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In preparazione al convegno di studio: “Parma e don Carlo Maria Baratta”
DON CARLO MARIA BARATTA (1861-1910):
UN PROFILO, UNA DOCUMENTAZIONE ARCHIVISTICA,
UNA BIBLIOGRAFIA
a cura di Francesco Motto
La personalità di don Carlo Maria Baratta (1861-1910), pur nota ad alcuni set-
tori della cultura italiana, non è ancor stata adeguatamente approfondita in tutte le
sue dimensioni. L'occasione propizia per colmare tale lacuna storiografica sarà il
convegno di studio previsto a Parma nella primavera 1999. "Ricerche Storiche Sale-
siane " anticipa un inedito profilo del personaggio, redatto verosimilmente nel venti-
cinquesimo anniversario della morte (1935), all'indomani della canonizzazione di
don Bosco (1934). L'autore è, con molta probabilità, un giovane teologo saveriano di
origine elvetica, un certo Giuseppe Amadori. Lo scritto, particolarmente attento alla
cooperazione fra don Baratta e Stanislao Solari per quanto permettevano le cono-
scenze scientifiche dell'epoca, risente sia del tono celebrativo proprio dell'occasione,
sia dell'entusiasmo dell 'autore per don Bosco e il suo illustre figlio trapiantato da
uno sconosciuto paese del novarese all'illustre città di Parma. Il testo, dattiloscritto,
è conservato nell'Archivio Salesiano Centrale di Roma alla posizione B 201.
Lo stesso ASC custodisce in 7 scatole (B 200-206) la ricca documentazione ba-
rattiana che segnaliamo di seguito. Vi aggiungiamo infine un repertorio bibliografi-
co, privo però di pretese di completezza, per la difficoltà di reperimento degli esem-
plari, costituiti per lo più da semplici fascicoli o modesti libretti pubblicati in un nu-
mero limitato di copie. Al riguardo va anche notato come il calcolare o meno le pa-
gine bianche in interfolio rende non sempre sicura l'indicazione delle pagine; altret-
tanto si dica per la designazione di un testo come ristampa o come nuova edizione:
l'indeterminatezza è propria degli stessi esemplari. Ancor più problematico e parziale
è l'ambito musicale, costituito da testi per lo più litografati e privi di datazione. Le
parentesi quadre dunque denotano semplici nostre supposizioni. Ovviamente ci augu-
riamo che tale bibliografia possa venire presto completata e precisata grazie anche
agli studi in corso.

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a cura di Francesco Motto
Due intelligenze e due cuori: Don Carlo M. Baratta sacerdote salesiano e Stani-
slao Solari
La venuta di D. Baratta a Parma
In una giornata dell'Ottobre 1889 giungeva da Alassio a Parma un giovane pre-
te: era il Fondatore del Collegio Salesiano di questa città. Le prime impressioni a suo
riguardo non furono ottime; l'aspetto giovanile della sua persona deponeva in suo di-
sfavore e nascondeva le meravigliose doti di animo e di mente di cui era ornato.
Ma i giudizi troppo facili del primo momento scomparvero in seguito man mano
che D. Baratta manifestò di quale energie fosse dotato e di quale spirito di intrapren-
denza. Egli mise subito mano alla trasformazione del caseggiato del Collegio, perché
al suo arrivo esisteva appena il corpo centrale di tale edificio con poche stanzaccie.
Colla cooperazione del Capomastro Zamboni ridusse l'edificio allo stato attuale.
L'impresa era rischiosa, perché D. Baratta era a corto di mezzi, ma un bravo figlio di
Don Bosco non si spaventa per questo. Lo spirito intraprendente del giovane Direttore
dissipò subito le prime nubi di poca fiducia.
Nei primordi del Collegio egli dovette sobbarcarsi ad un lavoro faticoso ed e-
sauriente, dato che gli mancavano gli aiuti necessari, essendoci con lui pochi confra-
telli. Egli era ad un tempo, Direttore, insegnante ed Istitutore. Alla sera raccoglieva
intorno a sé i primi giovani del Collegio e li divertiva ed ammaestrava nel canto di
canzonette di cui accompagnava la melodia al suono della chitarra. Il nome del Colle-
gio intanto si diffuse per ogni parte della regione, e gli alunni interni ed esterni au-
mentarono di numero. Furono in seguito aperte anche le scuole elementari, fu com-
pletato il corso Ginnasiale, s'istituirono le scuole d'arti e mestieri e il corso triennale
d'Agricoltura.
Salviamo la Gioventù!
Don Baratta, figlio devoto di San Giovanni Bosco, non poteva prescindere nella
sua multiforme attività dalla finalità principale della sua Congregazione. "Salviamo la
gioventù!" egli andava dicendo. E questo motto era per lui un programma di vita da
attuarsi in ogni momento ed in ogni tempo. Quando fu invitato da Mons. Miotti Ve-
scovo di Parma, a tenere un Corso di religione per gli studenti nelle sale dell'Episco-
pio, egli così gravato di impegni si stimò felice di esercitare questa nuova forma di
apostolato ed attese a tale ufficio con quella fermezza e quell'entusiasmo fattivo pro-
prio del carattere piemontese. Quella scuola di religione ebbe il vantaggio di dare alla
Diocesi giovani istruiti nella Fede, in quella Fede che a quei tempi era tanto combat-
tuta specialmente per opera delle teorie socialiste.
Frequentarono questa scuola studenti dei Corsi secondari ed anche allievi del
Conservatorio Musicale e del R. Istituto di Belle Arti. Ma l'elemento più importante
era costituito dagli studenti universitari e ad essi Don Baratta attese con cura partico-
lare, come a coloro che per primi avrebbero portato nella società il fermento della
buona e sana dottrina. Tutta la sua energia consacrò alla gioventù. Egli viveva intera-

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mente per i suoi giovani del Collegio, dell'Oratorio e per gli studenti di Religione e i
giovani a lor volta lo circondarono d'affetto. Dobbiamo qui notare che questa scuola
superiore di Religione fu la prima del genere sorta in Italia.
L'opera di Don Baratta nella letteratura e nella musica
Il multiforme ingegno di Don Baratta trovò modo e tempo d'applicarsi anche ai
dilettevoli studi della letteratura e della musica. Egli era laureato in lettere; gli fu cara
soprattutto la lingua latina e curò un'ottima edizione dei libri XXIII, XXIV, XXV del-
le Storie di Tito Livio, alla quale fece precedere un[a] dotta introduzione, sicché ebbe
l'onore di vederla adottata come libro di testo in diverse pubbliche scuole.
Il suo animo gentile e colto trovò un vero godimento nell'attendere alla musica.
Egli era soprattutto innamorato della musica sacra del bel tempo della classicità, e si
seguivano i maestri della decadenza.
Pochi furono coloro che ebbero il coraggio di opporsi a questa pessima tenden-
za. Don Baratta si schierò con l'esiguo numero dei riformatori, cercando di richiamare
i propri confratelli e gli altri alle pure fonti del canto ecclesiastico. Egli pose mano a
questa riforma in modo concreto già da quando si trovava nei Collegi di Lucca ed A-
lassio. A Parma riunì un numero sufficiente di giovani dell'Oratorio festivo e istituì
quella Schola Cantorum che lasciò di sé buona fama e che per molti anni fu unica nel
Parmense. La fama di questa scuola si diffuse in tutta la Regione emiliana e fu la più
forte Apologia della nuova riforma. Ma la riforma promossa da Don Baratta nel cam-
po del canto ecclesiastico non fu una riforma clamorosa, ma egli procedette con gran-
de cautela senza irritare nessuno. Per opera sua il Mercadante fu dimenticato per ce-
dere il posto al Palestrina, il maestro della musica religiosa, che fu giustamente de-
nominato dai suoi contemporanei musicae princeps.
A Parma Don Baratta trovò grande favore nella sua opera di riforma. Del resto
Parma, nobile cultrice di arti belle e specialmente di musica, non poteva non com-
prendere il giovane salesiano, e frutto di questa comprensione fu il Congresso di mu-
sica sacra tenuto a Parma nell'occasione del quarto centenario della morte del Pale-
strina. Collaboratori di Don Baratta furono l'Abate Mauro Serafini O.S.B., i maestri
Gallignani, Mattioli e Tebaldini. Il congresso fu allietato dalla meravigliosa esecuzio-
ne della Messa di Papa Marcello e da altre composizioni del Palestrina. Don Baratta
fu non solo un amante di musica ma arricchì anche quest'arte di qualche sua compo-
sizione.
Basterebbe ricordare l’Adeste fide les per il Natale di Gesù da lui composto
quando era ancor giovane. Curò anche una edizione critica dei canti principali della
Chiesa, scrisse alcuni opuscoli: Le prime nozioni di canto gregoriano, Musica litur-
gica e musica religiosa, Il piccolo manuale del cantore. Don Baratta si è acquistato
anche in questo campo grandi benemerenze e non dovrebbe essere dimenticato da co-
loro che coltivano e difendono la purezza del canto ecclesiastico.
Don Baratta e Stanislao Solari
Un fatto nuovo doveva trascinare Don Baratta a studi più ardui, pei quali il suo
nome resterà indissolubilmente legato al nome di un grande: Stanislao Solari. Questi,

