Formazione professionale e educazione per lavoro

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E L’EDUCAZIONE

PER IL LAVORO

NEL PROGETTO EDUCATIVO-PASTORALE SALESIANO







L’educazione al lavoro dei giovani e l’educazione attraverso il lavoro è un elemento fondamentale della proposta educativo - pastorale salesiana.


  1. Cammino realizzato


Nel programma di animazione e governo del RM e del suo Consiglio per il sessennio 2002-2008, il Dicastero si proponeva dare “un’attenzione speciale e prioritaria alle situazioni di disagio giovanile” tra le quali veniva segnalata la preparazione e l’inserimento nel lavoro.1


Già nel sessennio precedente, tra le iniziative per sviluppare la qualità educativa delle nostre scuole e Centri di Formazione Professionale, si era tentato di promuovere una maggiore coscienza dell’importanza e urgenza dell’educazione al lavoro. Segno di questo sforzo fu un intervento del Consigliere per la Pastorale Giovanile negli Atti del Consiglio Generale 368 (Luglio-Settembre 1999) “La pastorale giovanile salesiana e il mondo del lavoro”.


Nell’anno 1997 era stata pubblicata l’indagine condotta dal Dicastero per la PG, sotto la guida di D. Luc Van Looy, e dell’Istituto di sociologia dell’UPS, sulla Formazione Professionale Salesiana. In essa si offriva una visione d’insieme della realtà della FP nella Congregazione, delle sue realtà, problematiche e prospettive di futuro. Un libro ancora non sufficientemente valorizzato.


Nel frattempo nasceva, quasi dappertutto, in modo speciale nei paesi in via di sviluppo, un insieme di servizi e di proposte per la preparazione al lavoro dei giovani in situazione di rischio: centri e programmi più o meno formali o anche informali di formazione professionale, alcune esperienze molto interessanti di creazione di lavoro, ecc. Queste iniziative, nate dallo zelo pastorale di alcuni confratelli, si sviluppavano in modo speciale nell’ambito delle parrocchie o degli Oratori, o anche delle scuole professionali in orari serali, ma erano poco considerate e coordinate dai programmi e dall’animazione pastorale delle Ispettorie.


Le Procure Internazionali Salesiane, insieme con alcune ONG per lo sviluppo, hanno sostenuto e accompagnato molte di queste iniziative, così come la nascita e lo sviluppo di Centri di Formazione professionale in molte ispettorie dell’Africa, Asia e America Latina. Approfitto per ringraziare questo vostro impegno nel sostenere e difendere questi programmi davanti ai grandi organismi internazionali di aiuto allo sviluppo; se molti di questi servizi formativi per i giovani a rischio si sono sviluppati e moltiplicati in molte ispettorie è, in grande misura, merito vostro.


Durante questi anni io stesso ho ricevuto ed offerto diversi stimoli che incoraggiavano la Congregazione a riprendere questo settore caratteristico della missione salesiana, a promuovere nelle ispettorie un’attenzione e un coordinamento maggiore a queste opere e servizi, a curare la loro crescita in qualità educativa e a facilitare loro una ricerca più efficace di risorse di futuro.


In questo senso il Dicastero della PG ha promosso negli ultimi anni una riflessione sulla Formazione Professionale e l’educazione al lavoro nelle Commissioni continentali della scuola salesiana (Europa a Krakow, marzo 2004; America a Santiago di Cili, gennaio 2004); si è realizzato un seminario di riflessione con alcuni salesiani esperti in queste iniziative per conoscere la realtà e preparare un cammino di riflessione e di studio nelle ispettorie della regione Interamerica (Quito, marzo 2004). La Conferenza degli ispettori di Africa e Madagascar ha realizzato una prima riflessione e ha chiesto al Dicastero di convocare un incontro con i rappresentanti delle ispettorie interessate per approfondire il tema. E’ avviato, dunque, un ampio cammino di riflessione, di condivisione e di coordinamento che oggi si riprender per aiutare le ispettorie a rinnovare la qualità e l’efficacia del loro impegno per l’educazione e l’accompagnamento dei giovani che si avviano al mondo del lavoro.




