Commenti RM nel Palazzo Comunale di Latina

SALUTO DEL RETTOR MAGGIORE

ALLE AUTORITÀ CITTADINE,

PROVINCIALI E REGIONALI

nel Palazzo Comunale di Latina


Latina, 14 dicembre 2003


Gentilissimo Signor Sindaco,

Gentilissimi Consiglieri e Amministratori del Comune di Latina

Stimate Autorità Civili e Militari,


vorrei dirvi, in questo momento, la mia gratitudine per l’insigne privilegio attribuitomi: quello di essere cittadino onorario della Città di Latina. Indubbiamente è un segno di stima che io accolgo con grande gioia, pensando, soprattutto, ai tanti Salesiani che si sono avvicendati nell’Opera Salesiana ed hanno donato energie e vita per la crescita, l’educazione e la formazione cristiana dei giovani di questa Città.


Ho letto la storia di Latina e si deve dire che la nascita di questa realtà urbana ha avuto, nei suo inizi, un sapore di “epopea”, non priva purtroppo anche di situazioni di grande difficoltà e talvolta segnata da eventi drammatici. “Pionieri” vengono tuttora chiamati coloro che hanno iniziato, costruito, dato vita a questa zona del Lazio. Erano uomini e donne, famiglie intere che provenivano da varie zone dell’Italia e che cercavano possibilità di lavoro per iniziare una vita nuova. Oggi, coloro che ancora sono presenti, nel volgersi indietro, provano un sentimento di giusto orgoglio. Nella loro memoria ripercorrono un cammino faticoso, ma positivo, nel quale hanno visto crescere e realizzarsi un sogno: una città nuova per i loro figli e i loro nipoti.


Tra questi “costruttori” della Città erano presenti anche i Salesiani, fra di essi un vero “pioniere della carità”: don Carlo Torello. A lui e ai suoi tre confratelli veniva affidata la prima parrocchia di Latina, la Parrocchia di San Marco. Ai Figli di don Bosco non veniva chiesto di edificare mura o case, ma di costruire la comunità-chiesa di questa nuova città. A loro, soprattutto, veniva affidato il compito di custodire ed educare la gioventù delle moltissime giovani famiglie, che qui venivano ad impiantarsi. A loro veniva chiesto di essere, così, un segno dell’umanità vera di don Bosco, che sempre ha prediletto i ceti popolari e i borghi di periferia. Questi nostri fratelli degli inizi sono dunque stati vicini alla vostra gente con spirito di profonda solidarietà e autentica carità. Latina è nata con i Salesiani ed i Salesiani sono una parte di Latina.


Così è stato per settant’anni…! L’impresa continua. La città è costruita, ma è anche sempre da costruire, soprattutto se, per città, vogliamo intendere la comunità civile, l’insieme dei valori più forti che fanno di un gruppo umano un insieme solidale che tende a portare i suoi cittadini verso un livello più alto dal punto di vista materiale, sociale e spirituale.


I Salesiani sono ancora qui a Latina e sono qui con gioia, per partecipare ancora a lungo a questa impresa del “costruire la città”.


Oggi nuove sfide attendono questa città e l’Italia in genere. La prima è senza dubbio rappresentata dalle generazioni giovanili che devono trovare nuova attenzione da parte di tutti. I giovani sono il nostro grande tesoro. Questo viene capito molto bene all’interno delle nostre famiglie, questo deve essere capito anche all’interno della nostra società. Senza di loro infatti non ci può essere vita, non ci può essere futuro, non ci può essere speranza. Hanno bisogno di luoghi di aggregazione, hanno bisogno di educazione, hanno bisogno di accompagnamento e di un lavoro per vivere positivamente il loro ingresso nella società adulta e sentirsi anch’essi protagonisti e “costruttori della città”.


Una seconda sfida ci viene dalle situazioni di immigrazione e di interculturalità. Questa città di Latina, nata quasi totalmente da famiglie di migranti, non può non avere dentro di sé un’anima ospitale, aperta e sensibile per chi oggi vive le stesse difficoltà che molte famiglie e molti dei vostri padri, madri, nonni hanno sperimentato negli anni trenta…Oggi “nuovi pionieri della vita” chiedono un aiuto solidale e soprattutto una dignitosa attenzione ai loro problemi. E’ una grande sfida che indubbiamente si intreccia con situazioni difficili legate a frange problematiche, ma non può essere la paura il nostro sentimento dominante. Piuttosto, e nel segno dei valori della nostra gente, la solidarietà e la vicinanza.


Una terza grande sfida è la cultura. Latina è una città giovane, non ha antiche tradizioni storiche; forse, proprio per questo, deve curare la sua anima culturale. A ciò può contribuire la condivisione ed il consolidamento di elementi culturali e tradizioni dei singoli gruppi regionali. Significativa sarà pure la presenza universitaria, che certamente porterà nuove possibilità, soprattutto per le generazioni più giovani, ma la cultura attinge soprattutto alla “riflessione sulla vita”, celebrando e irrobustendo quello che, sul piano dei valori, è il patrimonio più vero della gente. La cultura, l’insieme dei valori sono le vere mura di una città, che la renderanno forte contro chi la attacca e certamente più accogliente per chi vi voglia essere ospitato.


Il mio augurio alla Città è che si sappia rispondere a queste sfide. I Salesiani sono al vostro fianco. Stanno qui, lavorando bene, e si donano con generosità per la vostra gente, per i vostri giovani. Sono tuttora sensibili ad ogni appello di carità, compreso quello dei fratelli carcerati. Il Centro Giovanile che essi animano può essere “un laboratorio di vita, di cultura e di fede” per continuare la “costruzione della città” che prima di tutto è fatta di persone vive e di famiglie.


Mi auguro che il coraggio e la speranza in tutti voi, politici, amministratori, sacerdoti della chiesa locale e cittadini, siano grandi per fare questa città più grande e più rispondente alle nuove generazioni. I Salesiani vi sono vicini. Don Bosco stesso vi è vicino e vi accompagna.


Buon Cammino a tutti voi.


don Pascual Chávez V

Latina, 14 dicembre 2003