Albera. Don Bosco modelo del sacerdote salesiano. ACS 002 1921 03


Albera. Don Bosco modelo del sacerdote salesiano. ACS 002 1921 03

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Carissimi Confratelli Sacerdoti.
I. M e n t ~ esmiwevo Z'ulti~v~ma i a letteva sulla aecessità e
modo ili p~fl,ticaregli ammuest?amenti e cl'imitwe gli esempi

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superiore anche nel merito della santità; santità che dew'esse?*e
tanto pia alta in q u m t o che per lui n o n s i tyatta solo, come per
gli u,ltl-i w i s t i m i , d i prendwe degnamente un posto nella f m i g l i a
d i Cr&to, m a (li ad~mpierwiil maggior t~ficwche s i possa conce-
pire n..
Ora i l nostro Vefierabile Padre, con quel suo rletto: <<ipl ret
&sempre prete, e tale deve manifestarsi ad ogni istante s, volew
innanzi tutto che i suoi figliuoli s a o w h t i co?lvprendessero b
l a grandema e sublimità del l o ~ ocarattere, dei loro u f i c i , del l
potere; perchè, quanto-pia si conosce e si stima l a dignità d i c u
s'è rivestiti, tanto maggior cliligensa s i metterà a conserwarne
tegro e puro lo splendore. Credetemi, o miei cari, l a prima cosa c
d o b b i m o fare per t r a d u ~ r ein realtà i l detto del noszro Fondatoi
s i è d i renderci famigliare, e sto per [lire quoticEiana, l a medit
zione dell'ecceka dignità sacerdotale, n o n già p e ~insupwbir
m a pey averne incitamento a compovtmci in modo degno d'
uest'assidwa co
,6;> po' p6? ~ u l i f ri){ ,IO;,./;~it:ciivi sc~cti'~lotqi,1rt1p?ojv;~(/ui;~liti!o
i.oirvi)ìci,~ie,ilo (lell« i < o s l ~ ni.0.a g,.(<,,ile-?u, che C so,ii.fiiiiri~tiitt
,,tet.ss,ri.if, sop~~ulirliuui ,iost~iy iu,.,ii. ~ i t ~ i i cg(i,t~:it. tr D&,,la
trci,ie,i(lu g ~ c c ~t c~ii~'op~cu(i, it~trl , < i . ( l ~ ~ it<rr~lti~~t~oe, rkiash /iiio n
q,tniirlu, gl';~ri~ìci~rc~'$~.<cocol~i f l r l l ;<rrlrlci.ii. 7 P u q~ieslil,).iiit(ggii~
Io sro,iculgieìc i110'di i i i ~ i ,pochi clti p, ;iìc;pii cliv il<co11o t.cgycre
l'io,iri~tir socicli<. 1 si viro1 pii1 i'it.o;ruacri'c' uuloi'iiìi (li ao~'lu,
i12 c l i r i m 91; i ~ i > ~ n it,iro~i,~pia (liiitt;, .iiu,r piir diyititii t12 yt'udi:
si p,.tteiide ?itlici,.e tìrlli ucl ic?io alisso l i ~ * ~ lal~utrlriiirlec ?,toi'ule;
«,??i,(li r~ilorii,ioi'uliiioti ~i l~c~i'l](,it" u ~ ~ < i tilirou,sulu (Iclla .iil«itria,
(lelltr s u , ~ ~ l i ~ifllnatiriri! 2'1111(l1'nln~uaf~rcctiie a i )espiiu d così 1;"-
g,iu (li sine~trrpcri<itiose « b ~ r ) . u ~ i u i i(i<,/<eI~iichr' i ~ I I O I pI o~ s~ofi6
itllu /i)/?rasci'iie i,,y!tiilati, c,,,rjo~>)t~~inid(l<o ,sse1tr pt.upt.i« cu?ìdottt~,
u circo 130o (li ecirscir, o g.ill~.fi~k.cot~BCo,i I ' J ' sl~ir iIt7Je?ioil<d(1 qìrei
pri~rcipiic . ~ ~ i s l i ncih~ei doz.i.cDbt,.o r.sarvc 10 loru ?iuai« eli citu.
Xcllti ?ioat~.aPiii Sucicii'r, yi.cc-io u I,iu ;t «llu ciuibilr «ssisti )1?11
del V i > , .Pcrilrr, v'? I I I I ~c u i n p«i./ico/ctre p(,. yitn~~ilorsditr .$htlili
.. . ...

