Michele Rua. III. Amadei. 1934


Michele Rua. III. Amadei. 1934

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SUCCESSORE DI SAN
GIOVANNI BOSCO
VOLUME 111
l
. R I C E I N T E R N A Z I O N A L E
. . ILANO GENOVA . PARMA ROMA CATANIA

1.3 Page 3

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Proprietà riservata
alla Società Editrice Internazionale di Tmizo
ENERATO PADRE DON BOSCO
CHE NEL VEDER I L TUO PRIMO DISCEPOLO
VIVERE ABITUALMENTE
SPOGLIO D'OGNI DIFETTO "
RICCO D'OGNI VIRTU "
FOSTI UDITO RIPETERE:
'' SE AVESSI DIECI DON RUA, ANDREI
LLA CONQUISTA DEL MONDO! "
AFFRETTA I L GIORNO
CHE POSSIAMO VENERARLO CON T E
NELLO SPLENDORE
DEGLI ALTARI
- T o r i n o r93q Tipografia della Societh E d i t r i c e Internazionale
(M. E. 7619)
1 - 6 APRILE I 9 3 4
ENNITA DELLA CAIUOXIZZAZIONE DI DON BOSCO
IYERSARIO DELLA MORTE DI DON MICHELE
RUA

1.4 Page 4

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mentre stavamo pensando a far qwsta raccolta, ci vennero
rtunatamente tra mano alcuni quadernetti del Servo di

1.5 Page 5

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81 lettore
qualche povero aiutante - copiato d'al-
xn questi ultimi quademetti, invece, tutto è scritto da lui;
form d e ~carattere e le c~rezionifrequenti e lo stile e il
m ~ ~ chqe i son davvero altrettanti slanci
neliti dell'anima sua. Qzdandi un tesoro
per noip,m>h&leggendolicipanà di udire la sua voce nel Pre-
&carucni uqnuacodresvonedtitoesceornctiizein. e gli appunti delle predache, fatte
, ainostri a ~ a n z oTorinese nell'anno 1878, da Mom. Bflasio,
che amava ta&o Don BOSCO e l'Opera Salesiana, e di queste
non ripmtiamo alcun saggio.
~ 1alt.ri tre invece E abbiamo attentanzente irascritti quasi
per intero, certi di far cosa utile e graditissima ai Salesiani ed
alle ~ i ~dilMiar~ia Am'liatrice, che v i tTOVerann0 preziosi
schemi zjstnizioni e meditazioni e di calde e devote esor-
Queste ultime, in modo particolare, si leggeranno con gusto.
~ ' ~ j pcotntc~uiparla di GesZc Sacranzentato, del suo Sacra-
t ~ s ~ C; umor~e, di Maria Santissima, nostra Madre e M&dre del
B~~ ~ ~ ~ ~e dgi M1ariia~Au,siliatrice, resterà salutaf'menfe
~~l frattempo ci vennero in mano anche altre lettere del
caro R~~-
0 cinque appena - e siccome a molti
forse non arrivò ravviso di trasmettere ~gm'scritto quando se
ne .fece il processo Canonico, torniamo u raccomandare a chi
avesse anche 'una piccola letterina del Servo di Dio di
farcene aver copia, regolarmente autenticata, pei.chd p0frù fo*-
%ireanche a mi qualche spunto spiegativo d i fatti od atti ri
p r d a n t i la sua vita.
Un'altra preghima.
Da
anni ormai si vengono svo&e?Zdle~ pf'atic
pw ve& elevato il Servo di Dio all'onore degli altari, e
AZ lettore
VII
de ed ottengono
e favori
che si tratti di mirara-
r k n m 'occulti o nnrcosptrie-
li ottennero o che avessero seri-
ins&ni, a voler anch'ess stmdewi2 par-
afa narrazione ed inviarla, secondo che eyaràloro
, o Rettor Maggiore deiia Societh &lesianaj via
rino (109), 0 al Procuratore Generale
possonodeallfafreMettianrelrevap,raNtic.he51pe, rRl~a~c~a(urrs7da)i.
del Servo di Dio; d'altronde è un atto di doverosa
il comunicarle a chi potrà giovarsene.
quanti ~ ' i n t e r e s s e r ain~ p~r~oposito, e
ammiratori di Don &n le benedizioni
in ossequio a i decreti
lla S. C~?zgregaziionedei ~ i g . j ,
afiche no% vogliorno daE
qualunque s-t-m--Caanarra.&-'ne

1.6 Page 6

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CCESSORE DI DON BOSCO
SECONDO DECENNIO
V
INCORONAZIONE
D I MARIA AUSILIATRICE
- esa dell'udienxa pontificia. Unzilia a Leone X I I I i p2 devoti
uriper il Giubileo PontifiEale e 1'06010 di I 2.000 lire degli alunni;
- anda Plncoronazione di MarFa Ausiliatrice. Alle Suore del
osco Parrasion: C Vedrete che prima che termini il 1903 S. Giu-
- farà qualche cosa!>>. V a a Lanzo per la festa di S. Fran-
. - Comudca ai Salesiani ed ai Cooperatori d'aver ottenuto
- l'Incoronazione Pontificia di Maria Ausiliatrice. Ferwidi lavoori.
epuratori. - Appello delle Dame Torinesi per provvedere le auree
- one. Dolz Bosco, col suo e argento vivo f i), u il primo santo pie-
- tese che estese la carità oltre le Alpi. Ai confratelli delE'Ora-
- - o parla del Giubileo del Papa. A Valsalice. Si rallegra del
rossimo ritorno di Don Albera e gli affida delicati affarì da compiere
- l suo passaggio in Francia. Un gruppo di francesi, ascritti alla
- - a Società, viene in Italia. I Salesiani alla Camera Belga. Prc-
Don Albera agli alunni, e si reca con lui a Nizza Monferrato.
liate molto bene al signor Don Albera, perchk poi vi aiuterà
A Bologna, per l'inaugurazione dei nuovi locali dell'Ora-
-o. Accompagna a Firenze il Cardinale di Bologna per
"o di Dio Michela Rua. Vol. 111.

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2
- V I - Successote di Don Bosco Secondo decennio
- la posa della 1% pietra del Tempio della S. Famiglia. I l Cardinale
- Svampa, Augusto Conti, Don Rua: a che gruppo mirabile!)). Con-
ferenze di P. Semena e delprof. Simonetti in preparazione al Con-
gresso e all'lncoronaxione. - I l I I I Congresso da' Cooperatori riuscì
imponente e praticissimo. - Tutto I'Episcopato presente si recd a
Valsalice i n (I devota relazione al Padre di quanto si era stabilito r).
- - Il giorno memorando. - Scene indimenticabili. A l momento della
solenne Incoronazione il Servo di Dio scoppia in pianto e in teneri
singhiozzi. - La cerimonia si ripete sulla pubblica piazza coll'inco-
rortar anche la statua della Madonna. - Dodici colombi viaggiatori
- volano al Vaticano recando la notizia al Papa. << Vedrà che Maria
... - Am7iatrice farà molte grazie al suo paese! )). La febbre gialla in
Brasile: interessamento del Servo di Dio per provvedere all'assistenza
religiosa di tanti gruppi di popolazioni cristiane sparse in quelle
- twre. In visita alle Case del Veneto: a Treviglio, Desenzano, Schio,
Chioggia, Ferrara, Comacchio, Lugo, Este, Legnano, e a Trenta;
- dovunque ha sul labbro il nome di Maria Ausiliatrice. Comunica
ai confratelli l'esito del Congresso e delle feste dell'lncoronmione:
cr Coll'aumentarsi fra i Salesiani della divozione a Maria Auilia-
trice, verrà pur crescendo la stima e l'affetto verso Don Bosco...)).
- I1 24 giugno. - Fatti prodigiosi. - I n morte di Leone X I I I . - Dando
i ricordi al termine dei vari corsi di eserkxi, spesso parla del Papa.
- - I l T e Deum all'annunzio dell'elezione di Pio X . (I Oh! suor...
- avete fatto colazione?...». Prima di recarsi ad ossequiare il nuovo
Pontefice, si porta a Bologna per parlare al Cardinale Svampa.
- - Interessamento dell'Eminentissimo per il Servo di Dio. Risposta
- conjìdenxiale del Card. Rampolla. Conferenza ai Confratelli per
- - l'apertura dell'anno scolastico. Ad Avigliana e Foglizzo. In
difesa delle Figlie di Maria Ausiliatrice che dirzgevano un asilo in
- un paese del Piemonte. V a a Roma. - Predica alle Suore e tiene
conferenze ai Salesiani. - È ammesso in udienza dal nuovo Pontefce.
- Ha una seconda udienza nello stesso giorno, e dichiara di aver
trovato in Pio X (inon solo un Padre sommamente benevolo D, ma,
osa dire, cr un amico e un protettore delle Opere Salesiane s. - Ottenne
difatti, quanto desiderava anche per la pratica del Decreto circa le
- confessioni. Visita le case di Roma e dei dintuini, e scende a Napoli
- - e a Portici. Ad Alwìto, Genazzano, e Frascati. cr Già, anch'io da
principio, trovava difJicile la formola della benedizione alla mensa,
coronazione di Maria Ausiliatrice
. - A Tmino, P8 dicmlwe, ben
- lunni. V a a Chi& per i festeggiamenti ginbilari del1'Oya-
- S . Tiresa. La sera di Natale predica all'Istitnto Marchesa
arolo commovendo tutti alle lacrime. - La (I strenna >)per l'anno
Jare della definizione del dogma deEl'Immacolata.
ndato a Roma per affari, ma particolarmente per,
Padre Leone XIII il devoto omaggio delle
di Don Bosco nella faustissima ricorrenza del suo
amente accordata all'opera
sticamente alla proposta di
ni sacerdoti confratelli, aveva anche preparato un'istanza
iliare a Sua Santità, per ottenere alla Sacra Immagine,
ta nel Santuario di Valdocco, l'onore dell'Incorona-
era, e non è, nell'uso del Reverendissimo Capitolo
, cui spetta il decretare tali onorificenze, di accor-
e le più venerate, se non
secolare. Era quindi ne-
o ricorrere alla Suprema Autoritk della. Chiesa; e così
deciso il Servo di Dio.
sua comparsaa Roma, proprio alla fine dell'anno e
do cara ai confratelli del
mattina del IO gennaio
munita, e rivolgeva agli
a volta si accostavano

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4
- VI - Successore di Don Bosco Secondo decennio
P Oh! prodigio d'amore! Quel Gesù, che comparve a Betlemme
venti secoli fa, è disceso di nuovo qui. Sì! quegli, che fu adorato dai
bpiassotognrioedidfaoirMze.a.g. ie,dèEqgulii
tra noi. Egli conosce la nostra
c'incorporaaLui. "Vivo non più
miseria, il
io, ma vive
in me Cristo,,. Noi ammiriamo la grande virtù e santità di S. Luigi
[e qui nominava altre care e sante a ~ m ec,ompreso Domenico Savio...].
Ebbene 6 Gesù che, incorporato con essi, li purificb come angeli, e
^
li portb a tanta santità.
>>EccoGeszi, Dio, Redentore, fratello, amico, compagno, il v ~ o
Emanuele, Dio con noi! La Chiesa è la sua casa, il tabernacolo è la sua
stanza. Qua Gesù v'invita; ha le mani piene di tesori e vuole farvene
dono. Anzi vuol discendere nel vostro cuore per coltivarvi le più belle
virtù, e farvi germogliare i gigli della più delicata di tutte, la santa
Puriti, quella purità verginale che traspare dal volto e dallo sguardo
semplice e confidente della cristiana fanciullezza e la fa diventare
deIizia dei genitori e dei superiori. Gesù, pieno d'amore per voi,
sospira il momento di prender possesso del vostro cuore; sospirate
anche voi il momento di possederlo nel vostro cuore. Ravvivate la
vostra fede, accendete il vostro amore per lui e, ricevuto che l'avrete,
pregatelo che voglia esser sempre lui il Padrone, il Re del vostro cuore a.
Anche ai confratelli e alle Figlie di Maria Ausiliatrice
il z gennaio tenne conferenza e agli uni e alle altre rivolgeva
queste esortazioni:
e Voi desiderate il buon andamento della vostra casa e la santifi-
cazione delle vostre anime, or bene:
)) Pel buon andamento della casa avete una guida sicura: le Regole;
intendo dire anche il Regolamento delle case, le Delibeuaxioni.,. Legge-
tele, studiatele, ricorrete ad esse nei dubbi; sono i1 vostro codice, sono
la guida a voi data dal Signore. Sovra tutto praticatele con impegno.
Sono norme stabilite, dopo preghiere; scritte in gran parte da Don
Bosco, o deliberazioni prese, dopo accurate discussioni, proprio pel
buon andamento delle nostre case.
»Altro vostro desiderio è la vostra santificazione. A tale scopo
mettete per fbnaamento l'umiltà. Abbiamo basso concetto di noi
medesimi: SAe me nihil potestis facere. Non quod suficientes simus
cogitare aliquid a nobis; sed suficientia nostra ex Deo est. Giova anche
richiamare alla memoria i molti sbagli e i peccati commessi.. In, vista
di essi sopporterete con pazienza il biasimo, le disapprovazioni, sti-
mandovi inferiori agli altri; e giudicherete gli altri più perfetti, am-
mirando le loro virtù. S. Agostino dice: Quanto più alta desideri la
fabbrica, tanto più profonde siano le fondamenta. Anche umiltà di
... Congregazione da praticare)); ci06 ritenerci gli operai dell'ora unde-
cimaf
renco, vari sacerdoti dell'oratorio di Valdocco: i1
Don Scappini, il capo ufficio e il redattore del Bol-
no, e un altro con cinque giovani: due alunni artigiani,
studenti e un giovane dell'oratorio festivo, ai quali si
e unito un sesto, alunno del S. Cuore.
esultanua per si fuusto uzveni~nctrto.Tutte /e nostre Case zol-
@me degli uni e delle a&e, come pegno del loro caldo aifetto,
lla loro profonda ammirazione e piena soddisfazione verso
'Augusta Vostra Persona.
Non erano però contenti di presentarvi solo i nomi, ma
ro venire in soccorso, col povero loro obolo, all'augusta
stra povertà. Sebbene ci troviamo alla vigilia della festa
Magi, non osiamo unirci ad essi,e ci contentiamo di fram-
ischiarci ai poveri pastori di Betlemme per offrire a Gesù,
ella Persona del suo Vicario, il nostro meschino obolo...r.
E manifestava il pio desiderio di tributare all'Augusta
iratrice e Patrona dell'opera Calesiana l'alto onore della
ntificia Incoronazione della sua Sacra Immagine, aggiun-
do che a render più solenne i1 sacro rito si sarebbe nei
rni precedenti adunato il IIP Congresso Salesiano, che
ubbiamente avrebbe chiamato ai suoi oiedi molti Vescovi
L
. numerosi fedeli.
I1 Santo Padre benevolmente risoose che volentieri a-
be aderito alla santa petizione; e, dopo aver trattato di
cose, ammetteva alla sua presenza i sacerdoti che ave-
accompagnato il Servo di Dio, dando ad essi a baciare
ano e rivolgendo aro le d'incorarreiamento. Quindi
ro pesentatra SuaZsantitài giovazdell'~ratorioche
lavano d i Albufm delle firme dei loro comoagni, e

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6
VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
- Santo Padre, diceva Don Rua, è l'obolo che i giovani,
raccolti nelle nostre case, vengono ad offJrire alla vostra augusta
povertà, ricordando le 33 lire che i bil.ichini di Don Bosco
offrirono alla Santità di Pio IX...
- Esule a Gaeta nel 18491 - interloquì il Papa.
- Si, Santo Padre.
- Ringrazio di cuore. Fate bene ad aiutare il Papa;
sono tanti i bisogni e le necessità da cui è assediato in questi
tempi! E poi (aggiunge sorridendo) era
Salesiani facessero qualche cosa in questa
bceinrceoscthaenzaa.n..che
i
- Santità, l'obolo dei nostri giovani avrebbe potuto essere
più considerevole, se anche le nostre case di Francia e varie
d'America avessero potuto rispondere all'a@ello.
- Mi avete nominato la Francia, rispose il Pontefice,
e questo pensiero mi conturba; - e continub per un dieci
minuti a parlare accaforato delle benemerenze delle Congre-
gazioni religiose e, in fine, rivolto al Servo di Dio ripetè:
- Conosco lo sviluppo della Società Salesiana e il bene che
fa. N e son contento; è una prova evidente che Don Bosco dal
paradiso vi assiste e protegge, e lei procuri che si mantenga
sempre lo spzirito di Don Bosco.
-
-
.F..areòchteutstio
il possibile, Santità.
mantenga vivo in tutti
i
Salesiani
I'attacca-
mento alla Santa Sede e... a Noi -aggiunse sorridendo.
- Sì, si, volentieri, Santo Padre.
- E se
cosa farci?,..
in Francia
pazienza!...
avete
molti
daoltvruitosofsfrooffnroiregEiqusatelscshiedaconsnai......
Del resto Don Bosco dal paradiso non cesserà di proteggervi,
se manterrete il suo spik'to.
- Non mancheremo, Santo Padre!
E benedisse i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice,
gli alunni e i Cooperatori. Tutti uscirono commossi; il Servo
di Dio telegrafava all'Oratorio: « Udienza magn$ca, affet-
tuosissima, Santo Padre ottima salute. Benedice paterna bontà
Salesiani, Suore, gioventù nostra, Cooperatori e Cooperatrici.
Gìwnata memoranda n.
I1 giorno deli'Epifania, t( i1 santo religioso in cui Don
Bosco trafuse intatto il suo spirito e che reca la luce, il sorriso
--Incoronazione di Maria Ausiliatrice
le Suore e le ragazze dell'ora-
e la necessità dell'acquisto
spazioso e adattato per
e agli antichi Arcadi era
loro sedute, non erano
ato e la numerosa gio-
quel giorno, nell'espri-
etizia che la cara visita
anche il pensiero della
cortili, dove potessero
cosa compiuta - pro-
1 signor Don Rua una
una casetta, e, pre-
ella costava soltanto
altri due, se ne sa-
prima che temini il 1903, San Giuseppe
signor Don Rua, esclamò allora la Superiora,
,,

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8
V I VI successore di Don Bosco - Secondo decennio
non abbiamo neppure una statuina di S; Giuseppe, come si
,) fa
ad-apIpnegnedgenragtleivia!l
collo la casa?
soggiunse Egli
sorridendo,
e
Per
m-
vivare sempre più la vostra fede nella potente intercessione del
gloriosoPatrono della Chiesa, state a sentire che cosa avvenne
ai Saledani della casa di Londra. Essi avevano bisogno di
un ampio prato che confinava colla loro dimora, ma il pa-
drone del medesimo, un protestante, non voleva venderlo
a nessun prezzo; e non c'era verso di venirne a capo. Sapete
che cosa fecero allora quei buoni Salesiani? Presero una
statuetta di S. Giuseppe, gli legarono uno spago attorno la
vita, e stabilirono di calarlo nel prato ogni sera, e di tirarlo
su al mattino, finchè non avessero ottenuto la grazia. E
fecero così, infatti, per parecchio tempo. LO credereste?
qualche mese quel signore mori; i figli per dividersi
il patrimonio dovettero mettere ali'asta il prato, e i Salesiani,
per mezzo di una terza persona, lo acqui~taronoal Prezzo
addirittura irrisorio per Londra (dove i terreni salgono alla
rilevantissima cifra di 300 lire il metro quadrato) di lire
sette il metro quadrato. Dunque - terminava il venerato
Superiore - fulucia e coraggio! ..)).
<( Subito il giorno dopo, la Superiora, pensando al modo
di mettere tosto in pratica il consiglio )>i,nfilò uno .spago nel
tetto della casetta e l'andò ad attaccare al chiodo che reggeva
il quadro di S. Giuseppe, appendendola in modo che venisse
a,posare sulle mani del Bambino. Ma il filo batteva proprio
sul naso di S. Giuseppe, non le fu possibile accomodarla
in modo migliore, e la lasciò lì dicendo: (( O mio caro S . Giu-
seppe, se questo spago vi dà noia, fate& presto trovare la casa,
ed io verrò a togliervelo immediatamen@)).
Anche S. Giuseppe da Copertino, che aveva incoraggiato
un tale a rivolgersi all'augusto Capo della S. Famiglia Per
ottenere una grazia che gli stava tanto a cuore, sentendoche
dopo ripetute preghiere non l'aveva ottenuta, lo consigliò
a prender un grosso sasso e andare a deporlo ai piedi della
statua di S. Giuseppe, dicendo: <(Caro San Giuseppe, se voi
... mifate la grazia, avete il cuore più duro di questa pietra! )?-
E la grazia non tardò!
Anche allora San Giuseppe non.tardò...! <(Dopomolte
preghiere e difficolth- prosegue Suor Genta - il Ig marzo
dello stesso anno si versava alla Banca d'Italia la caparra
di 1500 lire per l'acquisto della nuova casa di noviziato.
Sorte nuove difficoltà con gli inquilini, che pretendevano un
forte compenso per le spese fatte, si arrivò a maggio, in cui
Maria Ausiliatrice trionfò di ogni ostacolo; e finalmente, per
una serie di circostanze provvidenziali, nel giorno del sacro
Cuore.si firmava il contratto, e -venivano consegnate le chiavi
della casa, per l'acquisto della quale aveva concorso, con
prodigiosa protezione, tutta la Sacra Famiglia..
)) 11 medesimo signor Don Rua, udita particolareggiata
questa relazione, mi obbligò a darla alle stampe alla maggior
Le care e sante esortazioni, che aveva per tutti in ogni
ella della continua sua
eriò di compiere a vari-
la Parola nel modo più
e. Di lui si può ripetere ciò che la
di Chantal
eva nel Processo di S. Francesco di Sales: ci Amava
le animepe?fettammte e con purezza, secondo il loro posto;
ne amava due in modo uguale, perchè quante erano le
ltrettanti erano i gradi
e che aveva. per esse, pqchè osservava in ciascuna ciò
a dava un posto nel
aio era di nuovo a Torino, e teneva conferenza
in preparazione alla festa di S. Francesco di

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2.1 Page 11

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IO
VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
Sales, illustrando lo zelo del nostro Patrono per la salvezza
delle anime, e: q Anche noi - osservava - abbiamo un bel
campo dove spiegare il nostro zelo, ed è quello di coltivare le
vocazioni. Noi sacerdoti, chi&, coadiutori, animiamoci di
santo zelo. Abbiamo di mira le anime; sul pulpito, al confes-
sionale, nelln scuola, nel laboratorio, nella ricreazione. Anche
vcaotie,cchaisrmi co.o.a.dAiuntcohrei,
potete fare gran
Don Bosco era
bene col
divorato
buon esempio, col
da210 zelo per le
anime... e noi saremo degni suoi$gli, se lo imiteremon.
Dopo la festa di S. Francesco, il 3 febbraio si recava a
celebrarla di nuovo a Lanzo Torinese. Erano quattro lunghi
anni che non aveva più potuto recarsi a quel collegio, che
ha tante memorie del santo Fondatore; e soavissimo fu il
momento della Comunione generale, toccanti sino alle la-
crime le parole che rivolse a sedici piccoli convittori che vi
si accostavano per la prima volta. Tenne anche conferenza
ai confratelli, parlando delle peripezie che incontrò S. Fran-
cesco di Sales nel viaggio che fece dopo aver preso la laurea
all'università di Padova. Arrivato a Roma, aveva preso al-
loggio ad un albergo, la sera ne venne malamente respinto,
e quell'albergo la notte dopo veniva atterrato e distrutto da
una terribile alluvione del Tevere. Similmente dopo aver
visitato la S. Casa di Loreto, imbarcatosi ad Ancona, veniva
respinto dal battello; questo partiva con altri viaggiatori e
da una burrasca veniva sommerso nelle onde dell'Adriatico.
E il Servo di Dio ammoniva: c< Lasciamo fare al Signore;
>>. mettiamoci nelle sue mmù. Egli non permetterà che nulla ci
accada di sinistro, se saremo fedeli al suo servizio
T-o.rnato a Torino aveva, dopo alcuni giorni, una grande
consolazione, la più grande deila vita.
I1 17 febbraio, <<primgoiorno del mese di S. Giuseppe)),
gli giungeva il Breve Pontijicio per l'incoronazione di Maria
- A-iis-il.ia.trice. e ne dava subito il lietissimo annunzio ai Coope-
ratori e ai Confratelli con parole commosse.
Scriveva ai Cooperatori:
4 Quando nel 1888 vi comunicava la perdita del nostro caro
Don Bosco, mi ricordo che vi diceva essere quello E'annunzio
più doloroso che vi avessi dato o vi potessi dare in vita mia.
V - I?uoronaxzone di Maria Ausiliafrice
Ebbene sia lodata e benedetta la bontà del Sknore! pesto è il
giornoin cui mi pare di poter dire: "Eccovi la notizia più bella
e pih cmolante che.vi abbia dato o possa darvi, dovessi p w
rimanere lunghi anni sulfa terra!,,. Il 17corrente febbraio,primo
giorno del mese dedicato a S. Gkeppe, giungeva da Roma un
desideratissimo Breve, con cui il S. Padre - che il Signore
consera' per lunghi anni alla nostra illimitata venerazione e
profondissima riconoscenza - H A DECRETATO - annuendo
alle nostre umili preghiere - la solenne Incoronazione della
nostra cara Madonna, Maria S S . Adiatrice.
n Lascìo pensare a voi, quello che provò il mio cuore al leggere
ortante documento pontiJiio. Oh! no, il Vicario di Ged
non poteva dare all'umile Società Salesiana un pegno
zu caro e più commovente del suo paterno affetto, e proprio al
delunno Venticinquesimo del glorioso suo Pon-
Ai Salesiani diceva:
q Lascio alla tenera divozione di ognuno di trovare in questo
venimento motivo di ringraziare il Signore, che per mezzo
tanto favore. Procuriamo tutti con
sità di renderci meno indegni della nos&a
a, e predichiamone con sempre maggior
a inspirò e guidò pro-
Don Bosco in tnite le sue grandi
e continua tuttodì tale materna assi-
opere, per cui possiamo ognora rz$etere
Don Bosco che tutto ciò che abbiamo, lo dobbiamo a Maria
Il Breve Pontificio, che qui vi presento in latino e tradotto
è un prezioso documento deil'affetfo che il
Vaticano nutre per i $gli di Don Bosco;
ravvtbme sempre piz2 nei.n0sti-i cuori
gliato ed affettuoso, esordiva ripetendo
o si leggeva nella domanda presentata
le chiese che il sacerdote Giovanni Bosco, di
ia, Fondatore della Società Salesiana, ha con

2.2 Page 12

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IZ
- - V I Successore dà Don Bosco Secondo decennio
zelo innalzate dalle fondamenta alla maggior gloria di Dio e
alla salvezza delle anime, p% celebre, sia per ampiezza, sia
per divozione, è da com'derarsi quella di Maria SS. Awilia-
trice, solennemente consacrata Jin dal 1868 a Torino. Di fatto,
appena fu aperta al pubblico culto, e quell' Immagine della
Beata Vergine, stupendamente dipinta tra gli Apostoli, che
nberenti da ogni parte la ossequiano, con lo scettro reale nella
destra e il Pargoletto Gesù graziosamente seduto sul braccio
sinistro di Lei, fu all'altar maggiore esposta alla divozime dei
fedeli, quella chiesa diventò in modo al tutto meraviglioso il-
lustre e veneranda. Ivi fu subito eretto ad onore della Vergine
Ausiliatrice un divoto Sodalizio di fedeli, ed arricchito da questa
Santa Sede di privilegi e indulgenze; e quindi la venerazione
di questa sacra Imnzagine della Madre di Dio passò i confini
dell'ltalia e deZE'Ezlropa, ed oggi, per singolare disposizione
divina, è mirubilmentete dzzusa in quasi tutte le nazioni del
mondo cristiano. I segnalati ed innumerevoli beneJizi poi, che
la Vergine Ausiliatrice concesse già ai fedeli, sono solenne-
mente dichiarati, sia con tabelle votive, sia con numerosissimi
pellegrinaggi.
s Le quali cose riandando col pensiero, quando il Nostro
diletto $gli0 L7.Pchele Rua, Sacerdote e Rettw Maggiore della
Pia Società Salesiana, a nome suo e di tutta la sua Saksiana
Famiglia, C i fece calda ed umile supplica perchè noi, che in
nuest'anno celebriamo felicemente il XXV" Anno del nostro
?'ont@cato, volessimo incoronare quella veneratissima Immagine,
Noi, cui niente sta più a cuore e niente è più dolce che vedere
tra il popolo cristiano crescere sempre pi% ogni giorno la pietà
verso l'Augusta Madre di Dio, abbiamo volenti& giudicato
bene di accondiscendere a questa domanda...)).
E delegava I'Eminentissimo Card. Richelmy, Arcivescovo
di Torino, a compiere il rito solenne in Suo nome e con la
stessa Sua autorità, e concedeva a coloro, che sarebbero
presenti alla Benedizione che il Delegato avrebbe impartita
il giorno dell'Incoronazione, o avrebbero visitato il San-
tuario nel giorno anniversario del solenne avvenimento,
una speciale indulgenza plenaria, applicabile alle Anime del
Purgatorio.
V - Incrnonmione di Maria AwYiatrice
13
Per la solenne cerimonia venne scelta la domenica avanti
la festa di Maria Ausiliatrice, e precisamente il 17 maggio,
ed ai tre giorni precedenti venne fissato il 1110 Congresso
Internazionale dei Cooperatori Salesiani, ai quali il Servo di
Dio diceva: << Se l'amore, che portate vivissimo al nostro Don
Bosco, sarebbe stato anche da solo pik che bastante ad eccitarvi
a questo pubblico e solenne o m t g i o all'opera sua, oh! per certo,
daZl'affetto vivissimo che avete per la gloria della comune nostra
Azlsiliatrice, trarrete tanto slancio che farà di questo Congresso
la preparazione pik degna alE'impmente solennità del 17 mag-
gio, che affrettiamo coi pi& ardenti sospiri ».
Fervidamente s'intrapresero i lavori preparatori, seguendo
le direttive di un attivissimo Comitato sotto la presidenza
onoraria del Cardinal Richelmy e l'effettiva del Vescovo
Mons. Spandre, composto dai signori barone Don Antonio
Manno, cav. aw. Riccardo Cattaneo, conte Deodato Olivieri
di Vernier, con la solerte cooperazione di cinque Commissioni
presiedute dal cav. Oreste Macciotta, dal conte Giulio
D'Harcourt, dali'ing. cav. Stefano Molli, dal Can. Michele
Sorasio e dal prof. Rodoifo Bettazzi.
Anche un eletto stuolo di nobili dame torinesi costitui-
tosi in Comitato, sotto la presidenza onoraria di S. A. I. e R.
la Principessa Laetitia di Savoia-Napoleone e l'effettiva
delle signore contessa Edmea di Robilant-Clary, baronessa
Eleonora Manno di Vonzo, contesse Emilia Gromis di Sam-
buy, Amalia Visone Rasini, Maria Groppe110 de Bray, e donna
Amalia Capello, diramava un affettuoso appello allo scopo di
raccogliere oro e gemme per allestire le auree corone:
n Nelle recenti feste in onore di Edoardo VI1 i fedeli sudditi in-
a gara per concorrere ai festeggiamentidel loro Sovrano.
ne giubileo Pontificale di Leone XIII la Francia, fiera del
enita della Chiesa, rivendicò a sè l'onore di offrire
sore di S. Pietro.
più grande onore, più nobile gara spetta alle Donne Tori-
Donne Italiane, alle Cooperatrici Salesiane.
prossimo maggio, itz nome e coa'autos.ità del Sommo Ponbe-
a Eminenza Rev.ma il Cardinale Agostino Richelmy, nostro
o,.incoronerà solennemente Maria Santissima Ausiliatrice
occo, la Madonna di Don Bosco.

2.3 Page 13

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I4
- - V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
» Enoi, quali fedeli suddite della più grande fra le Sovrane, quali
figlie della più amorosa fra le Madri, non vorremmo rivendicare
l'onore di essere noi, noi ad offrire Ia corona che Le verrà posta sul
capo e quella che adornerà la fronte dell'adorabile Figlio Suo?
>> D'ogni parte dev'essere uno slancio, un entusiasmo per arric-
chire le Corone di Maria, per rendere solenni le onoranze che le
faranno; e noi, Signore Torinesi, invitiamo le Donne italiane, le Coo-
peratrici Salesiane d'ogni paese, a portare il loro contributo, perch&
non vogliamo essere gelose della gloria che abbiamo di avere fra noi
la Vergine Taumaturga e colle nostre sorelle vorrliamo dividere la
V
V
gioia 8i onorarla.
)>Lapiù generosa delle Madri, la più potente delle Regine saprà
rioarrare ad usura auanto le verrà donato. e noi siamo certe che il
n&&o appello sarà ~ccoltocon gioia e con'riconoscenza.
» Spose e madri, a cui i mariti od i figli traviati cingono la fronte
di dolorosa corona di spine, date a Maria, Auxilium Christianorum, la
corona Regale, ed essi pentiti ritorneranno fra le vostre braccial
)> Spose e madri, che piangete nella vedovanza o presso una culla
vuota, date a Maria, AuxzIium Christianorum, e i1 vostro dolore sarà
sollevato!
a Date a Maria, o voi tutte cui sorridono le speranze, a cui brilla
la gioia, e voi,ofanciulle belle d'innocenza e di candore, e 1'Auxilium
... Christianorum allontanerà il pianto, vi conserve&il sorriso, vi manterrà
immacolate e sante! D.
E l'oro venne e le gemme abbondarono, e si prepararono
le due ricchissime- corone, su disegno e lavoro dell'egregio
gioielliere il cav. Antonio Carmagnola, in stile classico del
rinascimento e in una forma nuova e al tutto geniale, dando
a u n tempo l'idea della maestà e della potenza e quella
della bellezza e della soavitk spirante dal volto di Gesù e
di Maria.
T r a i pezzi d'oro che servirono a comporle vi furono una
conchiglietta di un anello appartenente alla santa memoria
del Sommo Pontefice Pio IX, e u n pezzo, assai 'cospicuo,
d'una catenella episcopale del zelantissimo Mons. Gastaldi,
Arcivescovo di Torino, che da canonico s'era Wnto inte-
ressato per la costruzione del Santuario.
Per la circostanza vennero anche stampati e largamente
diffusi due numeri unici: ( ( L eFeste Salesiane, Torino 14-24
maggio, Supplemento al Bollettino Salesiano di aprile 1903h),
e <( Corona aurea o, a cura del Comitato esecutivo.
-V Incoronazione'di iMarìa Ausiliatrice
f5
'uno e nell'altro numero il Marchese Filippo Cri-
ente le imminenti adunanze
empo culla di grandi opere buone questo
così espansive come Don Bosco le volle
po e nel pensiero cri-
le genti con Anselmo e con
e cristiana pareva aver la-
per sè. Nessun fondatore di ordini
ni destinate al mondo intero, salvo
n Paolo della Croce, conteso fra Piemontesi e Liguri, era
ON BOSCO, pur piemontese per eccel-
nelE'indoEe, volle rompere d a doviziosa carità dei suoi
esani la barriera subalpina, e disperse per tutta la terra
aveva esaurito ancora
popolo in Torino e molto
l'Italia ..., e tuttavia si gettò ad im-
iulli poveri di altre nazioni e verso
vesti dell'antico spirito
tendere la carità è un modo
che unisce passato ed
e nuovi metodi con
istinzione tratta dalle sacre con-
etudini antiche. In nome del Papa, il Card. Arcivescovo
... on vengono dunque 'soltanto
... rivedere la Madre E intanto
o di Essa vedono
daglia sulla bundiera destinata

2.4 Page 14

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16
- V I Successore di Don Bosco - Secondo decennio
a crescere la venerazione e l'impeto dei soldati, ma destinata
anche a premiarli in una volta tutti.
D a Torino i Cooperatori ripartano poi, dopo aver saputo
ciò che dai loro compagni si fa, dopo aver discusso che con-
venga fare, portino nell'aiutare gli Oratori, i Collegi, gli opijici
salesiani di ogni luogo, quell'ardore, ARGENTO VIVO, per
dirla manzonianamente, di cui Don Bosco lasciò il segreto ai
suoi
nella
sacerdoti,
loro opera
e che è la
educatrice,
maggior forza e il maggior esempio
nella loro arte di formarei caratteri...
Raccogliersi attorno a Maria e al suo Servo Don Bosco per
raddoppiare le fame di far ciò e sentirne doppiamente l'urgenza
è necessità. Partire di là per dar sfogo nelle opere alla rinnovata
ispirazione sarà una gioia... D.
Il Servo di Dio raccomandò che in tutte le Case Salesiane
si facessero preghiere in preparazione al prossimo Congresso
e all'Incoronazione di Maria Ausiliatrice, e nei giorni 14,
15, 16, e 17 maggio si tenessero anche conferenze, prediche
e funzioni speciali in tutte le nostre chiese e cappelle, invi-
tando i Cooperatori a prendervi parte, in modo di approfit-
tare della bella occasione per aumentare dovunque il culto
verso la tenera Madre.
Anche il Card. Richelmy, in una Pastorale, spronava
con delicate ed affettuose parole a rendere più solenni le
feste vicine:
« Per gli abitatori del Piemonte è dovere di riconoscenza
l'aiutare un'opera che ha dilatato per l'universo la fama di
questa regione. Alla Congregazione Salesiana Torino è in
qualche modo debitrice di quella lode, che suo1 accompagnare
il suo nome nelle terre remotissime dell'ultima America... )>.
La notizia della solenne cerimonia si diffuse in ogni parte,
e quotidianamente dall'ltalia e dall'Estero giungevano le
più entusiastiche adesioni, e siccome queste lettere venivano
rimesse ai Comitati, ci fu possibile trovarne alcune, dove
insieme con la più schietta esultanza san associate parole
d'alta venerazione per Don Rua. Leone Harmel, ad esempio,
dolente di non poter d render parte ai festeggiamenti, gli
scriveva da Val-des-Bois: « Invano ho cercato di liberarmi
da assunti impegni, e ancor una volta mi accade di dover sa-
- V Incoronazione di Maria A d a t r i c e
eijicar8 al dovere una gioia grande per il mio cuore. Sarò con
voi in ZFpiTito, veneratissimo Padre, e, andando a Roma in
settemhe, mi fermerò a Torino per' passare un giorno nella
vostra Santa Casa e venerare Maria Ausiliatrice. Noi abbiamo
re un'ammirazione riconoscente per Don Bosco, che è ri-
ortato cosi bene in Don Rua, ed io sono sempre profondamente
to quando passo un giorno o due in casa vostra )).
uei giorni l'attività del Servo di Dio parve a tutti in-
le. Oltre ad attendere alle udienze e alle visite
sempre più interessanti, e al disbrigo della volu-
mosa corrispondenza, prendeva parte alle adunanze prepa-
atorie per il Congresso e continuava a tener egli conferenze,
come se nulla si fosse aggiunto al suo lavoro abitualmente
I1 5 marzo intratteneva i confratelli dell'oratorio sul
Giubileo Pontificale del S. Padre, illustrando la continuità
della divina assistenza alla Chiesa secondo la promessa di
Gesù, specialmente con la successione dei Sommi Pontefici,
più adatti ad ogni tempo, nei tempi delle eresie, nelle guerre
coi Turchi, durante la Riforma, e nei tempi attuali. Ai tempi
stri abbiamo avuto << due Sommi Pontefici, Pio IX e
eone XIII, che formano la meraviglia del mondo)) e fu-
ano « il soste"gno della Chiesa colla loro longevità e colla
I1 7 marzo, festa di S. Tommaso d'Aquino, andava a
enne il discorso di chiusa degli esercizi spi-
do aue' chierici alla fuga del mondo, all'ob-
edienza e al lavori.
roCofnecqeuaSn.taToapmpmlicaaszoi,onqeuaSn.tTi ogmromssaisovoolcucmuip!a..v.aOi1gtneimaproti.cQoluoandteoi
libri, disse un Papa, è un miracolo. Sappiate utilizzare bene il
ro tempo. Ogni momento di tempo d un tesoro: ripeteva Don Bosco.
'ccl~itela vostra mente di utili e sante cognizioni.,Particula boni
te praetereat. Imitate S . Tommaso nello studio ai piedi del
.so: non si diede m*i a leggere o a scrivere, se non. dopo aver
Nelle difficoltà della Sacra Scrittura all'orazione aggiungeva
giuno; e futto pel santo fine della gloria di Dio, a vantaggio delle
dei Smo di Dio iMichele Ruo. Vol. 111.

2.5 Page 15

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18
in V I - S~uccessaredi Bosco - Secondo decennio
Don Albera era alla fine dei lunghi viaggi attraverso alle
Americhe in visita alle case salesiane; e Don Rua, nel mani-
festargli la gioia che pregustava al pensiero di rivederlo
quanto prima, gli affidava nuovi incarichi:
G I1 pensiero del tuo avvicinamento a Torino ci rallegra
tutti. Speriamo che il Signore che ti ha assistito finora in
modo cosi ammirabile, vorrà ricondurti sano e salvo tra le
nostre braccia e conservarti ad multos annos, al bene della
nostra Pia Società. A tutti è stato occasione di gaudio l'an-
nunzio datoci dal caro Don Gusmano, che pel sabato santo
sareste stati qua...
)> Ciò non ostante non posso a meno di esortarti a fare
una visita al Vescovo di Cleveland, a cui l'abbiamo promessa
... e che desidera trattare per una fondazione, o meglio l'assun-
zione da parte nostra, di un ricovero
» Ieri ho ricevuto lettera dal caro Don Barni, il quale
deplora che non abbiate potuto andarlo a trovare e mi fa
sentire, come già vi avrà notificato, che da New Jork a Gia-
maica vi è regolare comunicazione, potendosi colà arrivare
in sei giorni...
Spero che ci porterai buone notizie degli Stati Uniti,
a cui ci pare doversi rivolgere in avvenire dai Salesiani speciale
attenzione ed usare particolari riguardi, perciò, passando .poi
in Inghilterra, procura di animar quei Confratelli ad un grande
zelo per coteste immense regioni che tanto abbisognano del Mis-
sionario Cattolico...
t) Negli Stati Uniti c'è bisogno di una casa per coltivare
vocazioni di studenti e possibilmente anche di operai coadiutori.
Se puoi combinare qualche cosa in proposito, andrà bene )>.
I1 18 marzo gli scriveva:
r Carissimo Don Albera, vengo a darti il benvenuto
appena riponi i tuoi piedi in Europa. Deo gratias et Mariae
A&liatrici! Più pochi giorni, e poi ti riavremo fra noi!
Voglia il Signore ricondurvi sani e salvi nel restante del va-
stro viaggio. Ancora .Inghilterra e Francia da visitare; spero
... che la tua visita sarà di grande utilità nelleadue nazioni come
finora altrove. In Francia bisognerà usare molti riguardi )>
Egli pure, come abbiamo accennato, l'anno prima ne
V - Incmonazione di Maria A~~t'li
tornare dal Belgio aveva prudenteme
superiori delle case salesiane di Francia, per ap
a voce le condizioni in cui si trovavano e dar:loro
Ed ora, due giorni dopo, scrivendo
a, 10 pregava a visitar anche un Vescovo che voleva il
del direttore di una casa, dicendogli: «Se.
nare una visita a quel Vescovo per capacitarlo
e fargli comprendere che adesso non sarebbe opportuno.
richiamare quel direttore, mentre la decisione delle nostre
Case dell'Ispettoria davanti ai tribunali, sarebbe molto
)> Saprai che tutti i Sacerdoti nostri di quella Ispettoria
sono secolarizzati, costjtuendosi sotto la giurisdizione del
scovo delle rispettive case.
)> I1 fare adesso dei traslochi, specie dei direttori, che
dovranno ricomparire davanti ai
ricolosa assai, come vedrai dalla
tribunali,
lettera di
DsaornebPbeerrcoots..a.
pe-
t).
In quei giorni, i Salesiani del Nord e del Sud di Francia
ntinuavano ad arrabbattarsi per raggiungere la miglior
luzione che potevano e salvare le singole case. Quei del
ord avevano pubblicato anche un Mémoire per ribattere
i errori e le inesattezze dell'esposizione dei motivi per
loro respinta la domanda di autorizzazione a
stituti, rilevando tra l'al'tro come si fosse osato
esti "pseudo-orfanotrofi,, mentre solo nel 1900
Universale di Parigi era stata loro decretata
ro, e lo stesso Anatole Leroy-Beaulieu, Mem-
uto, Presidente della Società d'Economia So-
ale, e nel 1900 presidente della Giuria che aveva assegnato
Salesiani l'alta onorificenza, ne prendeva pubblicamente
loro difese sul rournal des Débats e nella Reyome sociale.
Intanto un bel gruppo di giovani, ascritti alla Pia Società
asciare la terra natale e a rifugiarsi in Italia,
le Alpi, nella casa di Aviglanra, accanto al
la Madonna dei Laghi.
eLvaa qbuuersratisocnoesadeedlleavveavraie sCpuonntgireqguaoztiiodniai nRi eallilgaioCseampreora- '
Parigi, e larga eco anche fuori di Francia.

