1934_RicaldoneP_Lesercizio_di_buona_morte


1934_RicaldoneP_Lesercizio_di_buona_morte

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1.1 Page 1

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Sac. PIETRO RICALDONE
L'ESERCIZIO
DI
BUONA MORTE
Manuale pel Ri{iro Mensile
2A E'DI.ZIoNE
TORINO
SOCIETA EDITRICE INTERNAZTONALE
coRso nEcrNA *rencrrntta, 176
Toino - Milano - Genooa - Parma - Roma - Catania

1.2 Page 2

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Pr aPrietà' t'ì'seruafa.
all,a S oci,età Ed,itri.oe I nteruaz'ianal,e
di Toù,no.
Torino, ry34. - Tip, ilella Soc. Edlt. Iaternaz.
(M. É. Szzz)

1.3 Page 3

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scopo
DI QUESTO MANUALE
Esseado grandissirni i vantaggi che pro-
cura alle animg l4 pratica dell,Esercizio d.i
Buona Morte, cfedipmo di fare opera utile
cooperafldo a diffonderla. S. Giovanni Bosco
la raccomaadava cald.rtrente ai suoi Coope-
ratori, e non dubitò di afiermare ch,egli
« riteneva assicurata la safvezza di colui che
ogni mese fa bene l,Esercizio d.i Buona
Morte ».
AIlo scopo di raccogliere in un sol libro
Ie, uorme, le preghiere e Ie pratiche più
adatte a tale Esercizio,
il presente Manuale,
abbiamo compilàto
che dedichiamo ai
Cooperatori Salesia'i in particolare e ai
fedeli in generale, fiduciosi che abbia a riu-
scire di vantaggio alle loro arims.
Scenda.no copiose te benedizioni del Si-
gnore e della Vergine Ausiliatrice su quanti
se ne serrrirarnq, atmnchè, dopo una vita
veratnente cristiaaa, sia lor dato di fare
una morte srnta, e d.i meritare l,eterna
felicità.

1.4 Page 4

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1.5 Page 5

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\\.r'r..-,\\..r\\,.r..rr-.^-rr../\\.r\\./s./\\./\\./\\J
IMPORTANZA DELL'ESERCIZO
DI BUONA MORTE
Tutto dlpende dalla Dotle.
S. Qieyqnri shiam4 beati coloro che
muoiono nel7a grazia del Signore, pefchè
avrrnflo assicurata la beatitud.ine eterna.
Invero, che gioverebbe ad un uomo il
rendersi padtone magari di tutto il mondo,
se poi perd.esse l'arim4 5s4!
d_oLnoa
irrprorteviètaqliuienltemreosmsei ndteoll'udoamcou:i
dipen-
essa ci
separa da tutto nel tempo e decide della
nostra etelrita. Chi muore bene, sarà eter-
uamente felice: chi
morire in peccato,
avesse la
audrebbe
d.isgrazia di
eternamente
perduto.
Duaque dobblamo prcpararcl.
Gli uo:nini, allorchè si propongono di riu-
scire abili in un'arte o in una scienza, vi si
applicano con impegno e con lungo esercizio:
e.la loro diligenza § fqnfo maggiore quanto
più gra:rdi sono i vantaggi chè se ne-ripro-

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-8-
mettono. Se ciò si pratica pet assicurarsi
un'agiata e onorevole posizione quaggiù, se
tantò si fatica pei beni della terra, perchè
non si dovra fare almsle altrettanto, auzi
di più, allorchè si tratta di assicurarsi la
salisza 6gll'qnima? i beni eterni del cielo?
Dalla morte dipendono i miei etenei de-
stini: dunque pruale[za vuole che io vi pensi
di frequenle, Essa può sorpreodermi cla un
momento alllattro; verrà come un ladro, a
mia iasaputa, ar;Lzi'ta quell'ora
l'aspetto: d.unque se mi sta a
cinuocreuiiTl emnioo
più-importante negozio, è d'overoso che alla
horte io mi prepari, e che, mentre ne ho il
tempo, mi istruiica, mi esetciti in tutto ciò
chela riguarda: perchè, in quest'affare, sba-
gliare una volta vuol dire pertlersi etema-
mente.
Scopo delt'Bsarclzlo dl Buoaa lllotte.
Orbene, questo è lo scopo dell'Dsercizio
di Buona Morte, che consiste appunto nel-
l'esercitarsi a ben morire, nel dedicare ogni
mese un grorno a drsporre le cose nostre spi-
rituali e temporali come se fossi-o realmente
in punto di morte.
Non è che un giorno che ci si d.omanda.
E chi può rifiutarsi, dice S. Giovanni Bosco,
tl'impiegare ogui mese un giorno a un afiare
così importante?
Troviarno tanto tempo per gli afiari tem-

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-9-
porali, per darci ai piaceri o'ai tlivertimenti,
e non trovetemo un giorno pef pensare urx
po' seriamente alla salute dell'anima (r)?
Beaeficl cho apporta.
Al terrnine della vita benediremo le ore
consacrate a quest'utilissima pratica: invero
essa ridona od acctesce Ia pace del cuore,
facilita l'acquisto delle virtù e ne rinvigo-
risce la pratica, ci rend.e sereni e forti nelle
prove della vita, ci stimola all'apctolato
delle buone opete, ci assicura la petse-
vetafrza finale, è insomma uno tra i mezzi
più etrcaci per procuraJci la salute eterna.
(r) S. GroverrrNr Bosco, Il Catloltco Proauedwto.

1.8 Page 8

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1.9 Page 9

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\\.^.-'\\.-'\\.4-lL.,rÈ^.^#rÈA.r\\..'\\--'\\./
COME FARE
L'ESERCIZIO DI BUONA MORTE
Essendo tante le categorie di petsone che
vivono nel mondo, e tanto diverse le loro
occupazioni e condizioni, non e possibile sta-
bilite un metodo unico, un orario che vada
bene per tutti; vi sono però delle norme ge-
nerali che conwiene siaao da tutti conosciute,
perchè fotmano come l'essenza dell'Esercizio
di Buona Morte e ne facilitano Ia pratica:
esse riguardano soprattutto il tempo e il
modo di farlo.
Il tempo.
Ognuno pcelga quel giorno che gli torna
più comodo. Talud preferiscono iI primo o
l'ultimo del mese: altri il 24, in onore di
Maria Ausiliatrice: chi la prima domenica,
o il primo veneldl in omaggio al Sacro
Cuore, chi un altro giorno di sua speciale
devozione.

1.10 Page 10

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Qaccogllaeato.
In quel giorno sia maggiore il raccogli-
mento e il silenzio, poichè da questo dipende
i, gran parte il frutto dell'Esercizio. Libe-
riamoci, per quanto è possibile, dalle occu-
pazioni non strettamente necessarie: il nostro
pensiero sia rivolto cou frequenza alla moÉe:
e disponiamo ogni cosa come se efiettiva-
mente dovessimo abbanclonare il mondo e
awiarci all'etenrità.
llledltazloae.
In quel gioruo, oltre le pratiche di pietà
ordinarie, si rifletta o si mediti su qualche
punto delle verità etenre. Tale riflessione o
meditazione durerà più o meno, secondo il
tempo di cui si dispone. È consigliabile farla
in chiesa, dove, oltre al trovarci alla pre-
senza di Gesù Sacra-entato, possiar"o go-
dere di maggior tranquillità: se ci è forza
rimanere in casa, facciamo il possibile per
raccoglierci ed evitare le d.istrazioni.
Brevl lstruzloal per la aedltazloae.
Fatto il segno clella croce e invocata l'as-
sistorza dello Spirito Santo col Veni Sancte
Spi,ri.tws (pag. tS), ci metteremo alla pre-
senza di Dio, pensando ch'Egfi è in tutto e

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2.1 Page 11

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-I3-
dappertutto, e che noi ci troviarno realmdlfs
innatzi a lui. rmmagineremo che dal Cielo,
o dalla Croce, o dal Santo Tabernacolo, o
dallo stesso nostro cuore, Egli ci guarah, cou
telo.erez,za, c'iacoraggi a servirlo e 4maflo,
e ci prometta iI Paradiso se gli saremo fedeli.
Appena ci sentiremo alla divina presenza,
reciteremo la preghiera: Mi,o D'io, ecc.
(pag. zo).
Poi leggeremo attentamente un punto
della-meditazione che ci sirmo proposti di
fare, fermandoci a farvi su, quelle conside-
ruzioni che più convengoflo al beue del-
l'anima flostra, Gioverà pensare quale sia
stata in passato la nostra coudotta riguard.o
alle verità e agli insegnamenti meditati: rin-
graziate il Signore se riuscimmo a far bene,
chiedergli perclono se fummo ingrati e pec-
catori: riflettere sui motivi e le occasioni che
c'indussero aI male, e studia:rre i mezzi piÌt
acconci peÌ cofiqgerci e far meglio in awe-
nire. Converrà inoltre lasciare che l'enima
nostta durante la meditazione si sfoghi in
sentimenti o afietti di gratitwdi.ne, r'i,ngra-
z'i,avnento e a:rnore aerso Di,o; di, wrni,ltà,, con-
fwsione, dolore p* le nostre ingratitudini
e peccati; diledeltà, generositd,, offerta, ecc. per
l'awenire. Tutte queste norme si seguiranno
pure nel meditare gli altri punti.
Verso il termine della meditazioue, allo
scopo d.i muovere ed infiammare vieppiù
I'enims uostra, e di meglio disporla a gene-

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_rI4 _
rose risoluzioni, leggeremo gli Affetti, e propo-
sa'li. Prenderemo poi quelle risoluzioni pra-
tiche, concrete, adatte al uostto stato, che
giudicheremo più appropriate a farci passare
sa.ntannente il mese: ringrazieremo il Signore
de1le ispirazioni e gtazie a noi concesse du-
rante la meditazione, lo pregheremo di aiu-
tarci ad essere fedeli ai propositi fatti, e
finirsme colla recita della Consacraz,ione a
Mari.a Awsi,li.atri,ce (pag. zr).
Coao servlrsl delle medllazloal
del preseate lllaaualo.
Siccome non tutti d.ispongono dello stesso
tempo, così per adattarci ad ogui esigenza
giud.ic"mmo utile cli dare alle meditazioni
del presente Manuale uaa disposizione par-
ticolare.
Ogui argomento è diviso in tre parti, cia-
scuna delle quali è sud.divisa in brevi punti,
e, pur essendo concatenata colle altre, offre
di per materia sufficiente per uaa medi-
tazione. Così chi ha poco tempo, può limi-
tarsi a med.itare sopra u:ra parte: e chi invece
dispone di un tempo maggiore, mediterà su
due parti o su tutte tre.
Gb Affetti, e proposi.ti, posti aI termine
d'ogni argomento conviene però che sieno
letti anche da chi meditasse su di una sola
parte. OgnUno poi potrà scegliere in ciascu:r

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-15-
mese quell'argomerto che gli parrà più
opportuno: ma
nuale, s'awà il
seguendo l'ord.ine del
vantaggio d'usufruire
Ma-
suc-
cessivamente di tutti gli insegnamenti con-
tenuti uelle varie meditazioni.
L'esaae.
L'esame che si raccomanda di fare in tal
giorno, non ha solo per iscopo di prepararci
alla confessione, :rra dev'essere anche e so-
prattutto come una rivista de-lla coscienza,
per conoscere i profitti e Ie perd.ite fatte
durante fl mese nelle virtù cristiane. A facili-
tare la pratica di quest'esnme, ne abbiamo
divisa la materia in parecchi punti, che po-
tranno leggersi tutti o in parte secondo il
tempo di cui si dispone. Ecco come il Beato
Don Bosco compendiava il lavoro da farsi
durante l'eseme: Vedi, ciò che d,eui togli,qra,
o corr/eggere, o aggi,wngere (r).
Si potrebbe tracciare uu programma più
completo con meno parole? .{pprof.ttiamo
dunque del suo corlsiglio.
Coalessloao e Coaualoae.
La con-fessione di quel giorno dev'essere
più accurata del solito. Molti cristiani si ac-
cusaflo in quell'occasione di tutte Ie man-
(t) Quid tollendum, quid corrigendum, quiclve
atldend'm (Da una letteya di S, Giouanni Bosco).

2.4 Page 14

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-16-
canze coilrmesse dall'ultimo Esercizio di
Buona Morte: tale tsanza è assai lodevole
e vafltaggiosa. Confessione e Comunione poi
s'hanno d.a fare come se fossero le ultime
della nostra vita. Dobbiams imtragiflars chs
subito dopo esserci accusati al Confessore
abbi"mo tla presentarci aI Tribuuale di Dio,
e che Gesù venga nel nostro cuore, come
Viatico per accompagnarci all'eternità.
Le Preghlere.
Nell'ora per noi più opportuna, e possibil-
mente ai piedi di Gesù Sacramentato, o al-
meno in casa d.ina:rzi aI Crocifisso, reciteremo
le preghiere speciali. per otteflere da Dio la
grazia dt una Buona Morte, che si hovano
a pag. 4r del presente Manuale.
Oporc dt catltà.
Non poche persone scelgono il giorno del-
t'Esercizio di Buona Morte per fare qualche
opera di cariG. Taluni vaflno a visitare e
soccotrefe
lato: altri
,1a famiglia
preferiscono
povera
fare in
o un
quel
amma-
gionro
un'elemosina a favore di un orfanello, d'un
giovane abbandonato, d'un Istituto di be-
neficelza o tlelle Missioni: chi sceglie quella
circosta:rza pef daf,e un buon coflsiglio o per
togliere qualche enit'.a. f,4 occasioni peri-
colose, chi si propolre di fare qualche sacri-
fizio per§onale o pecu:rario a vantaggio della

2.5 Page 15

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-17-
buona stampa o di determinate Associazioni
sbctauatoztoniolainc.heNed:oicnchaivro'ifètfare,druanbDebnioitoleq-ucaahlle'cmhoe;g.atnalitr-iarnàoopitse"tr_rai
ltmaueznraiotis,etarpacaccrveeistcapee, iren.l'nocoriaiplardeefpellaadream, rmoernatedg.egiomr"igsilciour_e
Dlstrlbuzloae del glorao.
bciurPciraeerillcehmpiordadetosiciddheeirassd6selellyl,ieEsrstirseunrzcfeiiozmnioei ndetiecBodunisostnfirsa_li
Morte,-diarno.qui tre tipi di orario. Il primo
Slpigloatpsrleeegbscbioeeu_nTdi.osScehpgryeerio.rresrqeipu:epeirrllolteepteocprnhezgresooodnupiiseoeppàidni,Cùignoootoéncprocvereiràpanat,iotr*eeri:
lalsllatitCuotnofeSreanlzeasiam:reonsoiled, aòlheDsiriettietonre. p^lroe"sdseo
dei Cooperatori.
Questi tre tipi d'orario rispecchiano so_
stanzialmente le norme e le piatiche
gliate da 5. Qi6yanni Bosco-.
consi-
ro ORARIO.
Alla sera d.ella ui,gi.lia:
MEDrrazroNE.
Eselre.
Al rnattino del giorno:
CoNrnssrolrE, se non fu fatta alla vigilia.
z - Esqcizia di bwm wu.

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-18-
Col,rmuoNE.
IREGE-rERE, qualora non torni più comodo
recitarle nel Pomeriggio.
, 20 ORARIO.
Al rnatti'no della oi.gilia,:
MEDITAZIONE
ilet Pomeri.ggio:
EsaI\\@.
Al matti.no d,el gi,orno stabili,to:
ConrrssrorvÉ, se non fu fatta alla vigilia'
CoM{rNroNE.
PREcTr4RE,
qualora non
torni Più
co-
modo recitarle nel Pometiggio.
30 ORARIO.
Alla sera d'ella ai.gi.lia:
Esew.
Al rnattino d,el gi,orno:
MEDTTAZToNÉ.
CoMrssrowE, se non fu fatta alla vigilia'
CouuNroNE.
Nel Pomeriggi.o:
CoNrBnENze.
PREG@RE.
Ci oermettiamo tli fare ai
raccohandazione. Prima
uostri lettori una
di adottare un
oi"rio, sia che lo scelgano tra quelli da noi

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-19-
proposti, sia che se ne facciano urr altro rno_
dellato su di
del proprio
essi e accomodato 4lls esisenzg
stato, vi riflettauo acqiata_
Teute; ma una volta che
siano esatti nell'osservarlo.
l,hanno
fi.ssato,
L'esperienza insegna che taluni non rica_
vano d.all'Esercizio di Buona Morte tutto
quel_frutto che si ha ragioue di aspettarsene, o
perchè uon Io fanaoogni mese, dsoprattutto
Apperlorccchheèldoerruuooincahddaisenoanrodpinmroaetptaoomdsoeitnoutièel cooeranrasioig-cflaupseroicl, cSmioaa.-
vio:Conseyaa
I sacrifizi
l'oyd,i,ne, e l,ord,i,ne coitseraerà te.
che awemo compiuti, sia per
fare questo esercizio ogni mesè, sia per às_
sraerrvnaofelafregdaemlmegunteterilc'oormaprieonssatatibiliiuto,v- itcai,-sca-i
procureranno gtande conforto nell,ora della
-g-rt", e sop_rattutto ce li
colle gioie del Paradiso.
p- remierà
il
Signore
MEDITAZIONE.
Si cominci,a così:
In nomime Patyi,s et
Fi.lii et Spiri.tws Sanctd.
Amcn.
Venì,, Sancte Spiri-
tus, reple tworwn cotd,a
fi,deliuru, et lui, arnoyis
i,n eis i,gnetn aocend,e.
Iu nome del padre
e del Figliuolo e dello
Spirito Santo,
Venite, o Spirito
Santo, riempite i cuori
dei vostri fedeli, e ac-
cendete in essi il fuoco
del vostro amore.

2.8 Page 18

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-20L
f. Erndtte SPiritum
tuutn et orcabwntur.
!. Inviate il vostro
Spirito e tutte le cose
saranno create.
\\.. Et renouabis fa-
o'iem tervae.
la|.f.aEccviaoi
rinnoverete
della terra.
OREMus.
- Deus qui, corda fide-
lium Sancti SPiritws àl-
lustyatione docuisti,, d'a
nobis i,n eodetn SP'iritu
rectd, sapèle, el d,e eiws
sempel consolatione
gaudere. Per Chvi,stum
Dorninum ostlu .
Amen.
PREGETMo.
O Dio, chè avete
istruito i cuori dei fe-
deli con la Iuce dello
Spirito Sa[to, co[ce-
detemi per lo stesso
Spirito di conoscere il
bene, e di godere sem-
pre della sua consola-
zione. Per Gesù Cristo
Nostro Signore. Così
sia.
}ui ci rnettereruo alla presenza di Di,o, e gli,
d,ornandevemo perdono d,e'i nostri, peccat'i e la
gra,z'ia di, far bene la med,i,taz'ione.
Breue Pawsa e Posc'id,:
Mio Dio, prostrato alla vostra Presenza,
vi
e
adoro e
Sommo
vi amo come
mio Bene, mi
Creatore, Salvatote
pento cou tutto il
cuore d'avervi ofieso, fatemi la gtazia clo'e
ben conosca le verita che sono
e mi accenda di ,more per
1reJ med.itafe
voi. Vergine
Maria, Madre di Gesù, Angelo mio custode,
Santi e Sante del Paradiso, pregate per me.
Si. legge qwi,ndi' la rnedi.tazione scelta pre-
cedentembntà e si ri,fl,ette wn ternpo ccnueniente

2.9 Page 19

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sw ciascun pwnto; alla fine si, prend,e qual,che
buona risolwzòone da praticarsi, d,wyante ,il
yroese, e si ceycano .i, ynezzi, per melterla ,i,n
prat'ica, twtto giwsta l,e noytme a pag, 12.
Depo una breue pawsa:
Yi t'tagrazio, o Signore, dei lrrmi che mi
avete comunicati: concedetemi lat grazia
mettere in pratica le prese risoluzioni.
pawsa.
di
-
Si recita in fine la
Coasacrazloao a lllarla. Auslllatilce.
O santissima ed Irnmacolata Vergine Ma-
ria, Madre nostra tenerissima, e potente
Aiuto dei Cristieni, noi ci consacriamo intie-
ramente aI vostro dolce amore e al vostro
saflto servizio. Vi consacrirmo la mente co,
suoi pensieri, il cuore co' suoi afietti, il corpo
co' suoi sentimenti e con tutte le sue forie,
e promettiamo di voler sempre operare alla
.maggior gloria di Dio ed alla salute delle
enrme.
Voi intanto, o Vergine incomparabile, che
scireitset.iasueom, pdreehsltacotantli'nAuuastieliaatrmicèosdtrealrvpiop-toalloe
specialmente in questi gionri. U-;t;ate i ne-
mici di nostra santa Religione, e rendetene
vani i malvagi intenti. Illuminate e forti-
ficate i Vescovi e i Sacerdoti, e teneteli sem-

2.10 Page 20

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pre u:dti ed obbedienti aI Papa, Maestro in-
Iallibile: preservate dalfirreligione e d,al
vizio l'incauta gioventù, promuovete le
sante vocazioni ed accrescete il numeto d.ei
sacri Ministri, affinchè p6 frezzo loro il
tegno cli Gesù Cristo si conservi tra noi e si
estenda fino agll ultimi confini della terra.
Vi preghiamo ancora, o dolcissima Mad.re,
che teniate sempre rivolti i vostri sguardi
pietosi sopra l'incauta gioventù esposta a
tanti pericoli, sopra i poveri peccatori e
moriboudi; siate per tutti, o Maria, dolce
spefÉrnza, Mad.re di rnisericordia, e Porla
tlel Cielo.
Ma anche per noi vi supplichi"mo, o gr:rrr
Madre d.i Dio. Iusegnateci a ricopiare in noi
le vostre virtù, in particolar modo l'ange-
fica modestia, l'rtmiltà profonda, l'ardente
carita,
nmtro
"cffoiuncteh$è1, op,ecroqUueanfltoostèrepopsasriboillee,,
col
col
nostro esempio tappresentiamo al vivo iu
mezo al mondo Gesù Benedetto vostro
Figliuolo, e facciamo cofloscere ed amare
Voi, e con questo mezzo possiamo riuscire
a salvafe molte enime.
Fate altresì, o Maria Ausiliatrice, che noi
siamo tutti raccolti sotto il vostto manto
tli Madre. Fate che nelle tentazioni noi vi
invochio-o tosto con fiducia: fate insomma
che il pensiero di Voi sì buona, sl a.mabile,
cara, il ricord.o dell'amore che portate ai
vostri divoti, ci sia di tale conforto, da ren-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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-23-
derci vittoriosi contro i nemiqi dell'atima
nostra, in vita
siamo andare a
ed in
farvi
morte,
corona
n"efflinbcehlèPpaoras--
diso. Così sia.
3oo giorni d'indulgenza ogd volta che si re-
cita questa preghiera almeoo con cuore contrito
(Leone XfII con Bveua Io marzo rgoo),
Agirnus ti,bi gratias,
omni,potens Dews, pro
uni,oersis benefi ciis twi,s :
.qwi. aioi,s et rcgnas in
saecula saeawloyurn,
\\.. Amen.
Aue Mari,a, gratia
plena, D oni,nus tecurn,
benedicta lu i,n m.ulierà-
bws et benedi,clus lruclws
aentri,s tui,, Iesus.
Sancta Maria, Ma-
ter Dei, ora pro nobis
peccatori,bus, nwnc et in
hora vnottis nostrae, A-
men.
Maria, Auxiliwm
Christianorum, ola pro
nobis.
7n nomi,ne Patràs, et
Filài et Spi,ri,tws Sancti,.
Amen.
Ti ringraziamo onni-
pote[te lcldio, per tut-
ti i tuoi benefici: o tu,
che vivi e regni nei
secoli dqi secoli. Così
sia.
Ave, o Maria, piena
di grazia, il Siguore è
teco, tu sei bene{etta
fra lé donne, e bene-
detto è il frutto del
ventre tuo, Gesù,
Santa Maria, Madre
di Dio, prega per noi
peccatori, adesso e nel-
I'ora della nostra mor-
te. Così sia.
Maria, aiuto ilei Cri-
51isni, pregate per noi.
In nome del Padre
e clel Figliuolo e dello
Spirito Santo. Cosl sia.

3.2 Page 22

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-24-
ESAME.
All'oya stabi,li,ta oi raccoglieremo ,in chiesa,
o@ure'in altvo lwogo r,iti.rato, e latto i,l, segno
della Croce di,vemo:
Veni,, Sancte Spiri,- Venite, o Spirito
tws, reple tworwrn coyd,a Santo, riempite i cuori
fideli,utn, et lui, amoyis
i,n eis ignem accende,
dei vostri fedeli, e
cendete il fuoco
ac-
del
vostro amore,
!.
tuuen
Emitte Spi,ritwrn
et cyeabuntuy.
|. tnviate il
Spirito e tutte
vostio
le cose
saranno create.
§..
cietn
Et rcntiuabis
terrae.
fa-
laI.faEccvioai
rir:roverete
della terra.
OREMUS.
PnEcsreuo.
Dews qwi corda fid.e- O Dio, che avete
li,wn Sancti, Spiri,tws istruito i cuori dei fe-
illuslvatione docwisti,, deli con la luce dello
da nobis in eodem. Spi- Spirito Santo, conce-
r,itu yecta sapère et d,e detemi per lo stesso
eàus sernper
ne gaud,ere.
consolatio-
Per Chrà-
Spirito
bene,
di
e
'cdoinosgcoedreereil
stwrn Dorninu?n ?ao- sempre d.ella sua cou-
styum. A%oen.
solazione. Per Gesù
Cristo Nostro Siguore.
Cosl sia.
C'i metteremo poi, all,a presenza d.i, Dio e
ne 'inaochereruo l'a'i,wto colla, segwente
ORAzroN'E.
Signor mio Gesù Cristo; Redentore del-
l'anima thia, illtminatemi colla vostra

3.3 Page 23

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. -25-
grazia qfinehè io conosca ora i miei peccati,
come Ii farete a me notiquandomi presenterò
al vostro divin tribunale per essere giudicato.
Fate ch'io Ii detesti con vero dolore, e ne
conseguisca il perdono pei meriti infiniti
del vostro Sangue preziosissimo sparso per
me sopra la Croce.
Fate inoltre ch'io conosca i miei difetti e
Ie loro cause, suggeritemi i mezzi, e datemi
Ie. forze per emendarmene. Vergine SS.,
mia potente Ausiliatrice, Santi e Sante tutte
del Paradiso, pregate per me afinchè mi
cotlosca, mi penta e cottegga delle mie in-
fedelta, e possa in questo mèse fare qualche
progresso nella virtù. Così sia.
Dopo breae pawsa ci esarnimererno diligen-
ternenle swi punti seguenti:
Doverl vorso Dlo.
ro CoNoscENzt Dr Dro. IIo .cercato
d'istruirmi nelle verita della fed.e? Mi lasciai
vincere da.debolezze o rispetto Làano di-
na:azi a chi sparlava della rdigione o ne de-
rideva le pratiche? Ascolto còn profitto la
parola di Dio? Venero nel papa il-Vicario d.i
Gesù Cristo in terra? Ho letto libri e gior-
nali od ascoltato conversazioni o disòorsi
con-trari alla teligione, alla Chiesa, al Papa,
ai Ministri di Dio?
20 SERvrzro Dr Dro. Come osservo i Co-
mandemeuti d.i Dio e della Chiesa? Santi-

3.4 Page 24

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-26-
trco i giorni festivi, astenendomi dal lavoro,
ascoltand.o la S. Messa e la parola di Dio,
attendendo ad attre pie ptatiche? Sciupo
forse la maggior parte di quei giorni in pas:
satempi e divertimenti pericolosi? Qual è
il mio contegno in chiesa?
va.aim3b0eenAnteMefiozsRioErvitcD'oegrvnuDitircood.saaP?Depinoisù?oc'Leh'eacmoi robriseepnofiineedttolie-.
creafure della terra? Pronunzio con rispetto
il suo Santo Nome? M'adopero perchè sia
evitata e riparata Ia bestemmia? Recito con
afrer.zione è fervore le orazioni del mattino
e della sera, prima e dopo il cibo? Dimostro
il mio omore alla Vergine con preghiere e
opere buone? Potendolo, ne ho propagata
la- devozione? Mi accosto con frequenza ai
Sa:rti Sacramenti? Faccio ogni sera ux po'
d.'esame dl coscienza? In caso di malattia,
richiesi con prernura i Santi Sacramenti e
m'adoperai perchè fossero sollecitamente
,mministrati- a quei della mia lamiglia?
Odio il peccato, anche veaiale? Fuggo le
occasioni? Combatto i miei difetti, le loro
cause e special:rente Ia mia passione do-
minante?
Dovorl verso ll Prosslmo.
ro Ho fatto giudizi temerari: ho inter-
pretato male le aziolct aTtrui? Coltivo sim-
|atie pericolose? Nutro sentimenti d'anti-

3.5 Page 25

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-27-
patia, d'invidia, di rancore, di odio? I{o detto
il falso? ho rivelato diletti e segreti con
dann6 fi altri? Parlo troppo, senza rifles-
sione, con alterigia e sgarbatamente? Ho
adulato qualcuno? Colle mie bugie o qal rnnis
ho fomeutato d.ispiaceti o discordie nelle
famiglie?
zo Penso con frequenza che tutte le mie
opere ed' esse soltanto m'accompagnefrnfl o
al tribunale di Di,o? Mi sforzo di moltiplicare
le az ioni buone soprattutto coll'esercìzio della
carità? IIo soccorso i poveri nsll4 mi.sut'a
delle mie forze? Quale fu il mio rispetto,
l'amore, l'ubbidienza ai genitori e superiori?
Rispettai i beni e le persone altrui? Nelle
compre, vendite, sc4mbi, contratti, qmmi-
nistrazioni, lavori, evitai ogni frode, ingiu-
stizia, usura? Ho mantenuto i miei i-p"S"i?
Sono obbligato a qualche restituzione?
Verso ae sfesso.
IO DO\\rERI INDIVDUAI,I. ffi g5a?nin6, mi
conosco, mi correggo, mi perfeziono? Penso
e parlo 'yannmsllfg di me stesso? Mi occupo
forse più del corpo che dell'enitna? Amo
eccessivsmente iI denaro, le comodità, la
buona tavola, il vestire? Abusai della salute
con eccessi nel ma:rgiare e nel bere? Pra-
ticai i digiurxi e le astinenze prescritte dalla
Chiesa? I miei pensieri, le mie parole e azioni,
gli sguardi, i gesti, gli abiti soro corformi

3.6 Page 26

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-28-
alla castita? Ho assistito a teatri, cinema-
tqran, rad.unate, fes-ini, fqlli evg questa
virtù corresse pericolo? Sciupai le sostanze
nel lusso, nelle mode, nel gioco? Ho qual-
che cattiva abitud.ine nel parlare o nd trat-
tare? Che sforzi feci per correggermene e
per migliorare il mio carattere?
20 DovERr Fruvr.rem. Educo. cristia-
namente i figli? Dò loro buon esempio? Ho
cura della loro istruzione e formazione reli-
giosa soprattutto nei giorni festivi? Li allon-
tano dai pericoli? Sono eccessivamente i:r-
d.ulgente o severo? Lascio loro libertà nelIa
scelta dello stato? Fui fedele a' miei doveri
couiugali?
30 DorrERI SocrAr.r. Mi occupo del bene
del prossimo? Penso che questo è un dovere
imposto da Dio a tutti? 'Presto il concorso
del mio lavoro, del mio denaro, della mia
preghiera, de' miei sacrifizi alle opere buone?
Potendolo, mi sono aggtegato a qualche as-
sociazione che si proponga il bene delle
animg alsdianfs l'inssgnamento religioso, il
soccorso degli orfani, le visite agf infermi e
ai poveri, l'incremento delle associazioni ope-
taie cattotche, le vocazioni ecclesiastiche, le
missioni, la buona stampa?
Sono rassegnato, d.isposto alla moÉe? I
miei affari spirituali e temporali sono asse-
stati? Fui fedele ai propositi presi nell'ultimo
Esercizio d.i Buona Morte? Li ricordai ogni
sera nel fare l'esnme di coscienza? Quale

3.7 Page 27

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-29-
progresso feci nella virtù durante il mese
scorso?
Dopo I'esame s'i reci,ta la segwente
ORAzroNE.
Mio Dio, Padre di misericordia, eccomi
dtna;azi a Voi, umiliato e pentito di averrri
ofieso. Quante
ho contristato
volte, anche in questo mese,
il vostro Cuore, malgrado le
promesse fatte! Ne sento il più vivo dolore,
o mio
dono!
Dio, e ve ne
Muovetevi a
ephieistgàgqdiumquifeusateontveoslrterol-
figto ingrato, e fate che non v'abbia più ad
ofiendere ia awenire. Benedite i miei propo-
siti e rawvalorate la mia volontà perchè sia
perseverante nel praticarli. Fate che da
oggr in poi io vi manifesti il mio smore con
opere di virtù e perfezione.
Vergine SS., rendete stabili ed efficaci le
mie risoluzioni col vostro aiuto. Così sia,
CONFESSIONE.
Fi,nito I'esame c'i d,isporrevno swb'ito, se ci
è possi,bi,le, al,la conlessiome mens,ile, ohe doarà,
essere fatta colla rnassi,rna di,ligenza, cotne se
tosse I'wltima ilella uita. Per eccitarci magg'ior-
mente al d,olore recitererno la preghi,era segwenle:
ATTO DI PENTn@NTo.
Eccomi, o mio Dio, innanzi a voi ripieno
di confusione e di rincrescimeflto per avervi

3.8 Page 28

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-30-
ofieso. Ahimè: le mie iniquità mi circoudaho,
.la loro moltiturlins mi spaventa. Oh, nou le
avessi mai commessel Oh, nou mi fossi mai
staccato dall'osservanra della vostra santa
leggel Io vi ho ofieso, mio buon Dio, ed ho
corrisposto al vostro amore colla più nera
ingratitudine. Ho oltraggiato la vostra giu-
stizia. O mio Dio, quanto mai è a:nara la
memoria de' miei
ctesce di avedi
cpoemccmatei!ssQi!uAanhtol
mi rin-
Signore
f infirrifa bontà, e degno per yoi medesimo
di essere ,mato da ogni cuore e sopra ogni
cosa, io vi domando perclono. Il Sangue di
Gesù Cristo sparso per me sulla croce chiede
al trono vostro pietà e misericordia. Dehl
ascoltate, o mio Dio, le voci dr questo Sangue
divino, e petdonatemi. fo non vi ofienderò
mai più: 5qne disposto a perdere ogni cosa
del moudo piuttostochè ritomare ad ofien-
deryi. Vi prometto di fuggire il peccato e le
occasioni di peccare: abbandonerò quei
luoghi, quelle amicizie, quelle eompagnie che
purtroppo furouo la cagione delle mie rica-
dute nel peccato. Voi, o Dio di infinita boutà
e misericordia, awalorate questi miei pro-
ponimenti colla vostra grazia, da cui di-
pende tutta la mia forza e la speranza di
peÌseverraxe nel bene.
Vergine Tmmacolata, cara Madre rlel mio
Gesù, S. Giuseppe, S. F'rancesco di Sales,
S. I,uigi Gonzaga, Aagelo mio ;Custode,
ottenetemi in questo momento le grazie

3.9 Page 29

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-3r-
necessafle per fare una buona Confes-
s10ne.
Farerno po'i la nostra confess'ione con s'in-
ceri,tà e wvnilù,, cor'ne se vealmente foss'imo
i,n fi,n di, ui,ta, pensando che se non rnan'ife-
st'iavno adesso le nostve colpe a Gesù Cri,sto,
che c'i accoglie e perdona corne arnico, fratell,o,
Padre, potretnrno lra breue trouarci tlinanzà
a Lwi Gi,wd,ice seaero d,i ogni nostra azi,one.
Dopo la confessione:
RÀTGRAzrArENTo.
Come potrò io mai, Dio d'immeusa bontà,
rendervi le grazie che meritate? Quali grazie
non dowò rerrd.ere alla infinita vostra miseri-
cordia? A me erano riserbate pene eterne per
i miei peccati, e Voi invece me li perdonate
e li seppellite rn un profondo oblìo. Chi po-
trà mai comprendete f immensitàdellavostta
misericordia? Chi potrà ringraziarvi come si
conviene per tanta vostra bontà? Troppode-
bole son io. Io non posso fare altro, aclo-
rabile Salvatore dell'a.nima mia, che ofierirvi
tutto me stesso, tutta la mia vita. Sì, io oc-
cuperò la mia vita a raccontare le vostre ma-
raviglie, e sino all'ultimo mio respiro io an-
nurzierò all'universo le vostre misericord.ie.
Nell'atto stesso che mi vedo colmare di
consolazione al pensiero di ciò che ero prima
e di ciò che ora so[o, mi sento, o mio Dio,
un odio grave cortro aI peccato e col più

3.10 Page 30

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-32-
vivo sentimeuto dell'enima prometto di non
ofiendervi mai più. Aiutatemi Voi a met-
termi con anim6 sosfante e genetoso intorno
all'afiare d.ella priu eterna salute. Vergiue
Immacolata, Angelo mio Custode, Santi miei
Protettori, Celesti Spiriti e felicissimi Com-
prensori del Paradiso, ottenetemi voi da
Dio che non l'ofienda mai più per l'aweaire.
Deh! ringraziatelo in vece mia, e colla
potente vostra intercessione ottenetemi la
grazia della santa pefseveraaza.
COMUNIONE.
ORnzroNE PREPARAToRIA.
Grande Iddio, che colla vostra immensità
fiempite i1 cielo e la terra, io mi umilio dj-
r.anzi a Voi, e vi adoro con tutto il rispetto
afizmi echpeosmsibiilae.vVetierifnagtrtaoz,iospdeicitaulmttieni tebennee-l
Sacramento della Confessione, per cui spero
che mi siano stati rimessi tutti i miei pec-
cati. Ma Voi avete voluto fare ancora di più
istituendo il SS. Sacramento della Euca-
ristia, in ciri manifsstaste agli ugffiini il
supremo sforzo del vostro gmore, d.ando per
cibo spirituale alle enime nostre il vostto
Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Oh bontà
grande del mio Dio! Quale cosa potevate
Vamoiarfaamreedntiepmiarimnciroesricgeuasridèo?d'Qavueerlleo
che
mal

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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-33-
corrisposto a tanta" vostra bontà, ofiende[_
ddvd-ooioiossspvtcturiroeottztialozsuegatrctenaòu.tuoovtruomeslt,atetepolrevrcoicqzothiueo'ees.mhtlolpooierfcoiachmhtpeteoeep-c,tstucomiar eotdfi,.piun^pOerv.o"orpu"aloeeeinrcrvÀotJoi-
dpcoselnfl'asténuritnmtposreimlammiaai,ofepÒecrucoohnrèet,usctietoatnelfaiurfthitneiiatalem,xeefounrttzeee,
iadcneofftgiloarvrmroeom,sdt.seirloessfsasVaetoreneitoical hmmaeaiiuotqotoc.ui.reeoOutreeasmdtCoeiool smv-pobe,sunrtooiroondnsGei aefnasstrùioea,
pef me ull pegno ed
mia etenra felicità.
una
capatra
sicura
d.ella
ATTI DA. FARSI PRIMA DEI.I,A COMTIMONE.
Signor
fede che
mViooiGseieùteCfreisatlom, isollscrepdroesceonntevinvJa
Santissimo Sacrameuto col vosLo Corpo e
mTdSeeaiSuonntigtogbourneeeone,,erSecv. ,ooi lwirloaicaonvvnqooissPtacroaaddoprAroeonnreiimqn, asiooqehCurenrDeosiavttoieondrieSu,a:.crRirceao__
[deitlSleaigsrprooolroiee,ruiaouanaobpnitaaszrooionlande,esgdnelo,lal,cnahniemimV4somimeiainat,'rsiaarutreàa
salva.
mcu§iorrrgeen,aodereo,pnirooopidnoednteegsgotnooctoudltlitairiivcmoesvieteriarpriegi cnrcaeazltiiamchdioei
3 - Esacizìa di Bwm Mote.

4.2 Page 32

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-34-
non più courmettefne per l'awenire, di
fuggime le occasio4i, e di farne la penitenza.
Signore, io spero che dandovi tutto a me
in questo divin Sauarnento, mi userete mi-
serièordia, e mi concederete tutte le grazie
necessarie pet la mia eterna salute.
VmsooiSpoi irgiaiDneooitoergeu,,i.pilVecmorocsiiioaòs,Piveeaitepdareeirnrn,fvoiinol icstmaotrmniooetauRnmtettedoo're"einmltaoacmrbueioo,leriie;ll
-ciuoorepraosttui-toti
come me stesso, e perdono
quelli che mi offesero.
th
Signore, io dèsidero ardentemente che Voi
veniàte nell'anima mia, a-ftnchè non mi
separi mai più da Voi, ma resti sempre con
la vostra divina grazia.
Voi intanto, o Vergine Immacolata, per
l'nmore che portaste al Bambino Gesù, fate
che io lo possa degnemente ricevere, e
fqousatuiadosmanitaà,cicoo"sstueppoarllr'òaltdairer.iiePveer rllcoeydTal.lee
vostre
tutti i
matri med.esime accompagnato da
cori degli Ang"li, i quali in Ciel9
lodano e benedicono quel med'esimo Gesù
che io vado a ricevere. Angelo mio Custode,
SG.oGniuasgeaip^pAe,ngSe. lFi reanScaenstciotudtitiSadleesl ,PSar.aLdrusiog,i
preg"te il Signore per me etl ottenetemi la
grari" dl fare una santa Comunione.
Qwi, ferrnateu'i alquanto a cons'id'erare chi'
staie per ri,ceuere. Egli, è G. C. Di.o di' 'i'rnrnensa

4.3 Page 33

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-35-
grandezz& e ?naeslà, Dio di, bontò e d,i rnì,seù,_
cord,i,a infinita, i,l qwale viene ad wna rnisera
rucnir,eeemda.eitcuopr,eary, neaasdes,sewtùreonapeapcdoirbueoe,.rfarOahatenlblioron,naatàùpliecOcochaetrsipcoe',soe,
Oh rui.seri.cord.i,a i,nfinita!
"ir*ri
Sì, d.ica i,l
CoNrmEon.
Confiteor Deo omni.-
Potenti, Beatae Mari,ae
semp-er Virgini,, Beato
Mi,cltaàli Archangelo,
Beato. Ioanni Bapti-
CotJesso a Dio oa-
nipotente, alla beata
Vèrgine lllaria, a Saa
MicÉele ar"aneelo. a
San Glovarni nàttista.
stac, Sancti,s Apostotis ai Santi Apostoli pie_
Pelyo
bus.
S^eatnPo.atiusl,oe, tottnibni,i-
tro e paolà, a tutti i
Santi e a te, o padre,
Paler; qui,a.peccaui ni,- che ho molto pàccato
ru.is cogilatione, uerbo,
et opere:..mea culpa,
mca oulpa, ?nea, ?na,-
*i,ma culpa_ (si per-
iu pensieri, in^ parole
e in opere, pei mia
pco"lipa;,xiàer
mià colpa,
granaissiili
cu.ote tre volte il petto
coua mano destra di-
stesa e ls dila .nifs).
ldeo plecoy Beatam
èolpa
uolte il
(si lercuote tre
pettò colla mano
destra
unite).
distesa
perciò
e le di,ta
suoolico
Mariam
gi,netn,
B_seeamtupreur
Vir-
Mi-
chaàlem Archangelum,
lJealuru loannem Bap-
listam, Sanctos Aposto-
los, Petywm et Paulutn,
otnnesSanctos,eltePa-
la Beata Vergh6^Ma_
ria, San Uiciele Ar_
cangelo, San Giovanni
Bstaottliisptaie. tiroaentipaA6oloo_-
tutti i
padre,
Santi e te, o
di pregare per
ler. orare-pro tne ad Do-
tn'inwn Deum nostlum.
me il
stro.
Signòre"Oio
ào_

4.4 Page 34

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-36-
baQlswi.,inadc,ai òpsrtoaftoeun'iil,aprueerntre'i.creaucecroeltlo'O, scotigal'i'soaoncthai'
DoPo r,a CousNroNn.
Mio Dio, Creatore e Redentore dsll'qnima'
mia,
colla
io vi adoro col più profondo
più profonda riverenza. Oh,
rispetto^e
quanto lu
;;di" ta tonta vostra! Una maestà così
3idfrornirorataoe'c.rrrcCaeo.,assìturuisn,raainpàtetaacvrceiaatritonionfrmgierrriaiistnazegirorvaaebtdonilie.ir,ecMouaisnoìv8icps1auiat.granonrd-eoee
i;;", ; lodo, vi benJdico d,eatro me stesso'
cC1diotoaa-*trSnt&*oto1firoo."lr.ipgnfpeopo*sgcod"uni,ebleàptloalflo'riaAtzrceaniun,olilaimte'mnuill,naanapilmaopmcvrdrateuioaiacsosrm,eovrtnrlsiia,asazeroanemieltlodirem',lievnnaloeogtvnesrvomttairospozsitdeioratCeorrralbovDaTuriDpvioiodeooin-'''ri
v'-inAitha.. ootessi avere il cuore dei Sera'fini e
Sp-bQfara[isruniaia"ttàa"nGigt,'do*,gqeo*èult";PeC"mseliaeatra^liPomsd,evuioolaalamscfrpetnridooaceevheDdlpèirzriiameoiiazo,oailotriarlsaAJrar,dqrh,'qeuaq,suaupsecleeeissarmttsraasoai"vvid1Gooes"sesegbsttmnrrùiòaa:-!
unionel
Io non
o"--*o
ssooncdheegcnoosadiosfieì rgirravni dine
fSvore'
riugta-

4.5 Page 35

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_37_
zillaelfo; ma appoggiato ai vostri meriti,
vi oftro questi meriti
infinifl, Vi ringrazio di
medesimi che
tutto cuore, e
sono
pro-
i-lt9mstoio
che per I'aweuire Voi sarete 5ertrpr€
piacere, il riposo dsll'anim4 mia: Voi
solo la mi4 spsrnnza, il mio con-forto: Voi
siloltoesIaormo iaderilccc}u'eozr zma iiol .mVioorbreeniep, uilpoisosesssoolo,
pyoi tdeervnindeaireStauntttai
la
in
lode e la
Paradiso,
gloria che
ma poichè
non posso fare tanto, vi ofierisco tutto me
stesso: vi offerisco questa volontà, affiuchè
non
Voi
voglia a.ltre cose se fl.on
piacciono, vi ofierisco le
quelle che
mie 5gni,
a
i
miei piedi, gli ocehi miei, ta lingua, la bocca,
la mente,
dite Voi
tiuI tctuiÒqreu,etsuttitoseonftiirmo'eantVi omi.ieCiu,satoc--
ciocchè ogni pensiero, ogni parola, ogni mia
azione non abbia altro di mira se non quello
che sarà di vostra maggior gloria e di-van-
taggio spirituale all'enima mia.
Vergine Santissima, cara Mad.re del mio
Gesu, Aagelo mio custode, S. Giuseppe,
S. Francesco di Sales, S. Luigi Gonzaqa,,
ottenete questa grazia p* me,
parenti, per i miei benefattori,
per
per
i
i
miei
miei
pcoqmqpuaeglnlii,cehemsigi ltrsovnaeamoicpir,eesenStpi eicniaqlmueesnttae
chiesa: cioè che noi tutti-per l'avvenjre ci
possiamo
fuggire il
conservare
peccato e
degni vostri divoti,
le occasioni di pec-
cafe.

4.6 Page 36

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-38-
Intanto, o Vergine Tmmacolata, io in fede
dviitaessgeltieovcocshtif,,olevoi rceocncshaiec,rolapleinrgtuuatt,aillacumoriae
e hitto me stesso. Voglio essete tutto vostro
e voi clifeadeterqi come vostro.
Gesù GiusePpe e Maria, vi dono
il
mio
causosriseteetel'amniimnaellm'uial .'mGaesùa,gGoinusiae.ppGeeseùM, aGriiau,-
seppe e Maria, spiri in pace con Voi l'anima
rmia.
INvocAzroNE e GrsÙ Cnrsro.
tilNDtnalaieeovAtbeaCan:rrmttirierapimosmite.etaorlmi-me,,di.es-viatoOltCl-esvrttaPierbAsteaetuccosmqophs,uniieisoa.aangGi-noedheteeifsdmilScùuciaa,iaotnsCeessgcertsraunoaipsteiu.ouatdodrd-dei,iittideecaCCmmCo.rrnoiiiiVss..frtotop--ooroi,,.-
-ENcCooeifslavlDì'tooesarsiaactl.rhifdeleSeimloalanisvtmiee. ni-magaamlNaigoenVÉiooesi.decjc-hfeoiaalidmPdeeateerteimlmosi.dei.caor-lri.i
Pio IX concesse I'indulgeuza di 3tn giorni, ogni
aolta &e si recita divotamente e coll cuore coll-
tvroitlotalaaIsguidodrneottadoinpvooclaaziSon.eC; odmi usneitotenae,nnei
tul,a
Pl,e'
naria una volta al mese.

4.7 Page 37

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-39-
ORAzroNrE A GEsù CnocFrsso.
Eccomi, s mi6 am4fe e buon Gesù, che
alla santissima vostra presenTa prostrato,
Vi- prggo col fervore più vivo a ìtr-pare
nel mio cuore sentimenti di Fede, di Spe-
ranza, di Carità, e di dolore de,miei peccàti,
e di proponimeuto di non più ofiendervi:
mentre io con tutto l'amore, e con futta la
compassione vado considerando le vostre
cinque Piaghe, q6minqiaflde da ciò, che disse
di Voi, o Gesù mio, il santo profeta Davide:
Fod,érwntrnanus rneas et ped,ei rneos: d,inurne-
rauérunt otnnia ossa mea (selrno XXI, r8).
Chiunque, conJessato e comunicato, tecitera con
cuore almeno contrito e divotameute la suddetta
oCrraozciiofis::seo,inptare.rgrzainadoqpuearlchi ebiismomgnaigdi::ieSd. iChGieessaù
emcecn.,tepoVtràIIIcoensBegeuuireedel'it.tnoduXlgIeVnzacopucleeusaserirao.
C)e-
t.ale

4.8 Page 38

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-40-
iudulgenza, confermata in peTetuo da Pio VfI,
con d.ecreto Uvbi,s et Ovbi', del ro aprile r8zr,
e applicabile alle anime del Purgatorio con de-
creto del 17 settembre 18z6 di l,eone XII.
Ylstta al SS. Sacraaeato,
Chi. nel, gi.orno d.ell'Eserc'iz'io d'i Buona Morte
auesse cotmod;i,tà d'i' lare wna a'is'ita al SS. Sa-
crarnento, pwò rec'itare la preghi,era seguente:
Signor mio Gesù Cristo, che per l'4ffiore
che portate agli g6mini ve ne state notte
e giorno in questo Sacramento tutto pieno
di pieta e dj 4more aspettaralo, chiamando
ed accogliendo tutti coloro che vengoro a
visitarvi: io vi credo presente nel Sacra-
mento dell'Altare, vi adoro dall'abisso del
mio nieate, e vi riagrazio dr quante grazie
mi avete fatte, specialmente di avermi clo-
nato voi stesso in questo Sacr"meuto, di
avermi dato per awvocata la vostra Saltis-
sima madre Maria e tli avermi chiamato
a visitarvi in questa chiesa. Io saluto oggi
il vostro amantissimo cuore, e intendo salu-
tarlo per tre fini: primo, in rrngraziamento
di questo grafl dono; secondo, per comper-
sarvi di tutte le ingiurie, che ricevete da
tutti i vostri nemici in questo Sacramento;
terzo intendo, con questa visita, di adorarvi
in tutti i luoghi della terra, dove voi Sacra-
mentato state meno rivetito e più abban-

4.9 Page 39

▲back to top
-4t-
donato. Gesù mio, vi emo con tutto il
cuore. Mi perlto di aver per lo passato
tante volte disgustato.la vostra bouta in-
finifu. pr6p611gs con la gtazia vostra di
non più offendervi pet l'aweuire: ed. al pre-
sente, miserabile qual sono, io mi consacro
tutto a voi, vi dono e 1ilrrnzi6 t,utta 7a
mia volontà, gli afietti, i desideri e tutte
le cqse mie. Da ogCl in poi fate voi di me
e delle mie cose tutto quello che vi piace.
Solo vi chiedo e voglio il vostro 5anf6 nm61s,
la perseveranza frna7e e l'adempimeuto per-
fetto della vostra volontà. Vi raccoma:rdo le
anims del Purgatorio, specialmente le più
divote d,el Santissimo Sacramento e d.i Maria
Santissima. Vi raccomando ancora tutti i
poveri peccatori. Unisco infine, Salvator
ndo caro, tutti gli affetti miei cog[ afietti
del vostro amorosissimo cuore, è così uniti
li ofierisco al vostro Eterno Paclre, e lo
prego in nome vostro che per vostre 4more
Ii accetti e li esaudisca.
Si,a lodato e ringraz,iato ogni, rnomento il
santi,ssi,rno e d,,iai,ni,ss,irno Sacyarnento,
Tre Pater, Aue e Gloria.
Indulgeuza ili 3oo giorni.
CoMrn[IoNE SPrRrTuar,E.
Gestr mio, credo che voi siete reelmente
presente nel SS. Sactamento. Vi amo sopra
ogni eosa, e vi desidero nell'anima mia.

4.10 Page 40

▲back to top
-42-
Giacchè ora no!. posso ricevervi sacrarnen-
talmente, venite almeno spiritualmente nel
mio cuore. (Breue pawsa). Come già venuto
io vi abbraccio e tutto mi rnisco a Voi:
non permettete che io ira'abbia mai a se-
parafe da Voi.
Eterno Padre, io vi offro il Sangue pre-
ziosissimo di C,€sù Cristo in isconto dei miei
peccati e per i bisogni di Santa Chiesa.
PREGHIERE
per I'Esercizio della Buona Morte.
All'oya e nel lwogo preced,entemente stabi,lito
reciterewto d,eaotamente le segwenti preghi,ere:
Beniguissimo Signore Gesù, per l'acer-
bissima ed ignominiosissima flagellazione
e coronazione vo.stra, per la vostra croce e
passione amarissima e per la vostra boutà,
umitnente vi prego che uon permettiate
che io improwisemorte muoia, e senza i
Santi Sacramenti passi da questa vita a17a
etenriG.
Mio amatissimo Gesù, :nio Sigr.ore e Dio
,io, per tutti i travagli e dolori vostri, pel
vostro prezioso Sangue e pet le sacròsante
vostre piaghe; per quelle vostre, o mio dol-
cissimo Gesù, ultime parole dette in croce:
Dews meus, Deus rnews, wt qwid dereli,qwisti
ne? e per quel forte gndo: Pad,re, nelle twe
tnan'i, raccomando lo Spiri,to rnio; ardentis-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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-43-
sima::c.ente vi prego di non levarmi tantosto
da questo mondo, Le vostre 6ani, e mio
Redentore, 6i foanns fatto e formato tutto
intietamente. Dehl nor mi precipitate sL
presto; datemi, vi supplico, spazio di peni-
tenza: concedetemi un transito felice ed in
grazia vostra, affEchè io vi ami con tutto
i1 cuore, vi lodi e vi benedica in etetno.
Signor mio Gesù Cristo, per quelle cinque
piaghe, che l'amore verso di noi vi fece in
croce, soccortete ai vostri seryi redenti col
vostro preziosissimo sangue... SangwinLsqwe
pretòosi,, quem in rnundi, prétiwrn Retc effwdi,t
gent'iurn.
Preghlere per la Buoaa Morle
a Nostro Slgaore Oesù Crlsto.
Gesù, Signore, Dio di bontà, Pad.re di
mi.sericordia, io mi preseafg dinarzi 2 \\/6l
con cuore ,miliato e coutrito: vi raccomando
la mia ulfima ora, e ciò che dopo di essa mi
attende.
Quaudo i miei pietli immobili tri awer-
tiranno che la mia cariera in questo mondo
è presso a finite, tn'i,ser'icordioso Gesù,, abbi,ate
pi,eù d,i rue.
Quando le mie mqri tremule ed intorpi-
dite non potranno più stringervi, Crocifisso
mio bene, e mio malgrado lascierowvi cadere
sul letto d.el mio dolore, miseri,cord,i,oso Gesù,
abbiate pieh d,i rne.

5.2 Page 42

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-44-
Quando i miei occhi offuscati e stravolti
all'orror della morte imminqlfs fissernnno
in Voi gli sguardi languitti e moribondi,
rniseri.coydioso Gesù, abbi,ate pi.età di rne.
Quando le mie labbra fredde e
proflu:irzietanno per l'ultima volta
tremanti
il vostro
Nome adorabiTe, rni,sericord,i.oso Gesìt,, ab-
biate pi.età d.i. rne.
Quando
ispirer"nno
le mie guance
agli astanti la
pallide e livide
compassiofle e il
terrore, e i miei capelli bagnati dal sudor
della morte sollevandosi sulla testa annun-
zieranno prossimo il mio fine, rn'isericoyd,'ioso
Gesù,, abbi,ate pi.età di. rne.
Quando le mie orecchie presso a chiudersi
per sempre ai discorsi degli uomini s'apri-
renno pet intendere la vostra voce, che pro-
nlrnziefà f irrevocabile senternza, onde veffà
fissata.la mia sotte per tutta l'eternttìt, vni,-
sericordi,oso Gesù abb'iate pietà d,i, me.
Quando la mia immsgjal2iclne agitata
da orrendi e spaventevoli fantasmi sarà im-
mersa in moÉali ffistez,ze, ed il mio spirito,
turbato dall'aspetto delle mie iniquita e da1
timore della vostra giustizia, lotterà cortro
l'angelo delle tenebre, che vorrà togliermi
la vista consolatrice delle vostre misericordie
e precipitarmi in seno alla drsperazione,
rnisevicordioso Gesù,, abbiate pi.età, di rne.
Quando il mio debole cuore oppresso dal
dolore clella malattia sarà sorpreso dagli
orrori di morte e slrcssato dagli sforzi ctre

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-45-
avtà fatto contro i nemici della mia eterna
salute, m'isevicÒrd'ioso Gesòt, abbi,ate pietà, di,
e.
Quando verserò le mie ultime lagrime,
sintomi della mia distruzione, ricevetele, o
mio Gesù, in sacrifizio di espiazione, afruchè
io spiri come una vittima d.i poritenza, ed
in quel terribile momerto, mi'ser'i.cord'ioso
GeQut.a, nadbobi.iatme iPeii.epa'redni,tirneed. amici stretti a
me d.'intorno s'inteneriranno sul dolente mio
stato e v'invocheran:ro per me, ruiseri'cor-
d,i,oso Gesù, abbiate pi'età, di' rne.
edQiul amndoondaowiòntpeerordusatoràl'usspoarditrotudtati
i sensi
me, ed'
io ge-merò nsllg angosce dell'estrema ag-oni3
e negli a^fianni d.i morte, rn'iseròcord'ioso Gesl't,,
abbiate pietà di rne.
Quand.o gli ul+iml sospiri d.el cuore sfor-
zerarflo l'anima ad uscire d.al corpo, accet-
tateli come atti di ura sAnta inpazienza dt
venire a Voi, e Voi, rnisericordi,oso Gesù' ab-
biate pi'etA, di, rne.
Quando l'anima mia sull'estremità d'elle
labbra uscirà per sempre da questo mondo,
e lascerà il mio corpo pallido, freddo e senza
vita, accettate la distruzione d.el mio essere
come url omaggio che io venSo a rend'ere
alla vostta d.ivina Maestà, ed. alTota, rn'ise-
ricord'ioso Gesù, abbi,ate pi.età, d'i rne.
Finalmente quando I'enina mia compa-
rirà rlinarzi a Vòi, e vetlrà per laprimavolta

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-46-
lo splendore immoftatg.flelle vostra Maestà,
no1 19 rigettate dal vostro cÒspetto; degna-
tevi ricevermi nel seno a-orosò della voitra
misericordia, affinchè io canti etemamente
Ie vostre tcdi. Mi,sericoyd,ioso Gesù, abbi,ate
pietà, d,i rne.
OnezroNE.
O Dio, che condannandoci ells trxsrt. ..
ne avete nascosto il momento e l'ora, fate
ch'io, passando nella giustizia e uella santita
tutti i gionri della mia vita, possa meritare
d'uscite da
emore. Per
questo mondo nel
i meriti del nostro
vostro
Signor
santo
Gesù
Cristo, che vive e regna con voi nell'unita
dello Spirito Santo. Cosl sia.
Orazloae per le aalme del purgatorlo.
O Signore onnipotente, it quale, per
I'g.more che portate agli uomini, wi degnÀte
di prendere rrftr€uta ca::re, di vivere fra gli
stenti, di sofrire dolorosissima passione e
finalrtrerrte di spirare in croce, dehl per tanti
meriti che ci prtrcuraste col vostro preziosis-
simoSaague vi prego di volgere u:ro sguardo
pietoso ai tormenti che soffrono nel Èurga-
torio quelle qnime fenedette, che, partite
sdoafirqouneostaglviaallerddoiripdiaintqouenllegfriaazmiamveo,stprae,r
iscontare i debiti che harno tuttora verso,

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_47_
la. vostra divina giustizia. Accettate adu:r-
que, o pietosissimo fddio, le preghiete che
per esse rrmilmente vi ofiro, traetele da quel
carcere tenebroso e chiamatele alla gloria
del paradiso. Vi raccomdndo pafticolarmerlte
lg anims de' miei pareati, benefattori spiri-
tuali e temporali, e in special modo quelle, a
cui posso essere stato occasione di peccato col
mio mal esempio. Vergine santissima, madre
pietosa, consolattice degli a.flitti, interce-
dete voi per quelle anims, atrnchè per la
vostf,a potentissima intercessione volino a
godere 9-ue1 paradiso che loro sta preparato.
\\ Te ergo qua,és rnus, twis fd,mwlis sìibueni.
t Quos, fueti,iso sd,ngwine redernisti.
Pater, Aue, Réqwi,ern.
A Saa Gluseppe
per lmpetrate uaa baoaa aorte.
Gloriosissimo S. Giuseppe, fortunato sposo
di Maria, voi che meritaste di essere fatto
custod.e del Salvatore tlel mondo Gesù
Cristo, e abbracciandolo teneramente, go-
d.este anticipato iI Parad.iso, deh! ottenetemi
dal Signore un intero perdono d.e' miei pec-
cati, la grazia d'imitare le vostre virtù,
afrnchè io cam:4ini sefirpre pet la via che
conduce al Cielo. Siccome voi meritaste
di avere Gesù e Maria intonro al vostro letto
al punto dr morte, e tra le loro braccia dolce-

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-48-
mente spiraste l'anitna beata, vi prego di
volermi difeadere dai nemici dsll'qnima mi4
in quell'ul"'no puato d,i mia vita: di modo
che, consolato dalla dolce sper"rra di volare
cou voi a possedere l'etenra gloria in Para-
diso, io spiri pronur.ziarxdo i SS. Nomi di
Gesù, di Giuseppe e di Maria. Cosl sia (r).
(r) Indulgenza Plenayia « i,n artioulo tnoilis » a
tutti i fedeli che urra volta in vita awanr:o adem-
piute queste condizioni.
ro Confessarsi e comunicarsi in un giorno a
propria scelta.
zo Fare corr vero afietto di carità la seguente
pfotesta:
Signore, Dio mio, fi. d'ora con pieno conseflso e
con alimo voleuteroso accetto dalle vostre mani
qualsiasi genere di morte, con cui a voi piaccia di
chiamarmi e colpirmi, insieme con tutti i dolori,
cor tutte le pene, con tutti gli affanni che
dowanno accompaguare il mio ultimo passaggio.
30 Mantenersi in questa disposizione per
tutta la vita, al che basta rron tevocare la pro-
testa fatta. D nel caso che uno l'avesse revocata
dowebbe nuovamente arlempiere le due condi-
zioni dette nei N. ro e zo.

