era benvisto dal governo di Vienna, sin dall'inizio del-
l'erezione, ed impediva il riconoscimento giuridico della Società Salesiana nel-
l'impero,95 come pure gli altri contatti con le autorità statali.
Quindi, Tirone si adoperava per toglierle dall'ispettoria veneta, tanto più che
il governo, in occasione dell'approvazione, aveva espresso il deside-
92 ASC, 3122 (5).
93 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 30 aprile 1914 da Oswie-
cim.
94 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano dell'8 settembre 1919 da Oswiecim;
ASC, 31231 (8), Cronaca Ispettoria Austriaca al 1938, p. 9.
95 Cfr. J. KRAWIEC, op. cit., p. 175; A. SWIDA, Towarzystwo..., p. 81.

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
321
rio di annettere le sunnominate case all'ispettoria austro-ungarica.96 Egli propo-
neva ai Superiori due possibilità per risolvere la difficile questione: incorporare
quelle case all'ispettoria austro-ungarica o formare un'Ispettoria a sé stante, come
era stato fatto, a suo tempo, per l'Inghilterra e il Belgio. Ma i suoi desideri non
collimavano tanto con quelli dei Superiori. Perciò, essi dilazionavano la decisio-
ne, rispondendo a Tirone: «In quanto a mettere sotto l'Ispettore Austriaco tutte le
case dell'Impero Austriaco si vedrà in avanti».91
È difficile sapere se il Capitolo Superiore, dando tale risposta all'ispettore
austro-ungarico, esprimesse le proprie convinzioni o temesse le opinioni dei con-
fratelli italiani. Infatti, erano condizionati da ciò che avrebbero potuto dire i con-
fratelli italiani, se essi avessero ceduto.98
Egli, provando personalmente sul posto le difficoltà che derivavano da quel-
lo stato di cose, premeva ininterrottamente sui Superiori. Scrisse il 22 novembre
1912 da Verzej, aggiungendo a proposito la lettera indirizzata al Rettor Maggiore,
in cui così giustificava la sua proposta: «E riguardo al passaggio delle case ita-
liane dell'Austria a questa Ispettoria o alla formazione di un'Ispettoria a parte,
che cosa c'è di nuovo? Anche a questo proposito converrebbe ormai pigliare una
risoluzione. Il governo di Vienna per sé e per mezzo di quel Cardinale arcivesco-
vo manifestò ormai troppo chiaramente i propri desiderati; mi pare che non con-
venga mostrarci cosi gretti e obbligarlo a tornare più fortemente sull'argomento.
Andiamo sempre rispondendo a chi ci attacca che noi non facciamo politica, che
la nostra politica è il Vangelo, e la salute delle anime, specie della gioventù,
ovunque si trovano».99
Dalle suddette parole trapela il suo spirito che cercava di prevalere sugli in-
teressi e sui sentimenti nazionali, i quali sovente ostacolavano i buoni rapporti
con il governo, rapporti che servivano a divulgare le nuove opere, per il bene dei
giovani. Nella stessa lettera aggiungeva: allora, per che cosa si diede quel titolo
all'ispettoria austro-ungarica, se essa in realtà non può abbracciare tutte le case
dell'impero asburgico?
Nel 1913 i Superiori sembravano essere più disponibili alle istanze di Tirone
ed alle sue indicazioni concernenti il passaggio delle case italiane dall’ispettoria
veneta a quella austro-ungarica.100 Ma questa disponibilità dei
96 Cfr. E. CERIA, Annali..., vol. III, p. 705.
97 ASC, VRC, vol. III, p. 39.
98 Cfr. ASC, VRC, vol. III, p. 41.
99 ASC, 3122 (4).
100 Ciò trasparisce dalle considerazioni del Capitolo Superiore, svolto il 26 maggio 1913
(Cfr. ASC, VRC, vol. Ili, p. 60); come pure dalla lettera di Tirone a Gusmano, datata il 12
novembre 1913 da Szentkereszt, nella quale così si espresse: «...Se poi, in un tempo piuttosto
pros-

3.8 Page 28

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322
Zimniak Stanislaw
Superiori alla soluzione di Tirone fu frenata dagli eventi bellici, causati dallo
scoppio della prima guerra mondiale. Anch'egli non insistette come prima, solo
espresse nella lettera a Gusmano del 13 maggio 1915 una giusta preoccupazione
per le case italiane che, nel caso di una dichiarazione di guerra da parte dell'Italia
all'impero degli Ausburgo, si sarebbero trovate in una situazione molto grave.101
Tirone si arrese perché riteneva che gli avvenimenti bellici rendevano inattuale il
problema. D'altronde, i Superiori, non aggregando quelle case all'ispettoria au-
stro-ungarica, dovevano raccomandargli la cura di esse, che a lui tornava più
facile. Lo deduciamo dai rapporti o dalle lettere ai Superiori che, oltre a tante
altre cose, toccavano lo stato di quelle opere.102
Tirone di fronte a quella questione così delicata si manifestò come colui che
cercava di far prevalere sui sentimenti nazionali ragioni di grado più elevato, cioè
il bene dei giovani e della Congregazione. In ciò consisteva e si esprimeva il suo
attaccamento a don Bosco.
III. Il consolidamento dell'Ispettoria Austro-Ungarica
1. L'apertura di case
Dapprima tratterò dell'apertura di case anteriormente alla prima guerra
mondiale o negli anni di guerra. Mi occuperò poi di opere fondate nel periodo
postbellico. Infine, offrirò un po' di spazio alle domande procrastinate, non rea-
lizzate o rifiutate.
Naturalmente, non presenterò in modo esauriente l'andamento delle opere,
poiché se ne occuparono in larga misura E. CERIA (Annali..., vol. II e III), A.
SWIDA (Ks. Piotr Tirone; Towarzystwo salezjanskie. Rys historyczny) e J.
KRAWIEC (Towarzystwo sw. Franciszka Salezego oraz jego organizacja w Pol-
sce).
Vorrei fermarmi su quei punti che sottolineano il personale coinvolgimento
di Tirone più che altrove. Vale la pena ricordare il fatto che egli nella
simo, verranno unite a quest'Ispettoria le case italiane che si trovano in Austria...» (ASC, 3122
(5)).
101 Cfr. ASC, 3122 (5).
102 Cfr. ASC, 3122 (5), il rapporto dello stato dell'ispettoria austro-ungarica di Tirone al
Rettor Maggiore che porta la data il 4 novembre 1915; ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al
Rettor Maggiore P. Albera, datata il 7 dicembre 1915 da Oswiecim; ASC, 3122 (5), la lettera di
Tirone a Gusmano, datata il 27 marzo 1916 da Vienna; ASC, 3122 (5), il rapporto dello stato
dell'ispettoria di Tirone a Gusmano, datato il 22 luglio 1916 da Unterwaltersdorf.

3.9 Page 29

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
323
seconda metà del 1915 a causa degli eventi bellici aveva ricevuto dal Rettor
Maggiore speciali facoltà, che gli permettevano di essere più libero nei riguardi
dell'accettazione delle nuove opere, il che normalmente non poteva fare.103
La prima casa aperta nell'ottobre del 1912 per opera di Tirone fu Verzej. Si
può affermare che le prime domande per l'apertura di quell'istituto salesiano per i
giovani risulgono al 1908; 104 per mancanza di personale adatto i salesiani dovet-
tero astenersi dall'accettarla.
In quel periodo Tirone era a Radna dove esercitava la carica di direttore e
maestro dei novizi; nel contempo, svolgeva il ruolo di consigliere ispettoriale.
Quindi, sapeva di quelle domande e quando venne alla ribalta la necessità di
costruire qualcosa per i tedeschi nell'ispettoria austro-ungarica, egli, essendo
ispettore, decise di approfittare del ripetersi della richiesta, venuta anche da parte
del vescovo di Maribor, per collocare lì i figli di Maria tedeschi, nel 1912.105 Essi
rimasero solo tre anni e poi furono trasferiti a Unterwaltersdorf.
Nel 1913 l'ispettore Tirone aprì a Verzej il noviziato per i tedeschi, ag-
103 «Col consenso del suo Consiglio e coll'approvazione del Capitolo Superiore l'Ispettore
potrà accettare ed aprire nuove Case nella sua Ispettoria, purché vi siano mezzi sufficienti e perso-
nale adatto, e si osservino le prescrizioni indicate al Capo X delle Costituzioni» (Regolamento per
gli ispettori della Pia Società di S. Francesco di Sales, Torino 1906, p. 7); «...è che egli li esercita
per delega del Rettor maggiore e del capitolo superiore da cui è inviato e davanti a cui unicamente
è responsabile...» (G. RAINERI, La comunità ispettoriale salesiana, in «Colloqui sulla vita salesia-
na», Torino-Leumann 1973, p. 56); «Le facoltà dell'ispettore sono quasi tutte legate al consenso
del capitolo superiore e del Rettor maggiore, di cui deve riconoscere e far riconoscere l'autorità»
(G. RAINERI, op. cit., p. 62).
104 Cfr. ASC, 3122 (3), le lettere di Manassero: Puna a Gusmano, datata il 2 giugno 1908
da Oswiecim e l'altra al Rettor Maggiore M. Rua, datata il 18 dicembre 1908 da Oswiecim;
ASC, 329 Verzej, Manoscritto, in cui sta scritto che un certo professore nel seminario vescovile
Francesco Kovacic «...scrisse una terza volta il 21 ottobre 1908 al Signor Don Rua facendo rileva-
re il gran bene che l'Istituto avrebbe potuto fare in quella regione...»; ma, purtroppo, non aveva
fatto neanche un cenno quando scrisse per la prima volta.
105 «Entra don Tirone Pietro espone: propone quindi di trasferire là il Collegio dei Tedeschi
attualmente a Penango» (ASC, VRC, vol. III, p. 18, ciò ebbe luogo nel corso della riunione del
Capitolo Superiore, tenuto il 29 marzo 1912; quanto all'apertura cfr. EG 1913, p. 73). A propo-
sito, Tirone non menzionò neppure una volta che là si sarebbe dovuta aprire la scuola agricola
secondo il desiderio della popolazione di cui ricordò Guadagnini (Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera
al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 21 ottobre 1912 da Lubiana) e E. CERIA (Annali..., vol.
IV, pp. 47-48). D'altro lato non si può supporre che non sapesse nulla di ciò. Preferiva tacere del
suo importante disegno. Probabilmente, non agiva solo secondo il suo progetto, godeva anche
l'appoggio del vescovo M. Napotnik e dei Superiori che gli diedero pieno sostegno. Vale accen-
nare che il bollettino polacco («Wiadomosci Salezjanskie»), dando la notizia dell'apertura di
quella casa, non riferì per quale scopo fosse stata aperta (Cfr. WS 11 (1912), p. 301.