  1. Alcuni criteri fondamentali per l’impegno salesiano nell’educazione e formazione professionale dei giovani.


Ricordo brevemente alcuni criteri che devono guidarci in questo sforzo di rinnovamento della presenza salesiana nel mondo della formazione per il lavoro.


    • I giovani che s’avviano al lavoro, i giovani lavoratori e i giovani disoccupati destinatari specifici della nostra missione.


Don Bosco, nella sua opzione educativa pastorale per i giovani bisognosi, ebbe una grande preoccupazione per il mondo del lavoro. Cominciò la sua opera a Valdocco accogliendo giovani alla ricerca di lavoro e immigrati disoccupati, li radunò, cercò lavoro per loro, tentò di offrire loro laboratori dove potessero imparare un lavoro e ricevere una formazione religiosa e morale adeguata.


Sin dall'inizio, l'impegno per i giovani operai è un aspetto essenziale della missione salesiana e si esprime, in modo particolare, nell'abbondante numero di scuole professionali e iniziative simili che divengono una delle caratteristiche più note dei Salesiani in molti paesi, soprattutto quelli in via di sviluppo.


Quest’orientamento costante della Congregazione sin dalle origini è raccolto dall'articolo 27 delle Costituzioni: “I giovani degli ambienti popolari che si avviano al lavoro e i giovani lavoratori spesso incontrano difficoltà e sono facilmente esposti ad ingiustizie. Imitando la sollecitudine di Don Bosco, ci rivolgiamo ad essi per renderli idonei ad occupare con dignità il loro posto nella società e nella Chiesa e a prendere coscienza del loro ruolo in vista della trasformazione cristiana della vita sociale”.


Inoltre le Scuole Professionali, molti Oratori-Centri Giovanili, Parrocchie, ecc. possono offrire una attenzione speciale ai giovani lavoratori o disoccupati, facilitando la loro accoglienza e protagonismo, una metodologia che faciliti la loro integrazione nell’ambiente, iniziative che rispondano ai bisogni più sentiti da loro. Talvolta troviamo difficoltà a raggiungere questi giovani perché molte delle nostre attività sono più adeguate per i giovani studenti o universitari di una certa cultura e capacità intellettuale. In parecchi luoghi sono nate iniziative di formazione al lavoro, di aiuto all’auto-occupazione, borse di lavoro, o iniziative simili, segni dell’interesse e preoccupazione di molti confratelli e collaboratori.


    • Un’educazione integrale.


La finalità del nostro intervento educativo non è soltanto preparare i giovani per il lavoro, ma renderli idonei a svolgere con dignità la loro vocazione e collaborare così alla trasformazione cristiana della società. Questa finalità ci obbliga ad assicurare nei programmi educativi dei Centri di Formazione Professionale alcune linee prioritarie come la centralità della persona rispetto all’economia, l’attenzione preferenziale ai più deboli nella ricerca del bene della comunità, la salvaguardia della dimensione della gratuità contro lo strapotere del profitto, la professionalità vissuta nella prospettiva delle competenze personali e professionali, la promozione di modelli di sviluppi più equi, che impediscano di allargare ulteriormente la forbice delle disuguaglianze presenti nel sistema.


Questa preoccupazione per offrire ai giovani che si avviano al lavoro un’educazione integrale deve impegnare tutte le comunità e tutte le opere salesiane, non soltanto le scuole professionali. Si dice nell'articolo 2 dei Regolamenti: “Le ispettorie favoriscano l’impegno educativo verso i giovani lavoratori. ... Cerchino di conoscere il mondo del lavoro e la situazione dei giovani lavoratori. Curino i centri di formazione professionale dal punto di vista pastorale, pedagogico e tecnico e predispongano programmi adeguati per educare i giovani ad un’autentica spiritualità del lavoro”.


Sono impegni importanti e urgenti che esigono da tutti una seria verifica, soprattutto perché il mondo del lavoro si sta trasformando rapidamente, cambiano le domande delle impresse e le possibilità d’impiego; i giovani sono quelli che più esperimentano questi cambiamenti.