5.7 Page 47

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IL MIO FINE
I.
L'uolro DEVE TUTTo e Dro.
ro Vi
. sarei
fu un te&po in
mai uscito d.al
cui io
nulla,
non esisteva,
se fddio, per
pura sua bontà e seriza nessun mio meriìo,
fl.on mi avesse creato fatto a 5ua immagins
e somiglianza, elevandomi a così eccelsJdi-
gnità da essere di poco inferiore agli An-
geli (r). Quel ch'io ho, quel ch,io sòuo, lo
debbo a Dio, da cui tutto ho gratuitamente
ricevuto, enitnl, corpo, facoltà, sensi, esi-
stenza.
Orbene, penso io frequentemente, io mi-
setabile creatura, alla boutà infinifs del mio
Dio che vo1le trarmi dal
f infinits altre creature
nulla a preferenza
possibili, le quali
forse awebbero corispostò meglio ai ai
suoi benefizi? Che volle crearmi sano di
mente e di corpo, mentre vi
lici malandati di m"mbra,
sono tanti
di sanità
infe-
e di
(r)
(Ps.,
Minuisti
VIII, 6).
eum
paulo
minus
ad
Angelis
4 - Esrcizio di Buru Mmte.

5.8 Page 48

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-50-
spirito?
Chiesa,
.Che mi fe'
a difierenza
nascere in seno nlla 511"
fi milielli d'altri uomini
nati in paesi selvaggi, nell'ombre dell'id.ola-
tia, tra le tenebre dell'eresia o dello scisma?
Sono convinto della mia totale, assoluta
dipeadenza di Lui? O non mi glorio invece
e m'invanisco dei beni d,i corpo o di spirito
ricelrrti dalla. sua misericordia, senza mo-
strare alcuna riconoscenza a Lui che me li
diede? o fors'anche di questi stessi beni non
abuso con inaudita ingratifudine per ofien-
derlo?
zo Anche il moudo fu creato cla Dio e pie-
namente gli appartiene: Egli però nel suo
amore infinito volle costituire l'uomo so-
wano assoluto di tutte le bellezze e ric-
chezze che il mondo racchiude.
Orbene, come io ho finora corrisposto alla
generosità del mio Dio? Qual uso ho fatto
del mondo e delle creature? Esse sono come
altrettanti voci che incessantemente mi ri-
cordano la bontà del Creatore: le ho ascol-
tate queste voci? Sono come tanti gradini
per giungere insino a Lui: me ne sono io
genefosameflte serrrito a tale scopo? Sono
strumenti per procurare la gloria di Dio e
la mia salvezza eterna, e gli strumenti deb-
bono essere usati pel fi:re a cui sono destinati:
ho io saputo farlo? Non dimenticai forse
troppe volte che le creature sono fatte per
l'uomo, e non l'uomo per le creature? I1
mio povero cuore nor s'è talvolta attaccato

5.9 Page 49

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-5I-
ad esse, invece di tendere al Creatore?:Non
ho
in
iDo iocerècaptoosinsibeislesetqtouveallaref?elAiciIcocnhferosnotloo
del Cielo e di Dio, Ie creature
fumo, polvere, vaaità: rron
non
sorr
sono che
io corso
pazzarnente
rron mi son
dietro aI f 'mo e
lasciato travolgere
alle
nel
vanief
turbialo
modqreugileloasllgoaplniootarl,veledscroieasrqmiccuohaani,aldcdvahoeneald?mpieeiqrouooecnpoiarrtap,atodltiu,etbdtloleee,nl cinm,oosdinoei
temporali iusomma, a detrimento delle
eterne?
Oh anima mia, ricordati che sei uata a un
fine benpiù alto, a beni e gioie di gran lunga
superiori: sei fatta pel Cielo, pei tddiot-
30 Ma iI Signore, non contenio di avermi
cteato, ogni giorno, anzi ogni momento, quasi
mcoinruicnoalncareadziiosneemcpornetinnuuoav, emmi icsoernicsoerdri.aie.e
Per mro ,rnore egli conserva pure il mondo:
gantiene-.e
di animali
moltiplica.le più Àvariate
per mio nlimsule, vestito,
specie
àiuto
e dils11.' fa nascere e germogliare le erbe
e le piaate, arricchendole di fiori e di frutti:
opera in
mtaerali
meds
e sui
misfsrioso e sapientissi:rro sui
prindpi costitritivi del suolo,
a fomento dell'umnno swiluppo: golr"ro.
astri: modera l'awicendarsi-adte stagioii,
e di tutti gli elementi si serve per sostenere
e.giocondare la nostra vita. Oitre di ciò, e
sempre nell'ordine della natura, egli mi va

5.10 Page 50

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É4
-
-
di con.tiauo rinnovellando Ie
e le facoltà dello spirito,
forze
e in
d.el
tal
corpo
modo
accresce il mio benessere fisico, intellettuale
e morale.
Nell'ordine poi della grazia, alla grand'e
opeta d.ella Redenzione Dgli va ogni giouao
aèsiuneend,o nuove benedizioui: sono fa-
mv&erit"iocih""e*stigoarlglaaflporedgahllieerao:peèrel'abuumoenen:tosodn'eoi
le ricchezze incalcolabili che ci vengono dai
Sacromenti, soprattutto
Eucaristia: è l'assistenza
dall'augustissima
degli Angeli: è il
governo tl.ella sua Prowrdenza che come
Éadre afirorosa ci tiene fra le sue braccia, ci
saa.is1es1r1iosigtteae,fclaiifialrpcrrcmoameteerzeszvsaoa, licdibedel'ifnCein:iedèl'eoi,ntllfaaitiremspaiellriapeneznca-i
.d,ell'eterna mercede, che incessantemente ci
stimola e incoraggia, soprattutto nell'ora
della
Ma
prova.
^se ta:rti
e
così
gtandi
ininterrottamente riievo
i fosnefizi
d".oaooDio, se a
che
Lui
debbo ogni cosa, è giusto che anch'io alla
mia volta generos4mente ogm cosa- offra a
Lui, senza ris"rva di sorta' Se ogni giorno
Egli mi conserva gli occhi, l'udito, la lingua,
il-cuore, perchè impiegare questi beni,. rice-
vuti dalla Sua mrro amorosa' a servlzlo del
d.emonio? Perchè servirmi degli occhi per
flssarli in oggetti indegrd, dell'udito per
ascoltaie mo-rmorazionr o parole invere-
conde, della lingua per discorsi scandaloòi,

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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-53-
della fantasia per tratteaermi in immagili
sconvenienti? perchè infangate il corpo con
latdezze, macchiare l,fulelligenza con pen_
sieri sconci, insozzare la volontà con afietti
lascivi, coprire iI cuore della schifosa lebbra
d'ogni impurità e bassezza?
O anitna mia, non dimsnfis6ls mai la
nobiltà della tua origine e la grandezza dei
benefizi ricevuti da Dio: ricòrdati che devi
tutto a Lui, e che di tutto devi servirti per
giungere a Lui, ch'è il fuo Cteatore, il tuo
Soltano, il tuo Pad.re, il tuo ultimo fine.
Che ti dice il passato? Oh! non abbia il
Signore a ripetere cou ragione anche a te
il rimprovero già rivolto al suo popolo: 7o
ti, d,i,ed,i I'esistenza, e tw rn'hai abbandonato,'
Io sono'il two Creatore,'il tu,o Pad,re, e tw rn'haì,
di,rnenticato! (r).
Pyi,rna di, fini,re la rued,'itazione si, leggano
gli. Afr.etti e propositi a pag. 6r.
II.
IL FnrE DELL'uoMo.
ro Per qual fine Iddio m'ha creato e ar-
ricchito di tanti benefizi? Perchè lo conosca,
lo serva, lo a-i in tutti i giorni d.e1la mia
(r) Deum qui te genuit dereliquisti, et obli-
tus es Domini creatoris tui (Deut., XXXII, t8).

6.2 Page 52

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_54_
vita, e così mi terrda degno di goderlo eter-
nrtrente in Paradiso: questo è il fine di ogni
uotllo.
Ora, posso io dire di conoscerlo, il mio
Dio? La,ragione e la fede mi dicono ch'Egf
è il Creatore, il Signore di osoi cosa: che in
Lui sono tutte le be)lezze, tutte le perfe-
zioni, tutto ciò che mente umana o angelica
Può immagfuafe
perfetto: ch'Egli
dtuittSofav,,eddee, ,dtiubttuoonreog,ged,i
è in ogni luogo ed esiste da tutta l'eternità:
ch'Egli è l'oggetto e i1 fine della conosceuza
e dell'amore degli Spiriti celesti, della Ver-
gine benedetta, d.ei Santi: ch'è il Bene
Sommo, s sfus [ell'infinita Sua t isericordia
vuol premiare la mia fedeltà con un'eternità
di gaudio, vuol fa.rsi Egli stesso tnia mer-
cede e beatitudine in Cielo.
Ohl consolanti verità, troppo poco e
troppo ra-famente da me studiate, meditate,
approfondite! Se non si può amare ciò che
non si conosce, potrò io nmarvi, o mio Dio,
come si conviene, pensando così poco a Voi,
avendo
cecita!
d.i
Mi
Voi un'idea così impedetta? Quale
occupo di tante cose, anche delle
più inutili e spregevoli, e non so trovare un
quarto d'ora per occuparmi di Dio, per stu-
diare il Catechismo, per leggere u:r libro di
religione, di pieta! Mi perdo fistro mills
bagatelle: non di rado Ia mia curiosità si
pasce di clicerie prive di verita o dettate da
66.f anim6, che lacera:ro la fana del pros-

6.3 Page 53

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-55-
s!-o: mi appassiono per awenimenti che
si.svolgono nelle regioni più remefq; sciupo
talvolta 1s lrrnghe ore sòleticand.o le die
passioni e
lettura di
snervandomi il carattere con la
romanzi o d'altri libri scouve-
iDneDnniciieozoLn,imtuffioop:inrleesste'teèan,ndopenimaagoanshgcgoinhadiecrvoiiuenaenrsvfiafGeo,corn,rearebara'oe,n,n'auitadUànteoateainùghctuiaorodennl.lffrieuooazsftszaadae,,il
9la.
_RUebligl,iroivnisetee
e gionrali che ne
ne combattono
osteggiano
i Miistri.
91ale stoltezza! Yoi, o Signore, che per
fy1issuTss{i aqsuianbdfilniigiltouagi: ngealilt'eusogdmueaollr',duimomdiseòel,lraaabvvioleest,etrina."g-treairti.oe,-
che nulla vale, che tutto vi deve, cosipoco
dvdpgiiinntssaca,onnlataioVsmmociaiei!a,iAapdhceicmcpiocescarndcttioh!icnèFaaaftselzteeamla,cphcmreaeiuassmeaimneglpugrrnaeliieoitspu'vti_i
sappia amare!
siioIopzCi-IorraesEaudtdoicdromeimt,oeie:oiEloplgailùsiceèrsrevaiaolctrupoirlasaamd: nrEietoi,gdDiloiiiroiiiltl?tSif:EiogÉgwlioglLi.loihÈ,aè
v{duoanloLqnuuti: :cdhco'hvioeerfotauscotctoiac,hiso'ioe"mSdpoiprieecnoeds.aafeildnaetelsmruaaemnsteaennttieoa
m'impegrri nel suo santò servizio. Fu vera_
mente questa la mia cond.otta per il passato?
Come ho osservato la sua leggè? Noi mi son

6.4 Page 54

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-56-
serrrito degli stessi suoi doni, uou solo atl
ofienderlo, ma persino ad. allontaaare altre
anime dal suo servizio? Non ho dimenticato
che uon è possibile servire tlue padroni ad
un tempo, e che, se sono di Dio, non posso
in nessun modo essere d.el mondo, del pec-
cato, di Sata:ra? Ahl Signore, riconosco le
mie passate in-fedeltà! Perdonatemi'
Di3oo?BPierfrinlee,
posso dire di amarlo il mio
sue infinite perfezioni, per
l'amore cofl cui Egli mi
nità, pei benefizi che
ama da tutta l'eter-
di cortisuo mi va
prodigando, e perch'Egli stesso vuol elqere
mia ricompensa e gaudio in Cielo, io devo
,marlo sow'ogni cosa, cotl tutte le forze
dsll'qnima mia,
crifcio. L'ho io
a costo di
amato cosl
qualuxque sa'
pet il passato?
e come 1'r*o presentemente? Quand'anche
io avessi mille cuori, non riuscirei rnai a
ricar:rbiare degnqmente il suo amore infi-
npeitnoslarAetrc!hqeuaa:nrcthoe-'daifHqiugegset',unoicmo ioe
Dio, il
povero
èuor mio non mi sorro sempre e interamente
servito per amarvil Che ho corisposto con
ingratitudine, con fredalezze e ribellioni ai
vostri benefizi! Che i1 mio cuore, fatto per
l'immortalità, p.i b"rri del Cielo, per Voi
che solo potete pienamente appagarne Ie
aspirazioni e gli a.fietti, s'è attaccato ar
beni catluchi, alle creafure più spregevoli,
al fango del peccato! Che insensibilmeute,
per leggerezza e mancaflza d.'esame, vi ho

6.5 Page 55

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-
Jl
-
lasciato crescere, come iu un qampo incolto,
le male erbe di afettipericolosi, esoprattutto
vi ho lasciato svolgere quella passione che
da tanto tempo mi domina, sofiocando così
in esso l'amore che tlowebbe nutrire per Voit
A.hl io mi confondo alla vostra presenza, o
mio Creatore, e coutrito invoc6 il Vostro
peralono. Dehl fate che da oggt in poi tutti
i palpiti del mio cuore siano sempre e solo
per Voi!
gliPrAi,rfnteattdi .iefinpir.roepolasirtni ead.itpaazig.o.ne6ts. i leggano
IIr.
II, FnÉ DEIT CRISTIÀNo.
ro Il cristiano è l'uomo di Gesù Cristo.
Ciò vuol dire ch'io appartengo interqmente
a Lui, e che quindi Egli ha sopra di me ogni
d.iritto. Tnfaffl io ero schiavo del'peccato e
del demonio, votato alla morte eterna, ed
ESli lrri ha riscattato col prezzo incompara-
bile del suo Sangue, di tutto se stesso: e,
non Pago di ciò, mi chiqms acl essere parte-
cipe dei gaudi etenri tlel Paradiso.
Orbene, che cosa domanda, che cosa vuole
Gesù tla me in ricambio? Cli'io segua i suoi
esempi, ch'io cammini sulle sue orme: in
una parola, ch'io lo imiti. In ciò consiste
l'essenza de' miei doveri, il fine della mia
vita tli cristiano, Ho io pensato seri4ffiente
a questo strettissimo obbligo mio?

6.6 Page 56

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-58-
Cominciando dal mio esteriore, sono io
veramerte ornato di quella modestia cri-
stiana, di quella dolcuza di tono e di mod.i,
di quella serenità di umore e uguaglianza
di carattere che rendevano tanto cara e
attraente la persona di Gesù Cristo? Posso
io dire d'essere sempte stato suo vero imi.
tatore, seguace delle sue ma.ssime nel cibo,
nel vestire, nel riposo? Come conciliare
coll'imitazione tli Gesù Cristo, colla sua
dottrina, co' suoi esempi, quella libertà negli
sguardi e nelle parole, quelle mode sconve-
nienti e provocatrici, quelle intemperanze,
quegli scatti di malumore? Come mai ho
avuto l'ardire di portat l'immsgir:.g di Gesù
Cristo a certi ritrovi, a certi spettacoli, balli,
cinematografi, teatri, ov'era esposta a tante
profanazioni?
Per mezzo del Battesimo noi ci siamo ri-
vestiti d.i Gestr Cristo, ci sipmo uniti a Lui
come Ie membra soflo t'nite al corpo: d.ob-
bi"mo dunque essere animafi dal suo stesso
spirito, vrvere la sua vita stessa. Ora, esa-
minando il mio iaterno, posso io dire con
l'Apostolo che Gesù Cristo vive in me? Non
è invece Ia mia vita dissimile dalla Sua?
I miei pensieri, desiderii, afietti, ricordi,
sono degni di Lui? Posseggo ie alm61e i11
qualche graclo le sue virtù, la sua umiltà, la
sua conformità al volere di Dio?
Atr Gesù, Redentore dell'anima mia, quale
abisso tra Voi e me, tta la mia e la vostra

6.7 Page 57

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-59-
vita! Voi immacolato e puro, io insozzato
di mille brutture: Voi mite s rrmile di cuore,
io insofietente e superbo: Voi uomo dei do-
lori, io ahante d'ogni comodità, arso dal
desiderio dei piaceri: Voi carita per essenza,
io egoista, mormoratore, talvolta schiavo
dell'odio, fors'anco assetato di vendetta.
Quante volte, ahimè! nou ho vilipesa e
snaturata la vostra immagins!
Deh! guardatemi cor occhi di misericordia,
perdonatemi i miei trascorsi, e fate che d'ora
in poi io sia sempre degtro del nome di cri-
stiano e del Cuor Vostro!
zo 17 mezzo più facile e sicuro per cor-
rispondere, come cristiano, al mio fine, è
quello di fare in tutto la volontà di Gesù
Cristo: ora, questa volontà Egli me la rrra,
nifesta in molti modi, e in primo luogo per
mezzo de' suoi comandamenti.
Io ho avuto la bella sorte di conoscedi
fin dai più teneri aani: mi furono ripetu-
tamente insegnati e spiegati con ,tnofe e
diligenza: li ho tecitati di frequente, forse
ogni giorno. Sono convinto per mia propria
esperienza che nell'esatta osservanTa di essi
è riposta non solo la base della giustizia e
della moralità, ma anche la pace del cuore,
la sorgente dei meriti, la caparra dei beai
eterni. Ma forse la coscienza mi dice che,
malgrado tutto questo, la legge di Dio è
stata da me rlims[tisata, o persino oltrag-
giata e vilipesa. AIla clivina volontà ho an-

6.8 Page 58

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-6o-
teposto ciecamente la mia: alla sua legge i
miei capricci, i miei d.esiderii perversi. Per-
donato le mille volte, mille volte ancota ho
osato scuotere cou ostinata ribellione il grogo
soave del Signore.
Oh fate, mio Gesù, che il triste ricordo
d.el passato susciti in me generosi propositi
per l'awenire!
3o Iddio malifesta
con le leggi della sua
pure la sua volontà
Chiesa, con gli ordini
del suo Vicario, il Sommo Pontefice, e colla
voce de'suoi Ministri. Ho io osservato queste
leggi, eseguito questi ordini, ascoltato questa
voce? Ecco un altro setio soggetto d'esame.
Talora Egli mi fa conoscere la sua volonta
servendosi di salutari ispirazioni, e non di
t'ado anche dell'agitazione stessa del rimotso.
Rammenti, o anima mia, i pensieri soavi che
t'illuminarono in quegli istanti di racco-
glimento? Il fervore che cosl dolcemente ti
cofilmosse dinaazi a Gesù in Sacr"mento, a
pie' dell'altare della Vetgine, spronandoti
a sentimenti geuerosi? I turb"menti in te
suscitati tla quei dolorosi ricordi, cui ten-
nero dietro risoluzioni salutari, in quelle ore
di vdia penosa? Era sempre la voce di
Dio che t'invitava,'che ti stimolava al suo
servizio.
Ah! Signore, conosco oggi le mie infedeltà
e le piango di cuore! 6l1114femi ad. osservare
d'or innanzi la vostra legge, che per
l'awenire si compia sempre in me e da

6.9 Page 59

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-6r-
me 1a vostra santa volontàl È tempo o
mio Gesù, ch'io pouga fine alle mie ingra-
titudid e peccati! Voglio risorgere dalla
colpa, voglio rend.ermi degno di Voi, degno
del nome di Cristiano, d.egno del mio fine,
degno soprattutto
i vostri esempi,
de.elmvoisstrfoorrzreiored. 'Simtuidtaierrliò:
voglio seguirvi anche per seutieri aspri e
penosi del sacrifcio, giacchè essi mi condu-
cono a Voi, Bene so[rmo e infi:rito, nei gaudii
eterni del Paradiso!
1 Attettl e proposltl.
Come potrò io ringraziarrri degnamente,
o mio Dio, d.'avermi creato, fatto cristiano,
chiamato alla vostra conoscenza, al vostro
servizio, al vostro aflore, alf imitazione
vostra, e d.estinato ad essere partecipe della
vostra gloria in Cielo?
Ahl Voi non potevate fare di più per
questa creatura miserabile: e io non posso
non ,marri, amandomi Voi da tutta l'eter-
nità d'itrfinito qmore. Perdonatemi se in
passato ho mal corrisposto ai vostri benefizi:
se troppo tardi ho imparato a couoscervi, a
servirvi, ad amarvi: se, superbo, uon ho
voluto ascoltare la vostra voce: se ho cal-
pestato la vostra legge: se con nera ingta-
titud.ine non solo vi ho legato il mio cuore,
ma l'ho imsozzato di mille colpe. Ah! ora
conosco la mia stoltezza: in questo giorro,

6.10 Page 60

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-62-
alla luce salutare del pensiero della morte,
vedo con dolore profondo l'abisso che i miei
peccati hanno aperto tra la mia vita e la
vostra: specchiandomi in Voi, comprendo
tutta l.a gravità e bruttura delle mie mlpe,
Ah! voglio porre un termine alle mie ingra-
fifurlini; questo ha da essere per me il giorno
delle risoluzioni generose!
Voi siete il mio Dio, il mio Creatore, il
mio Padre, e io voglio ogni giorno, anzi
molte volte aI giorno, inlealzarfri fino a Voi
sulle ali d.ella preghiera umile e fiduciosa:
Voi siete il mio Sowano, il mio Signore, ed
io voglio sen irrri con fedeltà dovunque vi
piaccia: Voi siete il mio Redentore, il mio
Maestro, il mio Modello, ed io non voglio
mai più rlimgnfisars i gemiti e lo squallore
della vostra imfanzia, le fatiche, i disagi, le
persecuzioni della vostra vita, le sofferenze
e gli obbrobrii della vostra morte: accetterò
dalle vostre alani 6g11i croce: sofrirò con
rassegnazione tutti i dolori che mi costerà
lo staccarmi dal mondo e da me stesso: Vi
seguirò con slancio anche nell'Orto degli
Olivi, anche, se così vi piacerà, sulla vetta
del Calvario.
Oh! come in questi istanti la vostra voce
risuona dolce e confortante al mio cuore!
Adesso conosco che il vostro giogo è soave,
e leggero il peso della vostra leggel Sì, sì;
sono momentanei i patimenti di quaggiù, e
ineffabile è il gaudio che Voi tenete prepa-

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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-63-
tato a coloro che vi servono fedelm611ul
Voi sarete la mia mercede, Voi stesso, mio
Creatore, mio Redentof€, mie Dio, Voi sarete
la mia slema ricompensa! Grazie, grazie, o
amsfuilissihs mio Gesù! Non una,
vite, se le avessi, voffei spendere
àa -itte
per Voi,
nel vostro amore, aI vostro seryizio, alla
vostra gloria!
Come frutto di quest'Esercizio dt Buona
Morte, Vi prometto di mettere ogni impeguo
nd conoscerrri sempre
rare a far conoscere
meglio, e
il vostro
nel c-oope_
amore, Ia
vostra dottrina, la vostra legge: promuoverò
in !utt! i :nodi, in casa e tùòri, tol,opera e
colla diffusione di buoni libri, l'insegnamento
della Religione e del Cateehismo: e non tra-
lasciert di assistere alle prediche e istruzioni
nei-gionei festivi. Voglio combattere il gr"u
male, la triste piaga dell'ignora:rza refuiosa,
causa dell'allontanamento di tante anime
da Voi, nostro ultime finq.
A Voi ricorro, o Vergine Ausiliatrice; uelle
vostre mani depongo le mie suppliche, alla
materna bontà del Cuore Vostro affido i
miei propositi. Voi, Madre del mio Gesù,
aiutatemi a
pre meglio
conoscere, 4mare e
il Vostro Divin
servire se--
Figliuolo, a
vivere
ch'io
e morire per Lui!
possa ua giorno
Fate, o
venire
tctioandreV-oiiaa,
goderlo etenramente in Cie1o! .Così sia.

7.2 Page 62

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7.3 Page 63

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LA SALVE 72À DFTL'ANIMA
I.
DEr, vAroRE ȃt1,eNnre.
lfpqDrst'auiarugieiornevrumczmotliaiolinoooorQsuldmtodiRnuiipu.a,e'aeligidliOcnldclg'.aaaeterioconnamanuriotmebpoindiraoisvovieùtaeaidntrlrdoaassuovrilaollssne,e,èatssdrnpeeàiotinio:emgnsee(s«gersssso)Ceast.rfos'toha-ptpuao,e.aIaeebpie?.hcraiellcog(tàaurzauSo'e)nrnqavevs»utuaao.trdalelsoo.opnaoiàrretreieoàiùuf,li
dell-'anima, consideri"mo la sua orieine. il
prezzo de1 suo riscatto, il fine a cui § aesfi_
nata.
p5'i.ù,Easgismaamnfduaegcirspeeearteal'udsooarmnDoigi,oli,adniiclzeq"iuSag.lueAamllaebfroeoncgeoiora",
(r) Nullius
rendun, rec
Hotn. III in
rei pretium est cum anima
totus quidem mundus (S.
Epist. ad Coilnth).
confe-
C:rpn..
(z) Quam dabit honio commutatione, pro
anima sua? (MaT1tE., XVf, z6),
5 - Esrcizb di Bm Mqte.

7.4 Page 64

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-66-
che
suo
Éouaettlolored?'e(srs)e. reRefandttioamao sdoumaiqguliaenizla'hd. el
Àaeine di Dio'scolpita in noi l'onore che l'è
dorilto: riconosciamo la nostra digrdtà (z),
imitiamo il nostro
dere iu noi come
Autore
in uno
e facciamo risplen-
specchio, la somi-
eilianza d.ella bonta divina (S). Creata da
bio, l'otr;-a
devlesserne
conservarsi
nostra dev'essere tutta d.i Dio,
i1 lempio più bello (4), deve
sempre degna di Lui: perciò
non dobbiamo vilipenderla col peccato,
esoorla all'eterna dannazione. Ah! mio Dio,
quanto m'afligge il ricordo del- passato!
§f,ui amntaentveonl"tresilatuptotvaerv2o" satnraim, asimèia,dia:rtvaecael
o'sieazc:o:craoMtoiamepèaadrIaatrleeDmiaooncsiooo!rprorasctteurtetoil
che noi
valore
pos-
d'el-
(r) Ouis maior honor homiuis potuit esse,
"toLàÉ(Si.t
ad simititudinem
Aug., De Di.gni.t.
Hsuumi F.accotnodri'sit',cocn'dIeIrIe)-'
1zj rmaginis decus imagini
tatem noslram agrloscamus
r-eddamus,
(S' GREG'
di€ni-
N'a'z''
Serm. d,e Natia)..
eosr(eìj-)u,tt.Iltoi"mm- itinnaoetosqtiriiscguleeioneeasrdisseimttliaagugnicinttaeotmerimsD,e-etisichioatnndcnioteubsmisse'
iilveoro"ìùtt]s'u'l)"r(nojINddeeiCaes"ot-mcrit(.spiS,spr.IerqILiclmu.r,rioaloNDt't7.eed),m.iiSvspienalruanrumec.trdb:D,meeenieieigieus:snrt,it,tisaqX?tuiso(m[dfeoCenrmsostr'ai)'s,'

7.5 Page 65

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-67-
ll'le"blib-re
nostra: perchè,
perduta, I'Eterno
quand.o il peccato
padre diedè come
prezzo del suo riscatto 1o stesso suo Divia
Figliuolo. Con ragione qufudi ci ammoni-
scono gli Apostoli Pietro e paolo: « Badate
che foste riscattati ad altissimo prezzo (r):
che foste redenti non con oro od. ..g"oìo,
cose. soggette a corfilzione, ma col Sangue
prezioso di Cristo, che quasi agnello prr-o
incontaminato volle ;mmolarsi p.r -rài ».
"
Qualto vale adunque l'anima nostra?
VaIe tutto il Sangue, v"le la vita stessa di
Gesù Cristo. Niuna meraviglia pertanto se
dall'Eterna Verità 5iem6 sfilamàti schiatta
ele'tur e santa (z), figli di Dio (3), suoi
eredi (+), partecipi della natura divina (5).
S. Agostino teueva l'anima in taata stima,
da gir.'ngere a dire che il salvare ur'enima
era opera più eCcellente che Ia creazione
-V_T(,r)zoE)m. Nptoi nsncimorns:5pftii5biplibreutsioamuraogneot
(I Cor.,
argeflto
redempti estis; sed pretioso sanguine quasiag:ri
immaculati Christi et iucontaminati (I pelr.,
rr, 9).
(z)
(3)
Genus
Videte
electum, gers santa (I Petr.,
qualem caritatem dedit nobis
IpTa, t9e)r.
eauri,utttr((tLF54hei))aimlnieDIioprCeDissvtteehilrenoiresains:neqotihuimmcao(oiRednSrreesepsommdiurreum.tit,esruusysseqIntutIfea,isidsltiimueti7irmmu)Da.seoeDnli.I(iIeuSIImio,i Paacreuoenthtdr.ea.,d,meIiIrlteI,,fdsi4epiris))ii,.-.

7.6 Page 66

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-68-
d.el cielo e
caoisco ora
tlella terra (r). Ah!
quanto fu gta:rtle la
mio
mia
Dio:
stol-
tezza! Non solo ho d.imenticato la gtandezza
e il valore dell'anima, ma l'ho venduta al
msoroednziido-eosinsetsiicamalerdds,.etomilloecnhid'oeespÉl esarafnvugiluisaessidmpieoruspnatecDzoziloloe,i
i'ho itlsozzata col più lurido fango. Petdo-
nate aIa mia cecitàl Eccovi la povera anima
mia: ourif.catela nuovamente colla vostra
grazii, sostenetela col vostro aiuto, e fate
cdEhesaesàaousrèLisa'feiacvdttcoaaeslltnlfreoiannnezPsàeoalrodcsepeuler'inarPDncroieiomn. olas'cheapreudeòedstaoinl-taraettase
Id.dio ouaeslù,
in Cielà. 6ra
ma per god'erlo eternamente
nullà è Più gande nè Più
bello di Dio: nulla perciò di pirì grand'e e d'i
o'rnimbaellmo iach, equilafleinèal4tas['i,daeiraimdaebnboostdrau.nqouhel
act"ovae[oiroseuced, nilaztaeD,dicevhlinetuithàoasaitfepirseosrraeo,cgdogelelelltat5otuudsaeilnlbafei'taluitfais-
oàeitrtfeaziiooonildMelaCsi'eiolos, oan'bde.easrtminai topeards' eemssperree
in Dio, a splefldere come astro luminoso
ne11'eternita-(z), perchè sa-rò così cieco e
stolto da perdermi- dretro le vanita e le bas-
(r) S. Acost., Serrn.,
(Diarni .,QXuuII",i
stellae
31. '
in'
XXIY, De
perpetuas
ateertneprn' i.t.ates

7.7 Page 67

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-69-
sezze della teffa, mettend.o a repentaglio
il Cielo? A che mi gioverà l'essere stato
riverito come iI più potente e saggio degli
semini, l'avet concesso tante soddisfazioni
illecite ai miei sensi, ta.nte intemper"nze
alla gola, ,quando, per avef così dimenticato
l'origine, t7 ptezzo, il fine dell'nnima nia,
l'awò miseramente petduta per sempre?
Ahl lungi da me tanta sciagural Perdo-
nate, mio Dio, le leggerezze e le ingratitu-
dini della mia vita passatal É[o compresa
alfins frrffu la grandezza dell'anim4, e voglio
salvarla ad ogni costo, Voglio convertirmi
a Voi, a Voi che non m'abbandon4ste nean-
che quand'io vi aveva abband.onato; che
seguitaste ad emarmi anche mentr'io v'of-
fendevo; a promettermi il Cielo anche
quando i miei peccati m'avevnno meritato
l'inferno. Voglio rendere l'anima mia degna
di Voi, purificandola da ogni colpa colla
Confessione: voglio staccarla dalla terra,
perchè Voi l'avete fatta pel Cielo: voglio
te[derla 5empf€ migliore òolla preghiera e
coi sacrifizi, perchè possa rm giorno unirsi
eteruamente a Voi, Sommo suo Bene. Aiu-
tatemi, o Gesù, a salvare questa 'povera
anim4 a1i4, redenta da] Vostro preziosissimo
Sangue!
Privna d,i,
gli. Afrettt e
fini,re la
propositi
tned,itazione
a pag.8t.
si
leggano

7.8 Page 68

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-70-
u.
DEr, DovERE Dr sar,v.{R r.'ANrMA,.
ro È volontà di Dio che tutti gli uomini
si salvino (r); questo è dunque a.nche un mio
dovere, e un dovere dr cui non posso affidare
ad altri l'adempimento. Dei miei afiari ter-
teni posso incaricare qualche abile qmmini-
stratore: per difendere una causa a cui è
vincolato il mio patrimonio, il mio onore, il
mio awenite, posso ricorrere ad un valorte
awocato: ma la sa^lvezza dell'anima è una
cosa tutta personale, che dev'essere trat-
tata e condotta a termine esclusivamente
da me. fddio stesso, che per crearmi non
ebbe bisoguo dr me, non vuole invece sal-
varmi senza la mia cooperazione (z).
Le preghiere, le opere buone che altri
facesse per me, mi giovano senza dubbio, ma
non bastano: ci vuole tl mi,o lavoro, la m'ia
preghiera, il mio sacrificio; senza la mia vo-
lontà, senza il mio sforzo personale, non
riuscirò assolutamente a salvarmi. Sono per-
suaso di questa verità? Non mi limito ad
afiermarla a parole, smentendola coi fatti?
(r) Haec est voluntas Dei, sanctificatio vestra
lfIierTii,(vIn.T,IiV,m, .,j)I.I,Q$ui. omnes homines vult salvos
(z) Qui fecit te sine te, non te iustificat sine
te (S. Auc., Serrn., CLXIX, t3).

7.9 Page 69

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-7r-
Non m'illudo per caso di potermi salvare
senza mutar vita, senza poffe rul freno alle
passioni, senza schivate i pericoli, senza
praticare la religione, senza frequentare i
Sacramenti, senza vivete insomma da cri-
stiano? Non ho una volontà debole, indecisa,
che procede a sbaTzi, che oggi vuole e do-
mani ricad e nelf indifferenza,' nell'occasione,
nel peccato? Ahl troppe volte ho dimenti-
cato che stretta ed aspra è la via del Cielo,
che i1 premio eterno esige sforzi, che solo
ai perseveranti è promessa la corona, e so-
prattutto che ciascuno raccoglierà ciò che
avrà seminato, che al tribunale di Dio sarò
giuclicato soltanto clelle mie opere, e ch'esse
sole mi frutterann6 il preaio eterno o l'eternr'l
castigo!
Pensa dunque a te stesso, o cristiano, ti
dirò con S. Ambrogio; pensa a te e non al
tuo denaro: a te e non alle delicatezze d.el
cotpo; a te e uon alle tue possessioni! Pensa
a te, vale a dire all'anima tua! (r).
zo Non solo io ho il dovere di salvarmi,
raa questo dovere è il primo e il più impor-
tante, cui tutti gli altri sono subordinati.
Una sola cosa è necessaria (z), la sa)vezza
(r) Attende tibi, inquam, et non pecuniae
tuae; tibi, inquam, et nou wiribus tuis; tibi,
iuquam, et non possessionibus tuis. Attende tibi;
hoc est, animae tuae (S. Aunn.).
(z) Uuum est necessarium (I,uc., X, 42).

7.10 Page 70

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dtuetllt'iaui imteam. pQi u(re)s,totliètuilttgi rialnudoeghnei,g.doizitoutdtii
gli uomini, a paragolr.e del quale tutti gli
altri negozi sono corsiderati dai Padri e
dai Santi come rur passatempo (z), come un
gioco da ragazzi (3). Ch'io sia ricco, sa-
piente, fatnoso, che viva lunghi snni, non
è uecessario: ma è assolutamente necessario
che io salvi !'anim6 mia, perchè n'ho uua
sola, e se la perdo, tutto è perd.uto per
sempre (4). Come mai dunque tanta negli-
ger:lza da parte mia in un a.ffare cosi impor-
tante? Perchè sono così indeciso, pigro,
molle di fronte a questo imprescindibile
dovere di lavorare a)la salvezza dell'anima
mia? Per tutto si ha tempo: per la flensa,
pel sonno, per le più svariate occupazioni,
pel gioco, per couversazioni inutili e perico-
lose, per i peccati, anche; ma flon si trova
tempo, non si può disporre di un'ora, arzi
nenrmeno di poctri minuti, pet la salvqza
dell'anima. Per beni caduchi, per conve-
nienzs 5ociali, talora pel possesso di un
vile animale, se non ad.dirittura per ofieu-
dere Iddio, per macchiarsi det più lurido
fango, si farrno mille sacrifizi di denaro, di
tempo, d.i sorno, di salute: ma per l'anima
(r) Negotium omnium 'saeculorum (S. Auc.).
(2) (S. BERN.).
(3) Nugae puerorun uegotia vocautur (S. Au-
GusrrNus),
(4) Periissè semel, aeternum est (S. Auc.).

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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- /5 -
tutto riesce arduo, penoso, irnpossibile. Ma
dunque N. S.
il suo Sangue
C,ssù Cristo, chò diede
per riscattare e salvare
tutto
quel-
I'enirna che tu vendi a cosl vil prezz-o, è
stato
stolti
'no stolto
siamo noi,
mercante (r)l Ahl che
mio Diol Il demonio si
gli
àà
attonro in
flsll'qnim4
tutti i modi per rendersi
noStta, e Uoi noU uSir-o
p-naedsrSouunea
diligelnza per salvarlal
Ahl nou più, mio amorosissimo Reden-
tore e Maestro! Dalle vostre parole, dalle
vostre opere, ma soprattutto dalle vostre
piaghe., dal vostro Cuore trafitto, imparerò
qual sia i7
cooperare
prezzo dqll'anima
colle mie azioni
^eiaso(fzie).reVnozgétoa
safygrla__ad ogni costo: Voi non negatemi
a ciò il Vostro ounipotente aiuto!
di3t0utQtiu,eèstoundodvoevreereè
altresì il
che non
più urgente
nmmette di-
lazioue di sorta. Nou posso dils; esminqerò
{doomnganai-l;
perchè Dio promette beusì il
penitente, ma non promette il
p"r-
do-
mani al peccatore (3).
Quanti si son già perduti confidand.o stol-
(r)
quo
C9"hir.isdtautspsroe
modica delectatione illud pro
trad.idit, Christum repuìat
stultug mercatorem (S. Avc., Serm., CCCXXX),
Hc(S,ao(.(nzm:At))i.uS9dXcie.e.dI*,mISqpeuicoznarzeaeznsrE.,otiuitCneadunnCegmtCi.l)a.XvnteeXorrneXri,atpum4roo).msp-prìasoiepitoi(uSnmd. iGtm, ùepueemc.,-

8.2 Page 72

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-74-
tamente nel domani! Anche ieri, anche un
mese fa, anche l'armo scorso quel di"gta-
ziato parlava così, e ha sempre seguitato
a coffere le vie della colpa, che son quelle
della perd.izione. Sai tu forse che cosa t'ap-
p^oDrt'earlàtroilnddeomcahni i?ti
(r).
assicura
che
quel
Dio
che tu oggi respingi ed ofiendi, domqni sia
d.isposto ad aiutarti (z) ? Non t'ingannare,
dunque, che con Dio non si scherza (3).
Scuoti il letargo, ascolta l'Apostolo S. Paolo
che ti scongrura nel nome del Sigrore di
prendere a cuore il uegozio dell'anima tua (4).
Troppo tempo hai perduto in bagattelle:
troppe volte, coi tuoi peccati, hai già messo
a rischio la tua eterna sa)Yezza. Considera
inoltre che anche la vita più lunga è sempre
troppo breve per corrispondere degnamente
ai benefizi di Dio, per espiare le nostre colpe,
per corteggerci dei diJetti, per d.omare le
pa^*sioni, per acquistare le virtù che ci sono
tanto necessarie a mantenerci perseveranti,
e ad accrescere il tesoro delle nostre buone
opere. It Signore ce l'ha detto: negoziate
(r) Ne glorieris in crastinum, ignoraus quirl
super ver.tura pariat
lz) Unde scis, quod
dies
Deus
(Prou., XXYII,
tibi subvenire vel-irt),.
q-ue(3m)
tu interim repellis (S. BERN.).
Nolite errare, Deus non irritletur
(Gal.,
Yr, 7).
(4) Obsecramus
in
Domino
ut negotium
ves-
trum agatis (I Tim., IV, rr).

8.3 Page 73

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-75-
finchè verrò a voi (r); e siccome ron sap-
piamo l'ora d.ella sua venuta, così è nostro
dovere lavorare indefessamente, senza in-
dugio, internrzione. Non dobbiamo aspet-
tare l'incerta vecchiaia, ma santificare anche
la gio..y'taezza. l'età matura, ogni giorno in-
sofirma della rrostra vita.
È vero che c'incombono pure tanti altri
doveri, che non possiamo dobbiamo tras-
curare: ma avfemo dunque da sacrificare
a questi doveri secondari il primo, il pitr
importaute, il più urgente fra tutti? Ab-
biamo forse dimenticato che ad. esso è vin-
colata la vita eterna (z)?
Quale stoltezza! Si è diligenti nelle cose
frivole e di poco conto, e trascurati nelle
gfandi! Ahl mio Gesù, a:rch'io sono caduto
in quest'errore; anch'io ho tiascurato quel
che più doveva starmi a cporel Benedico
oggi e ringrazio la vostra pazienza che m'ha
atteso firora, la vostra misericord.ia da cui
ho alrrto mille volte il perdono! Deh! fate
ch'io risorga alfins dall6 mia tiepidezza, e
che m'accinga selz'altro intlugio a lavorare
con generosità e costanza a17a saLvezza del-
I'anima mia!
gliPrAi,rfnieattdi ,ief,pnriroepolasitrni ead.iptaaz.gio.ne8rs. i leggano
(r) Negotiamini dum venio (Luc., XIX, r3).
(z) Negotium pro quo contend.imus, vita
aeterna (S. EucH.).

8.4 Page 74

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-76-
,
ur.
DI AI,CIINI WZTVTI.T AI<T.A SAT.VEZZA
DEI,I.,ANIMA,.
ro Anzitutto debbo imparare da Gesù
Cristo medesimo il modo di prowedere alla
saftezza dell'qnima. Egli p"r salvarmi non
fu pago d.i dare quanto di bello e gtande
s'a.rnmira nei cieli e sulla terra, ma volle
dare tutto se stesso, È dunque giusto che
anch'io
di me
di o{1ni
stesso,
cosa,
mi
ma in
serva
particolar modo
a vantaggio di
ouest'anima che tanto è costata a Gesù.
f"tgogr*o a dirsil Nel mondo gli uni sciu-
panò ogni loro energia uell'accumular denari,
òol belàsdtato di àeritarsi il nome dr avari:
gli altri nel pascersi d.el fumo degli onori,
àcquistando in definitiva la fama fl'smbi-
ziosi: questi s'insozzano d'ogni bruttura,
drveneudo oggetto del generale disprezzo:
quelli espongono persino la vita per com-
mettere rapine e delitti, che li fanno ese-
crafe come assassini: ed io non vorrò impie-
gare tutto me stesso per acquistarmi iI
titolo glorioso di cittadino del Cielo, per
possedere Iddio, Bene Sommo, Felicità
fnnnitae Per la salvezza delT'anima, i Santi
giudicarono lieve ogni tribolazione, i Mar-
tiri affrontarouo i più atroci tormenti: g1i
Apostoli gioivano delle sofierenze, come di
uu onore che loro si facesse: Voi stesso, o

8.5 Page 75

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-77-
mio Gesrì, aftrettaste col d.esiderio l'ora della
Vostra Passione, abbracciaste con slancio
la Croce, e tutto v'immolaste per me: ed.
io sarò ancora intlifierente e ftedclo, mi
mostrerò tardo e avaro rel senrirvi? Ah!
quantg fu grande la mia ingratitudine!
Non solo non mi sono dato tutto a Voi/ o
mio Dio, non solo non mi sor servlto dl
ogni cosa pet amarvi, per cooperare alla
msaefvenzezasodneoll'esneirmviatoTaias,uampaetrtdo.ipzpioenevloMltae
ora basta, o mio Gesùl Quando
fs6ann6 le prove, e satò pef
mi spaven-
soccombere
dir,enzi ai sacrifici, penserò alla vostra pas-
sione, agli obbrobrii della .vostra morte e
dalle vostre piaghe trarrò generose eFergie
per lavoraxe, a costo dr qualunque sacrificio,
alla mia etqna sa)vezzal
,o ft irnsgabile che clentro e fuori di me
ho dei terribili tremisi che congrurano alla
mia rovina: ma non è men certo che ho pure
dei mezzi intefid ed esterni validissimi per
prowedere alla mia salute eterna, Il mondo
colle sue meraviglie è un libro sempre aperto,
dalle cui pagine io posso attingere sensi d.i
gratitudine e di amore verso Dio. Ma per
poter leggere in questo libro metaviglioso,
è necessario che i diei occhi non siano ac-
cecati dalla passione ottenebrati dalla
colpa, e soprattutto bisogna che l'anima sia
vivificata dalla fede.
Aht che purtroppo la mia fede languida,

8.6 Page 76

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-78-
non qlimentata da me con la preghiera,
con buoue letture, colla considerazione
delle verità etefile, è la causa per cui I'anima
mia spesse volte non è capace d'intendere
il sublime linguaggio delle creature, che le
pa.rlaro di Dio, incitandola a fare qg:ri sforzo
per salvarsi!
Iu Cielo, tutti s'interessano a vantaggio
dell'anima mia. I Santi, col1e loro preghiere
e 1o spleedore dei loro esempi: gli Angeli,
dei quali uno mi è compagno, guida, custode:
la Vergine Ausiliatrice, che mi ricolma delle
sue tenerezze materne: l'Eterno Padre, che
pejr ,mor mio non risparmiò lo stesso suo
Figliuolo Unigenito (r): Gesù Benedetto, che
volle
amel
.mscie6nd(.ze)r:eloinSpteirritroa
afl imm6lar5i
Santo, che del
prsr
mio
,cuore vuol fare il suo tempio di pred.ile-
zione (3). Buon Dio, quanti aiutil E che
mi manca, se dispongo di Voi, Signore, a
cui nul1a è impossibile?
I.'infet'no stesso, coll'eternità dei suoi
tormenti e colla luce delle teribili sue
fi4mme, mi dim6566 la vanità d.elle cose detr
(r) Proprio Filio suo non pepercit, sed pro
qefoi5 emni§1s tradidit ilTam (Rom., VIII, 3z).
(z) Ptopter nos homines et propter nostram
salutem descendit de coelo (Credo).
(3) Vos enim estis teTplum Dei vivi (II Cor.,
VteIm, p1l6u)r.:r-
Au
sunt
nescitis
Spiritus
quoniam membra vestra
Sancti? (I Cor., VI, t9).

8.7 Page 77

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-79-
tempo e mi-ricorda l'importanza della sa-
lufg dell'enims.
Troppo poco, ahimè! ho pensato a quesd
mezzi finora, nè ho saputo servirmene efr-
cacemente: la d.istrazione, la leggerezza, Dfr,
soverchio attaccamento alls ses. della terra,
quella passioue che assorbe ogni mio pen-
siero ed a^fietto, ne furono la cagione. Oh
Gesù, ravrrivate, accrescete in me la fede (l)!
Essa è la fonte della preghiera (z), è la mi-
stica radice che converte la pioggia delle
grazie tn, frutti di sal.vezza (f), è il principio
della vita virtuosa, 1a quale awà per corona
la vita eterna (4).
30 Ma anche in me ho dei mezzi qtilis-
simi alla mia eterna salvezza, sia nelle fa-
colta dell'anima, come nei sensi del corpo.
L'intelligenza mi fa splen6srg dinqnzi 1e
verità della fede: la memoria mi richiama i
benefizi di Dio, g1i esempi di tanti che, in
condiziolli ben più difficili delle mie, si fe-
cero snnti: la volontà mi fa sentire ad ogni
istante ch'essa è fatta non pei beni caduchi
(r)
(z)
AFditaleusgefonnosbiessftidoermatio(Lnuisc.(,5X. VAvIIc,.,5S).erm.,
cv, 6).
(3) Fides sic est in animà, ut ratlix bona, quae
pluviam iu fructum tlucit (S. Auc., im Ps,,
CxxxIX, r).
(+) Initium bonae vitae, cui vita aeterna debe-
tur, recta fides est (S. Auc., Serm.; XXXYITI, 5).

8.8 Page 78

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-8o-
della terra, ma per quelli del Cielo, per
Iddio, che solo può fiempire ed appagaie
interamente il cuore dell'uonro. 1 sensi poi,
diretti dalla fede, cooperano aach'essi al
medesimo fine gli occhi, alloròhè contem-
plano il Q1scifis56, fonte di salvezza, o
vedouo un cadavere chemiricorda glieterni
destini: gli orecchi con l'udire la voce dei
Ministri tli Dio, e quei funebri rintocehi che
ta giorro, forse più vicino ch'io non crda,
suonerrflno anche per me: l'olJatto che aI
fetore tlella tomba scoperchiata mi fa rab-
brividire tLi salutare s-pavento. Chi potrà
enumerare poi gf immensi vantaggi deri-
vdlfi al['qnima noòtra dal buon uso del
gusto, moderato giusta le prescrizioui della
temFera[za cristiaaa; e dalla mortiEca"ione
del tatto, la quale, meqtte doma le passioni
e ci rende forti nelle lotte, ci emm611l5ss
di uon accarezzare questo corpo di morte
destinato a divenire ben tosto ul:. emtrasso
di vermi e putredine?
Quaati rr.ezzi, o mio Dio, pet vivere co-
stantemente alls y6565 presenza, per fafe
ogni azione come se fosse l'ultima di mia
vita, per portare con rassegnazione le croci,
per distaccare il mio cuore dalle cose di
quaggrù, per fare inso--a in qgni tempo
quel che giova alla salvezza flsll'enims,
ed evitare quanto può in qualunque ma-
nisra dannsggiarla!
Ma purtroppo questi mezzi nelle mie

8.9 Page 79

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-Br-
mellasryi 6f1syg'e1in1t6erinioorpeercohsei:inecefsusianstoermd.eonatencfhtei
va stimolando al bene! E Voi, mio Dio,
fleamtepcroenomsicseerreicloardcioasuos,a.oÒggòlrozroutccohrea
me rre
s,allon_
tanano da Voi, che dànno il cuore aI de_
monio e giacciono sepolti nel fengo del pec-
cato, che ascoltano la voce deilà curioÀita,
Pd{u9edeJlirlr'1teootzo,liao!d*,_pvido"ssetatalrlcaan-rizfl_iaacvsoi,occe,div,deiacilhl,'ct'fèralaorvindàcp,eìoldl.sad'sri,osmrnuaiopctfec)cro.eb,g-rifaltlio-i,
lianvoloror,odqi ucaeslltaitàd.eLlalovsopceiridtoe,llalacavrnoecesodfieocllaa
terra quella del Cielo, la voce della vita
quella della morte.
Dehl venite
sesso del mio
o mio
cuore
Gesù, a prender pos_
iolla vostra grazia e
colla vostra divina presenza, per mezlo della
Santissima Eucaristia: reguàte sempre so-
vrano nell'anim a mia, acciocchè io ascolti
sempre Voi che solo avete parole d.i vita
eternal
Attetfi e prcposltl.
mdi'Aacvhoe!nte-Gfoednsadùteomrmiuoin,?;aqllnauiamvnaotisctmorasoì tp-ibvreei slnleaon,nzraihs!poVecoio-i
chiante le vostre perfezioui infinifs, e ioj,ho
deturpata misernmente. Voi, mio Reden-
tore, avete sparso tutto il vostro Sangue
6 - Esqcido dì Buom Mqte,

8.10 Page 80

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-82-
per salvarla, e io coi miei peccati la esposi
mille volte all'eterna danrazione: Voi l'avete
fatta pel Cielo, per Voi e io l'ho resa schiava
del d-emonio, l'ho spinta fin sull'òrlo del-
l'io.ferno! Ah! non più, mio Dio, non più
ingratitudini e peccatr! Voi, Signore,.nella
vostra bontà infinila vr siete dato tutto a me:
è dunque giusto che tutto e per sempre io
mi consacri a Voi.
Ohl enima mia,
non
2lfois
limifi
la
fua
vcounofliedelanztatanesllaalvre:zdzsaereicto'ordffrraedtiuGttei sittr!nEezgzlii
per conseguirla: coraggio, dunque, b-asta che
iu pur. lo vogta, e sarai salva. Bando a ogni
indugio! Sei fatta per conoscere, amare e
servii Iddio: perchè ti lasci ancor attirare
dalla polvere e dat fango? Sei nata per
l'eternità: per"hè aacora ti compiaci ne-
gl'istanti fugaci del tempo? Il tuo cuore
ion può ess&e saziato che da Dio: perchè
dunque pascerlo afl.cora del nulla? O enima
mia, Iddio ti cerca, ti I'uole, ha sete di te:
di te Egli s'appaga, non vortai tu appagarti
di Lui (r)?
QuaJ sorte beata è la tual Essere compagna
degli Angeli e dei Santi, essere sempre con
Diò, goderlo eternamente! Perchè duaque
fin d'òra non cerchi di condurre una vita
degna tlei Santi e degli Angeli, degna di
(I) O homo, sufficis tu Deo, sufficiat tibi
Deus (S. Cut.,.Serm. ih Asc.).

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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-83-
Dio? Voi l'avete detto, o mio Gesù, che il
regno dei cieli s'acquista a forza d.i fatiche
e srldori (r): che prima tli grungervi è neces-
sgno pqssa^re per molte tribolazioni (z):
!E1"chpeopsoessgouiirovi
bisogna portare la croce (3).
mai oppore a tutto questo,
quando Vi contemplo crocifisso, quando Vi
mseintaovedtiermaimtaratogdliastpuatstiamiI'edteellr'angiloàn, iae
che
che
vi siete
varmi ?
immelaf6
Potrò io
su quel patibolo per sat-
:ulcofa esitare davauti a
un tale eccesso d'amore? A.h! no, Gesù mio,
eccomi prouto a tutto! Vi seguirò dovunque
vorrete cond.urrni (a). Se Voi avete agoniz-
zato pex l'anim4 mia, io pure voglio sofirire
genefosarneflte con Voi e per Voi. parlate,
o mio Gesù: son qui ai vostri piedi, disposto
ad
lo
ascoltarvi
avete già
e ad
detto
obbedirvi. Sì,
altre volte, e
Io so,
me lo
me
ri-
petete a:rche oggi: Voi volete che d,ora in
poi io abbia in orrore ogni peccato, e soprat-
tutto quei pensieri, quei desiderii, quette
parole, quelle opere contrarie alla virtù.
(r) Regnnm coeloru.m vim patitur
rapiunt illud (Mem., II, rz).
et
violenti
(z)
trare
Per multas tribulationes oportet
in regnum Dei (Act., XIV, zr).
nos
in_
(3.) Si quis vult post me venire, abneget
metipsnm, tollat
(Luc., IX, 23).
crucem
suam
et
sequat-ur
se-
me
(4) Sequar te qrrocumque ieris (Mem., VIIf,
r9).

9.2 Page 82

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-84-
detla purità: ebbene ve 10 prometto, Gesù
mio, farò ogni sforzo per compiacervi. Voi
volete ch'io pensi con frequenza alla morte,
che ogm sera prima del riposo io ripeta a
piè del Crocifisso quelle vostte parole di
iit": o Che giova all'uomo aver guadagnato
il mond.o intiero, se perde l'qrima sua? » (r).
Ebbene, io mi st"mperò
nella mente e nel cuore,
questo pensiero
lo ripetero con
fqreuqeuitei npzroapaosimti eapsptueastsoo;siaannoziilvofrgultitoo
che
clel
mio Esercizio di Buona Morte.
Areima mia, latta s imm6gi11s di Dio, re-
denta col Sangue di Gesù Cristo, destinata
alle gioie del Paradiso, ama Colui che tanto
ti amato' e coopera con rrui arla tua
ete;:oa safvezzal
Vergine benedetta, Aiuto potente dei
Cristiarri, Voi che a piè della Q1s6s v'imtns-
laste col vostro Divin Figtuolo Gesù, per
salvare 'l'anima mia, siate la mia luce, la
mia guida, la mia forza: siatemi soprattutto
'sl'o5r"aÀàperellaMmadorrete: ,MMaaddrerei:retveirtnaa,mMeandtere!
nel-
Così
sia.
(r)
sum
luQcuride.tuptr,odaensimt aheomveinriossi umauentdleutmrimue:nrivtuemr-
patiatnr? (MaTT., XIV, 26).