3.10 Page 30

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324
Zimniak Stanislaw
giungendo qualche sloveno e ungherese.106 Il soggiorno dei tedeschi là avrebbe
dovuto essere transitorio, secondo i disegni di Tirone. Perciò, egli cercava una
casa nelle terre germaniche. Trovandosi tale casa a Unterwaltersdorf (Austria),
faceva tutto il possibile per prepararla a tale fine. Lo scoppio della prima guerra
mondiale fece fallire il suo piano. Cosicché i novizi tedeschi vi furono portati
solo nel 1919, per un anno.107
Per soddisfare gli sloveni Tirone trovò a Wernsee (Verzej) nel 1913 il posto
ai figli di Maria sloveni. Essi, a causa della guerra, dovevano essere dimessi per
l'anno 1916-1917 e successivamente trovarono l'alloggio per l'anno 1917-1918 a
Radna.108 L'ispettore Tirone poteva destinare Verzej ai soli sloveni nell'anno
1919.
Da tempo poi venivano domande dall'Ungheria; però i Superiori ricusavano
di accoglierle a causa della mancanza di personale adatto. Ci voleva, appunto, un
ispettore come Tirone che avesse il coraggio di cominciare un'opera nuova
nonostante le difficoltà insorgenti. Il suo sogno era di entrare a Budapest e di là
espandere Fattività salesiana in altre parti di quel paese. Ma si dichiarò pronto ad
accettare la richiesta del Primate d'Ungheria G. Czernoch che nel 1912 aveva
proposto il santuario di Szentkereszt anziché qualcosa a Budapest, per non fargli
dispiacere e non perdere il suo sostegno nel futuro.109 Egli chiedeva ai Superiori
di collocarvi i figli di Maria ungheresi, che stavano a Cavaglià, per poter sul
posto preparare il personale nazionale; fece anche capire, per quanto riguardava
la nomina del direttore, che don Walland non era stato benvisto, perché
sloveno.110 La casa di Szentkereszt fu aperta nell'ottobre del 1913, dando inizio
ad altre succes-
106 Cfr. ASc, VRC, vol. Ill, pp. 59-60; ASC, 329 Verzej, Manoscritto; ASC, 3122 (4), la
lettera di Guadagnali al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 4 agosto 1913 da Verzej;
Cronistoria II, p. 23; ASC, 31231 (8), Ispettoria austriaca degli Angeli Custodi (Cronaca), p. 4.
107 Cfr. ASC, 31231 (8), Cronaca Ispettoria Austriaca al 1938, p. 8.
108 Cfr. ASC, 329 Verzej, Manoscritto.
109 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 5 agosto 1913 da
Vienna.
110 A proposito di chi trasferire: Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano,
datata il 27 settembre da Oswiecim; ASC, 31231 (8), Cronaca Ispettoria Austriaca al 1938; WS
3 (1914), p. 79; E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 43. Per quanto riguarda il problema del
direttore: «La ragione principale è che don Walland è sloveno ed in Ungheria gli sloveni non sono
ben visti... e per non richiedere da lui un sacrificio troppo grande e per non danneggiare l'opera
nostra non può fare da pietra angolare» (ASC, 3122 (3a), la lettera di Tirone a Gusmano, che
porta la data il 16 ottobre 1912 da Oswiecim); Cfr. la prima lettera di Tirone citata sopra, come
pure: ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 5 ottobre 1913 da Oswiecim; ma,
nonostante quelle osservazioni Walland fu nominato primo direttore di quella casa, il che, di
fatto, non si rivelò molto favorevole ad essa (Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano.
datata il 30 agosto 1914 s.l.).

4 Pages 31-40

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
325
sive opere, che si sarebbero sviluppate per mezzo del personale nazionale. Ciò,
però, avvenne solo nel periodo postbellico.
Intanto, candidati al noviziato, che venivano dai figli di Maria ungheresi,
erano messi insieme con i tedeschi a Wernsee. La guerra, purtroppo, aveva fatto
sì che non potevano stare più insieme. Perciò, l'ispettore affittò, nel luglio, o un
po' prima, del 1916, un palazzo a Magyorós, in vicinanza di Szentkereszt, ove li
collocò nell'agosto, aggiungendo pure i chierici ungheresi.111 La casa di
Maggoros non era diventata a sé stante, apparteneva a quella di Szentkereszt 112 e
forse per quel motivo non ne fa menzione né E. Ceria nei suoi Annali né A.
Swida; invece J. Krawiec accennò che fu aperto il noviziato a Szentkereszt, non
facendo nessun riferimento a Magyorós.113
Le sorti di quella casa durante la guerra furono simili a quelle di altre case,
cioè soffrì tutto quello che portano gli eventi bellici; ma, il momento più duro si
ebbe durante il governo comunista nel 1919, quando la casa non poté svolgere
nessuna attività; anzi praticamente fu chiusa.114
Ho già detto che Tirone si sforzava di trovare una casa per gli aspiranti e i
novizi tedeschi e per gli austriaci, in terra germanica. Finalmente riuscì a trovare
un posto vicino a Vienna, chiamato Unterwaltersdorf. Perciò, subito scrisse una
lettera a Gusmano il 30 dicembre 1913 da Vienna, nella quale chiedeva il
permesso di poter aprire la nuova casa per i tedeschi, informandolo che la
proposta di Graz era inaccettabile a causa del sostentamento materiale.115 Lo
venne a sapere Guadagnini, direttore a Verzej, che si oppo-
111 La prima traccia di tale soluzione la troviamo nella lettera di Tirone a Gusmano, che
porta la data il 22 luglio 1916 da Unterwaltersdorf (Cfr. ASC, 3122 (5) ). Cfr. ASC, 3122 (4), la
lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 22 agosto 1916 da Vienna, nella quale
scrisse che un certo sabato furono sistemati colà i novizi e i chierici ungheresi. A proposito dei
motivi che lo spinsero a quel passo: Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore
P. Albera, che porta la data 11 dicembre 1916 da Oswiecim.
112 «Io invece sono in viaggio per Szentkereszt per farvi la vestizione di 10 novizi
ungheresi il Io novembre p.v. I novizi ungheresi non sono a Szentkereszt, ma a Maggoros che è una
piccola località appartenente alla nostra parrocchia di Szentkereszt. Stante il numero e la qualità
del personale di cui potevo disporre combinai che Szentkereszt e Maggoros formassero una casa
sola sotto un solo direttore D. Plywaczyk, ed un solo capitolo i cui membri stanno parte nell'una
parte nell'altra casa» (ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 27 ottobre 1916
da Vienna).
113 Cfr. J. KRAWIEC, op. cit., p. 193.
114 «Dalle case d'Ungheria non abbiamo particolari notizie. Solo sappiamo che le case ed i
terreni furono confiscati ed i confratelli dispersi, si dovettero provvisoriamente ritirare nelle loro
famiglie. A Szentkereszt rimasero due soli sacerdoti a custodia della chiesa» (ASC, 3122 (5), la
lettera di G. Scaparone a Gusmano, datata il 10 agosto 1919 da Oswiecim); E. CERIA, Annali...,
vol. IV, p. 45.
115 Cfr. ASC, 3122 (5); a proposito di Graz, Tirone era incline ad accettare la proposta
che veniva da lì. Ciò si deduce dalle considerazioni del Capitolo Superiore tenuto il 26 maggio
1913 (Cfr. ASC, VRC, vol. Ili, p. 61); WS 4 (1914), p. 110.

4.2 Page 32

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326
Zimniak Stanislaw
neva a quella scelta di Tirone, perché la località era assai lontana dalla Baviera e
dalla Germania.116 L'ispettore rispose a quelle sue obiezioni, che cercava il posto
per loro in Tirólo, nella diocesi di Linz e altrove; e del resto, prima di decidersi
ad accettare Unterwaltersdorf, ne aveva parlato con lui, che aveva detto d'essere
d'accordo.117 Tuttavia, i Superiori diedero ragione a Tirone che già nella primave-
ra del 1914 poteva cominciare a costruirvi l'edificio.
I suoi progetti erano cambiati poi a causa della guerra, cioè anziché metter lì
i figli di Maria tedeschi, il 14 novembre 1914 vi furono sistemati i confratelli
polacchi, un gruppo di chierici e dei giovani polacchi venuti dalla scuola di O-
swiecim, ove i locali erano occupati dall'ospedale militare.118 Ciò durò un anno,
finché i giovani poterono ritornare a Oswiecim.
Siccome non era possibile mandare i chierici in Italia per studiare teologia,
come prima, nel luglio 1915 l'ispettore si decise di raccogliere ivi tutti i chierici
della sua ispettoria, che avevano finito filosofia, per studiare teologia; 119 un anno
dopo furono trasferiti a Oswiecim.
Nel 1915 giunsero a Unterwaltersdorf i figli di Maria tedeschi da Ver-
116 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Guadagnini al Rettor Maggiore P. Albera, datata il
IO gennaio 1914 da Wernsee.
117 «...ma anche lui venne alla conclusione che non rimaneva altro che Unterwaltersdorf.
Ora le lagnanze fatte a Torino contro questa fondazione, dopo tutto ciò, mi paiono affatto irragio-
nevoli» (ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, che porta la data 22 gennaio 1914 da
Oswiecim). Guadagnini si sottomise a quella scelta di Tirone nel febbraio dello stesso anno
(Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 24 febbraio 1914 da Oswiecim).
Quei contrasti rispecchiano due posizioni diverse nei riguardi della nazionalità. Guadagnini si
manifestava molto radicale, mentre Tirone cercava di capire bene la realtà dell'impero asburgi-
co per poter gettare in modo abile le radici della Società Salesiana in ogni popolo di quell'im-
pero.
118 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di G. Michalski a Gusmano, datata il 14 agosto 1914 da
Oswiecim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, che porta la data
22 agosto 1914 da Wola Justowska; ASC, 31231 (8), Cronaca Ispettoria Austriaca 1938, p. 21;
E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 49. A proposito di quel trasferimento si deve fare una precisazio-
ne e cioè che Tirone in un primo momento si era recato con loro a Vienna; ma l'elevato costo
del mantenimento fece cambiare il posto e venne scelto Unterwaltersdorf (Cfr. ASC, 3122 (5),
la lettera di Tirone a Gusmano del 21 novembre 1914 da Unterwaltersdorf).
119 «...il Capitolo gen. deliberava: che gli studenti regolari di teologia siano sotto l'occhio vi-
gile e alla dipendenza immediata del Cap. Sup. che a questi studentati siano mandati gli studenti
di teologia non trattenuti nelle singole Ispettorie da gravi esigenze di servizio che questi studenti
siano mantenuti dalle singole Ispettorie a cui appartengono» (ASC, VRC, vol. III, p. 108; tutto
quello era solo ricordato nel corso della seduta del Capitolo Superiore tenuta il 7 gennaio
1914). A proposito della fondazione dello studentato teologico a Unterwaltersdorf: Cfr. ASC,
3122 (5), la lettera di Ring a Gusmano, datata il 7 luglio 1915 da Unterwaltersdorf; ASC, 3122
(4), la lettera di T. Kopa al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 28 luglio 1915 da Mareggia;
ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore, datata il 29 luglio 1915 da Unterwalter-
sdorf.