    • La pedagogia del lavoro come un elemento importante in una formazione integrale salesiana.


Molti giovani sono esposti o già vivono qualche esperienza di insuccesso scolastico e/o con problemi di integrazione personale, familiare e sociale. Per loro una esperienza lavorativa positiva, programmata e seguita con criteri educativi, può costituire un’ottima possibilità di recupero personale; il giovane può riacquistare la stima di sé, riscoprire le proprie abilità e capacità, apprezzare il lavoro ben fatto ed essere motivato alla propria formazione.


Questo richiede che nella proposta educativa offriamo un ampio spazio ad alcune esperienze di lavoro, servizi alla comunità, lavoro all’interno di organizzazioni "non-profit", valutando in esse soprattutto la realizzazione personale e il servizio al bene comune della comunità. Richiede anche di promuovere contatti qualificati e significativi con persone, istituzioni e ambienti del mondo del lavoro, favorendo un dialogo, confronto e mutua conoscenza e collaborazione formativa. Per questo le opere e servizi di Formazione professionale hanno bisogno di lavorare in rete con scuole, impresse, amministrazione pubblica e molte altre opere e servizi sociali ed educativi.


    • Un orientamento evangelico che apre e dispone all’evangelizzazione


Come Don Bosco siamo chiamati tutti e in ogni occasione a essere educatori alla fede” dicono le nostre Costituzioni (art. 34). Per questo ogni nostra azione e opera a favore dei giovani lavoratori deve offrire loro una visione umanista ed evangelica della realtà sociale, economica e del mondo del lavoro, attraverso la lezione di religione o di formazione morale e lo studio della Dottrina Sociale della Chiesa; deve sviluppare una pedagogia dei valori, deve proporre esperienze spirituali e di apertura a Dio come una graduale iniziazione alla preghiera e alla celebrazione; offrire anche esperienze di servizio gratuito e di solidarietà verso i più poveri, cominciando da quelli del proprio ambiente; ecc. In questo modo la nostra presenza e azione educativa sarà segno del Vangelo e cammino che apre all’evangelizzazione.



  1. Alcune preoccupazioni importanti



Dai contatti ed esperienze realizzate ci sembra di percepire alcune preoccupazioni che meritano un’attenzione particolare e di fronte alle quali il Dicastero vuole aiutare le ispettorie a trovare vie di risposta.



    1. Bisogno di un appoggio particolare alla formazione professionale


Nei paesi in via di sviluppo la formazione professionale è sempre più importante; la maggioranza dei giovani, soprattutto i più poveri, restano al margine della scuola, almeno dopo l’istruzione elementare; per loro la formazione professionale o una rapida preparazione per il lavoro è l’unica strada aperta per poter inserirsi positivamente nel mondo del lavoro e nella società.


Per questo oltre ai numerosi Centri di Formazione Professionale formale si sono sviluppate molte iniziative e servizi per la preparazione immediata al lavoro dei giovani. Tutte queste opere e servizi richiedono investimenti importanti, un mantenimento costoso, un aggiornamento continuo e molta creatività, cose che non sempre le comunità o le ispettorie possono assicurare.


Un altro aspetto di questo appoggio è la formazione tecnica, pedagogica e salesiana degli insegnanti, istruttori e formatori; molti di loro sono gente di buona volontà, disponibili a condividere quello che sanno, ma non sempre molto qualificati; con scarsa sensibilità pedagogica e anche poca conoscenza dello stile e dello spirito salesiano; sono loro stessi poveri e bisognosi di progredire e di guadagnare di più.



    1. Assicurare un’educazione integrale


Un’altra preoccupazione importante dei salesiani che animano e dirigono questi centri e servizi è l’offrire ai giovani una formazione e una educazione integrale; si tratta di formare non soltanto un lavoratore, ma una persona, capace di assumere con responsabilità la sua missione nella vita e nel mondo del lavoro, con una visione solidale della vita e della società, con un orientamento aperto alla dimensione religiosa. A volte gli stessi giovani, cercando il guadagno facile e rapido, sono preoccupati soltanto di imparare alcune tecniche per andare subito a lavorare e avere denaro.