9.3 Page 83

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i-/i.-,\\r'\\-/\\..^..-,\\.-r\\.-,i../\\.A./
\\.A..r\\-,
IL PECCATO MORTALE
I.
l0trAtz;l DEL PECCATo.
ro Il peccato è r:n'offesa fatta alla Mae-
5f) infinifa di Dio: è perciò it'lpossibile alla
nostra merrte limitata s fini1a il misurarne
tutta I'orribile malizia. Ogni qualvolta ebbi
la disgrazia di commetterè un-peccato mor-
tale, ho ofieso quel Dio che mi creato, che
mi ha redento a prezzo del suo Sangue, che
mi ha ptomesso un'eternità di gaudio, se
sarò fedele alla sua legge. Ho ofieso il Padre
più tenero e più amabile, il Benefattore più
disintetessatamente generoso, l'amico più
fedele: e, quel che accresce a dismisura Ia nria
colpa, l'ho oltraggiato essendo Egli presente,
e mi son serrrito degli stessi suoi doni per
ofienderlo, e ciò non una, ma cento, innu-
metevoli volte: ho abusato persin del suo
perdono, prendendo quasi coraggio a pec-
care dall'eccesso della sua misericordia.
Quale ingratitudins, o Siguore, quale au-

9.4 Page 84

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-86-
dacia fu la mia! Appiè della vostra Croce,
riconosco tutta l'enormita della rr.is rnelizis,
e col cuore straziato vi doma:rdo perdono
di tutte le mie in-fedel1à s lifuellioni, di tutti
i miei peccati!
20 E chi sono.io, che ho avuto l'ardire
di offendere la vostra Maestà infinita? Una
fragile foglia in balìa d.el vento (r): urra
cre4tura vilissima, più vile del sordido ver-
miciattolo, della polvere, del fango, della
putredine: ecco chi è che ha osato insorgete
e ribellarsi coutro di Voi, Signore Oonip"-
tente, anteporre iI sùo orgoglio sconfinato,
le sue voglie pervefse alla vostta santissima
volontà: insultare con le sue azioni e forse
talora con t"stummi" al vostro amore: che
awebbe voluto, abbattere, aanichilire il
Creatore, il Redentore, il Padre dell'anima
sua! Ohl mio Dio, perdonate a questo mostro
di superbia e d'iniquitàl Mi pento d'aver
ric"mbiato con sì nera ingratitudine i vostri
benefizi. Abbiate pieta di questo figlio di-
sgraziato! Aiutateni a cancellare, colla con-
fessione e la penitenza, i peccati clella mia
vita passata: rivestitemi dell'abito santo
ddla preghiera, e delle armi dell'umiltà, del
raccoglimento, del sacrifizio e della perse-
v*af,za, petch'io non abbia più a commet-
terne in awenire.
30 E per qual ragione vi ho ofieso, o
(r ) Foli"- quod vento rapitur (Iob, XIII, z5).

9.5 Page 85

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-87-
Gesù mio? Per un capriccio momentaueo,
per un vilissimo interesse, per una passione
vefgognosa, talora per ,, oo1111trlla: non ho
saputo farmi quella leggerissima r.iolenza,
sopportare quella piccola ingiuria, rinun-
ziate a quelf ignobile soddisfazione. A Voi,
o arnabilissimo Gesù, BeTTezza inf,nifu, ersa-
tore e Redentor
le creature, il
aostro,
fango,
a Voi ho
Barabba!
p-Qreufearnittoo
debbo con-fondermi e vergognarmi di così
Sfaude cecità! Fatemi conoscere, o mio Si-
gnore, tutta l'immsn54 melizia delle mie
co\\re: fate ch'io le pianga con tutto il
cuore, e concedetemene il
ai vostri piedi, rrmiliato
perdono! Eccomi
è contrito: Gesù
mio, misericord.ia!
gliPrAirfnieattdi ,ie, fip,nroirpeolsaitimaedpitaagzi.on9e4. si leggano
II.
EmB:r-rr DErr pECCj,To.
ci-
ro.Il
priva
peccato
di Dio,
è il som-o
sorrmo tra i
dei mali, perchè
beni: esso-è anzi
la cagione di tutti gli altri mali, e del corpo
e dello spirito, g lefrporali ed eterni. peì-
cando mi sono allontanato da Dio, ho per-
duto la 5114 amiqizis: da figlio predilètto
ch'io ero, son divenuto un ribelle,:un tradi-
tore, un mostro d'iugratitudine, un novello
crocifissore di Gesù Cristo: sono incorso nella

9.6 Page 86

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-88-
sua giusta collera. Ho io mai pensato seria-
mente a questi terribili efietti del peccato?
Ho io rifletfuto che peccando mi sono messo
tra le schiere di Satana (r), verideudogli a
vJ. prezzo l'anima mia? che, come a"fierma
S. Basilio, mi son reso più colpevole degli
stessi crocifissori di Cristo (z): che col pec-
cato attiro sopra di me ogni sorta di sven-
ture (g), e soprattuttomiespongoalla morte,
alla dannazione eterna? Insensati che siamo!
Temiamo tanto la morte d.el corpo, e siam
quasi indifierenti a quella dell'anims! (4).
Voi, o Gesù, avete pianto sulla tomba di
Lazzato, e io non ho una lacrima, non rul
gemifs per la morte d.ella povera anima mia!
Ohl quant'è mai freddo, duro, insensibile
questo mio cuore! Voi, tlalla Ctoce, mo-
strandomi le piaghe aperte nelle vostre cafld
dai miei peccati, m'eccitate alla compas-
sione e aI pentimento, mentre mi offrite il
petdono: e io non solo non mi commuovo
ai vostri dolori, ma persistendo nella colpa,
rifiuto la vostra ffiisericordia. Ah non più,
(r)
niam
Qui facit peccatum, ex
ab initio diabolus peccat
diabolo est: quo-
(.I loan., LIl, 8).
(z) Iudaei, qui Deum crucifireru:rt ambulan-
tem in terris, miaus peccaverunt quam qui of-
fendunt sedentem in coelis (S. DroN.).
(3) Malorum smnirrm causam constat esse
peccatum (S. IolN. CRrs.).
(4) MoÉem carnis omnis homo timetl mortem
animae pauci (S. Auc.),

9.7 Page 87

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-89-
non più, mio Dio: eccomi ai piedi vostri.
Riconosco la malvagità del mio procedere,
e emaramente mi dolgo di essermi allon-
tanato da Voi.
Vi prometto di non più offendervi in av-
venire, e di tener sempre viva in me la me-
moria dei miei peccati, per piangerli e de-
testarli finchè awò vita.
zo Ma v,è d.i più. I.,eninl, finch,è rive_
stita della grazia, forma l'oggetto delle com-
piacenze di Dio; ma col peccato resta insoz-
zata di luritlo fango, da regina diviene
schiava delle passioni più vili, e per tal modo
si rende odiosa agli occhi dell'Altissimo che
vede in essa la 5sa imm6gi11s elrifoilmsnfs
sfigurata, e vilipeso il cuore da Lui destinato
ad esser tempio dello Spirito Santo. E i
meriti accumulati in taati anri e con tanti
sforzi? Tutti miser4mdlte perduti! Ahl
com'è triste e compassionevole 1o stato
d'abiezione a cui il peccatore, novello figliuol
prodigo, si riduce! I.'anima sua era stata
destinata da Dio al possesso del Cielo, a
godefe eternamente delle sue perfezioni,
della sua beTTezza e felicità infinifs; ed egli
peccando l'ha votata alf infeneo. Idd.io
viveva in essa, la nutriva e fortiEcava colla
sua grazia: il peccato separandola da Dio,
le ha dato la morte (r).
(r) Anima quae peccaverit, ipsa morietur
(Ezech., XVIII, 4).

9.8 Page 88

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-90-
Chi commette il peccato è un omicida,
dice Tertulliat:ro:. anzi un suicida, petchè
non toglie la vita ad ua estraneo, ad r n
nemico, ma a se stesso (r). Quale sciagural
Che risolvi, anima mia? Hai tu commesso in
passato tale delitto? Ti trovi forse tuttora
in si misera condizio[e? Ah non temere, apri
il cuore alla fiducia. Non vedi che Dio t'apre
le braccia e t'ofre iI suo perdono? Grazie,
o Padre emorosissiinol Pentito e fiducioso
mi getto in seno alla vostra misericordia
infinita!
30 Infelice peccatore! Nonico d.i Dio, og-
getto d'esecrazione ag1i. occhi d,i Lui, spoglio
d'ogni merito, tormentato dai rimorsi, tra-
mutato in carnefce, in demonio, posto sul-
l'orlo di un abisso dove la morte può da un
momento all'altro precipitarlo per tutta
l'eternita! Ah! mio Dio, questo duaque fu
il mio stato miserando, allorchè ho avuto la
dqiusaglreazviaergdoigonfaiednodleorrvoisl aQiunavlaedeagjitnazioqnuee,-
st'istante il mio cuore! Ma insieme quanta
gratitudine io sento per'Voi, Ssntà infinita,
Padre amautissimo, che tante volte mi
avete perdonato, e che ancor oggi mi chia-
mate, m'incoraggiate, m'airrtate a risorgere,
mi stringete al Vostro Cuore!
(r) Homicida est qui admisit peccatum: quae-
ris quem occiderit; r.o[ extrar].eum, non inimi-
cum, sed se ipsum (TERT.).

9.9 Page 89

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-9r-
lflrrminsfs dalla vostra grazia, vedo con
insolita cuvratezza le terribili conseguenze
del peccato: pinngo e detesto la mia ingra-
titudine, e coi sensi della più profonda con-
trizione vi chiedo perdono tlei miei peccati,
soprattutto di quelli in cui sono caduto più
di frequente, di
che mi tlegrada e
qmuietlileanpeesrvcehrisaavo".6Ni6odninmei
rigettate dal vostro cospetto, o Dio delle
misericordie: siatemi largo di perdono e
d'assistenza. Confido nel vostro aiuto, e vi
rinnovo la promessa cli non più ofieuderrri
in awenire.
Pri,rna d,i.
gli Affetti e
fini.re la meditaz'ione
propositi a pag. 94.
si,
leggano
rII.
CASfiGEI DEI, PECCATo.
ro fmpariamo a co[oscere e detestare
l'enorrne mqlizia del peccato anche dai ca-
stighi con cui esso è ptni16 da quel Dio che
pure vuol essere chiamato ed. è vetrmente
il Dio delle misericordie. Un solo peccato
mortale bastò a mutare l'Angelo più bello
del Cielo nel mostro piìr oribile, a precipi-
tane milioni di spiriti celesti nei tormenti
dell'infi:rno! E fu un unico peccato, com-
nlesso rn u:r istante, fu il primo peccato, fu
un peccato di pensiero! E si trattava tlelle
creature più elette, dei prlncipi della corte

9.10 Page 90

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-92-
celeste! e furon puniti in modo così terribile
da gn Dio irfinitamsnfs sapienfe e giusto,
che conosce a fondo e rettamente misula
ogni nostra azione: da un Dio infinitÀmente
misericordioso, che non vuole la morte del
peccatore, ed è più inclinato al perdono che
asel rceasatiigvoo! sQturiaonctocheisielcrpaebcilceactolu,noqume ido.evD'eios-,
se così inesorabilmentè lo castigate nei
vostri Angdi! Ma allora quali supplizi sa-
reflflo risefbati a me, che ne ho commessi
ta:rti e così gravi?
zo IJn solo peccato morta-le fu sufficiente
a spogliare i nostri primi progenitori della
giustizia originale, a sbandirli dal Para-
diso, a renderli soggetti alla motte e a tutte
le miserie dsll'anima e del corpo, a iaabis-
sare I'rrmanita intera in u:e ocearo di di-
sgrazie e di mali. Passiamo in rassegna col
pensiero tutti i mali che furouo, soflo e
saranno, tutte le malattie, le pestilenze, le
carestie, le guerre, le rovine, le morti più
atroci, le lagrime, i gerniti, le agonie, il
sangue, la crudelG, i delitti più nefand.i:
qual è f inf6161a cagione di tutte queste
cose? Il peccato, nient'altro che il peccato (r).
iQl umaanst'sèimdouudqeuiemgaiuli!stDoechh!'ifoatleo,
tema come
o mio Dio,
che considerando la terribile severità. con
(r) Malorum omniuta flostrorum causa pec-
catuft est (S. Auc.).

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

▲back to top
_93_
cui avete punito r:a solo peccato, io impari
almeno a temervi, poichè finora non ho
imparato ad amarr.i (r). O mio Gesù, che
per tanti erni rn'syg1" tollerato peccatore,
accogtetemi oggi contrito e penitente nel
vostro Cuore amorosissimo (z).
30 E alcora non basta: non solo dei mali
dell'uomo è origine e causa iJ peccato, ma
dei tormenti, della Passione di un Dio! Sì,
Gesù mio, è 1à, nell'Orto degli Olivi, nel
pretorio, sulla rietta del Calvario, è ch'io
devo imparare a conoscere tutta l'esecra:eda
safizia del peccato. Voi stesso, t'Unigenito
del Padre, uon foste risparmiato d.alla
Divina Giustizia, qua:rdo per salvarci v'ad-
dossaste tutti i nostri peccati! Per lavarue
l'orribile macchia, per placare l'ira del-
l'Eterno Padre, fu necessario che spargeste
il vostro preziosissimo Sangue, fu necessario
che moriste sopra un patibolo iufeme, Voi,
Uomo-Dio!
Ora, comprendo, mio buon Gesù, qual
male gravissimo, quale mostruosa ingrati-
fudins, qual esecrabile delitto sia il peccato.
Ah! perchè non mi si sprezza il cuore dalla
pena, perchè le lagrime non mi sgorgaflo
dagli occhi, petchè ron prorompo iu gemiti
(r) Discam timere te, si nondum didici amare
te (S. Auc.).
(z) Da misericordiam misero et poenitenti,
qui tamdiu pepercisti peccatori (S. RER-'§.).

10.2 Page 92

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_94_
di pentimento e d'amore, alla vista del
vostro Sangue, tlei vostri spasimi, d'ella
vostra agonia e morte atrocissima?
Eceomi ar vostri piedi, o mio Dio! Sono
un peccatore, sl, ma sono pur sempfe vostro
frglio: figlio tlei vostri dolori, figlio del vostro
sa.ngue! Perdonatemi, D'ora innanzi non
più ingratitudini, non più peccati: ve lo pro-
metto di cuore, ma Voi rawalorate questo
mio proposito colla vostra grazia.
Afrettl e Ptopositl.
O Creatore, Pad.re e Redentore dell'enima
mia, io mi vergogno e mi pento d'avervi
tante volte e così gravemente ofieso' In
questo istante ho dinanzi il cumulo dei miei
fseleczczaati,ilriccuoordreo
tutte le mie
al pensarlo,
iniquita; mi si
ma purttoppo
mia vita non fu che una serie tl'ingrati-
tudini, una catena non interrotta cli peccati.
Fotse non sono stato un sol giorno senz'of-
fmeinedceorvlpi;e:tulettopohteonzinesodzezlta'atanimqeal,fai nsgecnisdi edlleel
coqrc, i beni che la vostra bontà m'aveva
largito, e ch'io avrei dovuto santificale con
unà vita esemplarmente cristiana! Quale
abuso, quale slealtà fu la mia!
Oh tlolorosi ricord.r! Dall'infanzia all'ado-
lescenza, dalla gioventù all'età matura,
all trqtnouto dgi miei giorni, sempre sono
stato un ingrato, mai uon ho cessato di ofien-

10.3 Page 93

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-95_
dervi, con pensieri, desiderii, parole, azionj,
scandali! Tutto mi è presente: quelle letture,
quelle pratiche, quei teatri, quei' disordinil
O mio pio, quale con-fusioue! E quel che
più m'atrigge, è il pensare che ho commesse
tutte queste ingatitudini, tutti questi
enormi- peccati alla vostra ptesenza, mentre
Voi mi ricoLaavate di benefizi, mentre coi
tesori delle vostre grazie e colla promessa
mdeel sCsiieldoomp'oinvaivtaevratreiceavdu"tronatrarrni:teIihvoolctoemi-l
vostro perdono: dopo quegli avrisi del con-
fessore, quei ritiri, quegli Esercizi Spirifuali,
dopo avervi albergato tante volte nel mio
cuote, dopo aver d.ato tanti buoni consigli
agli altri! Ahl mio Dio, perdonatemi! Èo
vetnmente bisogno che usiate coa me tutta
Ia vostra infinifa misericordial Ouendo con-
sidero che avete punito in m&o cosl ter-
ribile un solo peccato cor:rmesso dagli A:r-
geli e dai nostri progenitori, tremo e mi
confondo aI pensiero aei castigUi meritati
d1 me, che così spesso e con tanta malvagità
vi ho ofiesol
Eccomi, o Gesù mio, a piè della Vostra
croce, su sui vi hann6 confitto i miei pec-
cati. Sì, sono stato io a contristarri flnò al
sudore di sangue, a flagellarrri, a corona-rvi
di
iI
spine, a
pensare
crocifiggervi! Quanto mi rattrista
che di figlio mi feci vostro came-
fmicei ,soiettneioseammep1re65lp5asdim.r6e,Rveodei nmtoirea! pMraiteVolei

10.4 Page 94

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-96-
braccia, ed io corro come iI figliuol prodigo
a gettarrni in seno alla vostra [qnf] infinifu.
Mio Dio, ve lo prometto col cuore sttaziato
dal dolorel non più peccatil Mi allontanerò
da quelle occasioni, fuggirò quei pericoli, mi
sforzerò di vincere quelle difrcoltà,
mare quella passione. Calpestando
di'do-
il mio
orgoglio, m'accuserò con coraggio, con
umlta, con lagrime di pentimento, di quei
peccati dei quali sento maggior vergogna.
eol'arma potente della mortiE.cazione, collo
scudo della preghiera, col ricordo frequente
della morte, e più ancora colla freciuenza
dtoetiaSlmaecnr"tme ednatli,mfaioròcudoi.rteu! tEtoccloleir
sradicarli
miei.pro-
positi di questo Eser'cizio di Buona Morte,
Voi rawalorateli colle'benedizioni d.el vostro
afilofe.
Maria Ausiliatrice, Rifugio ?moroso dei
peccatori, questo vostro figlio ingrato e col-
pevole sì, ma.s14 rrmili4fe e pextito, viene
a cercare conforto ed. aiuto nel vostro Cuore,
sotto il manto del vostro patrocinio: deh!
siatemi oggt e sernpre Madre tenerissima!
Così sia.

10.5 Page 95

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QUELLO CHE NON SAPPIAMO
DELLA MORTE
I.
NoN sapptAMo guA-NTDo \\,ERRì..
ro Nessulxo conosce il giomo, l,ora, l,istante
della sua rxorte, Eppure essa ci e vicina (r):
locelgens.uiseegmivopinrtefrioma,iemf.iaieSncteehcio.anOd"go"nuci taiisnlctaroinl"itesi,uofffgiicln.iiUo.treÉill,
ptel*cadr1'onr.yo)r9e"lernlm'lo*oocpn+o.uiarlntrpotaef.etdilg_,eta.aSf_it,cooncfoe-nnshoausnuodeenoetasolmolgci'optenian,:cgiatnntdaeeen.l!tosnnairrmnodrrtugoooiu,dtliiotàacnooatogi.arunpngontEiqroodniirùu:d.iieedauaassOdtnieàninesg"fiqina,nit:um*iceomrbpeoeiiniias,ilslbrleaqtèaoeacaushttafetamcetooin"atÈre"g"o7tdifa"itaaoiecst*d,vromuu"enen_slloio__r_"iii
. (r) Ubique tam prope est,
se prope ostendit (S. BERN.).
sed
non
ubioue
7 - Esqcirio di Buna Mqu.

10.6 Page 96

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-98-
rìine sterminata, rron uflo conosce in ante-
ced.enza
loro che
l'ora della sua
la malattia ha
morte' Persino co-
stremati di torze e
ridotti in condizioni disperate, continuano
aaosv5leui*mintdlle"latui.iumvdore.eQòe,nnbr"tgsou"ìicn"sl,itatiaeg-afcziaulhzstdrapeari:cefsufargiuadnnll4:rol.eemsuloanemnlneoemitloldpaso'uiusrcgtnuilenlutleloea'ec:rcotcieàgusi,iirotseqrrneomuepppema,prgreotoal--i
dalla moÉe (r), e
avuto l'esistenza,
una vita lunga,
ai ,* gi"*"," di
uou"tt"- che in
che Iddio, da cui abbiamo
rLof,- solo non ci promette
ma nefilmeno ci assicura
ql-u'eoltl'to.raAanpzpi uSn'toPainolocucii
sarà maggiore la tranqt:'illità e la. sicurezza'
soDraweffà repentina la morte (2)' Jl; mu-
tilL iflrrd"t i: 6hi è nato deve morire (3);
e d'altroncle anche la vita più luaga appar
buQrtue"va-e,le" acflosl.lo.ìiap"rlpagSgiiudtnuegstetirtoleercdaieòlllaachmveiotafritneli,usnpceegrac(h'4e)e'
(r) Uno tarrtum gratlu... ego morsque divi-
dpi"m(àztuìiorC"(tufmeRisedsgiu=.,peXerrinXvet,npì3ta1.ixnteertitsuescu(IritTahse, stsu',rYc ,3rel--
(3) Natus es, moriturus es (S' AUG', Serna''
CCLXXIX' 9).
raì Etsi ionea
videtur
aetas,
cum
venerit
mors'
brèrri"
["i"i,
quia ftxitur'
"tot"o"to""reitusrt,.'(§. Ave., 'in
Quidqui{tner-r
Ps', C.XX' ro)-

10.7 Page 97

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-99-
non si teme la vita peccaminosa (r), Si
fa.nno tanti sforzi per vivere un po' di più
sulla terra, e pressochè nulla per non morire
mai, per vivere eternamente (z). Si teme
iI quando e non si
timenti susgitalo
teme il
in me
come! Quali sen-
queste conside-
raziòm?
zo Nelf incertezza dell'ora della morte
dobbi"m6 riconoscere un'alaorosa dispo-
sizione della Provwidenza (3). Iddio ci na-
Isdiciosneadsnestiiflc'fuohsli"s"tmerooefgiteuiotttritnviorm(4de)e,nlcltaoemvlie'utalst,eimaccoicai.osccNcuohaèno
vuole farci conoscere l'ora in cui saremo
chiamati, acciocchè siamo sempre disposti;
non vuole preawisarci del gioneo dellà resa
dei conti, atrnchè teniamo sempre in ordine
ogni nostra partita. Oh quanto è mai graflde
l'umana debolezza, e profondo l'abissò dela
nostra iasipieuza! Non sappipmo l'ora.della
morte, anzi sappiamo ch'essa, come il ladro,
(r) Sed tu cirpis habere longam vitam, et non
tximx(ze,)s4.ph).uaibetarentma aalgaims
vitam (S. Avc., Serrn.,
ut paulo serius moriaris;
age aliquid ut numquam moriaris (S. AvG., Serm.',
CCCII, a).
(3) Magna eius mlsericordia, et in hoc diem
witae tibi incertum fecit (S. Auc., in ps.,
CXLIV, rr).
(+) f,atet ultimus dies ut cibserventur omnes
dies (S. Avc., Serw., XXXIX, r).

10.8 Page 98

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-IOO-
verrà nell'ora in cui è meno attesa; eppue
seguitirmo a peccare, come se tale terribile
sCehiet"nfaareniorinmfoàssseesntaeta
pronunciata per noi!
conoscessimo l'ora?
Forse ne prend.eremmo ansa a moltiplicare
i peccati lr)l Rendi"mo dunque grazie a)
Silnore che ha voluto lasciarci nell'incer-
tuza Àgmrdo al nostro ultimo grorno (z).
Ma soprattutto, poichè non siamo
domani, non aspettiamo domari
sicuri del
a erlen-
tlarci (S).
qoOlto",rrimàaa
mia, non è in tuo potere di
1o è di viver bene: non sar
vivet
quale
sarà l;ora della morte, ma sai che da te di-
p-Cehnecdleecsidai?atiSfiacraerseti
tutte quelle d'ella vita.
preparata oggr, in questo
mSbruoewmvieae,s-ptnooo?tnreEsptipendroiclannzeiaoànvieihrnenèreirsecpuiasùen.ciRlori^apte?emtiF1rrtcau.
Drrre corr gererosità e risolutezza le parole tlel
i'rofeta: Éccomi prouto, o Siguoré, ora in-
ssmincio (+). Ah sì, mio Dio, d'a questg
istante voglio vivete una vita degna di Voi,
da(ier)'pSeicsctaattauisdseetsdeiceumritoamtenib(Sus.,Afaucce.r,eitnabPu:sr.-,
CXLIV, rr).
(z) Domine, tibi gratias ago, Qg1 hrriu5.!'i1as
dtÉum d.iem et brevem esse voluisti et incer-
lrrm (S. .Lvc., Serrn,, CCCI, t9).
(3) Corrige te hodie, propter cras (S. Auc.,
Sevw., I,XXXII, Tz).
(4) Nunc coePi (Ps., I,XXVI, rt).

10.9 Page 99

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-IOr-
per meritarmi di fare una sarta mor.te e di
essere vo§tro etetnamente.
30 Quando verrà la mia volta? Lo ignoro.
Questo so, che la morte non gua^rda ifl
faccia a nessuno: non'rispetta gioventù
vecchiaia, robustezza ingegnÒ, e
non si arresta neppure dinarzi al trono e
alta tiara. f vecchi l'haano atle porte: i
grovani sono esposti alle sue insidie atl
ogni istante (r). So che niun uomo, niuna
età può farla pur ritardare dr un punto:
che tutti 5iams inqalzati ad ua modo: che
la vita stessa può considerarsi, come un
morbo inguaribile che ci trascina alla
tomba (z).
Puoi morire mentre fai questa medita-
zione, dutante il passeggio, a tavola, in
mez,zo ai diveriimenti, nel sor:ro. Ma quel
che deve incuterti maggiore 'spavento, è
che potresti morire mentre hai il peccato
aell'anima, anzi nell'istaate medesimo in cui
lo stai commettendo. Quanti infelici furono
sorpresi dalla morte mentre si compiacevano
in pensieri e desiderii peccaminosi, reentre
tenevano conversazioni contrarie .e.ll6 flgr
cenza o alla carita, owero nel punto in cui,
con la seduzione e 1o scandalo, trascinavano
altri aI maI fare! Quale terribile d.isgrazial
(r) Senibus est in ianuis, iuvenibus in insidiis.
(z) Morbus hic necesse est ut
ducat (S. Aoc., Serm., LXXVII,
mortem
r4).
p: er-

10.10 Page 100

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-IO2-
O anima mia, perchè pensi così poco a queste
salutari verita? Perchè vivi in tanta sicu-
reizza, come se d.iportlesse d.a te fi.ssare il
giorno della tua morte? Non è forse una
vera pazzia il vivere anche solo un'ora in
ur1o stato in cui non si vorrebbe morire,
sapendo che in quell'ora anpunto potrebbe
7a morte sorprenderci? Eppure quanti,
nofl un'ora, ma giorni, mesi ed anni inted,
vivono schial'r del peccato, spensierata-
mente, come se non dovessero morir mai!
E forse anch'io sono del numero! Quale in-
sensatezza deplorevolel Orribile cGsa è
questa, tlice S. Bernardo, che può condurci
all'eterna rovina!
gliP. vA'ifrrneattdi ,ei fip,nrio,rpe ol,saitrinaedp'itaazg'.ionueos. i leggano
II.
NoN saPPrAMo COI\\@ SENI. LA NOSTRÀ,
MORTE.
ro Non solo ignoriamo il tempo della
nostra rnorte, ma anche tutte le altre circo-
51qnzs fi essa. Moriremo d.i morte lenta o
repentina? Nessrro lo può prevedere. Può
ilarsi che essa si annu:rzi a noi con qualche
malattia, ma può anche. piombarci addosso
all'improwviso. Può essere ura congestione,
una srucope, e separarci pet sempte d.al
tempo e inabissarci nell'eternità. Ma anche

11 Pages 101-110

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11.1 Page 101

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-ro3-
supponendo che la nostra morte abbia da
essere preced.uta da una l'nga malattia,
ignoriamo però se godremo l'uso delle nostre
facoltà mentali fino agli estremi istanti, o
se iavece il delirio della febbre od una com-
mozione cerebrale non ci farà perdere la
conoscenza. Non sappiamo s'essa ci lascierà
o no il tempo e la possibitta di ricevere i
Salti Sacramseti. Aveva ragione quel filo-
sofo pagano: si nasce futti allo stesso modo,
ma in molti diversi modi si muore (r). Ep-
pure quaate illusioni mi vado facendo io
pure circa iI genere della mia morte! Ho
già accompagnsfo sl cimifsro tante persone
morte repentinameute e non penso, non
vogto peusare che tal sorte può toccare
anche a me. Nella sperrhza d'aver .poi
tempo a prepararmi convenient"meute aI-
lora, trascuro di fado adesso. E se invece
me ne mancasse il tempo? Se cadessi tra-
mortito in questo istante medesimo? Anima
mia, pensaci seriamente, e fa subito quel che
forse al momento dellamorte nonpotrai fare.
zo Dove morirò? In casa mia, uel mio
letto, attorniato da' miei cari, owero in
terra straniera, per istrada, senz'assistenza
d.i sorta? Iddio paragona la morte alLadro (z)
(r) Eodem modo nascimur, multis morimur
(SrN. ro Controv.);
(z) Veniam
ru, 3).
ante
te
tamquam
lw
(Apoc.,

11.2 Page 102

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-ro4-
e alla nave (r), quasi a ricortlarci che per
terra come pef mare sonò innumerevoli i
pericoli, le insidie che ci tentle la morte:
terremoti, inondazioni, incentli, burrasche,
fulmini, scontri ferroviari e disastri d'ogni
genefe.
E acciocchè il pensiero della morte fqsse
incessantemente scolpito nella mia mente,
il Signore ha disposto che ogni cosa ayesse
a ricordarmelo. Nasce e muore il sole (z):
si dilegua.no i giorni, i mesi, gli nnni: si
estinguono nell'aria i suoni: si disperalono
i profi:mi dei fiori: il cibo, il vestito mi
parlano di piante, di erbe, fi anima[i a ssl
fu tolta la vita: la casa, i mobili, i libri, prima
che a me hsnns fs15g già appartenuto ad
altri che uon son più.
Tutto insomma è ad attestarmi, a ri-
cordaf,mi ch'io pure cotrÒ verso il medesimo
destino, che non v'è scampo di sorta, che
morirò inevitabilmente, che nou rre conosco
il luogo, l'ora. Come mai d.unque il p"o-
siero di questa legge inesorabile uon mi
scuote, non m'induce a cambiar vita? Mi
sento predicare continuamente queste verità,
le vado alazi io stesso predicando agli altri,
e non mi decido a lasciar il peccato, a evi-
tare quell'occasione, a fuggire quel pericolo!
(r) Et tamquam navis, quae pertransit fluc-
tuantem aquam (Sap., V, ro).
(z) Oritur sol et occidit (Eccle., I, 5),

11.3 Page 103

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-ro5-
Aaima mia, non sei dunque persuasa che
la morte sa^rà il riflesso della vita (r)? Aht
se v'è chi non si scuota allo scrosciar di
questo tuonÒ costui non dorme, ma è morto,
dice bene S. Agostino (z).
30 In che modo awerrà ta mia morte?
Lo ip.oro. Sono t"nti e così d.iversi gli strali
ch'essa ad.opera per colpircil Del resto ci
vuol poco a troncare il sottilissimo filo della
nostra esistenza: ba.sta qualche volta la
miniraa &ascuratezza, l'accidente più iusigni-
ficante: un'iatemperanza uel cibo, un'insòla-
zione, un fungo, un'infezione, una puntura
tl'1So, qn ilispiacere, talora persinouna gioia.
Dov'è che la morte non sia in agguato
1pr sorprorderci? Essa è dentro e fuori di
noi: ogni eta, ogni parte del nostro organi5als,
ha le sue molteplici malattie: tutti gli esseri
d.ella natura, le stagioni, lg infemperie, i
pericoli di osoi genete, possono servirle di
strumenti a rapirci la vita.
e l'esperienza d'ogni gionro
Miuasssoelsèfitcmoen-fs
lo comprova
tvza, come
m- aictoamneti
mai tanta spensiera-
peccati? Come mai,
adnicBheuodnoapoMaovertref,aitotoctai npteenvsooltceols'Eì speorccoiz, ioe
5empr€
p"orerrpararmi
nuovi vani pretesti
convenientemente al
difisri5s6 fi
gran passo?
(t) Qualis vita, finis ita (S. Auc.).
(z) Ad, tam magrxum tonitruum qui non erper-
giseitur, non dormit sed moÉuus èst (S. Auc,).

11.4 Page 104

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_106_
Quale stoltezza! Persil.o chi ha già quasi
un piede nel sepolcro, non è pr:nto aflcora
persuaso dt dover morire! « La malattia
non è moftale », si va drcend.o, e parenti ed
ami6i son malintesa compassione, si sfor-
zano di n€$coudere Ia realtà, I'imminenza
del pericolo. E intanto soprawiene quella
notte tenebrosa in cui non è più possibile
operare il bene. « A Pasqua sistemerò i
conti dell'anima mia», dice a se stesso quel
,d.isgraziato, come se fosse sicuro d'arrivarci:
e la morte viene a mieterlo prima. « Mi pre-
parerò quando sia ammalato », drce u:r
altro: ed ecco che repentinameute, quasi
senza malattia, passa dal tempo dl'etemità.
Ma non son questi forse gli stolti ragio-
nrmenti che ho fatto io pure in passato?
Anzi, uon mi vado ancor oggi cullando nella
inganng'v6ts petsuasione che non mi man-
cherà più tartli tempo e modo di prepatarmi
a morir bene? Intaato però non mi sento il
cuore pienamente tranqtillo: quella con-
fessione uon mi ha dato la pace: quel pec-
cato ho cercato piuttosto di nascond.erlo che
di confessarlo sinceramente: quegf inte-
ressi non gli ho aggiustati come dovevo.
Che cosa aspetto? Sul'wia, voglio seguire
anch'io il consiglio di S. Ambrogio, abi-
tuarmi cioè ogni giorno a morire (r). Voglio
(r) Sit nobis quotid.ianus quidam usus mo
rientli (S. AMBRos.).

11.5 Page 105

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-ro7-
soprattutto cominciaf subito a vivere santa-
mente, per potere, quando sia la mia ora,
santrtreute morire (r).
glPi rAirfnreattdi ,ei fipnri,orepolsaitinoaedp,,iatagz,.iontteos.,i leggano
III
NoN sApprAMo guEr. crq cr i.tmrvon oopo
I,À. MORTE.
ro Nelf ista.nte supremo della morte, il
maggior turbamento sarà prodotto in noi
flal!'incertezza su1 destino che ci attende al
di della tomba. Vi furouo delle saate per-
soue, che anche dopo una vita tutta spesa
nel seryizio di Dio e per il bene delle a.nims,
erano in quell'ora angosciosarnente agitate
dal pensiero d.ella loro sorte eterna. Quale
non sarà dunque allora la trepidazione delle
arime rilassate, lo spavento degl'infelici pec-
catori? Che sarà di nol, appena la morte
artà troncato il fllo della nostra terrena
esistenza? Dove and.remo? In paradiso? Irr
purgatorio? All'inferno? Saremo felici eter-
nemeflte, o eternarnente disgraziati? Qudi
terribili domarrde! Quale angosciosa incer-
tezza! Che rispondi, anima mia?
zo Sappiamo che il co4to sarà pasto tlei
vermi: che il ricordo de1 nostro nome, Ia
fama delle nostre inxprese, si perderà col
(t )Forma vivendi est motlus moriendi (S. Auc.).

11.6 Page 106

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-ro8-
suono delle campÉule qntruazia;ati iI nostro
passaggio all'eternità: nulla però sappiamo
delle sorti fl6['anim6, nÒstra.
Proprio nulla? Noq è esatto: qualcosa
sappiamo anche a tale riguardo, per non dir
molto: sappi"mo infatti che la nostra sorte
etenea dipende dalla nostra vita: che chi
a\\'rà temuto 'e
estrema godrà
servito il Signore
un'inefiabile gioia
aell'ora
(r): che
la sua morte sarà preziosa e gli apporterà
guadagno: che al servo buono e fedele sarà
data l'èterna mercede: che terribile e dispe-
rata sarà invece la morte del peccatore im-
lpnitente: che la giustizia diviaa 1o re'tri-
buirà. secondo la misura delle sue iniquità:
che la malediTione cadrà sul suo capo, sepa-
randolo per setnpre da Dio e precipita"ndolo
nelf inJs:ro, dove sarà tormentato d.a un
fuoco inestinguibile.
Ma se l'uomo sa tutto questo, come mai
può ancora vivere.in peccato, rischiando
di perdetsi eternqmente? Può darsi maggior
demenza? A-h Signore, quante volte io pure
h6 rlimgnticalo queste verità salutaril Che
sarebbe stato di me .se la vostra miseri-
cordia non m'avesse conservato in vita fino
ad oggi? Vi ringtazio, mio Dio, di questa
singolarissima grazia, e Vi prometto che
d'ora innanzi farò di tutto per corrispon-
(t) Timenti Dominum bene erit in extremis
(Eccli,.,, f, r3).

11.7 Page 107

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-Io9-
d.ervi meglio che non abbia fatto p"l p"s-
sato.
ter3roenQiu, aqnutaenpterecooccnuspualtzei,onqiupaearti
gli affari
calcoli e
sacrifizi! e magari non si tratta che della
vendita o compra di un oggetto, d'r:n ani-
male, d.'una casa, di cose da cui, prima o
dopo, la morte ci separera inesorabilrnente
per s"*pre. Ma qua:rdo si tratta dell'snim4,
del paradiso, nessrilxa sollecitudine, flessuna
preoccupazione, Eeppure il più lieve sacri-
Àcio. Un afiare prend.e cattiva piega, e più
non si bada al cibo, al sonno, a
disasi di sorta, pur d.i accomodarlo. Si ha
un debito, e si lavoia, si fatica, si lascia la
patria, emi.gtando nei paesi più remoti-e
inospitali, per raggranellare d.i che soddi-
sfarlol Ma che vadan male g1i a"fiari tlel-
l'anima non ci diamo pensieto: e il peccatore,
anche d.opo aver contratti debiti eaormi
colla Divina Giustizia, si d.iverte, baachetta,
rid.e come se niente fosse, e 5'ingolfa in
nuove lordure, contrae debiti nuovi, mentre
fil1f6 fasilmente potrebbe estinguere gli
antichi. Oh cecità! Oh follia! Si ha l'etetra
d.annazione sospesa minacciosamente sul
capo, e non si vrol lasciare quella compSrgIl]aj
quell'occasione, o tutt'al più si dice: « Vedrò
domani »: l'afiare più importante di tutti
si rimanda ad epoèa ind.eterminata, all'ul-
tima malattia, a quando non si sarà più
in tempo, e sarà inevitabile l'etenea rovina.

11.8 Page 108

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-IIO-
Mi sento pieno di vergogna, o mio Gesù,
al pensare che in passato io pure fui nel
flnmero di questi ciechi e disgraziati! Voi
però, Padre semplg ams165issime, avete
ricoperto col manto della vqstra misericordia
le mie ingatitudini, mi avete salvato dal
fafe una cattiva morte, e pur oggi m'invi-
tate ad approfittare del tempo che m'è
aflcora da Voi coflcesso per pentirmi e di-
spormi ad una morte santa. Grazie, o Gesù:
romperò ogni indugio, vincerò ogni timore,
troncherò quei lacci, farò una confessione
sincera, Vi ricevero con frequenza nel mio
cuore, e viwò come se realmente ogni giorno
dovessi morire.
Afrettl e proposltl.
Aaima mia, quanta predilezione uon t'ha
rlim65f1a1e il Sigqore! Com'è invidiabile la
tua sorte! Mentre taati infelici peccatori
vivonò tuttora lelltqni da Dio: mentre altri
sono stati repentinamente sorpresi dalla
morte senz'aver potuto prepararsi aI grrn
passo: tu invece uon solo sei stata da Dio
rispatmiata, ma per di più favorita colla
grazia del pentimento, del ritorno aI suo
amplesso paterno. Oh .mro Gesù, e che ho
mai fatto io per meritarmi così inefiabile
prefetenza e distinzione? Mi confondo aI
solo pensarlo! Altro nor ho fatto che vivere
dimentico di Voi, che aggiungere peccati

11.9 Page 109

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III
-
-
a peccati, forse per settimane, forse per
meii ed anni, rendend.omi meritevole del
vostro giusto sdegno! E Voi, Amore infinito,
avete dimenticato ogni cosa, per non pen-
sare che at1 amarmi! Voi buon Pastore siete
corso dietro a quest'ingrata pecorella che
da Voi si dilungava, l'avete chiamata colle
più tenere espressioni, e raggiuntala ve la
siete stretta aJ seno, l'avete lavata cla ogni
lordura, per renderla di nuovo degna dd
Cuor vostro! Come riuscirò io mai a rjcam-
biarvi di tanti benefi"i? Che volete ch'io
faccia, o Gesù mio? Ah, lo so qual è il vostro
ardente, unico desiderio, e voglio ad ogni
costo soddisfarlo. Voi volete ch'io mi salvi:
volete ch'io venga tur giorno a godere con
Voi le gioie eterne clel paradiso. Oh eccesso
d'emore disinteressato, quale può
gare soltanto nel cuore di un Dio! I
alber-
vostri
Àospiri, i desitlerii vostri sono tutti a mio
vantaggio: per Voi gli obbrobrii, gli orrori
della passione: per me tutte le tqetezze
della vostra foenfi 5sn2a limiti.
E potrò io resistere ancora a tanto emore?
No, no, Gesù mio: voglio corrispondervi, vo-
glio salvarmi a costo di qual:nque sacrificio!
É poichè la
pende dalla
mia salvezza, la mia eternità d'i-
morte, comincetò fin d'ora a
prepararmi convenientemente a questo passo
decisivo. Troppo abuso ho fatto tlel tempo e
delle vostre grazie per il passato: farò di tutto
perchè ciò non awenga più in awenire'

11.10 Page 110

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Che cosa desideri, ahims rxis, per quel-
f istante supremo? Vuoi morire nella grazia
del Signore? Ebbene l'otterrai, se incòmin-
cia:rdo da oggr viwai sempre luagi dal pec-
cato. Vuoi che ti sia dato di fa-re in punto di
morte ua'accurata confessione? Fa quella
del preseute Esercizio di Buona Morte èome
se fosse l'u1tima, e prendi Ia risoluzione di
con-fessarti con frequenza, settimanalmgnte,
se t'è possibile. Vuoi àvele allora la fortuaa
di ricevere il Santo Viatico? Ricevi fiu cl,ora
Gesù con frequenza, ancle ogni
ti viene perrnesso dal confessore.
giorno, se
Vuoi nou
essere turbato allora da rimorsi, da
preoccupaziorri di afia^fi? Se hai qualcosa
che t'inquieta, qualche legame da rompere,
qualche partita da aggiustare, prowedi
senza indugio. Non ti frdare dell'incerto
domeni: aggiusta ogni cosa oggi stesso. Il
Siguore nella sua misericordia te ue dà il
tenlpo: approfitta di questa grazia, che po.
lrebbe anche esser l'ultima.
Sì, C,esù mio, in questo ,r"ss mi pro-
pongo di vivere come se ogni giorno dovessi
tnorire: sarà uno dei propositi di quest'Eser-
cizio di Buona Morte. Voi che tante prove
rx'avete già dato del vostro amore, conti-
nuate a
temi la
prodigarmi i
grazia della
vostri aiuti, concede-
persevefaflza, siatemi
luce, guida, conforto in yita e soprattutto
nell'ora della mortel
Oh Maria, Madre e .Aiuto poteute dei

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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- II3 _
Cristiani, Voi che pur col cuore straziato
da angascie di morte avete voluto rimanere
a piè della Croce a ricevere gli ultimi aneliti
del vostro Divin Figliuolo Gesù, deh non
m'abbandonate nell'ora suprema: sostene-
temi iu quell'ultima lotta: al vostro Cuore
materno afido la povefa enim4 mi4! 6sso.
glietela tra le vostre braccia ,morose, por-
tatela a Gesù, perchè possa cofl Voi godèrto
eternamente in Cielo. Così sia.
8 - Esqcizio di Buona Mmte.

12.2 Page 112

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12.3 Page 113

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QUEL CHE SAPPIAMO
DELLA MORTE
I.
Seppreuo crr4 rrÀ MoRTE È cpnte.
c-hreo-laI,'emspoerrtieenèzacedrtia,oginnei vgitiaobrnileo:
c'iusegna
alla iua
falce nessuno
il lutto nella
può sfuggire (r).
nostra gamiglia,
Essa semina
strappandoci
ad. una ad una le persoue più care: ìl babbo,
la mamma, i fratelli, le sorelle, i frgli, i pa-
renti, gli amisi.
Altri prima di me henno abitato la mia
icnasqa,uferestqouepnateasned,oinquqeusetastcahiceistata, ,dieri6t1ust1tio,
senz'eccezione sono morti. E così iu tutta
l'Europa, così nel mondo intero: le iscri-
zioni funebri di tutti i tempi sono ad atte-
starlo. Potrarrao esse in altre cose iagann4rgi,
tessere elogi bugiardi degli uomini di cui
( l ) Omlia mors aequa falce secat. I\\Iors aequo
pulsat pede pauperu::i tabemas regumque tuies
(HoRAa.).

12.4 Page 114

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-116-
coproflo i resti: ma in questo son certameute
veritiere, nell'affermare cioè che nessuno è
mai sfuestto alla morte.
Pensi"iu, aaima mia, a questa terribile
verità?
nnzi f
Sai che
ispelle
è 1o
di
stessoldclio
vigilare, e
che ti esorta,
dr fare ogni
sforzo pei prepararti convenientemente aI-
f inevitàUile passaggio? E che! Ci 4ffanniam6
talora pei beni fugaci d.ella terra: preghiamo
per ottenere wa grazia temporale: ci pre-
irariamo con
url co[corso,
ogni diligenza
a un negozio
ad un
anche
esame, ad
dr d.ubbia
importa:llza, e non ci preoccuperemo del pi1
imiortante, del .massimod.ei uosfi negozi?
ith!
posto
c-oiomeDstiro. e, tvtisi srimingoradzoivoerde'aivlesramluitaim-re-
àpveeitnbasblioierùopaodrreetalslarseim,aovromtgee,lioestcpehse'sel osvseeoroas-iiraJaoiin"et"io+pgin9tli
tempo al disopra d.i qualunque ,altta mia
preoccupazione!
zo Anche la fed.e, colla sua voce autore-
vole, ci ricorda la stessa verità,: STaTUTITM
rst (r), è decretato da Dio onnipotente ed
iUaùUite, che tutti debbono morire. QuaI è
mai quell'uomo, dice il Profeki, che non sia
per vèdere la morte? (z). O uomo, sei fatto
rx(,r)szS\\.tatutum
(z)-Quis est
es hominibus semel
homo qui vivit et
mori
,1or
(flabr.,
videbit
mortem? (Ps., I,XXXVII' +S).

12.5 Page 115

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di porvere,
l,'acqua dei
f"irrm*;i
;:;
corre
aI
ritomerai (r).
mare, l,umarùta
satlasseupaolrcnroa.rcTia",t*in"
può
questa
arrestarla in que-
coisa vertiginàsa.
Sia. pute h:nga e felice la fua vita, il-gioneo
gdre-l"lTaomionrtcer-rvi eturràpuaraec,hcepeorgCtet .gVdei rroitqtiu-e;l
sarure, sarat
e do-po una
steso sopra un
malattia l'nga
letto di dolore,
o breve, sarai
moribondo, agonizzaate, m-orto. Anima mia,
non awai rimorsi e rimpiauti in quell,ora
suprema? Perchè non ti decidi a d.isiàccarti
risolutam_srte dal peccato, che può
causa della tua perdizione eteràa?
essere
Iddio
stesso te ne addita lua, frezzo efficacissimo.
r$icotrudlta9t.i
le opere
del tuo
in eterno (z).
tue, dice lo
ult:mo fi:re e
Spirito Santo,
nàn peccherai
umdceaooMlmtltaltioav.iprlesteri'aaadtlfieflcialcfanoupnndadaosiennsldoliia,oi anvvpliiol,eraltperùrrei:ecresmesvrcaeciotarafetfrredeòfgrpirigpmlseeeDrLvsveezicoricdalatépnetIoetlei:ir
mezzida loro usati souo inefi.càcì, perchè
frutto soltauto della loro povera intelligerza
lunarla, oscurata dall,orgoglio e dai v"apori
(r ) Mememto, homo, quia pulvis es et in pul-
vVvre.sIr(Ise2,i.mm)4Iaonr)et.uvoaemretre:tiibisnus(aGeoetpener.r,riiuIbImuI.sntrou9ni)s.pemceeamboisra(Ereccnl1o._,

12.6 Page 116

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-II8_
dtoesllatosaenl spueanlitsài.erPoerdc'heèllanomnorritceo,rraerequpeisutto-
crande mizzo che Dio stesso ci suggerisce
Ber l'ad"mpimento tlel nostro primo d'overe,
àual è quefio di lavorare alla salvezza e sare-
tvsleeifieimvcrtoaiuprp^oeioseiinnaon"spia1cennurocd"iso:otlmra"aa]p?lmalÉagOoinmrr"sotneùoeinrdntseuonennop(qantsu)rie;aav,bg'èiianlyeneliuasmdgol'gaiggtumofuaietitntaoe-è,,
tu p^ure aspettala sempre e dappertutto (z)'
zso'poiruiaslrnotiiitocoTd,aaut.tllblivd'ubo'tunolilontaga,laidiIe.l'iifrscittaiigemreaitlt,ozestriizèaonztdundarroib'usafCnauhmletlel'iespigspsreleiiiùtoaso?ct,ocdtauifipilnzlaauaisnnacia-7li
impre"sion"rl, corrmuovere, strap-par la-
gharinirreo,"d.sainugnhaiofzazpiprdeeslelantaleztiotunreateda'uffanleroo-
cinematogra-fica: e poi non ti preoccupi, non
ti commiovi punfo rìinanzi all'inesorabile
decretg, alla c&tezza ir:Jallibile della morte!
Come mai
non pensi più
tauta spensiesalezza?
seriamente a staccare
Perchè
il cuore
aa qiei teni, aa quelle cariche, da quelle
p.ttào", e soptattufto da quell'occasione che
|uò trascinarti all'eterna rovina?
(r) Vive memor laethi (S. IERoN" Epi'st' XYI
ad PrinciP.).
(z) Ubiàue te mors expectat: si sapiens. fueris,
ubique eam erpectabis (S. BERN.' SevÌn' xn "an-
ti,a.).

12.7 Page 117

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-II9-
Vorrai d.unque per un nido di vermi, per
un fetido amm€Isso di putredine, perdere d.i
vista, trascurare, abbandonare il tuo vero,
ultimo fine? Vorrai sacrificare il Cielo, Idd.io
stesso,
arims
a un
nis,
pugno
risolvi
di vilissima polvere? O
oggi di richiàmarti con
frequenza alla mente il pensiero della morte,
soprattutto ogni sera prima di prender ri-
poso. E in tutto quel che fai prendi t'abitu-
dine di rivolgere a te stessà qualcuaa di
queste domande: « Ne1l'ora della morte
sarò contento d'aver fatto questo? Se d.ovessi
morire in quest'istaute farei quest'azione?
la fatei con quest'intenzione, in questo
modo? ». Ah no, non è possibile il peòcato,
ove sia costante il peusiero della morte.
glPi rAi,fmr.eattdt ie,'fipnriorepolsaitirnaedpitaazgi..onveg.si leggano
II.
Seeprelto cEE MoRIREMo trNA sor,.q. vor,TA.
ro È d.ecretato non solo che l'uomo deve
morire, ma che morrà una volta sola. Ecco
ciò che Ia morte ha di più terribile. In questo
mondo, se un affare ci va male, possiamo
rifarci in ua altro: perduta u:ra volta la sa-
lute o Ia riputazione, è ancora possibile riac-
quistarle. Solo per la morte non v'è rimedio.
Abbiamo s:r'snims sola, e questa passa una'
sola volta d.al teffpo all'eternita: rrns 5el4
e inappellabile sarà la sentenza che l'Eterno

12.8 Page 118

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-tzo-
Giudice pronunzierà nell'ora della morte:
una sola e irreparabils l4 qsnflqnna: una
sola ed etenra
Che pensi,
alaniPmeatdmiziioan,e
(r).
che
risolvi
di-
nanzi a quest'inesorabile verita? Se ti fosse
tletto che tra poche ore un terremoto, un'inon-
dazioue farà rovinare la tua casa, non è
vero che t'a.ffretteresti a mettere in salvo
le tue sostanze, e più ancora la tua vita e
quella dei tuoi cari, senza badare a sacrifizi
di sorta? Orbene, la ragione, l'esperienza
d'ogei giorno, enzi ls stesso Idd.io, Verità
Eterna, ti dicono e ripetono non solo che la
morte è immirente e inevitabile, ma che
morirai una sola volta. E tu seguiterai a
vivere spensietatamente, colne se si trattasse
d'un afiare che puato non ti riguarda? Non
farai nulla perchè la tua morte abbia atl
essere saflta e felice? Vorai fidarti ancora
del tempo dr cui non puoi dispore? vorrai
uuxcor rimardare al domani quelle preghiere,
quel dovere, quella confessione, quando
d.omani potresti essere cadavere? Vorrai che
Ia morte, l'unica morte ti sorprenda in
quelle ore disgraziate che sciupi nslla'venità,
nelle immodestie; nel peccato? Atr! ricordati,
anima mia, che verrà quell'ora terribile
nella quale non potrai più far nulla (z),
(r) Periisse semel, aeternum est (S. Brm.).
(z) Venit nox quando nemo potest operari
(IoaN,, IX, 4).

12.9 Page 119

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-I2t_
nella quale ti si dirà che non v'è pirl
tempo (r) ricordati che potrebbe venire
oggi: forse mentre stai facendo Questa me-
ditazionel
zo La morte è quel terribile momento da
cui dipende la nostra eternità (z). Una sola
morte decide in eterno della nostra sorte.
Chi muore in peccato, soffrirà etemamente
i tormenti delf inferno: chi muore ia grazia
di Dio, sarà eternrnente felice. L'atbero
sarà abbattuto una sola volta dall'uragano,
e d.ove cadrà, ivi resterà per sempre (f). Oh
mio Dio, se la morte mi avesse sorpreso quel
gionro, in quell'occasione, in quell'ora di-
sgraaiata, la mia sventura sarebbe stata
irreparabile! Sia sémpre benedetta la vostra
misericordia! Ma come mai mi vado encor
oggi lusingando con fallaci sper"rre e varle
illusioni? Perchè non mi decido ad eseguire
subito ciò che in quell'ora vorrò aver fatto?
Non. v'ha dubbio che in quel momento su-
premo ognnno vorrebbe aver vissuto esem-
plarmente: essere stato fedele ai suoi doveri
verso Dio e verso la Chiesa, ai doveri del
suo stato: aver praticato fedelmsnfg ls 5r.
divozioni e soprattutto l'Esercizio di Buona
(r) Tempus non erit amplius (Apoo., X, 6).
(z) Momentum a quo pendet aeternitas.
(3) *Si cecitlerit lignum ad austrum, aut ad
aquilouem, in quocrmque loco ceciderit, ibi
erit (Eacle., XI, 3).

12.10 Page 120

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Morte: aver appartenuto a quelle associa-
zioni religiose in favore d.ei poveri, della
gioventù derelitta, della buona strmpa: aver
proweduto all'istruzione religiosa, alla cri-
stiana ed.ucazione dei figli: aver lavorato
insomma per la causa d.i Dio e delle animg.
Ognuno in quell'ora decisiva vorrebbe aver
in ordine anche gli afiari temporali, aver
fatto con pnnderafezza il testamento e risolto
ogni imbroglio: e soprattutto poi vorrebbe
aver la coscienza tranquilla, ben assestate
le partite dell'anima, e distaccato il cuore
dalle persoue, dai beni e da ogui cosa della
terra. Orbene, ani6e. mia, fa senz'indugio
e con volontà generosa tutto ciò che allora
voffai aver fatto. Esàmiqati con frequenza:
fa accuratarnente le tue confessioni setti-
rnanali e mensili: ricorri con fiducia aI Cuore
di Gesù, a Maria Ausiliatrice, a S. Giuseppe,
naoll'mAneg: eolgonCi ussetroadep,ri3mI aSadnitopdreincdueirproiprotisiol
recita l'atto di dolore come se fosse l'ultimo
di tua vita: così, quaudo sopraggir:aga la
morte, sarai preparata, e potrai abbanclo-
narti frduciosa nelle braccia della Divina
Prowidenza,
30 La morte non solo è unica, inevita-
bile, decisiva, ma ogni giorno, ogni ora ine-
sorabilr:rente s'avafrza, s'avl'rcura, si va
impossessaado della sua prda. Che fac-
ciamo noi, dice S. Bernardo, dal nostro
primo apparire nel mondo, se non awi-

13 Pages 121-130

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13.1 Page 121

▲back to top
-I23-
cinarci
Aazi,
alla morte,
os-serva S.
inAcgoomstinincoia, rreroanmèorirqeua?n(dr o).
ariva la morte che si muore, perchè allora
si finisce di morire (z). Si muore ogni
giorno (S), dice l'Apostolo: e allorchè l'al-
bero della nostra vita si piega e cade, ciò
non si d.eve solo all'ul imo colpo della scure,
ma anche a tutti i precedenti (4). Malattie,
pericoli d'ogni sorta di contiauo c'incalzano
e stringono, ministri della morte: ogni ora,
ogni momento corriamo inevitabilmente
incontro ad essa, non facci,mo che adem-
piere l'inesorabile sentenza (5). Mentre lavori,
mentre dormi, nel corso stesso di questa
tua lettura e meditazione, sei incessante-
mente trascinato verso quel terribile istante
da cui dipende 7a tua eterna sorte.
E come mai tanta apatia per un affare
di così eccezionale importa:rza? Quante cure,
(r) Quod agimus ex quo primum incipimus
vivere, nisi morti appropinquare etincipere mori ?
(S. BERN., zilt. i,n Ps., XC).
(z) Ct,m mors venerit, mortuus edt non mo-
riens (S. Auc.. 1. XIII De Ciui,tate Dei,\\.
(3)
(4)
Quotidie
Non uni
morior (1 Cor.,
illi tantum, sed
XY, 3r).
coeteris
pariter
imputatur (S. Ioe-r. Cm.vs., Hovn. III i.n II
Tim.).
(S) Quid enim aliud diebus, horis, momentis-
que singulis agitur, donec ea consumpta mors
quae agebatur, impleatur? (S. AuG., Iib. XI, De
Ciui,t. Dei, ro).

