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STUDI
LA FORMAZIONE TEOLOGICA NELLA SOCIETÀ SALESIANA
NEL PERIODO 1880-1922
Jacques Schepens*
Il presente contributo fa parte di un insieme più vasto il cui scopo era ini-
zialmente di chiarire le linee portanti teologiche, spirituali e pedagogiche che
hanno motivato e orientato la vita e l’azione della Congregazione salesiana nel
periodo 1880-1922. Un primo esame del materiale a disposizione rivela imme-
diatamente – a chi intende rispettare la doverosa distinzione tra teologia e spiri-
tualità – la difficoltà di ricavarne linee precise di pensiero teologico. Di fatto
sembra assai più facile trovare elementi espliciti di tipo spirituale e educativo
anziché una qualche riflessione teologica nel senso specifico del termine.
Una strada più praticabile, che permette di farsi una qualche idea della teo-
logia presente nella Congregazione salesiana nel suddetto periodo, sembra quella
di focalizzare la ricerca sul tema della formazione teologica del personale sale-
siano. In quella direzione si possono incontrare orientamenti e accenti che rive-
lano eventuali aspetti e linee di carattere teologico. In questa prospettiva il pre-
sente contributo si orienta piuttosto sul modo in cui la formazione teologica è
stata animata dagli organi centrali della Congregazione salesiana: con quali di-
rettive, quali contenuti, quali mezzi e quali metodi? Per rispondere a queste do-
mande sembra necessario prendere in considerazione soprattutto due aspetti del
tema, in primo luogo l’impostazione e l’organizzazione degli studi di teologia e,
in secondo luogo, gli aspetti contenutistici della formazione teologica nel pe-
riodo che è oggetto del presente contributo.
1. L’impostazione e l’ organizzazione della formazione teologica dei salesiani
Per farsi un’idea della formazione sacerdotale dei salesiani conviene partire
dalle deliberazioni a riguardo del secondo Capitolo generale del 1880, anno che
coincide con l’inizio del periodo da esaminare. Questo Capitolo offre un punto
di partenza interessante per informarsi sull’organizzazione, sui contenuti e sul-
l’andamento concreto della formazione teologica delle prime generazioni sale-
* Salesiano, docente presso la Facoltà di teologia di Benediktbeuern (Germania).

1.2 Page 2

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24 Jacques Schepens
siane. I diversi Capitoli generali successivi e le Lettere circolari dei superiori
offrono una visione d’insieme, che permette di seguire le linee elaborate per la
formazione teologica fino agli anni ’20.
È importante tener presente che l’ambiente in cui doveva realizzarsi la for-
mazione è quello della congregazione nascente. In questo contesto occorre fare
riferimento ai numerosi tentativi da parte di don Bosco e dei suoi successori per
dare forma e consistenza a questa formazione e per migliorarne gradualmente
l’impostazione. Non sorprende che nella fase iniziale – e soprattutto prima del-
l’apertura di veri studentati teologici nel 1904 – gli sforzi per la realizzazione
degli studi non abbiano subito portato i frutti che si potevano aspettare. Per farsi
un’idea concreta del problema conviene fare il punto su un certo numero di
aspetti che toccano l’impostazione e l’organizzazione degli studi teologici.
1.1. Studentati teologici regolari
Nonostante la decisione di principio – di fatto poco realistica – del secondo
Capitolo generale [= CG] (1880) di creare in ogni ispettoria uno studentato teolo-
gico1, gli studi di teologia si svolsero ancora per molto tempo nelle singole case
salesiane, concretamente nell’ambiente in cui i chierici erano impegnati nella
scuola o nell’assistenza dei giovani. Circa dieci anni dopo, il CG V (1889) offrì
un’immagine reale della situazione. Non esisteva ancora un vero centro di studio
destinato alla formazione teologica dei salesiani. Laddove era possibile, come a
Valdocco, Valsalice, Marsiglia e Buenos Aires, i chierici provenienti da diverse
case salesiane vicine si riunivano per la scuola di teologia2. Nei verbali delle
conferenze o riunioni di Valdocco si trovano in varie date indicazioni sulle ma-
terie, sugli orari e sui professori di queste scuole per chierici-studenti3. Altri chie-
rici frequentavano lezioni in un seminario diocesano vicino. Per le case troppo
isolate sacerdoti salesiani e altri assicuravano un insegnamento domestico. Du-
rante il CG IV (1886) si fece la proposta di mandare alcuni chierici a studiare
presso le università ecclesiastiche romane, decisione accolta da don Bosco stesso
con moderata condivisione 4. Nell’attesa di avere veri studentati si dettavano
norme e direttive per assicurare che gli studi fossero proficui. Se ne trova testi-
1 «In ogni Ispettoria vi sarà uno studentato per gli studi teologici», in: Deliberazioni del
secondo capitolo generale della Pia Società Salesiana tenuto in Lanzo Torinese nel settembre
1880, Distinzione IV. Studii, capo I, Studii Ecclesiastici, delib. 2, Torino, Tipografia salesiana,
1882, p. 65, OE XXXIII 73.
2 Cf Eugenio CERIA, Annali della Società Salesiana. II: Il rettorato di don Michele Rua,
Parte I (dal 1888 al 1898), Torino, 1943, p. 39.
3 Cf sedute del 10 novembre 1872, 1 novembre 1873, 31 ottobre 1875, 4 novembre 1877
in: José Manuel PRELLEZO, Valdocco nell’Ottocento tra reale e ideale 1866-1889. Documenti
e testimonianze, Roma, LAS, 1992, pp. 173, 182, 209-210, 235.
4 Pietro BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani nel secolo delle libertà. II, Roma, LAS,
2002, p. 604.

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 25
monianza, fra l’altro, nella lettera circolare di don Rua del 29 gennaio 1889 5.
Gradualmente però si esprimevano dubbi sul valore e sugli effetti del sistema in
atto. Quanto all’impianto di veri studentati teologici, in quel momento manca-
vano ancora proposte concretamente attuabili, anche perché la soluzione richiesta
incideva sulla vitalità stessa delle opere salesiane: basti pensare alla presenza di
salesiani nelle opere, ma anche alle possibilità per i chierici di acquisire le com-
petenze necessarie per l’impegno educativo 6. Secondo P. Braido, il fatto che non
si sia formato rapidamente uno studentato teologico regolare è dovuto anche al-
l’atteggiamento ambivalente dello stesso don Bosco, che nei documenti ufficiali
sottolineava l’importanza degli studi, ma sul piano pratico-operativo cercava
compromessi in favore di soluzioni sia innovative che funzionali. L’innovazione
promossa da don Bosco riguardava la sua idea sui «nuovi compiti» del «nuovo
prete» per «tempi nuovi» e la formazione che ne conseguiva7. Gli aspetti funzio-
nali invece riguardano le case salesiane che esigevano la presenza di giovani sa-
lesiani che vi prestavano l’opera di assistenza e di scuola. Dieci anni dopo la
morte di don Bosco, nella consapevolezza che non era ancora possibile eseguire
interamente il desiderio del CG II (1880)8 e delle Costituzioni9, i capitolari del
CG VIII (1898) deliberarono che in ogni casa la distribuzione del lavoro andava
fatta in modo tale che ogni studente di teologia, oltre la scuola da cui nessuno do-
veva essere dispensato, potesse dedicarsi allo studio almeno un’ora [ogni
giorno]10. Ma al CG IX (1901) si dovette constatare che solo in parte lo scopo
prefisso era stato raggiunto. Questo Capitolo generale, pur sottolineando la ne-
cessità di attuare gli studentati teologici, si proponeva di cambiare l’art. 2 del CG
II (1880) nel senso seguente: «Il Capitolo Superiore deliberò inoltre che si fon-
dino gli studentati regolari teologici dove il Capitolo Superiore giudicherà più
opportuno in servizio di una o più Ispettorie»11. Di fatto i capitolari si rendevano
5 Lettere circolari di don Michele Rua ai salesiani, Torino, tip. S.A.I.D. «Buona Stampa»,
1910, lett. 29 novembre 1889, pp. 30-31; lett. 8 ottobre 1893, pp. 98-104. [Circ. Rua].
6 Cf P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani… II, p. 604.
7 Cf P. BRAIDO, Un «nuovo prete» e la sua formazione culturale secondo don Bosco.
Intuizioni, aporie, virtualità, in «Ricerche Storiche Salesiane» 8 (1989) 7-75.
8 «I Direttori invigilino che tutto il tempo disponibile sia dai chierici impiegato negli
studi teologici», Deliberazioni del secondo capitolo generale… 1880, delib. 16, p. 67, OE
XXXIII 75.
9 «I soci, finché attendono agli studi prescritti dalle costituzioni, non si applichino troppo
alle opere di carità proprie della Società Salesiana, se non vi son costretti dalla necessità,
perché questo per lo più suole recare grave danno agli studi», in Regole o Costituzioni della
Società di S. Francesco di Sales secondo il decreto dell’approvazione del 3 aprile 1873, XII:
dello studio, art. 6, Torino 1875, p. 35, OE XXVII 85.
10 Atti e deliberazioni dell’VIII Capitolo generale della Pia Società Salesiana, S. Be-
nigno Canavese, Scuola tip. Salesiana, 1899, pp. 35-36.
11 Capitolo Generale IX (1901), Capo II: Deliberazioni adottate dal IX Capitolo Gene-
rale, 4, p. 6; Circ. Rua, 19.03.1902, pp. 275-277; Annali della Società salesiana III: Il rettorato
di don Michele Rua, Parte II (1899-1910), Torino, SEI, 1946, p. 148.

1.4 Page 4

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26 Jacques Schepens
conto che non sarebbe stato sempre possibile avere a disposizione per ogni Ispet-
toria un numero sufficiente di docenti preparati e che in qualche Ispettoria non
c’era un numero sufficiente di candidati per gli studi teologici. La Commissione
capitolare, considerando inoltre che le case sarebbero rimaste prive dell’aiuto che
i chierici fornivano nell’assistenza degli alunni, qualora gli studi teologici fossero
fatti immediatamente dopo il corso di filosofia, formulava la proposta che i chie-
rici fossero invitati per tre anni a prestare servizio nelle case particolari e che sol-
tanto dopo entrassero negli studentati di teologia per attendere regolarmente e
unicamente agli studi ecclesiastici per un quadriennio12.
Finalmente nel 1904 furono aperti tre studentati teologici13. Nel 1905 si ag-
giunse quello di Manga nell’Ispettoria Uruguayana – Paraguaiana14. Questa im-
portante decisione, nonostante la lunga strada necessaria per raggiungerla, s’in-
quadrava anche negli sforzi della Chiesa cattolica per la riqualificazione degli
studi ecclesiastici sotto il pontificato di Leone XIII e soprattutto sotto quello di
Pio XI, nel clima di reazione contro il modernismo15. Bisognerà ancora aspettare
diversi anni prima di vedere l’apertura di altri studentati teologici regolari. Nella
sua circolare del 28 ottobre 1904 il Consigliere scolastico generale don Fran-
cesco Cerruti deplorava che malgrado tutta la buona volontà «parecchi chierici
non potranno, in quest’anno, andar allo studentato»16. In attesa di aprire altri stu-
dentati, raccomandava che questi studenti fossero possibilmente raccolti insieme
e avessero il tempo sufficiente per lo studio e la scuola. Il Consigliere scolastico
generale, per incarico del Rettor maggiore, notificò che «tutti i chierici che
hanno terminato il triennio di esercizio pratico devono cominciare il corso teolo-
gico, entro o fuori dello Studentato»17. Richiamandosi alla stessa lettera, il Con-
sigliere scolastico generale chiese che i chierici che
«necessitatis causa in via eccezionale attendono nelle case fuori dello stu-
dentato regolare allo studio della filosofia e della teologia… siano provve-
duti de’ libri correnti, abbiano tempo sufficiente pe’ loro studi, vi sia chi
loro spieghi e insegni tanto almeno quanto è necessario per l’intelligenza e
lo studio del testo» 18.
Citando il Rettor maggiore, don Cerruti ricordava ai direttori che si trattava
di un’opera di doverosa carità e che quindi nessun sacrificio doveva essere
12 Annali della Società Salesiana III, pp. 148-149.
13 Gli studentati di Foglizzo (Piemonte) e S. Gregorio di Catanea (Sicilia) in Italia,
Groot-Bijgaarden [Grand-Bigard] nel Belgio, cfr. Lettera circolare di don Cerruti [Circ. Cer-
ruti], 28.10.1904.
14 Cf Lettere circolari mensili del Capitolo Superiore agli ispettori [Circ. mens.],
24.04.1905; aperto l’8 marzo 1905.
15 Cf la posizione di don Rua in: Circ. Rua, 01.11.1906, pp. 352-353.
16 Circ. Cerruti, 18.10. 1904.
17 Ibid.
18 Circ. mens., 02.01.1905.

1.5 Page 5

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 27
troppo 19. Nella circolare del 21 novembre 1905, don Rua elencò ancora altre
conseguenze della decisione del 1904. Per supplire alla mancanza di insegnanti e
assistenti nel presente e nel futuro per alcuni anni si sarebbe contato quasi unica-
mente sui chierici che, usciti dallo studentato filosofico, doverono far il triennio
pratico o tirocinio prima di cominciare lo studentato teologico regolare. Per rea-
lizzare il progetto degli studentati teologici, don Rua chiese anche di non pro-
porre al Capitolo Superiore, almeno per un quinquennio, l’apertura di nuove
case o fondazioni né l’allargamento di quelle esistenti, di passare a rassegna
le singole case per vedere se e quali eventualmente si potevano sopprimere per
meglio regolarizzare le rimanenti dell’Ispettoria20.
L’impostazione della nuova struttura della formazione teologica si realiz-
zava piuttosto lentamente. Don Rua se ne lamentava nel 1906, quando scriveva
che «sommano ancora a 156, nella sola Italia gli studenti di teologia dispersi
nelle Case, mancanti, per lo più, di tempo d’aiuto di mezzi pei loro studi»21. In-
tanto invitava gli Ispettori ad organizzare bene le «scholae minores», cioè l’inse-
gnamento di teologia che non poteva aver luogo negli studentati22.
1.2. Condizioni di ammissione allo studio della teologia
Quanto all’ammissione agli studi teologici il CG VIII stabilì nel 1898 che
«Nessuno sarà ammesso alla teologia, se non dopo aver studiata per intero
la filosofia, e subitine regolarmente tutti gli esami. Qualora taluno uscisse
dello studentato prima di aver terminate le scuole di filosofia, dovrà termi-
narle nella Casa madre o ispettoriale o altra assegnatagli dai Superiori»23.
Dopo l’introduzione della prassi del tirocinio pratico nel 1901, si aggiunse
che i chierici dovevano
«aver compiuto anche il tirocinio pratico, salvo regolare dispensa, dispensa
cioè regolare scritta e che siano di ottima condotta e sodezza di vocazione
salesiana, perché lo studentato mira a formare buoni preti salesiani»24.
1.3. I programmi
Anche se è possibile trovare sporadicamente qualche elemento di pro-
gramma prima del 188325, la pubblicazione annuale regolare dei programmi di
19 In parte ripreso nelle Circ. mens., 24.01.1905; 24 04.1910.
20 Circ. Rua, 21.11.1905, pp. 335-337.
21 Ibid., 02.07.1906, p. 336.
22 Circ. mens., 23.11.1914.
23 Atti e Deliberazioni dell’VIII Capitolo generale… 1899, p. 35.
24 Circ. mens., 24.08. 1909.
25 Un predecessore dei programmi annuali sembra essere quello del 1880-1881, Torino,
22 ottobre 1880.