2.6 Page 16

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20
- - V I S~uccsoredi Don Bosco Secondo decennio
I1 31 marzo alla Camera Belga proseguiva la discussione
sopra un'interpellanza relativa all'invasione delle Congre-
gazioni Francesi nel Belgio, segnalata da un bel discorso
del deputato cattolico Woeste:
6 Inebbriati dall'esempio deplorevole dei nostri vicini di
Francia, i nostri awersari hanno la vaga speranza di accen-
dere la stessa guerra religiosa. Essi modellansi sopra la Fran-
cia oggi, come gih si modellavano sul Kulturkamph tedesco!
La Germania ha avuto la saggezzà di rinunziare a quella
guerra, la Francia invece vi ritorna. Ma il tempo farà giu-
stizia dei persecutori ».
Ed entrando nel cuore della discussione, esaminava i
torti fatti alle Congregazioni esistenti, osservando fra l'altro:
<<gEustoso vedere i nostri awersari rappresentare noi come
nemici dell'insegnamento, allorchè il nostro partito ed i
nostri religiosi hanno fondato innumerevoli scuole, a cui i
nostri awersari non possono opporne alcuna. Furono attac-
cati i Salesìani; eppure la loro opwa sociale è di prim'ordine.
Essa ha ricevuto l'omaggio dei liberi pensatori italiani; un
ministro piemontese, Rattaazi, l'ha u&ialmente incoraggiata;
nel 1847 il Re Carlo Alberto mandava un sussidio a Don Bosco
con queste parole: AI MONELLI DI DON BOSCO. S i è calcolato
che sul numero totale dei giovinetti vagabondi raccolti dai Sa-
lesiani goO/, diventano onesti cittadini. Non è desolante di
constafareche, in una Camera Belga, si sia sparlato di un'opera
simile? Noi siamo un partito costituzionale rispettoso di tutte
le libertà, voi invece siete un partito anticonfessionale, voi, che
volete strappare alle anime la fede. Ma noi sapremo lottare
per impedire quest'opera di male.
Hanno parlato delle ricchezze delle Congregazioni. Sì;
esse hanno delle belle biblioteche, ma servono a meglio in-
segnare. Sì, hanno dei bei ospedali, ma servono a meglio
curare l'umanità sofferente. Sì, essi hanno ampi asili, ma ser-
vono a raccogliere maggior numero di fanciulli abbandonati!
Ecco le loro ricchezze!
La discussione ~roseguìanimata tra cattolici e socialisti,
... e fu un'ilari~generale quando, avendo un socialista parlato
male delle suore infermiere, veniva consigliato di rivol-
- V Incoronazione di Maria
arono festevol-
osco nel primo viaggio a Roma,
unno l'aveva. accompagnato anche a None,
rino, dove il parroco teologo Abrate gli
wnetti perchè vedesse se poteva acco-
ra cui anche il giovane Albera che fu
trò nell'oratorio, dove si distinse per
la pietà e lo studio; poi chierico passò a Mirabello donde
tornò sacerdote all'oratorio, ed ebbe la carica di prefetto
esterno, mentre egli era prefetto interno; quindi passò a
'Genova e a San Pier d'Arena, in seguito andò in Francia
come ispettore, e, quando morì Don Bonetti, fu eletto Di-
rettore Spirituale della Pia Società. Ultimamente, annuendo
alle molte domande di un visitatore straordinario per le
case di America, aveva scelto lui ((che ora ritorna sano e
sta di Pasqua, per intrattenersi
illamente, l'invitò ad accompagnarlo
e si recava per la vestizione di nuove
professione di 50 novkie.
4 Ci lasciò per ricordo - dice la cronaca - le parole di
Paolo: " Se siete risorte con Gesù Cristo, cercate le cose
elle della terra ,, le quali vi saranno
n le nuove professe, tre cose: La
studiare, e praticare con Fattezza
egno; la corona di rose, simbolo delle molte rose
serba alle anime fedeli nel suo servizio. E il
nella vita religiosa vi sono pure le spine,
erito l e opere nostre, se le sop-

2.7 Page 17

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22
- VI Successore di Don Bosco - Secondo decani0
>>. portiamo volentieri, e che possiamo spuntare colla pazienza,
colla carità e colla preghiera
In quella circostanza, quasi preaccennando che Don Al-
bera sarebbe stato il suo successore, -disse alle Suore:
- Vogliate molto bene al signor Don Albera, p ~ c h èpoi
vi aiuterà molto!
11 18 era a Bologna per l'inaugurazione dei nuovi locali
dell'oratorio festivo. I1 Card. Svampa benedisse la chiesetta
e vi ceIebrò la prima Messa e il Servo di Dio vi cantò la-
Messa solenne, assistito dal Cardinale. I1 19 presiedette
Kxiunanza generale dei Cooperatori Bolognesi, cui inter-
vennero anche le più. spiccate notabilità cittadine, con a
capo 1'Eminentissimo, il quale espresse tutta la gratitudine
che nel suo cuoredi pastore e di padre aveva a Dio, a Don
Rua, ai Salesiani, ai Cooperatori ed alle Cooperatrici.
11 21 aprile accompagnò il Card. Svampa a Firenze per
la Posa della prima pietra della chiesa della Sacra Famiglia,
essendo in quei giorni l'Arcivescovo Mons.. .,lvistrangelo
sofferente per lunga malattia. E qui lasciamo la parola al
prof. Eliseo Battaglia:
((Eper me indelebile e sacro, e tale rimarrà, il ricordo del
giorno in cui ebbi la ventura di vedere la @ma volta Don Rua,
di esse@ presentato, di potergli baciare la mano, di satire
da lui parole buone e cortesi.
» F u qui a Firenze nel pomeriggio del 21 d'aprile 1903,
tutto giocando di sole, di verde, e profumato dagli effluvi
della primavera... Si compiva una cerimonia sacra, lieta e
bella, ed era festa perciò nella casa dei Salesiani di Via Fra
Giovanni 'Angelico. Doveva esser benedetta e collocata al
suo posto la prima pietra della nuova chiesa da dedicarsi alla
Sacra Famiglia, nei quartiere S. Salvi, ridente una volta di
una orti e di campi, adesso popolato di case e di villini, percorso
dai trams elettrici, invaso da numerosa popolazione.
chiesa
questa;
gerangdiàe...eraeranevcoelsusatariadapl evr einlersaetrovizCioardrienliaglioBsoaudsai
Arcivescovo e da Don Bosco. Ma le circostame, la mari-
canza di mezzi non avevano permesso ancora di porvi
mano. Finalmente, in quell'anno, Don Rua, che voleva
lo, ne ordinò definitivamente
aveva esservi un Padrino e fu Augusto
cieco, allora Arciconsole della Crusca
... cielo, quasi direttamente sotto i'occhio di Dio
la
si svolse secondo il rito, e tratto tratto
da dei giovanetti faceva sentire le sue armonie. Una
ce negli occhi dell'anima quanto più era Oscuro il velo che
stendeva sugli occhi del corpo, non era possibile scendere
fondamenta cogli altri; gli fu dunque portata la Per-

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24
- V I Snccessme di Don Bosco - Secondo decen-io
laggaiEù,dneèglbieilnloti,mainzpiendeitrreailièdegliluasctoh,ieèsap...r
owid
della
e~ial
Sacra
eche
Ijà-
miglia sia custodie dai secoli la firma autentica di Colui che
santità della famiglia ha esaltata nei sapienti suoi volumi
e messa in pratica nella sua vita modesta, semplice ed in-
temerata, di Colui che " Famigla, Patria e Dio,, intitolò
appunto uno dei libri suoi più belli, fondendo insieme, i n
una sola pura e ,celestiale armonia, l'armonia di questi tre
npmi divini.
))Terminata la funzione, passammo nelle stanze del di-
rettore, allora Don Lucchelli. I1 Conti, già preso da una
incipiente paralisi nelle gambe, peril lungo tratto da per-
correre vi veniva trasportato a braccia in una sedia a brac-
cioli. Io intanto avevo potuto essere presentato all'Eminen-
tissimo Svampa..., e quindi a Don Rua, che gli era vicino.
Nello stringergli la mano, nel baciargliela, benchè la sua
umiltà volesse impedirmelo, ebbi come l'impressione di una
dolcezza nova che m'invadesse l'anima come d'un fluido
benefico; sentivo, direi, il bisogno di cadergli davanti come
ad una apparizione di cielo piena di soavità mistica; e se non
ci fosse stata ressa d'intorno credo che l'avrei fatto. So che
ad altri pure A capitato di sentirsi spinti a farlo; perciò mi
spiego bene come tanti personaggi illustri, e cardinali e
arcivescovi, insigni per virtù, ed anche venerandi per età,
arrivati a lui..., s'inginocchiassero per essere benedetti come
da un Santo.
>>Nonera bello, d'una magrezza austera ed estrema; ma
gli occhi, il sorriso, la parola, nello spiccato accento torinese
gli davano un fascino speciale che conquistava subito, e fin
da1 primo momento ci si sentiva avvinti a lui da una tenerezza,
da una fiducia piena di abbandono, come se si fosse vissuti
con lui da lunghi anni. TI suo tratto era d'una cortesia franca
ma perfetta. M'intrattenne un poco; poi mi congedai perchh
alla soglia del salotto avevano deposto il prof. Conti, ed io,
com'ero solito, andavo a prenderlo per dargli il braccio.
n Veniva per ossequiare il Cardinale Svampa, che, seduto
attorniato da molti signori e salesiani in piedi, non s'era ac-
corto del Conti che si strascicava astento. Allora pregai di
volta di baciar quella del Car-
e che fini con l'abbracciarlo. Erano due grandi e sante
a vicenda. Ed ecco subito
le!' averlo potuto fissare su di
da madrina la contessa Giun-
Mons. Cammilli Vescovo di
olle Va1 d'Elsa, i'Abate dei
ina; e Don Rua non s'ac-
resenza, ma volle rivolgere
ffollatissimo uditorio un caro e commovente discorso.
i mosse incontro
o intanto fervevano da mesi i preparativi per
resso Salesiano e l'Incoronazione di Maria Ausi-
delle necessità dei
Bosco fu anche lui I'uomo della Provvidenza per-
resero caro a Dio e simpatico agli
uomo di grande fede e di gran cuore. Anzitutto
perche la fede è la forza dei Santi, a cui la

2.9 Page 19

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26
V I - S~uccessoredi Don Bosco - Secondo decennio
coscienza dell'aiuto di Dio è forza e sostegno in qpzlalunque im-
presa. E fu anche uomo di cuore, perchè amando Dio, a d pure
d'amore grande l'umanità; e l'umanità, che per certo non è tanto
cattiva quanto la si crede, se tributa la sua ammirazione alla
scintilla del genio, concede tutto il suo affetto agli uomini che la
amano... E )>. t<l'occmìone per un movimento speciale in favore
di quest'opera non poteva desiderarsi mzgliore, per la prossima
... Incoronazione della Madonna Am'lìatrice, la celeste ispira-
trice di tutte le Opere Salesiane )>.
t( Don Bosco - diceva i1 prof. Don Simonetti - non è di
coloro che rinnegando le grandi tradizioni spiritualistiche del
passato fanno consistere il movimento educativo in una facile
morale acconciantesi alle esigenze di una modernità prona alle
soddisfazioni della materia... Don Bosco seppe essere moderno
nel senso di piegare, conservando i principii antichi eterni, alle
svariate esigenze della vita moderna... Nel momento in cui una
critica audace distruggeva tutto il lavoro di propaganda reli-
giosa, egli cogli opuscoli Pha assicurato ricostruendo l'opera della
Chiesa, valendosi della tipografi e diffondendola nel vecchio e
nel nuovo mondo. Per parecchio tempo si era creduto che lo
spirito ginnico e sportivo fosse il contrapposto a quello spirituale.
Fu Don Bosco che coi suoi collegi insegnò a crescere una gioventù
vigorosa assoczante alla preghiera gli esercizi dello sport. E
mentre molti spiriti illuminati s i appartavano, egli insegnò do-
versi andare al popolo, ne raccolse le infime classi e ne fece ma-
nipoli di uomini educati anch'essi ed educatori delle plebi.
E fu del pari l'Opera sua, varia e molteplice, coordinata
alle aspirazioni ed ai bisogni di tutte le classi, creando a un
tempo Oratorii, ojicine, e colonie agricole; mirabile poi per
avere tutto coordinato e subordinato alla risoluzione vera del
problema della vita, per cui ogni opera nostra non è che un
mezzo ad una grande finalità.
n Questo spiega e sintetizxa la divisa di tutta l'Opera Sa-
lesiana: DA M I H I ANIMAS, CETERA TOLLEB.
E venne il giorno in cui cotesti pensieri dovevan essere
praticamente illustrati nel Congresso, che aveva precisa-
mente per programma: - l'educazwne e l'istruzione della
gioventù secondo il sistema di Don Bosco negli Oratori festivi
V - Incoronazione di Maria Ausiliatrice
27
idiani, nelle scuole serali, nei collegi e nelle scuole profes-
ed agricole, Papostolato missionario, gli emigrati, la
one della buona stampa e il Culto di Maria Ausz'liatrice.
le imponenti adunanze presero parte tre Cardinali,
Arcivescovi, ventisette Vescovi, e un gran numero di
erdoti e laici, convenuti da ogni parte d'Italia, ed anche
La presidenza effettiva fu tenuta da Don Rua, e non si
peva se più ammirare l'umiltà del suo portamento e l'at-
nzione continua ad ogni trattazione, o la gioia nel sentir
eggiare a Maria Ausiliatrice ed esaltare l'Opera di Don
Bosco e l'intiina soddisfazione che gli traspariva nell'udire
nto fervore di apostolato.
Attorno a lui era un continuo affollarsi di persone, ed
li era tutto a tutti e sempre attento a rendere omaggio a
anti l'avvicinavano, secondo la dignità ond'erano rivestiti.
Precedute da una solenne funzione nel Santuario, cele-
rata.dal Card. Svampa, le adunanze furono inaugurate dal
ard. Richelmy, il quale rilevava tre caratteri del Congresso:
Eucaristico, Mariano e d'Azione Cattolica.
ÈCongresso Euca~sticop, erchè ha avuto inizio ai piedi del SS.mo
ramento, al quale un Eminentissimo Principe ha stamane consa-
gli animi di tutti i Congressisti. È tenuto all'ombra del Santuario,
o Gesù Sacramentato; e Gesù Sacramentato è il fine a cui mi-
Don Bosco, a cui mira il suo Successore Don Rua; è la forza e la
È Congresso Mariano. tenuto all'ombra del suo Santuario, e
ca quasi nascondere se stesso per dar risalto ad una solennità che
osso il mondo, divenuto amai la casa dei figli di Don Bosco, cioè
xime della Vergine. L'incoronazione è moralmente la mèta
o d'Azione Cattolica. I figli di Don Bosco hanno inteso
pa e prevennero i desideri di Leone XIII andando al
si dice lieto, in nome dei Salesiani, di vedersi
ardinali, Arcivescovi, Vescovi, venuti così da
tanti Cooperatori: si rallegra pensando che
pirito del Padre Don Bosco, giacchèqui iniziò

2.10 Page 20

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z8
- VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
l'opera sua e coll'aiuto della Vergine la condusse a si splendidi
trionft; ricorda il colloquio avuto al principio dell'anno col
Santo Padre, cui spera il Congresso dovrà tornare di gaudio,
poichè <qiui parleremo della gioventù, degli operai, delle Mis-
sioni, dell'em@razione; e non sono forse tutte cose che stanno
tanto a cuore al Papa? Ora d una consolazione per i cat2olici il
poter consolare il Papa ».
Le adunanze, dalla prima all'ultima si svolsero nella
forma più istruttiva ed attraente, sia per i temi, sia per la
maniera con cui vennero svolti, e per il carattere internazionale
perchè non mancarono oratori stranieri, tra cui il Marchese
Remo Villeneuve Trans che fu presentato dal Servo di Dio,
e il comm. aw. Manuel Pascual y Boffarull.
I1 Card. Ferrari dichiarava pubblicamente che nell'as-
sistere a quelle adunanze l'animo suo si rianimava e rinvi-
goriva, e le diceva una manifestazione della perenne vitalità
della Chiesa, @ l aquale ha primavera, estate, ed anche au-
... tunno, ma l'inverno non l'ha mai conosciuto e non lo conoscerà
mai; giammai la neve cadrà sulla Chiesa, Essa non invecchia!
E qui ne abbiamo una bella prova nella fioritura delle
molteplici opere salesiane, che continuano la vitalità della
Chiesa, già cominciata da X X secoli. Noi ci compiacciamo di
quest'opera di Don Bosco, provvidenzialmente suscitata a'
nostri giorni, per continuare, come strumento nelle mani
Provvidenza, quell'opera di conservazione religiosa per cui
Dio aveva già suscitato S . Francesco d'Assisi e S . Ignazio di
Loyola P.
In breve, furono tre giorni di santo lavoro, di festa e di
trionfo. L'entusiasmo toccò il colmo quando venne letto un
Augusto Autografo del Sommo Pontefice, in risposta ad una
lettera in cui Don Rua gli aveva delineato le modalità
con le quali si sarebbe svolto il Congresso e compiuto il
rito dell'Incoronazione.
< Qiuest'avvenimento - dichiarava I'Augusto Pontefice -
C i ha riempiuto l'animo di gioia, specialmente perchè l'inter-
vento di diletti Nostri Figli, Cardi~zaldi i S. Chiesa, di Pastori
di Diocesi, e di illustri membri del Clero e del Laicato, i quali
colla loro pietà e virtù illustreranno il vostro Convegno, porge
V - Incoronazione di Maria Ausiliatrice
29
n lieve motivo a sperarne frutti copiosi. Acciesce assai la
stta aspettazione il patrocinio della Vergine Amiliatrice.,
sappiamo favorire con particolare predilezione la Società
sìana; e quindi abbiamo piena fiducia che tutto cid riuscirà
grande vantaggio alla Religione, e specialmentt. a bene della
oventù, da voi educata...)).
E fu proprio un trionfo deli'apostolato di Don Bosco, e
salma benedetta del Santo Fondatore dovette esultare
ando tutti i Prelati si recarono in imponente pellegri-
io alla sua tomba in Valsalice, che Don Rua disse
devota relazione al Padre di quanto si era deliberato t).
ard. Richelmy si augurava che del Congresso si potesse
etere la parola della Genesi: "Dixit, et facta sunt; ciò che
isse, fu fatto,,; e Don Rua, facendo suo il voto, ripeteva:
faccia il S@nore che le belle e stupende deliberazioni prese
o messe in pratica, procurando casi la maggior gloria di
salvando molta gio~entù>>N.on poteva avere una pre-
ione .migliore la cerimonia solenne.
sorse il giorno che resterà tra noi eternamente memo-
i elevano due su-
nicipale e la bandiera
ano due iscrizioni
con lo splendore della
virth D siede (ida cinque
estro ai popoli i)
gaudio di tanti
Aiuto dei Cristiani »~
gloria imperitura in pa-
i i forestieri che non è possi-
sano entrar nel Santuario. S'era previsto, e perchè
er la soddisfazione di vedere
d'esporre al pubblico,
ella statua della Vergine
o avrebbe di sua autorità
ata la Sacra Immagine
bella statua, tutta dorata
bel sole di maggio, venne

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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30
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
eretto un altare, sul quale si succedono senza interruzione
le Sante Messe; e quando s'eleva l'Ostia Santa, migliaia e
migliaia di fedeli s'inchinano devotamente con reciproca
edificazione.
Ed ecco, non solo la piazza,ma anche le vie che portano
... ad essa, rigurgitano di una moltitudine ferma, immobile,
e raccolta, che rende impossibile ogni circolazione e mentre
le campane suonano a gloria, in mezzo a una selva di
bandiere di associazioni cattoliche, appare il lungo corteo
dei Sacri Pastori, con a capo il primo Vescovo salesiano,
Mons. Giovanni Cagliero, cui Don Rua volle riservato
l'onore di pontificare alla Messa e ai Vespri in quel giorno
solenne; e in fine s'avanza il Cardinale Delegato, seguito dal
Servo di Dio con il Capitolo Superiore della Pia Società e
dalle rappresentanze di molte Congregazioni ed Istituti
religiosi.
I1 Santuario ha un aspetto impressionante; è tutto un
mare di teste, anche sulle tribune e sui cornicioni, compreso
quello della cupola. Volle essere presente alla cerimonia
' anche la Principessa Maria Laetitia di Savoia-Napoleone,
gift sposa del Principe Amedeo di Savoia che annuendo
all'invito di Don Bosco, i1 27 aprile 1865, aveva gettato la
calce sulla pietra angolare del Santuario. E una vista
imponente: la presenza di tanti Vescovi ed Arcivescovi in
abiti pontificali e numerosi Monsignori in vesti prelatizie
ha l'aspetto d'un Sacro Concilio.
I1 Servo di Dio s'avanza all'altare e, dopo la lettura del
Breve Pontificio, giura di custodire e lasciar in perpetuo su1
capo deila Sacra Immagine le auree corone. I1 Delegato le
benedice; segue la Messa Pontificale, e alla fine in faccia a
tutti si legge l'espressione del più vivo entusiasmo e di com-
mozione profonda.
I1 volto del Servo di Dio 6 pieno di lacrime. Già la sera
innanzi ad ora tarda, era salito al sommo del palco che si
era costrutto avanti al quadro perchè il Legato Pontificio
con le sue mani potesse porre le sacre corone sulla fronte di
Gesù e di Maria; e, dopo aver pregato alcuni istanti in gi-
nocchio, s'era levato a baciare con atteggiamento serafico il
oronazione di Maria Ausiliatrice
31
adonna e del Bambino, con gli occhi pieni di
o1 pure avemmo la fortuna di essergli proprio
queil'istante indimenticabile!...
omento che si compì il rito solenne - ricorda Don
Don Rua, e mentre
contemplare la scena paradisiaca della Corona- .
o pure qualche sguardo su di lui, che più di
commosso e nell'istante, in cui il Cardinale
parole, mentre tutti erano scossi dal
della ,commozione e tentavano di trattenere le la-
non vi riuscì e scoppiò in un pianto e
così teneri, che accrescevano ancor più la.no-
one. E ben a ragione, perchè se quella corona-
novello della bontà di Maria per i
figli e quasi un premio alla fedeltà e all'amore della
Santuario, cui fanno corona cento e
pa che Maria Ausi-
ata fregiata di auree
ontificio move alla porta
o10 che si presenta dalla
, le finestre e gli sbocchi
di teste, e mille e mille
o festosi fra irrefrenabili
questa altre corone,

3.2 Page 22

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32
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
procurando alle migliaia di fedeli stipati fuori del San-
tuario un momento di paradiso. Compiuta la seconda ceri-
monia, i Prelati tornano nel Santuario, mentre squillano
nuovamente le trombe e si canta I'antifona Corona aurea
super caput eius, musicata dal Maestro Dogliani.
((Vi sono dei momenti nella vita - osserva Don Pic-
collo - che ai cristiani, e specialmente ai religiosi, dànno
l'impressione di veder tolte le barriere che separano i piccoli
mortali, viventi neli'affanno, dai beati e celesti compren-
sori della Celeste Gerusalemme; sembra allora che il cielo
inondi la terra delle sue celestiali delizie, e noi, poveri mor-
tali, non ostante il peso dell'umanità, ci sentiamo sollevati in
alto a vivere istanti di delizie insieme con quei fortunati che
san già coronati per le vinte battaglie. Certamente uno degli
istanti di questo genere fu quello in cui il Cardinal Richelmy
poneva il sacro diadema sul capo della nostra Regina e Madre!
La festa di Maria era pure la festa deiJigli. Non si respirava
allora che di una gioia suprema; il cuore fermavai suoi palpiti,
e a stento da noi si frenava la commozione )>.
Alla sera processione soIennissima; un corteo intermi-
nabile, vario e devoto, e numerosi Arcivescovi e Vescovi
precedono il Card. Richelmy; segue la statua di Maria Ausi-
liatrice, e subito dopo Don Rua con il Consiglio Superiore
della Pia Società, seguito dalle associazioni cattoliche e da
un popolo immenso. Quattro musiche, più di cento vessilli,
quattrocento chierici e sacerdoti, ventitrè Vescovi e Arci-
vescovi, e più di centomila persone. Le voci entusiaste dei
pellegrini stranieri, che nella spiccata varietà della loro pro-
nuncia si uniscono al canto degli inni sacri, richiamano
l'attenzione di molti con commozione. Un omaggio incan-
tevole, indimenticabile, degno del rito compiuto nel mattino.
I1 canonico La Naia di Adernò (in Sicilia) desiderava
propagare la divozione a Maria Ausiliatrice nel suo paese.
«Era l'anno deli'Incoronazione, e questo sacerdote - at-
testa una Figlia di Maria Ausiliatrice, Suor Santina Panzica -
andando a Torino per assistere alla funzione, acquistava
una delle migliori statue, e la fece benedire dal signor Don
Rua. Questi certamente ispirato gli disse: - Pmti la statua
runaxione di iMaria Avsiliatrice
33
e vedrà che Maria Ausiliatrice farà molte grazie
, e anche a lei. - E quanto disse, si awerò; il
a divozione a Maria Ausiliatrice andò sempre più
i in modo straordinarro; e di questo siamo tutti
in quei giorni il Servo di Dio si approfittava di
e per lavorare. Don Carlo Peretto, ispettore nel
aveva comunicato una lettera del Nunzio Aposto-
quale si manifestava il pensiero di prowedere
enza religiosa a @gliinnumerevoli e importantissimi
o gruppi di popolazioni mistiane sparse nelia vasta
one del Territorio Brasiliano, le quali per la distanza
a dalle Sedi Episcopali si trovano neli'+fipossibilità
rispettive autorità diocesane, e che oltre
la scarsità di Clero si può qua& dire che stanno com-
sprovviste dei soccorsi della Religione)), e ciò in
aggio alla volontà del S. Padre, il quale aveva stimolato
uo Rappresentante a ((trovare un mezzo conveniente di
zre in aiuto a questi fedeli abbandonati che non lasciano di
lamare con istanza un opportuno provvedimenton.
Per giungere a questa sistemazione il Nunzio riteneva
rtuno lo stabilire in ciascuna diocesi una o più case
ali di missione ((conforme alle necessità relative e alla
r estensione delle diocesi >>ci,oè con quel numero di
i d'una comunità, religiosa, che potessero assumersi
ncarico di visitare le famiglie cristiane che vivono nelle
lità più rernote, predicare loro la parola divina, amministrar
ro i Sacramenti, santificare Pare domestico, princtpalmente
inistrar il Sacramento del Matrimonio, e iniziare
one religiosa dei bambini, specialmente coli'insegnare
chismo D; e pregava YIspettore a studiare un progetto
allo scopo e trasmetterglielo << al più presto possibile ».
Peretto rimise la domanda a Don Rua. Eran giorni
r quelle case. La febbre gialla era penetrata anche
i nostri, e vi faceva nove vittime, alcuni superiori,
vane età e pieni di zelo. a Hai ben ragione - gli
o Don Rua il 22 aprile, da Bologna -paragonando
ttuale disgrazia col disastro di Jlliz de Fora, se pur
N O di Dio Micheld RVY.Vol. 111.

3.3 Page 23

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34
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
non è pi% grave, sebbene meno tragica... Quanto volentieri vi
manderemmo ora degli aiutanti, se ne avessimo! Purtroppo siamo
affatto priv i... Coraggio, caro Don Peretto; il Signore ci mette
alla prova, ma non ci abbandona. Ora più che mai conviene
aumentare il numero degli mcritti, afinchè vengano a prendere
il posto di quelli che furono chiamati alla corona. Spero che
Don Bosco dal paradiso intercederà per voi e per n&, presso la
Sama Famiglia, a cui sarà dedicata la chiesa di Firenze, della
quale ponemmo ieri la pietra fondamentale benedetta dal Car-
dina1 Svampa, venutovi espressamente >).
E il 27 maggio, insieme con alcune annotazioni «da far
sentire a voce, in bel modo, qualora per caso il Nunzio si
fosse rivolto solo a noi nell'idea che potessimo da soli prov-
vedere a, previa intelligenza col Consiglio Superiore, gl'in-
viava tutto scritto di sua mano, - questo a Progetto >), dove
splende l'ampiezza della mente del Servo di Dio.
a PROGETTO per provvedere aiuto ed assistenza religiasa agli innu-
merevoli ed importantissimi centri (o gruppi) di popolazioni crzitiane
sparse nella vasta estensione del Tm'torio Brasiliano.
o Da quanto si pub ricavare dalle relazioni dei Missionari che
percorsero in varie parti quell'immensa Repubblica si rileva che vi
si trovano i numerosi centri di cui si tratta, e sono di varie nazionalità,
e specialmente Italiani, Polacchi, Tedeschi ed Irlandesi. Pare pertanto
opportuno che la S. Sede, a cui sta tanto a cuore il benessere spirituale
ed anche temporale dei fedeli:
» r" Per mezzo del Nunzio Apostolico s'informi dai Vescovi delle
diverse diocesi del Brasile sul numero, importanza, località dei
principali centri che trovansi nella rispettiva diocesi, come pure della
nazionalità, genere di occupazioni, viabilità, ecc.
i)20 Avute tali informazioni, la S. Sede potrà dare disposizioni
ai Superiori di Ordini e Congregazioni religiose, di destinare soggetti
delle varie nazioni per recarsi da prima ai centri più popolati, e poi,
poco alla volta, anche ai meno importanti.
o 3" O r d i i ai Vescovi del Brasile di provvedere i mezzi necessari
pei viaggi e pel sostentamento delle Comunità, che si fonderanno nelle
loro diocesi in tali centri, almeno fino a tanto che possano fare da s&.
40 Faccia loro conoscere quali sono le Congregazioq a cui pos-
sono rivolgersi con probabilità di aver operai evangelici pei vari centri
e secondo le nazionalità ed i vari bisogni.
1) so Siccome poi in varie diocesi d'Europa sovrabbonda il clero
secolare ed una parte di questo corre pericolo di rimanere ozioso, così
coronazione di Maria Ausiliatrice
35
,unsoiacchoellgeihesnoeritaSzeiomniinadreii
si inspiri agli allievi
Superiori, sia colle
tura dei periodici che trattano delle Missioni,
Propagazione della Fede, il Bollettino Sa-
due coadiutori secondo I1importanza
o molte e 6none.
n certo grado di coltura, siano
accoglieranno con tutte le faci-
orre. Malgrado P(9zizi-e che
aver vocazioni in q&
re non ve le lascia ma%-
coltivi, e poi se ne tra-
nelle convenzioni,
e somministreranno

3.4 Page 24

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36
- V I /I seccessore di Don Bosco Secondo decennio
coli centri e fazeide qualche persona timorata di Dio e dotata di qual-
che istruzione religiosa ed incaricarla di fare il catechismo ai fanciulli,
tener aperto qualche ambiente ad uso di cappella, dove possano ra-
dunarsi le persone di buona volontà, specialmente nei giorni festivi,
per sentirvi qualche lettura spirituale, recitarvi il S. Rosario, od i
Divini U&i, supplendo in cpalche modo alla Messa ed altre funzioni
parrocchiali, quarrdo non possano avere il sacerdote)).
Di quei giorni egli. compiva una promessa fatta a Don
Bosco. Si è detto della dichiarazione che questi fece ai chie-
rico Rua nel 1853, dopo i festeggiamenti del IVo Centenario
del Miracolo del S S . Sacramento avvenuto in Torino. I1
chierico Michele era in quel tempo malandato in salute e
temeva di dover presto passare all'eterni&, e Don Bosco,
discorrendo delle feste che si erano fatte e delle buone ac-
coglienze che aveva avuto un suo opuscoletto intorno a quel
fatto prodigioso, gli diceva:
- Quando nel 1903 si celebrerà il nono cinquantenario,io
non ci sarò più, ma tu c i sarai ancora! E fin d'adesso ti a$do
l'incarico di ripubblicarlo!
E il Servo di Dio - com'egli narrava - mise da parte
una copia dell'opuscolo <<pertrarla fuori quando fòssevi
da
,f>aDrn'aellolr'eadizinionpeoi
pel 1903.
corsi varie
peripezie,
lui
soggetto
pa-
recchi anni a febbri periodiche, ~ o t e iprestare con Don
Bosco e coi miei compagni la povera opera mia nel 1854 al
servizio dei colerosi nel lazzaretto, dove ora esiste l'Istituto
di S. Pietro, e nelle case attorno all'oratorio nostro, nelle
quali molto influiva il crude1 morbo; fui soggetto a lunghi
e tormentosi mali di capo; nel 1856 fui ridotto a tale stato
di magrezza, che parecchie bene'voli persone mi credettero
etico. La Dio mercè ne sono uscito bene; e mentre la mia
povera madre ebbe dei momenti angosciosi temendo di
perdermi, Don Bosco non mostrò mai simile timore. Nel
1868, dopo la consacrazione del Santuario di Maria Ausi-
liatrice io caddi gravemente infermo in guisa che mi trovai
un giorno alle porte dell'eternità, e chiesi gli ultimi conforti
di nostra Santa Religione... La malattia era una peritonite
violenta, e fu lunga assai e lunga la convalescenza; ma
Servo, i~ risanai perfettamente in guisa da rimanere
e con molta frequenza.
andosi il 1903, memore dell'iucarico avuto dal-
sgraziatamente nei cambiamenti di collegio o
Suanmaamcoepnitao,dseclrleittNe odtaiziDe osntorBicohsecoi.n..toPrnoocoaldompioraceoglloi
resentò la copia che egli pure conservava, e così sono
doti e consiglieri cattolici, e ammiratori, cooperatori,
superiori e gli alunni del collegio salesiano. Al suo apparire

3.5 Page 25

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38
- VI St~cessoredi Don Bosco - Secondo decennio
gli sguardi di tutti - scriveva il corrispondente delWco
di Bergamo - si fissarono meravigliati su la sua diafana
scarna e veneranda figura di asceta, e tosto all'ammirazione
successero fragorosi gli applausi, misti alle note di una marcia
brillante, eseguita dalla banda del collegio. Don Rua salì
in vettura e sfilarono tosto in bell'ordine, innanzi a tutti la
banda del collegio, poi i 200 e più alunni..., quindi la banda
cattolica di S. Carlo con la brillante sua uniforme. I1 popolo
si accalcava numeroso intorno alla vettura dove trovavasi il
Servo di Dio e i segni di ammirazione e di devozione si ri-
peterono lungo tutto il percorso dalla stazione al collegio.
I1 28 si recò a celebrare ne1 Santuario della Madonna delle
Lacrime.
I1 29 partì per Desenzano.
I1 30 maggio giungeva a Schio, alle dieci di sera.
Nonostante l'imperversare del tempo cattivo, furono a
riceverlo non pochi giovani con torce a vento. Fece una
breve visita allo Stabilimento Rossi e all'ospedale, e tenne
conferenza alle signore scledensi, illustrando "perchè Maria
A d a t r i c e è chiamata la Madonna d i Don Bosco ,,.
Dopo aver osservato come i fatti più salienti della vita
di Don Bosco sono in relazione con le feste della Beata
Vergine (la nascita, il principio dell'oratorio, l'inaugura-
zione dell'oratorio di S. Francesco di Sales, il primo fonda-
mento della Società Salesiana) rilevava come lo sviluppo
maggiore dell'opera cominciò dopo che aveva stabilito
l'erezione del Santuario di Maria Ausiliatrice:
Allora cominciarono ad aprirsi i primi collegi fuon di Torino e,
consacrato il Santuario, s'inizib la serie non più interrotta delle nostre
fondazioni. Non
resto dell'Italia,
pih solo il
l'America,
l'PAiseima,onl'Atef,rimcaa...laTLriaguleriab,elnaedFizraionnciiap, iibl
importanti sono da registrare la fondazione della seconda famiglia
salesiana, dell'lstituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dell'Arci-
... confraternita dei divoti di Maria Ausiliatrice e della Pia Unione dei
Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane @ Ora che si è incoronata
Maria Az1~t'liatricec,he cosa sarà in avvenire? Se la Madonna, mostrd
sempre la sua materna tenerezza verso Don Bosco e i suoijig? a m e r a
... che s'interessavano a promovere la sua divozione, cosl sara di va, O
buone signore ».
V - Incoronazione di Maria Ausiliatrice
39
11e signore cooperatrici una seconda volta, illu-
la parte avuta dalla donna nell'apostolato . del Divin
degli Apostoli.
i - diceva - è avvenuto anche nelle opere di Don Bosco 1);
a Mamma Margherita, la mamma sua, la mamma dell'Ar-
Gastaldi, le signore addette al vestiario della casa, i vari
rti allo stesso scopo a Milano, a Novara, a Buenos Ayres,
beneficenza. (I E nella casa salesiana di Schio non vi sarà
... sogno dell'opera vostra? Quanto lavoro potrete trovare nell'Oratorio
estivo E inoltre pregate, parlate in favore dell'opera, procurate
vi cooperatori e nuove cooperatrici, promovete le buone letture,
esempio le Letture Cattoliche; fate fiere di beneficenza; potendo,
e dei soccorsi individuali. Sarete così cooperatrici d i Maria Awi-
trice, e non vi mancheranno le benedizoni del cielo )>.
Gli stessi pensieri svolgeva il z giugno a Conegliano
eto, ove dava la prima Comunione a sei bambine e l'abito
e aspiranti, e tenne conferenza alle cooperatrici,
o in tutti il desiderio di rivederlo presto e la gioia di
erlo goduto per un'intera giornata o.
I1 3 a mezzodì arrivava a Chioggia, ed alle 17 ripartiva
Ferra~a,dove fu festeggiatissimo dagli alunni dell'Ora-
o e del Collegio, tenne conferenza ad un'eletta di signori
, descrivendo la festa dell'incoronazione di Maria
e, e celebrò Messa in seminario.
Prima della S. Comunione commentò le parole dei Pro-
verbi: - Deliciae meae-esse cum jiliis hominum.
Indimenticabile la visita a Comacchio il 7. Si festeggiava
'a Ausiliatrice. I1 Servo di Dio celebrò la messa delia
unione generale, e nel pomeriggio tenne conferenza
iesa del Carmine. Data un'idea generale della figura
osco e. della missione dei salesiani, ricordava il
senapa, allorchè Don Bosco cominciò il suo apo-
o tra i compagni, da giovinetto, da chierico e giovane sa-
ando oratorii, assistendo giovani operai, aprendo
seSraallieseiandai.u..rnemeedpiaoniteistilt'auptiposgcogliaostidcie,iquCinoodpi elraatPoirai
, i quali non giovano solamente ai salesiani, ((ma
accordo con i parroci sono promotori e i sostenitori di tutte le

3.6 Page 26

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40
- VI - Successoie di Don Bosco Secondo deccnnio
opere di religione e di carità con l'aiuto che prestano ai ca-
techismi, agli oratori festivi, al collocamento di gioyani operai
presso buoni padroni, sostenendo opere di beneficenza,
H come qui E'Oratorio festivo e il Ricovero dei poveri vecchi ».E
accennava ai favori spirituali di cui godono i Cooperatori al
modo di farsi iscrivere alla Pia Unione: << Obbligazioni non
ve ne sono, ma, soccorrendo quest'opera, si è sicuri di aiutare
le opere di Dio e di Maria Am7iatrice D.
L'8 era a Lugo.
I1 IO ad Este. Accolto festosamente dalle autorità civili
ed ecclesiastiche, rallegrava colla sua presenza gli alunni
del Collegio Manfredini, e teneva conferenza al teatro Salvi,
rievocando i principali benefattori dell'opera Salesiana e
narrando, con voce insinuante, i recenti trionfi di Maria
Ausiliatrice. La parola semplice e infocata, il gesto lento
e tremolante delle sue braccia sottili e stanche, e l'aria sua
paterna tennero sospesa e commossa la numerosa udienza.
<I Reverendi confratelli nel sacerdozio, - esordiva - onorevoli
signori e gentili signore, pensavo di venire ad Este a far visita al Col-
legio Manfredini e veder se si poteva combinare una conferenza del
nostro Don Nai in favore delle opere salesiane della Palestina; ma il
direttore mi scrisse che si desidera sentire la mia voce...Rimasi un po'
esitante di parlarvi qui, dove l'eloquenza pare innata, ma poi accettai
volentieri come occasione di manifestarvi i sentimenti di riconoscenza
ed affezione nostra.
>)Don Bosco amava molto la città di Este. Vi fu varie volte, e ricordo
con quali espressioni ci parlava del tanto zelante Don Perin ..., del
tanto generoso cav. Peli, del tanto prudente ed affezionato Venturini
e di molti altri...
8 Noi poi, eredi dei sentimenti di Don Bosco, abbiamo altri mo-
tivi ancora di vivo affetto. Il bel numero di aliievi che sempre abbiamo
avuto, la hella riuscita che fecero, parecchi ottimi sacerdoti, altri onore
del laicato estense, intenti al bene della città, la bella corona di altri
... che senza essere stati nostri allievi ci onorano della loro simpatia, ci
legano di sempre più vivo affetto
>>Anchseolo le accoglienze, fattemi oggi, sono una ragione di viva
riconoscenza. Rimasi confuso nel trovare alla stazione le prime au-
torita... per accogliermi, e sono lieto di rendervi le più vive grazie>);
ed assicurava preg ere a Maria Ausiliatrice.
((Voi desiderate da me notizie dell'opera Salesiana. Io vi dirò
succintamente che è sempre protetta da Maria Ausiliatrice. Don Bosco
coronazione di Maria Ausiliatrice
scenza le eresse il santuario, e noi, vedendo come continua
ggerci, abbiamo pensato d'incoronarla. D'ordinario ci vogliono
ni. Ma il Papa, udite le ragioni addotte, subito accordò il fa-
escriveva le feste, il concorso delle moltitudini devote, il
o di Prelati, la cerimonia solenne, la devozione entusiastica,
one, la benedizione, l'illuminazione, e la folla continua in
a per tutta la notte, traendone speranze di maggiori grazie sui
i Cooperatori. a Ravviviamo la nostra frducia. So che qui alcune
ersone abbisognano di grazie a; e spronava tutti alla piena confidenza
la Celeste Patrona, a formare un Comitato permanente a favore
le Opere Salesiane, e a dar il nome alla Pia Unione dei Cooperatori.
mattina dell'l I giungeva a Legnago, con accoglienze
iastiche come nel 1897. Salutato lungo il percorso e
segno all'uriiversale simpatia, mentre le campane suo-
avano a festa, discese al collegio, e nel pomeriggio si recò
far visita alla chiesa di Porto, dedicata alla Madonna della
alute, e rivolse commoventi parole al popolo accorso.
... La Madonna della Salute! che bel titolo! Con tante ragioni
a questo nome... Si ricorra pure per la salute temporale, ma vi è
Itra salute che è molto più importante, la salute dell'anima! D. E
itava gli obblighi che abbiamo di cercare questa salute: (1 Special-
nte ricorriamo a Maria Santissima per conservare la grazia di
o. Anche per l'altrui salute spirituale dobbiamo ricorrere a Maria
Nel pomeriggio del sabato 13 giugno arrivava a Trento,
giunto all'istituto entrava in cappella ed impartiva la Be-
edizione Eucaristica. L'indomani, solenni funzioni, e nel
eatrino gremito da centinaia di persone, fra cui Monsignori,
cerdoti, autorità scolastiche, una solenne accademia. I1
ervo di Dio, con schietta semplicità e amabile candore, con
soddisfazione nel volto e nell'anima, ringraziò tutti mani-
stando la riconoscenza che diceva di aver ereditata da Don
Bosco verso i benefattori delle Opere Salesiane. Ricordò
me a Don Bosco stesse tanto a cuore l'Istituto Salesiano di
rento, che dal letto di morte gli mandava una speciale
Era la domenica fra l'ottava del Corpus Domini e, spie-
do in chiesa il Vangelo, animò tutti alla frequenza della
. Eucaristia, vincendo ogni distrazione e tentazione e