13.2 Page 122

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-r24-
quante minute precauzioni si usauo per ul1
negozio da cui dipende l'acquisto o la per-
dita di una foÉuna! quanti ltnghi s dili-
genti preparativi si fenno per una battaglia
ritenuta decisiva! Come mai dunque tanta
trascwatezza quando si tratta dell'afiare,
della battaglia da cui d.ipende Ia salute
etiteansras?icuQtauaclheecqeuceitlàl'r,ronicaanvimoaltamcihael
Chi
hai
da morire, morirai bene? Come mai taata
incostauza? Un giorno in grazia di Dio,
e poi una settimana, un mese, urr anno
forse, in peccato. Come osi vivere abitual-
mPueoniteduinnqiusetartloimdsintcisoalprati?chQeualaletuteammeroitràte!
è vicina, fe15s imminente, e che si muore
u:ra volta sola? Oh anima mia, quaJxdo è
in giuoco l'etenrità, non si è mai abbastanza
sicuri! (r).
glPi rAirfnreattdi ,ie. fipnrio.rpeolsaitimaed,p,itaagzi.,ornze9.si, leggano
IIr.
S.a.ppre-nto .cr4 r,a MoRTE cr sEpARt DA
TUTTO.
ro Essa ci separa da tutti i beui di quag-
giù. Di tutte quelle sostanze accumulate con
tanti sudori, talvolta persino con ingiustizia,
(t) Nulla satis securitas, ubi periclitatur aeter-
uitas (S. GREG.).
o

13.3 Page 123

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-r25-
no! ci lascierà nulla; di quei denari, di quei
milioni_noE porteremo con noi neppur urr
so1do. Quelle case, quelle ville, quei palazzi
arredati con tanto lusso, con quadri non
sempre conformi all'ouestà dei costumi, con
mobili ch'erano una perenne smentita alla
oporiv,eqrtuàelilnesgegionieatacchiedfauroGneopCerristaton:tiq-auengnlii
pascolo di va:rita peccaminose: quei vestiti
immodesti, causa di tante colpe proprie ed.
altrui: tutto, tutto ci rapirà la morte. I
titoli, le digrità, le cariche passeranno ad
altri, forse agli stessi a cui I abbiems q6n-
tesi, con aezzi non sempre onesti, talora
con calu:::rie, cou frodi e ingiustizie.
A-h uon v'è dubbio: uessru. pensiero è più
effcace di quello della morte a preseuta:ci
nella loro vera luce f inardta dei b-eni terreni
di fronte agU eterni! Che cosa sono essi in-
fatti, àinsa2i alla bara e 41 sepolcro? Men-
zogna $), ing,nns (z), niente (3), lacci,
uncini (a), coi quali il demonio ci alletta (5)
(r) Deceptio d.iwitiarr.m
(MARC., IV, r9).
sufiocat
verbum
(z) Fallacia divitiarum
(MATIE., XIII, zz).
sufiocat
verbum
(3) Nihil i:rvenerunt in manibus
viri divitiarum (Ps., I.XXX, 6).
suis
omnes
(4) Aurum, animarum laqueus, mortis hamus,
peccatiillecebra (S. Ioat. Cr^avs., Horn. d.e Auar.).
(5) Ansam daut diabolo divitias (S. Ioew,
Cuavs., Anl. in Melliss., p. I, cap. XXXI.

13.4 Page 124

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-126-
e imprigiona: roba in putrefazione (r), mi-
nistri (z), inventori (3), cittadelle e metro-
poli d'ogai vizio (a). È questo il linguaggio
dell'Eterna Verita, d.ei Padri della Chiesa
e dei Santi a loro riguartlo. Anima mia, fa
tesoro di così utili insegnamenti. Alla scuola
della morte impara che ogni ricchezza che
non sia Dio è povertà e miseria (5): che le
vete ricchezze sono quelle che u:ra volta
acquistate non si possono più perdere (6),
quelle che ci arrichiscono di virtù (7), quelle
che la coscienza può portare seco e che
rendon l'uomo ricco in eterno (8)' Tmpaxa
dalla morte che non puoi chiamare tuo
quello che ur gloflxo ti sarà forza abbando-
(r ) Divitiae vestrae puttefactae surt (I.a'c.'
Y, z).
(z) Divitiae vitii sunt mirristrae (S. BASrL.,
òn Ps.l.
(3) Divitiae vifll 6mni5 iuveutrices (S. Io.l'N.
Crws., Horn. de Auar.).
(4) Divitiae, omnium vitiorun arx et metro-
polis (S. IoAN. Cm.vs., Hom. rle Auar.).
(5) Omnis copia, quae Deus meus florr est,
nihil est (S. Auc., Conf.,ltb. XIII, 7).
(6) Illae verae divitiae sunt quas cum ha-
bemus, perdere nofl possumus (S. Auc., Da
Ci,u. Dei,).
(Z) Solae divitiae surt quae nos divites wirtu-
tibus faciunt (S. Gnrc., Ilorz.).
(8) Verae divitiae non opes sunt sed virtutes,
quas secum conscientia
&ves fiat (S. BERN.,
portat
Serru.
ut in petpetuum
IV, d,e Aduent.).

13.5 Page 125

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-t27-
nare: e che come nudo sei venuto al mondo,
cosl nudo te ne partirai, seuza nulla affatto
portar teco dei frutti de' tuoi sudori. Ah
mio Dio, di quanta luce m'inondano queste
verita! No, non voglio più correre a per-
dermi dietro ai beni fallaci della terra: voglio
rivolgere il mio cuore ove sono i veri
gaudii (r), a Voi, Bene infinitol
zo La morte ci separa dal nostro stesso
corpo. Quel corpo che fu oggetto di tante
esagerate cure, con detrimento dell'anima:
quel corpo a cui si permisero taati eccessi
nel mangiare, nel bere, nel vestire, nel sontro:
a cui non si seppero flemffieflo negare le sod-
disfazioni e i piaceri contrari alla legge di
Dio: quel corpo che nei fremiti delle sue
ribellioni trascinò la povera ,ri-" rql fango
d'ogni bruttura, è forza lasciarlo: la morte
ce lo prende per darlo in balìa dei vermi
e della putredine.
Fcco a che sarà rid.otto quel corpo di cui
ti eri fatto un id.olo! Contempla tutta la fat-
lacia di quela beUezza (z), dt quelle mode e
icercatezze di cui talora ti sei fatto schiavot
Vuoi dunque gloriarti di quel che è semen-
zaio e cibo di verrni? (3). Vuoi trarre l'iui-
(r) Ibi vestra sint cotrla ubi vera sunt gaudia
(S. Gnrc., I/oza.).
(z) Fallax gratia et vana est pulchritudo
(Prou., XXXI,
(3) Gloriantur
3ion).
re
quam
vennes
gignunt
et
perdulrt (S. IoeN. Cmvs., I/oz.).

13.6 Page 126

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-128-
quità per le vie e le piazze con gli alletta-
menti della vanità? (r). Vuoi indossare le
vesti del peccato (z), tu che forse fra poco
sarai coperto di tabe sshif654 e di vermi?
Ah ricordati, eninl mia, che ornamento
del cristiano
narrzi cerca
lsaonboeTleTevzziratrni o1f3l1f,leell'edl'eograauzina-
d.elle forme, nei vestiti, negli ori, nelle
g.mnre, ma nella modestia e nel pudore (4).
30 La morte ci separa da tutto: dalle
pene e dai piaceri, dai travagli e dalle gioie,
dalle rlifficoltà, dai dolori, dalle €ulgosce,
così come dalle comodità, dalle soddisf azioni,
dai tripudii. Da una cosa sola essa non può
separarci: dalle nostre opere, buone o cat-
tive che siano (5). Le buone opete sono il
prezzo della felicità eterna: le cattive del-
l'eterna dannazione.
Hai inteso, qnim4 mis! Da tutto assolu-
tamente, inesorabilmente ti separerà la
morte. Quando awerrà questa separazione?
(r) Vae qui trahitis iniquitatem in funiculis
vanitatis (Isai,,, Y, r8).
(2) Operti sunt iniquitate et impietate sua
(Ps., LXXII, 6).
(3) Verus orrr.atlrs christianotum et christia-
rarum mores boui sunt (S. Auc.).
(+) Non in corporis forma, sed. in moribus et
in modestia pulchritudo sita est (S. IoaN.-Cnxvs.,
Ant. i.n Maliss., CXLI.
) (-5 Opera enim illorum sequurtur illos (Apoc.,
XIV, r3).

13.7 Page 127

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-r29-
E se awenisse oggi? Sei fu staccata da tutte
le cose d.i quaggiù? Quell'emicizia, quel de-
naro, quelle relazioni, quei ricordi, non ti
turbetebbeto nel momento supremo? Dove
ti cond.urrebbero le tue opere, se tu morissi
in questo istante?
Ah, mio Dio, colle lagrime del pentimento,
corl urra confessioue sincera, e soprattutto
colla penitenza, voglio ottenere da Voi il
perdono dei miei peccati, voglio cancellare
le opere della mia
ma più ancora
ingatitudine e
con ufla vita
pewersità:
ver"mente
crisitiaaa mi sforzerò di moltiplicare il
tesoro delle mie opere buone giacchè esse
sariuuro i), ptezzo e la misura della mia
fdicità eterua. Nou voglio, no, che la ororte
mi abbia a separafe da Voi, mio Creatore,
mio Salvatore, mio Padre, mio tutto: voglio
essere vostro, vostro etenratnente.
Afiettt e proposltl.
Quanto fu grande, o buon Gesù, la vostta
misericordia verso di me, ingrato peccatore!
Come vorrei essere in gado di manifestarvi
tutta Ia mia riconoscenza, d'innà)zare an-
ch'io col Profeta g11 itrnq a]le misericordie
dell'A-ttissimo, che ha voluto preservar:ni
sdealll'eatemnroartreovrinn'aa!veCshseessaorerpbrbeesostaqtuoatulid'mereo,
in peccato? Questo pensiero, mentre da una
parte mi riempie di salutare spavelrto, dal-
g - Esacizio di Bm Mqte.

13.8 Page 128

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- r30 -
l'altra suscita nel mio cuore nuovi e più pro-
fondi sentimenti di riconoscenza e di amore.
Oh inesauribile, infinita bontà del mio Diol
Non ula, ma cento, innumerevoli volte vi
ho ofieso: e Voi, ferma.ndo la falce della
morte che avrebbe potuto colpir:li, innu-
merevoli volte mi avete aperte le braccia
arnorose della vostra misericordia! E non
pa.go di quanto avete fatto pel pa.ssato, oggi
,ncora mi largite salutari consigli W frezzo
della morte. Ah! ve 1o prometto, o mio Gesù,
essi non rimattanno sterili, li a^scolterò con
venerazione, li praticherò con generosità,
perchè Sono l'eco della vostra voce, l'espres-
sione d.el vostro amore!
La morte è certa, dr:aque non più illusioni
leggerezze, ma una vita conforme a
quest'inesorabile realtà. Morrò r:l1a sola
volta: dunque non più le follìe d'una vita
dissipata e peccaminosa, che potrebbero
perdermi eternamente. La morte mi sepa-
rerà da tutto: dunque devo rompere fin da
questo momento tutti i lacci che mi tengono
schiavo delle cose di quaggitr.
Oh come mi appaiono fallaci le cure, vane
le sollecitudini della terra, considerate alla
luce dei consigt della morte! Coraggio,
anims mial Idd.io che ti ha conservato fino
ad oggi, non ti laseierà mancar nulla di quel
che è necessario alla tua eterna sa)vezza.
Dowai lottare, è vero, ma Egli sarà aI tuo
fianco per sostenerti, Cid"rti, rinvigorirti,

13.9 Page 129

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_r3r_
salvarti. Ricorri spesso al cousiglio della
morte. Quando l'amore delle ricchezze r,o-
lesse trascinarti al7'avarizia, aI lusso, all'in-
giustizia, ricordati che un giorno dowai
abbandonare tutto, e che ciò che oggi teso-
reggi, non
sentirai i
sai di chi sarà doma.ni
fremiti della passione,
(r). Quando
pensa quel
che morto diverrà questo corpo di comr-
zione che vorresti accarezzate (z). Ricordati
soprattutto che al di là della tomba t'accom-
pagnerahno soltaato le tue opere, e metti
perciò og:ri imp"gno ad evitare le cattive
e accrescere il tesoro delle virtuose e sante.
E a questo scopo nel
di Busna Morte prendi
presente Esercizio
la risolu.zione di
dare un'import"aflza tutta speciale alla Co-
munione frequente e alla diffusione della
buona stampa. Pensa ai mali gravissimi
prodotti dai libri e giornali cattivi, alla vera
strage che fanro in frezzo a71e anims, p19-
metti aon solo di non leggerli tu, ma di non
permettere mai ch'essi eutrino a contami-
uare la tua casa; .
colla parola,
coll'azione, coll'ele"om11o'ss5ineam,pfioa,vorisci,
teggi, diffondi la buona stampa. La
p-Croo--
munione frequente poi moltiplicherà il tuo
coraggio e le tue energie a favore di que-
(r) Thesaurizat et iguorat cui congregabit ea
(Ps.,
(z)
XXXVIII, 5).
Quisque hoc quod
yiynm
diligit,
quod
sit
mortuum penset (S. GREG. MAGN.).

13.10 Page 130

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- r32.-
st'importantissimo apostolato. L'osservnnza
d.i questi propositi ti procurerà pace e gioia
ineffabile nell'ora clella morte, e ti sarà sor-
gente feconda di meriti pel Cielo.
Vergine SS. Ausiliatri"u 6"i 6i5fiani, Voi
che avete tanto a cuore gl'interessi clel vostro
Divin Figliuolo, e che al par di Lui vi strug-
gete d'amore per le anime, deh! colla vostra
benetlizione reudete fermi e costanti i miei
ptopositi. Voi che mi siete Mad,te teneris-
sima, abbiate sempre rivolti su tli me gli
occhi clella vostra misericordia, e interce-
dete per me presso il Cuore di Gesù, ad.esso
e nell'ora della mia morte. Così sia.

14 Pages 131-140

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14.1 Page 131

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\\../\\./\\./\\./\\.r\\.-r\\-/\\-/\\/-\\/-\\.r'r#\\-rr-,
LA MORTE DEL PECCATORE
I.
II, PUNGIGI,IoNE DEI,I,A MoRTE.
ro È la parola di Dio: i peccati souo il
pungiglione della morte (r). Come il verme
roditore contamina
la frutta innenzi
e fa infracidire
tempo, così il
e cadere
peccato,
oltre all'srima, contanina anche il corpo
dell'uòmo, e ne spetpera prematuramente le
vitali energie. Quel giovane si è lasciato
awolgere nelle spire d'una fiamma pecca
minosa, e
fiore degli
annri.rimpaa5.s5tio6fiinncoennedroimtoa1tei1,
net
d.is-
ordini, inveterate abitudini, ecco i vermi
roditori'che accorciano Ia vita di tante per-
sone, facendole prematuramente perire (3).
(I
(l ) Stimulus autem mortis,
Cor., XV,
(z) Iuveues
59).
comedit
ignis
(Ps.,
peccatum est
LXXVII, 63).
(3) Et descendant ir iuferr"- viventes
(Ps., LIV, r6).

14.2 Page 132

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-r34-
Quegli insaziabili
guadagnati colle
ghiotfoni che cosa si
loro intemperanze?
son
In-
sonnia, tormentosi dolori di l-iscere (r),
114tanni iflnu11et'gyeli,'e han finito per cader
vittime delle Ioro crapule (z). La febbre
dell'odio, il veleno della vendetta, la ruggine
delle ingiustizie e delle frodi, han ridotto a
metà i giorni di quei sanguinari, di quei
tnrfiatori (3), facendoli, secondo la.frase
biblica, d.iscend.ere vivi nell'infemo (4).
Disgtaziati! Avevano riposto ogni spe-
taaza e delizia in questa vita: ed. ecco che
a causa dei loro stessi peccati sfugge loro
iPirnr.enmNqniieszsreiibmtielmbmeeprngot:eIleal'emvteiatrgangaitoe(rSrie)q.naHala"meriatlpei,ordin.oepnlifoli
esiziali flemiqi che insidiano e distruggono
l'umaaa esistenza, norr sollo le pestilenze
e le carestie, ma le passioni non dorriate: e
anche il Crisostomo non esita ad a.fiermare
(r) Vigilia, cholera et tortura viro infrunito
(Eccli.., XXXI, z3).
(z) In multis eni n escis erit infirmitas, et avi-
ditas appropinquabit usque ad choleram. Pro'
pter crapulam multi obierunt (Eecli., XXXVII,
33*4).
(3) Viri
sanguinum
et
dolosi
non
dimid.iabunt
xvl, dies suos (Ps., 54, z4).
(4) Descendernntque vivi
in
il;.f.erra:um
(Nwm.,
(5)
33).
Infelices
isti:
ueque
hanc
vitam
tenere
possunt, et amittunt aetemam (S. Auc.).

14.3 Page 133

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-r35-
che l'uomo è il più térribile di tutti i mali'
Coloro stessi che, pur di prolungarsi di
qualche giorno la vita non badano a sacrifizi,
a spese, a sollecitudini d'ogni genere,
assoggèttandosi talora a cure ed operazioni
chirurgiche dolorosissime, provoczno poi ed
a"firettano Ia propria morte coi vizi e le ne-
fandezze.
sacrificio
Insensati! Per
sembra loto
l'nnima il più lieve
impossibile: per il
fango e le latdezze del peccato si sottomet-
tono alle più gravi soffereuze, a perdere non
solo la pace e le sostanze, ma anche la sa-
lute, abbreviand-osi la vita.
Ma d.i questa deplorevole cecità non sono
io pure stato vittima in passato? Non sono
per cÉrso ancor oggi schiavo di qualche pec-
cato che, mentre mi rende degno de' ca-
stighi del Cielo, corrode insieme e d.onolisce
la mia esistenza? Non mi tiranneggia tuttora
qualche inveterata abitudine, 6[s Iima s af-
brevia i miei giorni? Che ho fatto fin qui per
liberarmene? E se fossi sotpreso dalla morte
in questo stato? Deh, Signore, o"oi1s ifl mio
socòorso coi tesori di quella vostra miseri-
cordia senza hìniti, che mi ha tollerato fino
ad oggi! Per il passato ho vrssuto male: lo
riconosco, lo confesso col cuore straziato d'al
dolore. Ma poichè mi avete conservato in vita,
fate che i miei giomi tl'ora in poi sieno
meno indegni della vostra infinifa bontà, e
spesi tutti ad. amarvi e servirr.i fedel-
mentel

14.4 Page 134

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-136-
zo Quanto sono fallaci i giudizi del mondo!
Affascinato dall'apparente grandezza e feli-
cità di cui godono talora i peccatori, esso
scorge vero gaudio dove non è che gioia
menzognera. Vi fu un momento, dice il
Savio, in cui vidi l'empio, il libertiuo, esal-
tato aI disopfa dei cedri del Libano, e pa.rve
che non fosse per avere contrasti
termine la sua potenza: ma quaado ripassai,
nou v'era più: rl'un tratto I'albero gigantesco
eta stato schiantato pen sempre (r). Sven-
turati peccatori! Faticano, sudano, si sacri-
ficano per innaf,zate il piedestallo della loro
grandezza. per tlar la caccia ai beni, ai pia-
ceri fallaci dd mondo, e uon s'awedouo
di scavarsi da se medesimi la fossa che dowà
ingoiarli per sempre.
maggiorrnente sicuri,
lQauasncdiaogusrias,tiAmtnaaar.oo
frutto d.ei loro peccati, li sorprende, e la
morte, quasi turbine (z), li investe e disperde.
Che ha loro giovato la superbia, lo splend.ore
delle ricchezze? Tatto è svanito come om-
bra! (3). Avevano libera la scelta tra la
(l) Vitli impium superexaltatum et elevatum
sicut cedros I,ibani: et tra:rsivi et ecce nou erat,
quaesivi eum et uon
(Ps.,
(z)
XXXVI, 35).
Turbo disperget
est
eos
inveatus locus
(fsal., XXXI,
eius
16).
(S) Quid nobis profuit superbia, aut divitia-
rrm iactantia? transierunt 6mnia itla tamquam
umbra (Sa1., V, 8).

14.5 Page 135

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*r37-
lsAvaiìrtravd_.paietrvaoaIcainanocmgcoiopalfarratozennzdoa(orm)su:ienncnarteeeldmgpeertoticedrcrtaoaertoddp,òiree:smc«eiaiCvgtlueoierrcoraee-.
ngio"dmi"omcioc{ii
lioIsme,opnrdimo,aincehberiaavmitzozcisi caallneo
(z):
soi-
genti vietate »: e sul più bello, l,Angelo della
morte venne loro ad intimare: Solti, questa
notte morrete (3). Da se stessi haano sfilac-
ciato e sciupato innarr,zi tempo la teuuissima
trama della lor vita,
firriF di tessere (4):
quel mondo ch'era il
quando flon era ancor
sono 512fi ingoiati da
loro idolo (5), e di cui
si erano miseramente fatti schiavi. Si cre-
d.etteto foÉi, e caddero infranti: furono sti-
mati saggi, ed ecco che da se medesimi si
chiamano
ricchi, ed
inseusati (6): eraao
ora li circond.a lo
invidiati
squallore
come
della
tomba. InJelici! I loro peccati hanno avuto
ri.t(er)i
Arte hominem vita et mors;
dabitur i1h (Eccl,i,, XV, r8).
quod
placue-
(z) Coronemus nos
scant (Sal., f, 8).
rosis,
antequam
marce_
a
(3) Stulte, hac
te (I,uc., XIf,
nocte
zo).
animam
tuam
repetunt
(+) Duim
XXXVIII,
adhuc
rz).
ordirer,
succidit
me
(Isai.,
O^y(a5t).
I4IPi3ns
saeculum, absorbebit
Epist. I S. Ioan.).
te
(S.
Auc.,
(6) Nos
irsqni4m
(iSnsae.pn.,sayti,
vitam
$.
illorum
aestimabamus

14.6 Page 136

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-r38-
per stipendio la mortel (r). Dimentichi,
iorse sprezza:rti del Cielo, di null'altro bra-
mosi che di accrescere e perpefuare con
nuove ebbrezze i loro godimenti
col veleno dell'iniquità si sono
sulla terra,
abbteviati i
giorni, funestandoli con ogni sorta di mali (z).
Si sono stancati nel correre le vie della per-
dizione: s'erano appefla afiacciati all limitare
della vita, che già cessavaflo di essere, cade-
vano consumati dalla loro propria malizia (31.
Si sono gettati volontariamente nel mare
procelloso dell'iniquita, ed ora, oppressi.e
éonsunti dat vizi, sono ad ogni istante in
procinto di rimanere travolti. Oh condizione
disgraziatal Perdere così miseramente la
vita e temporale ed. eterna! Che risolvi,
arim4 a1is, alla considerazione d.i tanta
sventura? Non s'accresce in te l'orrore aI
peccato? Quando vuoi aspettare a libe-
rartene? Ah, mio Di,o, voi che mi avete Suar-
dato con occhi di misericordia quand.'ero
peccatore, deh! non mi abband.onate ora
che ritorno pentito al vostro cuore! Aiuta-
(r) Stipendium enim peccati, mors (Rom., Y\\
4)(.z) Malorum omnium [ostrorum causa pec-
catum (S. Avc., De Mort.).
(3) Lassati sumus in via iniquitatis et perdi-
tionis. .Sic et non nati continuo desivimus esse...
in malignitate autem nostra consumpti sumus
(Sap.. Y, 7-r3).

14.7 Page 137

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-r39-
temi a rompere per sempre ogni laccio, a
fuggire ogni occasione, a erritare con ogni
cura il peccato, acciocchè nor mi tocchi
uo. giofilo d'udire quelle terribili parole:
« Legategli mani s piedi e gettatelo nelle
tenebte esteriori, dov'è pianto e stridor di
denti (r) ».
glPi rAirfnreattdi ie, fipnri,oypeolsaitirnaedpitaazgi,.onr4e8s. i, leggano
n.
IT. PECCAIoRE SI EsPoNE A NoN A\\,IERE PTÙ
TEMPO DI CONYERTIRSI.
ro fl peccatore ind.ugia la sua conver-
sione colla sperarlza del domnni. n [l6i
forse più cattivi di me, egli pensa, son riu-
sciti a salvarsi: fddio voffà concedere anche
a me il tempo di far penitenza ». Vana e
fatale illusionel Perchè il Signore da tanti
anni aspetta con bontà il suo rawedimento
e egli s'ostin4 a ofienderlo! Ormai sono dieci,
venti, trent'arrni che dice dr volersi convef-
tite, ed è sempre lo stesso: e una tristissima
(l) Ailiuva me, Domine, ad d.isrumpenda vin-
cula peccatorum meorum; quia si nunc vincula
disrumpere nolim, sentiam in fine; ligate illi
manus et pedes, et proiicite illum in tenebras
exteriores, ibi erit fletrs et stridor dentium
(S. Auc., i.n Ps., I.YIT, 4).

14.8 Page 138

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-r40-
esperienza insegna che gener"lmente il pec-
catore si culla in tali vani propositi fino aI
termine della vita. Dio gli concede il tempo
negato ad altri, ed egf se ne serve per ag-
giungere nuovi peccati agli aatichi. Sa che
il numero dei suoi giorni è nelle mani di
Dio (r), e nella te-eraria presunzione d.i
disporre dr u:r futuro incerto, abusa dd
presente. Ma quando meno se l'attende,
èccola per lui quell'ora che non lascia più
tempo a proroghe ulteriori (z). Un colpo
apoplettico, una congestione cerebrale lo
tta^mortisce, lo fissa per sempre. in quello
stato d'iniquiG e di peccato, da. cui non
volle separarsi in vita. Mio Dio, qual sorte
disgtaziata! Ah, ve ne scongiuro, non per-
mettete che tale orribile sciagura abbia a
toccare anche a me!
zo Ma quand'anche il peccatore non sia
travolto così repeatinamente dalla morte,
saprà egli fare allora quel che nor seppe fare
in tutta la sua wita, approfittare cioè di
quell'ora, di quegli istanti supremi, ahim§
troppo brevi? Chi non sa che in tale circo-
stanza tutte le preoccupazioni sono per gua-
rire? Si pensa ai d.olori, alle infermità del
co4)o, e ben poco a quelle dqll'enim4; in\\rsgq
xlv,(r) Numerus meusium eius apud te est (.Iob,
(z)
5).
Iuravit...
quia
tempus
nou
erit
amplius
(Apoc., X, 6).

14.9 Page 139

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-\\4t-
di consulta:e il confessore, si vuole il parere
del medico. Si seguita a fare quello a-cui si
è awezzi da tanti anni: no11 ii dice di no,
ma si va sempre rimandando: c'è tempo, si
pensa: domani; più ta^rdi. Anche i parenti,
accecati da una compassione ch'è vera cru-
delta, per timore di spaventarlo gli parlano
d'altro, lo illudono, lo ingannano, lo distol-
gono da quel salutare pensiero. E intanto le
forze svaniscono, soprawie[e una compli-
cazioue, Eanca il cuore, si perde la cono-
scenza: ecco il delirio, il letargo, il rantolo,
la morte. Sventura irreparabile! Oh miseri-
cordioso Gesù fate ch'io non abbia a morire
in questo modo, ma che possa fare la morte
del giusto!
30 Non basta: il pove-ro peccatore in
guell'ora estrema sarà assediato ed oppresso
da taati altri
il tesbmento,
peasieri; la fgmiglia, i negozi,
forse quatche imbroglio.-per
fare uaa buona coafesione ci vorrebbe del
tempo; per assestare certe partite si richie-
derebbe
invece iI
una grande lucidità di
tempo manca, la febbre
mente: e
e i dolori
offuscano interamente 1e facoltà mentali. I
buoni cristiani sentono il bisogno di fare
pressochè ogni ,nne, cou mente calma e
libera da ogni altra cura, qualche gionro di
Esercizi Spirifuali: ogni mese poi, nelt'Eser-
cizio di Buona Morte, si raccolgono per una
con-fessione più accurata, e malgrado ciò,
talora non restano pienemente soddisfatti,

14.10 Page 140

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-t42-
parend.o loro di marcare fi rliligenza e di
d.olore. E il povero peccatore, senz'avefite
l'abitudine, colla coscienza aggroigliata,
assalito da mills tentazioni contro la fede
e la divina misericordia, ag)tato dalla febbre
e dai rimorsi, pretenderà d'aggiustare in
pochi istanti una vita intera di peccati e di
écandali? Stolta presunzione, deplorevole
follìal (r). ,{nche s'egli non cade nelf impe-
nitenza finale, con qual fiducia potrà pre-
sentarsi al tribunale di Dio; dopo una cou-
fessione afrrettata, non preced.uta quasi
da nsssnn esarne, non accompagnata' da
dolore sincero nè dalla necessaria rinuncia
a certe occasioni e pratiche, da cui egli si
lascia tirauneggiare ancora in quell'estremo
claimseunato! ?OhQuqaulaenotorrivbiilerinsgirtuaazizoio, nmeioè
mai
Dio,
d'avermi finora risparmiata una sorte sl
sventurata! Voglio ad ogni costo approfit-
tare del tempo e d.elle grazie che ancor mi
concedete, per esaminare 1a mia coscienza
e prepararmi senz'indugio, sì da rrorl essele
poi in quell'ora agitato da inquietutlrni e
rimotsi. Voglio tenere assestati anche i miei
afiari teffiporali, acciocchè :ron mi siano
allora occasione di turb"mento. Voglio fare
il patto coi miei cari che quando uno di noi
cad.esse ammslaf,e, gli altri gli usino la vera
(r) Quae ista praesumptio est? Quae amen-
tia? (S. GREG.).

15 Pages 141-150

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15.1 Page 141

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-r43-
carità di awisarlo chiaramente e per to:rpo,
gnoranv-itaap,paefninclhaè.
m"lattia presenti gualche
egli possa prepararsi con
mente lucida e calma aI gran passo. Oh
mio Dio, coufido negli aiuti della Vostra
,misericordia, specialmente per l'ora della
morte!
Pri,rna d,i, f.ni,re la yneditazione s,i leggano
gli. Afretti e propositi a pag. r48.
III.
LA MoRTE PESSIMA DEIJ PECC.A,ToRE.
ro In-felice peccatore! Circondato dalle an-
gosce di morte, si dibatte tra i suoi lacci,
soffrendo torture d'inJerno (r). Il timore della
morte l'opprime come cappa di piombo (z), e
ogni sorta di mali lo investono in quel-
l'ora (3). Dilla tribolazione che lo rncaiza
non v'è chi possa liberarlo (4): egli sparfuà
(r ) Circumdederuflt rne dolòres mortis: dolores
inferni circumdederunt me; praeoccupaveru[t
me laquei modis (Ps., XVII, z,
r,.r(Vz),
Formido
51.
mortis
cecid.it
5).
super
me
(ps.,
(3) Virum iniustum mala capient in interitu
(Ps., CXXXIX, rz).
(4) Tribulatio pro=ima est... nor est qui adiu-
vet (Ps., XXI, rz).

15.2 Page 142

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-14+-
come ufageno che coffe veloce (r), come
fumo clissipato dal vento (z). Iu quell'ora,
gli apparitanno dinanzi tutti i peccati, le
empieL'à, gli scandali della sua vita: tutto
egli vedrà con terribile chiaxezza (3): quelle
colpe che da tanti anni tlormivano sepolte'
nel fondo dell'anima, si ridestera::ao d'un
tratto pet venire a schierargtsi davanti,
Quelle ricchezze acquistate a Ìorza d'ingiu-
stizie e. sciupate nelIe vqnità, nei giuochi,
nel fango: quelle seduzioni colle loro funeste
conseguenze: quelle famiglie, quelle persone,
quelle innocenti creature rovinate o cacciate
sulla via del d.isonore: la gioventù consumata
col fuoco delle passioni, la senità sciupata
nei vizi, l'ingegno vilipeso nello studio d.el-
l'iniquiG: quelle guerre insidiose o aperte
alla religrone e a' suoi mini5fli; quelle con-
fessioni senza d.olore nè proponimento, quei
peccati taciuti: que[a èatena di sacrilègi:
tutto egli vedrà, e a tal vista allibirà tli spa-
vento, cadrà in preda .6 u::''nngosciosa agi-
taziore: e forse, non osando più §ettarsi
nelle braccia della Divina Misericordia, da
lui trascurata e vilipesa pef tanti annì, si
lascierà travo_lgere dalta disperaziong, Bn-
(r) Quasi
pius (Prou.,
tempestas
X, zS).
transiens
non
erit
iÀ-
(z) Inimici Domini... deficientes, quemadmo-
d116 f,,ms5 deficient (Ps., XXXVI, zo).
(3) Peccator videbit (Ps., CXI, 9).

15.3 Page 143

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-r45-
dando come Caino: Troppe e troppo grarldi
i9l9pnoer1d9omnoiel
Dio, io mi
iniquità, petcn,io po*.. .p,&uro"
(rrif)u. -gioScoortne
miser-andal òn rrrio
filiale sd illimifafa
fid.ucia nel vostro cuore di padre. Deh, non
vogliate abbandonarmi, salvatemi da ianta
sventura!
sozloovIel d_rpàeciclactot,rme uinlo
quell,ora
dei suoi
suprema, non
peòcati, ma li
zftgtaurirocautetndtastiicsi,cehlaheciernedàreetvegbfoiletiriannmc,goidtienuà.isvmnsetierzolsiqlesatocm,forueeapsulearutliiserzteiiadcd.aeaC,ducqeoiuusrstectuirilreacDioctzahnta_o_e
riteneva mezzi leciti per accumulare ric_
dvchils-ecezozn1et,se1g,lisqoaunpeopl,alecriiropaèrnonlscotarac6lilstoàirna,iiqqeuueeralllpechineperea. fiiie-ecuthteie-i
scandalose, quelle infedeltà- che
compagni di libertinaggio erano
d^ai suoi
chiairati
mpinaotsarsmnatozerimaipzniioentuigtaetlaandtIiefairaiemlo, arazoltioolarnaiid, g"eqlizuszeiagf.alier-auonednlilieo,
quelle vendette: quelle letture ai ìomrnri
spudorati, di libri
r"Tr"i della Chiesa
irreligiosi, di giornali
e propagatori aét mat_
tpcaortsaattutomumtetio:ssqidouneeellllaadetMrlaleesscspuarra,atdticeehzlezlaàr,peqùaugseiqolulsaea,,osedteeslnole__
(r) Mar_or .s1 iniquitas
merear (Gen,; Iy, tjl.
mea,
quam
ut
veniam
to - Esqcido di Buru Mqte,

15.4 Page 144

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-146-
astinenze e <tigiurli; quel derittere i buoni,
ouel professare principii anticattolici, tutte
làsoni-. le sue violazioni dei precetti di Dio
e d.ella Chiesa
una luce ben
gli si mostreranno allora in
diversa da quella tli prima'
Quei peccati che troppo facilmente scusava
o ooo curava, ponenttoseli sprezzqhte-sotto
i oiedi. corue dice il Profeta, ora lo circon-
a&""rr" (r), l'assedieran:ro, opprimendglo
con tutto'il peso della loro orribile realtà'
Tutti i peccati e i delitti che s'era sforzato
di buttarsi dietro le spalle,
rerrnno dinanzi gridando: «
ora
Tu
gli
sei
si
il
schie-
nostro
autore; sia-o opere tue (z). Per l'addletro
ti siamo stati apportatori di letizia e di go-
dszaiiomrenemenotsi:epdme'toptrieateoirnnga5pJ.oèNittsooa.nd.r'eotmrirootaeibtbueaontidlilcodaniresnrpeeetmrrcaoi-,
oiù. andreào teco aI eiudiziol »
tnipuO descrivere.il turbamento
-e
Ùlio Diol
l'aagoscra
de[iin-felice
cui sta per
p-de.eccciad'teorrsei
in
la
quei momeuti, irr
sua soÉé eterna?
Un trernilto di terrote gli scuoterà le ossa (3),
perchè, come ben aicò S. .A.gostino, non v'è
(r) Iniquitas calcanei mei circumdabit me
{s'Pes(mz..p) eLTrXueVrnimIoIsIu,se;g6)its.etci;uompepreargtuema ussumadusi.utTliecciuumm
('S(.f
BERN.).
) Nou
est
rum meoru-
pax
(Ps.,
ossibus meis
XXXVIII'
a facie
+).
peccato-

15.5 Page 145

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r47 -
per l'uomo maggior tribolazione che la co-
scienza dei proprii dditti (r).
Ah Redentore dell'anima mia, Voi che
scendeste dat Cielo ia cerca dei peccatori per
salvarli (z): Voi che non ne volete la còn-
danna e la morte, ma il rawedimento e la
vita (3): Voi che con longa.rimità li tollerate,
perridurli sul buon seutiero: deh concedetemi
un vivo orrore de' miei peccati, liberatemi
dal morire in vostra disgrazia: convertiterri,
accoglietemi al vostro seno, salvatemi!
3o D'altronde il demonio, sapendo che
non gIi rimane che poco tempo (4); verrà
con più satarrico futore a suscitar nell'anima
già orribilmorte agitata dell'infelice pec-
catore ogni sorta di tentazioni, specinlmente
coutro la fede e la speranza. Talora aI ne-
mico dell'rrman genere toma conto che si
creda, alla buona morte di u:r peccatore,
poichè cosl altri ne soflo incoraggiati a con-
tinuare nella lor vita di colpe, con la fallace
speranza di convertirsi poi in fiu di vita.
(r ) Verumtameu inter om"es tribulationes hu-
manas, nulla est maior tribulatio quam conscientia
de(lizc)toVruemnit(Sp.llAisu5e.foi6,nmPinsisal.q, uXeLreVre, 3e).t salvare
quod perierat (Luc., XIX, ro).
(3)
ivat
Nolo mortem impii, sed
(Ezech., XXXIII, rr).
ut
corvertatur
et
(4) Descendit diabolus ad vos habens iram
magram, sciens quod modicum
(Apoc., XlI, rg).
tempus
habet

15.6 Page 146

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-r48-
Ma egli si adopera in p.ri tempo perchè la
morte sia buona solo in aprparaza, e pur-
troppo certe confessioni fatte in quell'ora
ron sono che urr motivo di maggior agita-
zione e rimorso pel disgraziato peccatore.
Quella catena non è stata d,a lai spzzata:
quella restituzione che pur poteva fare, non
l't:a f.atta: ha taciuto ancora u:ra volta quel
peccato: ha aggiunto un ruovo sacrilegio
ai molti che già opprimevano l'nnima sua.
Quale stato miserando! Spaventato dal ri-
cordo delle sue iniquità, dal pensiero del
terribile giudizio che l'attende, d.al timore
tlell'inferno, i cui tormenti già gli si presen-
tarro orribili alla mente, l'infelice si agita,
si contorce, si dispera. fntanto Ia morte
prosegue inesorabile il suo lavoro distnrg-
gitore: le forze s'illanguidiscono sempre più,
il respiro s,ffenns5s si converte in singulto,
iu rantolo: l'agonia non tortura più che per
breve tempo .quel corpo ormai esamine:
ad nn trafro, qualche sospiro vrolento,
un'ultima contorsione del volto, e poi tutto
è 6nito. Disgraziato! DaI peccato all'eternità,
aI giudizio, all'infeneo! Oh mio Dio, allon-
tanate da me quest'orribile sCiagura!
Aftetll e proposltl.
O mio Gesù, alla considerazione della
morte spaventevole del peccatore io tremo
e hi confond.o. Tremo ricordandomi che

15.7 Page 147

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-r49-
anch'io awei potuto incontrare rrn4 5efts
così miseranda: mi confondo al pensare che,
avendomi Voi risparmiato tante volte
quest'irreparabile rovina, troppo ingrata-
mente ho corrisposto alle tenerezze d.el vostro
amore! E quel che maggiormente mi
è il rammentare che in quell'epoca
accora,
disgra-
ziata,, quand'ero caduto così in basso,
quaJxdo quell'abitudine, quella caiena mi
teneva schiavo, io dubitai della vostra mise-
ricordia, facendo cosl la peggiore delle
ingiurie al vostro cuore di Padre. Come ho
mai potuto dimenticare, e mis §g5lì nme-
tosissimo, che le vostre piaghe sono il rit'ugio
dei peccatori, e che quand'anche l'anima
fosse tutta nera di colpe, il vostro sangue
può ridonarle il candore de1la ueve? No: ion
voglio più oltraggiare colla mia insensata
dilTflerza il vostro amore infinitol Siate le
mille volte benedetto per averci, coi tesori
della vostra misericordia, rigenerati alla
vita della più gioconda sperarza (r). Oh!
Voi non abbaadonate giammai coloro che
vi cerc,no (z): Voi accogliete sempre benigno
il cuore umiliato e contrito (3): Voi avete
( r ) Benedictus Deus et Pater Domini nostri Iesu
Christi qui, secu:rdum misericordiam suam ma-
guam, regeneravit nos in
(z) Non dereliquisti
(Ps,, IX, ro).
spem vivam
quaerentes
(tIeP,eDtro.,mI,in3el-
(3) Cor contritum sf fiumi'liafum Deus non
despicies (Ps., L, r8).

15.8 Page 148

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-r50-
voluto che fra tutte le metaviglie d.ella vostra
ennipotenza primeggiassero le meraviglie dd
vostro amore (r): tra iI peccato e la dispe-
raziote, tra l'ultimo gemito del moriboudo e
il baratro dei tormenti eterni; Voi avete vo.
luto mettere l'oceano sterminato della vostra
misericordia, il vostro cuote, il saugue vostro!
E perchè dunque temerai, e anims miaf
Spera in Dio, che ha sempre fisso su di te
lo sguardo della salute (z). Spera in Dio,
e non abbia limiti la tua speraaza, perchè
awocato fuo presso l'Eterno Patlre è lo
stesso Gesù Cristo, che ha vetsato il suo
sangue per i tuoi peccati, pet i peccati di
tutti gli uomini (E).Spera in Dio, e mai non
venga meno la tua fiducia, petchè a essa
è riservata u:ea grande mercede (a): perchè
solo nel cuore fiducioso Idd.io versa il bal-
samo delle sue misericord.ie (S). Comel
( r ) Miserationes eius super omnia opera eius
(Ps., CXLIV, 9).
(z)
Deo...
Quare tristis es, anima
salutare vultus mei (Ps.,
mea?
XLI,
Spera
3).
in
(3) Si quis peccaverit, advocatum habemus
apud Patrem Iesum Christum iustum. Et ipse
est propitiatio pro peccatis nostris; ron pro no-
stds autem tantum, sed etiam pro totius mundi
(I loan, II, t, 21.
(4) Nolite amittere confideutiam vestram quae
magnam habet remunerationem (Hebr., X, 35).
(5) Sola spes apud te miserationis obtinet
locum; nec oleum misericordiae nisi in vase

15.9 Page 149

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- I5I _
Di Pietro spergiuto Gesù ne fa il Capo della
sua Chiesa: d.i Paolo persecutote ne fa l'Apo-
stolo clelle genti: e tu vorrai alarti alla di-
spetazione? Oh no, mio Redentore benigris-
simo: io so che Voi siete il mio rifugio e
i1 mio aiuto. uei glomi dell'affiiziong (r):
che siete sempfe alla ,ia destra (z): che la
vostra misericord.ia mi circonda (S), mi
segue passo passo in tutti i giorni della mia
vita (4): perciò m'affido intieta-ente alle
vostre braccia, e come Agostino mi terrò
fermo sulla rocca incrollabile della confi-
denza (5). Aache se awò la sventura di ri-
cader nel peccato, non dubiterò del Vo-
stro perdono, o tnio Dio: risorgerò come
il figliuol prodigo e correrò al Vostro Cuore,
pensaudo che la terra è ripiena d.elle vostre
misericordie (6), e che 1à dove abbondò
fiduciae ponis (S. BEn.N., Serm. III de Annun-
tiatiane).
(r) Factus ss1 lsfrinus refugium pauperis,
adiutor rn. opportunitatiblrs, in tribulatioue
(Ps., IX, 9, ro).
(z) A dextris est mihi ne corlmovear (Ps.,
xv, 8).
(3) Sperantes in Domino
cumdabit (Ps., XXXI, ro).
'tisericordia
cir-
(4) Motus est pes meus... misericotdia tua...
ad.iuvabat me (Ps., LXXXIII, r8).
(S) S. Auc., Soli.loq.
(6) Misericord-ia Domini plena est terra (Ps.,
XXXII, 5).

15.10 Page 150

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-r52-
il delitto, ivi sowabbondò la vostra gra-
zia (r).
Ma mentre mi getto nelle vostre piaghe e
tutto mi afido alla yostra misericordia, io
non debbo, abusando del vostro anofe,
r{imsnff6arg la vostra giustizia: perchè, se
sverturatarxente io Vi dispreàzassi miseri-
cordioso, Vi troverei poi giudice inflessibile.
Ah no, non voglio commettere la mostruo-
sità di essere perverso perchè Voi siete
buono: di oltraggiarvi, perchè Voi mi per-
donate: di contrggervi un'altra volta in croce
perchè sulla croce Voi voleste immolarwi per
amor trrio! No, no: la vostra misericord.ia,
qnzichè essermi arlsa a peccare, mi sarà d'or
innqnzi stimolo alla virtrf, eccitamento al
sacrifizio, richirmo costamte a propositi
generosi.
E per darvi, o mio Gesù, in quest'Esercizio
di Buona MoÉe rura prima prova detla mia
volontà risoluta di rawed.ermi, Vi prometto
di evitare ad ogni costo tre pericoli, che in
passato rni han fatto cad.ere in gtavissimi
eccessi: la liberta negli sguardi, le cattive
compagnie
il demonio
e le cattive letture.
per le finestre degli
Qua.nte volte
occhi è pene-
trato nel mio cuore! Quante volte quelle
compagnie rni han trascinato a far cose di
cui oggi sento orrote! Quante volte quei
(t) Ubi abuadavit d.elictum superabu:rdavit
gratia (Rorn., V, zo).

16 Pages 151-160

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16.1 Page 151

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-r53-
rofrAnzi, quelle riviste, quei giornali 11'foenns
awvelenato Ia mente e il cuorel Deh con-fer-
matemi Voi in questi propositi colla vostra
grazia, e fate che con una vita virtuosa io
mi procuri la prorte del giustol
Maria Ausiliatrice, Mad.re di Gesù, Conso-
latrice degli atritti, ottenetemi una fiducia
illimìfsf6 nei tesori di misericordia che rac-
chiude il Cuore del Vostro Divin Figliuolo:
e fate che in questo Cuore e nel Vostro io
trovi aiuto in vita, conforto in morte, bea-
titudine in Cielo. Cosl sia.

16.2 Page 152

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16.3 Page 153

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r.-^*,.L.r\\./\\./r../
LA MORTE DEL GIUSTO
I.
CoNFoRTo DEr, GTUSTO NEU.,ORJ. DEI,I{A
MORTE.
ro Il grusto non teme la morte. Egli sa
che la vita dell'uomo quaggiù è un esilio:
che i suoi brevi gionri syaniscsse 9e616
un'ombra: che la terra è ua luogo di prova,
che non abbiamo qui stabile dimora, giacchè
la nostra veta patria è il Celo: per cui all'av-
vicinarsi della morte non solq uon gl'incute
spaverlto, fra anz.f gli riempie il cuore di
gioia. Egli ha sempre ar,rrto familiare la
:neditazione sulla vanità dei beni, tlegli
'onori e dei piaceri terreni: non ha atteso
che Ia morte venisse a strapparlo a lorza
dalle loro seduzioni e legamil non si è la-
sciato da essa sorprendere, ma atzi l'h:a
prevenuta.
apprezzare
qAuIeJi uvmeer.i
dellg fede ha saputo
beni che nofl temono
tignuola ruggine: e non ha mai cessato
di lavorare alla conquista di qud Cielo,

16.4 Page 154

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-156-
dove si trova il Sommo Bene, cioè la fdicità
suprema, la suprema lettzia, la libertà vera,
la carita perfetta, la sicrtezza etenea e la
sicura eternità (r). Ed ora, all'approssimu§
della morte, libero da ogni legarne terreno,
sente più vivo il desiderio di spogliarsi alfins
totqlmente delle fralezze del corpo, per
andar a godere eternamente il suo Dio.
Oh! felice serenita, generoso d.istacco, su-
Uimg saggezza, sorte beata! E perchè, o
enimz 6ls, non vorlai procurarti anche tu
ura simile ventura? Certo nou è in potere
tuo la scelta del genere d.i morte: da te però
dipende quella di un genere di vita che t'assi-
curi una morte felice (z). Perchè non ti d.e-
cidi a distaccarti da1 mond.o? Dimentichi
dunque che u:r giorno, e forse tra breve, ti
sarà forza lasciarlo? Quanto è mai gfande
la nostra stoltezza! Voi, o Signore, ci avete
preparato in Cielo il possesso di ricchezze
imperiture, il possesso di Voi medesimo: e
noi ci pertliamo ancora dietro a beni fallaci,
che nell'ora della morte ci saran fonte d'agi-
tazior,e e tli rimorsi!
(t) Ubi ssf, srrmmsll bonum, ibi est srrmma
felicitas, srunma iucunditas, vera libeÉas, per-
fecta charitas, aeterna securitas et secura aeter-
aitas (S. BEnN., De proerui,o caelest. patr.).
(z) Non est i:r tua pgtestate quo exitu hanc
vitam ffnias; sed est in tua potestate quomodo
vivas, ut witam securiu5 finia,5. (5. Aoe., Serm.,
cccvr).

16.5 Page 155

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-r57-
S'anco possed.essimo tutta la scienza e
tutte le icchezze del mondo, saremo sempre
inJelici, se non possdere$o Voi, o Sapienza,
o Ricchezza infini16! Basta così, o Gesù mio!
Non voglio più perdermi dietro le vanità
terrene: Voi solo voglio d.'ora innanzi se-
guire, Voi che siete Ia vera via del Cielo. A
y6l s'foanno a rivolgere tutti gli afietti d.el
mio cuore, perchè Voi solo sarete il mio con-
forto nel momento supremo. Può darsi cosa
più dolce del
ha da essere
vostro
il fine,
ialmcoorme?piQmueenstoto
dunque
tli tutte
le mie opere! (r).
zo 11 ricord.o del passato rienima e con-
forta il giusto nell'estrema sua ora. I dolori,
le pene, le petsecuzioni, i pericoli, le lusinghe,
tutto egli ricotda: e gioisce al pensiero delle
vittorie conseguite e dei meriti acquistati.
In quell'ora vede più chiaremente che mai
che le sue sofferenze di quaggiù son ben pic-
cola cosa a confronto dei beni eterni (z).
Ricorda anche le sue colpe, ma pensando che
ne ha ottenuto il perdouo da Dio, che ha
potuto espiarle colla peuitenza e le opere
buone, che le ha piante tante volte, special-
(r) Quid dulcius dilectione ista? Sit ipsa
dilectio consrmtatio omniu::r operum eofllm
(S. Auc,, X, i,n E.p. Ioan., 4).
(z) Non sunt condignae passiones huius tem-
poris ad futuram glotiam quae revelabitur iu
nobis (Rorn., VIII, r8),

16.6 Page 156

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-rJS-
mexte nell'Esercizio di Buona Morte, e con-
siderardo per altra parte che Dio è urr Padre
misericordioso, pronto sempre ad accogliere
tra le braccia il fi§liuolo pentito, esclema
egli pure fidugioso con S. Ambrogio: « Non
temo la morte, avendo da fare con un Si-
gnore buono (r) ».
Saranno pur questi i tuoi sentimenti, o
anim4 1ai4, nell'ora del terribile cimqflfs]
Forse ti spàventaflo le prove e le sofierenze
della vita? Ricordati che se il mondo ti
odia, e ti combatte, prima che te ha avuto
in odio lo stesso Gesù Cristo! Che temi dun-
que? Percorri fiduciosa Ie vie del Signore:
Egli non pernetterà certo che tu abbia a
soffrire pene o tentazioni superiori alle tue
forze. Ricorda che in questo mondo sei d.i
passaggio, e che tendi a eolui chet'ha creato.
Le prove sar€rnno per te fonte di merito o
di riprovazione, secondo che tu vorrai: è
dall'anima tua ch'esse han da ricevere fonna
e natura. La tribolazioue è fuoco: se sarai
oro, ti purificherà: se sarai paglia, ti ridurrà
in cenere. Sii forte, e persa che il Siguore
è sempre aI tuo fianco, anzi nel tuo cuore.
Ricòrda altresì che, per quanto abbiano
ad. essere graJldi le tue sofierenze, rrorr po-
ttanno mai reggere al confronto colle ama-
tezze, con gli obbrobrii, coi flàgefli, colla
(t) Mori non ti:::eo, quia bonurn Dominum
habemus (S. A-llBR.).

16.7 Page 157

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-r59-
corona tli spine, colla ctoce del tuo Divin
Salvatore. Come? Non oserai tu percorrere
quella via che non solo fu percorsa dal tuo
Signore, dagli Apostoli e dai Saati, ma anche
da umili dorniqciusL, da teneri grovanetti,
da timide zitelle? Coraggio dunque, e ti
sostenga il pensiero del conforto che le sof-
fetenze e le croci ti procuretrrro nell'ora
della morte,
30 Ma ciò che soprattutto
consolazione l'ani*a del giusto
inondeta d.i
in quell'ora
tremend.a, sarà il ricordo delle sue buone
opere. Quelle preghiere del mattino e della
sera, non mai tralasciate: quelle Messe de-
votamente ascoltate: le confessioni setti-
manali, le Comuaioni frequenti, gli Esetcizi
spirituali: lo zelo spiegato nelle associazioni
cattoliche, la carita nel soccorrere e visitare
i poveri: la fortsza nel vincere il rispetto
umano, nell'astenersi dalle cattive letture,
dai teatri, dai cinematograi, e da ogui altro
spettacolo non buono: quelle mortif.cazioni
della fantasia, della lingua, d.ella gola, della
pigftzia: tutto gli tornerà alla rnenroria in
quell'ora, e una pace inefiabile si efionderà
nel suo cusre. Sou parole d.ella Divina Sa-
pienza: chi teme Iddio, iu fin di vita si tro-
verà bene (r), perchè saraffro trovati pieni
i suoi gionri (z): beati coloro che muoiono
(r) Timenti Domìnrrn bene erit in extremis
(Eccl'i,, I, rj).
.
(z) Dies pleai invenienturin eis (Ps., LXXII, to).

16.8 Page 158

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-Ifu-
nel Signore, perchè saranno accompagnati
dalle loro opete (r). E tu, anims mia, che
hai fatto finora per prepararti questi con-
forti estremi ? Li awesti, se d.ovessi morire
in quest'istante? V'è forse qualche causa
che l'impedisce? Affréttati d.uaque a to.
glierla di rnezzol Coraggio! fddio ti aiuta,
Mar-ia Ausiliatrice è aI tuo 6.anco e t'assi-
sterà amorosa.
Pr,irua di,
gli Afretti e
fini,re la naed,itaz,ione si,
propositi a pag. t7r.
leggano
II.
CoNFDENza DEL Grus1o NEr.r,'oBA. DEr,r,a
MORTE.
ro Se il buon cristiano nell'ora della
morte ritrae motivi di conforto dai ricordi
del passato, non mirore è la fiducia che
gf infonde la considerazione del presente.
Egli non ha aspettato fino all'ultimo mo-
mento per aggiustare le partite della sua
coscienza: vi ha già prowed.uto da un pezzo,
ed ora, sereno e fitlucioso, libero da inquie-
tud.ini e da rimorsi, prova quanto sia vero
il detto di S. Gerol"mo, « rron essere la
r:lorte che amareggia quei momenti su-
premi, ma Ia cattiva coscienza (z) ».
(l) Beati mortui qui in Domino moriu:rtut, o-
pera enim illorum sequun
(z) Vitles nor esse
tw r17os (A p o c., XIV, r 3 ).
moÉem quae dolorem
affert, sed malam conscientiam (S. IERoN.).

16.9 Page 159

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_16r_
Sono io ben persuaso di questa verità?
Sono convinto che solo pei peccatori la
coscieaza è il peggiore d.ei tormenti nell'ora
della morte, mentre per i giusti essa è la
più gande consolazione? Q anim4 fia,
perchè ti preoccupi tanto della stima degli
uomini, che il più delle volte sbagliano nei
loto apprezzr*enti non vedendo che l'este-
riore e fai così poco per Eeritarti la stinra
di Dio, Verita iufalibille, che vede nel più
intimo del cuore? Non pensi che quand'anche
la calu:rnia dilianiasse la tua f"ma d.inanzi
agli uomini, non riuscirà petò mai a distrug-
gere il testimonio della tua buoua ccscienza,
a trarre i4 inganns il Signore, il quale ti
ricompeuserà non secondo i giudizi degli
uomini, ma in conformita delle tue opere?
Che giova aI peccatore in quell'ora estrefla
la stima d.el mondo, se Dio vede la sua co-
scienza putrefatta fino aI midollo? Chi potrà
liberarlo dal tormentoso ricordo delle sue
iniquita? Felice sarà sull'umile suo giaciglio
il povero che muore allisfafs d.alla sua buona
coscienza: m.a a) ricco agitato .e r6so dai
rimorsi, che gioverà lo sta-rsi tra la po4lora
e 1'oro? Dunque, arim4 6i6, non rispar:niare
alcuna fatica, stima leggiero qualsiasi sacri-
ficio, pur'di procurarti la pace della co-
scienza nell'ora della morte. Interrogala
ogui giorno.la tua coscienza,- ascoltane la
voce, e vryr come se ogni giorno dovessi
morire.
rr - Ewàào di Buru Mqte.

16.10 Page 160

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-162-
zo fl buon cristiano non tr€xicura flessun
rnezzo per procurarsi questa consolante f..
ducia nell'ora della morte. Non appena ca-
pisce che il suo male è di una certa gravità,
chied.e subito i SS. Sacramenti: I'uol rice-
verli nel pieno possesso delle sue facoltà;
per potere meglio apprezzarneTa grandezza,
goderne i benefizi, e meritarne pirì abbondan-
temente i vantaggi ed i premii. Dgli sa che
la Confessione è medicina, che la Comu-
nione è iI Pane dei forti, che l'Estrema Un-
zione è un balsamo che irrobustisce l'anima
e il corpo: e di questi aiuti potenti, di queste
armi invincibili vuole senz'indugio munirsi
per la lotta decisiva. La preghiera, di cui
nelle vicissitudini della vita ebbe a provare
tante volte l'efficacia, in quell'ora è inces-
sante nel suo cuore e sul suo labbro. Non
atra le visite di quei vari e fa^stidiosi conso-
latori che hanno soltanto parole frivole e
terrene, e flon sarulo elevare se stessi,
ne gli altri aI pensiero del Cielo. Egli invece
l'uole che gli si parli di Dio e del paradiso,
e non più d.elle vanità e degli interessi mon-
dad. È ammirafils per la sua rassegnazione
nel soffrire, e tutti editrca coi suoi atti di
conformità aI volere di Dio, di generosità,
di amore.
Oh
giusto
com'è invidiabile
nell'ora estrema!
1P.eu"osoodioi"iopou"reUe,
mi adopero a procufarrni una tal sorte?
Sono deciso di chiedere allora con soUeci-

17 Pages 161-170

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17.1 Page 161

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-163-
tudine i Sacrarnenti, o non ho invece qual-
che pregiudizio a questo riguardo? Mi sforzo
fin d'ora di acquistare l'abito della preghiera,
di vivere ella p1"."oza di Dio, di rendermi
fa::riliari le giaculatorie e le Comunioni
spirituali? Procuro di avvezzarmi a softrire,
per essere poi paziente e forte. nell'ora
suprerna, e accrescere così il tesoro dei miei
medti pel Cielo? Ricordatt, enin4 ai^,
che in pu:rto di morte, sarai quel che fosti
in vita, e che la co'fidenza di cui godono in
quel momento le anime giuste, è il frutto
e il premio d'r:na vita esemplarmente cri-
stiana.
30 Infi.ne Ia confidenza del buon cristiano
nell'ora della morte è grandemente accre-
sciuta dal pensiero delle divine misericordie.
Quand'egli rivolge lo sguardo al Crocifisso,
quando pensa che il Divin Salvatore volle
scendefe dal Cielo e sottoporsi quaggiù alla
più crudele e ignominiosa passione per sal-
vare tutti gli uomini (r), che Egli è venuto
a cercare i peccatori (z), ch'è il buon Pastore
sollecito a rintracciare Ia pecorella smarrita,
il Padre afiloroso sempre disposto a strin-
gere sul suo seno il figliuol prodigo: quando
(I (Tr)irnQ.u, iIIo, mgu.es homines vult salvos fiei
(z) Venit... et salvum facere quod perierat
(Iiuc.,
salvos
XIX,
facere
(rIo)T. i-m.,
Christus
I, t5).
venit
peccatores

17.2 Page 162

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-164-
pensa a questo, si sente tutto riconfortato,
e con invitta f.ortezza (r), con incollabile
confdenza sostiere gli uttimi attacchi del
demonio, che vorrebbe turbare il suo spirito,
mettendogli innanzi l'immsgillg di un Dio
giustiziere implacabile. La tenera divozione
che egli ebbe sempre vetso Maria, lo fa ri-
coltefe con fiducia aI materno suo cuore:
spontanee gli vengouo sul labbro le devote
suppfiche e giaculatorie che gli furono abi-
tuali in vita, ed è nel suo cuore la dolce sicu-
ruza e}'e soprattutto in quei momenti Ella
si mqstrerà ,{,usiliatrice potente, tenera
Matlre, Consolatrice soavissima. Colla stessa
fiducia egli ricorre a S. Giuseppe, Patrono
della buona morte, al suo Aagelo Custode,
al Santo di cui porta il nome, agli altri
Santi verso i quali nutrì in vita più costarte
devozione. Quanti
tornano edtficati:
vengono a
cosl il suo
visitarlo
letto di
se ne
morte
è ad altri scuola di virtù, a lui fonte di me-
riti. Oh sorte veramqrte invidiabile!
Deh fate, o Gesù mio, che tale sia pure
la mia morte! Non di"Jnenticate in quel mo-
meuto ch'io sono opera delle vostre mati,
ptezzo del vostto Sangue, erede del vostro
regno. Fate risplend.ere in questo povero
vermiciattolo i prodigi della bontà vostra!
Col ma:rto della vostra miset'icordia coprite
(r) Spiritu magno vitlet ultima (Eooli.,
XLYIII, z7l.