In molti di questi servizi i giovani frequentano il centro per breve tempo, per cui l’influenza educativa che si può avere con loro è scarsa e molto precaria.


Inoltre i salesiani si vedono sovente obbligati a spendere molte delle proprie energie nella ricerca di risorse per il funzionamento e lo sviluppo del centro, trovando difficoltà per lo sviluppo della loro missione più specifica, l’animazione educativa e salesiana della comunità educativa.



    1. L’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani che finiscono la formazione


Un indicatore importante della efficacia di una formazione professionale è la sua capacità di condurre i giovani a trovare un lavoro e ad inserirsi positivamente in esso; soltanto in questo modo si garantirà il frutto della formazione ricevuta e si eviterà l’emigrazione o la caduta nell’emarginazione.


Ma questo, in molte situazioni di precarietà e di povertà, è difficile: il lavoro è scarso, poco sicuro e offre poche possibilità di progresso professionale; i diritti dei giovani in esso sono poco rispettati; in molti ancora è troppo comune la mentalità del guadagno facile e rapido, anche a scapito del futuro.

Gli stessi giovani che, finendo la formazione, trovano un lavoro, hanno bisogno di essere accompagnati e sostenuti ad inserirsi in esso, a continuare la propria formazione. Tutte queste preoccupazioni esigono un progetto globale che non pensi soltanto ai corsi, ma guardi anche a assicurare nel cammino formativo stage pratici nelle impresse, a garantire un’occupazione ai giovani che finiscono, a promuovere tra loro esperienze di auto-occupazione, a suscitare la collaborazione delle imprese nell’accompagnamento formativo dei giovani che s’inseriscono in esse, ecc. Un tale progetto supera normalmente le possibilità di una sola comunità educativa.



    1. L’integrazione di queste opere e servizi nel Progetto educativo-pastorale dell’Ispettoria


A volte alcune di queste opere e servizi sono nate dall’iniziativa di un confratello o comunità, ma il suo pieno sviluppo esige che sia l’Ispettoria come tale che assuma il progetto e ne garantisca la continuità, l’efficacia e la qualità salesiana.


L’attenzione educativa per i giovani lavoratori non deve essere soltanto preoccupazione di alcuni confratelli o di alcune opere nell’ispettoria, ma deve coinvolgere tutti in un lavoro in rete secondo un progetto globale al quale ogni opera apporta il proprio contributo specifico. Ciò richiede che questa attenzione sia presente nel PEPS ispettoriale e coinvolga le diverse équipe di animazione, in modo speciale quella della scuola e quella dell’emarginazione e dei servizi sociali. In questo senso ancora si deve percorrere un lungo cammino.



    1. L’auto-sostenibilità dei centri di formazione professionale e dei programmi di avviamento al lavoro.


La continuità finanziaria dei Centri di Formazione Professionale, con le loro crescenti spese di manutenzione e di investimenti, è una grande preoccupazione in molte ispettorie. Le procure e ONG hanno appoggiato i primi passi di molti di questi centri, presentando i loro progetti agli organismi internazionali; ma questo aiuto non basta a lunga scadenza; si devono cercare altre fonti di finanziamento, soprattutto tenendo conto che molti di questi centri non possono appoggiarsi sul contributo degli allievi e delle loro famiglie e neanche sulle sovvenzioni dello stato. Si deve pensare a progetti di produzione, capaci di assicurare questo finanziamento.


Impostare questi progetti richiede contare di persone preparate per gestire imprese produttive, persone che conoscano le tecniche di economia aziendale, il mondo del marketing e della ricerca di mercati, ecc., cose poco comuni tra di noi e anche tra i laici nostri collaboratori.


Inoltre, questa iniziativa produttiva deve sempre rispettare il carattere formativo ed educativo del Centro, senza sottoporre le esigenze di produzione alle esigenze dei programmi formativi.



  1. Alcune esigenze fondamentali da curare



Ne appunto soltanto due importanti, sperando che nella nostra conversazione voi stessi ne suggeriate altre.


