1896_Lettere_Circolari_di_Don_Bosco_e_di_Don_Rua_ed_altri_scritti_ai_sdb


1896_Lettere_Circolari_di_Don_Bosco_e_di_Don_Rua_ed_altri_scritti_ai_sdb

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LETTERE CIRCOLARI
DI D. BOSCO E DI D. RUA
ED ALTtiRI LORO SCRITTI
AI SALESIANI
T O R IN O
TIPOGRAFIA SALESIANA

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LETTERE CIRCOLARI
DI D. BOSCO E DI D. RUA
ED ALTRI LORO SCRITTI
AI SALESIANI
T O R IN O
TIPOGRAFIA SALESIANA
1896

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i D‘ irettori
delle G ìse Salesiane.
L’umile Società di S. Francesco di Sales,
sebbene nata ieri e povera di mezzi di for­
tuna, pure, senza ombra di ostentazione, può
andar superba di possedere preziosissimi te­
sori spirituali. Difatto si è anzitutto un gran
tesoro quella Santa Regola che l ’amatissimo
D. Bosco, indubitatamente per divina ispira­
zione, ci ha data e che la Santa Sede si è
degnata approvare il 3 Aprile 1874. Come a-
veva ragione il nostro venerato Rettor Mag­
giore di definire questa Regola, libro della
vita, midollo del Vangelo, speranza di
nostra salvezza, misura di nostra perfe­
zione,, chiave del Paradiso ! (Circolare N° 13).
Altro prezioso tesoro è Vintroduzione alla
Santa Regola che in poche pagine riassume
tutto ciò che un religioso ha da sapere in­

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torno alla vita spirituale. A molti Salesiani
questo breve scritto lia porto abbondante ma­
teria a serie meditazioni, ad imparziali esami
di coscienza e ad utilissime risoluzioni. Si Ita
ben ragione di considerarlo come il nostro
Manuale di pietà.
Vengono in terzo luogo le Deliberazioni
dei nostri Capitoli Generali. Basta leggerne
di seguito e con animo riposato alcuni arti­
coli, per riconoscere in esse come la quintes­
senza dello spirito di Don Bosco, un vero
codice salesiano, una sicura interpretazione
delle nostre Costituzioni.
Ma i Salesiani posseggono ancora un’altra
miniera di santi pensieri, di saggi consigli
e di efficacissime esortazioni nelle Circolari
del nostro desideratissimo D. Bosco e del suo
degno Successore. Forse ci fu d’ostacolo a ben
conoscere la preziosità e a giovarcene quanto
avremmo dovuto, l ’essere sparse queste pa­
gine e Tesserne prive molte Case di più re­
cente fondazione. Quindi fu comune e vivis­
simo in tutti il desiderio, die insieme fossero
raccolte tutte queste Circolari e poste nelle
mani dei Direttori di tutti gl’istituti Sale­
siani. Il volumetto, che vi si offre, viene a
soddisfare questa vostra santa brama e riem­
pie una lacuna da tutti lamentata.

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Nel leggere queste Circolari, parrà di udire
la viva voce di D. Bosco e di D. Rua, anche
a coloro che la mano della Divina Provvidenza
avesse condotti nelle più remote regioni. Non
v’ha dubbio, questa lettura tornerà di poten­
tissimo aiuto per vivere dello spirito di Don
Bosco, per vincere ogni difficoltà, per ripren­
dere coraggio a combattere le battaglie del
Signore.
S. Francesco Zaverio leggeva, stando in
ginocchio, le lettere del suo Padre Spirituale
S. Ignazio. I Salesiani accoglieranno anch’essi
col più grande rispetto la parola dei loro
amatissimi Superiori: questa lettura, giova
sperarlo, tornerà loro gradita eproficua quanto
quella di qualsiasi libro di pietà e di perfe­
zione.
È poi pregio dell’opera osservare che queste
Circolari, essendo particolar patrimonio della
Pia Società Salesiana, è nostro dovere custo­
dirle gelosamente e, non altrimentiche il Com­
pendio dei Privilegi, vegliare perchè non ca­
dano nelle mani di chi non fosse membro
della nostra religiosa famiglia.
Torino, li 15 Agosto 1896.
Assunzione di M a ria V ergine in Cielo.
Aff.m o in Gesù e M aria
Sac. P a o l o A l b e r a

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LETTERE CIRCOLARI DI D. BOSCO
ED ALTRI SUOI SCRITTI
AI SALESIANI

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MEZZI PER COLTIVARE LE VOCAZIONI
E CONSERVARE LO SPIRITO DI PIETÀ TRA I SALESIANI
EDI GIOVANI.
Figliuoli miei in G. C. Carissimi,
Compiuta la visita delle nostre Case, sento in me il
bisogno di trattenerm i alquanto con voi, Figliuoli Caris­
simi, intorno alle cose che possono tornare alla maggior
gloria di Dio ed a vantaggio della nostra Congregazione.
Prima d’ogni altra cosa sono lieto di potervi assicurare,
che sono stato assai soddisfatto del procedimento m ate­
riale e morale, sia in ciò che si riferisce all’am m inistra­
zione interna, sia nelle relazioni sociali esterne. Si lavora,
si osservano le costituzioni della Società, si mantiene la
disciplina, si frequentano i santi Sacramenti, si promuove
lo spirito di pietà, e si coltivano le vocazioni in coloro,
che per buona ventura dessero segni di essere chiamati
allo Stato Ecclesiastico. Di tutto siano rese grazie al Si­
gnore, alla cui bontà e misericordia è dovuto quel poco di
bene che si va facendo tra noi.
Ho pure la consolazione di parteciparvi come la nostra
Società prenda ogni giorno maggior incremento. L’anno
testé spirato si aprirono parecchie nuove Case; altre sa­
ranno aperte in quest’anno 1876. Il personale cresce in
numero ed attitudine, ma appena taluno è fatto idoneo a

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coprire qualche uffizio, la Divina Provvidenza presenta
subito l’opportunità di porsi all’opera.
Ma che diremo delle dimande che si fanno di aprire
Case in tante parti? In molte città d’ Italia, di Francia,
¿’Inghilterra; nell’America del Nord, del Centro, del Sud
e segnatam ente nell’impero del Brasile e nella Repubblica
Argentina; in Algeria, nella Nigrizia, in Egitto, in Pale­
stina, nelle Indie, nel Giappone, nella China, nell’Australia
vi sono milioni e milioni di creature ragionevoli, che, tu t­
tora sepolte nelle tenebre dell’errore, dall’orlo della perdi­
zione levano loro voci dicendo: Signore, mandateci operai
Evangelici, che ci vengano a portare il lume della verità,
e ci additino quella strada, che sola può condurre a sal­
vamento. Parecchi nostri Confratelli, come ben sapete, die­
dero già ascolto a queste commoventi voci, e partirono per
la Repubblica Argentina, cl’onde recarsi tra le tribù sel­
vagge della Patagonia; ma in tutte le lettere scritte nel
loro viaggio, e dai luoghi di loro missione fanno continuo
risuonare la stessa voce: Mandate, mandate operai. Fra le
altre cose notano come l’Archidiocesi del Brasile, Rio-Janeiro,
ha due milioni di abitanti con pochissimi Sacerdoti e con
appena cinque chierici in Seminario.
0 miei cari, io mi sento profondamente addolorato al
riflettere alla copiosissima messe che ad ogni momento e da
tu tte parti si presenta, e che si è costretti di lasciare
incolta per difetto di Operai. Noi però non perdiamoci di
animo, e per ora ci applicheremo seriamente col lavoro,
colla preghiera e colla virtù a preparare novella milizia
a G. C., e ciò studieremo di conseguire, specialmente colla
coltura delle vocazioni religiose; e se farà d’ uopo a suo
tempo offriremo anche noi stessi a quei sacrifizi che Dio
si degnasse di chiedere per nostra ed altrui salvezza. In­
tanto nel desiderio di venire a cose, valevoli a coltivare le
vocazioni religiose ed efficaci per conservare lo spirito di
pietà tra i Salesiani e tra i giovanetti a noi affidati, io mi

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fo a raccomandarvi alcune cose che l'esperienza mi ha
fatto ravvisare sommamente necessarie.
1.° In ogni Casa e specialmente neU’Oratorio di S. Fran­
cesco di Sales, ciascuno diasi la massima sollecitudine di
promuovere le piccole Associazioni, come sarebbe il Pie -
colo Clero, la Compagnia del SS. Sacramento, di S. Luigi,
di Maria Ausiliatrice e dell’Immacolata Concezione. Niuno
abbia timore di parlarne, raccomandarle, favorirle, e di
esporne lo scopo, l’origine, le indulgenze ed altri vantaggi
che da queste si possono conseguire. Io credo che tali
Associazioni si possano chiamare Chiave della pietà, Con­
servatorio della morale, Sostegno delle vocazioni ec­
clesiastiche e religiose.
2.° Guardarvi bene dalle relazioni, amicizie o conversa­
zioni geniali o particolari sia per iscritto, sia per colloquio,
sia per mezzo di libri o di regali di qualunque genere.
Quindi le strette di mano, le carezze sulla faccia, i baci,
il camminare a braccetto o passeggiare colle braccia l’un
in collo dell’altro sono cose rigorosamente proibite, non dico
solo tra di voi, e tra di voi e gli allievi, ma eziandio tra
gii allievi stessi. Teniamo altamente fisse in mente nostra
le parole di S. Girolamo che dice : Affezione p e r nessuno
o affezione egualmente per tutti.
3.° Fuga del secolo e delle sue massime. Radici di di­
spiaceri e di disordine sono le relazioni con quel mondo
che noi abbiamo abbandonato, e che vorrebbe di nuovo
trarci a lui. Molti finché vissero in Casa Religiosa appa­
rivano modelli di virtù, recatisi altrove, presso i parenti
o presso gli amici perdettero in breve tempo il buon vo­
lere, e ritornati in religione non poterono più riaversi, e
taluni giunsero a perdere affatto la medesima vocazione.
Pertanto non recatevi mai in famiglia se non per gravi
motivi; e per questi gravi motivi non ci andate mai senza
il dovuto permesso, e per quanto è possibile, accompagnati
da qualche Confratello scelto dal Superiore.

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L’assumervi commissioni, raccomandazioni, trattare af­
fari, comperare o vendere per altrui sono cose da fuggirsi
costantemente, perchè trovate rovinose per le vocazioni e
per la moralità.
4.° La sera dopo le orazioni ciascuno vada subito a
riposo. Il fermarsi a passeggiare, chiacchierare, o ultimare
qualche lavoro, sono cose dannose alla sanità spirituale
ed anche corporale.
So che in certi siti, grazie a Dio non nelle nostre Case,
si dovettero deplorare dolorosi disordini, e cercatane l’ori­
gine, si trovò nelle conversazioni iniziate e continuate nelle
ore, cui noi accenniamo.
La puntualità nel recarsi a riposo è collegata colla
esattezza nella levata del mattino, che con pari insistenza
intendo di inculcare. Credetelo, miei cari, l’ esperienza ha
fatto fatalmente conoscere, che, il protrarre l’ora del riposo
al mattino senza necessità, fu sempre trovata cosa assai
pericolosa. Al contrario l’esattezza nella levata, oltre di es­
sere il principio di una buona giornata, si può eziandio
chiamare un buon esempio permanente per tutti. A questo
proposito non posso omettere una calda raccomandazione
ai Superiori di fare in modo che tutti, nominatamente
Coadiutori e le persone di servizio, abbiano tempo di as
sistere ogni m attina alla S. Messa, comodità di ricevere
con frequenza la Santa Comunione e accostarsi regolar
mente al Sacramento della Penitenza, secondo le nostre
Costituzioni.
Questa lettera che io indirizzo a tu tti in generale, vorrei
che fosse considerata come scritta ad ognuno in partico­
lare, che ogni parola di essa venisse detta, ripetuta le
mille volte all’orecchio di ciascuno, affinchè non fosse mai
dimenticata.
Ma io spero che per 1’ affezione che mi portate, per
l’impegno che ognora mostrate nei vostri doveri, sopra­
tutto nel m ettere in pratica i consigli del vostro Padre ed

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Amico Spirituale, mi darete la grande consolazione di essere
non solamente fedeli a queste raccomandazioni, ma di più
le interpreterete nel senso che vie meglio potranno con­
tribuire alla maggior gloria di Dio e della nostra Con­
gregazione.
Con questa persuasione prego Dio che tu tti vi benedica
e vi conceda sanità stabile e il prezioso dono della perse­
veranza nel bene. Pregate in fine anche per me che vi sarò
sempre in Gl. C. S. N.
Torino, 12 Gennaio 1876.
A f f m o Amioo
Sac. Giovanni Bosco.
OTTO AVVISI PER IL BUON ANDAMENTO
DELLA CONGREGAZIONE.
Director/bus a/iisque superioribus cujusque
c/omus Sa/esianae in D. S. P.,
Mense Septembris nuper elapso, Generale Capitulum in no­
stro Collegio apud Lanceum habitum fuit, in quo plura
ad Nostrae Congregationis utilitatem statuta fuerunt. Sed
antequam hujusmodi Decreta typis mandari sociisque no-
stris communicari queant, cum tempus et labor non levis
adhuc requiratur, bonum visum est nonnulla hic in ante-
cessum adnotare, quae magis magisque ad praxim neces­
saria censentur et quorum observantiam summopere in
Domino commendamus. Sunt nempe:
1. Deliberationes, quae jam in priori Capitulo Generali
ratae fuerunt, legantur, et praecipue quae ad mores atque
ad oeconomiam spectant, ad mentem revocentur.
2. Directores maximam impendant diligentiam, u t quis-
que Socius animum suum libere et commode singulis men-

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sibus aperiat. Itidem Exercitium Bonae Mortis statuto die,
vel omnes una simul collecti, vel etiam separatim, quisque
peragere studeat, eodemque die legatur unum ex Capitulis
Nostrarum Constitutionum, vel Epistola sancti Yincentii
a Paulo, quae easdem Constitutiones praecedit.
3. Multae et graves rationes suadent, ut nemo, nisi
ex medici praecepto, ad aquas balnearias accedat.
4. Obedientia inter nos sit de facto erga Superiores,
quoad Constitutiones, quoad officia uniquique commissa.
Giare explicentur Sancti Pauli Apostoli verba: Obedite prae-
positis vestris etc. Hinc nemo ex ea domo, ubi a suis Su-
perioribus positus e s t , ne paulisper quidem discedat ab­
sque Superioris consensu, et rationabili causa intercedente.
Itidem nemo apud se pecuniam retineat, neque erogèt,
nisi ex causa et m ensura quas ei Superior constituit.
5. Satagant Superiores ut omnino claudatur omnium
malorum officina, qualis est feriarum tempus apud parentes
au t arnicos transigere.
6. Unusquisque seipsum praebeat exemplum bonorum
operum, et ab omni specie scandali peraccurate fugam
appreliendat.
7. P atientia, caritas et mansuetudo nostra resplen-
deant in opere et sermone, adeo ut adimpleantur in nobis
verba Christi: Vos estis sal terrae, vos estis lux mandi.
8. Mense Februario etM artio cujusque anni unusquisque
Socius ad Bectorem Majorem Epistolam scribat, in qua
valetudinis et vocationis suae statum fldenter exponat, ut
animi sui quieti et utilitati consulere possit. Hujusmodi
Epistolam, cum sit ad Superiorem inscripta, nemo neque
legere, neque adaperire audeat.
Filii mei in Christo carissimi, maneamus in vocatione,
qua vocavit nos Dominus, et satagamus, ut per bona opera
vocationem et electionem nostram certiorem faciamus.
Nam, quod Deus avertat, si nos posuerimus manum
ad aratrum et respexerimus retro, apti non erimus regno Dei.

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Singuli Directores omnibus suae domus sociis liane
Nostrani Epistolam legant, explicent et de singulis a rti—
culis supra adnotatis saepius ad eos breviter sermonem
liabeant.
Gratia Domini Nostri Jesu Cliristi sit semper nobiscum.
Amen.
Datura Augustae Taurinofum , P rim a die novendialis
Solemn. Im m aculatae B. V. Conceptionis 1880.
Joannes Bosco Sacerdos.
LETTURE.
Miei dilettissimi figliuoli in G. C.,
Una gravissima cagione mi determina a scrivervi questa
lettera sul principiare dell'anno scolastico. Voi sapete quanta
affezione io nutra per quelle anime che Gesù benedetto Si­
gnor nostro, nella sua infinita bontà, volle affidarmi, e d'altra
parte non dovete misconoscere quale responsabilità pesi
sugli educatori della gioventù, e quale strettissim o conto
costoro dovranno rendere della loro missione alla Divina
Giustizia. Ma questa responsabilità io debbo sostenerla con
voi indivisa, o miei Carissimi figliuoli, e bramo che sia per
voi e per me origine, fonte, causa di gloria e di vita eterna.
Perciò ho pensato di richiamare la vostra attenzione sopra
un punto importantissimo, dal quale può dipendere la sa­
lute dei nostri allievi. Parlo dei libri che si debbono to­
gliere dalle mani dei nostri giovanetti, e di quelli che si
debbono usare per le letture individuali, o per quelle fatte
in comune.
Le prime impressioni, che ricevono le menti vergini e
i teneri cuori dei giovanetti, durano tutto il tempo della
loro vita; e i libri oggigiorno sono una delle cause prin­

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cipali di queste. La lettura ha per essi una vivissima at­
trattiv a solleticando la loro smaniosa curiosità, e da questa
dipende moltissime volte la scelta definitiva che fanno del
bene o del male. I nemici delle anime conoscono la potenza
di quest’arma e la esperienza vi insegna quanto sappiano
scelleratamente adoperarla a danno dell’innocenza. Stranezza
di titoli, bellezza di carta, nitidezza di caratteri, finezza di
incisioni, modicità di prezzi, popolarità di stile, varietà d’in­
trecci, fuoco di descrizioni, tutto è adoperato con arte e
prudenza diabolica. Quindi tocca a noi opporre armi ad
arm i; strappare dalle mani dei nostri giovani il veleno,
che l’ empietà e Fim m oralità loro presenta: ai libri cat­
tivi opporre libri buoni. Guai a noi se dormissimo mentre
l’uomo nemico veglia continuamente per seminare la zizzania!
Perciò fin dal principio dell’anno scolastico si m etta in
pratica ciò che le Regole prescrivono, si osservi cioè atten­
tam ente quali libri rechino con sè i giovani nell’entrare
in Collegio, destinando, se fa d’uopo, una persona ad ispe­
zionare bauli ed involti. Oltre a ciò il Direttore di ogni
Casa imponga ai giovani di fare l’elenco coscienzioso di
ogni loro libro e di presentarlo al Superiore stesso. Questa mi­
sura non sarà superflua, sia perchè si potrà esaminare
meglio se qualche libro rimane inosservato, sia perchè, con­
servandosi questi elenchi, potranno in data circostanza ser­
vire per regola di azione, contro chi maliziosamente avesse
celato qualche libro cattivo.
Simile vigilanza continui tutto l’anno, sia comandando
agli allievi di consegnare ogni libro nuovo, che acquistassero
lungo il corso scolastico, o che fosse introdotto dai parenti,
amici e condiscepoli esterni ; sia osservando che, per igno­
ranza o per malizia, non siano fatti avere ai giovani pacchi
involti in giornali pessimi; sia col fare prudenti perqui­
sizioni in istudio, in camerata, in iscuola.
Le diligenze usate a questo fine non sono mai troppe.
Il Professore, il Capo Studio, l’Assistente osservino ezian­

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dio che cosa si legga in Chiesa o in ricreazione, in iscuola,
nello studio. I vocabolarii non purgati sono pure da eli­
minarsi. Per tanti giovani sono il principio della malizia,
delle insidie dei compagni cattivi. Un libro cattivo è una
peste che ammorba molti giovani. Il Direttore stimi di
aver ottenuta una buona ventura, quando riesce a togliere
di mano a qualche allievo uno di questi libri.
Purtroppo che i giovani possessori di questi si prestano
ben difficilmente all’obbedienza, e ricorrono ad ogni astuzia
per nasconderli. Il Direttore deve lottare contro 1Javarizia,
la curiosità, la paura del castigo, il rispetto umano, le
passioni sbrigliate. Per ciò io credo necessario conquistare
il cuore dei giovani, persuadendoli colla dolcezza. Più volte
all’anno dal pulpito, alla séra, nelle scuole tra tta r l’argo­
mento dei libri cattivi, far vedere i danni che da questi
derivano; persuadere i giovani che non si vuole altro, fuorché
la salute delle anime loro, che noi dopo Dio amiamo sovra
ogni altra cosa. Non si usi rigore, se non nel caso che un
giovane fosse di rovina agli altri. Se uno consegnasse un
libro cattivo ad anno avanzato, si dissimuli anche la pas­
sata disobbedienza e si accetti quel libro come un caris­
simo regalo. Tanto più che talora può essere il Confessore
che gli ha prescritta simile consegna, e sarebbe impru­
denza cercare più in là. La conosciuta benignità dei Su­
periori indurrebbe anche i compagni alla denunzia di chi
nascondesse simili libri.
Scoperto però un libro proibito dalla Chiesa o immo­
rale, si consegni subito alle fiamme. Si sono visti libri tolti
ai giovani e conservati riuscir di rovina a Preti ed a Chierici.
Così operando io spero che i libri cattivi non entreranno
nei nostri collegi, ovvero entrati saranno presto distrutti.
Ma, oltre i libri cattivi, è necessario tener d’occhio certi
altri libri, i quali, benché buoni o indifferenti in sé, pure
possono riuscir di pericolo, perchè non convenienti all’età,
al luogo, agli studi, alle inclinazioni, alle passioni nascenti,
Lettere di D. Bosco.
2

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- 1-8
alla vocazione. Questi pure si debbono eliminare, in quanto
ai libri onesti ed ameni, se si potessero escludere, ne ver­
rebbe un gran vantaggio per il profitto nello studio; i
Professori, regolando i compiti scolastici, potranno m isurare
agli allievi il tempo. Essendo però oggigiorno quasi ir­
refrenabile la smania di leggere, e anche molti libri buoni
scaldando troppo le passioni o le immaginazioni, ho pensato,
se il Signore mi dà vita, di ordinare e stam pare una col­
lana di libri ameni per la gioventù.
Ciò dico riguardo ai libri che si leggono in privato.
Per ciò che spetta alle letture fatte in comune nei refet­
tori^ nelle camerate e nella sala di studio, dirò in primo
luogo che non si leggano mai libri, se prima non sono ap­
provati dal Direttore e siano esclusi i romanzi di qua­
lunque genere essi siano, non usciti dalla nostra Tipografia.
In refettorio si legga il Bollettino, le Letture Cattoliche,
di mano in mano che escono, e negli intervalli i libri sto­
rici stam pati nell’Oratorio, la Storia d’Italia, la Storia
Ecclesiastica e dei Papi, i racconti sull’ America e su altri
soggetti; ma pubblicati nella collezione delle Letture Cat­
toliche, e i libri storici od i racconti della Biblioteca della
gioventù. Questi ultimi si potrebbero leggere nello studio,
ove vi fosse ancora l’usanza di una lettura nell’ultimo
quarto d’ ora, prima della scuola di canto.
Riguardo poi alla lettura nelle camerate, intendo di
bandire assolutamente ogni lettura divagante o amena,
ma desidero siano adottati libri, che colle loro impressioni
sull’animo del giovanetto che sta per addormentarsi, siano
a tti a renderlo più buono. Quindi sarà cosa utilissima che
si usino in questa circostanza libri allettevoli, ma d’ar­
gomento piuttosto sacro od ascetico. Incomincierei dalle
biografìe dei nostri giovanetti Comollo, Savio, Besucco,
ecc., continuerei con quei libretti delle Letture Cattoliche
che trattano di religione; finirei colle vite di Santi, ma
scegliendo le più attraenti ed opportune. Queste letture che

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seguono il brevissimo discorso della sera, partito da un
cuore die desidera la salute delle anime, son certo che
talora faranno più bene di quello possa farlo un corso di
esercizi spirituali.
Per ottenere pienamente questi desiderati effetti e fare
che i nostri libri servano di antidoto contro i libri cattivi,
vi prego e vi scongiuro di amare voi stessi le pubblica­
zioni dei nostri Confratelli, tenendovi liberi da ogni sen­
timento d'invidia o disistima. Dove trovaste qualche de­
ficienza, col consiglio ed anche coll’opera, se avete tempo,
prestatevi, perchè si possano fare le correzioni necessarie,
col notificare le vostre osservazioni all’ autore stesso od a
quelli fra’ Superiori, cui spetta la revisione delle nostre
pubblicazioni. Ma giammai una censura esca dal vostro
labbro. L’onore di uno è l’ onore di tutti. Se i giovanetti
udiranno il maestro o l’assistente lodare un libro, essi
pure lo stimeranno, loderanno, leggeranno. Ricordatevi una
gran parola che il Santo Padre Pio IX indirizzava un giorno
ai Salesiani: « Imitate l’esempio dei Padri della Compagnia
di Gesù. Perchè i loro scrittori sono così stim ati? Perchè
i confratelli si adoperano a rivedere e correggere, come
se fossero proprie, le opere di un confratello; quindi in
pubblico, con tu tti i giornali dei quali ponno disporre, ce­
lebrandone i meriti, gli procurano una fama esimia, e nel
privato delle conversazioni sul loro labbro non risuonano
che parole di lode. Non udrete mai uno di quei Padri, che
pure si contano a migliaia, uscire in una critica che di­
diminuisca la fama di un confratello. »
Così fate voi in mezzo ai nostri cari giovanetti, e state
certi che i nostri libri produrranno un bene immenso.
Miei cari figliuoli. Ascoltate, ritenete, praticate questi
miei avvisi. Sento che gli anni miei volgono al loro tra ­
monto. Anche i vostri anni vanno velocemente passando.
Lavoriamo adunque con zelo, perchè abbondante riesca la
messe di anime salvate, da poter presentare al buon Padre

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- 20
di famiglia, che è Dio. Il Signore vi benedica, e con voi
benedica i nostri giovani allievi, che saluterete da parte
mia, raccomandando alle loro preghiere questo povero vecchio
che li ama tanto in Gesù Cristo.
Nel giorno della festa di tutti i Santi, 1884..
Affezionatissimo in Gesù Cristo
Sac. Gio. Bosco.
OSSERVANZA DELLE REGOLE.
Miei cari ed amati Figliuoli,
Grande consolazione io provo, ogni volta che mi è dato
di ascoltare parole di ossequio e di affezione da voi, o miei
cari figliuoli. Ma le affettuose espressioni, che con lettere
o personalmente mi avete manifestate nell’augurio di buone
feste e di buon capo d’ anno, richiedono ragionevolmente
da me uno speciale ringraziamento, che sia risposta ai fi­
gliali affetti che mi avete esternati.
Yi dico adunque che io sono assai contento di voi, della
sollecitudine con cui affrontate qualsiasi genere di lavoro,
assumendovi anche gravi fatiche, a fine di promuovere la
maggior gloria di Dio nelle nostre Case e tra quei giova­
netti che la Divina Provvidenza ci va ogni giorno affidando,
perchè noi li conduciamo pel cammino della virtù, dell’ o­
nore, per la via del Cielo. Ma in tanti modi e con varie
espressioni mi avete ringraziato di quanto ho fatto per
voi; vi siete offerti di lavorar meco coraggiosamente e
meco dividere le fatiche, l’onore e la gloria in terra, per
conseguire il gran premio che Dio a tu tti noi tiene pre­
parato in Cielo ; mi avete detto eziandio che non altro de­
siderate, fuorché conoscere ciò che io giudico bene per voi,
e che voi l’avreste inalterabilmente ascoltato e praticato.

3.3 Page 23

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Io gradisco adunque queste preziose parole, cui come padre
rispondo semplicemente che vi ringrazio con tutto il cuore,
e che voi mi farete la cosa più cara del mondo, se mi aiute­
rete a salvare l’anima vostra.
Voi ben sapete, amati figliuoli, che vi ho accettati nella
Congregazione, ed ho costantemente usate tutte le possi­
bili sollecitudini a vostro bene per assicurarvi l’ eterna
salvezza; perciò, se voi mi aiutate in questa grande im­
presa, voi fate quanto il mio paterno cuore possa attendere
da voi. Le cose poi che voi dovete praticare, a fine di
riuscire in questo grande progetto, voi potete di leggieri
indovinarle. Osservare le nostre Regole, quelle Regole che
Santa Madre Chiesa si degnò approvare per nostra guida
e per il bene dell’anima nostra e per vantaggio spirituale
e temporale dei nostri amati allievi. Queste Regole noi le ab­
biamo lette, studiate, ed ora formano l’oggetto delle nostre
promesse, e dei voti con cui ci siamo consacrati al Signore.
Pertanto io vi raccomando con tutto l’animo mio, che niuno
lasci sfuggire parole di rincrescimento, peggio ancora, di
pentimento di essersi in simile guisa consacrato al Signore.
Sarebbe questo un atto di nera ingratitudine. Tutto quello
che abbiamo, o nell’ ordine spirituale o nell’ordine tempo­
rale, appartiene a Dio ; perciò quando nella professione re­
ligiosa noi ci consacriamo a Lui, non facciamo altro che
offerire a Dio quello che Egli stesso ci ha, per così dire,
imprestato, ma che è di sua assoluta proprietà.
Noi pertanto, recedendo dall’ osservanza dei nostri voti,
facciamo un furto al Signore, mentre davanti agli occhi
suoi riprendiamo, calpestiamo, profaniamo quello che gli
abbiamo offerto, e che abbiamo riposto nelle sue sante mani.
Qualcuno di voi potrebbe dire: ma l’ osservanza delle
nostre Regole costa fatica ; l’osservanza delle Regole costa
fatica in chi le osserva mal volentieri, in chi ne è trascu-
■rato. Ma nei diligenti, in chi ama il bene dell’anima, questa
osservanza diviene, come dice il Divin Salvatore, un giogo

3.4 Page 24

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__ 22 __
soave, un peso leggiero: Jugum meum suave est, et onus
meum leve.
E poi, miei cari, vogliamo forse andare in Paradiso in
carrozza? Noi appunto ci siam fatti religiosi, non per go­
dere, ma per patire e procurarci meriti per l’altra vita;
ci siamo consecrati a Dio non per comandare, ma per ob­
bedire ; non per attaccarci alle creature, ma per praticare
la carità verso il prossimo, mossi dal solo amor di Dio ;
non per far una vita agiata, ma per essere poveri con
Gesù Cristo, patire con Gesù Cristo sovra la terra, per farci
degni della sua gloria in Cielo.
Animo adunque, o cari ed amati figli; abbiamo posto
la mano all’aratro, stiamo fermi; niuno di noi si volti in­
dietro a mirare il mondo fallace e traditore. Andiamo avanti.
Ci costerà fatica, ci costerà stenti, fame, sete e forse anche
la morte; noi risponderemo sempre: se diletta la gran­
dezza dei premi, non ci devono per niente sgomentare lo
fatiche che dobbiamo sostenere per meritarceli : Si delectat
magnitudo praemiorum, non deterreat certamen laborum.
Una cosa credo ancora bene di manifestare. Da ogni
p arte i nostri confratelli mi scrivono, ed io sarei ben lieto
di dare a ciascuno la relativa risposta. Ma ciò non essen­
domi possibile, io procurerò di inviare delle lettere con
maggior frequenza; lettere che mentre mi dànno agio di
aprirvi il mio cuore, potranno eziandio servire di risposta,
anzi di guida a coloro che per santi motivi vivono in paesi
lontani, e perciò non possono di presenza ascoltare la voce
di quel padre che tanto li ama in Gesù Cristo.
La grazia del Signore e la protezione della Santa Ver­
gine Maria siano sempre con noi, e ci aiutino a perseve­
rare nel divino servizio fino agli ultimi momenti della
vita. Così sia.
Torino, -6 Gennaio 1884.
Aff.mo in G. G.
Sac. G io v a n n i Bosco.
»

3.5 Page 25

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23
DISPOSIZIONI PER IL (M E R A .
Carissimo Direttore,
Già in varie città e paesi non solo della Francia ma
anche d'Italia, si verificano casi di cholera, come viene a
tutti annunziato per mezzo dei giornali. In tale pericolo
giudico opportuno mandare alcuni avvisi a tutte le nostre
Case, raccomandando ai saggi Direttori che li facciano co­
noscere ai loro dipendenti.
Primieramente raccomando che, fino a tanto che dura
il cholera, si dia in ogni nostra chiesa quotidianamente la
benedizione col SS. Sacramento, dando anche comodità agli
esterni di prendervi parte, dove la chiesa è aperta al pubblico.
In secondo luogo raccomando che, tanto pei Salesiani quanto
per gli altri del nostro personale, si usino i riguardi consi­
gliati dalla cristiana prudenza, onde evitare il morbo fatale.
Desidero per altro in terzo luogo che occorrendo il bi­
sogno, ci prestiamo a servizio del nostro prossimo, per
quanto la nostra condizione lo permette, sia nell’assistere
gli infermi, sia nel soccorrere spiritualmente, ed anche ac­
cogliere nei nostri Ospizi quei giovanetti poveri, che rim a­
nessero orfani ed abbandonati per causa della m alattia
dominante. In questo caso però converrà anzitutto atten­
dere il giudizio della Commissione sanitaria locale, che non
vi sia pericolo di comunicare agli altri ricoverati l’epidemia.
Mentre ti do comunicazione di quanto sopra, imploro
sopra di te e della tua Casa ogni celeste benedizione, e t ’invio
i più cordiali saluti per te e per tu tti cotesti miei cari figli.
Torino, addì 26 Agosto 1884.
Tuo Aff.mo Amico
Sac. Giovanni Bosco.
P. S L'esibizione di accogliere nei nostri Ospizi i giovanetti poveri,
che rimanessero orfani per causa del cholera, si potrà fare alle Autorità,
locali come al Sindaco ed al Prefetto o Sotto-Prefetto.

3.6 Page 26

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24
DIFFUSIONE DEI BUONI LIBRI.
Carissimi Figliuoli in G. Cristo,
Il Signore sa quanto vivo sia il mio desiderio di ve­
dervi, di trovarmi in mezzo a voi, di parlarvi dèlie cose
nostre, di consolarmi colla reciproca confidenza dei nostri
cuori. Ma pur troppo, o carissimi figliuoli, la debolezza
delle mie forze, i residui delle antiche malattie, gli ur­
genti affari che mi chiamano in Francia, mi impediscono,
almeno per ora, di secondare gli impulsi del mio affetto
per voi. Non potendo adunque visitarvi tutti in persona,
vengo per lettera, e son certo che gradirete il ricordo con­
tinuo che serbo di voi, di voi che, come siete là mia spe­
ranza, siete pure la mia gloria ed il mio sostegno. Perciò,
desideroso di vedervi ogni giorno più crescere in zelo ed
in m eriti al cospetto di Dio, non lascierò di suggerirvi di
quando in quando i varii mezzi che io credo migliori, perchè
possa riuscire sempre più fruttuoso il vostro ministero.
Fra questi quello che io intendo caldamente raccoman­
darvi, per la gloria di Dio e la salute delle anime, si è
la diffusione dei buoni libri. Io non esito a chiamare Divino
questo mezzo, poiché Dio stesso se ne giovò a rigenera­
zione dell’uomo. Furono i libri da esso ispirati che porta­
rono in tutto il mondo la retta dottrina. Esso volle che in
tu tte le città e in tutti i villaggi della Palestina ve ne
fossero copie, e che ogni sabbato se ne facesse lettura nelle
religiose assemblee. Sul principio questi libri furono patri­
monio solamente del popolo Ebreo, ma, trasportate le tribù
in cattività nell’Assiria e nella Caldea, ecco la Santa Scrit­
tura venir tradotta in siro-caldaico e tu tta l’Asia centrale
possederla nel proprio linguaggio. Prevalendo la potenza
Greca, gli Ebrei portarono le loro colonie in ogni angolo
della terra, e con esse si moltiplicarono all’infinito i Libri

3.7 Page 27

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25
Santi; e i Settanta, colla loro versione, arricchirono con
questi eziandio le biblioteche dei popoli pagani ; sicché gli
oratori, i poeti, i filosofi di que’ tempi attinsero dalla Bibbia
non poche verità. Iddio, principalmente coJsuoi scritti ispi­
rati. preparava il mondo alla venuta del Salvatore.
Tocca adunque a noi imitare l’opera del Celeste Padre.
I libri buoni, diffusi nel popolo, sono uno dei mezzi atti
a mantenere il regno del Salvatore in tante anime. I pen­
sieri, i principii, la morale di un libro cattolico sono so­
stanza tratta dai libri divini e dalla tradizione Apostolica.
Sono essi tanto più necessari in quanto che l’empietà e la
immoralità oggigiorno si attiene a quest’ arma, per fare
strage nell’ovile di Gesù C risto, per condurre e per tra­
scinare in perdizione gli incauti e i disobbedienti. Quindi è
necessario opporre arma ad arma. Aggiungete che il libro,
se da un lato non ha quella forza intrinseca della quale
è fornita la parola viva, da un altro lato presenta vantaggi
in certe circostanze anche maggiori. Il buon libro entra
persino nelle case ove non può entrare il sacerdote, è tol­
lerato eziandio dai cattivi come memoria o come regalo.
Presentandosi non arrossisce, trascurato non s’ inquieta,
letto insegna verità con calma, disprezzato non si lagna e
lascia il rimorso che talora accende il desiderio di cono­
scere la verità ; mentre esso è sempre pronto ad insegnarla.
Talora rimane polveroso sovra un tavolino o in una biblio­
teca. Nessuno pensa a lui. Ma vien l’ora della solitudine,
o della mestizia, o del dolore, o della noia, o della necessità
di svago, o dell’ansia dell’avvenire, e questo amico fedele
depone la sua polvere, apre i suoi fogli, e si rinnovano le
mirabili conversioni di S. Agostino, del Beato Colombino e
di S. Ignazio. Cortese coi paurosi per rispetto umano, si
intrattiene con essi senza dare sospetto a veruno; fami­
gliare coi buoni è sempre pronto a tener ragionamento;
va con essi in ogni istante, in ogni luogo. Quante anime
furono salvate dai libri buoni, quante preservate dall’er­

3.8 Page 28

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rore, quante incoraggiate nel bene! Chi dona un libro buono,
non avesse altro merito che destare un pensiero di Dio, ha
già acquistato un merito incomparabile presso Dio. Eppure
quanto di meglio si ottiene! Un libro in una famiglia,, se
non è letto da colui a cui è destinato o donato, è letto
dal figlio o dalla figlia, dall’amico o dal vicino. Un libro
in un paese talora passa nelle mani di cento persone. Iddio
solo conosce il bene che produce un libro in una città, in
una biblioteca circolante, in una società d’operai, in un
ospedale, donato come pegno di amicizia. Nè bisogna te­
mere che un libro possa essere da certuni rifiutato perchè
buono. Al contrario. Un nostro Confratello, tu tte le volte
che a Marsiglia andava sui moli di quel porto, recava sue
provviste di libri buoni da regalare ai facchini, agli arti­
giani, ai marinai. Or bene, questi libri furono sempre ac­
colti con gioia e riconoscenza, e talora erano letti subito
con viva curiosità.
Premesse queste osservazioni e ommessene molte altre
che voi stessi già conoscete, vi pongo sott’ occhio le ra­
gioni per cui dovete essere animati a procurare con tutte
le forze e con tu tti i mezzi la diffusione dei buoni libri,
non solo come Cattolici, ma specialmente come Salesiani:
1. Fu questa una fra le precipue imprese che mi
affidò la Divina Provvidenza; e voi sapete come io dovetti
occuparmene con istancabile lena, non ostante le mille altre
mie occupazioni. L’odio rabbioso dei nemici del bene, le perse­
cuzioni contro la mia persona dimostrarono, come l’errore
vedesse in questi libri un formidabile avversario e per ra­
gione contraria un'im presa benedetta da Dio.
2. Infatti la mirabile diffusione di questi libri è un
argomento per provare l’assistenza speciale di Dio. In meno
di tren t’anni sommano circa a venti milioni i fascicoli o
volumi da noi sparsi tra il popolo. Se qualche libro sarà
rimasto trascurato, altri avranno avuto ciascuno un centinaio
di lettori, e quindi il numero di coloro, ai quali i nostri libri

3.9 Page 29

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27
fecero del bene, si può credere con certezza di gran lunga
maggiore del numero dei volumi pubblicati.
3. Questa diffusione dei buoni libri è uno dei fini
principali della nostra Congregazione. L’articolo 7 del pa­
ragrafo primo delle nostre Regole dice dei Salesiani : « Si
» adopereranno a d iff o n d e r e b d o n i lib r i nel popolo, usando
» tutti quei mezzi che la carità cristiana inspira. Colle
» parole e cogli s c r it t i cercheranno di porre un argine
» all’empietà ed all’eresia,"che in tante guise tenta insi—
» nuarsi fra i rozzi e gli ignoranti. A questo scopo devono
» indirizzarsi le prediche le quali di tratto in tratto si
d tengono al popolo, i tridui, le novene e l a d if f u s io n e
» DEI BUONI LIBRI. ì)
4. Perciò fra questi libri che si devono diffondere, io
propongo di tenerci a quelli, che hanno fam a di essere
buoni, morali e religiosi, e debbonsi preferire le opere uscite
dalle nostre tipografìe, sia perchè il vantaggio m ateriale
che ne proverrà si m u ta in carità, col m antenim ento di
tanti nostri poveri giovanetti, sia perchè le n o stre pubbli­
cazioni tendono a formare un sistem a ordinato, che ab­
braccia su vasta scala tu tte le classi che formano l’umana
società. Non mi fermo su questo punto ; piuttosto con vera
compiacenza vi accenno una classe sola, quella dei giova­
netti alla quale sem pre ho cercato di far del bene, non solo
colla parola viva, m a colle stam pe. Colle Lettore Catto­
liche, m entre desiderava istru ire tu tto il popolo, avea di
m ira di e n tra r nelle case, far conoscere lo spirito domi­
nante nei nostri Collegi e tra rre alla v irtù i giovanetti,
specialmente colle biografìe di Savio, di Besucco e simili.
Col Giovane P rovveduto ebbi in m ira di condurli in chiesa,
loro istillare lo spirito di pietà e innam orarli della fre­
quenza dei Sacram enti. Colla collezione dei classici italiani
e latini em endati e colla Storia d’Italia e con a ltri libri
storici o letterarii, volli assiderm i a l loro fianco nella scuola
e preservarli da tanti errori e da tante passioni, che loro

3.10 Page 30

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28
riuscirebbero fatali pel tempo e per l'eternità. Bramava,
come una volta essere loro compagno nelle ore della ri­
creazione, e ho meditato di ordinare una serie di libri ameni
che spero non tarderà a venire alla luce. Finalmente col
fra B o ll et tin o S a l e s ia n o , i molti miei fini, ebbi anche
questo : di tener vivo nei giovanetti ritornati nelle loro fa­
miglie l'amore allo spirito di S. Francesco di Sales e alle
sue massime, e di loro stessi fare i salvatori di altri gio­
vanetti. Non vi dico che io abbia raggiunto il mìo ideale
di perfezione : vi dirò bensì che a voi tocca coordinarlo in
modo, che sia completo in tutte le sue parti.
Yi prego e vi scongiuro adunque di non trascurare
questa parte importantissima della nostra missione. Inco­
minciatela non solo fra gli stessi giovanetti che la P rov­
videnza vi ha affidati, ma colle vostre parole e col vostro
esempio fate di questi altrettanti apostoli della diffusione
dei buoni libri.
Al principio dell’anno gli alunni, specialmente i nuovi,
si accendono di entusiasmo alla proposta di queste nostre
associazioni, tanto più vedendo che si tra tta di corrispon­
dere con una esigua somma. Procurate però che siano
spontanee e non in qualsivoglia modo imposte le loro ade­
sioni, e con ragionate esortazioni inducete i giovani ad as­
sociarsi, non solo in vista del bene che questi libri faranno
ad essi, ma eziandio riguardo al bene che con questi pos­
sono fare agli altri, mandandoli a casa di mano in mano
che son pubblicati, al padre, alla madre, ai fratelli, ai
benefattori. Eziandio i parenti poco praticanti la religione
restano commossi a questo ricordo di un figlio, di un fra­
tello lontano, e facilmente si inducono a leggere il libro,
se non altro, per curiosità. Procurino però che queste spe­
dizioni non prendano mai l’aspetto di predica o di lezione
ai parenti, ma sempre e solo di caro dono e di affettuosa
memoria. Ritornati poi a casa, col regalarli agli amici,
colPimprestarli ai parenti, col darli per compenso di qualche

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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29
servigio, col cederli al parroco, pregando che li distribuisca,
col procurare nuovi associati, si sforzino di accrescere i
meriti delle loro opere buone.
Persuadetevi, o cari miei figliuoli, che simili industrie
attireranno su di voi e sui nostri fanciulli le benedizioni
più elette del Signore.
Finisco : la conclusione di questa lettera deducetela voi,
col procurare che i nostri giovani attingano i morali e
cristiani principii, specialmente dalle nostre produzioni, evi­
tando il disprezzare i libri degli altri. Debbo però dirvi
che provai grave pena al cuore, quando seppi che in alcune
nostre Case le opere da noi stampate, appositamente per
la gioventù, fossero talvolta sconosciute o tenute in nessun
conto. Non amate e non fate amare dagli altri quella
scienza, che al dire dell’Apostolo inflat, e rammentatevi
che S. Agostino, divenuto Vescovo, benché esimio m aestro
di belle lettere ed oratore eloquente, preferiva le impro­
prietà di lingua e la niuna eleganza di stile, al rischio di
non essere inteso dal popolo.
La grazia del Nostro Signore Gesù Cristo sia sempre
con voi. Pregate per me.
Torino, 19 Marzo, festa di S. Giuseppe, 1885.
Afflilo in G. C.
Sac. G io v a n n i B o s c o .