17.3 Page 163

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-165-
i miei peccati: rinvigorito:ei col vqstro aiuto,
con Voi stesso, Pane di vita: fate ctre mai
più mi allontani da Voi, che fedelmente vi
serva, portando con generosita la mia croce,
e possa così godere in vita, in morte, in etenro
l'ineffabile dolcez,za d.el vostro amore.
Prirna di, ftnire la yned,itazione si, leggano
gli, Afretti e propositi a pag. r7r,
IIr.
SpnneNze, ȃr. crusTo NExrr,,oRA DEr.r.a
MORTE.
'ro Nel supremo istante della morte il
buon cristiano si sente crescere più viva e
dolce la speranza nel cuore. I,e divine pro-
messe gli stanno fisse nella mente, e in ìia-
s_cuna egli trova nuovi argomenti a sperare.
Sa che Dio è giusto e fetlele, e rimettè i pec-
cati a chi r mitaente li confessa (r): chè ta
confessione guarisce, giustifica, perdona, e
che non v'è colpa, per quanto oribile, che
per e$sa nou ottenga remissione (z); ch'essa
ridona 7a grazia, la pace, la bellezza del-
e(It((Jziruo))saSStnuai.s,ncaouI,tntfci9rto)een.amfemsitustariotp, eiuucoscabtitfiaiscaupotescctorcana;fetfsaidsienol,oisspteercas-t
cato veniam donat. Nrrlla
quae per confessionem
tam
nou
gravis est culpa,
habeat veuiam
(S. Is.).

17.4 Page 164

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-166-
l'anima; che chiude le porte dell'inferno e
apre quelle del paradiso. E pensando che
si è confessato taate volte,. ogni mesg, anzi
ogni settimana: che col pentimento, colle
lagrime, colle ollere buone ha cercato
d'espiare le sue debolezze e i suoi peccati,
si getta con tenerezza flliale nelle braccia
della misericordia divina, e spera nel premio
riserbato da Dio a coloro che 1o servoflo,
a coloro che praticano le opere della sua
legge e del suo afilore.
E tu, anima mia, ti sei servita dl questo
mezzo potente per procrrarti le dolcezze
della speranza nell'ora della morte? Od hai
invece dimenticato che il principio delle
opere buone è la confessione delle cat-
tive? (r). Non vergognarti mai di cercare
r-l medico: a""i, quanto più profonda è la
piaga, tanto più sollecitameflte devi sotto-
porti alle sue cure. Ricordati che a chi da
punisce il suo peccato, Dio sarà difen-
sore (z). Sii dunque sempre giudice delle
tue colpe, nor.difensore. Se tu t'abba^ssi, Dio
t'innalierà: se all'incontro non saprai umi-
fiarti, Egli ti rigetterà dalla sua presenza. Co-
raggio anima mia: con la coufessione umile,
(r) Initium bonorum operum, confessio est
ooerum malorum (S. Auc., XII in loan.' t3l.
. (z) Peccatum tuum iud.icem te habeat, uon
paironum. Te ergo habeat punitorem.__ut tu
beum habeas defeusorem (S. AuG.' Serm.,XX' z).

17.5 Page 165

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-167-
col sincero pentimento condenna e distruggi
i tuoi peccati, e nell'ora della morte sarai
ripiena d'inefiabile speraaza!
zo Saranno pure motivo di speranza al
giusto, in quelf istante supremo, le conso-
lanti parole di Gesù: Chi mangia la mia carne
e beve il mio sangue, ha la vita etema, ed io
1o risusciterò nellrultimo giorno (r). Nel
corso di sua vita egli ha ricel'uto con fre-
quenza il cibo dell'immortalità e della vita
eterna (z): perciò è persuaso che fra breve
potrà unirsi per sempre al suo Dio, e di l,ui
godere eternamente.
E tu, anim4 mia, ti sei in passato sfor-
zata di assicurarti colle Comunioni fervorose
e frequenti le consolazioni della speranza
nell'ora estrema? Tu che aspiri a vivere
eternamente con Gesù in Cielo, perchè in
tera vivi cosl lontana da Lui ? Non sai
dunque ch'egli è l'autore e l'oggetto di ogrri
beatitudine? Come mai, mentre dici di
aspiraxe alla felicità t'allontetri da I,ui, feli-
cità infinita? Perchè per settimane e mesi,
o forse, Dio non voglia, per qnnl intieri,
non ti sei accostata a ricevere Gesù nel tuo
(t) Qui mauducat meam carnem et bibit
meum sanguinem, habet vitam aeternam, et ego
resuscitabo eum iu novissimo
(z) Cibum nutrientem ad
die (Ioer., VI, 55).
immortalitatem et
vitam
xrr).
aeternam
(S. Crmr,.,
,i,n Joan.,lib.
IV,
cap.

17.6 Page 166

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-168-
cuore? Perchè, anche quando 1o ricevi, il
tuo cuore è cosl fred.clo? Come mai Ia tua
vita è alle volte così d.issipata e vuota
d'opere buone? Perchè così frequentemeute
sei vittima di debolezze e peccati, schiava
di perverse abitudini, pietra di scandalo
agli altri? La ragrone dowai forse ricercarla
nel non aver tenuto conto di queste paf,ole
del tuo Salvatore: « Colui che mi riceve,
vive per me (r) ». Tu non ricevi Gesù, ecco
perchè non vivi pe.r Lui, gnzi vivi da Lui
lontana, apatica, llagrata, flemica ali Lui
che ti è Creatore, Redentore, Padre, di Lui
che wuol'essere tua mercede e beatitud.ine
eterna. Vivend.o in tal modo, come puoi
lusingarti d'avere in morte il cuore inon-
dato da quella celeste speranza? Oh mio
Redeatore! Voglio poffe un termine alle
mie ingatitudini: voglio d'ora innanzi ri-
cevervi con frequenza, possibilmorte ogri
giomo, per poter godere ddle vostre conso-
lazioni in vita e soprattutto in punto di
morte. Voglio ricordare sempre quelle vostre
parole consolanti: « Chi mangia la mia came
e beve il mio sangue, ha la vita etenea, e io
lo risusciterò nell'ultimo giorno ».
30
uaa
Il buon
perdita,
cristiano reputa la morte nou
ma il più ricco guad.agno, e
perciò, consolato dal S. Viatico, che rad.dol-
(r) Qui manducat me, et ipse vivet propter
me (IoeN., VI, 58).

17.7 Page 167

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.-169-
cisce e dissipa i terrori dell'agonia, si ral-
legta all'annunzio d.ella sua prossima dipar-
tita. I.a morte è per lui il principio tlel ri-
poso, dei gaudii etenei: non più lotte, non
più angustie, non piir tenebre, ma luce,
leÉzia, trion-fo. Egli sa che non morrà vera-
mente, ma viwà per cantare in etereo le
meraviglie del Signore (r). « Partiamo, par-
tiarno, egli ,ìice a se stesso, col cuore pieno
lduinsgaantotaildTmeigoruezsai:liotro(pz)p:ohoormfinaiitosi
è
la
pro-
mia
carriera: son vissuto nella fed.e, muoio con-
fortato datla spetanza di conseguire la co-
rona che Dio, giusto rimuneratore, ha pro-
messo a coloro che 1o amano (3). Questa
Eisera dimora terrena fra breve sarà di-
stnrtta, ma un'altra indistruttibile me ne
ha preparata Iddio uei Cieli (a)». E già gli
par d.'udire il soave invito di Gesù: « Servo
buono e fedele, poichè fosti fedele nel poco,
(r) Non moriar, sed vivam... et narrabo opera
Domìni (Ps., CXVII, r7).
(z) Heu mihi, quia incolatus meus proluagatus
est (Ps., CXIX, 5).
(3)
liquo
Cursum
reposita
csosnfsurmihaivic, ofriodneamiussetrivtiaavei,;
in re-
quam
1g66s1 mihi Dominus in illa die iustus rudex
(II Ti,m., IV, 8).
(4) Scimus quoniam si terrestris domus nostra
huius habitationis d.issolvatur, aedificationem
ex Deo habemus, domum non manufactam,
aeternam in coelis (II Cor., Yl, 3).

17.8 Page 168

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-r70-
io ti farò padrone del molto: entra nel gau-
dio del tuo Sigrrore! (r) ». « Eccomi pronto,
o mio Dio, s'affretta egli a rispondere con
gioia: oh 5i4 elfins appagato il mio cuore
dagli splendori della tua gloria! (z) ».
dI-li-sTo*uS, taitncoetorèdronptoeacgae,liqsuseueregl ngmeitoàrirs,icbdeoolnscde:nzozteafodrgt.riia:npcaautrloaa-.-
torie, che egli ripete con efiusione di pietà,
col labbro e col cuore. Dinanzi a quello spet-
tacolo tutti sentono quanto è vero che sono
beati quelli che muoiono nel Signore. I pa-
renti e gli amisi, inginocchiati intorno al
suo letto, accompagn€rno le preghiere del
sdaiceqrudeoltle'a,ncimhea:coendfoerstasag, ldioepsotreumni
aleliti
uttimo
bacio aI Crocifisso e alf immagine di Maria
lascia alfine
eternamente
la terra
Iddio nel
^pCeierloa. ndar
a
godere
Quanto è dolce e invindiabile la morte
del giusto! Sarà questa, o Gesù, Ia morte
mia? Godrò io pure in quell'ora del conforto
di tale soavissima sperar"a? Dipende da me:
la mia morte sarà il riflesso della mia vita:
ecco quel che mi sembra di sentirmi rispon-
dere da Voi. O mio Gesù, aiutatemi, vè ne
(l) Euge serve bone et fidelis, quia super
pauca fuisti fidelis, super multa te cònstituàm,
intra in gauditm Domini tui (MaITrr., XXV, zr).
(z) Satiabor cum
(Ps., XVI, r5.)
apparuerit
gloria
tua

17.9 Page 169

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- r7r '-
scongiuro, a vivere esemplarmente: aiuta-
temi soprattutto a vincere quel difetto, a
staccarmi da que['occasione, che potrebbe
essere causa della mia rovina. Voglio essere
tutto vostro in vita, per potere un giofilo
essere vostro eternemente.
Aftettt e proposltl.
I1 mio cuore, o Gesir, è oggi ripieno d'inefia-
bile gioial Ah, lasciate ch'io pure ulnalzi
ancora col vostro Profeta un inno d'esul-
tanza a)7e vostre misericordie! No, la morte
non è più ai miei occhi l'ora dell'agitazione
e del1e angosce. Voi, o mio Gesù, colla
morte vostra l'avete soggiogata: voi que-
st'ora avete circondata d.i conforto, inon-
data di confidenza, allietata delle più dolci
speranze. Essa è il cominciameflto della vita,
il passaggio all'immortalità (r), il preludio
delle dolcezze eterne, la vera Pasqua, il
passaggio dalla morte del mondo alla vita
del Cielo, d.all'esilio alla patria, dalle miserie
del fango ai gaudii e agli amplessi d.i Dio!
Dalla considerazione della morte del giusto
ho attinto slanci generosi, fermi propositi.
Lo so, Gesù mio, che per avere l'anima ripiena
di conforto in quell'ora è necessario ch'io
(I ) Ad immortalitatem morte transgredimur
(S. Cvrn., De mort.).

17.10 Page 170

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-r72-
uon cerchi adesso il corforto degli alletta-
meuti mondani, dei piaceri peccaminosi, dei
beni che Ia tignuola corrode. Lo so che per
godere la soavità inefiabile dr quella conf-
denza io debbo fin d.'ora riporre in Voi tutta
la mia fiducia. Voi ce l'avete detto, o Gesù:
Non vogliate cor-f.dare nelle creature, perchè
nCohneècporseassionfdai tlotiropocshseotnroovdeatertme isgalliv*uzoami$n)i,.
se non disinganni, dispiaceri, e ttoppe volte
anche esempi perversi? Voi invece, o mio
Gesù, potete darmi tutto, Voi vi siete im-
molato sulla croce per me: a me vi siete
fatto cibo, luce, vigore, balsamo, salvezza
in terra e volete essermi mercede e gaudio
in cielo. Sì, ve lo prometto: da oggi in poi
voglio riporre 1.;ftta la mia confidenza r;.el
vostro Cuore adorabile: unito sempre a Voi,
mi specchietò ogni gromo nei vostri salu-
tiferi esempi, sforzandomi col vostto aiuto
d'imitarli, e così da Voi sorretto e fortificato
confido dr ottenere il supremo trionfo.
I,a mia sperarza s'appoggerà tutta sul
vostro amore. Non temerò più i disprezzi,
le lotte, le persecuzioni: se Voi siete al mio
fialrco, chi mai potrà riuscire ad abbattermi?
Ricorderò con frequerrza la vostra parola,
le ptomesse con cui mi st'molate alla virtù,
alla conquista del §elo. E non sarà mai
(r ) Nolite confidere... in filiis foqminum, in
quibus non est salus (Ps., CXIV, z).

18 Pages 171-180

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18.1 Page 171

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-r73-
più ch'io dubiti, o mio Gesù, della vostra
misericordia infinita! Sono miserabile, è
ve-ro, ma voi siete ennipotente: so[o pec-
catore, ma i miei peccati voi li avete lavati
col vostro Sangue, e siete .ìisposto a lavarli
ancora ogni volta che me ue pentirò di
cuore: sono ignorante, cieco, ma Voi siete
la. luce, la verità medesr'ma. Ma soprattutto,
o Signore, io so che Voi volete essere, che
siete tutto mio: che l'amate l'anims mig
d'infinifq arnor€r che la volete salva e fe-
lice eternamente: che temerò dunque an-
cora?
Ho deciso, mio Dio: se disgraziatamente
la mia debolezza mi trascinasse altre volte
a qualche peccato, correrò senz'iudugio a
confessarlo: saprò viacefe ogni vergogna,
non nascond.erò nessuna macchia, poichè
tutte Voi volete cancellarle col vostro
Sangue adorabile! E per rendere più efrcace
la mia buona volontà, mi propongo come
frutto di quest'Esercizio di Buona Morte:
1o 6i ssqminare ogni sera accuratamente la
.mia coscieaza; 20 df fare in questo mese la
mia
tnia
confessioue come
vita; 3o di dare
se fosse
grande
l'ultima di
importanza
all'esame, al dolore e al proponimento nelle
mie confessioni settimanali; 4o di confes-
safe sempfe e prima degli altri quei peccati
di cui sento maggior vergogna. Dehl Si-
gnore, rendete stabili questi miei proporj-
menti colla vostfa grazia,

18.2 Page 172

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_17+_
E Voi, o Vergine Ausiliatrice, Mad.re di
Misericordia, Vita, Dolcez,za e Speranza
nostra, ottenetemi dal vostto Divin Fi-
gliuolo Gesù di poter fare 5empr€ confes-
sioni sante, e di meritarmi coll'esemplarità
della vita le dolcezze th una santa morte.
Così sia.

18.3 Page 173

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\\.-T .-/\\.r'r.*,\\J\\d,r../\\-/\\.-^.-./r../Vr.-r\\-.,
DINANZI ALLE SPOGLIE
DELLA MORTE
I.
Ir. CADÀ,'"EFG.
ro Tutto è fi.nito. I,a morte ha rapito
aI tempo una nuova vittima per piombarla
nell'eternità. Colui che poco fa vedevamo
agitarsi nelle angosce dell'estrema agonia,
è morto. Quegli occhi che forse sndarono
tante volte in cerca di peccaminose vanità,
e non seppero conservarsi puri, si son chiusi
per sempre. Qu"gli orecchi che ascoltarono
tanti frivoli e pericolosi discorsi, e furono
sordi alle suppliche del povero e alla parola
di Dio, più
strumento
dnoi nmoodrmonoor.aQziuoenlilaelindg,iusacacnhdeafliu,
è immobile e muta. Quella testa che non
seppe chinarsi ai precetti di Dio e della Chiesa
che mai non si volle curvare aJ giogo soave
dell'umiltà a soccorso del povero, s'è pie-
gata
che
alfi.ne per non
fu ricettacolo
più rialzarsi. Quel cuore
di tante basse pa*sioni e

18.4 Page 174

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-176-
uon ebbe palpiti di emor di Dio, di contri-
zione, di misericordra, ha cessato di battere.
Mio Dio, quale orrore! e perchè penso sl
poco che un glorno sarò anch'io inevita-
Lilmente ridotto
presto ch'io ron
in questo stato,
creda? Anche i
e forse più
miei sensi
allora si chiuderanno per sempre alle va,ità
della terra: nor avrà più battiti il mio cuore,
e il mio corpo irrigid.ito sarà invaso dal gelo
della
quelle
mmoermteb.raE, cqcuoelavicghoere,saquraenllaro-breidlleozttzea
di cui vad.o superbo! Q[ vqnità, oh illusione
funesta! Diirlarrzi al cadavere si comprende
quanto sia insensata l'uma.na superbial Ah
do, esclr-a S. Agostino, essa ron è grurr-
dezLa (r), ma urr tumore maligno; un tumore
che un giorno si dissolverà in vermi e putre-
rline feteate.
A che clunque invanirti, o terra miserabile,
vaso di confi:melia e di brutture? Hai di-
merrticato che ieri non esistevi, che oggi sei
debolezza e miseria, che d.omani sarai cibo
di vermi? Non t'rrmilii neppure dinanzi alle
spoglie d,ella morte? Nemmeno da quest'ener--
gica metlicina saf,à Suarita la tua superbia?
A-h, no, Ge.sù mio, ron voglio più pascerni
fi verif!.; non voglio più che mi domini 1'or-
goglio, ostacolo a ogni progresso nella virtù,
strad.a firnesta di perdizione: voglio essere
(r) Est superbia non magnituclo, sed tumot
(S. Auc., Serrn., CXLI.I, 5).

18.5 Page 175

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-r77-
véra-ente r milq, perch§ solo l'umile sa fare
la vostra vo_loutà, e in ciò consiste tutta la
perfezione cristiana.
zo Ma ritorniemo aI cadavere: esso deve
datci ancora altre salutari tezioni. Mentre i
parenti e gli snigi, dopo il primo sfogo d.i
dolore, si scostano da quel letto, avr.idaati.
Fissa il tuo sguardo sul defunto. Vedi? l,han-
no vestito e collocato nella bara. Dove sono
quegli abiti di seta dalla forma poco modesta
e forse provocatrice: qurelle stofie pfeziose,
quegli ori, quei braccialetti e diamanti, quegli
ungue*ti, profrtmi e belletti, con cui sàd.or-
nava pef tendere lacci alle anime? Pel cada-
vere-è anche troppo l'abito più modesto e
sdrucito: a lui saranno mantello i vermi (r).
Quell'essere che aveva pretese sconfnate, è
ll- rinchiuso tra quattro tavole. Tutto è spa-
rito- come rn sogno (z). La casa ch'egli-ha
edificata e abbellita con taflte cure, non è
più sua: non sono più suoi i beni, le ville, i
tenimenti; pisseriì,nflo ad altri Ie sue ricchez-
ze: sua casa d'ora in poi sarà il sepolcro (3).
Nglla slroru vicina i parenti sta:rno già esa-
minando iI testameuto, e ciascuno pensa a
_X_IV(r),
Opedmentum
r7).
tuum
erunt
vermes
(Isaz'.,
(z) Velut somnium avolans non invenietur,
transiet sicut visio (1-b, XX, S).
(3) Et
aeternum
s(ePpsu.,lcYhrXaXeVoIrIuIm,
domus
ro).
illorum
il
tz - Esqcizio Bum Mqte,

18.6 Page 176

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-r78-
impossessarsi tli qualche. cosa del morto.
,Forse si fat"o grà le prime critiche, na.scono
rancori, s'accendono odii pet le disposi-
zioni da lui lasciate, e ciò mentre è ancora
cald.o il cadavete. Per lui tutto è terminato
quaggiù. Non più amictzie, conversazioni,
àdunanre, ritrovi, pa,sseggiate, teatri: il
fredd.o della morte 1o pervade; egli è oggetto
di paura e ribrezzo a coloro stessi che pocbi
giorni o fors'anche poche ore prima lo ac-
cate:,zavar^o con false lusinghe: tutti s'al-
lontanano e lo lasciano solo.
Mio Dio, quale spaventevole disillusionel
Come sono fallaci le promesse del mondol
Dove sono ora Ie ricchezze accrunulate con
tanti afianni e a prezzo forse dr soprusi, di
frodi e ingiustizie? Qual vantaggio ritrae
ora il defirnto dal lusso, dalle possessioni,
dvOeahsllt'iiantorct,riseitdicicboaillezpaasriltaoezltzefoozrz,sade! aSalliletr"emsacaloesIaesfpavrii.zùlloasv,ei?illi
ancora: ma poco o punto si ama I'anima
propria, il Cielo, Iddio! O anima mia, fino
a quando ti pascerai di vanità e di men-
zogna? Suwia, riponi d'oggi in poi ogni tuo
afietto nel Signore: lavora, afiaticati pei
beni del Cielo, cerca dr conseguire Ia vera
wita, la wita eterna!
se3rv0aUlonoatstegnutaarrdnoenatnec. oRfaicaolrtclai dqauveerieb: aons--
chetti e festini chiassosi, quelle vivande fatte
venite da lontane regronr, quei vini prdi-

18.7 Page 177

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-r79-
bati, quelle intemperAnze, quegli eccessi
vergognosi? Ora tutto è finif6; non gli resta
che il lugubre si.lenzio della tomba. Fissato
aflcora una volta, rron allontaflalti da quella
bara senz'aver preso qualche risoluzioae
salutare. Pensa che tu pure fra breve, forse
d66ani, giacerai immobile e getido in un,at-
tta bara: anche per te tutto 52a) finife, s
per sempre. Dinarrzi a u:ra tal prospettiva
ti pare s^ggezza continuare a vivere schiavo
del ventre e della gola? Hai dunque dimsrl-
ldtoiiccraoeto-calneczoomnnrivni eainrcticrpiadiueltolol'r,eoteefreinfs,a.tiontVinaeinxreitlzàuz?tatoIi,oleo-rloe
uttimi giorni (r). Oh! quanto più saggio e
utile sa.rà per l'"nim6 tua il praticare Ia tem-
perafrza cristia:ra, chiqmafu con ragione
fondamento della salute, fonte di saggezza,
usbergo della purita, morte della lussuria,
maestra di tutte le virtù e capaffa del Cielol
Di grandissimo vantaggio ti sarà pure il
ricordarti con frequenza che Ie cure ecces-
sive pel corpo vaflno sempre a detrimento
dell'erima: che dal troppo lauto vivere ger-
moglia l'iniquità (z): che dal solo vizio della
(r) Et. convertam festivitates vestras is
luctum, sf 9mri4 cantica vestra in planctrrm..,
et novissima eius quasi diem arr.antm (Atnos,
VIII, ro).
(z) Prodiit quasi ex adipe iniquitas eorum
(Ps., I,XXII, 7).

18.8 Page 178

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-r8o-
gola nascono innumerevoli altri vizi (r):
che vino e castità sono incompatibili tra loro
come l'acqua e il fuoco: che non v'ha ti-
lanno più esigente del ventre (z): che le goz-
zoviglie abbrutiscono l'uomo, anzi l'abbas-
sano al drsotto degli stessi anim4li immondi'
E poi non c'insegna Iddio stesso che certe
passioni flon possoflo essere domate se noh
àaf aigiuno associato aIIa preghiera? Eppure
quanti pretesti non s'adducono per evitanee
pratièa! Io sono debole, si ripete dai più:
e intanto spesse volte si logora e si sciupa
la salute colle intempetaflze, colle veglie,
con gli eccessi de1la collera, con mode anti-
gieniche, con la dissolutezza e la crapula.
Éerchè non confessare piuttosto ch'è debole
la fecle, snervato il carattere, languido l'a-
mdiorsea,cfriiafi.cccioo?oGdeenl eturatltmoemntaencnaonntesolonospiirditoi-
gruni e le astinenze prescritte dalla Chiesa che
irrd"boli".ono Ia salute; non è la qua:esima,
rlon sono le teftpora e le vigilie
ciano la vita, ma è l'ingordigia e
che accor-
il vizio. Il
digiuno, che fu detto l'alimeuto dell'ani-
(3), è anche il farnaco della salute, è me-
(r) Ex uno gulae vitio, immensa witiorum
agmina atl conflictum animae producuntur
(S. GREc., Lib. Reg.' c. I).
(z) Nullus tam improbus exactor est, quam
vese(tn3(t)Se.IreA(iSuwn. niBu.E,mRDNree.,fEeDlc'ieatioIentatln.eiim'Duonam.e,,.c,c.cibI.IuXI)sL' mVIe)n.ti-s

18.9 Page 179

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-r8r-
d.icina delle
aI corpo.
fufefinità,
Coraggio
vigore
duaque,
e robustezza
eflim4 51is;
preudi al6nq la fenna risòluzione di prati_
care la tempe::af,za cristiana, d,essere iede-le
aIllglrcsf^up:roesrcl reiziaonl ididgeiullnao,Cpheierseaspriigaurea:pdiùo
ciltnente i fuoi peccati ed accrescerd it
al-
fa=
te-
soro dei tuoi meriti pel Celo.
g-!1Ai,fyrteattrdei
finire la rned,i,tazione si.
propositi a pag. r9r.
leggano
II.
Ll sEpor,trrna.
I1 cadavere incomincia
impo.ssibile arrestarne la
a d.ecomporsi; è
putrefaziàne. Si
aprono le finestre, si brucia incenso, si spau-
dono profumi: futto è inutile, iI fetoie è
ormai insofribile, e i parenti stessi affrettano
l'ora della sepoltura. Quel signore azzimato
che
un
non poteva sopportare la vicin"r,a
povero: quella dama mondena che
cli
ri_
fuggiva alla vista di quatsiasi miseria,
tutto scialacquava in yenif[, senza
che
mai
tetrdere la mano all'indigente; che ripeteva,
dqui ansoinapdootsetrenstoafztrioirneela{evlilsatasuda.i
delicatezza,
un malato,
nè-l'aria di un ospedale o d,un tugurio: ec-
coll ofa oggetto essi medesimi di ribrezzo e
nausea, pel puzzo ammeftsnfs
Ahl quanto più godrebbero in
che esalano.
questo mo-

18.10 Page 180

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-r82-
mento le loro anime, se in vita, anzichè farsi
schiave del corpo, avessero tenuto presente
q"oruo"ettul tpcohepsroòapcttraeacntctiiulaetrtvsoai,
questo corpo nel sepol-
quale felicita awebbero
ie dei beni ricel'uti d'a
bio si fo*sero serviti pet praticare la caritàl
Ohl anima mia, non drmenticare mai che
in nessun luogo le ricehez,ze terrene sono
meglio custodite che nelle mani del povero,
soilo l" cui spoglie la fede ci addita la per-
sona stessa ai Cot Cristo.
ounnto doviziose siano le
Ricorda che pet
tue sostanze, tu
d^"uUr"i"ase*"i
intligente, e
ogoi- gioroo
d'evi al par del mendico
aI Padre Celeste il pane
dei suoi 6enen i. Ricorda che nudo nasce
il povero e i1 ricco, che l'uno e l'altro saraillo
oàto d"i vermi, e che non v'è difierenza tra
i" *., e le ceneri di questo e di quello' Pensa
ehe siamo tutti fratelli, perchè frgli dello
stesso Padre; che ci ricopre uao stesso cielo,
che tutti ci assidi"mo alla stessa Eucari-
sticaMensa, che
E ctre gioverà
uno stesso premio
al ricco lasciare
ci attende'
gli scri€ni
raipl ioein"iioà'oGtiou,di"c"elasasuatraonviamtaa
presentand'osi
I'uota d'opere
bdveuerolenSseoima(rma),woeoBpletorniveia?ntaCvheienstsieepterrvernizrioàosdcehe, eleriyllascsbaqadsraoa-
circondata di doppieri e corone, se l'anima
(r) Quitl proclest
scientia? (S. Auc.,
plena bonis arca, inani
Seru+., I<XXI.I' 51.
con-

19 Pages 181-190

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19.1 Page 181

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-r83-
gemerà negli orrori dell'inferno? Quanti pur-
troppo si son perduti pel cattivo uso delle
loro ricchezze! Che risolvi dunque, qrims
mia? Sii saggia. Se Dio t'ha favorita di beni
di fortuna, servitene per acquistare il Cielo:
e se non puoi dare l'elemosina del denaro,
[on negafe almsn6 ad alcuno quella del con-
siglio e della preghiera.
In ogtri caso ricordati che l'Eterna Verità
non ha detto soltanto: « Beati i misericor-
diosi, perchè troveranno misericordia (r) »,
ma pnche: « Sareirno giud.icati senza mise-
ricord.ia coloro che misericordia flon usa-
rono (z) ». Le opere di carità sono il seme
della messe futura: se avrai semirato ab-
bondantemente in vita, sarà copioso il tuo
raccolto in Cielo. Ah sia mills volte benedetta
la bontà dell'dtissimo, che in cambio dei
beni perituri della terra, d.ovuti del resto
anch'essi ell4 5116 liberalità, ci la pace
in vita e un premio eterreo dopo morte!
zo Ma il corteo funebre incomincia a sfi-
lare. Colui che pochi giomi prima gqmmi-
nava llef quelle strad.e con aria arrogante
e fors'anco imm6ds5fu e provocatrice, ora
vi passa portato dai becchini o trascinato
su d.i ua carro. feri ostentava i suoi abiti
sfarzosi, oggi è ricoperto da un drappo nero.
(r) Beati misericordes, quoniam ipsi miseri-
co(rzd)iaImudcicoi[usmequseinreturm(iMsearTicToErt.l,iaV,illZi). qui non
fecit misericordiam (Iec., II, r3).

19.2 Page 182

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-r84-
.Ai discorsi chiassosi, alla smodata allegria,
alle musiche giulive, è succeduto il mesto
canto del M'isereye. Il ca:ro funebre sarà
forse ricoperto di corone, ma che cosa avrà
portato l'arims del def,nto al Tribunale di
Dio? FoÉunati coloro che in quel giorno
safanxo ripagati del bene che hanno fatto
dalle preghiere riconoscenti degli orfani e
dei poveri! Disgraziato invece chi non ri-
ceverà altri sutrragi che quelli di certi amici
senza fede, a lui forse s6mpagni d.i peccato
e disordini. Eccoli, costoro, dietro al fetetro:
parlano spensieratarnente dr afiari o di po-
litica: se si occupaao del morto, è per discu-
terne le azioni. i più benigni si limitano a
compatirlo: ma chi prega per lui?
Il defunto è portato ora da altri a quella
chiesà dove forse in vita pose troppo rara-
mente il piede. Da quel pulpito awebbe ap-
preso le vie della verità e del Cielo: in quel
confessionale awebbe ritrovata la grazia e
la pace: da quel tabernacolo awebbe potuto
ricevere Gesù, Pane di vita, medicina, bal-
sr-o, forza dell'enima: ad.esso è troppo tardi.
I suftragi della Chiesa, Ie preghiere delle
animg gu6ns, servifanne a lenire le sue pene,
a libetarlo più presto dal Purgatorio, se ha
fatto una buona morte. « Sigr.ore, concede-
tegli l'eterno riposo », dice oncora una volta
iI sacerdote: « Cosl sia », si risponde da tutti;
e il cadavere è portato al cimifgr'e.
Ohl atrima mia, perchè non ti rendi fami-

19.3 Page 183

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-r85-
liare il pensiero di queste inesorabili realtà?
Come sarebbeto allora differenti i tuoi giu-
dizi, i fuoi desiderii, le tue opere! Con quanta
generosità romperesti i lacci d.i quelle ami-
cizie che t'allontaua:ro da Dio e ti farno
sgocdhriaebvbaedi'labtuitoudciunoirep,eervqeursaen!tiQmueanrittai
pace
accu-
muleresti pel Cielo! Oh Signore, perdonatemi
se ho preferito l'amore delle creature al vo-
stro amore: staccatemi dalla terra, e fate
che ami solo Voi, Ssng infinif6.
30 Il cadavefe è giunto qI cimifer'6. §sge
la fossa che sarà sua dimora per sempre: ecco
racchiuse in una buca dr.pochi palmi anqlhs
le ambizioni più sconfinate. Prima di rico-
prirlo di terra si fara:mo magari gli elogr
del morto, ma forse più per cerimonia, per
ragioni politiche, per riguardo alla famiglia,
che per vera convi[zione dei suoi meriti: e
forse più d'uno sorriderà, farà commenti
poco benevoli, Del resto, s'aflco gU elogi fos-
sero sinceri, qhs importano coteste vane lu-
singhe a chi è già stato giudicato dall'Etema
Verita, che scruta fin le piaghe più recon-
dite del cuore? Ormai tutto è finito. Poche
palate d,i terra, qualche lagrima, e poi il cor-
teo si dilegua, e il morto rimane a mar-
cire nella fossa. Cessano i lugubri rintocchi
delle campane, e ognuno ritoma alle sue or-
rtiril'is occupazioni. Chi al mattino ha preso
parte al firnerale, la sera forseandrà al teatro,
al ballo: i parenti si occuperorrro delle so-

19.4 Page 184

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-186-
stanze ereditate, e non mancherà chi pensi
aI modo migliore di sciuparle; malediranno
magari il morto, se trovano qualche dissesto:
ma ben presto chi encora si ricorderà di lui?
Mio Dio, quale terribile colpo alle a-bi-
zioni del cuore umauo! Infelice peccatore!
S'era pasciuto di fantasmi, fll l,enif); s al
desta-rsi ora flell'eternità si trova a mani
vuote (r), Aver tanto lavorato, aver fatto
tante privazioni e sacrifizi per un fine terreno,
che forse non ha rrerrmeno potuto raggiun-
gere: e piombare adesso in una eternità di do-
lori! Ah no, Gesù nio, non voglio più riporre
le mie speranze negli allettamenti fallaci del
mondo e nelle bugiarde promesse del demonio,
ma solo in Voi, Verita infnita! Lo so che
quaggiù Voi m'offrite croci e sofierenze, ma
so pure che alle tribolazioni e alle croci pro-
mettete iu premio la beatitudiae eterna.
Privna d,i fini,re la med,i,tazi,one si, leggano
gli, Afietti e propositi a pag. tgr.
ur.
ToMBA.
ro Torniamo con frequeuza al sepolcro,
per contemplarr.i l'opera distruggitrice d.ei
vermi e della dissoluzione. Scoperchiamo
(r) Dormierunt somnum suum, et nihil in-
ve[erunt o-.es viri divitiarum in manibus
suis (Ps., I,XXV, 6).

19.5 Page 185

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-r8z-
quel feretro. Che insopportabile fetorel.che
ùsta raccapricciantel Ecco a quale orribile
deformita §ridotto quel corpo che ura volta
era oggetto d.i tante cute. Quella carnagione
bianca e rosea, talvolta per vanità resa tale
cou ciprie e belletti, s'è dapprima ingiallita
per di+enire poscia nera come fuliggine. I.a
faccia, che forse si atteggiò a tanti vuzi e
sorrisi pecc"minosi, le mari, le membra tutte,
strumseto di tanti peccati, si sono ricoperte
dr urra
sciate,
mufia giallastra;
lasciando colare
le
da
carni
ogni
si sono sfa-
parte lmori
vischiosi e putredine. Le labbra sono cadute
brano a
mascelle
biano, lasciaado allo scoperto le
spolpate, i denti nerastri. I capelli
sono dispersi intorno al teschio tutti intrisi
di putredine. 11 ventre orribilmente squar-
ciato
vermi
è divelruto un
schifosissimi: e
covo, uu brulichio di
altri ributtanfi qnimali
accorrono da og:ei parte, a rosicchiare quella
mcaarrccaisusmae, .appitastcaertsaii
di quel nauseabond'o
nou rimarra più nel
sepolcro che
h questa
u'rnrsptaugrnaoccdaipfreicticdiaanpteolvcehree.ri.-
solvi, o arima a1i6J Vòrrai contifluare a illu'
derti? Non sei aflcora ben convinta che ogni
uomo è polvere? Non pensi, flon sai che an-
che quel corpo che ora tanto accatezzi, un'
giorno, e forse tra breve, sarà ridotto ad un
a*-asso di putredine, a un po' di polvere?
Se la vista dello sfacelo ttel corpo ti riempie
ch spavento e raccapriccio, peJchè non temi

19.6 Page 186

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-r88-
ancor più gli orrori che l'iaferno riserba aI
peccatore? Perchè non peosi che ua gionro
il corpo risorgerà dal sepolcro, e che anche
per esso sarà pronunziata nel Giudi"io su-
premo l'irrevocabile sentenza di felicità o
di dqnnazione eterna? Medita, e snima mia,
mentre n'hai il tempo, medita sui verrni e
sulla polvere de1la tomba: sara più santa la
tua vita e più sicura la tua eterrrità.
zo Prirna di finfue questa meditazione,
abbassa ,rcora una volta iI tuo sguard.o su
quella cenere. Dov'è ora il ricco, il superbo,
iI libertino? Dove la grandezza, l'ingegno,
7a forza, dove sono le dignita, le ricchezze,
i godimenti (r)? Oh quartò ha ragione il
Profeta di escl"mare: Fino a quando, o in-
sensato figlio dell'uomo, vorrai pervertire
il tuo cuore, coffendo dietro le yrt,ità e pa-
scendoti di men,ogne? (z). Perchè tanta
sollecitudine per ux sacco di vermi? Perchè
sacrif.care ad esso l'anima, i beni dsl §e1.,
Iddio medesimo? Vedi ora per chi erano
euei profrmi, quelle sete, quegli ori, quelle
sollecitudini, quelle ,nsie, quei sacrifici?
Quel corpo che nou tròvava frai abbastenza
comodo il letto, sufrcientemente morbide
(r) flomo, cum mortuus fuerit atque nudatus,
ubi quaeso est? (fob, XIV, ro).
(z) Fifi hominum usquequo gtavi corde, ut
quid rìiligrtis vanitamen et quaeritis mendacium?
(Ps., IV, 3).

19.7 Page 187

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-_r89-
le piume, vedi ora dove e come riposa! E che
rimane ancora del palato, dello stomaco vo-
14sq s insaziabile, causa di interminabili la-
menti, impazienze, sfuriate contro chi non
riusciva ad appagarne le voglie? Dove sono
quegli occhi, quel volto, quelle fattezze, che
trascinarono nel fango tanti poveri cuori
umani? Tutto è putredine, polvere fetente!
Ah sl, nulla di pitr eficace della vista del
sepolcro per vincere gli afietti peccaminosi,
per frenare l'impeto travolgente delle pas-
sioni, per staccate efficac"mente il cuore
dalle vanità. A:rima mia, ascolta il consiglio
del Crisostomo: scordi con frequenza nella
tomba: là, alla vista della polvere, della ce-
nere e dei vermi, sospira (r) e gemi 5ulls tus
colpe passate, e risoM di adoprarti con
impegno a77a sa)vezza dell'gnima tua. Non
cullarti in vane illusioni di-fferendo la con-
versione di giorno in giorno (z): perchè in
flessun luogo si legge che Iddio, che promise
il perdono aI peniteute, abbia promesso il
domaai ai suoi indugr (f). Fa che non t'abbia
(r) Perge ad sepulchrum, contempla pulve-
res, cineres, venD.es et suspira (S. IoAN. Crnvs.).
(z) Non tardes converti acl Deum et ne d-ifie-
ras de die in d.iem (Ecch., Y, 8).
(3) Verum dicis, quod Deus poenitentiae tuae
iudulgentiam promisit, sed dilatioqi tuae num-
quid crastinum promisit? (S. AuG,, I in Ps.,
XXXIV, r4).

19.8 Page 188

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-r90-
a sorprendere impreparata l'ora fatale, sl
che t'awenga di cercare Iddio e non più
trovarlo (r), e ti tocchi la sveatura di morire
nel tuo peccato (z). Ti spaventa la morte
del
rirà
piel ctcuaoto'riem?oLreas(c3i)a.
di viver
T'alletta
male, e spa-
la morte del
giusto? Fatti enimo, ti dirò con S. Agostiao,
giacchè non può morir male chi ha ben vis-
suto (4).
E se dinanzi alla polvere del sepolcro
t'invade un terror salutare: e più ancora, se
ti spaventa:ro talvolta le sofferenze e le prove
della vita, cerca conforto e coraSgio nelle
promesse di Gesù, che dice: « Beati voi, o
poveri: perchè vostro è il regno di Dio:
beati voi che adesso avete fame, petchè sa-
rete saziati: beati voi che ora piangete, per-
chè riderete (5): beati
vi malediranno e vi
vpoei,rsqeugau.nidteoragnlinusomg invii
diran contro bugiardamente ogni male per
(r) Quaeritis me et non invenietis (IoAN.,
\\AI, 36).
(2) In peccato
vestro
moriemild
(IoAN.,
VII,
36).
(3) Desine male vivere ne timeas male mori
(S. Auc.).
(4) Noli timere: non potest male mori, qui
bene vixerit (S. AuG., De Di,s. Christ., c. z).
(5) Beati pauperes: quia vestrum est regnum
Dei. Beati qui nunc esuritis; quia saturabimini.
Beati qui nuac fletis: quia ridebitis (Luc., VI,
zo, zr).

19.9 Page 189

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-I9I-
causia mia; rallegratevi ed esultate, pefctrè
grande è Ia vostra ricompeusa nei cieli (r) ».
Ricorda altresì, a tuo incoraggi4ftento, che
furono glorificate le piaghe del Salvatore:
ehe le sofierenze, rendendoci somiglianti a
Lur, sono Ia sorgente dei meriti, la via del
Cielo: e che quanto più il corpo avrà sofierto
in vita, tanto più glorioso risorgerà nel grorno
dell'Universale Giudizio.
Afrettl e proposltl.
Mio Dio, vi ringrazio della terribile ma
salutare lezione che oggi m'avete d.ato. Essa
era necessaria allamia vanità: la richiedeva
il disordinato amore che E'awince aI corpo.
La putredine fetente del sepolcro m'ha in-
segnato alfine che cosa sia quest'ammasso
di cornrzione che vorrebbe tiranneggiarmit
Commettetai ancora, I anims mia, la stol-
tezza dlaccarezzare i vermi e il marciume?
Seguiterai ancora a cottere pazzatnente d)e-
tro a questo formicolaio d'immohdezze da
cui tifuggi atterrito allorchè lo contempli
putrefatto nel sepolcro?
(t) Beati estis cum maletlixerint vobis, et
persecuti vos fueriat, et dixerint omne malum
adversum vos, mentientes propter me: gaudete
et exultate, quoniam merces vestra copiosa est
in coelis (MarrE., YII, rz).

19.10 Page 190

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-r92-
AJl no, Gesù mio, troppo stolto fui in pa"-
sato: troppe volte la mia in$atitudine giuxse
all'rnconcepibile eccesso di preferire la pol-
vere e il fango a Voi, Bellezza s l6trLà infi-
nita! Ve ne chieggo perdono, e vi prometto
d'evitare d'ora iananzi ogni vanita: perchè
purtroppo devo riconoscefe con afr,arezza
che ogniqualvolta alle venità son corso diè-
tro, mi 56116 ingolfato nei peccati (r). Nel
Battesimo avevo rinunziato alle pompe e lu-
singhe d.el mondo: ma con d.olore e vergogna
debbo confessare che souo stato infedele alle
mie promesse. Voi oggi dinanzi al sepolcro
m'avete ricordato ch'è fallace l'awenenza
e vana la belta (z): c-he la vera bellezza è
quella dell'anima (3): che l'ornamento più
leggiadro del cristiano è la saatità dei co.
stumi (a), e che non v'ha specchio più veri-
tiero che la legge di Dio, la vita Vostra e
quella di Maria vostta Mad.re e dei Sa:rti. Ah!
r.o, r1or1 è possibile, mio Gesù, che sotto un
capo coronato di spine, vi sia un membro
(l) Si ambulavi in vanitate, festinavit in «1olo
?es meus (1o4., XXX, 5).
(z) Fallax gratia et vana est pulchritudo
{Prou., XXXI, 3o).
(3) Pulchrituai.em existima animi ornatum
(S. GREG. N-r2., Ant. i,n Meliss., c. I,X).
(4) Verus ornatus christianorum et christia-
narum mores boni sur:t (S. AcosT., Epist,
XXXVII, ad, Possi,d.).

20 Pages 191-200

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20.1 Page 191

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_r93_
che si pasce di vanità (r), che si diletta di
profi:mi e d'itnmordesti abbigliamenti. E
perchè, anitn4 1fi4, ptofumare e vestire con
lusso quella ca::ee che fra pochi gionri sarà
divorata dai vermi? (z). A chi dunque vuoi
piacere? A Dio o agli uomiui? Hai dimenti-
cato che se vuoi piacere stolt"mente agli
uomifli, non puoi essere serva di Dio? (3).
Non sai che ceÉi ornameati non solo rrorr gli
sono graditi, ma sono addirittura il distia-
tivo dei suoi nemici
follla! tanta premura
dichiarati? (4).
per adoma.r la
Quale
carne,
e nessufl imp.gno per arricchire l'anima di
opere buone! Mio Diol disponiarno d'un
tempo si breve e a[cora 1o sciupiamo in va-
riità, d.avanti allo specchio, per macehiarci
I'anims di colpe, per attentare alla virtù
altrui, per fomentare discordie o"1" 1amiglie,
pef fate Ia parte del serpe tentatore, per
trascinare animg aU'iia[e$Io, per rubaf cuori a
(r) Pudeat sub spinato capite, membrum
fieri tlelicatum (S. BERN., Serm., Y).
(z) Cur carnem luam praetiosis rebus im-
pinguas et adornas, quam post paucos d.ies ver-
mes devoraturi sunt in sepulchro? (S. BERN.,
Epist.l.
(3) Moilo enim hominibus suadeo ar: Deo? an
quaero honinibus placere? Si adhuc hominibus
placerem, Chdsti senrus norr essem (Galat.,I, to).
(4) Ornatus, iste, non Domini est, velamen
istud Aatichristi est (S. BERN., Episr. ad Fu-
ri,aru.).
13 - Esacizia di Bm Mote.

20.2 Page 192

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_r94 _
Dio! Voi ci date le ricchezze perchè ce ne ser-
viamo a vantaggro dei poveri, compraldoci
in tal modo i beni cele,sti, e noi le scialac-
quiamo nel lusso, nelle mode scoflvenisnli, 4
servizio del fango, della putredine, dei vermi!
Non più, mio Dio: voglio spogliarmi di
ogni vanità e adornarmi di virbù, poichè
queste soltanto sono il degno ornrmento del-
t'anima, ch'è il tempio di Gesù Cristo, dell'a-
rims shs è destinata alle bellezze del Cielo.
Vi prometto soprattutto di evitare quelle li-
bertà, quelle scollacciature, quelle mode im-
morali che sono un così teribile incentivo al
peccato: farò di tutto perchè non solo tlli
sconvenienze siano proscritte dalla mia fa.:ai-
glia, ma regni sempre in essa quella modestia
cristiana che nobilita il cuore, abbellisce i
costumi, ed è sorgerrte di castita e di pace.
Mi propongo inoltre di evitare ogni intem-
perar.za nel mangiare e nel bere, di tenere
a freno i miei sensi e in modo particolare gli
occhi: e soprattutto di pensare con frequenza
aIla dissoluzione del cadavere ne1 sepolcro.
Sar'ànno questi, o buon Gesù, i miei propositi
in quest'Esercizio di Buona Mortq.
Vergine Ausiliatrice, Madre della purità,
Voi che tanto foste esaltata per l'umilta e il
candore ìmmacolato dell'anima, fatemi com-
prendere il nulla delle vanità teffene, e ren-
dete fermo il mio proposito dr el'rtarle a
ogni costo, ,frne di renclermi degno delle
belTezze del Celo. Così sia.

20.3 Page 193

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\\..r\\.r'\\-/\\.r'\\./\\..r\\..r\\.r'\\.r'
§.r'\\J\\.-,\\--,\\-/
IL GIUDIZIO PARTICOLARE.
I.
IL CoI,PEvoI,E.
ro Dopo la morte, il giudizio (r). Appena
l'a[ima si sarà separata dal corpo dowà
presentarsi aI Tribunale di Dio per essefe
giudicata. Ol'u:rque la morte ci sorprend.a,
in quel luogo stesso e senza il menomo in-
dugio, ci troveremo faccia a faccia coll'Eter-
no Giudice. fn quella stlnza, ove il disgra-
ziato peccatore credette forse di nascondere
nelle tenebre tante sue iniquità; in quel
paese stesso che fu testimone de' suoi scrn-
dali, s'innalzerà il suo tribunale, s'istituirà
il suo giudizio. Tutti seflza ecceziore 'ri sa-
ranne fls5silati; i virtuosi e gli empi, i santi
i tiepidi, gli apostoli di Satana; non vi è
scamf)o di sorta, triuno può sfuggire alla
(r) Post hoc iudicium (Hebr., IX, z7)

20.4 Page 194

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-196-
maflo dell'Onnipotente (t): tutti, dice San
Paolo, devono comparite davanti al Tribu-
nale di Cristo, affinchè ciascuno sia retri-
buito secoudo il bene o il male che awà ope-
tato (z).
E un giorno, forse non lonta:ro, toccherà
pure a me. La vita fugge veloce come un
dardo scoccato dall'arco (3): la morte può
sorprendermi ad ogni istante, e in quel punto
io pure mi troverò di fronte al terribile Giu-
dice. Dowò presentarrrri io stesso; flon potrò
farmi sostituire da altri. Qui, in questa me-
desima casa dove spadroneggio da tanti
anni, ove non soffro osservazioni con-
trasti, ove i miei familiari, e quanti han
da fare col mio carattere a)tezzoso e insof-
ferente, tremano alla mia presenza, qui d.'un
tratto mi troverò solo, confuso, tremante,
a mia volta, alla presenza di quel Dio che
legge nel più tecondito de' cuori (4), che sa
tutto (5), e che, giudicando secondo ve-
(r) Tuam manum efiugere impossibile est
(Sap., XVI, r5).
(z) Omnes enim !.os manifestari oportet ante
tribunal Christi, ut referat unusquisque propria
corporis, prout gessit, sive bonum, sive malum
(II Cor., V, ro).
(3) Tamquam sagitta emissa in locum desti-
natum (Sap., Y, tz).
(+) ESo Dominus scrutafls cor et probans re-
:aes (Ierem., XVII, ro).
(5) Domine tu omrria nosti (IoeN., XXI, r7).

20.5 Page 195

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_r97_
rità (r), darà a ciascuno in ragione delle
proprie aziooi (z).
Pensi anima mia, a queste teribili ve-
rita? Ti sentiresti preparata a pfesentarti in
questo istante aI Tribunale di Dio? Pensi
che da te sola dipende l'esito di quel tre-
mendo giudizio? Suwia, finchè ne sei in
tempo non rispar:niar nulla per procurarti
un esito favorevole (3). Vedi quanto è buono
il Siguore; awebbe potuto mandarti la morte
me[tre eri in peccato, ed. irvece difierisce
Ia sua venuta per rrorr averti a condan-
nare (4). Vivi duuque og:ri giorno come s'Egli
ogni giorno dovesse venire: così, allorchè
yerr') lgalmsnte, rlon awai da temerlo (5).
Egli difierisce la venuta, ma tu non difie-
rire la conversione e i buoni propositi (6).
Son deciso, mio Dio; voglio lasciare le
(t) Scimus quod iudicium Dei est secur:dum
veritatem (Rom., Il, z).
(z) Qtu inspector est cord.is, ipse intelljgit, red-
detque homini iuxta opera sua (Prou,, XXIY,
r2).
(3) Modo enim licet tibi causam componere:
ante iudicium Dei tui compone causam tuam
(S. .{uc., Serm., IX, r).
(4) Ideo differt venire ut, cum venerit, non
te damnet (S. AuG., in Ps., XCYII, 9).
(5) Sic vive, quasi hodie venturus sit; et noa
timebis cum venerit (S. Auc., Seyrn., CCI,XY, q).
(6) IlIe difiert adventum, tu noli difierre con-
silium (S. Ave., in Ps., XCVIf, 9).

20.6 Page 196

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-.r98-
vie dell'ingratitudine e de1 peccato: voglio
impiegare tutta la mia vita a servirvi e
amarvi. Una cosa sola vi domando e desi-
dero ottenere da Voi: che non m'abbando-
niate, perchè sono opera d.elle vostre mani,
ptezzo del vostro sangue, figlio dei vostri
dolori e dell'amor vostro (r).
zo Al Tribunale dj Dio l'anima dowà
presentarsi quale è efiettiv"mente. Quaggiir
il vizio riesce molte volte a camufiarsi, ad
ingannare; son numerosi gl'ipocriti, che San
Bernardo chiama pecore nel portamento,
volpi nell'astuzia, lupi nelle opere e nell'efie.
'talezza, che vogliono sembfar buoni senz'es-
serlo, ed esser cattivi senza sembtarlo (z).
Ma al Tribr:nale d.i Dio gli empi inorpel-
lati di falsa pietà (3), i superbi ammsllfsfi
d'umiltà, i licenziosi inverniciati di mori-
geratezza, i ladri, gli usurai e sfruttatori
mascherati d'onestà, i sepolcri imbiancati (4),
(r) IIoc solum rogo, hoc dico, hoc impetrare
desidéro: operam maluum tuarum ne despicias
(S. AuG., Ps., CXXXVII, 8).
(z) Hipocritae oves sunt habitu, astutia I'ul-
pes, actu et crudelitate lupi. Hi sunt qui.boni
videri, non essel mali non videri, sed esse, vo-
lunt (S. Br;rrx., Sewn., ITXVI, iu Cant.).
(3) Habentes speciem quidem pietatis, rir-
tutem autem eius abnegantes (II Tim., III, 5).
(4) Similes estis sepulchris dealbatis (Marru.,
XXIII, z7).

20.7 Page 197

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-r99-
i letamai ricoperti di neve (r), come con
cruda espressione li chioma S. Clemente
Alessandrino, gl'ipocriti insomma aPpari-
ra:rno in tutta la loro vergognosa nudità:
verrà loro strappata la maschera, perchè
tutto appaia l'esecrabile luridume che rac-
chiudono in cuore. fn vita eran persuasi
di essere riusciti 2 irgannaie e persino se
ne facevano un vanto: in quell'ora sarenflo
teribilmente svergogrrati e confusi, e do-
vrarulo convincersi che vana è d.inanzi a
Dio la sapienza, la prudenza e il consiglio
dell'uomo (z). Saranno d'ua colpo abbat'
tuti i muri dietro cui celavasi l'abboffiina-
zione (3), e la speranza degf ipocriti andrà
delusa (4).
Anima mia, sei convinta di questo? Id-
dio ha in abbominazione gl'impostori (s):
Egli scaglia i suoi anatemi su coloro che Yi-
vono con doppieza (6), e dice chiaro che
nel giorno del Giudizio cGstoro sarenflo ri-
(r) Hypocrita est quasi sterqt'ilinium, nive
contectum (S. Cr,rm: ALEss., Strom., bb. III).
(2) Norr est sapientia, ror est prudentia, nou
est consilium contra Dominw (Prou., XXI,
30).
(.j) Focle parietem et ecce 6mni5 2fue6fu14116
(Ezech., YIII, Io).
(+) Spes hypocritae peribit (Iob., \\{II' t3).
(5) Virum dolosum abominatur Dominus
(Apoc., IlI, r).
(6) Vae duplici corde (Eccl,., II, t4).

20.8 Page 198

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gettati dalla sua presenza (r). Dunque per-
chè tu pure hai tante volte lasciato le vie
della semplicità, che son quelle della sal-
vezza? (z) perchè pur riconoscendo la bel-
Tuza de77a virtù, invece di praticarla ti ac-
contenti d.i mascherarti delle apparenze di
essa? Lo sai pure che con ciò aggiungi pec-
cato a peccato: che la virtù simulata è una
doppia iniquità, p"i"hè at vizio agglunge
l'ipocrisia (S). f,o sai che l'intenzione è quel
che da va.lore alle azioni dell'uomo (4): che
l'opera priva d'intenzione retta è come ua
cotpo senza vita, ua cadavere (5). Ah non
abbia lddio da fare anche a te in quel giorno
terribile iI rimprovero che già rivolgeva a^l-
l'Angelo di Sardi: Mi son note le opere tue,
e come hai nome di vivo e sei morto! (6) non
(r) Non veniet
crita (Iob., XIII,
in cospectu
16).
gi11s
omni5
foyps-
XX(zV) IQIu],t
amr:ulat
r8).
simpliciter
salvus
erit
(Pzoz.,
(3) Simulata innocentia non est innocentia:
simulata aequitas flon est aequitas, sed duplex
iniquitas; quia iniquitas est, et simulatio
(S. Auc,, i,n Ps., LXIII).
(a) Quidquid agant homines, iutentio iudicat
omnes: afiectus tuus operi tuo nomen imponit
(S. AMBRos., Ofic., lib, IIl.
int(e5n)tQiounoedbeosnt aco(rpRursc.sinSe.
Hon., lib. I, c. VII).
vita, hoc opus sine
Vrcr., Stat. Inten.
(6) Scio opera tua, quia nomen habes quod
vivas, et mortuus es (Apoc., fII, r).

20.9 Page 199

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abbia a djrti come agli stolti operai de1
yangelo: r,ugi da me; ti sei fregiata del
mio nome, ma nor hai fatto le mie opere (r):
non so donde tu sia; vattene via, operaio
d'iniquità (z).
30 AI TribunaJe di Dio I'anima si troverà
sola colle sue opere. Esse, e solo esse, l'ac-
compagneranno aI tremendo Giudizio: tutte,
bdui omneetteerceatitniveluc(e3).ilQbueangegictrhenofai ccci isatmudo-iaemdo.i
nascondere il male: siamo seffipre intenti a
lodarci, non sia::eo mai sazi di fare il nostro
panegirico; al Tribunale dell'Altissimo non
si vedrauno soltanto le azioni buone, ma
anche le cattive: ciascheduno vi porterà il
proprio fardello (4): tutto si farà mqni-
festo (5), e Dio non voglia che in noi le opere
d'iniquiG abbiano il soprawvento sul1e vir-
tuose. Quanti, che sono stimati buoni, ap-
paritrnno allora quali realmente sono, cioè
miserabili peccatori!
(r) Recedite a me operarii dolosi: nomen
meum habuistis, sed opera mea non fecistis
(S. Auc., De Sevm. Dom., ltb. II, c. r).
(z). Discetlite a me omres operarii iniquitatis
(I,vc-, XllI, z7).
(3) Opera enim illorum sequurtur 'lJlos (, poc.,
XIV, r3).
(4) Unusquisque enim ol1ns suum portabit
(Galat., Y, 5).
(5) Cuncta que
fiunt
adducet
Deus
in
iudi-
ciam (Ecal.es., XII, 36).