4.3 Page 33

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
327
zej, ai quali nel 1919 per opera di Tirone furono aggregati i novizi tedeschi e lo
studentato tedesco; e così si poté realizzare il suo originario disegno.120
Nonostante la guerra, Tirone si preoccupò molto quando nel marzo 1916 ri-
cevette da Mons. Otto Hergenrõther da Würzburg la richiesta di accogliere ivi un
istituto; si trattava di un ospizio di arte e mestieri.121 Egli redasse subito una lette-
ra al Rettor Maggiore P. Albera nella quale presentava la richiesta, manifestando
il suo fine e in un'altra, indirizzata a Gusmano, aggiunse che August Hlond a-
vrebbe fatto sapere le condizioni poste.122
La domanda divenne oggetto della riunione del Capitolo Superiore il 25 a-
prile 1916, nel corso della quale si permise a Tirone di aprire quella casa quando
avesse ritenuto opportuno.123 Ricevuto il permesso dai Superiori, si adoperò per
entrarvi quanto prima, poiché gli stava tanto a cuore; dopo breve tempo poté
scrivere con una certa vivacità a Gusmano: «La casa di Würzburg viene aperta il
1 dicembre. Sono arrivati tutti i permessi. Deo gratias! Don Bosco benedica!»)124
Gli eventi bellici dell'anno 1916 resero Radna, dove si trovavano il noviziato
e lo studentato anche per i polacchi, molto difficile da raggiungere per loro; per-
ciò Tirone, non volendo perdere i nuovi candidati polacchi e per non avere due
noviziati, si preoccupò di trovare una casa vicino ad Oswiecim.125 Dopo tante
ricerche, trovò una casa a Pleszów, situata a circa
120 «Per i motivi che già sai non potevamo più tenere il noviziato tedesco a Wernsee; sicco-
me ad Amstetten non vi è ancora il fabbricato e gli altri nostri progetti pel noviziato tedesco andaro-
no a monte; abbiamo messo questo a Unterwaltersdorf e anche di esso chiedo l'erezione» (ASC,
3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 16 settembre 1919 da Oswiecim; a proposito:
Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 4 novembre 1919 da Oswiecim.
121 Cfr. ASC, 38 Würzburg, la lettera di Otto Hergenrõther, Canonico Capitolare, Vice-
presidente della Società di Protezione, al Rev. Provinciale dei Salesiani ad Oswiecim, datata 8
marzo 1916 da Würzburg, E. Ceria, invece, riferì che quella volta l'invito venne da Mons.
Sthaler, presidente diocesano delle Associazioni giovanili operaie (Annali..., vol. IV, p. 54). A
proposito di Würzburg si deve ricordare che la prima proposta risale al 1911 (Cfr. ASC, 38
Würzburg, la lettera di Alfredo Winterstein al Rev. Signore (probabilmente si tratta del Rettor
Maggiore), datata il 25 maggio 1911 da Würzburg; E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 54).
122 Cfr. ASC, 3122 (4) (la lettera indirizzata al Rettor Maggiore, portava la data del 6
marzo 1916 da Oswiecim); ASC, 3122 (5) (la lettera a Gusmano, datata il 27 marzo 1916 da
Vienna).
123 Cfr. ASC, VRC, vol. III, p. 224.
124 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera datata il 27 ottobre 1916 da Vienna, nella quale riferì
che i più accaniti contro l'entrata dei salesiani furono i liberali e i socialisti. A proposito del
grande interesse di Tirone circa l'apertura di quella casa: Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tiro-
ne a Gusmano, datata il Io giugno 1916 da Vienna; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gu-
smano, datata il 22 luglio 1916 da Unterwaltersdorf; ASC, 3122 (4) la lettera di Tirone al Ret-
tor Maggiore P. Albera, che porta la data 22 agosto 1916 da Vienna.
125 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 1o giugno 1916 da Vien-
na; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 22 luglio 1916 da Unterwalter-

4.4 Page 34

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328 Zimniak Stanislaw
12 km da Cracovia, dove mise nel settembre 1916 27 novizi e 25 chierici,126
assicurando in quel modo la continuità della formazione dei nuovi salesiani;
davanti ai quali si apriranno, già sul finire della prima guerra mondiale, numerose
possibilità di lavoro nello spirito di don Bosco.
Nella primavera del 1918 Tirone trattava con il vescovo di Cracovia A.
Sapieha127 la possibilità di accettare la parrocchia 128 spinto anche dal fatto che in
vicinanza poteva acquistare un palazzo, dove pensava di collocare lo studentato
filosofico di Pleszów. Perciò, si rivolse al vescovo di Cracovia chiedendogli il
permesso di aprire ivi le due case. Ne ricevette risposta affermativa. Il vescovo A.
Sapieha con decreto del Io luglio 1918 autorizzò la fondazione: 129 l'una in via
Tyniecka 39 e l'altra in via Zagrody 17. In seguito a quelle vicende i salesiani
poterono svolgervi, dall'inizio della seconda metà del 1918, due opere: la cura
della parrocchia e lo studentato filosofico, a cui venne aggiunto anche il
noviziato, che aveva dovuto lasciare all'improvviso Pleszów.130
Nello stesso anno era riuscito ad entrare in Kielce, dove accettò un istituto
per ragazzi abbandonati e poveri e accolse la parrocchia di Santa Cro-
sdorf; ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 22 agosto
1916 da Vienna, nella quale informava che fino allora non era riuscito a trovare una casa.
126 Tirone il 6 settembre scrisse la domanda al vescovo di Kraków A. Sapiecha, in cui
chiedeva il permesso di aprire il noviziato a Pleszów (Cfr. L'Archivio metropolitano di
Kraków, la busta intitolata: Salesiani). A proposito del numero dei novizi: nella lettera a
Gusmano riferì di 27 novizi, senza precisare il numero dei chierici e dei coadiutori (Cfr. ASC,
3122 (5), la lettera porta la data del 27 ottobre 1916 da Vienna); invece in altra lettera al Rettor
Maggiore diede dati differenti, cioè 28 novizi, aggiungendo il numero dei chierici 25 e dei
coadiutori 3 (Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera è datata I'll dicembre 1916 da Oswiecim).
127 Egli diventò vescovo nel 1911 e successivamente cardinale nel 1946. Durante la
seconda guerra mondiale dimostrò un grande coraggio di fronte ai nazisti (Cfr. Ksiega
sapiezynska (Libro sapiezynska), a cura di J. WOLNY, vol. I-II, Kraków 1982-1986).
128 Le domande per accettare una parrocchia a Cracovia risalgono già al 1911. Cfr. ASC,
3122 (3a), Memoriale di Tirone al Capitolo Superiore, redatto nel 1911; ASC, 3122 (3a), la
lettera di G. Swierc a Tirone, datata il 4 ottobre 1912 da Cracovia.
129 Cfr. ASC, 38 Kraków, Immacolata Concezione; ASC, 329 Kraków, Stanislaw
Kostka, Riassunto dalla Cronaca della Casa.
130 A proposito della parrocchia: Cfr. ASC, 329 Kraków, s. Stanislaw Kostka, Cenni
cronologici della casa salesiana di S. Stanislaw Kostka in Kraków-Debniki; 25 lecie
dzialalnosci salezjanskiej w Polsce, Mikolów 1923, p. 58; Cronistoria I, p. 143; J. KRAWIEC, op.
cit., p. 194; A. SWIDA, Ks. Piotr..., p. 57; ID., Towarzystwo..., p. 96-97. Per quanto riguarda il
trasferimento del noviziato e dello studentato filosofico da Pleszów: Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera
di Tirone a Gusmano, datata il 16 settembre 1919 da Oswiecim, nella quale spiegava che il
proprietario del palazzo a Pleszów non aveva voluto rinnovare l'affitto; ciò lo spinse a trasferirli
a Kraków; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 4 novembre 1919 da
Oswiecim; ASC. 329 Kraków, s. Stanislaw Kostka, Riassunto della Cronaca della Casa; 25
lede dzialalnosci salezjanskiej w Polsce, Mikolów 1923, p. 55; Cronistoria I, p. 140; A. SWIDA,
KS. Piotr..., p. 57: ID., Towarzystwo..., pp. 95-96.