4.2 Page 32

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30
ELEZIONE DEL VICARIO GENERALE
E DI ALTRI SUPERIORI.
Figliuoli in G. Cristo carissimi,
Travagliato da varii incomodi, sentendo ogni giorno
diminuirmi le forze, già da qualche tempo provava il bi­
sogno di aver un sollievo ed un sostegno nell’adempimento
di quella missione, che la Divina Provvidenza mi ha affi­
dato. Io vedeva la necessità di uno che mi aiutasse effi­
cacemente nel compiere le varie mie occupazioni, e fosse
eziandio incaricato di tutto ciò che è indispensabile al buon
andamento della Pia Società di S. Francesco di Sales. A
questo fine pertanto pensai di eleggermi un Vicario, che
mi rappresenti, e sia come un altro me stesso, un Vicario
che abbia questo per uffizio speciale, che le tradizioni fi­
nora osservate, si mantengano intatte e tali siano conservate
dopo di me da quelli che ci seguiranno. Parlo di quelle
tradizioni che sono le norme pratiche per intendere, spie­
gare e praticare fedelmente le Regole, quali furono defini­
tivamente approvate da S. Chiesa e che formano lo spirito
■e la vita della nostra Pia Società. Poiché è mio desiderio
vivissimo che, venuta l’ ora del mio passaggio alla vita
eterna, per nulla vengano a turbarsi o a m utarsi le cose
nostre.
Qualche tempo fa, mentre andava meditando questo
-disegno, il Sommo Pontefice, di suo moto proprio, mi scri­
veva per mezzo di S. E. Monsignor Iacobini Domenico, Ar­
civescovo, chiedendomi chi sembravami tra i nostri Confra­
telli, atto a far le mie veci nella direzione suprema della
Pia Società Salesiana. Io ringraziando il Santo Padre della
sua benevolenza, risposi proponendo a mio Vicario D. Mi­
chele Rua, perchè anche in ordine di tempo è uno dei primi
•della Società, perchè da molti anni esercita in gran parte

4.3 Page 33

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31
questo uffìzio, e perchè in fine questa nomina avrebbe in­
contrato il pieno gradimento di tu tti i Confratelli.
E il S. Padre, or sono poche settim ane, per mezzo
dell’amatissimo nostro Arcivescovo, si degnava significarmi
che questa proposta era di tutto suo gradimento. Perciò,
o carissimi Figliuoli, dopo aver pregato per molto tempo
il Dator d’ogni bene, dopo aver invocato i lumi dello Spi­
rito Santo e la speciale protezione di Maria Vergine Ausi-
liatrice e del Nostro Patrono S. Francesco di Sales, valen­
domi della facoltà concessa dal Supremo Pastore della
Chiesa, nomino mio Vicario Generale D. Michele Bua, a t­
tualmente Prefetto della nostra Pia Società. Da qui innanzi
pertanto egli farà le mie veci nel pieno ed intero governo
della nostra Pia Società, e tutto ciò, che posso far io, potrà
farlo anch’egli con pieni poteri in tutti gli affari pubblici
e privati, che ad essa Società si riferiscono e su tutto il
personale, di cui la medesima si compone. Il novello Vi­
cario, ne son certo, nel tra tta r affari di rilievo, accetterà
sempre con gratitudine que’ benevoli avvisi e consigli che
gli fossero largiti.
A voi poi, miei carissimi Figliuoli, raccomando che gli
prestiate quell’intiera obbedienza, che avete sempre pro­
fessata a Colui che chiamate Padre e vi ama di amore
paterno, quell’obbedienza che ha formato finora e formerà
sempre, lo spero, la mia consolazione.
In conseguenza poi di questa elezione, vi rendo noto
eziandio che, valendomi della facoltà che mi attribuiscono
le nostre Pegole, nomino a Prefetto della Pia Società Sa­
lesiana D. Celestino Durando, esonerandolo dalPufficio di
Consigliere scolastico, che occupava finora, mentre in suo
luogo e nell'ufficio di Consigliere scolastico della nostra
Pia Società, eleggo e nomino D. Francesco Cerniti, attu al­
mente Ispettore clell’Ispettoria Ligure e Direttore del Col­
legio d’Alassio. Esso per altro riterrà ancora l’uffizio d’i ­
spettore, sino a nuove nostre disposizioni.

4.4 Page 34

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32
Riguardo alle nostre Missioni dell’ America del Sud,
stabilisco Mons. Giovanni Cagliero, mio Provicario, con piena
autorità su tutto il personale e su tutte le Case ed Ispet-
torie di quelle contrade.
In questa medesima occasione credo farvi cosa gradita
col parteciparvi che la mia sanità, è alquanto migliorata,
e ciò attribuisco alle caritatevoli preghiere che so aver
voi innalzato a Dio per me. Ve ne ringrazio di vero cuore,
e vi assicuro che quel poco di forze e di giorni, che Dio
pietoso si degnerà ancora concedermi, intendo che sia to­
talmente a vantaggio dell’umile nostra Congregazione e a
profitto delle anime nostre.
Il Signore benedica il novello Vicario, gli altri Superiori
e tu tti i nostri Confratelli, e faccia sì che tu tti siamo sempre
un cuor solo e un’anima sola, nel promuovere la gloria del
nostro celeste Padre e la santificazione delle anime nostre.
F esta deirim m acolata Concezione di M aria SS.
8 Dicembre 1885.
Aff.mo in Gesù Cristo
Sac. Gio. Bosco.
N ota 1. I D irettori delle singole Case leggeranno questa lettera nella
prim a Conferenza che terranno ai nostri am ati Confratelli.
Nola 2. Ricordo ciò che in altre occasioni ho già raccom andato, che
cioè nell’indirizzo delle lettere e di tu tti gli a ltri scritti pubblici o p ri­
v ati, che non tra tta n o di relazioni Coll’A uto rità Ecclesiastica, non si usino
m ai titoli di Congregazione, m a solam ente i titoli Civili, come Direttore,
Dottore, Professore, Maestro, Prefetto, ecc. Così i M issionari, scrivendo
daH’Am erica in E uropa a qualche Confratello, non adoperino il titolo di
Padre, m a quello di Sacerdote ovvero di Signore.

4.5 Page 35

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33
CONVOCAZIONE DEL QUARTO CAPITOLO GENERALE.
Carissimi figli in G. C.,
Quest’anno, secondo le nostre sante Costituzioni, (Capo
VI, art. 3.) si dovrà radunare il Capitolo Generale com­
piendosi in Settembre prossimo un triennio da quello che
si tenne nel 1883. Nel prossimo autunno si compirà pure
un sessennio dall’ ultima elezione del Capitolo Superiore
avvenuta nel 1880, e però occorre nella medesima circo­
stanza, secondo il Capo IX art. 3, rinnovare tale elezione.
Annunzio pertanto che il Capitolo Generale suddetto si
terrà nel nostro Collegio di Valsalice presso Torino ed avrà
principio al 1° del mese di Settembre prossimo. A norma della
nota dell’art. 3 del Capo VI delle suddette nostre Costituzioni
dovranno prender parte a questa radunanza, oltre ai mem­
bri del Capitolo Superiore, agli Ispettori, e Procuratore Ge­
nerale, anche i Direttori delle diverse Case della nostra
Società. Ogni Direttore disponga le cose in modo da tro ­
varsi libero per tale circostanza, anzi dovendosi fare l’ele­
zione del Capitolo Superiore, a norma delPart. 4 del Capo
IX delle Costituzioni stesse, dovrà condurre seco un socio
professo perpetuo, eletto all’uopo dai Confratelli della pro­
pria Casa.
Fin d’ora qui unito si spedisce ai singoli Direttori lo
schema degli argomenti a trattarsi nel Capitolo Generale,
affinchè così portandola a cognizione dei propri dipendenti,
in iscritto da tu tti i Confratelli ci si faccia serio studio.
Ponendo poi ciascuno per iscritto le proposte ed i riflessi
che si giudicheranno alla maggior gloria di Dio ed a van­
taggio della della nostra Pia Società si rinvieranno a tempo
opportuno al Sig. D. Francesco Cerniti, Consigliere Scolastico
della nostra Società, che avrà l’uffizio di Regolatore nel
Capitolo Generale.
Lettere di D. Bosco.
3

4.6 Page 36

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34 -
L’elezione del Capitolo Superiore avrà luogo il 2° giorno
delle radunanze, cioè il 2 Settembre.
Sarà molto conveniente che i Direttori, coi Confratelli
che dovranno prendere parte all’ elezione, vengano a fare
il corso di esercizi, che precederà il Capitolo, e che avrà
principio il 25 Agosto in San Benigno Canavese.
Non mi fermo a fare speciali raccomandazioni a fine
di persuadervi sull’importanza del Capitolo Generale e della
elezione a farsi, che tu tti già ne sarete compresi; piuttosto
raccomando caldamente a tu tti i Confratelli Salesiani, come
pure ai nostri ascritti, di fare ogni giorno qualche parti­
colare preghiera allo Spirito Santo, alla Vergine Ausiliatrice
ed a S. Francesco di Sales, per ottenere i lumi e la pro­
tezione necessaria per la loro buona riuscita.
Nella fiducia della divina assistenza, prego il Signore
a spargere sopra di voi e sui vostri allievi e dipendenti
le sue celesti benedizioni e con piacere mi professo
Torino, 31 Maggio 1886.
Vostro aff.mo amico in G. G.
Sac. Gio. Bosco.
-------q s a g e O g g g gro
DISPOSIZIONI DEL CAPITOLO GENERALE.
Carissimi Figli in G. C.,
Si avvicina l’epoca fissata per la convocazione del Ca­
pitolo Generale e per l’ elezione dei membri del Capitolo
Superiore, di cui vi ho scritto nella mia lettera del 31 Mag­
gio p. p. Sono persuaso che saranno stati ricevuti a suo
tempo e distribuiti da studiarsi gli schemi delle materie,
che verranno trattate nel Capitolo. Facendo ora seguito a
detta lettera, mi raccomando che quelli, i quali non avessero
ancora inviato le loro proposte, procurino di farle pervenire

4.7 Page 37

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35
al Sig. D. Cerniti Francesco non più tardi del 15 Agosto p. v.,
perché si abbia il tempo necessario di esaminarle e pren­
derne nota, a comodità delle singole commissioni, che sa­
ranno incaricate di riferire. A fine poi di ottenere dallo
Spirito Santo quei lumi, di cui abbiamo bisogno in un affare
di tanta importanza per la nostra Pia Società, credo con­
veniente stabilire che, col cominciar di Agosto p. v. in
ciascuna Casa si reciti ogni giorno in comune, dopo la me­
ditazione o in quell’altro tempo, che ai singoli Direttori
paresse più adatto, il Veni Creator Spiritus coi Versetti
Em itte etc. e l’Oremus: Deus qui corda ftdelìum.
Maria Ausiliatrice ci continui la sua m aterna assistenza
e S. Francesco di Sales ci ottenga la grazia di essere suoi
veri seguaci.
Il Signore vi benedica tutti, e voi pregatelo anche per
me che sono di vero cuore
Torino, 24 Luglio 1886.
Vostro aff.ìno amico in G. C.
Sac. Gio. Bosco.
MISSIONI D’AMERICA E NUOVA PARTENZA.
Benemeriti Cooperatori e Cooperatrici,
Mi gode l’animo di poter far giungere fino a voi, o cari
Cooperatori e Cooperatrici, le interessanti notizie che mi giun­
gono dalla Patagonia e dalle altre numerose Missioni ; già
aperte nell’America del Sud, ed esporvi in pari tempo i
disegni di nuove imprese, cui, per urgenti bisogni di quelle
lontane popolazioni, converrà m etter mano quanto prima.
Dopo di aver corsa e ricorsa la Patagonia, dall’Oceano
Atlantico alle Cordigliere delle Ande, e valicate per ben
due volte quelle celebri montagne per giungere fino al Chili,
dopo di aver cliatecizzate e battezzate varie tribù di sei-

4.8 Page 38

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vaggi, a prezzo di stenti e pericoli incredibili da parte dei
nostri Missionari, è giunto il momento di dover pensare
seriamente a consolidare e perpetuare il bene fatto fino
ad ora.
Poiché quelle tribù pacificate e convertite alla fede,
avendo cominciato a gustare le prime dolcezze della vita
Cristiana e civile, non possono rassegnarsi a veder sola­
mente di tanto in tanto il Missionario, che li chiamò alla
vita sociale ed alla luce del Vangelo.
Con giusta ragione essi lo vorrebbero sempre in mezzo
a loro, per essere da lui diretti, istruiti e consolati; e più
specialmente per essere da lui assistiti ne’ casi di malattia
ed in pericolo di morte.
Non è quindi a stupire se a Mons. Cagliero, Vicario
Apostolico della Patagonia, non regga l’animo di rifiutare
ai poveri selvaggi, che pure sono suoi carissimi figli in
G-esù Cristo, questi religiosi e giustissimi conforti. Ma egli
non h a nè personale, nè mezzi sufficienti per appagare i
loro ardenti desideri. Dovendo stabilire residenze fisse pei
Missionari nel deserto Patagonico, a m isura che i selvaggi
si riuniscono in colonie o villaggi, egli abbisogna, come ben
potete comprendere, di un maggior numero di sacerdoti, di
catechisti e di suore, e di molti mezzi materiali, che sono
indispensabili alla vita sociale ed al culto divino.
Quei poveri neofiti, malgrado il loro buon volere, non
possono offrire ai nostri Missionari altro che lo spettacolo
della lor miseria lagrimevole. Essi stessi abbisognano di
tutto, fin d’essere vestiti e mantenuti, massime in sul prin­
cipio di lor conversione. Quindi è che le sorti di quelle-
Missioni dipendono affatto dalla Pia Società Salesiana e dalla
Carità de’ nostri Cooperatori e Cooperatrici. E noi dovremo
disanimarci? Oh no! Anzi raddoppieremo gli sforzi, per non
lasciar venir meno quelle opere, che già ci costarono tanti
sudori e tanti sacrifizi.
Oltre a ciò è bene che sappiate che, per assicurare

4.9 Page 39

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- 37
l’esito della totale conversione della Patagonia, abbiamo
già stabilito di aprire una via dalla parte occidentale del
Chili, e già un drappello di Salesiani si recano colà per
fondare una Casa al di là delle Cordigliere, nella Città di
Concepcion, appartenente alla repubblica Chilena.
È di là che dovranno partire colonie di Missionari per
evangelizzare PAraucania e la Patagonia Occidentale, spar­
gendosi poscia a poco a poco nell’Arcipelago di Chiloe e di
Magellano, nelle così dette Terre del Fuoco, popolate tutte
di innumerabili tribù indigene e affatto prive di ogni idea
di religione e di civiltà.
Don Fagnano in questo momento deve essere già disceso
nelle Isole Malvine, e di là correrà ad esplorare tu tte quelle
isole fino al Capo Horn, e vi studierà i punti più strategici
e meglio adatti per piantar colà le tende dei nuovi soldati
della Croce, che andranno presto a raggiungerlo.
Non potrete mai immaginarvi, o cari Cooperatori e Coo-
peratrici, quante vive istanze e quante suppliche mi giun­
gano di laggiù, da parte dei nostri infaticabili Missionari e
delle popolazioni stesse, affinchè mandiamo colà nuovi e
ragguardevoli rinforzi di uomini e di danaro.
Ed appunto per far conoscere meglio i bisogni e la con­
dizione, grazie a Dio, soddisfacente delle nostre Missioni
di America è venuto espressamente da quei lontani paesi
il nostro Missionario D. Luigi Lasagna, il quale non lasciò
intentata nessuna via per indurmi a preparare, anche que­
sta volta, una numerosa spedizione di Missionari Salesiani
e di Suore di Maria Ausiliatrice. Ne abbisogna anch'egli
di un buon numero per le Missioni, che gli affidai nel va­
stissimo Impero del Brasile, più esteso di per sè solo che
tu tta cpianta l’Europa, e dove vi sono regioni sconfinate,
popolate unicamente di selvaggi, che scorrazzano per im­
mense foreste, sospirando da secoli una mano amica, che
loro vada a sottrarli alla vergognosa barbarie, in cui gia-
ciono sepolti, e vi giaceranno ancora chi sa per quante

4.10 Page 40

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38
generazioni, se lo zelo di Missionari, sostenuti dalla carità
dei fedeli, non apporta loro presto un qualche aiuto.
Indotti da questi potenti motivi, abbiamo deciso di pre­
parare per il prossimo novembre la spedizione di un nuovo
drappello di Missionari, che raggiungeranno almeno il numero
di trenta, e che potranno anche essere di più, se i soccorsi
dei Benefattori ci giungeranno a tempo e copiosi.
Ciò posto, non vi sarà difficile capire, o cari Cooperatori
e Cooperatrici, che per allestire la novella schiera di con­
quistatori di anime e di propagatori del regno di Dio in
sulla terra, occorrono gravissime spese di sacri arredi, spese
di vestiario e biancheria, spese di suppellettili per la Chiesa,
scuola ed abitazione e spese urgentissime per i viaggi di
m are e di terra. Epperciò non mi resta altro che riporre
ogni mia speranza in Dio e nella generosità vostra, o ca­
rissimi Cooperatori e Cooperatrici, affinchè, come già mi
siete venuti in aiuto nelle spedizioni antecedenti, così non
indugiate a soccorrermi nella spedizione che attualmente
divisiamo, malgrado la grande strettezza di mezzi materiali
che ci affligge. Faccio quindi un nuovo appello alla vostra
carità ; ascoltate anche voi, al pari di me, la voce dei cari
Missionari ed il grido che ci mandano tanti poveri derelitti
da quelle lontanissime contrade.
Pertanto supplico i Cooperatori e le Cooperatrici a ren­
derci possibile la nuova spedizione, soccorrendoci colle
ferventi preghiere e colle offerte che potranno fare in tele
od oggetti di biancheria, in panni od abiti, in arredi di
chiesa od in vasi sacri, e più ancora in danaro, con cui
far fronte alle spese di viaggi e trasporti per terra e per
m are, in fine con qualsiasi limosina che la pietà loro sug­
gerisca e le loro forze permettano.
All’Oratorio di Torino, donde prenderanno le mosse i
nuovi Missionari, si riceverà con gratitudine sia a mano,
o per ferrovia, o per posta, quanto la vostra industriosa
carità sarà per inviare al nobile intento.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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39
Nel giorno poi, che sarà scelto per la partenza elei Mis­
sionari, prima della funzione di congedo, si terrà apposita
conferenza ai Cooperatori e Cooperatrici nel Santuario di
Maria Ausiliatrice, e epiesto vi sarà per tempo notificato,
affinchè coloro che lo desiderano possano intervenirvi, e
mentre fin d’ora v’invito, non voglio lasciar di pregarvi ad
aver la bontà eli cercare pure, tra i vostri conoscenti ed
amici, chi volesse eziandio concorrere col suo obolo a questa
opera di umanità e di fede.
Noi segneremo il vostro ed il loro nome nei registri del
nostro pio Istituto, per ricordarli ogni giorno nelle nostre
preghiere, per implorare dal Cielo copiose benedizioni so­
pra di voi e sopra tu tti quelli che ci beneficheranno, sopra
le loro famiglie e le opere loro, sicuri che Iddio li segnerà
nel libro della v ita, nel libro dei predestinati, poiché è
sentenza del grande Sant’Agostino, che chi procura effica­
cemente la salute delle anime, mette al sicuro l'anim a pro­
pria: Animam salvasti, animam tuam praedestinasti.
Maria SS. Ausiliatrice che si è costituita protettrice e
madre dei nostri Missionari e di quei poveri selvaggi, vi
ottenga da Dio ogni più eletta benedizione spirituale e
temporale.
Torino, li 15 Ottobre 1886.
Vostro aff.mo in G. C.
Sac. Giovanni Bosco
N, B. I caritatevoli Benefattori delle nostre Missioni sono pregati di
m andare le offerte direttam ente a D. Bosco in Torino, Via Cottolengo,
N. 32.

5.2 Page 42

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40
RELAZIONE DEL QUARTO CAPITOLO GENERALE
ESORTAZIONI VARIE.
Dilettissimi figli in G. C.,
Colla grazia del Signore abbiamo compiuto il IV Ca­
pitolo Generale, prescritto dalle nostre Costituzioni. Come
sapete, uno dei principali oggetti, di tale radunanza in que­
s t’anno era l’elezione del Capitolo Superiore. Sebbene pos­
siate già essere privatamente informati dell’esito di questa
elezione, spetta tuttavia a me, come Rettor Maggiore, co-
municarvene la notizia ufficiale secondo il prescritto delle
Deliberazioni (Dist. I. c. II. art. 23), affinchè ciascuno dei
Confratelli della nostra Pia Società sappia a chi rivolgersi,
nelle varie circostanze che possono occorrere e negli affari
che avesse a trattare.
Ecco pertanto l’ordine che si tenne: Il 31 Agosto, vi­
gilia del Capitolo Gen., si distribuì la nota di tu tti i Con­
fratelli che avevano i requisiti per essere eletti, ad ecce­
zione però del Rettor Maggiore e del Vicario, come pure
di Mons. Giovanni Cagliero, Vescovo di Magida e Vicario
Apostolico della Patagonia e del Rev.mo D. Giuseppe Fagnano,
Prefetto Apostolico della Patagonia Meridionale e della Terra
del Fuoco. Fattesi poi il 1° Settembre le preghiere stabilite, per
implorare i lumi dello Spirito Santo e la protezione della
SS. Vergine e di S. Francesco di Sales, si procedette il
giorno seguente all’elezione suddetta per votazione segreta,
presenti tu tti i Direttori coi Confratelli socii, che poterono
trovarvisi. Ne uscirono eletti, come Prefetto, il M. Rev. Sac.
Domenico Belmonte, che era Direttore della Casa di S. Pier
d’Arena; Catechista, ossia Direttore Spirituale, il M. Rev.
Sac. Giovanni Bonetti, già Cons. del Capitolo; Economo il
M. Rev.0 Sac. Antonio Sala, che già teneva tale carica,
<e come Consiglieri, i M. M. R. R. Sac. Francesco ■Cerniti,

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\\
41
Celestino Durando e Giuseppe Lazzero, elei quali i due ul­
timi già erano stati eletti membri del Capitolo Superiore
nelle precedenti elezioni, mentre il primo era stato da me
chiam ali a farne parte fin dallo scorso anno, come venne
notificato colla mia lettera dell’ 8 Dicembre 1885. Venuti
all’elezione del Maestro dei Novizi, ne uscì rieletto il M.
Rev. Sac. Giulio Barberis, die già occupava tale uffizio. Per
unanime acclamazione poi venne nominato Catechista Ono­
rario Mons. Giov. Cagliero, che aveva finora tenuto la ca­
rica di Catechista effettivo. Valendomi ora clelPautorità, che
mi viene conferita dalle nostre Sante Costituzioni, riguardo
alla distribuzione degli uffizi dei membri del Capitolo Su­
periore (Capo IX, Art. 6), incarico il Consigliere D. Celestino
Durando di assistere e coadiuvare il Prefetto Sig. D. Do­
menico Belmonte nella sua. nuova carica, confermo nell’uf­
fizio eli Consigliere Scolastico il Sig. Don Cerruti ed in quello
di Consigliere Professionale e Corrispondente per le Missioni
il Sig. Don Lazzerò.
Oggi solennità della Presentazione di Maria SS. al Tempio,
trovandosi già il personale al proprio posto, sono lieto di
avervi potuto dare l’annunzio dell’esito delle elezioni, e in
pari tempo v’invito a renderne grazie a Dio, alla Vergine
Ausiliatrice e a S. Francesco dì Sales colla recita di 3 Pater,
Ave e Gloria coll’ Oremus del glorioso nostro Patrono.
Ora non rimane che a prestar dal canto vostro piena
obbedienza al nuovo Capitolo, secondochè venne dal Signore
per mezzo vostro ordinato. Questa obbedienza sia pronta,
umile ecl ilare, quale ce la prescrivono le Regole. Riguar­
diamo i nostri Superiori come fratelli, anzi come padri
amorosi, che nulla altro desiderano che la gloria eli Dio,
la salvezza delle anime, il nostro bene ed il buon anda­
mento della nostra Società. Ravvisiamo in essi i rappresentanti
di Dio stesso, abituandoci a considerare le loro disposizioni,
come manifestazioni della divina volontà. E se qualche volta
avverrà che diano ordini non conformi ai nostri desiderii,

5.4 Page 44

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42
non rifiutiamoci perciò dall’ubbidienza. Pensiamo che anche
a loro torna penoso il comandar cose gravi e spiacevoli, e
ciò fanno, solo perchè riconoscono tali ordini come richiesti
dal buon andamento delle cose, dalla gloria di Dio e dal
bene del prossimo. Si faccia pertanto volentieri sacrifizio
dei proprii gusti e delle proprie comodità per sì nobile fine,
e si pensi che tanto più sarà meritoria presso Dio la nostra
ubbidienza, quanto più grande è il sacrificio che facciamo
neH’eseguirla.
Guardiamoci poi, o miei cari figliuoli, dal cadere nel
grave difetto della mormorazione che tanto è contraria alla
carità, odiosa a Dio e dannosa alle Comunità. Fuggiamo
la mormorazione riguardo a qualsiasi persona, fuggiamola
specialmente riguardo ai nostri Confratelli, sopratutto se Su­
periori. Il mormoratore, come dice la Sacra Scrittura, semina
la discordia, porta il malumore e la tristezza là dove regne­
rebbe la pace, l’allegria insieme colla carità. Procuriamo
perciò coll’ubbidienza, rispetto ed affezione di portarci in
modo che, come dice S. Paolo, i Superiori cum gaudio hoc
fa cia n t et non gementes (1), con gaudio abbiano essi a
compiere l’ufficio loro e non sospirando.
|
Ma l’ubbidienza e la carità non sono le sole cose che
desidero raccomandarvi in questa circostanza; una terza
cosa mi preme anche assai, ed è l’osservanza perseverante
del voto di povertà. Ricordiamoci, o miei cari figliuoli, che
da questa osservanza dipende in massima parte il benes­
sere della nostra Pia Società e il vantaggio dell’ anima
nostra. La Divina Provvidenza, è vero, ci ha finora aiutato,
e diciamolo pure, in modo straordinario in tu tti i nostri
bisogni. Questo aiuto, siamo certi, vorrà continuarcelo anche
in avvenire, per l’ intercessione di Maria SS. Ausiliatrice,
che ci ha sempre fatto da Madre. Ma questo non toglie
che noi dobbiamo usare dal canto nostro tu tta quanta la.
!
(1) Hebr. XVII, 17.

5.5 Page 45

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43
diligenza, sì nel diminuire le spese, ovunque si possa, come
nel far risparmio nelle provviste, ne’ viaggi, nelle costru­
zioni ed in generale in tutto quello che non è necessario.
Credo anzi che per questo noi ne abbiamo un dovere par­
ticolare e innanzi alla Divina Provvidenza e innanzi ai no­
stri stessi benefattori. Perciò, o miei cari figliuoli, vi rac­
comando caldamente la pratica di quanto è stabilito nelle
nostre Deliberazioni (Distinz. V) riguardo all’economia, so­
pratutto nei lavori e nelle costruzioni, nelle provviste e ne’
viaggi. Il Signore, siatene persuasi, non mancherà di be­
nedire largamente la nostra fedeltà ed esattezza nell’osser­
vanza di questi tre punti di tanta importanza, quali sono
l’ubbidienza, la carità e la povertà.
La grazia e la carità di N. S. G. C. regni sempre ne’
nostri cuori, ispiri le nostre parole ed informi le nostre
opere finché possiamo arrivare a possederlo nella patria
beata del Paradiso. Mi raccomando intanto alle preghiere
vostre e dei nostri giovani, mentre dal canto mio vi be­
nedico con tutto l’affetto del mio cuore e vi assicuro che
sono e sarò sempre, finché Dio mi darà vita,
Torino, 21 Novembre, 1886.
Vostro aff.mo in G. C.
Sac. Gio. Bosco.
P. S. I D irettori leggeranno questa circolare nella prim a radunanza
de’ confratelli, m a procureranno de’ punti in essa indicati re lativ i all’ub­
bidienza, carità e povertà, di fare nel corso dell’ anno tem a particolare
almeno di tre conferenze.
Intanto poi che si prepara la stam pa delle Deliberazioni adottate nel
III e IV Capitolo Generale, raccomando che si rileggano interam ente quelle
anteriori del II Capitolo Generale.

5.6 Page 46

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TERREMOTO AVVENUTO
SULLA RIVIERA LIGURE DI PONENTE.
Carissimi Figliuoli in G. C.,
Il terribile flagello del terremoto che il giorno 23 del­
l’ora scorso febbraio cagionò sulla Riviera Ligure di Po­
nente la spaventosa catastrofe, di cui sarete già informati,
mi obbliga a scrivervi questa lettera, per raccomandarvi
alcune cose, che giudico di molta importanza.
Anzitutto v’invito a ringraziare Iddio e la SS.ma Ver­
gine Ausiliatrice, che ci risparmiarono il dolore di avere
delle vittime tra i nostri, non ostante che varie nostre
Case esistano appunto nel luogo, dove fu maggiore il di­
sastro. A questo fine ciascun Direttore stabilisca un giorno,
che gli sembri più acconcio, esorti i Confratelli e i giovani
a fare una buona Confessione e Comunione, e si reciti la
terza parte del Rosario in suffragio delle anime di coloro,
che restarono morti sotto le rovine delle case. Nella sera
poi si canti il Te Deum, e s’ im parta la benedizione col
SS. Sacramento.
Intanto siccome ancor noi abbiamo sofferti non pochi
danni materiali, anzi abbiamo avuto per tal modo rovinata
la Casa di Bordighera da doverla rifabbricare, così convien
che tu tti ci mettiamo d’accordo per diminuire le spese in
ciascuna Casa, a fine di sopperire all’inaspettato bisogno.
Per altra parte tanti e sì gravi sono i disastri, ai
quali deve provvedere la carità pubblica, per le case da
ricostruire, pei poveri da ricoverare, per gli orfani da man­
tenere, che i nostri benefattori non si troveranno più in
grado di portare a noi quel maggior soccorso, di cui
avremmo mestieri.
Per la qual cosa vi raccomando che per quest'’ anno
non si m etta mano nè a fabbriche, nè a riparazioni, nè a

5.7 Page 47

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45
lavori ocl acquisti, che non siano richiesti dalla necessità.
Tutti poi e singoli i Confratelli sappiano dal canto loro
fai e quei sacrifizi e quelle privazioni, che sono del caso,
e vedano di evitare spese nei viaggi, nei libri, negli abiti
ed in ogni cosa possibile, tanto in casa quanto fuori di
casa. Con questa industria noi potremo riparare almeno in
parte i danni sofferti, ristorare la Casa abbattuta, e ri­
prendere le opere di religione e di carità, che sono alta­
mente reclamate dalla maggior gloria di Dio e dal bene
delle anime.
Sappiate poi anche giovarvi di questa trista circostanza
per esporre ai benefattori, con cui avrete a trattare, la
strettezza in cui ci troviamo, e in tal modo animarli alla
carità. Il semplice racconto del fatto può inspirare ottimi
pensieri.
Nè mancate di raccomandare ai giovani allievi che siano
buoni, divoti della Madonna, e vivano in grazia di Dio, per
m eritarsi la loro protezione in ogni tempo e in ogni luogo,
specialmente in mezzo ai pericoli repentini ed inaspettati,
come fu quello dell’accennato terremoto, che in un istante
fece più migliaia di vittime.
Ma mentre per una parte farete capire che simili fla­
gelli provengono dallo sdegno di Dio, e cessano per sua
misericordia, come si esprime la Chiesa: Ut m ortalium
corda cognoscant et, te indignante, talia flagella pro­
dire, et, te miserante, cessare, non tralasciate per altra
parte di eccitare tutti ad una grande confidenza in Dio,
il quale porta la terra nelle sue mani onnipotenti, ed ha
assicurato che non cadrà un capello dal nostro capo senza
la sua permissione: et capillus de capite vestro non
peribit.
Colgo pure questa propizia occasione per ringraziarvi
delle preghiere che fate per me, e vi domando in grazia
che le vogliate continuare, aggiungendovi un grande im­
pegno di salvare l’anima vostra, regolandovi da buoni re­

5.8 Page 48

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46
ligiosi; perchè il sapere che i miei cari figliuoli vivono
santam ente, che salvano delle anime, che onorano la Chiesa,
mi consola più (Fogni altra cosa, mi fa dimenticare i miei
malori e come risorgere a novella vita.
Infine imploro sopra di voi tutti e sopra i giovanetti
di cotesta Casa, la benedizione di Dio e la protezione di
Maria Ausiliatrice, mentre godo di potermi dire
Torino, 1 Marzo 1887.
Vostro aff.mo in G. C.
Scic. Giov. Bosco.
?5S5ÌS55ìB 5 S S ^ a^ ^
ULTIMO ADDIO E RICORDI.
Miei buoni Benefattori,
e mie buone Benefattrici,
Sento che si avvicina la fine di mia vita, ed è pros­
simo il giorno, in cui dovrò pagare il comune tributo alla
morte e discendere nella tomba.
Prim a dì lasciarvi per sempre in questa terra, io debbo
sciogliere un debito verso di voi e così soddisfare ad un
grande bisogno del mio cuore.
Il debito che io debbo sciogliere è quello della grati­
tudine per tutto ciò, che voi avete fatto coll’aiutarmi nel-
Feducare cristianamente e mettere sulla via della virtù e
del lavoro tanti poveri giovanetti, affinchè riuscissero la
consolazione della famiglia, utili a se stessi ed alla società,
e soprattutto affinchè salvassero la loro anima e in tal
modo si rendessero eternamente felici.
Senza la vostra carità io avrei potuto fare poco o nulla;

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47
colla vostra carità abbiamo invece cooperato colla grazia
di Dio ad asciugare molte lagrime e a salvare molte anime.
Colla vostra carità abbiamo fondato numerosi Collegi ed
Ospiti, dove furono e sono mantenuti migliaia di orfanelli
tolti dall’abbandono, strappati dal pericolo della irreligione
e della immoralità, e mediante una buona educazione, collo
studio e coll’apprendimento di un’arte, fatti buoni cristiani
e savii cittadini.
Colla vostra carità abbiamo stabilito le Missioni sino
agli ultimi confini della terra, nella Patagonia e nella Terra
del Fuoco, e inviato centinaia di operai evangelici ad esten­
dere e coltivare la vigna del Signore.
Colla vostra carità abbiamo impiantato tipografie in
varie città e paesi, pubblicato tra il popolo, a più milioni
di copie, libri e fogli in difesa della verità, a fomento della
pietà e a sostegno del buon costume.
Colla vostra carità ancora abbiamo innalzato molte cap­
pelle e chiese, nelle quali per secoli e secoli sino alla fine
del mondo, si canteranno ogni giorno le lodi di Dio e della
Beata Vergine, e si salveranno moltissime anime.
Convinto che, dopo Dio, tutto questo ed altro moltis­
simo bene fu fatto mediante l’aiuto efficace della vostra
carità, io sento il bisogno di esternarvene, e perciò, prima
di chiudere gli ultimi miei giorni, ve ne esterno la più
profonda gratitudine, e ve ne ringrazio dal più intimo
del cuore.
Ma se avete aiutato me con tanta bontà e perseveranza,
ora vi prego che continuiate ad aiutare il mio Successore
dopo la mia morte. Le opere che col vostro appoggio io
ho cominciate non hanno più bisogno di me, ma continuano
ad avere bisogno di voi e di tu tti quelli che, come voi,
amano di promuovere il bene su questa terra. A tu tti per­
tanto io le affido e le raccomando.
A vostro incoraggiamento e conforto lascio al mio Suc­
cessore che nelle private e comuni preghiere, che si fanno

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48
e si faranno nelle Case Salesiane, siano sempre compresi
i nostri Benefattori e le nostre Benefattrici, e che m etta
ognora l’ intenzione che Dio conceda il centuplo della loro
carità anche nella vita presente colla sanità e concordia
nella famiglia, colla prosperità nelle campagne e negli af­
fari, e colla liberazione ed allontanamento da ogni disgrazia.
A vostro incoraggiamento e conforto noto ancora che
F opera più efficace ad ottenerci il perdono dei peccati ed
assicurarci la vita eterna, è la carità fatta ai piccoli fan­
ciulli : Uni ex m inim is, ad un piccolino abbandonato, come
ne assicura il Divin Maestro G-esù. Yi fo eziandio notare
come in questi tempi, facendosi molto sentire la mancanza
dei mezzi m ateriali per educare e fare educare nella fede
e nel buon costume i giovanetti più poveri ed abbandonati,
la santa Vergine si costituì essa medesima loro protettrice;
e perciò ottiene ai loro Benefattori e alle loro Benefattrici
molte grazie e spirituali ed anche temporali straordinarie.
Io stesso, e con me tu tti i Salesiani, siamo testimonii
che molti nostri Benefattori, i quali prima erano di scarsa
fortuna, divennero assai benestanti dopo che cominciarono
a largheggiare in carità verso i nostri orfanelli.
In vista di ciò e am m aestrati dalla esperienza parecchi
di loro, chi in un modo e chi in un altro, mi dissero più
volte queste ed altre consimili parole: Non voglio che lei
m i ringrazi quando fo la carità suoi poverelli; ma
debbo io ringraziare lei, che me ne fa domanda. Dacché
ho cominciato a sovvenire i suoi orfanelli, le mie so­
stanze hanno triplicato. Un altro signore, il Comm. Antonio
Cotta, veniva sovente egli stesso a portare limosine, dicendo:
Più le porto danaro per le sue opere, e p iù i m iei a f­
f a r i vanno bene. Io provo col fatto che il Signore m i
dà anche, nella vita presente il centuplo di quanto io
dono p e r amor suo. Egli fu nostro insigne benefattore
fino alla età di 86 anni, quando Iddio lo chiamò alla vita
eterna, per godere colà il frutto della sua beneficenza.

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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- 49 —
Sebbene stanco e sfinito di forze, io non lascierei più
di parlarvi e raccomandarvi i miei fanciulli, che sto per
abbandonare ; ma pur debbo far punto e deporre la penna.
Addio, miei cari Benefattori, Cooperatori Salesiani e
Cooperatrici, addio. Molti di voi io non ho potuto cono­
scere di persona in questa vita, ma non importa: nell’altro
mondo ci conosceremo tutti, e in eterno ci rallegreremo
insieme del bene, che colla grazia di Dio abbiamo fatto in
questa terra, specialmente a vantaggio della povera gioventù.
Se dopo la mia morte, la Divina Misericordia, pei m e­
riti di Gesù Cristo, e por la protezione di Maria Ausiliatrice,
mi troverà degno di essere ricevuto in Paradiso, io pre­
gherò sempre per voi, pregherò per le vostre famiglie,
pregherò pei vostri cari, affinchè un giorno vengano tu tti
a lodare in eterno la Maestà del Creatore, ad inebriarsi
delle sue divine delizie, a cantare le sue infinite misericordie.
Amen.
Sempre Vostro obb.mo Servitore
Scie. Gio. Bosco.
Lettere di D. Bosco.

6.2 Page 52

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TESTAMENTO DI D. BOSCO AI SALESIANI.
M ie i c a r i ed a m a ti F ig li in G. C.,
Prima di partire p e r .la mia eternità, io debbo compiere
verso di voi alcuni doveri e così appagare un vivo desi­
derio del mio cuore.
Anzitutto io vi ringrazio col più vivo afletto dell’animo
per la ubbidienza che mi avete prestata, e di quanto avete
lavorato per sostenere e propagare la nostra Congregazione.
Io vi lascio qui in terra, ma solo per un po’ di tempo.
Spero che la infinita Misericordia di Dio farà che ci pos­
siamo tu tti trovare un dì nella beata eternità.
Yi raccomando di non piangere la mia morte. Questo
è un debito che tu tti dobbiamo pagare, ma dopo sarà lar­
gamente ricompensata ogni fatica, sostenuta per amore del
nostro Maestro, il nostro Buon Gesù.
Invece di piangere fate delle ferme ed efficaci risolu­
zioni di rimaner saldi nella vocazione sino alla morte. Ve­
gliate e fate che nè l’amor del mondo, nè l’affetto ai pa­
renti, nè il desiderio di una vita più agiata vi muovano
al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tras­
gredire la professione religiosa, con cui ci siamo conse-
crati al Signore. Niuno riprenda quello che ha dato a Dio.
Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi
in avvenire colla esatta osservanza delle nostre Costituzioni.

6.3 Page 53

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51
Il vostro primo Rettore è morto. Ma il nostro vero
Superiore, Cristo Gesù, non morrà. Egli sarà sempre no­
stro Maestro, nostra Guida, nostro Modello. Ma ritenete
che a suo tempo Egli stesso sarà nostro Giudice e Rimu­
neratore della nostra fedeltà nel suo servizio.
Il Vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro
che avrà cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascol­
tatelo, amatelo, ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto
per me.
Addio, o cari figliuoli, addio. Io vi attendo al Cielo. Là
parleremo di Dio, di Maria, Madre e sostegno della nostra
Congregazione ; là benediremo in eterno questa nostra Con­
gregazione, la osservanza delle cui Regole contribuì poten­
temente ed efficacemente a salvarci.
SU nomen Domini benedictum ex hoc nunc et us-
que in saeculum: In te, Domine, speravi, non confun-
dar in aeternum.
Sac. Gio. Bosco.

6.4 Page 54

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6.5 Page 55

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INDICE
A i D irettori d elle Case S alesiane
.......................................pag. 3
Lettere circolari di D. Bosco ed a ltri suoi scritti ai Sale­
s ia n i ......................................................................................................... » 7
Mezzi per coltivare le vocazioni e conservare lo spirito
di p ietà tra i S a lesian i ed i g io v a n i. — Bisogno di operai
Evangelici. — Mezzi per coltivare le'vocazioni, e m antenere
lo spirito di pietà. — P rom uovere associazioni. — F u g a delle
amicizie particolari del secolo. — Prontezza nel coricarsi e
nel l e v a r s i .................................................................................................... » 9
Otto a v v isi per il buon andam ento d ella Congi'egazione. —
L ettura delle deliberazioni. — Esercizio della buona morte. —
Non andare ai bagni. — Ubbidienza ai Superiori. — Non si tenga
danaro. — Non passare le vacanze presso i parenti o amici. —
Carità in opere e parole. — Scrivere al Rettor Maggiore due
volte all’a n n o ..................................... *..................................................... » 13
L ettu re — Danno delle cattive letture. — Domandare la lista dei
lib ri ai giovani in principio dell’anno. — V igilanza continua.
— Norme per le letture individuali e per quelle fatte in refettorio
ed in cam erata. — Stim a per le pubblicazioni dei nostri Confra­
telli ................................................................................................................ » 15
O sservanza d elle R egole — Ringraziam ento degli auguri. —
Mezzo per salvare l’anim a. — R isposta ad alcune difficoltà . » 20
D isp o sizio n i per i l co le r a . — D u ran te il colera si dia la benedi­
zione col SS. Sacram ento. — R iguardi e carità da usare. — Rico­
verare gli o r f a n i ........................................................................................ « 23

6.6 Page 56

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— 54 —
Diffusione dei linoni libri. — L a diffusione dei buoni lib ri mezzo
D ivino per la salute delle anime. — V antaggi di un libro
buono. — Ragioni ohe spingono a tale diffusione. — Le nostre
edizioni. — Norme pei giovani e per gli' abbonam enti da sug­
pag. gerire .........................................................................................................
24
E lez io n e d el V ica rio G enerale e di a ltr i su p erio r i. — Elezione
di Don R ua a Vicario Generale, e ragioni di tale scelta. —
Nuovo P refetto. — Nuovo Consigliere Scolastico. — Monsignor
Cagliero nom inato P ro-vicario delle m issioni dell’ A m erica del
Sud. — N o ta sui tito li negli i n d i r i z z i ......................... . . . » 30
C onvocazione d el qu arto Capitolo G enerale — Convocazione
del Capitolo Generale. — Elezione dei m em bri del Capitolo Supe­
riore. — Norme tra tte dalle Regole. — Invito a pregare per
l’assistenza dello S pirito S a n t o ......................................................... » 33
D isp o s iz io n i p e l C apitolo G en erale. 11 prossimo Capitolo Gene­
rale. — Tempo per m andare le proposte. — Preghiere da
farsi . ................................................................................ . . . . » 34
M issioni d'A m erica e nuova partenza. — Necessità di allargare
le m issioni nella P atagonia e nel Brasile. — Bisogno di aiuti
m ateriali. — Appello alla ca rità dei Cooperatori e delle Coo­
p eratici. — P artenza dei missionari e conferenza. — G ratitu­
dine e preghiere p e r gli oblatori . ............................................, » 35
R elazione del quarto Capitolo G enerale ed esortazioni varie.
— Relazione del Capitolo Generale. — I m em bri eletti del Ca­
pitolo Superiore. — Esortazioni alla p ratica dell’ubbidienza. —
F uga delle mormorazioni. — Lo spirito di povertà . . . » 40
Terremoto avvenuto n ella R iviera L igure di Ponente. — P ro­
tezione divina e ringraziam enti. — Rovina della Casa di Bor-
dighera. — V enire •in ’ soccorso. — Riflessi ai giovani. —
D om anda di p r e g h i e r e ........................................................................... » 44
U ltim o addio e ricordi ai Cooperatori — Ringraziamento per
gli aiuti p restati. — Esortazione a seguitare. — Ricompense
del Signore. — A rrivederci in c i e l o ............................................ » 46
Testam ento di Don Bosco a i S alesian i. — Ultimo addio. —
Ricordi S pirituali. — Obbedienza al S u c c e s s o r e .........................» 50

6.7 Page 57

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6.8 Page 58

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6.9 Page 59

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LETTERE CIRCOLARI DI D. RDA
ED ALTRI SUOI SCRITTI
AI SALESIANI

6.10 Page 60

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7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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ANNUNZIO DELLA MORTE
DI DON BOSCO
A i Salesiani, alle Figlie d i M aria Ausiliatrice,
a i Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane.
Coll’angoscia nel cuore, cogli occhi gonfi dal pianto,
con mano tremante vi do l’annunzio più doloroso, che io
abbia mai dato, o possa ancor dare in vita m ia; vi an­
nunzio che il nostro carissimo Padre in Gesù Cristo, il nostro
Fondatore, P a m i c o i l consigliere, la guida della nostra
vita, è m orto. Ahi I parola che trapassa l’anima, che tra­
figge il cuore da parte a p arte , che apre la vena ad un
profluvio di lagrime!
Le private e pubbliche preghiere innalzate al Cielo per
la sua conservazione hanno ritardato al nostro cuore que­
sto colpo, questa ferita, questa piaga am arissim a; ma non
valsero a risparmiarcela, come avevamo sperato.
Nulla ci conforta in questi istanti fuorché il pensiero
che così volle Iddio, il quale infinitamente buono nulla fa
che non sia giusto, sapiente e santo. Quindi rassegnati
chiniamo riverenti la fronte e adoriamo i suoi alti consigli.