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a cura di Francesco Motto
pioniere di una civiltà nuova, ardito innovatore delle teorie agricole, geniale sociolo-
go, viveva ancora negletto, non compreso, quasi sprezzato, intento a studiare nel gran
libro della natura in mezzo ai campi del suo Borgasso.
Avvilito per quella specie di abbandono, si struggeva il gagliardo marinaio dal
desiderio di stringere relazione con una persona capace di comprenderlo, per versare
in essa la fecondità della sua mente, la sintesi radiosa dei suoi studi, la genialità delle
sue trovate. E si aggirava dall'uno all'altro luogo senza trovare chi veramente l'ascol-
tasse. Solari stesso un giorno rammaricandosi col già amico e conquistato Don Barat-
ta di questo abbandono, diceva: "Cosa vuole? In Italia siamo così fatti; se il mio nome
terminasse in iffe o in offe, se i miei libri fossero stampati in tedesco, in francese, tutti
avrebbero inneggiato alla mia scoperta (alludeva all'induzione gratuita dell'azoto) an-
che senza capirla; mi chiamo invece Stanislao Solari ed ho stampato in Italiano, non è
quindi merce la mia che possa valer molto. E poi creda, ho un peccato d'origine, la
mia scienza non ha il bollo ufficiale, non sono uscito da nessuna università, e questo
fa sì che i grandi maestri delle scienze odierne credano avvilirsi prendendo in mano
quello che ha scritto questo povero rustico campagnolo".
La prima conoscenza di Don Baratta con Stanislao Solari data del marzo del
1892. Gli era stato presentato da un amico come eccellente capitano di mare, fattosi
eccellente agricoltore. Presentazione che parve allora voler dire a Don Baratta: "bra-
v'uomo che stanco di stare sul mare, era venuto a riposare e a sollevarsi in campa-
gna".
La seconda volta si rividero il 12 ottobre a Genova in occasione delle feste Co-
lombiane e del primo Congresso degli studiosi cattolici italiani. Don Baratta non ave-
va potuto assistere alle varie sedute tenute, a causa d'impegni, ma all'ultima seduta
volle partecipare anch'egli. Essendosi recato per tempo nel Seminario Vesc. di quella
città, s'imbattè con Stanislao Solari che passeggiava solingo sotto i portici del Semi-
nario, essendovi ancora tempo prima dell'inizio della seduta. Si riconobbero e si
scambiarono alcune idee sul fatto del Congresso. Il Solari ne sosteneva la quasi inuti-
lità, perché si erano dette tante belle parole senza dare una soluzione pratica a quello
che era il problema più assillante dell'ora presente: la questione sociale. Don Baratta
sorrise un po' maliziosamente sulle parole ed idee manifestategli dal Solari, ma al
termine della seduta fu da questi atteso al varco con aria di trionfo. Infatti il veneran-
do Arcivescovo di Genova, Mons. Reggio, alla fine dell'adunanza osservò in modo
esplicito che pur avendo di mira la parte teorica, questa non si doveva scompagnare
mai dalla pratica, perché solo nel continuo contatto colla pratica si può conoscere e
misurare il valore della teoria. Veramente le parole del buon Arcivescovo dettate dal
sano buon senso, furono un secchio di acqua fresca versata sulla testa dei congressi-
sti.
Don Baratta stesso ne fu turbato e prima di partire da Genova pregò il Solari
d'andargli a far visita al suo S. Benedetto, per poter avere tante spiegazioni e per en-
trare se era possibile nell'ordine d'idee dell'illustre collocutore.
Le prime conversazioni solariane
Il Solari ben felice di tale invito, si recò a San Benedetto un martedì mattina del
novembre seguente. Il primo discorso si portò subito al Congresso di Genova, del
quale il Solari non era stato punto soddisfatto, specialmente per essersi in quel con-

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gresso trascurata la questione maltusiana. Il Solari insisteva, che finché i cattolici non
avessero capito che vi era questo grave problema da risolvere, di conoscere cioè se sia
proprio vero che gli uomini crescano troppo in proporzione al pane disponibile, e, da-
to che questo sia vero, se non era il caso di mostrare come ciò dipende unicamente
dall'ignoranza degli uomini non già dalle deficienze di armonia nelle leggi del creato,
i cattolici avevano un bel gridare, un bel fare congressi, ma non avrebbero cavato un
ragno dal buco. Se non si distrugge questo errore (diceva il Solari) ne verrà un grave
danno al cattolicismo, perché col fatto si viene a riconoscere che Iddio ha sbagliato
l'opera sua, e che l'uomo se non vuol star male, deve pensare a correggere l'opera di
Dio.
Non si mancò neanche in questa prima conversazione di fare un accenno alla
Rerum Novarum che il Solari diceva bella ed inattaccabile, unica morale superiore
che la Chiesa, come era suo dovere, aveva tracciato a tutto il mondo tra il dibattersi di
tante questioni nuove. Notava poi lo stesso Solari che i cattolici avrebbero fatto tanti
spropositi nell’attuarla. Diversi, secondo lui, non avevano ancora inteso quella frase
dell'Enciclica “la terra colla sua inesauribile fecondità” nella quale risuonava un'appa-
rente contraddizione. Si può infatti provare che la terra è non solo esauribile ma esau-
ribilissima. Si doveva concludere che il Papa aveva sbagliato? No, certamente!
Ma nessuno aveva pensato che esisteva una agricoltura intellettiva, per la quale
la terra poteva essere inesauribile, come appunto voleva significare la parola del Pa-
pa, scomparendo così l'apparente contrad[d]izione di tali parole. Vi era poi un altro
punto dell'Enciclica, nel quale si diceva che l'uomo deve trovarsi in condizione di
guadagnare il necessario per sé e per la sua famiglia, il quale era stato male interpre-
tato. Subito si disse che i padroni dovevano dare all'operato un salario famigliare,
cioè proporzionato non già al lavoro compiuto, ma alla famiglia che egli deve mante-
nere. Notava appunto il Solari, come da errata interpretazione ne derivasse con logica
inesorabile grande immoralità. Naturalmente il padrone, a parità di forze e di lavoro,
darà sempre la preferenza all'operaio scapolo sul padre di famiglia perché quello, es-
sendo solo, gli costerà meno. E la miseria sarà il premio di chi ha voluto onestamente
formarsi una famiglia. Mentre la parola del Papa voleva dire, che in una società ordi-
nata, l'operaio in via ordinaria dovrebbe trovarsi in condizioni da guadagnare il ne-
cessario per sé e per i suoi.
Quando questo non succede, bisogna concludere che la società non è ben ordi-
nata. In tal maniera ebbero inizio le conversazioni che continuarono per tutto l'anno
1894, nel martedì di ogni settimana, le quali prendevano sempre argomento da qual-
che fatto del giorno, e il più delle volte da qualche libro di economia o sociologia. Il
Solari era al corrente di tali studi e specialmente era al corrente dei progressi dell'idea
socialista in Italia. Queste prime conversazioni in cui il Solari con costante calore e
convinzione trattava vari aspetti della questione sociale lasciarono perplesso il nostro
Don Baratta che ancora non si sentiva in grado di abbracciare tali idee, non compren-
dendole ancora nella loro vera luce, anche perché non aveva la sufficiente prepara-
zione di studi economici ed agrari.
Don Baratta a contatto delle nuove idee del Solari
Nel susseguirsi delle conversazioni il pensiero di Don Baratta si maturava e sen-
sibilmente si orientava verso il pensiero del Solari; egli comprendeva che quel-

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l'uomo andava esponendo grandi dottrine. Ed allora si mise a studiare con ardore libri
di scienza e di agricoltura e soprattutto gli scritti del Solari; volle leggere tutti i libri
da lui annotati, meditare a lungo sulle dottrine da lui esposte. Diventò il più tenace, il
più fine scrutatore dell'anima del rude marinaro, fatto agricoltore e sociologo. Il Sola-
ri si rallegrava della conquista più che non facesse per le medaglie d'argento guada-
gnate nel campo di battaglia: sentiva che la buona semente non era stata sparsa su di
un terreno sterile, e ne era orgoglioso.
Egli aveva posto ogni sua speranza in Don Baratta ed andava dicendo che solo
un religioso poteva essere banditore del nuovo programma sociale. Senza l'opera del
dotto salesiano, Solari probabilmente non sarebbe mai uscito dall'oblio, in cui l'ave-
vano posto studiosi invidi od indifferenti, non avrebbe avuto il conforto prima di mo-
rire, di vedersi circondato da nobile corona di allievi entusiasti delle sue dottrine. So-
lari per preparare bene la mente di Don Baratta ad accogliere le nuove idee si prese
lui stesso il compito d'istruirlo specialmente intorno a quelle che riguardava i principi
della nuova agricoltura. L'agricoltura insisteva il Solari ha parte fondamentale nella
vita dell'individuo e della società. Una buona agricoltura vuol dire vita di benessere e
di progresso; una cattiva agricoltura, stenti e miserie e impossibilità d'innalzarsi nel
viver civile. Parlando poi dei progressi dell'agricoltura, insisteva il Solari, bisognava
andar cauti nell'introdurre innovazioni in ciò che è lavoro materiale. Il lavoro del con-
tadino è la somma di una esperienza lunghissima e di una minuta osservazione non
avvertita del contadino stesso.
Uno sproposito fatto dai Professori d'agricoltura, fu appunto quello d'aver volu-
to far cambiare metodo ai nostri contadini, cambiare produzioni e cambiare strumenti;
ed hanno finito con insuccessi continui, facendo nascere la diffidenza verso gli uomi-
ni di scienza. Quel che si deve mutare è il concetto fondamentale dell'agricoltura. La
terra fu sfruttata come una miniera e l'agricoltura la si poteva considerare come un'in-
dustria estrattiva, avendosi poi come conseguenza l'esaurimento della terra.
Il Liebig fu il primo che parlò di una restituzione alla terra degli elementi aspor-
tati, per conservare ad essa la sua fecondità. Uno degli elementi principali è l'azoto,
che costituisce il 79% dell'atmosfera, ma il difficile stava nel restituire alla terra tale
elemento. Stanislao Solari fu il primo ad intuire il vero modo di servirsi praticamente
di questo azoto, formulando la teoria della induzione gratuita di questo azoto da resti-
tuirsi alla terra mediante le leguminose colla doppia anticipazione dei sali.
Non si voleva riconoscere al Solari la scoperta di questa induzione gratuita, ma
la si attribuiva al Villa, il quale invece espose parecchi anni dopo la sua teoria basata
sulla siderazione. E la nuova agricoltura del Solari non era soltanto una bella teoria e
lo poté esperimentare Don Baratta, quando un giorno si recò al Borgasso nel Comune
di San Lazzaro Parm. a visitare le belle tenute del Solari. Don Baratta di fronte alla
constatazione sicura dei risultati ottenuti col nuovo metodo Solariano ne rimase ancor
più avvinto ed entusiasta.
Don Baratta e il problema sociale secondo le vedute solariane
Don Baratta non aveva tardato a comprendere sotto l'abile ed intelligente Mae-
stro che il problema sociale non era un semplice problema morale, ma anzitutto un
problema materiale, che insomma il disagio morale non era che l'effetto del disagio