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28 Jacques Schepens
teologia inizia con l’anno scolastico 1883-1884. Da questo momento viene pub-
blicato ogni anno il «Programma d’insegnamento pel corso teologico» per
l’anno scolastico incipiente e mandato dal Consigliere scolastico generale alle ri-
spettive case26. Dall’anno 1887-1888 inizia il primo anno del primo ciclo com-
pleto di quattro anni. Dopo la pubblicazione nel 1904 del «Regolamento-pro-
gramma per gli studenti teologici», il primo ciclo regolare inizia secondo le
norme della nuova organizzazione del curricolo teologico. Ormai la teologia
fondamentale verrà insegnata nel primo anno del quadriennio teologico per
permettere a tutti i chierici studenti di incominciare sempre con questo corso.
Gradualmente verrà organizzato il secondo ciclo che riunisce gli studenti del
secondo, terzo e quarto anno di teologia27.
1.4. Andamento degli studi teologici
1.4.1. Quanto alla durata degli studi teologici, il CG II (1880) aveva stabi-
lito che il corso di teologia doveva durare quattro anni, seguito da due anni di
morale casistica 28. Questa regola era conforme con quanto era stabilito dalle Co-
stituzioni: «I chierici …devono per due anni attendere seriamente allo studio
della filosofia, per quattro anni almeno alle materie ecclesiastiche»29. Secondo il
promemoria Cenno istorico, testo preparatorio delle Costituzioni, il corso di teo-
logia doveva essere di cinque anni, completati da un biennio di studio della mo-
rale in preparazione all’esame di confessione30. Il CG IV (1886) esigeva che si
compissero i corsi teologici in quattro anni e che «pel bene dei Soci e della Con-
gregazione sarebbe a desiderarsi che nessuno fosse ordinato prete se non dopo
aver finito regolarmente il corso di teologia»31. Come si vedrà più avanti, le pre-
scrizioni a questo riguardo non erano seguite strettamente. Nel CG IX (1901) fu
affidato a una commissione speciale, composta da salesiani e da esterni compe-
tenti in materia, da nominarsi dal CG, il problema della realizzazione degli stu-
dentati teologici e del programma definitivo degli studi ecclesiastici. Nel redi-
gere il programma questa commissione doveva basarsi su quanto stabilivano le
Costituzioni, tenendo conto dello scopo e delle esigenze della Società salesiana.
26 Archivio Salesiano Centrale [ASC] E 318 Studi filo[sofici] e teologici 1883-1940.
27 Cf il Programma particolareggiato per gli anni 1904-1905 (anno 1), 1905-1906 (anno
1 e 2), 1906-1907 (anno 1, 2, 3); dall’anno scolastico 1907-1908 il corso di teologia che com-
prende 4 anni è completo.
28 Deliberazioni del secondo capitolo generale… 1880, delib. 1, p. 65, OE XXXIII 73.
29 Regole e Costituzioni… 1875, XII. Dello studio, p. 34, OE XXVII, 84.
30 Cenno istorico sulla Congregazione di S. Francesco di Sales e relativi schiarimenti,
Roma, Tipografia Poliglotta della s. c. di Propaganda, 1874, pp. 14-15, OE XXV 244-245; cf
per l’edizione critica: P. BRAIDO, L’idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico» di don
Bosco del 1873/74. Introduzione e testo critico, in «Ricerche Storiche Salesiane» 6 (1987) 297.
31 ASC D 597; cf P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani… II, p. 603.

1.7 Page 7

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 29
Stabilita l’istituzione degli studentati di teologia, la commissione doveva formu-
lare la proposta di sopprimere l’articolo che obbligava i sacerdoti ad attendere,
compiuto il corso teologico, a due anni di morale casistica. Questo studio e
queste esercitazioni, si diceva, si sarebbero potute fare con frutto nelle vacanze
autunnali durante il quadriennio, con l’avvertenza che i Casus conscientiae e
relative esercitazioni corrispondessero ai trattati di morale studiati nel corso
dell’anno. La proposta fu accettata32.
1.4.2. Il CG II (1880) aveva fissato che l’anno scolastico sarebbe durato
«nove mesi intieri»33, regola confermata dal Regolamento-programma del 1904
che affermava anche che le settimane erano di cinque giorni e il giorno di
quattro ore di scuola34. Prima di questa norma erano previste per gli studentati
regolari – di fatto non esistenti – non meno di 3 ore di scuola al giorno mentre i
chierici impegnati nell’assistenza o nell’insegnamento erano tenuti a frequentare
non meno di 5 ore la settimana35. Osservazioni reiterate del Rettor maggiore
fanno capire che questa norma non fu sempre rispettata o difficilmente si poteva
rispettare. Nella sua lettera del 29 gennaio 1889, riprendendo direttive in so-
stanza già fissate nell’Oratorio il 23 ottobre 1888, don Rua osservava:
«1. Si facciano regolarmente in ciascuna casa le cinque ore di scuola alla
settimana, stabilite dalle deliberazioni capitolari ed in esse s’interroghi fre-
quentemente e si faccia recitare per turno; 2. Dove o quando questo non si
potesse assolutamente fare vi si rimedi almeno con qualche conferenza quo-
tidiana, triduana o settimanale, nella quale, sotto la presidenza del Direttore
o di altro dei Superiori od anche del più idoneo dei chierici stessi, si
esponga seriamente la parte assegnata per quel giorno, triduo o settimana;
3. Si tenga una conferenza ogni mese nella quale si ripeta tutta la parte stu-
diata o dovuta studiare in detto mese. 4. All’Oratorio e a Valsalice questa
conferenza si faccia alternativamente ogni settimana materia per materia,
sicché entro il mese si ripeta quanto fu in esso assegnato di Teologia fonda-
mentale, dogmatica, sacramentaria, morale ed ermeneutica sacra»36.
Il Rettor maggiore non si scoraggiava nel rivelare le conseguenze dell’irre-
golarità e la trascuratezza nella scuola di teologia per l’indebolimento della
scienza e dello spirito ecclesiastico37. Era compito dei direttori vigilare che i do-
centi facessero la scuola regolarmente e puntualmente e che gli studenti fossero
32 Annali della Società Salesiana III, p. 153.
33 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 3, OE XXXIII 73.
34 Cf Regolamento-programma per gli studentati teologici approvato dal Capitolo Supe-
riore nell’adunanza del 1° Agosto 1904, art. 1, a) b) c).
35 Deliberazioni del secondo capitolo generale… 1880, delib. 3, OE XXXIII 73.
36 Circ. Rua, 29.01.1889, pp. 30-31.
37 «Altro difetto, che trovai in alcune case, fu l’irregolarità nella scuola di teologia e di
sacre cerimonie pei chierici. Non mi arresto a far rivelare gli inconvenienti che sorgono da tale
irregolarità e trascuranza, per la scienza di cui maggiormente abbisognano i chierici ed anche
per lo spirito ecclesiastico; facilmente ciascuno può conoscerli»; Circ. Rua, 01.11.1890, p. 52.

1.8 Page 8

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30 Jacques Schepens
presenti alle lezioni per apprendere le materie scolastiche38, gli ispettori, invece,
dovevano vegliare sulla cura che i direttori si prendevano dei chierici39.
1.5. Gli esami
Le date degli esami erano certamente argomento di concertazione nelle
conferenze capitolari che dovevano stabilire sia gli insegnanti che gli orari per
l’insegnamento teologico di un nuovo anno scolastico 40. Secondo il CG II
(1880) toccava all’ispettore nominare «a tempo debito gli esaminatori per cia-
scuna casa della sua Ispettoria»; inoltre «terrà registro preciso dei trattati su cui
vennero esaminati i singoli chierici, come pure l’esito ottenuto per ogni materia.
Di tutto manderà copia al Capitolo Superiore»41. Dei tre esami ordinari – seme-
strale, finale e autunnale – nessuno veniva dispensato, «se non per gravi motivi.
L’esame autunnale dovrà versare su tutte le materie assegnate nel programma
dell’anno» 42.
Questa regola venne confermata nel CG IV (1886) ma non era più obbliga-
torio ripetere gli esami già dati con esito positivo. A novembre (esame autun-
nale) bastava presentarsi per i trattati dell’anno decorso, su cui non si sono dati
gli esami43. Tuttavia a partire da questo Capitolo si iniziò a nominare una com-
missione esaminatrice per assicurare una maggiore uniformità del dare il voto e
di stendere una «ragionata relazione dell’andamento degli studi»44.
Quanto agli esami, parecchie volte fu necessario l’intervento diretto di don
Rua. Riprendendo nel 1889 le direttive, che in sostanza erano già fissate nell’ot-
tobre 1888, il Rettor maggiore invitò i direttori ad adoperarsi
«con la più scrupolosa cura, affinché i nostri studenti di Teologia subiscano
regolarmente gli esami su tutti i trattati assegnati per l’anno in corso.
Questo è necessario, anche perché non abbiamo poi a ritardare le sacre ordi-
nazioni, vedendosi per esperienza che generalmente, ricevuto il presbite-
rato, manca il tempo e la possibilità di completare gli studi sopravanzati»45.
38 Ibid., pp. 52-53.
39 Ibid., p. 70.
40 Cf le conferenze capitolari: seduta del 7 giugno 1872 e del 24 ottobre 1872, in J. M.
PRELLEZO, Valdocco nell’Ottocento..., pp. 169 e 182.
41 Deliberazioni del secondo capitolo generale… 1880, delib. 9, p. 66, OE XXXIII 74.
42 Ibid., delib. 5, pp. 65-66, OE XXXIII 73-74.
43 Deliberazioni dei sei primi Capitoli Generali della Pia Società Salesiana, precedute
dalle Regole o Costituzioni della medesima, S. Benigno Canavese, Tipografia e Libreria Sale-
siana, 1894, delib. 584, p. 342.
44 «L’Ispettore per la maggior uniformità di criterio nel dare il voto, nomini una commis-
sione esaminatrice per la sua Ispettoria. Sia essa composta di due esaminatori ispettoriali e dei
professori delle singole Case, e cioè per gli esami di Marzo e di Luglio. Gli esaminatori nel tra-
smettere i voti vi uniscano una ragionata relazione dell’andamento degli studi»; Deliberazioni
dei sei primi Capitoli generali…, 1894, n. 588, p. 343.
45 Circ. Rua, 29.01.1889, pp. 30-31.

1.9 Page 9

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 31
Il Rettor maggiore tornava sullo stesso tema nel 1893:
«quel che non si studia nei quattro anni del corso teologico, generalmente
non si studia più. Questo è il motivo per cui i Superiori, qualunque possa
essere l’impedimento addotto, non ammettono chierici per via ordinaria,
alle sacre Ordinazioni, se questi non hanno felicemente sostenuto gli Esami
sui trattati stabiliti nel quadriennio, in tal misura che prima del presbiterato
sia esaurito l’intero programma teologico… Non occorre poi dire che come
l’insegnamento e lo studio della Teologia, così gli Esami relativi vanno dati
e sostenuti con serietà e efficacia. Su questo punto raccomando caldamente
che non si diano ordinariamente che i tre esami regolari, semestrale, finale
e autunnale; che i primi due a seconda di quanto fu stabilito nel Cap.
Gen. dell’anno passato e partecipato dal Consigliere Scolastico della Con-
gregazione, siano dati con qualche solennità ed importanza, e infine che
gl’Ispettori nell’inviare il risultato, ossia i voti degli esaminati, uniscano
un cenno sul modo con cui procedettero gli esami, e con cui nelle singole
Case fu studiata la Teologia. Ove poi occorra qualche esame straordinario,
questo non si dia senza prima averne il permesso scritto del Consigliere
scolastico o da’ rispettivi Ispettori, a cui se ne manderà tosto il risultato
affinché questi (dopo averne preso copia da conservarsi negli archivi
dell’Ispettoria) lo comunichino al Consigliere scolastico per la necessaria
registrazione» 46.
Più completo e preciso si presentava il testo del Regolamento-programma
del 1904. Gli esami erano sempre tre: semestrale, annuale e autunnale (o di ripa-
razione); ma nella sessione annuale l’esame versava ormai su tutta la materia
dell’anno, anche su quella di cui lo studente aveva già dato l’esame nella ses-
sione semestrale. I voti ottenuti nelle singole sessioni erano riportati nel registro
generale degli studi teologici. Alla fine del quadriennio di teologia ogni studente
doveva subire un esame generale su tutta la teologia morale già studiata. Agli
studenti che riuscivano approvati per l’esame generale in teologia dogmatica
veniva conferito il titolo di «maestro in Teologia»47.
In relazione agli esami esistono moltissimi appelli e ripetute osservazioni
che documentano i problemi che il Consigliere scolastico generale dovette affron-
tare. I numerosissimi e ripetuti appelli nelle circolari mensili del Capitolo Supe-
riore concernavano l’organizzazione tempestiva degli esami (la data, i trattati da
studiare, l’esortazione all’indirizzo dei chierici di prepararsi convenientemente)
da parte degli ispettori e dei direttori delle singole case, la nomina della commis-
sione esaminatrice, i risultati degli esami (i voti) da comunicare al Consigliere
scolastico generale accompagnati da una breve relazione dell’esame, casa per
casa, la quale l’Ispettore doveva attentamente esaminare per prendere le disposi-
zioni necessarie48. Le poche eccezioni, come l’ispettoria romana e lo studentato
46 Circ. Rua, 08.10.1893, pp. 101-102.
47 Regolamento-programma… 1904, I e), f), g), h) i).
48 Circ. mens., 23.02.1899.

1.10 Page 10

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32 Jacques Schepens
di Manga che mandarono i loro rapporti tempestivamente e nella forma richiesta,
ricevettero esplicitamente da parte di don Cerruti «una meritata lode»49.
1.6. Le ordinazioni sacre
A livello della formazione sacerdotale esisteva un legame stretto tra lo
studio della teologia e i necessari esami che lo accompagnavano, da un lato e le
ordinazione sacre, dall’altro. Il CG II (1880) formulava questo legame nei ter-
mini seguenti:
«Affinché un chierico sia ammesso al sacerdozio, dovrà aver sostenuto gli
esami su tutti i trattati assegnati al quadriennio. Qualora però il Rettore
Maggiore giudicasse farsi alcuna eccezione col presentare alle sacre Ordi-
nazioni qualcuno prima del compimento del corso teologico, questi rimarrà
ancora obbligato a completare gli studii negli anni seguenti ed a sostenere i
prescritti esami»50.
Le deliberazioni del terzo (1883) e quarto (1886) CG confermarono e
rinforzarono la regola:
«Dopo il secondo anno di teologia si può promuovere alla tonsura ed agli
ordini minori, dopo il terzo al suddiaconato ed al diaconato; ma solo al fine
del quarto al presbiterato. Occorrendo eccezioni queste si faranno dal
Rettor maggiore e da quegli ispettori, cui fosse stata comunicata tale fa-
coltà. Per regola ordinaria non si ammettono al Presbiterato quelli, che
hanno ancora da sostenere esami sopra il numero di trattati, che sia supe-
riore a quello stabilito pel corso dell’anno medesimo»51.
Come abbiamo documentato in precedenza, nel caso della congregazione
salesiana, le prescrizioni circa le ordinazioni supposero per molto tempo che i
candidati al sacerdozio fossero sparsi nelle case. Il Direttore spirituale (o Cate-
chista generale), in base alle relazioni dell’ispettore e del direttore locale, che ne
portavano la responsabilità diretta, aveva il compito di seguire l’andamento dei
loro studi attraverso l’accurata registrazione. Nel CG II (1880) la discussione
portò, fra l’altro, sulla constatazione del mancato adempimento delle prescri-
zioni riguardanti gli «studi ecclesiastici». Il più grave abuso era – secondo P.
Braido – l’ammissione al presbiterato di candidati che non avevano compiuto il
quadriennio di teologia e non li proseguivano dopo l’ordinazione52. Don Bosco
49 Circ. mens., 29.04 1898; 24.05.1905.
50 Deliberazioni del secondo capitolo generale… 1880, delib. 11, p. 66, OE XXXIII 74.
51 Deliberazioni del terzo e quarto capitolo generale della Pia Società Salesiana tenuti
in Valsalice nel settembre 1883-86, S. Benigno Canavese, Tipografia Salesiana, 1887, p. 15,
OE XXXVI 267; Annali della Società salesiana I. Dalle origini alla morte di S. Giovanni
Bosco (1841-1888), Torino, SEI, 1941, pp. 560-566; P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani
II, pp. 602-609.
52 Cf Ibid., p. 446.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 33
stesso per motivi spirituali e di tipo pratico era favorevole alle ordinazioni antici-
pate. Nel Cenno istorico egli aveva scritto l’idea che per ragioni di età o altro
grave motivo l’ordinazione sacerdotale poteva essere anticipata di un anno53.
Anche durante la ventitreesima sessione del CG I (1877) – un Capitolo che la-
sciò sospesa la regolamentazione circa gli studi dei salesiani – don Bosco sotto-
lineò la necessità di ordinazioni anticipate:
«finora vi fu tale necessità di preti per sopperire ai bisogni delle singole
case, che si dovettero far Ordinare anche di coloro i quali non avevano an-
cora finiti gli studii e fu anche necessario che varii prendessero le ordina-
zioni in fretta. Ora è già aumenato assai il numero dei preti, perciò il bi-
sogno delle case non sarà più tanto grande, quindi speriamo non sarà più
necessario prendere le cose tanto in fretta. Il bisogno di far prendere le Or-
dinazioni anche prima che si abbiano finiti gli studii si fa proprio sentire;
poiché se va in un collegio un semplice chierico otterrà come uno; se il me-
desimo è già prete sarà subito tenuto dai giovani in molto maggior conto e
potrà fare il doppio, senza contare la comodità della messa, che per noi è
sempre grande. D’altra parte poi negli studii quel confratello non ne ha da
perdere perché è stabilito, e si faccia eseguir bene, che anche colui il quale
è prete è tenuto a prendere l’esame di quei trattati di cui non l’ha ancora
preso, e potendo, anche di frequentare la scuola. Se dunque conviene lungo
le vacanze fare ordinare varii, anche un po’ più in fretta, essi non ne per-
dono nello studio, ne guadagnano le case e l’individuo stesso in quel tempo
ha maggior comodità di farlo essendo libero da ogni occupazione»54.
Al CG II (1880) don Bosco, pur sostenendo contro don Cagliero, grande
oppositore dell’ordinazione presbiterale di canditati che non avevano compiuto
il quadriennio di teologia, la necessità di garantire agli ordinati il tempo per
completare gli studi teologici, mise in rilievo altri vantaggi spirituali e pratici
delle ordinazioni anticipate. Si aggiunse un’altra preoccupazione di don Bosco:
quella che ogni direttore si prendesse cura della formazione del proprio perso-
nale e che i lavori dei singoli confratelli fossero distribuiti in modo che tutti po-
tessero aver il tempo per studiare55. P. Braido ha messo in rilievo che la posi-
zione di don Bosco riguardo alle ordinazioni anticipate non va confuso con i
procedimenti con cui si arrivava alle ordinazioni in certe diocesi italiane del
Centro-Sud nell’’800. Don Bosco esigeva in ogni caso un curricolo teologico
completo 56.
Nella circolare del 28 febbraio 1900 il Direttore spirituale don Paolo Albera
raccomandava:
«di non proporre agli ordini Sacri chierici che siano troppo indietro negli
studii, e se si tratta del presbitero, che non abbiano tutti i voti di teologia.
53 Cf P. BRAIDO, L’idea della Società Salesiana nel «Cenno istorico»…, p. 297.
54 Cf P. BRAIDO, Un «nuovo prete»…, pp. 35-36.
55 P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani… II, pp. 446-447.
56 P. BRAIDO, Un «nuovo prete»…, p. 38, n. 80.