7.2 Page 62

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Per ora non occorre che io vi dica come D on B osco
ha fatto la morte del giusto, calma e serena, munito per tempo
di tutti i conforti della religione, benedetto più volte dal
Vicario di G-esù Cristo, visitato con insigne pietà da prelati
ed incliti personaggi ecclesiastici e laici, nostrani ed esteri,
assistito con amore filiale da’ suoi alunni, curato con af­
fetto e perizia singolare da celebri dottori. Neppure vi dirò
qui delle sue virtù e delle opere sue, chè il tempo stringe
e il cuore non regge.
Pel momento vi notifico solo che, ancor pochi giorni
sono, D. B o sc o disse, che l’ opera sua non avrebbe sofferto
per la sua morte, perchè affidata alla bontà di Dio, perchè
protetta dalla valida intercessione di Maria Ausiliatrice,
perchè sostenuta dalla carità dei Cooperatori e Cooperatrici,
che avrebbero continuato a favorirla.
Dal canto nostro possiamo aggiungere ancora che ab­
biamo la più grande fiducia che sarà così, perchè D. B o sco
dal Cielo, ove fondatamente lo speriamo già accolto in gloria,
ci farà ora più che mai da amorosissimo padre, e presso il
trono di Gesù Cristo e della Divina sua Madre eserciterà
più efficacemente la sua carità verso di noi, e più abbon­
danti ci farà piovere le celesti benedizioni.
Incaricato di tenerne le veci, farò del mio meglio per
corrispondere alla comune aspettazione. Coadiuvato dal­
l’opera e dai consigli dei miei confratelli, certo che la Pia
Società di S. Francesco di Sales, sostenuta dal braccio di
Dio, assistita dalla protezione di Maria Ausiliatrice, con­
fortata dalla carità dei benemeriti Cooperatori Salesiani e
delle benemerite Cooperatrici, continuerà le opere dal suo
esimio e compianto Fondatore iniziate, specialmente per
la coltura della gioventù povera ed abbandonata e le estere
Missioni.
Ancora un pensiero. Ad esempio del glorioso nostro
Patrono S. Francesco di Sales, più volte D. Bosco udendo
o leggendo certe espressioni, che le persone benevole usa­

7.3 Page 63

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vano inverso di lui, ebbe a manifestare il timore che dopo
sua morte, creduto non bisognevole di suffragi, lo si lasciasse
in purgatorio. Pertanto, giusta il suo desiderio e per de­
bito di filiale affetto, raccomando a tu tti che vogliano
tosto far calde preghiere in suffragio dell’anima sua, ben
conoscendo che il Signore saprà a chi applicarne l’efficacia.
Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori e
Cooperatrici, giovanetti e giovanette alla nostra cura af­
fidati, noi non abbiamo più il nostro buon Padre in terra ;
ma lo rivedremo in Cielo, se faremo tesoro dei suoi consigli
e ne seguiremo fedelmente le virtuose pedate.
Credetemi anche nel dolore e nelle pene
Torino, li 31 Gennaio 1888.
Vostro affezionatissimo Confratello ed Amico
S ac. M ichele E o a.
N . B . Il Venerando D - B o s c o m ori il giorno 31 di Gennaio alle ore
4 3(4 antim eridiane. La sepoltura avrà luogo giovedì 2 Febbraio, alle
ore 3 pom., e la Messa funebre alle 9 Ij2 del m attin o , nella Chiesa di
M aria Ausiliatrice.
SUFFRAGI PER D- BOSCO
ED AVVISI.
Carissimi Direttori,
Nel lutto generale in cui caddero i Salesiani per la
dolorosa perdita fatta il 31 Gennaio nella persona del­
l’amatissimo nostro Padre D. Bosco, la Divina Provvidenza si
compiacque con varie circostanze alleviare le nostre pene.
Grande conforto fu l’aver potuto i principali Superiori e
più anziani confratelli assisterlo nella sua ultima malattia,
circondare il suo letto di morte e riceverne, qualche ora

7.4 Page 64

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prim a del suo transito, la benedizione suprema da esten­
dersi a tu tti i confratelli; altro conforto fu l’entusiasmo
pieno di venerazione manifestato da innumerevole moltitu­
dine d’ogni età, ceto e condizione nel giorno che rimase
esposto e nell’occasione della sepoltura, come pure le ge­
nerali condoglianze, che da ogni parte d’Europa ci perven­
gono: altro conforto quello d’aver ottenuto di conservarne
la salma nel Collegio Valsalice; ma conforto più grande
per tu tti i Salesiani è una lettera che lo stesso D. Bosco
scrisse a tutti i suoi figli, con incarico a me sottoscritto
di farne avere copia a ciascuno di essi (1). Ne mando a te un
numero sufficiente per tutti cotesti tuoi cari confratelli ; tu
favorisci farne una solenne distribuzione accompagnandola
con quelle raccomandazioni che ti parranno opportune.
Si è scelto un formato piccolo, come quello che è più ras­
somigliante all’ originale, che presso di me si conserva, e
più comodo per tenerla in un libro e rileggerla ogniqual­
volta se ne avrà piacere.
Sebbene già nella precedente mia ti abbia rammentato
i suffragi da farsi pel compianto nostro Superiore Maggiore,
tuttavia coll’occasione ti pongo sott’occhio quello che pre­
scrivono le Regole in generale, aggiugnendo quanto pare
opportuno per questo caso speciale della morte del Fonda­
tore. — Le Regole adunque prescrivono che alla morte del
Rettor Maggiore tu tti i Soci Sacerdoti celebrino una Messa
in suffragio suo, e tu tti gli altri confratelli facciano per
lui una Comunione. Ma trattandosi del nostro Fondatore,
oltre le preghiere private, parmi conveniente: 1° che si
reciti ogni giorno un Pater, Ave e Requiem per suffragio
dell’anima sua; 2° dove non si è ancor fatto, si faccia un
funerale solenne, lasciando al Direttore la scelta del giorno,
che gli parrà più opportuno. Anzi sarebbe nostro vivo de­
siderio che il Direttore vi invitasse tu tti i Cooperatori e le
(1) Vedi testam ento di D. Bosco.

7.5 Page 65

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Cooperatrici della città e vicinanze, facendo nella stessa
occasione la conferenza prescritta per San Francesco di
Sales, la quale potrà molto opportunamente raggirarsi que­
sta volta sulle virtù ed opere del defunto. 3° Nelle Case
ispettoriali si faccia ogni anno l’anniversario con Messa
funebre, finché, come speriamo, la Chiesa pronuncerà il
suo infallibile giudizio, dichiarandolo Venerabile.
Non occorre che io accenni che sarebbe affatto scon­
venevole questo carnovale il far clamorose ricreazioni, come
teatro e simili, chè su tal punto il tuo cuore addolorato
già ti avrà messo sull’avviso.
Una cosa ancora debbo dirti : fra le memorie, che il
tanto previdente nostro caro Padre lasciò al sottoscritto,
una ve n’ha, che riguarda il modo di far fronte ai debiti
lasciatici e al diritto di successione, che si dovrà fra non
molto pagare, ed eccola : siano sospesi i lavori di costru­
zioni.; non si aprano nuove case (e s’intende pure non si
assumano nuovi impegni nelle case esistenti che importino
necessità di maggiore personale, o di spese straordinarie),
non si decantino debiti; ma si usino comuni sollecitu­
dini per pagare la successione, estinguere le passività,
completare il personale delle case esistenti. Tanto per
norma a tutti i Salesiani e senza commenti.
Cari confratelli, adottando il consiglio datoci da un pio
e benevolo cooperatore, d’ora avanti sia il nostro motto
d’ordine: La santità dei figli sia prova della santità del
Padre: questo accrescerà il gaudio del nostro amato Don
Bosco, che già speriamo accolto in seno a Dio, mentre ri­
donderà a grande nostro spirituale profitto.
Credetemi quale godo professarmi
Torino, 8 Febbraio 1888.
Vostro in Aff.mo G. e M.
Sac. M i c h e l e B u a .
P. S. Questa lettera sia letta e spiegata ai confratelli nella prim a con­
ferenza che si dovrà quanto prim a tenere.

7.6 Page 66

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ELEZIONE STRAORDINARIA DI DON RUA
A RETTOR MAGGIORE
C a rissim i F r a te lli in G. C.
Prima che l’ amatissimo nostro Superiore Generale
D. M ichele R u a vi scriva come Successore del compianto
D. B osco, nostro Fondatore e Padre carissimo, crediamo
di farvi cosa gradita col premettervi noi medesimi alcune
parole in proposito della sua elezione, e che in certo qual
modo ve lo presentiamo.
Anzitutto vi facciamo rilevare che giusta le nostre Co­
stituzioni (cap. VII, n. 6, 7; e cap. Vili, n. 7,10), avve­
nuta l’irreparabile perdita eli D. Bosco, avrebbe toccato al
Prefetto della Congregazione il tenerne le veci, darne av­
viso a tu tte le Case, ricordare i suffragi prescritti, e poscia
d’accordo col Capitolo Superiore stabilire il giorno della
elezione del nuovo Rettor Maggiore, convocarne gli elettori,
e finalmente comunicarne la nomina a tutti i confratelli.
In quella vece varie di queste pratiche furono fatte dal
prelodato Don Rua, siccome Vicario del defunto, ed altre
furono omesse, perchè non necessarie.
Siccome poi la nomina del nuovo Superiore venne fatta
per via straordinaria, come vi diremo più sotto, così giu­
dichiamo più conveniente che ve ne sia dato avviso non
dal solo Prefetto, ma da tu tti i membri del Capitolo.
Primieramente giova sapere le circostanze, che precedet­
tero ed accompagnarono la elezione e la conferma del Suc­
cessore di D. Bosco nella persona del Rev.mo D. Rua.
Fin dal mese di ottobre del 1884 il S. Padre Leone XIII,
gloriosamente regnante, avendo saputo che la mal ferma
salute del lamentato nostro Padre andava ogni giorno de­
perendo, mosso dalla grande sua benevolenza verso dell’u-

7.7 Page 67

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itile nostra Congregazione, venne nel pensiero di provve­
dere all’avvenire di questa, facendolo consigliare che de­
signasse uno a succedergli, ovvero a prendere il titolo di
suo Vicario con successione. È pregio dell’opera il qui ri­
ferire parte della lettera, che sua Eccellenza Reverendissima
Monsig. Domenico Jacobini, Segretario della Congregazione
di Propaganda Fide, per incarico di Sua Santità scriveva
in proposito all’Eminentissimo Signor Cardinale Gaetano
Alimonda, veneratissimo Arcivescovo di Torino, grande­
mente benevolo verso Don Bosco e l’ Opera sua. La let­
tera accenna da principio alla elezione di Monsignor Ca-
gliero a Vescovo, e poscia prosegue così:
« Sua Santità in questa occasione mi ha ordinato di
scriverle sopra un altro oggetto interessantissimo. Egli
vede che la salute di Don Bosco deperisce ogni giorno e
teme per l’avvenire del suo Istituto. Vorrebbe dunque che
Vostra Eminenza con quei modi che sa sì bene adoperare
parlasse a D. Bosco, e lo facesse entrare nell’idea di de­
signare la persona che egli crederebbe idonea a succe­
dergli, ovvero a prendere il titolo di suo Vicario con suc­
cessione. Il Santo Padre si riserberebbe a provvedere nell’uno
o nell’altro modo, secondo crederebbe più prudente. Brama
però che V. E. faccia subito questo, che riguarda così da
vicino il bene dell’istituto,
« La prego, se non è ardire, di fare a D. Bosco i ral­
legramenti da mia parte pel nuovo onore che ottiene l’Ora-
torio, ed io chinato al bacio della s. Porpora passo all’onore
di segnarmi
Roma, Propaganda, 9 ottobre, 1884.
Della Em. V. Rev.ma
TJ.mo Dev.mo Servo
D o m e n ic o , Arcivescovo di Tiro.
« PS. Le sarei obbligatissimo se mi desse risposta su­
bito circa l’affare suddetto ».

7.8 Page 68

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10
Ricevuta questa lettera, PE.mo Sig. Cardinale Alimonda
venne in persona a parlarne a D. Bosco, il quale accolse
con vivo gradimento il saddetto invito fattogli a nome
dello stesso Santo Padre. Egli il 28 di ottobre comunicò
poscia al Capitolo Superiore il pensiero del Sommo Ponte­
fice, ci fece rilevare l’alta sua benevolenza e il vivo inte­
resse, che non ostante la sollecitudine per la Chiesa uni­
versale prendeva pel benessere della piccola nostra Con­
gregazione, e intanto ci manifestò che aveva giudicato di
interpretare il nostro sentimento designando a suo Succes­
sore ed eleggendo a suo Vicario il prelodato D. Michele
Rua, in allora Prefetto della Congregazione. In questo senso
D. Bosco scriveva al Vicario di Gesù Cristo apposita let­
tera, della quale con rincrescimento non ci venne dato di
rinvenire copia.
La nominata lettera di D. Bosco unitamente con altra
del Cardinale Alimonda andava a Roma diretta al Cardi­
nale Lorenzo Nina di f. m. allora nostro Protettore, il quale
la umiliava nelle mani del Santo Padre nella udienza del
27 novembre dell’anno medesimo. Il Papa fu oltremodo
contento della scelta fatta da D. Bosco, e l’approvò, dando
ordine che ne fosse emanato apposito decreto. Tre giorni
dopo il Cardinale protettore comunicava questa disposizione
pontificia all’Eminentissimo Alimonda con lettera di questo
tenore:
E.mo e Rev.mo Signor mio Osserv.mo
« Giovedì scorso, giorno di mia ordinaria udienza, mi
recai a dovere di presentare al Santo Padre la lettera di
D. Bosco insieme a quella dell’Eminenza Vostra. Sua San­
tità rimase oltremodo soddisfatta e tranquilla nell’ ap­
prendere come all’avvenire dell’istituto Salesiano rimarrebbe
abbastanza bene provveduto coll’affìdarne il regime a D. Rua,
qualora venisse a mancare l’egregio D. Bosco, che Dio però

7.9 Page 69

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11
conservi molti anni, al quale intento il S. Padre m ’incaricò
d’inviargli una particolare apostolica benedizione.
« Si compiaccia pertanto l’Eminenza Yostra tenerne di
quanto sopra informato il prelodato D. Bosco quando le si
presenterà l’occasione, ed intanto gradisca da mia parte i
sensi della mia particolare stima e venerazione, baciandole
umilissimamente le mani e raffermandomi
Di Yostra Eminenza
Roma, 30 Novembre, 1884.
U.mo dev.mo ecl aff.mo Servitor vero
L. Card. Nina. »
Alla sullodata lettera del Cardinale Protettore l’Eminen-
tissimo Alimonda in data del 26 dicembre faceva riscontro
con altra su a, dalla quale riproduciamo il seguente pe­
riodo, relativo all’affare del Vicario di D. Bosco con futura
successione:
« E dapprima debbo ringraziarla dell’ ultima venerata
sua lettera, nella quale aveva la bontà di riferirmi come
il Santo Padre avesse gradito la nomina dell’ottimo D. Rua
a Vicario Generale del R.mo D. Bosco, con diritto a suc­
cedergli nel governo della Congregazione Salesiana. Della
bella notizia e molto più della benedizione apostolica dalla
Em. V. comunicata, D. Bosco e i suoi religiosi si rallegra­
rono grandemente e ne professano riconoscenza al loro
amato Protettore. »
Riprodotti questi documenti, dobbiamo ora farvi notare
che parte di essi furono da noi ignorati sino alla morte
del nostro carissimo D. Bosco, e ignorati al punto che, a
malgrado di quanto egli ci aveva verbalmente comunicato,
sorse tuttavia in noi e nello stesso D. Rua il dubbio, se
questi dovesse ritenersi per suo Successore, oppure no.
Questo dubbio non si dileguò neppure allora, quando ci
vennero in mano alcune delle mentovate lettere ; imperoc­
ché mancava tuttavia il decreto dell’approvazione pontifìcia

7.10 Page 70

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12
alla proposta fatta da D. Bosco, ed anche la lettera sua,
per cui non potevamo conoscere se egli avesse designato
un Vicario con futura successione o solo durante la sua
«
vita. Per non commettere alcuna irregolarità, fu esposto
il dubbio al Cardinale Alimonda, che fu pel sì; ma con­
sigliò nondimeno Don Rua ad esporre ogni cosa al Santo
Padre, domandando le ulteriori sue savie disposizioni, e i
membri del Capitolo Superiore a scrivere al Cardinale Lu­
cido Maria Parecchi, Vicario di Sua Santità, presentemente
nostro benevolo Protettore, informandolo del fatto. E così
venne praticato.
Il sig. Don Rua, in data dell’ 8 scorso febbraio, dopo
esposte al S. Padre le cose come le aveva ricavate dai
citati documenti, terminava la sua lettera così :
« Beatissimo Padre, considerando la mia debolezza e
incapacità l rovomi spinto a farvi umile preghiera di voler
portare su altro soggetto più adatto il sapiente vostro
sguardo, e dispensare lo scrivente dall’ arduo uffizio di
Rettor Maggiore, assicurandovi però che coll’aiuto del Si­
gnore non cesserò di prestare con tutto l’ardore la debole
opera mia in favore della Pia nostra Società, in qualunque
condizione venissi collocato. »
Il Capitolo Superiore, con a capo Mons. Giovanni Ca-
gliero, scriveva alla sua volta la lettera seguente al Car­
dinale Protettore:
Eminenza Reverendissima,
« Il Sac. Michele Rua, già Vicario del venerando nostro
Fondatore Don Giovanni Bosco, dì cui piangiamo tuttavia
l’irreparabile perdita, espose al S. Padre un dubbio intorno
al Successore, e ne domanda e attende lo scioglimento
dalla sua alta sapienza.
« Dal canto nostro noi umili sottoscritti saremmo lie­
tissimi che il S. Padre confermasse a nuovo ^Rettor Mag-

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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giore, ossia a Superiore Generale dell’umile Società di San
Francesco di Sales, il prelodato Sac. Michele Rua, designato
già e proposto a suo Vicario dal nostro Don Bosco mede­
simo, dopo invito ricevuto per parte di Sua Beatitudine,
che nella sua paterna bontà desiderava vedere per tal
modo assicurato il benessere della Congregazione Salesiana ;
anzi, siccome annoverati tra i primi Superiori noi cono­
sciamo le disposizioni degli animi non solo degli elettori,
ma di tu tti i Socii, così siamo in grado di assicurare
colla più intima persuasione del cuore che la notizia, la
quale portasse che il S. Padre diede a nostro Superiore
Generale il Sac. Michele Rua, sarebbe accolta non sola­
mente con profonda sottomissione., ma con sincera e cor­
dialissima gioia.
« Aggiungiamo di più: Ancorché si addivenisse all’atto
di una elezione secondo la Regola, tuttavia è sentimento
comune che Don Rua sarebbe 1’ Eletto a pieni voti, e ciò
in ossequio a Don Bosco che lo ebbe sempre quale suo
primo confidente e braccio destro, ed anche per la stim a
che tutti ne hanno per le sue esimie virtù, per la parti­
colare abilità nel governo dell’ Istituto, e per la sua sin­
golare destrezza nel disbrigare gli affari, di cui diede già
luminose prove, sotto la direzione dell’ indimenticabile e
carissimo nostro Fondatore e Padre.
« Noi sottoponiamo umilmente questi nostri riflessi alla
considerazione dell’Em.za V. Rev.ma, qualora Ella nella ben
nota sua prudenza giudicasse farne parola col Santo Padre,
cui ci gloriamo riconoscere sempre qual Supremo Modera­
tore della Pia Società Salesiana, ed al quale promettiamo
di lavorare, soffrire, vivere e morire in sostegno e difesa
dell’Apostolica Sede, come colle parole, cogli scritti e col­
l’esempio c’insegnò a fare il lacrimato nostro Don Bosco.
« Non possiamo poi non cogliere questa propizia oc­
casione per esternare anche in nome di tu tti gli altri nostri
Confratelli gli intimi sentimenti di riconoscenza e di gra­

8.2 Page 72

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— 14 —
titudine verso la Em.za V. Rev.ma per la paterna bontà,
con cui ci fece fin qui da Protettore. La preghiamo a con­
tinuarci la preziosa sua benevolenza, e Le promettiamo di
fare quanto per noi si possa col nuovo Rettore che ci
sarà dato, affinchè l’uffizio di Protettore dei Salesiani non
Le abbia da riuscire più difficile di quello che lo sia stato
finora.
« Ciò speriamo tanto più ora, che possiamo confidare
che il nostro buon Padre intercederà per noi con perfetta
carità presso al trono di Dio e dell’ augusta Regina del
Cielo, Maria SS. Ausiliatrice.
« Abbia infine l’Em.za V. Rev.ma la insigne bontà di
tenere gli umili suoi clienti ognora presenti nelle fervide
sue preghiere, e mentre nella nostra pochezza supplichiamo
il buon Dio che Le renda il contraccambio di quanto Ella
fece e farà pei Salesiani, ci gode l'animo di professarci
con altissima stima e profonda riverenza.
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Torino, 9 Febbraio 1888.
Umil.mì ed Osseq.mi Servitori
G io v a n n i, Vescovo di Magida, Vicario Ap. della Pa­
tagonia Sett. Sac. D o m en ico B e lm o n te , Prefetto
Sac. G io v a n n i B o n e t t i , Direttore Spirituale Sac.
A n t o n i o S a l a , Economo — Sac. C e l e s t i n o D o r a n d o ,
Consigliere Sac. G iu se p p e L a z z e r o , Consigliere
Sac. A n to n io R i c c a r d i , pel Sac. F r a n c e s c o C e r r u t i Con­
sigliere assente ma consenziente — Sac. Gio. B a t t i s t a
L e m o y n e , Segretario — Sac. G iu lio B a r b e r e , Maestro
dei Novizi. ))
Questa lettera del Capitolo Superiore tornò molto gra­
dita al Cardinale Protettore il quale nell’ udienza dell’11
febbraio riferendo a Sua Santità quanto spettava al Suc­
cessore di D. Bosco, ne otteneva la conferma di D. Rua a

8.3 Page 73

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15
Eettor Maggiore della Congregazione secondo il comun de­
siderio. L’Eminentissimo Parecchi aveva la grande bontà
di darne avviso della stessa sera a Mons. Cagliero con
questa lettera :
Ill.rno e Rev.mo Monsignore,
« Lieto di aver ottenuto dalla Santità di N. Signore
l’esaudimento della giusta brama di Y. S. Ill.ma e de’
suoi degnissimi confratelli, m’affretto a parteciparle, Mon­
signore carissimo, l ’avventurata novella.
In questo punto il S. Padre ha riconfermata la no­
mina di Don Rua a Rettor Maggiore della Congregazione
Salesiana per 12 anni.
« Sia Lodato il Signore, qui mortificat et vivificai,
deducit ad inferos et vedutiti
« Dica per me tante cose ai soscrittori della lettera
inviatami da V. S. Ill.ma, alle cui sante orazioni mi rac­
comando.
Di Y. S. Reverendissima
Roma, 11 Febbraio 1888.
Card. L. M. P a r o c c h i . »
Quasi contemporaneamente a queste pratiche D. Rua
andava a Roma, ed aveva la felicissima sorte di una pri­
vata udienza dal Santo Padre. Di questa vi darà relazione
egli medesimo. Noi a compimento e quasi a corona di
questa nostra esposizione vi diamo l’ufficiale Decreto di sua
nomina, il quale è così concepito:
EX AUD. SS.
D ie x i F e b r u a r ii 1888.
« SS. D. N. Leo PP. XIII, audita relatione subscripti
Cardinalis Salesianorum Protectoris, decretum confirmavit
datum sub die 27 novembris 1884, relatore E.mo Nina
tunc praefatae Congr. Protectore, quo decreto scilicet San-

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ctitas Sua Reetoris Maioris eiusdem Sodalitatis nominationi
et successioni providit (loco fundatoris optime meriti, quem
SS.mus diu incolumem voluisset), de persona Rev.mi D.ni
Michaèlis Rua, Salesianae Congr. Sacerdotis professi.
« Voluit insuper Sanctitas Sua, u t praelaudatus Sa-
cerdos Michael Rua nomen cum officio Rectoris Maioris
haberet ad annos duodecim, iuxta Congr. Salesianae sta­
tata, quorum annorum computatio initium ab hodierna
die sumat, idque officium et nomen tali modo susceptum
singulare adeo habeatur, ut numquam in exemplum ad­
duci possit.
« Demum mandavit SS.mus, ut de secuta decreti con-
firmatione et renovatione certior fleret S. C. Epp. et Regg.,
nec non electus cum Sales. Sodalitatis senioribus.
L. M. P a r o c c h i
Sai. Congr. Card. Protector. »
Come vedete, carissimi Confratelli, oltre le buone qua­
lità che già lo commendavano, il nuovo Rettore ci venne
designato dal gran cuore del compianto nostro Padre e
Fondatore Don Bosco, anzi ci venne dato dallo stesso Vi­
cario di nostro Signor Gesù Cristo. Non occorre pertanto
che noi ve lo raccomandiamo con molte parole; imperocché
siamo più che sicuri che tutti lo amerete e lo obbedirete
non solo per dovere e per la stima che gli portate, ma
eziandio in ossequio al Santo Padre, e in grata memoria
di D. Bosco, del quale per 30 e più anni fu il più intimo
confidente, e del cui spirito s'imbevette fin dalla sua più
verde età. ColPamore e coll’ obbedienza noi gli renderemo
più leggero il peso della responsabilità, che si venne ora a
posare sopra le sue spalle, o piuttosto sopra il suo cuore ;
e metteremo anche in pratica la calda raccomandazione,
che ci fece il carissimo nostro D. Bosco in quella teneris­
sima le tte ra , che ci lasciò come testamento. Sì, amati
fratelli, risuonino sempre alle nostre orecchie queste amo-

8.5 Page 75

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— 17 -
rasissime parole del nostro buon Padre : I l vostro primo
Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro, che avrà
cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo,
amatelo, ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto
per me.
Infine ci raccomandiamo alle preghiere di tu tti, e alla
nostra volta pregando che regni tra di voi la carità di
nostro Signor Gesù Cristo, e che Maria Ausiliatrice stenda
sul vostro capo il manto di sua m aterna protezione, go­
diamo di professarci nel Signore
Torino, 7 Marzo 1888.
Vostri aff.mì Confratelli
!$ i G io v a n n i, Vescovo — Sac. D o m en ic o B e l m o n t e , Pre­
fetto Sac. G io v a n n i B o n e tt i , Direttore Spirituale
Sac. A n to n io S a l a , Econo?no Sac. C e l e s t i n o D u ­
r a n d o , Consigliere Sac. F r a n c e s c o C e r r d t i , Consi­
gliere Sac. G iu se p p e L a z z e r o , Consigliere.
N . B . — Ricevuta questa Lettera, i D irettori raduneranno i Soci in
conferenza e ne daranno le ttu r a ; poscia la riporranno nell’archivio.
PRIMA LETTERA DEL NUOVO RETTOR MAGGIORE.
(N . 1)
UDIENZA AVUTA DAL S. PADRE.
C arissim i F ig li in G. C.
Dopo la lettera spedita a tutte le Case salesiane dal
nostro Eev.do Capitolo Superiore oggi per la prima volta
vi scrivo nella nuova mia qualità di Eettor Maggiore, a
cui malgrado la mia indegnità, venni dalla Divina Provvi­
denza innalzato nel modo che in quella a voi tu tti fu ma-.
Lettere di D. Hua.

8.6 Page 76

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18
nifésto. Mi presento sotto gli auspizii di San Giuseppe, di
cui corre in questo giorno la solennità; e nutro fiducia
che questo gran Santo, Patrono della Chiesa universale,
vorrà colla sua Sposa Santissima essere altresì il Protet­
tore speciale dell’umile nostra Società ed assistermi beni­
gnamente nel disimpegno del mio uffizio.
Avrei molte cose a dirvi, ma per questa volta giudico
di fare cosa molto a voi gradita e profittevole raccontan­
dovi l’ udienza avuta da S. S. Leone XIII il giorno 21
Febbraio. Voi ne troverete più sotto apposita relazione. Da
quella voi potrete rilevare in quale alto concetto fosse te­
nuto l’amantissimo nostro Fondatore dal Vicario di nostro
Signor Gesù Cristo.
Eguale stim a posso pur dire che godeva presso gli
Eminentissimi Cardinali ed altri distinti personaggi che
ebbi 1’ onore di visitare : tu tti parlavano del compianto
D. Bosco coi più grandi encomii, anzi parecchi fra essi mi
esortarono ad iniziare al più presto la causa per la sua
beatificazione. In modo particolare il Cardinal Vicario, no­
stro benevolo P rotettore, il quale me ne aveva già fatto
scrivere in proposito prima che andassi a Roma. Colà egli
me ne parlò con molto interesse nelle due udienze che
mi diede, e prendendo da lui congedo, le ultime sue pa­
role furono : Le raccomando la causa di Don Bosco : le
raccomando la causa di Don Bosco.
Le espressioni del Sommo Pontefice e le dette racco­
mandazioni dell’E.mo suo Vicario destarono in me due pen­
sieri: Uno si è di m ettersi tosto all’opera per raccogliere
le memorie riguardanti la vita del nostro caro Padre.
Pertanto esorto caldamente tutti i confratelli a scrivere
quanto essi conoscono di particolare sui fatti della sua
vita, sulle sue virtù teologali, cardinali e morali, sui suoi
doni soprannaturali, su guarigioni o profezie o visioni e
simili. Siffatte dichiarazioni dovranno essere inviate al Di­
rettore Spirituale, il Sac. D. Bonetti, incaricato di racco-

8.7 Page 77

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— 19 —
giierle e farne base all’iniziamento della causa. Per norma
dei relatori noto eziandio che a suo tempo essi potranno
essere chiamati a prestare giuramento su quanto riferi­
scono e perciò raccomando la più grande fedeltà ed esat­
tezza.
L’altro pensiero che mi rim ase fisso in mente fu che
noi dobbiamo stimarci ben fortunati di essere figli di un
tal Padre. Perciò nostra sollecitudine dev’essere di soste­
nere e a suo tempo sviluppare ognora più le opere da lui
iniziate, seguire fedelmente i metodi da lui praticati ed
insegnati, e nel nostro modo di parlare e eli operare cer­
care di imitare il modello che il Signore nella sua bontà
ci ha in lui somministrato. Questo, o Figli carissimi, sarà
il programma che io seguirò nella mia carica ; questo pure
sia la mira e lo studio di ciascuno dei Salesiani.
Ora una parola di ringraziamento mi resta a dirvi. Molti
di voi individualmente o collettivamente dopo la dolorosa
perdita sofferta mi scrissero lettere piene di sentimenti di
rispetto e d’affezione, facendomi le più belle promesse di
obbedienza e piena sudditanza. Intendo colla presente di
ringraziarne cordialmente gli autori e tutti quelli che vi
presero ed avrebbero voluto prendervi parte. Tali testimo­
nianze di attaccamento e di religiosa soggezione riuscirono
di non leggero alleviamento al mio dolore ed infusero nel
mio cuore la fiducia di trovar meno scabroso il mio cam­
mino.
Ciò non ostante non posso nascondere nè a me nè a
voi il grande bisogno che ho delle vostre preghiere. Alla
vostra carità pertanto mi raccomando, affinchè tu tti mi
sosteníate colle valide vostre orazioni. Dal canto mio vi
assicuro che tenendovi tu tti nel mio cu o re, ogni giorno
nella S. Messa vi raccomanderò al Signore, affinchè vi as­
sista colla sua santa grazia, vi difenda da ogni pericolo,
e sopratutto ci conceda di trovarci un giorno tu tti in­
sieme, nessuno escluso, a cantare le sue lodi in Paradiso,

8.8 Page 78

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dove ci attende, siccome ce lo scrisse il nostro am atis­
simo Padre D. Bosco. Coraggio, cari figli in G. C., coll’a­
iuto di Dio e colla fedeltà a perseverare nella nostra vo­
cazione riusciremo in questo affare così importante. Diffi­
dando però di noi medesimi, ricorriamo concordemente alla
nostra Celeste Madre Maria Ausiliatrice, al suo purissimo
sposo S. Giuseppe ed al nostro Patrono S. Francesco : essi
non mancheranno di venirci in aiuto.
Nei Cuori dolcissimi di G. e di M. abbiatemi sempre
quale mi professo
Torino, 19 Marzo 1888.
Vostro affezionatissimo amico
Sac. M i c h e l e R u a .
PRIMA UDIENZA AVUTA DAL SANTO PADRE
dopo la morte di D. Bosco.
E ra il giorno 21 di Febbraio dell’anno corrente 1888.
Ammesso pel primo all’udienza di quel dì verso le 10 an­
timeridiane, il S. Padre Leone XIII mi accolse con grande
bontà e chiamandomi per nome mi disse: — Don Rua,
voi siete il successore di D. Bosco: mi condolgo con voi
per la perdita che avete fatta, ma mi rallegro perchè
Bosco era un Santo e dal Cielo non mancherà di assi­
stervi. — Io risposi al S. Padre : — S a n tità , io la rin­
grazio di queste consolanti parole che mi infondono grande
coraggio. Intanto per la prima volta che ho la fortuna di
presentermi a V. S. nella qualità di Rettor Maggiore Le
offro gli omaggi miei e di tu tta la Pia Società di S. Fran­
cesco di Sales. Tutti i Salesiani vogliono essere sempre
figli devoti, rispettosi, obbedienti, affezionati di V. Santità
e della Chiesa, continuando a lavorare quanto possono alla
gloria di Dio ed al bene delle anime, sostenendo le opere

8.9 Page 79

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— 21 —
iniziate dal compianto nostro Fondatore. — Bene, rispose
il Papa, continuate quelle sante imprese, ma per ora pro­
curate di assodarle bene. Per qualche tempo non abbiate
premura di estendervi, bensì di sostener bene e sviluppare
le fondazioni già fatte. — È precisamente, risposi, la, rac­
comandazione fattam i per iscritto dal nostro caro D.. Bosco,
die in un Promemoria fra le altre cose mi notò di so­
spendere per qualche tempo l’apertura di nuove Case per
completare il personale in quelle già esistenti, — Sì, sì.
disse Sua Santità, conviene fare in questo modo, tanto pei
Salesiani quanto per le Figlie di Maria Ausiliatrice: af­
finchè non avvenga come a qualche altro Istituto che si
estese troppo rapidamente e poi non potè sostenersi in
modo convenevole ; mandando solo due o tre persone a
fondare nuove Case ed abbandonandole a se stesse fecero
poco buona riuscita. — Qui io feci notare al Santo Padre
che i Salesiani devono, secondo la Eegola inserta dalla
S. Sede nelle loro Costituzioni, essere in numero di sei per
ogni nuova fondazione e che questo era una buona salva-
guardia.
Il Papa continuando il suo ragionamento soggiunse: So-
vratutto procurate che le persone che dovete mandare nelle
varie Case siano ben ferme nella virtù. Al che si deve
provvedere specialmente nel noviziato. E voi lo fate far
bene il noviziato ? Per quanto tempo ? — S. Padre, risposi,
il noviziato si suol fare da noi per un anno dagli aspi­
ranti alla carriera Sacerdotale e due dai coadiutori. — Va
bene, soggiunse Sua Beatitudine, ma raccomandate a chi
li dirige di attendere diligentemente alla riforma della
vita dei novizi. Questi, quando entrano portano con sè
della scoria; e quindi hanno bisogno di esserne purgati
e venir rim pastati allo spirito di abnegazione, di obbe­
dienza , di umiltà e semplicità e delle altre virtù neces­
sarie alla vita religiosa; e perciò nel noviziato lo studio
principale e direi unico dev’ essere di attendere alla prò­

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pria perfezione. E quando non riescono a correggersi, non
abbiate timore di allontanarli. Meglio qualche membro di
meno, che avere individui che non abbiano lo spirito e le
virtù religiose.
— Santità, la ringrazio di questi santi consigli e pro­
cureremo di farne tesoro, come provenienti dal Capo della
Chiesa, dal Vicario di Gesù Cristo, a cui il nostro amato
D.. Bosco c’inculcava cotanto di professare la più illimitata
obbedienza, rispetto ed affezione. Anzi ricordiamo benissimo,
come in quest’ultim a m alattia, anche quando non aveva
più che un filo di voce, di tratto in tratto parlando ai Su­
periori, che circondavano il suo letto, loro diceva: — Do­
vunque vadano i Salesiani procurino sempre di sostenere
l’autorità del Sommo Pontefice, e di insinuare ed inculcare
rispetto, obbedienza ed affetto alla Chiesa ed al suo Capo.
— A queste parole il S. Padre parve commuoversi e disse :
— Oh! si vede che il vostro D. Bosco era un santo si­
mile in questo a S. Francesco d’Assisi, che quando venne
a morire raccomandò caldamente ai suoi religiosi eli essere
sempre figli devoti e sostegno della Chiesa Romana e del
suo Capo. Praticate cjueste raccomandazioni del vostro
Fondatore e il Signore non mancherà di benedirvi.
Domandò poi notizie delle Case d’Italia, di Francia,
Spagna, d’Inghilterra, Austria ed America, fermandosi con
particolare compiacenza a parlare delie Missioni della Pa­
tagonia e della Terra del Fuoco. Mi chiese pare se cono­
sceva tu tte quelle Case, specialmente quelle d’Italia : udita
la risposta affermativa, elimanclò notizie eli Mons. Cagliero.
Risposi che Mons. Cagliero per divozione al S. Padre, per
partecipare al suo Giubileo sacerdotale erasi recato in Italia,
e che il Signore lo aveva ricompensato con fargli avere la
consolazione di poter assistere l'amato nostro Padre nella
sua ultim a infermità e nella sua m orte, raccogliendo dal
suo labbro le ultime raccomandazioni e consigli; anzi eli
potergli amministrare i Sacramenti. — Ma c’eravate anche

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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23
voi ? — Sì, Santo Padre, anch’io l’ho assistito : ma essendo
Vescovo Mons. Cagliero, ho creduto conveniente lasciare a
lui tale incarico. — Bene, era a proposito.
A questo punto io ripresi la parola per ringraziare
S. S. della benevolenza usata finora alia nostra Pia So­
cietà ed anche delle parole piene di bontà indirizzate a
nome suo dall’Em.0 Cardinal Rampolla Segretario di Stato
nell’occasione della morte di D. Bosco, ed intanto pregarla
di continuarci l’alta sua benevolenza. Il S. Padre rispose:
— Ho sentito anch’ io vivamente la perdita del vostro
Padre, e quando il Cardinal Segretario di Stato me ne
diede da parte vostra la notizia, ho voluto indicargli pre­
cisamente le parole che avrebbe avuto ad usare nella ri­
sposta. Ora tutto l’affetto e la benevolenza che portava a
Bosco, l’avrò per voi e per la Società da lui fondata. —
La ringrazio tanto, Santità: e queste parole mi sono del
più grande conforto. — Ora la prego rispettosam ente a
voler benedire me, i miei cari confratelli, tu tte le Figlie di
Maria Ausiliatrice, tu tti i Cooperatori e le Cooperatrici Sa­
lesiane, come pure tutti i nostri allievi e dipendenti. —
Sì, volentieri e di cuore benedico voi, i vostri Confratelli,
le Figlie di Maria Ausiliatrice, i vostri buoni Cooperatori e
Cooperatrici, e tu tti quelli che vi stanno a cuore- — San­
tità, se permettete, chiamerò a ricevere la benedizione an­
che il nostro Procuratore Generale ed il mio Segretario che
sono nell’anticamera ad aspettare. — S ì, chiamateli che
vengano aneli’essi. — Suonato un campanello, si fecero
venire avanti. A D. Cagliero Procuratore e Direttore della
Casa di Roma il S. Padre disse: — Noi ci siamo già
visti? — Sì, Santità, sono il Procuratore Generale dei Sa­
lesiani e Direttore dellla Casa del Sacro Cuore qui in Roma.
— Allora il Santo Padre soggiunse: — Procurate che la
Casa di Roma sia una Casa modello, poiché essa è molto
importante. — Io osservai : — Fu appunto questo l’argo­
mento della conferenza che ho tenuto ai confratelli di detta

9.2 Page 82

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_ 24
Casa in questi giorni. — Il S. Padre soggiunse: — Eli
già, poiché la Casa di Roma è dove sta il Papa, sotto ai
suoi occhi, si può diro ; a lui può esser subito riferito
quanto in essa avviene. — D. Cagliero rispose: Santità,
procureremo di fare il possibile per corrispondere all’alta
sua bontà e ai sapienti suoi avvisi. — Sì, fate in modo
di procurar sempre consolazioni al Papa, soggiunse accen­
tuando quest’ultima parola. — Ciò detto, con effusione di
cuore il S. Padre c’im partì l’implorata benedizione; dopo
cui, avendogli noi baciato nuovamente il sacro Piede e la
Mano, ci congedò.
Roma, 21 Febbràio 1888.
Sac. M i c h e l e B u a .
NORME SULL'USO DEL LIBRO DEI PRIVILEGI.
(N. 2)
DUectissimis in Christo F i/iis, Inspectoribus et Di-
rectoribus Domorum Universae Sa/esianae Congre-
gationis, Salutem in Domino.
Opus, quod Joanni Bosco Sacerdoti, Fundatori nostro ac
patri peramantissimo, plurimum cordi erat, et cuius coa-
gmentationem in unum ac dispositionem Joachim Berto
praesbytero, ex nostris solertissimo, ipsemet demandaverat,
ad finem tandem perductum et typis impressum, hoc vo-
ìumìne vobis libenti animo offero, fratres, et filii in Christo
dilectissimi.
Operi titulus est : Elenehus privitegiorum, seu fa­
cilitatimi et gratiarum spiritualium, cquibus potitur So­
cietas S. Franciscì Salesii, ex S. Sedis Apostolicae con-
cessionibus directe, et Congregationis SS. Redemptoris
■communicatione.

9.3 Page 83

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__ h,u _
Priusquam typis excudéretur, attenta ac severa fontina,
quoad ejus fieri potuit, permagnum opus pensatimi fuit ab
aliquibus Congregationis nostrae theologis, qui testati sunt
nihil censura dignum in ipso contineri, omniaque ad ec-
clesiae leges, aliisque Congregationibus factas Apostolicas
concessiones conformata ac consona esse.
Quod vero ad nos attinet, testam ur, omnia diplomata
et Documenta, quae in eodem opere adferuntur, authen-
tica et vel ex archivio nostro generali, vel ex aliis locis
omnino fide dignis, deprompta esse.
Interim vero dum concedimus, u t praedictus Elenchus
ad omnium Presbyterorum Congregationis Nostrae manus
perveniat, qui ad audiendas Confessiones adprobati sint,
simul districte et sub obedientia prohibemus, ne quis eum-
dem librum externis commodet, vel tradat, vel Documenta
ex eo descripta singillatim communicet, nisi ad id specia-
lissimam licentiam in scriptis a Nobis obtinuerit. Ne an ­
tem finis hujus prohibitions fortuito vel incuria frustretur,
omnibus Directoribus specialem hac de re vigilantiam in-
jungimus, et volumus, ut solus Superior apud se exem­
plar retineat, et id nulla unquam causa extra Domum
auferri sinat. Si ab Ordinariis postulari contigerit, ut Pri­
vilegia Nostrae Congregationis probentur et Documenta
exhibeantur, nullus Superior localis propria auctoritate agat,
sed Inspectorem certiorem reddat, qui antea, nisi res u r-
geat, ad Kos referat, u t ipsi authenticas Documentorum
copias communicare et aptiorem se gerendi modum sup-
peditare valeamus. In hujusmodi quippe negotiis de juri-
bus Universae Congregationis agitar.
Insuper, si qua difficultas, si quod dubium circa ali-
quod privilegium, vel ejusdem interpretationem applica-
tionemque, exoriatur, unusquisque non suo se gerat judicio,
veruni ad Nos referat, qui collecto, si oportuerit, Capitalo,
opportunam solutionem dabimus.
Demum vobis, Sociis nostris, adolescentibus omnibusque,

9.4 Page 84

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sollicitudini vestrae commendatis, omnia bona a Beatissima
Yirgine Maria, Christianorum Auxiliatrice et Matre piissima,
toto corde lubentique animo adprecamur.
Pax et Benedictio Dei Omnipotentis et Gratia Domini
Nostri Jesu Christi sint semper Nobiscum. Amen.
D atum T aurini in Asceterio Salesiano,
die vili m ensis junii, testo SS. Cordis Jesu, anno m d c c c lx x x v iii.
S ac. M ichael E o a
Rector Major.
------------ -O - «----------
NORME PEI RENDICONTI AMMINISTRATIVI.
Carissim i Direttore e Prefetto,
Avrete notato, che il registro delle pensioni ha subito
qualche leggiera variazione nella forma dei rendiconti tri­
mestrali, essendovi in capo a ciascuno con quadretto un
sunto del rendiconto precedente. Per procedere sempre
d’accordo, credo conveniente darvi qualche norma sul modo
di servirsi di tale registro, che troverete nel loglio qui
annesso. Queste norme voi potrete attaccarle in principio
del nuovo registro-pensioni, a servizio di chi dovrà averne
cura.
Con questa occasione, vi raccomando caldamente di es­
sere diligenti nel riportare al registro suddetto tu tte le
provviste, riparazioni e spese di qualsiasi genere, almeno
una volta al mese, facendo uso di abbreviazioni nell’indi-
care i varii generi di spese e spedire regolarmente, ogni
tre mesi, il rendiconto a chi di ragione, come prescrive
il Regolamento delie nostre Case nel Capo II, art. 9.