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materiale. Don Baratta voleva che il pensiero del Maestro fosse esposto logicamente
in un apposito libro, quindi lo pregò più volte di voler stendere i suoi pensieri in uno
scritto. E il lavoro uscì sotto il titolo La natura e gli effetti dell'errore agricolo. Don
Baratta stesso si accinse alla lettura dell'opera prima che fosse data alle stampe, ma
siccome vi era qualche accenno filosofico e teologico un po' ardito, consigliò il Solari
di far vedere il lavoro ad un teologo. Ad opera compiuta fu passato alla tipografia
FIACCADORI la quale lo pubblicava verso la fine dell'agosto 1895. Il nuovo libro,
piccolo di mole ma gravido di idee, vale molto più non solo di tutti i libri di sociolo-
gia scritti da Malthus fino al Ricardo nel campo della miscredenza in generale e del
socialismo in particolare, ma altresì di parecchi del campo cattolico. Tutti quelli che
fecero esperimento felice degli effetti della nuova agricoltura salutarono con giubilo
l'apparizione del nuovo libro, ciò che destò nel cuore di Don Baratta e del Solari buo-
na speranza per l'accoglienza alle nuove idee. Intanto a Remedello in quel di Brescia,
si stavano mettendo in attuazione le idee solariane per opera del P. Bonsignori, dando
origine alla Colonia Agricola Bresciana che sarà poi uno dei centri di propaganda so-
lariana, meta di pellegrinaggio degli amanti dell'agricoltura.
Ma Don Baratta non era solamente il discepolo affezionato ed ammiratore, e an-
che il corifeo delle nuove idee presso il clero, opera ed azione che gli fruttò qualche
amara critica e cattiva interpretazione. Usciva infatti un suo opuscolo dal titolo Di
una nuova missione del Clero dinanzi alla questione sociale, opuscolo che ebbe la
piena approvazione del Solari. Quel titolo di una nuova missione suonò male alle o-
recchie di parte del clero, quasi che Don Baratta volesse proporre ad esso un aposto-
lato diverso da quello cui è chiamato.
Don Baratta intendeva parlare di un nuovo ufficio di carità verso il popolo al cui
bene il clero è consacrato. L'opuscolo uscì con la dedica al Cardin. Svampa, ciò che
conferì a raccomandarlo maggiormente al clero.
Quello che più di tutto confortò Don Baratta, fu il vedere che le recensioni,
prendendo occasione del suo opuscolo, esponevano la sostanza della scoperta solaria-
na, raccomandandone lo studio ai propri lettori.
Contemporaneamente all'opuscolo di Don Baratta usciva un altro lavoro di
maggior mole, che trattava della scoperta solariana, non più col solo intento di propa-
ganda, ma in nome della scienza, per portarla a contatto degli ambienti intellettuali
dell'Università e degli studiosi di Agraria e di Economia. Autore ne era il Prof. Filip-
po Vigili, e l'opera era preceduta da un'ampia trattazione. Al Solari non poteva giun-
gere miglior omaggio da un uomo di scienza. Il libro del Vigili ebbe larga eco, anche
per la serietà e importanza dello studio.
Fra gli altri pubblicisti solariani ricordiamo qui: - Egidio Pecchioni di Parma
che pubblicò un lavoro col titolo Agricoltura a base d'azoto pubblicato coi tipi del
BATTEI di Parma. Abbiamo poi F. Boasso che fu l'araldo delle dottrine solariane nel
Piemonte colla pubblicazione dell'opuscolo Coltura dei terreni mediante il sistema
Solari. Opuscolo che fu poi ristampato a cura delle scuole Salesiane Parmensi.
Don Baratta e il cenacolo parmense
Già nel 1892 il Solari trovò un valido aiuto alla diffusione delle sue idee nella

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a cura di Francesco Motto
persona di Antonio Bizzozzero, venuto da poco a dirigere la Cattedra ambulante di
Parma; fatto che recò al Solari la più viva soddisfazione. Ma contemporaneamente si
iniziava pel Solari una specie di missione nel Collegio S. Benedetto in mezzo ad un
elemento che non aveva mai creduto di vedere intorno a sé: i giovani. Tutto questo
grazie all'opera di don Baratta. Erano quegli stessi studenti di religione ai quali D. Ba-
ratta dedicava le sue migliori cure.
Nell'anno 1894 presero a frequentare il Collegio di S. Benedetto e a trovarsi co-
là nella medesima ora con Solari. Il Solari divenne giovane coi giovani; le conversa-
zioni che si andavano facendo diventavano sempre più animate e serie. Alcuni fra
quei giovani diventarono frequentatori abituali e cominciarono a formare il primo nu-
cleo degli amici solariani. In tali conversazioni la dottrina solariana presentava agli
uditori sempre qualche nuovo aspetto del problema sociale e chiariva pregiudizi ed
eliminava dubbi. A volte gli uditori mettevano alla prova la pazienza del Maestro con
domande e schiarimenti frequenti.
L'uditorio era misto e vario. In alcune giornate prevalevano ad esempio gli agri-
coltori, ed in altre invece i musicisti, i letterati, gli artisti e gli studiosi di sociologia o
gli studenti delle scuole superiori. La conversazione si svolgeva quasi sempre intorno
ad argomenti cari alla maggioranza; ma se era presente Solari, a lui solo toccava far
sentire la sua voce. Ed egli spiegava e nella foga del dire dimenticava se stesso e ciò
che lo circondava. Se non assistevano persone di poca confidenza, il suo discorso
prendeva un tono famigliare chiarissimo e pieno di spirito mordace, specialmente
quando gli uditori a bella posta gli opponevano obiezioni un po' scipite allo scopo di
provocare altre dilucidazioni. Da queste lezioni - extra cathedram - quegli allievi del-
la nuova dottrina poterono farsi un'idea esatta di tutto il sistema economico sociale
del Solari.
La fama del Cenacolo Parmense superò i limiti della cinta del collegio e della
città di Parma.
Non mancarono gli invidiosi ed i cattivi i quali sollevarono sospetti intorno al-
l'opera di Don Baratta e tentarono persino di denunziare quelle adunanze come se fos-
sero conventicoli di politicanti.
D. Baratta soffriva e taceva, ma alla morte gli fu resa testimonianza di giustizia
da un'intera cittadinanza.
Don Baratta e la fondazione d'una piccola scuola agraria.
La Rivista d'Agricoltura di Parma
Abbiamo già veduto quanto D. Baratta si sia adoperato per accrescere intorno al
Solari la schiera dei discepoli. Volle anche nell'anno 1890 = 1900 tradurre in atto un
pensiero che da tempo vagheggiava, cioè istituire una piccola scuola agraria tutta in-
formata alla dottrina Solariana. In Italia mancava in quegli anni qualunque insegna-
mento agrario per i figli del popolo e per tutta quella classe di piccoli proprietari, di
fattori, di mezzadri che è pur tanto numerosa ed importante per la vita economica del
paese. D. Baratta ebbe appunto lo scopo di creare una scuola, che servisse precisa-
mente ad indirizzare nelle nuove agricolture tutti quei giovani che non intendendo di
percorrere un corso di studi volevano almeno acquistare quelle cognizioni che più e-
rano necessarie per la pratica della loro condizione.

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)..
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Il pensiero l'aveva maturato a lungo discorrendone con Solari. Finalmente D.
Baratta si decise a mettere in atto l'opera sua e presentò al Solari la circolare ed il
primo programma; il Solari ne rimase più che soddisfatto e disse: "Sarà un'opera
buona, molto buona".
La scuola cominciò modestissimamente, in capo a tre anni del programma fissa-
to si ebbe il corso completo; frequentato già da oltre 40 alunni tutti figli d'agricoltori
o fittavoli.
Il Solari s'interessava vivamente del suo sviluppo e non lasciava di prendere
parte agli esami che in fin d'anno davano gli alunni.
Nel compilare il programma si era mirato soprattutto alla pratica. L'insegna-
mento della lingua italiana doveva proporsi di condurre l'alunno a disimpegnare con-
venientemente tutto ciò che la condizione sua richiedeva; l'aritmetica, gli esempi, gli
esercizi, i problemi, tutti dovevano essere tolti dalle varie necessità della vita agrico-
la; così la geografia doveva specialmente portare alla conoscenza dei paesi per ri-
guardo alla loro produzione ed ai loro commerci; la computisteria agricola doveva
rendere l'alunno capace di tenere la contabilità di una piccola azienda agraria. Ma il
tempo principale doveva essere consacrato all'insegnamento dell'agraria, che si pro-
poneva di condurre l'alunno nel primo anno ad una conoscenza chiara di tutto ciò che
riguardava la fertilizzazione del suolo; nel secondo a fornirgli le cognizioni più ne-
cessarie riguardanti le varie colture e nel terzo tutto ciò che poteva concernere le pri-
me industrie agricole.
Col sorgere del 1902 avveniva un fatto che doveva recare non poca soddisfa-
zione al cuore di D. Baratta e di S. Solari: La Rivista d'Agricoltura, sorta pel voto del
Congresso di Fiesole, dove pure il Solari si era recato. Per le stesse vicende dell'Ope-
ra dei Congressi aveva patito assai nella sua vita e pareva che avesse a cessare. Sa-
rebbe stato certo una vera disgrazia per la causa Solariana. L'Istituto di S. Benedetto
di Parma, di cui era direttore D. Baratta, risolveva allora d'assumerla per conto suo,
chiamando alla redazione con alcuni dei vecchi, altri nuovi elementi che in quei tempi
si erano venuti formando. Primo fra questi fu l'avv. Bocchialini che nella Rivista fece
le sue prime armi a sostegno dell'idea Solariana; poi dobbiamo ricordare il dottor C.te
Antonio Boselli, che fu anche professore all'Università di Malta; il dott. Adolfo Con-
tini e Dante Scelsi, Guido Capra, don Caroglio.
La direzione veniva assunta dal Prof. Andrea Accatino, che vivendo nel Colle-
gio di S. Benedetto, aveva potuto godere della conversazione quotidiana del Solari ed
aveva un buon corredo di cognizioni agrarie. La Rivista d'Agricoltura, rimanendo
quindicinale, usciva coi tipi Fiaccadoriani in veste migliore, con formato più ampio,
con rubriche nuove. Nel 1906 diventò settimanale. Oltre alle numerosissime questioni
agrarie, la Rivista trattò ampiamente e direttamente alcuni punti più propri della teoria
Solariana, quale il valore del concime di stalla nella nuova agricoltura, la gratuità del-
l'azoto di induzione, la necessità della concimazione completa specialmente riguardo
alla potassa; e nel campo economico sociale la libertà dello scambio, i diritti dell'a-
gricoltura di fronte all'industria, il diritto di proprietà da un nuovo punto di vista. Più
tardi per cura della Rivista si cominciava la pubblicazione di una piccola biblioteca
solariana in eleganti fascicoli.