3.7 Page 27

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42
- VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
difficoltà. Q Questo è il rimedio che smorza le passioni contro
il mondo. Mio timore è che uscendo di qua dimentichiate la
parabola del Vangelo di stamane. Temo, che, uscendo di qui,
chi per trascuratezza, chi per i divertimenti, chi per i p'aceri,
tralasci di accostarsi ai SS. Samame&». E ripeteva la mi-
naccia del Divin Salvatore: - In verità, in verità vi dico: Se
non mangerete la carne del Figlio dell'Uomo e non berrete il
suo sangue, non avrete in voi la vita!
<(Chi confida in Dio - diceva Don Rua - non deve pre-
tendere che Iddio operi sempre miracoli, anche dove non ce n'è
bisogno, quindi non deve credersi esente dall'operare, e non deve
lasciar far tutto a Dio... Noi pure dobbiamo fare la parte no-
stra o, e il Servo di Dio faceva fervorosamente la parte sua.
I1 19 giugno dava ragguaglio ai Confratelli del Congresso
e dell'Incoronazione di Maria Ausiliatrice con le più com-
mosse rimembranze: e Assistemmo ud uno spettacolo così
giocondo e sublime, provammo tale soavissima emozione, che
credemmo in verità essersi questo nostro Oratorio mutato i n un
parudiso ».
Riguardo al Congresso, ((non posso tacere - diceva -
la cosa
passare
cleheorteutpteiùrdiceelrizciòoslee..f.ibl'ruedidreelamd ioogncui iosrtea,nctehesuml liabfebcroe
degli oratmi, senza distinzione alcuna, d nome dolcissimo del
nostro Fondatore e Padre, di cuf levarono a cielo la &t& spec-
chiata, l'ardente zelo, e l'opera provvidenziale. Non dubito che
quanti Salesiani si trovarono presenti sentirono in fondo al
cuore un santo orgoglio d'essere figli d'un tanto Padre e resero
grazie a Maria Ausiliatrice d'averli chiamati alla Pia Società
Salesiana. Alcuni degli oratori non si peritarono punto di
chiamarlo un vero trionfo di Don Bosco e dell'opera sua, ma
ad esso doveva tenerne dietro un altro ancor più splendido ed
ancor più consolante p& nostri cuori, il trionfo di Maria
Ausiliatnce.
» I l giorno 17 maggio sarà scritto a caratteri d'oro... Le
parole non valgono ad esprimere la gioia di quel momento,
l'estasi soavissima in cui tutti i cuori sono assorti, il tumulto
... degli affetti, i'ardore deile preghiere che s'innalzano alla
dolcissima nostra Madre
- V Incoronazione di Maria Ausiliatrice
43
ate in quelle solen-
ntani, e mi venne spontaneo sul labbro questo la-
!perchd non m'è dato di vedere presenti a questo
Maria tutti quanti i miei &li!
follia pur pensare che potesse essere soddi-
o voto, mi'è dolce almeno sperare che la
taumaturga Immagine di Maria Ausilia-
i Salesiani sparsi per tutto il mondo uber-
ssa aumenterk il nostro amore, la nostra
stra riconoscenza verso la nostra celeste
rana, a cui siamo debitori di tutto quel bene che s'è
tre memorabili solennità il nome di Maria
istituto e visitare
le camere di Don Bosco!... Non
CRESCENDO LA
DON BOSCO, NON MENO CHE L'IM-
SPIRITO E D'IMITARNE LE VIRTÙ.
iamoci tutti, o carissimi jigliuoli, per chiedere questa grazia
ni; sforziamoci per progredire
ni giorno nella perfezione, altrimenti corrisponderemmo ben
le ai favori ed alle grazie che ci furono concesse. a.
Quindi manifestava tutta la gioia per lo slancio con cui
diffondere le Letture Catto-
fondazione,.e il fiorire dei
. In f k e non nascondeva
confratelli, Q non pensando
ena digrazie singolarissl;me,
ore loro aveva concesso,
promesse fatte innanzi

3.8 Page 28

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44
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
all'altare, si lasciano ingannare dal demonio ed abbandonano
la nostra Pia Società)), tra cui anche qualche sacerdote.
Due di questi, <i nel fiore dell'età, dopo aver supplicato per
parecchi anni il Vescovo di origine a volerli ammettere nel
proprio clero, finalmente erano riusciti a strappare tale
favore. Ma che? Prima di potersene valere, colpiti da im-
provviso malore, dovettero presentarsi al tribunale di Dio
a render conto delle ragioni dèlla loro defezione. Noi spe-
riamo che la Divina Misericordia avrà avuto pietà dell'anima
loro; tuttavia è cosa tremenda presentarsi in quello stato al
tribunale di Dio. Chi non tiene nel dovuto conto la grazia
della vocazione religiosa, ha da temere di perdersi per sem-
pre. Non avrei osato scrivere queste terribili parole di mia
autorità, ma è San Bernardo che lo dice... Che vale che qual-
euno ti lusinghi coll'apostolica assoluzione, mentre la tua co-
scienza è legata dalla divina sentenza che dice: "Nessuno,
che metta mano all'aratro e zuardi indietro, è atto al regno
di Dio?,, (I) >).
Nel cuore di Don Rua Salesiani e Cooperatori for-
mavano una sola famiglia, e con tutta confidenza li teneva
al corrente anche delle intime cose.
Si era pubblicato il Manuale direttivo degli Oratorii fe-
stivi e delle Scuole di Religione sulle norme tracciate da Don
Bosco e secondo i deliberati del Congresso tenutosi nel 1902,
e il Servo di Dio ne faceva larga diffusione tra i parroci
d'Italia e dell'Istria e del Trentino, accompagnandola con
queste parole:
((L'esito di quel Congresso fu quanto mai consolante e le
materie trattatesi colle risoluzioni prese sono di tanta edificazione
ed importanza che parve opportuno venissero comunicate anche
ai Parroci, che non poterono prendervi parte. Egli d per t&
motivo. che mi permetto offrirle una copia di detto Manuale,
jìducioso che vorrà gradirlo e che ne avrà diletto facendone
lettura.
i) La stampa venne eseguita dai nostri poveri Orfanelli.
.. (I) e . Quid tibi quisquam blanditur de apostolica ab~oluiione,CM'IIS con-
scientiam dimina tenet ligatam sententi~n, emo, inquiens, m'tteni manum ad ara-
t m m , st rerpiciens retro, aptus est regno Dei?0 .
V - Incoronaxione di Maria
V . S. si degnerà di mandare per loro qualche offerta le ne
aranno ben riconoscenti e non mancheranno d'implorare le
elesti benedizioni sopra la S. V. Rev.ma e sopra il gregge com-
alle solerti sue cure t).
i quell'anno s'era fatta una bell'edizione della Vita
ve e popolare di Don Bosco di Don Francesia, illustrata
n 12 quadri di Quintino Piana; e Don Rua, persuaso di
r cosa gradita ai principali benefattori, l'inviava loro in
aggio, e in lettera scritta a mano aggiungeva:
il piacere d'informarla che gli Atti del Processo isti-
a Rev.ma Curia Arcivescovile di Torino per la Causa di
one di Don Bosco sono felicemente terminati e gid furono
a Roma alla S . Congregaxione da' Riti, e si spera di ottenere
ificio che ordini l'introduzione della Causa presso
sconderle, che, ora specialmente, occorrono
i spese per le nuove pratiche da farsi, a carico della nostra Pia'
e&, gih sempre esausta pel mantenimento di tanti orfanelli, di
missionitra i selvaggi, e tra i poveri lebbrosi della Colombia.
» I o pertanto oso ricorrere alla generosa cari& della S. V. Bene-
e poter proseguire la Causa della Beatificazione di Don
senz'arrestare il corso delle sue opere, così bene avviate a pro-
e da per tutto la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
o confido che la benevolenza e la venerazione che V. S. nutre
on Bosco la impegneranno a mandarmi qualche offerta per con-
ausa deila di lui Beatificazione, e fin d'ora la ringrazio
Salesiani notificava che gii affari in Francia pren-
cattiva piega anche per gli istituti da noi fondati,
era da meravigliarsi se quei nostri cari confra-
fossero obbligati ad esulare. c( Nei tempi delle persecu-
i si stimavano fortunate le famiglie mistiane che potevano
-esuli perseguitati per amore di Nostro Senor Gesù
nostra casa, ove possano ospitaie
perseguitati; si accolgono a braccia parte, come
i fratelli, e si trattino coi più affettuosi riguardi, come
di qualunque ktitzlto venissero a cercme ospitalità
il 24 giugno l'inno della riconoscenza aveva le più

3.9 Page 29

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46
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decen%io
soavi rimembranze: ((Ascolto ancor l'eco d'imnaensa armon
- Incoronazione di Maria Ausiliatrice
principio della malattia, visitata dal dott. Pescar010 era stata
dichiarata spedita, e per cinque anni restò a letto cieca,
sorda e muta; finchè visitata e benedetta dal Servo di Dio,
dopo aver ricevuto da lui anche l'assoluzione, senza dar alcun
cenno di aggravamento, dopo tante sofferenze serenamente
spirava. In quella circostanza, prima che il. Servo di Dio
uscisse dalla casa della Gilardini, gli fu presentato un ragaz-
zetto di otto anni, Mario Gorgellino, sordoe muto, perchè
lo benedicesse. Don Rua lo fissò amabilmente, lo benedisse
ed esclamò: « Verrai a parlare, verrai a parlare o, e rivolto
ai presenti, tornò a ripetere: Si, sl, verrà a parlare, verrà
aparlare! >>E.fu così; a poco, a poco, senza rendere nessuna
lezione il ragazzo cominciò a parlare, e parla e serba viva ri-
conoscenza per il Servo di Dio.
Ahbiam anche detto che la morte inattesa deIla signora
Gilardini dava occasione al Servo di Dio per allontanar
dagli altri il
che i1 Signore lo favorisse con grazie
singolari, mentre quel fatto era stato singolare e, diciam pure,
straordinario, anche per altri particolari che potremmo ag-
giungere...
Conviene dire che, due anni dopo, la giovane cognata
della defunta, signorina Clara Gilardini, avendo il fratello
malato di dolori artritici, che l'obbligavano a rimanere a
letto per lunghi giorni, e settimane, e mesi, benchè fosse
ella pure malata fiduciosamente si recò a visitare il Servo
di Dio per pregarlo a benedire un paio di calze che il malato

3.10 Page 30

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48
V I - Swcessore di Don Bosco - Secondo decennio
morto il papa. Il fatto c i chiama alla memoria tre pensie8.i:
Papa, la Chiesa, la morte.
D IL PAPA. TU es Petrus et super hanc petram aediJicabo Eccles
meam. Ricordate l'affetto di Don Bosco pei Papa, i suoi scritti, le
dimostrazioni di venerazione e di amore, le sue idee sulla Storia
Chiesa, che il Papa ne sia come il centro. Voi, come figlie di
BOSCOd,ovete venerare ed amare il Papa, obbedendo, parlando
volentieri alle ragazze, sostenendone l'autorità. E pregate per il P ~ P
defunto.
H LACHIESA, vedovata del suo Pastore., è in lutto. Partecipiamo
... anche noi al suo lutto. Ricordate le usanze antiche' sul modo di
mere il lutto Come-dobbiamo far noi? moderazione nella ricreazione,
si1enzio.a suo tempo, raccoglimento e preghiera per il Papa defunto
e per l'elezione del nuovo... Siamo riconoscenti a Dio che ci ha fatti
cristiani, e che apparteniamo alla Chiesa Cattolica, Apostolica, Ro-
mana, che la colonna e la b i e della verità. Fermezza nella fede,
obbedienza agli ordini della Chiesa, zelo per estendere il Regno di
Gesù Cristo.
» LA MORTE. Tenete presente il. pensiero della morte. Qw>tidie
morior. Ogni giorno consideratelo come fosse l'ultimo della vita. Al
mattino pensate: chi sa se arrived alla sera... Alla sera: chi sa se
arri~er&al mattino? e così fate anche ogni azione; facciamola come
se fosse l'ultima: e se, appena compiuta, dovessimo renderne conto a
Dio? Quindi sulla scelta delle occupazioni e. sul modo di eseguirle,
interroghiamoci: - È meglio questo o quello? in qUeSt0 0 in quel
modo? ... n.
E volle che per il grande Estinto si celebrassero solenni
funerali nel Santuario di Maria Ausiliatrice, dove era ancor
viva veto delle feste dell'Incoronazione da Lui decretata;
Pontificò Mons. Cagliero, e Don Francesia disse l'elogio
funebre. Sulla porta del tempio si leggeva l'iscrizione:
Leoni XIIT P. M., Principi Salesianorum Cooperatori, Pa-
rentali~cum laudatione.
11 4 agosto, alle I I .2o, dalla loggia di S. Pietro il Cardikal
Macchi annunziava l'elezione di Pio X, e telegraficamente
ne giungeva la notizia al Servo di Dio, che si trovava ad
Avigliana tra i chierici francesi, ai quali doveva tener C
renza per l'esercizio della buona morte. 11 telegramma arr.
prontamente al Santuario della Madonna dei Laghi, duran
la ricreazione del dopo pranzo, mentre il Servo di Dio cir
condato da vari se ne stava passeggiando nel chiostro del
Incoronazione di Maria Ausiliatrice
al Sommo Pontefice.
t70 modello nell'amore e nella venerazione papa s.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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V I - Successoue di Don Bosco - Secondo decennio
al termine dei vari corsi di esercizi spirituali, lasciando
più sante rimembranze.
A Lanzo 1'8 settembre tenne anche un discorso alle FigY
di Maria Ausiliatrice, illustrando la bellezza della festa C
ricorreva, la Natività di Maria SS.
- Incoronazione di Mavia Ausi'Iiatke
51
mbre compi la vestizione dei chierici a Foglizzo,
e del mese fece alcune visite ad alcune case di
11 9, coll'ultima corsa, giungeva a Niza Monferrato, per
dare, il giorno dopo, i ricordi alle Direttrici. Una di esse,
quella mattina - è suo il racconto - <c non era riuscita a
fare la sua confessione annuale se non dopo la colazione della
comunità e quando già tutte si preparavano a rientrare in
chiesa per la solenne funzione ai chiusa.
» ~ u t t ofinito, verso le 11 '1,: la comunità si schiera nel
corridoio interno per il passaggio del signor Don Rua, e a
lui baciare la mano. Venuto il momento deila tal direttrice,
il venerando Padre domanda bonariamente: - Oh! suor
,iQuella se la sgusciavia, anche per sottrarsi aIl'ammira-
zio& generale; il signor Don Rua, con un grazioso: "Permesso
un momento, neh2,,, va difilato ad indossare il rocchetto,
mentre uno dei sacerdoti, che gli teneva dietro, accende le
candele e recita il Confiteor. Subito, dai tre diversi usci della
chiesa, e poi, il riverente bisbiglio delle suore: - Chesanta!
- Che avventuyata ritardataria! Come lo sapeva lui che p~ella
onde per il nuovo anno scolastico, per umiliare al
chiesto, pensò di parlarne coll'Arcivescovo di Bologna,
ra il nostro più caro amico; e 1'Eminentis~imS~vampa,
Non le nascondo che in questi ultimi anni essi furono

4.2 Page 32

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- - V I Successore d i Don Bosco Secondo decennio
52
improvvisamente e in termini molto gravi, sconvoig
poco l'organismo, che sin dai tempi di Don Bosco ave
regolatol'Istituto. Don Rua, uomo di virtù non ordinaria, a
quale ricorrevano jiduciosamente i figli per confidargli la
cos&wa, e che nelle frequenh' visite alle case in$~iva
mente alla formazione degli animi mercè il tribunale
,itezza, come appunto aveva fatto Don Bosco, si v
visamente privato delle facoltà di confessare i p
e tutti i superiori (ossia i direttori) per Y*U
>> Questa misura fu presa senza sentire 10 stesso Don Rua e
senza tener conto della speciale indole de' Salesiani, nei quali
i direttori (e con esso il Preposito generale) hanno più che
altro l'ufficio di padri spirituali, rimandando ai prefetti, ai
consiglieri e al supremo consiglio il compito delle p+ di
rigore e di punizione. Io fui testimone dell'immensa pena
provata dai Salesiani in questa circostanza e dell'obbedienza
esemplare con cui ottemperarono agli ordini perentori della
non $0 se sarh possibile modificare quelle ingiuri-
zioni. L>E.V. potrà informarsi bene di tutto dal Rev.mo
Don Rua quando capiterh a Roma. Intanto La prego. viva-
me&e $in$eressarsi con paterno amore a pro' di essi presso il
S. Padre. A me sembra che sarebbe ottima cosa dare ai bene-
&li di Don BOSCOqualche pubblica ed evidente Prova
di stima e di benevolenza per le opere di zelo e di carità n*isi
consacrano... i).
L~ staso Eminentissimo, per il quale i salesiani avranno
in perpetuo la più devota riconoscenza, il 6 ottobre comuni-
cava a Don Rua:
, ~ i ~- J~. M. ~3. -~Caritssimo~ Don. Rua, ecco testualmente.
la risposta dell'Emin. Card. Rampolla:
e~
i vivame~nte Vostr~a Emine~nza dell'~interessam~ent? a. i
l) favore dei buoni Salesiani di Don Bosco e della raccomandazione
,) che si è Ella compiaciuta di farmi per essi. Io ho ConOS~lUtOPerso-
nalmente quel sant'uomo tanto benemerito della Chiesa e della
,) socie&,ho trattato con lui per la fondazione della Missione della
Patagonia, e per altre fondazioni nella Spagna, ed ho nudrito sempre
- fncorouazione di Maria Ausjliatrice
53
stima ed affezione pel suo Istituto, di cui oggi sono
l'amorevole, ed ame gratissima,
. Veda Ella quanti titoli concorrono perche
operi per quanto mi sarà dato a loro vantaggio. dubiti
che io ben volentieri me ne interesseròcon R~~
Roma vi hanno,delle
orevoii ai Salesiani, non già
che fanno dappertutto col
perchè talvolta sembrano
izione dei Viscovi. Voglio
zioni si dissiperanno, e che il Santo padre
la nota circeovlaorleennzoanl'eogsoregspioeraDrolon...R,)u.a; ma che la
meduto bene che Ella conosca i sentimenti del Cajd. Rampolla
e .vada a Roma. Così polrù regolarsi bene nel collopio che avrà
tamente e benedico di cuore. ~ f f . m oDOME~ICO
"nteressamento del Cardinale di Bologna non poteva
più vivo e paterno, e cooperò certamente ad ottenere,
vedremo, quanto nell'intimith più confidenziale, o ~ -
oneva a recarsi a Roma, disimpegnando
nelle prime sett mane dell'anno
perfezione consueta.
ottobre teneva conferenza ai confratelli
docce. Ne abbiamo i brevi appunti del
o di Dio e li riferiremo; e ne abbiam anche un ampio
unto che ne stese il confratello Don Ernesto Vespignani,
quale, essendo tornato di quei giorni in Italia da Buenos
ires e non sentendo più da IO anni la parola di Don Rua,
scoltb con la maggior attenzione, e ne scrisse e ne inviava
riassunto ai confratelli lontani, che egli stesso ritrovò nel-
e ed ebbe la bonth d'inviarcene copia.
~
i
Testamento che al principiare di ogni mese
una bella usanza che consisteva nell'attendere alla sera con
dare uno squillo di
il popolo, ed annunziava, con tutta
ortanza clie si dovevano effettuare

4.3 Page 33

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- VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
durante quel mese. È, come sapete, da questo squillo, da questo chi
. mare il popolo in adunanza, che deriva anche i l nome delle calen
romane, dal verbo corrispondente che significa chiamare..
... >)Ebbeneanch'io adesso con voi faccio quasi lo stesso, io sare
ora quel sacerdote (sorridendo).Prima di venirvi a parlare, non san
andato per certo a consultare ciò che vi dirò su di un monte od
contemplare la luna, vengo però da un altro monte, da un
santo, quale è l'Altare, donde vengo dal pregare il SS. Sacram
vengo dal pregare pure la nostra cara Madre, Maria SS.ma
trite, che la Chiesa chiama anche "pulcra er luna,,... Ed ora io veng
ad annunziare a tutti voi quello che d'importante faremo in T e s t
mese non solo, ma bensì in questo intero anno.
>)sì,o carissimi, vengo ad annunziarvi, come già sapete, che l'anno
,) scolastico 1903-1904 è cominciato.
Abbiamo tutti (o quasi tutti) fatti i Santi Spirituali Esercizi, ab-
biamo già celebrato il triduo in preparazione dell'incominciamento di
quesfo anno scolastico, già vi è in casa tutto il personale, e, tanto dagli
arti,g)iQanuiecsoflmanendoa,gqlui is,tundee1ntni,osvtirosoncaorogiàOtruatttoiriiog,ioavadniiffaerpeonsztao.degli
altri anni passati, vi sono, o carissimi, delle grandi novità, che non so
se tutti avranno gia notato. Abbiamo qui, quest'anno, il nostro proprio
Ispettore nuovo deIl'Oratorio, che è il sig. Don Giulio Barbe& ab--
biamo un nuovo direttore, che è il sig. Don Marchisio, abbiamo Con-
siglieri scolastici e Consiglieri Professionali nuovi, abbiamo nuovi
Catechisti in questo nuovo anno.
,) san ben contento di dichiarami cheabbiamo forti motivi per
rallegrarci tanto dell'anno passato, chè il buon Dio ce lo concedette
pieno di benefizi e di benedizioni.
,) 11 compianto Pontefice ci regalò, prima di volarsene al cielo, la
bellissima festa della Incoronazione di Maria Ausiliatrlce, ci bene-
disse il nostro Congresso dei Cooperatori; ed ora abbiam0.fondat.i
motivi per sperare che anche l'attuale Pontefice, che Iddio ci ha re-
galato, continuerà egli pure ad esserci molto benevolo come 1'Ante-
cessore.
0 Abbiamo, dunque, ben ragione di rallegrarci dei divini be>efizi
ricevuti in si gran numero, e delle abbondanti consolazioni del1anno
passato; ma ora il più importante si è il pensare a ciò che dovremo fare
per passar bene anche questo nuovo anno.
2 10 non posseggo lo spirito profetico di Don Bosco; non sono Profeta,
j+io di profeti; però posso con tutta certezza assicurarvi che in mas-
sima parte il buon andamento dell'anno dipende da noi e dalla nostra
buona condotta.
per passo bene un nuovo anno scolastico, non è necessaio, 0 caris-
simi, un nuovo Direttore, un nuovo Ispettove, ma piuttosto uft'nuovo
f m o r e , un nuovo zelo, un nuovo forte vincolo,di amor fraterno.
- Incoronazione di Maria AusiZiatrice
y a ~ ~ m a n dsopea'alnaente, quanto so e posso, un nuovo
atkhe di pietà, ben fatte ed in comune...»
' cont~~uavCaon le accese parole, che abbiamo
ella quinta pane, a descrivere l'edificante spetta-
coro di Maria Ausiliatrice durante la meditazione,
, che il tempo per ciò & molto limitato, ma
di pietà mi raccomando che non
r pura abitudine o per osservanza
ore, Con sempre nuovo fervore, con
principio di ogni mese abbiamo poi quel potente aiuto del-
io della Buona Murte e del rendiconto, che sono come uno
anno che ci scuote, che ci ridesta il fervore, che ci richiama al
re, se ci accorgiamo, esaminandoci, di aver mancato in qualche
nto un nuovo zelo ne1
i laboratori, nella assi-
no gli angeli custodi,
affidaticidalla Divina

4.4 Page 34

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56
- V I successore di Don Bosco - Secondo decennio
<< Continuò
- prosegue il manoscritt
Vespignani - caldeggiando vivamente che tutti col
interesse ed amore s'accingessero a disimpegnare costa
mente ed i] meglio possibile le occupazioni, loro affid
da1lyobbedienza,applicando ad esse tutta la propria abi
ed attivi&, e raccomandò, in modo speciale per
gran .mezzo, dod di non assumere alcun impegno $tra0
vale a dire di occuparsi di occupazioni aiiene al proprio
ficio e al proprio dovere, senza speciai incarico 0 perme
,) dei propri Superiori.
indi parlò della carità, che è il vincolo dell'uuione, de
carità fra i confratelli, od amor fraterno, base della bue
della pace in ca~a;.~ardleòlla carità verso i Superior
specialmente di voler sempre pensar bene di loro, che
interpretasserosempre nel miglior modo tutte le cose che
in pubblico in privato dicono o fanno, considerando
ciò è sempre per il bene nostro individuale e della
società; ed accennò a quanto male apporta il difetto a ciò
contrario.
, , . ~ ~ ~do~poi &alcu,n.i altri awisi generali, coa'augurar
eziandk collettivamente a quanti lo avevano preceduto nelrin
viargli tale
che pregherebbe sempre per
1ddio concedessei2 nuovo anno ricolmo delle più elette benedi-
zioni del cielo )).
Negli appunti del Servo di Dio si legge cosk
, uso di^. - degli Ebrei all'appanre del primo raggio della
luna, di
il
al principio dei mesi, specie di Nisam, e
dar loro notizie di.ciò che sarebbe occorso nel nuovo anno. Casi
faccio io. Tra nuovoDirettore, Catechisti, Consiglieri, ecc., tra !ante
novia, dev'essewi nuovo fervore, nuovo zelo, nuovo vincolo di fra-
,terno amore.
i o N~~~~femore. Nelle pratiche di pietà. Tutti i dì, specie alla
festa, cominciando dal mattino. Frequenza. dei SS. Sacramenti. Me-
ditazione. ~
~della bu~ona mor~te. Oraz~ioni alta isera t u~~ iin- i
~
sieme, ~ ~ ~ d Eisa~me~di ~costcieinz.a. Non contentarci di far questo
eser,cizzoioNp~e~r ~ab~ziteulod.inGe',iamscaunaollahaprielsseunozaufdfricDo iboe.n determinato. Diret-
tore, prefetto e Catechista, Consigliere, Maestri e assistenti, dj scuola,
di laboratorio. Abbiamo il Regolamento della casa che ci dice quel
57
arebbe bene all'Oratorio,
anza in taluno di questo
nsiamo male dei confra-
modo; a chi riferire, se
dare blaterando; ma a
ricorrere. Abbiamo tutti i nostri difetti; sappiamo
lasciò di compiere nelle varie case di formazione le
e al principio dell'anno di noviziato, e fu
AvMana, contento di rivolgere alle nuove
ute dalla Francia i più opportuni incoraggiamenti.
1 ottobre, dando l'abito ecclesiastico a un
re con Ge& nefle
sulla barca, cessò il vento.

4.5 Page 35

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dalla deliberazione.
ramico
ad un'adunanza e dopo aver conferito
cogli
capì che era una pretesa inqualifica-
bile,
n&suno sapeva addurre una ragione degna di
considerazione per far quel passo. Cercò di far comprendere
l'irragionevolezza della domanda, ma con SUO rincrescimento
dovette riferire ai Servo di Dio che, sebbene non vi fosse
proprio nulla, da ridire nell'operato delle suore, il
presidente le voleva tutte e quattro cambiate; e Don Rua le
richiamava a Nizza nella Casa Madre. Nel frattempo si recò
sui posto YEconoma generale che invitò il presidente a far
la verifica degli oggetti appartenenti all'Asilo, e quegli, dopo
due giorni d'insisterne, finalmente vi andò, compi la verifica,
trovò tutto nella massima regolarità, e le more si Prepara-
Sulla fine del mese si recava a Roma, e nell'attesa del-
l'=diema pontificia, visitava anche le case delle Figlie d
59
delle Suore, e facendo loro una
: S i isti et illi, cur ego? Non
e facciamo miracoli. Un gran
io: AmbuEa coram me et esto
ttino, durante il giorno, in
di compiacerlo, lavorando

4.6 Page 36

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60
VI - sore re di ~ o Bnosco - Secondo decennio
salesiani coll'osservare le regole (( Con esa
nelle piccole cose)), con l'occuparsi dei propri lavori se
distrazioni, e nell'esercizio della carità.
11
aveva la consolazione di e
daialconnuforvaotelPlio-ntecfihcee
Pio X. ct posso assicurarvi
trovai i n lui, non solo un
-
saiv
mente benevolo; ma, sarei per dire, un amico ed un Protett
delle opere salesiane b.
E~~~~col Servo di Dio il Procuratore
vari ispettori e direttori, la Superiora Generale delle
di ~~~i~ Ausiliatricee alcune loro visitatrici d'Italia e d'Am
rica. Rua pesentò tutti al S. Padre, che diede a &e
,sono scuno a baciar la mano e disse queste parole:
e
ora
di
ben
Don Rua.
di
Vi
trovarmi in mezzo
ringrazio del bene
ai figli di Don Bos
che fate alla Chie
s i v e d e che il vostro Istituto è opera di Dio, e che un
vi assiste dal cielo, perchi 20 sviluppo della vostra Opera e
bene che fute non si può spiegare umanamente. Se un Ange
non vi assi.,-tessedal cielo, non si spiegherebb
fate. ~~~t~~ pregherò per voi, mi raccomando alle
@ierea,ffinchè io possa portare questa C 7 0
sknoreha voluto porre sulle mie spalle.
aforze unite, potremo lavorare alla gloria di Dio e alla salvezza
delle anime. Benedico voi, i vostri confratelli, i vostri
le vostre famiglie, i vostri Benefattori, e tutti i vostri &o-
puedriaestnouzraian.iSlasnetitràvtordaittDenion,ee
ancora
l'invitò
qualche minuto in privata
a t6rnare in Vaticano nel
pomeriggio, aile 17.30. Ed in questa seconda ~ ~ m.i d
trattenne da solo per circa tre quarti d'ora, dimostrandomi
un'ine~abile bontà e confidenza>>;informandosi delle opere
nostre e concedendo tutti i favori che gli vamero chiesti.
l'altro il Servo di Dio esponeva per iscritto al Santo
padre gli
qualità di
accennati bisogni di
Rettor Maggiore della
Pia
indulti
Società di S.
nella sua
Francesco
di sales e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondate dal come
pianto Don Bosco Giovami )).
ct Come Successore,di Don Bosco mi tocca fare lunghi *gi
61
Ile nostre case e per i loro interessi spirituali e
attraverso a varie diocesi. Talora mi accade di
est0 del sacro ministero della Confessione da persone
no me come successore di Don Bosco e che forse
simile motivo Don B~~~~ebbe la
Sotnmi Pontefici, vostri predecessori, pio IX e
di santa. memoria, di confessare- ed assolvere in
ocesi. Dopo la sua d+titada questo mondo la
ltà Venne a me concessa dal pielodato Leone ~111.
v. C 0 la S. P@ la conferma di tale facoltà, con quella
che crederà conveniente per il bene delle anime; ben
ssibile, m'intenderò con ordi-
Suprema del 24 aprile, pelativo
lle Case Religiose non possono
nza i loro sudditi. Accadeper-
confessori nostri, o per
col confisore stabilito, per essere p& gio-
0 per altre ragioni. Molte volte questi confrate& chiedono
" v. e s~pfliorep, er non avere un confessore
r timore di contrastare col citato De-
schermiscono. Per tranquilEÉtà delle loro coscienze
C 0 la S. a concedere la facoltà di autorizzare i supe-
che venissero richiesti a prestare il loro ministero, in modo
che ne fanno loro domanda )).
confratelli non potevano o non sa-
h~
irettore di coscienza
no sempre avuto; ed uno di essi,
0x1
scrisse lettere ai Card. Rampolla, al Card. Pa-
al Card. Richelmy, ed anche al Santo Padre.

4.7 Page 37

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confrarelli che ne lo richiedono spontaneamente, o sentzssero
panza a confessarsi da altri)).
uguali casi si rinnovavano in altre case.
E l'istanza . proseguiva:
Or accade che qualche suora, od allieva,
di confpeer psrespmaarri ailla S. Comunione, 0 per
E il santPoadre, con bontà squisitainente paterna, letta
la domanda, annuiva senz'altro a quanto gli si chiedeva,
delicatezza, con la quale il Servo di Dio se ne senrì,
fu suprema. Nessuno seppe che aveva chiesto ed Ottenuto
tali facoltà, lieto di poterne far uso nel modo più pmdente e
in fama assolutamente confidenziale, qualora l'esigessero
la gloria di Dio e il bene delle anime.
63
Ile Figlie di &faria Ausi]iatrice,
a la meditazione sulla n ~ i v o z ì a~l~[eeanimdeel
randosi che il Signore con-
e e in gran numero.
vestizione chiericale ne]]a
del uostro more,prega-
necessitù, le dz$colf&,
, sradicare i difetti e
il modo di ottenere la
7 giungeva a Napoli, e vi restò sino al 13. Fece molte
; Card- Prisco gli raccomandò caldamente le scuole
ero; fu invitato a celebrare alla villa patrizi, e si recò
a Portici. Nella villa Patrizi assistk d ~ ~dei ~ t
Per la somenzione dell'opera SaIesiana al vomero,
ebbe un fmtto Così consolante, che il Servo di ~i~
12 celebrò nella chiesa dei Pellegrini per le
i rivolse parole soavi:
nari di Santa Chiesa.

4.8 Page 38

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4.9 Page 39

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VI - ~ w c e s s o y edi Don Bosco - Secondo decennio
riuscii poi, a poco a poco, cercando di staccare le Par
quasi
- tua
sillabando:
- largitate -
- nos
summ
-
-
esut m-phtuareic...-Ptruoava-
dona
anche
- quae
tu,
che ti sarà più facile...
)>Aquesto tratto, semplice ma improntato a tanta
catezza e bontà, mi sentii commosso sino alle lacrime e
levo ringraziare il buon Padre; ma egli si schermiva, ent
in altro discorso ».
L'8 dicembre spuntava- l'anno giubilare della de
zione del Dogma dell'Immacolata Concezione, e raccom
dava particolari ossequi alla Vergine in tutte le Case.
Quel giorno, già tornato a Torino, benedisse le n
bandiere degli studenti e degli artigiani dell'oratorio,
sente S. A. 1. e R. la Principessa Maria Laetitia di S
Bonaparte. Alla cerimonia fecero da padrini, per la
diera degli studenti il marchese Stanislao Scali-Gr
e la consorte marchesa Scati-Grimaldi Cattaneo Adorn
pcoerntessa
degli
Amalia
artigiani il comm.
Barbaroux-Sciolia.
Federico Dumontel e 1
All'accademia serale fre
giò l'una e l'altra bandiera della medaglia commemorativ
del171ncoronazione di Maria Ausiliatrice, e le consegn
v& alle due sezioni con queste parole:
(< me le donaste ed io ne divenni il padrone. Ora vorrei
anch'io esser generoso con voi e consegnarle alle ripettive $6'-
zioni,ma sono io che ve le do: è la stessa vosha Madre
McoanrsiaacraImtomeacaollastoar.geNreondeflursounooanbneonegdieuttbeilanreel?..g.ioFrnaote
a Let
conto
pertanto di riceverle dalle sue mani, e tenetele come un suo
prezioso regalo )>.
E spiegò il linguaggio simbolico delle figure dei
dei colori e dei motti che ornavano i vessilli, coro
frenetici applausi.
11 12 dicembre si recava a Chieri per prender
festeggiamenti giubilari pel venticinquesimo dell'or
S. Teresa, e tutta la domenica seguente si trattenne t
buone figlie, delle quali oltre quattrocento furon.
accostarsi alla S. Comunione alla messa celebrata dal Se
di Dio, che poi ebbe parole d'incoraggiamento e d
- Incoronazione di Maria Amiliatrice
67.
evette il.Consiglio della Pia Unione delle Figlie
empì la funzione dell'accetta-
partì la benedizione Eucari-
papale, per speciale facoltà
hieri, Don Anzini, che era
n'altra volta la grandezza della
nteriore d'unione a Gesù, il desiderio della vita
del vitto comune, e lo spirito di mortificazione.
sposto per lui un vitto speciale, ma non volle
0 come gli altri. A S. Luigi per il vitto si andava
na, ma per Don Rua era tutto eccellente. La miglior
Per noi salesiani a pranzo e cena del 12 dicembre
conversazione di Don Rua, che parlava di D~~
e1 suo affettoper Chieri. A mezzodì non disse nulla
re, ma a cena volle che si facesse un po' di lettura,
orni di dispensarla raramente.
nza ai liceisti, e poi ai
mi raccomandò lo studio
and'anche sapessero tutte
agli altri lo studio del latino,
e il mezzo più sicuro per con-
la vocazione religiosa.
si andò a S. Teresa, e qui altra conferenza alte Suore,
lede ancora la buona notte a S. Luigi, rallegran-
della buona armonia ed allegrezza deUa casa.
11 13 dicembre si stette tutto il giorno a S. Teresa.
Rua'disse la Messa della Comunione Generale con fer-
0 così appropriato d'ambiente, che meglio non avrebbe
chi lavora sempre in mezzo alla gioventù femminile.
e si manifestava l'uomo perfetto e il perfetto conoscitore
uomini! Quanto amore per 1'Immacolata e per la pu-
ata dal Can. Fràvega, parlò
cande, e diede udienza a varie benefattrici.
le delicatezza dalle Suore,
Fràvega, Revellino, Pavesio,

4.10 Page 40

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.
~
.~,~_-,.."".-.l__
..
. .,,
. ..~
68
- VI ~uccessoredi Don Bosco - Secondo decennio
Borgarello, il prof. Bartolomasi, e i PP. Torti e Actis S
e i salesiani.
>)Ebbicampo di notare lo spirito di moaificazion
DonRua. Dopo aver preso delle cose solite, ci06 un p0
antipasto, abbondante minestrae la prima pietanza, Pe
altre cose molto fine serviva i vicini e parlava di fatti
interessanti, che quasi non ci accorgemmo c h e non
@ava più altro. Ricordo che Don Bartolomasi mi fece
volte cenno che facessi servire Don Rua. Ma io, ne
osavamo interromperlo. Come ricordava i più minuti
colari di alcuni fatti riguardanti la vita e l'opera di Don B
.in Chieri! Non so più se Don Bartolomasi, 0 uno dei
Gesuiti, nell'accomiatarsi da me ringraziando, usci in
espressione: - Questo è stato un pranzo sant$catore! -
rimase impressa la frase...
» All'adunanza delle signore del Comitato pro aubil
la sua parola fu l'inno della riconoscenza e l'eccitam
efficace alla cooperazione, e alla divozione alla
Parlò ancora all'accademia in onore dell'Immacolata, e
si fece ritorno a S. Luigi dove, dopo la predica per i liceistl
impartì un'altra volta la benedizione col SS. Sacramento
A uno si disse assai soddisfatto della giornata,
a] bene grandissimo che in tanti centri si potreb
se si
sempre la maggiore solennità alle fe
e alle Comunioni Generali.
>> 11 14 disse la Messa della Comunità a S.
ascoltò il rendiconto dei confratelli e dei Figl
Verso le 10.30 l'accompagnai a far visita alla signora T0
sellino e ad altre benefattrici. Era di una tale delicatezza
sapeva esprimere la sua gratitudine ' con tale soaviti e sor-
riso, che anche fermandosi pochi minuti lasciava tutti con-
tenti ed edificati, come del passaggio di un santo. Non tra
lasciava dall'impartire la benedizione di Maria Ausiliatrice
- E i1 nostro tesoro (mi diceva, uscendo da una casa nella
quale la benedizione fece un certo senso, ed io gli osservava
che non era il caso di darla, se non chiedono) - e dobbiamo
farne parte, generosamente, a quanti ci fanno del bene 8.
sera di Natale predicava all'Istituto Marchesa di
- Incoronazione di Maria Ausiziatrice
69
movendo alle lacrime. Descrisse l'apparizione
ai pastori di Betlemme, i quali si amiano per
edere il Celeste Bambino.
ome strenna per il nuovo anno raccomandava a tutti,
lesiani, agli allievi e ai famigi, IN QUEST'ANNO ~ 1 ~ 1 -
DELLA DEFINIZIONE DEL DOGMA DELL'IMMACOLA
uest'anno è panno giubilare della dejinizione del Dogma
macolata ~oncezionedi Maria. Dev'essere tutto della

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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70
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
~
~ La strendna è una~tenera de~vozione a~ Maria .
, liatrice Immacolata.
Come ~ & a t r & , noi le dobbiamo amore, riconosce
In Austria e in Polonia, e nel Belgio
7'
N AUSTRIA E IN POLONIA
E NEL BELGIO
1904.
ai Coopevaton': (I Faccia conto ognun di voi
iato &la vostra porta col cappello in mano
- ... 'elemosina 1). (I Ora t! ben altra cosa! I).
ome accettava vitalizi. - Consigli, incoraggiamenti ed aiuti alla
norina Astesana per fondar la a Società Nazionale di Patronato
vani operaie a. - Come Don Bosco, ebbe
rno dell'Ep$ania predica a Valsalice
, comunicando l'udienza avuta dal
Padre, i favori ottenuti dalla.S. Congregazione dei V V . e RR.,
norme da segnirsi nei Capitoli Generali. - Altre conferenze
Confratelli dell'oratorio per passar'bene la S. Quaresima; ai
ierici ed ascritti di Lombriasco, Valsalice, Foglizzo, S. Benlgno,
gliana, sulla bandiera di Don Bosco. - A Nizza Monfwato parZa
Suwe; agli alunni dell'oratorio maschile spiega il vangelo della
omenica di Passione. - Altre wisite a S . Benigno e ad AvigEana:
- H Na' siam figli di Maria! 1). Come s'inieressava dell'assìstaza degli
reigrati. - Inaugurazione di una lapide nel coro di Maria Ausilia-
'ce, prima della.jesta titolare. - Inaugurazione delle decorazioni
lla chiesa dell'Oratorio di S. Teresa in Chieri, e sue care rimem-
branze. - Si mette in wiaggio alla volta delrAustria e della Polonia.
- A Milano. - A Vienna tutti lo dicono un santo. - Viaggz'u~~doverso
OSw&cim, sente che si parla con entusiasmo di Don Bosco e delle
Opere Salesiane, e non vt6oEe che si dica che egli B Don Rua. - A