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- 138 -
Lo studio è necessario dal punto di vista morale e sopran-
naturale, per consolidare la nostra pietà eauvaloram i l nostro
apostolato in mezzo ai giovani; e dal punto di vista intellettuale ' .
per non lasciar intorpidire nell'inerzia le mstre facoltà, per w m - .
pletare, secondo le esigenze dei tempi, la prima formazione intel-
lettuale che abbiamo ricevuto nella scuola, ad anche per tenerci
al sicuro dai tradimenti della memoea, e custodire intatto il tesoro
delle cogt~isionigià acquistate.
Allo studio dobbiamo atteiad6re con serietà, f m o volere e eo-
stansa, procurando di assegnargli un posto fisso nel nostro orario
giornaliero, secondo la possibilità e le esigeme del proprio uficio,
e non solanzente il tempo in cui non sapessimo che cosa fare. Poco
o molto, colzviene studiare ogwi giorno, perchè u$o studio futto
in modo saltuario non raggiung8 i l suo intento, e a poco a poco
si fisce pw. abbandonarlo &l tutto. Studiamo con &ligensa,
sewa tovpore nè mollezza, sewa precipitazione, c o n l a pmiensa.
d i u.nda;i a fondo delle cose per cavame tzhto quello che può giovare
alla nostra vita salesima e al fiostro apostolt~to;completando in
- ' quasi non avesse pia nulla da imparare!
Bisogna p e ~ òanche evitare l'eccesso opposto, di uppassion.
per 19 stu&o a tal segno che ne venga detrimento alla nostra
fossero sale della twra avanti di esserne la luce:. Vos esti
terrae... vos estis lux mundi (MATTE., 5, 13-14);- sappi
dunqub moderare lanostra dtività, la curiosità dello spirit
sete delia sciensa, per conservare sempre il raccoglimento nec
sario all'unione c o n Dio; e non 1asci.amoci mai indurre

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swittz~rale!Allora non saremmo pid. noi a parlare, m a per memo
nostro parlerebbe lo Spirito Santo, il quale opera quello che dice:
ipse dixit, et facta siiut (Ps. 32, Q ) , e la cui parola è luce, viti,
Una raccomandazione m i sta yrandemeate- a cuore riyuar
a questo ramo di studio: cioè, che nelle gravi controversie biblio
sollevate ai nostii gionzi, specie .nel campo clella critica lexterari
vostra fede nell'autol.ità divina delle S. Soritture, e non abbamd
nc~ndoalcuno cZei pz~ntiammessi'dagli esegeti cattolici. Se in q z ~ ~
non volete sbagliarvi mai, non avete che da jar sempre vostre
sentense e le decisioni della Chiesa, unica maestra.injallibile.
Aro% perclianzoci vanamente nelle questioni esteriori cli storia e
a z ~ t o r en e l l ' m b i

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- - 142
role: è un prezioso tesoro che si trova solo colla lettura assidua,
siastica e . profana, che ci fornirà armi poderose per dijencle
la religione contyo gli attacchi degli avversari, i p a l i janno spess
della storia N una congiura contro la verità >), secondo l'espression
del De iMaistre. Quanti sforzi han fatto e janno tuttora i Prote
alterare, oontracldire certi fatti stoloici sia dell'Autico sia del Nuov
Testamento, o 1.iguardanti i Sommi Ponte%i, deducendone co
clmsioni juneste alla fede! Ora, se noi co~osoiamobene la stori

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neppur sotto pretesto d'erudizione, o di esami da subire. Che se
taluno s i trovasse eccesionalmente obbligato allo studio di qz~alche
soritto pericoloso per l a f e d e o per i costz~mi,ne ottenga la debita.
licenza, e poi, prima di farne uso, si procu~iuna profonda.cono-
scenza della verità combattuta, e potendo ricowa anche al consiglio
e all'assistenza d7i qualche confratello opersona che sia ben aàden-
tro nella m a t e ~ i adi cui si tratta. Dio voglia che la trascz~ranza
di questa impo?%antissimacautela non abbia già.Peso clebole la
fede e rilassata la condottu ili qualche povero confratello!
Studiamo dunque, studiamo con ardore e perseveranza, miei
cari sacerdoti! Parecchi dei sacwdoti ordinati in questi ultimi
sante di completare convenientefl~entei loro studi ecclesiast
ma anche gli altri non devono credersi dispensati dal130bbligod
studio! AJella scuolrc s ' i m p a ~ asolo a studiwe, ma dopo bisogna
approfondire le cose studiate, e impedi~eche sfz-lggano dalli me-
moria; bisogna tenemi al corrente dei conti%ui progressi delle
scienze sacre, proressi non già nelle verità rivelate, chè il libro
gasione, nel ricav@?ne le conseguenze, nel metterne in Tilievo
bezlesze.
Persuadiamoci bene, miei cari, che lo studio ci è assolutame