1.10 Page 10

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422
a cura di Francesco Motto
La Congregazione Salesiana, cui era dovuta la nuova vita della Rivista d'Agri-
coltura di Parma, aveva pure contribuito assai alla diffusione della teoria Solariana.
Il Bollettino Salesiano incominciava una serie di articoli per divulgare in modo
elementare i principi della nuova agricoltura. Merita un ricordo particolare Don Pietro
Ricaldone, superiore della Casa Salesiana in Andalusia in Ispagna, ed ora Rettor
Maggiore della Pia Società, il quale s'adoprò colla parola e coll’esempio a diffondere
il sistema Solari, riuscendo felicemente ad introdurlo nella Spagna.
Un distacco doloroso
Ai 14 Settembre dell'anno 1904 Don Baratta dai suoi Superiori veniva trasferito
d'ufficio da Parma a Torino. Grande fu il dolore di Don Baratta; egli aveva passato a
Parma 15 anni, i più belli della sua vita, anni di difficoltà, di lotte e di amarezze, ma
anche anni di lavoro e di non poche soddisfazioni. Don Baratta stesso ci dice che gli
sanguinava il cuore al pensiero di lasciare Parma, che a lui s'era dimostrata cotanto
ospitale e che ormai considerava come una seconda patria. Ma soprattutto doveva la-
sciare quel caro vecchio, la cui conversazione era divenuta come un'abitudine quoti-
diana della sua vita, nel quale aveva trovato una mente eletta da un tesoro di affetti. Il
Solari appena ebbe notizia della prossima partenza di Don Baratta, corse subito a tro-
varlo; né l'uno né l'altro furono capaci di pronunziare una parola. Erano dodici anni
che si conoscevano. La prima relazione amichevole era divenuta a poco a poco piena
armonia di mente e di cuore. Don Baratta affrettò la sua partenza, non salutò quasi
nessuno, essendo per lui il distacco troppo doloroso. Il Solari scriveva pochi giorni
dopo a Don Baratta:
"Caro, carissimo Signor Direttore,
Ella si è portata via metà del mio cuore. Avrei voluto salutarLa prima della sua par-
tenza, ma sarebbero state lagrime e nient'altro. Esse però traducevano i sentimenti del
cuore. Mi voglia sempre un po' di bene, che io cercherò di meritarlo. Non dimentichi
nelle sue orazioni il suo vecchio amico".
Stanislao Solari
Ma il distacco di Don Baratta da Parma non era stato ancora definitivo, avendo
egli continuato qualche volta in quell'anno la scuola di Religione. Tornò a Parma una
prima volta in Dicembre, ed al primo incontro col Solari fu un diluvio di lagrime per
la grande commozione. Don Baratta poté constatare con grande gioia che i giovani
continuavano le loro conversazioni a San Benedetto, le tradizionali conversazioni del-
la scuola di Parma.
La morte di Stanislao Solari
Questi furono gli ultimi incontri di Don Baratta col Solari. La malattia li tenne
poi separati per molto tempo e fu nella natia Valvigezzo, dove il Baratta aveva cerca-
to un rimedio ai suoi mali, che apprese la dolorosa notizia che il Solari era colpito dal
cancro dei fumatori. Don Baratta si lusingava sempre di riaversi ancora, tanto da

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)...
423
sostenere il viaggio fino a Parma, fino al Borgasso per dare l'ultimo saluto al suo
amato Solari. Ma fu una vana speranza: infatti il Solari, trovandosi quasi agli estremi,
aveva già ricevuto il Santo Viatico e stava per lasciare questa vita. [...].
Pure durante i momenti di crisi violenta s'interessava della salute di Don Barat-
ta. Gli annunciarono che Don Baratta aveva telegrafato che gl'inviava la sua benedi-
zione. A questo annuncio due lagrime spuntarono sul ciglio del venerando vegliardo,
il quale fattosi il segno della santa croce e giungendo le mani disse a quello che l'assi-
steva: "Scriva a Don Baratta che se le parole di un povero agonizzante hanno valore
al trono di Dio, egli da questo momento dovrebbe essere guarito".
Il giorno 20 Novembre, l'Arcivescovo Monsig. Conforti, che settimanalmente
aveva portato la parola consolatrice del Ministro di Dio all'illustre vegliardo, si recò a
visitarlo. Il buon vecchio volle che lo riconciliasse col Signore e poco dopo si assopì
in una crisi violenta di febbre, quasi attendendo che l'angelo della morte l'invitasse a
contemplare quelle meraviglie che furono il sogno di tutta la sua vita. Il giorno 23
Novembre 1906 Stanislao Solari volava in seno a Dio. Allo stesso Monsig. Conforti
confidò il pensiero che voleva inciso come epigrafe:
"Visse credendo in Dio...
Morì confidando nella sua misericordia".
Così Stanislao Solari, Capitano di vascello, Cavaliere di lavoro, Agricoltore il-
lustre, Filosofo ed Economista preclaro, ha finito nel suo Borgasso da lui redento e
diventato il centro della sua gloria, la morale carriera, lasciando di sé un nome impe-
rituro.
La morte di Don Baratta
Anche la salute di Don Baratta andava declinando; nel 1904 quel male che lo
tormentò per tanti anni prese a colpirlo con maggiore insistenza. Aveva passato a
Parma 15 anni di lavoro indefesso e di sacrifici, e i Superiori per premiare l'opera da
lui svolta, lo chiamarono a Torino come ispettore delle Case del Piemonte. Questo
richiamo, oltre che essere un premio, significava anche la trepidazione dei Superiori
sul fatto della sua malferma salute. Fu inviato per rinfrancarsi nelle forze alla natia
Valvigezzo, ma neppure l'aria balsamica delle pinete di quei paesi, dove aveva tra-
scorso la sua fanciullezza, valsero a donargli le forze sottrattegli dal morbo. Questo
suo riposo forzato non gli impedì d'attendere allo studio e di pensare, e non potendo
più scrivere, dettava ad un segretario i suoi pensieri. Precisamente nel giorno della
sua morte uscivano dai torchi le prime copie di una sua ultima opera, la vita di un al-
tro grande salesiano: Don Luigi Rocca, che fu suo Superiore ed amico. Don Baratta
ritornava spesso col desiderio alla sua diletta Parma, dove aveva lasciato uno stuolo
di amici carissimi e con grande amore ripensava al suo San Benedetto.
Nel 1909 passò a Roma e di là a Parma; poi a Salsomaggiore, forse con la spe-
ranza che quelle acque lo salvassero [testo cancellato da un tratto dì penna: o forse
trasportato dal desiderio d'avvicinarsi all'amata Parma per trovare vicino a lei l'estre-
mo riposo].
Infatti Don Baratta fu colto dalla morte in terra parmense e proprio nella vicina

2.2 Page 12

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424
a cura di Francesco Motto
cittadina di Salsomaggiore. La morte lo colpì nel mattino del 23 Aprile 1910 nella ca-
nonica di Salsomaggiore, mentre stava uscendo dalla sua cameretta per celebrare il
Santo Sacrificio della Messa. Questa morte repentina destò lo stupore ed aggravò il
dolore della sua scomparsa fra il ceto degli amici.
Questo guidatore delle anime nelle vie del Signore, questo strenuo propugnatore
della nuova scuola che preparava una soluzione cristiana del problema sociale, ebbe
dalla pietà degli amici il dono di una tomba nel cimitero della sua diletta Parma, pen-
siero gentile e squisito dei buoni amici e discepoli parmensi. Parma lo commemorò in
Consiglio Comunale e con nobilissimo manifesto annunziò i suoi funerali alla cittadi-
nanza. I funerali onorati dall'intervento di molti ex allievi riuscirono commoventi. Il
lutto della Pia Società Salesiana di cui era degno figlio, fu pure lutto di Parma, dove
per altezza di ingegno, per nobiltà d'animo, per operosità benefica si era cattivato la
stima, l'affetto, il plauso degli amici, la riverenza e l'ammirazione degli avversari. Sul
portale di ingresso del suo San Benedetto una lapide erettagli dagli amici e dai disce-
poli perpetua la sua memoria e l'opera sua [...].
Don Baratta e il problema spirituale
Sarebbe grave torto considerare Don Baratta come uomo di scienza ed azione, e
trascurare la parte migliore di lui, cioè lo spirito. La sua coscienza di sacerdote e di
religioso l'acco[m]pagnò sempre nella sua multiforme attività con quella ammirabile
armonia di azione e di preghiere che è un canone fondamentale della vita salesiana.
Egli ha seguito l'esempio luminoso di S. Giovanni Bosco, che fu nello stesso tempo
vero prodigio di attività ed instancabile ascensore del monte della perfezione. Per dare
risalto alla virtù di Don Baratta basterebbe ricordare con quanta rassegnazione sop-
portasse le molestie di salute che lo tormentarono quasi per tutta la vita, le quali mo-
lestie non gli impedirono mai di compiere giornalmente i suoi doveri e non gli fecero
abbreviare le veglie notturne passate nello studio per acquistare quella cultura elevata
che i figli di D. Bosco sull'esempio del loro Fondatore non lasciano in seconda linea.
Assalti improvvisi del male l'attaccavano nella notte e quasi lo soffocavano ed
egli tutto soffriva con pazienza. Solo la sua cameretta era testimone di quelle notti an-
gosciose. Abbiamo già veduto da quale spirito di pietà fosse animato ma degno so-
prattutto di nota è il suo amore ardentissimo verso il SS. Sacramento, dal quale attin-
geva la forza per percorrere ogni giorno il suo doloroso cammino.
Ma un altro aspetto della sua vita religiosa da non lasciare in disparte è il suo
amore alla povertà che si rifletteva nella semplicità della sua stanza e negli oggetti
che gli appartenevano: fu osservato da un amico che egli portò per lungo tempo un
paio di scarpe che ormai erano inservibili.
Nella vita comune non pretendeva alcuna distinzione, e malgrado la sua mal-
ferma salute, quando si recava presso altri Istituti Salesiani, non voleva distinzioni nel
cibo e a chi gli faceva osservazione rispondeva colla frase evangelica: Manducate
omnia quae apponuntur vobis. Tutte queste minime cose sembrerebbero di nessuna
importanza, ma con queste ci spieghiamo la forza di volontà di D. Baratta e la sua
santa vita.
Questa sua pietà e questo suo spirito religioso lo illuminarono nei numerosi pro-