9.5 Page 85

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__ 97 _
Abbiasi pur sempre sollecitudine per tenere i registri
in modo che, qualora altri dovesse occuparsene, possa pren­
derne facilmente intelligenza e pratica.
Iddio vi benedica e vi aiuti' a disimpegnare bene questo
vostro dovere, da cui dipende, in gran parte, il mezzo di
sostenere le nostre Case e continuare a far del bene alla
nostra gioventù e a servizio della Religione.
Credetemi sempre quale mi professo
Torino, 29 Novembre 1888.
Vostro aff.mo in (/. e M.
Sac. M ic h e le B u a .
Norme sul modo di servirsi del Registro dei Rendiconti.
1.
Quando arriva un alunno, se si tra tta di un nuovo
allievo, oppure di uno, che saldò interamente il debito del­
l’anno precedente, si farà il conto sul registro cominciando
dall’entrata, poi pensione, bucato ecc. e si fa l’addizione.
Copiandolo sull’apposita parcella si consegna o si spedisce
ai genitori o chi per essi. Se poi si tra tta di un giovane
che finì l’anno precedente lasciando qualche debito, nel suo
ritorno si riempie il piccolo quadretto accanto al 1° ren­
diconto, ponendovi il sunto delFultimo rendiconto presen­
tato, si noterà cioè il residuo debito sulla prima linea; i
pagamenti fatti nel corso delle vacanze sulla seconda; ed
il residuo di debito o credito al posto ivi indicato. Se si
fecero per lui provviste nelle vacanze si notano sulla linea
ivi indicata. Poi si nota l’entrata, la pensione, il bucato,
il caffè etc., e fatte le debite addizioni, risulterà il debito
a pagarsi nel ritorno dell’allievo, e, copiando in parcella
ordinaria il rendiconto così redatto, si presenta o si spe­
disce ai genitori o a chi per essi. Il risultato di tale p ar­
cella sì noti pure subito nella prima linea del 2° rendi­

9.6 Page 86

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— 28 —
conto. Le somme che verranno pagate a soddisfazione di
tale conto si noteranno di seguito l’un dopo l’altro nella
2a linea del 2° rendiconto.
2. SuL finire del 1° trim estre, facciasi la somma di
tali pagamenti a suo posto, e, fatta la sottrazione, notisi
la differenza al luogo ivi accennato, indi le provviste fatte
nel 1° trim estre, la pensione dovuta pel 2° trim estre che
sta per incominciare, il bucato ecc., e fatta l’addizione, si
copia sulla parcella ordinaria e si spedisce. Così in seguito
negli altri trimestri.
3. Come si può scorgere dal suesposto, occorrono due
moduli di parcelle dei rendiconti: una per rim ettere nel­
l’entrata, l’altra pei seguenti rendiconti. Qui vi unisco copia
di entrambi.
4. Come fare per gli alunni che entrarono senza che
loro si consegnasse il 1° rendiconto?
R. Si faccia il 1° conto sul registro e nello spedire il
rendiconto al termine del 1° trim estre si unisca anche
copia del 1° rendiconto fatto nel modo sovra indicato.
STUDIO DELLA TEOLOGIA.
Carissimo Direttore,
Nel desiderio di promuovere ogni dì più fra i nostri
chierici l’amore e lo studio della Teologia, si è tenuta qui
all’Oratorio un’ adunanza a’ 23 ottobre p. p.: Sono lieto
parteciparti come siasi in generale constatato un felice
miglioramento negli studi teologici, miglioramento che, con­
tinuato e cresciuto, sarà certo di non poco vantaggio alla
nostra Pia Società, trattandosi d’un punto cotanto impor­
tante così per l’istruzione necessaria allo stato sacerdo­
tale, come per la stessa vocazione religiosa. Siccome però

9.7 Page 87

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furono pure particolarmente rilevati due difetti, abbastanza
meritevoli di considerazione, cioè deficienza di piena intel­
ligenza e mancanza di esposizione sufficientemente sicura
e precisa, così ti notifico pure quello che fu deliberato, a
fine di ovviare a questi due difetti, tenendo per base le
nostre Deliberazioni Capitolari e la disposizione delle adu­
nanze anteriori.
1. Si facciano regolarmente in ciascuna Casa le cinque
ore di scuola alla settimana, stabilite dalle Deliberazioni
Capitolari ed in esse s’interroghi frequentemente e si faccia
recitare per turno.
2. Dove o quando questo non si potesse assolutam ente
fare vi si rimedii almeno con qualche conferenza quotidiana,
triduana o settimanale, nella quale, sotto la presidenza del
Direttore o di altro dei Superiori od anche del più idoneo
dei chierici stessi, si esponga seriamente la parte assegnata
per quel giorno, triduo o settimana.
3. Si tenga una conferenza ogni mese, nella quale si
ripeta tutta la parte studiata o dovuta studiare in detto
mese.
4. All’Oratorio e a Yalsalice questa conferenza si faccia
alternativamente ogni settimana m ateria per materia, sicché
entro il mese si ripeta quanto fu in esso assegnato di
Teologia fondamentale, dogmatica, sacramentaria, morale ed
ermeneutica sacra.
5. I Direttori si adoperino con la più scrupolosa cura,
affinchè i nostri soci studenti di Teologia subiscano rego­
larmente gli esami su tu tti i trattati assegnati per l’anno
in corso. Questo è necessario, anche perchè non abbiano
poi a ritardare le sacre ordinazioni, vedendosi per espe­
rienza che generalmente, ricevuto il Presbiterato, manca
il tempo o la possibilità di completare gli studi sopra­
vanzati.
Sono persuaso che questi avvisi saranno da tu tti fa­
vorevolmente accolti e fedelmente messi in pratica. Lo

9.8 Page 88

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30
desidero pel bene della nostra Pia Società e per la memoria
dell’amatissimo nostro Don Bosco, che sai quanto abbia
lavorato per l’educazione intellettuale e religiosa dei suoi
figli.
Approfitto volentieri dell’occasione per salutarti cara­
mente ed implorare sopra di te e su tutti i confratelli e
giovani di cotesta Casa le più elette benedizioni del Signore.
Torino, F e sta eli S . Francesco di Saies 1889.
Tuo aff.mo in G. e 31.
Sac. M i c h e le R u a .
CONVOCAZIONE DEL CAPITOLO GENERALE ED AVVISI.
(N. 3)
Carissimo D irettore,
Siamo ormai al termine del triennio dopo il 4° Capi­
tolo Generale, tenuto dalla nostra Pia Società di S. Fran­
cesco di Sales. Secondo il Regolamento, io fin d’ora vi an­
nunzio che nelle prossime autunnali vacanze avrà luogo
il 5° Generale Capitolo, affinchè, dandone alla vostra volta
avviso a’ vostri dipendenti, li esortiate a pregare con voi
per la buona riuscita, ed intanto quelli che, secondo le
nostre regole, debbono prendervi parte possano disporre
le cose loro in guisa da potersi trovare qua presenti in
quella circostanza.
Coloro che debbono intervenirvi, come sapete, sono i
membri del Capitolo Superiore, gli Ispettori ossia i Visi­
tatori, il Procuratore generale, i Direttori delle Case ed i
Maestri dei Novizi. Quanto ai luoghi di Missioni, dovrà ve­
nire ogni Ispettore od un suo delegato, con uno dei Diret­
tori della propria Ispettoria, scelto dall’Ispettore d’intelli­
genza col Rettor Maggiore.

9.9 Page 89

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— S i­
li Regolatore del Capitolo Generale sarà il Consigliere
Sig. D. Celestino Durando, il quale tra breve vi spedirà lo
schema degli argomenti che si avranno a trattare, fissando
il tempo ed il luogo in cui si terrà il Capitolo. A lui per­
tanto si dovranno spedire le osservazioni, idee e conside­
razioni che parranno opportune, come pure le nuove pro­
poste che paressero necessarie.
Approfitto dell’occasione per fare qualche raccomanda­
zione che avrei voluto fare in principio dell’ anno. Ai Si­
gnori Ispettori e Direttori raccomando caldamente di ve­
gliare attentam ente, affinchè, non si introducano nelle no­
stre Case letture pericolose contrarie alla moralità od ai
sani principii di religione e di pietà, di cui devono essere
informati i cuori dei nostri dipendenti ed allievi, per riu­
scire veri educatori della gioventù e buoni cristiani. Ri­
cordiamoci delle sollecite cure che adoperava il compianto
nostro Padre D. Bosco, per somministrare alla gioventù, ed
in generale al popolo cristiano, il pascolo di buone letture
e distoglierli dai pascoli velenosi di libri immorali, di let­
ture irreligiose e di autori che, per amore di novità o per
qualsiasi altro motivo, cercano scalzare ogni principio di
autorità religiosa, civile e letteraria. Le Letture Cattoliche,
la Biblioteca della Gioventù italiana, tante ottime pub­
blicazioni proprie ed altrui, lo stesso impianto di varie ti­
pografie sono altrettante prove del suo zelo, per impedire
lo strazio delle anime che va facendo la stam pa immorale
ed irreligiosa. Adoperiamoci adunque a calcare le sue pe­
date, a vantaggio della gioventù e del personale affidato
alle nostre cure, coll’allontanare dalle nostre case e scuole
le pericolose letture.
Altra cosa che desidero raccomandarvi è la coltura
delle vocazioni. Ciascun Direttore, d’accordo cogli altri Su­
periori della propria Casa, si dia la massima sollecitudine
per non lasciar fallire le vocazioni ecclesiastiche o reli­
giose che il Signore avessegli affidate a coltivare. A tal

9.10 Page 90

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32
fine sarà molto utile leggere attentam ente quanto prescri­
vono le Deliberazioni dei Capitoli generali alla Dist. Ili, Capo
IV, e metterne in pratica le norme come meglio sarà pos­
sibile. Facciamo in modo che non si abbia da render conto
a Dio delle vocazioni che egli avesse suscitate a servigio
della Chiesa e della nostra Pia Società, e che fossero an­
date perdute per nostra negligenza.
Il Signore ci aiuti a mantenerci tu tti saldi e ferventi
nel suo santo servizio. Io lo pregherò per voi e pei vostri
dipendenti, voi pregatelo per chi ha il piacere di essere
Vostro Aff. Amico in G. G.
S a c . M ich ele R u a .
P . S. Ricevuta la presente, si procuri di comunicarla al più presto
ai proprii dipendenti, formando di queste raccomandazioni argomento di
qualche conferenza ai Confratelli.
STUDI LETTERARI!.
(N. 4)
C a rissim i F ig li in G. C.
Oggi, festa dell’Apostolo della carità e Onomastico del-
l’Amato nostro Padre, giudico far cosa a loro e a voi gra­
dita coll’indirizzare a tu tti i nostri Direttori e, per mezzo
di essi a tu tti i cari Confratelli Salesiani, alcune conside­
razioni che gioveranno, spero, a mantenere e a far fiorire
fra di noi quella pace e quella carità che Gesù è venuto a
portare agli uomini di buona volontà, dal cui novero nu­
tro fiducia che nessuno di noi meriti essere escluso. Già le
esposi in una conferenza, tenutasi in Yalsalice l’ ultimo
giorno degli esercizi spirituali; ma affinchè possano a r­
rivare a cognizione di tutti, le misi in iscritto e con questa
mia lettera ve le comunico.
In questi ultimi anni si scorgeva qualche disaccordo
intorno agli studi, intorno alle materie scolastiche, intorno

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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33
al sistema d’insegnamento. Affinchè questo non dia occa­
sione a conseguenze dispiacenti, dobbiamo mettervi rimedio.
Come operai di una stessa vigna evangelica, è necessario
che, unitis viribu-s, anche colla letteratura e colle scienze,
tendiamo al nostro scopo di promuovere la gloria di Dio
e la salvezza delle anime.
10 fin dall’anno scorso ho voluto occuparmi dell'esame
di tali divergenze; anche in quest’ anno ho continuato le
mie attente osservazioni, e, presa una giusta cognizione
delle cause che avevano cagionato tali dispareri, spero che
sarà facile il metterci d’accordo.
Trovo che da tu tti si conviene in due punti d’unione :
Primieramente tu tti siete animati dal desiderio del bene,
di vedere i nostri giovani avviati negli studi, nelle lettere
e nella virtù; in secondo luogo tu tti siamo d’accordo in
un’illimitata venerazione a D. Bosco, ai suoi desiderii, con­
sigli ed ordini.
Ciò posto, senza entrare in tante disquisizioni, come
uno dei figli più anziani di Don Bosco e suo confidente in­
timo, avendo conosciuto bene le sue idee e le sue inten­
zioni, vengo ad esporvi semplicemente i suoi desiderii, i
suoi consigli, i suoi ordini, e son certo che volonterosa­
mente voi li seguirete.
11 primo punto di disaccordo è intorno allo studio dei
classici latini. Questi si dividono in due categorie, pagani
e cristiani. D. Bosco fino dai primi tempi dell’Oratorio di­
mostrò sempre vivo desiderio che si studiassero anche i
classici cristiani. Provava gran pena nel sentire come al­
cuni professori deridessero il latino della Chiesa e dei Padri,
chiamandolo con disprezzo latino di sagrestia. Egli diceva
che coloro i quali disprezzano la lingua della Chiesa si
mostrano ignoranti delle opere dei Santi Padri, i quali in
buona sostanza formano da soli la letteratura latina di
un’intera età, splendida letteratura, che per molti lati e-
gnaglia nella forma l’ età classica, e per magnificenza
Lettere d i JD. B u a .
3

10.2 Page 92

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34
e nobiltà di idee di gran lunga la supera. Ed ebbe
perfino a sostenere dispute con personaggi ciottissimi in
belle lettere, benché sempre con prudenza e con carità.
E le sue ragioni erano tali di natura loro da trarli alla
propria opinione. E non risparmiò i rimproveri a chi a-
veva stampato note di censura sullo stile e sulla lingua
dei SS. Padri, dimostrando aver torto colui, il quale non
volesse vedere il bello di questi preziosi volumi. Fin dal
1850 per parecchi anni egli stesso in tempo di vacanze,
ci spiegava vari brani di questi autori ecclesiastici, spe­
cialmente le lettere di S. Girolamo, e manifestava sempre
un vivo desiderio che fossero studiate.
Quando Pio IX in una Enciclica sciolse la quìstione,
sorta tra Mons. Dupanloup ed il Gaume, dicendo che si
unisse bellamente lo studio dei classici pagani con quello
dei classici cristiani, per rivestire di forma classica le idee
cristiane e dando norme su questo punto, D. Bosco ripe­
teva essere le sue idee in perfetto accordo con quelle del
Papa e continuava ad inculcare la necessità di studiare i
classici cristiani. D. Bosco non ¡sprezzava i classici profani ;
li aveva studiati, ne possedeva dei lunghissimi brani a
memoria e li commentava maestrevolmente. Discorrendo
con valenti Professori mostrava talvolta tanta erudizione,
eia trarli in ammirazione e farli esclamare, che mai si sa­
rebbero immaginato che D. Bosco avesse tanta profondità
eli cognizioni nella letteratura latina. Ma non poteva dis­
conoscere che i classici profani possono essere pericolosi,
senza il correttivo degli autori cristiani e dei loro insegna-
menti. Quindi è che D. Bosco con grandi sposo c fatiche
volle che fosse stam pata una selecta di autori profani la­
tini, purgandoli da ciò che poteva nuocere al buon costu­
me ; e quindi una selecta di classici cristiani. Se vogliamo
adunque seguire lo orme di D. Bosco, se desideriamo fare
a lui cosa grata, uniamoci nel praticare questo saggio prin­
cipio: Sono necessari gli autori classici profani per impa-

10.3 Page 93

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— 35 —
rare P eleganza della lingua latina, ma sono egualmente
necessari gli autori cristiani, perchè contengono la verità
e sotto una forma tu tt’altro che negletta. Ed i maestri
nella scuola s’adoperino a far risaltare in questi scritti
dei SS. Padri l’eleganza dello stile, grazia di lingua, ro­
bustezza e sublimità di concetti; che anzi il bello lette­
rario di alcuni di essi sta talvolta a paro coi medesimi
autori del secolo d’oro della latinità.
Non mi dilungo ulteriormente su questo punto, che
trovasi più diffusamente trattato nell’ opuscolo del nostro
Consigliere scolastico D. Cerruti, intitolato : Idee di D. Bosco
sulVeducazione ecc. In quello voi troverete le precise idee
di D. Bosco su questo argomento ; io le volli rileggere ul­
timamente con attenzione, e dovetti constatare che real­
mente vi erano con tu tta fedeltà esposte quelle idee, che
più e più volte aveva io stesso udite ripetere e inculcare
dal labbro del nostro caro padre. Leggetele adunque e
mettetele in pratica.
Il secondo punto di disaccordo riguarda gli autori ita­
liani. Gli uni dicono doverci attenere al classicismo an­
tico degli scrittori italiani, con quelle modificazioni però
che son richieste dai tem pi; gli altri parteggiano per gli
autori moderni, e sostengono doversi scrivere come si parla.
Tediamo quali fossero i-pensieri e i desiderii di D. Bosco,
manifestati colle parole e colle opere. Egli studiò i classici
italiani, e negli ultimi anni di sua vita si ricordava an­
cora e recitava a memoria con gran piacere canti interi di
Dante e poesie di altri autori. Egli sentì il bisogno di stu­
diarli, come cosa necessaria ad imparare bene la lingua ed
a formarsi un bello stile e ne promosse lo studio. Vide
però i pericoli che in questo studio avrebbero incontrati i
giovanetti, tanto più che molti sono proibiti o dalla Chiesa,
o dalla legge naturale ; e si sobbarcò all’ impresa assai
costosa e laboriosa di correggerli. Promosse perciò le e-
dizioni della Biblioteca dei classici italiani per la gio-

10.4 Page 94

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— 36 —
ventù. Egli stesso sul principio faceva la scelta degli au­
tori, li distribuiva da correggere e commentare a questo,
a queiraltro Professore. Non avrebbe voluto pubblicare
certi classici, appunto perché proibiti o pericolosi; ma i
programmi governativi li esigevano ; quindi si raccomandò
che di questi autori fossero scelti i passi meno nocevoli,
volle che venissero toccati e ritoccati, e poi diede ancora
norme perchè nello spiegarli si eliminasse ogni pericolo.
Chi lasciasse correre per le mani dei giovani questi libri
non purgati, farebbe certamente contro la volontà di Don
Bosco. Secondando adunque lo zelo del nostro Padre, a t­
teniamoci per regola ordinaria alla nostra Biblioteca suc­
citata.
Le norme da tenersi per la spiegazione di questi clas­
sici vennero pure da lui date ; e si trovano nel regolamento
della Casa, ove si parla dei maestri. In modo speciale ci
raccomanda di guardarci bene dal citare agli allievi, a
sfoggio di erudizione, autori cattivi, e molto meno farne
i
l’elogio, neppure quanto alla lingua o ad altri pregi acces­
sori. Che se si deve spiegarli in iscuola, mettasi sempre
in piena luce la verità che si oppone ai loro errori, e fac-
ciansi le debite osservazioni sul danno che i giovani po­
trebbero ricavare dalla lettura dei medesimi. In una pa­
rola, si abbia sempre pronto il contravveleno.
A proposito di questi libri, D. Bosco raccontava di una
conversazione che ebbe col meritamente celebre professore,
Amedeo Peyron. Gli aveva portate le bozze di stampa
della Storia d'Italia, pregandolo a voler leggere, correg­
gere liberamente e dare il suo giudizio su quel lavoro.
Tra le altre brevi biografie degli uomini illustri aveva pur
messa quella di Vittorio Alfieri. Il Peyron disse a D. Bosco :
— E perchè in un libro destinato alla gioventù mette la
biografia dell’Alfieri, che di costumi era sì guasto e d’idee
così perniciose? Tolga questa biografia, l’Alfieri meglio sa­
rebbe se non fosse conosciuto. Se lei lo nomina, o, peggio,

10.5 Page 95

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37 - -
ne tesse le lodi, nei giovani si desterà la curiosità di an­
dare a comprare e leggere le opere, con danno grande
della loro fede e dei loro costumi. La tolga. —
E D. Bosco così fece.
Ai giorni nostri c’è la smania di leggere romanzi; la
gioventù leggera non vuol saperne di letture serie. Dob-
biam opporci alla sua leggerezza. Se i racconti non insi­
nuano la virtù, la religione, la pietà, non mai siano da
noi letti. I libri leggeri ed appassionati sono pericolosi spe­
cialmente per la moralità. D. Bosco era molto rigoroso su
questo punto ; e diceva continuamente che i romanzi sono
il fomite delle passioni. Neppur consigliava la lettura dei
Promessi Sposi. La tollerò solamente quando fu nelle
scuole prescritta dal governo. Da ciò si argomenti che cosa
D. Bosco pensasse degli altri romanzi.
Intesi con pena che in qualche nostra Casa penetra­
rono libri di moderni autori, che sono apertamente cono­
sciuti per la loro opposizione ed odio alla religione ed alla
moralità. Non occorre che io li nomini, chè ben son noti
specialmente ai Direttori e ai Professori. Oh quanto Don
Bosco soffriva, allorché veniva a sapere che nelle sue Case
s ’introducevano libri di simil fatta! E voi tu tti sapete
come, in principio di ogni anno, sempre facesse consegnare
la lista dei libri che ciascuno aveva, per eliminarne i pe­
ricolosi. Si impedisca adunque con ogni sforzo e vigilanza
la lettura dei libri cattivi, e particolarmente elei romanzi
pericolosi.
E quali norme, mi domanderete voi, per conoscerli?
Per i libri, che eli mano in mano escono alla luce, leg­
gete la bibliografia di qualche buon periodico, come per
es. della Civiltà Cattolica, della Scuola Cattolica, della
Scienza e Fede, dei Fiori Cattolici ecc., e vi troverete
sempre un giudizio sicuro. In ogni Casa vi sia una copia
di qualcuno eli questi autorevoli periodici. Oggigiorno si
stam pa con fina malizia, in odio a Dio ed alla Chiesa e

10.6 Page 96

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— 38 —
per corrompere la gioventù. Come si potranno salvare da
morale rovina i lettori di questi libri? Il fondo di essi è
il disprezzo di ogni autorità: del Papa, della Chiesa, dei
Concilii, dei Governi, di ogni principio di sana morale, colle
teorie del libero pensiero, del verismo, del socialismo, co­
muniSmo ecc. Quanto a letteratura, questo disprezzo si
estende pure a tutte le autorità letterarie, ai classici e a
quanto sa di antichità onesta e religiosa.
Non si ha certo neppure da studiare la lingua sui
giornali. Nè si dica che bisogna scrivere come si parla ;
questo è un vero pretesto per non istudiare. Non disde­
gnarne d’ imparare la lingua dei classici ed anche di fare
raccolta giudiziosa di quelle frasi che, usate con sobrietà,
sono l’ornamento degli scritti, e dànno forza alla parola.
Questo studio si raccomandi ai nostri allievi, insegnando
in pari tempo a farne uso con discrezione.
Noi che vogliamo farci intendere dal popolo, dobbiamo
cercare di essere semplici e chiari. Ma questa semplicità
e chiarezza è sempre conseguenza di lunghi studii. Chi ha
studiato bene la lingua e la possiede, molto più facilmente
troverà le parole acconce a stampar lo idee nella mente
degli ascoltatori e a muoverne i cuori. Yi dirò come fa­
ceva D. Bosco, per rendere i suoi scritti chiari e ameni.
Usava sempre molta diligenza per conservare la proprietà
e purezza della nostra lingua. Le sue opere poi le dava a
rivedere qualche volta a Silvio Pellico, sovente al sailo­
dato Prof. Peyron, al Prof. Don Picco, i quali non di rado
correggevano qualche frase o toglievano qualche difetto
di elocuzione. Per assicurarsi sempre più di essere intel­
ligibile a tutti, talvolta chiamava sua madre, voleva che
stesse a sentire qualche pagina, e finché essa non avesse
compreso perfettamente il senso delle parole, non cessava
dal correggere. Da questo studio acquistò quella chiarezza
invidiabile, che traspare da ogni sua pagina e che rendeva
così care al popolo le sue prediche e i suoi scritti.

10.7 Page 97

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— 39 —
Vi è anche qualche disaccordo sul modo di insegnare.
Le idee di D. Bosco intorno a ciò sono chiaramente espresse
nelle regole della Casa. Prendersi cura di tutti, interro­
gare tu tti e sovente, e non solamente alcuni; e nel dare
spiegazione aver sempre di mira che intendano coloro che
sono più indietro di studii o di men felice ingegno. Sia
impegno del maestro seguire le norme del metodo preven­
tivo; per conseguenza non mai s’impongano castighi- gravi
o violenti, neppure si umiliino mai i giovani con termini
di disprezzo; se vi sarà necessità d’infliggere qualche ca­
stigo, si miri sempre all’ emendazione del colpevole, e non
mai a sfogare la collera. Se volete poi che i vostri allievi
facciano molto progresso, correggete le pagine a tutti e
fate loro conoscere gli errori commessi. Quanto più sovente
ciò farete, tanto più grande sarà il loro profitto. Che se
si hanno autori adottati, si spieghino i loro tra tta ti con
chiarezza e semplicità da farsi intendere da tu tti gli allievi,
e non si pretenda senza superiore autorizzazione di dettar
0 far copiare proprii trattati, con tanta perdita di tempo e
forse anche con notevole danno degli allievi, ciò che alta­
mente disapprovava il nostro caro D. Bosco. Anche nei
corsi di filosofia e teologia, non credano i Professori di ab­
bassarsi o perder tempo coll’interrogare gli allievi per as­
sicurarsi se tu tti hanno inteso, o col fare recitare la le­
zione per accertarsi se hanno studiato. Chi si contenta di
fare lezioni per quanto belle e sublimi, ma non riesce a
far imparare e far studiare i proprii allievi, potrà essere­
dotto, ma non sarà un valente insegnante. Ai primi tempi,
dell’Oratorio si studiava assai: ai pubblici esami erano
quelli dell’Oratorio che ottenevano i voti più splendidi.
Non si ricorreva a castighi per istimolar allo studio ; bensì
1 maestri, oltre all’essere diligenti nel compiere il proprio
dovere, s’ingegnavano in molte maniere ad eccitare l’e­
mulazione nei loro allievi.
Lasciamo da parte l’amore di novità. Esce una grani-

10.8 Page 98

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— 40 —
matica nuova, e tosto vi è dii la vorrebbe introdotta nelle
scuole. Parimenti si vogliono adottare altri libri di testo,
d ie escono alla luce, perché se n ’è sentito fare gli elogi.
Allontaniamo ogni smania di cambiamenti. Il nostro Con-,
sigliere scolastico pubblica ogni anno il nostro programma 1
uniformiamoci a questo. In esso si cerca di conciliare il
nostro insegnamento ecl il bene dei giovani colle esigenze
governative : e questo deve bastarci. Che se nel programma
sembrasse ad alcuno esservi qualche cosa meritevole di
osservazione, si dica privatamente al proprio Direttore, se
ne parli o se ne scriva allo stesso Consigliere scolastico
od anche a m e: così si esaminerà posatamente la que­
stione cercando tra parecchi il meglio e, se occorrerà, si da­
ranno le opportune disposizioni. L’esperienza ci fece cono­
scere l’opportunità di attenersi ai libri indicati nel nostro
programma e servirsi, per quanto è possibile, unicamente
clelFedizioni delle nostre tipografie. Noi abbiamo un sistema
lasciatoci eia D. Bosco: procuriamo di conservarlo, come
fanno altre religiose associazioni che diedero alla Chiesa
ecl alla Società uomini dottissimi in ogni ramo di scienza
e letteratura. Non si parli di riformare il sistem a, bensì
ciascuno riformi il proprio metodo e la propria condotta,
se non sono conformi ai nostri regolamenti. Ricorderete pur
voi quanto il nostro caro D. Bosco ci inculcasse di guar­
darci dal ticchio delle riforme.
In ultimo guardiamoci dal censurarci gli uni gli altri.
Un maestro non parli contro dell’ altro, sul modo d’inse­
gnamento o sulle m aterie che spiega. Se scorgessimo qualche
imperfezione in qualche Professore, asteniamoci dalla censura
contro uno che è nostro confratello ; non parliamone con gli
altri confratelli, e tanto meno cogli alunni, o cogli estranei.
Piuttosto avvisiamo noi stessi, o per mezzo di altri, questo
maestro indicandogli in quale errore sia caduto : diciamolo
al Diretttore affinchè rimedii; e ciò si faccia a titolo di
carità, di zelo pel buon andamento delle cose nostre e non

10.9 Page 99

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41
mai per ambizione di comparir più abili, o più ciotti degli
altri.
A compimento della presente mi restringerò a racco­
mandarvi, die regni sempre tra noi tutti la carità nelle
opere, nelle parole e negli affetti. Coi nostri allievi non
usiamo mai moine o sdolcinature e neppure mai si usino
mezzi violenti; ma con molta pazienza e con industriosa
sollecitudine si procuri il loro profitto scientifico e lette­
rario. Ricordiamoci poi che noi mancheremmo alla parte più
essenziale del nostro compito, se ci riducessimo solo ad
impartire l’istruzione letteraria, senza unirvi 1’ educazione
del cuore. A questo sovratutto dobbiam mirare, a formare
dei nostri allievi dei buoni cristiani, degli onesti cittadini,
coltivando pure le vocazioni che fra loro s’incontrano.
Vi ringrazio di cuore di tu tti gli auguri che mi avete
mandati e ve li ricambio centuplicati. Questa lettera ab­
biatela come mia strenna pel 1890, anzi come strenna
elèi nostro amato Don Bosco, non avendo io cercato che
di esporvi i suoi sentimenti e desideri; e certo egli dal
cielo non mancherà di proteggerci come diletti suoi figli,
se noi saremo fedeli nell’eseguirli.
La carità e la grazia di N. S. G. C. regnino sempre
nei nostri cuori. Vogliate nelle vostre orazioni ricordarvi
di chi, implorando sopra di voi e sopra tu tti i vostri di­
pendenti le più copiose benedizioni del Cielo pel nuovo anno,
gode professarsi
Torino, 27 Dicembre 1889.
Vostro Aff.mo Amico
S ac. M ichele R ua.
P . S. I Sigg. D irettori sono nvitati a dai1 le ttu ra della presente ai
Confratelli nella prim a Conferenza che si farà in Gennaio del nuovo anno

10.10 Page 100

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42
INIZIAMENTO DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
(N. 5)
DI DON BOSCO.
C a ris s im i F ig liu o li in G. C.
Sono persuaso che all’amore grande, che portaste e
portate tu tto ra al venerato nostro Fondatore e Padre Don
Giovanni Bosco, tornerà gradito il sapere che l’altro ieri,
in Torino, fu iniziata la Causa eli sua Beatificazione.
Nei due anni e mezzo ormai trascorsi dalla sua morte,
moltissimi furono i favori, che i devoti fedeli attestarono
aver ricevuti da Dio per sua intercessione, dei quali i tri­
bunali ecclesiastici a suo tempo porteranno competente
giudizio. Or le relazioni di grazie e di guarigioni, a giu­
dizio umano, anche miracolose, congiunte alla fama eli
santità che va ogni giorno crescendo, il vivo desiderio ma­
nifestato eziandio da uomini gravi che si elesse principio alla
Causa di sua Beatificazione m’indussero a fare pratiche in
proposito presso l’Ordinario eli Torino, l’Eminentissimo Sig.
Card. Gaetano Alimonda, nostro Veneratissimo Arcivescovo.
A voce e per iscritto gli feci pertanto umile domanda, se
giudicasse opportuno addivenire alla costruzione del pro­
cesso diocesano sulla vita, virtù e miracoli del Servo eli
Dio ; e l’anno scorso con me si unirono ezianelio tu tti i com­
ponenti il Capitolo generale radunato a Yalsalice. L'Emi­
nentissimo Principe eli S. Chiesa non si mostrò alieno dal-
l’aderire alla nostra domanda; ma, stante il breve inter­
vallo trascorso dalla sua morte, giudicò conveniente inter­
pellarne i Vescovi delle due provincie di Torino e eli Vercelli,
che sul principio dello scorso Maggio si raccolsero presso
di lui per affari eli alto rilievo. Il giorno otto eli detto mese
i 20 Vescovi, radunati nel Palazzo Arcivescovile, conven­
nero ad unanimità sulla convenienza di elare principio al

11 Pages 101-110

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11.1 Page 101

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- 43 -
processo diocesano, e parecchi di loro fecero altissim i e-
logi del Servo di Dio; da quel giorno il Cardinale risolse
di soddisfare al comune desiderio, col dare cominciamento
alla Causa.
Questi fatti succedevano nell’assenza da Torino di me
e del confratello D. Giovanni B onetti, particolarm ente in ­
caricato della Causa. Giunti a casa per assistere alla so­
lennità di Maria Ausiliatrice, trasferita quest’ anno al 3
dell’andante Giugno. La Divina Provvidenza dispose che il
giorno stesso di detta fe sta , m entre un’im m ensa calca di
fedeli traeva al Santuario in Valdocco a piè della Madonna,
si facessero gli atti preliminari pel processo di Beatifica­
zione del suo devotissimo Servo, onde aH’indomani, vigilia
del Corpus Domini, si poteva già tenere la prim a Sessione
del tribunale eletto daU’Em inentissim o Cardinale, alla quale
presiedeva Egli in persona (1). La circostanza del mese
di Maggio, della festa di Maria A usiliatrice, e del mese
del Sacro Cuore di Gesù, la quale accompagnò questi atti,
ci fa scorgere una speciale benevolenza del cielo e ci è
caparra che la Causa sarà per riuscire felicemente.
E qui giudico cosa superflua farvi rilevare l’ importanza
e la gravità del negozio, che ora, per ragione di tale pro­
cesso, abbiamo tra mano ; imperocché, oltre alle serie preoc­
cupazioni che questo ci apporta, a niuno di voi può sfu g ­
gire che la sua buona riuscita, m entre tornerà della m ag­
gior gloria di Dio e di splendore alla Chiesa Cattolica,
gioverà pur grandemente alla salvezza delle anime, spe­
cialmente della povera gioventù, campo prediletto del no­
stro Fondatore, e a noi tu tti sarà di forte stimolo alla
propria santificazione.
(1) Gli A tti prelim inari furono il mio M andato di procura di P ostu-
latore della Causa al Sacerdote D. Giovanni Bonetti, la formale presen­
tazione della domanda pel Processo informativo, fatta dal Postulatore al
Cardinale e l'invito alla prim a Sessione.

11.2 Page 102

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— 44 —
Ma se pel buon esito di qualsiasi affare è necessario
l’intervento eli Dio, questo intervento è indispensabile nella
Causa di Beatificazione de’ suoi Servi. Laonde scopo pre­
cipuo di questa m ia è di esortare i Confratelli e gli alunni
delle n ostre Case, ad im plorare ogni giorno in pubblico od
in privato i lum i dello Spirito Santo e la protezione di
M aria A usiliatrice sopra 1’ Eminentissim o Arcivescovo di
Torino, sopra il Tribunale da lui eletto a quest’uopo, sopra
il Postulatore della Causa, sopra i testimonii chiamati a
deporre, affinchè a ssistiti dal Cielo nulla dicano, nulla fac­
ciano, nulla ommettano in contraddizione ai savii Decreti,
em anati in proposito da Santa Madre Chiesa, e per tal
guisa si venga a conoscere la verità e a compiere il vo­
lere di Dio.
A fine di ottenere q uesta speciale assistenza da Dio,
stimo conveniente ordinare che in tu tte le nostre Case, al
m attino, p rim a che si esca di Chiesa, si canti, e se il piccol
num ero od a ltra circostanza noi perm ette, si reciti l’inno
Veni Creator col relativo Oremus ed un Pater, Ave e
Gloria in onore dello Spirito Santo; e alla se ra , dove si
dà la benedizione col SS. Sacramento, si canti YAve maris
Stella, e dove questa non ha luogo, si reciti, dopo le o-
razioni comumi, una Salve Regina a Maria Ausiliatrice
colla giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora
prò nobis. Affinchè poi e Soci ed allievi prendano viva
parte a queste preghiere, i Direttori si daranno premura
di inform arli dello scopo, e di eso rtarli di quando in quando
lungo l’anno a p raticare eziandio qualche altro atto di pietà,
specialm ente fervorose Comunioni, secondo la divozione del
proprio cuore.
fila se raccomando la preghiera, molto più caldam ente
vi esorto che a questa uniate la pratica della v irtù , per
ren d erla efficace presso al trono di Dio e della SS. Ver­
gine. Sì, miei carissim i Figliuoli, facciamo tu tti vedere che
non siamo alunni indegni di un M aestro, del quale la Chiesa

11.3 Page 103

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- 45 —
giudicò di cominciare così presto la Causa di Beatificazione.
Attendiamo ognuno con ardore all’osservanza della Santa
Regola, che Egli ci ha dato per santificarci. Pratichiam o
con esattezza le virtù , che formano un buon religioso ; siamo
obbedienti per motivo di fede; siamo casti, perchè la ca­
stità deve essere la gemma più splendida nella corona dei
Salesiani; siamo caritatevoli, pazien ti, m ansueti verso il
prossimo, specialmente verso la gioventù, che ogni anno
il buon Dio così num erosa invia alle n o stre Case. Se poi
per riuscire tali ci tocca fare dei sacrifizi, facciamoli ge­
nerosam ente, ricordando che il nostro D. Bosco, ad im ita­
zione del Divin Salvatore, p er la gloria di Dio e per la
salvezza delle anime, sacrificò ogni giorno se stesso, fa­
cendosi nostro modello e nostro stimolo sino alla m orte.
Unendo per tal modo alla preghiera quotidiana una
condotta costantemente virtuosa, noi otterremo tu tte le
grazie, che sono necessarie al buon procedimento della
Causa suddetta, e qualunque ne debba essere l’esito finale,
saremo sempre lieti di aver cooperato a che si conoscesse
e si compiesse la volontà di Dio, che è l’unico fine a cui
tu tti dobbiamo m irare.
Colgo la propizia occasione per raccom andarm i alle
vostre orazioni, e pregandovi da Dio e dalla SS. Vergine
le più elette benedizioni, godo professarm i di voi tu tti
Torino., 6 Giugno 1896.
Aff. Amico in G-. C.
Sa c. M ich ele R u a .
N . B I Direttori daranno lettura della presente ai Confratelli, tenendo
apposita Conferenza, poscia la deporranno nell’A rchivio.

11.4 Page 104

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•• •
i . ; - - ....-
— 46
CANTO GREGORIANO - TEOLOGIA E CERIMONIE
PASSEGGIATE.
(N. 6)
F ig li m iei in Cristo carissimi,
Siamo al principio eli un nuovo anno scolastico; sentirei
un vuoto nel mio cuore, se io non lo cominciassi, almeno
in ispirito, in vostra compagnia. Verrò adunque esponendovi
alcune impressioni ed alcuni pensieri, che tendono al bene
della n o stra P ia Società e a meglio conseguire il fine dal
Signore prefissole.
Come ben sapete, io visitai nello scorso anno buona
p arte delle Case che la Divina Provvidenza ci volle finora
affidare. Ebbi occasione di tratten erm i in particolari ed in
generali adunanze con gran numero dei nostri buoni e
benemeriti Cooperatori; e potei rilevare qual grande concetto
del nostro am ato P ad re Don Bosco si abbia da essi, ed
anche da coloro che non appartengono in nessun modo alla
n o stra Pia Società. Vi posso assicurare che fu una delle mie
grandi consolazioni il vedere q uanta venerazione si ha per
ogni parte verso di lui e quanta fiducia nella sua potente
intercessione; come pure mi riempiva di gaudio il racconto
che per ogni dove udiva di grazie, ottenute mediante ricorso
a lui. A noi poi, come figli di tanto Padre, dovunque siam
conosciuti, si professa grande stim a, ed in ogni città si
vorrebbero Collegi, Istitu ti, Oratorii da noi diretti. Questo
io dico, non per vana ostentazione, m a per anim arci a
corrispondere il meglio possibile a tan ta stim a e fiducia
che si ripone nelle povere nostre fatiche e sollecitudini;
e noi corrisponderemo tanto meglio, quanto più cercheremo
di essere fedeli ad osservare le esortazioni, tradizioni ed
esem pi del nostro compianto Padre Don Bosco.

11.5 Page 105

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47
A ltra consolazione, che provai ne’ miei viaggi, fu quella
eli veder le n ostre Case tu tte bene avviate^ tu tte sovrab­
bondanti di allievi ed in tu tte scorgere un generale impegno
nel personale, per compiere bene i proprii doveri, osservando
Je Regole e le buone usanze di n ostra P ia Società. T uttavia
non posso fare a meno di segnalarvi alcune cose che tro­
vai mancanti in qualcuna delle nostre Case, raccomandando
caldamente di volerle in avvenire praticare.
Prim ieram ente trovai notevole trascuranza nel Canto
Gregoriano, che pure è il canto della Chiesa, quello che
specialm ente dovrebbe essere da noi coltivato. Vidi che si
dà molta importanza alla m usica vocale, si impiega molto
tempo per farla im parare, e talvolta anche a danno dello
occupazioni principali, ed intanto non si conosce quasi affatto
il Canto Gregoriano, non se ne tiene conto alcuno, e qual­
che cantore di m usica si crederebbe umiliato, coll’acconciarsi
a cantar le antifone dei Vespri e qualche Messa in Canto
fermo. Questo è un torto gravissimo che si fa al canto
ecclesiastico. Il nostro am atissim o D. Bosco ebbe sem pre
a cuore l’insegnam ento di questo canto; egli stesso lo in­
segnava, finché le molteplici occupazioni non glielo vie­
tarono, e non am metteva nessuno alla musica, se prima
non avesse compiuto il corso del Canto fermo. Soleva dire
che nulla importa che i nostri allievi non sappiano la m u­
sica; m a che im porta moltissimo che sappiano il Canto
Gregoriano, giacché conoscendo questo canto, al ritornar
ne’ loro paesi, sono per se stessi invitati a prender p arte
alle sacre funzioni e riusciranno di aiuto ai P arroci e di
edificazione ai compaesani, ciò che difficilmente suole a v ­
venire se si conosce solamente la musica. Egli p u re, a
dar maggior incitamento al Canto Gregoriano, diede al
nostro dilettissimo Confratello Monsignor Cagliero espresso
incarico di provvedere un metodo per im p arar il Canto
fermo, animandolo a promuoverne lo studio quanto meglio
potesse. So che in vari Stati cattolici si fa attu alm en te

11.6 Page 106

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diligente studio di questo canto, e in collegi di grande
reputazione, lasciata a parte la m usica, si applicano
giovani allievi allo studio del Canto Gregoriano.
Desidero pertan to che nei nostri Collegi, Ospizi ed Ora­
tori festivi s ’insegni a tu tti, studenti ed artigiani, il Canto
fermo. S’incominci dal metodo sovradetto di Mons. Cagliero,
e si vada avanti a farne studi più profondi, a m isura della
capacità degli allievi. Si avvezzino ad eseguirlo con accom­
pagnam ento di organo o di armonio, ed anche senza tale
accompagnamento, affinchè, dovunque abbiano a recarsi i
nostri giovani, possano fare convenientemente la loro parte
nelle sacre funzioni; s ’insegnino i vari toni; si facciano
apprendere le Messe dei vivi e dei defunti del Graduale, e
si addestrino ad intonar da soli le antifone. Nostra santa
ambizione dev’essere quella che le sacre funzioni, ordinarie
e straordinarie, siano eseguite con decoro, riguardo al canto
ecclesiastico. Si eviti l’usanza di scegliere le voci migliori
per la m usica, lasciando le meno belle pel Canto fermo.
Bensì le une e le altre si avviino ad eseguire divotamente
e decorosam ente il Canto Gregoriano, non solo in coro o
sull’orchestra, m a anche dalla m assa degli allievi. So che
in alcune n ostre Case si vanno eseguendo funzioni in Canto
Gregoriano, colla conveniente distinzione delle varie voci e
dei varii cori, in modo da nulla lasciar invidiare alla m u­
sica, e forse con m aggior frutto spirituale delle anime.
Quanto alle funzioni in musica non occorre im pararne
tante, nè si faccia per esse troppa spesa: quando se ne
im pari una, o tu tto al più due per anno, ce n ’è abbastanza.
Anche nelle M esse in m usica siavi sem pre un scelto coro
p er cantare in Canto fermo l’introito, il G raduale, l’Offer­
torio ed il Communio, e nei Vespri le antifone.
Siamo al principio dell’anno scolastico: sia impegno di
tu tte le Case d’incominciare tosto l’insegnam ento del Canto
fermo, anche p er quei che già conoscono la m usica; s’ado-
prino i Superiori di ciascuna Casa di farlo debitamente

11.7 Page 107

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— 49 —
apprezzare ed am are; i M aestri di m usica studino anch’essi,
e si adoprino per ben insegnare il Canto Gregoriano ; sarà
questo non solo un g ran piacere per me, m a un lodevole
ossequio all’am atissim o nostro Padre D. Bosco, anzi alla
Chiesa stessa nostra madre.
Altro difetto, che trovai in alcune to s e , fu l ’irregolarità
nella scuola di teologia e di sacre cerimonie pei chierici.
Non mi arresto a far rilevare g l’inconvenienti che sorgono
da tale irregolarità e trascuranza, per la scienza di cui
m aggiorm ente abbisognano i chierici ed anche per lo spi­
rito ecclesiastico; facilm ente ciascuno può conoscerli. Non
si dica che i chierici possono studiare da sè, giacché gran
differenza vi passa tra uno studio fatto da solo e quello
fatto dietro regolare insegnam ento, tanto p er l’applicazione,
quanto per l’intelligenza delle scienze teologiche. I D irettori
vigilino affinchè g l’incaricati di tale scuola la facciano re­
golarmente nei giorni ed ore fissate, evitando loro ogni
altra occupazione in tal tempo ; g l’insegnanti siano puntuali
a soddisfare coscienziosamente a questo loro im portante
compito, e gli studenti gareggino in diligenza nell’intervenire
ad ogni lezione e ben im possessarsi delle m aterie scolastiche.
Sia poi impegno degli uni e degli altri di esaurire ogni
anno tutto il program m a fissato dal signor Consigliere sco­
lastico; chè se qualche t e t t a t o rim anesse a stu d iarsi a ll’e­
sam e d’estate, sia im m ancabilm ente stu d iato per l’esam e
autunnale, a cui desidero che si dia tu tta l’im portanza.
Ricordiamoci che, fra tu tte le scienze, la teologia è la più
necessaria, ed è dai sacerdoti che verranno i fedeli ad
attingere i consigli e le norme per ben regolarsi nei loro
affari spirituali ed anche temporali e per guadagnarsi la
v ita eterna, come dice il profeta : Labia sacerdotis custo-
dient scienticim et legem requirent de ore ejus, quia
Angelus Domini exercituum est. (Malach. II. 7).
Una cosa poi, che si è n o tata da parecchi dei Superiori
nello scorso anno scolastico, è la frequenza di passeggiate
Lettere di T>. R u a .