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Don Pietro Tirone Superiore dell’Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
329
ce.131 Quell'opera fu la prima in terra polacca che si trovava sotto la Russia sino
al 1918 e che allora aveva immenso bisogno di un'attività di quel genere.
Prima di passare al periodo postbellico mi occuperò di certe fondazioni che
furono realizzate negli anni di guerra, nelle case già esistenti, o furono aggiunte o
addirittura furono a sé stanti, le quali avevano grande importanza, poiché
documentano che i salesiani dell'ispettoria austro-ungarica non erano rimasti
chiusi alle esigenze che derivavano «dai dolorosi frutti» della prima terribile
guerra mondiale.
Così avvenne a Oswiecim-Zasole, dove Tirone, dietro domanda del vescovo
di Cracovia A. Sapieha, nel maggio 1916 assunse la cura pastorale dei profughi
che abitavano nelle baracche.132
A Daszava, poiché i figli di Maria erano sotto le armi o dispersi, vennero
accolti nello stesso anno tanti orfanelli.133
Nel 1916, in seguito a richiesta dell'autorità statale di Vienna, Tirone si
decise ad annettervi la direzione di un convitto per i poveri studenti profughi
delle scuole medie di lingua italiana.134
Dall'autunno del 1915 135 a Przemysl Tirone diede ospitalità agli orfani e nel
1917 accettò, dietro la richiesta del vescovo di Przemysl, Pelczar, la
131 II decreto del vescovo di Kielce A. Losinski, in virtù del quale i salesiani avevano
ricevuto la parrocchia e la casa per i ragazzi bisognosi, porta la data del 5 febbraio 1918 (Cfr.
25 lecie dzialalnosci salezjanskiej w Polsce, Mikolów 1923, p. 53; A. SWIDA, Salezjanskie
szkolnictwo w Polsce (zarys) (L'istruzione salesiana in Polonia (L'abbozzo), in: 75 lat
dzialalnosci Salezjanów w Polsce. Ksiega Pamiatkowa (75 anni dell'opera salesiana in Polonia.
Libro commemorativo), Lódz-Kraków 1974, p. 43); invece con il decreto del 10 agosto 1918 il
medesimo vescovo di Kielce autorizzava i salesiani ad erigere la casa religiosa e un istituto
(Cfr. ASC, 38 Kielce). Poi, il dispaccio del 16 dicembre, del medesimo vescovo, offriva alla
Società Salesiana la parrocchia di Santa Croce «in perpetuum» (Cfr. ASC, 38 Kielce); Cfr.
anche ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 4 novembre 1919 da Oswiecim;
E. CERIA, Annali..., vol. IV, p. 150; Cronistoria I, p. 148.
132 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 10 gennaio 1916 da Oswiecim,
in cui informava che il vescovo di Kraków come pure l'autorità statale insistevano perché si
accettasse la cura spirituale dei profughi che contavano circa 15 unità; ASC, 3122 (5), la lettera di
Tirone a Gusmano del Io giugno 1916 da Wien, nella quale lo informava che aveva preso parte
alla inaugurazione delle baracche di Oswiecim-Zasole; 25 lede dzialalnosci salezjanskiej w
Polsce, Mikolów 1923, p. 26; Cronistoria I, pp. 105-106.
133 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata l’11
dicembre 1916 da Oswiecim, nella quale informava che aveva accolto una trentina di poveri
orfani raccomandati da un comitato vescovile; 25 lede dzialalnosci salezjanskiej w Polsce,
Mikolów 1923, p. 34, dove invece sta scritto che erano stati accettati circa 50 orfani.
134 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera I'll dicembre
1916 da Oswiecim. Alla luce di quella lettera non è accettabile la data 1917 dell'assunzione della
direzione di quel convitto, data da E. CERIA (Annali..., vol. IV, p. 50).
135 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 4
novembre 1915 da Oswiecim.

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330
Zimniak Stanislaw
«Casa Patrocinio di S. Giuseppe per gli orfanelli di guerra abbandonati».136 Un
anno prima a Przemysl Tirone aveva deciso di aprire una scuola per organisti,
finalizzata ai bisogni di quel genere, per la quale lo avevano pregato i vescovi di
tutta la Galizia.137 Tutte quelle iniziative lasciano vedere la sensibilità dei salesia-
ni ai bisogni allora molto scottanti e nello stesso tempo fanno capire la loro di-
sponibilità sotto la direzione di Tirone.
Il periodo postbellico fu, riguardo al progresso dei salesiani nell'ex impero,
molto importante. Tirone se ne accorse! Perciò, decise coraggiosamente di accet-
tare le domande che venivano non solo dalle terre che abbracciavano l'ispettoria
austro-ungarica, ma anche dalla Germania o dalle terre che allora stavano sotto la
Russia. Particolare attenzione riservò alle terre polacche in vista del numeroso
personale a disposizione come pure a quelle germaniche.
Quindi nel 1919 aveva fondato nella Polonia 4 case: a Varsavia, a Rózan-
ystok, a Aleksandrów e a Klecza Dolna; nella Germania e nell'Austria a Monaco,
a Bamberga, a Passavia, a Freyung, a Graz e a Vienna, poi nell'Ungheria solo a
Nyergesujfalu.138 In esse si accettavano scuole già esistenti o se ne aprivano altre,
professionali e ginnasi, accanto alle quali talvolta si aggiungevano le parrocchie.
Quei passi di Tirone erano in certo senso dettati dai grandi bisogni dell'educazio-
ne della gioventù, a cui egli voleva dare risposta immediata, nonostante che il
personale non fosse ovunque
136 Cfr. ASC, 389 Przemysl S. Giuseppe; 25 lecie dzialalnosci salezjanskiej w Polsce, Mi-
kolów 1923, p. 47; E. CERIA, Annali..., vol. IV, 150; Cronistoria I, pp. 126-127.
137 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 1o giugno 1916 da Wien.
nella quale si dichiarava di esser pronto a rispondere ai bisogni delle diocesi della Galizia; inve-
ce, in altre due lettere, informava che la scuola sarebbe stata aperta con il nuovo anno scolasti-
co, cioè alla fine dell'agosto o all'inizio del settembre 1916 (Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera a Gu-
smano, datata il 27 ottobre 1916 da Vienna; ASC, 3122 (4), la lettera al Rettor Maggiore, datata
I'll dicembre 1916 da Oswiecim); 25 lede dzialalnosci salezjanskiej w Polsce, Mikolów 1923,
p. 40; A. SWIDA, Salezjanskie szkolnidwo w Polsce (zarys) (L'istruzione salesiana in Polonia
(L'abbozzo), in: 75 lai dzialalnosci salezjanów w Polsce. Ksiega Pamiatkowa (75 anni dell'opera
salesiana in Polonia. Libro commemorativo), Lódz-Kraków 174, p. 43.
138 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Scaparone a Gusmano, datata il 10 agosto 1919 da
Oswiecim, nella quale trasmetteva la notizia che presto sarebbero entrati a Warszawa e a Ale-
ksandrów Kujawski; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 18 agosto 1919 da
Lubiana, nella quale informava dell'apertura delle opere a Warszawa, ad Aleksandrów e del
noviziato a Klecza Dolna; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata P8 settembre
1919 da Oswiecim, nella quale ricordava quelle di Monaco, Freyung, Graz; ASC, 3122 (5), la
lettera di Tirone a Gusmano, datata il 4 novembre 1919 da Oswiecim, nella quale informava
dell'apertura di quelle case; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 16 settem-
bre da Oswiecim, in cui ricordava quella di Klecza Dolna; ASC, 3122 (4), la lettera di Nieder-
mayer al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 19 giugno 1919 da Wiirzburg, nella quale accen-
nava alla proposta del vescovo di Bamberga; E. CERIA, Annali..., vol. IV, pp. 55-57. 151; A.
SWIDA, KS. Pioti-..., pp. 64-65.

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Don Pietro Tirone Superiore deli'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
331
sufficiente e i sussidi, sia da parte dei benefattori sia da parte dello stato, fossero
molto modesti.
Infine, vorrei solo elencare alcune domande accettate, e successivamente
soddisfatte o respinte, per dimostrare come fosse grande la necessità di una Con-
gregazione di quella specie, e di quale stima godessero i salesiani, per merito
soprattutto dell'opera illuminata e sagace di Tirone. Le richieste riguardavano i
seguenti luoghi: Budapest,139 Rijeka,140 Zagreb,141 Lwów,142 Przedzielnica,143 Sta-
nislawów,144 Przeclaw,145 Linz, 146.
2. In tempo di guerra
Un periodo molto doloroso, per l'esistenza e lo sviluppo delPispettoria
139 Cfr. ASC, 3122 (3a), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 13 dicembre 1912 da
Wemsee (Verzej); ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 19 gennaio 1913 da
Oswiecim; ASC, 3122 (5), la lettera di T. Kurpisz a Molto Reverendo Signore (probabilmente
si tratta di Gusmano), datata l'I 1 febbraio 1913 da Oswbcim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tiro-
ne a Gusmano, datata il 16 febbraio 1913 da Oswiecim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a
Gusmano, datata il 26 marzo 1913 da Oswiecim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Carissi-
mo (probabilmente si tratta di Gusmano), datata il 26 agosto 1913 da Lubiana; ASC, 3122 (5),
la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 12 novembre 1913 da Szentkereszt; ASC, VRC, vol.
III, p. 43; ASC, 3122 (4), la lettera di August Hlond al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 30
ottobre 1920 da Vienna.
140 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 24 luglio 1914 da Lubia-
na; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 4 gennaio 1917 da Oswiecim; ASC,
3122 (5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 18 marzo 1917 da
Przemysl; ASC, VRC, vol. III, p. 284; Cronistoria II, p. 36.
141 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore, datata il 22 agosto 1916
da Vienna; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 18 marzo
1917 da Przemysl; ASC, 38 Lubiana-Rakovnik, la lettera di F. Zamjen al Rettor Maggiore P.
Albera, datata il 18 novembre 1919 da Lubiana-Kodeljevo.
142 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 19 settembre 1913 da
Przemysl; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 12 ottobre 1913 da Oswie-
cim; ASC, VRC, vol. III, p. 85; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 30
dicembre 1913 da Vienna.
143 Stava per aprire quella casa, ma gli eventi bellici lo impedirono. Cfr. ASC, 3122 (9), la
lettera di Tirone al Capitolo Superiore, datata il 20 maggio 1914 da Torino; ASC, VRC, vol.
III, p. 132; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 25 luglio 1914 da Lubiana;
ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 2 agosto 1914 da Radna; ASC, 3122
(5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 22 agosto 1914 da Wola Justo-
wska; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 3 novembre 1914 da Oswiecim.
144 Cfr. ASC, VRC, vol. III, p. 133.
145 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 25 gennaio 1913 da O-
swiecim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 9 febbraio 1913 da Oswie-
cim; WS 3 (1913), p. 67.
146 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 15 novembre 1913 da
Vienna.