2.3 Page 13

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)...
425
blemi che egli prese a trattare e seppe così armonizzare sp[l]endidamente l'opera della
Provvidenza colla vita dell'uomo, perché egli l'aveva compresa nell'intimità del suo
spirito. Il profumo della virtù e della pietà di D. Baratta si sente soprattutto i[n] quel-
l'aureo libretto: Credo, Spero, Amo che a tanti ha fatto dimenticare le miserie di que-
sta povera vita. L'idea di D. Baratta nel compilare questo libretto fu di offrire agli a-
lunni della scuola di Religione, sotto forma di preghiera, quasi un compendio della
verità che con tanto amore aveva loro insegnato. Ma quelle pagine oggi nulla hanno
perso del loro profumo, e quanti giovani vi troverebbero conforto come ve lo trova-
rono gli antichi discepoli di D. Baratta!
Un'altra creazione della pietà di D. Baratta sono Sessanta considerazioni sul S.
Vangelo in onore del S. Cuore di Gesù. Sono cinque serie di sode e devote considera-
zioni sopra gli argomenti più efficaci e più adatti a far conoscere i tesori racchiusi nel
S. Cuore di Gesù. Le pie e pratiche riflessioni che l'autore sparge nelle brevi pagine,
trattando delle parole di Gesù, dei miracoli, delle parabole, dei suoi affetti e dei suoi
esempi, mentre illuminano la mente e accendono il cuore a vero desiderio della cri-
stiana virtù, vi infondono pure con larghezza quella soavissima devozione al Divin
Cuore che l'autore attesta di aver ritrovata di efficace conforto nei momenti più diffi-
cili della vita.
La morte improvvisa che lo colse sulla soglia della sua cameretta mentre usciva
per celebrare i Divini Misteri, potrebbe sembrare una morte immeritata e triste: egli
scendeva per accostarsi all'altare e per stringere fra le sue mani il Dio del cielo sotto
le specie Eucaristiche; Iddio invece volle rivelarsi a lui non più sotto i veli Eucaristi-
ci, ma nello splendore della gloria celeste. Per questa parte questa morte ha tutto il
significato di un premio e di un ricambio di amore da parte di Gesù a colui che tanto
l'amava nel Sacramento dell'altare.
Don Baratta occupa nella Congregazione Salesiana un posto d'onore non solo
nella scienza, ma anche nella santità, ed è una di quelle figure che caratterizzano tan-
to bene le finalità della Pia Società Salesiana che in così poco tempo ha arricchito la
Chiesa di Santi e che per la sua meravigliosa attività si è imposta all'ammirazione di
tutto il mondo.
Questi sono i frutti della mirabile santità di san Giovanni Bosco!!!

2.4 Page 14

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Scritti di don Carlo Maria Baratta
L MANOSCRITTI AUTOGRAFI
Diario personale
Ms. aut., s.l., 9 sett. 1884 - 27 genn. 1906, 1273 p. in 31 quad.: nel quad. n. 26,
[con la minuta, su fogli sciolti, dell'opera "Credo, spero, amo"], B 204, fase. 13
Lettere
ACCATINO Andrea: 8 lett. aut., lug. ago sett. ott. 1905-1908, 9 p. - B 200, fase. 2, b. 22
AMELLI AMBROGIO: 6 lett. aut. - B 203, fase. 10, b. 3
[AVVOCATO DI TORINO]: ms. aut., Parma, 7 giu. 1899, 2 p. - B 200, fase. 2, b. 7
BARBERIS Giulio: ms. aut., s.l., s.d., 2 p. - B 200, fase. 1, b. 4; lett. aut. s.l., s.d., 2 p. -
B 200, fase. 1, b. 4; ms. aut., Parma, 261ug. 1892,2 p., B 200, fase. 1, b. 4; lett.
aut. Torino, 9 lug. 1877, 1 p. - B 200, fase. 1, b. 4
BELMONTE Domenico: bigl. ms. aut., Faenza, 29 mago 1892, 2 p. - F 515, fase. III;
bigl. ms. aut., Parma, 18 lug. 1896, 2 p. - F 515, fase. III; aut., [Parma], [1897],
1 p. - F 515, fase. III; ms. aut. con intest. prestampata, Parma, 27 mar. 1898,
2 p. - F 515, fase. III
BENASSI PIO: 2 lett. aut., Parma, 8 nov. 1902, 4 p. - B 200, fase. 2, b. 12; 2 bigl. aut.,
Torino; [l'altro s.l.], 17 mar. 1908, [l'altro s.d.], 4 p. in due documenti - B 200,
fase. 2, b. 31
BERTO Gioachino: ms. aut., Parma, s.d., 1 p. - F 515, fase. III
CAGLIERO Cesare: ms. aut., Parma, 4 mago 1897,3 p. - F 515, fase. IV
[CERRUTI FRANCESCO]: lett. ms. non firmata, s.l., s.d., 3 p. - B 201, fase. 8, b. 18
CIRCOLARE: ms. aut., Parma, 31 dico 1896, 1 p. - F 515, fase. III
DURANDO Celestino: lett. aut., Parma, 2 apro 1894, 3 p. - B 200, fase. 1, b. 18
[EMINENTISSIMO PRINCIPE]: ms. aut., Parma, 13 mago 1897,5 p. - F 515, fase. IV
LEMOYNE Giovanni Battista: ms. aut., s.I., s.d., 2 p. (con copertina) - B 200, fase. 1, b.
2; ms. aut. in latino, s.l., s.d., 3 p. - B 200, fase. 1, b. 2; ms. aut., Lanzo, 24 dico
1873, 1 p. (con copertina) - B 200, fase. 1, b. 2
MAGANI Francesco: ms. aut., s.l., s.d., 1 p. - F 515, fase. III
MORGANTI Pasquale: fotografia con aut., Torino, 24 mago 1909 - B 200, fase. 2, b. 35
PENTORE Tommaso: 2 lett. aut., Torino, 11 e 13 dico 1890,3 p. - B 201, fase. 8, b. 6
RESPIGHI Pietro: lett. aut., Parma, 23 giu. 1896, 2 p. - F 515, fase. III
RINALDI Filippo: 2 mss. aut., Torino, 2 mar. 1909, Parma, 17 feb. 1910,2 p. - B 200,
fase. 2, b. 33
RUA Michele: ms. aut., Parma, 29 dico 1894,2 p. - F 515, fase. III; ms. aut., Parma,
23 giu. 1896,2 p. - F 515, fase. III
SCAPPINI Giuseppe: ms. aut., S. l., [19 mar. 1874] 2 p. - B 200, fase. 1, b. 2

2.5 Page 15

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)... 427
Studi
Ms. aut., s.l., s.d., 5 p. - B 204, fasc. 11, b. 3; ms. allogo con correz. aut., s.l., s.d., 23
p. - B 204, fasc. 11, b. 4
Saggio: ms. aut., s.I., [1887], 67 p. in 5 quad. a pezzi - B 204, fasc. 12, b. 4
Appunti di lezioni
Appunti di economia sociale, ms. allogo ciclostilato, s.l., s.d., 140 p. - B 205, fasc. 18, b. 9
Ms. allogo con correzioni aut., s.I., s.d., 6 p. - B 204, fasc. Il, b. 7
Ms. aut., s.I., s.d., 7 p. - B 204, fasc. 11, b. 6
Ms. ciclostilato in duplice copia, [Parma], 11 nov. 1893, 3 dico 1893, [17] dico 1893,
21-24 gen. 1894, 18-25 feb. 1894, 1 apI: 1894, 82 p. - B 205, fasc. 15
Discorsi
Mss. allog., alcuni in duplice copia, uno a stampa, con correz. o note aut., [Parma], mago
1890, mago 1893, 7 giu. 1894, nov. 1894,3 mago 1895 [date con correz. e contrad-
dizioni], 6 mago 1896, nov. 1896, 19 mago 1897, nov. 1897, [s.d., chiusuradelIX an-
no], 19 nov. 1898, [s.d., chiusura del X anno], [s.d., chiusura del XI anno], altro
s.d., 18 mago 1904 [stampato], 210 p. mss. in 5 quad. (escluse le copie) e 14 p. stam-
pate - B 204; inoltre mss. allogo con correz. aut., s.l., s.d., 8 p.: B 204, fasc. 11, b. 5
Mss. allog., alcuni in duplice copia, con qualche parte aut., [Parma], 1 ago 1890, 311ug.
1891, 31lug. 1892,30 lug. 1893, 31lug. 1894, 31lug. 1895, 28lug. 1896, 1897,
26lug. 1898, 26lug. 1899, 26lug. 1900, 1901, [n. 13, n. 14, e sego non numerato,
s.d.], 178 p. (escluse le copie) in lO fasc. e quad. - B 204 [senza altre indicazioni]
Vari mss. in parte aut., in parte allog.; Parma, altri s.l., 29 nov. 1892, 13 febb. 1893,
5 mago 1893, [...] 1894, 27 sett. 1894, 12 [dic.] 1895, altri s.d., 9 documenti,
109 p. - B 204, fasc. 12, b. 1
Omelie e istruzioni religiose
Mss. aut., 146 p. - B 205, fasc. 17, bb. 1-13
Mss. aut., 1896-1897, 1897-1898, 1898-1899, 1899-1900, altri s.d., 130 p. in 11
documenti, con foglio stampato: B 204, fasc. 12, b. 2
Mss. aut., s.l., s.d., 39 p.: - B 204, fasc. 11, b. 2
Mss. aut., Valsalic€, ed altro s.l., 1895, 1896, 1886, 1887, 1888, 1892, 1899, 1902, 1903,
1905; 1881, 1882, 1884 ed altro s.d., 25 documenti, 41 p. - B 200, fasc. 1, b. 6
Panegirici
D. Bosco, mss., s.l., 1898, 15 p. - B 205, fasc. 16, b. 2
S. Filippo, mss. allog., s.I., s.d., 35 p. - B 205, fasc. 16, b. 1
S. Luigi, mss. aut., s.l., s.d., 8 p. - B 205, fasc. 16, b. 3
S. Sebastiano, mss. aut., s.l., s.d., 8 p. - B 205, fasc. 16, b. 4