20.10 Page 200

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-2O2-
Anche l'Angelo di I,aodicea andava di-
cendo: Scuo ricco, dovizioso, non mi a1ansz
niente (r): e Dio gl.i mandò a dire: Non sai
che sei meschino e miserabile, e povero, e
cieco, e ignudo? E a te, anima mia, che do-
webbe dire in questo momento? Se ti met-
tesse come Baldassarre sulla bilancia, non
saresti tu pure trovata calante? Perchè non
interroghi il tuo passato? Non dimenticarlo:
ogni azione che'tu fai, vien riposta nel'du-
plice tesoro delle tue opere; se è buona, nel
tesoro del Cielo, se è cattiva, in quello del-
l'inferno: ne1 giorno del Giudizio poi il Si-
lyrore esaminerà i tuoi tesori, e si saprà ciò
che vi hai posto (z). Allora non saranno più
possibili gfinganni; tutta la verità sarà co-
nosciuta, perchè Colui che dowà giudicarti
sarà stato anche testimone d-i tutte le tue
opere (3).
Anima mia, che farai tu iu quell'ora tre-
menda? Che farai, sola d-inanzi a quel Dio
da te ofieso tante volte con ogni sorta d'ini-
(r) Qui dicis: quod dives sum, et locupleta-
tus, et nullius egeo: et nescis qua tu es miser,
et miserabilis, et pauper, et coecus, et nrrtlus
(Apoc., III, r7).
(z) In die iudicii incipief !6mìnu5 tractate
thesauros tuos, quid posuisti ut invenias
(S. Aue.,
(:) Qui
Seergrmo.,tuXrYc IiIuI,di4c)a.bit
te,
modo
videt
te: non est unde illum fallas, cum coeperit iudi-
care (S. Auc., X)(XV\\ i,n loan., rr),

21 Pages 201-210

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21.1 Page 201

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- 2.o3 -
qrrità? Che farà il verme miserabile dinanzi
all'Onnipotente, il figlio dtnanzi al Padre
vilipeso, iI reo dinanzi aI Giudice? Come
sarà spaventevole la condizione del pecca-
tore, esclama S. Agostino. Sopra di lui un
Giudice sdegnato: sotto i suoi piedi il ba-
ratro infernale: a destra i peccati che 1o
accusaro: a sinistra legioni di demoni impa-
zienti di travolgerlo nell'abisso: interna-
mente la coscienza'che 1o arde; dove potrà
mai rifugiatsi iI peccatore così stretto da
ogni parte? (r). Oh Sigr.ore mi sento agghiac-
ciare d.i spavento! Quante volte nou mi son
già esposto aI pericolo di comparirr.i àinenzi
coll'anima macchiata dal peccatol Quante
volte ho abusato della vostra misericordia!
Ma ora ho deciso; voglio porre un termine
alle mie ingratitud.iri: voglio vivere come se
ogni giorno do:essi essere da Voi giudicato,
perchè so che tanto più rigoroso sarà allora
il vostro giudizio, quanto più è longamine
adesso la vostra pazienza: voglio soprattutto
moltiplicare le mie opere buone giacchè esse
devono essere il ptezzo de77a mia eterna
felicita: voglio, prima che venga il Giudizio,
ssgmirarg e interrogare frequentemente la
(r) Superius iratus iudex; inferius horrendum
chaosl a dextris peccata accusantis; a sinistris
innumera daemonia ad supplicium trahentia;
intus conscientia urens; quo fugiet peccator sic
apprehensus? (S. Auc.).

21.2 Page 202

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-204-
mia coscienza, per potere in quell'ora tre-
menda trovar compassione al vostro co-
spetto (r). Voi, mio buon Gesù, aiutatemi
a renrlere efficace la mia volontà colla vostra
grazia.
Pri,rna d,i, fini,re l,a rned,'itazione si leggano
gl.i Afretn e propositi a pag. zz3.
II.
II. GTUDICE E GI,I .A,CCUSAToRI.
ro Chi sarà il mio Giudice? Gesù Cristo.
Nou più il pargoletto di Betlemme, che im-
paradisa i pastori e i Magi, co' suoi vagiti
d'amore; ma il Dio rivestito dei fi:lgori della
sua maestà, il Forte, il Grande, l'Onnipo-
tente (z), il Giudice teribilissimo assiso sul
trono (3).
Non sarà più iI Dio delle misericordi" (q),
il buon Pastore che corre a rintracciare la
pecorella smarrita, il Padre dalle braccia
sempre aperte per ricevere e striugere. sul
cuore il figliuol prodigo: non sarà più quel
(r) A::te iudici',- interroga te ipsum, et in
conspectu Dei invenies propitiatiotem (Eccli.,
XVIII, zo).
(z) Fortissime, maglle et potens, [6mins5
exercituum nomen tibi (Ierem., XXXII, r8).
(3) Rex potens et metuendus nimis, sedens
super
(4)
Pthartoenrummis(eEricccolir.d, iuI,m8)(. II
Cor.,
I,
3).

21.3 Page 203

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-205-
Gesù che dalla croce perdoflava a' suoi car-
nefici: il Signore dolce e compa,ssionevole,
pazienle e pieno di misericordia (r), il Dio
d'ogni consolazione (z), quel Gesù che tutti
vuol salwi (3) e partecipi dei gaudi della sua
gloria. Ma il Dio della giustizia (4), cfucon-
fuso della sua onnipotenza (5), con gli occhi
fiammegglanti (6), aI quale i1 fuoco farà
come da precufsore, incenerendo tutt'in-
torro i suoi nemici (7).
Che farò io mai quaudo il teribile Giu-
dice, dal cui cospetto, al dire del Profeta,
fuggono il cielo ela terra (8), s'innalzeràd.al
suo trono di fuoco per giudicarmi (9) ?
(r) Tu Domine Deus, miserator et misericots,
patiens et multae misericordiae (Ps., I.XXXV,
z5),
(I
(z)
(f)
Deus
Qui
otomtinuesschonosmoilnateiosnivs u(l/t1sCaolvr.o,sl,fie3r1i.
Tirn., I.I, 4).
(4) Deus ultionum !6rins5 (Ps., LXL, t).
(5) Ir potestate et maiestate visuri su:rt
quem in humilitatem positum auilire noluerunt
(S. GREG., Hom. i,n Euang.
(6) Oculi eius tanquam flamma ignis (Apoc.,
II, r8).
(Z) Ignis ante ipsum praecedet, et inflamma-
vit in chcuitu inimicos eius (Ps., I.XLVI, 3).
(8) A cuius conspectu fugit terra et coelur::
(Apoa., XX, rr).
du(mS)DQoumidinufas?cia(mIobc.,uXmXsXur,rer)x.erit ad iudican-

21.4 Page 204

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-206-
Egli è il Dio infinitamente Santo (r), che
scorge macchie negli stessi Angdi (z), e
che giudicherà gli uomini anche delle parole
oziose (3). E il Dio sapientissimo, che tutto
sa e che tutto vede, il Dio che scruta le
reni e i cuori (4), che conosce i pensieri (5) e
le vie tutte degli uomini (6), il Dio agli occhi
del quale ogni cosa è nuda ed aperta (7), il
Dio che ha continuamente lo sguardo fisso
su coloro che commettono il peccato (8) che
fu testimone di ogni mia iniquiG (9), e
che nel giorno della vendetta scaricherà sugli
empi tutto iI peso della sua giustizia (ro).
(r) Non est Sanctus ut est Dominus (I Reg.,
II, zl.
(z) Si in Angelis suis reperit pravitatem
(Iob., IV, t8).
(3) Verbum otiosum... reddent rationem, de
eo in iudicio (MaTtE., XII, 36).
(+) Scient omnes quia ego scrutans renes et
cord,a (Apoc., II, zjl.
(5) Dominus scit cogitationss fu6minual (p5.,
XCIII, r r).
(6) Omnes viae hominis patent oculis eius,
spirituum ponderator est Dominus (Proa.,XYI, z).
(7) Omnia nuda et aperta sunt oculis eius
(Hebr., I!, r4).
(8) Vultus Domini super facientes mala (Ps.,
XXXIII, r6).
(S) ESo sum iudex et testis, tlicit Dominus
(Ierem., XXIX, z3).
(ro) Dies ulticinis, ut sumat vindictam de
inimicis suis (Ierem., XXXVI, Io).

21.5 Page 205

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-- 207 -
Che potrò io rispondergli (r), quand'eglt
mi parlerà nel suo furore (z): come potrò
resistere dina:rzi aI suo sd.egno (3); che po-
trò fare di fronte alla maestà di un tanto
Giudice? (4). Disgraziato, Egli mi dirà, hai
coltivato l'empietà; adesso ne racòoglierai
i frutti (5). Tistimavi sapiente; vedi invece
quauta fu la tua stoTtezza (6). Non hai vo-
luto ascoltare la mia voce, hai calpestato
la mia legge, mi hai impudentemente insul-
tato e schenrito: ed io non solo ho taciuto e
pazientato (Z), a, ho seguitato a benefi-
carti, impiegando tutti i mezzi della mia
infinita misericordia per ridurti sul buon
sentiero. Tu hai reso inutile ogni cosa colla
tua protervia e malvagità, Ora però non
sono più il tuo Redentore ma iI tuo Giuilice,
non più il tuo awocato presso iI mio Eterno
Padre, ma il tuo primo accusatore. E quanto
(I) Cum quaesierit quid respondebo? (Iob,,
XXXI, r4).
(z) Loquetur in ira sua (Ps., II, !).
(.1) Aqte faciem ind-ignationis eius quis sta-
bit? (Nahum., I, 6).
(+) Quidfaciemus sub tanti iudicis ma'estate?
(S. HrERoN.)
(5) Arastis iniquitatem, iniquitatem messui-
stis (Osea, X, l4).
(5) Dicentes se esse sapientes, sttrlti facti su'ut
(Rorn , 7, zzl. .
(7) Haec fecisti et tacui... arguam te... (Ps.,
XI,IX, zr).

21.6 Page 206

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-208-
più sono stato paziente nell'attendere il tuo
ritorno, tanto più ora sarò severo nel giu-
dicarti; quanto più lento nella vendetta,
tanto più terribile nel castigo (r). Sciagu-
rato, ]c,ai confidato nella tua forza e nelle
tue pretese ricchezze: ora il fuoco ti consu-
merà, e non vi sarà potere che valga a spe-
gnerlo (z).
Quale desolazione, quale spavento m'in-
vade, pensando alla disperata condizione
del peccatore al vostro cospetto, o Eterno
Giudicel Con ragione dice S. Gerol"mo che
i dannati preferirebbero ogni altra pena
dell'infenro aI supplizio dr dover sostenere
in quell'ora lo sguardo 6g1l'Qnnipotente.
Anima mia, se tanto terribile sarà il Giu-
dice in quel giorno, che vuoi fare, adesso
che n'hai ancora il tempo, per rendertelo
propizio? Non dimenticarti che sarai giu-
dicata da quello stesso Gesù che per te ha
versato tutto i1 suo sangue. Perchè temi?
Agisci piuttosto in modo da non dovenre
temere il giudizio, nia anzi da aspettarlo
(r) I,ento gtadu ad wintlictam tui procedit
ira divina tardidatemque supplicii gravitate com-
pensat... Et quarto diutius e=pectat ut emen:
dentur, tanto gtavius iutlicabit si neglexerint
(S. Leun. Jusr., Iib. ìle Ligno Vitac).
(z) Ignis succeflsus est in furore meo.., arde-
bit usque ad.inferni novissima iDeuL, )l.Xt)I'II,
22).

21.7 Page 207

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-209-
con desiderio (l). Abbi presente sempre quel
Tribunale, e vivi come se continuamente
ti trovassi dinan"i ad esso (z).
E Voi, o Signore, che senza posa efiofldete
su di noi i tesori inesauribili della vostra
misericordia e longanimità, fate ch'io metta
un termine a' miei peccati (3), e che accre-
sca invece la santita delle mie opere.
zo A1 Tribunale tli Dio non vi saranno
solo il Giudice e il colpevole, ma anche gli
accusatori, tra i quali il primo e il più t&-
ribile sarà la coscienza. Ravwalorata da una
luce e forza d.ivina, essa richiamerà in un
attimo zrlla memoria tutte le opere della
rqita. Ogni cosa le si spiegherà rlinanzi con
celerità e lucidità meravigliosa, e quanto
più l'anima avrà tfascurato d'esamirarsi
in vita, tanto più allora sarà grande il suo
terrore nel vedersi macchiata di tante e
gravi colpe. Quale disillusione, quale spa-
vento! non Yall€rruro più pretesti,
scuse, finzioni: norr sarà più possibile
sofiocare coi divertimenti, coi festini, collo
sfogo delle passioni la voce della coscienza;
(r) Sic age, ut eius iudicilm ventunrm non
timeas, sed expectes et desideres (S. Auc.,
Sevrn., XLYII,
(z) Cogitemus
Zjlll.ud
tribural
et
putemus
ipsum
nunc adesse (Cm..lrs., How. X i.n II Cor., ttl.
(3) Semper auges lorganimitatem, fac ut non
augeam iniquitaLem (S. Auc., in Ps., XCILI, g).
14 - Esacizto di Buoru Mmte,

21.8 Page 208

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-2to-
inesorabilmente essa ci metterà tutto di-
narrzi con spaventosa chiarezza. La sua voce
non sarà più la voce 6"11'amico, del consi-
gliere, del padre: ma urtl voce di rimpro-
vero, d'accusa, di condanna. Oh mio Dio!
uQdu.iarentelavosultae
anche
voce!
a me la coscienza fa
Quante volte, appena
commesso il peccato, mi risuonano in cuore
a-erevoli ed insistenti i rimproveri cli essa!
Nel silenzio della notte, in occasione di qual-
che pubblica calamità, della morte di qual-
cuno de' miei cari, d.i una malattia, tl'un
contrasto; talvolta nell'assistere a u{ra fun-
zione religiosa, nell'ascoltare una predica,
nel fare una lettura, nel ricordare gli anni
della mia innocenza: in mills occasioni e
modi insomma essa mi ammonisce iasisten-
temente, slorzandosi di strapparmi dal pec-
cato; e purtroppo non sempre io a-scolto le
sue esortazioni!
orgQougalinotieplaretrensiati
non sa trovare il mio
infi.ngard.aggine, allorchè
si tratta di dedtcare qualche istante all'esame
di coscienza!... gf interesti, 1a famiglia, lo
studio, il lavoro, la stanclrezza, i malanni:
ogui più futile pretesto è da me stimato
ragionevole per esimermi dal farlo o almeno
per rimandarlo a pirì tardi. Trovo iI tempo
per le più insignificanti bagatelle, pel corpo,
pel mondo, pel peccato; ma mi manca a.f-
fatto pèr prowedere all'anima mia, per
ascoltare durante qualche minuto, ogni

21.9 Page 209

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-2tt_
gionro, ogni settimana, ogni mese, fosse pur
solo una volta all'anno, la voce della co-
scienza, di quest'amico fedele, disposto a
dirmi sempre tutta la verità. Ma allora essa
mi metterà tutto dina:rzi, d.i tutto mi ac-
cuserà aI Tribunale di Dio.
Persino qunndo mi accosto al Sacramento
della Penitenza W confessarmi delle mie
colpe, sono spesso negligente nell'interro-
gatla; la temo, la sfuggo, mi sforzo persino
d.i farla tacere, glungo quasi a rimproverarla
tacciaadola di esagerata perchè uon mi rra-
sconde 1o stato doloroso dell'anima mia: e
cosi purtroppo, lasciandomi vincere daJ-
l'orgoglio o da ux falso timore, talvolta
espongo al confessore le cose in modo non
confome alla verità; scuso, diminuisco la
graviG de' miei peccati, nascondo certe
circostanze, d.ico insomma delle me[zogne,
profauando iI Sacramento. Disgraziato! In-
ganaando il confessore, ingarno misera-
mente me stesso. Egli non può assolvermi
dai peccati ch'io gli nascondo: ma nel gran
giorno tutte le mie iniquità, rese più ese-
crande dai sacrilegi commessi, appariranno
ehiafg dinanzi al Tribunale d.i Dio. Ora
posso ottenerne facilmente il perdono; al-
lora sarà finito il tempo della misericord.ia, e
sarò non soltanto svergogrrato, ma aflche
irremissibilmente condannato ai, supplizi
eterni.
Anima mia, perchè pensi così poco a quel

21.10 Page 210

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gionro tremend.o, in cui sarai accusata dalla
tua stessa malizia,, rimproverata dalle stesse
tue infedelta? (r). Non sai che in quelgiorno
sarà messo a nudo il cuore dr ognuno, alla
luce della propria coscienza (z), e che con-
tro di questa flon varrarulo scuse di sorta?
Perchè dunque non la interroghi, non ne
ascolti la voce, non ne segui i consigli ad.esso
che sei ancora in tempo?
30
degli
Ma al Tribunale
altri accusatori.
di Dio vi saranno pure
Vi sarà il mio Aagelo
custode, testimone di tutte Ie azioni della
mia vita, il quale in quell'ora tremenda
dowà limitarsi a testi.ficare che purtroppo
sono veri e sono miei tutti i peccati che la
coscienza mi mette dinanzi. Se Egli potesse
ancofa farmi udire la sua voce amica: « Vedi,
mi direbbe, a qual estremo ti ha condotto
Ia tua ostinazione nel non voler d.are ascolto
qaulleanmti ime oedsoi rttiazhiooni?faQttouarnisteuovnoalrtee
e in
all'o-
recchio i miei consi§li! Non m'hai vo-
luto ascoltare; adesso non v'è più tempo;
la tua sorte ormai è decisa, e per serr-
pre ».
Al divino Tribr:nale l'anima sarà pure
(r) Arguet te malitia tua, et aversio tua in-
crepabit te (Ierem., II, r9).
(z) Nudabitur in illo iutlicii die u:eiuscuius-
que pectus, testimonium reddente qmnilu5 s6t1-
scientia ipsorum (S. Awn., in Ps,, I.).

22 Pages 211-220

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22.1 Page 211

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-2r3-
atterrita dalla presenza del demonio (r).
Egli, che ora non fa che magnificarci la mi-
sericord.ia di Dio, per indurci più facilmente
al peccato colla speranza del perdono, al-
lora chiederà all'Eterno Giudice che si spogli
di ogni misericordia, che non si rivestà se
non della sua giustizia (z). Egli che adesso
è nostro cooperatore nei peccati, ne safà
allora un terribile accusatore (3). EgIi stesso
ricorderà i benefizi di Dio, le uostre pro-
messe (4), le nostre ingratitudrni, i peccati,
gli sca:rdali, e gtiderà: « O giustissimo Giu-
dice, sentenzia dunque mio per Ie sue colpe
costui che non ha voluto esser tuo colI'aiuto
della tua gfazia (§.Io nou l'ho creato, non
mdoilosroin, onosnottmopiosstoonplearscluiaitoaflsaogfeielrlaernezee
crocifiggere per emor suo, non gli ho pro-
messo il Cielo: Tu sei il suo Creatore, Re-
dentore e Glorificatore, e tuttavia egli ti
(r) Et ex 6mni paÉe terrebunt eam daemo-
nes terribiles et orribiles (S. BERN.,'c. 38, De
Inter. Hotn.).
(z) S. Cvnur.. IJrr,x,, Lyra.
(3) Iclem, et in peccato cooperator, et accu-
sator noster est (S. Bas., Horn. III in Leu.l.
(4) Praesto erit diabolus ante Tribuaal Christi;
et tecitabit verba professionis aostrae (S. Auc.,
Orat. contra lwd., c. 4).
(5) Aequissime iuder, iudica bunc esse merun
per culpam qui tuus noluit esse per gratian
(S. Auc., Or.' contra luil.).

22.2 Page 212

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:214-
ha dimenticato e disprezzato, preferendo
servir me che sono stato iI suo tifanns, q6s
sono ora suo accusatore e che sarò in etenro
il suo carnefice ». D con tripudio feroce
aspetterà impaziente che il Divin Giudice
pronunzi la sentenza, pet precipitare l'anìma
disgtaziata nel baratro infemale.
Dio non voglia poi che al Tribuaale del-
l'dtissimo, rnsieme al mio Angelo Custode,
vi siano pure gli Angeli di coloro ch'io ho
scanda)izzato, le anime di coloro che i miei
perversi esempi hatrno spinto all'eterna ro-
wina! Come potrò resistere ai loro sguardi
pieni d'ira, sofiocar le loro grida rabbiose
di vencletta? A chi ti rivolgerai in tale stretta,
6 snim4 mia sventurata?
Allora non sarà possibile negare, scusarsi,
appellarsi, fuggire, impetrar perdoro, tro-
vare scatnpo! (r). la Vergine Benedetta,
gli Angdi, gli Apostoli, i Saati po-
Eenns più soccorrete i1 danuato (z): tutto
sarà perduto per sempre! Mio Dio, quale
orrore! Deh lasciatemi trovar rifugro tra
le vostre braccia! Souo u:r ingtato pecca-
tore, indegno del Vostro perdoro, lo rico-
(r) Quando uon poterunt r.egare, nofl excu-
sare, nofl appellare, non fugere, non impetrare
veniam, non habere refugium (S. BEN., De Inter.
d,otn.\\.
(z) Non Beata Virgo, non Angelus, non Apo-
stolus propitiabitur pereunti (S. Vrr{c. FERR.,
Serrn., I Dom. ra Adv.).

22.3 Page 213

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-zr5-
nosco: ma Voi mi siete Padre, Voi non vo-
lete la morte del peccatore, ma che si con-
verta e che viva. Accogliete questo vostro
povero figlio pentito, e fermamente deciso
d'ascoltare la vostra voce e quella della
coscienza, mentre glie ne concedete il tempo.
Sì, ogg stesso d.isporrò le cose mie spirituali
e temporali come se realmente dotessi
comparire dinanzi al Vostro Tribunale. Voi
giusio Giudice, concedetemi Ia gazia del
perdono prima che venga il giorno della
vendetta.
Iuste iudèr ulti,on'is
Domwrn fac rerni,ss'ioni,s
Ante d,'ievn vat'ionis.
Pvi,rna d,i fini,re la med,i.taz'ione s'i leggano
gli, Lfretti e propositi a Pag. zz3.
III.
L'Esemr.
ro L'anima vedrà ciò che per essa fece
Iddio. Nel Giudizio l'anima awà dinauzi a
sdèintuettdieillbaenneafiztui rraic,ecvoumti edainDioquseiallonedlle'ollra-
§azia. Esarrriniamoli
moltepliiità, gtatuità
attentamente;
e grandezza,
la loro
mentre
da una parte faranno risaltare la nostra in-
gtatitudine, dall'altra suscitergnno salutari

22.4 Page 214

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-216-
impressioni di pentimento e slancio geue-
roso riei nostri cuori.
I,'anima dunque vedrà che fu tratta da-l
nulla a prefererrza d'infirrite altre creature
possibili, che forse awebbero meglio cor-
risposto alla bontà Divina. Vedrà il corpo
di cui fu dotata, i sensi ondlesso era ornato,
e che awebbe dovuto usaJe come strumenti
per corroscefe e pef lodare le grandezze e
misericordie del Signore.
Conoscerà la nobilta rlella propria natura,
l'eccelleaza d.elle sue facolta: i pregi della
sua irtelligenza, ctLe awebbe do.ruto diri-
gersi sempre alla verità: la lorza sublime
della sua volontà fatta pel bene: il ce-leste
calore degli afietti del suo cuore, che ia Dio
solo awebbero dovuto cercare godimento
e riposo.
Vedra il tempo che le fu concesso per
convertirsi e per moltiplicare le sue buone
opete, i beni tli fortuna coi quali poteva
esercitare la carita, la posizione sociale di
cui poteva serrrirsi per far del bene col suo
ascendente e col buon esempio.
Ma soprattutto vedrà sfolgoranti della
più fulgida luce i benefi"i della grazia. Chi
potrebbe enurxera.rli? L'anima è stata re-
denta dallo stesso Unigenito del Paclre,
rigenerata colle acque del Battesimo, rive-
stita degl'incanti d.ella grazia, arneysr'4ta
nella sacra rr,ilizi di Gesù Cristo: nella Pe-
niterza ha trovato mille volte perdono,

22.5 Page 215

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-2r7-
confoiFto, guida: dall'educazione cristiana
ha appreso norme sicure per la pratica della
virtù: e poi quale abbondanza d'ispirazioni,
di buone letture, di consigli, d'esempi! Ma
oltre alle grazie continue e ordinarie di ogni
gionro, di ogni ora,l'animq vedrà pure quelle
straordinarie a lei largite in certe feste so-
leqxi, nei giorni dell'Esercizio di Buona
Morte o degli Esercizi Spirituali, in occa-
sione di quella missione, od arche di qualche
prova od awersità: tutto le si schierera
dinar^zi, insieme gll'uso o all'abuso ch'essa
ne ha fatto. E sentirà Gesù rivolgerle dal
suo trono queste parole: « Che cosa potevo
fare
sta
per te,
croce,
ch'io non abbia
queste piaghe,
fatto? (r). Que-
questo s€mgue,
l'Eucaristia, ur'eternita di gloria, tutto
qtuutetol cihoefe-ici
5r,ggerì
per te.
il
E
mio e.more infinifq,
tu come m'hai cor-
risposto? » Quale coufusione, mio Dio, quale
vetgognqso contrasto! No, Voi non pote-
vate far di più per questo povero peccatore.
Ora tocca a me di corrispondere ai vostri
benefizi cou una vita verrmente degna del
vostto 4more. Lo propongo fermamente,
o mio Gesù, confidqndo negli aiuti della
vostra misericofdia e nella patefila assi-
stenza di Maria Ausiliatrice.
2o yqr'im4 del peccatore vedrà l'abuso
(t) Quid est quod debui ultra facere vineae
meae, et aon feci ei? (Isai,., Y, 4).

22.6 Page 216

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-2r8-
che ha fatto dei benefizi di Dio. Alla luce
delle perfezioni divine e davanti al quadro
delle grazie che Iddio così abbondantemente
fece scendere ogni giorno sul peccatore,
apparirorne più abbominevoli le sue colpe,
più nera la sua ingratrtudine, più ributtante
l'abuso ch'egU ha fatto delle benedizioni
divine.
Era appena giunto all'eta della discre-
zione, a quell'età che alrebbe dolrrto es-
sere delfinnoceuza e del candore, e forse
doltà ripetere egli pure con S. Agostino:
« Tenerissimo di anni, ero già un gran pecca-
tore (r) ». Che dire poi della sua gioventù?
Deh Signore, uon ricordate i delitti di quel-
l'età disgraziatal(z). Queg[ ozi, quelle cat-
tive letture da cui brulicò tanta sozzua di
pensieri, di desideri, di parole, dr azioni pec-
cnminose; quegli sguardi, quelle reTazioni,
quei cattivi drscorsi, quei bagni, quei lacci,
quella catena, quell'abisso!
E fossero almeno diminuiti i peccati nel-
l'età matura; ma no, che anzi con gli an:ri
non harr fatto che aumentare. Mio Dio,
qualé confusione! Poca o [essuna prepara-
zione a)la scelta dello stato; resistenza afla
divina chiamata. Dimenticati i doveri par-
(r ) Tantillus homo et tantus peccator (S. Auc.,
Canless.l.
(z) Delicta iuveututis meae ne memineris, Do-
mine (Ps., XXIV, 7).

22.7 Page 217

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-2t9-
ticolari, trascurata l'educazione dei figli,
non osservato il precetto festivo, abba:rdo-
nati i Sacrarnenti, trasgredendo anche il
precetto pasquale, lacerata la giustizia,
sciupate le sostanze nel giuoco, nel lusso,
nelf infedeltà, nelle ilfemperanze, nei ba-
gordi, e ciò per enni ed enni: tutto, tutto in
quelf istante tremendo la coscienza met-
terà dinanzi aJ peccatore. ALneno gU ul-
1i1ai enni della vita awebbe dovuto spen-
d.erli nel prepararsi aI grrn passo;. invece
essi pure sono stati insozzati dalla colpa:
anche allora egli non ha saputo svincolarsi
da certe pratiche, moderare la lingua,
lasciare la lettura di certi libri e gionrali
che apertamente o in modo subdolo muove-
vano gueffa alla Chiesa, al suo Capo, a'suoi
Ministri, alla sua dottrina, elle sue pratiche.
Con ragione quella povers, enimq potrebbe
applicare a se stessa le parole di S. Cle-
mente Alessandrino: Fosti giovaae, poi ado-
lescente, poi uomo, e finalmeute vecchio;
ma virhroso non fosti mai (r). Dove in-fatti
e quahdo fu essa furnocente? (z).
Ingrato e ribelle, di tutto il peccatore si
è servito per offendere Iddio, per moltipli-
care senza limiti Ie sue iniquità. I,e qualità
(r) Fuistis aliquando pueri, deinde puberes,
deiude viri, deinde senes; boni autem nunquam
(S. Cr.au. Ar,Ess.).
(z) Ubi aut quando innocens fui? (S.Auc.).

22.8 Page 218

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-22O-
raturali, l'ingegno, la pos2ione econoriica
e sociale, i doni stessi della grazia, furono
nelle sue mnni sasrilsgfie altf,ettanti stru-
menti per rin:rovare a Gesù Redeatore gli
obbrobri e gli strazi della sua Passione. Che
tlite p"i degli scandali dati, del1e nnime
trascinate alla perdizione? Che potrà egli
risponderri, o mio Dio, quando nel vostro
furore gli griderete: « Orsù, sciagurato, col
tuo sangue, col1a tua vita devi ripagarmi
del saregue e della vita di coloro che hai per-
duti con i tuoi pessimi s5"mpi »?
E aucora non è tutto. Nou solo il mal
fatto la coscienza gli metterà dinanzi, ma
anche il bene mal fatto; quelle preghiere mal
recitate, qrielle confessioni prive dr prepa-
razione, vuote di frutto, quelle Comunioni
non vivificate dalla fefle, quelle opere di
carità fatte per appagare l'amor proprio;
tutto insomma sarà smascherato in quel
giomo, a maggiore onta e vergogna del pec-
catore. Ah mio Dio, quanti motivi di corl-
fusione trovo io prrre nella mia vita passata!
Troppe volte v'ho ofieso, ahimè; troppe
volte fui trascurato, iriflessivo, ingrato. Me
ne pento di tutto cuore,'o mio Gesù; Voglio
fare sforzi generosi per correggermi, per evi-
tare quei pericoli, quell'occasione; voglio
d's14 innenzi esaminatmi frequentemente e
wivere in modo da medtare nel gionro del
trer:reado Giudizio tutta la vostra miseri-
cord.ia.

22.9 Page 219

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-aaf-
30 L'aniaa del giusto vedrà il buon uso
che ha fatto dei benefizi di Dio. Consolante
pensierol l.'enima^ del cristiano virtuoso si
presenterà aI giudizio accompagnata da
tutte le.opere buone, e la coscienza, a sua
cousolazione e premio, tutte gliele metterà
drnanzi in quelf ist"nte solenne.
Col Battesimo egli ha rinunciato alle lu-
singhe del mondo, agli allettementi della
came, alls insinuazioni del demonio. f sa-
critrzi che generosamente ha saputo imporsi
per mantenersi fedele alle promesse fatte,
gli si presenfslenne allora irradiati d'un
celeste splendore. Egli ha combatfuto d.a
prode soldato di Cristo: ha combattuto
co[tro se stesso, tenendo a freuo i suoi sensi,
domando le passioni, evitando le sregola-
tezze nel mangiare e nel bere, osservaado
fedelmente le astinenze e i digiuni prescritti
d.alla Chiesa. Ha combattuto coutro le mas-
sime e le usa:rze del mondo generosamente,
aliertamente, senza dedizioni vergognose,
nell'officina, nel negozio, d.alla cattedra,
nell'ambiente del1e sue rglazioni sociali.
Non ha rrrai arrossito de' suoi principii, della
sua fede, della pratica de' suoi d.overi: ha
onorato la divisa cli cristiano, si è schierato
sempre coi figli devoti alla Chiesa, ha difeso
la Religione colla parola e più ancora col-
l'esempio; ha amato il Papa, è stato scmpre
devotissimo alla Santa Sede; nei Sacerdoti
ha ouorato apertamente i Ministri di Dio:

22.10 Page 220

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_aar_
ha prestato il concorso delle sue sostanze
e soprattutto della sua attività alle opere
cattoliche, all'educazione della gioventù,
all'inseg:ramento del catechismo, alla diffu-
sione della buona stampa, . all'a.ssistenza
degli ammalati e ad ogni altra buona ini-
ziattva.
E ora il suo cuore è inondato d'inefiabile
gioia, allo scorgere che anche i più insignifi-
canti atti di virtù, anche il bicchier d'acqua
e il soldo dato al poveretto, son tenuti in
"sraÈn ,rceornotochaeI
Tribunale di Dio.
talvolta egli pure è
stato
vit-
tima dell'umana fragilità, ma pensando
all'infiuita misericordia d.el Signore e ricor-
rendo tosto a Lui colla preghiera, ha potuto
risorgere: e mediante Ia confessione setti-
manale, e le ferventi visite a Gesù in Sacra-
mento e alla Vergine benedetta, è riuscito
in seguito a mantenersi fedele ai suoi buoni
proponimenti.
Quanto merito, quanto gaudio poi gli
verrà dalle sue frequenti Comunioni! Gioirà
nel vedixe che tutto ciò che si riferisce alla
vita Eucaristica ha un merito afiatto spe-
ciate aI Tribunale di Dio. I sacrifizi, anche
piccoli, fatti per non mancare alla Comu-
nione; l'alzarsi per terepo, la lunea via da
fare, f inclemenza della stagione, iI digiuno,
gli incomodi, tutto saxà adesso largamente
rimunerato da Gesù benedetto.
Inond.ata di celeste dolcezza l'anima del

23 Pages 221-230

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23.1 Page 221

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-223*
giusto non potrà a meno di esclamare: « be-
nedette le sofferenze e le croci! ora vedo
ch'erano ben poca cosa, a confronto della
gioia e della gloria che mi procurano: i pa-
timenti sono stati momentanei, la felicita
che d'ora innauzi godrò in Cielo, con Gesù
e Maria, tra gli Angeli e i Santi, .ron avrà
più fine ».
Axima mia, vuoi godere un giorno anche
tu questa sorte felice? Fa un diligente esame
di coscienza e una santa con-fessione iq
quest'Esercizio di Buona Morte, e poi pro-
poniti di wiver sempre come se ogni giomo
avessi da presentarti aI Tribunale di Dio.
Afrettl e proposltl.
Eccomi ai vostri piedi, o Gesù, compreso
di salutare terrore, al pensiero del giudizio
che deciderà della mia sorte eterna. Voi
stesso, Verità increata, ci dite che i vostri
giudizi non solo sono veri (r) e conformi ad
equità (z), ma grandi (3), inesorabili (4), tre-
mendi. Che rispouderò d.unque, io creatura
miserabile, ingrato peccatore, a Voi Dio
6"1['Qnnipotenza, de7la Bontà e della Giu-
stizia, quando mi troverò aI vostro cospetto,
(r) Iudicia [emini vera (Ps., XVIII, ro).
(z)Et om:ria iudicia tua aequitas(Dan.,lII, z7).
(3) Magua su:rt enim iudicia tua, p6mins
(Sap., XVII, r).
(4) Iudicia tua, abyssus multa (Ps., XXXV, 7).

23.2 Page 222

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-224-
e i Cieli marifesterenno le mie iaiquità e
la tera sorgera ad accusarmi (t) ? Quafi
scuse potrò d.unque opporvi, o Sapienza
infinita, se le piette stesse della mia casa,
testimoni clelle mie colpe,. alzetanto la voce
voce contro di me (z) ? Che couto potrò
darvi dei taledti che ho ricel'uti tlal vostro
afirore, dopo averne tanto perversamente
abusato? Ah Signore, il mio volto si ricopre
di confusione (S) al contemplare in quale
stato miserando ho ridotta la povera anima
mia! (a). IJn doloroso spavento, unamortale
angoscia m'opprime (5), quando ripenso
alle mie iugratitud.ini, e alla sorte sventu-
rata in cui satei incorso se 'fo,ssi morto
quand'ero schiavo tlel peccato. Dice bene
S. Bernardo: Non si può immaginare nulla
di più tremendo ed angoscioso che iI trovarsi
dinanzi a quel terribile Tribunale (6), di-
(r) Revelabunt coefi iniquitatem eius et terra
consurget adversus eam (Iob., XX, z7l.
(z) Clamabit lapis tle pariete (Habao.,
II,
rr).
(3) Operit confusio faciem meam (Psal.,
LXVrrI, 8).
. (+) guia repleta est malis anima mea (Ps.,
LXXIV, 3).
(5) Terrebit
eam
tribulatio,
angustia
vallabit
me (Iob., XY, z4l.
(6) Quid tam pavendum, quid tam plen'-
arrietatis excogitari potest, quam iudicandum
astare illi tam terrifco tribunali, et incertam
adhuc expectare, sub tam d.istricto iudice, sen-
tentiam? (S. BERN., Serm., Y},I, i,n Ps., XCl.

23.3 Page 223

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-225-
narLzi a quel Giudice che nè al'versario può
cotrodpere, awocato guadagnare,
testimonio rngannare (r). Riconosco oggi
e rimpiengo quella colpevole leggerezza che
per l'addietro ha dissipato il mio spirito,
allontanandolo dalla considerazione di que-
ste salutari verità: riconosco e detesto la
follìa e cecità con cui vi ho tante volte of-
feso, pur sapendo che Voi stesso sarete un
giorno il mio Giudice!
Come potrò ringraziarvi degnameute, o
mio Gesù, del beuetrcio inest:mabile che
m'avete.fatto col non chiamarmi al vostro
terribile Giudizio rn quell'epoca dtsgraziata
della mia vita, quando sarebbe stata ine-
vitabile la mia eterna rovina? Deh, poichè
m'avete rispa::niato finora, seguitate, ve
ne pfego, a guardarmi con.occhi di miseri-
cordia! Verrà giorno in cui questa miseri-
cordia non potrò più invocarla, o Signore,
ed. è per questo che con gemiti e sospiri la
imploro oggi abbondaate, pieua, senza li-
miti. Scenda e.ssa sull'anima mia a morr-
darla da ogai colpa: scenda a rischia-rare
la mia intelligenza con gli splendori della
fede, a rinvigorire la mia volontà colla Vc-
stra onnipoteuza, a santifcare ogni mia
azioae cogli effuvii di pwezzae di santità che
perentemente emanano dal Vostro Cuorel
(r ) Iud.icem tuum nullus ad.vèrsarius corrurpitì
nullus advocatus circumvenit, nullus testis illudit.
15 - Esacizin di Buru Mqte.

23.4 Page 224

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-226-
Di fronte alle vostre misericordie, come
sono esecraude le mie ingratituain;, orribili
i miei peccati! Me ne vergogno, me ne pento,
o mio Dio! Prostrato ai vostri piedi rico-
nosco tutta l'inescusabile rr^alizia delle mie
iniquita! Sì, Ie mie colpe non har:no scusa,
non vi sono atteuuanti alla mia perversa
condottal Io Vi couoscevo, mi6 Dio, cono-
scevo l'abisso delle vostre misericordie:
eppure Vi ho ofieso! Quale rimorso ne sente
oggi il mio cuore! Oh perdono, perdono! Voi,
sémpre Padre anche quando io vilmente Vi
ofiend.evo, non mi avete mar lasciato ma:r-
care i vostri aiuti: anzi le vostre grazie son
discese più abbondanti sui sentieri della
mia vita allora appuato che più m'allon-
tanavo
a, mills
ddaopVpoi il!oQsuterastzoiopeflneslli'eqtnoimacscrmesi6c1e
Ma ora basta, o mio Gesù; nofl voglio più
essere urr ingato, un ribelle, u:r traditore,
un nemico del Vostro Cuore: voglio cam-
biar vita ad ogni costo. E siccome non posso
co:regermi se nofl mi cotrosco, così propongo
di essere da dggi in poi giudice severo di me
stesso. Porrò urr freno aJla mia dissipazione,
eviterò laleggerezza, visiterò con frequenza
l'interno d.ell'anima mia: interrogherò la
coscienza, ne ascolterò la voce, petchè è
l'eco della vostra stessa voce, è uno sprazzo
di quella luce che scende d.al Cielo, è una
voce di risu.r:rezione, di vita, di fedeltà.
E non mi limiterò a vedere, o mio Dio,

23.5 Page 225

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_221-_- /
ma mi sforzerò anche d.i togliere dall'enima
mia tutto quello che vi dispiace: rou mi
limiterò ad ascoltarvi, ma sarò esecutore
fedele dei vostfi ordini, anche se avessero
a costarmi sud.ori, sacrifizi e sa[gue.
Parlate, o Signore, che il vetro servo,
il figlio vostro Vi ascolta. Voi volète che in
questo Esercizio d.i Buona Morte, io mi de-
'lcaidvairad.,aabbpaenndsoan.raereseirliapmeeccnateto,afalapsraatlviceazrzea
dell'erima mia; volete che abbia sernpre
dinaazi l'ora del tremendo Giurlizie' ebbene
lo farò, ge[erosarnente, costantemente. E
per darvi oggi stesso uxa prova della mia
buona volontà, e rendere più concreti e
stabili i miei propositi, vi prometto: ro di
moltiplicare, coll'aiuto della preghiera e
con l'esercizio della carita, le mie opere
buone, giacchè esse sole avarnno valore e
ricompensa al vostro Tribunale: zo d.i evi-
tare sempre la doppiezza e le ipocrisie, per-
chè con esse accrescerei larnia vergogna trel
gioruo tremendo: 30 d.i esaminare la mia
cccienza ogni sera prima di prencler riposo;
con maggior diligenza og:ri volta che andrò
a confessarmi; e soprattutto nel giorno del-
l'Esercizio di Buona Morte: .4o di non giu-
dicare gli altri se non quando ciò mi sia
imposto dal dovere, e di farlo'in tal caso
sempre con grande carità, perchè Voi avete
detto: « Non giudicate, affire di non essere
giudicati: imperocchè secondo il vostro giu-

23.6 Page 226

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-22E-
d.icare sarete voi giudicati, e colla misura
oQ[udeesatiwietperompisousriatitoc,hseardàempoisnugroatonealtv'aomi »o(rro)-.
sissimo Vostro Cuore. Voi, Giudice etereo,
che foste mandato quagCtù dall'Eterno Pa-
dre non per giudicare gli uomini, ma per sal-
varln (2\\, deh rendetemi petseveiante nelle
vie della giustizia e della verità, perch'io
possa trovare presso di Voi misericordia nel
giorno del tremendo Giudizio.
O Vergine Ausiliatrice, Matlre tli mise-
ricordra, Mad.re di C,esù e Madre mia, non
abbandonate questo v65tre mi-sero figlio!
Voi, tutta pura e immacolata, fate che mai
più io non abbia ad. insozzarmi col fengo
del peccato: Jate, o Vergine dei dolori, ch'io
lavi colle lagrime e la penitenza le mie colpe
passate: fate, o piena di grazia, ch'io arric-
chisca il mio cuore tli virtil e d'opere buone:
fate che flon abbla a cadere negli ardori
sempiterni: siatemi mad.re, scudo, d.ifesa,
safYezza in quel gan giorno!
Flarnrnis me otrar succensl,rs
Per !,e, Virgo, si.rn delensws
In die iwd,icii,. .
Così sia.
(r) Nolite iutlicare et ror iudicabimini. In
quo enim iudicio iud.icaveritis, iudicabùrri:ri:,et
in qua mensura mensi fueritis, remetietur vobis
(z) Non
mundum,
smeidsituDt esuaslvFeitluiurm(Iosueuum.,...IIuIt'
iudicet
t7l.

23.7 Page 227

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\\./\\r,\\./\\./\\-/\\.4..^hr\\./s!-r\\-r\\/\\.r'\\..,
IL GIUDIZIO UNIVERSALE.
I.
I PREr,[!trN.a.Rr.
ro È di fede che alla fine tlel mondo vi
satà il Giudizio universale. Lo esige la Prov-
videnza, Ia giustizia e la gloria di Dio. Nella
vita..presente non poche disposizioni della
Prowidenza sono criticate e non di rado
anche bestemmiate dagli empi: è dunque
conveniente che venga un giorno in cui la
saggezza, la rettitud,ine, la bontà delle divine
d.isposizioni si manifestino in tutto il loro
splendore.
Inoltre _nel mondo i d.iritti della giustizia
sono e furono in ogni tempo conculcati dalla
malvagita degli uomiai: troppo sovente si
vede il giusto calunniato, perseguitato, op-
prssso, e l'empio esaltato. Giustizia cluaque
l'uole c.he venga un giorno in cui non solo
il virtuoso sia premiato, e castigato il mal-
vagio, ma anche apparisca agli occhi di tutti
il trionJo dell'ordine e dell'equità.

23.8 Page 228

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-230-
Lo esige la gloria di Dio. I.'uomo deve a
Lui solo ser'rizio, venerazione, culto, amote:
e invece foa dimgnfisato il suo Creatore,
disubbidito il suo Sowano, ofieso il Padre,
disconosci'rto, perseguitato, crocifisso il Re-
dentote. E giusto perciò che al-fine sia reso
a Dio d.a tutti l'onore che gli è dor,'uto: che
all'ora del potere delle tenebre succeda il
gionro del Signore (r), la maaifestazione
della gloria di Dio e del nostro Salvatore
Gesù Cristo (z).
Oh verita consolanti! Coraggio, animg
mia: 1a tua fede nou si lasci scuotere dalla
vista della prosperita, delle prepotenze,
degli efrmeri trionfi dei malvagi. Adesso
Iddio tace, ma flon tacerà sempre (S): verrà
giorno che pa-rlerà. Egli, che nou vuol per-
dere le anims, ma salvarle, pazierta oia coi
malvagi per convertirli (4): ma dopo avet
mostrato la sua pazienza manifester'à anche
la sua onnipotenza (5): e allora alle in-
(r) Dies p6mini declarabit (I Cor., III, r3).
(z) Et ad.ventum gloriae magui Dei et Salva-
toris
rriet
nostri Iesu Christi (Tit.,
autem dis5 [6mini (II
IPI,etrr3.,).II-I,
Adve-
ro).
(3) Tacet, sed non semper tacebit (S. Auc.,
Sertn., IX, t).
(4) Nou amat Deus darruure, sed. salvare: et
itleo patiens est in ma"los ut de malis faciàt
bonos (S. Auc., Serrn., XVIII).
(5) Demonstrabit poteutiam qui demonstravit
patientiam (S. AuG., XXXI i,n loan., rr).

23.9 Page 229

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-23r-
giustizie e sofferenze di quaggiù subeltre-
ranno le glorificazioni e gli eterni trionfi del
Cielo.
awzeorQuailndGoi,uidn.izqiouautnmivoedrsoa, leco?nAchDe ioords.ionleo
è noto. Noi sappiemo soltanto che quel
giorno, chiamato dai Profeti il gran gior-
no (r), il giorno dell'ka, delle calamitrà e
delle miserie (z), sarà preced.uto e preannun-
ziato, come la distruzione di Gerusalemme,
tla segni e awveuimeuti terificanti, i quali,
mentre ne manifesteranno tutta la terribilità,
serviranno a glorificare la maestà del Giudice
e a prdisporre convenientemente i cuori
degli uomini.
Vi sarrrro gueffe, ca-restie, pestilenze:
le rovine piomberanno da ogd parte sulla
terra. Segni speciali daranno i1 sole, la luna
e le stelle: si oscureranno i cieli, la terra sarà
scossa dalle sue basi, e il fuoco incenerirà
ogni cosa (3).
Quale orrore, quale spavento! Che ne sarà
allora dei palazzi, delle ville, tlegli ori, delle
1i;
enim
Uagua d.ies illa (Ierem., XX)(, 7)'
dies Domini et terribilis (Ioè1.,
Magnus
lI, rt)-
Venit dies magrus irae (Apoc., YI, r7).
(z) Dies irae, dies illa, tritr.rlationis et augu-
stiae, cala -itatis et miseriae, diestenebrarum et
caliginis, dies nebulae et tutbiuis (Saph.,I' 5.).
(l) Et erunt signa in sole et luua et stellis, et in
terra pressura gentit,m prae confusione sonitus
maris et fluctuum (I,uc., XXI' r5).

23.10 Page 230

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-232-
gemme, dei vestiti, dei cocchi, dei titoli, delle
decorazioni, dei tesori, di tutti questi beni
acc'mulati con afianno e ingiustizie, con-
servati con trepidazione e rimorsi, lasciati,
morend.o, a malincuore e cor angoscia?
Che rimarrà delle ambizioni, del lusso, della
glorÉ, dell'orgoglio? Oh vatrità mondara,
quanto sarà spavetrtevole iI tuo castigo!
Tutto sarà preda delle fiamms e ridotto a
vilissima cenere!
mediti con più
Aaima mia, e perchè
frequenza su qìesto
non
uni-
versale sconvolgimento, su queite ceneri,
sintesi delle illusioni trmrhe è trofeo della
divina giustizia? Non pleusi che se Dio farà
così terribile sterminio di tutto ciò che fu
strumento di peccato deve certamente ri-
servare castighi ancor più spave[tosi ,l pec-
catore? Che risolvi? Ah! mentre ne il
tempo, moltiplica le opere buone, interroga
frequentemente la tua coscienza, e vivi
sempre alla presenza di quel Dio, ch'è ora
testimone e un giorno sarà Giud.ice delle
fue azioni.
30 Sì: verrà l'ora tr cui tutti coloro che
giacciono sepolti udiranuo la voce del Fi-
gliuol di Dio (r). Il Siguore, con un suono mi-
sterioso raffigurato dallo squillo di una
tromba (z), eco ed espressione della Divina
(r) Omnes qui in mont'-entis sunt audient
vocem Dei (loeN., V, z8).
(z) Ipse [emins5... in tuba
coelo (1 Thess., IY, r5).
Dei
descendet
de

24 Pages 231-240

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24.1 Page 231

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-233-
Onnipotenza, servendosi del ministero degli
Angeli (r) richiamerà alla vita tutte le gene-
razioni. Come nel campo di Babilonia de-
scritto da Daniele, così su tutta quanta la
terra, nelle pianure e sr lle colline, uelle val-
late e sui monti, flai firrmi e d.agli abissi dei
mari, dai sarcofaghi dei potenti g flaU'umils
eimifqt's del viUaggio, ovunque vi siano le
ceneri e le spoglie di un uomo, si ved.ranuo in
un baleno (z) le ossa ricomporsi, rivestirsi
tli nervi, dr carne, di pelle, e i corpi unirsi
un'alEa volta e per sempre alle loro anime!
Quale difierenza però tra corpo e corpol
Risorgeranro tutti, dice S. Paolo, ma non
tutti trasformati alla stessa guisa (3). I corpi
degli eletti saranno gloriosi, agili, diafani,
impassibili: quelli dei reprobi, orribilrnente
ripugnauti
gioia degli
elndi,efloarmdii.spCehriapziuoònededsecgrilvi eareltril?a
Quelli bened.iranne ls. loro temperanza, le
mortif.cazioni, i digiuni, le penitenze: questi
imprecherrnno alle loro sod.disfazioni illecite,
dilqniardo con ferocia quelle carni che furono
strrrmento d.ei loro d.isordioi e causa della
loro vergogna ed eterna rovina.
(I) Et mittet Angelos suos cum tuba et voce
mAracghnaan..g.e(lMi aeTtTinH.,tuXbXaIVD,ei3
r ). Dominus...
descendet de
in voce,
coelo et
mo((23rt))uIOinrnefislceutsurgqeouncitddeliIm(fTrehCscoussrrg..,,emXIVuYs,,,r-5sSez).)d. non om:res
im'mutabimur (I Cor., XV, 5r).

24.2 Page 232

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_23+_
Mio Dio, quale spaventevolg e salutare
lezione! Anima mia, anche il tuo corpo risor-
gerà in quel giorno: d.a te dipende ch'esso
sia allora splendente come il sole, o nero
come un tizzorre d'inferno. Esiterai nella
scelta? Sul'via! pensa alle consolanti patole
dell'Apostolo: quaggiù 5i 5emina,, si lavora,
si lotta tra la corntzione, le passioni anima-
lesche, le debolezze, i drsprezzi; ma vetrà
giorno in cui si risorgerà incorrotti, rivestiti
della bellezza degli spiriti, potenti, Blo'
riosi (r)!
Prirna di, fi,ni,re la rneditaz'ione si, leggano
gli, Afretti e propositi a pag. 245.
II.
NEI,I,A VAI,LE DI GIOSAFAT.
ro Allorchè l'r,manità sarà congregata
nella valle tlel Giutlizio, comparirà nel Cielo
il segno del Figliuol dell'uomo (z), la croce,
che precederà C,€sù Cristo come vessillo de'
suoi trionfi. A quella vista tutte le tribù della
terta scoppieranno in pianto. I buoni pian-
(r) Seminatur in cormptione, surget in incor-
ruptione: seminatur corpus arimale, surget cor-
pus spirituale; seminatur in ignobilitate, surget
iu gloria (I Cor., XY, 42, 441.
(z) Et tunc parebit signum
Filii
hominis
in
coelo et tunc plaugent omrres tribus terrae
(MarrH., XXIV, 3o).

24.3 Page 233

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-235-
geranno di gioia aI vedere alfine esaltata
quella croce che fu loro in vita celeste divisa,
giogo soave, pfogrrftma e compendio della
vdpiretianl cPcipraiisoratiaddniisa"o,Sfo(o3in)bt,eecndaeui (s"zSa),odei 'beaetdeneresnsdaoizèiboecnahetiai(tvur)e-,
dine (+). J dennati all'incontro si strugge-
ralno d.i tabbia, piangerqnno d.i d-isperazione
d-ina.nzi ai trioutr di quella croce ch'essi ri-
fi.utarouo d.i seguire e d.isprezzarono come
stottezza (5).
Ed ecco discendere sulle nubi del cielo il
Figliuol dell'uomo con possanza e maestà
gtande (6), scortato da legioni celesti, che
gl.i faano corona. Non è più quel Gesù che
auche sul Calvario implorava il perdono per
i suoi carnefci, ma il Giudice inesorabile che
si è spogliato d'ogni misericordia (7).
O peccatori, guardate ora rivestito di po-
(t) Crux tua omnium fons benetlictionum
(S. LnoN., Serrn. VIII de Pass.).
(z) Crux Christi bonorum ofrnium datrix
(S. Ioar. Drw., De Fide, lib. IV, c. XII).
(S) Crux Christi clavis est Paradisi (ID. i,d,.).
(4) Crux nobis totius causa beatitudini5 s51
(S. Auc., Serm. de Pass.).
(S) Verbum enim crucis, pereuntibus... stulti-
tia est (.I Cor,, I, r8),
(6) Et videbunt Filium hominis, veuientem
iu nubibus coeli cum virtute multa et maiestate
(MaTTE., XXIV, 3o).
(7) Deus abiiciens patientiam et ignorans mi-
sericordiam (TERT.).

24.4 Page 234

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-46*
tetza e maestà Colui che avete rifiutato di
ascoltare qL T ndo vi parlava ssn rrmillà s
dolcezza (r). Come descrivere iI terrore dei
dannati a que[a vista? Vorrebbero sottrarsi
allo sguardo de' suoi occhi scintilanti come
fiamme dr fuoco (z), e nascond.ersi alla luce
de' suoi splendori che tutto investono e com-
penetraao. Gli eletti invece, inondati di in-
descrivibile gaudio, applauditanno a quel
Gesù che in terra fu a loro via, verità e vita,
e che ora in Cielo sarà il loro gaudro e la 1or
corona.
Quali vorresti che fÒssero i tuoi sentimenti,
6 anima mia,.in quel giorno grande, in quel
gionro cui niun altro è uguale? (3). Ami e
porti volentieri la croce? Segui Gesù? Pre-
tendi forse di essergli compagna solamente
sul Tabor e non sul Calvario? Ne stimi la
- dottrina? Ne pratichi sempre tutta la legge?
Ricord.a a tuo conforto le sue consolanti
parole:
mi tra
« Questa è
mandato:
la volontà del
che chiunque
Padre che
cono§ce il
Figlio e crede in Lui, abbia la vita eterna;
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno (4) ».
(r) In potestate et maiestate visuri sunt,
quem in humilitate positum, audire .noluerunt
(S. GnBc., Hom. i,n Eaang.).
(z) Oculi eius tamquam flamma ignrs (Apoc.,
II, r8).
(3) Magna
dies
illa
et
ror
s51
5iftili5
sius
(Ierem., XXX, Z).
(4) Haec est autem voluntas Patris mei qui

24.5 Page 235

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-237-
zo Frattanto il Figliuol dell'uomo, se-
dendo sul trono della sua maestà (r), darà
principio al Giud.izio. Con un miracolo stu-
pendo l'Onnipotenza divina fara che in un
attimo, cotl ura celerità meravigliosa (z),
ciascuno veda tutte le ptoprie azioni e le
altrui, buoue e malvagie. Nulla rimarrà oc-
culto (S), tutto sarà portato in giudizio.
Alora si vedrà che Dio è veramente lo scru-
tatore d.ei cuoti (4): ogui ignominia sar-à pro-
palata, ogni vergopa messa a nudo (5).
Qui non varrà a niente la porpora o la
scienza, la nobittà o i1 potere, l'astuzia o l'au"
dacia: non vi sarà più luogo a finzioni, a ipo-
crisie, a menzogne. Invano il peccatore s'in-
dustria quaggiù di nascondere le sue colpe
vergognose: veffa gionlo in cui ogni-suo de-
litto si farà a tutti manifesto. Iddio illrrmi-
misit me: ut omrris, qui vrtlet Filium et credit
in eum, habeat vitam aetemam; et ego resusci'
tabo eum ih nowissimo die (IoAN., VI, 4o).
(r) Tunc sedebit Filius hominis supet sedem
maiestatis suae (MATTE., XXV, 3r).
(z) Omnia mira celeritate cerrlentut (S. Auc.,
De Cioitate Dei).
(3) Non est occultum quod uon manifestetur,
nec abscoud.itum quod non sciatur et in palam
veniat (Luc., VIII, r7).
(4) Stient omaes quia ego sum scrutans renes
et corda (Apoc. lI, z3).
(5) Revelabitur ignominia tua et videbitur
opprobrium turtm (Isai., XLVII, 3).

24.6 Page 236

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-238-
nerà ciò che è sepolto nelle teuebre (r), tutto
porterà alla luce del sole, al cospetto di futte
Ie generazioni (z). Nel giudizio particolare
iI peccatore era solo dinanzi al Giudice: ora
gli occhi dell'intera ru,anità sono fissi sulla
sua coscienza. Quaggiù si dava d'attorno per
apparire ciò che rrorr era: sarà smascherato,
svergognato davanti al mondo iutero. Quei
raggiri, quelle ingiustizie, quelle infedelta:
quelle per6de intenzioni mascherate di pietà,
di carità, d'interesse pet la religione: quejle
afoifsdini, quelle catene, quei peccati taciuti
in confessione, quei sacrilegi... tutto sarà
svelato. Mio Dio, quale orribile confusionel
Qui non oso a volte mareifestare le mie co\\rc
a un confessore, che pure non avrebbe per
me se non parole d.i compatimento, di con-
forto, di perdono: e non penso che se non le
maJdfesto adesso, allora sarò svergognato
davanti a tutti, esecrato, sendahnsfo a-l-
l'etenra rovina. Se ora un awiso, anche dato
con dolcezza, riesce pungente, se un rimpro-
vero esaspera, se una mortificazione scon-
volge lo spirito, quale tempesta di rabbia e
disperazione si scatenerà nel cuore del pec-
catore nell'apparire così miserabile, ipocrita,
sacrilego in faccia aI mondo intero?
(t) Revelabo pudenda tua... et osteadam gen-
tibus
(z)
nuditatem tuam (Nahwm., III, 4).
Cuncta quae fiuut adducet Deus
in
iudi-
cium pro omni errato: sive bonum sive malum
illud sit (Eccle., XII, r4).