2.2 Page 12

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34 Jacques Schepens
Ed a proposito fa notare che, mancando queste condizioni riusciranno inu-
tili tutte le proposte, giacché è regola del Capitolo Superiore di non ammet-
tere alcuno al presbiterato se prima non ha compiuto il suo corso e sostenuti
tutti gli esami»57.
Il 24 aprile del 1906 il Direttore spirituale informò gli ispettori e direttori
«che il 19 marzo u.s. uscì un decreto che impone ai Vescovi di sottoporre ad
un esame formale sulla teologia tutti i religiosi che loro sono presentati per
essere ordinati»58.
Si raccomandò a tutti di prenderne conoscenza. I direttori e gli ispettori in-
culcarono agli ordinandi lo studio della teologia e procurarono che i candidati
avessero il tempo necessario per ben prepararsi all’esame59.
1.7. Responsabilità e competenze
1.7.1. Il Rettore maggiore
Il tema dello studio della teologia, come si è visto, ritorna regolarmente
sotto la penna del Rettor maggiore. Per quanto riguarda la formazione teologica,
don Rua ne sottolineava instancabilmente il senso, l’importanza e la necessità
per il sacerdote salesiano, per la sua missione e per il buon spirito della sua vita
e della sua vocazione personale.
Il tema della missione e della responsabilità del sacerdote salesiano è ricor-
rente negli scritti di don Rua. Tra i numerosi interventi sull’argomento conviene
citare la sua lettera circolare del 8 ottobre 1893 sullo studio della teologia60. Se-
condo don Rua per i preti e chierici salesiani lo studio della teologia è il primo
dovere dopo la pietà. Come si potrebbe essere sacerdote, se non si cura la
scienza sacra? Come potrà il sacerdote «aver questo sacro deposito, e farne pure
partecipi gli altri, se non premetterà pel suo acquisto il necessario studio?»61.
Don Rua citava S. Francesco di Sales che era persuaso
«che le migliori regole di condotta sono insufficienti al ministero di un sa-
cerdote, se queste non sono congiunte allo studio…: “La scienza in un
prete…è l’ottavo sacramento della gerarchia ecclesiastica… Le maggiori
disgrazie della Chiesa… sono avvenute perché l’arca della scienza si è tro-
vata in altre mani che in quelle dei Leviti”»62.
57 Circ. mens., 28 02.1900.
58 «Constituimus ut candidati non solum in iis rebus quae ad Ordinem adeundum perti-
nent, sed in aliis quoque de theologia dogmatica tractationibus periculum faciant», Circ. mens.,
24.04.1906.
59 Ibid.
60 Circ. Rua, 08.10.1893.
61 Ibid., p. 99.
62 Ibid.

2.3 Page 13

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 35
Fece anche riferimento agli sforzi del Papa per mantenere vivo nel clero il
dovere dello studio e l’amore alla scienza. Lo studio della teologia era assoluta-
mente necessario, per chiunque si avviasse al sacerdozio, e lo era particolar-
mente per i salesiani63. In un’altra circolare il Rettor maggiore aveva già segna-
lato l’importanza dello studio della teologia per lo stato sacerdotale riferendosi a
due difetti importanti: la deficienza di piena intelligenza e la mancanza di espo-
sizione sufficientemente sicura e precisa64.
Un alto tema che a don Rua stava molto a cuore era il legame tra lo studio
teologico da una parte e il buon spirito e la perseveranza della vocazione sale-
siana dall’altra. Nella già citata lettera riteneva che «il poco d’amore agli studi
sacri o precede o segue l’indebolimento, e talvolta la perdita della vocazione»65.
Ripeté lo stesso messaggio in termini non equivoci all’indirizzo dei direttori:
«Giova anche molto conservare il buon spirito nel personale e renderlo
sodo lo studio accurato della teologia e delle scienze ecclesiastiche. Io sono
un po’ mortificato nel dover, dopo tante altre volte, ricordare ancora adesso
il grave peso di coscienza che qualche Direttore ha col non procurare che si
faccia regolarmente la scuola e che si studino da tutti le materie ecclesia-
stiche. Non vi stupisca che io vi dica grave peso di coscienza perché così
credo veramente, che non vada esente da peccato mortale chi è volontaria-
mente causa di un grave danno morale a un suddito. Ora per me credo che
sia mettere in pericolo della sua vocazione e perciò pericolo non di uno, ma
di molti peccati, il lasciar trascurare lo studio della teologia, il non fare o
procurare la scuola nei tempi in cui è di obbligo»66.
1.7.2. Il Consigliere scolastico generale
La figura centrale, la persona-chiave nell’impostazione e nell’organizza-
zione degli studi teologici, era indubbiamente il Consigliere scolastico generale.
Secondo il CG II (1880) spettava a lui «fissare anno per anno i trattati da studiare
in tutte le case»67. Tuttavia i suoi veri compiti superano di molto questa modesta
indicazione. Per aver un’idea delle sue competenze e responsabilità, decisioni e
interventi, occorre studiare, fra l’altro, le circolari del Consigliere scolastico gene-
rale e quelle del Capitolo Superiore. Come esemplificazione è sufficiente il riferi-
mento ad un solo intervento significativo: quello della lettera circolare di don
Cerruti del 28 marzo 1887, dalla quale si percepisce bene la materia seguita dal
Consigliere scolastico generale e i problemi molto ricorrenti che ha da affrontare:
«Ho rilevato da un po’ d’esame a’ Registri scolastici che in alcune Case
americane non si diedero nel 1885-86 gli Esami di Filosofia e Teologia, o
63 Ibid., pp. 99-100.
64 Circ. Rua, 29.10. 1889, pp. 30-31.
65 Circ. Rua, 08.10. 1893, pp. 99-101.
66 Circ. Rua, 25.04.1901, p. 261.
67 Deliberazioni del secondo capitolo generale… 1882, delib. 8, p. 66, OE XXXIII 74.

2.4 Page 14

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36 Jacques Schepens
almeno non me ne pervennero i risultati. In altre poi si eseguì assai imper-
fettamente il programma annuale sì rispetto alla quantità, come qualità delle
materie stabilite. Trattandosi di un punto così importante non solo per l’o-
nore, ma per l’esistenza stessa della nostra cara Società, ti prego caldamente
a voler:
1° Dirmi se e quali Case dipendenti non attuarono il detto programma; 2°
Ove in alcune di esse gli Esami si fossero dati e aversi dimenticato di man-
darmene il risultato, inviarmelo colla massima sollecitudine; 3° Provvedere
che pel corrente 1886-87 gli Esami semestrali, finali ed autunnali siano dati
con regolarità richiesta dalle Deliberazioni capitolari; 4° I voti tanto di Filo-
sofia quanto di Teologia siano esclusivamente segnati sul modello apposito,
con l’indicazione di que’ Soci che non subirono l’Esame, e de’ motivi, giu-
stificati o no, che a questo li indussero, sicché si conosca lo stato scolastico
di ciascuno; 5° Quali libri di testo si adottano per la scuola di Filosofia e
quali per la Teologia. Riguardo a questi conviene, fino a nuove disposi-
zioni, non fare innovazioni a quello che si pratica in Italia, benché il Per-
rone non sia riconosciuto troppo adatto per l’utilità reale della Scuola ed i
bisogni nostri. Meglio continuare col medesimo che fare non abbastanza
maturamente un cambiamento, il quale poi nella pratica riesca anche più
nocivo. ….6° Se e come si eseguisce l’Art. 11 Dist. IV Studi, delle Delibe-
razioni Capitolari, che ho pure ricordato nelle avvertenze unite al Pro-
gramma filosofico-teologico del corrente 1886-1887. Attendo in fine colla
massima sollecitudine e debitamente riempito il Rendiconto scolastico che
avrai ricevuto»68.
La lettera riassume bene quali siano i compiti e le responsabilità del Consi-
gliere scolastico generale. Data la situazione concreta degli studi, toccava a lui
preparare e inviare ogni anno il programma di teologia per l’anno scolastico in-
cipiente, con l’indicazione dei trattati da studiare e dei libri di testo da usare; era
compito suo vegliare che fossero eseguiti, che tutti avessero dato i rispettivi
esami e che i voti fossero trasmessi tempestivamente; doveva seguire e valutare
il rendiconto scolastico proveniente dalle rispettive case dove esisteva una
scuola di teologia.
Numerosi e istruttivi sulla situazione sono gli appelli nelle Lettere circolari
del Capitolo Superiore in cui don Cerruti si rivolge agli ispettori e ai direttori
con la domanda di mettersi in ordine il più presto possibile perché «non sarà mai
troppo ricordato che la formazione intellettuale e morale costituisce il principale
fra i doveri di un superiore»69.
1.7.3. Il Direttore spirituale (o Catechista generale)
Al CG I (1877) fu discusso e deciso che gli studi ecclesiastici, la teologia in
preparazione al sacerdozio e al ministero delle confessioni, fossero di pertinenza
68 Circ. Cerruti, 28.03.1887.
69 Circ. mens., 24.02.1907.

2.5 Page 15

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 37
del Catechista generale. Il CG IV (1886) decise che il Catechista generale della
congregazione venisse incaricato «di provvedere alle sacre ordinazioni dei chie-
rici, dopo che avrà ricevuto dagli Ispettori le necessarie relazioni»70. Terrà anche
un registro di tutti i chierici della congregazione secondo l’età e il corso teolo-
gico cui sono iscritti, come pure il registro di tutti gli esami di teologia, e «non
proponga alle ordinazioni chi dimostrò notevole negligenza negli studii, o non
abbia ottenuto nei medesimi la sufficienza almeno per sei decimi sopra ogni trat-
tato»71. Ma le competenze del Direttore spirituale non si limitavano agli ordini
sacri o agli esami che li precedevano. Altre responsabilità segnalate riguarda-
vano il compito dei salesiani per «l’annuncio della divina parola» in modo spe-
ciale ai giovani72, lo studio permanente della teologia morale in vista del sacra-
mento della penitenza e della direzione delle anime73, i casi di morale e di li-
turgia74 e l’approvazione dei sacerdoti per la confessione dei fedeli75.
1.7.4. L’Ispettore
Oltre le sue responsabilità generali l’ispettore aveva dei compiti precisi in
vista della formazione teologica dei chierici salesiani. Il CG II (1880) precisava
che toccava a lui nominare «a tempo debito gli esaminatori per ciascuna casa
della sua Ispettoria»; teneva anche il «registro preciso dei trattati su cui vennero
esaminati i singoli chierici, come pure dell’esito ottenuto in ciascun esame su
d’ogni materia» e «di tutto manderà esattamente copia di tutto al Capitolo Supe-
riore»76. Questa regola venne completata e precisata dal CG VI (1892). Per assi-
curare una maggiore uniformità di criterio nel dare il voto, l’Ispettore avrebbe
nominato una «commissione esaminatrice» per la sua Ispettoria, commissione
che sarebbe stata composta di due esaminatori ispettoriali e dei professori delle
singole case. Nel trasmettere i voti gli esaminatori dovevano unire una relazione
dell’andamento degli studi. L’ispettore teneva registro preciso dei trattati su cui
venivano esaminati, come pure dell’esito ottenuto in ciascun esame e di tutto
veniva mandata esattamente copia al Capitolo Superiore77.
Dopo la riforma degli studi teologici del 1904 gli ispettori furono invitati a
vedere come nella distribuzione del personale potevano lasciar liberi per lo stu-
dentato teologico regolare i chierici che avevano già iniziato lo studio della teo-
logia. Secondo il Consigliere scolastico generale questo costituiva un dovere.
70 Deliberazioni del terzo e quarto capitolo generale… 1887, p. 13, OE XXXVI 265.
71 Ibid., pp. 13-14; OE XXXVI, 265-266.
72 Circ. mens., 29.04.1900; 24.04.1910.
73 Circ. mens., 24.02.1907.
74 Circ. mens., 22. 11.1905; 24.01.1907; 24.10.1909; 24.01.1910.
75 Circ. mens., 24. 02.1907.
76 Deliberazioni del secondo capitolo generale… 1880, delib. 9, p. 66, OE XXXIII 74.
77 Deliberazioni dei sei primi capitoli generali… 1894, n. 588, p. 343.