2.6 Page 16

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428 a cura di Francesco Motto
Miscellanea (biglietti, immaginette ... )
mss. aut. (con un bigI. st.o), s.l., 1879, 1891, diversi s.d., 6 documenti, 7 p.
(con 4 p. st.e) - B 200, fasc. 1, b. 5, propositi
Mss. aut., s.l., s.d., 4 p. - B 204, fasc. Il, b. 1
Mss. aut., s.l., s.d., 3 p. di brutta copia, con correz. - B 200, fasc. 2, b. 16
Mss., s.l., s.d., 16 p., B 204, fasc. 14, b. 4
II. OPERE A STAMPA
[1888]
Adeste Fideles: mottetto pastorale per SS. Natale per soprano e coro. [Torino 1888,
calcografia sa1esiana].
Tantum ergo per soprano, solo e coro. [Torino 1888, calcografia salesiana].
Te Deum. 14 versetti brevi e facili a tre voci con accompagnamento d'armonium.
[Torino 1888, calcografia salesiana].
1889
TITI LIVII PATAVINI, Historiarum Libri XXIII, XXIV, XXV Testo con introduzione
e note. Augustae Taurinorum, Ex officina Sa1esiana 1889, 16°, pp. XXII-267.
1890
Canti principali della Chiesa. Edizione critica [1910].
1895
I nostri studi classici in Italia. Torino, Tip. Salesiana 1895, 8°, 26 p.
[Di una nuova missione del clero dinnanzi alla questione sociale. Parma, Tip. Fiacca-
dori 1895, 8°: 1° Migliaio; ristampa: 2° Migliaio].
Di una nuova missione del clero dinnanzi alla questione sociale. Parma, Tip. Fiacca-
dori 1895,8°,55 p. (30 Migliaio con aggiunte: 2 ed.).
Di una nuova missione del clero dinnanzi alla questione sociale. I primi giudizi della
Stampa. Parma, Tip. Fiaccadori 1895, 8 p.
Norme pratiche elementari per l'applicazione del sistema Solari. Parma, Ditta Fiac-
cadori [1895] 4 p. [estratto da Di una nuova missione .. .].
1896
Benefica influenza che il clero e laicato cattolico possono esercitare colla diffusione
dei nuovi principi economici, in GIOVANNI BONSIGNORI ET ALII, La fertilizza-
zione del suolo e la questione sociale: contributo di studi all'economia sociale.
Parma, Tip. Vesc. Fiaccadori 1896,8°, pp. 129-149.
[Il sistenw Solari in pratica. Breve memoria elementare. Parma, Tip. Vescovile.
Fiaccadori 1896, 16°, 28 p.].

2.7 Page 17

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)... 429
Piccolo Manuale del Cantore ad uso dei seminari, collegi, istituti di educazione e
scuole parrocchiali. Parma, Tip. Vescovile Fiaccadori 1896.
1897
Di una nuova missione del Clero dinanzi alla questione sociale. [Ristampa] 2 ed.
Parma, Tip. Vescovile Fiaccadori 1897, 8°, 60 p. (70 migliaio).
[Il sistema Solari in pratica. Breve memoria elementare. [Ristampa] 2 ed. Parma,
Tip. Vescovile Fiaccadori, 1897, 16°, 28 p.].
Il sistema Solari in pratica. Breve memoria elementare. [Ristampa] 3 ed. Parma,
Scuola Tipografica Salesiana (Ditta Fiaccadori) 1897, 8°,28 p. (5° migliaio).
1898
La libertà dell'operaio. Parma, Fiaccadori Scuola Tip. Salesiana 1898, 8°, 134 p.
Il Santuario di Re in Val Vigezzo. Brevi cenni. Parma, Fiaccadori Scuola Tip. Salesiana
1898, 16°, 157 p.
Piccolo manuale del cantore ad uso dei seminari, collegi, istituti di educazione e
scuole parrocchiali. [2 ed.]. Parma, Fiaccadori - Solesmes, Stamperia S. Pietro
1898, 8°, VIII-294 p.
[Il sistema Solari in pratica. Breve memoria elementare. Ristampe 3 ed. Parma, Ditta
Fiaccadori, Scuola Tip. Salesiana 1899, 30 p. (4°_ 9° migliaio)].
1899
Il sistema Solari in pratica. Breve memoria elementare. Parma, Ditta Fiaccadori,
Scuola Tip. Salesiana 1899,30 p. (10° migliaio).
Il sistema Solari in pratica. Breve memoria elementare. Parma, Ditta Fiaccadori,
Scuola Tip. Salesiana 1899, 30 p. (11 ° migliaio).
Fisiocratici o fisiocrazia: Lettura fatta dinnanzi a' membri del circolo univo catt. par-
mense e delle sezioni aspiranti festeggiandosi il 70 anniversario di Stanislao
Solari. Roma, Tip. Salesiana 1899, 8°, 15 p.
[Anonimo] Astensione e potere temporale. Pensieri di un cattolico. Lodi, Quirico e Cama-
gni 1899: testo sottoposto a sequestro giudiziario e condannato dalla c0l1e d'Assise
di Milano in data IO maggio 1899 nella persona del committente Giuseppe Micheli.
1900
Credo, spero, amo. Pensieri e affetti. Torino, Libreria Internazionale della Buona
Stampa 1900, 12°, 144 p.
1901
Un fatto importante per gli studiosi del problema sociale. Parma, Fiaccadori 1901,
8°, 30 p.; BS 1901, p. 267.
Credo, spero, amo. Pensieri ed affetti. Parma, Tip. Fiaccadori: 1901, 24°, 176 p.; cf
BS 1901, p. 60.

2.8 Page 18

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430 a cura di Francesco Motto
1902
Fisiocratici e fisiocrazia: Lettura fatta dinnanzi a' membri del circolo univo catt. par-
mense e delle sezioni aspiranti festeggiandosi il 70 anniversario di Stanislao
Solari. Estratto dal Giornale Arcadico Serie III n. 15-16.2 ed. Parma, Tip. Ditta
Fiaccadori 1902, go, 19 p.
Principii di sociologia cristiana. Parma, Fiaccadori scuola Tip. Salesiana, 1902, go,
301 p.
Credo, spero amo. Pensieri ed affetti. Parma, Fiaccadori 1902,24°,172 p.
1903
Cause di incredulità. Parole dette nella distribuzione dei premi alla Scuola di Reli-
gione l'8 Maggio 1904. Anno Xv. [Parma, Fiaccadori Scuola Tip. Salesiana
1903] go, 17 p.
Musica liturgica e musica religiosa. Stampa, con dedica aut. a don Luigi Rocca.
Parma, Scuola Tip. Salesiana 1903, go, 26 p.
[Prime nozioni di canto gregoriano. Parma, 1903 (1itografato), go, 32 p.].
1904
Norme pratiche elementari per l'applicazione del sistema Solari. Parma, Ditta Fiac-
cadori [1904], go, 17 p.
Prime nozioni di canto gregoriano. [2 ed. riveduta]. Parma, 1904 [litografato], go, 32 p.
[Prime nozioni di canto gregoriano. (3 ed. riveduta). Parma, 1904 (1itografato), go, 32 p.].
1905
Il sistenw Solari in pratica. Breve memoria elementare. 3 ed. Parma, Fiaccadori
Ig97, go, 2g p.
Principii di sociologia cristiana. 2 ed. riveduta e ampliata. Parma, Tip. Fiaccadori
1905, go, 367 p.
Solidarietà ed Egoismo. Breve studio. Parma, Tip. Vesc. Ditta Fiaccadori. Scuola
Tip. Salesiana 1905, go, 15 p.
[Prime nozioni di canto gregoriano. (4 ed. riveduta). Parma, 1905 (1itografato), go, 32 p.].
1906
Per la scuola agraria. Riforma o creazione?; nel "Momento" 25 settembre 1906.
Principii di sociologia cristiana. [3 ed.]. Parma, Ditta Fiaccadori 1906, go, 367 p.
La scuola agraria in Italia; osservazioni e proposte. Parma, Tip. Ditta Fiaccadori
1906, go, 36 p.
Prime nozioni di canto gregoriano. 5 ed. riveduta. Roma, Scuola Tip. Salesiana,
1905, 12°,46 p.
Prime nozioni di canto gregoriano. 6 ed. riveduta. Roma, Scuola Tip. Salesiana 1906,
12°,46 pp.

2.9 Page 19

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)... 431
1908
Sessanta brevissime considerazioni sul Santo Vangelo. Parma, Fiaccadori 1908,
16°, 195 p.
Sessanta considerazioni sul Santo Vangelo. Torino, Libreria Salesiana 1908, 16°, 195 p.
Le risorse agricole della Val Vigezzo. Breve memoria. Parma, Tip. e lib. Ditta Fiac-
cadori 1908, 16°,27 p.
1909
Il pensiero e la vita di Stanislao Solari. Ricordi personali in "Rivista di agricoltura".
Torino, Tip. Salesiana 1909, 8°, 356 p. Ritratti.
Per il patto colonico. Estratto dalla "Rivista Internazionale di scienze sociali e disci-
pline ausiliarie". Roma, Tip. dell'Unione Editrice 1909, 8°, 18 p.
Prime nozioni di canto gregoriano. [7a ediz. riveduta]. Roma, Tip. Salesiana 1909,
12°,47 p.
Nuova Officiatura della Madonna di Re [Testo italiano: 1909].
1910
Lavoro a domicilio e Libertà di lavoro. Considerazione di un neo-fisiocratico. Parma,
Scuola Tip. Salesiana 1910, 8°, 15 p. (Ed. extra-commerciale).
D. Luigi Rocca, Cenni biografici. Torino, SAID Buona Stampa, 1910, 16°, [108] p.
D. Luigi Rocca. Cenni biografici. Torino, SAID Buona Stampa 1910,12°, [104] p.
Alcune riedizioni successive alla morte
1914
Credo, spero, amo. Pensieri e affetti. Torino, Libreria Internazionale della Buona
Stampa 1914, 12°, 144 p.
1922
Colloqui dell'anima. Pensieri e affetti. Torino, SEI 1922, 12°, 236 p. [3 ed. di Credo,
Spero, Amo].
1930
Sessanta considerazioni sul Santo Vangelo ad onore del SS. Cuore di Gesù. Torino,
SEI 1930, 16°, 186 p.
1941
I libri delle storie. Scritti latini commentati per le scuole. Torino, SEI 1941.
1949
Adeste Fideles: mottetto pastorale per SS. Natale per soprano e coro. Ediz. "rive-
duta" a 3 voci pari o a 2 dispari in Voci Bianche. Torino LDC (1949).