11.8 Page 108

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— 50 —
in ferrovia per divertim ento degli allievi. In questo ci vuole
m olta discrezione. Il nostro amato Padre ci procurava di
quando in quando tali divertimenti, ma quelli erano quasi
sem pre p asseg g iate a piedi, che servivano a sollevare lo spi­
rito e giovavano m irabilm ente a rinvigorire le forze fìsiche,
m entre lo scopo religioso delle m edesime ed il contegno de’
suoi allievi recavano edificazione, dovunque andavano. Far
viaggiare in ferrovia è perdere quasi tutto il vantaggio delle
p asseg g iate, è u n divertim ento da signori, da persone co­
mode, ciò che non siam nè noi, nè i n o stri allievi. Si veda
adunque di ten ersi a ll’uso antico delle n ostre Case, di fare
a piedi le lunghe passeggiate per divertimento degli allievi,
ed anche queste in quantità lim itata, da non rendere diva­
gati gli allievi stessi.
Eccovi quanto mi premeva dirvi; vogliate accogliere
in buona p a rte queste mie esortazioni, e tu tti uniti col
vincolo della carità di Nostro Signor Gesù Cristo lavoriamo
concordemente e con zelo a promuovere, ciascuno nelle pro­
prie attribuzioni, la m aggior gloria di Dio ed il vantaggio
delle anim e che il Signore ci volle confidare, evitando le
gare, i puntigli, le mormorazioni e quanto si oppone a questa
divina v irtù , per essere fatti degni di Colui che disse : In
hoc cognoscent omnes quia discipuli mei estis, si di-
lectionem habueritis ad invicem.
Credetemi sem pre quale godo professarm i
F e sta di O gnissanti, 1890.
Vostro aff. in G. e M.
Sac. Michele R ua.
S. P . Sono lieto di annunziarvi d ie, sta n te il m oltiplicarsi continuo
delle n o stre Case, si dovette nelle scorse vacanze distinguere l ’Ispettoria
rom ana da quella che si denominerà Sicula e straniera.
La prim a comprende le Case di Roma, Faenza, Terracina e M acerata.
Il Sig. D. Cesare Cagliero ne è costituito Ispettore. La seconda comprende
le Case della Sicilia colle altre di Spagna, A u stria ed Inghilterra. Rimane
sempre Ispettore il Sig. D. Celestino Durando.
Ogni D irettore è invitato a dar lettura a questa Circolare in confe­
renza al più presto.

11.9 Page 109

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- 51 —
MORTE DI D. BONETTI.
(N. 7)
M ie i c a ri F ig liu o li in G. C.,
Il Signore ci ha v isitati: due perdite molto dolorose
abbiami fatto in questi ultim i tempi. Ci rap ì il 30 maggio
S. Em. il Card. Alimonda, che fu da ta n ti anni amico, pro­
tettore, padre del nostro am atissim o D. Bosco e dei Sale­
siani, come ben sapete. Fu di conforto per noi il poter, non
solo suffragarne l’anim a con le particolari preghiere e Co­
munioni offerte per lui nelle Case Salesiane, m a altresì
rendergli un pubblico tributo della nostra riconoscenza e
venerazione, col prendere la rg a p arte nei suffragi ed onori
che da tu tta la cittadinanza torinese gli vennero resi nel
giorno di sua sepoltura. Si continui tu tta v ia a p regare per
un benefattore sì insigne.
Non avevamo ancora asciugate le nostre lagrim e, quando
uno de’ nostri Confratelli più antichi, più im portanti, più
cari, venne p u r chiam ato all’eternità, come m i affrettai ad
annunziarvi appena avvenuto il luttuoso caso. Da quanto
provai in me stesso, posso facilmente arguire qual dolorosa
impressione abbia dovuto produrre in voi il funebre annun­
zio : D. Giovanni Bonetti è morto ! Come pure m ’immagino
che grande sia il vostro desiderio di sapere, quali circo­
stanze abbiano accompagnato la sua dipartita da questo
mondo ; e chi sarà destinato a supplirlo nelle molteplici sue
incombenze. Appunto per soddisfare a questa vostra pia
ansietà v’indirizzo la presente.
A tu tti voi è noto quanto zelante e laborioso sia sempre
stato il nostro compianto confratello. Quest’anno poi pareva
non sapesse porre alcun limite al suo zelo. Diede di seguito
cinque corsi di esercizi spirituali a varie nostre Case, ed
in alcune di esse sosteneva tutto da sè, istruzioni e medi­
tazioni, oltre il peso delle confessioni, conferenze e rendi­

11.10 Page 110

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— 52 —
conti. Faceva in pari tempo la visita alle Case delle Figlie
di Maria Ausiliatrice, di cui, come vi è noto, era Direttore
generale. Di ritorno da una di queste apostoliche imprese,
in cui era stato sorpreso per via da grande intemperie,
accusò febbre piuttosto grave e si pose a letto. Fortunato
lui che cadeva sulla breccia! Era il giorno 12 di maggio:
prontamente visitato da parecchi dottori, si constatò una
bronchite, abbastanza acuta, non però tale da far temere
di sua v ita. Fatto oggetto delle più sollecite cure, l’infermo,
sebbene len tam en te, andò gradatam ente m igliorando, in
guisa che, poco dopo la festa di Maria Ausiliatrice, potè
cominciar ad abbandonare per qualche ora il letto.
Per quanto però si assicurasse non esservi pericolo e
notarsi considerevole miglioramento, egli non cessava dal
dire che non sarebbesi rim esso da quella inferm ità. Con tale
persuasione, fin dai prim i giorni si andava preparando, alla
guisa dei Santi, al gran passaggio. Chiese parecchie volte i
SS. Sacram enti, cui riceveva colle più edificanti disposizioni,
m entre il suo pensiero era ogni giorno rivolto a purificare
l’anim a sua da ogni più piccolo neo, crescere nell’amor di
Dio e tesoreggiare colle sue sofferenze in m eriti davanti
a Dio.
Il giorno quattro del corrente, vigilia della festa del
Sacro Cuore di Gesù, egli potè nuovamente alzarsi dal letto,
uscir dalla cam era e cominciare a far visita a qualche con­
fratello, manifestando l’intenzione di andar in seguito a
visitarne altri. Lieto della prossim a solennità del Sacro
Cuore., si proponeva cominciare quel benedetto giorno colla
m aggior divozione. A tal effetto, sulla sera mi pregò di
venir a riconciliarlo, desiderando fare alla dimane di buon
ora la sa n ta Comunione. Yi andai e lo trovai tu tto sereno,
senza che nulla m ostrasse aggravam ento dell’in ferm ità:
niente di febbre, respirazione abbastanza libera, disposizione
al sonno; tutto faceva presagire un bel giorno per lui alla
dim ane, ch’egli atten d ev a con sa n ta ansietà.

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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— 53 —
La m attina, verso le 4 ^ ' u n sacerdote andò a cele­
brargli la Messa nella camera attigua, convertita in cappella.
Egli l’ascoltò colla più viva divozione, preparandosi alla san ta
Comunione. Ad alta voce recitò il Confìteor ed altre preci ;
e finalmente ricevette il suo Gesù, col più grande trasporto
d’amore. T rattenutosi col suo dolce Ospite in lungo e fer­
voroso colloquio e compiuto il suo ringraziam ento, espri­
meva al sacerdote die aveva celebrato la sua riconoscenza,
pel piacere procuratogli, e soggiungeva: « Che bel giorno
è questo ; esso è uno dei più belli della mia vita ! » Sì, o
caro D. Bonetti, esso era proprio uno dei più belli della tua
vita, giacché fu quello del tuo passaggio al bel Paradiso,
come ferm am ente speriam o. Infatti circa u n ’ora dopo, m entre
l’infermiere accomodava delle cortine davanti la porta, quasi
presago di ciò che doveva avvenire : « Non mi far troppo
scuro, gli disse scherzevolm ente, del resto io m ’addorm ento
e non mi sveglio più. » Non eran passati che pochi m inuti
quando, sentendosi venir meno, chiese di me, desiderando
ricevere gli ultimi conforti di nostra santa Religione, lo,
invitato quel mattino ad andar a celebrare in una chiesa
della città, ove solennizzavasi la festa del Sacro Cuore, ero
uscito poco p rim a, tranquillo e lieto delle buone novelle
avute dal suo infermiere, nel passare presso la sua camera.
Rispostogli essere io assente, pregò di andargli a chiam are
qualche altro sacerdote. Furono tosto al suo capezzale i
confratelli D. Belmonte e D. Lemoyne. Al vederli comparire
stese verso loro le mani, chiedendo la benedizione papale.
Gli venne pertanto am m in istrata prontam ente F E strem a
Unzione, e m entre gli si recitavano le preci degli agoniz­
zanti, volse i suoi occhi al Cielo pieni di santo am ore, alzò
ancor una volta le sue mani, come in atto di fare offerta
della su a vita, e in q u est’atto rese soavem ente a Dio la
sua bell’anima. Il suo avvicinarsi alla m orte non parve
neppure agonia, giacché non apparvero i soliti forieri della
morte, non soffrì spasim i, non si manifestò sul suo volto

12.2 Page 112

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— 54 -
la minima contrazione; si addormentò placidamente nel
Signore che aveva poc’anzi ricevuto, come sul petto dello
stesso Gesù il suo patrono S. Giovanni E vangelista si era
addorm entato nell’ultim a cena. Don Belmonte, che attonito
stavalo osservando, attesta che, fra i molti che ebbe ad
assistere negli estrem i momenti, giam m ai gli avvenne di
vederne alcuno morire così dolcemente e con tanta espres­
sione di divino amore.
Si cercò d’indovinare quale sia s ta ta la causa di sì re­
pentino cambiamento in quel mattino ; chi suppose che fosse
una paralisi al cuore, chi la rottura di qualche vena, e chi
a ltre cause. Io non saprei dirvi veram ente quale fosse stata,
bensì posso dire che la sua morte fu la più bella, la più
invidiabile : essa parve, più che ogni altra cosa, uno slan­
cio d’intenso am ore verso il Cuore dolcissimo di Gesù, di
cui sempre era stato divoto e di cui scrisse, come sapete,
così belle pagine. — In quella cara Esortazione alla pra­
tica dell' amore di Dio, che vi indirizzò sul principio di
q u est’anno, nell’u ltim a facciata troviam o queste parole:
« Quando vi sentite venir meno la v ita , esercitatevi più
che m ai in a tti di am or di Dio, e fra questi fate sovente
quello che consiste nel sacrifizio della vita, uniformandovi
alla su a divina volontà, e quello altresì che faceva S. Paolo,
vale a dire l’atto di am ore, di desiderio di andar vedere,
abbracciare, godere Gesù : Cupio dissolvi et esse cum Chri-
sto. » Così praticò egli in quel momento estremo.
Qui alFOratorio si pensò tosto a suffragarne l’an im a;
oltre le consuete preghiere e comunioni pei Confratelli de­
funti, si cantò solennemente Messa praesente corpore, e
gli si diede sepoltura colla maggior solennità compatibile
colle nostre circostanze, accompagnando il carro funebre
circa trecento persone fino al campo sa n to , dove la sua
salm a venne deposta in un sepolcreto, nella parte del cimi­
tero riservata pel clero di questa città. In seguito faremo
ancora il funerale di trigesim a ed il 1° anniversario.

12.3 Page 113

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— 55 —
Da molte Case mi si scrisse che già si offrirono suf­
fragi particolari per lui. Questo molto mi consola, e, senza
prescrivere particolari preghiere, non posso fare a meno di
dirvi che il carissimo confratello D. Bonetti, deceduto m entre
copriva cariche tanto im portanti per la nostra Pia Società,
D. Bonetti, uno de’ più antichi collaboratori di D. Bosco,
operaio apostolico indefesso, campione valoroso nel promuo­
vere la gloria di Dio e la salvezza delle anim e, consigliere
amorevole per chiunque a lui si rivolgesse per conforto o
consiglio, ben m erita qualche particolare suffragio, sebbene
le nostre costituzioni nulla stabiliscano in particolare.
In molte delle lettere, a me indiritte in questa circo­
stanza, mi si esprimono sentimenti ben toccanti di commi­
serazione verso di me che venni privato di un amico così
fido, così pio, così sagace, di un appoggio così pronto, così
potente, di un confratello così caro ; e si promettono pre­
ghiere anche per me, perchè possa tro v ar _conforto al mio
dolore. Io ne sono vivam ente riconoscente, e m entre intendo
colla presente ringraziarli tu tti, mi raccomando caldam ente
a volermi continuare la carità delle v ostre orazioni. Ho
detto col santo Giobbe: Domìnus cledit, Bominus abstulit:
sii nomen Domini benedictum. Il dolore tu ttav ia fu ed è
grande ; come pure non leggera è la mia pena ed imbarazzo,
nel dover provvedere chi lo supplisca nelle varie sue in­
combenze.
Egli era catechista, ossia Direttore spirituale della no­
stra Pia Società, era D irettore generale delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, era Postulatore della Causa del nostro Padre
D. Bosco. — Dopo u n triduo di preghiere per invocare i
lum i del Signore, e non senza consultare i cari nostri Con­
fratelli, membri del Capitolo Superiore, ho determ inato su p ­
plirlo nella carica suddetta di Catechista, per mezzo del caro
nostro confratello D. Giulio B arberis, finora m aestro generale
degli ascritti, il quale, in forza di questa m ia elezione, du­
rerà in tale carica fino al prossim o Capitolo Generale, in cui

12.4 Page 114

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dovrà aver luogo la elezione de’ membri del Capitolo Su­
p erio re; nell’uffizio di P o stu la to li ho giudicato di supplirlo
col caro nostro confratello D. Domenico Belmonte, Prefetto
della nostra Pia società. Nella sua qualità poi di Direttore
generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per ora non de­
signo nessuno in particolare. Ricevendo le lettere che le
riguardano e trattando gli affari concernenti le loro Case,
provvisoriam ente mi farò aiutare da qualche confratello che
parrà più opportuno.
Voglia il Signore confermare dal Cielo q uesta scelta, fa tta
nell’unico intento di compiere la su a sa n ta volontà e bene­
dire i comuni sforzi per far procedere ognora, il meglio che
si possa, tu tte le nostre imprese. La Vergine Ausiliatrice,
S. Francesco di Sales ed anche il nostro caro Padre Don
Bosco siano sem pre i nostri protettori ed intercessori presso
il trono di Dio. Dal canto nostro, sem pre fidando nell’aiuto
divino, che non ci verrà mai meno, se saremo fedeli al no­
stro dovere, procuriam o di m ettere a traffico l’eredità de’
savi consigli e di santi esempi lasciataci dal nostro caro
D. Bosco e dal compianto confratello I). Bonetti, cercando
con tu tto lo zelo di renderci emuli delle loro v irtù e della
loro operosità, e preghiamo il Padrone della m esse a man­
darci molti altri buoni operai per aiutarci a lavorare nel
campo destinato alla nostra Pia Società, del quale, nella sua
bontà, ci va m ostrando di giorno in giorno sempre più estesi
i confini.
Il Cuore di Gesù, sorgente di tutte le grazie, sparga su
noi tu tti, o cari confratelli, l’abbondanza delle sue benedi­
zioni, e ci accenda tu tti d’amore per Lui e di carità pel
nostro prossimo, specialmente per la gioventù. Credetemi
.sempre
Torino, 15 Giugno 1891.
Vostro aff.mo in G. C
Sac. Michele R ua.

12.5 Page 115

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RINGRAZIAMENTO PER GLI AUGURII.
3° CENTENARIO DI S. LUIGI.
M ie i c a r i fig li in G. C.,
Nell’occasione della Festa Onomastica del nostro caro
P adre D. Bosco, che coincide quasi col mio giorno natalizio,
dalle nostre Case mi giunsero lettere compitissime, collet­
tive ed individuali, di confratelli e di allievi p er auguri, con­
doglianze, e care promesse. Non posso dirvi di'quanto sol­
lievo al mio cuore siano riuscite le dimostrazioni di filiale
affetto e di carità reciproca, che in esse incontrava e la
buona volontà, che vi scorgeva, di impegnarvi sempre me­
glio a prom uovere la gloria di Dio, la salvezza delle anime
e lo sviluppo e buon andamento di quell’ Opera della Di­
vina Provvidenza, che è la nostra Pia Società.
Nell’ impossibilità di rispondere a tu tti e singoli questi
indirizzi, soleva negli anni scorsi in simili circostanze li­
m itarm i a raccomandare al Signore ognuno di voi coi ri­
spettivi bisogni. In quest’anno però ed in questa solennità,
in cui quasi insieme concorsero la consueta Festa Onoma­
stica del Carissimo nostro Padre, il suo giubileo sacerdo­
tale col terzo centenario di S. Luigi Gonzaga, sento il bi­
sogno d’indirizzarvi la presente p er ringraziarvi tu tti, con
preghiera ai cari Direttori di estendere i miei cordiali rin
graziam enti ai proprii dipendenti ed allievi, sia per gli
au g u ri che mi fecero e che io ricambio dal fondo del cuore,
sia per le preghiere e Comunioni che per me si offrirono
e si vanno offrendo, assicurandoli che non passa giorno che
io non ricordi tu tti, con particolare menzione nel S. Sacri­
ficio della M essa, tu tti raccomandando al Signore, affinchè,
per intercessione di Maria Ausiliatrice, vi conservi ognora
nella sua santa amicizia sul cammino del Paradiso.
Molti espressero il desiderio che avrebbero avuto, di
partecipare colla personale presenza a questa solennità:

12.6 Page 116

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58
anche a me sarebbe stata cosa la più gradita in sì bella
occasione vedervi tu tti in questo Oratorio di S. Francesco
di Sales, ai piedi della nostra cara Madre e celeste Patrona,
prender parte alle sacre funzioni ed accademie che si
fecero, poi recarvi come in pellegrinaggio alla tomba del
nostro venerato P adre D. Bosco. Ma non essendo ciò stato
possibile, m entre lascio al Bollettino Salesiano il compito
di descrivervi questa solennità, procuro di farvi parteci­
pare in qualche modo col m andarvi copia dell’ inno che si
è cantato e del discorso degli Antichi Allievi, persuaso di
fare con ciò cosa a voi molto g radita.
Non posso chiudere questa mia, senza rallegrarm i delle
buone risoluzioni espresse nelle suaccennate lettere ed esor­
tarvi ad esservi costanti, osservandole unitamente ai buoni
propositi altre volte fatti, specialmente nell’ occasione della
vostra religiosa professione.
Spero che in tu tte le nostre Case siasi celebrato colla
m aggior solennità il terzo Centenario di S. Luigi Gonzaga ;
che se in qualche Collegio non fu ancor celebrato, si pro­
curi di farlo, prim a del term ine dell’anno scolastico. Desi­
dero vivamente che si m antenga sempre, nei nostri cuori
ed in quello dei nostri allievi, la divozione verso questo
glorioso Patrono della gioventù, dalla cui protezione ed imi­
tazione possiam riprometterci tanto profitto spirituale pei
nostri giovanetti.
La pace e la carità di N. S. G-. C. regnino sem pre nelle no­
stre Case e ci tengano tu tti uniti e costanti nel divin servizio.
Torino, F esta de’ SS. Apostoli Pietro e Paolo, 1891.
Vostro Aff.mo Amico
Sac. Michele B ua.
P . S. I Sigg. D irettori abbiano la bontà di far sentire a tu tti i Con­
fratelli questa m ia, come pure le due produzioni che vi vanno unite, che
spero riusciranno di comune gradim ento.
F in d’ ora poi vi annunzio che è uscita testé alla luce la vita del
compianto nostro Confratello Coadiutore, F ra s c a e o lo F rancesco. Non posso

12.7 Page 117

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fare a meno di raccomandarne caldamente la lettura, avendo il Signore
dato in questo Confratello u n vero esem plare di v ita S alesiana. Ci p o trà
servir di pascolo spirituale e di eccitamento alla perfezione, come a m oltis­
simi giovani servirono e servono di forte stimolo alla v irtù le Vite dei
nostri cari giovani Savio Domenico, Magone Michele e Besiccco F ra n ­
cesco.
S arà m ia cura di farvela spedire, insiem e col bell’ elogio funebre che
del nostro compianto Confratello D. B o n e tti lesse il P ro f. D. C erniti, il
giorno in cui nella Chiesa di M aria A usiliatrice si celebrava il funerale di
trigesim a.
GIUBILEO DELLE OPERE SALESIANE.
(N. 8.)
SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE.
F ig li m iei in Cristo carissimi,
Si compie per noi Salesiani, figli di D. Bosco, un pe­
riodo di tempo, degno di tu tta la nostra considerazione}
come pure sta per compiersi un avvenimento che deve riu­
scirci di grande consolazione ed ispirarci la più dolce fi­
ducia. Come ben sapete, il giorno solenne di M aria Ausi­
liatrice del corrente anno fu il cinquantenario dell’ Ordina­
zione sacerdotale del nostro caro P adre; e nella bella fe­
sta dell’ im m acolata Concezione occorrerà il Giubileo delle
Opere Salesiane. Le circostanze non permisero di solenniz­
zare, come sarebbe stato conveniente e comune desiderio,
il cinquantenario della sacerdotale Ordinazione di D. Bosco;
ora è nostro dovere di fare una grande solennità per la
prossim a ricorrenza del suddetto Giubileo. L’ occasione non
potrebbe essere più opportuna, giacché appunto per tale
solennità si compirà l’avvenimento che vi accennai, vale a
dire l’inaugurazione delle decorazioni al Santuario di Maria
Ausiliatrice. Queste s’ intrapresero, come monumento alla
venerata memoria del nostro Fondatore, e in pari tempo
come atto di riconoscenza a Maria Ausiliatrice e sciogli­

12.8 Page 118

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60
mento di una prom essa per insigne grazia, ottenuta da
questa nostra Celeste Patrona. Eicorderete come, alla morte
del nostro caro D. Bosco, eravamo som m am ente ansiosi di
poterne conservare la venerata salm a in questo Oratorio,
od almeno in qualche n ostra casa presso Torino, ed avrete
pur conosciuto le gravi difficoltà che s ’incontravano.
Fu allora che il Capitolo Superiore, di comune accordo,
prom ise alla Vergine Ausiliatrice di por mano, di quell’anno
stesso, ai ris ta u ri e decorazioni del suo Santuario, se ci
otteneva la tanto sospirata grazia.
I nostri voti furono esauditi con grande gaudio di tu tta
la Pia Società, avendo potuto conservarlo nel nostro Se­
minario delle Missioni in Valsalice. Era adunque dovere di
non ritardare più a lungo questa impresa, che da parecchi
anni era pure vagheggiata dall’ am ato D. Bosco.
Epperò in quell’anno stesso, nel Dicembre, si diede prin­
cipio ai lavori, che ora, dopo tre anni di spese, fatiche e
sollecitudini, avranno il loro term ine. Eingraziam one dì
tutto cuore il Signore, da cui ogni bene procedej e ado­
periamoci per onorare nel miglior modo possibile la nostra
Celeste Madre che, come avete potuto rilevare dal Bollet­
tino Salesiano, di questi ultim i anni, ci protesse in modo
cotanto evidente rinnovando le meraviglie avvenute, allor­
ché si stava edificando il Santuario, stesso.
Quando si fece la consacrazione di questa Chiesa, il 9
Giugno 1868, tu tti i nostri confratelli ed allievi si trova­
rono presenti, e sarebbe nostro vivo desiderio che anche
in questa circostanza potessero assistere alla solennità tutti
i Confratelli ed allievi, almeno gl’interni che ora abbiamo:
m a a quel tem po, oltre l’ Oratorio di S. Francesco di Sales,
avevam o solo il Collegio di Mirabello e di Danzo. Ora in­
vece quanti sono gli ospizi ed i collegi, oratori e scuole,
non più solo dei Salesiani m a anche delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, sparsi in Italia, in Francia, in Ispagna, Austria,
Svizzera, Inghilterra, in America, in Asia, in Africa, e quante

12.9 Page 119

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— 61 —
le migliaia di persone che dovrebbero qui recarsi ! A que­
sta considerazione, m entre scorgiamo P im possibilità di ef­
fettuare tale desiderio, dobbiamo am m irare la Divina Prov­
videnza, che si mostrò così larga in nostro favore, e la
evidente protezione di Maria Ausiliatrice.
La difficoltà però di riunirci di presenza non può im ­
pedirci di riunirci tu tti in ispirito, p er rendere i più vivi
ringraziam enti a Sua Divina Maestà e per esaltare sem ­
pre più la Celeste n o stra Protettrice. E questo è ciò che
intendiamo raccomandare colla presente.
Per le Case dove arriverà a tempo questa lettera, de­
sidero che, durante i giorni della solenne ottava, negli eser­
cizi comuni di pietà ravviviate il vostro fervore, .anim iate
i giovami allievi alla frequenza dei SS. Sacram enti, ed in
modo speciale vi adoperiate colle letture, coi sermoncini
della sera e nelle private conversazioni per accendere nei
vostri e loro cuori la riconoscenza a Dio, la divozione a
Maria Ausiliatrice e la venerazione al nostro caro Padre
D. Bosco.
Per cooperare poi anche più efficacemente alle dim o­
strazioni di g ratitudine e di divozione verso Maria SS., promo­
vete nella vostra Casa e fra le vostre conoscenze, come
pure fra i Cooperatori e Cooperatrici, una colletta per ve­
nirci in soccorso a pagare i molti debiti, incontrati nei ri-
stauri e decorazioni.
Il benemerito Corriere Nazionale, come avrete saputo,
propose a questo scopo una sottoscrizione a L. 0,20 e la
diramò a tu tti i suoi abbonati e a tutti i Cooperatori Sa­
lesiani d’Italia. Ma questo parrebbe troppo poco pei figli di
D. Bosco.
All’occasione della edificazione del Santuario nostro, i
due collegi allora esistenti, fuori dell’ Oratorio, vi concorsero
generosamente, sebbene si trovassero appena nei loro pri­
mordi.; vorranno rim anere ora indietro quegli stessi collegi
ed i molti altri che si aprirono in seguito? Sia fra tu tti

12.10 Page 120

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— 62 —
una santa gara, per aver parte abbondante nell’ossequio
reso alla nostra Celeste Patrona e nel monumento alla ve­
nerata memoria del nostro amatissimo Padre.
È pur nostro vivo desiderio che in ogni casa si scelga
qualche Domenica o altra festa del corrente anno od anche
del prossim o, per solennizzare in modo speciale questo cin­
quantenario colla maggior pompa, come atto di ossequio
e doverosa riconoscenza a Dio ed alla Vergine SS., per i
molti benefizi largiti al nostro amato Fondatore e a tutte
le sue opere.
Intanto noi, discepoli e figli di D. Bosco, facciamo in
modo che le n o stre azioni, la n o stra attiv ità, zelo e fer­
vore nel servizio di Dio, il nostro spirito di sacrifizio a fa­
vore del prossimo, specialmente della gioventù, servano a
ram m em orare le virtù e la santità del nostro buon Padre,
in guisa che ciascuno di noi sia di Luì copia fedele. Que­
sto sarà certam ente monumento a Lui molto gradito.
Accogliete i miei cordiali saluti, con cui godo profes­
sarm i nei Cuori dolcissimi di Gesù e di Maria.
Torino, 21 Novembre 1891
F esta della Presentazione di M aria SS. al Tempio.
Vostro Aff.mo Amico
Sac. Michele E oa.
P . 8. Il sig. D irettore faccia sentire al più presto questa lettera ai suoi
‘C o llab o rato ri; e dia le disposizioni pel suo pieno effetto.
NORME ALL’ISPETTORE PER LA VISITA DELLE CASE.
Carissim i n o stri Ispettori,
Il Signore, nella sua infinita bontà, si degna di servirsi
anche dell’opera dei poveri Salesiani e delle Figlie di Maria
Ausiliatrice, per fare un po’ di bene nella Chiesa. Ogni
anno si vanno in modo, direi, maraviglioso moltiplicando

13 Pages 121-130

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13.1 Page 121

▲back to top
— 63 -
le nuove fondazioni degli uni e delle altre, m entre gli sta ­
bilimenti prima fondati si vanno ognor più sviluppando.
Noi dobbiamo ringraziare il Signore di ta n ta su a bontà
e degnazione „ ed in pari tempo dobbiamo pure dal
canto nostro fare quanto possiamo pel buon andamento
di tu tte le nostre Case, affinchè abbia a risultarne la gloria
di Dio ed il vantaggio delle anim e, al che devono m irare
tu tte le nostre aspirazioni e sollecitudini. Penso che tu sii
appunto in questi giorni in procinto per visitare le Case
della tu a Ispettoria; non sarà fuori di proposito che io ti
m etta sottocchio alcune cose che meritano speciale con­
siderazione.
In varie Case si procede con qualche leggerezza nelle
pratiche di pietà: con facilità si dispensa la meditazione,
la lettura spirituale, la lettura in refettorio; in altre non
si fa quasi mai la preghiera stabilita prim a e dopo i pasti ;
in altre si trascura molto facilmente l’ esercizio mensile
della buona m orte o se ne compiono le pratiche molto
im perfettam ente; in altre poi non si fa quasi nessuna
conferenza ai confratelli, come pure si trascurano molto fa­
cilmente i rendiconti. Nelle vostre visite vegliate ed in­
formatevi bene su questi punti, che hanno grande importanza
pel buon andamento degl’individui e delle Case.
Altro argomento che deve chiamare tu tta la vostra a t­
tenzione è la cura che i Direttori si prendono dei chierici.
So che in alcuni collegi è molto tra sc u ra ta la scuola di teo­
logia e di sacre cerimonie, ed i chierici sono lasciati liberi
d’andar dove credono per occuparsi dei loro studi. Voi insi­
stete perchè le scuole suddette si facciano con regolarità e
si dia tu tta l’importanza che si m eritano; e se potete in
qualche modo riuscire ad introdurre la bella usanza, che i
chierici facciano studio in comune cogli allievi od almeno
tra loro, però sotto qualche fraterna assistenza, procurerete
un gran vantaggio ai chierici stessi ed alla Casa cui appar­
tengono.

13.2 Page 122

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— 64 —
Non tralasciate mai di raccom andare tu tta la riserba-
tezza nel tra tta re coi giovani, esam inando se sono m esse
ben in pratica le norme prescritte.
Anche su lla povertà aprite l’occhio : osservate, non solo
come sono tenute le camere, m a se si fanno frequenti viaggi
individuali o collettivi senza vera necessità; se si fa fre­
quente uso di vetture pubbliche, quando si potrebbe fare il
tra g itto a piedi ; se si tien conto degli abiti. A questo fine
fatevi m ostrare nei registri delle pensioni la parte che ri­
g u ard a il personale di casa, cioè dei confratelli, per rilevare
con qual frequenza si rinnovano gli abiti per certi individui.
Che se non sono tenuti con regolarità, insistete quanto b asti
perchè si facciano le registrazioni a dovere.
Non posso om ettere di raccom andarvi anche di fare qual­
che visita alla Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che si
trovano nella vostra ispettoria, specialmente quelle Case che
non hanno ispettrice particolare e che si trovano piuttosto
lontane dalla loro C asa-m adre, e che per conseguenza non
possono avere che molto raram ente la visita delle loro Su­
periore. Nelle vostre visite m ettete in pratica le norme pre­
scritte nel capo Yf della distinzione 1 delle nostre Deliberazioni.
O sservate quali difficoltà incontrino nel disimpegno dei loro
doveri, nelle relazioni che debbono avere colle autorità civili
ed ecclesiastiche, ed aiutatele coi vostri consigli a superarle,
riferendovi però sempre al le tto r M aggiore, od ai membri
del Capitolo Superiore, a cui possono riferirsi le difficoltà
stesse secondo la loro n atu ra, ed anche alla Madre Gene­
rale od alle Superiore del loro Capitolo nelle cose che le ri­
guardano. P e r qualche tempo poteva il D irettore Generale
delle Suore compiere in gran parte queste visite ; ma ora, per
l’estensione e m oltiplicità delle Case, diviene impossibile ad
un solo. Sapete che le Suore, qualche volta durante l’anno,
regolarm ente devono avere il confessore straordinario. Spetta
anche a voi, d’accordo col R ettor Maggiore od almeno col
loro Direttore Generale, stabilirlo per ciascuna loro Casa,

13.3 Page 123

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preferibilm ente scelto fra ’ Sacerdoti Salesiani. Si dovrà per
tali Confessori provvedere a tempo dai rispettivi Ordinarii
le necessarie facoltà, se debbono andare fuori della propria
diocesi o se non ne furono già precedentem ente m uniti. Si
dovrà pure, ove sia d’uopo, raccom andarli ai parroci o ad
altri ecclesiastici per la necessaria ospitalità, qualora deb­
bano ferm arsi a prendere refezione o riposare fuori della Co­
m unità Salesiana. Sarà pure necessario dar loro norme sul
modo di com portarsi colle Suore stesse, ascoltandole pazien­
tem ente in confessione e poco trattenendosi fuori di confes­
sione, per conciliarsi così maggiore confidenza nell'esercizio
del Sacro Ministero.
Voi s te s s i, cari Isp e tto ri, procurate di non im piegar
troppo tempo nel visitarle ed ascoltarle. Che se si tra tta di
Case di Suore annesse a Case Salesiane, date la maggior
parte del vostro tempo e delle vostre cure a queste anziché
a quelle, in proporzione dell’im portanza e del bisogno delle
une e delle altre. Intanto v’invito a p regare anche voi perchè
il Signore m ’illumini a fare una buona scelta del Direttore
Generale delle Figlie di M aria A usiliatrice, che dopo la m orte
del compianto D. Bonetti più non ebbero chi lo sostituisse in
tale uffizio.
Eccovi., cari Ispettori, le cose che mi sta v a a cuore di
raccomandarvi : sia vostro studio di m eritarvi colla pratica
le benedizioni del Signore sulle vostre visite e fatiche ispet-
toriali. Intanto non vogliate dimenticare nelle vostre pre­
ghiere il
Vostro ajf.mo amico
Sac. M ic h e l e R u a .
Lettere di D. Rua.

13.4 Page 124

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66 -
IMPOSTE
E RICORSO PRESENTATO.
(N. 9)
Cctr.mi Ispettori, D ire tto ri e Prefetti,
Il Signore ci ha consolati nel cadente anno con tante
benedizioni, fra cui m eritano special menzione l’inaugurazione
dei ristauri e decorazioni del Santuario di Maria Ausiliatrice,
il Giubileo sacerdotale di D. Bosco e le feste tanto edifi­
canti e ben riuscite che li accompagnarono. Ma per ricor­
darci che siamo tu ttav ia nell’ esilio, permise pure che non
fossimo esenti dalle tribolazioni; e a voi, che siete alla
te sta delle Case e dei Collegi e più assuefatti alle contra­
rietà, accennerò brevem ente qualcuna delle tribolazioni con
cui nelle vie di sua provvidenza ci volle visitare.
Oltre la dolorosa prova della perdita cotanto se n tita di
alcuni membri fra’ più distinti di nostra Pia Società, il Si­
gnore ci prova da qualche tempo permettendo vere vessa­
zioni da parte dell’Agente delle imposte. Siccome però non
ci vieta di difenderci, così m entre qui ci m ettiam o sulle
difese, credo opportuno m ettere anche voi al corrente delle
cose, per vostra istruzione ed anche per vostra norma sul
modo di comportarvi e di rispondere qualora foste inter­
ro g ati da persone costituite in auto rità, od anche solo di­
scorrendo accadem icam ente su certi punti intorno alla co­
stituzione di nostra Società.
L’Agente suddetto nell’ottobre scorso mandò un av­
viso di tassazione all'‘Oratorio Salesiano, in cui gli dà
carico di ta n ti redditi presunti, non solo di esso Oratorio,
m a delle altre Case d’ Italia, di modo che fa ascendere il

13.5 Page 125

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— 67 -
reddito netto a L. 3 2 2 .5 0 0 , ripartito in L . 105.000 di
Cat. B , e L. 217.500 di Cat. C. (1). Qui vi unisco nota
della tassazione relativa a ciascun collegio, affinchè pos­
siate conoscere distintam ente quanto ad ognuno venga at­
tribuito. In vista di tale esorbitanza, dopo consultati pa­
recchi valenti Avvocati, in tempo utile io inoltrai un Ri­
corso alla Commissione Comunale, che deve giudicare in
prim a ista n z a ; e qui vi do il sunto che appunto potrà ser­
virvi di norma sul vostro modo di parlare in argomento.
Per vostra più facile intelligenza prem etto anzitutto che
noi davanti le autorità civili dobbiamo considerarci non come
religiosi^ m a come liberi cittadini, che godiamo di tu tti i
diritti che le leggi accordano ai liberi regnicoli. Ciò posto,
nel Ricorso:
1° Comincio provare che V Oratorio Salesiano giuri­
dicamente non esiste, non essendo riconosciuto come ente
morale, e però, come non può possedere, nè ereditare, così
non può essere colpito da alcuna imposta. Se si giudica
doversi imporre tributi di qualsiasi genere, si colpiscano
i proprietarii e non il corpo che non ha esistenza legale;
2° Ho provato come V Oratorio non è un’associazione
imponibile, cioè non è di quelle associazioni che, avendo
uno scopo benefico, intellettuale, filantropico, tu tta v ia sono
sotto certi asp etti soggette all’ im posta di Ricchezza Mo­
bile. La Giurisprudenza italiana concordemente ha sempre
ritenuto che le associazioni dell’indole della nostra m an­
cano di ciò che form a il carattere essenziale delle società
commerciali, non avendo per fine diretto il guadagno; e
però non è so g g etta ad im posta di Ricchezza Mobile. Il
che viene da me dim ostrato con citazioni di varie Sentenze
della Corte di Cassazione.
(1 ) Si denom ina reddito di Cat. B. quello che em erge dall’ esercizio
delle professim i, e di Cat. C. quello che si com puta sugli stipendii degli
im piegati.

13.6 Page 126

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68
Prem esse quelle due asserzioni passo a dichiarare :
VAutonomia eli ciascun Istituto Salesiano, nego cioè
che FOratorio Salesiano di Torino comprenda tu tti gli Istituti
indicati nell’avviso dell’A gente delle T asse, e che essi abbiano
qui una sede centrale, come dovrebbero avere per legittim are
l ’accentram ento di tu tti i loro redditi in Torino. Essi sono al­
tre tta n ti Oratorii ed Istitu ti, diversi fra loro di nome, di scopo e
di carattere. Appartengono a diversi proprietarii non legati fra
loro da nessuno sta tu to di società commerciale; come nessuno di
essi costituisce uno stabilim ento industriale; m a tu tti sono
Case di educazione, rispettivam ente autonome, che dall’Ora-
torio paterno di Torino, donde provengono e non dipendono,
ricevono soltanto l ’indirizzo morale, disciplinare e didattico.
Nella parte economica di ciascuno di essi l’ Oratorio non
ha ingerenza. Ciascuno di loro vive di vita propria, di ele­
mosine e di economie sulla tenue re tta pagata dagli alunni
che li frequentano; e con questi cespiti paga le imposte,
fra cui primeggiano le fondiarie che sono iscritte a nome
non già dell’ Oratorio, il quale non esiste legalmente, ma
dei singoli com proprietarii dei terreni e dei fabbricati, dove
hanno sede gl’istitu ti. — A prova della mia asserzione
unii gli avvisi delle imposte di ciascuna Casa.
Per vostro confidenziale maggiore schiarimento aggiungerò
che se talvolta io vengo in soccorso alle Case, come pure se
talvolta ricevo qualche soccorso dalle Case, ciò si fa non in
v irtù di alcuna legge civile, nè di alcuna convenzione che possa
aver forza in faccia alle leggi, ma spontaneamente, come un
individuo qualunque verrebbe in aiuto di altro individuo.
Intanto ho recisam ente contestato le allegazioni del—
l’Agente quanto all’importo dei redditi di ciascun Istituto.
Dimostrai parim enti che la Commissione Comunale
di Torino, che deve giudicare sopra l’accentram ento fatto
dalF Agente, è incompetente, trovandosi gli stabilimenti ac­
cennati dall’Agente quasi tu tti fuori di Torino, però fuori
della giurisdizione di questa Commissione.

13.7 Page 127

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— 69 —
Ecco in stìnto il Ricorso da me presentato alla Com­
missione Comunale. Finora non si è ancora radunata per
decidere, e perciò m entre vi raccomando di prendere norm a,
da quanto vi ho detto, sul modo di rispondere qualora
foste interrogati, vi raccomando pure di innalzare fervide
preghiere' al Signore, affinchè, illuminando i membri della
Commissione suddetta ed ispirandoli a sentim enti di equità,
ci liberi dalle pretese dell’Agente, che sarebbero per questo
Oratorio una vera sciagura.
Riponendo sem pre in Dio e nella protezione di M aria Ausilia-
trice ed anche di D. Bosco la mia fiducia, cordialm ente vi
saluto professandomi sempre
Torino, 31 Dicembre 1891.
Vostro Aff.mo in G. Cristo
Sac. M ic h e l e R u a .