2.6 Page 16

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38 Jacques Schepens
Don Cerruti era dell’avviso che i chierici, studenti di filosofia e teologia, dispersi
nella case, erano, «fatte rare eccezioni, abbandonati in fatto di studii ecclesia-
stici»78. Insieme ai direttori gli Ispettori erano chiamati a
«far sì che, anche a costo di sacrifici, i chierici possano compiere conve-
nientemente i loro studi filosofici e teologici, assolutamente indispensabili
alla loro formazione tanto intellettuale, quanto morale. Le molte occupa-
zioni, la scarsezza di mezzi materiali e simili non valgono ad esimerci da
questo grandissimo fra i doveri di una Congregazione religiosa dell’indole
della nostra»79.
1.7.5. Il direttore
In una circolare del 2 novembre 1874 – periodo precedente a quello stu-
diato in questo contributo – redatta da don Cagliero e corretta da don Bosco, si
legge che
«i Direttori sono di tutto cuore pregati di vegliare a procurare che in ogni
settimana vi sia alla Teologia impiegato tutto quel tempo che sarà compati-
bile colle altre occupazioni»80.
Nell’impostazione e nell’organizzazione concreta della formazione teolo-
gica per i chierici nelle case i direttori avevano indubbiamente un ruolo centrale.
Il CG II (1880) ripete e precisa quanto fu detto nella suddetta circolare. I diret-
tori devono salvaguardare che «tutto il tempo disponibile sia dai chierici impie-
gato negli studii teologici»81 e procurare che i chierici maestri o assistenti «ab-
biano mezzo, tempo e comodità di studiare»82. Significativa per il direttore della
casa sembra anche una deliberazione del CG VIII (1898) che precisava che
«in ogni casa la distribuzione degli uffici sia fatta in modo che ogni studente
di teologia, oltre alla scuola, da cui nessuno deve essere dispensato, possa
comodamente dedicare allo studio di questa scienza almeno un’ora»83.
Che la realtà quotidiana non sempre corrispondeva alle deliberazioni e pre-
scrizioni lo si apprende, ad esempio, dai consigli che don Rua trasmetteva agli
ispettori per la visita delle case nel 1891:
«Altro argomento che deve chiamare tutta la vostra attenzione è la cura che
i Direttori si prendono dei chierici. So che in alcuni collegi è molto trascu-
78 Circ. mens., 24.05.1906.
79 Ibid., 24.04.1905.
80 «A miei amatissimi figliuoli, Direttori e chierici della Congregazione Salesiana», Circ.
del 23 nov. 1874, E II 422; cf P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani… II, p. 266.
81 Deliberazioni del secondo capitolo generale…1880, delib. 16, p. 67, OE XXXIII 75.
82 Ibid., delib. 18, p. 67, OE XXXIII 75.
83 Cf Atti e deliberazioni del VIII Capitolo Generale…, 1899, delib. 2, pp. 35-36.

2.7 Page 17

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 39
rata la scuola di teologia e di sacre cerimonie, ed i chierici lasciati liberi
d’andar dove credono per occuparsi dei loro studi. Voi insistete perché le
scuole suddette si facciano con regolarità e si dia tutta l’importanza che si
meritano…» 84.
Attraverso le Lettere circolari mensili il Consigliere scolastico generale
deve insistere regolarmente
«perché il tempo, libero dalle occupazioni, sia consacrato esclusivamente
allo studio della materie stabilite e alla lettura delle opere sode e serie, nulla
essendo più pregiudizievole alla formazione religiosa, morale ed intellet-
tuale di un chierico e prete, quanto le letture frivole e leggere, peggio poi se
peritose» 85.
Nella circolare del 24 febbraio 1909 don Cerruti rinnovava la raccomanda-
zione «tante volte fatta» sul dovere che hanno Ispettori e Direttori
«di occuparsi con particolare zelo degli studi dei chierici, aiutandoli, assi-
stendoli, guidandoli in tutto quello che occorre a tal uopo. È questo uno dei
mezzi più praticamente efficaci alla formazione intellettuale e morale dei
chierici e alla perseveranza nella vocazione»86.
Un mese dopo il Consigliere scolastico raccomandava nuovamente ai diret-
tori di informarsi bene «intorno alla stato delle cose in fatto di studi de’ chierici»
e li guidano «con opportuni consigli al compimento del programma che li ri-
guarda» 87.
1.7.6. Il Catechista della casa
Secondo il CG II (1880) toccava al catechista della casa salvaguardare che
gli studi teologici nelle case «siano fatti in modo conveniente, che nessuno perda
tempo o si occupi in cose non necessarie, trascurando gli studii obbligatorii»88.
Nella stessa linea il Regolamento per le case prescriveva al catechista: «Pren-
derà cura dei chierici addetti a qualche uffizio della Casa, procurando che impa-
rino le sacre cerimonie ed attendano allo studio della Teologia»89.
1.7.7. Il professore di teologia
Finché gli studentati ordinari di teologia non furono generalizzati, gli inse-
gnanti di teologia nelle singole case erano tenuti ad assegnare le lezioni giorno
84 Circ. Rua, p. 70.
85 Circ. mens., 31.03.1904.
86 Ibid., 24.02.1909.
87 Ibid., 24.03.1909.
88 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 18, p. 67, OE XXXIII 75.
89 Regolamento per le case della Società di S. Francesco di Sales, Torino, Tip. Salesiana
1877, p. 27, OE XXIX 123.

2.8 Page 18

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40 Jacques Schepens
per giorno e a farsi recitare la lezione, notando il voto meritato (CG II, 1880)90.
Il CG V (1889) credette necessario sottolineare che nello stabilire il personale
delle case venisse anche determinato e garantito al professore di teologia che
avesse «tempo e comodità per compiere bene questo importante ufficio»91. In
questo contesto conviene leggere nel Programma d’insegnamento per il corso
teologico dell’anno scolastico 1898-1899 una serie di norme speciali. La prima
di esse invita i direttori a
«liberare i Maestri di Teologia da ogni occupazione che impedisca loro di
fare la scuola regolarmente nei giorni ed ore fissate, e che tutti vi interven-
gano e vi mostrino diligenza nello studiare l’importante materia»92.
Nella lettera del 1893 don Rua esortava i professori ad evitare
«due effetti dannosi al profitto degli alunni, il primo consiste nel criticare,
anziché spiegare, il testo; il secondo nel non adattarsi, insegnando, alla ca-
pacità intellettiva di tutti o almeno della gran maggioranza»93.
Il Rettor maggiore continuava dicendo che dove il professore si limitava a
spiegare il testo proposto con chiarezza e senza altri aggiunte, facendosi inten-
dere da tutti, esisteva un profitto notevole ed era grande l’ardore allo studio. Ac-
cadeva che tra coloro che inizialmente sembravano incapaci, per difetto d’intelli-
genza o di memoria, a continuare nella carriera ecclesiastica, alcuni prendevano
animo e talvolta riuscivano felicemente nel loro desiderato intento 94. Nella
stessa lettera don Rua raccomandava agli insegnanti di «permettere la necessaria
preparazione a far la scuola con amore ed esattezza»95.
1.7.8. Gli Studenti
Dopo aver elencato in altro contesto i numerosi doveri concreti degli stu-
denti a livello dei loro studi teologici, possiamo limitarci qui a qualche consiglio
da parte del Rettor Maggiore nelle sue lettere. Don Rua raccomandava agli stu-
denti di teologia di
«secondare le premure dei loro superiori anche su questo punto, e mediante
l’assiduità, lo studio e il buon volere ricavarne il maggior frutto possibile a
vantaggio proprio e di coloro, che qualunque abbia ad essere l’ufficio loro,
90 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 4, p. 65 OE XXXIII 73.
91 Cf Deliberazioni del quinto Capitolo Generale della Pia Società Salesiana tenuto in Val-
salice presso Torino nel settembre 1889, S. Benigno Canavese, Tipografia Salesiana, 1890, p. 5.
92 ACS 241 Stud. E 318. Anno scolastico 1898-99. Programma d’insegnamento pel
Corso Teologico.
93 Circ. Rua, 08.10. 1893, p. 110.
94 Ibid., p. 101.
95 Ibid., p. 100.

2.9 Page 19

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 41
saranno come preti destinati ad istruire. Il poco amore agli studi sacri o pre-
cede o segue l’indebolimento, e talvolta la perdita della vocazione. D’al-
tronde l’esperienza è lì ad attestare che qualche non si studia nei quattro
anni del corso teologico, generalmente non si studia più»96.
2. La formazione teologica e i suoi contenuti
Dopo la presentazione degli aspetti più importanti riguardanti l’imposta-
zione e l’organizzazione dello studio della teologia dei salesiani nell’epoca
1880-1922, conviene ora orientarsi verso ciò che fu programmato e realizzato a
livello dei contenuti della formazione teologica. Anche per questo aspetto si
prende come punto di partenza il CG II (1880): le sue deliberazioni permettono
di farsi un’idea delle diverse materie teologiche che i salesiani dovevano appro-
priarsi durante la loro formazione e nel corso del loro ministero sacerdotale.
2.1. La situazione dell’inizio
2.1.1. Le deliberazioni del CG II (1880)
Le materie per la formazione teologica segnalate dalle Deliberazioni erano
la dogmatica e la morale da studiare durante il quadriennio (delib. 12). Nel
biennio successivo spettava allo studio della morale casistica (delib. 1), che
comprendeva anche la parte morale riguardante il matrimonio e il trattato de
sexto (delib. 10). Il Capitolo precisava anche le materie di tipo pratico: la scuola
per le sacre cerimonie e il «canto ecclesiastico» (delib. 6), la recita e la spiega-
zione del Nuovo Testamento (delib. 7), lo studio dei precetti di eloquenza sacra
(delib. 15), la soluzione mensile di un caso di teologia morale per i sacerdoti
(delib. 14), la preparazione di un triduo di discorsi per le Quarant’ore ed una
serie di meditazioni e istruzioni per gli esercizi spirituali per i giovani e per il
popolo (delib. 19), la preparazione di prediche (delib. 20), la lettura e lo studio di
autori di «catechismo ragionato sulle norme del Catechismo romano» in vista
della catechesi dei fanciulli e dell’istruzione religiosa del popolo, detto scopo
principale della Congregazione (delib. 21) e finalmente un corso di «istruzioni
catechistiche dogmatico-morali» per i giovani, che trattasse una delle quattro
parti della Dottrina Cristiana (delib. 22)97.
2.1.2. La storia antecedente
Per capire e completare il contenuto delle deliberazioni, sembra utile rife-
rirsi ad alcune tappe importanti che hanno preceduto questo Capitolo. Le Costi-
96 Circ. Rua, pp. 100-101.
97 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale…1880, pp. 65-69, OE XXXIII 73-77.

2.10 Page 20

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42 Jacques Schepens
tuzioni definitivamente approvate sottolineavano che lo studio dei futuri preti sa-
lesiani sarebbe stato diretto
«alla Bibbia, alla Storia Ecclesiastica, alla Teologia dommatica, speculativa
e morale, ed anche a quei libri e trattati che parlano di proposito dell’istru-
zione religiosa della gioventù nelle cose religiose»98.
Secondo le stesse costituzioni i futuri sacerdoti dovevano anche comporre
un «corso di prediche e meditazioni, primariamente ad uso della gioventù»99.
Tra i documenti che hanno accompagnato il lungo processo dell’approva-
zione definitiva delle Costituzioni va messo in rilievo il Cenno istorico del
1873-1874 in cui don Bosco presentava il suo piano ideale per i futuri salesiani
sacerdoti. Alla domanda «quali parti di scienza sono specialmente coltivate», il
documento rispondeva: «abbiamo lo studio regolare di Ermeneutica Biblica,
Storia Ecclesiastica, Teologia Morale, Dogmatica e speculativa»100.
Tre anni dopo l’approvazione delle Costituzioni aveva luogo il CG I
(1877). Nonostante il fatto che parecchi problemi della formazione siano stati
oggetto di discussione, quasi nulla fu accolto nelle Deliberazioni. Per quanto ri-
guarda la formazione teologica, si faceva riferimento alle Costituzioni e al Rego-
lamento interno delle case101. Si stabilì comunque che i sacerdoti dovevano pre-
parare per iscritto un triduo per le quaranta ore, una serie di meditazioni e di
istruzioni per un triduo e per un corso di esercizi spirituali. Vennero indicati al-
cuni autori da cui attingere, distinti per le meditazioni, le istruzioni, le qua-
rant’ore102. Ma le Deliberazioni stampate ignorarono questa parte della discus-
sione, che fu invece ripresa e integrata nel CG II (1880) e introdotta nella rela-
tive Deliberazioni promulgate nel 1882103.
2.1.3. Le discipline teologiche
Per farsi un’idea delle discipline insegnate, bisogna rivolgersi all’annuale
pubblicazione dei «Programmi di teologia» con la lista dei trattati da studiare
98 Cf Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales…, art. 3, 1875, pp. 34-
35, OE XXVII 84-85.
99 Ibid., art. 5, p. 35, OE XXVII 85.
100 Cenno istorico, p. 14, OE XXV 244; P. BRAIDO, L’idea della Società Salesiana…, p.
295; Braido cita un’analoga formulazione usata nella diocesi di Torino: «Caput VIII, De exer-
citiis studiorum (…) 2. Deinde per quinque annos vacent studiis Theologiae Dogmaticae
et Moralis, Sacrae Hermeneuticae, Historiae Ecclesiaticae, Eloquentiae Sacrae et Linguae
Hebraicae, et, quinto anno, Juris Canonici» in: Regulae seminariurum archiepiscopalium cle-
ricorum…, Taurinio, 1875, pp. 28-30, cf p. 295.
101 Deliberazioni del capitolo generale della Pia Società Salesiana tenutosi in Lanzo-To-
rinese nel settembre 1877, Torino, 1878, p. 15, OE XXIX, 391.
102 Giulio BARBERIS, Verbali I, 11-12, in: P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani… II,
p. 321, n. 19.
103 Cf Ibid., p. 321.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 43
nell’anno scolastico incipiente104. Per l’anno scolastico 1883-1884 il Programma
elencava i seguenti trattati: De vera religione, De sacramentis in genere, De
baptismo, De actibus humanis et de conscientia, De legibus, De praeceptis, De
obligationibus. Il termine «trattato» era riservato per le materie specifiche della
teologia dogmatica e morale. Due altre materie completavano il programma di
quest’anno: «ermeneutica sacra» e «storia ecclesiastica»105. Negli anni succes-
sivi seguirono altre materie, man mano organizzate nei quattro anni di studi di
teologia.
Quanto al contenuto dei trattati di dogmatica e morale, si può fare riferi-
mento ai manuali del tempo in uso nell’ambiente salesiano, prima dell’adozione
di testi fatti dagli stessi salesiani. Il manuale Medulla theologiae dogmaticae, del
gesuita Hugo Hurter106, era composto da due parti: la teologia generale e la teo-
logia speciale, rispettivamente di 4 e 10 trattati. La teologia generale (teologia
generalis) comportava l’apologia della rivelazione cristiana, le fonti della rivela-
zione divina (tradizione e sacra scrittura), la Chiesa (esistenza, essenza, caratteri-
stiche e il pontefice romano), la genesi e regola della fede. La teologia speciale
(teologia specialis) abbracciava i trattati De Deo uno et trino, De Deo Creatore
(creazione del mondo, dell’uomo, degli angeli), De Verbo incarnato (cristologia),
De gratia, De sacramentis (sacramenti in genere e in specie), battesimo, confer-
mazione, eucaristia (presenza reale e sacrifico della messa), penitenza, estrema
unzione, ordine, matrimonio e il trattato De Deo consummatore (escatologia).
Per la teologia morale il manuale prediletto per molti anni era quello di
Pietro Scavini-Del Vecchio107. La prima parte è composta da 6 trattati intitolati:
De actibus humanis et de conscientia, De legibus et Ecclesiae praeceptis, De
obligationibus specialibus certorum statuum et officiorum, De peccatis et cen-
suris, De virtute religionis, De virtutibus theologicis; la seconda parte tratta dei
temi De justitia et jure, De restitutione, De sacramentis in genere, De baptismo
et eucaristia, De poenitentia et extrema-unctione, De sacramento ordinis et de
beneficiis, De sacramento matrimonii.
Un’altra materia, presente molto presto nel curricolo degli studi teologici
dei salesiani, era «l’ermeneutica sacra», cioè lo studio della sacra Scrittura e la
sua spiegazione. Lo stesso vale anche per la Storia della Chiesa.
Questo modello rimase senza grandi variazioni fino alla promulgazione del
nuovo regolamento per gli studi teologici nel 1904. In questo momento iniziò
104 Cf Oratorio di S. Francesco di Sales, Torino, Via Cottolengo, 32 (ACS 214. Stud.
E 318).
105 ACS 21. 318.Studi. Studi filos[ofici] e teologici 1883-1884.
106 H. HURTER S. J. (1832-1914), Medulla theologiae dogmaticae, 2 voll., Oeniponte,
Wagneriana, 1898, 19083.
107 P. SCAVINI (1790-1869) – G. A. DEL VECCHIO (1770-1869), Theologia moralis uni-
versa ad mentem S. Alphonsi M. de Ligorio Episcopi et Doctoris…, ed. nova, Mediolani, E.
Oliva, 1880.