2.10 Page 20

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432 a cura di Francesco Motto
Corrispondenti di don Carlo Maria Baratta
(lettere)
AA.Vv. [D. ANGELONE, A. ACCATINO, D.
MUSI]: fogI. - B 203, fase. lO, b. 67
ALBANO Stefano: 2 1ett. - B 202, fase. 9,
b.1
ALBERTARIO Davide: letto - B 203, fase.
10,b.1
ALGRANATI Cesare: letto - B 203, fase. lO,
b.81
ALLIEVO Giuseppe: 2 letto - B 203, fase.
10,b.2
AMELLI Ambrogio: 6 letto - B 203, fase.
10,b.3
ANGELLA Paolo: letto - B 203, fase. lO, b. 4
ANTONIOLI Giovanni: 26 1ett. - B 202, fa-
se. 9, b. 32
BARATTA FEMINIS Marietta: 19 letto - B
202, fase. 9, b. 36
BARATTA Giovanni: 4lett. - B 202 fase. 9,
b.35
BARATTA MELLERIO A.: 141ett. - B 202,
fase. 9, b. 33
BARATTA RASSIGA Domenica: 15 letto -
B 202, fase. 9, b. 34
BARBIERI Emilio: letto - B 203, fase. lO, b. 6
BARTOLINI Agostino [Eristeno Nassio] -
B 200, fase. 1, b. 22
BATTISTINI Ferdinando: 2 bigI. - B 203, fa-
se. lO, b. 7
BELLIO Luigi: letto - B 203, fase. lO, b. 8
BELMONTE Domenico: 781ett. - B 512, fase.
3, bb. 1-14; B 512, fase. 3, bb. 16-59; B
512, fase. 3, bb. 62-82; A 447, fase. 6, b.
24
BENASSI Pio: 451ett. - B 202, fase. 9, b. 47
BERTINA Giovanni: 21ett. - B 202, fase. 9,
b.37
BERTOGALLI Tonino: letto - B 203, fase.
10,b.9
BERTOLÉ Carlo Felice: 1ett. - B 202, fase.
9,b.2
BIGA Domenico: lO letto - B 202, fase. 9,
b.3
BIZZOZZERO Antonio: letto - B 203, fase.
lO, b. lO
BOASSO Pier Francesco: lO letto - B 203,
fase. lO, b. Il
BOCCHIALINI Jaeopo: 27 1ett. - B 202, fa-
se.9,b.48
BODRATO Francesco: letto - B 200, fase. 1,
b.3
BONINI Carlo: bigI. - B 203, fase. lO,
b. 12
BONSIGNORI Giovanni: 27 1ett. - B 202,
fase. 9, b. 49
BORGNIS Giovanni: letto - B 200, fase. 2,
b.39
BORINO Giovanni Battista: 1ett. - B 201
fase. 8, b. 21
BORRI Andrea: 4 bigI. - B 203, fase. lO,
b.14
Bosco Giovanni: 2 lett.- A 188, fase. 2,
bb.38-39
BOSELLI Antonio: 35 letto - B 202, fase. 9,
b.50
BOSELLI Giovanni: letto - B 203, fase. lO,
b. 13
BOSELLI Raffaele: letto - B 203, fase. lO,
b. 15
BOTTARO Luigi: letto - B 200, fase. 1,
b. 19
CAGLIERO Cesare: 14 letto - B 202, fase.
9,b.7
CAGLIERO Giovanni: 3 letto - B 203, fase.
10,b.16
CAIRONI Giovanni Battista: 2lett. - B 203,
fase. lO, b. 17
CALANDRA Giuseppe: letto - B 203, fase.
lO, b. 18
CALZA Luigi: 1ett. - B 203, fase. 10, b. 19
CALZI Carlo: bigI. - B 203, fase. lO, b. 20

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)... 433
CANALI Lorenzo: cartoI. - B 203, fase. lO,
b.22
CANE Felice. G.: 2 letto e 2 telegr. - B 202,
fase. 9, bb. 5-6
CAPRA Marcello: letto - B 203, fase. lO, b. 23
CAROGLIO Giuseppe: 54 letto - B 202,
fase. 9, b. 51
CAVALLI Carlo: 4lett. - B 203, fase. lO, b. 24
CERRUTI Francesco: centinaia di letto e bi-
gliettini - B 201, fase. 8, bb. 1-2, 7-25
CERUTTI Cesare: letto - B 202, fase. 9, b. 8
CERUTTI Luigi: 341ett. - B 203, fase. lO,
b.25
CHIGI Fabio: 2lett. - B 203, fase. lO, b. 26
CIOJA A.: bigI. - B 203, fase. lO, b. 27
COLLAMARINI Edoardo: 14 letto - B 203,
fase. lO, b. 28
COLLI Antonio: 2lett. - B 203, fase. lO, b. 29
CONFORTI Guido: letto - B 200, fase. l, b. 24
CONFORTI Guido: 7 [bigI. e lett.] - B 203,
fase. lO, b. 30~ F 515 fase. III
CONTE di San Germano: bigI. - B 203,
fase. lO, b. 36
CONTINI Adolfo: l5lett. - B 203, fase. lO,
b.3l
COTTAFAVI Emilio: 8lett. - B 203, fase. lO,
b.32
COTTI Adolfo: 2lett. - B 202, fase. 9, b. 9
CRISPOLTI Filippo: cartoI. - B 203, fase. lO,
b.33
CROCE Y.: - B 200, fase. 2, b. 20
DE GIORGI Luigi: - B 203, fase. lO, b. 34
DE SANTI Angelo: Il letto - B 200, fase. 2,
b. 4, B 203, fase. lO, b. 35
DORIA Anna: 2 bigI. - B 203, fase. lO, b. 37
DUCLAIR A.: bigI. - B 203, fase. lO, b. 38
[?] Eligio: letto - B 203, fase. lO, b. 39
ENRIA Pietro Giuseppe: 3 letto - B 202,
fase. 9, b. lO
FASCIE Bartolomeo: 2 letto - B 202, fase.
9, b. 11
FEMINIS Maria: letto - B 202, fase. 9, b. 38
FERRARI Andrea Carlo: letto e bigI. -
B 203, fase. lO, b. 40
FERRARI Sante: lett.- B 200, fase. 2, b. 3
FIORINI Angelo: bigI. - B 203, fase. lO, b. 41
FRACCHI Luigi: lett. - B 203, fase. lO,
b.42
GAlDO Bartolomeo: letto - B 20 l, fase. 8,
b. 18
GAINOTTI Priamo: bigI. - B 203, fase. lO,
b.43
GAMBA Eugenio: letto - B 201, fase. 8,
b. 12
GAMBA Giuseppe: 4lett. - B 203, fase. lO,
b.44
GAMBARA Luigi: 6lett. - B 203, fase. lO,
b.45
GAVOTTI Lodovico: 2 letto - B 203, fase.
10,b.46
GENNARI Carlo: letto - B 203, fase. lO,
b.47
GIORDANI Giacomo: letto - B 203, fase. lO,
b.48
GIORDANO Lorenzo Giovanni: bigI. -
B 203, fase. lO, b. 49
GIRONACCI Francesco: letto - B 203, fase.
10,b.50
GUSMANO [Calogero]: letto - B 200, fase.
2,b.37
LAGO Angelo: 2 letto - A 447, fase. 6,
bb.22,82
LANZANI Aldo: 2 letto - B 203, fase. lO,
b.5l
LASAGNA Luigi: 2 letto - B 202, fase. 9,
b. 12
LAURERI Tommaso: letto - B 202, fase. 9,
b. 13
LÉDINGHEN Gaston: 3 letto e 2 bigI. -
B 203, fase. lO, b. 52
LONGINOTTI Giovanni: 9 lett. - B 203,
fase. lO, b. 53
LOVISETTO: letto - B 203, fase. lO, b. 54
LURANI Francesco: letto - B 200, fase. l, b. 13
MAFFI Pietro: letto - B 203, fase. lO, b. 55
MAGISTRIS Giuseppe: 7 letto - B 203,
fase. io, b. 56
MANFREDI Cecilio: musiche - B 200,
fase. 1, b. 8
MARENCO Giovanni: 2 lett. e 2 bigI.