24.7 Page 237

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-239-
In quel giorno però si vedranno anche le
coscienze d.e' buoni: il qrrmsls delle loro
opere buoue, gli atti di virtù che si sforza-
fono di nascondere agli ocehi degli uomini,
tutto apparirà splendente di luce celeste.
Anche le loro colpe sa.raffro svelate: ma pu-
rificate dal Sangue di G. C. e dalla penitenza,
apparitanno come cicatrici gloriose, e ser-
vira::no solo a rend.ere più inescusabili i
malvagi, che tauto facilmente awebbero
potuto anch'essi ottenere il perdono e gua-
dag:earsi il paradiso.
O anima mia, come desideri di apparire
agli occhi di tutta !'rrm:tif| in quel giorno
tremend.o? Vuoi l'onore o l'iafamia, il gaudio
o la disperazione? Dipende da te soltanto.
3o Terminato i1 Giudizio vi sarà la tre-
menda, l'eterna separazioue. Quaggiù non
sempre ognuno occupa il posto che gli spetta:
talvolta il giusto è teuuto pet peccatore, e
questi per grusto. Allora si farà giustizia aI
cospetto di tutte le generazioni: le pecore
sararflo divise dai caproni, la zizzania dal
buon frtrmento. Al comando dell'Eterno
Giudice, gli Angeli separeranno i reprobi
dagli eletti (r), collocaado questi alla destra
e quelli alla sinistra.
Chi può immaginare ciò che awerrà in
quel momento supremo? la gioia degli eletti,
me(rd)ioEiuxsibtournutman(gMealiftefli.,seXpIarrIa,bu9n).t, malos de

24.8 Page 238

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- 240. -
aI vedersi in compagnia dei Santi e degli
Angeli: e la vergo. gna e la disperazione dei
reprobi, al trovarsi colla feccia dell'umanità,
coi demonii? Quale onta, quale orribile ri-
pugnÉLnza proverà quel nobile schifiltoso e
ricercato, vedendosi in muzo agli esseri più
abietti, grossolani e stomachevoli! Disgra-
ziati! 'esclama il Crisostomo: quard'aflche
non avessero a)tro a soffrire, questa sola
vergogna sarebbe loro bastante supplizio!
Buale strazio nel doversi separare per sem-
pre dall'emico, dal fratello, dal padre, tlalla
sposa! Ma quella sa:à l'ora della giustizia e
non più della misericordia. A seconda delle
opete, l'uno sarà prescelto, l'altro riget-
tato (r)l Gli Angeli, carxtaudo irni fi giubilo,
accompagneramo i giusti tra le schiere degli
eletti: i d.emonii si scaglietanno con dispe-
rata rabbia sui dqnnafl, e coi più triviali
e sa-rcastici insr:Iti li caccera[flo alla sinistra:
Via di qua, awelenatori, adulteri, ladri,
ingiusti, cani (z): andate co' pari vostri a
consumarvi nel fuoco eterno,
Ecco, grideranno allora quei disgraziati,
al contemplare la felicita degli eletti: ecco
quelli che noi abbi"mo disprezzato e perse-
grutato perchè ouesti, giusti, osservanti delle
(r) Unus assumentur et unus reliquentur
(M(AzT)TFEo.,riXqXcIaVn,es4,o)e. t venefici, et impudici...
lApoc., XXII, r5).

24.9 Page 239

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-24r-
ile".ggg3i d""i dDiio(re)!dEelslasiCohrieasas.oQrouarnatoggciiasaiatimdoi
gioia, noi coperti d'ignominia, d.anÀati eter;
namente.
. A[i]rxa mia, da qual parte desideri che ti
mettano in quel ter:ribile giorno? Ricòrdati
che ciascuno riceverà la mercede (z) a se-
conda delle sue opere (S). Quali sono le opere
tue?
gliP.yLirfnreattdi ie, fipnriorepolsaitiynaedpitaagz,.io2n4e5.si, leggano
IIr.
I,A SENTENZA.
ro Ma è venuto il momento delta finale
sentenza: e il Divin Giudice volgendosi dap-
prima ai reprobi, dice loro: « Andate, nraÈ-
detti, lungi da me, nel fuoco eterno che fu
preparato per il demonio e per i suoi com-
pagni (+). Io vi ho creato, vifui padre, e voi
m'avete abbandonato: vi feci cristiani, e voi
avete rifiutato la mia dottrina, calpestando
(. I- !(rzC))orEU.,rn.grIosIqIe,urrisa8qv).uimeupsroapvriiaamvemriteartcised(eSrarpu.,""yii,ri6é)t.
(.P_(s3.),
R_eddet unicuique
LXI, rr)..
secundum
opera
sua
(+) Tuuc dicet et his qui a sinistris erunt:
Disced.ite a me, maledicti,- in ignem aetefirum,
qui paratus
XXV, 4r).
est
diabolo
"1
a.gelis
eius
(Maffu,,
16 - Esqcizio di Buru Mùte,

24.10 Page 240

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_ o-a^-a _
la mia legge, mettendo in non cale i Sacra-
menti: avete disptezzato la mia Chiesa, la
vmoicoeSdae.n'gmuei,eriifMiuitnaitsotrii,l
avete abusato del
mio perdono: uon
avete praticato le opete di misericordia,
avete preferito il
dolceie inefiabili
fango del peccatore alle
della grazia, il mondo al
Cielo, il piacere fugace alla felicità eterna.
È giurr.ta l'ora della giustizia. Via dunque
di qua! Lungi' da Me, Cielo, dalla Vergine,
dagli Angeli, dai Beati, da77a tdtcità. Ma-
leditti! Aiete rifiutato i tesori delle mie be-
nedizioni, piombi ora su voi la mia maledi-
zione: sia essa a voi vestimento, penetri come
acqua fin
Net lwoco
ne1 più
eteino!
intimo dell'anim6, vostra (r)!
Le orribili fia--e infernali
vi torturino senza tregua, eternameate! »
Mio Dio, quali tremende parole! E sar9n19
ptonunziate-da Voi,
ienero dei Padri, il
dDaioVdoeillcehemsisieertiecoirldPie-!iti
QuaI cosa esecronda è mai dunque il peccato!
Ò C*tr, fate ch'io 1o detesti; ch'io 1o pianga,
ch'io 1o fugga con ogni mia possa! Fate che
non abbia a piombare su d'i me la spav-en-
tevole sentenza dei reprobi! Provatemi, atrig-
getemi, castigaterni quaggiù in tutti i. modi:
ma usaterni miseticordra allorchè deciderete
della mia sorte eterna!
(
Et
rh)tlNuoitlumit ableedn.eicdtiicotnioenmensiceut telvoeusgtaimbietunrtuamb,eeo.t
intravit sicut aquain interiora eius(Ps.,CVIII,r6).

25 Pages 241-250

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25.1 Page 241

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-243-
20 Ma dopo questa ter:ribile senteuza il
Sowauo Giudice si rivolgerà cor- tenexsza
infiflita agli eletti, e dirà loro: « Venite, o be-
nedetti dal Padre mio, prendere possesso del
reguo a voi preparato fin dal principio del
mondo (r). Siete stati rigettati dai malvagi,
perchè seguivate la mia dottrina e v,opfr-
nevate alle loro massime; per questo- io
adesso vi accolgo, v'apre le bàccia'il padre,
la Madre mia
geli e i Saati.
v'invita,
Venòtel Il
v'aspettano gU Aà-
mondo vi ha male-
detti, perchè praticavate
quentando. i Sactamenti e
la mia legge,
consacrandovi
fre-
ad
ogni opera di zeto e di misericordia: scen-
dano ora su voi i tésori delle celesti bened.i-
vvzoiioianlail!evtSetait,aevtaepercteeofyienbraiertnoneiinftaebllbeaencniieedd,teeeltltrain! iLt:e,virnriaiq,suimeittàae
fatti violenza pet conquistare iI mio regno:
r.l slete conservati puri, sapendo che in. Cielo
non può eutrare nulla di contaminato: siete
stati
fine:
forti nelle lotte,
adesso è giunta
persevera:rti sino alla
l-'ora d.i far manifesto
a futte le generazioni che ldd.io è fedele alle
sue promesse e muaifico nel
lo serve. Venite, dunque, o
premiare
benedetti
chi
dal
Padre mio; prerrdete possesso del regno a voi
(r) Tunc dicet rex his qui a dextris eius erunt:
venite
v_ot-is
XXV,
beued.icti
regnr- a
34).
Patris àei, possidete
constitutionè mnndi
paratum
1-Memu.,

25.2 Page 242

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-244-
DreDarato dalla mia misericordia, aricchito
'edtie"nga"aimbeenlTteezzdaidbaellaatmituiadiSnaepideanzllaa,
inond.ato
mia pre-
senza! Godete, esultate nell'ebbrezza delle
delizie etenne! »
Esulta anche tu, anima mia: tu pure sei
chiomata a partecipare del premio dei beati!
Fa cli rentlertene degna cofl rura rrita since:
ramente e praticamente cristiana.
'3o Che farar::ro
altà di-sperazione
urla spaventose,
allora i dsnnati? In preda
scoppierarno
imprecando
ianllag"p^riotipr{ia,
staltezza e malvagità: pieni di Yergogna e
conJusione gticlersnrò ai colli e ai monti che
cadano to ài loro e Ii sepplJliscano (r). Nel
vedere poi gli eletti salire al Cielo splentlenti
come soli,
vatore e
faceudo bella corona al Divin Saf-
cantando inni d'inefiabile esul-
tanza, l'esasperazione del loro dolote non
awà più li;iti. E§si pujre vorr,nno slan-
ciarsi dretro quelle schiere fortunate, ma ne
saranno impediti da una forza misteriosa;
allora, non potendo fare altro, radd'oppie-
raaeàgnrlniaoetl'leaeattlaio.iroQo augaIrlifedigaslitosr,afzl16io1on!snpSnoa6sroàl'eailtlleaprnasodproaesdacc,hlioiel
fratello aI frate-llo, l'amico all'amico. Col
cuore sPezzato dalla pena, daranno l'estremo,
(t) Tunc
per uos; et
incipiu:rt
colljbus:
dicere montibus: Cadite su'
Cperite nos (Luc., XXIII,
30).

25.3 Page 243

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-245-
l'eterno saluto aI Dio che I creò, a Gesù
che sparse anche pet loro il suo Sangue, alla
Vetgine Saata che li coLaò di tante tenerezze
materne, all'Angelo custode, ai Santi tutti,
all'esercito fortunato degli eletti. « Ad.d.io,
addio per 5empre! Voi eternemerrte beati,
:roi etefiramente tormentati nel baratro del-
I'inferno! »
AIIora, la terra s'aprirà sotto i loro piedi:
otircriib, iltirafisacminmaendliolaivwnoelggeliraanbuiossniedi .leollr'eotevronro-
dolore.
Quale orrore, mio Dio! Mai come oggi ho
sentito cosl forte it bisogno di rifugiarmi
uel seno della Vostra misericordia! Ah, sono
disposto a qualsiasi sacrifizio, pur di sot-
trarmi alla spaventevole senteuza dei re-
probi! Deh ricordatevi, o buon Gesù, che per
me prre avete versato tutto il Vostro san-
gue! Non vogliate perdermi in quel .giorno
tremendo!
Recoyd,are lesu Pie
Qwod, surn cawsa twae ui,ae,
Ne rne perdas i.lla d,i,e.
Afrettl e proposltl.
Mio Dio, le terribili verita che ho med.i-
tate, mi hann6 dsmpito di
lezioue salutare! Quanto è
spavento!
divenuto
QuaI
spre-
gevole a' miei occhi il moudo, Ie cui verità

25.4 Page 244

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-246-
sa:raflflo un giorno ridotte ad un mucehio
di cenere! Ma soprattutto, querto sono ter-
ribili i vostro giudizi, quanto difiermti da
quelli degli uomini! A-L sl, verrà quel giorno
in cui sparirà dalla faccia tlella terra il grande
male di cui
eegnliedl,iclueo-go
parla Saloruone. Ho
nel lwogo del gi'udizi.o
- ueduto
l,'empi,età,
della giustizi,a I'i,ni.qui.tà. E lto
d,etto in cwor rn'io: Id.d.i,o farà' gi.udi.zi.o d.el
gi,wsto e dell'ernpio, e quello sarA, 'il ternpo in
cwi si, ruetterò.a posto ogni. cosa (r). Verrà
alfing iI trionfo della giustizia sull'iniquiLà:
verrà il gionro che i giusti risplenderanno
come il sole (z) alls t..trt presenza, e i
nomi dei malvagl saranno più ributtanti
della putred,ne (3). Che sarà di me in quel-
l'ora suprema? Che giova ch'io sia oggi sti-
mato dagli semiri per quel che non sono,
se allora sarò condqnnato per quel che sono?
Come potrò in quel giorno resistere al vostro
sguardo, o Signore, che scruta le pieghe più
recond.ite del cuore? Deh! nou vogUate giu-
dicare il vostro servo, Vi dirò io pure col
Profeta: petchè non v'ha tra i viventi chi
(I) Vidi sub sole in loco iudicii impietatem,
et in loco iustitiae iniquitatem. Et dixi in corde
meo: Iustum et impirrm iudicabit Deus, et
tempus omnis rei tunc erit (Ecale., lII, t6, t7)-
(z) Turrc fulgebunt iusti sicut sol in conspectu
Dei (ìIatrE.,
(3) Nomen
XIII, 43).
impiorum putrescet
(Frou.,
X,
7).

25.5 Page 245

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-247-
possa dilsi giusto alla vostta presenzal'(r).
Qual .uomo non si sentirà venir meno aI
vostro cospetto, o Signore, allorchè passe-
rete in rassegna le sue iniquità? (z) Ah ri-
cord.atevi, o Padre e Creatore mio, ricor-
datevi sernpre, ma soPrattutto nel gomo
dell'ira, che sono opera delle vostre maai (3):
che mi avete fatto e plasmato tutto quan-
to! (a). Contemplate e benedite la beTTezza e
bontà delle vostra opere, tutte grandi e
mirabili (5): e non vogliate considerate le
opere mie, opere inutili (6), opere di carne
s d'immsnflezza (7), d'ingratitudine e di
peccato. Ah sì, fin che avrò vita, voglio che
dal fondo del rnio cuore s'innalzi inc'essa-
temeute a Voi questa supplica: Rimettetemi,
o Signore, i tl€biti (8) che ho contratti verso
la vostra divina giustizia, e scendpno su
(r) Et non irtres iI iudicium cum servo tuo,
quia non iustificabitur in conspectu tuo omnis
vivens (Ps., CXXXII, z).
(z) Si iniquitatis observaveris Domine: Do-
minq
(3)
qui5 sustinebit?
Opus manuum
(Ps., CXXIX,
tuarum (Iob.,
X3).,
Sl.
(4) Manus tuae fecerunt me et plasmavenrnt
me totum in circuitum (.Ioà., X, 8).
(5) Magna et mirabilia surt opera tua, Do-
roJae (Apoc., XV, t).
(6) Opera eorum, opera inutilia (Isai., LIX' 6)'
(7) Opera carnis... immunditiae... (Galat., Y,
r9).
(7) Dimitte nobis debita tostra (Orat. Dotn.).

25.6 Page 246

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248 -
Amchieealleaspvpeorrosatprniezziaamz(iisroe)n.reicIo.eordlaiseopn,ieemtlalaiohmaRnisneuodrealandtoseroellra,-
gerxte nel Vostro
che nella puga
cuore (z); ed è per
del Vostro Costato
q-uceesrctoo
rpiafusgsiaotoe lpaermdoindo.pAerhv,eqriuitaan,tohfuÀgrandfoe iau
nell'offeudere Voi, che nou solo
Creatore, il mio Redentore, il
siete
mio
il mio
padre,
ma sarete pue il mio Giudicel E un Giudice
ch'è testimone de'miei delitti (3), che trova
rnacchie persino negli Angeli (+i, giudica
Ie stesse opere di santita{5), e che"Uh"a minac-
ciato di
infuita
scrutare
le colpe
failla§elurcuesadleemllamseu,apSuafptiaennztoa
cara aI Suo Cuore! (6). Che sarebbè stato di
me,.ingiusto e peccatore, d.ella povera anima
nria imbrattata
in quell'epoca
di tante colpe, ie
disgraziata-della
fossi morto
mia vita?
(r) Fiat misericord.ia tua, Domine, super [os;
quemadmod.um speravimus in te (ps,, tXXff,
22).
_Do(zr.)i.nQumuiamaipurtilctoerdp.iaro, peittiactoiopioessat..a.pquuaiaOaépuumd
r(e/_ot((lbSe+m.)),EQpItgVuiooi,ii(unPr8ds)e..A,xnCegXet XltiesfXsst,iusi4s(,Ier,e)r.p.,eXritXpXraIvXita, tze3m).
cI,alb(St6oz)l),(SCPcs"r."u,,tLaaXbcocXreIpVIee,rrou3st)ea. nlexmpusiuegluociuesrntiitsias(Sùiupdhi.-,

25.7 Page 247

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-249-
Ah Signore, oggi ch'è ancor il tempo della
misericordia, cotro con fiducia al Vostro
Cuore. Verrà giomo iu cui non sarete che
grudice, ma oggi siete ancora il mio awo-
catol Deh! fate che i miei peccati siano ora
cancellati dalla vostra misericordia, perchè
non abbiauo allora a cadere sotto la vostra
giustizia!
Ah, io non posso, non debbo, non voglio
dubitare del vostro amore, o mio Gesù! Sono
troppi i benefi"i che ho già ricerrrto dalla
Vostra bontà: e le misericordie del passato
mi sono caparta di quelle dell'awenire! Voi
non sapete respingere un cuore contrito e
umiliato (r): deh! colla poteuza della vostra
destra salvatemi! (z). Non vi domando la
salute del co4)o, ma q[uella dell'anima: fate
che nel giorno del Giudizio io mi possa tro-
vare fra gli eletti (3). Sono deciso, Signore!
Parlate: eccomi ai vostri piedi desideroso di
eseguire i vostri ordini! Ah sì, poichè arcora
me ne concedete il tempo, vogto aach'io
come Agostino fare da giudice a me stesso,
nel tribuaale della mia coscienza: osserverò,
studierò, ssaninerg, scruterò il mio intenro:
(r) Cor contritum et hu::dliatum Deus non
despicies (Ps., I., r9).
(z)
(3)
Salvum me fac tlextera tua
Non salutem corporalem
(Ps.,
peto,
CVII, 7).
sed hoc
peto, ut transacta vita temporali, atl dexteram
iaveniar.inter oves (S. Auc.).

25.8 Page 248

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-250-
e compreso di salutare spavento, confessan-
domi co\\rcvole, Vi ripeterò col Sat:rista:
Riconosco, o Signore, la mia iniquità, e ho
sempte dinnnzi a me il mio peccato (r)!
Se dovrò sofirire, Vi seguirò con slancio
sulla via del Calvario. Se sarò calu::niato,
perseguitato, fatto ludibrio di tutti, ne
gioirò, pensando che alle sofferenze è riser-
bato un premio eterno, che spu:rterà un
giomo l'autota della giustizia: che sarà certo,
completo, radioso il trionfo sulf iniquita: che
verrà il gromo in cui coloro che vi furono fe-
deli saranno trovati da Voi degni del Vostro
Cuore (z) e riscuoterenno le vostre l"di (:),
il giorno ilr gui 5aranno oltremodo onorati
i vostri amici (4).
Autatemi Voi, o Gesù mio, e rend.ete effi-
cace Ia mia volontà! Salvatemi, non per i
meriti miei, ma per la vostra misericordia
infinita.
(r) Modo te interroga, intus te interroga, intus
te attende, intus te vide, intus te examina
(S. Auc., S errn., CY II, 9). Asceude tribulal mentis
tuae, esto tibi iudex, torqueat te timor, erum-
pat a te confessio, et dic Deo tuo: Quoniam ini-
quitatem meam ego cogtlosco, et delictum meum
a:rte me est semper (S. AÙc., i'n Ps,, L, 5).
(z) Invenit illos digr:.os se (Sdp., IIl, z).
(3) Tunc laus erit u:ricuique a Deo (I Cor.,
IV,5).
(4) Nimis honorificati sunt amici tui, Deus
(Psal., CXXXYIII, r7.

25.9 Page 249

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-25r-
Io ftattanto, per darvi un pe$1o pra-
tico della mia riconoscenza, Vi offro come
frutto d.el presente Esercizio di Buona Morte
queste promesse: 1o s5aminsrò ogoi giomo
la mia coscieaza: zo sarò sempre sincero nel
mauifestare rn confessione la gavità e il
flumero de' mei peccati: 30 farò accurata-
mente la coufessione mensile, come se fosse
l'nttima della ita: 40 finalmente darò il buon
esempio, soprattutto alla mia famiglia, nel
frequentare i Sactamenti e nell'evitate la
cattiva stampa, per meritarmi di non essere
mai separato da' miei cari, ma di trovarmi
con loro tra gli eletti nel dl del tremendo
Giudizio.
Oh Maria Ausiliatrice, Voi che siete la
Madre della misericordia, effondete su di me,
pellegrino iu questa valle di lagrime, i tesori
della vostra tenerezza: Voi, Awocata e
Madie mia, rivolgete alla mia miseria i vostri
sachi pietosi. E soprattutto mostratemi dopo
quest'esilio Gesù, il frutto benedetto del
vostro seno, o clemente, o pietosa, o d.olce
Vetgine Marial Così sia.

25.10 Page 250

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26 Pages 251-260

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26.1 Page 251

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\\-.,.../\\./\\.-'\\./\\..r\\./\\.4.4./\\.-,Vr..-r\\..,
L'INFERNO.
I.
LE PENE DEI, CoRPo.
ro Iddio è infinildrsnte misericordioso: ci
ha creati, red.enti, destinati alla felicità
etierna: ogni giomo fa scendere su di noi
nuove benedizioni: peccatori, ci ha perdouato
millg y6lfg, e fin cle siamo in vita è sempre
disposto a concederci il perdono. Ma egli
è puie infinitamente giusto: se non lo fosse,'
noir sarebbe Dio: e non sarebbe giusto, se
dopo il tempo della prova di quaggiù, non
desse a ciasc'ro nell'altra vita un premio
o un castigo proporzionato alle opere.
Perciò, mentre la sua misericordia ha pfe-
pa"rato u:r premio eterno ai buoni, la sua giu-
stizia ha preparato un castigo eterno ai di-
sgraziati che, sord-i alla sua voce persistono
e muoiono nella colpa. L'inferno è il luogo
dqstinato da Dio a prudre iI peccato. V'è un
soulmo bene,.Icldio, e un sommo male, il pec-

26.2 Page 252

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254 -
cato, dice S. Agostino (r). Anzi il peccato è
il più gande di tutti i mali, perchè ofiende
Iddio, Bene Scmmo, Ora, dovendo il castigo
essere proporzionata al delitto, ne viene che
il peccato, ch'è il maggiore di tutti i delitti,
deve essere punito col maggiore di tutti i
castighi, ch'è l'infemo, sommà di tutti i mali.
Chi pertanto muore serza pentirsi in peccato
mortale, attira volontariamente sopra di
la più spaventevole di tutte le disgtazie.
O qnima mia, qual delitto esecrando deve
dunque essere il peccato, se Dio, Padre di
misericordia, lo deve punire con orribile
castigo! E quanto è grand.e la bontà del Si-
gnore, che ci offre tanti e cosl facili mezziper
otteaere, finchè siamo in vita, il perdono
anche delle colpe più gravi! Dio non r,rrole,
no, la morte del peccatore, ma che si con-
verta e che viva (z). Se egli volesse darrnarci,
tacerebbe, drce S. .A.gostino. Nessuno infatti
che voglia ferire il suo nemico, lo previene
gridandogli: Sta in guardia! (l). E Dio fa
risuonare incessante agli orecchi del pecca-
(r) Unum est summum bonum, unum sum-
mum malum (S. Auc., Sentent.).
(z) Nolo moÉem impii, sed ut convertatur
et vivat (Ezech., XXXIII, rr).
(3) Si Deus damuare vellet, tàceret. Nemo
volens ferire dicit: «Observa». Totum quod au-
dis, vox est Dei dicentis: « bserva » (S. Auc.,
Ser+n., XXII, 3).

26.3 Page 253

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-255-
tore questa voce ammonitrice: coi benefizi,
colle ptove, colle parole th un buon libro,
di un predicatore, di un a-ico, in mills
modi insomma 1o awisa, lo chi"ma, lo
esorta, gli gnda: « Sta in guardig, pensa alla
tua eterna salvuza! ». Non v'è dubbio: al-
l'infer:ro ci va solo chi vuole andarci, solo
chi si ostiaa nel peccato, rifiutandosi d'i
chiedere o di accettare il perdono di Dio, di
soddisfare con una leggera e breve peri-
tenza d. debito contratto colla Divina Giu-
stizia.
Anima rrria, t'tngrazia il Signore che di
tutto si serve a tuo vantaggio: che colla
5fsssa minsccia del castigo vuole stimolarti
più efrcace-rnente alla conquista del premio:
che pur nelle manifestazioni della sua Giu-
stizia sa far dsplendere la sua misericord.ia.
Nello stesso tempo rawiva la tua fede: e
dinanTi aJIe negazioni dell'empio, agli sforzi
del libertino che accecato dalla passione
vorrebbe allontanare o ,frevolire f idea del-
I'inferno, ricorda con timore e insieme con
fiducia l'infallibile afiermazione tlell'Eterna
Verita: « I reprobi arxdrarulo al supplizio
etenro, gli eletti all'eterna vita » (r).
Richiama con frequenza aJla tua mente
il pensiero delf inferno: esso ti aiuterà ad
essere più generosa nel far peniteaza tlei pec-
(r) Ibunt hi in supplicium aeternum, iusti
autem in vitam aeternam (Mettu., XXV,46).

26.4 Page 254

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l- zs6 -
cati d.ella tua vita passata, a teuere a freno
le passioni e ad evitarè altre cadute, lasciando
quelle occasioni, quelle pratiche, le quali
peosvsaonnafasrotdi dpisafgazairoene'ncomnomunenatoetde.rinfuitgaacdei
tormenti.
zo Che sqs'l l'inferao? È l'insieme di
-itgluiotluntioegiteomndeabelirioetsoaIra:eo'prvereinvitaidz(airon),nneailtid,bisaeorapgtourloiti,bnelaenlefp.orrÈi--
rore sempiterno (z\\, tra il pianto e lo stridor
di deuti (3), sofiriranno tutti i dolori possi.
bili {+), tutti nello stesso tempo, e con in-
tensità proporzionata ai loro peccati, ma
ssehms pjlremsinpiamveondteovloo{lee.
S. Tommaso afierma
che si sofite negli or-
rendi abissi dell'ira di Dio (5) supera di grau
lunga tutti i tormenti dei Martiri, tutti gli
spasimi dei malati, tutti i supptizi dei mal-
fattori, rrnifl iasisms.
La vista del reprobo sarà affiitta dalle
deformi e raccapriccianti figure dei demonii,
dal ributtante spettacolo di quanto di più
sdzzo, criminale, mostruoso ha mai prodotto
(l) Locum tormentorum (I,uc,, XVI, 28),
(z) Sed sempiternus horror inhabitat (Iob., X).
(3) Ibi erit
XIU, 2E).
fletus
et
"6;6o1
6gn1lrrfr
(Luc.r
(4) Omnis dolor irnret slrper eum. (Iob.,
XX, zz).
) (.5 I.acum irae Dei magflum (Apoc., XIY, rgl.

26.5 Page 255

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_257_
la feccia flsll'rrmanità; alrà sempre dinanzi
le sofietenze dei dannati, toflllentati senza
posa dall'insaziabrle cnrdeltà dei demonii,
sf,taziati dalla rabbia, dilaniati dalla d.ispe-
razione.
Il suo udito sarà torturato dalle bestem-
mie e maledizioni, dai pianti, dai gemiti,
dalle grida dolorose dei reprobi, imprecanti
contto Dio, contro se stessi, e sopratfutto
cortro i genitori, i maestri, i compagni, che
con una ed,ucazione \\iz.iata e coi loro cattivi
esempi [ foanng istradati aI peccato.
Il suo olfatto non potrà mai liberarsi tlal
tanfo po6luoriale di quella cloaca di
irnmclaf,s72s, dal fetore dei corpi putridi"gdoeii
dannati, d.a quell'aria greve, imprègnata dai
miasmi e vapori più nauseabondi.
fl
nina
g(1u)s,todasaurnàasstreatzeiaatrotledn.taiss'timaaf:ame ei
ca-
de-
moni non gli ofiriranno che quell'oribile
calice di cui parla il Profeta, ricolmo di
fuoco e zollo (z): fide di dragoni sarà il suo
vino, vèleno mortifero tli aspidi la sua Ée-
vanda (3).
Il tatto, per ciò steqso che è iI senso più
diffuso, saxà pur quello che soffrirà più nu-
(r)
(z)
Famem patientur
Ignis et sulphur
ut
et
caaes (Ps., LVIII, 7).
spiritus procellanun,
p' a(r3s )
calicis eorum (Ps., X,
Fel draconum vinum
6).
eorum,
et
venenunr
aspidnm insanabile (Deut., XXXII, 31.
17 - Esocizìo bum wte.

26.6 Page 256

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-258-
merosi e Gudeli d.olori. Le piaghe e le ma'
lattie più schifose, le ferite più strazianti, le
convulsioni, le agonie;
scoli; le vene, le ossa,
tutti i mali che i
la pelle, i visceri
mu-
pos-
sleornzoasionfaituired:itatuttotormaednutenteiml pmo iesecroon
vio-
dan-
nato.
ChQeusaalerebsbtreazsitoa,tomdioi
Dio, quale
me se fossi
spavento!
morto ia
quell'epoca, in quel glorno, in quell'ora?
Pel piacere di un momorto, Iler non aver
saputo tenere a freno g1i occhi, raortiEcare
l'udito, l'olIatto, iI .gusto, vincere quei bassi
istinti, mi sono tante volte esposto aI ped-
colo di cadere nel bàratro di tutti i tormenti!
Qsoursaoledfoi lmlìaie!leG, eptetarrusinnaevllo'ilnuftetàrroabpieetrtaune
passeggera!
Anima mia, tieni ben scolpite nella mente
e medita con frequenza le parole di S. Ago-
stino: Qud che quaggiù diletta, passa in un
baleno; quel che tormenta nell'inforro, dura
etemamente (r).
3o Ma, tra le pene che
corpo dei dannati, quella
tormeateraflno il
che lcld'io stesso
ci minaccia più frequentemsrte, e di cui si
serve per incuterci rin più salutare spavento,
è il fuoco. Quantunque
conoscirmo la natura,
di questo
sappiamo
fuocg
però
1oq
ch'è
(r) Momentaneum quotl delectat, aetei'flum
quod cnrciat (AGosI,, Serm., CX).

26.7 Page 257

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-259-
strumento dell'Onnipotenza Divina, ch'è
acceso e alimsnf4fe da] Divino fuiore (r):
che il fuoco della terra, pure già tanto orri-
bile per noi, non ue è che un'ombra, una pal-
lida itnmagine. Sappi"mo che il fuoco infer-
nale ha la spaventosa proprietà di bruciare
le sue vittimg 5enzi, consumarle mai, e di
rinnovar loro ad ogni istante tutti i dolori
d.i cui sou capaci: che, quasi fosse dotato
d'intelligenza, tormenta ciascuno in propor-
zione delle sue co\\rc, e ogni parte del corpo
secondo che ha più o meno cooperato alle
'
medesime (z): ch'esso infine è come il com-
pendio di tutti i dolori, di tutti i tormenti,
tli tutti gli strazi.
Ora, se mi spaveuta Tafiarnina di una ca:r-
dela, il coutatto d.i un carbone acci:so; se il
solo peusiero di ua infeliee arso vivo in un
incend.io qi fa rabbrividire: quale orrore Eon
doriebbe ispirarmi f idea det fuoco tlell'in-
fenro? I Santi n'eran compresi d'inesprimi-
bile spavento, e ce ne parlano con espressiorli
terrificanti, capaci tli cotlmuove-re uu cuore
di granito, Ci mettono dina;clzi quell'oceano
sconfinato d.i fuoco, che s'agita in un per-
petuo ontleggiare, quei marqsi mugghialti
(t.) Ignis succensus est in furote meo (Ierem.,
XV; tu{).
(l) Quantum glorificavit se et in deliciis fuit;
tantum date illi tor:nefltlrm et luctttm. (Apoc.,
XVIII, 7).

26.8 Page 258

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-260-
di fiamme &e s'incd"sno e s'acqavellano,
travolgendo seco torme di uomini e d"monii,
che senza posa si lagnano e guqisqen6 di 6.-
lore e di rabbia. Ci dipingono i reprobi tu-fiati
nelle fiamme, immer'si in torreati di pece
fusa, di zolfo crepitante, tlistesi su letti di
carboni artlenti, di bragie inastinguibili,
oppressi ds 66nigni ardenti che franano da
monti di fuoco, eternamente
awiluppati, penetrati in
travolti, serrati,
mills guise
bollenti lave.
- Mio Dio, chi potrà reggere a quel fuoco
struggitore? Chi potrà abitare in quegli ar-
dori sempiterni? (r). Credi, enin4 rni4, 4
queste orribili verità? Se le credi, perchè non
le temi? E se le
rron cadere un
1geiomrin, o1rcirachèqufaeil
così poco pet
lago di fuo-
co? (z). Petchè non ti decidi a lasciare quella
pratica, quel compagno, quelle letture, quelle
soddisfazioni illecite, quella strada che ti
co[duce inevitabilmente alla prsrdizisng?
Sarai ancora così stolta, così cri.d.ele verso
te stessa, da'condnnnarti, per un istante di
vile piacere, ad un'eternita di orrori aelle
fiamme dell'infenro?
Prima. di,-f,ni.re la rned,itazi,one s,i, leggano
gli Aftetti e propositi a pag. 223.
(r) Quis poterit habitare de vobis cum igne
devorante? Qui
bus sempiterrris
habitabit er vobis
? (Isai,., XXXIII,
cum
r4).
ardori-
(z) In stagno ignis et sulphuris (Apoa., XX, gl.

26.9 Page 259

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-26r-
II.
LE PENE DELL,ANIMA.
ro Non sararuto solo i sensi del corpo
che sofiritanao nell'infs:ro: anche le facoltà
ddl'anima awarflo ciascuna il suo speciale
e proporzionato supplizio.
La memoria dsl flgnfla.fe sarà tormentata
dal ricordo di quel che Dio ha fatto per lui,
e dell'ingratiturlire cou cui egli I'ha ricam-
biato. I benefizi della sua misericordia gli
si pre§enteranno incessartemente d.inanzi,
in tutta la loro grafld.-z,za. Ricorderà Gesù
morto in croce pef la sua sa.lute, le grazie
del battesimo e degli altri Sacramenti, l'eilu-
cazione ricevuta, le diyine chiamate, quelle
prediche, quelia missione, quell'Esercizio
di Buona Morte, quei consigli, quei rimorsi
della coscienza. Ricorderà soprattutto la
factlità con cui awebbe potlrto salvarsi.
Iddio
vita,
gli aveva concesso 20, 40,8o anni
e per salvarsi gli sarebbe bastato
di
ua
gioneo, un'ora, pochi minuti! Me sciagurato!
griderà in preda alla disperazione: Come mai
fui così folle, così imprevidente, così non-
curaute dei miei più vitali rnteressi? Mi sa-
rebbe stato così facile salvàrmi: avevo
tanti mezzi a mia disposizione, e invece ho
abusato di tutto colla più nera ingratitudine!
Io sono iI solo colpevole, il solo autore de1la

26.10 Page 260

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-262-
mia sventura: io solo ho sacrificato il mio
Dio, la mia arima, la mia eternita per pia-
ceri insipidi ed abietti, svaniti come un'om-
bra, come un sogno, come il fumo; io solo ho
attirato sopra di me i supplizi eterni, abu-
sando del sangue dj Gesù Cristo, calpestando
le sue grazie.
Io inorrid.isco, esclama S. Bernardo, al
pensiero di questi ricordi, di questo verme
insaziabile (l) setnpre vivo rn seno ai reprobi,
che li rod.età di continuo colla memoria stra-
zia:ete d.el passato, senza co[sumarli giam-
u.ai (z).
Anima mia, che ti dice la tua mernoria?
Perchè nou l'interroghi, perchè non l'ascolti
meutre sei ancora in tempo? Verrà gionro
che i suoi ricordi non ti gioveranno più a
nulla, anzi safanho wto de' tuoi più terribili
tormenti! Richiama dunque alla mente con
frequenza i doni di natura e di grazia che hai
ticevuti dalla liberalità di Dio, e pensa a
corrispond.ervi. Abbi sempre rìinaazi la tua
ingratitudine, chiedine perdono s fanng pe-
nitenza. Ma soprattutto sii generosa e forte:
doma le passioni, ripara il passato con opere
di virtù; ricori frequentemente e con fervore
all'arma della preghiera e dei Sacramenti;
invoca Maria; evita insomma e allontana da
(r) Ilorreo vermen mord.acem (S. BERN.,
De Consid., lib. V).
(z) Vermis eorum non moritur (Me.nc., fX, 43).

27 Pages 261-270

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27.1 Page 261

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-263-
te ad ogni costo l'oribile d.isgtazia di cadere
nell'inferno.
zo L'intelletto del reprobo sarà arz,ittutto
st*aziato dall'idea orribilrrente chiara de'
suoi tormenti, d.ella loro intensità, della
loro eterna durata. Qua8giù bastava a tur-
barlo il pensiero d'un male futuro, anche
leggiero: il timore d'una sventura, d'unaope-
razione dolorosa gli toglieva il riposo: la
vista, anzi la sola narrazione di un fatto di
sangue lo faceva quasi venir meno per l'or-
rore. Quali strazi non sofirirà esso dunque
allora, pensando a quel cumulo smisurato
di mali, che non sono futuri ma presenti, che
futti a uu tempo gravitano su di lui, lo cir-
condano, l'opprimono, lo dilaniaao, senza
un istaate tli riposo, senza il più lieve refri-
gerio, e cosl 1o tormenterarmo per tutta
l'eternità? Comè si roderà, riflettendo a quel
che ha perduto, ella sua stoltezza, alla faci-
lità con cui awebbe potuto sottf,arsi a quegli
eterni supplizi: sarebbe bastato un leggiero
sacrifizio, un po' di penitenza, la fuga d.i
quell'occasione! Qual dispera,ione soprat-
tutto nel considerare che non v'è più scampo,
che tutto è perduto iffernissibihxente e per
sempre! I.a maledizione d.i Dio gli stara seol-
pita nella meute, resa più chiara, più stra-
ziante dallo spettacolo dei reprobi, che di
continuo si malediranno a vicenda. Me in-
felicel gridera disperatamente: io che fui
cteato a immaglng di Dio, redento dal Suo

27.2 Page 262

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-264-
Sangue, colaato in vita di tante benedizioni
dal Suo arnore, ora so[o maledetto, <Ia I.ui
che mi fu Padre, Creatore, Redentore: e sono
maledetto per mia colpa, perchè l'ho voluto:
soro maledetto dal Cielo, maledetto tlall'in-
femo, maledetto eternamente!
Quale strazio, anims, mia! Eppure quarte
volte ti sei esposta auche tu ad essere vittima
di cosi orribili tormenti! Se non sei già a con-
sumarti nel baratro dei dolori, lo devi solo
alla misericordia di Dio (r). Quale insen-
Satezzal Temi tanto le sofferenze della vita,
e non temi le eterne! Ti spaventa il dolore di
un giorno, di r::r'ora, tli po"hi minuti, e non
ti commuove il pensiero dell'etenro patire!
Ah, non indugiare più oltre, non cetcar
yani pretesti: ascolta oggi la voce di Gesù
che ti dice: Non temere coloro che uccidono
il corpo, temi piuttosto Colui che può pre-
cipitarti anima e corpo nelf inferno (z).
Deh, Signore, datemi forza per resistere
agli allettamenti del mondo, agli stinoli
delle passioni, agl'ingnnni del demonio: fate
ch'io vi segua, che osservi Ia vostra legge,
che vi ami con tutto.il cuore. Non permet-
tete che l'anima mia s'abbia da perdere con
, (r) Misericordiae
gonsumpti (Tkren.,
Domini
III, zz).
quia
non
sumus
(z) Nolite timere eos, qui occidu:rt corpus,
animam autem flon possur:t occidere; sed potius
timete eum qui potest et animam et corp[s
perdere in gehennam (Marru., X. z8).

27.3 Page 263

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-265-
quelle degli empi; concedetele di veuire un
gionro a godervi eternemente in Cielo! (r).
30 I.a volontà, per ciò stesso che è la più
nobile, anziTa regina delle facoltà dell'uomo,
e che da essa soprattutto dipende la bontà
o malvagità delle nostre azioni, è pur quella
a cui sono riserbati nell'inferno piir orribili
supplizi, il maggiore dei quali è la pena del
daano, cioè Ia petdita, la privazione di Dio.
AIlo stesso modo che il sommo della beati-
tudine consiste nel godere Iddio, così il peg-
giore di tutti i mali è quello di essere privi di
Lui e rigettati eter:ramente d.e.lls 5u4 p1s5qnzr,
Nell'altra wita uou vi saranno più i beni
terreni, dietro cui il cuore dell'uomo si perde
così spesso e facilmente: vi sarà soltanto
Itld.io, Bene Sommo, causa e sorgeflte della
felicità eterna: s l'anims, spinta anche al-
lora irresistibilmente dalla sua sete naturale
di felicità, non potendo più correte dietro ad
altri beni, e d'altronde avendo chiararxente
conosciuto che Iddio è il Bore Sommo,
l'unico degno di tutto l'amore, vorrà slan-
ciarsi verso di Lui, suo principio, suo fine,
suo centro: ma ne sarà impedita da una
forza atcana e invincibile. Tenterà dispera-
famente d.i raggiungellò, ma sempre ne verrà
respinta: rimarrà come incatenata in fondo
all'abisso dalla sua stessa pervetsa volontà:
(r) Ne perdas cum impiis, Deus, animam
meam (Ps., XXV, 9).

27.4 Page 264

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-266-
e legioni di d.emonii la terranno prigioniera
in quelle spire di fuoco. Stimolata put sempre
dal ricordo dt Dio, <lella bellezza della Ver-
gine, degli splendori degli dngeli, della gloria
dei Santi; dei gaudii del Cielo, ritenterà
senza posa di fuggire da quell'abisso di tot-
menti, ma sempre invano, sempre per essere
ripud.iata, ricacciata nell'oceano def suoi
d.olori! Moltiplica mille volte, dice S. Gio-
va:rfli Crisostomo, tutte le altre pene dell'in-
ferno, e saiarro un nulla a paragone, di
questa (r), che viene a essere come infinita,
perchè ci priva di Dio, infinito Bene (z). Con
ragione dicono i S"ld che l'enima flannsfg
sarà torturata più crudelneente dal pensiero
del Cielo che dagli orrori dell'inJerno (3).
Quell'anima infelice, nel vedersi rigettata
da Dio, nel pensare che la separazione sarà
eterna, nel sentire ad ogni istante sopra di
tutto il peso della collera divina, tutti gli
strazi della maledizione di Chi doveva essere
sua mercede e suo.gau'dio, cadrà nella più
(r) Si mille quis ponat gehennas, nihil tale
dicturus est, quale est
uore repelli (S. IoaN.
a beatae illius
CRr,s., Hom.
gloriae ho-
XXIV it
c. VII MATTE.).
(z) Poena damni est infilita: qsf snifr
infiniti bord, scilicet Dei (Div. Trou.,
armssio
t' 2"",
9. 87, art. 41,
(3) Plus torquetur coeli iactura, quam olcl
gehenna (S. IoeN. CERys., Hom. XXIV). Phts
torquetur. coelo quam infsm6 (S. Auc.).

27.5 Page 265

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-267-
raccapricciÉulte dispetazione. Imprecazioni,
fssfemffiis, maled2ioni orrende safamo
['rniss sfogo dell'odio, clella ra,bbia onde
sarà awelenata eternanente.
Basta, basta, mi. o Dio! Tremo aI pensare
che questa sarebbe stata la mia sorte, se
fossi morto quando ebbi Ia sventura di com-
mettere quel peccato, Siate benedetto ora
e sempre per avermi liberato da irrepara-
bile sciagura! Ma ora ho d.eciso: non più
peccatil Romperò ogni indugio, ogni laccio,
ogni catena: confesserò con sincefità e do.
lore tutte le mie colpe, e preaderò serie ri-
soluzioni per l'awenire. Io sono fatto per
Voi: Voi solo, o mio Gesù, siete iI mio fine,
la mia
tutti i
beatitudine! !i
gionei della mia
"vmitao,,
voglio amarvi
per potere poi
goder.vi eternamente in Cielo.
gliPyAimfteettdt iefipnri,orepolsaitimaedpitaagzi.o2n7e3.s'i leggano
IIr.
L,ETERIUTI. DEI,LE PENE.
ro Ciò che accresce afl'infinito i tormenti
d.ell'infenro, è la loro eternità: questo è per
così dire l'inferno dell'infemo. Chi non
trema dinanzi a questa verità, mnsiderata
con ragiore come la più terribile del Cri-
stianesimo? Ma se noi potessimo misutale
tutta la mùizia del peccato mortale, non ci

27.6 Page 266

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-268-
stupireflmo che Iddio lo castighi con un'eter-
uita di tormenti: ci stupiremmo qnzi che la
sua miseficordia giunga a perdona-re tante
volte ua delitto così esecrando, e che la sua
giustizia non precipiti subito il peccatore
nell'infenro fu dal primo peccato,
Invero, la gravità di un'ingiuria si misura
dalla dignità della persona ofiesa; ora il pec-
cato, ofiendendo Iddio, la cui dignità è infi-
nita, è un'iugiuria infinita: è duaque giusto
che sia infinita anche la pe[a; e siccome non
può essere infinita nelf intensita dei tormenti,
perchè 1itnif212 è la capacità di soffrfue del-
l'uomo, così è infinita nella durata, e perciò
eterna.
Inoltre I'enina,, una volta uscita da questo
mondo, non può canbiare: se muore in gra-
zia di Dio; amerà Dio eternrmente: se a.l co[-
trario muore in peccato, perseverefà eter-
namente nella sua perversa volontà. Ora,
che cos'è iI peccato? D disprezzo, è odio di
Dio; è, secondo S. Bernardb, un desiderio di
distruggere la potenza, la giustizia, la sa-
pienza di Dio (r); secondo S. Giovanni Cri-
sostomo (z) e S. Tommaso (3), l'uccisione,
(r) Ctudelis et plane execrand.a matitia, quae
Dei potentiam, iustitiam et sapientiam perire
desitlerat (S. BERN.).
(z) Peccatot, qua[tum ad voluntatem suam,
Denm perimit (S. Io.{N. Cm.ys., Horn. ad. pop.).
D_e(3P)ePcce.)c.catum est an:richilatio Dei (Div. TEoM.,

27.7 Page 267

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-269-
l'arnichilameuto di Dio. Perciò l'anima d.i
chi muore in peccato perseveferà eter:ra-
mente in questi orribili sentimeuti. E allora,
come può Dio perdonare colui che rlotl solo
non vuol peotirsi, ma nou cessa di odiarlo,
di bestemmiado, di desiderare che sia di-
strutto e annientato? Giustizia vuole che
la pena rron cessi finchè non cessa la colpa:
che sia castigato eterramente chi etema-
mente perdura nel male: che chi d.esidera tli
^nnisnfars lddio, Bene eterno, sia punito
con un etenro male.
i
Anche quaggiù noi ved.irmo
loro d.elitti sono esiliati per
talrrni pet
"s6esmpre dalla
patria, altri privati per sempte della vita.
Ciò che la giustizia umana fa nel tempo, la
divina Io fa nell'eternità, esiliand.o etenra-
,nente i reprobi dalla patria celeste,.con-
dnnnaldo alla morte eterna coloro che, d.opo
aver ofieso Dio in vita, petseverano etema-
rnente ribelli e nemici suoi.
Quali spavortevoli verità! Non v'ha dun-
que scempo di sorta: o eternaneflte felice,
o etemamente disgtaziatol Esiterò io nella
scelta? Ah uo, mio Dio: souo d.isposto a tutto,
pur di sottrami all'orrsrd.a sorte dei dann ati.
zo Ma v'è d.ell'altro ancora. Quaggiù ari-
che le cose buone e dilettevoli quarxalo, du-
rano troppo, ci vengono a nbia: e a maggior
ragiòne quindi anche il male più lieve, come
un graJxellho di sabbia in un occhio o la
puntura d'un ago, se dovesse durare a llrngo

27.8 Page 268

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-270-
diverrebbe insopportabile: che dire poi se
durasse etorramente? Orbene, chi nou si
sentirà agghiacciare iI sengue uelle vené,
al pensare che nell'infenro flon sarzrnno mali
leggeri, ma i mali pitr orribili, i. tormenti più
strazianti, cbe durerqoao in eterno?
Passeranno tanti milioni di secoli quante
sono le gocce d'acqua degli 6rsga.ni, le foglie
degli alberi, le areue clel mate, gli atomi di
tutto il creato, e l'eternità sa^ra come ,I prio-
cipio. Può Ia mente umana stancarsi a im-
maginare un fl rmero smisuratamente e[or-
me di,secoli, tale da.superare i calcoli più
sterminati e fantastici, e l'eternita sarà
sempre da capo.
Il reprobo a\\tà continuamente dinanzi
questo straziante pensiero: le mie pene du-
reraJulo sernpre: da questo abisso d.i dolore
non uscirò mai. E;gli ue sentirà §enza tregua
tutto l'insopportabile peso, che accrescera
alf infinito gli strazi che lo dilarriano. Eterno
sarà il fuoco che l'abbrucia, etemi i demouii
che 1o torturalo, eterne le bester:mie e le
grida forsennate dei fla.nn4fi, eterno il verme
toditore de1la sua ccscienza, eterna la ma-
ledizione di Dio che lo fulrnina, eterna la
iiisperazione che lo strazia!
Mio Dio, quale orrore! O eternità, abisso
di gaudio pei Sànti, abisso di miserie e tlo-
lori pei flannafi! Qual mente può abÉrac-
ciarti, qual anime § sì forte da poter soste-
rrere l'immane tuo peso? Tu che schiacci

27.9 Page 269

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-27-
ogni superbia, che .infrangi ogor. dttezza,
che prvadi dr spaveoto i peccatori, che con-
.forti i buoni nell'affiizione, inondandoli di
inefiabili gaud.i, starnrni sempre scolpita a
caratteri indetebili nella mente: il tuo pen-
siero mi penetri fin nel più intimo, sia regola
di tutta la mia vita. Insegnami tu a disprez-
zare tutto ciò ch'è temporale, sii a me refri'
gerio nelle pene e nelle prove, monito nella
prosperità, luce e salvs-za etenra (r).
30 L'offore e la disperazione che lleter-
nità delle pene suscita nql flqnt,zfe, sono
ancor accresciuti dal pensate che per lui
non vi sa.tà mai mutemeuto, sollievg,
sper{urza di sorta.
ci
Ouaggiù
procura
anche
qualche
nei mali
sollievo:
utx
nelf
mutannento
inferno uon
si muta mai, si sofiriranno 5empfe gli stessi
strazi e colla stessa intensita. ve catlrà il
reprobo, rimarra eternamente (z), im-
mòto come una pietra (3); i tor,menti del
primo istante, del primo giorno, del primo
af,no, safrflflo i'suoi torrnenti in etemo.
Nessun refrigerio a uessurlo d.el suoi do-
lori,-nessuna tregua a' suoi strazi: sempre
ctisteso su quei ltzzoni, senxpre travolto in
quei vortici tli fuoco, sempre tormeutato da
quelle legioni dr demonii., Non una goccia
(r)
(2)
IrE§sro ex lib.
Ubi ceciderit,
i4biDeerPite(rEfecoctl.e, .,caXpJ. ,5.3).
) ( 3 Fiant immobiles quasi lapis ( E * o d :. XY, z6) -

27.10 Page 270

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_272_
d'acqua a lenite la disperata arsura della
sua sete, non rura briciola di pane a saziaxe
la fame sanina che lo travaglia, non rura
stilla d.i balsqmo sulle sue cagri abbrustolite,
sulle piaghe iritate che lo ricoprono da capo
a piedi.
E uessuna speraflza. Poteva guadagnarsi
il paradiso, non ha voluto: Iddio lo chia-
mava in millq m6fi, gli offriva i tesori della
sua misericordia, gli cotreva dietro come il
buon Pastore: qa egli ingrato, ribelle, non
ascoltò la sua voce, calpestò la sua legge: tra
Dio Bene Sommo e una vile creatura, un
fugace piacere, ur1 po' di fango, scelse iI
fango: e ora non v'ha più scempo, firtto è
finito per sempre; per lui non v'è più che
l'in-ferno co' suoi eterni tormenti,
Anima mia, non ti commuovi a queste ter-
ribili considerazioni? IIai sentito: ron c'è
via tli scampo: o eternnmeflte tormentata con
gli empi, o eternamente beata coi Santi (l).
Che sono venti, cinquanta, novant'anni 4
conftouto dell'eternità? Un soffio, un punto,
ux rulla. Vorrai perderti dietro il nulla,
trascurand.o quel ch'è eterno? Non pensi che
ad una vita fugace di gioie peccsminose può
ad un tratto succedete un'etendta di tor-
menti? Ha ben ragione S. Agostino: « O eter-
(r) Non d4fs1 66firrtn, aut semper torqueri
cum impiis, aut semper gaudere.cum sanctis
(S. BERN.).

28 Pages 271-280

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28.1 Page 271

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-cna_
nita, chi pensa a te e non si pente e non
vive santamente, o non ha fede, o non ha
cuore (r) ».
Ma io voglio ascoltada, la voce dell'eter-
trit-à: mi pento, o mio Dio, d.elle mie colpe,
e Vi prometto di vivere d'ora in poi una vita
degna della beata eternità che mi attende.
Fuggirò quell'occasione, romperò ogni in-
dugio, farò quella mortificazione, sippor-
terò quelle sofferenze, quelle
promessi i gaudi eterni.
croci,
a
cui
sono
Afrettl e propoìsltl.
Accettate, o Dio di boutà, l'inne dslls
riconoscenza di questo vostro povero figlio.
Quante volte coi miei peccati, colle mie
ricadute, coi miei scafldali ho meritato l,in-
ferno! Se Voi, Sigrore della vita e della morte,
aveste usato del vostro diritto, io sarei già
da molti anni un dannato, tm tizzone d,in-
ferno. Sia eternsmente beuedetta la vostra
misericordia, che ha trattenuto la spada
della vostra giustizia! Vi rt:algrazio, mio-Dio,
che mr: abbiate risparmiato fine14,;sls n6n
m'abbiate fatto morire appena commisi il
primo peccato, che non ,ra'abbiate travolto
con una morte repentina, che abbiate per,
(r) O aeternitas, qui te cogitat, nec poenitet,
1u! ldem non habet, aut cor non habet iS. Auc.,
Soli.loq.).
t8 * Esqcizio di Buona Mmte.

28.2 Page 272

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-274-
donato a me, ribelle intlegnissimo, mentre
a tanti infelici fu negato il perdono. Quanto
fu grande in passato la mia ingtatitudinel
Voi, mio Gesù, per manifsstatmi l'immen-
sita dd vostro arnore e nel terupo stesso
l'orribile perEdia del peccatore, siete giunto
all'eccesso di morire per me su di un patibolo
infame: ed io, insensibile aI vostro amore,
dimeutico dei vostri dolori, ingrato ai vostri
b"rrdri, ho seguitato ad ofienclervi, come
se noll fossero stati anche i miei peccati la
causa della vostra Pa,ssione e morte dolo-
rosissima! Ben a ragione S. .{gostino, d'inanzi
a quest'abisso
ebbe a dire che
d'ingratitudine
per castlSa.re il
ceri.spteiarvneorspiteàc,-
catore e ribelle ci voffebbe un secondo in-
ferno! Mai come in quest'istante ho com-
preso l'esecraada rlc.alizia d'el
mentre me ne d,olgo cou tutto il
peccato;
cuore, e
_e
de-
testo tutte le mie colpe, propongo di voler
mille volte morire
.Nel contemplarvi,
piuttosto che ofienclervi.
Gesù mio, confitto i'
croce, capisìo quale nefando delitto sia
quello dellà creatura che ofiende il suo Crea-
tore, tlello schiavo che insorge coutro il suo
Signore, del Figtio che abbandona e vilipende
il Padre, del vile verrniciattolo che insulta
all'Onaipotenza, del beneficato che la
morte ai suo Benefattore! Che quegli stesso
che Voi, o Gesù, avete redento a prezzo di
tutto il vostro Sangue, vi disprezzi' calpqli
la vostra tegge, rinunzi al vostro amore, alle

28.3 Page 273

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-275-
yoitrc promesse, ai vostri premii, si rida
della vostra giustizia, dei vostri castighi, e
Sfelrr:rk- egauna
tale eccesso
po' di terra
di perversita di pre-
misÉabile, che diìo?
da preferire Satana, l'essere più esecrando, il
vostro piir implacabile lemise, a Voi, Dio
Onnipoteute
mostruositàl
e Padre di misericord.ia!
trn quest'istante il mio
euale
cuore
come quello di Davide, si strugge di pena,
non tanto pel timore dell,inferno, quaflto
aI peusare che ho ofieso Voi, mio Salvatore,
che Vi ho offeso stando alla vostra preseflza,
e nell'ora stessa in cui Voi facevateìcend.ere
su di me i tesori dei vostri benefizi! Oh in-
concepibile perversita! La vostra maro mi
benediceva, e io
mi dava la vita, e
Vi
io,
lanciavo maledizioni:
associandomi ai vostri
camefici, della vita mi
morte! Quale feroce
servivo
follia!
per darvi la
Disfrezzare,
tradire, crocifiggere Voi per un capriccio,
per un piacere vilissimo.e fugace, e ciè dopo
avervi veduto conftto in croce per
aver udito qlali orribili castigtri
ae, dofo
siano ri-
serbati al peccatol
Anima mia, vorrai dunque essere cosl
stolta da prepararti un'eternità di tormenti?
Ah, se non ti muove labellez;za del Cielo, ti
spaventi almslls il fuoco eterno (r). Allorchè
t'alletta la strada spaziosa del peccato, ri-
(t)
ignem
Vitam aeteruam
time (S. Auc, III,
nondum
in Epist.
amas,
Ioan.,
vel
rr).

28.4 Page 274

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-276-
corda l'abisso a cui essa coflduce (r). Vorrai
servirti delle ricchezze per comprarti l'in-
ferno, mentre così facilmente esse possono
essere per te il prezzo del Cielo? Vorrai per
un passeggiero piacere del corpo Procurare
'dauensqsuo ee
all'a.nima tormenti senza fine? Hai
dimenticato che le coflcupiscenze
6"1'empio han per castigo il fuoco e i
vpeerrmoit?te(nze)r.eQmueisl eterimcoprodrcah,epIedrdaioumtiecnotnacreedeil
tesoro de' tuoi meriti, per rordere più ful-
gida la tua corona, vorrai dullque sciuparlo
nel procacciarti un'eternita di tlolori?
No, non più, mio Dio! Voglio por termine
alle mie ingratitudini, a' miei peccati, alla
tnia stoltezza, alla mia cecitàl Voi, Padre cle-
mentissimo, continuate a guardarmi con
occhi di misericordia! Lungl, lungi da me
l'orribile sve[tura di cad.ere nell'inferno! Vi
ripeterò anctrlio col Profeta: Deh non mi
sommerga, o Signgre, ta tempesta tlelle
onde, non m'ingoi l'abisso vorticoso, si
chiuda sopra di me la bocca della vora-
Crne! (3). E poichè è il peccato che mi espone
(r) Via peccantium complanata lapidibus, et
in fi:re illorum inferi et tenebre et poetae (Eaoli.,
XXI, rr).
(z) Viniticta carnis ignis et vermis (Ecales.,
II, z8).
(3) Non me tlemergat tempestas aquae, fleque
absorbeat me profundum, fleque urgeat super
me puteus oS suum (Ps., LXVIII, t6).

28.5 Page 275

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-277-
al pericolo tti caderri, io Vi prometto di fare
di tutto per evitarlo. Ora conosco che fu Ia
soverchia libertà da me concessa ai sensi, che
mi trascinò tante volte al male: fu quell'ami-
cizia peccaminosa, furono quelle visite, quei
regali, quei libri, quelle fulfemperanze che
mi tennero per tanto lemps schiavo della
colpa: fu la mia 'yenif), il mio orgoglio che
mi ptecipitò così in basso. Ebbene, Gesù
mio, vi prometto d,i mortificare d'ora in-
nanzi i miei sensi, soprattutto gli occhi, e tli
praticare più generosamente l'rfiriltà nei
pensieri, nelle parole, nelle opere. Anzi, per
obbliganrri maggiormente a manteflere que-
ste promesse, voglio ch'esse siano i miei
propositi in quest'Esercizio cli Buona Morte:
propositi che mi sforzerò dr praticare col-
l'aiuto della preghiera e sopratfutto delta
frequenza ai SS. Sacrnmenti.
E Voi, Vergine Ausiliatrice, rifugio e
Madre dei peccatori, accoglietemi sotto la
Vostra protezione, accord,atemi il Vostro
aiuto, perch'io possa fl'e1 irnanzl cofld.urre
u:ra vita di raccogliùsnto, d'umilta, dr mor-
tificazione e di preghiera: soffeggetemi nelle
prove, liberatemi dai pericoli: fate ch'io
possa evitare sempre il peccato, siate soprat-
tutto il mio conforto nell'ora della morte,
e ottenetemi la grazia di potet ux giorno
venire con Voi a godere eternamente Gesù
nel Cielo. Così sia.