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fare u t aedificemur; per santificarci: soltanto quanào avremo
provvednto alla nostra santificazione, potiemo rinici&e a santi-
@are gli altri. P& precisamente, se vogliamo che il n o s t ~ oapostolato
fra i giouani sia fruttuoso, dobbiamo far servire i noitvi studi all'ac:
paisto della vita interiore. L'abate Chautwd, nel suo libro: L'anima
dell'Apostol~to,scrive oppo~tunamewte:u: Vivere con se stesso, in . .
sè, dirigere se stesso, e mon lasciarsi dirigere dalle cose esterior'
e la memwia.allo stato d i serve della volontk, e omformare con
ha veduto nascere tmideale nuovo: l'amore dell'azione per l'azio
Affari, solkcitudini. di famiglia, igiene, buina fama, amor
a g w a per impedirci $i vivere in noi stessi. Questa specie di
lirio della vita esteriore ariiva anche ad esercitare s u n o i i~

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tanto il campo del nostro apostolato, quanto i modi pratici per
esercitarlo con vc~ntaggio&gli altri e di noi stessi.
Ce lo dice Don Bosco medesimo nel prezioso trattatello.che
precede le Costitusioni: u Adoperiamoci di osservare le nostre Regole,
senza clarci pe~zsiero&miig'liorarle o di rifo.rmarle. - Se i Sale-
siani, disse il nostro grande benefatWe Pw I X , senza pretende
di migliora~ele loro Costitt~zioni,si studieranno di osservw
con 2?recisione, la loro Co%gvegasione sal.& ognor più fiorente ».
I l meclesimo eolzcetto è espresso in modo pi& Solenne da queste
fitidiche parole- &l suo me.morabile sogao del 10 settembre 1881
sull'avve?zile della Pia Società: << Attendite et intelligite: %fedi- . .
tatio matutiaa et uespertina sit indesinenter de observantia
Constitutionum. Si haec fsceritis, nunquam vobis deficiet,Om-
nipotentis auxilium. Spectaoulum faoti eritis mundo et Angelis,
et tuno gloria vesha erit gloria Dei i).
La Regola però .non. determina che le lime generali in ordine
alla rbostra 8antificazione; bisogna gzcincli integrarla e vivificarla
' colla ge+buiwa tradizione salesiana, tradizione che noi troviamo
racchiusa nei Regolamenti, nelle primitive Deliberasioni Qupi-
tolc~rin, elle letteve e nelle circolari mensili dei Superiori $!aggiori;
e in ~uell'insiemedi particolarità minwte e' di speciali comuetu-
di%i che si tramandc~noi vivcc voce e si consewano nella Casa
M ~ ~ l r eE. a questo rigua?clo vigilimo gelosamente, miei caris-
e alla vita chi

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. CJLO le è necessaric~per elevarsi CL D,io. LCLnosL,ra nzeclitazione po.ò
sia attiva, cioè un vero lavoro delle potenze dell'alzima, che non de-
generi tuttavia in midia specnclazione, ma limiti l'attività dell'inlel-
letto soltanto ctlle considerazioni necessarie per m w v w e la volontà,
ed eccitave i n essa gli afetti soprc~nnaturali.I nzaestri di spirito
dichiarano essere dottrina comune dei Saliti che CL eiccscun gra&
cli perf3zione corrisponcia uqz modo speciale d'orazione. Quindi,
finc7zè l'm!/in%anostra è asso~bitadalle cu.re e occupazioni este-
riori, per quanto buone siano, fino a tunto che è esposta a gravi
pe~icolidi peccare, e insieme poco esperta ddle cose spirttz~ali,
avrhmo bisogno di molte riflessioni e considemsioni per elevare
la nostra mente e il nostro cuore a Dio, e muovere la iwstra volontà
a sante e forti risoluziovzi. A nzis,ura però che la forza delle pus-
rioni v c ~in no.i scemando, e si fa più vice il desirlerio del progresso
sp,irituale e piu ardente I'amor di Dio, i l lavoro cZell'ilztelletto
avr& una pcwte sempre nzinwe nella nostra orazione, mentre pre-
varranno i movinzenti del cuore, i santi desidwii, le domc~?%c.io ,
suppliti e le risolz~zionifervorose. Questa è la cosidetta orazione
afetliva, che è superiore all'wazione me%tale, e che a sua volta
conclzsce oll'orwione unitiva: c h i m c ~ t adai maestri Fli spirito
ormione contemplativa ordinaria.
Qzsalouno forse pensmà che un Salesiano non debba mirare . .
tant'alto, e che Dqn Bosco no?>abbia voluto questo dai suoi figli,
giaeohè cl« p ~ i ~ c i e~gliionon impose loro neanche la medttazione ' '
metodica in conzune. H a io posso assiourmi che f u sempre suo
desickrio di vedere i suoi figli elevarsi, pel nzezzo clella meditazione,
a qzbell>intinzazc.kione oon Dio oh'egli avevu~cosi hirabilmente

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- 152 -
alla nosfxa fede, alla nostra pietà, alla nostva divozione da presta
preghiera cosi v a ~ i ae cosi sublime ~zella.sua semplicitii,!
Procuriamo clzmque, miei carissimi, cli peuetrc~roi bene cii
qzresto importante doweve, e di compierlo con tale c~tte.nzionee fer-
.possibile; ebbene, in tal caso ~ e c i t i m o l optwe in cmneva,
i m d o i?%lu'ogo conveniente, tranqzrillo e solitaFio; l'e
che portiamo ogni 'studio per ewitwe le cause cli dist?