3.2 Page 22

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44 Jacques Schepens
una nuova tappa nel concetto della formazione teologica dei salesiani e gradual-
mente anche nella sua realizzazione concreta.
2.2. Verso il Regolamento-programma (1904)
Nel 1904 si promulgava un nuovo Regolamento-programma per gli Stu-
dentati Teologici approvato dal Capitolo Superiore nell’adunanza del 1° agosto
1904 e distribuito agli ispettori presenti al CG X (1904). Il Programma, valido in
tutta la Società salesiana, mirava a formare «buoni preti atti a ben esercitare il
ministero sacerdotale, in conformità delle nostre Costituzioni»108. Non prendeva
in considerazione i confratelli che potevano essere inviati altrove per una forma-
zione teologica più specializzata.
Composto da 18 articoli, il Regolamento prescriveva le materie obbliga-
torie: teologia dogmatica e morale, sacra scrittura, storia ecclesiastica, diritto ca-
nonico e principi di eloquenza sacra (art. 3). La teologia fondamentale – materia
sempre del primo anno e per tutti – abbracciava la dogmatica fondamentale, che
comprendeva anche «De sacramentis in genere», la morale fondamentale, la
sacra scrittura, la storia ecclesiastica (I-IV secolo) e qualche materia facoltativa
(art. 13).
Le materie facoltative erano: la lingua ebraica e il greco del Nuovo Testa-
mento. Per il diritto canonico lo studio si estese a qualche parte speciale (ad es. al
ius missionarium) (art. 4). La liturgia, non considerata materia a sé stante, all’oc-
correnza doveva essere spiegata dal professore di teologia morale (art. 5); l’asce-
tica, anch’essa materia occasionale, doveva essere esposta dal professore di dog-
matica, quando affrontava le applicazioni pratiche del dogma (art. 6). La patro-
logia doveva essere insegnata succintamente dal professore di storia ecclesiastica
durante il primo corso di teologia fondamentale (art. 7). All’art. 8 si raccoman-
dava che il professore di morale esponesse le principiali questioni moderne di so-
ciologia e di economia politica109. La scuola di eloquenza sacra doveva mirare
alla formazione di predicatori per la gioventù e per il popolo (art. 9). Il canto li-
turgico, obbligatorio, ma non incluso nelle ore regolari di scuola, doveva essere
insegnato in quelle ore che nelle case salesiane erano riservate per la musica (art.
10). La scuola di cerimonie si faceva nel giorno di vacanza settimanale (art. 11).
Nella teologia sacramentaria la parte morale doveva essere insegnata sepa-
ratamente da quella dogmatica (art. 14). I trattati De sexto e De matrimonio
(parte morale) potevano ora studiarsi alternativamente insieme con gli altri trat-
108 Cf Regolamento-progamma…, f. 1.
109 I termini «sociologia» e «economia politica» non sono da intendere nel significato at-
tuale, cf Maurilio GUASCO, Fermenti nei seminari del primo 900, Bologna, Dehoniane, 1971,
p. 75, n. 59.

3.3 Page 23

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 45
tati, da tutti gli alunni del triennio dopo il primo anno di teologia; ma venivano
spiegati soltanto i principi generali (art. 15). La morale casistica doveva essere
studiata in contemporanea sulla base dello stesso trattato di morale teorica. Il De
sexto e De matrimonio erano riservati per gli ultimi mesi del quadriennio e fre-
quentati da coloro che si presentevano per l’esame di confessione (art. 16).
Il 28 ottobre 1904 il Consigliere scolastico generale don Cerruti spedì a
tutti i responsabili della formazione teologica il Regolamento-programma ac-
compagnato da una lettera e dall’elenco dei libri di testo che si dovevano seguire
dentro e fuori lo studentato regolare.
2.3. Il quinquennio (1919)
Per disposizioni del canone 590 del Codice di Diritto Canonico (1917) i
sacerdoti religiosi, dopo il corso teologico regolare, dovevano essere esaminati
ancora per un periodo di cinque anni sulle varie discipline sacre secondo un pro-
gramma prestabilito. A questo scopo il Consigliere scolastico generale, don Ar-
turo Conelli, successore di don Cerruti, nel 1919 propose agli Ispettori un tipo di
programma che poteva essere seguito in ogni Ispettoria110.
«Anno 1. A) De actibus humanis.- De coscientia.- De legibus. (Can. 1 a 86);
B) De vera religione – De Ecclesia; C) Storia Ecclesiastica dagli esordi della
Chiesa fino a Constatino; D) Storia del Canone del Vecchio e del Nuovo Te-
stamento. Testi e versioni. Regole per l’interpretazione dei sacri libri.
Anno II. A) De censuris (Canoni 2195-2414) ; De virtutibus theologicis; De
virtute religionis; De temperantia et ieiunio (Canoni 1154-1408); B) De
Deo Creatore et Redemptore; C) Storia da Constantino a Carlomagno; D)
Libri storici del Vecchio Testamento.
Anno III. A) De sexto Decalogi praecepto; De iustitia et iure; De restitu-
tione; De contractibus (Canoni 1409-1551; B) De gratia Christi; C) Storia
da Carlomagno a Lutero; D) Libri didattici del Nuovo Testamento.
Anno IV. A) e B) De sacramentis generatim; De Baptismo; De Confirma-
tione; De Eucaristia (dogmatica e morale: Canoni 726-879; De statibus pe-
culiaribus eorumque obligationibus (Canoni 87-214 e 451-725); C) Storia
da Lutero fino agli inizi della Rivoluzione Francese; D) Libri profetici del
Vecchio Testamento.
Anno V. A) en B) De poenitentia; De estrema unctione; De ordine; De ma-
trimonio (dogmatica, morale: Canoni 870-1153); C) Storia dal principio
della Rivoluzione Francese ai tempi nostri; D) Libri del Nuovo Testa-
mento» 111.
110 «Religiosi sacerdotes, iis tantum exceptis qui a Superioribus maioribus gravem ob
causam fuerint exempti, aut qui vel sacram theologiam, vel ius canonicum vel philosophiam
scolasticam doceant, post absolutum studiorum curriculum, quotannis, saltem per quiquen-
nium, a doctis gravibusque patribus examinentur in variis doctrinae sacrae disciplinis antea
opportune designatis» (Codex Iuris Canonici, 1917, can. 590).
111 Circ. mens., 24.02.1919; Atti del Capitolo Superiore 1 (1920) n. 1, p. 15.

3.4 Page 24

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46 Jacques Schepens
Con la stessa circolare si comunicava la decisione che il Consigliere scola-
stico generale si sarebbe informato annualmente circa gli studi teologici dei no-
velli sacerdoti durante il suddetto quinquennio. Un apposito modulo venne a suo
tempo inviato all’ispettore. Don Bartolomeo Fascie, nuovo Consigliere scola-
stico generale, successore di don Conelli, raccomandava nel primo numero dei
nuovi Atti che fosse presa a cuore l’organizzazione del quinquennio e dei relativi
esami 112.
2.4. Autori e testi scolastici
Per farsi un’idea delle materie insegnate e studiate bisogna esplorare la
pista degli autori e dei testi che erano in uso nella Congregazione salesiana per
l’insegnamento teologico nel periodo 1880-1922. La ricerca è facilitata dal fatto
che l’insegnamento teologico dell’epoca era quasi interamente incentrato sulla
manualistica teologica del tempo. All’inizio non c’erano ancora i manuali elabo-
rati dagli stessi salesiani per l’insegnamento teologico dei chierici. Richiesti da
diversi Capitoli generali113, questi libri di testo si introdussero gradualmente, ma
non pare sia il caso di parlare di un’autonoma scuola teologica114.
2.4.1. «Il nostro maestro sarà S. Tommaso»
Nel testo definitivo delle Costituzioni si legge che «il nostro Maestro sarà
s. Tommaso, e gli altri autori, che nelle istruzioni catechistiche e nella spiega-
zione della dottrina cattolica sono stimati più celebri»115. La scelta del «dottore
angelico» come maestro nel campo della teologia è già menzionata nel Cenno
istorico: «In generale il nostro Maestro è S. Tommaso d’Aquino»116. Al CG II
(1880), dopo l’approvazione degli articoli sugli Studi sacri, don Bosco propo-
neva con il consenso dei capitolari, in ossequio all’enciclica Aeterni Patris del 4
agosto 1879, l’aggiunta di un articolo sulla fedeltà a S. Tommaso:
«Con massimo rispetto e somma venerazione accettiamo e aderiamo ai
principii esposti dal glorioso e a noi benevolo Sommo Pontefice Leone XIII
nella sua enciclica Aeterni Patris; perché nelle questioni vuoi teologiche,
vuoi filosofiche, ci atterremo fedelmente alla dottrina del grande san Tom-
112 Cf Atti del Capitolo Superiore 1 (1920), n. 1, p. 14.
113 CG V (1889), VI (1892) e IX (1901), cf E. CERIA, Annali della Società salesiana... II,
pp. 40; 242-243; III 154.
114 Cf Stanislaw ZIMNIAK, Salesiani nella Mitteleuropa. Preistoria e storia della pro-
vincia Austro-Ungarica della Società di S. Francesco di Sales (1868ca.-1919), Roma, LAS,
1997, p. 335.
115 Regole o costituzioni della Società di S. Francesco di Sales…, art. 3, 1875, pp. 34-35,
OE XXVII 84-85.
116 Cf P. BRAIDO, L’idea della Società Salesiana…, p. 296.

3.5 Page 25

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 47
maso d’Aquino e ai suoi fedeli commentatori, come sta ordinato nel c. XII,
art. 3° delle nostre Costituzioni»117.
Secondo don Cerruti i salesiani seguivano S. Tommaso perché le Costitu-
zioni lo prescrivevano e per ubbidienza al S. Padre118. Nella prassi concreta bi-
sogna tuttavia aspettare l’anno scolastico 1915-1916 prima che il nome di S.
Tommaso figurasse come autore tra i testi di teologia dogmatica. Si trattò con-
cretamente della «Summa teologica»119. Secondo il parere di Pietro Stella, l’af-
fermazione dei salesiani, che considera S. Tommaso il maestro comune, sarebbe
un vestigio del tomismo professato nell’università di Torino. Ad ogni modo la
Congregazione salesiana, a differenza di altri ordini religiosi, non aveva una tra-
dizione propria da difendere. Tra i salesiani si manifestava piuttosto un disim-
pegno verso i sistemi scolastici120.
2.4.2. Teologia dogmatica
I chierici salesiani che, prima dell’organizzazione degli studi all’interno
della congregazione, frequentavano la scuola di teologia del Seminario di To-
rino, studiavano sui testi dogmatici dei teologi Rebaudengo121, Molinari122 e
altri. Organizzata la scuola di teologia nella stessa casa di Valdocco, vi prestava
lezioni di teologia anche Francesco Molinari123.
Per orientarsi nella questione dei testi dogmatici conviene piuttosto seguire il
«Programma di teologia» pubblicato annualmente dal Consigliere scolastico gene-
rale. Mentre all’inizio del periodo che è oggetto della nostra ricerca mancano an-
cora i riferimenti agli autori, il programma del 1887-1888 cita come testo di teo-
logia dogmatica un manuale del gesuita Perrone. Giovani Perrone, nato a Chieri,
laureato presso l’università di Torino, fu professore al Collegio Romano dal 1824
fino al 1863, dove il suo nome si impone tra l’altro nel campo dell’ecclesiologia,
117 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 24, p. 69, OE XXXIII
77; articolo leggermente riformulato dal CG VI (1892), cf Deliberazioni dei sei primi Capitoli
generali… 1894, n. 580, p. 341.
118 Circ. mens., 28.03.1887.
119 Cf Società di S. Francesco di Sales. Corso teologico e triennio d’esercizio pratico.
Programma e libri di testo. Anno scolastico 1915-1916, Torino, settembre 1915 (ACS 241
Stud. E 318).
120 Cf Pietro STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica. II. Mentalità reli-
giosa e spiritualità, Roma, LAS, 19792, p. 391.
121 Giuseppe REBAUDENGO (1775-1858), Insitutiones theologicae in quinque partes pro
scholastico quinquennio tributae…, 10 voll., Salutiis, 1840-1843.
122 G. F. MOLINARI (1816-1893), Praelectiones de sacramentis in genere, de baptismo et
confirmatione…, Augustae Taurinorum, Speirani et Figlii, 1867-1868; altri volumi sui sacra-
menti furono pubblicati dai Salesiani.
123 Cf Conferenze capitolari dell’Oratorio di S. Francesco di Sales dal 28 Marzo 1875
al 4 Giugno 1876, p. 18, in: J. M. PRELLEZO, Valdocco nell’ Ottocento…, pp. 209-210.

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48 Jacques Schepens
dell’apologetica e della funzione centrale del papato124. Perrone eserciterà un no-
tevole influsso non solo sull’ambiente italiano ma anche sulla teologia in altri
paesi. Tra i suoi manuali di teologia, la sua opera più nota, le Praelectiones theo-
logicae125 ebbe non meno di 38 edizioni prima della fine del secolo. Cionono-
stante l’uso del testo di Perrone negli ambienti salesiani sarà di breve duratura.
La questione dei testi fu uno dei temi dibattuti al CG V (1889). Erano in di-
scussione i manuali di Perrone, Hurter, Sala e Schouppe. La maggioranza dei ca-
pitolari si pronunciò per la sostituzione del testo di Perrone con un altro ma-
nuale. L’esame dei manuali, protrattosi oltre la chiusura del capitolo, terminò
con la scelta della Medulla theologica di Hurter126. Il Capitolo Superiore, nella
sua seduta del 24 ottobre seguente, decise che, pur ritenendo per ora il Perrone, a
titolo di prova nell’Oratorio di Torino fossero spiegati il Sala127, a Valsalice lo
Hurter e a Marsiglia lo Schouppe128. Nonostante i tentativi del CG V (1889), di
verificare quale di questi autori «riesca più adatto ai nostri studenti»129, tre anni
dopo il CG VI (1892) constatò che era una illusione pensare che vi fosse un ma-
nuale soddisfacente tutti e in tutto. Basta sceglierne uno, si diceva, che si adatti
alle condizioni attuali della Società Salesiana, uno di dottrina sicura, chiaro e
adatto alla maggior parte degli studenti130. Dei testi in uso fu confermato quello
di Hurter, perché giudicarono che nel suo libro Medulla c’era un ordine migliore
che nel testo di François-Xavier Schouppe. Il manuale di Federico Sala fu scar-
tato, perché considerato autore meno noto131. Dal 1892 e per una decina di anni
lo Hurter rimase il testo preferito per lo studio della dogmatica. Tuttavia sulla
linea del CG V (1889), che aveva espresso il desiderio di avere al più presto
«testi compilati dai «nostri confratelli» e adatti «ai bisogni dei nostri chierici», a
partire dall’anno scolastico 1896-1897, fu ammesso ad experimentum», accanto
al manuale di Hurter, un testo del salesiano Paglia, insegnante di teologia nella
Casa Madre di Valdocco132. La proposta avanzata al CG VIII (1898), di sosti-
124 Jacques GADILLE, Grands courants doctinaux et de spiritualité dans le monde catho-
lique, in: Jacques GADILLE – Jean Marie MAYEUR (edd.), Libéralisme, Industrialisation, expan-
sion européenne (1830-1914), Histoire du christianisme des origines à nos jours, 1995, p. 177.
125 Giovanni PERRONE S. J. (1794-1876), Praelectiones theologicae quas in Collegio Ro-
mano S.I. habebat …, 9 voll., Romae, In collegio Urbano de Propaganda fide, 1835-1842;
Compendium, 5 voll., Roma, 1845.
126 Hugo HURTER S. J. (1832-1914), Medulla theologiae dogmaticae, Oeniponte, Wagne-
riana, 1898.
127 F. SALA (1842-1903), Institutiones theologicae dogmaticae, 4 voll., Mediolani 1880.
128 François Xavier SCHOUPPE S. J. (1823-1904), Elementa theologiae dogmatice…,
Paris, Palmé, 1867; Parisiis, Beauchesne, 1905; Bruxellis, Goemaere, 1861, 1863, 1864; cf An-
nali della Società salesiana II, p. 40.
129 Cf Deliberazioni pel quinto Capitolo Generale… 1890, p. 5.
130 Annali della Società salesiana II, p. 242.
131 Ibid., p. 40.
132 Francesco PAGLIA, S.D.B., (1846-1912), Brevis Theologiae speculativae cursus, 4
voll., Torino, Ex Officina Salesiana, 1899.