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332
Zimniak Stanislaw
austro-ungarica, fu senza dubbio quello della prima guerra mondiale. Quasi tutte
le case furono requisite e adibite ad ospedali o caserme. Alcune di esse furono
occupate per tutto il tempo di guerra, p.e. quella di Cracovia; altre poterono svol-
gere un'attività normale come a Vienna, o la sospesero temporaneamente; certe
disponendo solo di metà dei locali o meno continuavano con grandi difficoltà; i
locali occupati erano restituiti dopo un anno o due; in generale la situazione era
molto precaria e imprevedibile.147
Il colpo più grave per la vita dell'ispettoria, sempre in conseguenza della
guerra, fu l'arruolamento dei confratelli, dei novizi e dei figli di Maria, che aveva
toccato tutte le case seppure in misura diversa;148 alcuni di loro furono obbligati a
vivere in famiglia aspettando eventuali chiamate da parte delle autorità. Il 1o set-
tembre 1919 Tirone scrisse a Gusmano da Oswiecim delle leggi relative a quel
problema; cioè, in caso di necessità, coloro che erano richiamati dovevano essere
utilizzati in questo modo: i preti, come cappellani, i chierici, come infermieri, i
coadiutori, secondo l'età, a prestare servizio nella milizia territoriale o andare al
fronte. Così era nell'Austria e in Ungheria. Invece in Germania erano chiamati
sotto le armi per prestare servizio militare effettivo i preti come cappellani al
fronte o negli ospedali, i suddiaconi negli ospedali, gli altri come truppa.149 Un'al-
tra questione importante emerse in quegli anni, la necessità cioè di far studiare
teologia ai chierici che avevano finito filosofia o tirocinio e che non riuscivano a
recarsi a Foglizzo.
Tutto ciò costituiva un pericolo per lo spirito religioso, sia dei confratelli sia
dei chierici e novizi come pure dei figli di Maria.
147 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 29 luglio 1914 da Radna;
ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 3 novembre 1914 da Oswiecim; ASC, 3122
(5), la lettera di Kurpisz (probabilmente a Gusmano), datata il 18 novembre 1914 da Oswie-
cim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore P. Albera, datata il 22 agosto 1914
da Wola Justowska; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 21 novembre 1914 da
Unterwaltersdorf; ASC, 3122 (4), la lettera di T. Kopa al Rettor Maggiore P. Albera del 28
luglio 1915 da Maroggia; 25 lecie dzialalnosci salezjanskiej w Polsce, Mikolów 1923, p. 26.
148 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore del 22 agosto 1914 da
Wola Justowska in cui informava che erano stati chiamati a far il servizio militare da Wernsee
(Verzej) 60, metà novizi e metà figli di Maria, da Radna 16, da Lubjana 7 o 8, da Vienna 4 o 5,
da Oswiecim e dalle altre case della Galizia circa una quindicina e che nella Germania si trova-
vano 80 confratelli di cui non si avevano notizie; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusma-
no del 29 luglio 1914 da Radna, nella quale faceva notare che tutti i coadiutori di Lubjana
furono chiamati sotto le armi; ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone probabilmente al Rettor Mag-
giore del 15 gennaio 1915 da Unterwaltersdorf in cui informava che i coadiutori di Oswiecim
erano stati arruolati; A. SWIDA, KS. Piotr..., p. 49.
149 Cfr. ASC, 3122 (5); ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 23 set-
tembre 1914 da Vienna; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 3 novembre 1914 da
Oswiecim.

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Don Pietro Tirone Superiore dell’Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
333
Tirone comprese che la cosa più urgente per il bene dell'ispettoria non era
tanto la cura dell'andamento materiale delle opere, anche se non lo trascurava, ma
la sollecitudine per i confratelli chiamati a prestare servizio militare oppure ob-
bligati ad abitare presso i loro parenti, per essere a disposizione dell'autorità in
qualsiasi momento; inoltre sarebbe stato di gran peso l'organizzare sul posto gli
studi di teologia.
Dalla fine del maggio 1915 egli stesso non poteva muoversi a suo agio, fin-
ché non ottenne il passaporto regolare, il che avvenne nel settembre o ottobre
dello stesso anno.150 Ciononostante non era in grado di giungere ad ogni confra-
tello che si trovava fuori dalle case salesiane, sui fronti o presso parenti, cono-
scenti, parroci. Perciò si metteva a contatto con loro con lettere personali o circo-
lari, sollecitandoli a fare tutto il possibile per ritornare,151
Per sbrogliare la situazione dei confratelli che si trovavano in Germania, su
suggerimento di Gusmano, segretario del Capitolo Superiore, inviò una supplica
firmata da lui come provinciale e confermata dalla Curia di Vienna e dal Console
tedesco presso Vienna ai loro rispettivi comandi generali; lo scopo era di ottenere
il permesso di farli ritornare in case salesiane, dove avrebbero potuto attendere la
chiamata personale, mentre si sarebbero occupati nell'educazione della gioven-
tù.152
Per mettersi in contatto più immediato con coloro che si trovavano fuori del-
la casa salesiana, egli mandava alcuni confratelli a visitarli sul posto, per fare
loro, in quella occasione, una conferenza spirituale o un ritiro; tra questi delegati
dell'ispettore di cui sappiamo, furono Guadagnini, Ring, Lechermann.153 Ovvia-
mente, quella situazione fu pressante durante tutto il
150 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a A. Ronchail, datata l'8 novembre 1915 da
Oswiecim; J. KRAWIEC faceva notare che Tirone aveva ricevuto il passaporto per mezzo di
Hlond che, come direttore di Vienna, era stimato dal governo (Cfr. op. cit., p. 190); Tirone in
altra lettera aveva accennato alla grande difficoltà per ottenerlo (Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera
di Tirone al Rettor Maggiore, datata il 29 luglio 1915 da Unterwaltersdorf).
151 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 2 aprile 1915 da Oswiecim. Per
quanto riguarda questo problema così scrisse il 4 novembre 1915 da Oswiecim al Rettor Mag-
giore: «Abbiamo ancora vari confratelli fuori delle nostre case. Io feci di tutto per farveli venire,
ma non ci riusci che con pochi. Alcuni sono a casa loro, altri dai loro parroci o parroci conoscen-
ti... Essi scrivono che l'autorità militare non li lascia uscire dai confini della Germania e vari mi
mandarono anche il foglio di risposta ricevuto dal comando militare...» (ASC, 3122 (5) ); a propo-
sito: Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a A. Ronchail, datata l'8 novembre 1915 da O-
swiecim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 10 gennaio 1916 da Oswiecim.
152 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 10 gennaio 1916 da Oswiecim,
nella quale lo informava che in quei giorni l'avrebbe mandata.
153 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 4 novembre 1915 da Oswiecim,
nella quale faceva notare che avrebbe mandato alcuni confratelli senza nominare nessuno; ASC,
3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 10 gennaio 1916 da Oswiecim, nella

4.10 Page 40

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334 Zimniak Stanislaw
periodo di guerra, e si protrasse fino al 1919; 154 ma grazie all'attenzione di Tiro-
ne il peso di essa era diminuito negli ultimi anni, cosicché egli poté accogliere
numerose richieste di salesiani.
Non lo interessava meno il problema di aprire sul posto lo studentato teolo-
gico. Nei primi mesi, dopo lo scoppio della guerra, cercava ancora varie soluzioni
per mandare chierici a Foglizzo. Ma quando venne a sapere che un suddito au-
striaco o ungherese dai 17 ai 48 anni non avrebbe ottenuto il passaporto né per
l'Italia né per altri paesi, cominciò a pensare ad altre soluzioni.155 La prima, più
accessibile, era quella di far entrare almeno un ristretto gruppo nella facoltà di
teologia di Vienna e un altro piccolo gruppo al seminario diocesano di Ljubljana.
Tuttavia, quella decisione non si poteva adattare a tutti, senza scapito della vita
religiosa, e anche a causa della spesa per il sostentamento,156 per cui avrebbe
voluto istituire uno studentato teologico a Unterwaltersdorf, dove, nel novembre
1914, si era ritirato insieme con gli altri, allontanandosi da Vienna. Ma allorché
era sul punto di aprire lo studentato teologico, nell'agosto o settembre 1915, ven-
ne la possibilità di ritornare ad Oswiecim. Ne approfittò per trasferirvi i chierici
che alla fine di settembre poterono iniziarvi lo studio della teologia.157 A causa
della situazione bellica lo studentato conservava il carattere internazionale,
quale scriveva che don Ring aveva visitato i confratelli, che stavano nella Baviera, a Monaco e
che dopo poco avrebbe mandato loro don Guadagnini in occasione della festa di S. Francesco
di Sales; ASC, 3122 (4), la lettera di Guadagnini al Rettor Maggiore del 7 aprile 1916 da Wer-
nsee, nella quale ricordava le sue precedenti visite e di Ring e Lechermann; inoltre così annotava:
«Per incarico del Rev. Sig. Ispettore andai a visitare i nostri confratelli e figli di Maria, che sono
sotto le armi e non si trovano al fronte. Furono invitati a venire a Monaco il 26 marzo; quasi tutti
risposero all'appello; mancarono solo i chierici Hesse Paolo e Kehrein, che non poterono venire e
scrissero lettere... In tutti erano 27...»; E. Ceria scrisse genericamente di una visita di Guadagni-
ni a Monaco, senza particolari (Cfr. Annali..., vol. IV, p. 54); A. SWIDA, KS. Piotr..., p. 50.
154 Cfr. ASC, 311 (1), la lettera di Tirone del 25 aprile 1919 da Torino, ma senza l'indiriz-
zo; dal testo deriva che fosse indirizzata al Capitolo Superiore o al suo Segretario; ASC, 3122
(5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 14 novembre 1919 da Oswiecim.
155 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del Io settembre 1914 da Oswie-
cim; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 23 settembre 1914 da Vienna.
156 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 17 settembre 1914 da Vienna.
157 Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di F. Niedermayer a E. Ronchail del 16 settembre 1915
da Unterwaltersdorf; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore, datata il 4 novem-
bre 1915 da Oswiecim, nella quale scriveva che professori e chierici teologi si erano già applicati
agli studi e che il numero di chierici era 25. Alla luce di questi dati non si può ammettere l'anno
1916 come inizio dell'organizzazione dello studentato teologico ad Oswiecim, come scrisse J.
KRAWIEC (op. cit., p. 191); invece, nel 1916 ebbe luogo solo il cambiamento della direzione di
quello studentato, allorché il direttore Kurpisz divenne direttore della casa di Oswiecim, e gli
successe Scaparone (Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano del 22 luglio 1916 da
Unterwaltersdorf; ne scrisse anche J. KRAWIEC (pp. cit., 191).

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
335
analogo alla struttura della stessa ispettoria.
Ciò riguardava sia i professori sia i chierici. Vi trovarono posto anche i chie-
rici italiani che erano stati liberati dalla prigionia austriaca per opera del direttore
di Vienna, Hlond, e anche di Tirone. Così, l'ispettore, nonostante molte difficoltà,
assicurava il personale nelle case allora attive e per quelle che in ogni momento
avrebbero potuto ripristinare la propria attività.
Infine, si deve almeno accennare alla sua sollecitudine per lo stato spirituale
dei confratelli. Sapeva bene che non si può andare avanti senza costante rinno-
vamento interiore, attraverso gli esercizi. Li organizzava con diretta attenzione
personale; talvolta vi prendeva parte per rinsaldare i legami tra i confratelli, met-
tendoli al corrente dell'intero stato dell'ispettoria.158
Dunque, l'ispettoria austro-ungarica, nonostante le dure condizioni degli an-
ni bellici, usciva da essi pronta ad affrontare la sfida dei tempi nuovi, perché alla
sua direzione era stato un superiore, che in ogni circostanza anteponeva la perso-
na su tutte le altre cose.
3. La divisione dell'ispettoria austro-ungarica
Il passo particolarmente decisivo di Tirone e che riguardava il consolida-
mento della Società Salesiana nell'ex impero austro-ungarico, e non solo, fu la
divisione della relativa ispettoria, che altrove non fu abbastanza sottolineata.159
Invece, essa ebbe grande importanza, perché in questo modo si superavano gravi
difficoltà di ordine politico, sociale e nazionale e, trattandosi di religiosi, permet-
teva loro di attendere al proprio lavoro senza essere frenati da cose di secondaria
importanza.
Certamente, ne parlò ai Superiori nell'aprile del 1919, nel corso della sua vi-
sita a Torino, lasciando loro in proposito il Memoriale sull'Ispettoria degli Angeli
Custodi, datato al 23 aprile da Torino.160
In esso egli esponeva gli argomenti che avrebbero dovuto indurre i Superiori
a quell'indispensabile decisione. Elencò i seguenti:
158 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone a Gusmano del 29 luglio 1915 da Unterwalter-
sdorf; ASC, 3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano, datata il 22 luglio 1916 da Unterwalter-
sdorf; ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore, datata il 22 agosto 1916 da Vien-
na; ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone a P. Albera del 22 giugno 1919 da Oswiecim.
159 E. Ceria nella sua opera dedica al fatto solamente 26 righe, compresa la citazione trat-
ta dalla lettera di Tirone (15 righe) (Annali..., vol. IV, pp. 42-43; J. KRAWIEC non di più, cioè
23 righe, sottolineando il ruolo dei Superiori (Towarzystwo..., pp. 198-199); A. SWIDA mise in
evidenza il contributo di Tirone, senza dare tanto spazio a quel problema (Ks. Piotr..., pp. 59-
60, 65-65a; Towarzystwo salezjanskie..., p. 92. 93).
160 Cfr. ASC, 311 (1) Austria.