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- 154 -
(JoLN1.'1,, 57). Ges% rimane in mi colla szcc~vita, perfezionando
con aziona misteriosa ed incessante il nostro essere. ~uoharistia,
elice S a n l'ommaso, perficit Christo coniungens, et ideo hoe
Sacramentum est perfectio perfectionum. (S. 1Cerox.,in I V ;
clist.V I I I , q. la, art. lo; q. 3 ad i?).~ e i i t i a n z od i frequente, c w i sa-
cerdoti, sull'eccellinza della Hessa, per poterla celebrare sempre
~
con intenso amove, e con fuella smupolosa esccttezza che nasce
clal1:idea d'zsn grande dovere e dal sentinbento d'un'alta respmsa-
bilitic. Avvezzicemoci a considerarla come vivente r n e w i a , vipro-
duzione e applicaaiorze del sawili,.io della Croce, in cui il sucer-
clote celebrce.icte fa le veci eli Ges& Cristo scucerdote, eter~zo.Sztll'e-
sempio eli 00%BOSCO, n o n omettiamo nzai la celebrazione clella
Z e s s a , per quanto molteplici ecl z~rgentisiano le nostre oFczepc~-
#ioni, eccetto il caso :cZ'i~npossibilitÙ o cli malattia; ccllora però
d o v l e m ~ > ~poroczware almeno d i ricevere l a S . C o m ~ ~ n i o n eA.
dispe.izsiamoci nzcci dalla prepce~azione prossiw~ce,dccll'eccitarci
alla contrizione pwjotta, dal cleterminwe bene tutte le ilztenzioni
generali e pavticolari secondo oui ilztenciiamo o dobbiclmo cele-
brare. E teniamo sempre scolpito in mente quel passo deil'Imita- , .
%ione(lib. I V , C. S I , 6 , 7), in c u i sono cosi m i v e b i h e n t e com-
pendiate le doti e le disposiziolzi nceesscwie p o ben celebrare:
O quam mundae debent esse manus illae, quam pusum os,
quam sanctum corpus, quam immaculatum cor erit saeerdotis,
ad quem toties ingreditr~rAuctor puritatis! Ex ore sacerdotis
nihil nisi sanetuin, nihil nisi honestum et utile procedere debot
verbum, qui tam saepe Cliristi aeoipit sacramentrm. Oculi
oiussiinplices et pudici, qui Christi corpus solent intueri! Nanris
purae, et in eaelunl elevatae, qnae Creatorem caeli et terrae
solent contrectare!
D u ~ a n t ela celebrazione n o n pensiamo pii3 ad a l t ~ oche a m a n -
tenerci nelle di.sposi&oni pia sante possibili: calma, raccoglimento,
tinzwe rivwenziale. Dopo la consawazio?ze, il pensiero costante
che c i troviamo faccia a faccia con Dw e s i l o n o i?&unione inlimcb
con Gesù, Sacerdote e Vittima, ecciti in noi il fe~voredella pre-
g h i e ~ ae u n a santa avidità eli approfitta?e d i quegl'istanti cosi
preziosi. Osserviamo con religiosa aitenzion.e le minime rubriche:
pronunzia distinta e intelligibile d i tutte le pccrole, principcllment
d i quelle clel Canone; gravità, semplice, e improntutcb a piet
vivaente posatezza in tutte le azioni preswitte, (61 che deve badave
..