3.7 Page 27

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 49
tuire il testo dello Hurter con quello di Paglia, fu respinta. Il capitolo espresse il
desiderio che prima di approvare il testo di Paglia ci fosse il parere di una com-
missione incaricata di giudicare se e in che misura rispondesse alle esigenze dei
tempi e ai bisogni «delle nostre scuole teologiche». Nel frattempo si doveva con-
tinuare con il manuale di Hurter, mentre era permesso di scegliere eventual-
mente il testo del Paglia ad experimentum133. Nelle circolari mensili del Capitolo
Superiore, riferendosi al programma scolastico del 1898-1899, il Consigliere
scolastico generale sottolineava che il testo del Paglia era troppo speculativo e
non rispondeva alle esigenze di un approccio «dogmatico» del trattato De Matri-
monio134. Nello stesso periodo don Cerruti invitava i confratelli a dare osserva-
zioni sul testo di Paglia alla commissione incaricata della revisione del testo so-
prattutto del trattato De vera Religione135. Al CG IX (1901) si ripropose la do-
manda se i testi dello Hurter (e Del Vecchio) potessero essere sostituiti in via de-
finitiva con quelli dei salesiani Paglia, Piscetta e Munerati. Anche in quel capi-
tolo non si diede la risposta definitiva. La terza commissione dichiarava di non
essere in grado di presentare proposte risolutive sulla questione dei testi senza
prendere in considerazione l’ordinamento degli studi ecclesiastici. Si era co-
munque del parere che i testi per gli studenti del quadriennio negli studentati re-
golari dovevano essere diversi dai testi usati da coloro che studiavano la teologia
nelle case. Si considerava che la scelta dei testi richiedeva un determinato pro-
gramma di studi e si concludeva che fino all’inaugurazione degli studentati teo-
logici non si sarebbero introdotti nuovi testi. Dopo l’entrata in vigore del Rego-
lamento-programma il Paglia entrò definitivamente come testo dogmatico e
venne completato nel 1910 dal Tanquerey 136 e nel 1915-1916 dalla Summa
Theologica di S. Tommaso d’Aquino. Dall’anno scolastico 1920-1921 figurò
sulla lista anche la dogmatica di H. Mazzella137.
Inizialmente la sacramentaria faceva parte dei trattati dogmatici, tranne l’a-
spetto morale del matrimonio che secondo una decisione del GG II (1880) do-
veva essere insegnata nella teologia morale138. Tuttavia il CG VI (1892) decise
che l’aspetto «dogmatico» dei sacramenti dovesse affrontarsi sul testo di Del
133 Cf Atti e deliberazioni dell’VIII Capitolo Generale della Pia Società Salesiana, S.
Benigno Canavese, Scuola tipografica salesiana, 1899, pp. 36-39.
134 Circ. mens., 28.10.1889.
135 Ibid., 27.12.1898.
136 Adolphe TANQUEREY (1854-1932), Synopsis theologiae dogmaticae, 3 voll., Rome-
Tournai-Paris, Desclée, 1897-1899.
137 H. MAZZELLA (1680-1939), Praelectiones scolastico-dogmaticae, 4 voll., Roma, De-
sclée/Lefebvre,- Torino/ Lib. Int. SAID, Buona Stampa, 1904.
138 «Riguardo al trattato de matrimonio, nel corso si studii quanto spetta alla dogmatica
soltanto; la parte morale con trattato de sexto si rimandi al corso di morale casistica. Si abbia
cura che detti trattati non cadano in mani estranee», in: Deliberazioni del secondo Capitolo
Generale… 1880, delib. 10, p. 66, OE XXXIII 74.

3.8 Page 28

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50 Jacques Schepens
Vecchio (che è un testo di «morale»!), salvo il De Matrimonio, per il quale
l’aspetto dogmatico si doveva studiare sulla dogmatica di Hurter139.
Tutto sommato, fino al 1904 la situazione non cambiava, tranne per il fatto
che erano già entrati ad experimentum alcuni testi di autori salesiani. Dal 1899
furono introdotti testi del salesiano Dante Munerati. Don Cerruti faceva spedire
alle case una copia del trattato De matrimonio140 raccomandandone lo studio141.
Avvertiva anche che dall’anno scolastico 1899-1900 fino al prossimo Capitolo
generale (1901) il testo Theologiae sacramentariae elementa142 di Munerati sa-
rebbe stato adottato ad experimentum sostituendo quello di Del Vecchio143. Nel
1904 Munerati pubblicava l’opera più ampia e fondamentale Elementa theolo-
giae sacramentariae dogmatico-canonico-moralis 144. Il Regolamento-pro-
gramma del 1904 ordinava di insegnare nella teologia sacramentaria la parte
morale separatamente da quella dogmatica.
Nel contesto dell’impegno più intenso della Chiesa cattolica, più particolar-
mente di Pio X, per la riqualificazione degli studi ecclesiastici e per l’istruzione
ortodossa nei seminari e negli studentati, era cresciuta una vigilanza soprattutto
nei confronti della questione modernista. Soltanto in una minima misura, a
quanto pare, i salesiani erano «toccati» dal modernismo. In materia di moder-
nismo i salesiani si allineavano sulla posizione del Papa. Nella lettera circolare
del primo novembre 1906, don Rua reagiva contro alcuni chierici e giovani sa-
cerdoti che si sarebbero procurati «libri e riviste, che se non propugnano dottrine
apertamente contrarie agli insegnamenti della Chiesa, possono tornare ai giovani
lettori di gravissimo pericolo»145. Nella circolare del 14 dicembre 1906 il Consi-
gliere scolastico generale raccomandava ai chierici, soprattutto a quelli del
triennio pratico, la lettura «del corso elementare di apologetica del Rutten, pub-
blicato dai salesiani a Roma»146. Lo stesso capitava con il tema del modernismo
per il quale don Cerruti suggeriva la conoscenza e la diffusione del Catechismo
sul Modernismo del Padre Lemius147: «In esso gli errori della nuova eresia sono,
139 Deliberazioni dei sei primi Capitoli Generali…1894, n. 598, p. 345; Annali della
Società salesiana II, pp. 242-243.
140 Dante MUNERATI S.D.B. (1869-1942), De sacramento matrimonii, Torino, Libreria
Salesiana, 1899.
141 Circ. mens., 20.06.1899.
142 Dante MUNERATI, Theologiae sacramentariae elementa, Torino, Libreria salesia-
na, 1899.
143 Circ. mens., 20 giugno 1899.
144 Augustae Taurinorum, Ex officina libreria salesiana, 1904.
145 Circ. Rua, 01.11.1906, p. 352.
146 Circ. mens., 24.12.1906; si tratta di M. H. RUTTEN (1841-1927), Corso elementare di
apologetica cristiana, prima versione italiana sulla 10a ed. francese, Roma, Scuola tip. Sale-
siana, 1906.
147 Giovanni Battista LEMIUS O.M.I., Catechismo sul Modernismo secondo l’enciclica
«Pascendi Domini gregis» di S.S. Pio X, trad. dal francese di G. Ioppolo, Roma, Tip. Vat. 1908;
diverse ed. nella Scuola Tipografica Salesiana di Torino (1902, 1907, 1924).

3.9 Page 29

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 51
per domanda e risposta, brevemente riassunte e sapientemente combattuti con le
parole stesse del Pontefice»148.
2.4.3. La teologia morale
Per quanto riguarda la teologia morale, conviene distinguere chiaramente
tra le lezioni del quadriennio teologico e il biennio di morale casistica dopo l’or-
dinazione sacerdotale. La distinzione vale anche per i manuali usati per l’inse-
gnamento corrente della morale e quelli che dovevano preparare i sacerdoti in
vista del ministero di confessore. Il Programma di teologia per l’anno 1887-1888
citava per la prima volta come libro di testo la Theologia moralis dello Scavini
149. Anche il quinto (1889) e il sesto (1892) Capitolo generale raccomandavano
di ritenere per la morale lo Scavini-Del Vecchio. Lo Scavini-Del Vecchio entrava
dunque nel programma a partire dall’anno scolastico 1889-1890. Si trattava della
Theologia moralis di Pietro Scavini, opera fortunata e probabilmente la più dif-
fusa nella seconda metà del secolo decimonono150 e delle edizioni a cura di Gio-
vanni Antonio Del Vecchio151. Nel 1899-1900 il testo del Scavini-Del Vecchio
venne sostituito dalla Theologia moralis del salesiano Luigi Piscetta, testo che
rimase per molto tempo il manuale usato per la formazione teologica salesiana
152. Piscetta, professore alla Pontificia Facoltà Teologica del Seminario arcive-
scovile di Torino, si formò alla scuola teologica di mons. Bertagna153, discepolo
di Giuseppe Cafasso. Il suo insegnamento si ispirava alla dottrina alfonsiana.
Lo studio della morale pratica, che includeva la parte morale del trattato De
matrimonio e la trattazione De sexto, secondo il CG II (1880), era riservato al
biennio dopo i quattro anni di teologia. Don Bosco stesso si mostrava poco in-
cline ad affrettare l’esame di confessione:
«Di più si rimanda la confessione più sono contento e credo che sarebbe un
gran bene sia pei medesimi sacerdoti sia per le anime se si andasse molto
rilento nel dare la facoltà di confessare»154.
Don Bosco preferiva escludere dal quadriennio queste materie delicate e
riservarle a un tempo di maggiore maturità dei candidati155.
148 Circ. mens., 24.03.1908.
149 Programma di teologia per l’anno scolastico 1887-1888 (ACS 214 Stud. 31).
150 Pietro SCAVINI (1790-1869), Theologia moralis et universa…, Novariae, Miglio,
1841-1842; più volte ristampata.
151 P. SCAVINI, Theologia moralis universa ad mentem S. Alphonsi M. De Ligorio… in
compendium redacta, a cura et studio J. A. Del Vecchio, 2 voll., Mediolani, E. Oliva, 1880;
diverse edizioni.
152 Luigi PISCETTA S.D.B. (1858-1925), Theologiae moralis Elementa, Torino, SEI, 1900.
153 Giovanni Battista Bertagna (1828-1905), già rettore del Convitto ecclesiastico, ve-
scovo ausiliare di Torino dal 1884 e rettore del seminario.
154 G. BARBERIS, Verbali, quad. 1, pp. 45-46, citato da P. BRAIDO, Don Bosco prete dei
giovani… II, p. 448.
155 P. BRAIDO, Un «nuovo prete»…, pp. 38-39.

3.10 Page 30

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52 Jacques Schepens
Il CG V (1889) raccomandava ai sacerdoti per la preparazione all’esame di
confessione di studiare il Manuale compendium moralis theologiae del Gousset
e di prepararsi all’esame di confessione con la teologia morale del Frassinetti156.
Thomas-M.-Joseph Gousset, professore del seminario maggiore di Besançon,
poi arcivescovo di Reims e cardinale, era oppositore del giansenismo e del galli-
canesismo e autore di un manuale di orientamento strettamente alfonsiano157.
Anche Giuseppe Frassinetti era sulla linea alfonsiana158. In questo modo, sotto-
linea P. Stella, ai testi di teologia morale dei primi decenni, di tendenza probabi-
liorista, subentrarono via via manuali di matrice probabilista tendenzialmente
benignisti e ispirati a S. Alfonso de’ Liguori. I salesiani si allinearono al beni-
gnismo che ormai prevaleva nella seconda parte dell’Ottocento159.
Con il Regolamento-programma (1904) i trattati De sexto e De matrimonio
poterono essere frequentati insieme con gli altri trattati da tutti gli alunni del
triennio dopo il primo anno di teologia. Tuttavia il professore doveva spiegare i
principi generali, senza entrare in cose particolari. Ormai si sarebbe studiata
dunque la morale casistica contemporaneamente – non più dopo il quadriennio
di teologia – e sullo stesso trattato della morale teorica. Ma si riservava il De
sexto e De matrimonio per gli ultimi mesi del quadriennio e per coloro che si
fossero presentati per l’esame pratico di confessione.
Oltre ai programmi scolastici, meritano una certa attenzione anche le di-
rettive e le esortazioni dei superiori salesiani riguardo alla necessità di una for-
mazione permanente nell’ambito della teologia morale, formazione legata so-
prattutto al ministero della confessione del salesiano. Questo tema ritorna rego-
larmente nelle Lettere circolari del Rettor maggiore e del Capitolo Superiore.
I direttori dovevano vegliare che i sacerdoti autorizzati a confessare riflettessero
seriamente:
«sulla responsabilità che assumono, e come resti onerata la loro coscienza
qualora tali sacerdoti non avessero la scienza ed i requisiti necessari»; si as-
sicurino «che non solo prima di essere autorizzati, ma anche dopo, i sacer-
doti studiino bene la morale ritenendo presso di loro e rileggendo anche
poco per giorno quel testo su cui fecero i loro studii di morale oppure pro-
curandosene un compendio quale sarebbe quello di Bonacina*, edito da noi
a Torino» 160.
«* Bonacina (1595-1631), Theologiae moralis universale manuale, Torino,
Ex Typ. Salesiana, 1895.
156 Deliberazioni del quinto Capitolo Generale… 1890, capo I, 3, p. 5.
157 T. M. J. GOUSSET (1792-1866), Manuale compendium moralis Theologiae iuxta prin-
cipia S. Alphonsi, Mediolani, 1859.
158 Giuseppe FRASSINETTI (1804-1868), Manuale compendium moralis theologiae iuxta
principia S. Alphonsi, Mediolani, 1859.
159 Cf P. STELLA, Don Bosco nella storia… II, pp. 391-392.
160 Circ. mens., 29.05.1897.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 53
Don Rua ripeté le stesse idee nella sua lettera circolare del 28 novembre 1899:
«Non tenetevi paghi di quella scienza teologica che già possedete, ma rileg-
getene e studiatene ogni giorno qualche pagina per essere meglio in grado
di provvedere ai bisogni qualunque anima a voi si presenti, fossero pure so-
lamente giovanetti… Procurate su certi punti più importanti di conoscere le
varie opinioni degli autori, per servirvi pure all’occorrenza delle sentenze
più benigne sebbene non siano da adottarsi come regola di condotta, il che
condurrebbe ad un deplorevole lassismo»161.
Un altro elemento, ripetutamente ricordato in seguito ad una deliberazione
del CG II (1880)162 riguardava la soluzione del caso di morale (casus):
«non si ometta mai la soluzione del caso mensuale, utilissima per unire la pra-
tica alla teoria, essendo esse egualmente necessarie. D. Cafasso insegna, che
la teoria senza la pratica è come una casa costrutta sì, fabbricata, ma senza la
base e senz’ordinazione, e che perciò sarà di rovina e non di riparo»163.
Lo sottolinearono anche i membri del primo Capitolo americano presente
don P. Albera, Direttore spirituale della Congregazione salesiana:
«Si raccomanda ai direttori di dar massima importanza alle conferenze di
morale casistica pei Sacerdoti ed alla soluzione del Casus Conscientiae
mensile mandato da Torino. Sarebbe conveniente che lo consegnassero ai
singoli Sacerdoti almeno otto giorni prima della riunione, affinché ciascuno
possa avere il tempo di preparare la sua soluzione anche per iscritto, come
sarebbe desiderabile per ricavarne profitto»164.
In sintesi: si vede che gradualmente è prevalsa la richiesta di una formazio-
ne teologica completa come presupposto per ottenere il permesso di confessare.
Ad ogni modo non mancavano i problemi in questo campo. Lo stesso Di-
rettore spirituale segnalava il fatto:
«che fra i sacerdoti salesiani ve n’è un certo numero, che pur dopo molti
anni di sacerdozio, non sono ancora approvati per le confessioni dei fedeli...
si potrebbe dire che sono solamente sacerdoti per metà, dovendo ciascuno
di loro abilitarsi per celebrare, predicare e confessare. Se tale stato si pro-
lungasse maggiormente, essi farebbero credere di non amare lo studio della
teologia morale e di non essere animati da vero zelo per la salvezza delle
anime. Perciò è dovere dei Direttori e degli Ispettori stimolare questi sacer-
doti a prepararsi quanto prima all’esame…»165.
161 Il sacramento della Penitenza. Norme e consigli, in: Circ. Rua, 29.11.1899, p. 194;
cf anche 20.01.1898, pp. 165-166.
162 «In ogni casa via sarà in ciascun mese la risoluzione di un caso di teologia morale
preparato da un incaricato dal Rettor Maggiore; interverrano tutti ed i soli sacerdoti», Deli-
berazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 14, p. 67, OEXXXIII 75.
163 Il sacramento della Penitenza…, p. 194.
164 Atti del Primo Capitolo Americano della Pia Società Salesiana, Buenos Aires
(Almagro), Collegio Pio IX di Arti e Mestieri, 1902, pp. 22-23.
165 Circ. mens., 24.02.1907.