13.8 Page 128

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— 70 —
LOCALITÀ
S p ie g a z io n e
Reddito di categoria
33
c
1. TORINO
Via Cottolengo
N. 32
(I)
Collegio che conta 800 e più gio­
vani. Vi s ’insegna e si esercita
su vasta scala la Tipografia,
la Stamperia, la Stereotipia, la
Fonderia di c a ra tte ri, la Li­
tografia, la Calcografia, la Le­
gatoria, l ’arte del Falegnam e,
l ’a rte del F ab bro-ferraio, del
S arto, del Calzolaio eco. — Vi
s ’insegnano le L ettere, la Mu­
sica e il Disegno. — Si ele­
vano i redditi precedenti di
Oat. B di L. 10.000 e di Cat.
G di L.8,000 a . . . . L.
2. Idem
Corso V ittorio
Em anuele II.
Succursale del suddetto Collegio
principale. — È capace di
N. 200 giovani. — Libreria
ap erta da qualche anno. Com­
pleto deposito di tu tte le edi­
zioni salesiano, di libri di litu r­
gia, ascetici, scolastici, di ame­
na lettura.— Pubblicazioni mu­
sicali sacre e profane. — Co­
pioso assortim ento di oggetti
religiosi. — Ricco deposito di
carta comune, ad uso delle
scuole e commerciale — Lega­
to ria di libri di qualunque ge­
n e re , semplice e di lusso. —
N. 6 pubblicazioni periodiche
ed abbuonament.i, ecc. ecc. . »
3. Idem V al S a ­
lice (fr. Torino)
Istitu to capace di 400 alunni.
— Due Corsi: l ’uno elem en­
ta re e l ’altro ginnasialo. P el
solo p e r s o n a l e ......................»
4. FAENZA
Istitu to Salesiano composto di
N. 155 alunni: pel solo p e r­
sonale .................................. »
5. ESTE
Collegio-Convitto Manfredini —•
A lunni N. 170. — Pel solo per­
sonale composto di un D iret­
tore, di cinque insegnanti e
di nove Istitutori . . . . »
6. MATHI
Cartiera, precedentemente tas­
sa ta nel Comune di Mathi in
base al reddito di Cat. B di
L. 5800 spontaneam ente de­
nunciate dal Contribuente sin
dal 1883, che si eleva a . »
50,000
25,000
_
10,000
30,000
8,000
10,000
3,000
18,000
6,000

13.9 Page 129

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— 71 —
LOCALITÀ
S p ie g a z io n e
Reddito di categoria
33
C
7. CHIERI
8. YAEAZZE
9. ALASSIO
10. MASCALI
NUNZIATA
Istituto femminile condotto da
una D irettrice e diverse Ma­
estre ; p el solo personale . L.
Collegio Don Bosco composto di
N. 130 convittori. — P el solo
personale direttivo ed inse­
gnante .................................. »
Collegio composto di 180 con­
vittori. — Tre Corsi: Elemen­
tare, Ginnasiale e Liceale. —
P el solo personale direttivo
e i n s e g n a n t e .......................»
Collegio Convitto femminile af­
fidato a m aestro approvate dal
Governo. ■— P e l solo perso­
nale insegnante . . . . »
XI. RANDAZZO
Collegio Salesiano. — Convittori
39. — Corsi E lem entari e Gin­
nasiali. — Scuole serali. —
Insegnam ento affidato a N. 4
m aestri pel Corso E lem entare,
a N. 5 Professori pel Ginnasio
ed a N. 2 m aestri per le Scuo­
le Elementari esterne. — Il
Comune paga il contributo di
L. 9,000 ................................. »
12. NIZZA
MONFERRATO
13. VALLECROSIA
14. BORGO
S. MARTINO
Istitu to delle Salesiane. — Conta
120 educande (oltre a 100 altre
che desiderano farsi monache)
Pel solo personale direttivo ed
insegnante ............................. »
Istitu to composto di N. 32 a-
lunni. — Pel solo Personale
direttivo ed insegnante (due
maestri e tre maestre) . . »
Collegio Don Bosco. — Conta
circa N. 240 alunni. — Inse­
gnam ento E lem entare e Gin­
nasiale. — Pel solo personale
direttivo ed insegnante (N. 20
impiegati tr a insegnanti ed
assistenti) . . . . . . »
15. FIRENZE
V ia
F ra Angelico, 8
Collegio Salesiano che conta N.
100 alunni, cioè: N. 70 del
Corso inferiore e N. 30 del
Corso superiore. — Pel solo
personale composto del Diret­
tore Sig. D. Febraro Ste­
fano e di N. 5 M aestri . »
4,000
7,700
12,000
3,000
9,000
12,000
fi,000
25,000
8,000

13.10 Page 130

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— 72 —
LOCALITÀ
16. SAMPIER-
DARENA
17. PARMA
18.
TRECASTAGNI
S p ie g a z io n e
Collegio di S. Vincenzo. — Sta­
bilimento fiorentissimo in via
di ingrandim ento. — Allievi
N. 250. — Consiste in Labora­
t o r i di Tipografia, Libreria,
Legatoria, Falegnami, Fabbri-
ferrai, Calzoleria, Sartoria . »
Collegio Salesiano che conta N.
74 alunni convittori , oltre
gli alunni esterni. — Inse­
gnam ento Elem entare e Gin­
nasiale in conformità dei pro­
grammi e regolamenti gover­
nativ i. — P el solo personale
direttivo ed insegnante . . »
Collegio contenente N. 46 a-
lunne. — P el solo personale
composto di una D irettrice e
di N. 4 m aestre, retribuite
come le m aestre comunali . »
Reddito di categoria
33
a
20,000 27,800
10,000
_
6,000
T otale L . 105,000 217,500
AVVERTENZE.
(I) Nei redditi di cui ai N. 1 e 2 l ’Agenzia ha compreso tu tti i redditi
di categoria B e C p ertin en ti all’industria tipografica e libraria in g enere,
eserc itate d all’oratorio Salesiano, tanto nella Sede principale di Torino,
quanto nelle succursali da esso tenute in altri paesi o città del Regno e pre­
cisam ente nei Comuni di S. Benigno e Vallecrosia, e nelle città di Lucca,
Spezia e Firenze.
I redditi di cui ai N. 1 e 6 si propongono in rettifica alla somme pre­
cedentem ente acce rtate e così per gli effetti dell’im posta 1892. T u tti gli
a ltri s ’intendono acce rtati e x novo a norm a e per gli effetti di cui a ll’a r­
ticolo 59 della legge 24 agosto 1877.
’S f

14 Pages 131-140

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14.1 Page 131

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INVITO AL CAPITOLO GENERALE.
(N. 10)
Carissim i Direttori,
Come sapete, si compiono in settem bre prossim o tre anni,
dacché fu raccolto a Yalsalice, per la prim a volta, dopo la
m orte del venerato nostro P adre D. Bosco, il Capitolo Ge­
nerale, e nelle prossim e vacanze autunnali, secondo che
è stabilito dalle nostre Regole al capo YI, art. 3° e 4°, si
deve nuovam ente radunare. Con q uesta le tte ra intendo di
darvene l’avviso ufficiale, affinchè, d’accordo coi Confratelli
che si trovano in cotesta Casa, possiate studiare quanto si
credesse meglio a gloria di Dio, a vantaggio delle anime
e della Pia nostra Società, pel suo consolidamento e svi­
luppo progressivo, ed infine per il profitto spirituale e
scientifico de’ suoi membri.
Mentre fin d’ora mi rallegro al pensiero di trovarm i fra
breve in mezzo a coloro che formano il mio braccio prin­
cipale e la mia consolazione, sento il bisogno di raccoman­
darvi che si voglia consacrare qualche tempo nello studio
delle cose che vi parranno opportune pei fini suddetti. Im ­
perocché tu tti dobbiamo preoccuparci di ciò che volle affidarci
D. Bosco, se vogliamo sem pre esser chiam ati di Lui figli
e discepoli.
Secondo le norme segnate nelle Deliberazioni Dist. I,
parag. I, a rt. 1°, prendono p arte al Capitolo Generale il Ca­
pitolo Superiore, g l’ispetto ri ossia V isitatori, il Procuratore
Generale, i Direttori delle Case ed i M aestri dei novizi. Pos­
sono anche invitarsi i semplici socii professi laici od eccle­
siastici, quando si trattano argomenti in cui taluno abbia

14.2 Page 132

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— 74 —
perizia speciale, m a questi avranno solo voto consultivo.
Dai luoghi di Missioni estere verrà ogni Ispettore od un
suo delegato con uno dei Direttori della propria Ispettoria
o provincia, scelto dall’ispettore stesso, d’intelligenza col
Rettor Maggiore.
Secondo le deliberazioni dei precedenti Capitoli, qualche
m ese prim a dev’essere da me nominato un Regolatore del
Capitolo Generale, affinchè per tempo a lui possano essere
m andate le osservazioni e le proposte che ciascuno dei Con­
fratelli avrà a fare, ed io designo e nomino a ta l ufficio
il nostro carissim o Confratello D. Francesco Cerruti, Con­
sigliere scolastico della Pia nostra Società.
Procurate adunque di spedire a lui qualche tempo prima
quanto giudicherete degno di essere preso in considerazione.
Devo qui far notare che tu tti i Confratelli, potranno fare
proposte, epperò raccomando ai Direttori che ne li avvisino,
ed a suo tempo ne mandino le osservazioni. Quanto al
tempo di spedire al Regolatore le proprie proposte ed os­
servazioni, le Deliberazioni (Distinzione I, a rt. 2.) dicono che
si mandino almeno due settim ane prim a delFapertura del
Capitolo Generale ; io v ’invito a spedirle il più presto pos­
sibile, affinchè si possano ordinare e proporre allo studio
delle Commissioni che verranno designate per le varie ma­
terie a trattarsi.
Come avete potuto vedere la nostra Pia Società, bene­
d etta da Dio, ha in questo spazio di tempo allargato il
campo delle sue operazioni, e penetrò in terre finora ad
essa non conosciute, ed inesplorate. Ma non bisogna che
noi dimentichiamo che l ’avversario d’ogni bene vigila sem pre
e non desiste dalle maligne sue imprese anche a danno
nostro. Sorge quindi naturalm ente in noi la necessità di
tener viva la nostra fede, per rendere inutili i suoi m alvagi
intenti, e provvedere al nostro progresso, assicurando così
ogni giorno più la n o stra santificazione. A ciò s a rà mezzo
efficace il nuovo Capitolo Generale che si dovrà tenere nel

14.3 Page 133

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— 75 —
tem po che verrà poi con precisione determ inato dal sullo-
dato Regolatore.
Sicuram ente l’opera n o stra che tende alla gloria di Dio,
dovrà essere opera tu tta sua, e non conviene che noi ci
crediamo capaci di fare qualche cosa di buono da noi soli ;
per la qual cosa vi esorto colle parole dell’apostolo s. Paolo,
che opportunam ente mi vengono alla m em oria: Ut non
simus ficlentes in noM-s, sed in Beo (1).
Perciò preghiamo il Signore delle misericordie che voglia
benedire la n o stra fu tu ra opera di edificazione, ci aiuti, ci
illumini, affinchè colà raccolti in un unico pensiero, lavorando
tu tti ad un solo e medesimo intento, possiamo determ inare
quanto sarà per ridondare a maggiore sua gloria e a suo
tempo rendergli le dovute grazie pe’ suoi doni e la sua
amorevole assistenza.
Un’a ltra cosa di m olta im portanza si h a da fare in quel
medesimo Capitolo Generale, la quale m erita tu tta la nostra
sollecitudine, ed è la elezione dei membri del Capitolo Su­
periore. Siccome è stabilito dal Regolamento, io ve lo noti­
fico pure fin d’ora ; e vi esorto a procurare di raccogliere
il vostro pensiero su quelli che in Bomino vi sem brano
meglio a d a tti all’ard u a loro missione, di essere cioè i Su­
periori di tu tta la nostra Pia Società. E per ottenere m ag­
giori lumi desidero che raccomandiate che si preghi da tu tti
per questo santo fine.
Secondo il Regolamento per l’elezione dei m em bri del
Capitolo Superiore (Delib. Dist. 1, par. II, a rt. 7), tu tti i
Direttori raduneranno i professi perpetui della loro Casa e
insieme con un socio da questi eletto si recheranno alla
fu tu ra elezione.
Io spero che lo spirito di D. Bosco ci a ssiste rà , come
per altre occasioni in questa specialmente, e che dal P a­
radiso, dove speriamo che già si riposi in Dio, si m anifesterà
(1) II Cor. I, 9-

14.4 Page 134

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— 76 —
sem pre meglio ira noi, e che dal prossimo Capitolo Generale,
come verranno fatte proposte, riflessi e consigli per il
m aggiore sviluppo della nostra Pia Società, così saranno
eletti o rieletti quei membri pel Capitolo Superiore, che
seguendo le sante e gloriose tradizioni de’ tempi passati,
continueranno ad essere il comune sostegno della Pia So­
cietà, ne dilateranno i benefizi, ed a tu tti i Confratelli
saranno bell’esempio e guida.
Mentre in questa fausta occasione posso con sincerità
di cuore dirvi che non cesso gratias agens prò vobis,
memoriam vostri faciens in orationibus meis (1), rac­
comando a tu tti voi di non dimenticare nelle fervide vostre
orazioni la povera anim a mia.
S. Francesco di Sales, nostro glorioso titolare, ci ottenga
da Dio che regni tra noi lo spirito di m ansuetudine e di
pace, e Maria A usiliatrice ci benedica e ci ottenga dal trono
di grazia e di potenza, ove la collocarono i suoi meriti, di
poter corrispondere alla santa nostra vocazione.
Torino, Solennità di S. Giuseppe, 1892.
Aff.mo Amico in G. C.
Sac. M ic h e l e R u a .
(1) Ephes 1. 16.

14.5 Page 135

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RINGRAZIAMENTI DEGLI AUGURII.
M ie i c arissim i fig li in G. C.,
Salesiani, allievi e fam igli,
Ho ricevuto con molto piacere le individuali e collettive
vostre felicitazioni ed augurii pel giorno Onomastico di
S. Giovanni, lo vi sono molto riconoscente delle preghiere
e Comunioni per me fatte. Ora per mezzo del Sig. D irettore
di cuore vi ricambio centuplicati gli augurii: ed a mia volta
prego il Signore a spargere sopra voi tu tti l’abbondanza
delle sue grazie e benedizioni.
Spero che il nostro caro D. Bosco, alla cui festiva com­
memorazione era specialmente diretta quella solennità, unisca
le sue potenti preghiere a convalidare i miei voti. Noi
intanto studiamoci di conservare sempre viva la memoria
dell’am atissim o Padre praticandone i salu tari insegnam enti.
Stimiamoci fortunati di essere suoi figli; m a in pari
tempo sia nostra cara prem ura di portare degnamente tale
titolo, non solo in collegio, m a dovunque ci troviamo.
Gradite i miei cordiali salu ti con cui fin d’ora vi auguro
buon term ine dell’anno scolastico e liete e san te vacanze ;
è credetemi sempre
Torino, 26 Giugno 1892.
Vostro Aff.mo in G. G.
Scic. M ic h e l e E o a .
P . S. P e r farvi partecipare anche da lontano alla festa com m em ora­
tiva, vi spedisco l'inno che venne stupendam ente m usicato per la circo­
stanza. Vi spedisco pure copia della distribuzione dei prossimi spirituali
esercizi.

14.6 Page 136

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— 78 -
RELAZIONE DEL SESTO CAPITOLO GENERALE
E DELLE NUOVE ISPETTORIE.
(N. 11)
C a rissim i fig li in G. C.,
L’anno scolastico 1 891-92 poc’anzi term inato fu ricco
p er noi Salesiani, Figli eli D. Bosco, eli ta n ti fausti avve­
nim enti, pei quali c’incombe il dovere di rendere a Dio le
più vive grazie. P iù volte in q u est’anno abbiamo avuto la
benedizione elei Sommo Pontefice; e questo ci fu veram ente
c ap arra delle benedizioni di Dio. Infatti occorse in q u est’anno
il Giubileo delle Opere Salesiane, che venne celebrato in
quasi tu tti i nostri collegi con solenne pompa religiosa;
ebbe luogo l’inaugurazione delle decorazioni del Santuario
eli M aria A usiliatrice, celebrata con un intero Ottavario eli
feste le più divote e gioconde, come avete potuto rilevare
dal Bollettino Salesiano ; si fondarono parecchie nuove Case
ed Oratori festivi, che presero tosto a produrre fru tti con­
solanti, e ben sì può dire che in questo anno giubilare
l’umile n o stra Società potè p ian tar nuove tende, non solo
nell’Europa e nell’A m erica del Sud, m a eziandio aprire il
prim o anno scolastico nell’Africa e nell’Asia e concretare
definitivam ente la su a en trata nell’America settentrionale.,
che si effettuò colla recente spedizione di Missionari per
la c ittà di Messico. È pure in q u est’anno che l’Ospizio del
S. Cuore a Roma venne portato al punto da poter acco­
gliere più centinaia di poveri fanciulli, e si poterono com­
piere parecchie altro fabbriche ed acquisti che diedero ad
Ospizi nostri, già esistenti, un grande sviluppo.
Non posso poi tacere l'avvenimento per noi tanto im­
portante del 6° Capitolo Generale della nostra Pia Società,
accom pagnato dall’elezione dei m em bri del Capitolo Supe­
riore, e di questo appunto intendo parlarvi in modo spe-

14.7 Page 137

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— 79 —
ciale in questa mìa circolare, nutrendo dolce fiducia che
per le deliberazioni che vi si presero, potrà riuscire fecondo
de’ più considerevoli vantaggi per la nostra Pia Società,
per la gloria di Dio, e pel bene delle anime.
Nella l a riunione ho dovuto con dolore far rilevare come
il Signore dopo l’ultim a elezione, che ebbe luogo nel 1886,
ne’ suoi im perscrutabili giudizi ci privò del nostro caris­
simo Padre Don Bosco, e di un altro dei m em bri più im ­
portanti, nella m orte del p u r carissim o D. Giovanni Bonetti ;
m a ebbi pure la consolazione di far conoscere che, per com­
pensarci delle dolorose perdite, moltiplicò in modo straor­
dinario la n ostra Pia Società e le sue opere. Si constatò
infatti coi cataloghi alla mano, che i m em bri di essa, dal 8G
al 92, in un sessennio, furono più che duplicati, come più
che duplicate furono le Case loro affidate e le opere da loro
intraprese. Col che si viene a scorgere come si verificarono
le parole del nostro am ato Padre, allorquando discorrendo
nel dicembre 1887, cioè pochi giorni p rim a di porsi per
l ’ultim a volta a letto, diceva a certi Cooperatori che da
lontano eran venuti a fargli v isita : pregate affinchè io
possa fare una buona m orte, perchè andando in Paradiso io
potrò fare molto di più pe’ miei figli e pei poveri giovani,
di quel che io possa fare qui in terra.
Sull’esito dell’elezione ed intorno alle varie sedute vi
do qui un breve rendiconto col trascrivervi testualm ente il
verbale di conclusione, che venne firmato dal Capitolo Su­
periore e da tu tti i Direttori presenti.
« L’anno del Signore 1892 e alle 5 poni, del 29 Agosto,
ebbe principio il sesto Capitolo Generale nella Casa nostra
di Valsalice presso Torino e nel modo stabilito dagli a r ­
ticoli 6 e 7 del relativo Regolam ento, Capitolo presieduto
dal Rev. R ettor Maggiore, Sig. D. Michele Rua, e coll’a s ­
sistenza di Mons. Cagliero Giovanni, Vescovo titolare di M a-
gida, Vicario Apostolico della Patagonia, Vicario Generale
delle Case Salesiane d’America, e Direttore Spirituale e­

14.8 Page 138

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m erito della n o stra P ia Società. Vi presero parte i membri
del Capitolo Superiore, eccetto il Consigliere D. Celestino
Durando in m issione nelle nostre Case di P alestina ; il Pro­
curatore Generale, gl’ispettori, Piem ontese, Ligure, F ran ­
cese, Romano, Uraguayo-Brasiliano ; e i Direttori delle Case
particolari quali sono sotto notati. Furono eletti Segretarii:
D. Borio Erminio e D. Bensi Giovanni, Segretario m inu­
tan te, D. G. B. Lemoyne, Segretario del Capitolo Superiore.
Gli schem i proposti erano sette, affidati ciascuno, per l’e­
sam e e la relazione, a particolari Commissioni, secondo lo
stam pato spedito alle n ostre Case. Sei furono discussi e
risolti, uno, quello cioè d ie rig u ard a il Regolamento pei
Noviziati e gli S tu d en tati dei Chierici, fu rim andato al Ca­
pitolo Superiore per un maggiore studio. Nel m attino del
31 di detto Agosto, ebbe luogo l’elezione dei Membri del
Capitolo Superiore e del Maestro dei Novizi. I votanti e -
rano cento. L’elezione riuscì come segue:
D. Belmonte Domenico rieletto Prefetto.
D. Albera P aolo eletto D irettore Spirituale.
D. Sala Antonio rieletto Economo.
D. Cerroti Francesco rieletto Consigliere.
D. Durando Celestino rieletto Consigliere.
D. Lazzero Giuseppe rieletto Consigliere.
D. Barberis Giulio rieletto M aestro dei Novizi.
Le conferenze tenute furono 12. Al cominciar di cia­
scuna di esse il Rettor Maggiore leggeva qualche passo
dei ricordi confidenziali del nostro sem pre carissimo D. Bosco,
ricordi accolti con generale affettuoso entusiasm o. Il Ca­
pitolo Generale terminò la sera del sei settem bre ; e si con­
chiuse col canto del Te-Deum e con la Benedizione del
SS. Sacram ento, »
Le deliberazioni, prese nelle varie sedute, verranno fra
breve coordinate con quelle dei precedenti Capitoli Generali;
e saranno a suo tempo spedite a tu tte le Case, affinchè

14.9 Page 139

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— 81 —
servano di norm a comune nell’osservanza delle nostre sante
Costituzioni e nel modo di comportarci nelle varie circo­
stanze della vita.
Alcune deliberazioni particolari però prese da me, fuori
delle sedute, non senza consultare il Capitolo Superiore,
giudico opportuno m anifestarle fin d’ora. Sapete che il com­
pianto nostro Confratello D. Giovanni Bonetti non solo era
catechista della n ostra Pia Società, m a ancora mio Vicario
Generale, riguardo la Congregazione delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. Dopo oltre u n ’anno di aspettazione e di p re­
ghiere, ho giudicato conveniente nel Signore affidare que­
s t’ufficio al nostro Confratello carissim o Don Giovanni Ma-
renco che era prim a Ispettore nella Liguria. In tale sua
nuova carica ora lo presento a voi, affinchè nelle cose o r­
dinarie riguardanti le Figlie di M aria A usiliatrice e le loro
opere, a lui vi indirizziate. Egli poi, chiamato a dimorare al
mio fianco, potrà con facilità, quando occorre, conferire con
me e con gli altri membri del Capitolo Superiore degli in­
teressi spirituali e temporali della suddetta Pia Congre­
gazione.
Pel moltiplicarsi delle nostre Case nella Spagna e sulle
coste meridionali dell’Oceano Pacifico, parve p u re conveniente
creare due nuove Ispettorie, la Spagnuola e la Pacifica. Così
che si dovette pensare a provvedere tre nuovi Ispettori,
uno per l’Ispettoria Ligure e due per le nuove Ispettorie.
Implorati pertanto i lum i del Signore, ci parve conveniente
destinare per Flspettoria Ligure il carissimo Confratello D.
Tam ietti che era prim a Direttore del nostro collegio Man-
fredini in Este, per la Spagnuola il carissimo Confratello
D. Filippo Rinaldi, D irettore dell’Ospizio del Bambino Gesù
in Sarrià presso Barcellona, come quegli che trovandosi
più vicino alla sede del Capitolo Superiore, facilmente può
tenere l’ordinaria corrispondenza e di più, essendo già Di­
rettore di Casa di arti, m estieri e studi, trovasi in situa­
zione adatta per fare di sua dimora la Casa ispettoriale.
Lettere di D . R ua.
G

14.10 Page 140

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Per la Pacifica destinammo il carissimo Confratello Mons.
Giuseppe Fagliano, Prefetto Apostolico della Patagonia Me­
ridionale, Terra del Fuoco ed Isole Malvine, uno dei più
antichi Salesiani che fece p arte della prim a spedizione di
Missionari Salesiani in America. Sebbene più lontano geo­
graficam ente dalla sede del Capitolo Superiore, per la cor­
rispondenza trovasi in condizione più vicina e più comoda
che non le altre Case su quelle coste. Essi pure presento
a voi tu tti, o cari Figli in G. C., per comune informazione
e perchè sappiano le Case di ciascuna delle tre Ispettorie
a chi rivolgersi, come a loro immediato Superiore.
Non occorre che io vi raccomandi il rispetto, l'affezione,
l’obbedienza che è dovuta a tu tti i Superiori e specialmente
agli Ispettori, chè conosco benissimo quanto i buoni Sa­
lesiani siano forniti di tali virtù, e come tu tti sappiano ri­
conoscere nella loro persona, non solo il rappresentante del
Superiore Maggiore, m a il loro fido amico, prudente con­
sigliere, tenero padre, anzi il rappresentante di Dio stesso.
Piuttosto raccom anderò la diligenza e l’esattezza reci­
proca nella corrispondenza epistolare ordinaria e special-
m ente nella mensile e trim estrale, che si ha da tenere tra
i D irettori ed Ispettori, tra questi e i varii m em bri del Col­
pitolo Superiore. Questa diligenza ed esattezza, m entre di­
m o stra l’in teresse e l’affetto che si nutre pel buon anda­
mento della nostra Pia Società, riesce di grande conforto ai
Confratelli ed anche di grande sollievo ed aiuto ai Superiori.
Giudico qui opportuno notificarvi che d’ora avanti anche
le Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice saranno divise in
Ispettorie collo stesso ordine delle Case Salesiane, come ap­
parirà dal loro catalogo che si avrà cura di diram are agli
Ispettori e ai D irettori. L’aum ento m eraviglioso delle loro
Case e la grande distanza delle une dalle altre rendono
im possibile a me ed al mio Vicario il v isitarle e provve­
dere alle loro necessità con quella prontezza che è con­
veniente. Così g l’isp e tto ri in nostro aiuto resteranno inca­

15 Pages 141-150

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15.1 Page 141

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- 83 -
ricati di prendersi cura di esse, specialm ente per ciò che
concerne il loro profitto spirituale, la scelta dei Direttori
delle loro anime e dei confessori straordinari. Questo non
impedisce che abbiano anche delle visitatrici, con cui pos­
sano corrispondere e a cui rivolgersi in cose particolari,
riguard an ti 1’ am m inistrazione delle loro Case, le relazioni
tra loro e col loro Capitolo Superiore. Anzi è n o stra in­
tenzione che anche tra loro si mantengano sem pre più vive
le relazioni personali ed epistolari.
Ora dopo avervi comunicate le precedenti notizie, mi
rim arrebbe un ben gradito dovere a compiere, quello cioè
di rispondere particolarm ente alle tante care lettere che
ricevetti nel corso di q u est’anno, specialm ente nell’occasione
della festa di S. Francesco di Sales, di Pasqua, dell’ A p­
parizione di S. Michele all’8 maggio, di S. Giovanni B at­
tista e di S. Michele Arcangelo il 29 settem bre. Ma m i è
impossibile, come ben lo potete comprendere. Leggo volen­
tieri queste lettere, specialmente se non sono troppo pro­
lisse, ma poi con mio rincrescimento non trovo il tempo
per rispondere a ciascuna. Per buona ventura scorgo che
in tali lettere di augurio non trattasi quasi mai di affari
a cui si richieda di necessità risposta, e così resta alleviata
la mia pena di non potervi riscontrare almeno con qualche
biglietto. Ora però mi valgo della presente per ringraziarvi
tu tti collettivamente, assicurandovi che vi sono ben rico­
noscente delle testimonianze di affetto e delle proteste
d’obbedienza e di attaccam ento alla n ostra Pia Società di
S, Francesco di Sales. Dal canto mio vi accerto che tu tti
vi amo grandem ente nel Signore, desidero di tutto cuore
la vostra eterna salvezza e tu tte le grazie spirituali e tem­
porali che possono contribuire al conseguimento della m e­
desim a; ed a ta l fine ogni giorno tu tti vi raccomando al
Signore ed alla SS. Vergine, Aiuto di tu tti i Cristiani e p a r­
ticolarmente, ben possiamo dirlo, Aiuto nostro, nostro so­
stegno, nostro conforto.
)

15.2 Page 142

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- 84 —
Faccia il Signore che possiana passare santam ente questo
nuovo anno scolastico, sempre nella sua grazia e lavorando
ognora alla su a m aggior gloria come degni figli di D. Bosco,
che così bene seppe impiegare tutto il tempo di sua vita
e che ci lasciò scritto sulla sua e n o stra bandiera: Tem­
peranza. Preghiera e Lavoro.
Gradite i m iei cordiali saluti con cui godo ripetermi
Torino, 11 Novembre, 1892
Festa di S. M artino Vescovo.
Ajf.mo Amico in G. C.
Sac. M ic h e l e R d a .
P. S. I Sigg. D irettori sono invitati a darne lettu ra in generale con­
ferenza la l a dom enica dopo il ricevim ento.
a v v is o .
Rimedio ad un'om issione occorsa nella Circolare dell’ 11
novem bre 1892. P e r l’elezione avvenuta del carissimo Con­
fratello Sac. Paolo Albera a Direttore spirituale di nostra
P ia Società, rim aneva vacante il posto d’ispettore delle
nostre Case di Francia. Vi notifico ora che a tale uffìzio
venne eletto il carissim o Confratello D. Giuseppe Bologna
che era già stato Direttore della Casa di Marsiglia, finche
non fu Casa ispettoriale, e che ultimamente era Direttore
a Lilla.
Vostro aff.mo in G. G.
Sac. M ic h e l e R u a .

15.3 Page 143

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— 85 —
NORME PER GLI ESERCIZI SPIRITUALI DEI GIOVANI
Carissimo Direttore,
Il Signore sta per concedere ai giovani della tua Casa
una grazia segnalata: ira poco essi avranno la comodità
di iare gli spirituali esercizi. Già gli Ispettori hanno scelti
quelli fra i nostri Sacerdoti che sembrano più adatti a
questo im portantissim o m inistero, e d’accordo coi D irettori
hanno fissato il tempo più opportuno per questo sacro
ritiro.
Conosco lo zelo con cui tu lavori alla salu te dei giova­
netti alle tue cure affidati ; son certo perciò che nulla om-
m etterai di ciò che può contribuire al buon esito di questi
esercizi ; tuttavia ho pensato di richiam are alla tu a memoria
alcune norme che, messe in pratica, ne renderanno i frutti
più abbondanti e più duraturi.
1. Egli è anzi tu tto necessario d’inspirare ai tuoi allievi
la più alta stim a degli esercizi spirituali che sono veram ente
tempus acceptaMle.... dies salutis (S . P aolo, i i . Co r. v i).
L’esperienza ci insegna che essi sono più fruttuosi
quando i giovani furono meglio preparati. Conviene perciò
che tu ne parli qualche tempo prim a specialmente nel di­
scorsetto della sera, e che tu faccia pregare perchè tu tti
profittino di questa grazia.
2. Il giorno prim a dell’ap ertu ra mi sarebbe caro che
tu facessi una conferenza ai Confratelli, per dire loro che
il risultato degli esercizi dipende in gran p arte da loro.
Esortali perciò a non mancare ad alcuna pratica di pietà,
a sorvegliare con zelo i giovani specialm ente i più dissi­
pati, a raccom andare dappertutto il raccoglimento ed il
silenzio, e raccontare qualche esempio edificante durante
la ricreazione.

15.4 Page 144

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86 —
3. È bene che s ’incominci presto a confessare, affinchè
ciascuno abbia tu tta la facilità sia pel tempo, sia per la
scelta del confessore.
4. Mi farebbe piacere infine che si m andasse una
relazione degli esercizi al D irettore Spirituale della Con­
gregazione.
5. Siccome poi o tu stesso od altri Sacerdoti della
tu a Casa dovrete dettare gli esercizi in qualcuno dei nostri
istituti, vorrei raccomandarvi alcune cose della m assim a
im p o rtan za,
I predicatori siano ben persuasi che non possono far
nulla da sè ; ricorrano quindi con fervorosa preghiera al
P adre dei lumi, per ottenere il favore di far un po’ di bene
alle anime e di essere meno indegni strum enti delle mi­
sericordie del Signore.
Si preparino bene le loro istruzioni e meditazioni, a d -
dattandosi ai bisogni del loro uditorio.
Per le meditazioni si prendano per argom ento, per
quanto è possibile, il fine dell’uomo, il peccato, la m orte,
il giudizio, l’inferno, la parabola del flgliuol prodigo o simili.
P er le istruzioni non è m ia intenzione di fissare gli
argomenti, m a sembra ottima cosa che si abbia di mira
di rasso d are i giovani nella fede, d’inculcare una soda pietà,
d’isp irar loro orrore pel vizio im puro e pel rispetto umano
e d’insegnar loro ad accostarsi ai SS. Sacram enti colle
debite disposizioni.
In tal modo, anche usciti dalle nostre Case, non si al­
lontaneranno dal sentiero della virtù per cui noi cercammo
d’incam minarli.
Secondo il consiglio di D. Bosco si parli della vocazione,
facendo vedere che a ciascuno è tracciata la strad a per
cui arrivare al cielo, e che quindi ciascuno colla preghiera
e colla riflessione deve sforzarsi di conoscerla.
Favorisci di comunicare tu tto il N.° 5 a chi della tu a
Casa fosse incaricato di d ettare esercizi nei nostri Collegi.

15.5 Page 145

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— 87 —
Dio benedica te e la tu a Casa. S alu ta tu tti i Confra­
telli ed alunni per parte mia e prega per me
Torino, 1 Marzo 1893.
Tuo aff.mo in Gesù e Maria
Sac. M ic h e l e R o a .
ESERCIZI PEI CONFRATELLI E RACCOMANDAZIONI
Carissimo Direttore,
Credo che ti sia g iunta la lista degli Esercizi Spirituali
che, a Dio piacendo, si detteranno nelle n ostre varie Case
nel corso dei prossim i mesi di Agosto e Settembre. Ti
riuscirà facile, avendola so tt’occhio, il d istribuire il tu o
personale in modo che tutti i Confratelli abbiano comodità
di attendere agli esercizi, e in pari tempo non rim angano
privi d’assistenza i giovani che resteranno in collegio du­
rante le vacanze.
Non dubito punto che il tuo zelo e la tu a vigilanza
faranno sì che ninno om m etta questa im portantissim a pra­
tica di pietà, impostac dalla Santa Regola, e che tu tti
arrivino a tempo per l’introduzione di quella m u ta che fu
loro fissata.
Dai 27 Agosto ai 3 Settembre si faranno a Yalsalice
gli esercizi esclusivamente pei Sacerdoti e vi sono in modo
speciale invitati i Direttori. Sarà per me una vera conso­
lazione il vedermi attorno per 8 giorni quei Confratelli che
m aggiorm ente mi aiutano a far il bene. Avrò tu tto l’agio
di trattenerm i con loro e di comunicar loro alcune cose
che mi stanno molto a cuore e che contribuiranno assai
al buon andamento dei nostri istitu ti.

15.6 Page 146

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Come non è possibile che tu tti i Confratelli Sacerdoti
partecipino ad una m uta predicata apposta per loro, è da
desiderare che si tenga nota di quelli che ne sono impe­
d iti un anno p er destinarveli l’anno seguente.
In q u est’occasione io vorrei che la m ia voce potesse
a rriv a re all’orecchio di tu tti i miei cari figliuoli, anche più
lontani, p er ripeter loro l’ammonimento che dava l’Apo­
stolo S. Paolo al suo diletto discepolo Timoteo : Admoneo te
ut resuscites grattarti Dei, quaeest in te. (7 /T im . 1. 6).
O ltre innum erevoli favori il Signore ci accordò la grazia
della vocazione alla vita religiosa, in cui abbiamo tanti
mezzi di santificazione. Chi sa se per le molteplici cure
che si hanno d urante l’anno scolastico, non sia stato un
po’ negletto questo tesoro di grazie? Negli Esercizi Spiri­
tuali noi possiamo riparare ogni negligenza e risuscitare
la grazia del Signore.
Preghiamo e facciamo pregare perchè tutti sappiano
profittarne.
Saluta caram ente tu tti i Confratelli e giovanetti della
tu a Casa e credimi sempre
Torino, 23 Luglio 1893.
Tuo aff.mo in G. e M.
Sac. M ic h e l e R o a .
P. S. Gli esercizi degli A spiranti al Chiericato si faranno in due m ute
separatam ente a Valsalice. Alla prim a verranno quelli di 41 e 5a Gin­
nasiale che già avranno subiti gli esami. Si raccomanda che agli Esercizi
degli A spiranti non vengano se non quei professi che sono necessari per
-accompagnare ed assistere i giovani.

15.7 Page 147

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- 89 —
STUDIO DELLA TEOLOGIA
TESTO DI CATECHISMO NELLE SCUOLE.
(N. 12)
C arissim i F ig li in G. C.,
Il presentarsi del nuovo anno scolastico offre argomento
a care e salutari considerazioni. E per prim a cosa abbiam
da ringraziare la bontà del Signore pei molti e segnalati
benefizi di cui ci ha colmato n ell’anno te sté decorso ; bene­
fizi che raggiunsero, per così dire, il loro apogeo in questi
or ora passati giorni con la preziosa lettera del sapientis­
simo e am atissim o Pontefice Leone XIII. Q uesta le tte ra del
Vicario di G. C., che vedrete presto pubblicata nel Bollettino
nell’originale latino ed in varie versioni, m entre fu a me
e a tu tti i nostri Confratelli sorgente della più grande
consolazione, ci assicura inoltre che la n o stra um ile Società
cammina sulla d iritta via, e che l’assistenza dal cielo del
nostro indimenticabile D. Bosco si fa sem pre ed efficace­
mente sentire su di noi, suoi figli. Grazie adunque siano
rese anzi tu tto a Dio ed a M aria SS. A usiliatrice.
Ma il solo ringraziam ento non sarebbe sufficiente per
attestare la nostra riconoscenza ; occorrono eziandio le opere.
Abbiamo bisogno cioè, con la sa n tità della v ita e l’adem ­
pimento esatto e fedele de’ nostri doveri, di renderci ogni
eli più meritevoli delle benedizioni e delle grazie del Signore.
Or fra questi doveri, voi lo sapete, vien primo, dopo la
pietà, pe’ preti e chierici lo studio della teologia. Io non
vi parlerò qui della necessità e dell’im portanza di questo
studio. Son cose che voi, o miei cari figli, già conoscete
e apprezzate. Non siam noi forse prim a preti, poi direttori,
m aestri, assistenti ecc.? E come può uno dirsi prete, se
non si procura, nel miglior modo possibile, la cognizione di

15.8 Page 148

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— 90 —
quella che è detta meritamente la scienza sacra, la scienza-
principe, per eccellenza, del sacerdote? Le labbra del sacer­
dote, dice il profeta Malachia, hanno il deposito della scienza,
e dalla bocca di lui im parerassi la legge; labia sacerdotis
custodient scientiam, et legem requirent ex ore eius (1).
Ma come p o trà il sacerdote aver questo sacro deposito., e
farne pure partecipi gli altri, se non prem etterà pel suo ac­
quisto il necessario studio? Voi ricorderete quello che si legge
nella v ita dell’am abile e sapiente nostro patrono S. Fran­
cesco di Sales. Persuaso che le migliori regole di condotta
sono insufficenti al ministero di un sacerdote, se queste
non sono congiunte allo studio, egli non conferiva mai con
essi, scrive uno de’ suoi storici (2), senza esortarli non solo
ad esser santi, m a ancora a diventar dotti nella scienza del
loro stato, applicandosi molto allo studio. La scienza in
un prete, soggiungeva il santo Dottore, è Vottavo sacra­
mento della gerarchia ecclesiastica.... Le maggiori di­
sgrazie della Chiesa, continuava egli accennando con dolore
all’invasione del protestantesim o, sono avvenute perchè
Varca della scienza si è trovata in altre mani che in
quelle dei Leviti (3). E l’im m ortale nostro Pontefice che
non fa ogni giorno per m antener vivo nel clero il dovere
dello studio e l’am ore alla scienza? Certam ente chi per
poco esam ina gli a tti del suo memorando Pontificato, vede
subito come in Lui vadano di pari passo lo zelo per pro­
m uovere la sa n tità della v ita sacerdotale, e l’ardore nel-
l’ad oprarsi che q u esta s’illu stri e si renda operosa ed
efficace m ediante lo studio.
Im porta adunque, o meglio, è assolutam ente necessario,
o cari figli, p er chiunque si avvia al sacerdozio, lo studio
della teologia; lo è particolarm ente p er noi Salesiani, ai
(1) Mal. cap. II. 7.
(2) V. M aupas, citato dal Curato di S. Sulpizio di P arig i, voi. II,
pag. 200 della V ita di S. Francesco di Sales.
(3 ) Tbid. p ag . 201.

15.9 Page 149

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— 91 —
quali il detto studio vien dalle nostre Regole (Cap. XII,
art. 2°) inculcato come principale e da compiersi con
impegno.
Or quali sono i mezzi p er arriv are a questo fine? Che
cosa cioè dobbiamo fare perchè le prescrizioni della Chiesa
e le disposizioni delle nostre Regole siano su questo punto
nel miglior modo adem pite? Una cosa sola: praticare quello
che stabiliscono le nostre Deliberazioni Capitolari, i cui prin­
cipali articoli son pure prem essi al program m a teologico
della nostra Società. Perm ettetem i adunque, o cari figli,
che vi raccom andi quanto so e posso, p erch è, dove non
avvi studentato regolare, la scuola di teologia sia fatta
in tu tte e singole le Case almeno cinque ore la settim ana,
e che Direttori, insegnanti e scolari vi diano praticam ente
tu tta l ’im portanza: i primi coll’invigilare su lla pu n tu alità
nell’intervenire e la diligenza nello stu d iare; g l’insegnanti
nel prem ettere la necessaria preparazione e far la scuola
con am ore ed esattezza; gli ultimi, cioè gli scolari, col
secondare le prem ure de’ loro superiori anche su questo
punto, e m ediante l’assiduità, lo studio e il buon volere
ricavarne il maggior frutto possibile a vantaggio proprio
e di coloro, che, qualunque abbia ad essere l’ufficio loro,
saranno come preti destinati ad istruire. Il poco amore
agli studi sacri o precede o segue l’indebolimento, e ta l­
volta la perdita della vocazione. D’altronde l’esperienza è
lì ad attestare che quel che non si studia nei quattro anni
del corso teologico, generalmente non si studia più. Questo
è il motivo p er cui i Superiori, qualunque possa essere
l’impedimento addotto, non am m ettono chierici per via ordi­
naria, alle sacre Ordinazioni, se questi non hanno felicemente
sostenuto gli Esami sui trattati stabiliti nel quadriennio,
in tal m isura che prim a del presbiterato sia esaurito l’intero
program m a teologico.
Nell’insegnam ento poi si evitino due difetti assai dan­
nosi al profitto degli alunni, il primo de’ quali consiste

15.10 Page 150

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— 92 -
nel criticare, anziché spiegare, il testo; il secondo nel non
ad attarsi, insegnando, alla capacità intellettiva di tu tti o
almeno della g ra n 'm a g g io ra n z a . Ho sem pre osservato che
dove il professore si contenta di chiarire e spiegare, senza
altre aggiunte, mutazioni o sostituzioni, il testo proposto,
e questo fa con ordine e chiarezza, procurando per prim a
cosa di farsi ben intendere da tu tti, colà è notevole il pro­
fitto, e grande l’ardore allo studio. Quelli stessi, che p a ­
revano sulle prim e incapaci per difetto d’intelligenza o di
memoria a continuar nella carriera ecclesiastica, pigliano
animo e talvolta riescono felicemente nel loro desiderato
intento. È questa una carità segnalatissim a, che voi, o
insegnanti, potete rendere ai vostri Confratelli, e di cui il
Signore, siatene sicuri, terrà conto a vostro premio e a
vostra consolazione.
Non occorre poi dire che come l ’insegnam ento e lo s tu ­
dio della Teologia, così gli Esami relativi vanno dati e
sostenuti con serietà ed efficacia. Su questo punto racco­
mando caldamente che non si diano ordinariamente che i
tre esami regolari, sem estrale, finale e autunnale; che i
prim i due a seconda di quanto fu stabilito nel Cap. Gen
dell’anno passato e partecipato dal Consigliere Scolastico
della Congregazione, siano dati con qualche solennità ed
im portanza, e infine che g l’ispettori nell’inviare il risultato,
ossia i voti degli esam inati, uniscano un cenno sul modo
con cui procedettero gli esami, e con cui nelle singole Case
fu stu d ia ta la Teologia. Ove poi occorra qualche esame
straordinario, questo non si dia senza prima averne il per­
messo scritto dal Consigliere scolastico o da’ rispettivi
Ispettori, a cui se ne m anderà tosto il resultato, affinchè
q u esti (dopo averne preso copia da conservarsi negli a r­
chivi dell’Ispettoria) lo comunichino al Consigliere scolastico
per la necessaria registrazione. Per tal modo si potrà pure
ovviare ad inconvenienti, che talvolta avvengono per invo-
lontarii sm arrim enti, e cagionano noie e dispiaceri.

16 Pages 151-160

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16.1 Page 151

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— 93 —
Qui poi nell’inculcarvi la necessità e il dovere degli
studi teologici, e in generale degli studi sacri, non mi na­
scondo, o cari figli, le difficoltà die sogliono affacciarsi,
provenienti dalle tante occupazioni che avete, dalla respon­
sabilità vostra nella direzione ed educazione de’ giovani,
talvolta dalla scarsezza di personale o da insufficenza di
sanità. Lo sa il Signore se io non apprezzi tu tte queste
considerazioni, lo sa Egli se non vorrei con tu tte le mie
forze venirvi in aiuto anche uno per uno. E certam ente
desidero, anzi vi comando che abbiate riguardo alla vostra,
sanità, e che le occupazioni stabilite dall’ubbidienza siano
da ciascuno eseguite con coscienza e col m assim o impegno ;
è questo un dovere che abbiamo davanti a Dio e davanti
ai giovani affidati alle nostre cure. Ma credetelo, o cari
figli; con la previdenza, coll'ordine e coll’accortezza nell’u-
tilizzare il tempo, che abbiamo disponibile, si può far molto.
D’altronde anche questo dello studio è un dovere, che dob­
biamo pure adempiere.
Rimane ora che vi parli di un’a ltra cosa, che ha rela­
zione con questa, cioè del nuovo testo di religione nelle
nostre scuole elementari e ginnasiali.
I nostri Ospizi e Collegi, anzi assai spesso i n o stri Ora-
torii festivi, accolgono giovani provenienti da tante e di­
verse Diocesi. Or questi giovani non possono ad attarsi al
Catechismo della Diocesi in cui dimorano solo temporanea­
mente per ragion di studio o di m estiere, e p er a ltra p a rte
il seguir ciascuno il catechismo della Diocesi di origine
cagiona imbarazzo a loro e agli insegnanti, benché la di­
versità sia solo nella forma. Da parecchi di voi medesimi
mi fu fatto osservare l’inconveniente, ad e s., che accade
talvolta nella recita in comune degli atti di fede, speranza,
carità e contrizione, diversi, sia pure soltanto n ell’ordine e
nella dicitura, a seconda delle diverse Diocesi. Di qui la
necessità di un testo unico e uniforme p er tu tti.
Ma quale scegliere? Dopo averci pensato assai e dopo-

16.2 Page 152

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— 94 —
d ’aver pure sentito il consiglio eli personaggi ciotti e pii,
ho creduto di ad o ttare a questo scopo il Catechismo dello
Schuller, come quello che è pienamente conforme nella so­
stanza all’antica e sicura Dottrina del Card. Bellarmino,
ed è giudicato, quanto alla forma, adatto e utilissimo alla
gioventù de’ nostri giorni. Dirò di p iù ; m ’indusse a questo
in modo particolare la commendazione del Card. Vicario,
il quale nel Decreto di approvazione aggiunge averne il
S. Padre medesimo, dopo uditane la relazione, espressa
la più benevola compiacenza, e nella lettera al pio e dotto
compilatore fa voti che il lavoro dello Schuller abbia un
giorno ad essere adottato ovunque il suona, prepa­
rando da lungi Vesecuzione della proposta esaminata
con tanta competenza e maturità di giudizio clal Con­
cilio Ecumenico Vaticano.
Tali son le ragioni che mi determinarono al cambia­
mento di un testo così im portante, qual’è il libro di reli­
gione, e che mi parve pure opportuno esporre a voi, miei
cari figli. Desideroso però, come è mio dovere, di procedere
in tu tto d’accordo coi nostri Ven.mi Vescovi, vi raccomando
d’inform arne tosto i Rev.mi Ordinari delle rispettive Diocesi
e di non introdurlo nelle scuole se prim a non si è ottenuto
il consenso loro.
Approfitto intanto di q u est’occasione per ringraziare
tu tti i Confratelli che nell’occasione della festa di S. Mi­
chele Arcangelo mi inviarono le loro felicitazioni e i loro
auguri.
Il Signore, ricco in misericordia, diffonda su di voi e
sui giovani alle v ostre cure affidati le più elette benedi­
zioni, m entre raccomandandomi alle vostre preghiere, mi è
caro professarm i nel S. Cuore di Gesù.
Torino, 8 Ottobre 1893
Festa della M aternità di M aria SS.
Vostro aff.mo amico
Sac. M ic h ele R u a .

16.3 Page 153

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— 95 —
i ■'
*•
NORME PER I COOPERATORI E PEL BOLLETTINO.
!;
Carissimo,
Spero avrai ricevuto a suo tempo il Manuale Teorico-
Pratico ad uso dei Direttori e Decurioni dei Cooperatori
Salesiani, e che avrai disposto o vorrai ben presto disporre
che, secondo l’espresso mio desiderio, venga letto in re­
fettorio, perchè tu tti i nostri cari Confratelli ne siano
informati.
Dobbiamo ringraziare di cuore il Signore che in questi
ultim i anni l’Unione dei Cooperatori Salesiani h a potuto
aum entare il numero dei suoi membri, e m aggiorm ente
diffondersi non solo in Italia, m a in quasi tu tta Europa e
fuori, mercè Io zelo di ta n te pie persone, che si occupano
a beneficio delle opere nostre. Anzi quanto p rim a spero eli
poter avere il Bollettino anche in lingua tedesca, atteso il
numero considerevole dei Cooperatori parlanti in quella
lingua. In Italia poi, come avrai letto sul Bollettino, in
molte diocesi si sono formati piccoli centri direttivi pei
Cooperatori; ottim e persone del Clero tanto s ’ interessano
per noi; e in molti paesi si tengono pubblicamente le due
annuali conferenze prescritte pei Cooperatori Salesiani.
Questo zelo, questa carità che anima tante persone e
le rende tanto benemerite delle opere nostre, m entre ci
reca consolazione, deve pure ricordarci che molto più a noi
deve stare a cuore la diffusione della P ia Unione, l’au­
mento dei Cooperatori, e la cura che di loro dobbiamo
avere secondo l’esempio che il nostro D. Bosco ce ne ha
dato. Egli li riguardava quali istrum enti della Divina Prov­
videnza e nutriva verso di loro viva riconoscenza per l’of­
ferta del ricco come per l’obolo della vedova.