5.2 Page 42

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- - V I Successore di Don Bosco $condo decennio
D
- ~ - picco~li parti~colari in~teressan.ti. Mette a
di n/l0m. Scalabrini, che sta per recarsi in Brasile, tutte le case
- le&@ e lo prega di accogliere l'inwito. Twna a
lo dicono E'amico dei funcìulli., - Visita il Nunzio ApostOlk
Card. Arciwescovo, il Bmgomastro Lueger, e 1'Ardduchessa
Giuseppina, che vuol presentarlo all'lmperatore, ed egli se ne
miscemodestamente, pregandola a c0~~niCargili
vozione dei salesiani, specie dei residenti nell'Impero. - A tav0
essendo soliti a parlar tedesco, vuole che si parli tedesco e
? m e t t e che si parli altra lingua. - Nel ritorno &ta L~biana,
gliano Vmeto, e Conegliano, duve assicura la
inpuema che infieriva largamente in città, che ella la pagher
- tutte e nessuna della casa ne sarà colpita. Il Centenariodella
- salata. -, Comunica ai direttori del Brasile il
MW. ~~~l~&,.i~iA. l m e di Don Bosco 2 devotamente associat
- puello di Don Rua nelle dimostrazioni del z4 giugno. R$arte
sosta a Milano, Tirano, Sondrio, Cono, Balerna e Lugano: esor
- tmioni agli alunni e discorso su S. Luigi.
- stramburg6, Metz. Si ferma a Bruxelles vari giorni. Ricordi
suoipassaggi nel Monastero di Berlaymont; dove soleva prendere
- ospitalità. Assicura una suora che aveva paura della morte, che
sarebbe mortain un istante e in guazia di Dio. - Ne risana un'a1h.a
- morente.- A Tournai e Maltebrugge. Varie testimonianze della
- a L@peloo. A Malines e a Liegi, fra la gioia uni~ersale.
~i Convegni annuali degli ex-allievi dell'oratorio. - Comunica al
S . Padre il bene che fanno in ogni parte i Cooperatori, e Pio X
gli invia un pre&so autografo, col voto che la Pia Unione (1 Prenda
di gimo ingimo imemento mqggiore e la Diomercd arrivi a tale
che dapp&tutto, nelle città e nei villaggi, o si viva dello spirito del
~
~dei Sales~iani, o se dne coltivi~ l'amore It>. - A l X0~ Capitolo~
~~~~l~ fu uno spettacolo commovente i1 veder tutti, snll'esempio
servodi D ~ Of,ermarsi a pregar lungamente presso la tomba di
B ~- 1%~form~a priw~ata .si volle apnre il sepolmoper riveder
le amate sembianze, che furon trovate ben comemate. - Con quanta
saggezza jl S ~ di ODio presiedette le adunanze capitolari! - A v w a
gravmente afiate le gambe, e finalmente accetta di riposare Per
tempo in letto, anzichb sul divano, continuando a lavorare
- e interessarsi di tutto. La IIa Esposizione hiennale delle Scuole
- I n Austria e in Polonia, e nel Be&o
73
e Colonie Agricole Salesiane ha il plauso di tutti ed
- che dalla Regina Madre. I l giorno della cerimondiai
colla Gz'uria e rievoca la mostra proposta da
- ant'anni prima. Non permette che un confjtello
- la Propria esZFtenza per la sua salute. ~ j ~ ~
z i al Martinetto, ad Ivrea, a Foglizzo. - fondazione
he nei casi più gravi, restava come lui calmo e se-
principio del 1904,trovandosi in eccezionali bisogni,
va una circolare ai Cooperatori delle varie nazioni,
~

5.3 Page 43

▲back to top
74
V I - successore Don Bosco - Secondo decennio
si ricorre esplicitamente a voi, noi siamo
gravistrettezze, da cui non possiamo uscire senza il v
generoso soccorso... Ora, ad esempio, sono varie setti
che dal Santuario di Maria Ausiliatrice partirono circa
sessantina di nuovi. missionari salesiani; altri, dopo di
compiuta la fumione di addio nella chiesa di
di sales, presso la tomba del nostro sempre caro Don
li avevan preceduti di poco più di un mese.
rica del Nord, alla Colombia, alSEquatore, al
al il^, all'Argentina, alla Patagonia ed ai P
sono tutti arrivati alla loro destinazione e si san
il campo delle loro apostoliche fatiche, ma hanno
a Torino i gravi debiti contratti per Pro
di corredo e per le ingenti spese del viaggio...)).
~ i ~ poi~,che ~il Sigdnore ~suo1~servirdsi de~i C.
ratori Salesiani per sostenere ed aiutare le Opere di
B ~con ~parol~e com~move,nti passava a chiedere a
quell'offerta che gli era possibile.
a pacnaconto ognuno di voi che invece di questo mio
iostesso vi siadavanti, dopo aver picchiato aila 00s
col cappelloin mano, e vi chiegga umilmente zm'elemosina-
persuaso che nessuno lizi rimanderebbe colle mani vuote. Or
chi è riccod,ia da ricco, chi è povero, dia di meno
,) ,>inviinocI"alche cosa per amore di Gesù Bambino-
~~l 3I di questo mese si compiono 16 anni dacchè D
B~~~~ ci lasciava orfani sulla terra, ma Se si
aslop>pr)ocedorisganuipoaastoce'rèsnvaidlbauopnpretoàstccaihrdneieceebcvobame, nmienlols'iqsnuid!eismtientrtiec
drieolsamdeenlltoe
scorso novembre, il
regnante: <' S i vede
sommo Pontefice Pio
che il vostro Istituto
X, g1
è ape
di ~ ie ch~e , Angelo v i assiste dal cielo...7,.
~ ' ~ mi~o, niel r~icorodare queste do
quegli stessi affettiche provò nell'udirle dal fab
padre, e spontanea mi vien dal cuore questa
quest90radi maggior bisogno: " L'Angelo che ci assiste d
cielo non manchi di aprire alla generosità il C
anFli che ci assistano in terra, i nostri Cooperatori... 7,.
In Austria e in Polonia, e ~ ~ & 7i5 ~
ifficiliassai. Anche il prefetto generale
. E Per questo che mi rivolgo alla S. v., pregandola
soddisfare, in tutto od in parte, il debito che cotesta
a ha verso il Capitolo Superiore, il quale pa+p rego-
te gli interessi. Non trattandosi del soccorso che i figli
no alla madre, ma di eliminare o diminuire quei debiti
madre ebbe a contrarre per bisogni particolari di alcuni
tutta la speranza che Ia S. V. si darà la massima
iei giusti desideri e le mie richieste)).
preoccupanti. Noi stessi,
circolare, gli vedemmo delinearsi
tristi ricordarne e lo sentimmo
ua mano, scrivevaa due
ri espressimi... ioveTo
era vita. Intanto per

5.4 Page 44

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sianato delle Figlie di Maria Ausiliatrice
~~~t~ per l'uno quanto per l'altra intendo che siano
i rzguardi richiesti dalla vostra delicata salute compatz
alle possibilità d a due poveri Istituti. Bene inteso tutto
mediante una retta proporzionata ai %sogni del sup
la chiamata al paradiso di uno d a due
miavita, ricmosceri, questa mia e pro
impegn,yid. avverrà dopo mia morte, prego con Pestamia
i, succederà come superiore delle due Istituzioni a volerli
sumesree muguparltmuetetnote.a..t)u)t.ti, è difficile dire tutto il bene
fece con i
consigli e con i suoi incoraggiamenti;
una è doveroso darne qualche saggio.
zelante damigella torinese, Ce
tiva dalla giovinezza un'intima voce che l'invit
stolato tra la gioventù femminile. Nipote del Cane Fr
amico di
BOSCO, andava spesso a visitare il nostro
~~~d~~~~~per aver lumi e direttive spirituali. Nel 1886 ca
gravemente ammalata ed era già sped
il nostro amatissimo Padre accompagnato 0, m
da due salesiani, recò a visitarla, le diede
di ~~~i~ Ausiliatrice; e le disse che le av
una medaglia e, non avendola, le offerse la sua corona
~
~che la p~ia damig~ella ~ C~C O ~e SC~oi nserva ~tuttora ,
giocamente. In fine le ripetè di star tranquilla, avre
pienamente riacquistato la salute, avendo ancor tanto da
norare! E così fu. Morto Don BOSCO, C 0
relazione con Don Rua, e nei 1891, in via Assarotti, in cas
propria, iniziava un Oratorio festivo per le fanciulle, cui
servodi ~i~ prese ad inviare un sacerdote Per la.
brazione della Messa ed ella dedicò le più sollecite cure.
F~in questo tempo che non tardò ad a
giovinette, giunte a una certa età, preo
distratte dalla disoccupazione e dai d
la fede, e sentì più viva la brama di salvarle.
panno 1901, e si procurò la
signore, piene di carità e di spirito di
una
di patronato e mutuo Soccorso, affinchèle
In Austria e in Polonia, e nel ~ ~ l g i o
77
ntaggi materiali, continuassero
tto
ncò
ld'iincfolunesnigzlaiarssailuritpaeretutdaemlleanRteecliogliosneer. vodi
~
i
incoraggiandola, finchè si decise di venire
ione dell'opera; e proprio il giorno che si recava
col Card. Richelmy, incontrò
tebello Don Rua, il quale sorridendo le chiese:
rofiato e Mu~uOSOCco'rso per le giovani operaiedi
patie e andò presto diffon-
n nuove sedi e numerose
venne a chiamarsi (<Sanetà ~ ~
Soccorso per le giovani operaie ,),
06 contava I505 Patronesse e 1 ~ 1 6 8operaie, e nel
anno che morì il Servo di Dio, 3588 Patronesse e
di combattere il . lavoro festivo,
la retribuzione troppo magra, non
di aderenti col distribuire
malattia e insieme col procurare
cure mediche gratuite a
a sorte di libretti della cassa di
Igata l a legge sul lavoro delle
roibiva il lavoro notturno, gli
e di lavoro, e rendeva obbliga-
riposo intermedio di un'ora quando il lavoro superava
Ore, di un'01-a e mezzo quando superava le nove, di
re quando superava le undici, e il riposo di un'intera
a di 24 ore ogni settimana. E la nuova Società, benchè

5.5 Page 45

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VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
fosse proprio agli inizi, cooperò efficacemente ad atte
migliarie alla legge, e i l 16 febbraio I903 aveva ufficiatm
dal Card. Richelmy la più ampia <<approvazioneC,Otnm
dazione e benedizione )>, col programma interno di occupa
6 10 Degli oratori festivi o ricreatori; Z0 della società
Patronato e di Mutuo Soccorso delle giovani operaie; 3'
tutela morale e materiale delle giovani iscritte alla So
40 delle scuole festive a loro favore; so della fomazione
unionpirofessionali,quali le descrive il Santo Padre Leone
nell'Enciclica RERUM NOVARUM; 60 di tutte quelle opere
potranng, sorgere a loro benefizio, quali le Colonie Alpine
Marine, Case-Famiglie, Scuole, Laboratm', Ricreatori, ecc
Evidentemente il programma interno aveva questo
plice Od unico fine: la gloria di Dio e la salvezza delle anz
ad. esempio, ad ogni schiera di giovani che avevano la
tuna di recarsi per qualche settimana al mare 0 al monte,
procurava, prima che tornassero in città, negli ult
giorni, un adatto ritiro spirituale.
Conoscendo e guidando cotesto spirito, il Servo di
appoggiò, come meglio potè, il sorgere e il fiorire dell'oper
Nel 1902 mise a sua disposizione l'educatorio del1
di Maria Ausiliatrice in Giaveno, dove un bel nu
giovani potevano passare allegramente e fruttuosament
alcune settimane.
Nel 1903 ottenne che altre potessero aver OspitaIità ne
l'educatorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Varazz
a respirarvi aria marina.
Nello stesso anno, apertasi la nuova tipografia del1
Società Editrice Internazionale, detta aliora la "Tipogafia
Salesiana per la diflmione della Buona Stampa ,, in corso
Regina Margherita, dispose che s'iniziasse- il Io venerdì
d'ottobre - la prima casa-famiglia dell'opera della signorina
. Astesana, dove sotto la cura delle Figlie di Maria Ausilia-
le più bisognose avevan vitto ed alloggio pa
retta di quaranta centesimi al giorno!
E vi stettero due anni precisi, fino all'ottobr
quando la casa-famiglia fu trasferita in via S.
don& nel 1920,passò alla sede stabile in via S
79
via S. Domenica, un salesiano: per ordine
recarvisi quotidianamente
ed è, l'assistenza morale
Servo di Dio, felice di
uesto modo la salvezza di
e10 e raccomandò la diffu-
di aprire una nuova sede
Alessandro LuccheUi, direttore di
a h s&nmina Astesana Cesarina puoi rmSicu-
esa AIJieri, che è una persona degna
iiducia e che va sviluppando un'opera, degna di tutto
ni, qual è quella di proteggere le
@aie col procurar loro il rt$oso festivo, impedire i1
amento con un lavoro troppo prolungato con danno
f'ale, ECC. ecc. L'impresa è molto ben veduta e protetta
Car&nale, fu benedetta da Leone XIII e da Pio X ,
a estendendo poco alla volta e consolidandosi con sempre
vantaggi per le giovani operaie. Noi ce ne siamo interes-
almente con dare ospitalgtà presso le Figlie di Maria
rice ad alcune di tali operaie che non hanno famiglia
catorio di Giaveno per farvi un
più bisognose di rt$oso. E questa
ali nostri governanti, che stanno
e delle donne...a.
protezione del lavoro d à fa%-
sco, ebbe una carità ~ n i -
li operai, cosicchè si può
ceva del Padre: << Quanto
, pareva che crescesse col cre-
on sapeva reggere a1Za vista
odo di porvi rimedio... Casi
. Tutte furono come la luce
ogeo, concesso all' umana
pieno merìggio al termine

5.6 Page 46

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- VI 'I ,ySucce~sordei Don Bosco Secondo decennio
La festa dell'Epifania era a Valsalice e, tenendo i
scorso in chiesa, ricordava i tre fatti celebrati nel
del giorno e si fermava a Commentare il terzo: le
di Cana.
«Alle nozze di Cana assisteva Maria
~~~ù con alcuni suoi discepoli. Manca il
veinfor.a..gTliene
sublime carità!.,. vede il bisogno e prevede la dimanda. Così noi
a vicenda; specie coi superiori. Sono talvolta imbara
, nel provvedere; come & bello esibirsi!
~~~ù risponde: - Quid mihi et ti%, m u l a No
mea! - Pare abbia voluto far risaltare la potenza di Maria.
la sua intercessione doveva far anticipare l'inizio dei prodigi
preghiera è espressa con tanta semplicità. - vinum ~ z f nh
~~~h~ qui pare che Gesù non sia disposto, e ad intercessione
... si arrende Carità ai peccatori.
- Madonna disse ai servi: Fate quello che Gesù vi
- e terminava il racconto del fatto evangelico, quindi insisteva:,
la raccomandazione di Maria: Fate quello che G e d vi di
... ~ ' ~ b b ~-dGies~h v~uo~le. che ,evitiate il peccato anche più 1
obbedendo, opererd miracoli 1).
Colla data dello stesso di inviava una circolare al1
per comunicare l'udienza avuta dal Santo Padre in no7
e un nuovo Rescritto della Sacra Congregazi
e Regolari col quale era ratificato e conf~rmatoquello
zo gennaio 1902 circa il modo di convocare e tenere i
pitoli Generali; in fascicoletto a parte univa
e le norme che si dovevano seguire nel prossimo
e <(intanto-scriveva - fin d'ora vi esorto ad implorare
feruorrjse preghiere i lumi e le grazie del Signore la fe
felice riwcita del medesimo. Mettiamo questa impresa sott
la protezione di Maria Ausiliatrice Immacolata, e oltre 1
orazioni che all'uopo ciascuno farà in partito
dopo la lettura spirituale quotidiana, la recita in mmun
di una Salve Regina, colle invocazioni Maria, Aux
stianorum, ora pro nobis; Regina sine labe originali conc
ora pro nobis >>, essendo già neil'anno cinquantenario
Definizione dogmatica dell'Immacolata COncezione, che avev
raccomandato di celebrare con la più viva divozione.
Comunicava anche di aver ottenuto che le fes
Austria e in Polonia, e nel Belgio
8I
e di NIaria Ausiliatrice fossero ce-
i seconda classe, tanto presso i Sa-
presso le Figlie di Maria Ausiliatrice; e con-
mparabile Padre Don Bosco
noi. Le norme' di lui dateci insieme
d a Capzpztolpirecedenti, n' siano di guida e
Capitolo Generale potrà avere us3impor-
ero avvenire della nostra Pia SO-
sempre più l'opera che f u l'oggetto
nostro Fondatore, vale a dire la nostra santijica-
sempre meglio estendere il regno di Gesù Cristo.
sione di cuore con cui il S. Padre c'impartiva
tolica Benedizione, la ferma fiducia che Don
mi diceva 10 stesso Pontefice pio X, continui
Angelo tutelare la sua Congrega-
atto di tanta importanza nelpanno
macolata, che fu mai sempre
e nostre opere, ci devono essere
ra della divina protezione n.
gennaio cominciava già la quaresima, e tenendo
a ai confratelli dell'oratorio, additava loro tre
er passarla santamente:
... ... nunc tmPu
um gratiam
in vigiliis,
sDinaejicecrjeuepcntiiapkbiailteis,i.n.e.cccEeuxriinbtuaentaecmnduoisensn$oscastamlu.et.i.tsi.p.s.o&s,osirctaumt Dur&
uigiliis. Compiamo esattamente le pratiche di pietà; se è nostro
n ogni tempo, 10 6 ora specialmente; cominciando dal mat-
n sit vobis vanum mrgere unte l ~ m@,a prmisit ~~i~~
volentieri a tutte le pratiche di
glimento, esattezza; ed anche au-
; e specificava i vantaggi della
ense dal confessore o dai su-
uno e non dell'astinenza.
vitando le mormorazioni, prestan-
è una bell'opera di cariti. preti,
bbiamo prestarci a qnest'opera, e negli&a-
d.i
giorno e alla ma.
Quanto bene hanno
In&mo
compiuto
D~~ B~~~~
e ccompiono

5.7 Page 47

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82
V I - +ySUccessordei Don BOSCO - Secondo decennio
i nostri missionaricoll>eserciziod k catechismi! Prestiamoci anche n
senza tralasciare altre opere di carità particolarmente
come ci ha insegnato Don Bosco.
Si recò a chiudere gli esercizi, soliti a farsi durante l'a
a Lombriasco, a Valsalice, a FOglizzo, ad Ivrea>a San
nigno, ad Avigliana; e in ogni luogo diede gli stessi ric
che additava scritti sulla bandiera innalzata dal 'nostr
nerata Fondatore:
,Voi avete tutti intenzione di farvi salesiani, ci06 di militare
,la bandiera di Don BOSCO. Tratteniamoci a spiegarla:
,,, T
~ Don BOSC~O aveva de~siderato di~formar ~
buoni operai, robusti e forti; perciò non rigorosi digiuni, non
ma
e ne spiegava il concetto e l'utilità tanto
fanim, come per il corpo, additando l'esempio degli
cornero, di Leone XIII, e di Don Bosco.
20 LaZiOroQ. uesto dev'essere il nostro pane quotidiano, 1'
impiego,del tempo.11 Signore ci domanderà conto us9w ad nlt
quadrantm.
libro.., c h e
Q conveniente
prezioso tesoro
&teilnetermspeom!.p..requailnladi
mano qualche.
evitare anche I
p
coli di non poter lavorare; ad esempio, studiare subito
pra
o
dopo
cena; star troppo levati la notte.
preghieYa. Don Bosco non ci ha
dato
gravi
Preghiere,
m
prescrive di farle bene, clare, distincte, ac devote. Ad imitazione
dusoobbdiaimfroeqreunednetiregiilacnuolsattroorilea,veodroocfofrmenedporeaglhSieirganocorent.ii1nulaayvo'Orno
facciamo...o.
a Nizza la mattina del 19 marzo, festa di S. Gi
seppe; e subito compie la funzione della vestizione di nuo
aspiranti all'Istituto, « alla quale pone termine con
parole di circostanza, raccomandando la pratica di qU
sta scritto sulla bandiera di Don Bosco: - Tempera
lavoro e preghiera. - Nel pomeriggio, presso la piccola
tua di B ~ si fe~stegg~ia fam~iliarm, ente Don Rua,
alunne della classe terza normale gli fanno dornanda di
aggregatealle Cooperatrici Salesiane. 11 Superiore
con soddisfazione, e promette di Consegnare
diploma della Pia Unione.
)> 11 zo celebra la S. Messa
alI'oratori0
maschile.
dopo pranzo visita l'oratorio femminile nelle diverse
- In Austria e in Polonia, e nel ~ ~ & i , ,
83
e ne
grandemente soddisfatto. ~ ~ i ~ d
mPa*ire la Benedizione nella cappella stessa del-
rivolgendo prima alcune parole' d'occasione
he nu3nerose e riverenti stanno ad ascoltarlo.
va a celebrare la S. Messa al noviziato, e di
viziato, intitolato da S. Giuseppe, tenne anche il
1 santo- Ricordò come iI Signore comtituit eum
mw e ne additava la virtù e la potenza.
Plendeva nel suo modo d'operare: lavorava con
~
~oGbbeedd;ie2nz~ai.%naelml'easteoggiuuisreto
per eccellenza.
prontamente i
~ iverso~
comandi del
t
quando andò e ritornò dal13Egitto;e tutti gli annia
mme con tanto
and~fnenhd' el
Sdiigsnaogrioe!..Q..u»a.nNtoelpl'iaùddaitvarràneoslsaempoiatetongzlai
a dispensatore di grazie, e lo descriveva quale
lo
dipinto nel quadro che si venera nel san-
di Maria Ausiliatrice, a che rappresenta proprio il suo
O'>; ivi, infatti, prende le rose dalle mani del ~
~
~
che Porta s* braccio e le fa cadere sopra il santuario.
ordava le grazie ottenute dai nostri di ~~~d~~ e dalle
di Maria Ausiliatrice di &jma.
giovinetti dell'oratorio maschile
il vangelo
Orno. Era la domenica di Passione, e diceva loro con
rabile opportunità e chiarezza:
Avete udito il Vangelo? e quali titoli gli ~ bdav~anoa~i i
re? Samaetano! cioè bugiardo! Si vede che fin
a l'abitudine dei malviventi di calunniare i giusti. sono
carichi di vizi ed accusano le persone dabbene dei loro
- Calunniate, calunniate, diceva uno dei loro capi, e
eresterà!a-PaVrloair cmhaelesiceotentirno mi seazczeordaol tmi, oi ndo, senti-i
i cattolici. Forse si burleranno anche di voi che venite
Oratorio. Anche nei giornali e in certi libri si trovano le
se
Come Comportarvi? Non date ascolto a tali
~razioni!Quando passate sul mercato degli animali,
e
a ragliare, i buoi e le vacche a muggire, i cani
abbaiare, e non ne fate caso. Ebbene, a un dipresso si

5.8 Page 48

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,
.
;:I>"::; ...- -.''~~.-.--...-:1..;
84
- - V I Successoue di Don Bosco Secado decennio
deve fare altrettanto a riguardo di costoro che va
landa contro la religione. Non prestate fede alle
Diffidate di tali persone, di tali giornali e stampe
contro la nostra Santa Religione; guardatevi d
Al contrario istruitevi nelle verità di nostra Santa Relig
coll'ascoltare la parola di Dio e col leggere buoni libri.
i. ))Altra cosa da farsi è imitare gli Apostoli
narono ancor di più al Signore. Così voi, sentendo sparl
dai malvagi contro i sacerdoti, contro i buoni cattolici
religiosi, prendete di loro stima ed
Si recava a S. Benigno il 17 apri1
reliquie dei Santi conservate nelle chies
un fervorino anche su questa festività,
che i Santi ci fanno sentire dal
-
ignem et aquam, et eduksti nos in refrigerium. -
mini in nomine Chrkti, beati e&s. - Q u e~st qui
si beni aenzulatores fueritk? Sed et si quid.
jrntitiam beati! - Siamo passati per il fuoc
peri> tu ci traesti al ristoro. - Se siete t
mente pel nome di Cristo, sarete beati.
noccia, se sarete zelanti del bene? Ma a
cosa per la giustizia, beati voi!
11 10 maggio era ad Avigliana, e a quei novizi france
rivolgeva un bel discorsetto nella loro lingua:
<<Tuttala natura in questi di si rallegra. 11 sole appa
più bello, la campagna più ridente, gli alberi sbocciano, e
loro fiori paiono offrire ogni i loro mazzolini aila Ma
donna. Noi siam figi di Maria! Studiamoci di essere degn
suoi figli.
o
loro
Siam figli d i Maria.
antenati, raccontano
I
le
sgtroarnied.i..dQeluimvoinsdi odis
ogni
gior
delle glorie di Maria. I n chiesa e fuori di chiesa, decant
mola colle parole, colle opere; fin dal mattino
Gli uccelli coi loro gorgheggi paiono anch'essi onorare
Madonna...
Siamo degnifiglidi Maria. Noblesse oblige. Napoleone 111
diceva: - Col nome che porto non mi può convenire che l'im-
pero! - Noi, figli della più gran Regina, dobbiamo diportarci
Austria e in Polonia, e nel Belgio
85
anti re o regine. Abbiamo tutti dei sudditi
sioni; non lasciamoci dominare
guisa degli animali, non lascia-
eggiare dalla collera, dall'odio, dall'invidia )>.
questo fioretto: <lSvegliandoci offriamo il cuore
1 proponimento di passare la giornata come degni
issima era stata l'ispira-
ando con mano le grazie
niva elargendo in suo favore,
nascente avrebbe voluto che
a tutta la terra; ed uno
i veder assistiti ed aiutati
a fede tanti poveri emigrati
essuna occasione di favorirli
a del 1Ministero degli Affari
Commissariato per l ' e d -
Questo pubblica ogni mese un fascicolo abbastanza
so, dove sono le relazioni dei Consoli, o di incari-
O dei nostri connazionali
specialmente in America. Vi sono statistiche, re-
i emigratori, notizie di nuove coloniz-
ani, dati precisi sulle loro condizioni commerciali, sul
lle IOSOterre, sui lavori ed occupazioni,
ro associazioni e sui loro giornali, sulle feste ed avve-
più importanti. Io mi san sempre fatto tenere al
di tali pubblicazioni e dovetti constatare che mai in
icoli si fa cenno dei Salesiani, neppur dove essi hanno
ed a favore degli emigrati italiani. Ho
i interessarti in codesta tua provincia,
d i vice-consoli italiani
n vogliano nelle loro rela-
ebre l'opera dei loro connazionali,
one, per l'educazione ed istruzione,
loro patria. Non è per noi una
ttosto un mezzo per far conoscere
ccorrerla con sussidi e protezioni.

5.9 Page 49

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86
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
A proposito degli emigranti ricev
un numero del Foglo ecclesiastico p
di un Comitato costituitosi in Palermo
quella diocesi alle terre americane.
primo luogo figura un salesiano. Bisogne
con l'accogliere gli emigrati da quel comitato rac
ajinchè arrivando in codesta nazione trovino dove far
essere indirizzati ad un punto ove possano lavorare e gu
senza pregiudixio dell'anima loro. Sicuro che pre
cuore il mio voto e lo realizzerai, prego il Signore ad aiut
ed assistere con la sua santa ... grazia )>.'
Ed affidava allo zelo di Don Stefano Trione il ma
di promovere le varie opere di assistenza a favore
emigrati, particolarmente italiani; e Don Trion
Roma per presentare al S. Padre gli Atti del
dei Cooperatori, il 5 maggio teneva nella chiesa del S. Cu
una conferenza pro emigrati, alla quale interve
e vescovi ed arcivescovi e gli eminentissimi Aiu
Cassetta, Ferrata, Gennari, Macchi e Pierotti.
I1 16 maggio, alla presenza di Mons. Bertagna e del Se
di Dio nel coro di Maria Ausiliatrice s'inaugurava
in brorizo, a ricordo dell'Incoronazione, collocata in
della cornice marmorea che racchiude il quadro della
intona la lode: Noi siamfgli di Maria! A quelli che si trovan
in coro si uniscono con trasporto quanti sono nel tempio,
un chierico, il quale da otto mesi era completamente afon
per paralisi alle corde vocali, d'un tratt
ed unisce commosso il suo canto a quello
La notizia del fatto si diffonde accrescendo la riconoscenza
a Maria Ausiliatrice.
Alla festività solenne pontificò Mons. Gamba, Vescovo
hunc t i t u l ~ miaeli gratique extare uoluimur.
tria e in Polonia, i nel Belgio
87
celebrò per la comunità anche il giorno
i alunni care esortazioni: « Anni sono
otesti vostri banchi, anch'io ripeteva
Santuario e innanzi a questa santa
i
paprrlei.g..hiVeroer:repioltaestceiaqruviinudni
immagi-
ricordo!
i ripeteva continuamente Don Bosco:
rto io non so dirvelo con quell'un-
noi Don Bosco; ma non ve lo dico
affetto: Amate, amate Maria! )l.
nche in altri luoghi a celebrare la
ria Ausiliatrice, e la sera del 28 maggio si portava
Ressia a Chieri per l'inaugurazione delle deco-
a chiesa della celeste Patrona.
a città - scrive Don Anzini - vi prese parte, e
rare una volta di più la santità di Don Rua, il
r quanto cercasse di starsene in un canto, era per
più importante che desideravano
la benedizione; si aveva da tutti la
one di trovarsi davanti a un santo. Egli cantò la Messa
il 29, con assistenza pontificale di Mons. Ressia;
isdegnò di farsi tutto a tutti durante la giornata,
sorridente e con parola che diceva l'intima soddisfa-
del cuore: " M i auguro che questa chiesa di Maria Ausi-
entata così, ed allora nessuno rimpian-
averla fatta sorgere proprio in mezzo a tante altre
i viene in mente, ma non riesco a concretare precisa-
, che una bambina sui dieci anni
a pregarlo di voler benedire la sua
ma, che era molto malata. Don Rua l'accontentò dan-
una medaglia e la benedizione di Maria Ausiliatrice.
do che pochi giorni dopo, vista di nuovo la bambina,
esi notizie di sua madre; mi rispose che si riebbe subito
colos-te, anche a detta del medico, poco dopo che
Rua l'aveva benedetta a.
er la circostanza venne -pubblicato un numero unico,
si leggeva una lettera del Servo di Dio, nella quale rie-

5.10 Page 50

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-. ~ .
.. .,...,,L~ .,,,..2,>.::>>~
~-
~
88
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
vocava cari ricordi di Don Bosco e il modo in cui
l'oratorio femminile di Chieri.
(1 Quanto sono ammirabili le vie della Divina Provvidenza! L
dove il nostro buon Padre Don Bosco decise defmitivamente del1
vocazione, dove cioè subì e superb felicemente l'esame della vesti
chiericale, dove ben si pub dire egli cominciò quella carriera che
di tanta gloria a Dio e di tanto vantaggio alle anime, per circost
meravigliose divenne sua proprietà, e si cambiò nell'istituto di S.
resa. Siccome però in tutte le vicende di quel Servo di Dio se
interveniva la protezione evidente della Vergine SS. Aiuto dei Cristi
così proprio nei giorni solenni della consacrazione del Santua
Lei dedicato in Torino, i benemeriti coniugi Bertinetti, propri
di quella casa, presero la risoluzione e concertarono il modo di r
derne padrone Don Bosco dopo la loro morte. Don Bosco che t
amava la città di Chieri, considerandola come una seconda
avendovi trascorso i dieci più begli anni dellasua giovinezza,app
si trovò possessore di questo fabbricato, volse il suo pensiero ad apr
un istituto a favore della gioventù. maschile, di quella gioventù
già aveva formatol'oggetto del precoce suo zelo durante la de
dimora in quella città. Gravi difficolti insorsero ad intralciar
progetti, ed egli non vedendo modo di superarle, stava in proci
alienare tutto lo stabile per convertirne il prezzo in altre opere
neficenza. Allora appunto si manifestò il disegno della Divi
videnza, con ~rincipiui mili e semplici, come sogliono avere
sue opere. Alcune fanciulle vennero in giorno di festa a far
pie donne Carlotta Braja e Maddalena Avataneo, che dopo ave
suto tanti anni coi coniugi Bertinetti, continuavano a dimorare
stessa casa. Trattenute amorevolmente col racconto di e
ficanti e col canto di qualche laude sacra, con istanza chies
tennero di poter ritornare nelle successive domeniche a
nello stesso modo. I1 numero andò in breve crescendo in modo C
fu necessario destinare qualche sala ad uso di cappella. Poco dopo
vide la necessiti di affidarne la cura alla Congregazione delle Figl
di Maria Ausiliatrice, da pochi anni fondata da Don Bosco in Mornese
coll'aiuto di quelSaltro Servo di Dio, che fu Don Domenico
D'allora in poi fu un crescere continuo di oratoriane in guisa C
sempre troppo piccoli riuscirono i vari locali che successivamente
adibirono per cappella, finchè si vide indispensabile fabb
di sana pianta e con dimensioni da poter servire per vera C
blic?, qual è quella
così. elegantemente
cdheecoorraata.v.e.dD.iamo
per
questa
solenne
In giugno era vivamente atteso ad Oulx per la consac
zione della Badia da dedicarsi al S. Cuore, e a Nizza Mo
Austria e in Polonia, e nel Belgio
89
ste giubilari del XXV dell'Istituto; ma non
le: G Mentre voi costi v i
a Maria Amiliatrice per
t0 largo con cotesto Isti-
cioè per lo spazio di 25
ato altrove dai bisogni
o sarò t7a di voi in
me uomo, cooperatori per la salvezza del mondo,
oli, i discepoli, e anche delle cooperatrici, come la
e sviluppare le opere salesiane con la preghiera,
sine e col lavoro personale facendo da catechisti

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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90
- V I - S~uccessoredi Don Bosco Secondo decennio
negli oratori, e insieme col parlare in favore delle ape
salesiani, e col cercare altre anime disposte a
stessa propaganda. Ed ai presenti raccomandava l'op
Milano, specialmente la chiesa in costruzione.
11 3 giugno giungeva a Vienna. Vi arrivò quasi i
visamente senza alcuna solennità e senza che alcuno
corgesse di lui. Due confratelli alla stazione e con du
sul tram, perche non volle nemmeno la vettura Pu
ed ecco10 alla nostra casetta. Ma appena si sepp
rivo, accorsero a Briickengasse molti cooperat
« ed io - scrive Don Luigi Terrone - fui
scene commoventissime. Vidi molte person
censo e condizione sociale, inchinarsi profon
tarsi in ginocchio ai suoi piedi, ed implorare
zione.
del nostro buon Padre, la
bontà colla quale trattava, affascinavano coloro che 1'
navano, e tutti sommessamente lo dicevano un santo-
>>Msiento tuttora commosso quando penso a ciò
avvenne il 3 giugno dopo l'accademia che si era fatta in
onore. Mentre gli intervenuti si accingevano ad
sala, egli restando in piedi sui gradini del tranetto C
era preparato per I'occasione, fè cenno che si fermasse
tratto fuori un meschino e vecchio portamonete, Pre
distribuire delle medaglie di Maria Ausiiiatrice. Eran
quelle da 5 al soldo. La folla si precipitò verso di.lui,
bello vedere quegli illustri signori e nobili dame, C 0
baronesse, tra cui la cognata dell'Arciduca Ferdin
davanti al nostro Superiore e ricevere la
come un gran regalo, dopo aver con trasporto baciato la
di Don Rua.
i) Tutti lasciavano la nostra casa, con la
d'aver visto un santo e d'averne ricevuta la benedizi
La sera del 4 giugno entrava ad O6wi:cim, nella
Austriaca. Don Terrone, che ebbe la fortuna d'acc
gnarvelo, ci questi particolari interessanti.
((Tuttisanno come Don Rua occupasse il te
i viaggi; lettura, preghiera, Rosario, conversazione.
giava con noi - e questo è il particolare che maggio
9'
corso col segretario
con chi gli faceva da segretario in quei giorni,
andro Kotuta. Questi cominciò a parlare di
de che si è ascol-
lingua tedesca, capi che si trattava di cose che
on sente?... di Don Bosco, delle opere nostre...
on mi sono ingannato; di' un poco a Don ~ ~ t
dato anche del Successore di Don
n farlo? Non sarebbe bene anzi...
e energicamente, diglielo subito
e mi convenne obbedire; mentre
rideva la lettura interrotta. Quel signore, a mio
Don Kotufa parlava di lui come
rzo per non dire: - Signore,
Don Rua! - Ma al termine
quasi lamentandomi
sto al viaggiatore una così legittima consolazione.
e alcune parole che non posso ricordare testual-
a il senso loro mi è rimasto sempre chiaro e vivo:
mirato delle Opere Salesiane
uto che Don Rua ero io,
to poco io sento & va-
adeva gran fatto, e pa-
incente, e conchiuse
on Rua sL;a aualche
rande, che non puel povero prete che ha ;isto in
si cambiò discorso v.

6.2 Page 52

▲back to top
9z
' I sSuccessovedi Don Bosco - Secondo decennio
sera del 4 giugno entrava nell'istituto di
ossequiato da numerosi cooperatori e accolto, con gi
indescrivibile, dagli alunni che eseguirono parecchi
composti per la circostanza dal can.
Wa
11 Si
la festa di Maria Ausiliatrice, con
N ~ ~ A&us,iliare del Card. Arcivescovo di Cracovia;
nobili signori e venerandi ecclesiastici, tra cui il dott- Sm
delvUniversità di ~racovia,il rappresentante del prin
ogihski, il parroco della città can. Szalansny, rinnovaron
servodi Dio l'espressione della loro ammirazione ed
fu lieto di ripetere a tutti imperitura gratitudine.
11 6 ~i recò a visitare la nuova casa aperta al mezzo
~ ~ , j ~ne~llal i , di Dasxawa, nota in tutta la Galizi
il celebre Santuario della Madonna, la cui immagine
stata di recente solennemente incoronata. Di 1%si recò
parecchia di Machalanier, per riverire Mons. W
v~~~~~co~adiutore di Leopoli, e fu anche in?:,questa ci
dove il comitato dei zelatori e delle zelatrici delle O
salesiane si volle adunare al suo passaggio, e Mans. W
intermppe la visita per prender parte all'adunanza.
~~~h~ in questo viaggio il Seno di Dio non ma
assoggettarsaid improbe fatiche e vere mortificazioni,
guadagnar tempo e compiere esattamente il suo program
Emanuele Manassero ci d'a questi minuti Pa
<(passandoper le varie case, badava come si di
preghiere a mensa e scherzevolmente assegnava il voto
ritato. A me consigliò una pausa alle parole: - Et haec
dona.
),Recatosi a visitare la casa di Daszawa e di li a Kochawi
sopra carrimolto incommodi, non fece ne lamenti, nè se
di meraviglia.
))Mentresi recò a visitare il molino a qualche chilom
da Daszawa, Don ~ o z &tracciò con una serie di matt
i limiti della chiesa di forma circolare che allora si
di fabbricare a Daszawa. Don Rua al ritorno 0s
e poi, postosi al punto dell'altare, rivolse un predicozzo
uditori immaginari della chiesa: - Miei cari uditori, i
figli non sono magri come me, ma hanno appetito quanto me.
In Austria e in Polonia, e nel
93
rovava la posizione di Daszawa adatta per i
Ilora ivi.fosse il noviziato, e i
di
0
,
solo
e Da
in Italia; e il noviziato venne poi traspor-
~zawaaccoglie anche ora i Figli di ~ ~
~
rido da Machalanier, dove eravamo stati a visitare
Coadiutore di Leopoii, ci fece recitare sul carro
dicendo di voler provare come lo sapevamo dire )).
szava, in data 8 giugno, scriveva a lvonssc.ala-
stava per andar nel Sud America a visitare le
aveva iniziate a favore degli emigrati.
1lenza Reverendissima, mi giunge in queste lontane
otizia che l'E. V. Rev,ma è in pro-
io pel Brasile; io mi affretto a
e tutte le nostre case di quella
miei confratelli un grande
tati di una sua visita, e tanto più
ndere ospitalità presso di essi;
se in Nichteroy, in S. Paolo, ore^^, G ~ ~ -
inas, Araras, Pernambuco, Bahia, Cuyab&,
La sua visita servi& d'incoraggia-
onfratelli, i suoi consigli daranno
ne attirerà su quelle case le bene-
al mio arrivo a Torino (che spero pel
te) non abbia più tempo a farlo, le auguro fin
gherò e farò pregare la Vergine ~ ~ ~
are, a proteggerla e difenderla da ogni
- Prosegue Don Manassero - giorno del
m0 in viaggio e ad ora tarda, essendo
Potemmo trovar qualche cosa da mangiare,
erano già usciti, e non potemmo avere che
o' di cacio nell'Hote1 di Francia.
nato ad OSwiycim, nel giorno della partenza io
ando frasi italiane e polacche,
eva capire l'una o l'altra lingua. & l
re sotto vari aspetti, e li accennava...,
ente, disse, come amico dei polacchi.

6.3 Page 53

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94
VI - successdoirDeon Basco - Secondo decennio
>)Ricordo pure che una di quelle mattine s
sare da me nella sacrestia pro~~isoriaa,ccanto il ve
presbiterio... .)k
~~~~~t~ a Vienna vi si fermò due giorni e distinte
sone delyalta società viennese, tra cui la Contessa Zd
chotek, cognata dell'Arciduca Ferdinando,
torno a lui. s i fece un po' d'accademia ed ebbe un'imp
italiana. Si cantò l o Spazzacamino del Cagliero, Poi il
santa ~~~i,~, che i tedeschi amano tant
fu
il
slaersvupodpiliDcai,o
in italiano, di
ad accoglierli
due orfanelli,
nei collegio di
Penango
ferrato, ove fin dal 1900 affluivano aspir
siastico, parlanti la lingua tedesca. E Don
promise subito che il santo desiderio sa
pressione generale fu che Don Rua <(ist de
derfywnd,)& il vero amico dei fanciulli.
Durante la permanenza nella capitale compi
tra le altre al Nunzio Apostolico, al Card.
Borgomastro Lueger, e all'Arciduchessa Maria
sassonia, delle quali Don Terrone ci dà qUeSt
prima visita fu al Nunzio Apostolico, C
M ~ Gr~anito~di .Belmonte, poi Cardinale di S. Chies
(( ~~~~d~ arrivammo ai palazzo della Nunziatura, appre
demmo con dispiacere che non. potevamo esser ncev
pregai di annunziare Don Rua, proveniente da Torino,
;l guardaportone ripeteva il SUO ritornello: -
ceve! - Accortosi che io era poco persuaso e
cato, ci lasciò salire le scale, come volesse di
se non credete! - Ma giunti presso l'anticamera ci senti
ripetere da altri che non potevamo essere ricevuti, che q
era giorno di grandi udienze, precedentemente fissate
alti personaggi, di cui mi fecero l'enumerazione... Era
tile insistere, e ci convenne rassegnarci e discendere le
e proprio quando stavamo per risalire in Vettura, ecco
gere a noi di corsa un giovane cameriere, i1
in disparte e sforzandosi di esprimersi i
mandava: - Dica, il sacerdote che lei accompagna è Don
non è vera? - Sicuro, risposi, il Superime Generale dei
Austria e in Polonia, e nel ~ ~ l 9~5 i ~
S S ~queste parole, egli s'era
, gli prese la mano, fa baciò
escb.mando: - Come sono contento di
yicordo sempre con piacere
cominciò a parlare con lui
come se nuif'dtro avesse da fare. ivi per-
orso, facendo noto al ca-
avuto piacere di vedere D~~
nunziarlo, per&& diver-
Don Rua era stato a palazzo,
- Lasci fare a me, rispose tutto
ento! - e scomparve fretta-
ti, ed ecco10 ricomparire con la
e tutto raggiante esclama: - Sua E
~
~
n Padre sorride e rin-
pareva di aver riportato non
ndo varie sale si giunse in anti-
ve realmente attendevano udienza molte distinte
n Rua si era messo all'ultimo posto, in attesa
stima e di affetto lo introdusse,
ppartamento. 11 colloquio fu lungo e cordialissimo,
ì accompagnato dallo stesso
uel prete forestiero, non si
t& che aveva avuto con
si inchinarono profonda-
spandeva con un dolce sor-
areva volesse Contenere anche una domanda
precedenza e cagionato una
'udienza avuta dall'Arcivescovo di Vienna,

6.4 Page 54

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96
V I C successore di Don Bosco - Secondo decennio
Card. Gruscha, fu improntata alla più grand
diali&. 11 venerando Porporato andò incontro all'umi
cerdote torinese, non volle che s'inginocchiasse, l'abb
affettuosamente e s'intrattenne lungamente e con g
entusiasmo a parlare dell'Opera di Don Bosco, lieto
salesiani avessero aperta una casa anche a Vienna,
avrebbero trovato un campo immenso di lavoro; e
nonostante le preghiere di Don Rua a non inco
volle accompagnarlo attraverso alle sale dell'Arc
fino all'uscita, non cessando di raccomandarsi
preghiere )>.
Non poteva mancare di far visita anche al Si
era allora il celebre dottor Carlo Lueger, che per D
e per le Opere Salesiane nutriva specialissimo
@unse al palazzo mentre egli stava per uscire,
anche qui un contrattempo.
Mentre salivamo le scale - narra Don Terrane
,) trovammo di fronte a lui:
- Ho l'onore di presentarle il nostro venerato Supe
Gen»e-raleD...on Rua! come sono fortunato di quest'incontr
>>DonRua voleva scusarsi per esser arrivato in Un
incommoda; ma il Borgomastro:
)) - Nessun incommodo; mi tengo onoratiss
visita del Successore di Don Bosco - e rifacendo le sc
-ci invitò ad entrare nel suo gabinetto particolare, dove s
trattenne in lungo cordialissimo colloquio. Pari
viaggi in Italia, manifestòla sua simpatia pel popolo italian
esaltando l'energia, l'onestà, la laboriosità dei nostri operai
e, venendo a ,parlaredi Don BOSCO, esprimeva la'sua ammira
zione per la prowidenziale e singolare opera sua
degli umili, e segnatamente della gioventù.
))Don Rua, che in quegli elogi cercava schermirsi att
buendo a Dio solo e ai cooperatori il merito del bene che
pia società opera, avendo osservato che le sorelle
presenti al colloquio, portavano sul petto 1%me
Maria Ausiliatrice, prese occasione ad affermare che proprio
Maria Ausiliatrice era la Patrona principale delle Opere
- In Austvia e in Polonia, e nel
97
tutti quelli che queste opere amano ed
astro, facendo i più caldi auguri per 1'0-
che a Vienna, accompagnò il Servo di
arrozza, mentre con profondo sentimento di pietà
on cessava di raccomandare sè e le sorelle alle sue
Maria Giuseppina di Sassonia, sposa al
Arciduca Ottone e madre dell'Arciduca ereditario,
della Società degli Asili (uno dei quali
esiani) aveva comunicato il desiderio di
visita del Servo di Dio, e questi volle accontentarla.
o con grande onore e trattenuto in lunga
fine chiese a Don Rua se desiderava
mperatore, cui avrebbe chiesto udienza.
n Rua, sotto pretesto di non recar disturbi, volle
rsene, modestamente, pregando l'Arciduchessa a
1 Presentare a suo nome i sentimenti di devozione e
equi0 di tutti i Salesiani, specialmente di quelli resi-
nelrImpero. <( I n quell'anno - dice Don Terrone -
direttore dell'asilo, ebbi occasione di parlare varie
coll'Arciduchessa, ed ella non mancava mai di ricor-
n Rua ed esaltarne la santità: "Come sta Don R ~ ~ ? . . .
ritornerà a Viennaz... Don Rua è un santo!... Qua&o
i miei ossequi e raccomandi alle me pre-
me e tutta la.FamkZia Imperiale ,,. Tale era I'impres-
tutti coloro che parlavano con lui >).
dà altri particolari di carattere intimo,
mplarità e l'umiltà del Servo di l)io.
confratelli della casa di Vienna, benchè appartenenti
nazionalità dell'Impero, alla Boemia, alla polonia
, essendo stati molto tempo @ Italia,
ente italiano, la nostra bella lingua.
italiano, tornava molto caro, non era
lmente vantaggioso. Perciò si era convenuto che a ta-
mpre tedesco e nessun'aitra lingua. E per
eravamo discretamente fedeli alla consegna. Caso
prima di sedelsi a pranzo, Don Rua venisse a co-
't= dal serio di Dio Micirele Rua. Vd. 111.