3.2 Page 22

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434 a cura di Francesco Motto
D 547, fase. l, b. 22; D 547, fase. 2,
b. 59; B 203, fase. lO, b. 57
MARIANI Paolo: lett. - B 203, fase. lO, b. 58
MARTINI Romolo: 3lett. - B 203, fase. lO,
b.59
MATTIOLI Guglielmo: 2lett.; ad altri: l bi-
gI. - B 203, fase. lO, b. 60
MAURI Angelo: 4 lett. - B 203, fase. lO,
b.6l
MEDOLAGO-ALBANI Stanislao: letto - B
203, fase. lO, b.62
MELLERIO Camillo: lett. - B 202, fase. 9,
b.39
MELLERIO Carlo: letto - B 202, fase. 9,
b.40
MELLERIO Edvige: 3lett. - B 202, fase. 9,
b.4l
MERLOTTI Umberto: letto - B 203, fase. lO,
b.63
MICHELI Giuseppe: 48 lett. - B 203, fase.
lO, bb. 64-64 bis
MICHELI Giuseppe et alii: eartoi. - B 200,
fase. 2, b. 34
MORGANTI Pasquale: 14 letto - B 203,
fase. lO, b. 65
MIOTTI Andrea: lO bigI. da visita - B 200,
fase. l, b. 2
MURRI Romolo: 2 letto - B 203, fase. lO,
b.66
NASONI Angelo: 2lett. - B 203, fase. lO,
b.68
PARMA Giuseppe: 2lett. - B 203, fase. lO,
b.69
PASQUALI Giuseppe: lett. - B 202, fase. 9,
b. 14
PECCHIONI Egidio: 3lett. - B 203, fase. lO,
b. 70
PERETTI Giovanni Antonio: 45 letto - B
203, fase. lO, b. 71
PERETTI Giovanni Pietro: 2 lett. - B 203,
fase. lO, b. 72
PEROSI Lorenzo: letto - B 203, fase. lO, b. 73
PERRONI Pompeo: 5lett. - B 203, fase. lO,
b. 74
POLI Filippo et alii: mss. eon firme aut. -
B 200, fase. l, b. Il
PONTI Anton Maria: l2lett. - B 203, fase.
10,b.76
PONTI Pietro: 5lett. - B 203, fase. lO, b. 77
RAMPOLLA DEL TINDARO Mariano: lett. -
B 200, fase. 2, b. Il
RASSIGA Vittorio: letto - B 202, fase. 9,
b.42
RAVIZZA Maria Luigia: 9 letto - B 202,
fase. 9, b. 43
RESPIGHI Pietro: 3 lett. - B 200, fase. 2,
b. 19; B 203, fase. lO, b. 78
REsToRIAntonio: 2lett. - B 203, fase. lO,
b. 79
REzzARANieola: 13lett. - B 203, fase. lO,
b.80
RICCARDI Antonio: letto - B 200, fase. 2,
b.29
ROCCA Luigi: 296 letto - B 202, fase. 9,
bb. 16-30
ROGNONI Pier Maria: letto - B 203, fase.
10,b.83
RUA Miehele: 84lett. A 447, fase. 6,
bb. l7-2l;A447, fase. 6, b. 23;A447,
fase. 6, bb. 25-50; A 447, fase. 6, bb.
52-66;A447, fase. 6, bb. 68-89;A444,
fase. 4, b. 15
RUGARLI Vittorio: 2lett. - B 203, fase. lO,
b.84
SANDRON Remo: lett. - B 203, fase. lO,
b. 85
SANVITALE Luigi: lett. - B 203, fase. lO,
b.86
SARTI Andrea: 2 lett. - B 203, fase. lO,
b.87
SARTO Giuseppe: 5 bigI. - B 203, fase. lO,
b.88
SCALA Stefano: 2lett. - B 203, fase. lO,
b. 89
SCARAMUZZA Margherita: lett. - B 202,
fase. 9, b. 44
SCATTI Giuseppe: bigI. - B 203, fase. lO,
b.90
SCAURI Giovanni: 2 bigI. - B 203, fase. lO,
b.9l

3.3 Page 23

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Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)... 435
SERAFINI Mauro: 4lett. - B 203, fase. lO,
b.92
SILVA Giuseppe: 9 lett. - B 203, fase. lO,
b.93
SIMONIS Angelo: lett. - B 202, fase. 9, b. 45
SIMONIS Bertolina: 191ett. - B 202, fase. 9,
b.31
SIMONIS Giovanni Battista: 3 lett. - B 202,
fase. 9, b. 46
SODEREINI Edoardo: 3 lett. - B 203, fase.
10,b.94
SOLARI Carlo ed Eugenia: lett. - B 203, fa-
se. lO, b. 99
SOLARI Enrico: letto - B 203, fase. lO,
b.98
SOLARI Stanislao: 4lett. - B 203, fase. 10,
bb.95-97
SOTTILE Antonino: lett. - B 203, fase. 10,
b. 100
STOFOLATO Giuseppe: letto - B 203, fase. 10,
b. 101
SUTTIL Girolamo: lett. - B 202, fase. 9,
b. 15
SVAMPA Domenico: 9 bigI. - B 203, fase.
10,b.102
TAMIETTI Giovanni: lett. B 200, fase. l,
b. 16
TARCHIONI Mansueto: lO lett. - B 203,
fase. lO, b. 103
TEBALDINI Giovanni: 9lett. - B 203, fase.
10,b.104
TERRONI Pietro: bigI. - B 203, fase. 10,
b.105
TONARELLI Pietro: 17 lett. e bigI. - B 203,
fase. lO, bb. 106-108
TONIOLO Giuseppe: 7lett. e bigI. - B 203,
fase. 10, b. 109
TRIONE Stefano: lett. - B 200, fase. 2, b. 26
UBALDI Paolo: 6 lett. - F 515, fase. III;
B 201, fase. 8, bb. 9-11
VAGLIA Ponzio: letto B 200, fase. 2,
b.26.
VECCHI Egidio: letto - B 203, fase. 10,
b.ll0
VICARIO Mattia: 2 lett. - B 203, fase. 10,
b. 111
VIRGILII Filippo: 7 lett. - B 203, fase. 10,
b.112
VOLPI Giovanni: lett. - B 203, fase. 10,
b.114
ZANETTI Francesco: - B 203, fase. lO, b. 115
Bibliografia
___ .poesie in suo onore
1896
CAVIGLIA Alberto, La vera parola. Parma, 22 nov. 1896, 6 p.
1899
MUNERATI Dante, A D. Carlo Baratta nel suo Onomastico. Parma, 26 nov. 1899,3 p.
1902
DE GIORGI Luigi, Dietro le nevi de li aspri vertici. 23 nov. 1902, 3 p.

3.4 Page 24

▲back to top
436 a cura di Francesco Motto
1903
SANVITALE Luigi, Ver sacrum: Per l'onomastico del sac. dott., Carlo Maria Baratta.
Parma 22 novembre 1903, Scuola Tip. Salesiana, 8 p.
1904
AA.VV., A D. Carlo M. Baratta nel suo giorno Onomastico. Parma, 11 dico 1904.
Parma, Ditta Fiaccadori Scuola Tip. Salesiana 1904, 8°, 66 p.
[1910]
BOTTESINI ARCHIMEDE, Alla memoria di D. Carlo M. Baratta. sI. 4 p.
Musiche a lui dedicate
GALLIERA Arnaldo, Noel. [cinque pezzi per organo, op. 6] "A D. Carlo M. Baratta, di-
rettore dell'Istituto salesiano di Parma".
MANFREDI Cecilio: Corale religioso "In riva al Giordano". Collegio Municipale di
Alassio, 30 marzo 1884, 6 p. "eseguito in occasione della Prima Messa del no-
vello Sacerdote Don Carlo Maria Baratta dai suoi alunni".
- Mazurka per pianoforte a quattro mani. s.i., s.d., 5 p. "Al Chiarissimo Signore
Carlo Maestro Baratta nel Giorno suo Onomastico".
ROTEGLIA ADOLFO, Messa a quattro voci con accompagnamento d'Organo ad li-
bitumo Milano, F. Fantuzzi (fine/inizio secolo) 50 p. " Al M. R. sacerdote dottor
Carlo Maria Baratta".
1910 Necrologi vari in:
L'Am,ico delle famiglie, L'Avvenire d'Italia, L'Azione novarese, Bollettino Salesiano,
Corriere d'Italia, Giornale del Popolo, Il Berico, Il Centro, La Chiesa di Maria
SS. Ausiliatrice in Novara, Il Cittadino, Il Cittadino di Brescia, Il Corriere del-
l'Isola, L'Eco di Bergamo, Gazzetta di Parma, La Giovane Montagna, L'Idea,
L'Italia Reale; L'Ossola, Il Pensiero del popolo, Il Presente, La Rivista d'Agri-
coltura di Parma, Rivista di agricoltura, Rivista internazionale di Scienze so-
ciali e Discipline ausiliarie, Santuario di Re, Il Sempione, La Settimana sociale,
La Trebbia, L'Unione, Verona fedele, La Voce ...
1912
Per una lapide alla memoria di D. Carlo Baratta, In memoria di don Baratta, in
"Il Momento". Torino, 9 mar. 1911,22 ago 1912.
Inaugurazione di un ricordo marmoreo, "Clero vigezzino, parenti, confratelli, amici,
allievi" (con indirizzo ms.), Druogno, l ago 1912, 3 p.
DE MAURIZI Giovanni, "Sac. Dott. Carlo Maria Baratta". Domodossola, 1912, 12°,
[16] p.
GHIGLIONE Cesare, Alla venerata memoria di D. Carlo Maria Baratta il discepolo
riconoscente. Parma, 1912,90 p.

3.5 Page 25

▲back to top
Don Carlo Maria Baratta (1861-1910)... 437
1913
L'inaugurazione del ricordo marmoreo a Don C. M. Baratta, nella "Gazzetta di
Parma". Parma, 8 otto 1913.
L'inaugurazione del monumento a D. Baratta nel XXvo del Collegio di S. Benedetto,
in "La Giovane Montagna". Parma, Il otto 1913.
In memoria di D. Baratta, in "Il Giornale del Popolo". S. 1., 11 otto 1913.
BENASSI Pio, Don Carlo Maria Baratta. Commemorazione (23 maggio 1913). Parma,
Tip. Salesiana 1913, 36 p.
AMPOLLINI G., Nel XXvo anniversario del Collegio San Benedetto. Don Carlo M. Ba-
ratta ", in "L'Avvenire d'Italia". Milano, 5 otto 1913.
1920
BOCCHIALINI Jacopo, Il cenacolo di S. Benedetto, in "Aurea Parma" nov-dic. 1920,
pp. 353-359.
Il Sacerdote Dottor Carlo M. Baratta, in la "Gazzetta di Parma". Parma, 22 apro 1920.
Dopo un decennio. Ricordando Don Baratta, in "La Giovane Montagna". Parma,
22 apro 1920.
Dopo un decennio. Don Carlo M. Baratta, in la "Vita nuova". Parma 24 apro 1920.
1928
DE MAURIZI Giovanni, S. Maria Maggiore e Crana in Valle Vigezzo. Domodossola,
1928, 137 p.
1934
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438 a cura di Francesco Motto
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Edito in parte: Don Carlo Maria Baratta e la scuola vescovile di religione dal
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