5.2 Page 42

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336
Zimniak Stanislaw
1. Era troppo vasta; infatti, si stendeva a cinque o sei stati: l'Austria te-
desca, la Germania, la Jugoslavia, la Polonia, l'Ungheria e l'Ucraina (in quel pe-
riodo il destino dell'Ucraina era incerto);
2. Le diverse nazioni avevano proprie lingue, comportando molteplici
difficoltà;
3. I diversi stati avevano leggi differenti e conoscerle era molto difficile
per un solo ispettore;
4. Le grandi lontananze rendevano impossibile talvolta un pronto inter-
vento;
5. Gli antagonismi nazionali rendevano difficile tener uniti insieme con-
fratelli di così diverse etnie. Inoltre, l'esistenza dell'ispettoria austroungarica era
malvista e sospettata dai rispettivi governi.
Di conseguenza, propose la divisione dell'ispettoria austro-ungarica 161in due:
l'una si sarebbe chiamata Polacca e l'altra Tedesco-Ungarica. La prima avrebbe
abbracciato anche le case della Slovenia 162 e dell'Ucraina; la seconda le case
d'Austria, della Germania e dell'Ungheria. Tale divisione, a suo avviso, risponde-
va ai desideri dei confratelli delle varie nazionalità che costituivano l'ispettoria
austro-ungarica. Ovviamente, in quel memoriale aveva elencato le case da tempo
aperte e anche quelle che sperava di aprire di là a poco, ritenendo che il numero
fosse abbastanza elevato per far la divisione.
Il suddetto memoriale divenne oggetto della seduta del Capitolo Superiore
del 25 aprile. Nel corso di essa ai motivi esposti nel memoriale ne furono aggiun-
ti altri, come il fatto che tale divisione fosse già stata effettuata dai gesuiti e da
altre Congregazioni. Il risultato delle considerazioni dei Superiori fu piuttosto
favorevole; ma essi rimandavano a tempo più opportuno la realizzazione del di-
segno di Tirone.163
161 Per quanto riguarda il nome dell'ispettoria austro-ungarica, Tirone aveva cominciato
ad aggiungere dopo la prima guerra mondiale un terzo nome, germanica; quindi, la nominava
così: austro-ungarico-germanica, probabilmente in vista della progettata divisione; ciò, d'altra
parte, non era coerente col decreto dal 1905; tale variante causò in seguito una certa confusione
nella denominazione delle nuove ispettorie.
162 A proposito delle case della Slovenia, Tirone aggiunse: «...si propone ciò solo perché
gli sloveni, dopo questa guerra, difficilmente potrebbero stare coi Tedeschi, ciò che vediamo ora a
Wernsee (Verzej), né se la farebbero cogli Italiani, né sono in numero sufficiente per fare ispettoria
da sé. D'altra parte gli Sloveni espressero il desiderio, nel caso di una divisione dell'ispettoria, di
appartenere alla polacca, per ragioni di lingua, di carattere e di razza» (ASC, 311 (1) Austria).
163 «I Superiori non sono contrari, ma credono non sia il momento opportuno e che converrei
attendere ancora un poco. D. Tirone quindi potrà dire che in massima si accetta l'esecuzione si
rimanda a miglior tempo» (ASC, VRC, vol. III, 377).

5.3 Page 43

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
337
Questi ne era rimasto deluso, perciò si rivolse direttamente al Rettor Maggio-
re con una lettera del 19 maggio dello stesso anno da Vienna, scrivendo tra l'altro:
«Qualcuno del Capitolo mi fece capire che i Superiori sono bensì per la divisione
dell'Ispettoria, ma non così presto. Mi faccio lecito di farle osservare che le ra-
gioni che militano per la divisione riguardano specialmente (non solamente) i
tempi presenti. L'enorme difficoltà dei viaggi ed in generale di qualunque genere
di comunicazione colle diverse case e specialmente di questi primi anni dopo la
guerra. È adesso che gli animi sono eccitati e mal disposti a convivere insieme; e
ci conviene fare la divisione perché si può conservare un certo modus vivendi
salvando almeno le apparenze della carità e non aspettare quando questa abbia
già troppo sofferto. Anche gl'interessi materiali ora permettono una divisione
abbastanza facile e netta, ciò che non sarebbe più possibile dopo uno sviluppo più
grande in Polonia. In fine permetta che aggiunga che, non per fuggire la fatica
ma per vera impossibilità morale, mi pare di non poter stare più a capo di un
'Ispettoria di questo genere, sia per l'estensione veramente straordinaria sia per
la diversità delle lingue, delle leggi e dei vari paesi che essa abbraccia».164
Quella lettera purtroppo, non aveva portato la vicenda in avanti. Perciò Ti-
rone scrisse un'altra lettera in cui insisteva per una urgente divisione.165 Incon-
triamo l'eco delle sue insistenze nelle considerazioni del Capitolo Superiore che si
riunì il 27 giugno 1919, manifestando la volontà di dividere l'ispettoria austriaca,
formandone un'altra con le case slovene, e non menzionando un'ispettoria per gli
altri paesi. Tutto era stato rimandato, anche quella volta, ad un tempo più oppor-
tuno. Solo avevano aggiunto, come giustificazione, la mancanza del personale
adatto.166
Tirone non cedette. Poco dopo scrisse a Gusmano, il 22 luglio 1919 da O-
swiecim, per convincere i Superiori della necessità della divisione: «Qui ormai
tutti i confratelli contano su di ciò, come su fatto compiuto»167 Dalla stes-
164 ASC, 3122 (4). A proposito di questa lettera di Tirone, vale ricordare che l'aveva cita-
ta anche E. CERIA {Annali..., vol. IV, pp. 42-43), ma, tranne la prima proposizione, nel resto
del testo aveva cambiato qualche parola; il cambio più importante sembra essere quello che
riguarda le seguenti parole: ...salvando almeno le apparenze della carità... (così nel testo origina-
le); invece, nella citazione di CERIA è così: ...salvando la carità... (Il ritocco di Ceria mira ad
attenuare la gravità del problema e in conseguenza a giustificare le lungaggini dei Superiori. Lo
stesso fece A. Swida nella sua opera, perché l'aveva citato da E. Ceria (Ks. Piotr..., pp. 59-60).
165 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore, datata il 14 giugno 1919
da Vienna.
166 Cfr. ASC, VRC, vol. III, p. 389.
167 ASC, 3122 (5); dalla stessa lettera sappiamo che Tirone aveva ricevuto da lui una lette-
ra datata il 26 giugno 1919, in cui probabilmente, anticipando le deliberazioni del Capitolo
Superiore riunitasi il 27 giugno a Torino, lo informava delle inopportunità e delle circostanze
che impedivano quel passo della divisione.

5.4 Page 44

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338
Zimniak Stanislaw
sa lettera sappiamo che i Superiori non erano convinti quanto alla fondazione di
un'ispettoria a sé stante per le case tedesche e ungheresi; invece erano inclini ad
erigerla per le case slovene e polacche. Per facilitare la soluzione, Tirone propose
di fondare per le prime una vice-ispettoria (visitatoria), come, a suo tempo, era
avvenuto nel Portogallo e nell'America centrale.168
A cavallo tra luglio e agosto furono aperte alcune case nella Germania, nel-
l'Austria, nella Polonia e altre avrebbero dovuto funzionare di lì a breve; pertanto
Tirone mandò un'altra lettera, indirizzata a Gusmano, sottolineando che il costan-
te incremento di case avevo reso impossibile il normale governo.169
Le insistenze di Tirone sembravano non prevalere sugli argomenti dei Supe-
riori, i quali continuamente rimandavano la decisione definitiva a tempi migliori,
alla stabilizzazione della pace. Ciò trapela, in modo più esplicito, dalla lettera da
Torino del Io settembre 1919 di Gusmano a Tirone, nella quale oltre agli argo-
menti di cui sopra si accennava che i Superiori provavano dispiacere per la diffu-
sione di voci relative alla separazione e che anzi si facesse il nome del nuovo
ispettore dell'ispettoria tedesca.170
Egli, a quelle obiezioni, rispose: «È vero che l'idea della divisione dell'ispet-
toria è cosa conosciuta da tutti e da tutti ardentemente desiderata, è vero che tutti
sanno che, se ci sarà un Ispettore per la parte tedesca, questi non può essere che
D. Hlond, ma egli non ha per ora questa carica, né fu mai presentato ai confra-
telli come tale».171
Con la graduale diffusione della pace, attraverso le firme di vari trattati 172
nei paesi dell'ex impero austro-ungarico e oltre, i Superiori finalmente cedettero
alle insistenze di Tirone e, nella prima metà di ottobre, decisero di avviare la do-
manda della tanto sospirata divisione presso la Congregazione dei Religiosi, tra-
mite il Procuratore Generale don Dante Munerati, che risiedeva a Roma. Infatti, a
lui si rivolse il Segretario del Capitolo Superiore Gusmano, a nome dei Superiori,
con una lettera del 16 ottobre 1919 da Torino, chiedendogli di iniziare le necessa-
rie pratiche, adducendo i dati e gli
168 Cfr. ASC, 3122 (5).
169 Cfr. ASC, 3122 (5), datata il 18 agosto 1919 da Lubiana.
170 Cfr. ASC, 3122 (5).
171 ASC, 3122 (5), la lettera dell'8 settembre 1919 da Oswiecim. Nella stessa lettera ag-
giungeva: «Io sarei sicuro che se qualcuno dei Superiori venisse a passare qua un po' di tempo e
vedesse le cose come sono non tarderebbe a farsi il più eloquente avvocato mio». Lo scrisse, per-
ché da tanto tempo chiedeva una visita di qualunque Superiore, però senza risultato (Cfr. la
stessa lettera).
172 Cfr. Atlante Storico Garzanti. Cronologia della Storia Universale, 2a ed., Milano 1986,
pp. 431. 433.