6.5 Page 55

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V I /I smessore di Don Bosco - Secondo decennio
nascere quella disposizione, ed ecco che egli
ciò a parlare in tedesco come sapeva, e per quante
io facessi non mi venne fatto di strappargli una Paro
)) - Signor Don Rua, imploravo, ho molte cose da
in italiano; parliamo in piemontese, se vuo
molte cose da dirle, e non voglio che perda temp
,) parole difficili, lasci il tedesco!
- Sprechm wir deutsch! Parliamo tedesco!...
l'inesorabile risposta.
FU un supplizio per lui, e un po' anche per gli
ma non cedette. Ripeteva poi dopo il pranzo: "Era sta
,i ed era giusto che anch'io stessi agli ordini; 2 un b
esercizioe,giova assai anche a me!,,. E rideva lietamente,c
chi ha fatto nulla che il SUO dovere )).
In questo viaggio visitò altre case.
A Lubiana assistè alla posa della prima pietra della nu
casa 'e chiesa salesiana, compiuta dal Vescovo Princi
M ~ Jeg~kib, ~con .intervento di tutte le autorità, civili
, A Mogliano Veneto constatò il buon an
l'istituto e i1 progresso della colonia agricola.
11 16 giugno giungeva a Conegliano vt%e
comune e l'aspettazione più viva ed entusia
glianesi. Alla stazione - dice la cronaca dell'istituto
viene incontrato da dodici sacerdoti, venuti a
circonvicini, che gli fecero corona a tavola. Alla destra de
venerato Superiore stava l'ottimo Pretore d
D ~la c~ui ~ , volle sostenere tutte le spese che si fe
cero per il ricevimento.
) , ~ l sle~dici e mezzo tenne una conferenza ai r ~ u m e ~ ~ -
sissimi cooperatori. La cappella è tutta gremita di ottimi
signori e signore, anche un buon tratto di cortile è pieno di
<< - Quando si lodava Don Bosco le sue be
~ ~- ldicelva.il Servo di Dio - ne riferiva I'onore
a j ~ / A~usil~iatr~ice ie ~ai Cooperatori. Infatti la
?ispirò e lo sostenne)), e raccontava il Sogno che
1%Austria e in Polonia, e nel Belgio
99
dei Cooperatori gli apri
fondazioni e le sostenne e le sviluppò )).
funzione di due vestizioni religiose. Vidi per
Ita il veneratissimo Don Rua - ricorda Suor
in occasione della mia
Veneto. Ebbi una santa
O Successore di Don Bosco sin dal
iscendeva dalla carrozza
abile sorriso e con la
alche-momento dopo compare un
il salesiano Giuli che s'avanzava per baciargli
dre, come se vedesse
iuoIi, gli protende affettuosamente
! Juli, Juli, come va, come va?,,
ersonaggio e personaggio. Fatti
casa, sempre circondato dalla
n tratto si ferma, si volge verso
cortile e come se salutasse un gran perso-
hina riverente e con
del cielo nella sta-
parte al saluto. La folla che
statua pareva dovessero to-
al venerato Padre l'avvertenza della Madonna, ma il
ontaneo e fer-
i esclamare: -&' veramente
to! - Tanta ammirazione aveva destato il suo saluto,
ce ma cordiale, dato alla Madonna)).
prosegue la cronaca -
pel cortile e godono del grazioso giardino
statua di Maria Ausiliatrice, frutto delle
elemosine, poi sfilano nei salone per assistere ad una
esta accademia d'occasione. S'intrecciano armonie e
ponimenti gentili; si offrono doni in buone somme e in

6.6 Page 56

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- 100 V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
preziosi oggetti d'oro e d'argento; si applaude, si go
vive coi santi.
17 giugno. - Verso le 740 il sig. Don Rua
S. Messa e distribuisce la Santa Comunione aiia
a cinque bambine che si accostano per la pri
Banchetto degli Angeli e a tutti gli intervenuti... Pas
mattinata ascoltando questo e quello; accettò le offerte
signora Bettina ved. Sartori per l'impianto della nuova
brica, e, preso un po' di ristoro, venne accompagnat
carrozza, verso mezzodì, al Cotonificio Collalto, dov
giovinette operaie l'accolsero con la polenta in mano,
con il filiale affetto in cuore. Don Rua è passato fra d'
facendo del bene D.
Madre Cfelia Genghini, che era allora direttrice a C0
gliano, ricorda che il Servo di Dio ((passò la
il sac,erdote salesiano addetto al collegio. Chi
segretario, appena entrato in casa ci awe
un buon letto, chè il buon Padre era st
procurargli anche un cambio di bianch
da quafche settimana non aveva avuto. E il
ci disse che il letto forse neppure l'aveva prov
che& non era stata toccata. Da buona figlia
bertà di movergliene lamento; ed egli, sempre pater
sorridente: "Oh.! grazie, grazie! Don Rua pub stare dei
senza disturbare per queste cose, e state pure t r a ~ ~ i lclhaè
riposato bene e che non abbisogno più di nulla ,,I).
(( All'estate - osserva Giuseppe Balestra - si cambi
di biancheria ogni settimana come è l'uso délla Casa; 2111
verno ogni quindici giorni»; e, ci diceva Suor Maddale
Suppo, la rimandava al bucato quasi sempre pulita, come
l'aveIsnsequpeolrlt'aantanoun-giporronsoegaupepeMnaa!dre Clelia Genghini
<<serpeggiaval'influenza così detta degli orecchioni, ab
stanza maligna e senza alcun riguardo
gli adulti.ti.Primo rimedio preventivo era n
non avere che fare con i colpiti; ma una s
costanza, tutta a vantaggio del collegio, im
tima
già con alta febbre addosso
Ifl Austria e in Polonia, e nel Belgio
IOI
elio stesso giorno, e a &e di trattenermi
1 tempo necessario all'uopo; e il malanno
i si comunicò sollecito e rabbiosetto, quando
otizia del passaggio del sig. Don Rua. Non c'era
e tanto meno da pensare all'influenza.
0 Don Rua, fu SUO primo pensiero d'intere+
ia salute, senza mostrare di supporre il. caso
er non turbare la serenità della turba giovanile
a; ma, all'ora del pranzo, disse ai com-
un bel dissimularlo, ma si capisce che [a nostra
ha I'inJuenza per tutte le altre! si,per tutte le
6 la pagherà per tutte, e p3 nessuna di questa casa
Oh! Maria Ausiliatrice sa molto bene quello che
on Rua, così fu, mentre in città il
nfierire per qualche tempo ancora >).
omento della partenza - ricorda Suor Rosina
l'affare fu un po' serio, tante erano le persone
rl0 ancora; salito poi in carrozza
e i cavalli a mano e farsi largo tra la
non ancora soddisfatta in gran parte, 10 volle se-
stazione, salutandolo fra gli evviva i).
ri0, aveva la consolazione d'ossequiare
rari, Svampa, Boschi e Vannutelli e
i, venuti a Torino per prender
arie della Consolata, che si svolsero
i restauri e degli ampliamenti del
o e un triduo solenne, dal 18al 20 giugno, e Tiusci-
'indimenticabile manifestazione di pietà e di fede.
orino e tutto il Piemonte non potevano meglio riaf-
l'antichissima devozione alla celeste Patrona; e il
i Dio, non solo partecipò come sempre alla solenne
one, ma volle che Ia nostra schola cantorum pren-
aite alle funzioni pontificali del primo e dell'ultimo
del triduo, e la banda musicale alle feste esteriori
svolsero contemporaneamente.
ppena giunto a Torino, premurosamente preannunziava
rettori delle case del Brasile il viaggio immifiente di

6.7 Page 57

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102
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
((Mi venne comunicata la notizia che fra breve
signor Scalabrini, Vescovo di Piacenza, verrà a fare u
gio nel Brasile. Egli è il fondatore di una Congregazi
sacerdoti che ha per iscopo l'assistenza degli emigra
liani. I suoi sacerdoti devono già avere parecchie
parrocchiali in cotesta repubblica, come pure vari
menti in favore degli emigrati italiani. Egli è ferv
che col benessere materiale dei nostri emigrati
tenerli fermi nella nostra santa Religione e nei
10, avuta la notizia del prossimo suo viaggi
a visitare le nostre case facendogli sentire che ci sti
fortunati se accetta tale invito, e specialmente se si
di prendere ospitalità nelle nostre case.
P Ora ve ne do awiso, afKnchè se per buona ve
viene a vedervi lo accogliate con quei cord
riguardi che ben si merita come Vescovo, come protet
dei nostri emigrati, e come zelante apostolo. Fategl
perchè si degni di accettare la vostra ospitalità, specie
città dove non ha casa di sua Congregazione. Procurat
gli conoscere particolarmente quello che anche voi fa
favore degli emigrati italiani e dei loro fig
che andate facendo per la conservazione e propagazi
lingua italiana in coteste regioni. Saranno notizie che
ranno piacere a Sua Eccellenza Revima, che certo
cherà al suo ritorno d'informarne chi di ragione, se
ufficialmente, almeno ufficiosamente, nelle familiari
versazioni.
>)Iopoi, quanto farete per lui, lo terrh come fatto per
e volentieri sentirci da voi stessi le notizie delle sue visite..
I1 22 giugno era a Casafmonferrato, e il 23 a Tor
per la festa di S. Giovanni, che rendeva sempre
nello stesso affetto e nella stessa venerazione i
figure di Don Bosco e di Don Rua. L'awocato Stefa
Scala disse che se Don Bosco era di ieri, Don Rua era I
Don Bosco d'oggi; e si ricordava con gioia la terzina d
Dante in lode di S. Domenica e di S. Francesc
Dell'utPdird, però che d'ambedue - si dic
quale uom prende, - perch' ad un filze fur l'opere s
- In Austria e in Polonia, e nel Belgio
103
on Francesia, accennando
iugno si celebrassero S. Giovanni e S . Michele,
eva insieme la festa di Don Giovanni Bosco e di
Rua, inneggiava anche all'Arcangefo cantando:
abreanfdedo.e.l.e
T'onora in queste mura
ma, dolce e venerando,
al
a
ciel
noi
dilette,
manda
candele votive che ardono continuamente ai
aria Ausiliatrice, scolpiti da Angelo Pietro Berton.
e alla festa era anche il Vescovo di Meliapor,
o di Dio gli aveva pro-
i missionari ad aiutarlo
vanni, Don Rua partiva nuova-
, ed altre a Tirano e a
ontro il Clero e un gran numero
iana l'attendeva una larga rap-
lesiani - scriveva il Corriere della Valtellina -
sono in Sondrio cooperatori e ammiratori delle
serena. Ed egli, il venerando
, passò in mezzo a' suoi figli come una visione sor-
i quei sorrisi che sono come raggi di luce piovente
ima buona, beata, tranquilla,
a, applicata ai bisogni mo-
mente diretta ai cooperatori
queste e quelli abbiano
lo, facendosi apostoli del-

6.8 Page 58

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'04
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
l'opera salesiana. E la sua parola fu ascoltata con r
attenzione, con venerazione filiale. Si ascoltò i
non l'oratore eloquente, altisonante, dalla frase elo
smagliante, ricercata; ma l'uomo apostolico, che
gamente bevuto alle sorgenti del Vangelo e tramutato z
e sangue lo spirito di Cristo, questo spirito attorno
con la parola riboccante di celeste unzione, parola che v
rettamente ad impossessarsi dei cuori che l'ascoltano con
plicitd d'animo e rettitudine d'intenzione.
a Martedì mattina (il 28) Don Rua parlò nella chie
S. Rocca a buon numero di cooperatori salesiani e di s
doti accorsi da varie parti della Valle. I1 giorno di S . P'
nella Chiesa Collegiale disse brevemente le lodi
degli Apostoli, cedendo poi la parola a Do
tenne conferenza agli amici delle Opere di Do
ecco i brevi appunti delle parole proferite dal Servo di
« M i fu detto che voi desiderate sentire qual
cessore di Don Bosco. Ben volentieri aderisco all'i
a poche parole, giacche dopo me altro bravo pred
tenervi >>: e raccomandava l'amore e la devozione al Papa.
nostro Gesù Cristo ha detto a S. Pietr
pietra edi$chmd Ia mia Chiesa, e le p
contro di essa e a Te dard le chiavi del
dmeiai 'paogtenreillpi,epralsacoslaalvleezmzaiedpeellceoraenlliem!.e... Ecco a
magistero nella Chiesa. Lo incaricò adu
della infallibilità con quelle parole: -
Pietro vive nei suoi Successori: dunqu
colla piena adesione, colla venerazione
« I1 veneratissimo Don Rua - ricorda Suor Torelli Gi
ditta - visitò la casa di Tirano il 28 giugno 19
tra noi pochissimo, poichè aveva visite importanti da fare
ed il treno ripartiva presto; e c'invitò ad andar noi a Sondrio
il giorno dopo, festa di S. Pietro e Paolo. Andammo tutte,
e, dopo il pranzo, con delicatezza lasciò tutti i signori (circa
una sessantina tra sacerdoti e signori), venne con noi, e
s'intrattenne a lungo, come ;se fossimo solo noi oggetto delle
sue occupazioni. A ciascuna in articolare lesse un pensiero
Awtria e in Polonia, e nel Belgio
'05
ci diede la bene-
re riboccante di
verso Dio, per averci dato un padre tanto
iene di rispettoso e santo affetto pel venerando
dell'asilo si recarono con le suore a rappre-
ro compagni, portando fiori e Iavoretti che il
io accettò benevolmente. I lavoretti, da lui firmati,
stribuiti ai commensali, che furono felici di ri-
ricordo dalle sue mani.
spirituale di Gordona
, ci scriveva: ((10ebbi la fortuna di avvicinare
Sondrio e rimasi meravigliato della semplicità
a viaggio. Incontrando
sorrideva e li toccava con quelle mani stecchite,
e doveva essere nella
un contatto spirituale più che sensibile, tanta era
con cui calava e poi rialzava la mano da sul capo.
parlare in privato e nella conferenza m'impressionò
enza con cui ripeteva il nome di Don Bosco. Quasi
'il nostro Don Bosco,,.
vigliava poi la confidenza con cui cercava aiuto per
oti presenti avremmo
erta nel chiedere aiuto per le opere buone,
suggerirne i mezzi )>.
Como. Recatosi a visitare S. E. Rev.ma
o d'asceta consumato dal
in mezzo a mille pene,
Egli è colui che l'altezza

6.9 Page 59

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-... . ...
A
-----
Io6 VI s~~~~~di~D~on~~Bosco - Secondo decennio
delride@sa vestire della venustà più seducente, e
$dando nella marcia ascendente dell'opera sua,
di ~ i cor~re o,vunque è 'necessario maggio
fonda case, fitituti grandiosi, circondando di riverenza t
italiano 1).
< ( c~he ~10 viedemmo ieri - scriveva 1
gano ci
attratti verso di lui da
stibile; a lui domandammo di essere benedetti, e
noilo furono tutti i nostri buoni lettori
una speciale benedizione e con essi il UOS
dedichiamo le nostre forze)). Visitò 1'0
Mans. Vescovo lo trattenne per più di due ore1);e.
aver ossequiato varie famiglie, alle 7.,30 pomeridiane
tiva per Balerna.
xvi prese parte ai festeggiamenti che si svolsero C
poraneamente in onore del Sacro Cuore di Gesù e
Luigi,,Era l'ultima domenica dell'anno scolastico, e a
tino celebrò la messa della comunione generale, rivolge
agli alunni le più care esortazioni.
a ~~~b da questo ciborio dice anche a noi quello che diss
~~~Maaria Margherita Alacoque: - ECCO quel Cu0i.e che ha
amato uomini ed 2 casi poco riamato! )) -, e li spronava a
nell'amore di Dio.
~ ~ is~tituì qulesto At ugust~issimo~S
sempre
y~~
tco~n-~neoi~lieed~soe,rstsajevra!e
nostro cibo: - Venite tutti
n~on solo a non meritarsi mai
a
i
di ~ ~ma ~a recùarsi a, visitarlo in chiesa, ad assistere
alle funzioni religiose, e nelle feste e nei gi0
a quando a ,quando ai Santi Sacramenti, e
M~~~~con tre disposizioni: «con Umiltà,C
Egli regni sempre nel nOStt'0 cuore ».
Alla sera tenne, come soieva, un caro ~anegi
di S. Luigi.
<I S.
è un g/an giardino di fiori, e io ae ne Presento un P
Entriamo in questo giardino e sentiamo un ~<ofumsooa
simo,. vedrete quante sorta di fiori!.;.>) ed accennava gerani,
magnolie, ai gelsomini, alle violette, alle margheritine, e, a un ce
puntq, anche a un'erba odorosa, il basilico, ciob « l a Pietà, la dev
,ione,quella virtù che 2 utile a tutte le cose))e descriveva la pie&
1%A ~ t y i ae in Polonia, e nel Belgio
la lunghezza sua nell'orazione, ed insegnava come
0 era a Basilea. Atteso alla stazione da
te le pratiche per una nuova fondazione sale-
e l'accolse con fa massima cordialith e affabilità,
o la madre e le sorelle, e volle che dèsse loro la
e la cera per il Sknore n.
era la prima volta che il Servo di Dio godeva della

6.10 Page 60

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- V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
- ~ h a!h!..., - insistè con un gesto Don Rua
per dire che era dawero una grazia.
Anche nel 1902 la stessa religiosa tornò a parlar di
al Servo di Dio; ed egli le ripetè .che sarebbe viss
lungamente, ed insieme aggiunse con serietà: -
Don$, se verrete ammalata, non sarà nulla; prendetene
non
sarà nulla!
In quel momento (nel maggio del
1890) - proseg
suora -ci recavamo presso le allieve, alle quali il caro
Rua andava a tener una conferenza, e mi domandò: -
pue siete contenta di vivere ancora a lungo? - Io ne aP
fittai per chiedergli, se quanto mi aveva detto Prl
significava che sarei morta all'improwiso, ed egli C0
segno di testa mi rispose di sì.
Mentre camminavamo, una Suora COnVersa che
appresa la notizia della morte della mamma, la comunic
Don Rua per raccomandarla alle sue ,preghiere. Ed
fissando la suora, le chiese: - Vostra madre ha ricev
Santi Sacramenti?- Sì, Don Rua. - vostra madre non
più bisogno di preghiere, ella è in cielo! - Grande fu
consolazione della poveretta.
n Nel 1893 Madame Van den Dranden, religiosa cori
aveva ricevuti gli ultimi Sacramenti. La superiora, Mad
de T'Serclaes pregò Don Rua a farle una breve visita.
malata aveva già forte il rantolo. - Don RW disse l? SUP
riora, non potrebbe far qualche cosa per lei? - Si avvicinò
letto e domandò alla morente: - Avete fede? - c e r a
ritratto di Don Bosco appeso al muro. Dopo una rispost
il santo sacerdote congiunse le mani e le died
la benedizione; e sull'istante, posso affe-rmarlo perche
ero presente, il rantolo cessò. Ci domandavamo: - E
guarzgione, o la morte? - Grazie a Dio, Madame Vari d
Dranden ricuperò sanità e forza, e suo fratello Vari
Branden de Reette testimoniò la sua riC0xIoscenza a Ma
Ausiliatrice e a Don Bosco, invocato dal Superiore
,> Salesiani.
Nel 1 9 0 ~Don Rua ci onorò d'una terza visita. Su
Margherita, conversa, giaceva nell'infermeria. La rev. S
Austria e in Polonia, e nel Belgio
109
i voler benedire l'ammalata, ed egli lo fece
rdinaria. - Oh! suora, le disse Don Rua, voi
... Dorerete ancor per molti anni; ma pur bisogna
veroPer guadagnare il paradiso? - La buona
ito dovette subire un'operazione, ma guarì,
ggiosamente e allegramente [e moriva il 10
Dons attesta anche, che quando il Servo di Dio
disse con tutta serietà: - Se verrete ammalata,
a da nulla, prendetene nota, sarà una cosa da nulla!
ene, e prosegue: <<Nonaveva compreso ciò che
dire, quando la vigilia di Natale fui colpita da
monite e così gravemente, che tutto fu disposto
istrarmi gli ultimi Sacramenti. Allora mi ricordai
aveva detto il caro e venerato Don Riia, e pur
0 la gravità del mio stato ero certa che non sarei
uglio 1904 Don Rua ci fece pur troppo l'ultima
u nostro ospite per tre giorni. E fu allora che gli
ai se avrei ricevuti i Santi Sacramenti in punto di
Iddio non suo1 comnnicare coteste cose! - fu la
. - Ah!... io bramerei tanto saperlo! - Ebbene, si,
1 aggiunse con un gesto che aveva l'aria di dire: poichè
saperlo, eccolo! )). E Madame Dons, colta di nuovo
co-polmonite, dopo qualche giorno moriva improwi-
e. Si parlava di amministrarle gli ultimi Sacramenti,
0 si spense d'un tratto con la più grande serenità,
o dicembre 191g!... Quel mattino aveva fatto la S. Comu-
e! e quindi si poteva dire, attesa la breve distama,
eva ricevuto anche i conforti religiosi. Per un'anima
ta che temeva tanto la morte, tornò di gran sollievo
curazione di Don Rua che non avrebbe sofferto andan-
incontro, e sarebbe morta all'improwiso, e in grazia
'8 luglio giungeva a Tournai, accolto con la più viva
ma. Anche molti ex-allievi di Lilla corsero ad asse-
o. Ed ebbe la consolazione di benedire il nuovo edifizio
per la carità dei benefattori, perchè l'istituto pochi

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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. <,..,",...,,.~ .~ ,,: ~ ~ ~ ; ~ , 2 ; . , ~ : . " ~ < ~ 7 .M ' z !-z.---
-
110
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
anni prima era stato devastato da un incendio, e ten
allievi un carissimo fervorino prima di amministr
S. Comunione.
Visitò anche Gand, e con i confratelli di Tour
Gand si congratulava per il buon andamento dell'op
e li incoraggiava ad amare gli allievi, a compatirli, a
..
volentieri per essi. Se pel passato non avevano potuto
piere tutte le pratiche di pietà regolarmente, procura
di farlo in avvenire, e ricordassero sempre 1
Messis quidem multa, operarii autem paun',,; e pe
ressassero a procurare buoni salesiani, anche coadiu
tra gli alunni studenti ed artigiani.
L'II partiva per Maltebrugge, ed avanti l'orfanot
trovò un gran numero di sacerdoti secolari e regolari, acc
a salutarlo. Tenne conferenza ai cooperatori, ed
di particolar devozione dal Vescovo.di Gand e da
tore della Provincia. Gli allievi, come « ama
d'affetto e di riconoscenza all'amatissimo Padre e Supe
gli offerserouna bella corona di Sante Comunioni e di
secondo la sua intenzione.
Il 14 era a Lippeloo per visitare la nuova fondazione de
Figlie di Maria Ausiliatrice. tr Nlolte persone si
senti alla festicciuola fatta per il suo ricevi
dell'asilo eseguiscono qualche canto, recitano
e qualche complimento. I1 buon Padre ring
mente, imparte la benedizione papale, e distribuisce la
daglia di Maria Ausiliatrice a tutti i presenti
signora Moretus. Fece e ricevette visite i
l'indomani mattina celebrò nella cappella
rivolse Ioro~alcune~paroldei paterna esortazione sul tes
applicato a Maria SS.: "Mettetemi come
cuore e forza del vostro braccio,,.
« L a sua visita a Lippeloo - ricorda
Gombeer - fu molto breve; i nostri benefattori lo circo
darono di tanto rispetto, venerazione e
dovette andare a visitarli, di modo che a
che alcuni minuti per parlargli D.Suor Matilde M. Meu
allora postulante, ((persuasa che fosse un
~hitra'ae in Polonia, e ne2 Belgio
III
che aveva paura di non perseverare nella
aie si sentiva tuttavia molto felice, e il
spose: ((Figliamia, voi persevererete, se
edimte));e perseverò, ed è direttrice a
Wachter Virginia - era ancora
onato e aveva un gran desiderio d'essere Figlia
liatrice; ma, causa la mancanza di salute, non
e. Quando venne Don Rua, gli dissi la mia
Se i1 buon Dio vi vuole qui, .voi
nzolto Maria Amiliatrice, io v i
farà i1 resto. - Qualche
è economa nella
crive Suor Gillio ~Marghe-
on Rua venne a farci una
naaricucnaasicgandourtaa,.laInquutaillei
chi0 era così ammalato
a Povera signora non poteva più.fare un passo, e
leva scendere in giardino era costretta a farsi
16 aveva fede che se avesse potuto posare in un
Rua; sarebbe guarita.
dare a dormire in casa
, senza rifare il letto,
n Rua la notte avanti
n f u delusa; la sua
antità circondava
r visitare il Car-
'ci e molti benefattori, tra cui il Vicario Gene-
vo Mons. Rutten, e il deputato Dallemagne,

7.2 Page 62

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V I VI s~2l~cessordei Don Bosco - Secondo decennio
furono lieti d'assidersi a mensa con lui e di a
rappresentazione del dramma: Ad Golgotham di Do
cesia e del Le Malade imaginaire del Molihe.
(( Giunge il venerato sig.
cronaca delle Figlie di Maria
ADuosniliRaturiace--lepggia
case salesiane, e si degna di venirci a vedere nella
sera del suo arrivo. All'indomani... vi è un'accademia
dagli studenti in suo onore... )>.
11 17 (( abbiamo la fortuna di assistere, nel1
pella, alla S. Messa celebrata dal venerato P
si degna di far poi colazione con noi, e
racconta della miracolosa guarigione)) del chierico C
otto mesi era senza voce e, ali'inaugurazione della la
commemorativa dell'Incoronazione di Maria Ausiliat
d'un tratto ricominciò a parlare come prima. 4 Ci racc
inoltre due altre guarigioni dovute all'intercessione del
stro Padre Don Bosco. Ci parla pure di Mons. Cag
e ci dà varie notizie della nostra Congregazione.
) ) ~ l v i ~ d ~ m a1n8il,uglio, i1 Comitato delle Dame
italiani e pro indumenti si riuniscono in una
del19istitutosotto la presidenza di Mons. MonchamP
Vincenti salesiano. Don Rua felicita le generose
fattrici e loro imparte la benedizione accordata dal
Padre, p a l i cooperatrici salesiane. Nella stess
ora de1l1indomani, ciascuna di noi ha la fortuna
ricevuta privatamente; e il 21 dello stesso mese altra v
assistiamo alla Messa del venerato Padre, il quale ci fa P
la meditazione. Svolse le parole del Divin Sa
messe è molta; ma gli operai sono pochi, e, tra
manda di pregar molto perchè il Signore S
di mandarci numerose e buone vocazioni missi
t ~~1 frattempo era stato a visitare la casa di V ~ v i ' e r s ,
recava anche alla nuova casa di liue St-Laurent, e
Hechtel, a Cologna, ricevendo domande di nuove fondazi
in ogni parte.
Agli alunni dell'oratorio di Verviers parlò affettuo
mente di
pare
Don
Bosco:
che vi
parliladiplruimi..a.
volta che vi parlo, e
Di modesta famiglia,
fi
e in Polonia, e nel &&io
e unire la pietà e la virtù alla gaiezza ed
e piacciono tanto ai giovani 1); e narrava la
a riportata, col saltimbanco a Chieri... Evi-
Quanto alla partecipazione delle vostre famiglie,
chiesto prima, avrei dubitato a dare il mio voto;
a è fatta, afilaudo. Continuate a conservare il
ircolo cattolico, di religone, di pietà, auzic,@ di
10 dico a nome di Don Bosco, suila cui
ETERA TOLLE 1).
elle raccomandazioni insistenti che fece in questo
l'unione cordiale tra i confratelli, colrevitare tutti
t0 di riforma ed ogni critica ai costumi dei paese,
e1 luogo.' anche la coccarda di nazionalità.
stiana, sulpesempio di Don Bosco, deve uniie in un
e in un'anima sola i Salesiani di ogni nazione)).
li ex-allievi nell'Ora-
per il gran numero
ltri essendo ecclesiastici ed altri laici
nel medesimo giorno, era cornin-
na in giorno feriale,
i nelle diocesi subalpine, g& ricchi

7.3 Page 63

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- 114 V I Successore di Don Bosco - Secondo decennio
e chiassosa allegria, uno scoppio di festa
ricordare con enfasi le vicende della vita del C
narrarsi in tutta confidenza le awenture incontrat
- mondo, le proprie occupazioni e lo stato di famiglia.
Tutti poi si avvicinavano al sig. Don Rua
vecchi collaboratori colla gioia dipinta n
anche lasciando cadere dagli occhi lacrime di
e Don Rua
simi amici
e
e
ifivgelicucohlii..s.uperiori
parlare
ad
essi
come
a
I l can. Berrone disse dover presiedere e regnare so
in mezzo a loro la riconoscenza a Don Bosco e al suo
cessare... I1 can. Ballesio e il prof. Fabre mostrarono g
lievi di Don Bosco doversi far conoscere per tali in
tempo colla professione aperta di quei principii e colla
tica di quelle virtù, che furono loro con tanto
cate da quel santo educatore. A questo patto solamente
essi mantenersi buoni cristiani, cittadini onesti ed ese
padri di famiglia i).
I n agosto doveva recarsi ai festeggiamenti per il IXO
tenario dell'Abazia di Fruttuaria e l'anno XXV dell'O
di Don Bosco a San Benigno Canavese, ma ne fu impe
per leggera indisposizione.
Alla distribuzione dei premi nell'oratorio
con gli alunni promossi e premiati, e: « Achi non
promosso - aggiungeva - presento le mie con
coraggio a studiare alquanto in queste va
vi favorisce. Voi andate in vacanza per
vacanza per la pietà... non per l'obb
studi NULLA DIES SINE LINEA. Coraggio ed a
A mezzo dell'Eminentissimo Card. Ra
nostro Protettore, aveva umiliato al
guaglio sullo stato della Pia Unione dei Cooperatori,
loro numero ognor crescente, e suiralacrità del loro ze
edificante e generoso, mosso dalla più
dopo i recenti viaggi compiuti attraverso l'Italia
nale, l'Austria-Ungheria, segnatamente nella provincia del1
Galizia, la Svizzera e il Belgio.
E il Santo Padre Pio X, che aveva per Don Bosco e l
..
un affetto ed una deferenza particolare,
rafo, che rimarrà la più
i ciò che aveva detto
in occasione del IoCongresso Salesiano tenutosi
rezioso documento:
o F21io Michele Rua, sacerdote e Rettor Maggiore
à Salesiana, Torino.
Figlio, Salute ed Apostolica Benedizione. - Se
proporzione dei meriti,
o affetto Noi dobbiamo mostrare pubblicamente a te,
tempo vediamo come la Società Salesiana tenda,
arrestarsi, a vanti sempre maggiori.
ell'illmtre personaggio, nel quale risplen-
di ogni cristiana virtù, prinkpalmente della
ente affaticandosi solo a promuovere la gloria
apportò sommi vantaggi alla società civile,
te delle anime intraprese molte opere in
non trascurando menomamente l'indole
e traggono, chimansi
ta dalla tua testimonianza. Ciò mostra
tà Salesiana, il che torna di lode ed
a al popolo cristiano, pwchè
ale di esso, provvede anche al
ce tuttavia raccomandarla più
mistiano, e ad ogni diocesi e
vogliano nutrire verso di lei
esta ragione particolare, che
truire cristianamente la gio-
con mirabile vantaggio dell'umano consorzio.

7.4 Page 64

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..,., .,..,-.,...~.-...<:,.< ,-:.,,:-::-..:.'-:>-7 : ..>., .:a~ .,~..~ <. ~ ~ : ; ~ - ~ ~ - - -
116 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
>)Infattia, ttesa la condizione dei tempi,
l'educazione della gioventù sia la cosa sopra di ogni
portante, la quale, come sempre stimolò potentissim
Nostre cure, cosi pure deve indubbiamente sp
fedeli cristiani a giovarsi a tal $ne di ogni sorta di a i ~ t
questi faranno cosa ottima ed efficacissima, se dando il
all'Unione dei Cooperatori, aumenteranno il numero
ascritti alla Famiglia Salesiana, poichè siffatta cooper
sarà ad essi e all'Unione di grandissimo vantaggio, e ad
nessuna molestia. E siccome ai Cooperatori Salesiani non
m, una singolare e specialissima dimostrazione di part
affetto da ambedue i Nostri predecessori, Pio I X e Leone
di felice ricordanza, sopra tutto coll'elargizione delle
indu&nze, Ci piace ripetere e rinnovare queste stesse t
nianze di aSfetto; e per questo Noi p
dell'animo concediamo alla suli~data
tutte le indulgeme e privilegi già per lo inn
dall'intimo del cuore facciamo voti, che
Unione dei Cooperatori, tanto illustre per eccellenza di me
e che in breve tempo, siccome ci fu rqerito, ha raggiunto il
mero di quasi trecentomih associati, prenda di giorno
incremento maggiore, e la Dio mercè arrivi a tale che
tutto sia nelle città, sia nei villaggi, o sia
Fondatore dei Salesiani o se ne coltivi E'amore, Cresca di
a ciò cooperando sopra tutto lo zelo dei V e
Nostra benevolenza per la Società Salesiuna sia pur test
l'Apostolica Benedizione, che a te ed a ciascuno dei suoi
bri impartiamo col più vivo affetto nel Signore.
))Datoa Roma, presso S. Pietro, nel giorno 17 agosto
l'anno 1904,secondo del Nostro Pontificato. - PIUSPP.
11 Servo di Dio da qualche tempo so
enfiagione alle gambe, senza farne gran caso.
Dal 23 agosto al 13 settembre si t
Generale al quale convennero gli ispettori
e scrupolosamente si seguirono tutte le
stabilite.
La durata basterebbe da sola a far comprendere qua
Austria e in Polonia, e nel Belgio
117
uanto impegno si trattò nelle adunanze. Fu
tolo che si celebrò durante la vita del Semo
' presero parte anche Mons. :Cagliero, Mons.
Mons. Fagnano; e a questi intrepidi missionari
ella famiglia salesiana, c'istruirono - diceva
colla loro sapiente parola, ci edificarono col-
loro virtù, e ci fecero sempre più apprezzare
ere figli di Don Bosco...
nforto poter affermare che una calma im-
a carità vevamente fraterna ed un'esemplare
za in caso dipareri diversi furono le note ca-
di quest'ultimo Capitolo Generale, onde uno dei
anziani ebbe a scrivermi che tali adunanze erano
ente scuola di sapienza, di umiltà e di carità)).
Ù volte al giorno il Servo di Dio si recava a visi-
ba'del Padre e v'indugiava in lunga preghiera, e il
pio era ammirato e imitato da tutti, tanto che potè
lo commovente il vedere tutti i membri
e Congresso, nei momenti liberi da altra
e, accorrere presso la tomba che racchiude le spoglie
Don Bosco, fermarsi lungamente a pregare, e con tal
da farci credere che a qzlella fonte essi andassero ad
il vero spirito Salesiano ed i lumi necessari per la solu-
oblemi che erano loro proposti. Non dirò
affe~mandoche noi si viveva in comunicazione continua
O Padre. Qual meraviglia perciò se a nzolti,
meglio, a tutti fosse nata in fondo alla mente la cu-
di sapere in quale stato si trovasse dietro quel freddo
o la sua salma?
'erano non poche difficoltà, ma felicemente superate
Trione, il Servo di Dio potè annunziare
3 settembre avrebbero riveduto le vene-
spoglie mortali del Fondatore.
11 feretro venne trasportato nel gran salone al pian
no del nuovo fabbricato. Quivi, dopo essersi celebrate
e messe in suffragio dell'anima sua benedetta, verso
/, venne scoperta la bara, e gli occhi di oltre duecento

7.5 Page 65

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- - 118 V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
persone si fissarono nella salma del nostro buon Pad
per circa 17 anni non avevano più visto. Fu trovato ass
conservato; era intatta la pelle e la carnagione del volto
mani. Erano però scomparsi quegli occhi che tante volte
vano mirato con ineffabile bontà, e stava pure alquanto
la bocca per l'abbassamento della mand$ola infmiore;del rest
figura di Don Bosco conservava ancora qu& tutti i linea
di quella fotografia che era stata presa il giorno della sua m
Ci rallegrammo senza dubbio per averlo trovato in tale
ma ad un tempo stesso ci afflisse non poco il vedere
morte passando aveva pur lasciate tracce profonde in qu
venerate sembianze.
S. E. il Cardinal Agostino Richelmy, Arcivescovo no
Ven.mo, volle trovarsi presente allo scoprimento della to
assistito da due Rev.mi Canonici della Metropolitana, i q
avevano fatto parte del tribunale ecclesiastico,incaricato
processo di Don Bosco. L'autorità municipale di Torino
rappresentata dal do@.cav. Bestente antico alunno dell'O
torio P.
Tale ricognizione si fece in forma privata, colla spera
che si sarebbe presto rinnovata in forma canonica, prima
procedere alla beatificazione dell'amatissimo Padre.
I1 Card. Richelmy ebbe la bontà di rivolgere affettuo
parole ai membri del Capitolo dichiarando: <( Dopo la via
al Padre è opportuna la visita ai figli)), e cordialmente li b
nedisse: {(Regniin tutti lo spirito di orazione, di mort$ca-
zione, di umiltà per cercare unicamente le benedizioni dello
Spirito Santo che aleggia sopra di voi)).
Fu un Capitolo memorando. Le importanti deliberazion'
che si presero vennero divise in due categorie, la prima
così detti articoli organici, da sottoporre all'approvazi
della S. Sede, dopo la quale sarebbero stati quasi altrettanti
articoli delle Costituzioni, o meglio il loro compimento e
l'autentica interpretazione; la seconda delle deliberazioni di
carattere direttivo o disc$linare, ossia quanto l'esperienza
aveva suggerito per conservare fra noi intatto lo spirito del
fondatore.
L'interessamento e l'esemplarità del Servo di Dio rima-
Austria e in Polonia, e ne2 Belgio
119
imenticabili. Ebbi - nota Don Anzini -
di rispecchiarmi in Don Rua, ammirarne
rbabile, l'attenzione con cui teneva dietro
scussioni... ed ogni tanto la sua voce conciliava
e, dilucidava i dubbi, raccomandava la calma,
allo spirito di Don Bosco, e penetrava nei cuori
arecchi confratelli, ispettori e delegati, che di-
uando .parla Don Rua, è finita ogni questione!...
che dovendosi trattare dell'elezione dei Visi-
pettori e del loro funzionamento, Don Rua parlò
ella necessità di queste is~ettorie,ma ci tenne a
ire che le nostre Ispettorie non corrispondevano
e di Don Bosco alle provincie degli altri Istituti
i, perchè Don Bosco voleva che tutta la sua Congre-
fosse sempre una sola ed unica famiglia e non già
zioni di famiglia quante le Ispettorie, quasi legate tra
più solo dal nome. Insistè molto su questo pensiero...
a che i suoi figli un po' per volta si provincializzassero
le Ispettorie divenissero autonome dal centro, che è
or Maggiore >) col suo Capitolo.
a sua parola aveva sempre una particolare efficacia,
rante questo Capitolo memorando oso dire che pene-
cuori e li muoveva a piacimento. Certe discussioni
tanto accalorate, vive, per le ragioni convincenti che
vano da ambe le parti, da doverle credere intermina-
insolubili. D o n Rua ascoltava a lungo e dava ragione
i particolari, recati a dimostrazione d'ambo le parti;
uando vedeva che tutt'e due le arti stavano per trin-
con l'intento di non cedere per nessun conto, rias-
a in modo lucido ciò che erasi detto dall'una e dal-
parte e poi traeva la conclusione alla quale aderivano
i, perchè, pur non essendo la propria, non era neppur
a dell'awersario. Sapeva.cogliere ciò che v'era di meglio
ambe le tesi sostenute e fonderlo in un tutto nuovo, che
lnleerdaispcoussssiiboinlie>n>on. accettarlo. Egli era il vero regolatore
(< Ricordo in particolare - aggiunge Don Rinaldi - il

7.6 Page 66

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- V I Successove di Don Bosco - Secondo decennio
Capitolo Generale del 1904, quando cominciava
i primi sintomi degli errori conosciuti poi col nom
dwnismo e cercavano di penetrare anche nella nostra
gazione. Diresse i lavori del Capitolo; coi ~rincipii
Chiesa cercò di soffocare queste idee nuove, confortan
sue osservazioni con le istruzioni che furono già di
Bosco. Ogni giorno era sempre un'osservazio
mirante sempre a quello scopo, e per grazia di Dio la Co
gazione non ebbe a subire defezioni a questo riguardo,
ebbi, alla morte del Servo di Dio, dalla bocca di
l'assicurazione che nulla aveva a lamentarsi della Cong
zione su questo punto )).
Durante quel Capitolo - annota Don Mana
<<mfiece entrare in camera per parlargli m
piedi dalla città. Ma siccome mancava poco te
duta, chiese permesso di potersi frattanto medicare un
i piedi. Mi fece compassione, e non potei. a m
mare: " M a , signor Don Rua coteste gambe sono in ca
stato, ed ella non dovrebbe andare a piedi, sibb
letto,,. Invece di rispondere soggiunse tranquillo: " Il
si è che piantando il dito nel polpaccio atfiaio V
senza che la carne abbia la forza di pigliare la forma
Ciononostante non cessava di andare a pie
Generale però gli usava riguardi, ed il sign
dava notizie e norme per regolarsi riguardo alla salute
Don Rua. Fu allora preteso che egli non si alzasse per vota
ma solo alzasse la mano.
D Uscendo altra volta con lui per andare dall'Oratorio
Valsalice volevo prendere il biglietto pel tranvia. Mi diss
<'Abbiamo tempo per andare a piedi, ed affari da occupa
durante la gita; andiamo dunque a piedi,,. Quando fummo
ponte incontrammo un povero: " Vedi, mi
abbiamo giusto risparmiato i soldi del tramvia,
povero ,,. E così feci D. Era solito a far sempre così!
Ed anche allora - dichiara Giuseppe Balestra -
lebrava la Santa Messa con un fervore straordinario e
una perfezione ammirabile, nonostante il grave dolore
ne sentiva; qualche volta gli portava una seggiola per ten
-
- I n Austria e i n Polonia, e nel BeIgio
121
a S. Messa, gliela
predella dell'altare.
glielo proibiva il
. Soffriva Fon grande
il male per non affligerci. Una volta
co gli strappava la pelle dalla piaga ed avrebbe
are, moveva solo leggermente le dita delle mani.
ava da sè e, solo quando non poteva,
si io O il medico. Vari servizi finchè
sè. Di notte non mi chiamava mai;
era un po' ammalato, passava delle notti in-
do nella corrispondenza e pregando, recitando
e1 tempo - aggiunse Balestra - <<spi rovò a ser-
ri da ammalato affinchè non avesse
olirsi tanto stando a letto, ma non si potè indurlo
Se avessi da mangiare con la gamba che è ammalata,
ungerei da -ammalato! )).
sempre ammirabile!... <t Ho ammirato. - conferma
do soffriva di ulceri
per tanti anni. Era sempre
voro e dalle udienze, e ciò
lo Generale del 1904. An-
sopra un sofà, seguitava
ori e dei delegati, e ad
quel tempo, cedendo ai consigli dei medici e alle
iere dei superiori, accondiscese a tenere il letto per
e mese, e la notizia del suo incommodo venne comu-
ratori dal Bollettino.
l'estate e gran parte dell'autunno proseguì
sue mansioni, comprese le visite alle case,
osto si recò a Nizza, per la chiusura degli esercizi
a cronaca la dice ((rallegrata dalla pre-
rev.mo Superiore Don Rua, il quale, sebbene poco
e aderire all'invito e recarsi in persona

7.7 Page 67

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..
- VI - S U c c e ~ d~i~Deon Bosco Secondo decennio
122
a benedire le sue figlie, e rallegrarle, e incoraggiarl
sua Msanta~pairlo^~la^)^l. ,~Vic,ario Apostolico al Magallanes*
quest'episrJdio awenuto a quel tempo.
L ' 190~4 dom~andai~al sig~nor Don Rua di
corso teologico all'università Gregoriana di Roma*e
subito risposta così concepita: "Tròvati a Roma ai
per incominciare il primo anno di te
alla Gregoriana,,.
),loero venuto in Italia accompagnando S. E.
costamaeg, npraoprio allora, ero stato consegnato
all>&pettore di Cile, Don Luigi CoStamagna. Andai qui
- da loro a prendere congedo.
~~~~i~~~~Costamagna mi si lagnò Paternarnente,
chh io avessi fatto questo passo, senza il suo previo cons
venne Don costarnagnadisse che n'avrebbe parlato al sig.
un momento in cui ci trovammo in gruppo
R ~ M~ ,~ Co~stam~agna., Don Costamagna, e lo scriv
Eravamo sotto il porticato che sta dietro all'abside
~ ~ ~di iMalria i Au~silia~trice. " M a questo. povero
obiettò Monsignor Costamagna, magro com'2, no
studi di Roma,,. E Don Rua, volgendosi a me
sorriso pieno d'intenzione: " Non è Vero, Agzuze
magrialle
loqui
voCltoesttaemniaamgnoa,feqrumeostpochdieegrliicoaltrl'ia?v,,e.vo
des
all'insegnamento dello spagnuolo ne]. nostro
patrocinio di S. Giuseppe a santiago,,. Don Rua
si
fe'
po' serio in volto e disse a Don Costamagna: "E
cominciarsea,i;Aguifera andrà a Roma, ed io
altro al suo posto,,.
,>così ebbe fine q~est'episodio,che Ora
Grazie all'energica bontà del si
io
vita.
Studiare a Roma, e fu questo il maggio
cile poi ebbe al mio posto l'ottimo confratello
Pietro Berruti )l.
11, 21 agostos'era inaugurata la I p EspoG%ione
delle ,ycuole professionali e Colonie Agricole SaEekane, per
quale s3era farnatoun Comitato d'onore, con a capo l1
In cinque sezioni: arti grafiche e a@,
liberali,
agricole, e didattica, incontrò il plauso dei
sti e il modo col quale erano
dici ai diciotto anni, seguendo
agliatamente esposte yanno
fascicolo da Don Bertello, consigliere delle
cuole Professionali, il quale dichiarava i fini della
ni che l'hanno aiutatoa
la gioventù operaia; il secondo è di mostrare
fatto ed avere comgli ed eccitamenti.per far
san ireYe,Q>u- esto era proprio il voto di
da un Pubblicista, e salutato con le
per giornale, sa? - gli rispose: - ~
Bertello.
parole: -
b dicab
~
~
rze- Mostra vale, e ci dia dei conskli per far meglio!
Ile
Professionali di Don Bosco - giova
em-entehal'epsuecr ulz'iinocnaeridceoi
orale e scritto delle norme pratiche, secondo