Nel rispondere a queste preoccupazioni è necessario innanzitutto promuovere tra i SDB e le comunità educative una mentalità più sensibile al mondo del lavoro in modo che l’attenzione a questi giovani che si avviano al lavoro sia un indirizzo condiviso da tutte le opere salesiane. Questo richiede:


. Una conoscenza maggiore del mondo del lavoro e delle sue principali tendenze e fenomeni da parte dei Salesiani e comunità, attraverso uno sforzo permanente d’informazione, di discernimento e di confronto critico riguardo a tutto ciò che nasce e si esprime nel mondo del lavoro.


. Una formazione sociale sistematica e approfondita che assicuri in noi e nei giovani delle nostre opere una mentalità più solidale e una maggiore capacità di impegnarsi con efficacia per la giustizia. Questo suppone una conoscenza più completa e sistematica dell’insegnamento sociale della Chiesa, e la collaborazione in progetti concreti di solidarietà.


. Una attenzione speciale ai giovani lavoratori o disoccupati nelle nostre opere, soprattutto negli Oratori-Centri Giovanili, Parrocchie, Convitti, gruppi ecc., facilitando in esse la loro accoglienza e protagonismo, una metodologia che faciliti la loro integrazione nell’ambiente, iniziative che rispondano ai bisogni più sentiti da loro.


. Il rinnovamento della pedagogia del lavoro nella proposta educativa-pastorale salesiana, superando una pedagogia troppo intellettuale e molte volte troppo selettiva.


Insieme a questo rinnovamento della mentalità è anche necessario promuovere una nuova metodologia di lavoro educativo e pastorale attraverso progetti e processi, realizzati in collaborazione e in rete.


Il nostro modo di lavorare è molte volte troppo settoriale: ogni opera o settore si preoccupa soltanto dei loro campi specifici, senza percepire che oggi un lavoro veramente efficace richiede di agire allo stesso tempo sui diversi aspetti che influiscono sulla realtà che si vuole trasformare. Per esempio: se vogliamo educare i giovani perché possano inserirsi responsabilmente nel mondo del lavoro, non basta preoccuparsi della loro preparazione tecnica o professionale, ma allo stesso tempo dobbiamo inserirli nel complesso mondo del lavoro per promuovere in esso nuove esperienze e possibilità di collaborazione dei giovani; dobbiamo anche preoccuparci della trasformazione del territorio perché possa permettere nuove iniziative di lavoro e di sviluppo in modo che i giovani professionalmente preparati non debbano andare altrove a cercare lavoro, ma siano aiutati nel proprio luogo a creare e sviluppare le loro capacità al servizio di tutti.


Formazione, creazione di lavoro, accompagnamento e appoggio umano e lavorativo, promozione del territorio, ecc. sono elementi di un progetto globale che, se settorializzati, perdono molto delle loro possibilità.


Evidentemente un progetto simile non può essere realizzato normalmente da una sola istituzione, c’è bisogno di un lavoro insieme di molte altre che da diversi punti di vista e con differenti competenze convergono e collaborano a un obiettivo comune.


Questa forma di lavorare attraverso progetti globali e in rete è ancora poco sviluppata tra noi ma risulta fondamentale soprattutto in questo campo della promozione ed educazione dei giovani che si avviano al lavoro; per questo diviene anche una preoccupazione importante del Dicastero.



Ecco gli elementi che ritengo importanti per impostare bene l’animazione della Formazione professionale salesiana.


Sono sicuro che la vostra esperienza nel promuovere e sostenere durante questi anni tanti centri e iniziative di formazione professionale in diverse parti del mondo salesiano potrà arricchire e completare la visione presentata.


Tutti insieme, condividendo uno stesso quadro di riferimento: criteri, obiettivi, priorità, riusciremo a rinnovare e dare piena significatività a questo campo così caratteristico della nostra missione: l’educazione dei giovani che si avviano al lavoro.





Pascual Chavez V.

Casa Generalizia. Roma, 6 giugno 2009


1 Cf. Progetto di animazione e governo del Rettor Maggiore e del suo Consiglio. ACG 380 pag. 39.

Formazione Professionale ed Educazione per il lavoroPagina 11