16.4 Page 154

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— 96 —
Davanti a questo aumento, che Iddio benedice, bisogna
che noi pure fissiamo una norma da seguirsi da tu tte le
nostre Case.
Fa d’uopo che i Cooperatori per l’acquisto delle S. In­
dulgenze siano inscritti alla Sede della Associazione in
Torino, bisogna che qua io abbia g l’indirizzi di tu tti i Coo­
peratori, per poter rispondere alle lettere che essi mi man­
dano ; infine ho n ecessità di aver la lista di tu tti i Coopera­
tori per sapere se una persona benefica sia già inscritta o
no, e per non mandare ad una stessa persona due o tre
Diplomi o copie del Bollettino, come è successo molte volte.
Perciò adunque, m entre procurerai che anche costì si
sviluppi l’Unione dei Cooperatori, stab ilirai:
1. Che vi sia persona incaricata di notificarci i nuovi
Cooperatori da inscrivere, dicendo se ricevettero già il di­
ploma o no, e se desiderano il Bollettino.
2. Che morendo qualche Cooperatore venga notificato
a Torino per la sospensione del Bollettino e per formare
il Necrologio Mensile.
3. Riguardo poi a quelli che per ragioni particolari
ricevessero il Bollettino da codesta Casa, disporrai che mi
siano pure comunicati i loro indirizzi, e ogni mese da To­
rino verranno spediti i loro Bollettini a codesta Casa pel
recapito.
4. Avrai cura dì fare avvertita la Direzione del Bol­
lettino, qualora occorresse fare correzioni o cambiamenti
d’indirizzi.
Insieme coi Bollettini pei Cooperatori, qualora si desideri,
verranno pure spedite alquante copie di più per la diffusione.
Non si pensi che voglia privarvi dei vostri benefattori ;
questo non è, e facilm ente lo com prendete dalla libertà
che vi lascio di tenerne in ciascuna Casa una nota per
particolari inviti e circolari ; desidero solo che questa nota
che si tiene, sia e si m antenga conforme a quella di To­
rino per le ragioni sovra esposte.

16.5 Page 155

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— 97 —
Nella speranza che questo mio desiderio diventi la re ­
gola costante riguardo ai Cooperatori, auguro le benedizioni
del Signore su di te e sulla tua Casa. Nel santo sacrificio
della Messa ricorda, di grazia,
Torino, 14 Aprile 1894.
il tuo aff.mo in G. C.
Sac. M ic h e l e R u a .
SANTIFICAZIONE NOSTRA E DELLE ANIME
A NOI AFFIDATE.
Carissimi Ispettori
e Direttori di America,
Fra pochi giorni avrò la consolazione di veder riuniti
a Valsalice per una m uta di spirituali esercizi, dettati spe­
cialmente per loro, molti fra i Direttori delle nostre Case.
Potrò a mio bell’agio, sia in comune, sia in privato, tr a t­
tenerm i con questi Confratelli che m aggiorm ente godono di
mia fiducia, che mi rappresentano nei loro Istituti, e che
in modo più efficace mi aiutano a compiere la sublime;
missione che la Divina Provvidenza ci h a asseg n ata.
Ma un pensiero viene ad am areggiare la soavità di
quella gioia che io provo fin d’ora, p u r pensando a quella
cara adunanza. Quanti sono pur troppo i Direttori, a cui
l’immenso spazio, che ci separa, non p erm etterà di assem ­
brarsi presso la tomba del nostro indimenticabile Fonda­
tore e Padre, ed a cui perciò non potrà giungere la mia
parola! Nell’im possibilità di p arlarv i di presenza, io sento
il bisogno eli p assare almeno alcuni istan ti in v o stra com­
pagnia scrivendovi questa lettera-circolare.
Le parole che si leggono nelle armi della nostra Pia
Società richiamano alla memoria d’ogni Salesiano lo zelo
Lettere di D . Rucc.

16.6 Page 156

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— 98 —
infaticabile del non mai abbastanza compianto Don Bosco,
e le innumerevoli industrie che egli adoperò, durante tu tta
la su a carriera m ortale, p er a ttira re anime a Dio. Non
diede un passo, non pronunziò parola, non mise mano ad
im presa che non avesse di m ira la salvezza della gioventù.
Lasciò che altri accum ulasse tesori, che altri cercasse pia­
ceri, e corresse dietro agli onori; D. Bosco realm ente non
ebbe a cuore altro che le anime ; disse col fatto, non solo
colla parola: Da mihì animas, eccetera tolte.
Fortunato lui che esortandoci a lavorare per la gio­
ventù avrebbe potuto dire con S. Paolo: Imitatores mei
estote, sicut et ego Ghristil (1)
Mi gode l’animo nel vedere che in generale tu tti i
membri dell’umile nostra Congregazione fecero tesoro dei
preziosi insegnam enti di Don Bosco, ed in ogni tempo si
sforzarono di cam m inare sulle traccie del suo zelo e della
sua a ttiv ità . Le opere che si compiono ogni giorno, e lo
sviluppo della nostra Pia Società ce ne porgono le prove
più convincenti. Ma fra tu tti gli a ltri in ciò prim eggiano
que’ Confratelli, i quali spontaneam ente e con islancio su­
periore ad ogni elogio, diedero addio ai parenti, alla patria
e, quel che è più, con indicibile sacrifizio, si staccarono
dal fianco di Don Bosco stesso per recarsi ne’ lontani
paesi d’America.
Farei quindi opera vana, carissim i D irettori, se io vo­
lessi oggi esortarvi a lavorare con ardore a prò di quelle
anim e che la mano di Dio condusse nelle vostre Case, o
vi fece incontrare nelle vostre m issioni; piuttosto voi mi
perm etterete di suggerirvi alcuni pensieri che, benedetti da
Dio, gioveranno a m antenere sem pre vivo il vostro zelo e
a dirigerlo in modo da produrre quei salu tari effetti che
Dio e la Congregazione hanno diritto di a sp ettarsi da voi.
Il grande Apostolo S. Paolo scriveva al suo diletto di­
ci) 1 Cor. XI, 1.

16.7 Page 157

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— 99 -
scepolo S. Timoteo queste memorande parole: Attende
tibì, et doctrinae, insta in illis: hoc enirn faciens et
teipsum salvum facies, et eos qui te audiunt (I. Tim. rv, 16).
Applicati prim a a te stesso e poi ad insegnare agli altri ;
sii perseverante in queste due cose, poiché così facendo
salverai te stesso e coloro che ti ascoltano. Ecco tracciata
la via che deve battere un Direttore, un Missionario ! Ecco
come ha da esser ordinato lo zelo e la c a rità ben intesa :
occuparsi dapprim a della correzione dei proprii difetti, at­
tendere al proprio avanzamento nella perfezione, e così
renderci a tti a lavorare con profitto per gli altri. Ciò pure
c’inculcò il nostro am atissim o D. Bosco nel 1° articolo
della Santa Regola, ove ci dice che scopo della nostra
Pia Società si è prim a la cristiana perfezione desuoi
membri e poi ogni opera di carità spirituale e corpo-1
rale verso la gioventù.
Nè occorre spender molte parole per provare la ragio­
nevolezza di questo insegnamento, e quanto sia logico
l’ordine in esso stabilito, poiché egli è chiaro, che noi non
saremmo atti ad insegnare agli altri quelle virtù, che noi
non abbiamo peranco im parato a praticare. Per quanto
eloquente potesse parere la nostra parola, per quanto en­
tusiasmo paresse eccitare ne’nostri uditori, ella rim arrebbe
infruttuosa, se coloro che ci ascoltano potessero ripeterci
il noto rimprovero : Medice, cura teipsum, o quelle altre
parole: Qui alios doces, teipsum non doces! Noi non
ignoriamo che, nel fare il bene, è Dio stesso che opera,
e noi non siamo altro che un misero strum ento di cui egli
si degna servirsi per compierlo. Or non v’ è dubbio che
ove lo strum ento sìa meno indegno e sia più gradito a
Dio, m aggior frutto ne risu lte rà per le anime. Che sven­
tura per noi se, intenti ad aiutare i nostri dipendenti a
sradicare dal loro cuore le erbe cattive, noi lasciassimo
che i nostri difetti mettessero profonde radici, che il nostro
cuore divenisse simile al campo del pigro ! Dio non p e r-

16.8 Page 158

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100
m etta che, occupati continuamente a spingere innanzi gli
altri nel sentiero della virtù, dimentichiamo la stretta ob­
bligazione, contratta nel giorno in cui emettemmo i santi
voti, di avanzarci ognora nella perfezione. Oh ! persuadiamoci
bene che più un Direttore si studia di progredire egli
stesso nella virtù, più sarà fecondo il suo ministero sacer­
dotale, e più saranno abbondanti i frutti spirituali della
sua saggia direzione.
Ciò prem esso, accogliete con buona volontà alcuni con­
sigli che io col cuore alla mano vi darò, prim a pel vostro
personale profitto e poi pel buon governo delle vostre Case.
1. Attende ttbi, quindi siate ben convinti che le
pratiche di pietà sono il più valido sostegno della vita
religiosa. Non tenetevi contenti di non trascurare quelle che
la S anta Regola ci impone, m a pure a costo di qualche
sacrifizio trovatevi a tu tti gli esercizi di pietà che si fanno
in comune. Oltre l'ottimo esempio che voi darete, potrete
assicurarvi se tu tti i Confratelli li fanno, e toglierete ai
negligenti ogni pretesto per esim ersi: Pietas ad omnia
utilis est.
2. Attende t t b i e quindi siate veram ente Direttori
del vostro Istituto, avendo a cuore tu tto ciò che riguarda
la v o stra carica. Considerate come falso quello zelo che
vi fa credere immenso il bene che voi p otreste fare al di
fuori, e vi nasconde il male, di cui vi rendete colpevoli,
non curando quelle anime che Iddio, per mezzo dell’ubbi­
dienza, vi ha affidate, e di cui un giorno gli dovrete render
conto. Come potrebbe esser ben d ire tta quella Casa, il cui
Direttore è quasi sem pre assente, fosse pure per l’esercizio
del sacro m inistero? Age quod agis.
3. Attende ttbi, quindi memori di quelle parole che
nella perfezione, cum consummaverit homo, tunc ineipiet,
pensate che molto vi resta ad im parare, molti difetti da
correggere e molte virtù da acquistare. Alcuni avendo una
certa nozione della virtù, sapendo discretam ente parlarne,

16.9 Page 159

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101
si danno a credere di possederla, ignorando che dalla
scienza teorica alla pratica corre un gran tratto. Veggano
i Confratelli che voi cercate di acquistarla, che vi studiate
di rendervi ogni giorno migliori, e siano tra tti dal vostro
esempio a fare altrettanto.
4. Attende tibi, e quindi sforzatevi di tenervi ben
fondati nelVumiltà. P u r troppo se ci esaminiamo in modo
diligente ed imparziale, dobbiam confessare esistere, in
fondo al cuore, grande am or proprio, desiderio di prim eg­
giare e d’essere stim ati, compiacenza delle n ostre azioni,
suscettibilità ed orrore di tu tto ciò che potrebbe um iliarci.
Chi sa che la carica, a cui fummo elevati, non contribuisca
ad alimentare questa terribile passione, la superbia? Perciò
meditiamo sovente sulla v irtù dell’ um iltà, sul modo di
praticarla nelle azioni, nelle conversazioni, nei nostri af­
fetti e pensieri, non mai credendoci da più degli altri, nè
prefiggendoci come fine di superare gli altri nelle nostre
imprese, bensì sem pre avendo in m ira la gloria di Dio ed
il bene delle anim e, giam m ai l’onore e la gloria propria.
Senza che io ve lo accenni, ben conoscete quanto influisca
l’esercizio di q uesta v irtù a rendere costante il fervore
nelle pratiche religiose, a conservarvi eguali di carattere,
anche quando piacesse a Dio di provarvi con gravi trib o ­
lazioni, ad ispirarvi carità e dolcezza verso i vostri dipen­
denti, e finalmente a praticare quella soggezione e com­
pleta ubbidienza che da voi s ’aspettano i Superiori, Deus...
humilibus dat gratiam.
5. E queste ultime parole mi suggeriscono ancora
un avviso della m assim a importanza. Pel bene della nostra
P ia Società a cui, non v’ha dubbio, voi siete teneram ente
affezionati, ve ne scongiuro, fate che nella vostra Casa
fiorisca l’ubbidienza, e voi datene agli a ltri l’esempio. Siate
scrupolosi osservatori della Santa Regola e delle Delibe­
razioni dei Capitoli Generali; in esse voi troverete una
guarentigia del buon ordine in casa ed il segreto della

16.10 Page 160

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vostra perfezione. Siate inoltre sinceramente e religiosa-
m ente ubbidienti a qualsiasi ordine de’ Superiori. Vegliate
perchè la v o stra anzianità, l’a u to rità di cui siete investiti,
o la vostra scienza, non vi autorizzino a pronunziare pa­
role di critica o di mormorazione contro di loro. Non si
adduca il pretesto che i Superiori, essendo lontani, non
possono esser pienamente informati, e che perciò le loro
decisioni non sono convenienti nè opportune. Si ubbidisca,
e poi si lasci tutto nelle mani della Provvidenza, che mai
non p erm etterà che voi abbiate a pentirvi d’aver ubbidito.
Dalle sante nostre Costituzioni e dalle Deliberazioni dei
Capitoli Generali prendete le norme sul modo di tra tta re
coi Confratelli, cogli allievi e cogli estranei. Leggetele e
rileggetele voi, fatene oggetto delle vostre conferenze ai
confratelli, inculcatene la le ttu ra e l’osservanza in pubblico
ed in privato e col vostro esempio siate agli altri modello
ed incitamento a perfetta osservanza.
Qui m ’arresterei se la m ia le tte ra fosse diretta a sem ­
plici Confratelli salesiani; m a io scrivo a D irettori, a co­
loro cui l ’ubbidienza h a collocato in alto, affinchè servis­
sero di guida agli altri, a coloro cui fu affidato il perso­
nale, di cui si compone ciascuna Casa, e che dovranno
rispondere a Dio dell’anim a di tan ti Confratelli ed allievi;
perciò mi è forza progredire più innanzi. Oltre l’obbliga­
zione, comune a tu tti i membri della Congregazione, di
attendere a santificare se stesso, a voi incombe ancora il
dovere di far agli altri da m aestri nella virtù e nella
perfezione: Attende Ubi et doctrinae. Quanto sublime è
la vostra missione, e quanto fruttuosa e meritoria! Sebbene
io sia convinto che spesse volte voi m editate sui doveri
d’un buon D irettore, e sappia per esperienza quanto cia­
scuno di voi si sforzi di compierli, in modo da m eritarsi
ognor più quella fiducia ch’ebbero in voi i Superiori ele­
vandovi a questa carica, tu ttav ia io verrò accennandovi
alcune cose assai atte a rendere più feconde di fru tti le

17 Pages 161-170

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17.1 Page 161

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— 103 —
vostre fatiche, primieramente riguardo al personale, se­
condariamente riguardo agli allievi del nostro Istituto.
1.
La vostra comunità è una fam iglia di cui voi
siete il capo. Cotesti buoni Confratelli dividono con voi il
non lieve peso dell’istruzione e dell’educazione de’ v o stri
alunni e delle vostre missioni. P er parte n o stra prim a di
inviarveli nulla abbiamo trascurato che potesse addestrarli
al genere di v ita che li attendeva nelle Case particolari.
Ci parve, nel d ar loro l’addio, che fossero anim ati dalla
m iglior volontà di adoperarsi secondo le loro forze alla
gloria di Dio ed alla salvezza delle anim e. Ma onde per­
severare essi hanno bisogno che il D irettore li diriga, li
assista , li aiuti e li renda a tti ai v arii uffizi, a cui sono
destinati. Noi cominciammo il grande lavoro della forma­
zione dei v o stri Confratelli, a voi tocca compierlo special-
mente riguardo ai più giovani ; a voi tocca coltivarli nello
spirito e vegliare perchè nessuno abbia a perdere la
vocazione, che è la grazia più grande che Iddio conceda
dopo quella del Battesimo.
E qui bisogna pur che vi sveli un pensiero che tu tta
sconvolge la mia mente, mi strappa abbondanti lagrime
dagli occhi, ed è una pungentissim a spina al mio cuore.
Yarii Confratelli traversarono l ’Oceano, vennero volenterosi
in coteste lontane regioni per guadagnare delle anime a
G-. C. ed invece forse perdettero se stessi. In fatti invano
io cerco il loro nome nel catalogo, più non si fa parola di
loro nelle vostre interessantissim e relazioni : essi non sono
più figli di D. Bosco!
A loro certam ente sono da im putarsi tali defezioni, ed
10 sono ben lontano dal g ettarn e ad a ltri la colpa. T u t­
tavia voi mi scuserete se nel mio profondissimo dolore io
ho pensato che forse si sarebbero salvati, se ne’ loro Di­
re tto ri avessero trovato un padre dello stam po di D. Bosco,
11 quale colla carità e dolcezza salesiana avesse trovato la
via per discendere in quei cuori che stavano per chiudersi

17.2 Page 162

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— 104 —
alla grazia e cedere alla tentazione. Faccia Iddio d ie il
passato ci serv a di lezione per l’avvenire!
2. Oltre le p ratiche di pietà che ci comanda la Santa
Regola e che in ogni conferenza si dovrebbero inculcare,
un mezzo efficacissimo per conservare le vocazioni sarebbe
il fare con impegno e regolarità la scuola di Sacra Teo­
logia. Come sperare che divenga un buon sacerdote quel
chierico, il quale tu tto il giorno occupato nel fare scuola
o nell’assistere, non ha un istante da dare allo studio
della scienza propria del suo stato? Nè si creda che la
studi da sè, e quando anche qualcuno lo facesse, c’ è da
tem ere che, incontrando qualche difficoltà, egli non la su­
peri, e così riesca monca e superficiale la sua scienza teo­
logica, o che disgustato getti il libro e noi riprenda più.
Ye ne prego, rileggete la mia circolare di ottobre u. s. ed
a costo di lasciare a ltre occupazioni esterne, eseguite ciò
che in essa vi raccomando.
Nè si om m etta la recita e spiegazione di dieci versetti
del Nuovo Testam ento e la scuola di ceremonie. Questa
scuola settim anale giova immensamente per conservare ed
accrescere nei chierici lo spirito di pietà e l’ amore allo
studio. Somigliante sollecitudine vi raccomando pei cari
Confratelli Coadiutori.
3. Devo ora toccare un tasto assai delicato. Ogni
anno varie schiere di coraggiosi m issionarii varcano l’Oceano
per venire in aiuto ai Confratelli d’America. Dopo sì num e­
rose spedizioni, che c’ impongono immensi sacrifizi, noi
avevamo fiducia che riem piuti i vuoti lasciati nelle vostre
file, completato alla meglio il personale, si potesse da voi
•con m aggior calm a atten d ere al proprio profitto spirituale
ed alla cultura morale e scientifica dei giovani chierici.
Tanto più cresceva questa speranza sapendo che nuovi
Confratelli escono pure dai noviziati americani. Or perchè
m ai le vostre Case sono quasi sempre strem ate di perso­
n ale? Perchè m ai i Confratelli hanno più lavoro che non

17.3 Page 163

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— 105 —
potrebbero comportare? Perché mai riescono vane alcune
pressan ti raccomandazioni dei Superiori?..... Ciò avviene
forse, o miei cari, dalla troppa facilità di fondar nuove
Case e di am pliare le già esistenti. Se da un lato io debbo
encomiare in ciò il vostro zelo, d all’altro sono forzato a
dirvi : Bisogna arrestarci, chè camminando di tal passo noi
andremmo alla rovina. Applicatevi a consolidare le Case
attuali, e più tardi noi penseremo ad estendere m aggior­
m ente il nostro campo d’azione. Qualora scorgeste u n ’u r­
gente necessità od una particolare convenienza di aprire
una nuova Casa, esponete la cosa al Capitolo Superiore,
e poi attenetevi scrupolosam ente a ciò che esso deciderà.
La mia ultim a parola riguarda i giovani raccolti ed
educati nelle nostre Case.
Ogni giorno faccio voti perchè, secondo il consiglio di
S. S. Leone XIII, noi tu tti viviamo dello spirito del nostro
dolcissimo P adre D. Bosco. E con ciò io non intendo solo
chiedere a Dio che si m antenga ed accresca in ciascun
Salesiano la pietà e la virtù, secondo gli insegnam enti e
gli esempi del nostro Fondatore, m a ancora che i nostri
Istituti conservino quel carattere che Egli loro im presse,
carattere che consiste specialmente nello sforzo unanime,
generoso e costante dei Superiori, Maestri ed A ssistenti
perchè sia allontanato il peccato, perchè si pratichi spon­
tanea la vera e soda pietà. L'educazione ed istruzione della
gioventù senza spirito religioso, ecco la piaga del nostro
secolo. Dio non p erm etta mai che le nostre scuole ne siano
infetto !
Si è il D irettore che in ogni n ostra Casa colla sua
vigilanza non in terro tta, colle sue esortazioni p atern e in
pubblico ed in privato, specialmente colla frequenza dei
SS. Sacram enti e con a ltre pie e sante ind u strie deve
compiere la maggior parte di questo importantissimo la­
voro. A lui tocca pure vegliare perchè tu tti i suoi dipen­
denti siano anim ati dal medesimo zelo, e adoperino i mezzi

17.4 Page 164

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— 106 —
p iù a tti al conseguim ento di sì nobile, fine. Perchè non
rim anga lettera m orta il sistem a preventivo, faccia leggere
sovente le auree pagine che ne scrisse D. Bosco. Invigili
perchè siano banditi i castighi troppo lunghi, penosi ed
u milianti, e perchè nessun Superiore, m aestro od assistente
tra sc o rra fino a b a tte re i giovani, il che oltre l’essere con­
dannato altam ente da D. Bosco, è ancor contrario alle leggi
vigenti in qualsiasi Stato, le quali hanno sancito severis­
sime pene contro queste inconsulte punizioni.
Ma il vostro zelo non deve arrestarsi a questa cura
generale di tu tti i vostri allievi. Il vostro occhio intelli­
gente non ta rd e rà a ravvisarne di quelli cui Iddio h a se­
g n ati coll’aureola chin a celeste vocazione. Come il solerte
giardiniere coltiva con particolare sollecitudine quelle tenere
pianticelle, che, più sane e prospere di tu tte le altre, sono
da la i destinate a produrre que*gran i che devono essere
la semenza del novello raccolto, così voi dovreste fare
verso di queste anime predilette che il Signore chiama
alla vita religiosa o alla carriera sacerdotale.
Su questo punto io devo trib u ta re ad alcuni D irettori
d’America ben m eritati encomii; m a debbo p u r soggiun­
gere che m ’a ttris ta la negligenza di varii a ltri nel susci­
tare e coltivare le vocazioni. Avrei creduto che bastassero
ad eccitare il loro zelo le private esortazioni e specialmente
l’ultim a m ia le tte ra edificante, m a forse m i sono ingan­
nato. Sotto pretesto che è sterile il terreno che loro fu
assegnato, e che è ben raro vi s’incontrino vere vocazioni,
sfiduciati non fanno la scuola di latino, nè adoperano le
sante industrie con cui D. Bosco diede alla Chiesa cotanti
sacerdoti. Io invece son di parere che p ur ne’loro paesi,
come dappertutto, molti sono i chiam ati al servizio del­
l ’altare, in num ero ben m aggiore di quello che se ne
scopra; m a sventuratam ente quanti si perdono per non
essere sta ti conosciuti nè coltivati ! Mano dunque al
l ’opera

17.5 Page 165

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— 107 -
Non dim enticate d ie fra ’ mezzi adoperati da D. Bosco
a tale santo fine vi è l’ istituzione de’ Figli di M aria p e r
la coltura delle vocazioni rita rd a te : cercate anche voi d’in­
trodurre nelle vostre Case tale categoria di studenti, da
cui ben con ragione tanto si riprom etteva il nostro vene­
rato Padre.
Dallo sviluppo delle vocazioni fra i coadiutori, artigiani
e studenti dipende l’avvenire della n o stra Congregazione
ed in modo speciale delle Missioni.
Parecchi di voi, carissimi Direttori, ricorderanno, cer­
tam ente non senza commozione, come il nostro am atissim o
D. Bosco negli ultim i anni della sua laboriosa esistenza,
trasportato dall’ affetto che nutriva pei suoi diletti figli
lontani, in quelli che ei chiamava sogni e che noi consi­
deravamo come visioni, spaziava col suo spirito in coteste
immense regioni d’America. Il suo cuore era pieno di gioia
e di consolazione vedendo i deserti trasform arsi in fiorenti
città, i selvaggi m utar abiti e costumi, il regno di Gesù
Cristo estendersi fino agli ultim i confini e ciò p er opera
dei suoi Missionarii.
Se io conto sul Catalogo i nomi di tu tti i Salesiani
che già lavorano in America, io vi trovo già a b b astan za
num erosi p er fare, coll’aiuto di Dio, un bene immenso ed
avverare in p arte le previsioni di D. Bosco; m a ciò di­
pende dall’impegno che voi m etterete a conservare nelle
vostre Case lo spirito di D. Bosco, a m antenervi uniti e
sottom essi a ’ Superiori. Dio è con voi: coraggio.
Arrivato al fine di q uesta le tte ra io sento u na p e n a ;
mi pare si faccia una novella separazione ed il mio cuore
è commosso, come quando vi abbracciai e vi dissi addio
all’altare di Maria A usiliatrice. P ure per non essere troppo
prolisso debbo troncare : vi assicuro però che la lontananza
non ha diminuito, anzi aum entò il mio affetto per voi.
Ogni m attin a io mi ricordo di voi e delle vostre Case n ella
santa Messa.

17.6 Page 166

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I
I
— 108 -
Vogliate anche voi pregare per me che nel SS. Cuore
di Gesù sono
Yals’alice, 24 Agosto 1894.
Aff.mo come Padre
Sac. M ic h ele R u a .
PS. — Rinnovo la raccomandazione di vegliare che si faccia uso
di carta leggiera per le lettere; così ci eviterete di pagare delle sopra­
tasse, che furono hen gravi e frequenti in questi ultimi mesi.
RINGRAZIAMENTI - VICARIATO DI MENDEZ
PROFITTO NOSTRO E DELLE ANIME.
(N. 13)
Figli carissimi in G. C.,
1° Le feste natalizie e il cominciare d’un nuovo anno
porsero a m olti fra i Salesiani l’occasione di esprim ere al
R ettor M aggiore il loro figliale affetto e di offrirgli i loro
più cordiali augurii. La moltiplicità delle occupazioni non
m i perm ise di rispondere, se non a coloro a cui era ne­
cessario accusar ricevuta della gradita loro missiva.
Non occorre però ch’io vi dica quanto mi siano torna­
te care tu tte le v ostre le tte re ; mi limito solo a rin g ra-
ziarvene di g ran cuore, ed assicurarvi che anch’io ai piedi
di Maria SS. Ausiliatrice ho fatto per voi cordialissimi voti
ed augurii. Vi ho augurato il desiderio della perfezione,
certo che se questa bram a è ardente nei nostri cuori, saremo
presto adorni d^ogni v irtù , e cammineremo a gran passi
nella via della perfezione, non mancando certo l’abbondanza
delle divine grazie a chi coltiva con impegno tale santo
desiderio. Valgano questi vicendevoli augurii, accompagnati
dalla prom essa di pregare gli uni per gli altri, a tenerci
sempre più intim am ente uniti, sicché noi siamo veramente

17.7 Page 167

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- 109 —
cor unum et anima una nel servizio di Dio e nel cercare
il nostro spirituale progresso.
Vengo ora a darvi qualche notizia ed a farvi delle rac­
comandazioni, che spero contribuiranno assai a farvi passare
un anno felice e ripieno di meriti.
Son certo che sarà accolta da tu tti con esultanza la
notizia che la Divina Provvidenza, sem pre così larga di
favori e benedizioni verso l’umile n o stra Società, degnossi
concedere più vasto campo allo zelo dei nostri Missionarii.
Dietro proposta del Governo Equatoriano la Santa Sede ci
assegnò il Vicariato di Mendez e Gualaquiza fra gli Jivaros,
e D. Giacomo Costam agna, già Ispettore della Repubblica
Argentina, ne fu eletto Vicario.
La ste ssa Divina Provvidenza dispose che nell’anno testò
passato noi potessimo aprire un numero considerevole di
Case ; di qui la necessità di aum entare eziandio il numero
delle Ispettorie. Parve non solo opportuno, m a necessario
che le Case di Sicilia, divenute assai numerose ed im por­
tanti, avessero un Ispettore proprio: fu perciò creata l’I-
spettoria Sicula, e scelto ad Ispettore il sacerdote Don
Giuseppe Bertello.
Fu pure deciso che le Case dell’E quatore form assero
una Ispettoria a p a rte , a cagione dell’im m ensa distanza
che le separa dalle altre di America, e sotto l’a lta direzione
del sullodato Vicario Apostolico, ne fu designato Ispettore il
sac. Luigi Calcagno, il più anziano tra que’ Direttori, colui
stesso che fu colà inviato dal nostro dolcissimo Padre D. Bosco.
Passando ad altro, richiamo la vostra attenzione su
qualche recente decreto della S. Sede. Nello scorso Luglio
la Sacra Congregazione de’ Riti emanò un Decreto sul Canto
Ecclesiastico ed un Regolamento per la musica da usarsi
nelle funzioni religiose. Fedeli im itatori di D. Bosco, a c ­
cogliamo col massimo rispetto questi due documenti della
S. Sede, teniam oli in gran conto e sforziamoci di rid u rli
alla pratica. In modo speciale vi è inculcato lo studio del

17.8 Page 168

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110
Canto Gregoriano clie la Chiesa riguarda come veramente
suo e che più d’ogni altro muove a divozione i fedeli. Esso
sarebbe convenientemente coltivato nelle Case Salesiane,
se dappertutto si eseguisse ciò che io, interprete dei de­
sideri del nostro veneratissimo Fondatore, ho raccomandato,
tr e anni or sono, con apposita circolare (1). Su questo punto
m entre devo lodarm i dell’impegno e buona volontà di varii
Confratelli, debbo p u r troppo aggiungere che a ltri non si
curano guari del canto ferm o, non badando che tale loro
negligenza mi addolora profondamente. Vi ricordo che Don
Bosco desiderava che l’insegnam ento del Canto Gregoriano
fosse esteso a tu tti i nostri allievi, in guisa che, dovunque
abbiano da andare, possano partecipare al canto ordinario
■delle Messe, antifone, salm i ed inni della Chiesa.
Il Regolamento em anato dalla S. Congregazione dei Riti
lascia più libero il campo alla m usica, permettendo di ac­
coppiare a ll’arm onia la m elodia; vuole però che, prendendo
a modelli i Maestri Romani, la musica sia informata allo
spirito della sacra funzione che accompagna, risponda re­
ligiosamente al significato del rito e delle parole, e sia degna
della casa di Dio.
È pure necessario che i Confratelli Sacerdoti facciano
tesoro dei saggi consigli che il sapientissimo Pontefice
Leone X I I I ci diede riguardo alla predicazione, con Let­
te ra Circolare a tu tti gli Ordinari e Superiori degli Ordini
■e Congregazioni religiose in data del 31 Luglio 1894.
Ora veniamo a p arlare di ciò che riguarda il nostro
■spirituale profitto.
Mi è noto quanto siate desiderosi di progredire ogni
giorno nella perfezione, affine di corrispondere alla grazia
specialissim a che Dio ci concesse chiamandoci alla vita
religiosa; tuttavia avvi assai a temere che le nostre pas­
sioni, le quali sussistono pur sempre, e le arti del nemico
(1). Vedi pag. 89.

17.9 Page 169

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— Ili —
delle anime abbiano talora a rallentare il nostro progresso
nella virtù. Di qui ne viene la necessità di ben servirci
di quei mezzi, sì num erosi ed efficaci, che la n o stra Con­
gregazione ci offre, per sostenerci in mezzo alle difficoltà
e per m antenere sempre vivo nei nostri cuori il fervore
della pietà.
Pongo per primo mezzo l’osservanza della Santa Regola,
la qual Regola dev’essere da noi considerata come il libro
della vita, il midollo del Vangelo, la speranza di nostra
salvezza, la m isura della nostra perfezione, la chiave del
Paradiso. Veneratela come il più bel ricordo e la più pre­
ziosa reliquia del nostro am atissim o D. Bosco. P raticatela
ricordandovi di quanto scriveva s. Francesco di Sales alle
Figlie della Visitazione: Ciò che esse dovrebbero mag­
giormente paventare, si è che si venga a trascurare
Vosservanza della Regola, fosse pur solamente in qual­
che piccola cosa, poiché questo sarebbe un segno di
rilassatezza. (Diret. spir., art. xv).
Il secondo mezzo sono le conferenze spirituali. Un caro
Confratello, nel suo rendiconto, confessava con tutto candore,
che, se eragli avvenuto di essere tentato, di sentirsi freddo
nella pietà e scoraggiato nel compiere il suo dovere, ba­
stava una conferenza per trionfare del demonio, riaccendersi
di santo fervore e rim ettersi con lena al suo lavoro. Ciò
prova in qual conto abbiasi a tenere l’articolo 167 delle
Deliberazioni, il quale impone ai D irettori l’obbligo di fare
ogni mese due conferenze. I Direttori faranno certamente
il loro dovere, m a tocca poi ai sub altern i im pegnarsi per
intervenirvi e ricavare profitto dei loro insegnam enti e delle
loro esortazioni.
Ci sarà pure di potentissim o aiuto il rendiconto m en­
sile. Su questo argomento D. Bosco nell’Introduzione alle
Regole ci lasciò pagine d’oro. Io le riassum erò dicendo:
« Si è per q uesta p ratica che i m em bri della no stra Pia
Società si manterranno uniti e compatti, conserveranno fra

17.10 Page 170

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di loro le migliori relazioni, si sentiranno dilatato il cuore,
godranno della pace più dolce e gusteranno le caste gioie
d’una san ta amicizia. Il demonio che più d’ogni altro co­
nosce i vantaggi del rendiconto, mena gran trionfo quando
riesce a distogliere un religioso dal farlo regolarmente.
Ve ne prego, non gli date ascolto, nè lasciate trascorrere
alcun m ese senza compiere questo dovere. So che in alcune
Case, per la moltiplicità delle occupazioni, incontrasi qual­
che difficoltà ad osservare questo punto della san ta Regola.
Perciò appunto raccomando ai Direttori di cercar modo nella
loro industriosa diligenza, di procurarne tu tta la comodità
ai subalterni, anche facendosi aiutare, se occorre, da qualche
altro Superiore di comune fiducia. »
Gioverà poi moltissimo per la saggia direzione delle
nostre Case che il Capitolo locale tenga regolarm ente le
prescritte riunioni per trattare degli affari un po’ più rile-
vànti. Si è per ta l modo che si eviterà la precipitazione
nelle decisioni, e il Direttore si vedrà meglio secondato dal
suo personale, molto incoraggiato da siffatte conferenze ad
eseguire quanto fu deciso.
E poiché trattiam o del nostro profitto spirituale, per­
m ettetem i, prim a di p assare ad altro , che io vi sveli una
grave pena del mio cuore. Lungo l’anno scolastico, per le
molte e gravi occupazioni, non ci è dato sempre di fare
quanto vorremmo pel nostro avanzamento nella perfezione,
e nutriam o speranza di rifarci un poco nelle vacanze, spe­
cialmente cogli esercizi spirituali. P ur troppo le ultim e ferie
au tunnali produssero per alcuni l’effetto contrario, e furono
forse di grave danno alle loro anime. Molti Confratelli sotto
varii pretesti andarono in seno alle loro famiglie e vi di­
morarono troppo lungamente. Altri, senza il dovuto p e r­
m esso, intrapresero viaggi lunghi e dispendiosi, fecero
visite a conoscenti, amici ed ai parenti dei nostri allievi,
passando presso di essi intere settim ane. Questo modo di
comportarsi è affatto contrario agli am m aestram enti di

18 Pages 171-180

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18.1 Page 171

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113
D. Bosco, alla S. Regola, alle Deliberazioni Capitolari e al
proprio profitto spirituale. Osservate un po’ se vedete andar
a far le vacanze nelle loro famiglie i figli di S. Francesco
d’Assisi, di S. Domenico, di Sant’Ignazio ? E ssi rifuggono
da queste cose come molto pericolose. Si im iti il loro
esempio, non si dimandino siffatte licenze, e qualora un
Confratello abbia assoluto bisogno di recarsi in fam iglia,
gli Ispettori a cui solam ente compete l’accordare questo
perm esso, osservino l’art. 5°, capo 5° della Regola, desti­
nandogli sempre un compagno.
Pel nostro bene spirituale mi rimane ancora a racco­
m andarvi di bandire da tu tte le nostre Case il giuoco delle
carte. Per tacere le molte ragioni della sconvenienza di
questo giuoco fra di noi, b a sti dire che p er l’applicazione
dello spirito che esso esige, invece di un sollievo e di una
ricreazione, riuscirebbe più gravoso che ogni altra occu­
pazione. Abbiamo tan ti altri mezzi di ricrearci. Ricordiamo
che il nostro buon Padre D. Bosco non perm ise m ai simili
giuochi.
Ora veniamo a qualche norma per la buona direziono
dei giovani alle nostre cure affidati. Debbo lam entare che
siasi in certi istitu ti introdotto l’abuso di lasciar uscire
gli alunni coi parenti che vengono a v isitarli. Chi non sa
quanto siano dannose tali uscite? Anche a costo di qual­
che sacrifizio, si abolisca questa usanza, si procuri ai p a­
renti tu tto l’agio di tra tte n e rsi coi figli e, se fa d’uopo,
si stabilisca in collegio un sito dove possan prender cibo
con essi, m a non si perm etta che escano dall’istituto.
La p u rità fra i nostri allievi dev’essere rig u a rd a ta come
il tesoro più prezioso, perciò nessu n a vigilanza è soverchia
quando si tra tta di custodirla e di tener lontano il vizio
impuro. Fate in modo che si legga spesso e si riduca alla
pratica il Capo VII, Dist. IV delle nostre Deliberazioni.
Si osservi specialm ente l’a rt. 466, cioè quando un giovane
malgrado i ripetuti avvisi, è recidivo, e con discorsi ed
Lettere di D . Bua.
&

18.2 Page 172

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— 114 —
opere cattive riesce di scandalo ai compagni, sia allonta­
nato senza troppi riguardi a raccomandazioni ed a vantaggi
m ateriali. Seguiamo scrupolosam ente le tracce di D. Bosco,
che non sapeva tollerare i lupi rapaci in mezzo al gregge.
Siccome in alcune nostre Case si hanno studenti e ar­
tigiani ad un tempo, così è della m assim a importanza che
gli uni e gli altri siano tra ttati senza distinzioni e parzialità.
Mi avvidi essere in qualche Casa meno curati gli artigiani,
e ciò m ’h a ferito al vivo, come certam ente avrebbe ferito
I). Bosco che con ta n ta bontà am ava i suoi artigianelli.
A m ateli, sopportateli ed istruiteli meglio che per voi si
possa nelle loro professioni. A ssicuratevi che loro s ’insegni
a lavorare non solo colle macchine, m a senza di esse, giac­
ché così ordinariam ente loro toccherà lavorare quando sa­
ranno fuori delle n o stre Case. Yi ram m ento che, sia per
evitare gravi disturbi, sia per dar loro il vero nome, i
nostri laboratorii devono denominarsi Scuole professionali:
così scuola di sartoria, di calzoleria ecc. Si sfugga poi ogni
concorrenza riguardo agli operai del luogo ove si trova la
Casa, nè mai si prendano lavori ai pubblici appalti.
La vostra carità si estenda pure ai famigli prendendo
cura della loro religiosa istruzione e morale progresso, ri­
volgendo loro sovente la parola e mostrando tener molto
conto del loro lavoro.
È p u r p arte della carità salesiana il tra tta re con riserbo
e con rispetto le buone Figlie di Maria Ausiliatrice, le quali
con tanto spirito di sacrifizio prestano l’opera loro in molte
fra le nostre Case. È nostro stretto dovere riguardarle
come sorelle in G. C., evitare con loro ogni m aniera sg a r­
bata od espressioni indelicate ed imperiose, quali si use­
rebbero a persone di servizio, ed infine consideriamo come
effetto della loro carità tu tto quanto esse fanno per noi,
m ostrandocene riconoscenti. Veglino i Direttori perchè siano
praticate le norme per le relazioni colle suore di M. A.
(.Delib. Cap. XVIII, Dist. i)

18.3 Page 173

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— 115 —
Sebbene già siano varii gli argom enti di cui ho tra t­
tato in questa mia lettera circolare, tuttavia mi parrebbe
m ancare ad un sacro dovere, se prim a di term inare io non
aggiungessi qualche parola su ll’economia.
Leggendo la storia della nostra Pia Società noi dobbiamo
esclam are : Digitus Bei est Me. In ogni vicenda prospera
od avversa, noi ravvisiamo ad ogni istante la mano della
Provvidenza, che guidava D. Bosco e guida ora i suoi
figli, e che con tenerezza m aterna provvede ad ogni no­
stro bisogno. Se ciò da un lato deve ispirarci som m a fi­
ducia che l’assistenza divina non ci v errà m ai meno, deve
pure d’altro lato farci riflettere seriam ente su ll’uso che
noi facciamo di quei mezzi che la Provvidenza ci pone tra
mano. Non dimentichiamo che D. Bosco ci prom ise la pro­
tezione del cielo, fino a tanto che sarebbe s ta ta in onore
fra noi la -povertà. Perciò venendo alla p ratica, vi racco­
mando u n ’a ssen n ata economia nel vitto, vuoi pei Confratelli,
vuoi pei giovani, sicché non vi sia troppa abbondanza, nè
eccessiva parsim onia. Non facciamo viaggi se non per ne­
cessità, e viaggiando ricordiamoci che facemmo voto di po­
vertà. Si faccia ogni possibile risparm io nell’illuminazione,
ne’ combustibili e nelle costruzioni.
Si vegli perchè nelle nostre scuole professionali non si
eseguiscano lavori di lusso e anche solo di qualche ele­
ganza, se non quando sono ordinati da persone esterne.
Sotto pretesto di formare gli alunni, si porge occasione a
varii Confratelli di m ancare di povertà nella calzatura e
nel vestito, ed inoltre si adornano le Case salesiane di mobili
che disdicono alla nostra professione, e che talora non posse-
dono neppure coloro a cui noi chiediamo l’obolo della carità.
Ma m entre io inculco lo spirito di p overtà e desidero
una ragionevole economia, sono ben lungi dall’approvare
l’eccesso in cui cadono alcuni Confratelli, i quali prendono
talm ente a cuore gli interessi della Casa loro, da mancare
perfino di carità verso gli altri istitu ti della medesima

18.4 Page 174

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- 116 —
Congregazione. Dio ci guardi da questa specie d’egoismo!
Non s’abbia invidia se u n ’a ltra Casa è più bella e meglio
fornita di mezzi pecuniali, più abbondante di allievi, poiché
tu tte le Case appartengono alla famiglia salesiana di cui
noi siamo i membri.
Se vi è dato fa r qualche risparm io, affrettatevi d’in-
viarlo all’isp etto re od al Capitolo Superiore, rallegrandovi
di poter per tal modo venirgli in aiuto per sostenere le
immense spese che occorrono pel bene generale della no­
stra Pia Società.
Il nostro carissim o D. Bosco aveva chiesta nella sua
ordinazione sacerdotale l’efficacia della parola, ed il fru t­
tuosissim o suo apostolato provò averlo il Signore esaudito.
Io, indegno suo successore, so di non avere m erita ta una
grazia sì bella, m a vi supplico, o figli carissimi, di otte­
nerm ela sia con fervorose preghiere, sia collo scolpire nella
m em oria e col p raticare le raccomandazioni che io vi vengo
m an mano facendo a viva voce e per iscritto. Quali copiosi
frutti mi riprometto, pel vostro spirituale profitto e pel bene
dei nostri giovanetti, dalla buona accoglienza che, come
spero, voi farete agli importantissim i avvertim enti conte­
nuti in questa mia lettera !
Con q uesta dolce speranza nel cuore io imploro su di
voi e su tu tti i vostri lavori le più elette benedizioni del
Signore e la protezione di Maria A usiliatrice, m entre mi
dico nel Sacratissim o Cuor di Gesù
Torino, il 1° Gennaio 1895.
Aff.mo come Padre
Sac. M ic h e l e R u a .
P. S. I Direttori facciano lettura della presente nella più prossima
riunione di tu tti i confratelli, formandone argomento, se occorre, per varie
altre conferenze.
Giudico opportuno dare qui risposta alla dimanda fattam i da varie
p arti sulle preghiere a farsi dopo la meditazione e la lettura spirituale
secondo le Deliberazioni Capitolari : dopo la meditazione, si dica la pre­
ghiera a M aria Ausiliatrice ; dopo la lettura, si dica la preghiera per la
Comunione spirituale, seguita dal Pater, Ave, Gloria a s. Francesco di
Sales col relativo Oremus

18.5 Page 175

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117
CONGRESSO SALESIANO IN BOLOGNA.
(N. 14)
Figli carissimi in G. C.,
Ritorno dal 1° Congresso Salesiano che si tenne a Bo­
logna ne’ giorni 23, 24 e 25 Aprile. Appena posto piede nel
nostro diletto Oratorio di Torino, m algrado le molte e pres­
santi mie occupazioni che pur richiederebbero tu tta la mia
sollecitudine, io voglio soddisfare un vivo e potente bisogno
del mio cuore col tra tte n e rm i con voi per alcuni ista n ti
intorno a questo Congresso, comunicarvi alcune delle im­
pressioni che ne ho riportate, esporvi infine varii miei sen­
timenti e riflessi che forse non saranno senza frutto.
Per ben quattro giorni ebbi la bella sorte di assistere
ad un sì sublime spettacolo, di fede, di zelo, di carità e,
diciamolo pure, di sim patia verso l’um ile n o stra Società,
che ancora il mio cuore ne è tu tto commosso e tu tta ri­
piena la mia mente. Non tento neppure di m ettervi dinnanzi
agli occhi quanto mi fu dato di vedere e di udire ; m algrado
ogni sforzo non riuscirei che a darvi una sbiadita e pallida
im m agine di ciò che è avvenuto. Avrei a n a rra re cose sì
belle, sì straordinarie e maravigliose che parrebbero avere
dell’esagerato a chiunque non ne sia sta to testim onio ocu­
lare.
Lascio perciò ad a ltri il non facile compito di tessere
la storia e darvi, direi quasi, la fisionomia di questo Con­
gresso, che segnerà una delle più belle pagine negli Annali
della n o stra Pia Società, e mi terrò pago di farvi notare
ciò che in questo Congresso fa vie m aggiorm ente risa lta re
la bontà del Signore verso gli umili figli di D. Bosco.
A nzitutto ha del prodigioso il modo onde è n ata l’idea
di questo Congresso. Già a ltri pii Sodalizi avevano com presa
l’opportunità anzi la necessità d’assem b rarsi per incoraggiarsi

18.6 Page 176

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— 118 —
a vicenda, comunicarsi i loro pensieri e desiderii e tra tta re
dei mezzi di estendere sem pre più la loro benefica influenza
sulla società. Perchè mai, si disse, non farebbero altrettanto
i Cooperatori Salesiani?.... Non appena balenò questo pensiero
alla m ente dell’Eminentissim o Cardinale Domenico Svampa,
Arcivescovo di Bologna, egli l’afferrò come la manifestazione
del divino volere e come un mezzo efficacissimo per mo­
stra re quanto venerasse D. Bosco e di quanto caldo affetto
ne am asse i figli. Di qui quello zelo infaticabile con cui l’Emi-
nentissimo Principe, senza frapporre indugio, mise mano
all’opera; di qui quel santo ardore, queiram m irabile accordo
di volontà che egli seppe infondere in tu tti coloro che lo
attorniavano.
È pure straordinario che siasi eccitato tanto entusiasmo
pel nostro Congresso nella città di Bologna, ove i Salesiani
nulla finora poterono fare in prò delia gioventù, ove perciò
erano molto meno conosciuti dalla maggior parte della cit­
tadinanza che in altre città italiane.
Per tu tti i Congressisti fu oggetto di ammirazione e di ben
m eritati encomii l’intelligente ed instancabile attività del
Comitato organizzatore che in sì breve spazio di tempo seppe
sì bene redigere manifesti e programmi, diram are inviti,
raccogliere offerte, preparare la sala delle adunanze, ordi­
nare le sacre funzioni, in una parola tutto prevedere e
provvedere per la splendida riuscita del Congresso. Le parole
non potranno m ai esprim ere quanto io sento in cuore di
gratitudine verso gli illustri personaggi che componevano
questo Comitato.
Potevasi scegliere per le adunanze luogo più adatto che
la chiesa di S. Catterina da Bologna, la qual Santa pareva
dalla vicina cappella prendesse parte alle nostre sedute ?
Vi fu una nobile gara fra le più illustri famiglie Bo­
lognesi per ospitare in casa loro i Vescovi ed i Salesiani
accorsi al Congresso. T utta la divota popolazione di Bologna
prese viva parte alle feste salesiane accorrendo alle funzioni,

18.7 Page 177

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— 119 —
che mattino e sera celebravansi nelPimmensa basilica di
S. Domenico, capace ben di 15 m ila persone. Circa cinquanta
m ila fedeli l’ultimo giorno salirono il m onte della Guardia,
unendosi ai Congressisti per rin g raziare la Vergine di S.
Luca del felice esito del Congresso.
Non debbo tacere la particolare benevolenza delle civili
autorità verso i convenuti al Congresso. Nulla fu da loro
risparm iato perchè fosse tutelato Lordine pubblico; i Con­
gressisti furono tra tta ti ovunque colla più squisita genti­
lezza, e g ratu itam en te poterono v isitare quanto v ’è di bello
e d’artistico in Bologna, solam ente col p resentare la te sse ra
del Congresso.
L’Episcopato non solo d’I ta lia , m a p u r nei paesi lontani
diede in q u est’occorrenza la più bella prova del suo affetto
e della su a stim a verso i poveri figli di D. Bosco, poiché
quattro Cardinali ed oltre a tren ta Vescovi intervennero in
persona al Congresso, ed altri innumerevoli inviarono le
loro adesioni in term ini sì delicati e con elogi tali da far­
cene rim anere confusi.
Ma vi fu ben più ancora. Una stupenda le tte ra d’ap­
provazione del Supremo Gerarca della Chiesa diretta al
Cardinale Svam pa (1 ) era le tta su ll’ap rirsi del Congresso, e
venne a confortarci e ad avvalorarci la reiterata sua bene­
dizione ; anzi possiamo dire che noi eravamo radunati sotto
la sua presidenza, poiché il suo busto maestoso cam peggiava
in mezzo dell’aula, ed eravam o a ssic u ra ti che Egli col suo
cuore e col*suo spirito era fra noi.
L a cosa poi che più profonda impressione ha lasciato
nel mio cuore, ed il cui ricordo ancor m ’intenerisce, si fu
quella vera fratellanza, quell’intima unione, quel perfetto
accordo di sentimento e di volontà che leggevasi, quasi
dissi, sul volto dei Congressisti. In quell’au la si resp irav a
(1) Spero potervene fra breve mandar copia a parte da conservare
negli Archivi di ciascuna Casa Salesiana.