7.8 Page 68

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Iz4
V I /I swcessore di Don Bosco - Secondo decennio
corso di
generale, ampliandole al bisogno e riducendole -
alla pratica delle
forme e stili antichi e moderni nei
quali si è manqestata quell'arte delle macchine, che Possono
essere di aiuto altuomo nell'esercizio della sua arte e del loro
uso; del modo di fure il preventivo e stabilire Prezzo de
lavori; delle piazze, dove si acquistano i nzateriali e si smet'-
cianoi lavori e dei modi da usare coi fornitori e clienti; e
finalmente dei punti principali della legislazione e delle buone
co,uet&i~ commerdaii I )). n breve, il Maestro svolge Passo
passo il progresso degli allievi, e lo concreta in un voto
timanaie di applicazione, che ha controllo nelresame che
l'allievo da al fine d'ogni semestre innanzi ad apposita Com-
missione, della quale fan parte anche Maestri esterni e In-
tra i più competenti in materia.
~ 1 in1trin~seca bontà del metodo Don Bosco volle asso-
cisti pur quei mezzi materiali e morali che son.efficacesti-
molo ad un giovane nell'esatto adempimento di tutti i suoi
doveri; ad esempio: - le premiazioni annuaZi ai più merice-
voli, rummissione scuole gratuite di declamazione e di
,, musica vocale ed istrumentale, e le mance settimanali. Queste
una regalia, che si fa settimanalmente agli allievi, Pro-
porzionata al loro grado di abilità ed alla loro applicazione;
poichè nel computarla non si bada ad un lavoro fatto o al
reale guadagno procurato alla scuola, ma alla diligenza ed
buon contegno nella medesima; per cui, posta SapPlicazione
nel compiere il proprio dovere, la mancia rimane la stessa,
sia che abbondi il lavoro, sia che scarseggi, sia che si dia la
prevalenza all'insegnament~ teorico, sia .che si lasci il suo
posto alvinsegnamento pratico. I1 quantitativo di questa
rimunerazione è diviso tra massa e deposito. La parte che
costituisce la massa, essendo diretta a formare un gruzzol"
di denaro di cui l'alunno possa giovarsi nell'atto di lasciare
le scuole, non può essere nè toccata durante il tirocinio,
esatta prima del suo termine; mentre può l'alunno valersi
delyaltra parte che chiamasi deposito, per spese riconosciute
necessarie, ed anche spendere qualche soldo, settimanal-
mente, a suo piacere.
114 ottobre si recava a visitare la mostra S.. M. la Regina
V I - In Austria e in Polonia, e nel Belgio
"7.5
adre, Margherita di Savoia. Un artigianello le presentò
l'omaggio dei compagni e le offriva un quadro, rappresen-
tante Umberto Biancamano, in bassorilievo in plastica d'imi-
tazione antica, con cornice in ferro battuto e cuoio, eseguito
dagli allievi della nostra scuola di plastica e ceramica di
Milano. Un altro alunno, a nome degli studenti,,le
una medaglia commemorativa dell'Incoronazione di ~~~i~
Ausiliatrice e un libretto di preghiere elegantemente rile-
Accompagnata dal Servo di Dio, dal Sindaco e da altri
embri del Comitato, la Regina impiegò oltre un'ora nella
sita e in fine, acclamata dagli alunni, si recò a visitare
La domenica 16 ottobre si svolse la cerimonia di chiu-
Sura. Parlò l'aw. Filippo Meda, direttore dell'Osservatore "
Cattolico, il quale,"dopo aver reso omaggio <( alla memoria
d'un .uomo, che non dobbiamo mai dimenticare, che vive tuttora
Presente nella m a alta idealità, Don Giovanni fjosco )), poneva
la mostra in relazione coi movimento operaio, rilevando
come l'età moderna tenda a riparare l'errore pregiudiziale,
che l'operaio non debba fare che l'ufficio di una macchina
mentre gli va assegnata la funzione d'artefice; e poste a raf-
fronte le grandi esposizioni, che d b n o un'idea della gran-
dezza del processo, colle esposizioni modeste come la nostra,
in cui nulla si vedeva che non fosse uscito dalla mente e
a mano dell'operaio, diceva che se non è possibile dire
li siano più proficue, dal lato morale appaiono più com-
endevoli le seconde, qualora specialmente siano un frutto
cumulato della carità. «Per questo può ben dirsi che
Don Bosco si connette colE'econonzia pubblica del mondo
le)). E concludeva chiedendosi: Don Boscoaveva
~oncexionedi quello che iniziava? E la vi& degli
fin-
ersi nel bene che producono. M a noi, come storici,
10 ~ i l u p p omerav&lioso che prese dopo la m a
morte Popfla sua provvidenziale, la quale va di giornoingiorno
licando nuove energie tendenti alla restaurazione de~~'ope-
20, dobbiamo ripetere collo Spirito Santo: OSSASANCTORUM
OPHETABUNT )).
Presente alla cerimonia era S. A. R. il Principe Ema-

7.9 Page 69

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.......
~
126 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
' . nuele Filiberto, Duca d'Aosta, che visitò la lxostra a
pagnato dal,.Servo di Dio, esprimendo ripetutamente
ammirazione.
Don Rua radunò a modesta refezione i membri
giuria, ed esternò ad essi tutta la sua gratitud
le parole dell'aw. Meda, se ìkm BOSCOavesse la conce
di quello che inixiava, narrò un particolare, suggeritogl
cinquantenario della prima esposizione indetta da
Bosco nell'oratorio, nel 1854.
<<Nosno - diceva - se Don BOSCO av
quello che sarebbe stata questa esposizione e delle
che fopera sua avrebbe avute. Certo si 6
appena i primi e pochi giovani artigiani, che
città per apprendere il mestiere, quandm
voglio che facciate una bella esposizione di. quelio che a
imparato e siete buoni a fare,,. I giovani d'allora, che lavo
vano per il loro padrone, non ebbero mezzo di corrispond
alla proposta di Don Bosco, e dei parecchi che eravam
forato& due soli si fecero espositori. Un0 esponeva a
B~~~~una pagina commentata del Testamentino
che era di professione magnano, presentò Pop@a' delle sue ma
in u,)nQa upaiclcdoilfafecraesnszeamdoolap.o 50 anni! Quei
si sono moltiplicati! Ne sia ringraziata
denza!... Sono sicuro che Don Bosco stesso avrà gioito
cielo e pregherà per loro, signori, che nel disimpegnar
mandato di giudicare i lavori dei suoi figli, hanno dato Prov
di tanta bontà e deferenza per l'opera sua t).
Uno dei due espositori del 1854, come si disse a su
luogo, era il chierico Rua. Quel giorno egli tacque il su
nome, ma lo pubblicò Don Francesia, che aveva Pensat
di esporre egli pure un poemetto suile glorie della s
terra natale, anzi ne fece pure uno schema, ma non eb
tempo .a distenderlo.
L3incommododel Servo di Dio si and
aggravando e un buon confratello, Don Giuseppe Sol
venuto dal Brasile e precisamente dalla Missione di Coxi
da Ponte, presso Cuyabh, ebbe un generoso
- In Austria e in Polonia, e nel Belgio
127
- si celebrò il
ome delegato del Matto
Rua molto male in sa-
te offerta. <<vaero, mi
rovò mai questa cosa,,.
sorridendo, mi disse:
iaro più avanti, che
sto aveva assicurato al Servo di Dio che non solo
raggiunta l'età sua, ma l'avrebbe anche superata
..2nd~'72 anni,.kng~emesi, quindici giorni... e qualcosa di
- e certo com'era che le parole di Don Bosco si sa-
sono dei nemici che
ncere;.potrebbe accadere il ritorno
spiriti peggiori... I nemici sono il
accidia; il serpente, simbolo del
, simbolo della immorali&.
... scire nel mondo, stia attento
asi tutti dolci! t).
.
1 23 parlava agli ordinandi:

7.10 Page 70

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128 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio.
è uno dei sette spiriti che stanno attorno al trono di Dio...
e ioda e benedice il Signore. Egli si mantiene puro spirito d
stare degnamente a1 cospetto dell'Altissimo... Sempre pronto
piere qualunque ordine del Signore senza difficoltà. Così do
far noi, per nostro officio star attorno ai Signore, hiandolo e be
cendolo,... con fervore. Dovendo stare al cospetto di Dio, abb
grande sollecitudine per conservarci puri. Anche a noi il Signore
mette dei comandi per mezzo dei superiori; non opponiamo in
renz,>a~
o
difficoltà...
l f lC~~ t o~d
ce~'insl eg~na
come
diportarci
ve
L'Arcangelo Raffaele con Tobia ci fa conos
custode verso di noi. Riceve Tobia quando stava p
gio; 10 assiste continuamente durante il lungo pellegrinaggi
fende dai pericoli del gran pesce e dello spirito maligno, C 0
consigli, colla preghiera; lo riconduce a casa sano e selva, e no
mercede, perchè tutto per Dio. Così noi riceveremo
t i i n in custodia, e nei vari uffici, i giovani che la Divina Pr
ci &da. Cuctodiamoli amorevolmente e diligentemente, non
trattandoli e non accarezzandoli. Continuate ad interessarvi di
anche dopo, colle unioni degli antichi allievi, e colla preghiera.
operate per mercede terrena, ma per il Signore! ».
Ad Ivrea il 25 settembre, ai chierici
tava la @granfortuna d'essere religiosi, e salesiani:
a Ringraziamo il Signore; abbiamo buon nutrimento n
di piet&.Non lasciamoci mancare leforze per mancanza di
exaruit cor meum, quia oblitus sum comedere panem mmm;
restia. Dicesi che l'aria buona è ottimo nutrimento; tosi sarà I'am
salesiano, non fuori.
I) Pw accrescere le forze ci vuole l'ese
dies sine linea... Ai giovani sono prescritti
la vita salesiana ci vogliono esercizi saiesi
doveri;
Age p
~apqpdilsic.a..rcAi nccohnedfiuliogreindzia
e con perfezi
casa interessiamoci
de
n Come nella vita fisica vi sono le infermità; e pe
rimedi materiali, e per queste i rimedi morali; fac
confessione, l'esame di coscienza, gli a w i
zioni dei compagni, anche i biasimi e le
proventum; abbiamo speciale cura dei difetti
mità corporali più radicate i>.
A Foglizzo, il 10 ottobre, dopo aver ri
numero di nuove professioni « nella capitale di S.
e nella sua ottava r:
- In Austria e in Polonia, e nel Be@o
iceva, lasciar altro ricordo che Dio nella mente . ,
re, additandovi i doveri indicati dalle tre let-
.ta la Devozione che gli dobbiamo, cio&il
San Filippo Neri, San Francesco di
o cosi amanti della castiti, avevano la
igi Gonzaga, modello di pu-
di Dio che non poteva dis-
tti nel compiere gli esercizi di pie& ,
, per i nostri benefattori, pel popolo
conto nostro ci abbiamo tutto l'interesse, qerch&ci
Signore: saremo già partecipi delle
.seconda lettera ci rammenta l'Innocenza che dobbiamo ser-
nostri costumi, n0.n limitandoci a fuggire i peccati gravi; ma,
are anche le più lievi colpe,
mormorazioni, scatti di collera, mil-
rcatelo tra i gigli. Pascitur
lilia,
O poi alla purezza dobbiamo evitane
re, le amicizie particolari, la liberti degli occhi,
che gli abbiamo promesso coi
zi che dobbiamo disimpegnare.
cials est ut faciam uoluntatem
obbedienza pronta, umile, al-
ostra guida, e sarà insieme fonte di pace e tran-
e mezzo di buon awiamento nella casa)>.
volontà illuminata e vigi-
udentato Teologico. Era da tempo che
, ma le difficoltà create dalla scarsezza
l a continua espansione dell'opera, non
l'avevan permesso, e finalmente ebbe questa consola-
. <AlServo di Dio - dichiara Don Rinaldi - si deve
la fondazione di un Istituto Internazionale della Società
a Foglizzo, e che ora, molto fiorente,
o a Torino. Nella sua prudenza aveva
e che sarebbe venuto da un'uniformità
i disciplina, in tutti i soggettiche do-
citare il loro apostolato nelle diverse
erta un'idea molto ardita, ma, bene-.
I Sanio di Dio Micirek Rfio. Vol. 111.

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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- - 130 V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
detta da Dio, riuscì molto bene, tanto che constatiamo con-
tinuamente come lo spirito del Fondatore venga assorbito
da questi giovani di diverse nazionalità, e riescano a portarlo
con s&nei propri paesi. Mi risulta che i confratelli, i quali
non hanno la sorte di venire in detto istituto, invidiano
gli altri >>.
I1 3 ottobre era a Lombriasco, dove terminavano gli
esercizi numerosi ascritti, chierici e coadiutori, e gli usciva
dal cuore un vivo Deo gratias! per l'aumento dei confratelli,
e, congratulandosi, raccomandava loro di non dimenticare
mai i buoni proponimenti presi, i giorni passati nel novi-
ziato, e i superiori, specialmente il maestro.
(1 Ricordate i buoni proponimenti di questi esercizi. I1 Signore
avrà parlato al vostro cuore, avrete riconosciuto i difetti che ancora
si trovano nel vostro cuore, non awenga ciò che lamenta S. Giacomo:
... -operCe?hePgoitorvàaf,ofrrsaeteslallivmarileoi,lasefuedneo?.d..ic-a dCi avesrael,asfeedsei,
e non abbia le
dimenticassero
i buoni proponimenti. Rileggeteli di quando in quando Sarh utile
... ... ritornare di quando in quando col pensiero alla casa del noviziato,
alla cappella alla sala di studio,... alla scuola, al cortile della ri-
... creazione,
il maestro,
ilrdiciorerdttaorree,l'ialllpergerfieat,tol'i,.m..paengcnhoe
per l'osservanza; ricordare
i compagni, specie il mae-
stro e le raccomandazioni che vi faceva in camera, gli awisi che vi
... diede in particolare, la sua sollecitudine pel vostro spirituale profitto.
Conservategli sempre confidenza, consideratevi sempre novizi, e
dite: Nunc coepi, haec mutatw dexterae Exce&!»
((Quando dovevo partire per la Polonia - ci scrive Don
Tirone - come maestro dei novizi e direttore della casa di
noviziato (nel 1904) egli, che era venuto a Lombriasco per
le professioni, mi chiamò una sera dopo le orazioni in camera
sua e m'intrattenne dandomi norme e consigli pratici per
riuscire bene nella missione che mi veniva affidata; e, fra
l'altro, mi esortò ad avere molta fiducia nei giovani polacchi,
assicurandomi che in quelle regioni la Congregazione aveva
un bell'awenire, predetto da Don Bosco. Mi soggiungeva:
"Non iscoraggiarti per le prime disdette e defezZoni; passate
queste, si andrà avanti molto bene. I Polacchi sono un buon
elemento, in principio saranno buone braccia, ma poi diverranno
- V I In Austria e in Polonia, e nel Belgio
Tornò a Lombriasco il 20 ottobre, per le vestizioni, e
tenne un fervorino prima della Comunione, ricordando
tra le altre queste parole di Gesù: Ignem veni mittere in
terram, et quid volo nisi ut accendatur? Oh! pregatelo,
che voglia rischiarare la vostra strada e accendervi d'amore
per lui! D.
Alla cerimonia della vestizione ammoniva:
(I Abbiam detto: Ut ti& cognoscantur esse dicati... Non vi sia con-
traddizione tra l'abito e la realtà. Studiatevi di esser proprio consa-
crati a Dio nelle opere, nelle parole, negli affetti.
D Nelle opere. Imparate quali opere dovete compiere, quali persone
consacrate al Signore. Opere di pietà, di religione, di zelo, opere di
carità, come sono tutte le opere nostre; scuola, assistenza, servizi ai
confratelli, agli allievi, agli esterni; tutto accompagnato dalla pie&,
religiosamente. Anche nel modo di comportarci una certa gravi* non
attendete ai divertimenti secolari.
I> Nelle parole. Non vi dev'essere contraddizione tra l'abito e il
nostro parlare. Evitate discorsi indecorosi, mormorazioni, lagnanze
contro i superiori ecclesiastici o religiosi, anche i discorsi triviali, le
espressioni plateali di cui abbondano i dialetti, lo scherzare colle
parole della S. Scrittura: Nugae in ore laicorum, sunt nugae; in ore
clericurum blasphemiae.
I) Negli affetti. Non vi dev'essere neppur contraddizione tra il
vostro abito e i vostri sentimenti. Non lasciate regnar nel cuore af-
fetti contrari alla vostra professione: odio, invidia, oscenità, awer-
sioni, piaceri mondani. Le opere che avrebbero una somiglianza colle
secolari, purificatele coll'intenzione, lavorando per il Signore, im-
piegando tutta la diligenza*.
Quell'anno partirono PIUDI 200 MISSIONARI, in vari gruppi.
La funzione d'addio si svolse la sera del 29 ottobre. Parlò
Mons. Costamagna: t( Rammento ancora i ricordi che dava
il carissimo nostro Don Bosco al primo gruppo dei nostri
missionari, a quegli eroi che si chiamavano Mons. Cagliero,
Mons. Fagnano, Don Tomatis ed altri. Erano il riflesso di
uell'anima piena d'amor di Dio. "E sarà possibile - di-
va - e sarà possibile che vi siano ancora tante anime fuori
llantiavi !ia.f.e.dddeeallila1ch9sesaelncuootelni?aasFbpoberitasteaGlIa'elsmrùepdeCernraizstimtoone!e....d..eOEllahlàqCuiqanunaetelhlaaanPipmaiùe-
ettano da voi la redenxione, la salvezza eterna!,, e intanto

8.2 Page 72

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132
VI - Smessore di Don Bosco - Secondo decennio
gli occhi gli si riempivano di lacrime. Anche i Santi pian-
gono... Le lacrime dei Santi scendono ad irrigare la pianta
della Missione; infatti la Pia Societh Salesiana può ripetere:
- Vedete quanti bez' frutti!...P.
I1 Card. Richelmy impartì la benedizione, poi circondato
dai Superiori della Pia Società recitò insieme con i partenti
le preghiere liturgiche, benedisse e distribuì ad essi il
Santo Crocifisso, e diceva loro: $Egli sarà sempre al vostro
fianco!... Quindi Gesù Crocijkso sia sempre il vostro maestro,
GseemsùprCe riolcvifoissstorosicaonsefomrptor.e..laUnvoitsitraa
guida, Gesù Croctfiso sia
Gesù, accettate ogni pena,
ogni dolore, ogni samSfzio. L a vita del missionario è vita di
samijizio... Ancora. DaU'alto della Croce Gesù volse gli
occhi a sua Madre e quindi li rivolse a Giovanni che rap-
presentava il sacerdozio, gli ordini religiosi, l'apostolato,
e, ben possiamo dirlo a vostro conforto, rappresentava il
missionario. Maria è la madre del Missionario: ecce
Mater tua!...a.
I1 Servo di Dio non potè prender parte alla funzione,
perchè obbligato da parecchi giorni a stare in letto per
il male aggravatosi alle gambe. Non seppe tuttavia privare
quei suoi figliuoli d'una buona parola; e si alzò, e sopra
d'un seggiolone si lasciò condurre alla sala ove i partenti si
erano raccolti per la refezione. Così mitigò a quei confratelli
il dolore di non averlo presente innanzi all'altare di Maria
Ausiliatrice, ed affettuosamente diede a ciascun di loro un
ultimo ricordo.
Fu obbligato a restare a letto oltre la metà di novembre:
ed ai primi del mese volle ricevere privatamente anche il
gruppo di Figlie di Maria Ausiliatrice che partivano per
l'America, insieme coll'economa generale Madre Angiolina
Buzzetti. <( I1 buon Padre - ricorda Suor Giuseppina Mar-
tinoia - ci accoglieva attorno al suo letto, ove già da al-
cune settimane era inchiodato. In questa circostanza ci
disse: - Andate, figliuole mie, andate e fate tanto bene; fate
conoscere ed amare molto Maria S S . Ausiliatrice, e compirete
il desiderìo ardente del nostro ca-n, P a d ~ ee Fondatore Don
Bosco. S i , sL, farete proprio del gran bene! - E poi con effu-
VI - In Austria e in Polonia, e nel Be
siva bontà c'impartiva la sua benedizione, che più profon-
damente s'impresse nell'animo nostro, perchè aveva per
pulpito il letto del dolore e per ministro la scarna mano di
un santo. In quella circostanza volle pure regalarci alcune
dozzine di scapolari del S. Cuore, perchè li donassimo alle
nostre prime Oratoriane d'America. In quell'ora più che
solenne, l'accento del nostro veneratissimo Padre aveva
qualche cosa di celeste; sulla figura del santo superiore ri-
verberava un non so che di angelico, e fu tale l'impressione
che produsse nell'animo mio che al solo ricordarlo mi sento
commossa e come soggiogata da un potere indefinibile
che cerca Maria Ausiliatrice per farla conoscere ed amare,
come la faceva conoscere ed amare il ricordatissimo signor
Don Rua... n.
L'S dicembre, si commemorò la data Cinquantenaria
della Dogmatica Definizione dell'Immacolata Concezione
di Maria Santissima. Fin daranno prima ed altre volte in
seguito, il Servo di Dio aveva raccomandato che si celebrasse
devotamente in tutte le case, perchè ((ilnostro buon Padre
Don Bosco iniziò l'opera sua nel giorno delltSmmacolata, della
data di essa festa volle improntati i piPc grandi fatti e le
principali disposizioni rkuardanti la nostra Pia Società, dal-
l'Immacolata amò intitolare parecchie nostre Case, la festa
all'Immacolata fu sempre tra noi la prima fra le feste di Ma-
ria SS.fino all'erezione del tempio a Lei dedicato sotto il titolo
di Amiliatrice. Orbene, procuriamo di imitare il suo affetto,
il suo zelo, la sua divozlone verso la nostra SS. Madre col
fare anche noi, anche a costo di difficoltà e sacrifizi (il bene
non si fa senza difticoltà e sacrzjìzii), tutto quello che possiamo
ad onore di Essa in questa felice circostanza. N e avremo be-
nedizioni e vantaggi p& noi in particolare, per le nostre Case,
per la nostra Pia Società ».
Egli cantò Messa nel Santuario, e la sera, prima della
enedizione, si ripetè tra la commozione generale la gran-
iosa antifona Corona aurea del maestro Dogliani, da otto-
Alcune case presero parte all'Esposizione Mariana In-
axionale, che si tenne a Roma nel Palazzo Lateranense

8.3 Page 73

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- 134 V I Successore di Don Bosco - Secondo decani0
per commemorare il 10 Cinquantenario del Dogma, e SU
proposta della Commissione giudicatrice, di cui era presi-
dente il Card. Domenica Ferrata, veniva conferito il Diploma
di benemerenza anche a "Don Michele Rua,,.
Pieno di riconoscenza per le ~reghieree le Comunioni
che si fecero per la sua salute, a queste soprattutto attribuiva
di trovarsi di nuovo in grado di celebrare; e continuava la
sua laboriosità a vantaggio di tutti.
Una direttrice, avendo una povera consoreua ammalata,
la condusse a.Torino a farla visitare, e i medici dissero che
non aveva nulla di grave. Prima di ripartire la presentò anche
al Seno di Dio perchè le dèsse la benedizione, fidente di
ricevere insieme una parola che la tranquillizzasse. Don Rua
le impartì la benedizione, la guardò mestamente e poi in
disparte disse alla direttrice: - Fatevi coraggio, tanto Lo-
raggio! -e sentendo che la riconduceva a casa, aggiunse: -
Ebbene, pazienza; scrivetemi subito chi saremo in vostro aiuto!.
(( 10, dice la suora, partii da Torino senza speranza, ed ap-
pena giunsi a casa le cose andarono di male in peggio, e così
si avverarono le parole di Don Rua. Egli vedeva anche l'av-
in Torino, s'era gravemente
ammalata, e il nostro confratello Don Garrone aveva dichia-
rata che era alla fine ed urgeva amministrarle l'Estrema
Unzione. La suora che l'assisteva, il 29 novembre si recò
da Don Rua; lo trovò sui divano, e gli espose il fatto, e sentì
dirsi: - Portate la benedizione alla vostra ammalata, ditele
che riceva volentieri questo santo Sacramento oggi Stesso, 1'
della novena dell'Immacolata, e sarà il principio della
sua guar@ione,che io le auguro di cuore; 10 riceva senz'in-
dugio. - La suora aveva detto a Don Rua che il nostro Don
Garrone gih per la terza volta aveva detto ali'ammalata di
ricevere l'olio Santo. E l'inferma lo ricevette, e subito si
sentì meglio, e 1'8 dicembre era interamente sollevata.
((Era il 14 dicembre 1904 - narra Suor Serafina Ga-
langa - e per un male sopraggiuntomi al pollice della mano
destra, inesplicabile al medico curante, l'ottima Madre
Maestra dovette mandarmi a Torino per affidarmi al profes-
V I - In Austria e in Polonia, e nel Bekio
. 135
medico-chirurgo dottor Nota, il quale dichiarò che
fezione poteva ,progredire oltre la faiange. All'indomani,
dicembre, ottenni di andare dal sig. Don Rua, il quale,
sentito il caso e il pericolo che minacciava,
benedizione di Maria Ausiliatrice, premendo la
mano sulla mia nella parte ammalata, assicurandomi che
ale si sarebbe arrestato. Fui sollevata, e misi tutta la mia
ucia nelle parole del buon Padre. Infatti, il dott. Nota
nstatò l'arresto del male dopo la benediione impartitami
dopo due mesi potei far ritorno a Nizza al
iato. S e Don Rua avesse visto e toccato prima
io male, il dito non5'sisarebbe infettato nemmeno nella
falange! Riconoscentissima al buon Padre, ne invoco
lo la paterna benedizione )>.
di Dio era migliorato assai, non interamente
arito, tuttavia lavorava sempre. Mons. Scalabrini era
Brasile, ed egli s'affrettava a scrivergli, il 26
dissima, non potendo venir in persona, vengo
a darle il B a arrivato dal lungo suo viaggio. Mentre
Signore che L'abbia restituito sano ed incolume all'Italia,
l'E. V. che siasi degnata onorare alcune case nostre
le della sua visita. Qualche cosa mi scrissero
cosa mi raccontò il nostro Don Trione delle
azioni, tuttavia spero di
uel che avrA da raccontarmi e da
non volendo obbligarla alla pena
do la mia salute sia un po' più
ttano, con sua buona venia mi
re di farle una visita nella sua
avo anno e per lunga serie
il suo ristabilimento,
lui, e ricordava come
nni cominciò lui pure

8.4 Page 74

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136
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
nelli, era solito dire: " I buoni Cooperatori omai sanno ch
Don Bosco non può più andare venire; e qui& quelli che
...,. vogliono essere generosi con lui e coi suoi orfanelli, abbiano
bontà di fargli avere ugualmente le loro offerte all'oratorio
o E questo - proseguiva - è quello che dovrei ripeter
anch'io per mio conto, almeno questa volta. Se la salute mz
fosse stata propizia, cmto non avrei mancato d'interessare per
sonalmente molti di voi, ma siccome mi è stato impedito e,
a mentre non ho più quattrini, i nostri orfanelli continuano
domandar pane i &editori domandar denaro, mi vedo pro
priocostretto a fare umile appello a tutti con questa lettera)).
E ricordava come la Famiglia Safesiana volendo compiere
anch'essa un omaggio a Maria Santissima nel I O Centenario
del Dogma della ;a Immacolata Concezione, per dare sv'
luppo alle Missioni, aveva, in poche settimane, compiuto l
spedizione di più di zoo missionari, ed implorava il soccor
della loro carità: t( Siate certi che l'Immacolata Madre
Dio, Aiuto potente di tutti i Cristiani, non lascerà s
premio speciale quanti si degneranno di accogliere benevolmn
questo invito; giacchè sarà questa la preghiera che nel cors
dell'inno 1905 s'innalzerà con particolar fmore in tutte le C
salesiane D.
E per l'anno nuovo dava questa "Strenna,,:
Per i Salesiani: 6 Zelo pev propagare la divozione a
Vergine Immacolata Amiliatrice )>, e << come fioretto ad onor
della Madonna, fraterna carità )>.
Per gli alunni e quanti dimorano nelle nostre case:
pena svegliati, e alla sera appena coricati, bakar la medaglia,
o l'abitino, dicendo la giaculatoria: - Sia benedetta la Santa
ed Immacolata Concezibne della Beatksima Vergine Maria
Madre di Dio! )>.
- V I I Nuova prova e le Missioni d'oriente
VI1
NUOVA PROVA
E LE MISSIONI D'ORIENTE
1905.
- ove nubi sull'orizxonte. Raccomanda la deuoxione alla Vergine
- - Immacolata. Per le nozze d'oro di una Suora Maddalena. Presso
Dame del S. Cuore a Rivoli. - Dà conto del X o Capitolo Generale.
- Il mezzo più e@ace per tenere uniti i Cooperatori. Eco viva
lle sue sante esortazioni: a Foglizxo, ad Ivrea. - Compie i 50 anni
professione nel silenzio, raccomandando d'imitare Gesù, Giuseppe
- e Maria. - A CavagZià. A N k a : «Fate tutto per Gesù, tutto
- on Gesù, tutto in Gesùa. A Foglizzo: (i Imitate S. Michele nel
- ombattere con generosità ed energia il comune nemico, il demonios.
S. Benigno. Per la sistemazione dell'lstituto delle Figlie di
ria Ausiliatrice invia a Roma le Costituxioni e le commendatixie
vute dagli Ordinari. - Turbamento della Madre Generale per i1
' m r e d'essere separate dalla Società Salesiana, e sante sollecitudini
- er allontanare ilpericolo. Viene l'ordine di uniformare le Costitu-
- ni alle Normae secundum quas. I l Servo di Dio va a Roma,
o brevi fermate a Pisa e a Livorno. - L e feste per il X X V Odel-
'Ospizio del S. Cuore. - All'iuaugurmione della pkcola Esposi-
ione scolastico-profasionale. - Ptesso le Figlie di Maria Am'lia-
- - trice. - Convegno degli antichi allievi. A Genzano. fi ricmuto in
udienza da P& X con alcuni confratelli. - Una lettera edificante:
I'amore di Don Bosco per la Chiesa, e quattro punti del suo zelo: il
nto gregoriano, il catechismo, le vocazioni ecclesiastiche, la dosu-'
ne dei buoni libri; e la sua Causa di Beatificaxione. - Nel Napo-
- - - letano e nelle Romaene. A Caserta. A Faenza: (r Salvare la
- - oventtl d la parola d'ordine di Don Bosco!s. Il 24 giugno. Ad

8.5 Page 75

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138 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
oulx per la festa del S. Cuore. - A Foglizzo tiene
lezione sulla witicolturao. - Sempre il buon Padre. - A
ripete la lezione di m?icoltura, della quale abbiamo
sunto.- Ricordi per gli esercizi, inviati agli ispettori
e Don Ricaldone. - Sempre la parola difede. - Al V 0
neraledelle F+e di Maria ~usz'liatrìce,benchz
,yaleeana produce la
le .cedute con paterne
ppaiùroglrea. v-eSciosfatenrnnoazlieoneele.z-ioInl
taxionedel programma; Don Marenco, incaricato delle revkio
le costituzioni, lettura dell'esemplare cowetto, e le adnnat
mandano unanimi che vi s'imerisca la dichiarazione che 1'1s
vennefondato da Don Bosco e continua ad av
il suo Superiore e Padre. - Esortazioni del
delle va& adunanze. - (iNon dovete nwXeuui in Pena
decconi di peste nume Costituzioni; esattezza e fiducia
e ~i~farà il resto>>- I.l giorno dell'AddoEorata,piangendo e
piangere, predica sui dolori della Madonna. - Una lettera del C
Segretario di Stato di S. S. e un comunica
vanogli animi. - Si rinnova da tutte le pro
verefiglie di Don Bosco, dipendenti dal su
z9
Don
organiche della Pia
Rua comunica l'approvazione delle d e l i
Società, per far a tutti un regalogradito.
b
-
~
di altri cousi di esern'zi. - Torna a Nixza Pm ZYncoron
della statua di Maria Aw'liatrice. - Addita gli Angeli come
di
amore
il
a Dio... e alla
suo passaggio!
-VeSrugeinseo.l-lecCitoumdeini
per
soccorrere
gli
dopo il disastro tellurico in caiabria. -
Monteleone. - Per poter trova
intellettuale e moraleda' nuovi ch
di personale delle case. - Q
ticinque nuove chiese in cos
La cerimonia delle vestizioni e la
e a S . Benigno. - All'lstituto
tema di nuovi missionari e prima spedizioneper la Cina ePer 1'
- 8 dicembre: N Gaudeamus omnes in Domino!o. - .Strana
- 1906. (i 11 Signore domanda coqto non solo degli anni, ma d a
... da' gzbrni, da' minuti! i).
- 1v=ma prova e le Missioni d'Oriente
11 Servo di Dio non fece alcun viaggio alYEstero,
On reggersi sulle gambe o di rivederle
piere delicati affari, per&& nuove
nsandosi sull'orizzonte.
o -però e tranquillo, continuò ad interessarsi
degli istituti dei Salesiani e delle ~ i ~dil i ~
rice con quella diligenza insuperabile che
ver cure speciali per le vicine case di far-
igare generosamente, ogni giorno e in ogni
i suoi consigli e delle paterne sue esorta-
gli scrivevano o l'avvicinavano. Così il 1905,
emorie che abbiam potuto raccogliere e che
, tornerà particolarmente caro e vantag-
e ai lettori. Non si tratta di fatti o d i pensieri
sempre, di fatti e di parole molto sem-
tanto edificanti, perchè Iumeggiano stupenda-
ente e il cuore di Lui.
a della domenica dopo l'Epifania tenne conferenza
elli de!YOratorio di Torino a complemento della
che aveva dato alla comuni& alla fine dell'anno,
ricordato ciò che aveva detto a tutti, di ripetere
culatoria: Sia benedetta la Santa ed I,,-
cezione della Beatissima Vergine Maria .Madre
lustrare la parte assegnata ai Salesiani:
agaf'e la devozione a M a r i a Azcslliatrice Imma-

8.6 Page 76

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140
- VI S~uccessoredi Don Bosco - Secondo decennio
,)sanTo-aso d'Aquino invita tutti ad
questa grande verità: Virginem iMariam honora
salutena perpetuam. Ecco adunque i mezzi
e da esercitarsi: - S d t a r e gli aneliti di
&faria-;preservare dal diluvio del peccato
,) la salvezza eterna col fare onorare
o. Fioretto: carità reciproca. Sarà questo fioretto
alla Madonna; carità nelle opere con prevenirsi vic
prestandoci aiuto,... guardandoci dalle mormorazioni,...
anche dai pensieri e dagli affetti contrari alla carità)).
La domenica 22 gennaio si recava
Maddalene, fondato dalla Marchesa di Barolo,
il Cari. Cottolengo, Don Cafasso, Don Bosco,
il Teol. Borel, ed altri santi sacerdoti, tante v0
vano recato il conforto dei loro santi consigli. Una
celebrava il ~in~uantenaridoella professione, e Don
diceva:
compiono la volontà
cento per uno in quest
ad altri l'incarico, Egli stesso
essere la nostra ricompensa: Ego ero
Forse, dando uno sguardo a questi cin
religiosa, troverete d'aver
talvolta anche delle tribolazioni: infe
qualche persecuzione;.. C
già dato il Signore; tuttavia queste
vostra corona; non abbiamo da fare con
le fatiche, le tribolazioni.
le disse, che se avesse avuto a r
venuta per soffrire, essendo tant
sopportate per amore del Signore.
» Non acc~ttiamola pensione cessando
il divino servizio, non conviene... Noi che
acceleriamo la cors
- Nuowa prova e le MisLoni d'Oriente
'4'
raio, sacro all'Apparizione della B. Vergine
recava a Rivoli, presso l'Istituto delle Dame
0% per la professione religiosa di Madre Anna
lleneuve Trans, e l'accompagnava con un caro
vita religiosa. Antiche erano le
famiglia della religiosa col Servo di Dio. <(
a - ella dice - e sentivo già mio papà dirci,
iante di gioia, che Don Rua era un santo come
. ale sarebbe succeduto nella direzione del-
E dopo la morte del Fondatore mio padre
venerazione che aveva per Don Bosco a
reciproca, oserei, dire. Io sento
clamazione di gioia, con cui Don Rua salutò mio
ezzo aila folla alla fine
O di Bologna, e, allargando le braccia,
ente. POCOdopo si era nella chiesa della
si tennero le adunanze del Congresso. Papà
o nella tribuna di fronte al
circostanza, dove, sopra una
ali e i Vescovi. L'occhio pene-
de subito papà; e, questi, così modesto,
onfuso nell'udire: " I l marchese di T m s ! il marchese
posto al banco della
della squisita delicatezza del Servo di .
i0 in Terra Santa, papà non cessi>
zione e la fatica di Don Rua per
a della prossima visita alle case
a lo zelo infaticabile dell'apostolato
ndere il più legittimo riposo.
O 1905 venne a Rivoli per la ceri-
one. Quale riconoscenza io sento
9 febbraio dava conto ai confratelli dell'esito conso-
e1 X" Capitolo Generale, con le belle parole che ab-
già riportate. Ricordava insieme la regolarizzazione
'ca delle ispettorie «quale un progresso della nostra
cietà o, con i voti più ardenti ((perchè per parte degli
o di praticare quella dolcezza e&

8.7 Page 77

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..
~
~
- 142 V I Successore di Don Bosco - Secondo decennio
affabilità di cuiDon Bosco ci fu maestro, e per parte loro
confratelli si avvezzino a ravvisare nei Superiori la person
di Gesù Cristo; per tal modo si.stabiliranno tra superiori
dipendenti quelle intime e cordiali relazioni, che assicurano z
buon governo della Congregazione e la pace di ciascun socio n
Annunziava la nuova sede del Procuratore Generale ne
centro di Roma, presso la chiesa di S. Giovanni della Pigna
che gih Pio IX aveva promesso di dare a Don Bosco; e pas
sava a dire ampiamente dell'Associazione dei Cooperato
Salesiani.
<i Vorrei avere un poco dell'efficacia che aveva la parola di Do
Bosco per farvi persuasi della necessita d'impiegare tutte le industrie
tutto l'ardore del vostro zelo allo sviluppo di questa precipua fra le
Opere Salesiane. Se per nostra negligenza essa venisse a decadere
mostreremmo di non tenere nel conto dovuto le più pressanti racco
mandazioni del nostro Fondatore.
D L'esperienza ci ha insegnato che il mezzo più efficace per conser-
vare a noi strettamente uniti i Cooperatori e per accrescerne il numero,
si & la lettura del Bollettino Salesiano. Questo periodico non è di si
gran mole da spaventare i lettori, fossero pure semplici contadini od
operai. In poche pagine dà ai lettori un'idea compiuta dell'azione
salesiana in tutte l* sue fasi; tratta di scuole, di arti e mestieri, di co-
lonie agricole; rende conto dei lavori e dei sacrifici dei nostri missio-
nari'in favore degli emigrati e dei selvaggi; e finalmente s'adopera a
mantenere viva nei cuori la divozione a Maria SS. Ausiliatrice, rac-
contando le grazie che ogni giorno si ottengono per la sua intercessione.
E tutto questo è scritto in istile ordinariamente semplice ed accessibile
a qualsiasi mediocre intelligenza. È percib da stupire se una volta
gustato non si lascia più? Che meraviglia se sia aspettato con impa-
zienia ogni mese? Quante anime dal Bollettino Salesianofurono strap-
pate dall'orlo dell'eterna perdizione? Quante lacrime ha asciugate?
Quante persone sfiduciate ha ricondotte fra le braccia di Maria Ausi-
liatrice? Quante famiglie ha consolato?D.
((Pensandoa queste cose )), insisteva perchè i salesiani cer-
cassero d'aumentare il numero dei Coooeratori e di diffon-
dere la lettura del Bollittino; perchè Si tenessero regolar-
mente le conferenze annuali, prescritte dal Regolamento
della Pia Unione, e frequentemente s'invitassero i Coopera-
tori alle funzioni religiose e alle feste di famiglia. Aveva, poi,
parole d'encomio e d'incoraggiamento per quei direttori
- Vlf Nuova prova e le Missioni d'Oriente
non lasciano mai che un loro allievo,finiti i suoi s t d i , o
uto il tirocinio nel suo mestiere, abbandoni l'Istituto senza
criversi fra i Cooperatori)).
Concludeva con un augurio ed una preghiera. Di tutto
re vi auguro: I) che non abbiate mai a scoraggiarvi nelle
col& in cui potreste trovarvi; 2) che non vi avvenga mai,
abbandonarvi ad una vita tiepida e negligente, fosse pure
lle piccole cose; 3) che non lasciate mai illanguidire la
stra divozione al S. Cuor di Gesù ed a Maria SS. Aisi-
atrice. Perchè si compiano questi miei auguri, ogni mattina,
ella S. Messa pregherò per voi e implorerò su di voi tutti
p i ù elette benedizioni del Cielo )>.
D'ordinario si ha SUIlabbro ciò che riempie il cuore; e
i tre auguri accennati possiamo scorgere il riflesso dei-
nima di Don Rua. Pur in mezzo alle nuove preoccupazioni,
cui era e che illustreremo, avanzava alacremente per le
e della perfezione col pieno abbandono in Dio e conti-
ava a compiere con slancio ogni dovere anche nelle più
iccole cose, mentre sentiva crescere il più vivo e tenero
tto al Cuore di Gesù e aUa Vergine Ausiliatrice che
vrebbe voluto accendere in tutte le anime.
Abbiamo,, come s'è accennato, la fortuna di poter udire
'eco viva delle sante esortazioni che gli uscirono dal cuore
uell'anno, nelle quali ci par di sentire anche un po' di
re che nelle anime affidate alle sue cure avesse ad in-
ursi la tiepidezza o l'accidia: « Enaturale - ammoniva -
necessario all'uomo cercare la felicità; ma ricordiamoci che
felicità, come ha insegnato Gesù Cristo, consiste nel reprimere
passioni nostre, perchè è la virtù che ci rende fk?licis.
11 18 marzo, sabato delle tempora, chiudeva gli esercizi
i chierici e degli ordinandi a Foglizzo, dopo cerimonia
lle ordinazioni, congratulandosi con i promossi e dando
cora-g-giamento a tutti.
Avete assistito alla sacra ordinazione. Avete negli esercizi udito
belle cose, ed ora aspettate qualche ricordo. Vi lascio per ricordo
parole del Salvatore, che sono dirette specialmente a voi, con cui
alevvtirsiaboclhaeziodnoib..b. iaFmacocieasmseorcei
luce, maestri, e fors'anche
coraggio a corrispondere.
bersaglio

8.8 Page 78

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- - 144 VI Successore da' Don Bosco Secondo decennio
n 10 Luce: vos estis lux mundi; in che modo? Sic IU
coram hominibus ut videant @era vestra
vestrum, qui in coelis est. Luce col ben oper
studio della perfezione, continuatefo
principale. Non trascuratene i mezzi; la
tuale, i Sacramenti, la preghiera, l'esame
buona morte, soprattutto l'impegno cost
zione. Undipue captare proventum. Q
S. Francesco di Sales, il nostro Don Bosco, ed in gen
loro contegno, col loro modo di parlare, di trattare,
luce ad illuminare e riscaldavano i cuori nell'amor di Dio.
>> z0 Vos estis sal terrae; in che modo? Euntes docete omne
i1Signore ci ha costituiti maestri. I n una società cristiana, ben r
i sacerdoti dovrebbero avere il monopolio dell'insegnamento
nostri paesi non sono ancora sessant'anni che fu to
- monopolio. I professori (a nostra ricordanza) andavano
preti; e saran cinquant'anni che si disse dai laici: Finora
a scuola
fondato
dai preti:
le prime
ora essi dovranno venire
Università, ha promosso
dgalinsotui.d-i...LLaa
dell'insegnamento da Gesù Cristo fu data ai sace
rate. Bene. Adoperatevi per corrispondere alla
[studiate, impl'egate bene il tempo]. Ma specialmente d
essere maestri di nostra Santa Religione. Studiate bene la filo
prepararvi alla teologia... E voi, che ora avete C
ricordatevi che Missa non est finis studiorum, per
di un po' di teologia, [preparatevi alle predi
Guardatevi dalla novi&... Tenetevi ai grandi
S. Tommaso, ecc.
o 30 Q" vnZt venirepostme, abneget semetipsum, tollat crucem
Di Gesù Bambino fu detto: positus est in signum cui contradicetur.
di noi; abbiamo da prepararci a s
d'ogni genere; abbracciamo la croce,
ordini contrari ai nostri gusti; disp
volontà. Siamo generosi. Quando ci senti
sguardo a Gesù che porta la croce e avanti! R
- Non venni in questo mondo a fare la mia
coelo, non ut facìam voluntatem meam... Pater
... a me, sed non quod ego volo, sed quod tu... Si
me calix iste Veruntamen non mea voluntas,
11 25 marzo, festa della SS. Annunziata, si compi
cinquant'anni dacchè egli, primo dei Salesiani, aveva
i voti religiosi innanzi a Don Bosco, inginocchiato nel1
camera; e la data rnernoranda fu da lui ricordata in sile
Nuova prova e le Missioni d'oriente
I45
ricevute alcune profes-
he chiudevano quella mattina
so di esercizi solito a compiersi durante l'anno
negli appunti dei
nota: " so0 DELLA
pPeRnIMsiAeriPRcOhFeESaSvIrOeNbEb,e,. svolti,
non ebbe nessuna pubblicità e rimase nascosta
h& si compi, ma non passò
nell'anima sua, che non trovò, per raccogliersi e
il Signore, un luogo migliore del silenzio della
aret, attorno a Gesù, Giuseppe e Maria.
e diede furono questi:
ito tre modelli: SAN GIUSEPPE, ((modello di attività
terrestre si doveva
mo, ma si può rendere
Vergine a lo spirito di pietà,.e..pcehieGceosnùsits);te-neal dcoanvteenre-
re il Signore, come faceva Maria Santissima));- e
Ù a fare ogni sacrifizio, <<sacrifizinell'esilio, sa-
ione a Giuseppe e a Maria, sacrifixi nella
di sua vita stessa; non ci rincresca far
;sacr;fizi dei nostri gusti, della nostra
eno com'egli aveva fatto nei suoi
llegrava con la sua presenza
vani ungheresi che venivano preparandosi ad entrare
nostra Societh nell'istituto di Cavaglià, nel Biellese.
prima della S. Comu-
e conferenza ai confratelli e
care parole agli abitanti del
1 Prevosto, il Sindaco e tutti
ervenuti. <t I nostri cari ungheresi, uniti ai giovani del
hanno fatto quel che potevano, oggi in chiesa ed ora
est'accademia. Se mai non poterono riuscire ad appa-
Vite deL'Smo di Dio Michele Run. vol. 111.