5.5 Page 45

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Don Pietro Tirone Superiore dell’Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
339
argomenti tratti quasi per intero dal sunnominato memoriale di Tirone del 23
aprile 1919.173
Intanto, Tirone, non sapendo di quel passo dei Superiori, di nuovo ricordò
nella lettera a Gusmano, del 4 novembre 1919 da Oswiecim, della divisione del-
l'ispettoria, proponendo anche un'altra soluzione, cioè due ispettorie sotto un
ispettore; però non rinunciava all'idea di due ispettorie sotto due ispettori.174 In
realtà, le vicende erano avanzate a tal punto, che la lettera di Tirone non poteva
cambiare nulla. Tuttavia, le cose, quella volta, andarono secondo i suoi ferventi
desideri come pure dei confratelli.
Il 27 novembre 1919 la S. Sede con il rescritto firmato dal Prefetto della
Congregazione dei Religiosi, Card. Scapinelli, concedeva al Rettor Maggiore il
diritto di operare la divisione dell'ispettoria austro-ungarica in due: Polacca e
Tedesco-Ungarica)175 La prima avrebbe incluso le case della Polonia e della Slo-
venia, mentre la seconda le case dell'Austria Tedesca, della Germania e dell'Un-
gheria. Il Rettor Maggiore P. Albera, in virtù dell'autorizzazione della S. Sede,
con il decreto dell'8 dicembre 1919 da Torino, divise l'ispettoria austro-ungarica
in due: Polacca e Tedesco-Ungarica)176
173 Cfr. ASC, 311 (1) Austria. A proposito dei dati che aveva allegato Gusmano alla sua
lettera indirizzata al Procuratore Generale, vale la pena menzionare che egli aveva copiato
quasi letteralmente i dati e anche i nomi delle nuove ispettorie, secondo i suggerimenti dati da
Tirone nel suddetto memoriale. Ciò aveva portato alla conseguenza che sia nella lettera di
Gusmano al Procuratore Generale sia nella supplica del Rettor Maggiore al Santo Padre fossero
elencate case che in realtà non furono aperte né prima né dopo il decreto della S. Sede. Sicura-
mente, responsabile di quelle inesattezze fu Gusmano che fu informato da Tirone di tutti i
cambi che erano in corso (Cfr. ASC, 3122 (5), la lettera datata 18 agosto 1919 da Lubiana;
ASC, 3122 (5), la lettera datata l'8 settembre 1919 da Oswiecim).
174 Cfr. ASC, 3122 (5).
175 Cfr. ASC, 311 (1) Austria. Quanto al nome dell'ispettoria austro-ungarica si deve fare
una osservazione. Nella supplica al Santo Padre così fu scritto: «...che venga divisa l'attuale
Ispettoria (Provincia) Austro-Ungarico-Germanica degli Angeli Custodi, approvata canonica-
mente con Decreto del 14 Ottobre 1905...» (ASC, 311 (1) Austria); da ciò risulterebbe che quel
nome fosse già contenuto nel decreto del 14 ottobre 1905, ma non è vero, poiché nel suddetto
decreto è detto: «...e formino la nuova Ispettoria Austro-Ungarica» (ASC, 311 (1) Austria); tanto
più che nell'anno 1905 non esistevano case nella Germania; la prima fu aperta il primo dicem-
bre del 1916 a Würzburg. Era Tirone che aveva escogitato quella denominazione (Cfr. ASC,
311 (1) Austria) e al suo seguito l'aveva ripetuto Gusmano nella lettera al Procuratore Genera-
le, questi poi l'aveva introdotto nella supplica al Santo Padre. Perciò, l'autore di questa ricerca
non se ne serve, per non far confusione.
176 Cfr. ASC, 311 (1) Austria. A proposito della divisione dell'ispettoria austro-ungarica
è necessaria una precisazione, cioè non è vero che in virtù del suddetto decreto furono erette le
ispettorie con i seguenti nomi: Polacco-Jugoslava e Tedesco-Austro-Ungarica. Quanto al primo
nome, lo usano: E. CERIA (Cfr. Annali..., vol. IV, p. 43), P. TIRONE (Cfr. Cronistoria I, p. 152),
J. KRAWIEC (Cfr. Towarzystwo..., p. 199), A. SWIDA (Cfr. Ks. Piotr..., p. 65), lo stesso si trova
nell’Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales (Cfr. EG 1920, p. 59), e pure nel
Dizionario biografico dei salesiani sulla pagina 271. Quanto al secondo nome, lo ammettono e

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340
Zimniak Stanislaw
Gusmano trasmise subito quella notizia nella lettera del 13 dicembre 1919 a
Tirone, che nella risposta a Gusmano, quale Segretario del Capitolo Superiore,
volle esprimere la sua riconoscenza, così scrivendo: «Io mi sento in dovere di
farmi loro interprete (i confratelli) e di ringraziare di cuore il Rev-mo Sig. D.
Albera, gli altri Rev-mi Superiori del Capitolo e specialmente te».177
I dubbi dei Superiori, quanto all'opportunità di essa, derivavano dal fatto che
nessuno di loro si era recato sul posto per vedere le difficoltà, soprattutto la con-
vivenza tra confratelli di varie nazioni che dopo la prima guerra mondiale non
erano tanto disponibili ad andare d'accordo, oltre la generale situazione postbelli-
ca.178
L'opera della divisione dell'ispettoria austro-ungarica fu merito esclusivo di
Tirone, che era persuaso della necessità di quel passo. Egli mirava solamente al
consolidamento della Società salesiana sia nell'Austria, nella Germania, nell'Un-
gheria sia nella Polonia e nella Slovenia. Il successivo dinamico sviluppo gli die-
de ragione.
usano J. KRAWIEC (Cfr. op. cit., p. 199), A. SWIDA (Cfr. Ks. Pioti:.., p. 65), P. TIRONE (Cfr.
Cronistoria II, p. 2), lo stesso nella Cronaca dell'ispettoria Austriaca (Cfr. ASC, 31231 (8),
Cronaca Ispettoria Austriaca al 1938, p. 30). Tali nomi non si dovrebbero usare perché non si
trovano nel suddetto decreto.
Non si può nemmeno sostenere, alla luce del citato decreto, che l'ispettoria «polaccoju-
goslava» fosse già stata approvata canonicamente con il decreto del 14 ottobre 1905, come ripor-
ta L’ Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales (Cfr. EG 1920, p. 59) il quale errone-
amente considera approvata nel 1919 solo l'ispettoria tedesco-ungarica (Cfr. EG 1920, p. 66).
Come pure non si può ritenere che l'ispettoria polacca fosse eretta il 18 novembre del
1922 (Cfr. S. STYRNA, op. cit., p. 12), perché in quell'anno l'ispettoria polacca fu solamente
limitata alle case polacche, invece le case slovene furono staccate da essa e fu eretta per esse la
Visitatoria (Cfr. EG 1923, p. 68).
Questa confusione sembra derivare dai seguenti motivi: 1. non sapevano in quale modo
risolvere la questione dell'eredità; eredi si ritenevano sia i polacchi sia gli sloveni, perché essi
sin dall'inizio furono la maggioranza; perciò, gli autori polacchi ritennero che l'ispettoria po-
lacca conservasse l'eredità dell'ex ispettoria austro-ungarica (Cfr. J. KRAWIEC, op. cit., p. 199;
A. SWIDA, KS. Piotr..., p. 65); 2. si volevano valorizzare tutte le nazioni, perciò furono aggiunti
nomi che non si trovavano nel decreto del 1919.
177 ASC, 3122 (5), la lettera datata il 20 gennaio 1920 da Lubiana.
178 Cfr. ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore del 14 maggio 1919 da
Wien; ASC, 3122 (4), la lettera di Tirone al Rettor Maggiore del 19 maggio 1919 da Wien;
ASC, 3122 (5), la lettera di Gusmano a Tirone, datata il 1 settembre 1919 da Torino; ASC,
3122 (5), la lettera di Tirone a Gusmano de P8 settembre 1818 da Oswiecim.

5.7 Page 47

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
341
Appendice
No. 3311/15
Beatissimo Padre
Il Superiore Generale dei Salesiani col consenso del suo consiglio espose quanto
appresso: la S. Congr. dei VV. e RR. col Rescritto del 20 Gennaio 1902 erigeva le
Ispettorie o Provincie della Pia Società Salesiana e tra le altre quella Veneta com-
prendendo le case del Veneto e le poche dell'Impero Austro-Ungarico pel miglior
governo di esse e avuto riguardo alla distanza dei luoghi e sopratutto alla differenza
dei costumi e della lingua il Superiore umil.te implora che delle 16 case dell'Ispetto-
ria Veneta canonicamente eretta vengano staccate quelle di Lubiana, Vienna, Craco-
via, Oswiecim e Daszawa tutto sotto l'Austria e formino la nuova Ispettoria Au-
stroUngarica.
Che della ecc.
Vigore specialium facultatum a SS.mo D.no Nostro concessarum, Sacra Con-
gregado Em.mum ac Rev.mum S.R.E. Cardinalium, Negotiis et Consultationibus
Episcoporum et Regularium praeposita attentis expositis, benigne facultatem tribuit
P. Superiori Gen.li Oratori super praemissis providenti iuxta preces.
Contrariis quibuscumque non obstantibus.
Romae 14 ottobris 1905
D. Card. FERRATA Praef.
il sigillo
ASC. 311 (1) Austria
No. 5941/19
Beatissimo Padre,
Il Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana, prostrato al bacio del S. Piede,
supplica umilmente la S.V. a voler concedere che venga divisa l'attuale Ispettoria
(Provincia) Austro-Ungarico-Germanica degli Angeli Custodi, approvata canonica-
mente con Decreto del 14 Ottobre 1905, in due nuove Ispettorie una Polacca e l'altra
Tedesco-Ungarica.
L'Ispettoria Polacca comprenderebbe le Case 1) della Polonia: Oswiecim, Klecza
Dolna, Cracovia (3), Przemysl (2), Daszawa, Kielce, Przedzielnica, Przeclaw, Ale-
ksandrów e Varsavia; 2) le Case della Jugoslavia: Lubiana, Radna e Verzei.
L'Ispettoria Tedesco-Ungarica comprenderebbe le Case 1) dell'Austria tedesca:
Vienna (3), Untersdorf e Stadlau; 2) della Germania: Wurzburg, Passau e Erzoge-
naurach; 3) dell'Ungheria: Szentkerest e Nierges.
Che della grazia ecc.