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120
u n ’atm osfera p rettam en te salesiana. Erano i membri di una
sola famiglia che vi erano radunati, che ascoltavano con
attenzione affettuosa e sostenuta, a parlare del loro padre
comune D. Bosco, dell’opere salesiane che erano pure le
opere loro, che accoglievano con segni d’ approvazione e,
con clamorosi applausi quanto loro veniva proposto pel bene
delle anime.
Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, non che dotti e zelanti se­
colari, pronunziarono eloquentissimi discorsi che fecero vi­
brare le più delicate fibre del cuore. Accese parole furono
rivolte ai Salesiani per incoraggiarli a proseguire nelle loro
im prese, ed in modo efficacissimo furono esortati i Coope­
rato ri ad essere sem pre il loro sostegno morale e m ateriale.
Ebbe ben ragione il Cardinale Svam pa di conchiudere dicendo
che tu tti quanti i convenuti avevano imparato qualche cosa­
vi farà forse meraviglia se vi fu chi trasportato dal­
l’entusiasm o chiamò questo Congresso un trionfo, un’ apoteosi
della Congregazione Salesiana?
Io non avrei neppur osato riferirvi tale parola che sem bra
ferire quella m odestia che ogni Salesiano dovrebbe praticare,
se non fosse per ricordarvi che p are ciò fosse predetto da
quel sogno che ebbe D. Bosco nella notte dal 10 all’11
settem bre 1881. Dopo averci santam ente spaventati descri­
vendoci i gravi pericoli che correrebbe la Congregazione
pel rilassam ento di alcuni suoi m em bri, D. Bosco ci rinfran­
cava dicendo: circa il 1895 gran trionfo. Dolcissimo Padre,
la vostra parola si è avverata.
Questo rapido sguardo al Congresso Salesiano di Bologna
deve ispirarci anzitutto un sentimento di viva gratitudine
verso Dio. A Lui ci rivolgemmo con fervide preghiere, al­
l’intercessione di M aria SS. A usiliatrice ricorremmo per
im plorare un esito felice all’ ardua im presa che stava per
incominciare. A Dio, a Maria SS. siano rese grazie ora che
la riuscita superò di gran lunga la nostra aspettazione. Il
cìel ci g uardi dall’attrib u irci una benché minima parte di

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121
ciò che è unicam ente l’opera di Dio. A lai solo tu tto l’onore,
a Lui la gloria !
Esultino poscia di santa gioia i nostri cuori nel pensare
che il nostro 1° Congresso Salesiano ha ralleg rato l’A ugusto
Vegliardo del Vaticano, che volle esser m inutam ente tenuto
informato d’ogni atto delle nostre assem blee. Sia uno dei
fru tti del nostro Congresso il rendere sem pre più s tre tti q u e ’
vincoli che uniscono la fam iglia Salesiana al Vicario di G. C.
Rallegriamoci nel vedere che coloro che Spiritus Sanctus
posuit Episcopos regere Ecclesiam Dei, .si compiacciono
degli sforzi che noi facciamo per secondare il loro zelo, per
com battere al loro fianco le battaglie del Signore. Diamo
ovunque l’esempio nel rispetto verso le sacre loro persone
e nell’ubbidienza ai loro comandi.
Lo splendido risu ltato del Congresso ci renda ognor più
cara la Pia Società, a cui Iddio per tratto di sua singolare
m isericordia ci h a chiam ati. Se già per mille prove sapevamo
che Iddio benedice e protegge in modo speciale l’istitu to
a cui apparteniamo, questo Congresso valga a rendercene
ognor più p e rs u a s i, e ci sproni a sem pre meglio m eritare i
celesti favori.
Da veri figli di D. Bosco porgiamo vive grazie al Signore
d ’aver perm esso che durante questo Congresso, sia nella
sala delle adunanze, sia nella basilica di S. Domenico, per
ben tre giorni fosse particolarm ente glorificato il suo fedel
servitore, il nostro veneratissimo Fondatore e Padre. Car­
dinali e Vescovi ne celebrarono dal pergamo le lodi non
altrim enti che avrebbero fatto d’un san to , ed ispirarono ai
loro divoti uditori la più alta idea della sua virtù e del—
l’Opera su a, cui chiamarono ad ogni piè sospinto prov­
videnziale. Ah ! preghiam o perchè Iddio compia l’opera sua,
ispirando al suo Rappresentante in terra di elevare ben tosto
il nostro caro D. Bosco all’onore degli altari.
Vi confesso, carissim i Figli in G. C., che fui coperto dì
confusione nel vedere quale alta stim a si abbia ovunque

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dei poveri Salesiani. Essi furono rappresentati al Congresso
quali modelli di relig io si, come ardenti di santo zelo per
la salvezza delle anim e, come valenti m aestri nell’arte
difficilissima di educare la gioventù, nell’inform arla alla
pietà. P iù vivo divenne in m olti Vescovi e Cooperatori il
desiderio di veder sorgere nelle loro città Istituti Salesiani,
riprom ettendosi da loro veri miracoli per la rigenerazione
della odierna società. Ma voi mi scuserete se in fondo al
cuore io chiedeva a m e stesso se noi siamo realm ente quali
siamo creduti M’assalì più volte il dubbio sconfortante che
non avessero i nostri troppo benevoli Cooperatori a ricredersi,
se loro si porgesse il destro di esaminare davvicino la con­
d o tta di certi Confratelli........ Ah ! se coloro che sono rilassati
nella pietà, poco osservanti della Santa Regola, negligenti
ne’ loro doveri, fossero stati presenti al Congresso, non ne
d ubito, avrebbero fatto il proposito di m u tar vita. Ve ne
scongiuro, uniamoci tu tti per sostenere l’onore della nostra
P ia Società, viviamo dello spirito di D. Bosco e rappresen­
tiamolo meglio che per noi si possa ovunque abbia a condurci
la mano di Dio.
Giova sperare che il Capitolo Generale, che si te rrà nel
prossimo venturo Settem bre sarà di aiuto potente ai Sa­
lesiani p er corrispondere all’aspettazione de’ nostri Coopera­
tori. Coll’aiuto di Dio i D irettori, assem brati presso la tomba
di D. Bosco, attingeranno dalle nostre riunioni molto zelo
e fervore, lo porteranno nelle loro Case e lo comunicheranno
a tu tti i Confratelli. P reg ate fin d’ora perchè il Capitolo
Generale produca i frutti desiderati.
È nominato regolatore il Sac. Francesco Cerniti, Con­
sigliere Scolastico della nostra Pia Società. Sarà sua cura
di informarvi del sito e dell'epoca precisa del Capitolo e
d’inviarvi il p rogram m a delle m aterie da tra tta rsi.
Benedica il Signore tu tti i Confratelli Salesiani, ed i
loro allievi. Faccia crescere ognor più ne’ loro cuori la
fiamma del divino amore.

19 Pages 181-190

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D urante tale mese chiedete tale grazia a Colei che è
appunto la Madre del Divino Amore, Mater pulcrae clile-
ctionis e credetemi
Torino, li 30 Aprile 1895
Aff.mo come Padre in G. G.
Sac. M ic h e l e R u a .
P . S. — 11 Direttore dia lettura della presente nella prim a conferenza
che terrà ai Confratelli.
DISASTRO BRÀSILENO - AVVISI VAR1I E CONSIGLI.
(N. 15).
Figli carissimi in G. C.
1.
La Divina Provvidenza per tratto particolare di
sua bontà dispose, che Fumile nostra Congregazione in bre­
vissimo lasso di tempo prendesse uno sviluppo tale che
sem bra tenere del prodigioso. Eccoci pertanto noi, figli di
D. Bosco, sparsi ornai su tu tta la faccia della te rra. Smi­
surate distanze ci separano gli uni dagli a ltri; lavoriamo
in paesi quanto m ai differenti d’indole e di costum i ; tan ti
e svariatissim i sono i m inisteri a cui noi siamo occupati.
Ben lungi dal potere sperare di ritrovarci tu tti insieme
riuniti sulla terra, neppure più ci è dato di tu tti cono­
scerci personalmente. Ma, sia lode a Dio! questa sep ara­
zione, queste immense distanze, queste diversità d’occu­
pazioni non ci furono finora d’impedimento a tenerci uniti
di spirito; sebbene così dispersi, noi formiamo una sola
grande famiglia, di cui sono comuni le gioie ed i dolori.
Ci tiene tu tti stre tti e com patti quella S anta Regola che
ricevemmo in retaggio dal nostro amatissimo Fondatore e
P adre D. Bosco, m a specialm ente ci lega fra di noi la

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124 -
c a rità eli Gesù Cristo. Se l’affetto che io porto ai miei
figli, non fa velo alla mia mente, mi pare che, secondo
l ’espressione di S. Paolo, i Salesiani siano veram ente
idipsum invieern sentientes, cioè aventi gli stessi senti­
m enti l’uno p er l’altro (R om. x ii, 16).
Di siffatta unione di sp iriti e di cuori voi mi forniste
in questi ultim i m esi una prova ben convincente colle nu­
merose lettere che vi piacque inviarmi. Molte di esse erano
intese ad esprim ere al Rettor Maggiore ed al suo Capitolo
i voti più ardenti ed i più cordiali augurii per le Feste
N atalizie e p er l’anno che sta v a p er incominciare. A ltre
mi apportarono le più tenere e cristiane condoglianze per
i funesti avvenimenti, che cotanto contristarono il cuore
di tu tti i Salesiani nel corso dell’anno 1895. T utte erano
ripiene di sentim enti delicatissimi, delle più affettuose
espressioni, di riflessioni degne di veri religiosi, e quello
che più monta, di sincere promesse di condotta esemplare,
di molte preghiere e di ferventi comunioni. Nelle dure
prove, a cui volle il Signore, sem pre infinitamente buono
e sapiente, asso g g e tta re il mio cuore di padre, mi fu d’in­
dicibile conforto il vedere che il dolore del padre era pure
il dolore di tu tti i figli.
Abbiatevi quindi i miei più vivi ringraziam enti, e per­
suadetevi che mi affligge il non poter per le molteplici e
gravi mie occupazioni ringraziarvi ciascuno in particolare
delie consolazioni che colle vostre lettere m’avete arrecate.
Ne serberò incancellabile ricordo, e vi assicuro che io faccio
fin d’ora assegnam ento sulle grazie che le calde vostre
preghiere mi otterranno, io lo spero, dalla m isericordia
del Signore.
V arii Eccellentissim i Vescovi, m olti benem eriti Coope­
ratori e Confratelli Salesiani mi augurarono unanimi che
il nuovo anno abbia dell’anno testé passato le rose, ma
non le spine, le consolazioni, m a non le pene. Fu invero
il 1895 una continua alternativa di avvenimenti or lieti

19.3 Page 183

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— 125 —
or tristi per la n o stra Pia Società. Mai infatti non s ’erano
aperte tante Case ; m ai non s ’era fa tta così num erosa spe­
dizione di Missionari; mai non si era veduto sì splendido
trionfo per le Opere di D. Bosco, quale s’ ebbe a vedere
nel Congresso Salesiano di Bologna ; m ai non avevano pro­
ceduto sì alacrem ente i lavori per la Causa di D. Bosco.
Venne poi a porre il colmo alla n ostra gioia la consacra­
zione del terzo Vescovo Salesiano. Ma ohimè ! Questi giorni
così giocondi dovevano esser alternati da altri ben tristi.
La trag ica m orte di D. Dalmazzo, la m alattia e poi la
m orte di D. Antonio Sala, il disastro del Brasile che, in ­
sieme col nostro carissim o Monsignor L asagna, ci rapiva
altri cinque Missionari, la perdita di D. Unia quando noi
10 credevamo fuor di perico lo . . . E tu tto questo in un
anno solo ! . . .
Nel darvi il funesto annunzio dello scontro in cui era
perito Monsig. Lasagna, io vi scriveva esser necessario far
appello ai sentimenti di fede e di pietà per aver la forza
di pronunziare generosam ente il fiat della rassegnazione,
e ciò perchè io sentiva che quelle erano le sole sorgenti
a cui io stesso poteva attin g ere qualche conforto. Potei
scorgere dalle vostre lettere che voi avete seguito il mio
suggerim ento. Quante belle considerazioni non vJha isp irate
la vostra pietà! Fra le altre mi tornò oltremodo cara e
consolante quella di coloro che osservarono averci Iddio
finora tra tta ti quali fanciulli ed allettati al bene colle ca­
rezze, disponendo che le cose nostre andassero a gonfie
vele, m a che, fattasi ornai adulta la nostra Pia Società,
11 Signore volle provare la n o stra v irtù perm ettendo che
avessim o a passare fra mezzo il fuoco delle tribolazioni
Ora è tempo di m ostrarci uomini provetti ed addestrati
alle varie vicende della vita religiosa. Comunque volgano
le nostre sorti, siano prospere od avverse le cose nostre,
a noi tocca sottometterci in tutto alla divina volontà, in­
chinarci dinanzi agli im perscrutabili giudizi di Dio, rim aner

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— 126 —
fermi e ferventi nel suo santo servizio, ripetendo la parola
di Giobbe: SU nomen Domini òenedictum.
Cogli occhi della Fede noi vediamo la Divina Provvi­
denza .vegliare al nostro bene, non altrim enti che una madre
tenerissim a sulla culla del suo bambino. La medesima
fede ci insegna che p u r quando per ragioni, che non ci è
concesso di p enetrare, Iddio p erm ette che c’incolga qualche
grave sciagura, la sua sapienza infinita suol ricavarne un
bene. Ed invero, come le vostre lettere ne fanno fede, dai
giorni tristissim i che noi abbiamo attraversato, molti Sa­
lesiani ricavarono un risveglio consolantissimo nella pietà
e nella v irtù , u n accrescim ento di zelo per la gloria di
Dio e pel bene delle anime, ed infine uno slancio generoso
per accorrere a lavorare nelle Missioni, del Brasile special-
m ente, e persino fra i lebbrosi di Agua de Dios. Sebbene
per m ancanza di tempo io non soglia rispondere a tali di-
m ande, pure io le custodisco gelosam ente, e quando p a rrà
venuto il momento opportuno e che i frutti saranno m aturi,
è inteso, saprò a chi rivolgermi per rifornire di valorosi
soldati le file che la morte ha diradate.
Nè questo sarà solo il bene che Iddio saprà trarre
dalle prove per cui dovemmo passare. Deh! continuate, o
carissim i figli, ad essere fedeli alle divine ispirazioni, e noi
potremo far nostre le parole di Davide: Secundum mul-
titudinem dolorum meorum in corde meo, consolationes
tuae laetificaverunt animarli meam: a proporzione dei
m olti dolori che provò il cuor mio, le tue consolazioni le­
tificarono l’anim a mia. (Ps. xeni, 19).
2.
Passo ora a darvi alcune notizie rig u ard an ti l’or­
ganizzazione interna della nostra Pia Società.
P e r la m orte del nostro compianto D. Sala, avvenuta
il 22 Maggio ultimo scorso, si rese vacante la carica di
Economo nel Capitolo Superiore della nostra Congregazione.
Secondo l’articolo 16 Capo XI delle nostre Costituzioni, ho
eletto a suo successore D. Luigi Rocca, già D irettore-Pre­

19.5 Page 185

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127 —
side del Ginnasio e Liceo di Alassio. Nel far cadere sovra
di lui la mia scelta non ebbe poco peso il voto d ie egli
conseguì nell’ultim a elezione dei m em bri del Capitolo Su­
periore, avvenuta nel 1892; giacché allora, trattandosi
dell’Economo Generale, chi ebbe il m aggior num ero di voti,
dopo il compianto D. Sala, fu appunto Don Luigi Rocca.
Egli ora rim arrà in carica fino alla fu tu ra elezione di tu tti
i m em bri del Capitolo. Credo far cosa g ra d ita a tu tti i
Confratelli, notificando loro che già D. Rocca si trova a
Torino, e che già ha cominciato ad esercitare il suo ufficio
di Economo; pertanto a lui potranno rivolgersi i Direttori
e P refetti ogni volta che lo crederanno opportuno, o ne
avranno bisogno.
Il num ero delle Case Salesiane dell’A lta Italia essendo
oltremodo cresciuto, fu necessario dividerle in due lspet-
torie ; sicché oltre l’Ispettoria Piem ontese, avremo d’or in­
nanzi la Veneta. Il nuovo Ispettore è D.Mosè Veronesi che con­
tinuerà, per ora, a risiedere a Mugliano col titolo di Rettore.
P er l’Ispettoria dell’U ruguay e del Brasile, rim asta
priva del suo Superiore per la m orte di Mons. Lasagna,
vi sarà notificato più tardi la nomina di chi verrà eletto
a succedergli.
Vogliate ora far buon viso ad alcuni incoraggiam enti
e ad alcune raccomandazioni che questa lettera-circolare
mi porge il destro d’indirizzarvi.
3.
Dalle visite fatte alle nostre Case da me stesso,
dai membri del Capitolo Superiore e dagli Ispettori, come
pure dai rendiconti che regolarm ente ci sono inviati e dalla
mia corrispondenza epistolare, con immensa consolazione
potei assicurarm i che voi tu tti siete anim ati della miglior
volontà di far il bene. Ne è anche prova evidente quel­
l’ardore, che io credetti talora perfino mio dovere di fre­
nare, con cui si cerca di estendere la cerchia dell’apostolato
salesiano, sem pre nell’intento d’acqu istar m aggior numero
d’anime a Gesù Cristo. Si degni il Signore esaudire le mie

19.6 Page 186

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f
— 128 —
suppliche e conservare sempre vivo ne’nostri cuori quel
fuoco sacro che vi si accese quando udimmo D. Bosco get­
tare quel grido potente: da mihi animas, e lo vedemmo
consum are le sue forze e la su a v ita nell’esercizio della
carità. Ma voi, o figli carissim i, dal canto vostro vegliate
perchè questo buon volere sia sempre congiunto ad una
grande p u rità d’intenzione, sia inaccessibile ad ogni sco­
raggiam ento, e sia m ai sem pre guidato dall’ubbidienza.
4.
Lo zelo ardente ed industrioso co
sorgere Oratorii Festivi quasi ovunque havvi una Casa
Salesiana, e con cui si diede sviluppo a quelli che già
esistevano, mi assicura che voi avete ben compreso quanto
mi stia a cuore q u est’Opera, così cara a D. Bosco, e che
h a da essere l’àncora di salvezza per tan ti giovani che
non ci vien fatto di accogliere nei nostri Istituti. Se voi
volete procurare una grande consolazione al vostro Rettor
Maggiore e ralleg rare D. Bosco che dal cielo ci guarda,
non vi stancate di prendere amorosa cura di quei giova­
n e tti che Dio m anda ai vostri Oratorii. Ma di grazia, a t ­
tenetevi ognora alle tradizioni della n o stra P ia Società. Si
ebbe a notare che in qualche Oratorio si dà troppa im-
ì
portanza alla m usica ¡strum entale ed al teatrino. Colà ciò
che dovrebbe essere accessorio, diviene principale; ciò che
dovrebbe essere strum ento al bene, trae a sè tu tte le
sollecitudini, come fosse il fine per cui l’Oratorio è fondato.
Non così pensava ed operava D. Bosco, il quale avrebbe
voluto che si facesse il teatro colà solo ove abbondano i
divertim enti mondani, ove havvi pericolo che i giovani va­
dano a teatri pubblici, che sventuratam ente sogliono essere
t u tt’altro che scuole di m oralità. Invece della m usica stru ­
m entale che im porta gravi spese e fatiche, in molti Oratorii
basterebbe con minor disturbo e m aggior profitto insegnare
il canto fermo e la m usica vocale, cose sufficienti per rendere
belle ed attraenti le funzioni di chiesa ed affezionare i
giovani all’Oratorio.

19.7 Page 187

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— 129 —
5. E poiché ho nominato il Canto Gregoriano, io sento
il bisogno di rinnovare la già varie volte rip etu ta racco­
mandazione d’insegnarlo nei vostri Istitu ti ed anche negli
Oratorii Festivi (1).
I miei desiderii riguardo al canto che più d’ogni altro
è proprio della Chiesa, sarebbero soddisfatti se i mae­
stri lo studiassero ed am assero essi stessi per farlo
studiare ed amare dagli alunni ; se al medesimo consecras-
sero una piccola p a rte del tempo e dell’impegno che im­
piegano per la m usica. Mi affligge il sapere che, m entre si
fanno tante prove per la musica, in certe Case non si trova
nella settim ana una mezz’ora per far im parare le antifone
del Vespro, o l’introito, il graduale, l’offertorio ed il
communio della messa.
6. E qui il canto liturgico mi ispira il pensiero che sia
venuto il momento pei Salesiani dimoranti fuori d’ Italia,
di dar una prova di più del loro affetto verso la Chiesa
Romana, adottandone la pronunzia nel leggere il latino.
Già ci precedettero in questo i PP. Benedettini ed altri Re­
ligiosi. Il loro esempio, m a sopratutto il desiderio di sem pre
meglio conformarci al Capo Visibile della Chiesa Cattolica,
ci siano di sprone a vincere ogni ripugnanza ed a sorm ontare
l’abitudine co n tratta nelle scuole.
7. Devo poi una parola di lode a quelle Case Salesiane
situ ate fuori d’Italia, nelle quali si ebbe a notare una certa
quale sollecitudine per im parare la lingua Italiana. Da esse
mi pervennero lettere in correttissim o italiano, che io lessi
con sentito piacere; seppi che nelle loro accademie dopo il
latino fu dato il primo posto a quella lingua che parlava
D. Bosco e che parlano ordinariam ente i Superiori. É questo
un esempio degno d’essere im itato ; è questo pure un segno
di quelPunione di spiriti e di cuori, che deve form are il
vanto principale della nostra Società.
(I). Vedi pag. 46,
Lettere di D. Bua.
fi

19.8 Page 188

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130
8.
M algrado la lunghezza di questa mia lettera non
vi dispiaccia che io aggiunga ancora un avviso di m assim a
importanza. Se noi abbiamo la bella sorte d’essere anno­
v erati ira i figli di D. Bosco, non diamoci a credere che
una grazia sì seg n alata ci sia s ta ta concessa, senza una
lunga ed am orosa preparazione della Provvidenza. Anzi­
tutto è nello stesso dolcissimo Cuore di Gesù che noi
dobbiamo andare a rintracciare l’origine della nostra vo­
cazione religiosa. Poi, chi potrebbe conoscere ed enum erare
le pietose industrie della divina carità, per condurci in seno
alla n o stra cara Congregazione? Di qui ne viene per ciascun
di noi lo stre tto dovere di possederne lo spirito e di vivere
di vita Salesiana. E ciò consiste nel lavorare, specie a prò
della gioventù, collo spirito e col sistem a di D. Bosco,
tutto im prontato di dolcezza e bontà. È indizio di vita Sa­
lesiana il p arlare soventi volte di D. Bosco, raccontando
tra tti edificanti della sua vita sì bella, operosa e santa.
È vivere da Salesiano l’in teressarsi di tu tto quanto con­
cerne la nostra Pia Società, il leggere con affetto e direi
quasi con avidità le notizie che ne dà il Bollettino, e
specialmente ascoltare con attenzione la lettu ra delle cir­
colari dei Superiori colle spiegazioni e commenti che i
Direttori si devono dar prem ura di farvi nelle conferenze
che appositam ente terranno. È vivere di vita Salesiana il
far conoscere e propagare gli scritti ed i periodici che
escono dalle nostre tipografie e promuovere le Compagnie
di San Luigi, di San Giuseppe, del Santissimo Sacramento,
del Piccolo Clero e particolarm ente le Associazioni di Maria
SS. A usiliatrice e dei Cooperatori Salesiani, fondate dal
nostro carissim o D. Bosco, e destinate a sostenere la re­
ligione ed il buon costume, ed inoltre a soccorrere le Opere
nostre che unicamente si appoggiano sulla cristiana carità.
Rivolgiamo tu tti i nostri sforzi ed i nostri studi a dare al
nostro modo di pensare, di parlare e di operare una forma
veram ente Salesiana. Supplichiamo Maria Ausiliatrice e

19.9 Page 189

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— 131 —
S. Francesco di Sales di ottenerci la grazia che chiunque
visiti le nostre Case subito si avveda che in esse si respira
un’atm osfera prettam en te Salesiana, e che, ovunque noi
ci troviam o, subito siamo riconosciuti quali figli di D. Bosco.
Se io considero le circostanze eccezionalmente gravi in
cui vi scrivo queste pagine, e più ancora se io rifletto
sulle attuali disposizioni degli animi vostri, o carissim i
figli, è grande il frutto che colla grazia di Dio mi aspetto
da questa lettera-circolare. E perchè non vada delusa la
mia aspettazione, ve ne prego, aiutatem i colle vostre
preghiere.
Io intanto vi assicuro che ogni giorno nel santo sacri­
ficio della Messa tu tti vi raccomando a ! Signore, e dall’al­
tare ogni m attina vi benedico con tu tta l’ effusione del
mio cuore.
Nel Sacratissim o Cuore di Gesù mi professo
Torino, li 29 Gennaio 1896.
Festa di S. Francesco di Sales.
Vostro aff.mo Padre
Sac. M i c h e l e R u a .
N B . Mi venne riferito che in qualche Casa, ove le Suore di Maria
Ausiliatrice prestano l’opera loro, le medesime furono incaricate di assi­
stere i Confratelli ammalati. Se ciò fosse vero, raccomando caldamente
di non più farlo, essendo del tutto contrario alle idee di D. Bosco.
Mi venne p u r riferito che in certi Collegi si assunse impegno di
messe per varie cappellanie, confraternite eco. ; nell’accettare tali impegni
si abbia riguardo primieramente alle occupazioni proprie del collegio, in
guisa che queste non si abbiano a trascurare; secondariamente si faccia
attenzione a non assumere quelle cappellanie ohe potrebbero essere de­
siderate ed occupate da sacerdoti secolari.

19.10 Page 190

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— 132 -
DECISIONI RIGUARDO AI COOPERATORI
ED AL BOLLETTINO.
( N 16)
Carissimo Direttore,
P er singolare benedizione del Signore, come si va ognor
più estendendo la nostra Pia Società, così va pure aumen­
tando ogni giorno il numero di quelle persone, le quali,
conosciuta la missione divina della medesima, si danno ad
aiutarla e sostenerla.
A maggior corrispondenza e vantaggio della nostra So­
cietà il Capitolo Generale dello scorso Settembre 1895, su
relazione sottoposta dalla Commissione incaricata, approvò
alcune proposte che m esse in forma, saranno inserite nel
libro delle deliberazioni nostre.
Pel bisogno però che si vede presentem ente di regolare
con qualche urgenza le relazioni dei Cooperatori con le nostre
Case e di queste con la Direzione centrale di Torino riguardo
ai m edesim i, d’accordo cogli a ltri Membri del Capitolo Su­
periore, venni nella determinazione di esporre direttam ente
in una circolare alcune delle deliberazioni por cominciarne
la pratica.
P rem etto alcune osservazioni che ne m ostrano lo scopo
e l’u tilità comune.
I Cooperatori Salesiani di qualunque Nazione, come tali,
devono essere a conoscenza e partecipare di tutto il bene,
che la n o stra Pia Società opera, non solo nella regione o
Nazione nella quale essi si trovano, m a nelle varie parti
del mondo dove sono Salesiani; ciò conferma il rendiconto
annuale e le proposte della lettera del Rettor Maggiore al
Gennaio d’ogni anno, e ciò h a di m ira il Bollettino, che in
qualunque lingua è sempre Salesiano.
I Cooperatori Salesiani riconoscono per loro Superiore

20 Pages 191-200

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20.1 Page 191

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— 133 —
il Rettor Maggiore dei Salesiani e ad esso si potranno sempre
rivolgere in qualunque circostanza essi credano. Il D irettore
poi di ogni Casa della nostra Pia Società, come è scritto
al Capo Y del Regolamento dei Cooperatori, approvato e
raccomandato dal II0 Capitolo Generale, è autorizzato ad
ascrivere gli associati trasm ettendo di poi nome, cognome
e dimora al Superiore, o chi per esso, che noterà ogni cosa
nel comune registro.
Sebbene il nostro Bollettino si pubblichi a beneficio di
tu tta la Società Salesiana, finora gravitò solo sulle spalle
del Capitolo Superiore. Ma atteso il grande sviluppo, è
doveroso che le Case della Società s ’uniscano a sostenerlo non
solo con relazioni, m a anche m aterialm ente. È ornai impos­
sibile al Capitolo Superiore far fronte da solo alle spese
del Periodico, avendone pur altre molto gravi da sostenere.
Premesse adunque queste cose, e richiamando la mia
Circolare in d ata del 14 Aprile 1894, (1) nel Capitolo Gene­
rale dello scorso Settem bre si deliberò fra le a ltre cose :
Che al solo Rettor Maggiore, come Superiore della
Pia Unione dei Cooperatori, appartenga di conferire e
di firmare i Diplomi; e sia comune V impegno di fa­
vorire la relazione dei Cooperatori con esso ;
Che il Direttore designi un Confratello, non potendo
per se stesso, che in suo nome si occupi dei Cooperatori.
Curi la trasmissione alla Direzione del Bollettino o al
Rettor Maggiore dei nuovi inscritti, delle correzioni,
cambiamenti o sospensioni degli indirizzi, delle noti­
ficazioni dei Cooperatori defunti pel Necrologio mensile,
con ispecial menzione dei Cooperatori più benemeriti.
Si tenga in relazione colla direzione del Bollettino per
quanto può occorrere per lo sviluppo della Pia Unione.
Proponga, d'accordo col Direttore, l’elezione di Decurioni
o Zelatori e Zelatrici, per mezzo dei quali si potrà
(1) Vedi pag. 95.
Lettere di D. Bua.

20.2 Page 192

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— 134 -
diffondere VArciconfraternita di Maria Ausiliatrice e
la p ia Opera del Sacro Cuore;
Che il Bollettino, come è detto al Capo X II della
distinzione IV delle Deliberazioni, promovendo, quale
organo di tutta la Società Salesiana, non solo il bene
generale di essa, ma anche il particolare di ciascuna
Casa, venga sostenuto col contributo comune nel modo
e nella misura che il Rettor Maggiore giudicherà.
Nel desiderio di procedere d’ accordo cogli Ispettori e
D irettori, d urante il Capitolo Generale dello scorso Settem bre,
tenni particolari conferenze, nelle quali si stabilirono circa
l’applicazione di q u est’ultimo punto in via d’ esperimento
i seguenti punti:
1) Ciascuna Casa presterà concorso alla Direzione
del Bollettino per le spese che essa sostiene, in ragione
del numero di copie che la Direzione invia alla Casa,
od ai Cooperatori di quella Provincia o Dipartimento
in cui la Casa si trova.
2) Pei Dipartimenti o Provincie in cui trovansi più
Case Salesiane, VIspettore determinerà la quota di con­
corso di ciascuna.
3) La quota di concorso sarà di una lira annua
per copia.
4) La Direzione del Bollettino aprirà un Conto cor­
rente con ciascuna Casa e terrà nota di quanto ciascuna
avesse a sborsare pel recapito del Bollettino ai Coope­
ratori.
5) La Direzione del Bollettino somministrerà quanto
venisse dalle Case richiesto per la diffusione ossia pro­
paganda. Le spese pei Bollettini, che vanno ai Coopera­
tori di Nazioni o Provincie, nelle quali non v’è Casa
Salesiana, come pure quelle per Diplomi, Libri o Bollet­
tini di diffusione sono a carico della Direzione medesima.
Su q u esta u ltim a p arte si discusse assai al Capitolo
Generale, e vi era chi proponeva m aggiore sovvenzione ; io

20.3 Page 193

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però ho stim ato bene che ci tenessimo al minimo d’ una
Lira, perchè non s’avesse a cagionare aggravi.
La tenue concorrenza e lo spirito di solidarietà che ti
anima a bene della nostra Pia Società, mi rende sicuro che
seconderai l’adempimento di quanto sopra.
Raccomandandomi intanto alle tue preghiere ed a quelle
dei tuoi giovanetti, ti saluto caramente.
Torino li 12 Aprile
Domenica in Albis 1896.
Aff.mo nel SS. Cuor di Gesù
Sac. M ic h e l e Rua.

20.4 Page 194

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20.5 Page 195

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INDICE
-!§<2&ëî-
Lettcre circolari di Don Rua ed altri suoi scritti ai Sale­
siani .....................................................................................................pag. 1
Annunzio della morte di 1). Bosco — La più grande sventura.
— Rassegnazione al volere di Dio e conforti. — La Congrega­
zione non ne soffrirà. — Pregate per me e per lui. — Speranza
di rivederlo in C ie lo .............................................................. » 3
Suffragi per l)on Bosco ed avvisi. — Conforti nella grande
sventura. — Lettera scritta da Don Bosco a tu tti i suoi figli.
— Suffragi speciali come fondatore. — Lutto nel carnevale. —
Avvisi di Don Bosco al Successore. — Motto d'ordine : La san­
tità dei figli e c c , .................................................................. » 5
E lezione straordinaria di Don Rua a Rettor Maggiore.
I elezione venne fatta da Don Bosco e confermata dal Santo
Padre. — Documenti re la tiv i................................................ » 8
Prima lettera del Nuovo Rettor M aggiore — Udienza avuta
dal S. Padre. — Causa di Beatificazione di D. Bosco. — P ro­
gramma del nuovo Rettor Maggiore. — Resoconto della prima
udienza avuta dal Santo Padre. — Suo grande amore por i Sa­
lesiani ................................. ................................................ » 17
Norme su ll’uso del libro dei p rivilegi. — Pubblicazione del­
l’elenco dei privilegi e delle grazie spirituali concesse alla nostra
Congregazione. — Sua autenticità. — Disposizioni in proposito » 24

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— 138 —
Nonne pei rendiconti am m inistrativi. — Modo di servirsi del
registro dei rendiconti. — Diligenza da usare. — Tenerli sempre
p r o n t i .................................................................................pag- 25
Stadio d ella Teologia. — Norme per Io studio della Teologia.
— Difetti da evitare ......................................................... » 2 8 -
Convocazione del Capitolo Generale ed avvisi. — Invito al
Capitolo Generale. — Fuga delle letture pericolose. — Coltura
delle v o cazio n i....................................................................... » 30-
Studi lettera rii. — Norme per gli studi letterarii. — Classici
latini cristiani e profani. — Classici italiani. — Studio della
lingua. — Metodo d’i n s e g n a r e ............................ • . . » 32“
Iniziam ento del Processo di Beatificazione di Doii Bosco. —
Principio del processo di Beatificazione di Don Bosco. — P ra ­
tiche da osservarsi in tutto il tempo del medesimo. — Preghiere
da re c ita re ........................................... • ............................ » 4 . 2
Canto Gregoriano. — Teologia e Cerimonie. — P asseggiate.
— Non si trascuri il Canto Gregoriano. — Si faccia regolar­
mente la scuoia di Teologia e di Cerimonie. — Viaggi in fer­
rovia. — Utilità delle passeggiate a piedi. — Nuova Ispettoria
R om ana..................................................................................# 4 6
Morte di Don Bonetti — Particolarità edificanti della morte di
Don Bonetti avvenuta nella festa del Sacro Cuore. — Suoi Sup­
plenti .................................................................................. » 51
R ingraziam ento per g li aiigu rii. — Centenario di San
Luigi. — Ringraziamenti per gli augurìi inviati per l'onoma­
stico. — Si celebri il 3° Centenario di San Luigi . . . . » 57
Giubileo delle Opere Salesiane. — Santuario di Maria Ausil.
— Il prossimo Giubileo delle Opere Salesiane. — Inaugurazione
delle decorazioni al Santuario di M aria Ausiliatrice votate dal
Capitolo Superiore. — Modo di c e l e b r a r l o ................... . » 59
Nonne a ll’ispettore per la v isita delle Case. — Norme per
la visita delle Case dei Confratelli e delle Figlie di M aria Ausi­
liatrice della propria Ispettoria. — Abusi da reprimere. — Rac­
comandazioni a f a r e .............................................................. » 63
Imposte e Ricorso presentato. — Sunto del ricorso presentato
alla Commissione Comunale contro le esorbitanze delle imposte
messe dall’agente delle tasse sull’ Oratorio Salesiano. — Nota
della tassazione relativa a ciascun Collegio ........................» 66

20.7 Page 197

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— 139 -
invita al Capitolo Generale. — Invito al Capitolo Generale per
l’elezione dei mem bri del Capitolo Superiore. — Norme tratte
dalle Regole . ................................................................pag. 73
Ringraziam enti d egli augnrii. — Ricambio degli augurii. —
Prom essa di preghiere. — Mostrarsi degni figli di D. Bosco . » 77
Relazione del sesto Capitolo Generale e delle nuove Ispet-
torie. — Relazione del Capitolo Generale e degli eletti a membri
del Capitolo Superiore. — Il nuovo Vicario delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. — Le nuove Ispettorie erette ed i rispettivi Ispet­
tori. — Le Case delle Figlie di M aria Ausiliatrice pure divise
in Ispettorie. — Ringraziamenti degli a u g u r i i ................... » 78
Norme per g li esercizi sp irituali dei giovani — Stim a degli
esercizi. — Conferenza preparatoria ai Confratelli. — D ar co­
modità di confessarsi. — Consigli ai predicatori per le medi­
tazioni e per le is tru z io n i.................................................... » 85
E sercizi pei confratelli e raccomandazioni. — Offrire como­
dità a tutti. — Varie mute. —■Risuscitare la grazia della vo­
cazione secondo il consiglio di S. P a o l o ............................. » 87
Studio della Teologia. — Testo di Catechismo n elle scuole.
— Necessità della scienza sacra e sopratutto della Teologia in
un prete. — Raccomandazioni ai Direttori, ai Professori ed ai
Chierici studenti. — Difficoltà da vincere. — Uso di un testo
unico di C a t e c h i s m o ........................................................... » 89
Nonne pei Cooperatori e pel Bollettino. — Manuale per i
Decurioni e Direttori. — Sviluppo dei Cooperatori. — Relazioni
colla Casa C e n tr a le ..............................................................» 95
Santificazione nostra e delle anime a noi affidate. — La
santificazione propria da cercare prim a ancora di quella del
prossimo. — Commento delle parole di S. Paolo : Attende tibi
et doctrinae ecc. Cura del personale delle Case e degli allievi
sopratutto dei chiamati al S a n tu a r io ..................................» 97
Ringraziam enti. — V icariato di Mendez. — Profitto nostro
e d elle anime. — Ringraziamenti per gli augurii. — L’Ere­
zione del Vicariato di Mendez e dell’Ispettori a Equatoriana. —
Decreto della S. Congregazione dei Riti sul Canto ecclesiastico
e sulla predicazione. — Il profitto individuale nella virtù da
promuoversi coll’osservanza delle Regole, colle conferenze spiri­
tuali, col rendiconto, coll’evitare l’andata ai parenti nelle va­

20.8 Page 198

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canze e collo sbandire il giuoco delle carte. — Norme per la
direzione degli allievi, non lasciarli uscire coi parenti, coltivare
tra essi la purità, non trascurare gli artigiani. — Cura dei
famigli e delle Suore. —- Spirito di p o v e r tà ................... pag. 108
Congresso Salesiano in Bologna. — Prim o Congresso dei Coo­
peratori Salesiani in Bologna e sua splendida riuscita. — Av­
venimento del sogno di D. Bosco. — G ratitudine ed azioni di
grazie a Dio. — Grande concetto in che è tenuto il Salesiano.
— Mostrarci tali quali siamo creduti. — Il Regolatore del
prossimo Capitolo G e n e r a l e ................................................ » 117
D isastro B rasileño. A v v isi v a rii e C o n sig li.— Unione di
spirito e di cuore. — Ringraziamenti per le lettere di condo­
glianza e di conforto per il disastro Brasileño. — Nuovo Eco­
nomo generale e nuove Ispettorie. — Conservate vivo lo zelo
per le anime. — Non date troppa importanza alla musica
¡strumentale, ed al teatrino negli oratori. — Coltivate il Canto
Gregoriano. — Adottate la pronuncia della Chiesa Romana
nella pronuncia del latino. — Applaudo allo studio dell’italiano
nelle Case estere. — Cerchiamo di acquistare lo spirito Salesiano » 123
Decisioni riguardo ai Cooperatori ed al Bollettino. — Re­
lazioni dei Cooperatori con le nostre Case e di queste colla
Direzione centrale di Torino riguardo ai medesimi. — Ogni
Direttore designi un Confratello che abbia cura dei Cooperatori.
— Ogni Casa concorra alle spese pel B ollettino....................» 132

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