8.9 Page 79

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- 1 ~ 6 V I - Successore di Don Bosco Secondo decennib
gare la vostra aspettazione e i vo
canza di volon&. La vostra pres
mento, e per mezzo mio vi ringraziano e pregheranno
E Don BOSCO, che cominciò l'opera sua coi giovani
unirà la sua potente intercessione in favor Vostro )).
A Cavaglià il Servo di Dio era riguardato come un
Qualche anno prima una pia signora, avendo u
veniva spesso assalito da attacchi epilettici, era ince
poteva fargli proseguire gli studi che i'obbligavano ad
tmarsi dalla famiglia in quello stato così pericoloso,
raccomandò al Servo di Dio; e questi la consigliò a p
fiduciosamente Maria Ausiliatrice e Don Bosco, e le
di star tranquilla. In poco tempo il giovane era perfetta
guarito, ed iniziava e compiva felicemente gli s
senza più un assalto.
11 25 aprile Don Rua arrivava a Nizza, e t<(
alla chiesa, ov'era atteso per presiedere alla santa fu
della vestizione religiosa. Egli appare quale
siane; la sua presenza commove e ispira i più santi e
tari pensieri. Le parole che rivolge alle fortunate n
dicono tutto l'amar suo pei Signore e 1%pat
per le Figlie di Maria Ausiliatrice. Fa lieti
vestite, e raccomanda caldarnente a tutte
dei divini comandamenti e dei consigli
« Stamane [era la second
vos Dominus in terram
sempg in ore véstro... Qui
tutto il necessario alla vita C 0
abbisognate... Qui avete il m
di pietà, i Sacramenti, ist
mondani conoscessero la dolcezza del1
la
ai conventi;.. Ma dovete cor
della vostra vestizione: ut lex Domini s
i comandamenti del Signore, anche i
maggior perfezione osservale i com
<< Dopo il pranzo si reca a fare una visita alla comu
che ansiosa 10 attende, per fargli manifesta la stima e g
tudine più profonda. Egli ascolta e gradisce la lettur
i%%'a prova e le Missioni d'Oriente
i47
il canto di inni festosi, qual segno di filial
e benedice tutte e lascia quale suo riEordo e
se di Maria: - Facciamo ogni nostra azione
noviziato per la chiusura dei santi
lebra-la Messa della comuni& e in seguito ci
manda a tutte di operare per Ge&,
un ampio riassunto del discorso:
te delle vostre azioni,
e della vostra mente,
facili le cose dif-
ate Gesù e i vostri
nostra mente siano sempre uniti con Lui. Gli angioli in
0 la fortuna di vedere l'Umanità Santissima di Gesù, di
quell'esta~ie sono immersi nel loro Dio. Noi non possiamo
a stringiamoci a lui, e chiediamogli la grazia di conoscerlo e

8.10 Page 80

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148 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
d'amarlo. Quando siamo in chiesa, ravviviamo la fede. G
e pub farci ogni bene. Se ci sentiamo freddi, stanchi, scuotia
diciamo: -.Sono qui con Gesù! quale più amabile comp
desiderare? - Un vescovo procurava di mettersi s
da poter guardare la cappella dove c'era .Gesù; il
il suo inginocchiatoio, il tavolino da pranzo, tutt
tabernacolo. Guardate il girasole che si volge sem
la luna che gira sempre intorno la terra... C'in
della nostra vita, lo scopo unico del nostro op
Sacramentato. I n ricreazione venite a trovare
Oh! quanto Egli gradirà queste visite! Voi con
il Cuor di Gesù ha indirizzato alla Beata Margherita Alacoque
diamoci bene dal meritarlo, ma sforziamoci per. essere la g
questo Cuore Divino. Gli antichi cercavano la pietra filosofale; e
& stato dato di trovare questa pietra portentosa: Facciamo tut
Gesùeper Gesù, ed anche le azionipiù ordinarie diverranno oro
i> Ma non basta fare tutto per Gesù e con G
operare in Gesù! Dobbiamo, come diceva S. Paolo, spo
stri difetti e di noi stessi, per rivestirci e vivere di Gesù, a
l'Eterno Padre, trovandoci somiglianti al suo Figliuolo, ci gua
compiacenza e ci accolga in paradiso. Dobb
dGiesGùe,slù'e,saltatepzazzaiednizGaedsùi ,.G..eesùc,oslìadditoelcdeiztzuattedile altre vi
rinnovare di tanto in tanto l'offerta delle nos
mandarci: - Che cosa farebbe Gesù se fos
lavorerebbe?... e vederlo nella casetta di Naza
terebbe le compagne, quale rispetto dimostrerebbe a
rQicuraelaezimonoed,eilnlor!e..f.ettorio, in dormitorio, in chiesa co
N F a c k m o tutto per Gesù, con Gesù, in Gesù, a@nchè possiam
serefelici sulla terra e beati in cielo! o.
La mattina dell'8 maggio arriva, alle 7
g k o , atteso da tutta la comunità, radunata sott
porticato. Malgrado il tempo piovoso regna in tutti la
schietta allegria, che vorrebbe esprimersi con un forte
timano; invece, raccolti e in silenzio, seguono il Se
in chiesa, dove si reca a celebrare la Messa della Comunit
Ma durante le ricreazioni la gioia non può
viva, è una gara continua per avvicinarlo e sentire
ali'orecchio ed ascoltare la sua conversazione, amena
edificante; e a lui si volle dedicata un'accademia dopo
- Nuova prova e le Misszbni d'oriente
749
pomeriggio. La bella statua di S. Michele tro-
sala, in mezzo a un bosco di fronde e di fiori,
ento non finisce mai; e Don Rua, sempre sorri-
alta attentamente; e in fine, dopo aver ringraziato
inculca ai chierici studenti di teologia e ai
S. Michele nel combattere con generosità
ne nemico, il demonio t). Una bella illumina-
tata dal cattivo tempo al solo porticato, coronava
dimostrazione al venerato Superiore.
a Foglizzo s i fermava a S. Benigno per
itutfoer-enzafaagll'ai papseclrliotti.di((Etuntttiragnldioa-scrdititcie,
la cronaca
che vuole
a uno a uno, rivolgendo a ciascuno una
ala e un sorriso affettuoso. Quindi passa a parlare
de grazia della vocazione religiosa; dice che non
' noi a venire qui a San Benigno da ogni parte del
la Madonna che ci prese e ci condusse
ano. Parla del bisogno che abbiamo di buoni soci nella
Congregazione. Dice della fondazione divina di que-
e1prodigioso suo incremento in tutte le parti del mondo,
presa l'estrema Australia, dove siamo vivamente attesi.
nvitò a ringraziare la Prowidenza dei segnalati favori
ci fece, fra i quali segnalatissimo quello d'averci con-
ata la casa di S. Benigno, quando tutto faceva supporre
avremmo dovuto perderla tra breve. Fa rilevare i vari
ui essa è destinata, da quando Don Bosco la santificò la
a volta colla sua presenza.
le dei chierici che, novizi, qui abitarono
no; e s'intrattenne in modo speciale sul pre-
ose, quando tutto è progredito, tutto è perfe-
o i nostri artigiani.
in
fine
alVcuocnaizsiaogngei...e
pratici consigli per
Termina augurando
conservare
a tutti una
perseveranza nel bene t).
enza a parte agli ascritti del secondo anno
ndo a rilevare il gran dono del Signore che li aveva*
ti in quella casa, ((privilegiopezioso)), e li animava
orrispondere degnamente.

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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150
- VI - Successore di Don Bosco Secondo decennio
E s'accingeva a far un'viaggio a Roma, anche pe
stemazione dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausili
Questo secondo Istituto Religioso, fondato da Do
sco, dietro consiglio e con 1'a~'~rovaziodnel S. Padre Pi
venne iniziato con le stesse direttive di dipendenza
Società Salesiana, che aveva l'Istituto delle F
Cari& con i Religiosi di S. Vincenzo de' Paoli
non avrebbe potuto fare di più in quegli anni p
burrascosi, anche se l'avesse tentato. Quindi, d'accor
Sommo Pontefice, che più volte gli dichiarò di conce
anche senza farne specifica istanza, tutte le fac
abbisognava per compiere quanto il Signore gli sugg
alla sua gloria - somma e singolare facoltà che
vivo vocis oraculo Leone XIII - iniziò nel
tuta, ne compilò le Costituzioni, ottenne a
vazione dell'ordinario di Acqui, essendo stato fon
quella diocesi, e prese ad aprire delle filiali in altre
come diramazioni di un Istituto con approvazione dioce
dipendente dalla Società Salesiana. Non v ~ l l echiedere
provazione regolare anche perchè, come disse chia
neva difficile ottenere quanto vedeva necessario specialme
Nel 1901, il 28 giugno, la Sacra Congregazione dei
scovi e 'Regolari ~romulgavale Nomae secundum quas
seguirsi per l'approvazione dei nuovi Istituti religiosi di
semplici. Era quindi necessario pensare alla regolarizzaz
dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e il
Dio scrisse subito a Don Marenco, perchk in via confide
ziale prendesse informazioni circa quello che si doveva e
poteva fare. Don Marenco ne parlò col Card. Vives y Tut
in forma familiare, e questi gli esprimeva il suo parere i
forma assai impressionante, come doveva chi non era al cor
rente del modo con cui Don Bosco era venuto al
zione dell'Istituto. I1 quale, evidentemente,
regola, ma nell'obbligo di uniformarsi integra1
'Normae pubblicate.
E il Servo di Dio non indugiava a consigliarsi. In d
21 luglio scriveva a Mons. Costamagna:
- ~
- Nuova prova e le Missioni d'oriente
'5'
isco un estratto di lettera del caro Don Marenco
Lèggilo, prega e
rii confidenzialmente col Cardinal Vives, intorno
ore. Egli mi disse che la loro attuale condizione
male e fuori delle leggi canoniche, ne seguita
i, e che le difficoltà coi Vescovi
che anzi vi è a temere che non
ezione dei Salesiani, ma sieno
te a quelle che ora osservano.
rle approvare col solito De-
sistema diverrà canonica, i
potranno sempre
alesiana, come avviene per
parallelamente ai maschili.
redesse di seguir tale consiglio, la domanda
rovazione dovrebbe farsi dalla Superiora, corredandola
dello stato dell'Istituto. Oltre di che si do-
ro ottenere commendatizie dai Vescovi, nelle cui
si trovano le case, e forse basterebbero le commen-
i d'Italia e d'Europa. Ella nella sua pru-
veda quid agendum )>.
ntid volentieri - aggiungeva Don Rua - 2 tuo
scrisse a Mons. Cagliero, Si con-
col Capitolo, pregò e, in fine, si decise di compiere
amente le pratiche per ottenere l'approvazione cano-
dell'Istituto. La S. Congregazione dei Vescovi e Rego-
richiese le Costituzioni e i documenti dell'approvazione
avevano avuto da alcuni Ordinari; e il Servo di Dio
e ogni cosa, ed informava di quanto
eriora Generale.
o nell'animo della buona Madre
tava a scrivere al Procuratore
Marenco, che per molto tempo era stato Vicario di
Rua nella direzione generale delle Figlie di Maria

9.2 Page 82

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152 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
Vi sarebbe mai pericolo che in qualche modo
non dico a mancare, ma anche solo a indebolirsi E'
le Figlie di Maria AusilWtrice hanno nei Salesiani? E11
ben ci conosce, sarà, come noi tutte, persuasa che tal co
rebbe la distruzione della nostra povera Congregazione.
impegni che abbiamo come potremmo noi, povere Figlie,
nerci di fronte alla spietata guerra che le sktte ora fan
scuole cattoliche? Come potremmo, senza l'appoggio
intimamente ci conosce, sostenere le nostre opere di
la gioventù, di fronte a certe amministrazioni cosi
Religione? I Saletiani soli, per essere del medesimo
Don Bosco, di venerata memoria, istituiti col medesimo
e collo stesso fine e cresciuti forti per e maestri a no
stesse,,possono, a nostro modo di vedere, sostenerci colla
Grazia in una vita cosi piena di dz$coltà ... )).
E il 19 marzo, da Siviglia, tornava a scrivere: « A
l'abbandono in Dio che mostrano i Superiori Salesiani las
nelle mani della Divina Provvidenza l'affare delle Reg
Costituzioni delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ma io non
quietare, se non faccio tutto il mio possibile per la nostra
ntentato nessun mezz
per scongiurare quanto temeva ed ottenere quanto le'
a cuore: cioè - rimanere alla dipendenza del Success
Don Bosco.
I1 15 agosto dello stesso anno ritenne conveniente
viare al S. Padre una lettera, iirmata da lei e dalle conso
componenti il Consiglio Generalizio, per esprimergli
devozione illimitata>>che avevano per la sua Sacra Per
ed implorare una Benedizione particolare:
c< Benedite, o Padre Santo, le nostre duecentotrenta
i nostri Istituti di educazione, le Scuole, gli O
nostre Missioni di Terra Santa, dell'Af~ica,
tra i selvaggg della Patagonia e tra i lebbrosi di CO
Benedite il reverendissimo Don Michele Rua, Superiore
che, vero successore di Don Bosco, continua ad
noi tutta la sua paterna sollecitudine... )).
Nel maggio 1903,inviava ailo stesso fine un'aitra d
- Nuova prova e le Missioni d'oriente
'53
Card. Rampolla, e il 30 dello stesso mese le
più mi è piaciuto e mi ha consolato -
one del comune proposito di voler vivere da degne
quell'uomo di Dio, che fu Don Bosco, imitandone
re meglio fiorire in virtù ed
te affettuose espressioni parvero alla Superiora un
i luce neIl'oscurità dell'orizzonte, ma le pratiche
, all'effetto di conformarle
rte alle NORMAEapprovate da questa Sama Con-
e per i novelli Istituti; e cosi modificate sieno presen-
o sei mesi a questa stessa Sacra Congregazione per la
quanto veniva ordinato
fitt'arsi del V0 Capitolo Generale dell'Istituto, già
dell'anno « sia per l'ele-
er il quale ahva incul-
ogni giorno si recitasse in comune un Pater al
di Gesù e una Salve Regina a Maria Ausiliatrice.
a, e parti dopo le feste
per visitare quegli
e non tralasciava di
e ad me omnes qui laboratis et onevati estis, et ego reficiam vos.
eramente il buon Pastore; non solo conduce le sue pecorelle

9.3 Page 83

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- 154 VI - Successore di Don Bosco Secondo decennio
spoglie mortali di coloro da cui discendono i person
voluto che sorgesse quest'oraturio]; non vogliate dime
A Roma si svolgevano le feste per il XXVO dell'
Salesiana al Castro Pretorio, e il Servo di Dio aveva
quest'occasione per la sua comparsa. I1 28 m
la festa di Maria Ausiliatrice, ed egli disse la Mess
Comunione Generale che durò quasi un'ora. Quante
festazioni di fede e di devozione, ed anche quanti se
riverente affetto verso il Successore di Don Bosco!
Mons. Cagliero pontificò alla messa solenne, il Ca
Cavagnis impartì la Benedizione Eucaristica, e i1 S.
Pio X, a mezzo del Comm. De Gas~erise di Mons. B
comunicava ai nostri confratelli, <tche,
Popera dei Salesiani di Don Bosco abbia ogni di più
e corrisponda pienamente agli attuali bisogni della
impartiva con efm'one di cuore a quanti
festeggiare il 250 Anniversario della fondazione delPIs
di Roma, l'Apostolica Benedizione a.
Alle 18.30 s'inaugurò una piccola Esposizione scol
professionale degli alunni dell'Ospizio. A fianco del
di Dio erano il Principe Massimo, il Com
cato Pericoli, Presidente della Gioventù
molte distinte personalità del laicato r
Don Tomasetti lesse il discorso inaugurale, quindi pr
d aro la il Servo di Dio.
- Nuova prova e le Missiiai d'Oriente
signore,.gli risstproinsgee;nmdaogDloinlaBmosacnoo:l'a- pittNa apeèr
...p oi ne dirà ci6 che mole...
[concluse Don Rua] lo stesso invito io faccio
io l'invito particolare
chd vediate e v i
e con noi ringrazie-
'arava aperta l'esposizione, che in cinque belle
eva graziosamente ordinati i lavori degli alunni
i, calzolai, tipografi compositori e stampatori, e
o le Figlie di Maria Ausiliatrice.
oi entrò e professò nell'Istituto,
oriana presso le Figlie di Maria Ausiliatrice a Roma,
ignor Don Rua alla chiusura del
05. "Ecco il Superiore che non ci
di noi birichine, ricordando
vesse inteso ciò che avevamo

9.4 Page 84

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156
- V I Successore di Don Bosco - Secondo decennio
recitato. Più tardi, ripensando a questo particolare,
riportato un sentimento di profonda ammirazione.
)>Avekamotrascorso il mese della Vergine in u
fervore nella chiesa privata del nostro caro O
meno infervorata mi sentivo per il nuovo che
dedicato al Cuore SS. di Gesù, a cui ho sempre avuto
divozione. Mi era caro perciò farlo nella chiesina delle
come il mese di maggio, sia perchè era più fac
mento e sia perchè sentivo anche una certa attrazione
un po' di vita comune con le mie buone suore. Ma l'in
non era accessibile nella loro cap~ellinanei giorni
se non nel mese di maggio, o in occasione di novene.
fare? La sera dopo l'ultima funzione del mese di
rev.mo signor Don Rua rivolse col SIIO fare, dolce
a tutte le oratoriane parole d'incoraggiamene
-a continuare con assiduità ad intervenire all'oratorio,
arca di salvezza. Io, intanto, con altre fra le
e pie, pensavo al modo di ottenere un permesso spec'
Avevo già importunata la venerata Madre
ispettrice di Roma,. ma non avevo potuto ottenere la
Ella non sapeva forse di poter introdurre una nuova
e mi rispose solamente: - Domanda a Don RUU!-
mi feci largo in mezzo a tutte le mie compagne, e mi a w '
al signor Don Rua. Gli presi con slancio la mano e,
avergliela baciata, gli esposi il mio desiderio. Egl
la mia fra le sue, poi alzò verso il cielo le sue pu
alquanto
disse: -
a pensare,
Potete pure
aeccoprodia,rlroi.v..olagnecnhdeoislimaeseMdaedl rSe.
Eu
Cu
Si,è un'ispirazione di Dio! - Cosa le suggerì il buon
Io non lo so. Si celebrò il mese di giugno com
maggio nella cappella delle suore, con allegrezza e
santo di cui mi rimane viva nel cuore la memoria, anc
che sono religiosa D.
I1 Servo di Dio non tralasciava intanto' di attender
affari che l'avevano spinto a Roma. Continue erano le
d'uffizio e i colloqui con quanti potevano aiutarlo.
Conferì anche col Card. Ferrata, Prefetto della S
gregazione dei Vescovi e Regolari, per le Costituzion
- Nuova prova e le iMissioni d'Oriente
157
rno si recò au'istituto anche 1'E.mo Card. Ram-
Tindaro. Don Rua si rallegrò con loro, additò
venienze locali, e insistè che due punti debbono
colloquio, improntato alla più grande benevolenza,
'rca un'ora. I1 sommo Pontefice s'interessò delle no-
e Don Marenco, Don
della Trasfigurazione
mbiano Don Rodolfo

9.5 Page 85

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VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
- Ah! disse scherzando il Papa, voi venite dal pae
- Si, Santità, e gl'~talianidi
ricato di portare a Vostra Santità
di gradirli come pegno della loro
in oro, raccolte in poche settimane dal nostro foglio
manale l'Italiano in America, SUI
oblatori, imploro una particolare benedizione.
Con tutto il cuore! - riprese
come avesse urgente bisogno d'es
dei figli, trovandosi in gravi strettezze.
Quando gli fu presentato Don Fierro, chiese notiz
Generale Reyes, Presidente della Repubblica Colom
e sentendo che aveva da parte sua I'incarico
Sua Santità il più riverente saluto, di ringrazia
Delegato inviato alla Colombia, e di chiedere
benedizione per lui e la Repubblica:
- oh! volentieri, rispose il Papa, il Gen
uomo che farà prosperare la sua patria; io 10 stimo assai.
Quindi, con grande compiacenza, paria della diffus
dell'Opera di Don Bosco dichiarando che sono molti i
scovi e i Prelati che si rivolgono a lui per avere i Sale
ma egli sapendo, che se la messe è abbon
in proporzione sono scarsi, risponde a
direttamente a Don Rua: - Tuttavia, aggiunse,
far di tutto per soddisfare alcune domande.
Con la data di quel giorno il Servo di Dio inviav
case una lettera altamente edificante, anche perchè
« un piccolo ricordo )> di quel (1 suo soggiorno in Roma )).
((Non vi farete le meraviglie che qu
giunga colla data di Roma, essendovi forse già
mi trasse il vivo desiderio di prender parte aii
che si celebrano dai Salesiani nell'Etern
rema del 250 anniversario, dacchè fu fo
tantissimo Istituto. Come è facile im
e gravi le mie occupazioni durante t
le persone ragguardevoli che dovet
vanti le cose che pel bene della nostra Pia Società co
- Nuova prova e le Missioni d'Oriente
'59
e Sacre Congregazioni Romane e collo stesso
e conservare incolume
Roma, dal soggiorno vicino alla Cattedra Aposto-
deva 10 spunto per additare lo zelo di Don Bosco
ausa di Dio e la salvezza delle anime, e I'amor suo
anti conobbero Don Bosco durante la sua carriera
0 ne lessero la vita maravigliosa, mentre ne ebbero
straordinarie, avranno senza dubbio
e egli non viveva che per Dio, che in
, in ogni benchè minima azione era
Signore. Per noi suoi jigliuoli pare
tarci Don Bosco se non col volto
labbra aperte in atto di ripetere il
H i ANiiMAS, CETERA- TOLLE. Credo
r errato pensando che anche voi non potete rafigu-
rimeriti che qual perfetto modello di sacerdote, im-
come abbia fatto a sormon-
cciatogli dalla Provvidenza
che egli con quella fio-
carità e dolcezza ci ri-
AUTEM SENSUM CHRISTI
asi volesse dirci che mai non pensò nè operò secondo
mondo, e sempre e dovunque s f d di r+roduwe

9.6 Page 86

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inse stesso il divino modello, Gesd Cristo, e cosi gli ve
, di cmnpiere la sua missione.
N&v'era
che egli errasse nella p
spirito del Signore, poichè in tutto egli ~ o l e v aessere
da quella Chiesa che è COLONNA E FONDAMENTO DELLA
Esaminiamo la sua vita intera, e noi troveremo
premuroso anzi tutto di essere sempre ubbidien
Santa Chiesa disposto ad ogni sacrifizio Per Pr
dottrine e sostenerne i diritti. Non so10 ne osservava
ancora ne preveniva i desideri. Di qui ne V
abbiamo ora la ineffabile consolazione di vedere sane
infallibile Autorità del Sommo Pontefice molte cose C
annija Don Bosco, profoqdo conoscitore
terprete dello spirito della Chiesa, con zelo ins
culcava. I fatti lo provano )).
E additava quattro
dello zelo di Don Bo
il canto gregoriano, il catechismo, le vocaxion
la d@~yiondei buoni libri.
I) 11 canto gregoriano: - I<( più anziani tra i
telli non hanno certamente dimenticato quanto il nostr
Padre amasse il canto Gregoriano. Mentre questo era
ovunque trascurato... ne istituiva nel SUO Oratorio s
per cuidovevano passare tutti gli alunni anche prima di
ammessiad imparare la musica. Q u a cantori dovevano
rare l e antfone, i salmi e tutti gE altri canti necessariP ~ Z
ddeWllieEosdqamiueifof(ru(ncniozrineongir.anoLgOpniizaepclaeorrerfoa-ccchoinraicceaopbrirdileai vacaaDn-otonrciB.o.o.m)s)ce.o
i
i
confratelli di' Buenos Aires ebbero la felice idea di chi
a congresso quanti conoscevano uomini di buona volo
quella fiorente Repubblica, onde promuovere 10 stud
canto gegoriano e della musica sacra, e ciò sul finir del
Igo3, quando Pio X non aveva ancora pubblicato il suo
proprio. ~ u e ~ itmoportantissimo documento poi, se
accolto con entusiasmo da tutti i veri figli
frutti, ubertosi che se ne sperano, dev'essere dai
accolto inoltre come una prova evidente che Don
dello spirito del Signore e dello spi
- Nuova prova e le Missioni d'oriente
161
e più tardi il Capo dei
etto a nostra edifica-
i dei Salesiani, poichè
nne a Torino il Congresso
sacra, a cui benedisse con
one il Santo Padre Pio X, sicuro che i lavori
oni
emanate
dalla
S.
Speerdel.a..
pratica
)).
esecuzione
a prova che lo $p&o di
racc0mandÒ
il
Catecèhiqsumeos.t.a..
Egli colla parola
Orbene, quanto
dolce al cuore d'ogni salesiano il vedere incul-
a Chiesa dal Sommo Pontefice ciò che Don B~~~~
raccomandava a noi! Pio X il 15 aprile pubblicò
ile Enciclica sull'istruzione religiosa, Dalla mari-
m 0 egli ripete l'odierno rilassamento e quasi
animi..., ed altri gravissimi mali, tra cui il
la dannazione eterna delle anime. c h i
av$ie se io vi aflermo che leggendo questo gravissimo
che
ci
di1cePvaapDa,onmaB'oismcom?.a.g.inFaavcaenddoi
udir ripetere
assegnamento
x to il S. Padre Pio
vogliono essere secondi ad alcuno nel pro-
studio del canto gregoriano e nell'impartire alza
vocazioni: - a Quando gl'Ispettori Salesiani
Capitolo Generale, se da un lato fui lieto di ri-
i udire da loro consolantissime notizie intorno alle
essi hanno tra mano, dall'altro sentii in fondo al
per non potere interamente
le loro dimande di personale. Fin d'allora mi pro-
ni di coltivare in tutte le no-
ti ed anche fra gli artigiani,
Provvedere la nostra cara Congregazione di buoni
sull'orme del Fondatore. t Don Bosco nel com-
rogramma dei Figli di Maria Ausiliatrice, citò le
arole di S. Vincenzo de' Paoli: non v'è opera di
bella che formare un sacerdote. Mano dunque al-

9.7 Page 87

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VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
l'opera, nulla si risparmi, si lavori, si vegli, si p
in ogni nostra casa germogli qualche fiore da offrire
Ausiliatrice... 1).
4) La diffusione,dei buoni libri: - t( inoltre
buon Padre fu uomo del suo tempo, conobbe il bis
$imodi contrapporre libri buoni al dilagare d a libri
che inondava per$no i reconditi vilkggi de
pagne. Senza perdersi in vani lamenti, Don Bosco dz
alla penna, e, lavorando spesso durante la notte invece
al suo corpo il necessario riposo, scrisse opere di svariat
tutte dirette a preservare le anime, specialmente
vent&, dalle arti d'un mondo ingannatore. Nè ciò gli
egli fondò le Letture Cattoliche, aperse tipografie in
che mandano ovunque a larghi sprazzi la luce
e combattono vittoriosamente l'errore. c h e p'
compilare le costituzioni della Pia Società egli fa un ob
suoi&li di continuare questo genere di apostolato. Noi C
taneremmo dallo spirito del nostro Fondatore, se non
perasimo per spargere ovunque dei buoni libri...
l) Noi dovremmo preferibilmente diffondere que
che istruiscono nelle verità di nostra santa religione,
erano le opere principali stampate da Don Bosco
L E T T U C~ATTOLICHE. Che merito ne avrem
Dio, se c m qualche libro O foglietto riuscissimo a
la fede in qualche povero giovane, ricondurre qu
viato sul sentiero della virtk? t).
I~ fine, raccomandava ai direttori di s
dentati Teologici felicemente iniziati, e dava
vari che si venivano facendo per la Causa di Don Bos
« Questa fu una delle cause che m'in
Roma, dove me ne occupai con ardore: posso
attorno a questo argomento tanto caro al nostro cuore)>
Compiute tuite le pratiche che doveva C
p0 essersi premurosamente interessato dello
si trovava l'approvazione delle Costituzioni d
Maria Ausiliatrice, faceva una breve gita nel Napo
poi nelle Romagne.
A ~ ~ e r ttraa, l'altro, assistè ad un'accademia i
- Nuova prova e le Missìmi d'oriente
'63
cantare le lodi di Maria ~ ~ i l i ~
mi rallegro di quest'accademia in suo onore)); e
0m'Ella ispirò la fondazione dell'opera Salesiana
lo, com'Ella lo sostenne, come
fatto e quanto sperava an-
e continuava a
ndo egli pure:
l-odar
sempre
il
- essendo l'Istituto di
intitolato
obiere d i provvedere. Qual-
osservando Don Rua che riceveva il rendiconto
te110 passeggiando sotto il porticato, mi accorsi
lasciavano intravedere la
on avesse eseguito l'ordine
le ha portate il guardaro-
e proprio poveri; non
, Faenza, Bologna, Co-,
nel veder fiorenti in
a z a , il 21, teneva conferenza ai Cooperatori: « E
mio desiderio di vedere i Cooperatori quando passo per
la gioventù è la parola d'ordine
canto loro faano quanto possono,
sono ricchi, hanno bisogno delle
Tessate del bene della Società. L'Oratorio festivo
. Vi S ~ O p. ure nella casa giovani orfani o quai
è non pensate anche ad essi? Si raccoglierebbero in

9.8 Page 88

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- . .-_--_ -_
m
- Nuova prova e le Missaoni d'Orimte
16.5
carono nuovi entusiastici applausi a Don R ~ ~ .
o Don Pane deponeva nelle sue mani una Sa-
crizione: - Al loro amat&emo padre,
eratori e le Cooperatrici di ~ i ~
la guantztà di pastiglie digestive
Lui e a tutti i suoi figli e alle sue jglie i
adotti dal microbo PUF! - In piemontese
e la scatoietta conteneva 50 sterline
di assai l'offerta, tanto più che al ri-
varie lettere di creditori sollecitanti
lsfatti senza indugio.
io si recava ad Oulx per la festa del S. Cuore di
negirico Don Baratta, e la sera
visita di Maria Santissima a
do la sua carità e la delicatezza della
((Impariamo da Maria ad imitare rumiltà e la
Ged... Se è possibile, preveniamo le domande di
e abbisognano di carità, e facciamola senza vanto,
eva indotto a recarsi ad Oulx anche il pensiero di
ia Badia una nuova sezione di gio-
ncesi, aspiranti allo stato ecclesiastico, desideroso di
nel miglior modo alla Francia Cattolica, essendo
ntica terra del Delfinato molto vicina alla frontiera;
ll'anno il santo proposito veiriva attuato.
uei mesi avevan la fortuna di vederlo e d'ascoltarne
parola, anche privatamente, i chierici di Valsalice
ne dell'anno scolastico prima di recarsi al Santuario
aria Ausiliatrice di Torino dopo
1 primo corso di esercizi spirituali, e i giovani
rio di S. Luigi e di S. Giuseppe, dove benedisse
la preghiera e il lavoro e ricor-
benefattori, in modo speciale
t0 chiudeva gli esercizi dei chierici di Vu.&alice e
' di teologia di Foglizzo, parlando delle malattie

9.9 Page 89

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166 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
(( Sovente il Signore paragona l'anima
... di Geremia ed Isaia la chiama vigna. Ego p
Sepvit eam, et lapides elegit ex illa AediJicavit
et torcular extruxit in ea... Ben può il Signore d
facere vineae meae, et non feci? Ah! facciamo in
dirci: Quomodo conserva es mihi in prammp
>)Questa vigna spirituale va soggetta alle stesse malattie.
nospera della tiepidezza; per essa si fan le opere svogliatame
trascurano alcune; non si aborriscono le piccole mancanze...
... togama è l'intenzione non retta, che parassita; toglie il merit
restano secchi; la vanagloria, i propri capricci LaJiZossera,
raliti, intacca le radici, fa morire la pianta.
Si propongono, ed occorron
vobis quid egofacian vineae meae;
nem; diruam maceriam ejus, et erìt in
desertam; non putabitur et non fodietur:
et nubibus manda60 ne plumt super eam
quel che sono per fare alla mia vigna, to
sarà devastata; getterò a terra il suo mur
culcata. E la renderò deserta; non sarà potata,
sceranno le spine, e comanderò alle nubi che n
una goccial >>.
Questi ricordi li ripetè. più va
calore e con parole così espressive ed
vevano.
Anche nelle private udienze aveva abitualmente eso
ardenti, le più opportune.
A Torino - dichiara una Figlia
nel 1905 andai a ~ a r l a r ~ lmi a, la soggezione non mi
di dire quanto volevo; ad ogni modo lo richiesi di un
ed egli con un accento, che per me ebbe dell'ispira
con voce alquanto elevata e vibrata: - Lavo
gloria di Dio, non per piacere agli esterni, alle
meno alle superiore; ma solo per piacere a Dio P.
((Ricordo come fosse ieri che nel 1905 - na
Maria Sisto - vedendo il venerato Sup
tanto di me, tanto piccola nella Congregazione, mi
veva. Saputo che ero di Mirabello, paese in
direttore, con soddisfazione ricordava persone e
Volle sapere i particolari della mia famiglia,
non aveva che la mamma e un fratdlo mi disse: -
- Nuova prova e le Missioni d'oriente
'67
rete ancma un poco la puntura del sacrZfizio che
allontanandovi dai vostri cari, ricordatevi che
sto presiedeva la distribuzione dei premi al-
Igeva parole di fede, di gran fede, agli alunni.
si porta al di della gran pr&<azione. Gesù vi
braccia della sua injìnita carità nel battesimo;
che vi possa ricevere nel seno della sua immensa
a alla vostra morte. I gimni trascorrono veloci.
buoni cristiani...>>.
vigna una torre ,, da cui si possa vedere se qualche au-
sse breccia e cercasse d'inoltrarvisi. Edificò una torre,

9.10 Page 90

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168
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
dove si possano conservare le munizioni per col
vigna. ~ a m e s s oun torchio per produrre buon vino.
» 11 Signore ha circondato la Congregazione di una si
dei voti dipovertà, castità e obbediaza, con cui noi stessi
gazione possiamo esser difesi da tanti pericoli. L'ha cinta
delle ~~l&erazionIin. questa comunità vi è
tribunale di penitenza, vicino al Tabernacolo
delle anime, il caro Gesù! Ha costrutto un t0
viziato, dove si preparano buone suore che
bene nel mondo. Fortunata e benedetta la C
signore l'ha prediletta, e continua a spargere
bondanza. ~ ~ & dim~ostra~to daltl'indiroizz
bene che si va operando.
n 11 Signore dice: "Che cosa avrei potuto .fare di
e
fatto? ,,. 11Signore ha fatto tutto per noi, e noi sappiamo corris
sua immensa bon&, e percib &sogna che vediamo i per'
potr,e)bbLevr~oigrennadilerSciigninogreralt'ihaVecrosonseilgnSaitganaolrlee. Madri, al
alle Direttrici, ha &dato a voi tante anime che ha date a
zione, le tante giovinette negli Oratori, nei Convitti, nei Col1
dunque da vigilare, perchè la Vigna non venga devastata.
losono entrato qualche anno fa in qualche vigna,
vato che c'erano traici, c'eran0 foglie, ma non u n gr
~ ~vigna~non elra stalta col~tivata, nè zappata. In me
d'uva c'era l'erba alta un metro, e tutto I'umore, il succo
produrre il fmtto,. era assorbito dall'erba. Questo
peficolo; veder tralci, foglie nella nostra Congregazion
se si lasciassero crescere l'erbe selvagge degli abusi
tradursi. 11 vostro aspetto è di religiose, la fama di
anche di religiose fervorose, attive; ma pOt
selvaggia assorbisse il succo e non vi las
v i raccomando, dunque, d'invigilare SU
tutta la Congregazione, le Visitatrici nella
triti nella loro casa. Attente a nonlasciar i
ne possono essere tanti; io ne nominerò appena qu
Sarebbe abuso stare al mattino troppo a letto, p
trascuratezza nelle opere di pie*, l'omissione di varie
possono aiutare l'ordine della casa; il dire le pregh
abuso la meditazione fatta solo per Un quarto d
abuso andar nelle case a far visite, manca
propria disposizione bibite, far uso troppo sove
cedere nell'uso dei cibi: siano questi non troppo &bondan
troppo deficienti. Non si lasci mancar nulla alle
abituino a cibi troppo lauti; il primo abuso to
il secondo le rende troppo pigre. Sia impe
guardare se si sono introdotti abusi e sradicarli.
-
- Nuova prova e le Missioni d'Onate
I 69
avera avevano dei tralci, già
are un buon raccolto; nei
a coltivate bene, e le "igne
a della Congreg&one ,,
, digiunato, come va
ci hai
ondeva: " In quelle penitenze,
iontà, non I'esecu&ne dei miei
a ia vostra mercede ,,. &estO
n lavorate con retta intenzione.
morte stringono il pugno e lo
r0 la crittogama spirituale.
malattia, che si manifesta.dopo nella vite, & la perono-
intacca le foglie, le fa ingiallire, le fa seccare. Per con-
e foglie il fmtt0 soffre, perchè esse cadono ed if fnitto
intemperie della stagione, privo del beneficio delle foglie,
somministravano la mgiada, ora lo coprivano dai raggi

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
I?O
o E la<'Vignaspirituale,,and&soggetta alla pe~onosperdSi
peronospera pericolosa per la Congregazione, per le
persone è la tiepidezza. Le opere che si fanno, non han
bellezza che dovrebbero avere. Osservate quelle case d
dotta 1%tiepidezza, e vedrete che le Pratiche di pietà t
sturano, e qualche volta, se anche si fanno, si fanno con in
Quando una suora è presa dalla tiepidezza, si vede svogliata, no
tenere il raccoglimento degli occhi, della persona, che sarebbe t
necessario. Messa in ginocchio, guarda di qua, guarda di là; ora
e ora sta silenziosa; perchè non ha impegno per le ~ratiched
Si accosterà alla Sacra Mensa, ma perchè vede le altre; al Signore non
pensa nemmeno, non gli dice niente, n& rima, nè dopo la Comunione.
E poi nelle occupazioni si vede che le fa svogliatamente. Dovrebbe
trovarsi la prima nella scuola o nel laboratorio, ma ci va piano, e ar-
... riva quando ie ragazze hanno incominciato a mettere il disordine. Fa
la scuola, ma senza essersi preparata. L'opera C'&,ma vale poco ci
sono le foglie appassite; farà anche tutto, ma tutto svogliatamente,
tanto per non essere rimproverata; mancherà sovente alla ca*,
non saprà sopportare una parola. Mi raccomando, fate tutto quello
che potete perchè non entri la peronospera nelle case; fate che regni
l'amor di Dio. E quando le direttrici si accorgessero di qualche cosa,
mettano fuori nuove
qualche conferenza di
industrie per
più, siano più
ruisnvt etuglailaireneiilrefenrdviocroen.tiF, satcucdiainnoo
di promovere qualche festa. I1 rimedio per la peronospera è il verde-
rame, e così per la tiepidezza ci vuole il"verde del fervore,,: sempre
nuovi mezzi per conservare l'osservanza delle Sante Regole.
>)La terza malattia e la più pericolosa è tafilossera, la malattia che
intacca le radici, e quindi non solo fa mancare i frutti, ma fa morire
la pianta; e se non si rimedia presto, si propaga in tutta la vigna.
1) C'&anche la filossera spirituale? SI, C'& ed è l'insubordinazione
specialmenteverso le Superiore, Hindifferenzaper tutto che è religione,
lo spirito mondano, l'immoralità, la mormorazione. Per questa malat-
tia ci vogliono cure energiche. Quando si scorgesse qualche allieva
infetta d'immoralità, bisogna chiamarla, bisogna ammonirla, farle
raccomandazioni, e, quando si conoscesse che fosse di danno alle
altre, separarla. Non faccio neppure la supposizione che ci sia l'im-
moralità tra le suore, ma dico: le Direttrici stiano attente; vigilate
perchè il Signore non abbia a dire quelle parole: Come mai la mia
vspiginnea?,c,h.eI1hoSicgni morde
a t a di tante
fa sentire i
cure, non mi ha prodotto che
castighi che darà alle vigne
triboli e
infedeli
dicendo: Ebbene, non ha prodotto frutti? Strapperò quella siepe, e
sarà esposta alla rapina; torrò quel muro, e così sarà cmtculcata, calp
stata dai passanti; la lascerò deserta; l'abbandonerò e comanderà a
nubi di non mandare più la loro pioggia benefica su qu
Allora che avverrà alla vigna? cresceranno i roveti, le spine,
dei tralci non ci saranno che spine.
- Nuowa prova e le Mis&ni d'Oriente
Che sarebbe, se il Signore abbandonasse la vigna della congre-
one delle Figlie di Maria Ausiliatrice? Non 10 permetterà che la
tra Congregazione sia abbandonata, ma voi siate sempre vigilanti,
accomandatevi a Maria SS. perchè vi assista sempre e non
e s'introduca la mittogama ossia la mancanza di retta intenzionela,
sia la tiepidezza, la filossera ossia I'insubordinazione e
Gli stessi ricordi, il 4 agosto, suggeriva alYispettore del-
Emilia, Don Carlo Farina, che soleva fargliene richiesta:
re buoni esercizi, ricchi di abbondanti
Su di te e SU tutti gli esercitandi [e pi& copiose
. Saluta tutti da parte mia., specie i novelli
rmogli, destinati a Genzano.
)) Per ricordi degli esercizi potrai raccomandare di difendere
VINEAELECTA dell'anima propria dalla crittogama della
V O ~ O X ~ &da, lla peronospera della tiefi-
dell'immoralit~.
no troppo difficili alla comune intelligenza,
nella mia mente, Gesù nella mia bocca,
Anche a Don Pietro Ricaldone, allora ispettore nella
veva inviato questi pensieri che svolse
li coadiutori i1 12 agosto, in forma
Aspetti qualche ricordo pei vostri esercizi; èccoteli:
)) Siam pellegrini SU questa terra, e come pellegrini ab-
am bisogno di cibo per sostenerci; - la SS. Eucar&ia,
sitata, adorata, ricevuta:
»Abbiam bisogno di lucerna-fiaccola in mezzo alle te-
bre che ci circondano: lucema pedibus m&
tuum;
la parola di Dio, ascoltata, letta, meditata;
)) Abbiam bisogno della bussola che diriga la navicella
ell'anima nostra: - la stella polare, o del mare, è Maria;
la devozione a Lei...r.
Sulle labbra aveva sempre la parola di fede, qerchè Dio
sua mente e la carità gl'infiammava 11 cuore.'
Ciò appawe in modo singolare durante il V0 Capitolo
enerale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Le pratiche, da