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- 1156 -
nzisericordia di A?. S . Gesk Cristo 1ze1 donare agli uomini questa
fonte meravigliosa di ogni samtità, e nel comz~nicwea noi sacerdoti
la sua stessa autorità in ordine c~llaremissione dei peccati, asso-
ciundoci cosi imtimanzelzte cclla sua opera ?edentrice. Erit fons-
.
patens domui David, in ablutionem peceatoriim, aveva projetato
Zaooaria (XIII, I ) , e 9~onv'ha dubbio. alcuno che la fonte da lui
vaticimuta è questo Sacramento: fonte non chiusa, come la piscina
probu.tica, di cui solo una volta all'c~nmoZ'Angelo scendeva a mtm-
vere le acque, per renderle sult~tifereal primo che oi s'immergeva;
ma a tutti aperta e accessibile i 9 o~gmi tempo, e con cui ogni sacw-
dote, Angelo ~zovello,può guarire le anime dalle loro infermità,
e mo+~darleda ogni macchia. Xulla può resistere c~lla potenza
purificatl-ice e rige'neratrice di questo Sacramento: mon la grmezza
clei peccati, no?%la loro quantità o ditctumità, no?$ la pr.ooliGtà
dell'abito connutur~lto:GesZc ha clato agli Apostoli e ai loro suc-
cessori il piìc ampio e illimitato potere cli rimettere i peccati.
Quello che è pi& meraviglioso e notevole, dice il Paber, nella
conclizione cli z~lz'animab~ttezzatadi fronte al peccccto, è la perpetzca
" eminentemente positivcc, B La gizcstifieazione, la quale non si h
nè si può uverese ?zon per la iqzfzcsione della grazia abituale p@-
iluta pe? il peccato. Nell'atto in cui l'assoluzione disceude nel
l'ccmima, pzlesta ritm?ba ~ 1 . 2 ~v6ita della grazta, ricupera i ?neri2

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onde Z'ussolusione produce il suo effetto purificatore. H a dive-
niamo noi miglicri come abbiamo promesso? Porse son dkci, ' .
dodici, uent'anni e pitì che continuiamo a confessarci ogni setti-
mano, eppure ci troviamo sempre su per gitì allo stesso punto,
.se non peggiori di prima. Qual è dulzque il difetto segreto, che,
quasi twl4 rod?,tore, guusta tanta opera nostra insievze e di Dio,
m a i pitì &iDio che nostra? La. ma-tzcanza della purità d'inten-
zione, il n o n mirar$' unicanzente e semplicemente a Dio. . '
Infatti, se ben ci esaminiamo, i motivi preualenti che c'indu-
wm ad accostarci alla confessione sono il pia delle volte i me-tzo
relti. Talora, pev es., si sente il bisogno d'andare a colzfessarsi: pitì
6% sB buono e santo, se- dioiene predominante toglie. certo mo

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-- 160 -
miei cari sacerdoti, intendo pwrlarvi brevemente. L a direzionw
,
.
spiriiuale è l'insieme dei consigli, delle norme teol-iche e pratiche,
che una persona saggia e sperimenta.ta nelle vie dello spirito, dà
ad un'anirna che desidera progredire nella perfezione. Aiegli a+%- . . '
tichi monasteri questa direzione formava zcna cosa sola col renili-
conto: il religioso manifestava al Superiore con filiale fiducia tutta
la sua coscienza, e ne venioa diretto in foro esterno e in foro in-
terno. L a S m t a Chiesa però, (L tutela della libertà di coscienza,
ha stabilito che il rendiconto si aggiri solo su cose esterne, come . .
awuertono espressamerzte awke le nostre Costitwioni; non esclu-
dendo però che il religioso possa d i sua libera volontà aprirsi
iluteramelute col Superw~e.Chi clunque ha nel suo Superiore una
illimitata confidenza, e si sente di l.iuelargli amhe le cose pi&
intime dell'arztma sua, può farlo, che ne ritrarrà inestimabili
vantaggi. Chi poi preferisce limitare alle cose esterimi il yroprio
rendiconto (che nessuno deve mai omettere di fare mensilmente),
si 1.icordi che una di~ezionespil-ituale gli è indispensabile mche
se è sacerdote, e procuri perciò cli averla da colui che gl'ispira
maggiore fiducia. hTaturalmelute il co?~fessoren,on essendo solo
giudice, ma ancora medico e maestro, amico e padre, cowscendo
pia d'ogni altro le spirituali nostre qualità e tutto l'insieme della
vita nostra, può, nel ~a&amentoe fuo& <liesso, farsi nostra guida . .
nella via della religiosa perfezione, tanto pia che, nel nostro caso,
egli medesimo è tenuto a perseguire la nostra stessa perfezione
e a vivere &l10 stesso spirito religioso.
Ho detto, miei cari, che la clirezione spirituale ci è indispensa-
soda direzione spirituale, è pressochè imp.ossibile divenir peri
q ~ e s t oè il senti.~entounmi!me dei Padri e Dottori di S . Chi