5.8 Page 48

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342
Zimniak Stanislaw
Vigore facultatum a SSmo Domino Nostro concessarum, S. Congregatio Nego-
tiis Religiosorum Sodalium praeposita, attentis expositis a Revmo P. Rectore Majo-
re dictae Societatis, benigne pro gratia annuit juxta preces.
Contrariis quibuscumque non obstantibus.
Datum Romae, die 27 Novembris 1919.
Paulus Albera Sac.
B. Card. SCAPINELLI Praef.
Il sigillo ASC. 311 (1) Austria
ORATORIO
DI
S. FRANCESCO DI SALES
Torino, via Cottolengo 32
Eccelsa I.R. Luogotenenza
Il devoto sottoscritto confidando nella bontà di C.E.I.R.L. osa colla presente,
in qualità di Superiore Generale della Pia Società di S. Francesco di Sales in Torino,
di chiedere all'E.I.R. Governo Austriaco la grazia che la Pia Società di San France-
sco di Sales venga legalmente riconosciuta ai sensi dell'Ordinanza Ministeriale del 3
Giugno 1858.
Come appare dall'unito stampato, essa vien retta secondo lo statuto ivi riporta-
to dal quale facilmente cod. E.LR. Luogotenenza potrà eruire quale sia lo scopo, e
quale la istituzione della Pia Società, già approvata dalla S. Sede in data 13 Aprile
1874. Precipuo scopo della stessa è quello di educare cristianamente la gioventù ma-
schile, onde cresca a consolazione della famiglia, non che a speranza della Società e
dello Stato.
Del resto la nostra pia Società non è sconosciuta all'E.I.R. Luog. giacché col ri-
ver. disp. 14/10 98 No 20371, permetteva che in Trieste venisse eretto un Oratorio
(Ricreatorio) festivo, il quale già da quattro anni è aperto ai figli del popolo nel
vasto rione di S. Giacomo.
Bramando pertanto che l'istituzione si consolidi, mi permetto con la presente
d'impetrare dall'E.I.R. Luogotenenza il favore ch'Essa voglia adoperarsi affinché
l'Augustissimo Sovrano Francesco Giuseppe graziosissimamente si degni di dare la
sua approvazione Sovrana, e quindi la Pia Società di S. Francesco di Sales venga le-
galmente riconosciuta in Austria.
Sicuro del favore, anticipo i più vivi ringraziamenti, ed assicurando l'Imperiale
Governo che sarà sempre cura de' miei dipendenti d'educare i giovani alla fedeltà
verso l'Augusta Casa d'Absburgo, passo a dirmi
Torino 6 luglio 1903.
ASC. 311 (1) Austria
Umil.mo, Dev.mo Servitore
firmato Sac. MICHELE RUA Rett.

5.9 Page 49

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919) 343
Erziehungsanstalt
der Salesianer von Don Bosco
WIEN III
Hagenmullergasse 43
¬ S.L.Ch.
1.VII.1912
Reverendissimo ed Amatissimo Padre;
Ho il piacere di darle la bella notizia, che Sua Maestà l'Imperatore con decreto
del 27 giugno p.p. approvava definitivamente la nostra cara Congregazione nell'Au-
stria e la costituiva ente giuridico con tutte le prerogative degli ordini religiosi secondo
la nostra legislazione. Delle altre particolarità non tarderemo ad informarla, appena
riceviamo il decreto.
Mi permetto di raccomandare alle Sue orazioni questa Casa e mi professo
Suo obbedientissimo figlio in CJ.
Sac. Aug. HLOND
ASC. 311 (1) Austria

5.10 Page 50

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344
Zimniak Stanislaw
Bibliografia
FONTI MANOSCRITTE
Archivio centrale salesiano (Roma)
1. 311 (1) Austria
2. 3122 (3a) Austro-Ungarica. Corrispondenza don Tirone a don P. Albera
1911-1912
3. 3122 (3) Austria. Periodo dell'Ispettore don E. Manassero (1897-1912)
4. 3122 (4) Austro-Ungarica. Corrispondenza a don P. Albera (1912-1921)
5. 3122 (5) Austro-Ungarica. Corrispondenza a don C. Gusmano (1913-1931)
6. 3122 (7) Austro-Tedesca. Corrispondenza con don P. Tirone (1928-1951)
7. 31231 (8) Austria. Cronache
8. 3122 (9) Austro-Ungarica. Corrispondenza ai Capitolari.
9. 3122 (10) Austro-Ungarica. Proposte e Pro Memoria al Capitolo Superiore
(1913-1925)
10. 38 Aleksandrów Kujawski
11. 329 Kielce
12. 38 Kielce
13. 389 Klecza Dolna
14. 38 Kraków Immacolata Concezione
15. 329 Kraków s. Stanislaw
16. 38 Kraków s. Stanislaw
17. 38 Ljubjana Rakownik
18. 38 Oswiecim. Casa s. Giacinto
19. 389 Penango
20. 389 Przemysl Ospizio di s. Giuseppe
21. 389 Radna (Rjeka)
22. 389 Radna
23. 38 Rózanystok
24. 329 Szentkereszt
25. 38 Unterwaltersdorf
26. 389 Verzej (Wernsee)
27. 329 Verzej
28. 38 Warszawa Santa Famiglia (Via Lipowa)
29. 38 Wien III s. Angeli Custodi
30. 38 Wien XIII s. Giuseppe
31. 38 Wien XXII Sacro Cuore
32. 38 Würzburg
33. Verbali delle Riunioni Capitolari, vol. II (dal 2 gennaio 1905 al 27 dicembre
1911); vol. III (dal 2 gennaio 1912 al 26 giugno 1919); vol. IV (dal 30 luglio 1919
al 23 dicembre 1926)

6 Pages 51-60

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Don Pietro Tirone Superiore dell'Ispettoria Austro-Ungarica (1911-1919)
345
Archivio Metropolitano di Cracovia
1. Busta: Salezjanie
FONTI STAMPATE
1. Elenco Generale della Società di s. Francesco dì Sales, 1878-1925
2. La Congregazione Salesiana nel Nord-Est dEuropa. Cronistoria a cura del sacerdote
Pietro Tirone. I - Ispettorie Polacche (pp. 244). II - Ispettoria Jugoslava (pp. 70). III - I-
spettoria Slovacca (pp. 114), Torino 1954 (il dattiloscritto)
3. LEMOYNE Giovanni Battista, Memorie biografiche di Don Giovanni Bosco, II, S. Benigno
Canavese 1901
STUDI
CERIA Eugenio, Annali della Società Salesiana, vol. I-IV, Torino 1941-51, Società Editrice
Internazionale
Dizionario biografico dei Salesiani, a cura dell'Ufficio Stampa Salesiano-Torino 1968
KRAWIEC Jan, Towarzystwo Sw. Franciszka Salezego oraz jego organizacja w Polsce (La
Società di s. Francesco di Sales e la sua organizzazione in Polonia), dissertazione alla
Università Cattolica di Lublin 1964
LORTZ Joseph, Storia della Chiesa in prospettiva di storia delle idee, II, 4a ed., Cinisello Bal-
samo (Milano) 1987
MARTINA Giacomo, La chiesa nell'età del totalitarismo, IV, 6a ed., Brescia 1987
Medaglioni di 88 Confratelli polacchi, tradotto a cura di don Pietro Tirone, Chieri 1954
RAINERI Giovanni, «La comunità ispettoriale salesiana», in Colloqui sulla vita salesiana. «La
Comunità Salesiana», Elle Di Ci, Torino-Leumann 1973, 54-84
Regolamento per gli ispettori della Pia Società di S. Francesco di Sales, Torino 1906
STELLA Pietro, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica. Mentalità religiosa e spiri-
tualità, II, 2a ed., Roma 1981
STYRNA Stanislaw, «Zgromadzenie Salezjanskie w Polsce w poszukiwaniu form odpowiedzi na
potrzeby wychowawcze i duszpasterskie w latach 1898-1974» (La Congregazione sale-
siana in Polonia alla ricerca di risposte alle esigenze pedagogico-pastorali negli anni
1898-1974), in 75 Lat Dzialalnosci Salezjanów w Polsce. Ksiega Pamiatkowa (75 anni
dell'opera salesiana in Polonia. Libro commemorativo), Lódz-Kraków 1974, 11-36
SZCZERBA Kazimierz, «Don Bosco e i Polacchi», in «Ricerche Storiche Salesiane», 1 (1988),
171-195
SZCZERBA Kazimierz, Preistoria della Congregazione Salesiana in Polonia, tesina alla Uni-
versità Pontificia Salesiana di Roma 1974 (dattiloscritto)

6.2 Page 52

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346
Zimniak Stanislaw
SWIDA Andrzej, Ks. Piotr Tirone (Don Pietro Tir one), Lódz 1978
SWIDA Andrzej, «Salezjanskie szkolnictwo w Polsce (zarys)» (L'istruzione salesiana in Polonia
(L'abbozzo), in 75 Lat Dzialalnosci Salezjanów w Polsce. Ksiega Pamiatkowa (75 anni
dell'opera salesiana in Polonia. Libro commemorativo), Lódz-Kraków 1974, 37-58
SWIDA Andrzej, Towarzystwo Salezjanskie. Rys Historyczny (La Società salesiana. L'abbozzo
storico), Kraków 1984
ZIELINSKI Zygmunt, Papiestwo i papieze dwóch ostatnich wieków (Il papato e i papi nei due
ultimi secoli), 2a ed., I-II, Poznan 1986
25-lecie dzialalnosci salezjanskiej w Polsce (25 anni dell'opera salesiana in Polonia),
Mikolów 1923
50 Jahre Studienheim Maria-Hilf Unterwaltersdorf, für den Inhalt verantwortlich: P. Hornauer
SDB, Linz 1964
75 Lat Dzialalnosci Salezjanów w Polsce. Ksiega Pamiatkowa (75 anni dell'opera salesiana in
Polonia. Libro commemorativo), a cura di R. Popowski, S. Wilk, M. Lewko, Lódz-
Kraków 1974
RIVISTE
1. Wiadomosci Salezjanskie (Bollettino Salesiano in polacco), Roczniki 1897-1914, Turyn
2. Bollettino Salesiano, 1907-1909, Torino
3. Ricerche Storiche Salesiane, 1 (1988), Las Roma