28.6 Page 276

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28.7 Page 277

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-\\-'\\./r.J\\.r\\./r../\\./\\./\\./.\\J\\./$-'i../\\..'
IL PARADISO
I.
B.È\\LÉzzL DEr, Pi{R.{Drso.
ro Che cos'è il fiaradiso? È il luogo prepa-
rato da Dio per manifestare le sue glorie
e premiare gli Aageli e gli uomini che gli
futono fedeli: è l'rnsieme tli
l'esclusione di ognr qale: è
"lag'"brei abteitnuedicnoen
creata, è il godirnsnto eterno di Dio, Bene
so'Tmrmeocoesein, 6dn.iictoe.S. Tommaso, Iddio non
awebbe potuto fare più perfette: l'umanita
di N. S. Gestr Cristo, la Vergine Santa, e la
fdicità degli eletti, ossia iI paradiso (r). In
queste tre cose, afierma S. Agostino, Iddio
(r) Hum".itas Christi ex hoc, quod est unita
Deo, et beatitudo creata ex hoc, quod est frui-
tio Dei, et Beata Virgo ex hoc, quotl est mater
Dei, habent quamdam digu.itatem irfinitam ex
bono infinito quod est Deus; et ex hac parte non
potest aliquid fieri melius eis; sicut tron potest
aliquid melius esse Deo (Sumrna Thcolog., rt
q., XXV, art. 6).

28.8 Page 278

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_28o_
ha dato fondo ai tesori della sua scierza,
potenza e bontàr infinifg (r), Quale no11 sarà
dunque Ta bellezza del Cielo, ell4 sui qlsr-
zione concorsero l'onreipotenza del Padre,
la sapienra del Figlio, l'amore dello Spirito
Santo? Se la terra, che pure è per noi un
esilio, una prigione, un luogo destinato
anche agli animali e ai peccatori, è glà
tanto bella e gtadevole, quale non sarà la
bel7ezza, la gioco.ndità della patria (z) ri-
servata come premio alle opere buone, ai
sacrifizi, agli eroismi dei Santi, dslls animg
più elette? Di quali e guanti beni non col-
mefà queste anime in Cielo quel Dio che
quaCglù ne concede di così gràadi anche
agfingrati? (3). Quale non dot'rà essere l'ab-
bondanza e magnificonza di quel luogo, ove
non v'ha nulla tli ciò che dispiace, e si trova
tutto ciò che si desidera? (4). Quali nqn
debbono essere le attrattive di quell'oceano
di delizie, se lo stesso Figliuolo di Dio volle
ricomprarcelo aprezzodi tutto il Suo Sa.ngue?
Ciò che di pirì grande, di più bello e inca:r-
(r) PIus dare nescivit, plus dare non potuit,
plus dare uon habuit (S. Auc., De Ciuit. Dei).
(z) Si carcer ita pulcher est, patria qualis est?
(S. Auc., Da Conflict. Vit.).
(3) Quam bona
largitur iugratis
repentlet bonis qui
(S. EucE., Epi.st.
tam
ail
mag:Ia
Valer.).
(4) Quae est copia ubi
totnm sit quod velis? (S.
nil quod nolis sit. et
BERN., De Tripl. gen.
bon.).

28.9 Page 279

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-28r-
tevol,e può concepire la fantasia e archi-
tettare la mente umana, non regge al pata-
gone delle bellezze, delle ricchezze, degli
splentlori incomparabili del paradiso: v'è
di rrLezzo l'abisso che separa il cielo dalla
terra, iI mondo della natura da quello della
grazia e della gloria. Con ragione ci awerte
il profeta Isaia che gli uomini non potranno
mai farsi un'idea adeguata d.i quel che il
Signore tiene apparècchiato a coloro che
l'rmauo (r); occhio non vide mai, esclama
S. Paolo, orecchio mai udì, cuot d'uomo
ha potuto nè potrà mai comprentlerlo (z).
Gioisci dunque, anima mia, e ripeti tu
pure corr slancio le parole del Salmista:
Cose veremente meravigliose mi furono
narrate di te, o citta di Dio (3), o regno di
beatitud.ine che sopravsnzi ogni gloria! (a).
Il pensiero del paratliso ti ristori e t'inco-
raggi; ittnalza con frequenza lo sguardo aI
(r) A saeculo non audierunt neque auribus
perceperunt; oculus non vid-it, Deus, absque te,
quae praepafasti expectantibus te (.Isaa., LXIV,
4.
(z) Oculus non vid.it, nec auris audivit, nec
in cor hominis ascendit quae praeparavit Deus
iis qui rririgur:t illum (f Còr.,I-f, g\\.
(3) Gloriosa d.icta sunt de te, civitas Dei
(Ps., I,XXXVI, z).
(4) Regnum Dei omni fama maius est, omni
laude melius, smni gloriaque putatu.r excelleu-
tius (S. Avc., De Di.l,i,gendo Deo, c. XVIII).

28.10 Page 280

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282 -
Cielo, vivi d.el suo ricordo: sia il parad.iso lo
scopo de' tuoi sospiri, de' tuoi voti, de' tuoi
sforzi: ogni tuo pensiero, ogni tuo atto sia
degno d.i tanto premio. Se qualche pena ti
contrista, se qualche tentazione ti molesta,
se qualche croce ti grava sulle spalle, alza
gli occhi al cielo e di' con S. Paolo: Non
sono nulla i patimenti di questa terra a
paragone della gloria che m'attende (r).
zo La grocotitlità del Cielo e il godimento
dei beati sar{rnno acctesciuti tlall'inefiabile
bellezza e dalle doti meravigliose.de' suoi
abitatori. Chi potrebbe descrivere la leggia-
dria, l'eccellenza, la sublimità degli Aog"li,
Alqangeli e Principati: la possanza, la for-
tezza, la saggeTza delle Potestà, Virtù e De
minazioni: la maestà, lo spleud.ore, gli ardori
dei Troni, Cherubini e Sernfni?
Chi mai riuscità a coucepire la fulgida
gloria dei Santi? Irad,iati da incoqparabile
luce (z) essi brilleranno come soli nel Regno
del Padre loro (3), saranno come Angeli (4),
(r) Non sunt condigtrae passiones huius tem-
poris ad futuram gloriam quae revelabitur in
robis (Rom., VIII, r3).
(z) Sanctis autem tuis maxima erat lux
(Sap., XVIII, r).
(3) Iusti fulgebunt sicut sol in reguo Patds
eorum (Mertu., XIII, 43).
(+) Erunt sicut Angeli Dei in coelo (MA,aTE.,
XXII,
Angelis
3in9).coFeilliisi
resurrectionis... eru:rt
(I,uc., XX, 36),
apquales

29 Pages 281-290

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29.1 Page 281

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-283-
eternamente inebriati dall'abbondaaza irre-
sauribile dei tabernacoli dell'Altissimo (r).
Gli splendori di Dio si riverseranno sopra di
loro (z). Egli stesso sarà Ia loro etenea
luce (3); enzf, ss5i sararuo come trasformati
irr imm6gi11i tli Lui (a), fatti a I,ui somi-
glianti (S). Chi potrebbe ridire le delizie che
pròverann6 gli eletti nel trovarsi fra quelle
schiere fortunate, in quell'ocea:ro di carità
che inonda di beatitud.ine e unisce come in
un sol cuore tutti i cuori, saziand.oli etema-
mente della gloria e delle delizie divine? (6)
O anima mia, solleva lo sguardo al di-
sopra delle miserie della terra, e contempla
fin d'ora cogli occhi della fede quella turba
innumefevole veduta da S. Giovanni, cotl-
posta d'ogni uazione e popolo e tribù e lin-
guaggio, ia vesti di niveo candore e agi-
(r) fnebriabuntur ab ubertate domus tuae
(Ps., XXX, 9). Replebimur in bonis domus tuae
(Ps.,
(z)
LXIV, 5).
Spleudor
Domini
Dei
nostri
super
ros
(Ps. LxxXIX, r7).
(3) Erit tibi Dominus in locum sempiternam
(Isai,., LX, zo).
(4) In eamdem
Cor., III, r8).
imaginem
transformamur
(11
ei
(e5r)imScuismu(Is
quoniam cum
loan., III, 2).
apparuerit,
similes
(6) Satiabor curn apparuerit gloria tua (Ps.,
XVr, r5). Torrente voluptatis tuae potabis eos
(Ps., XXXV, 9).

29.2 Page 282

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-284-
tante le palme del trion-fo dinanzi al trono,
aI cospetto all'Agnello (r). Vedi com'è glo-
rioso quel Regno in cui tutti i Santi regnaflci
con Dio, ammantati di splend.ida luce e
cinti il capo d'r::ra corona di preziosissime
gemme (z). Esclama tu pure con S. Ago-
stino: O Citta Santa, o città bella, di lontano
io ti salutò, a te sospiro, te invoco, anelando
dr vederti, di riposarmi in te! (3).
3o Ma sopra tutti gli Angeli e i Santi ri-
fulgerà di belTezza incomparabile l'Immaco-
lata Madre di Dio, iI capolavoro della crea-
zione: Colei che il Paclre elesse come Figlia
di predilezione, Gesù Cristo come Madre, e
lo Spirito Santo come Sposa: Colei che i
Saati e gli ingegad più eletti andatono a
gara nel celebrare, chiamand.ola magnifi-
(r) Post haec vidi turbam magnam, quam
dinumerare nemo poterat ex om:dbus gentibus,
et tribubus, et populis et linguis: startes ante
thronum, et in conspectu Agni, amicti stolis
albis, et palmae in manibus eorrm (Apoc.,
VII,
(zl
9).
Quam
gloriosum
est
regnum
in
quo
tecum,
Domine, reguaflt omnes sancti, amicti lrrmine
sicut vestimento; habentes in capite suo coro-
nam de lapide praetioso (S. Auc., Sol,il,cq.
c. XXXV).
(3) O civitas sancta, civitas speciosa, de lon-
ginquo te saluto, ad te clamo, te requito, desid.ero
enim videre te et requiescere in te (S. Auc.,
De Spir. et Anirn., c. LXII).

29.3 Page 283

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-285-
ceflza dell'Altissimo (r), abisso immenso di
grazia (z), decoro, gloÀa, lorza della Chie-
sa (3), perla dell'universo (4), vivente im-
magine di Dio (S), porta della vita, fonte
di luce (6), somma di ognr santità (7), abisso
di miracoli (8); Colei ch'è incomparabil-
mente più gloriosa §srafini (9), e a Dio
solo ir-feriore (ro), che è gaudio del cielo (tr),
compimento dell'universa Trinità (rz); Co-
(r) Dei mago.ificentiam (S. BrnN., io-. f
Concil., LXI, art. 6, c. ù.
(z) Gratiae abyssus immensa (S. IoaN. Da'M..,
De Dorrnit. Vi,rg., orat. rr)-
(3) Ecclesiae nostrae decus, gloria, firma-
mentum (S. IoaN. Cunvs.).
(4) Margarita orbis terrarum (5. Cntt., Howi,l.
cantr. Nest.).
(5) Animatum Dei simulacrum (S. Iol'N.
DAMAsc., Orat. I d.e Nat. Vi,rg.).
(6) Porfam vitae, fontem lucis (S, JoAN. Da.-
MAsc.).
(7) Collegium sanctitatis, miraculorum offi-
cinam (S. IoeN. Deruasc., Serrn. I de Natiu.
B. V.\\.
(8) Abyssus miraculorum (S. Io.cN. DAMAsc.,
Orat. I di, Nati,a,).
(9) Incomparabiliter gloriosiorern quam seta-
phim (S. IoeN. Cspvs., Orat. de B. V.).
(ro) Solo Deo excepto, cunctis superior existis
(S, Ern., Orat. de Lawd. Virg.).
(rr) Gautlium coeli (S. BERN., in Deprecat.
ad, B. V.).
(rz). Universae Trinitatis complementum
(Esrcn., Hovn. II de S. Maria).

29.4 Page 284

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-286-
lei insomma iu cui Dio volle riuaire le bel-
lezze di tutto quanto il mondo
non sarà clunque Ia gioia degli
(r). euale
eletti, nel
ggntemplare quel volto che irrad.ia quanto
di più bello, di più dolce, di più giocoido vi
può essere in Cielo dopo Dio? (z). Con ra-
gione dice S. Bernardo che in Cielo il sommo
d:{a fetieità.e della gloria co:rsiste, dopo la
visione di Dio, nel ved.ere Maria (:).
_bi-l_oO,
uq*u mia, quale
allorchè awai la
non sarà il tuo giu-
sorte di trovarti-nel
luogg di ogni delizia, tra i cori degli Aageli
9 dei Santi, e soprattutto di contemplarè la
belTezza ineffabile della Vergine benedetta!
Coraggio! non sbigottirti dinanzi alle difi-
coltà, non cedere alle lusinghe del mondo,
del demonio e della carne. Tutto deve sem-
brarti misero e spregevole a confronto del
paradiso. Ricordati che t'aspetta la tua
Madre celeste, luce, conforto, guida, .{.usilia-
trice, rifugio dei peccatori, porta del
fnvocala ssu illimifufu fiducia, e
Cielo.
ripeti
spesso le parole della Chiesa: Maria, madre
di grazia, madre fi misericordia, deh pro-
( r ) lDeus totius pulchritu.li-em posuit in Maria
(S. BERN., Serrn. d,e Assurnpt.l.
(z) Gloriosum gloriae Mariae priwilegium est
quod quitlquid post Derr:a pulchrius, quiaquia
dulcius, quitlquid iuclndius in gloria est, hoc
per Mariam est (S. BoNAv., Spec,, c. VII).
(3) Summa gloria est, o Maria, post Domi-
num te videre (S. BÉRN., Sertm. d,e Asswmpt.).

29.5 Page 285

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-z8z-
teggetemi contro i nemici, accoglietemi nel-
l'ora della morte: fate ch'io possa godere
con Voi eternemente Iddio nel"Cielo! (t).
Privna d.i, finire la rned,i,tazi,one sd leggano
gl.i, Atretti e propcsiti a pa.g. 3o5.
II.
DELI,A FELICITÀ, DET, CoRPo
ro Considera arrzitlutto le eccelse qualità
dei corpi degli eletti, i quali, diqe S. Ago-
stino, non saranno più soggetti alla defor-
mita, alla presalo:tezza, alle infermita, alla
comrzione, ma trasformati dalla divina
onreipotenza divettnnno capaci d'inefiabile
felicità e saranno dotati di qualità meravi-
gliose.
I,a loro chiarezza li farà risplendere come
soti (z), e saraillo resi ancor più lrrmine5i
e leggiadri dagli splendori che l'erima ef-
fonderà in ogm loro parte (S). Chi potrebbe
descrivere l'oceano di soavissima luce che
irradierà dai corpi tli tutti i Beati, d.a quello
(r) Maria Mater gratiae, mater misericortliae,
tu nos ab hoste protege et mortis hora suscipe
(Pr. liturg.).
(z) Fulgebunt iusti sicut sol in regno Patris
eorum (M.à.TIE., XIII, 43).
(3) S. Tuoues., Sum. thcol., Suppl. q. I,XXXV
a. c.

29.6 Page 286

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-288-
purissimo della Vergine, e principalmsnfs
dal Corpo glorioso del nostro Divin Reden-
tore Gesù Cristo?
Quaggtù il corpo, seminato nella debolezza
e nella corruzione (r), come dice S. Paolo,
durante il breve corso della vita è soggetto
a innumerevoli miserie (z); it Cielo, rive-
stito dell'incornrttibilità e d'un vigore inal-
terato, sarà i.rnpassibi.le. Non più dolori, ma-
lattie, influssi perniciosi, non più sofferenze
di sorta, ma I'ebbrezza d'inefiabili ed eterni
godimenti.
Dotato d'incomparabtTe agi.l,ilA, e legge-
rezza, totalmente soggetto ai voleri del-
l'auima, il corpo glorificato potrà passare
da ua luogo all'altro con velocità vertigi-
nosa, senz'ombra d.i fatica (3), e senza che
ne abbia detrimento la beatitudine, poichè,
dice S. Gregorio, gli eletti sono come gli
Angeli: dovunque vadano, 5e11e 5empre in
sero ell6 Divinità (a).
fnoltre i corpi dei beati, in virtù rlella
(r) Seminatur in cormptione, resurget in
incorruptione; semiuatur in infirmitate surget
ir virtute (I Cor., XY, 42, 43).
(z) Homo natus de muliere, brevi vivens tem-
pore, repletur multis miseriis (Iob, XIV, r).
(3) Curreut et uou laborabunt, ambulabuat
et non deficiert (Isai, X)(X).
(4) Irtra Deum curmnt, quocumque mittan-
tur (S. Ga:ec.).

29.7 Page 287

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289 -
sorlma perfezione (r) a cui li eleverà l'on-
nipotenza divina, sar'anrio d.otati di mera-
vigliosa sottigl,,iezza e spiritualità (z), cosic-
chè, liberi dagli inntmerevoli bisogni della
vita vegetativa s ehimals, potranno, per la
poten.Ta e l'assoluto dominio dell'enima ssl
corpo (3), penetrare e attraversare qualsiasi
altro corpo, così come il corpo glorioso del
Divin Redentore, penetrò nel Cenacolo a
porte chiuse.
Quante meraviglie, anima lais! §g hr
saprai domare iI tuo corpo, €tssoggettantlolo
al gogo soave delle leggi cristiane: se fin
d'ora col fervore 1o rend.erai ag'ile nel ser-
vizio d.i Dio, ùnpassi,b'ile alle lusinghe del
,xondo, del demonio e d.ella caxf,e, lurnimoso
di buoni eserupi, se lo fa:ai sotti,le e spirituale
colla mortificazione e col sacrifizio, ayta;- la
sorte di ved.erlo ux giorno ornqto delle in-
comparabili doti dei Beati e rivestito d.i
celestiale belTezza.
20 In paradiso poi anche ciascuao dei
nostri sensi godrà di una speciale felicità,
di cui nou possiamo farci che un'idea imper-
( r ) Propter completissimam corporis per-
fectionem (S. . Tuou., Sum. thcol., Suppl. q.
LXXXIII, art. r).
sp(irzit)uSaleem(inI aCtuorr.c, oXrpYu,s4a4)n.ìmale, surget corpus
(3)
Suru.
S.GREG., Mor., XIY, c. 29.
theol., Suppl. q. LXXXIII,
-artS. .r,Ttsolr.,
rg - Esrcìào di Buru Mqte.

29.8 Page 288

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fettissima, perchè per parlare delle cose del
Cielo si"mo costretti a ricorrere al confronto
con gli oggetti miserabili della terra.
La vista godrà dello spettacolo di quel
luogo dr delizie, si fisserà con inefiabile
diletto negli splendori dei Santi, nel volto
della Vergine benedetta, e soprattutto nella
fu77ezza incomparabile dell'Umarrita Sa-
crosenta di Nostro Signor Gesù Cristo.
iQnuaqliusepllleenpdioargi,hqeuaaldi oinracabnilit,i
in quel volto,
ognuna delle
quali sarà una sorgente inesausta di beati-
tud.ine! L'udito riceverà indicibile godi-
meato clalle armonie tler cori angelici, dai
canti dei beati, dall'inho tlei vergini, dal-
l'eterna oszr.rula che inonderà di melodie la
celeste Gerusalemme. L'olfatto sarà ine-
briato d.al profumo degli aromi e dalla fra-
graf,za dei f.ori più leggiadri. Il gusto si
sentirà eternamente sazio e come inondato
da un fiume riboccente di ogni godimento (r).
Il tatto sarà deliziato dalle più pure sen-
sazioni e dalle gioie più caste. Insomma, non
vi sarà parte del nostro corpo Qhe non goda
della sua speciale felicità, propntzionata
alle lotte sostenute, ai sacrifici fatti.
Oh, come benediremo allora le mortifi-
cazioni dei sensi, e soprattutto d.i aver te-
nuto a freno gli occhi, evitato le intempe-
ranze nei cibi e uelle bevande, chiuso gli
(r) S. BERN., Serrn. «Errov huiws sacct».

29.9 Page 289

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-29r-
orecctri alle mormoraziori, ù7e fu5inghe, a
certi discorsi, d'avet resistito alle passioni,
a certi stimoli; come benediremo quei sacd-
fizi, quei digr"oi, quelle penitenze, che, se
ci costarono degli sforzi, sa.rarxo allora ri-
pagati generosrmente da Dio cofl rur para-
diso d.i delizie!
Coraggio dunque, anima mia: abbraccia
generosemente la penitenza, porta cofl
slancio la tua croce, e soprattutto metti ogni
impegno per vincere euell'abitudire, quelle
condiscendenze, quelle mollezze, quelle in-
temperanze che potrebbero trascinarti al-
l'abisso della perdizione. Niun lavoro ti
sembri lungo, niun dolore troppo grave,
poichè ti è promesso in prereio il cielo, la
beatitudine senza Gne.
be3a0toMian
la fdicita di cui
cielo dev'essere
gode il corpo del
frutto di lavoro,
mortificazione e sacrifizi. Nou è possibile
inebriarsi alle corrotte sorgenti della fdi-
cità mondana, e pretendere poi di godere
della felicità eterna. Non è possibile acca-
rezzare quagglù questo corpo corruttibile,
che col suo peso trascina l'arrima nel fan-
go (r), e volerlo poi rivestito tl'immortalità in
Cielo. Non è possibile dar libero sfogo alle
intemperanze e ad ogni più bassa passione,
farsi un idolo della carne e del ventre, e
(r) Corpus quod cornrmpitur aggravat ani-
mam (Sap., IX, r5).

29.10 Page 290

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-292-
illudersi di ricevere un giorno la corona pro-
messa a coloro che lottano contro le concu-
piscenze e praticano Ia sobrietà e la mode-
stia. Non riprometterti, atrim4 mia, quello
che dal $angelo non è promesso. A coloro
che aspirano alla felicità del Cielo, il Signore,
per nezzo della S. Scrittura, non promette
che tribolazioui, aflizioni, angustie, dolori
non interrotti, abbondanza di prove e ten-
taziotri (r). Non cercare dunque la fdicità
nel paese della prova, nella regione di morte:
la felicita è cosa troppo alta, non è un fiore
che possa sbocciare in questa valle di.la-
crime (z). Per raggiungerla devi drizzaxe
in alto la mente e il cuore: devi amare ciò
che promette Iddio e non ciò che promette
il mond.o: devi temere le minacce di Dio
anzichè quelle del mondo (l). Se vuoi che
anche il tuo corpo goda della fdicita di
(r) Non tibi promittere quod Evangelium non
promittit: non tibi promittunt Scripturae in hoc
saeculo nisi tribulationes, pressura,s, aagustias,
augmenta dolorum, abuntlantiam tentationum
(S. Auc., i,n Ps., XXXIX, z8).
(z) Noli ergo quaerere felicitatem in terra:
magna res est, setl non est hic. Non est ista res
de ista regione, non est hic. talis felicitas. Sur-
su(m3)cSoridvais(Sb.eAatuecv.,ivSeererm, .p, luCsCaXmXaXqIuIIo,d4)p. ro-
mittit Deus quam quod promittit hic muadus; et
plus time quod minatur Deus, quam quod mina-
tur hic murrdus (S. Auc., Serrn., XXXII, r4).

30 Pages 291-300

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30.1 Page 291

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293 _
trovarsi etenramente con Dio, glorifica fin
d.'ora e porta- Iddio nel tuo cuore (r). Hai
dunque rlimsnfisal. che i nostri corpi sono
membra di Gesù Cristo? (z). Se desideri
che la vita d.i Gesù Cristo si manifesli nel
tuo co4to, devr anche portare in esso conH-
nuamente la mortif.cazione di Gesù Cristo (3)'
Non c'è da illudersi: i fornicatori, gli
adulteri, gli efieminati, quelli che pec-
cano contro rraLlura, awalmo l'erediG de'
cieli (a).
§ammin4 dunque nell'onestà.'., non nelle
crapule e nelle ubriactlezze, non nelle mor-
bidezze e nelle disonestà... ma rivestiti del
Nostro Signor Gesù Cristo, e flon essere
schiavo della carne nelle sue concupi-
scenze (5).
(r) Glorificate et portate Deum iu.corpore
vestro (.I Cor., VI, t5).
sn((nz3t))CNSheermsiscptiiet?isr (mqIuoCorntoifitai.c,maVticoIo,nrept5mo)r.aIevseustrina
membra
corpore
nostro
tur in
cciorcrupmorfiebruesatenso,sutrtise(t IvIitaCoIer.s,uIVm,autoif)e.ste-
(4) No1ite eilare: neque fornicarii... neque
adulteri, neque molles,
cubitores... regrun Dei
neque masculorum co[-
possidebunt (I Cor., Y\\
'9, Io)'
(.S) Sicut in die honeste ambulemus...: non iu
commessationibus et ebrietatibus, non in cubili-
bus et impudicitiis... sed induimini leminsa
IiuesduemsidCehriirsist(uRmor,ne., tXcIaIrIn,is13c,u\\r4am. rle feceritis

30.2 Page 292

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_294_
st.oNaon1f|iutesaitnrogaortviedsiiatmroovapreer
feliciG in que-
sostenere aslre
lotte: ben possiamo qui prepararci Ia feli-cità,
rua norr goderla. Nou cercare nel mondo ciò
che niun Santo, niun Confessore della fede
ebbei a trovarvi mai. Non cercarvi quel che
nemmeno Cristo vi ottenne (r). La vita aet-
l'uomo quaggiù § ula milizi2 (z), e it Divin
Redentore d.isse recisameute che non ela
venrrto,a portare la pace, ma la guerra (3).
Bada che non t'avwenga di nou trovarti'in
guerra perchè godi d'una pace peccaminosa
e pervefsa (+). La vita dei Santi fu rrna lotta
senza tregua (S). Sii dunque tu pure ,n buon
soldato di Cristo (6); e b carne combatte
contro lo spirito, fa che lo spirito combatta
' (r) Cavete ne in arena mundi, iu qua ad su-
beuadas agones missi sumus, aliquaà f"["it"-
tem espectandam putetis. Beatitudo hic parari
potest,_ non potest acquiri. Nou
q_uod hic nec Christus invenit.
hic quà"ras,
(S. E-us., iz
Chrcn.).
_(z)
{Iob,
Milttia
YII, t).
est
vita
fo6mini5 super
terram
(_M_(_a4(3r))'rVNui.do,euXnv,ee3nf4oi)r.pteacideemo
mittere
non .11
sed gladium
5slft,m, quia
pe(x..5p)eIruverissatoebsiel l1lo5. e.{s.utet.o, tSaerrvni.t,aXsXaXnc,to4i)u.m
(S. Auc., Serm., C I, 7).
_rr_,(36)). I.abora sicut bonus miles Christi (II Ti,m.,

30.3 Page 293

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_295_
contro la carne (r)' Non sa.rà coro[ato se flon
chi awà lottato da prode (z), e awà perseve-
rato sino alla fine l3). Solo al vincitore sa-
data [s,6atrrs nascosta (4). Ecome può
sDerare di vincere chi non ha nemmeno
,i"o1 66minsiato il combattimento? (5).
Aducceh,enionnduèg-iD? gNliosnemèpdreunaqluteuoGefisaùlcio1?-t1T9i
soaventa forse-il furore d.el nemico? Non
ternere: persa che il demonio è legato alla
catena, É uon può fare tutto ciò che vuole;
che le tentazioni e le prove sono sernpre m-
diitzzate aI nostro profitto (6): che il mondo
è come ur
trepassare
mare i òul
il termine
Autti non
che Dio
possono
ha loro
ol-
se-
(r) Si ergo caro concupiscit
concupiscai spiritus adversus
adversus
carnem
spiritum,
(S' Auc''
Serm., CXLlIl, 6).'
(z) Non coronabitur nisi qui legitime certa-
verit (.I1 Ti,m,, t3, 51.
(:) Qui
(Mr,TrII.,
sustinuerit
XIII, t3).
in
finem, hic
salvus
erit
(4) Viucentr dabo manna abscoll'dit:um (Apoc',
II, t8).
l5)
Quam
qui
spem habes quod possis-aliquando
nònd"m coepisti pugnare? (S' Auc',
"Sneìr;r;nt.q, XXX, 4).
(6) Alligatus est diabolus, ne faciat Slutr!*
ooìest. ne-faciat qua[tur:a vult: tantum tentare
Sirrit*, quautum expetlit proflcieutibus (S. AUG',
in Ps., LXIII, r),

30.4 Page 294

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296 -
gnatg
batti,
s{.lido (r).
e Dio ti darà
Coraggio dunque, com-
la viiloria. Seìe coucu_
piscenre
te, e tu
i-nesolergpi acsosuitoroni
insorgono contro di
di lorò; se ti combat_
tono, combattile a tua vo1ta, e bada solo
che non abbiano a vincerti (z). E quando
streanrtiianaelll_lea-_tuleeggme degmllbaratuuanm,aelinrate,leAggaàn
con_
pr"_
sDuiom,erriepedteenlledotuùemfitonrezen,temcaolrl,iAcoporrsitotolos:t-oMea
sventurato! Chi
di morte? (3).
mi
libererà
da
questo
corpo
C-rEyTs"-odpi.-Aragtotu_tstotinroip: eAtrirecsotnatfeidoucSiaiglraoàpr,e_i
fmililseiesciii.ntepo;ieifdnrei,noaatfgefigniechmttèiiepuieoocncccashmii,dinairf6iig"5naic;nhcJèusantoocdnoitsesei
Ie mie orecchie, affinchè non si dilettino uei
discorsi della libidine: domate, assoggettate
(r) Mare est mundus iste, et iu mari saevire
fluctus uon possunt, nisi usque a<I littus, ubi
ga(DS.lre.i.a.l(u(az3mAs))ltutT,:Rlecrumeeg.,nbxeiepacmSluuleapgmrinnmufltag,.p,m;noraCeeshsbumIoaeitceblIl,a(rtsSi;3so.v5pl)tiAu.uunvmgicscui.sa,ive,niinpdqt,ìeupgp,asno.nnag; dennXotueCv; vminf"itdrc,jelàre9un_g)st.i
tuae et rlorr praesumens àe-viribus tuÈ.
-cmucernsticsum Apostolo:
libetabit de corpore
Infelix
mortis
ego homò, .quis
Èuius? Giatia
me
»ei
per Iesum Christum Dominum
'in Ps., XXXV, 6).
nostrum
(S.
Auc.,

30.5 Page 295

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_297_
il mio corpo dalla testa ai piedi (r). Voi, o
Signore, mi comand.ate la continenza; eb'
bene, datemi ciò che comandate, e coman-
datemi ciò che vi piace (z). Non dubitare,
anima 11i6' Dio è fedele alle sue promesse (3);
Egli è il Dio misericordioso che da a tutti
con d.ovizia (a); perciò, se ron mancherà
il tuo concorso, se la tua preghiera alxdrà
accompaguata dal lavoro, dalla mortifica-
zione e dai sacrifizi, riuscirai vincitore nelle
lotte contro la carne, e ti sarà d.ato cosl di
procurare aflche ad essa 1" 6elizie del parad.iso.
Pri,ma di, fi'ni,re la med'itaz'i,ome si leggano
gli, Afretti e propositi a Pag. 3o5.
IIL
LA, FEr,rcrTÀ, DEr,r,'ArvrMA.
ro Ma la felicita del corpo, ch'è la parte
inferiore e merro importante dell'uomo, non
è che u:r debole riflesso, un'ombra della
(r) Tene mihi pedes, ne eant ad illicita; tene
mihi oculos, ue àtI mala attendam, tene mihi
aures, ne verba libidiais libeater audiant; tene
totum corpus, tene latera, tene sumfla, tefle
ima (S. Avc., Serm., CXXVfII, rz).
(z) Conthentiam iubes: da quod iubes, et iube
q-u(ord)
vis (S.
Fitlelis
Auc., Ccnless., lib. X, c. z9).
Dominus in omnibus verbis suis
(Ps., CXLIV,
sft (HeAt., X,
(+) Qui dat
r3). Fidelis enim est
j3).
omnibus affiuenter
qui repromi-
(Iec., I, r5).

30.6 Page 296

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,
._2gg_
beatifudins dell'qnima. Allo stesso modo
che tra la nobilta dell'nnima e quetla del
corpo v'è un abisso, così tra i godimenA
delle potenzs dsll'enim4 e quelli dei sensi
del corpo vi è una tale rlis612a, una diI-
ferenza cosl essenziale, che noi non arrive-
remo mai a misurarla nè a capirla.
I,a memoria s4ri allislsla dal ricordo dei
benefizi di Dio, dei sacrifizi e delle opere
buone compiute, delle penitenze fatte, delle
etens.oqepzrzaettudtitoMadreiall,adeinl fpinaitfruocminisioeridceoirdSiaantdi,i
Gesù, nostro Divin Redentore.
I,'intelligenza non sarà più debole, li-
mitata, soggetta all'errore, ma illuminata
dalla chiarezza (r\\,
Dio, il quale, come
dalla
ci ha
luce
d.ato
(z) stessa d.i
il lt,me della
ragione per conoscedo quale autore della
natura, il lume della fede per considerarlo
quale autore della grazia, così in Cielo ci
darà il lrrms flells gloria, perchè possiame
contemplarlo quale causa e sorgente della
vita e beatiturlins gfgms (3).
Rinvigorita da questa ficrza, rischiarata
da questo lume speciale,. l'intelligenza, si
(r) Claritas Dei illuminabit earn (Apoc., XXI,
23).
(z)
xxv.
In lumine
o).
tuo
videbimus
lumeu
(Ps.,
(s) s. FRANcEsco »r Ser.Es, Teotimo, lih. III,
c. XfV, 3.

30.7 Page 297

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-299-
fisserà nella stessa Divina Essenza, e in
quell'oceano infinifq di Verita, di BelTezza
e di ,more troverà il pieno ed esuberante
soddrsfacimento di ogni sua aspirazione.
Non si è beati.se testa ancora qualcosa a
desiderare: ma in paradiso non desidereremo
più nulla, perchè vedremo il Bene So:nmo,
infinifs, fuori del quale nulla v'è di più bello,
di più gtande, di più desiderabile; e in Lui
troveremo riposo, gaudio, beatitudi'e'
Vedremo quel Dio ch'è sopra ogni urla:ro
intendimento, linguaggro e calcolo (r); Co-
lui ch'è principio e fine (z), dal quale ven-
gono tutte le cose, e per cui ed in cui ogni
cosa
tore
esiste (3): vedremo
Onnipotente (+), il
l'Altissimo, il Ctea-
Re dell'universo, il
Redentore e santifcatore degli 16mini, la
gloria degli Angeli, la gioia dei Santi' O
Àgioticnoonde.a,So.bBeaetranavrisdioo;uev!eedsecrlerhIadndo.ioS.inAgose-
stesso, in tutta la sua magni-ficenza: cono-
scere la potuza del Padre, la sapienza del
Figlio, la bouta infinita tlello Spirito Santo,
e le relazioni inefiabili tlell'Augustissima
(r) S. Auc., Serrn. I dc Verb. APost.
(z) Ego sum alpha et omega, principit'm et
frnis (Apoa., I, 8).
(3) Ex quo omrria, per quem omnia, in quo
omnia (S. Avc., Medit.).
(4) Urus est altissimus, Creator Qmnipotens
(Ecali.., l, 8),

30.8 Page 298

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:300.-
Trinitàl (r). Gioite ed esultate, o giusti,
pefchè vedrete Colui clre emaste, Éosse-
pderenteonCoalvuriectehealuteamgeor-esndt.ei pedredseidrleo:Cteo,luei
lldg'aafioemsd9oa-fgielagteu5szstazrt1alir2tie6d,beliellnalenitiviv(itziade),.edliIanem-lplIiaa,suìlegpi ,rrcioioldwrceoiodsllmcae&npReeznteae--,
delrzione e della grazia, l'oceano infinito
delle
fede.
divine perfezioni, le verita
In Lui e per Lui vedrete
tutte della
cor mera-
vigliosa chiarezza le leggi
mondo fuico, i principii e
ei
le
segteti del
verità delle
scieaze aache più ditrcili, te perfezioni de-
gli spiriti, le bellezze delle creature angeliche.
Tnsomma nella visione d.i Dio ci si mgnife-
sterà ogui bene, perchè la dove è il Sommo
Bene, ivi trovasi la felicità suprema, la gioia
sorlfila, ogni bellezza, ogni beatitudine (3).
Anima mia, perchè vorrai ancora còr-
rere ciecamente dietro le varità della terra?
Che sono esse mai di fronte alla visione di
M_ _e(d4i,t.S, .LtAbv, cI,.,
De anima
c. IV.
et
spiri,tu,
-
S. BEnN.,
(z) Gaudere et enrltate, iusti, quia videtis
quem. amastis, habetis quem desiderastis diu,
tenetis quem amittere n-unquam timetis, ipsé
est.salus, wita, pax sf qmnia bo12 (S. Auc.,-Da
anima et spi,ritu).
(S)
citas-,
Ifbi est
s.-'na
summum bonum,
iucu:rditas, 6mnig
ibi summa feli-
pulsffitudo, et
omnis beatitudo (S. Brm., De praemi,o coeleste),

30.9 Page 299

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-30r-
Dio? Sul.via, inna)za il fuo sguardo al cielo,
fissalo in Dio, pensa all'eternita dei gaudi
che ti attendono, e risolvi.
zo Anche la uostra volontà, al pari def-
l'ilfelligenzz, non può essete appag,ata dalle
cose cad.uche della terra' f"qnim4 d'ell'uomo
aspira verso t'infinito,
principio e suo fine: e
è
a
fatta pel Iddro.suo
quel modo che l'in-
tla"ttiinie*tre.zzsaoldoenlleallafevliicsiitoàn,ecdoislDlaio
troverà
volontà
solo^ nel trnssesso e nell'amore eterno dr I-ui
awà la sua beaftudrne'
Orbène in paracliso
noi
ci
unir"mo
in
mod.o indrssolubile a Dio, 1o possederemo
pienamente, in Lui gli afietti del cuore sa-
iarro eternamente appagati' Po§sedendo
LUbeunnii,eticeahlaLuBsio.,ednd.ediciseSfaoizlmioLmàeeos,sdipoiot(surs)td,teiariwemneomosottruiotgdtoen-r'
siderii. Artemo la potenza, perchè saremo
re e flgli d.ell'Altissimo: avaemo la sapienza
oerchÙ saremo come immelsi e tufiati nel
tonte med.esimo di essa; avaemo Ia santità,
perchè in quel perfettissimo nmore v'è la
ites.a srrtità e la perfezione di ogni virtù1
avremo la rica}Lezzi, petchè saremo padroni
del regno dei cieli e d'ei suoi tesori;.avremo
gli on6ri,
iati come
perchè saremo considerati e orro-
figli d'i Dio; avremo la br-lTezza,
(r) LEssro, Di,ui'n. Pet'fect, consid. I,, prae-
catio.

30.10 Page 300

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-30?-
flspeuoeltgrltici,ohreiedilneeznlalnaofosiDnsttreirvie,icnpnoitenrpimc;ihag-vprrlsieosaupiordeeecngcrah;ariuenindroaeinbcetroriqradnite_ii
ddaalll'atobrbreonntdeadnezalledseulelaccoanssoaladzeiolnSi; i-ganvorerme oe
page-e sicu.rezza, perchè da quell,oceano di
delizie è esclusa ogni causa di t rbr-*1o,
nulla vi è di triste o di sgradevole ad ama_
reggiare quelt'estasi di eterna beatiturtine.
fD^ei.loilc",e"pluolassesdomerrtieea,cilhqBeueatnnietèopèmrombmeoel,1sags,oadgl-eiUorecnoienrttdieara-,
n4mente delle delizie del suo amore! Perchè
io.nage1uffuia9tbusijla'eurbaysoepnai9tria,tuzariol,innqeeu,enosogtnanigrilavoforiierlgatt,ioafidnqeudle,tosurtoaa
acuioqreg?."SLogr3s,aiqpuuarnetucnhqeuiebpeonsi seani Jgoadpipmaernirtei
grardi agli occhi d.ella carne, non sonà che
vailicsosinmlraonptoolvderieq, uuexllpi od,edliCfuiemtoo.,
un nulla
E vorrai
,.rrcora perderti dietro queste varie? 1go,
sia mai;
telrdere
tuditri,
."19. i"
itsuetiuttfoiaititaafufpioeeitltpiC;eiesn6es,iieefrai,atIlteaCitepuleoerdsIeodvlldoeincoio-,
Lui dunque abbiano ripàso, pace,
godimento Ia tua mente e il tuo cuore]
30 Quello poi che accresce a dismisur.a la
felicita
eterna-
dei beati, è
Il possesso
la sicurezza ch,essa sarà.
dei beni, degli onori, dei
piaceri rnofldarri è soggetto a costanti vi-

31 Pages 301-310

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31.1 Page 301

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-303-
cende, mutamenti e
v'è il pensiero della
timori: non foss'altro
morte a tenetci tutti
in trepidazione.
Iu delo nulla di tutto ciò; awcmo l'in-
tiero,
sesso
perfetto, inalterabile
àella vita, tlei gaudi
e assoluto
celesti, di
qos-
Dio
Lnaonvictaoneotsecneratrèampioen:oteoz,zaè,
è un giorno che
la verita della
gloria in tutto il suo splend.ore, l'e-terna e
iera sazietà: la sua durata non ha termine,
il suo splendore flon è oscurato da nube di
sorta; quelli che la god.ranno, qon tqleranno
d'esserne privi giammai (r). Essa è l'abisso
tlei godimerti, la felicita che sempre rico--
*irùa, che non avrà termine, che si godra
tutta ad ogni istante, pienqmente, eterna-
mente. In Cielo, dice S. Agostino, tutto è
graf,dezza, tutto è verità, tutto è santità,
tutto è eternita (z).
Anima mia, che hai fatto finora Per as-
sicura.rti il possesso di quest'eternita- d'i
gaudio? Tanfe preoccupazioni, tanti sudori
à sacritrzi
cosl poca
possàere
p-Isedordllieiocb,ietunpdieimnreicsoepnra"qrbuigilsi tltailereelltaeirltnei!Cra.ieP,loee,r
i-itioni tli Martiri died,ero il loro sa18ue,
milioui di Santi vissero nei rigori della peni-
tenza, o si consacrarono totalmente al bene
(I) S, BERN., Sertn, in Psal.
izi
sancta
rn coelo omnia summa suqt, vera sìLn--t'
sunt, aeterna sunt (S. Ave.,i'n Ps., XLIX)'

31.2 Page 302

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_304_
pidl.s9lldrst.i"saipneriemtzusz,on,sfolf'rno'6dsnaitoqpr,rdal6ieiimpmpeoarJgrJtgicio,urrrriia"dniims,aogifai_,
trtrcazione, non vorrai privarti di quelle
soddisfazioni, tlare l'addio a quelle p".i"o_
lose vanità, lasciare quelle leìture, quelle
compagnie che tante volte ti riuscfuonà fu_
neste? non vorrai duaque proprio far nulla
lppdaeoàlrp_rlpaaaatirrvdjaaiudtanicsqeopul?eeesrtAaell?amcLhepeonaoitsuradqiqiuu:gatneil?corhrneSensi saacar:oàcmnriobfinazitotte,i,omes-ri
se notr chi
. Eccomi,
awà
Gesù
streuunmente com"boarottruàtoto.
mio, sono pronto a coll_
battere col vostro aiuto pei Ia conouista
dèl regno d.e' cieli. Non più al serviji aet
d"monio, non più coi disertori, coi vili: mi
vergogno d'aver portato
stto maggior nemico, di
le divise del vo_
esso:ni ribellato
$rsainuaenorrVeealaonctiiozlh,iePCsvmoaiietdltisooraseproiòl"nemorvfeoaltedsanetntrcilsoteoessssiemvoteolpodnlit;adùetatorreve;dsimoimpi.,ooisvMtsn,ohoaeonaldop-pipoeraeonrrra____
messo di seguiryi per la via
rinnovo oggi it giuramento d-i
della CroÉe e
fedelta a Voi,
al vostro vessillo, alla vostra dottrina, alla
vostra legge, aI vostro e.mofe. Deh, conti-
-li3'sleuptraea'torreoas,gotrolioatrGtieaoeinsuifùtom,o,:aieidls.iipeanostsesesemerseseiscionli,pimdareditoeCamdliueimclo"e.*i,o"Cagofida"saiinsrrcilmao.,i

31.3 Page 303

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-305.-.-
Afrettl e proposltl.
Benedici Ì1 Signore, arrima mia, inndza
dall'iat:mo tuo r t irno di lode al suo Santo
Nome, e rron dimenticare mai gl'innumere-
vmooliltseupoliicbielgeefvzios(rt)r!eAmhisselr,icsoorndoie,g- roanrdniioe
Dio (z): di esse è ripiena tutta quanta la
pitmeermrraorlea(3dto)i.mNloeorncstie,psaasgovoevtdoe'satvvrooerlcuFitigoclr,ieooaUtoSn, iiggden,aonvriteeo,r
destinarci alla felicita etema, al possesso
me iglloedivmoeltnetobdeni eVdeotit,oB: esanelgainofingintài .giSoiranteo
fino a Voi l'inno della miatconoscer"a!
Quel che mi confonde e ad.dolora è il
pensare che in passato ho corrisposto con
cttrauonfpatpramoiinpiglorcpaoatirtfauf,idlii.isnseoe, nsaolclpahfsevoaocfslczturiaptraobtopàpndetai v,aocslhsteie-
mi sono esposto a perderlo coi miÀ-peccati,
Oh come rimpiango oggi la mia sconòscenza
e cecità!
(t) Benedic, anima mea, Domino, et omnia
quae intra me sutlt, nomini saocto eius. Bened.ic,
anima mea, Domino, et noli oblivisci omnes
retributlones eius (Ps., CII, r, z).
(z) Misericordiae
CVIII, r56).
tuae multae, Domine
(ps.,
(3) Misericorttia tua Domine pleaa est terra
(Ps., CVIII, 64).
zo - Esqcizia di Buru Monej.

31.4 Page 304

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-306-
Quale sbaglio funesto! Quale presun-
zione!
Meatre l'avaro s'assoggetta a pivazioni
d'ogni sorta pef accunulare ricchezze che
la morte gli può rapire ad. ogni istante:
meatre l'ambizioso percoffe una strada
seminata di triboli e spine per innalzare
a.ll4 5g4 vanità un piedestallo che sul più
bello può crollare: mentre l'impuro non
riesce ad appagare le sue in-fami voglie se
non a costo di sacritrzi, inquietudini, contese,
rinunzie e privazioni di ogni genere: mentre
iasomma chiunque voglia accostare alle
sue labbra il calice della felicità teffena,
deve prima assapora.re il fiele dell'"marezza,
come mai ho io potuto lusingarmi di gtt*-
gere alla più eccelsa gtandezza, all'eterna
beatitudine, al regno della santita e della
puxezza, senza dare un addro alla mia vita
fu peccato, senza lrucoffere con generosità
la via d.ella virtù, delle rinunzie, clei sacri-
fici, la via del Calvario? Come hai potuto
d.imenticare, o anima mia, che il Cielo è
quella mercede che l'operaio de1la vigna del
§igoot" ileve guadagnarsi sostenendo il
pe-so della giornàta e dd caldo? ch'esso è
h terra promessa, la cui conquista dev'es-
sere frutto
la corona
di non interrotte battaglie? ch'è
concessa ai prodi lottatoi, la
patria a cui non si gitnge se nou attraver-
éando i deserti dell'esilio? Come hai potuto
dimenticare che il Cielo è quel tesoro pre-

31.5 Page 305

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-307-
zioso, quella perla di inestimabile pregro,
che bi_sogna acquistare col distacco, còfla
cessione di tutte le altre ricchezze? quel
regno di beatitudine che, solo chi. surrl-t.t
violenza alle proprie passioni, rius-cirà a
conquistare?
Voi stesso, o Gesù, m'avete inseguato
colla parrcla e coll'esempio a qual piezrn,
pet quali vie, con qru.ali
sicurarmi il paradiso.
mezzi
io
debba
as-
Voi m'avete ripetuto insistentemente ch,è
angusta la porta, stretta la via che conduce
alla via eterna (r): ch'è giocoforza entraryi
colla penitenza, fiaccaudo l'orgoglio (z) e
passando per mille tribolazioni (3), e che
solo chi rinunzia a quanto possiede (4) ed
arche a se stesso, solo chi porta ogni giorno
Ia sua croce, può riuscire (S) a consèguire
l'etenra beatitudine.
(r) Quam angusta porta, et areta via est
quae ducit ad vitam (MaraE., VII, r4).
(z) Amen dico vobis, nisi conversi fueritis,
sf 6frsi2mini sicut parvuli, non intrabitis in
regrum coelorum (MA.mE., XVIII, 3).
in
(
3 ) Per multas
regnt'm Dei
tribulationes oportet
(Act., XIV, zr),
nos
intrare
(+) Qui non renu:rtiat emri[s5 quae possidet
uon potest meus esse discipulus (Iruc., XIV,
33).
(5) Si quis vult post me veuire, abneget se-
metipsum, et tollat crucem suam et sequatur
me (Luc., IX, zi).

31.6 Page 306

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308 -
Che cosa temo? Se tanto altri d'ogni eta
e cond.izione vi riuscirono, perchè non vi
riuscirò io pure? Voi, o mio Dio, siete la vta,
la forza, la luce, il cibo dell'anima mia'
Voi siete quel Gesù, che nel promettermi
assistenza e aruto (r) mi rassicurate con
queste confortanti parole: « Abbiate ficlucia,
io ho vinto il mondo (z) ». Voi avete sedato
i venti e le procelle (3), avete trionJato del
p^eccato,
Baad.o
del demonio, della morte.
adunque a ogui timore, anims
614;
ripeti con fidutia a te stessa le parole di
S. Girola-o: « Suwia, alzati, esci dal car-
acCelrlriasetodPeasltiermitateo»nad.lolCa,eddrceimasterlaentdicceoalsPle'eadstlirileiol:aqseusveùso,tleogvitteii
siano fisse nel pensiero, e non le cose della
terra! (a).
Sopraitutto
poi, allorchè
ti
sentirai op-
pressa drJI" miserie, dalle inferrnità, dalle
èontrarietà, pensa che le momentanee e
(r) Ecce
mationem
Ego vobiscum sum usque ad
saeculi (Metru., XXVIIf,
consum-
zo).
(z) Contrdite, ego vici mundum! (Ioell., XVI,
8).
(S) At ille surgers' increpavit ventum, et
tempestatem aquae, et cessavit: et facta est
tranquillitas (Luc., VIII, 24).
esasp(t+iti)en,QnduoeanxetqesuuraaresDusmuepiessrueitdneetrrnqasum:eqe(udCatoeelo, ssusub.r,silIuCIm,hrtiss,utu2lx)st.

31.7 Page 307

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-3()9-
leggiere tribolazioni ttella vita ci frutteranno
rul eterno, lnssmmensutabile guidetdone
di gloria (r).
Coraggio adurqué, e come il cervo che
desid.era la fresca sorgente, tend.i tu pure
senza posa al Cielo, a Dio.. E se ti sta vera-
mente a cuore il possesso dell'eterna bea-
titud.ine, non contentarti di parole, rxa sc€-
gli e metti in pratica i mezzi atti a conse-
guirla. Ricordati sempfe di quello che Gesù
disse u:r gionro alle turbe: « Non tutti quelli
che riri dicono: Srgnore, Signore, entreranno
nel regno dei cieli; ma coloro che fanno la
volontà del Padre mio (z). Sì, io sono di-
sposto a far sempre la vostra volontà, ch'è
pur quella del Padre vostro, e per darvene
rura prova, mio buon Gesù, ecco i'mezzi
che mi propongo fermamente di praticare,
come frutto di questo Esercizio di Buona
Morte: ro Eviterò risolutamente il peccato,
perchè so òhe in quel luogo di pvrezza e
(r) Id. enim, quod in praese4ti est momeuta-
neum et leve tribulationis nostrae, supra motlum
in sublimitate aeternae gloriae pondus operatur
in nobis, non contemplantibus nobis quae vi.
dentur,
dentur,
setl quae aon videntur.
temporalia sult: quae
Quoe enim
autem non
vi-
vi-
d.entur, aetema su:rt (fI Cor., IY, 17, t8).
(z) Nou omni5 qli dicit mihi: Domine, .Do-
mine, intrabit in regnur. coelonrm; sed qui facit
voluntatem Patris mei qui in cbelis est, ipse
intrabit in regnum coelorum (MaTTE., YlI, zt).

31.8 Page 308

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-3ro-
sa[tita non può entrare nulla di contami-
nato (r); zo Sarò r'mils, pefsfuè solo coloro
che si fan piccoli come i fancirrlli errtre-
ranno nel regno de' cielo (z); 30 Praticherò
le opere di misericord.ia, soprattutto a van-
taggio della gioventu povera ed abbando-
nata, perchè solo a tal coudizione potrò
essere nel uovero di coloro a cui d.irete nel
gran grofilo: « Venite, o benedetti dal Padre
mio, pread.ete possesso del regno che v'ho
preparato fin tlal principio del mondo » (3);
p40erRcihceèveVoicoanvefrteequdeentztao:la«
SS. Comunione,
Chi mangia di
questo pane, viwà eternamente » (4).
Deh! rendete, o Gesù, efrcaci questi miei
propositi colla yostra grazial E voi, Ausilia-
trice e Madre d.ei Cristiari, Regina del Cielo
e dispensatrice delle grazie celesti, aiuta-
temi a riportare completa vittoria sulle con-
(r) Non intrabit in eam aliquotl coinquina-
tam (Apoc., XXI, z7).
(z) Nisi efficiamiri sicut parvuli, non intra-
bitis in regnrm coelorum (M.a.TTE., XVIII, 3).
(3) Venite benedicti Patris mei, possidete pa-
ratum vobis regrlum a constitutione mundi.
Esurivi enipe et dedistis mihi manducare: sitivi
et dedistis mihi bibere; hospes eram et collegistis
me: nud.us et cooperuistis me: infirmus et visi-
tastis me: in carcere eram, et venistis ad me
(MaTrfE., XXV, 34, 35, 36).
ter(r4u)m9u(1IomAaNn.,alVucIa,t
hunc
56).
panem
vivet
in
ae-

31.9 Page 309

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3II -
cirpiscenze della carne e dqli occhi, sul-
l'orgoglio, sulla vanità: fate che colLa pra-
tica dell'umiltà, colla preghiera assidua,
colla
una
vfrietqauevnetreamCeom[teunqiorniset,iaiona1,rcessda
vivere
assicu-
rarmi così il posseso della beatitudiue
etenra. Cosl sia.

31.10 Page 310

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32 Pages 311-320

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32.1 Page 311

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r5.r\\-na.-''*r\\.rr../r../\\./\\..r\\./r...^../\\..a\\.,
INDICE
Scopo di questo Manwale . . . Pag. 5
Irnportanza . dell' Eserci.zi,o d,i Bwona
Movtc
.» 7
Tutto dipentle dalla morte .
D'pque dobbiamo prepararci
7
Scopo dell'Esercizio di Buona
Morte .
»
8
Benefici che apporta
»I
Coru.e fare l'Eserc,iz,io di Bwona
Morte
I1 ternpo
Raccoglimeoto
Meditazione
Brevi istruzioni per la medita-
zto,Je .
Come servirsi delle meditazi,oai
d.el presente Manuale
L'esame .
Coufessione e Comunione .
Le prqhiere
Opere di Cafità .
Distribuzione del gionro .
II
» II
» I2
)) t?
»t2
)) r4
» r5
» r5
» r6
)) r6
» T,7

32.2 Page 312

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-3r4-
Med.i,tazi,one
. Pag. rg
Consacrazione a Maria Ausilia-
trice
. » 2t
Esarne
Oraziote
Doveri verso Dio
Doveri verso il prossimo
Verso me stesso
Oraziote.
))
24
24
25
z6
27
29
Confess'iane.
Atto di pentimento
Ringraziamento
» 29
» 29
)) 3r
Comun'ione
))
32
Orazione preparatoria
»
Atti da farsi prima della Comu-
32
nione
» 33
« Cor,fiteor »
» 35
Dopo la Comunione .
Invocazione a Gesù Cristo .
"Orazione a Gesù Crocifisso
»
»
»
36
38
39
Visita al SS. Sacramento .
» 40
Comunione Spirituale
)) 4r
Preghiere per l'Eserci,zio della Bwona
Morle
» 42
Pregh'i,ere per la Bwona Morte a
Nostyo Si,gmore Gesù Cristo
Orazione
» 43
» 46

32.3 Page 313

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-3r5-
Orazione pef le qnime del purga-
A
torio
S. Giuseppe
per
iaxpetrare.uxa
Pag,
46
buona morte
»47
Il rni.o fine
I. - L'uomo deve tutto a Dio .
II. - 11 fi.ue dell'uomo .
lI. - il fine d.e1 Cdstiano .
Afietti e propositi
»49
» 49
» 53
» 57
» 6r
La saluezza dell'anima .
» 65
I. - Del valore dell'anima .
» 6S
II. - Del dovere d.i salvar l'anima »
III. - Di alcvti rr.ezzi utili alla
7o
sal1yezza dsll'anima
Afietti e propositi
))
76
)) 8r
Il peccato mwtale
I. - tr'.Ializia tlel peccato .
II. - Efietti del peccato
III. - Castighi del peccato
Afietti e propositi
))
85
» 85
» 87
)) 9r
» 94
Quello che non sappiamo della marte )) 97
f. - Non salipi"mo quando veffà
II. - Non sappiamo come sarà
97
la nostra morte
» I02
III. - Non sappi"mo quel che ci
attende dopo la morte
Affetti e propositi
)) ro7
» IIO

32.4 Page 314

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-316-
Qwel che sappi,am,o d,ella rnorte Pag. I.I5
I. - Sappia:n6 che la moÉe è certa » II5
II. - Sappiamo che moriremo una
sola volta
)) I19
III. - Sappiamo che la morte ci
separa da tutto
. » r24
Afietti e propositi
» 129
La rnorte del Peccatore
» r33
I. - 11 pungiglione d.ella morte . ' » r33
II. - I1 peccatore si espone a non
aver più tempo d.i convertirsi . r39
III. - La morte pessima del Pecca-
tore
)) r13
Atrettiepropositi .
» r48
La rnorte d,el giwsto
» r55
I. - Conforto d,el giusto nell'ora
della rnorte.
. » r55
II. - Confitlenza del giusto nel-
l'ora della morte
» r6o
III. - Speranza del giusto nell'ora
della morte.
. » 165
Afietti e propositi
)) 17r
Dinanz'i alle sPogli.e della moile
I. - n cadavere
II. - La sepoltura
III. - La tomba .
Afietti e propositi
» r75
» r75
» r8r
» 186
» r9r

32.5 Page 315

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t'3r7
-
Il Giudi,zio particolarq .
. Pag.ry5
I.-ncolpevole.
II. - n Giudice e gli accusatori
rII. - L'esame .
Afietti e propositi .
» r95
» 204
)) 215
» 223
I t Giul.i.zio uni,aersale
I.-Ipreliminari.
L[. -
III.
Nella
- La
valle di
senterza
Giosafat
.
Afietti e propo.siti
» 229
» 229
)) 234
24r
» 245
L'i.nferno
I. -
II.
III.
Le pene del gorpo .
- Le Peoe dell'nnim6
- L'eternità delle pene
.
Afetti e propositi
Il parad.i.so
.III. .
-'Bdlezza del paratliso .
- Della felicità del corPo
III. - La felicità dell'anima
.
.
Afietti e propositi
» 253
,) 253
» z6r
)) 267
» 273
)) 279
». 279
Ì 287
» 297
» 305

32.6 Page 316

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:-
i
lt:

32.7 Page 317

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Visto: Si approva
Toyi.no, li. z4 rnaggio rgr8.
Sac. Peor.o Ar,BER.è..
Visto: Nulla osta alla stampa.
Twino, li, 7 gi,wgno rgt8.
Teol. Lrncr Prscglra..
Tmpfimatur
C. F. Duvnva
Prov. Gen.

32.8 Page 318

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I
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