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- l64 -
come gli efetti abbiano cowisposto alle previsioni, anzi agli stan-
aiahenti fatti a bene clell'mima, a gloria d i Dio2
Ecco perohè non ai è pratica a cui i l demonio faccia una guerra
cosi spietata, valendosi di tutte le sue arti e cli t u & i suoi mezzi,
come a questa delFesame. Egli ben sa che filU che riesce ad impedirla
ad un'anima, questa, per quanto frequenti i Xac~amentei si ecciti
al fervore d i spirito, no% progredirà mai nelle vie della perfe2.ione
e potrà quando che sia divemiio sua y e d a , per la m m c a n m dilla
piena e perfetta copnizione cli se stessa, e particolarmente dei lati , ,
pi& debo1,i e pi& accessibili a i suoi clttacehi.
M a p e ~ c h èl'esame di coscienza t o m i realmente proficuo alnostro
spirito, bisoglua che sia davvero quotidiano, che per nessun pretesto
ci dispensiamo dal farlo, e che lo facciamo come si conviene anche
nella sua parte intrinseca. I l demonio, qumdo non riesce a farcelo '
tralasciare del tutto, procura che lo facciamo tkascuratanzelzte, r~el
qual caso no% si eowlcli~der~%6llae,, quel ch>èpeggio: si ha a%cw
l'illusione di averlo fatto. Ora, miei cm% sacerdoti, S. G-regww
c'insegna che per farlo come si conviene dobbiamo esaminare n o i
stessi oon una disquisizione sollecita, premurosa; sottile: sollicita
inquisitione discernentes (iUor., V, 6): dobbiamo stucliare le nostre
aziolzi fino i l l a prima loro.. sorge&, i l concepimento delllidea,
come hann.0 fatto e fanno tuttora i 8anti: Electorusn est aotus '
suos, ab ipso cogitationis fonte, discutere (iXor., TI;?). I l giw-
diniere che asole ~ e bern ~ i p n i i t eLe aiuole, non s'accmtenta di
togliere quanto viene sopra- la %ma, m a va a cercare le radici, e
se arriva a estirparle interammte, può esser sicuro che l'erbacoia
non soffocheià pid i fiori. Altrettanto dobbiamo far noi coi nostri
- difetti: sradicarli senza misericoiclia. Creclo fuor di proposito
scendere agli atti particoZari che sogliono incnloarsi per ja.r bene
quest'esame, perchè già si conosco&, e d'altronde non mancmo
libri ascetici che ne trattano sqientemente: non t r ~ ~ l a s c i mpoerò
,di ~ileggeredi qumdo in pcbndo le nonne a ciò relatioe.
O l t ~ eall'esame generale i maestri iiella aita cli perfezione rac-
c o m m d m o pure quello pa~tieolare:il primo riguarda tntii i manca-
menti commessi nella gior?z.ata, i l secondo una sola specie d i essi.
- << 11 demonio dice X. Ignizzio - imita un capitano che v
prendwe in poco tempo una fortezza, dove spera di fare un r
bottim. Egli si accampa, considera le forze e l a posizione di @est
fortezza, e l'attacca dal Zclto pid debole. Gosi fa i l nemico &l genere

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cni dobhianzo ?-icorrere, i pericoli contro c z ~ di obbiamo premunirci:
per non venir meno alla nostra vocazione salesiana. È lui che deve
eccitarci quando siamo rilassati, e moderarci vaegii ardori indiscreti;
è lui che deve frenare la nostGa immagi.nazione, e additarci la giusta,
misura da temere nella pratica deUe vi+%&n,ella scella delle letture,
e nelle rela@ionicol prossimo, la vera natura delle tentasiopi e le
armi pia opportz~nepercombatterle. È lui che deve ist?*z~ircsiui.
mezzi migliori pev sradicane i difetti e acqnislare l$ virtù; che deve
m ~ u r a ? ela nostra esattezza nelle pratiche di pietà, nell'osservanza
deile ragole e neil'adempimento dei dooeri ineremti alla voca&one.
Ora qzreste cose non possiamo avere se mon da una guida stabile
e butta ripiena dello spiriio salesimo. I l mostro Patrono R. Pran-
cesco &Siales dioe bellissime cose intorno al direttore spirituale,
e molte fanno al caso nostro. Tra l'altro nella Filotea (1, 4 ) dice:
: ! N o n consideriamolo conze un semplice zcomo, e non riponiamo