4.2 Page 32

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54 Jacques Schepens
4.2.4. La sacra Scrittura
Il CG VI (1892) aveva raccomandato di promuovere e intensificare gli
«studi di ermeneutica sacra»166. Per lo studio e l’interpretazione della Sacra
Scrittura era già in uso il Janssens, autore di un’introduzione ai singoli libri della
Bibbia, stampata anche a Torino con il titolo Hermeneutica sacra167. Sui pro-
grammi per lo studio della teologia il nome Janssens appare la prima volta nel-
l’anno scolastico 1887-1888. Ma durante il CG VI (1892) si raccomandò di to-
gliere il testo di Janssens in favore di Lamy168 o di Cornely, opere che gli stu-
denti ebbero a disposizione dal 1892-1893169. Tuttavia il testo di Janssens con-
tinuò ad essere presente nei programmi fino a 1904, anno in cui fu definitiva-
mente sostituito da quello del gesuita Rudolf Cornely170, professore di Sacra
Scrittura al Collegio Romano. Già dal 1899-1900 si poteva usare, accanto al
testo di Janssens, il Manuale biblico del sulpiciano F.-G. Vigouroux171, autore
già raccomandato dal CG VI (1892) per le case salesiane in cui non vi era la
scuola di sacra scrittura172. Questo testo venne tolto al momento della pubblica-
zione del Regolamento-programma (1904).
Oltre lo studio della Bibbia, si suggerirono anche altre modalità per appro-
priarsi la conoscenza della Sacra Scrittura. In fedeltà al testo delle Costituzioni173
il GC II (1880) aveva deciso che in ogni casa di studentato e noviziato doveva
166 «Si promuovano gli studi di Ermeneutica e di Storia Ecclesiastica…» Deliberazioni
dei sei primi Capitoli Generali… 1894, n. 595, p. 345.
167 J. Hermann H. JANSSENS (1783-1853), Hermeneutica sacra seu introductio in omnes
et singulos libros sacros Veteris et Novi Foederis, in usum praelectionum publicarum seminarii
Leodiensis, 2 voll., Liegi, 1818; Turin, 1858; cf Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclé-
siastique, t. 26, c. 965-966.
168 Bernardo LAMY (1640-1715), Apparatus biblicus sive Manductio ad Sacram Scrip-
turam tum clarius, tum facilius intelligendam, Lyon, 1696; Venetiis, 1733.
169 «Per l’Ermeneutica si ricorda quanto fu deciso dal detto Cap. Gen., cioè che se ne in-
troduca lo studio e la scuola in tutte le case di studio teologici regolare. Riguardo al testo, pur
continuando col Janssens fino al termine del quadriennio in corso, il professore procuri di con-
sultare ed esaminare l’uno dei due testi proposti in sostituzione, Lamy o Cornely, così per mi-
gliorare lo studio, come per quelle proposte che giudicasse di fare al Cons. Scol. della Congre-
gazione» (Anno scolastico 1892-93. Programma d’insegnamento pel corso teologico; ACS
214 Stud. 318).
170 Rudolf CORNELY S. J. (1830-1908), Historia et critica introductio in libros sacros,
3 voll., Parisiis 1855-86, 6a ed., 1909; Historicae et criticae introductionis in utriusque Testa-
menti libros sacros Compendium, Paris, Lethielleux, 1900.
171 F. G. VIGOUROUX (1837-1915), Manuale biblico o corso di Sacra Scrittura ad uso dei
seminari, San Pier d’Arena, Libreria Salesiana, 4 voll., 1894; Tit. orig.: Manuel biblique ou
cours d’écriture sainte à l’usage des séminaristes, Paris, Roger et Chernoviz, 1900; numerosi
edizioni.
172 «A tutti si raccomanda la lettura e lo studio del Manuale Biblico del Vigouroux, stam-
pato a Sampierdarena» Deliberazioni dei sei primi Capitoli Generali…1894, n. 595, p. 345.
173 Il loro studio principale sarà diretto con tutto impegno alla Bibbia…, XII. Dello
studio, 2; Regole e costituzioni… p. 34, OE XXIX 84.

4.3 Page 33

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 55
essere stabilita un’ora settimanale per la recita e la spiegazione del Nuovo Testa-
mento174. Il programma del 1892-1893 ribadì il fatto dicendo che ogni sacerdote
doveva avere la comodità di consultare la Bibbia; a quest’effetto le singole case
dovevano mettere a disposizione un numero conveniente di copie del testo del
Martini175. Il CG VI (1892) aveva deciso che
«in ogni Casa di studentato e noviziato ciascun chierico anche nel corso fi-
losofico sia provveduto del Testamentino e sia fissata in ciascuna settimana
un’ora per la recita e spiegazione del Nuovo Testamento»176.
4.2.5. Storia ecclesiastica
Fino al Regolamento-programma (1904) i chierici studenti di teologia uti-
lizzavano come testo per la storia della Chiesa la Storia ecclesiastica di don
Bosco177. Soltanto nel 1904 venne sostituita dalla Storia universale della Chiesa
cattolica178 di Bosio da Trobaso, raccomandato già nel 1903. In seguito questo
testo venne di nuovo sostituito dal Manuale di Storia ecclesiastica di Heinrich
Brüch, vescovo di Mainz179 e dal Manuale di storia ecclesiastica di J. Marx180.
La segnalazione di manuali di teologia in altre lingue (spangnola, francese,
tedesca) può essere considerata un aspetto positivo dei nuovi programmi di
teologia 181.
4.2.6. Sacre cerimonie, liturgia, canto liturgico
«Tutti i chierici avranno ogni settimana un’ora di scuola per le sacre ceri-
monie e dovranno essere bene istruiti nel Canto Ecclesiastico»: così aveva de-
ciso il CG II (1880)182. Il tema delle sacre cerimonie è ricorrente negli scritti di
174 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 7, p. 66, OE XXXII 74.
175 Anno scolastico 1892-93. Programma d’insegnamento pel corso teologico (ACS 214
Stud. E 318).
176 Deliberazioni dei sei primi Capitoli Generali… 1894, n. 586, p. 343.
177 Giovanni BOSCO, Storia ecclesiastica ad uso della gioventù utile ad ogni grado di
persone, approvata e raccomandata da mons. L. Gastaldi, arcivescovo di Torino, 9a ed., To-
rino, Tipografia e Libreria salesiana, 1879; 9a ed. nel 1884, 10a decima nel 1888.
178 A. BOSIO DA TROBASO, Storia universale della Chiesa cattolica da Gesù Cristo a Pio
X ad uso dei Seminari e del giovane clero, 2 voll., Novara, Libreria Salesiana, 1903.
179 H. BRÜCK (1831-1903), Manuale di storia ecclesiastica, trad. italiana di Cerlo Castel-
letti, Bergamo, Soc. Ed. S. Alessandro, 1906.
180 J. MARX (1855-1924), Manuale di storia ecclesiastica, trad. It. da Guido Bramante
Pagnini, 2 voll., Firenze Libreria Ed. Friorentina, 1912.
181 F. AGUILLAR (1826-1899), Compendio de historia ecclesiastica general, 2 voll., Ma-
drid, G. Del Amo, 1898; F. X. KRAUS (1840-1901), Histoire de l’Eglise, 3 voll., Paris, Bland et
Baval, 1891; L. MARION (1852-1919), Histoire de l’Eglise, 3 voll., Paris, Roger et Chernoviz,
1908, 1920.
182 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale…1882, delib. 7, p. 66, OE XXXII 74.

4.4 Page 34

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56 Jacques Schepens
don Bosco, nelle circolari dei superiori e nei Capitoli generali. Nelle Conferenze
autunnali del 1875 si denuncia l’inosservanza delle cerimonie nella celebrazione
della messa:
«7° Ancora si venne (…) ad insistere che i direttori invigilassero sul modo
di dir messa dei loro preti: poiché pare che alcuni eseguiscano poco bene le
cerimonie (…). 9° Anche a questo riguardo si fece osservare che in varii
collegi han mai, o quasi mai scuola di cerimonie; essere questa cosa di
grave importanza; perciò dove non c’è si stabilisca subito e si faccia di re-
gola ogni settimana»183.
Anche il Rettor maggiore don Rua lamentava regolarmente la trascuratezza
nelle case dello studio delle sacre cerimonie, della cura delle funzioni ecclesia-
stiche e del canto gregoriano184.
A livello di formazione teologica il Regolamento-programma (1904) decise
che la liturgia doveva essere considerata come insegnamento «ad occasione» e
concretizzava nel programma: «la scuola di cerimonie si farà nel giorno di va-
canza settimanale»185. Pochi anni dopo il programma del 1908-1909 sottolineava
che l’esperienza aveva dimostrato che era più utile e interessante insegnare la li-
turgia «come materia a sé invece di spiegarla ad occasione»186. Il testo usato in
Italia per il primo anno fu quello dello Veneroni187. Dal 1914-1915 subentrava
come testo per il primo anno di teologia il Manuale di S. Cerimonie del sale-
siano E. Vismara188 mentre nel secondo, terzo e quarto anno si continuò ad usare
quello di Veneroni. L’importanza delle sacre cerimonie fu regolarmente messo in
rilievo, tra l’altro dal direttore spirituale, don Paolo Albera (1908) che raccoman-
dava ai direttori di insistere perché «chierici e sacerdoti mettano il massimo im-
pegno nell’apprendere le sacre cerimonie e siano tutti santamente animati a pre-
stare qualunque servizio all’altare»189. Conviene pure notare l’importanza attri-
buita al canto liturgico e l’insistenza sulla necessità di formare i giovani salesiani
in questo senso: «Tutti i chierici … dovranno essere bene istruiti nel canto Ec-
183 «Cronaca» ms Barberis, quad. 12°, 24 settembre 1875, pp. 33-35; citata da P. BRAIDO,
Un «nuovo prete»…, p. 34.
184 Cf Circ. Rua, pp. 49, 52, 70, 197, 280, 354, 459.
185 Regolamento-programma… 1904, art. V e XI.
186 Cf Corso teologico e triennio pratico. Programmi e libri di testo. Anno scolastico
1908-1909.
187 Pietro VENERONI, Manuale per lo studio e per la pratica della S. liturgia, 4 voll.,
Pavia, Tip. Artigianelli, 1909.
188 Eusebio VISMARA S.D.B. (1880-1945), Manuale di S. Ceremonie ad uso dei chierici,
2 voll., San Benigno Canavese, Scuola Tipografica Salesiana, 1908.
189 Cita la «Civiltà Cattolica» che elogia la «solennità ed esattezza delle cerimonie nelle
Chiese Salesiane parlando del nostro Manuale di Sacre Cerimonie» cf Circ. mens., 24.12.1908;
si tratta della recensione di Giulio BARBERIS, Manuale di sacre cerimonie ad uso dei chierici,
S. Benigno Canavese, Salesiana, 1908, xxii-464 pp.; recensione in: Civiltà Cattolica 59 (1908)
v. 4, pp. 596-587.

4.5 Page 35

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 57
clesiastico» aveva decretato il CG II (1880)190. Da parte sua il Regolamento-pro-
gramma attirava l’attenzione sul canto liturgico, «obbligatorio, non incluso nelle
ore regolari di scuola, ma insegnato in quelle ore che sono date alla Musica»
(art. X).
In analogia con lo studio del caso morale esisteva anche il caso liturgico.
Esso faceva capo al Direttore spirituale, che a nome del Rettor maggiore, invi-
tava e incoraggiava i sacerdoti a prendervi parte:
«nessuno, senza legittimo impedimento, si priverà dall’intervenire alle
adunanze mensili che i Direttori fisseranno; serviranno a istruirci sempre
meglio nel procurare la salute delle anime, lo splendore e l’esattezza nel
servizio del Signore, precipuo oggetto del nostro ministero»191.
4.2.7. Diritto canonico
Il CG VI (1892) aveva espresso il voto di introdurre, nelle case dove si stu-
diava la teologia, almeno un corso elementare di Diritto Canonico192. Il sale-
siano Dante Munerati aveva preparato gli Appunti di Diritto Canonico193, che gli
studenti ebbero a disposizione a partire dell’anno scolastico 1900-1901, cioè un
anno dopo la programmazione del corso «Elementi di diritto canonico», (1899-
1900)194. Dopo il Regolamento-programma (1904) gli Appunti vennero sostituiti
da un testo più ampio con il titolo Elementa iuris ecclesiatici195, che divenne,
dopo la pubblicazione del Codice nel 1917, Iuris ecclesiastici publici et privati
elementa 196.
4.2.8. Patrologia e storia dei dogmi
Soltanto nel 1904, con il Regolamento-programma si fa menzione della pa-
trologia e della storia dei dogmi. La patrologia doveva essere insegnata succinta-
mente dal professore di storia ecclesiastica nel primo corso di studio, cioè nel
corso di teologia fondamentale (VII). Il programma per l’anno scolastico 1908-
1909 cita per la prima volta il testo per lo studio della patrologia. Si tratta del
190 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 6, p. 66, OE XXXII 74.
191 Circ. mens., 22.11.1905.
192 «Si fanno voti perché nelle Case di studio teologico si introduca un corso almeno
elementare di Diritto Canonico»; Deliberazioni dei sei primi Capitoli generali…, 1894, n. 593,
p. 344.
193 Dante MUNERATI, Appunti di diritto canonico, Torino, Tip. Salesiana, 1900.
194 Anno scolastico 1899-1900. Programma d’insegnamento pel corso teologico (ACS
214 Stud. E 318).
195 Elementa juris ecclesiastici publici et privati, Torino, Tip. Salesiana, 1903.
196 Iuris ecclesiastici publici et privati elementa, Torino, Ex Schola Tipographica sale-
siana, Torino, 1920.