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non avremo acquistato i l vero ferzore della vita spiritzcal;, i l difetto
dominante si conserberà molto forte in noi; m a se ingaggieremo
la lotta, se la conti~zueremocon coraggio e con perseveranza, saremo
sicuri d i raggiungere i l grado d i p e r f e k n e proprio della nostra
santa uocazione. Per l'esame particolare si può seguire uno dei
tanti metodi suggeriti dai maestri clé spirito. Quello però che
arreca maggiore utilità è l'aggiungere a tale esame una smzione,
uale a dire una penitenza per ogni mancanm che si commette.
Questa penitenza può consistere in qualche orazione o ilz determi-'
nate mortificazioni: cosi si sco9zta la m u n c h z a , e si è spinti a f f w .
più attenzione per l'u~uenire.
Se l'esame pa?$icolare è sommamente utile e pressoohè neces-
sario all'anima nostra, tutto caò che è forma, metodo, procellimento,
ha un'importanza secondaria. Ognuno~quindi ,l'adatti ai suoi
bisogni personali. Ora questo adattamento co~zsistequasi sempre
nel sempZ$icare, m a n muino che si progredisce nella conoscenza
di se stessi, la $ropria vita, nel concentrare i pensieri, gli affetti,
gli atti, le tendenze sopra un wnico punto... E questo punto sarà
per lo più d i poter u~rivarea conoscere quale sia la %olontùcli Dio .
~
~
in quel dato momento, in quella situazione, di fronte a quelle
opwe, a quelle difficoltà, dopo quelle c d u t e , con quel tempera-
mento, ecc. Allora l'anima, conoscendo ciò che Id.dio m o l e da lei,
si,applicherà a darglielo, si esaminerà ogni giwno se abbia
raggiunto l'iàeale solkto e scelto sotto lo sguardo di Dio. Allora
i l controllo sotto forma di stcllistica rigorosa non s'impone più,
quantwnque un contrcllo v i sia sempre. Allora l'anima farà tutti i
sacrifizi che l'amore clomanda. E l'esame particolure di un'anima che
corwincia u salire, è i l samifizio passato allo stato cEi regola di uita.
14. H i resterebbe ancora a dire delle diuozwni nust?e partico-
lari e delle viq$%che il salesiano deue possedere in quanto è eduoa-
tore della gioventù; m a trattancios~di cose che .sono già, state %e-
tutamenle inculcate, specie nelle preziosissime lettere &ll'&di-
menticubile nostro Don Rua, m i limiterò a fare in proposito solo
qualche osservazione conzernente isacerdoti i* particolare.
X o i sacerdoti dobbiamo amare e fmr amare le due diuozio? '
l>Euoaristiae quella a iMaria Ausiliatrice. Dai suoi sogni

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- 168 -
poichè in questo nome è nata e si è svolta tutta l'opera cli Don Bosco,
ed è questa l a divo&ioneche il nostro buon Padre.ci ha raccoman-
data. A diffonderla ci aiuterà molto il largo usodella benedizione
di Maria Ausiliatrice (cli cui ogni sacerdote salesiano dovrebbe
sapere la formola a memoria), facendone conoscere l'intima efi-
cucia ed eccitando la ficlucia rlel popolo col racconto dei prodigi
che con essa otteneva Don Bosco; n6 a tal &e gioverà meno i l
sostenere e far conoscere l'Associazione dei Diaoti di Maria Azl-
siliatrice, canonicamente eretla in Arciconfraternita in Torino
e arricchita dalla S . Sede di nzLmerose ind9clgenze. Associazione
che ogni Salesiano deve pr@murosamente diffondere, come incul-
caua le nostre Costituzioni (a. 6 , o.). Si?nilmente si abbia zelonel~
promuovere e nel prestarsi a celebrare solennemente il pio eser-
cizio del 24 d'ogni mese in owre della Vergine Ausilic~trice,a
cui sono pure annessi tanti favori spirituali.
15. Tutti p e s t i . esercizi e divozioni debbono essere a noi
ordinati al conseguimentodelle virtù necessarie alla nostra santi-
ficazione. Pra queste virtù non s o w certo da trascurare qzcelle dette
umane o naturali, che formano l'uomo nel senso genuino della
parola, l'uomo d i cuore e di carattere: come la bowtà, la rettitudine,
la generosità, la costiozza, ecc. 3Ia la base granitica della %ostra
vita spirituale dev'essere costituita dalle virtù wistiane: fede, spe-
ranza, amor di Dio e del p~ossimo,religione, umiltà, mortifica-
zione, povertà, castità, obbedienza, giustizia, ed altre e altre ancora.
21 semplice elenco di esse dovrebbe destare in ciascuno di wi il
zico?*do delle esortazioni e degl'ineitamenti con cui i Szcperiori
6 i sforzarono dzirrante gli anni della nostra fomwione, e si sfor-
zano tuttora, di spingerci innanzi nella p9:atica di esse. Le lettere
e cimolari dei nostri Pudvi contengono tesori cli ascetica sulesiana;
ed io miauguro che i Dirette& sappiano sewirshne opportzma-
mente a vantaggio di se stessi e dei confratelli da loro dipel~denli.
Nella pratica della virtù bisogna che evitiamo l'incostanza

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tutto si riduce a piccole e brevi divmsioni, le qtcali, anzichè d'im-
pedime~zto,sono molte volte d'aiuto a prosegzcire ciò che stiamo
... facendo » (Pilotea, 11,12, 13). Nel leggere qzcesta bellissima
pagina della Vita divota non c i p a r forse di vedevoi tcn tratto
della fisionomia morale del nostro buon Padre e modello? j3 non
ci par facile, con un po' di buona volorbtù, 1-iuscire ancor noi a
vivere in questo modo, raccolti in intima e col~tinuazcnionecon Dio?
le. ATonmeno necessario, per potw esercitare in modo perfetto
le virtd religiose, è il rinnegamento d i se~medesimo.<i Chi non vince
mai le propl-ie I.ipugnanse, diviene sempre pi% delicato >>d,ice
S . Francesco ili Sales. L'abneget semetipsum del Vangelo è la
'condizione essmziale della nostra perfezione religiosa; la mwtifi-
cazione in tu& le sue multiformi applicazioni quotidiane, toglie ~.
dul cuore ogni ingombro, dà all'alzima la libertù, alla merlte un
criterio pii2 retto, e pii2 aperto alle divine ispiru.xio%i; e avvezzan-
doci a piegare la nosba volontà sotto l'impero della fede, ci rende
pi% facilitutte le a l t ~ evirtù,: Tobbedi~n-zal,a quale non è che l a ;,
sottomissione della proprie volontù a quelia dei Superiori; l'%miltà,
la quale non è che la mortificaz3one dell'a?nor proprio; la c a ~ i t ù ,
la quale comiste nel dimenticare se stesso per gK altri; e sopra-
tutto la pazienza, che è compagna indivisibile della movtificazione,
perokè solo chi sa accettare le croci mostra di essere morto a se stesso
e a tutti i propri afe%.
Chi invece s'avvezsa a cercar dappertutto la p~opriccsoddisfa-,
%ione,chi dù reitu sempre ad ogni capriccio, finisce per amare i
propri difetti, e perde il desiderio di emendarsene.' Allora no
ascolta pia ragioni, tiene la mefzte sehiuvcc' delle proprie il~clina-
della gruvia. S c ~ i v ea questoriguardo un pio autore: « V i son
dei religiosi che' n,ulla ricusano.ai loro sensi. Se immaginari
eriore, senza gusto e

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perciò quando nella professione religiosa noi ci consa,o.iamo
Li~i,vwn facciamo altro che offerire (6 Dio quello .ch'Egli stess
ci ha, per cosi ci&, imprestato, ma che è Cli sua assoluta proprietà.
« Xoi pertanto, recedendo dall'osservcmza dei nostri voti, fac-
ciamo un furto al Signore, mentre davanti agli occhi suoi ripre
diamo,'.calpest<amo, projaniumo quello che gli abbiamo offert
e che abbiamo riposto .nelle sue sante mani. (Sualotozo i7i voi
trebbe clire: L'osservmza delle nost?e Regole costa fatica. L'os
vanza delle Regole costa futica a. chi le osse~u? mal volentzev
a chi i e è trascurato. ììfa ai cliligenti, a chi ami6 il bene clell'amima,
quest'osservmsa diviene, come &ce il Divin Salvatore, zm giogo
soave, un peso leggero: 6 Jugum. meum s u h e est, et olzns menm leve i).
R E poi, miei .cari, vogliamo forse mdare in paradiso in c
r o z z e Noi q p u n t o ci siamo fatti religiosi, non per godere,
per patire e proct6rarci meriti Ve? l'altra vita; ci siamo oonsc~or
a Dio wrb per comandare, ma per obbeElile; non per attaccar
alle beature, ma p& pratic.a?e la ccbrità verso ii prossimo, mos
dal solo amor di Dio; non per fare una vita agiata, ma pe? esse
povelii con Gesài, Cristo; patire con Ges% .Cristo sopra la t e ~ r a ,per
fmci deg.ni della sua gloria in. cielo. - Animo dunque, o ca.'
ed amati figli: abbiamo posto la mano all'wat?~,stiamo +m
niuno di noi si volti incli@o a mirare il mondo jallaoe e traàito
A n d i m o avchnti! Ci costerà Jatica, ci costerà stenti, fame, sete
jorse mche la morte: noi risponcleremo sempre: Se diletta la gru
dezza dei premii, non ci devono per niente sgomentave le fatic
che dobbimnto sostenere per mel'itc~reeli: <(Sidelectat ma,gnitu
praemiorum, non deterrest certamen laborum 8.
L a protezione teneramente 'materna dellu nostra Az~siliatri
e la s u i potekte benedizione sia sempre con noi, e ci aiuti a p
severare nel divino servizio fi%o al nosfiro nltimd res&o, CO%
certa e some spera91zu cli poter andwe subito a tener compagn
(61 nostro bt'io~tPc~dree a, tutti i s a n ~ ct o9%fratelli,#nelbel Paradis
Gas?, siil.
Vostro aff.mo in C. J .
.... ..
(EDIZIONE EXTRA-COMMEROIALE)
.. ....