4.6 Page 36

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58 Jacques Schepens
manuale del tedesco Gerhard Rauschen197. Nel 1914-1915 subentrò il manuale
del Mannucci198.
4.2.9. Eloquenza sacra
Il CG II (1880) aveva sottolineato l’importanza della preparazione dei sale-
siani alla predicazione: «Negli studentati si spiegheranno e si faranno studiare
dai chierici studenti di teologia i precetti di eloquenza sacra, che espressamente
si comporranno»199. Questa materia, inizialmente inserita nel programma come
materia facoltativa 200 divenne obbligatoria con il Regolamento-programma
(1904). Dall’anno scolastico 1904-1905 il corso di eloquenza sacra figurò nei
programmi di teologia. Lo stesso programma indicava anche gli autori da stu-
diare: per l’Italia, si trattò del Trattatello di Sacra Eloquenza del salesiano Al-
bino Carmagnola201. Per gli studenti di lingua francese, si faceva riferimento a
André, Jean-Marie Hamon202, e per gli spagnoli al Santinelli203.
Il CG II (1880) sottolineava anche che il corso di Eloquenza sacra doveva
avere di mira soprattutto la formazione di predicatori per la gioventù e il popolo:
«Ogni Sacerdote procuri di tenere preparato un triduo di discorsi per le
Quant’Ore ed una serie di meditazioni ed istruzioni per gli esercizi spiri-
tuali adattate sia per i giovani dei nostri collegi sia pel popolo»204.
In questo contesto conviene menzionare quanto fu stabilito nel CG I (1877)
riguardo alla predicazione: ogni sacerdote doveva preparare per iscritto «un
triduo per le quarant’ore, una serie di meditazioni e di istruzioni per un triduo e
di poi per una muta di esercizi Spirituali»205. Fu compilato in questa occasione
197 Gerhard RAUSCHEN (1854-1917), Manuale di patrologia e delle sue relazioni con la
storia dei dogmi, versione italiana di Gaetano Bruscoli, Firenze, Lib. Ed. Fiorentina, 1905, 1908.
198 Ubaldo MANNUCCI (1883-1935), Istituzioni di Patrologia ad uso delle scuole teolo-
giche, 2 voll., Roma, Tipografia Poliglotta Vaticana, 1914.
199 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1882, delib.15, p. 67, OE XXXIII 75.
200 Anno scolastico 1900-01. Programma d’insegnamento pel corso teologico (ACS 214
Stud. E 318)
201 Albino CARMAGNOLA S.D.B. (1860-1927), Trattatello di sacra eloquenza in confor-
mità alle norme della Chiesa ad uso dei chierici, Torino, Tip. Salesiana, 1900; cf anche il testo
di una lettera circolare: «Il Consigliere scolastico …2° Annuncia che è uscito or ora il Tratta-
telo di S. Eloquenza del nostro Confratello Don Carmagnola, e ne raccomanda vivamente la
lettura e lo studio. Per tal modo si compie il voto espresso nel II Cap. Gen., riportato all’Art.
594 delle Deliberazioni», Circ .mens., 29.04.1900.
202 A. J. M., HAMON (1795-1874), Traité de la prédication, Paris, Gabalda, 1846; 1891,
190912.
203 Ciriaco SANTINELLI, S.D.B. (1859-1913), Manual practico de eloquencia sagrada para
uso de sacerdotes y clerigos, Sarriá-Barcelona, Escuela tipografica y libreria salesiana, 1901.
204 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, delib. 19, p. 67, OE XXXII 75.
205 G. BARBERIS, Verbali I, 11-12; P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani… II, p. 321.

4.7 Page 37

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 59
un elenco di autori da cui attingere, elenco che non figurava nelle deliberazioni
del primo Capitolo generale. Lo si trova invece nelle Deliberazioni del CG II
(1880) insieme agli articoli relativi alla preparazione de parte dei sacerdoti sale-
siani di meditazioni, istruzioni, discorsi e prediche per gli esercizi spirituali. Le
Deliberazioni offrono una lista di autori e di titoli206:
Per le meditazioni:
S. ALFONSO DE’ LIGUORI, [(1696-1787)], specialmente Apparecchio alla morte e
Sermoni sui Vangeli.
S. LEONARDO DA PORTO MAURIZIO [(1675-1751)]
Il Padre CATTANEO [Carlo Ambrogio S. J. (1645-1705)]
BIAMONTI [Antonio Francesco]
DAPONTE [Da Ponte Lodovico = Luis de la Puente, S.J.(1554-1624), Meditazioni
sui misteri, Torino, Marietti, 189210]
SEGNERI Juniore [S.I., (1673-1713)]
PERSONIO [Parsons Robert S.J., (1546-1610)], Guida degli uomini alla loro
eterna salute, [tradotta da Franco Giuseppe Morelli, Torino, 1770]
GRANATA [Luis de Granada (1504-1588)], Guida, ovvero scorta dei peccatori,
[Venezia, Gasparo Ghirardi, 1740]
FRASSINETTI [Giuseppe, F.S.M.I. (1804-1868)], Esercizi spirituali ai giovani [=
Esercizi spirituali per i giovanetti d’ambo i sessi, Milano, Boniardi Po-
gliani, 1883]
BELASIO [Antonio Maria], Conferenze, Meditazioni, Prediche [= Prediche e me-
ditazioni ai popoli anche per le missioni, Torino, Tipografia e Libreria sale-
siana, 1879]
BELLECIO [Bellecius, Ludwig, S.J. (1704-1754)], Esercizi di S. Ignazio [= Eser-
cizi spirituali secondo il metodo di S. Ignazio di Loyola, dove si pone
sott’occhio l’ordine e lo scopo delle meditazioni, l’arte e la connessione
maravigliosa che in sé contengono, opera tradotta dal p. Antonio Bresciani,
Torino, G. Marietti, 1856]
BARTOLI [Daniello (1608-1685)], L’eternità consigliera; L’uomo al punto, Bre-
scia, Tipografia Cristiani, 1830; NIEREMBERG [Juan Eusebio S.J. (1595-
1658)], La bilancia del tempo, [Torino, 1832].
206 Lista molto sommaria – soltanto l’autore, oppure autore e titolo abbreviato – pubbli-
cata dal CG II (1880); cf Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, pp. 67-68, OE
XXXIII 75-76; tra parentesi quadre […] le integrazioni bibliografiche nostre.

4.8 Page 38

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60 Jacques Schepens
Per le istruzioni:
Opere di S. FRANCESCO DI SALES
SEGNERI Paolo [(1624-1694), S.J.], specialmente Il Cristiano istruito [nella
legge. Ragionamenti morali, Venezia, 1886, Paolo Baglioni, 1867, 3 v.]
S. ALFONSO [1696-1787]
S. LEONARDO [da Porto Maurizio (1675-1751]
CATTANEO [Carlo Ambrogio S. J. (1645-1705)]
BIAMONTI [Antonio Francesco, Serie di meditazioni, prediche ed istruzioni ad
uso delle missioni e de’ santi spirituali esercizi, Milano, E. Oliva, 4 t.,
1844, 1893]
GIORDANO [Giovanni-Battista (1817-1871)], I vizi capitali
RODRIGUEZ, Esercizio di perfezione e di virtù cristiane, [Torino, 1828]
SCARAMELLI [Giovanni Battista], Direttorio Ascetico, [Torino, Speirani e Tor-
tone, 1855]
[LHOMOND Charles-François (1727-1794)], Méthode pour confesser les enfants,
[Bourges, Gille, 1825]
TIMON DAVID Joseph [(1823-1891)], Methode pour confesser les enfants [Traité de
la confession des enfants et des jeunes gans, Paris, J. Bricon, 1892, 2 voll.]
BOSCO [Giovanni], varie opere, e specialmente [Dramma] Una Disputa tra un
Avvocato ed un ministro protestante sul dogma della Confessione [Letture
cattoliche 1 (1853) 10i; Luigi ossia disputa… LC 23(1875)2]
GOBINET [Charles, (1614-1690)], Istruzione della gioventù [nella pietà cristiana,
Torino, Associazione presso i librai Maspero e Serra, 1831, Scelta biblio-
teca economica d’opere di religione].
Per le Quarant’ore:
PAGANI [Giovanni Battista, I.C. (1806-1860), L’anima divota della SS. Eucari-
stia, Milano, Pirotta, 1845]
GIORDANO [Giovanni-Battista (1817-1871)], I giovedì eucaristici, [s.l., s.e.]
FABER [Federico Guglielmo (1814-1863)], Tutto per Gesù [ovvero gli agevoli
modi d’amor divino. Traduzione di Luigi Mussa, Torino, Marietti, 1866]
S. ALFONSO [1696-1887], Varie opere, specialmente Pratica d’amar Gesù
Cristo, [Bassano, Remondini, 1833]
FRASSINETTI [Giuseppe [(1804-1868)], Il convitto Eucaristico; [Il convitto del
divino amore, Genova, Tipografia della gioventù, 1867; anche in: G. FRAS-
SINETTI, Opere ascetiche I, Roma, Postulazione Generale F.S.M.I., 1978,
pp. 329-418]
SEGUR [Louis, Gaston, Adrien (1820-1881)], La presenza reale.

4.9 Page 39

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 61
4.2.10. La catechetica
Dato che lo scopo principale della Congregazione salesiana è il catechiz-
zare i fanciulli e l’istruzione del popolo, il CG II (1880) raccomandava ai chie-
rici ed ai giovani sacerdoti la lettura e lo studio di autori di «catechismo ragio-
nato» sulle norme del catechismo romano207. Come già per le meditazioni e le
istruzioni in occasione dei ritiri spirituali, le istruzioni riguardanti l’insegna-
mento del catechismo sono desunte dai verbali del primo Capitolo generale208:
Catechismo ragionato:
Possono essere di grande utilità:
per il modo di fare i catechismi:
DUPANLOUP [Félix-Antoine (1802-1878)], Metodo generale del Catechismo [rac-
colta dalle opere dei SS. Padri e Dottori della Chiesa e dei più celebri ca-
techisti, Parma, Fiaccadori, 1906, 3 voll.]; L’opera per eccellenza [ossia
trattenimenti sul catechismo… versione di Clem. De Angelis, Parma, Pietro
Fiaccadori, 2 voll., 1870]
BOUDON La sacra scienza del Catechismo
per le spiegazioni:
GAUME [Jean-Joseph, (1802-1879)], Catechismo di perseveranza [ovvero esposi-
zione storica, dogmatica, morale e liturgica della religione dall’origine del
mondo sino ai nostri giorni, versione italiana dall’autore, 8 voll., Carma-
gnola, Pietro Barbiè, 1853]
BONOMELLI [Geremia (1831-1914)], Il Giovane Studente istruito [e difeso nella
dottrina cristiana. Trattenimenti, 3 voll., Brescia, Queriniana, 1886]
GIOVANNINI [Enrico], I doveri cristiani esposti alla studiosa gioventù [italiana,
Bologna, Tipografia Pontificia Mareggiani, 1876]
GUILLOIS [Ambroise (1796-1856)], Spiegazione storica, dommatica, morale [li-
turgica e canonica del catechismo, trad. di mons. Baldassare, Mazzoni,
Prato, Raineri Guasti, 1888]
SCHMID [Johann-Evarist], Catechismo istorio [ossia spiegazione completa del
catechismo via di esempi veri e autentici, Parma, Fiaccadori, 5 voll., 1864]
SCHMID [Johann-Evarist], Repertorio del Catechista [ossia raccolta completa di
spiegazioni e notizie similitudini ed esempi, complimentato necessario del
207 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1882, delib. 21, p. 68, OE XXXII 76.
208 Lista molto sommaria – soltanto l’autore, oppure autore e titolo abbreviato – pubbli-
cata dal CG II (1880); cf Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… 1880, pp. 68-69, OE
XXXIII 76-77; tra parentesi quadre […] le integrazioni bibliografiche nostre.

4.10 Page 40

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62 Jacques Schepens
Catechismo istorico, prima versione italiana della francese dell. ab. P. Belet
per G. Bobbio, Parma, Fiaccadori, ???]
ROSA Francesco, Esposizione popolare della dottrina Cristiana [in lezioni corri-
spondenti a quelle del catechismo, 3 voll., Torino, Marietti, 1877]
BOUGEANT [Guillaume Hyacinthe, S. J. (1690-1743], Catechismo storico, dog-
matico- pratico [ossia Esposizione della dottrina cristiana appoggiata a
testi della S. Scrittura e de’ Padri, 4 voll., Torino, Marietti, 1867]
FERRERI [Severino], Catechismo della buona settimana
PISATTI, La religione in pratica o corso completo di istruzioni catechistiche,
[5 voll., Torino, Marietti, 1876]
GRIDEL, [Nicolas (1805-1855)], Serate cristiane, ossia spiegazioni del Cate-
chismo con paragoni ed esempi, [trad. ital. di Severino Ferreri, 4 voll., To-
rino, Marietti, 1875]209.
Conclusione
Al termine di un contributo che aveva come scopo lo studio dell’imposta-
zione, dell’organizzazione e dei contenuti della formazione teologica delle prime
generazioni di salesiani, non sembra particolarmente difficile indicare alcune
conclusioni che permettono di cogliere i risultati più importanti della ricerca.
1. Nel caso della Congregazione salesiana nascente, sembra abbastanza
chiaro che l’impostazione e la realizzazione di una formula adeguata ed equili-
brata per la formazione teologica richiesero un processo lungo e, in un certo
senso, anche tortuoso. Lo dimostra il faticoso cammino, prima e dopo la morte
di don Bosco, per realizzare una prima struttura, in qualche modo soddisfacente,
che lasciasse spazio e tempo per prendere sul serio lo studio della teologia. L’e-
laborazione di una programmazione teologica più adeguata e accompagnata e
l’apertura delle prime case di formazione teologica, nel 1904, non hanno pro-
dotto subito i risultati desiderati. Il processo per realizzare simili istituti a raggio
più ampio ha richiesto tempi eccessivamente lunghi.
2. Uno dei fattori che ha condizionato negativamente l’attuazione pratica di
una formazione teologica e sacerdotale adeguata, potrebbe essere legato in parte
al pubblico specifico che si preparava al sacerdozio nella Congregazione sale-
siana in questa prima fase della sua esistenza. Tale pubblico, affascinato dalla fi-
gura di don Bosco e dal suo impegno per i giovani in situazioni precarie e diffi-
cili, nella maggioranza era composto da giovani candidati, provenienti da condi-
209 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale… art. 21, 1882, pp. 68-69; OE XXXIII
76-77.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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La formazione teologica nella Società Salesiana nel periodo 1880-1922 63
zioni culturali modeste e perciò forse meno portati ad impegnarsi seriamente in
una formazione teologica. La molteplicità di compiti pratici non rendeva certa-
mente facile la realizzazione di uno spirito e di una struttura in cui lo studio della
teologia poteva facilmente fruttificare. A ciò, probabilmente, si aggiunse il fatto
che anche le idee sull’identità del sacerdote salesiano erano divergenti. Don
Bosco, a quanto pare, era favorevole a «nuovi preti» per i «tempi nuovi» se-
condo un «nuovo modello» di formazione sacerdotale, caratterizzato da una inte-
grazione più chiara tra attività educativa e studio della teologia, mentre l’am-
biente ecclesiastico aveva un’altra visione riguardo alla formazione del sacer-
dote salesiano. Questa diversità di idee e di visione – che d’altronde su molti
punti aveva già frenato e complicato il processo di approvazione definitiva delle
Costituzioni della Società Salesiana – era presente anche all’interno della Con-
gregazione riguardo alla formazione sacerdotale dei salesiani, in particolare tra
don Bosco e i salesiani M. Rua e G. Cagliero, come emerge chiaramente in
alcuni Capitoli generali.
3. Nella fase iniziale della Congregazione salesiana la situazione della for-
mazione teologica, si è chiarita gradualmente, forse anche perché, man mano che
si andava avanti, si rivelarono la debolezza del sistema in atto per giungere ad
una qualificata formazione teologica del personale salesiano e l’impossibilità di
combinare insieme uno studio intensivo della teologia e la prassi educativa. In
molti casi il risultato era una formazione teologica assai ridotta. Non si trattava
di mettere in questione l’intuizione originale di don Bosco riguardo al compito
del sacerdote salesiano immerso nel mondo giovanile, ma di rendere più rego-
lare, equilibrato e qualificante lo studio della teologia in ambiente salesiano. Per
ciò che riguarda il periodo da noi studiato, va sottolineato soprattutto il ruolo
pionieristico svolto dal Rettor maggiore don Michele Rua e dal Consigliere sco-
lastico generale don Francesco Cerruti per creare le necessarie condizioni per
una più grande qualificazione degli studi teologici nella Congregazione sale-
siana. I loro tentativi per organizzare e qualificare meglio lo studio della teologia
hanno certamente aperto la strada ad una migliore qualificazione dei Salesiani a
livello teologico.
4. Rileggendo il programma di formazione teologica, risulta chiaro che
l’impatto educativo e pastorale, che sarebbe stato auspicabile in vista del lavoro
del salesiano, è rimasto piuttosto embrionale. Potenziali aperture si potrebbero
eventualmente rilevare a livello della problematica morale, dell’eloquenza sacra,
della predicazione, della catechesi e dell’accompagnamento spirituale dei gio-
vani.