10.2 Page 92

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- 172 V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
lungo in corso per la questione dell'approvazione d
stituzioni dell'Istituto, erano alla fine. Don iMaren
stato incaricato di adattarle alle Normae sec
l'aver affidato questo lavoro al nostro Procur
pareva, ed era in realtà, una deferenza singolare. M
&iarazione era già netta e precisa: le Normae dovev
sere applicate integralmente; quindi nessuna dipen
dalla Società Salesiana. Alle Suore non s'era fatto
della piega della vertenza; perchè dovendosi tenere
tembre il V0 Capitolo Generale, parve al Servo di
opportuno di parlarne in quel tempo, quando si
data lettura delle nuove Costituzioni, esaurita la tratta
dei temi proposti per le adunanze.
Ma perchè non riuscisse un colpo mortale co
Don Bretto a convocare qualche giorno prima colo
dovevano prender parte al Capitolo e a manifestar
more di quanto sarebbe awenuto.
E il 5 settembre giungeva al Servo di D ~ Quna 1
firmata, "per la Rev.ma Madre Generale e per ognun
Capitalari,, da Suor Luisa Vaschetti, Segretaria Ge
che gli annunziava come il 4 settembre 4 verso le C
il rev.mo sig. Direttore Generale Don Cle
Bretto, convocate le' superiore insieme con gli altri m
del prossimo Capitolo Generale, serenamente mesto
ben compreso della pena che era per gettare in ogni
disponeva gli animi alla grave rivelazione di ciò che
recchi anni teneva sospeso il suo cuore e in crudele t
zione quello della... venerata Madre.
)) L'annunzio della possibile sottrazione delle F'
Maria Ausiliatrice dalla dipendenza del Successore
Bosco, benchè fatto con caritatevole e prudentissima
immerse tutta l'assemblea in una indicibile costern
I1 sig. Direttore Generale, dopo averci confortate ed inc
giate il meglio che seppe, disse che aveva bisogno della
nifestazione libera della nostra volontà e si ritirò per las
riflettere. Sbalordite ed oppresse al sommo, ci strin
istintivamente attorno alla carissima nostra Madre, C
ghiozzando manifestava la piena del suo dolore, per p'
- Nuòva prova e le Missioni d'Oiiente
'73.
essa. Senonchè, dopo uno sfogo necessario, si
e aleggiare nell'ambicnte lo spirito di Don Bosco,
ugusta Regina ci sorrise dal suo trono di gloria,
lmi abbattuti rinacque la speranza. Avevamo bi-
riflettere per determinarci a seguire uq'ispirazione
formato l'incanto di tutta la nostra vita religiosa)
alla cara iMadre a recitare I'Ave Maria, dopo rAU-
ktianorum, scoppiò la spontanea acclamazione di
testando di voler vivere e morire figlie obbedienti
iose a Don Bosco ed al suo Successore legittimo P.
contente .dell'unanime dichiarazione, vennero a
segreta, e le 44 presenti diedero tutte voto af-
ora - continuava la lettera - ci gettiamo ai suoi
matissimo Padre, e con tutto l'ardore di un animo
ce la sua debolezza e il suo nulla, le ripetiamo più
re che con le labbra: " Dove andremo noi divise da
arate da lei saremo come la vite a cui si toglie il suo ap-
, strisceremo per morire miseramente. D'altronde, se per
di Dio ci possiamo chiamare Figlie di Maria Azcsilia-
perchè fin da principio intendemmo che sotto la bandiera
avremmo continuato sicure, perchè guidate da Don Bosco
uoi legittimi Successori; ed ora non possiamo intendere
i parrebbe di tradire noi stesse. Oh! caro Padre, non ci
ni! Si ricordi che il nostro Fondatore ci legava a lei
a eredità, e benchè questa fino~anon le abbia fmttato
e fastidi, d'ora in avanti le promettiamo riparazione
noscenza effettiva. Deh! si muova a pietà di queste me-
tte, che fuori della sua paterna dipendenza non potreb-
ontinume la loro missione in prò di tante povere fanciulle
Madonna vuole guidate da noi al paradiso. Padre benigno,
i le nostre suppliche e si muova a pietà di noi. Interceda
'a Ausiliatrice, con Don Bosco e presso tutti coloro
ando la procedenza della nostra vitalità, ci credono,
Itre Congregazioni, capaci di sussistere senza di
imo e permanente appoggio con cui Don Bosco ci
sua paterna benevolenza dunque affidiamo la no-

10.3 Page 93

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n74 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
stra sorte. Degnisi essere sempre guida e sostegno de
stra umile Congregazione, di cui fin qui fu la vita e la g
I1 Servo di Dio partiva per Nizza, e 1'8 sette
sacro alla Natività di Maria SS., apriva il V0 Capitolo
nerale. Ricordato lo scopo delle adunanze, esortò le pre
ad implorare i lumi celesti, e proseguiva:
({ Ho ricevuto alcuni giorni fa dalla segretaria del
t010 Superiore una lettera che mi ha commosso e fatto
cere. Mi ha commosso perchè ho sentito quanta pena
biate dovuto provare nell'anche solo dubitare di dover e
sottratte dalla dipendenza del Successore di Don Bosc
mi fece piacere per i sentimenti di affetto che avete dimostr
verso Don Bosco e di voler aderire a ciò che Don Bosco
prescritto. Ho anche saputo con piacere, che per manifest
la vostra volontà di mantenervi in tale dipendenza ave
dato i voti segreti, e che tutti furono favorevoli. Tutta
prima siamo obbedienti.a S. Madre Chiesa; Don Bosco st
se fosse in vita, vorrebbe che obbedissimo alla S. Chiesa, qua
stabilisse qualcosa di diverso di ciò che egli avesse stabilito.
Nella vostra lettera traspare il timore della separazio
dal Successore di Don Bosco. Se ed ordinasse la Chiesa, no
obbediremmo. M a pare che non si voglia altro che la separazion
degli interessi materiali vostri da quelli dei Salesiani. Casi m
disse il Card. Ferrata, quando nel mese di giugno
andai, specialmente per questo, da lui, col nostro Procura-
tore Don Marenco. E il Papa, un mese dopo, parlando con
Mons. Cagliero a questo riguardo, notò semplicemente la ne-
cessità della separazione degli interessi materiali, ma che ciò
non si faceia tutto a un tratto, in modo brusco, ma via &a, come
già abbiam cornineiato a fare. E noi speriamo, e preghiamo,
di poter sempre jare del bene, voi alla gioventù femminile e noi
alla maschile )>.
Il 9 si fece l'elezione della Superiora Generale e del Con-
siglio Superiore, e vennero rielette tutte le Superiore pre
cedenti e ciascuna nel proprio ufficio. I1 Servo di Dio con
fermò le elezioni; e subito, presenti anche Mons. Cagliero
Don Marenco, si venne allo svolgimento del programma, i
base alla circolare inviata da Don Bretto fin dal IO maggio.
VPI - Nuoua prova e le Missìonl d'Oriente
"75
dute procedevano regolarmente con calma, libertà
razione, quando a un tratto, Don Mareiico ritenne
ente proporre d'interromperne lo svolgimento per
ura delle nuove Costituzioni che d'incarico della S.
dei' Vescovi e Regolari aveva preparate,
alle Normae emanate dalla stessa Sacra Con-
rante questa lettura apparve chiarissimo come tutte
ponenti il Capitolo, rispecchiando il sentimento del-
o Istituto, sentivano una pena indicibile anche solo al
iero di poter venire sottratte alla dipendenza di Don
, e null'altro desideravano se non che la S. Sede con-
sse esplicitamente a loro superiore il Successore di
on Bosco, per poter esser mantenute nello spirito sale-
o, allo scopo di continuar a compiere nel mondo la loro
E insistettero unanimi perchè al ~ b r t i c o l odelle nuove
ostituzAiuosnilii,actrhicee..c.ohmainpceiiaviiacocpaos.i.:.
<( L'Istituto delle Figlie di
» s'interponesse la dichia-
e ((fondato dal Servo di Dio Don Giovanni Bosco s; ed
Il'articolo 30, ove si diceva che le Figlie di Maria Ausilia-
e riconosceranno per loro arbitro supremo il Sommo Pon-
ce cui saranno in ogni tempo, in ogni luogo ed in ogni cosa,
ente e devotamente sottomesse )> e saranno pur << soggette
scovo della Diocesi in cui dimorano, secondo le prescrizioni
cri Canoni... si )>, aggiungesse: Parimenti saranno 3-
te sottomesse al Rettor Maggiore della Pia Società
iana, come a Successore di Don Bosco, il quale, salva
re l'autorità degli Ordinari, le dirige e le assiste pmchè
nsmino lo spirito del Fondatore. A d esso daranno il titolo
Superiore e Padre )>.
Finita la lettura delle Costituzioni modificate, Don Ma-
tornò a Roma, intimamente annuendo a quanto ave-
dichiarato e richiesto.
Le adunanze proseguirono regolarmente sul programma
segnato. I1 Servo di Dio aveva promesso di dare, nelle
sedute, o nel sermoncino della buona notte, qualche buon
onsiglio; e il 12 settembre osservava:

10.4 Page 94

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~
~
~
176
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
(<Ho.promesso di dirvi sempre qualche parola a vostro profitto,
e non sempre l'ho potuto fare. Stassera vogli0 insegnarvi una santa
furberia per far andare avanti bene le vostre case ed ispettorie. Questa
furberia è di metter buona base e buon fondamazto ...; e questa base o
fondamento Q una soda, sincerapietd. Questa non consiste so10 in qualche
atto esterno, ma nel vero spirito di pietà, nel persuadere le dipendenti
a lavorare alla maggior gloria di Dio ed alla salute delle anime, nel
fare volentieri le pratiche di pietà, nella frequenza dei Sacramenti,
ricevuti con buone disposizioni, con umiltà, con sincero amor di Dio,
volendolo servire fedelmente. La meditazione, la lettura spirituale,
costituiscono un vero alimento alla pietà religiosa. Vi ho accennato
alcuni mezzi, ma le vostre Costituzioni vi suggeriscono tutti
altri che aiutano a lavorare per la salvezza delle anime; e lavorare per
le anime è cooperare alla gloria di Dio 1).
I1 giorno dopo diceva:
« V i ho raccomandato di mettere nelle vostre case ed ispettorie un
fondamento sodo, la pietà. Ora vi aggiungo: bisogna Sostenere le Case
non solo con le fondamenta, ma con muraglie sicure; e muraglie ben solide
e legate f r a loro sono Posseruanza delle Costituzioni. Siate esatte, però
non scmpolose. Fa pena il vedere con tanta facilità cambiar orario,
dispensare da questa o da quell'altra pratica, da questo o da quell'altro
atto comune, senza gravi ragioni. Se queste vi fossero, bene, si vada
avanti nel Signore e si dispensi; ma se non vi fossero, teniamoci alle
Costituzioni, facciamo ciò che le Deliberazioni e i Regolamenti ci
dicono di fare. I1 dispensare facilmente dal silenzio, dalla lettura,
dalla meditazione, accorciare la medesima, è un far prendere in Poca.
considerazione la S. Regola. Si stia adunque aii'osservanza esatta, e
senza mostrarvi troppo rigide, mostratevi esatte. Quel concedere fa-
cilmente dispense, è un indebolire l'osservanza religiosa. E poi so che
in alcuni Oratori festivi ed Educatori si dà più importanza al teatrino
che al catechismo ed alla storia sacra. Non cambiamo il necessario
con l'accessorio. li Oratot? furono istituiti per l'insegnamento del
Catechismo, e non per il teatro. Vedete anche l'Enciclica emanata da
Sua santità Pio X: vuole il catechismo ogni domenica e festa di pre-
tetto. Ciò coincide con .l'idea di Don Bosco, il quale voleva che nei
nostri Oratori e Scuole si dèsse molta importanza al Catechismo. Si
faccia dunque studiare il Catechismo e la Storia Sacra, e si pensi che gli
Oratori sono destinati ad onorare il Signore colle pratiche di pietà. Non
si creda di aver fatto tutto, quando si fanno molte recite; che anzi si P&
dire allora che si Q ottenuto nulla, o ben poco. Anche in occasione dz
lunghe passeggiate,non si lascino mai le pratiche dipietà; e se k domenica,
faccia in modo che al mattino abbiano, oltre la S . Messa, la spiegazione
del Vangelo, ed alla sera il Vespro e le altre funzioni religiose.
questo non intendo mettere pene di coscienza. Ciascuna faccia,
V I 1 - Nuova prova e le Missioni d'oriente
'77
enire, ciò che può per concretare le idee di Don Bosco. Cosf
DOVETE METTERVI IN PENA RIGUARDO ALLE DECISIONI DI QUESTE
TE NUOVE COSTITUZIONI; ESATTEZZA E FIDUCIA IN DIO,E DIOPARA
11 14 si dovette assentare, e non si tenne alcuna seduta.
15 rilevò l'importanza di educare le giovinette alla vita di
crifizio. ((Le giovani non mancano di generosità, quindi
endo loro conoscere anche i sacrifizi della vita religiosa
nza esagerarli, si sentono animate ad accettarli per. amar
Dio e del prossimo a.
Raccomandò anche di attenersi praticamente allo spirito
i Don BOSCO(:(Qualche volta prendete la parola anche
10 per dire: - Don Bosco la penserebbe cosP... -Don Bosco
roverebbe?... - Questo entra nel pensiero di Don BOSCO...?
Anche Don Bosco desidererebbe cosi?... P.
11 16, vigilia della festa dell'Addolorata, le incoraggiava
ender felici le loro dipendenti ((perconsolare questa buona
dre h), evitando. quei modi che non tornano cari, e ogni
a di noncuranza, e la stessa serietà soverchia.
(<Mostrate& amabili. Vi sarà bisogno di dare un aviso, datelo
empre con carità, e non private mai di una buona
chi fa
ene. Ricordate il nostro buon Padre Don Bosco. Bastava una
arola: - Come sa' bravo! - o simile, bastava quello sguardo di
ompiacenza, per rendere felici. Specialmente con quelle, che in-
ontrano qualche difficoltà o qualche dolore, usate speciali riguardi,
n modo che comprendano che prendete parte alle loro pene. Fa
iacere a chi soffreil vedere che vi & un cuore che la compatisce.
1) La difficoltà maggiore sta nell'usare sempre grande canta, anche
uando siete molto occupate. Avete da scrivere una Iettera'di pre-
ura, e una suora vuole parlarvi; potete dire che avete urgenza di
crivere, e che appena avrete terminato, l'ascolterete volentieri. ~ n -
iste; abbiate pazienza, ascoltatela ugualmente.
State attente a non dire mai una parola brusca. Alcune saranno
oiose, ma se dite loro una parola brusca, vi chiudono il cuore per
esi e mesi, e non le sentirete più dirvi una difficoltà. Frenatevi, e da
uell'accoglienza ben fatta dipenderà l'awenire di quell'anima. Vi
ccomando questo ad onore della Vergine Addolorata>).
11 17, festa deIl'Addolorata, tenne la predica in chiesa
OpO i. vespri, con tanta pietà che piangeva e fece piangere.
- z Vita del Seno di Dio ~ i c l z e l eR U ~v. ol. III.

10.5 Page 95

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178 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
E la stessa che fece alle Convittrici di Sassi nel 1900
abbiam pubblicato lo schema autografo; ma-
ampio riassunto nella cronaca della casa, lo riferiamo co
cere, certi di far cosa p d i t a ai lettori:
« '<GEMITUMSATRIS TUAE NE OBLIVISCARIS: non dimenticate
della vostra Madre,,; questa è l'esortazione che trov
recitare il Breviario: "Ricorda i gemiti della Madre tua,,; e
ci fa rammentare i dolori di Maria due volte all'anno; al ven
settimana di Passione, e sei mesi dopo, cioè la terza d
tembre. So che voi, o buone Figlie, li ricordate tutti i gio
di Maria, ma dacchè la Chiesa ne invita, tratteniamoci a consi
insieme. La Chiesa ci fa questo invito, aflinchè noi cerchiamo qu
consolazione da prestare alla nostra cara Madre, in compenso de
dolori.
R 10 Dolore: - Profezia del Santo Vecchio Simeone. -
esatta all'osservanza della Legge, presenta Gesù al
ferta dei poveri. A riceverlo vi & Simeone che da ta
Messia, il quale, riconosciutolo, intonò il canto: Nunc
tSuaulumt,arDeomtuuinme!,.s..ecRunivdoulmtosvi&pmoi
a
tuum in pace, guia viderunt
Maria, le disse che il nato
sarebbe stato bersaglio di contradizione e che una spa
avrebbe trapassato il cuore della
il caro Gesù, fatto bersaglio di
Mcoandtrrea,ddizuiroannet!e...tuOttha
noi compensare Maria in questo dolore? Lo possiam
bersaglio del nostro amore! Gesù sia il bersaglio de
dei nostri affetti. Nelle tribolazioni pensiamo a Ges
zioni rivolgiamoci a Gesù, nelle contrarietà miriamo Gesù. Egli
il centro della nostra vita, il bersaglio dei nostri dardi d'
i)20 Dolore: - Fuga in Egitto. - Trascorso alcun temp
la presentazione al Tempio, l'Angelo del Signore annunzia a G
il pericolo in cui si trova Gesù, cioè che Erode lo cerca per fa
rire, e
vedere
gilliFiogrldioindaidDi ifougpgerirseegiunitEatgoitdtoa.uQnuraenctarupdeenlea!..p.rQov
... zione Le appresteremo?Ah! buone Figlie, voi sapete, voi potete
solarla! Vi sono tantefanciulle perseguitate dai nemici della
gione; vedete in esse Gesù! La Figlia di Maria Au
vare Gesù, salvando le fanciulle dalle insidie del mo
dai pericolicui
nelle scuole, e
sspoencoiaelmspeonsttee,neegcliiòOproatteotrei..f.arNe,olnavriosrpana
. sollecitudini per dar questa consolazione al cuore addolorato di
Quante fanciulle si lascerebbero trascinare dalla corrente, se
fossero gli Oratori festivi! Ebbene salvatele, e console
il dolore sofferto nel vedere Gesù cercato a morte.
30 Dolore: - Maria smarrisce G e d . - La Madonna, semp
la Legge, in compagnia di Gesù va a Gemsalemme, e
l'amato FiglioJ... Oh! come dovettero essere lunghe
opo averlo invano cercato, balena alla mente di Maria
e agli insulti ricevuti da Gesù, non era stata presente n&
one, alla coronazione di spine; ma, quando fu condan-
, S. Giovanni andò a portarle il triste annunzio, e, facen-
a scorciatoia, la condusse ad incontrarlo. Quale
di G e d . - Finalmente Gesù, dopo
Là fra i dolori e spasimi viene solle-
e agonizzava con Lui. Gesù volgen-
e additandole Giovanni: <'Eccoil tuo
... rembo Gesù Come potremo consolar una tal Madre?Ah! Figlie,

10.6 Page 96

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180 V I - Successo/e di Don Bosco - Secondo decennio
io credo, che in quella dolorosa circostanza, una cosa che avrà con-
solato Maria sarh stata il vedere la Maddalena abbracciata ai piedi di
Gesb. Si, l'aspetto umile di quella penitente avrà dato consolazione
a Maria!
)> Preghiamo noi pure Gesù, e pensando alle offese nostre,
baciamogli i piedi, baciamo le sue piaghe col massimo affetto, dicia-
mogli che lo vogliamo amare e servire per sempre.
I) 7 O Dolore: - Sepoltura di Gesù. - Per quanto Maria soffrisse
nel vedersi strappare dalle braccia il centro de' suoi affetti, dovet
cedere Gesù e deporlo sotto una pesante pietra. A questo punto
Breviario ci fa sentire le parole di Maria: '<Vedete,contemplate, se v
2 un dolore che uguagli il mio!,,... E noi come consoleremo Maria?
Apprestiamo anche noi a Gesù una sepoltura, una tomba. Venga Gesù
Eucaristico in questa tomba, ma la trovi calda di santi affetti, e delle
pib sante disposizioni.
... n Figlie, ricordate sovente i dolori della vostra Madre, ed appre-
statele qualche consolazione in compenso! D.
La penultima sera, per fare delle comunità tante vere
famiglie, anche se composte di sorelle di varie nazioni,
suggeriva questa delicata carità:
((Nonsi biasimino mai gli usi di una nazione o regione. Si
potrà avvisare e correggere la persona che ha questo o quel di-
fetto della località da cui proviene, ma non le si faccia E'osser-
vazione come di cosa originaria dalla località sua propria. Più
facilmente si tollera un'ingiuria fatta a sè, che quella fatta alla
sua terra. Si parli sempre bene dei sltZ e delle persone tra cui v i
trovate t).
Le sedute - dice il verbale - furono allietate anch
dalla lettura di una preziosissima lettera del Card. Segretario
di Stato, l'Eminentissimo Merry del Val, il quale, a nome di
S. S. Pio X, si rivolgeva al signor Don Rua, nostro Superiore,
per congratularsi con lui del bene che le Figlie di Mari
Ausiliatrice fanno nel Brasile, sotto la direzione dei Salesian
e domandargli che voglia colà inviare ancora una numerosa
schiera di altre Figlie di Maria Ausiliatrice. Alla lettura
questa lettera tutte si alzarono in piedi in segno di gran
venerazione n.
I1 19 settembre, sul termine dell'ultima seduta giu
da Roma un espresso di Don Marenco, il quale
al Servo di Dio l'impressione che la verbale r
VII - Nuova prova e le Missioni d'oriente
ntimenti manifestati dalle adunate in Capitolo aveva :fatto
presso la S. Congregazione dei Vescovi e Regolari e i pro-
nostici che ne traeva di poter ottenere quanto si bramava:
<(W i Fi affretto a comunicarle notizia che recherà piacere a
ei e al Capitolo delle nostre buone Sorelle. Ho creduto oppor-
uno di riferire verbalmente alla Sacra Congregazione l'im-
sione prodotta dalle nuove Costituzioni e i vari desideri
tutameute espressi dalle Congregate. L a relazione fece
un'impressione non piccola, tanto che fui autorizzato ad in-
troduve nel nuovo testo i desideri di cui sopra, allegando poi
in foglio a parte le ragioni dei medesimi. Queste ragioni verranno
esposte dal Capitolo Superiore delle Suore nel modo da com-
>> Come vede, l'affare si rende più facile e per nze meno
spinoso. Confido che si otterrà molto... Sia di tutto lodato
Fu un raggio di luce dopo tante trepidazioni. Una visi-
tatrice d'America legge un indirizzo col quale manifesta a
Don Rua e al Capitolo l'idea d'innalzare ai Becchi, presso
la casetta natale di Don Bosco, un monumento che attesti
il grande amore e la riconoscenza delle Figlie di Maria
Ausiliatrice al loro Fondatore e Padre, se otterranno di rima-
nere sotto la dipendenza del suo Successore.
Una Visitatrice d'Italia disse come le suore dell'antico
scuoonrteineanmteersiicaunnei.scono con giubilo al pensiero e al voto delle
Il Servo di Dio ringrazia tutte cordialmente: Lodo il
s@o pensiero. Vedremo in qual modo compierlo. Ho molta
ona speranza che le cose vadano bene. La circostanza della
tera cosi consolante di Don iWFarenco, giunta in questo mo-
nto, prova Paiuto del Signore n.
I1 20 settembre si tenne l'ultima adunanza, la ventune-
ma; e il Servo di Dio prese ancora la parola:
((Mie buone Figlie, abbiamo da ringraziare Maria Ausi-
trice, abbiamo da ringraziare S. Giuseppe al quale ci siamo
ccomandati afidandogli la supplica del buon esito del pre-
e Capitolo, ed abbiamo anche da ringraziare Don Bosco
ha perorato la vostra causa. fl Capitolo incominciò con un

10.7 Page 97

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182 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
orizzonte fosco, poi via via si rischiarò, e ieri giunse la lettera
di Don Marenco, la quale fece spuntare il sole... Sono contento
che ho veduto regnare la carità. Non ho sentito una parola che
potesse ofendere la mcettibilità di alcuna. Piena unione, piena
armonia fra tutte, anche quando vi era qualche diversità di
pensare, e questo è un segno della protezione del cielo, della
protezione di Don Bosco, che desiderava regnasse la carità e si
adoperava perchè regnasse in ogni casa, in ogni ispettoria.
D Questa carità usatela anche nelle vostre case. Non spar-
late mai l'una dell'altra, e, ricevendo i rendiconti, non lasscia-
tevi mai sfuggire una parola di disapprovazione o di mormora-
zione. Se si lascia sfuggire qualche parola a tale rigzlardo, si
perde la conjidma... Occorrendo fare qualche osservazione,
fatela pure, ma non col cuore appassionato e in collera. Aspet-
tate di essere in calma e pensate al modo da usare perchè quel-
l'avviso abbia a produrre frutto...)).
A questo punto sorse una visitatrice a far di nuovo la
protesta, cui tutte aderirono unanimi, 1i di voler essere sempre
verefigie di Don Bosco, d$endenti dal suo legittimo Successore 1);
e Don Rua:
<<Aggiungoche sono molto contento, poichè ho passato
questi giorni molto bene. Vi ringrazio delle vostre preghiere e
delle vostre lettere. Accetto volentieri l'offerta che mi avete
fatto di voi stesse e della vostra volontà. Provai già grande
consolazione nel leggere la lettera che mi avete mandata a
Torino, mi sono commosso per una lettera indirizzatami dalle
convenute al Capitolo Generale e che ho potuto leggere solo
questa mattina. Conservo queste lettere, e se v i fossero dzglcoltà
per riuscire in cw che desiderate spero potranno avere influenza
nel farle superare. Anche questa, lettami ora, spero mi sarà
consegnata. Metterd queste tre lettere ai piedi di Gesk Sacra-
mentato, le metterò nelle mani di Maria Ausiliat~ice,aglnchè
se le preghiere non fossero state abbastanza accette, trovino
grazia queste vostre suppliche. Le metterò anche sulla tomba
di Don Bosco come protesta della vostra fedeltà, e questo buon
Padre, che vi ha tanto amate nel Signore, intercederà per v&,
afinchè non d o b k t e mai separarvi dal suo Successore, ma gli
siate sempre unite nei Cuori di Gesù e di Maria.
VII - Nuova prova e le iMissìoni d'oriente
>> Forse ad altro Capitolo non ci saremo più tutti, ma voglio
che ci troviamo tutti uniti in paradiso, si, tutti in paradiso!
PAXVOBIS! I).
Mentre parlava si vedeva l'intima commozione, che non
gli permetteva di trattenere le lacrime. Le benedisse e di-
chiarò chiuso il V0 Capitolo Generale. Si andò in chiesa, si
cantò il Te Deum, e venne impartita la benediione col SS.
Sacramento.
In qualsiasi circostanza si trovino i Servi di Dio - diceva
Don Rua - non cessano d i fare il bene t); ed egli, appena ter-
minato il Capitolo delle Suore, tornava a rallegrare colla sua
presenza i Salesiani. I1 zx parlava ai coadiutori, raccolti in
esercizi alle Scuole Apostoliche al Nlartinetto; il 22, venerdì
delle tempora, agli ordinandi ed ai sacerdoti a VaZsalice;
il 25 ai confratelli raccolti in Ivrea. u Vero amor fraterno -
diceva - è participare a i fratelli i beni spirituali a.
I1 zq settembre, suo onomastico, con la fiducia di fare
un regalo gradito, comunicava ai Salesiani che la S. Congre-
gazione dei Vescovi e Regolari, a nome del S. Padre, aveva
approvate le Deliberazloni organiche, prese nell'ultimo Ca-
pitolo Generale, le quali ((perciò saranno come altrettanti
articoli delle nostre Costituzioni s, e contemporaneamente ave-
va espresso la sua soddisfazione per il modo col quale s'e-
rana tenute le adunanze.
<iI lavori del X o Capitolo Generale hanno cosi avuto il loro
pieno successo e completo coronamento. Questo fatto dev'essere
da noi salutato, starei per dire, con non minor entusiasmo di
quello importantissimo dell'approvazione delle nostre Costitu-
zioni, poichè mentre ci assicura che nell'osservare le prese deli-
berazioni noi ci appoggiamo a base stabile e sicura, ci dice
ancora che in nullu ci siamo allontanati dallo spirito del nostro
Fondatore e della Chiesa. Sian rese vivissime grazie al Cuore
ASaucsrilaiatitsrsiicme!o..d. i Gesù ed alla nostra buona Madre la Vergine
1) La grazia del Signore e la protezione della provvida
nostra Madre, la Vergine Ausiliatrice, ci siano di conforto per
superare gli ostacoli che indubbiamente s'incontreranno nel
' mantenerci fedeli nel divino servizio v.

10.8 Page 98

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184
- - V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
Quel giorno si recava a Lombriasco per le professioni, e
ai nuovi soci additava a modello San Michele, il vessillifero
della salvezza:
«Tutti volete militare sotto il vessillo di S. Michele, salutis si-
g,zifer. Voi avete fatto eco al "Chi come Dio?,, del paradiso coll'emis-
... sione dei voti...».
Ebbene:
«Amano
<I Gli
Dio.
SaonngoelipaumriasnpoirDitiio, ,dilsotdaacncoatiDdioa,-soegrnviancoreaDtuiroa...
non
hanno ricchezze materiali, non si affezionano alle creature, ma dicono:
Quir
Dio,
ut Deus? Amano le creature ma come opera
come piace a Dio. La foro purezza li aiuta ad
dami Darieo,Dpioe.r..aQmuoersdtai
v i 6 aiuterà pur noi,... come S. Luigi, S. Filippo Neri, Don Bosco.
»Lodano Dio!,.. Stetit Angelus juxta aram templi habens thuribulum
aurarm in manu sua. Ci vengono rappresentati come formanti un coro
che canta: Sanctus, Sanctus, Sanctus; Sanctus Dominus Deus omnipo-
tens, qui erat, qui est, et qui vetzturus est. Questa è la loro occupazione.
Lodiamo anche noi Dio coi cantici, e colle preghiere, e nelle conver-
sazioni;
biamo il
nceolrlao,stcuutotalav,ian..e.iescaattteeczhziasmnei,llenepllreatipcrheedidchiep..i.etàN.oi
non
ab-
»Servono Dio, con gran piacere, dilfgenza ed affetto. Sono rap-
presentati colle ali per 'indicare la prontezza con cui eseguiscono gli
ordini di Dio... Anche noi procuriamo far sempre volentieri l'obbe-
dienza,... pronta, esatta, allegra. Siamo sicuri coll'obbedienza di far
la volonia di Dio. Quando siam tentati di fare i nostri gusti invece
dell'obbedienza, diciamo anche noi: Quis ut Deus? Facciamo anche
noi sentire: "Quis ut Dm?,,. Sia questa la nostra parola d'ordine))..
L'ultimo di settembre ritornava a Nizza; nel p.omeriggio
vi giungeva anche Mons. Disma, Vescovo di Acqui per
l'incoronazione della statua di Maria Ausiliatrice, e il IO ot-
tobre, tra una solenne armonia di canti e di esultanze si svolse
la funzione, 4 la più bella, dice la cronaca, che potesse mai
vedere il nostro Istituto v.
{(Compie la grandiosa cerimonia S. E. Mons. Disma,
nostro venerato
Superiore Don
Pastore,
Rua e
e a lui fanno
un'eletta di
csoacroenrdaoitli.v..enCeeraletibsrsaim1o
Messa di Comunione generale e da l'abito religioso S.
Mans. Vescovo, che rivolge alle nuove vestite un fervorin
di circostanza. Alle l o Messa solenne, celebrata dal venerati
sima superiore,'e assistita pontificalmente da S. E.; in s
guito ha luogo l'incoronazione. I1 nostro veneratissimo
- VI] Nuova prova e le Missioni d'oriente
periore è a lato di S. E. al vespro solenne, alla benedizione
del SS. Sacramento, nell'accademia in onore di Maria SS.
Ausiliatrice Incoronata.
I1 z «celebra la S. Messa della comunità e rivolge ad
essa la sua efficace parola )), predicando la meditazione sul
medesimo tema svolto a Lombriasco, <<applicatoa Maria
Ausiliatrice, proclamata nostra Regina)). Eccone il sunto,
come si legge nella cronaca:
((Imparare dai Santi Angeli ad onorare iMaria; essi l'amano, la
benedicono, la servono.
1) Amarla specialmente con la pratica della virtù dellasantapurità,
come hanno fatto i Santi. I più amanti di Maiia sono quelli che si
sono segnalati nel coltivare q u a t a bella virtù, tenendo a freno i sensi
del corpo. Così S. Luigi, S. Filippo e il nostro Don Bosco. Egli era
così delicato a questo riguardo che succedendo talvolta che qualche
buona signora, anche d'età, volesse prendere la sua mano per farsi
fare ulia croce sulla fronte, mai non lo permise. Non fece mai uso
nemmeno di certe espressioni che anche buoni scrittori e zelanti pre-
dicatori sogliono adoperare "perchè, diceva, ho da trattare con la gio-
ventzl, e da cw potrebbe averne qualche impressione,,. Un giorno, in cui
una buona signora attempata lo vide scendere a stento i gradini che
dalla sacrestia mettono al cortile, e gli offerse il braccio, egli bella-
mente se ne schermi dicendo: "Sono stato maestro di ginnastica e
vorra' vedere che nonfossi capace di discendere duegradini senza aiuto! ,,
1) Lodarla, benedirla col canto delle lodi, dei vespri, colle preghiere
come già fate. Ma farà anche tanto piacere alla Madonna che vi
tratteniate
sua bontà,
fra di voi
delle grazie
parlando dei
senza numero
benefizi da
che dispensa
aeisssauoiridcievvoutti.i.,.
della
7) Servirla, come fanno gli angeli, veduti da Santa Maria d'Agreda,
pronti ai suoi comandi, con PobbedienzaJiliaZe a i supevioriche in nome
della Madonnaci fanno conoscere la sua volontà I).
Nel corso della giornata riceve in udienza privata le
visitatrici, specialmente le Americane.
Quell'anno la virtù dell'obbedienza fu la raccomanda-
zione più insistente che fece al noviziato. <( Fra le tante cose
e ci disse - annota Suor Caterina Novara - raccomandò
mmamente l'obbedienza e ci diceva: - Dirò a voi ciò che
te volte diceva Don Bosco: " Se voi sarete fedelmente
edienti, sarete sempre felici e contenti! ,,. Siete qui per
e di rendervi degne spose di Gesìq ricordatevi che

10.9 Page 99

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186
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
dovete procurare di acquistare la virtù dell'obbedienza, che
la madre delle virtù; è quella che innesta nel cuore tutte le
Sentite ripugnanza ad -eseguire un comando? pen-
sate: -E Gesù che comanda; Gesù merita ben ch'io faccia
qual cosa. per lui, Gesù mi aiuterà ,,. Ah! per Gesù qua-
lunque sacrifizio è poco! Nello studio della vostra perfezione
mettete per primo l'obbedienza, praticate l'obbedienza e
sarete
docili nelle mani dei superiori, atti a lavorare
alla gloria del Signore D.
Nei giorni che passò a Nizza, il buon Padre, dice la
cronaca: 6 lasciò la comunità ammirata per la sua grande
... bontà, coll'essersi- fermato tanto tempo qui con noi, mal-
grado le sue occupazioni Oh! il S2nore lo conservi per molti
e molti anni ancora! lo circondi di consolazioni quaggiù e gli
prepari un seggio altissimo di gloria lassiì, vieìno al Santo
Fondatore Don Bosco )).
<(Nel 1905 - scrive
Suor
Erminia
Barbaglia
-
mi
trovavo a Nizza Monferrato; ero postulante di pochi mesi
e mi sentivo alquanto indisposta di salute. La mia maestra
suor ~ o v oCaterina mi disponeva a compiere la volontà di
Dio: è tempo di prova, mi diceva, se l'a tua salute non regge
alla vita di comunità, è segno che il Signore ti vuole a casa.
-InE
un
tempo venne a Nizza il xev.mo
santo, mi si diceva, fa miracoli! -
signor Don
Io fiduciosa
Rua:
toccai
il suo abito, gli baciai la mano con la persuasione di ottenere
una completa guarigione. Da quel giorno incominciai a mi-
gliorare e per tutto il tempo che ancor mi rimase del postu-
Iato godetti buona salute. All'indimenticabile Don Rua i1
mio grazie riconoscente )).
Verso la metà di settembre un grido d'orrore, accampa-
gnato da universale rimpianto, risonava irqxowisamente
in tutta la Penisola; un immane disastro aveva colpito la
Calabria, atterrando in pochi secondi chiese e case, e mie-
tendo un gran numero di vittime. Autorità e popolo andarono
a gara nelrinviare soccorsi, e gli stessi soldati mandati sul
luogo del disastro, associandosi alla commiserazione nazio-
naie, davano esempi commoventi di carità e d'abnegazione.
Memore di ciò che aveva fatto Don Bosco nel 1887 quand
- VII Nuova prova e le Missioni ZOyiente
'87
il terremoto colpì la Liguria, il Servo di Dio non fu secondo
ad altri nel mostrare la grandezza della sua carità. ~ ~ ~ i
subito sul luogo Don Piccollo, ispettore della Sicilia, che si
trovava in quei giorni a Torino, col mandato di raccogliere
i primi orfanelli e di ricoverarli nelle case del~Isola,e
d'inviargli notizie.
.dato molti paesi e
E
mi
Don
sono
Picco110 gli scrive-:
convinto che più gravi
dei
&ovgin- i
eccexionalz' prodotti dal terremoto sono i bisogni normalidi
queste
rebbe
uPnoapoblaeznieodniiz..i.oneU,)n.a
casa
salesiana
in
questi
luoghi
sa-
Questo era da tempo uno dei desideri più vivi del Servo
di'Dio; e di quell'anno, e proprio in quel mese, si doveva
'aprire una casa a Monteleone Calabro, se il terremoto non
rovinava la chiesa che avrebbero preso ad officiare i Saie-
siani e 'l'annessa abitazione; e, poco dopo, un'altra casa do-
veva aprirsi a Borgia (Catanzaro). Confermata la gravità del
disastro, Don Rua prowide che anche gli Istituti Salesiani
della Penisola si preparassero ad accogliere altri orfanelli
calabresi, e telegrafava al direttore dell'lstituto di lMessina,
Don Salvatore Gusmano, di recarsi nelle terre devastate per
Ia scelta dei ricoverandi. Don Gusmano, insieme con
Garneri, visitando con mille disagi i paesi desolati, compi
accuratamente l'opera che gli veniva affidata. Così nume-
rosissimi furono gli orfani ricoverati nelle nostre case, do-
dici dei quali, raccomandati dalla Principessa Laetitia, veri-
nero a Valdocco.
"Quello che farà La, - scriveva Don Gusmano a Don
Rua - coil'aprire la casa di Borgia e mettere L'Oratorio je-
stiva a Soverato è cosa d'importanza e vantaggio
Saranno qua' luoghi due focolari di bene continuo e santamente
confQgi0~0.L'aver raccolto per conto nostro più di 80 tra i
più miseri fu certo cosa lodevole; ma il bene resta isolato
questi 80, perchi: i compaesani non vedranno e non sa-
ranno nulla della trasformazione che si opera nei loro piccoli
arenti ed amici; ed il giorno in cui questi orfanelli, fatti
erai onesti e laboriosi, torneranno al loro paese con idee
lverse dalle comuni, non troveranno quell'atmosfera di
'mpatia e di ammirazione che attendono, che dovrebbero

10.10 Page 100

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--
188 VI - sucessore di Don Bosco - Secondo decennio
trovare e di cui forse avrebbero bisogno Per continuare
bene. E ciò finirà o colrespingerli lontani dalla patria verso
un ambiente più sano, o col farli tener dietro all'andazzo
comune pur di evitare attriti e grattacapi. Invece se l'educa-
tore è sul luogo, modifica oggi un'idea falsa e ne introduce
domani una nuova, e gira largo quando non può Pigliar di
fronte e torna alla carica e una e due e tre volte e quanto
basta, e trascina coll'esempio se non riesce a persuadere
parola, e modifica e trasforma, e semina almeno, altri miete
ranno di certo.Anche il bene ha il SUO fascino, qu
disgraziatamente meno efficace di quello del male.
che,bisognerà avere in Calabria la gran virtù del sapere
tendere. Viaù questa, rev.mo sig. Don Rua, che fare
anche evitare più che parecchie cantonate nel fare 1
I bisogni d'un popolo e dei singoli individui, si capisce, non
,i conoscono in un giorno. Questa povera gente non chiede,
perchè non ha forza di chiedere, e perchè sa di non p
ottenere! E
ticos,e non
va
Paffaye della
Ge& a sanarlo,
Prohatica Piscina;
non ar~iverà
il parali-
a h"
iedniutnnEeomcvpoeoamdnbieurleRtloe,urlaeaacvqrcieuaaseplairzeCdzsOaeiPvrlBmoaOoayiSllSgloeiv.a.g.o.g0tDi.oo,uienapscraaecsneadrod,otfi,inundacie'hpierriimcoi
in corso di restauro l'edificio ioro assegnato, e subito s'ini-
ziava una scuola diurna e serale e s'apriva l'oratorio festivo$
mentre uno dei sacerdoti ne apriva un altro a So
L ' dop~o si ~effettu~ava an~che la fondazione di
teleone.
L'una e l'altra incontrarono il plauso universa
da tutti si
che era più vantaggioso a
dv'iendeuttcia, z.i(o(nceheindifqfuiceiilmlueongtehi-, andziiccehvèa anche La
ta
lega
Lo
barda - faranno ritorno alla ioro patria, dopo aver vissu
in altre regioni più fortunate e che promettono loro un migli
avvenire )>.
E questo era il pensiero, il desiderio di Don
erano sempre, le sue più assidue sollecitudini:
formazione dei confratelli e la ricerca di nuove reclute.
- Nuova prova e te ~issssio~$ioriente
amava, largamente, a parroci, sacerdoti e buoni
ecolari, questa circolare:
(< La
scarsità
i
di
e
'spaecrelredoMtiisisniomniolEtestdeiroec, ecsoi,nesigsplieòcaialmenBte~p~e~r~gdlii
re l'OPwa detta dei FigEi di Maria, per coltivare negli studi e
vocazione quei giovani adulti (superiori ai 16 anni) i quali vo-
bracciare Io stato ecclesiastico. Quest'Opera, bene-
sta dal Santo Padre Pio IX e dal sapientissimo
iede i più consolanti frutti.
unia apostolodei
Ppa, successore di Don Unia,
~ ~diret- l ~
erra
&l
e1 Sacro
Fudoecgol,ielDwiarreotstoeri
mdCiuomoltrioeltMneeicslassMieonadattroieGdelrlolaspsop,~aetad~geolnM~li,a~,u~dreolipla~a~;
~
~
ci, già sono frutto di questa benedetta rstituzione.
più accessibile a tutti si destinb appositamente
de fabbricato delle Scuole ~ ~ ~sito ~ ~ ~
Torino; e quivi è la sede principale de1plstitu-
S. Conoscesse qualche giovane già adulto, che
i nello studio, con lo scopo di abbracciare lo
stato ecclesiastico, potrebbe indirizzarlo colà.
?Siccome poi v? sono molti che ancora abbraccerebbero
gradoloemstaintoenetcec, lesseibabsteincoe,
avendone
già adulti,
le quali&,
ma ne restano
vaoslsteolauntacmheenitne
',pediti Per mancanza di mezzi, si cercb di facilitare in ogni modo
loro,
volentieri a
mandandoli in varie altre case,
fare, mentre studiano, i vari
purchè essi si ad-
di casa,,. u.
E 21 novembre, festa della Presentaiione di ~~~i~
Santissima, comunicava a tutte le case la necessità di
formazione intellettuale e morale dei nostri
chierici, e queste deliberazioni:
si per quelli che si pre-
to, come per gli altri dediti
za aspirazionead esamipubblici;
ofico e il trattenere gli altri dallo
tollerate talvolta per la neceSSitk
venire, anchea costo di sacrifiz.u.
i bisogni delle case aggiungeva due

11 Pages 101-110

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11.1 Page 101

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...
,
- rgo V I - Successore d i Don Bosco Secondo decennio
4 IO Non proporre al Capitolo Superiore, almeno p@' un quinpennio,
~
~di nuovpe case o f~ondazion~i, l'alltargamen~to di que~lle esisten~ti.
~ o ponssiamo: ecco tufto.
» Passare a rassigna attentamente le singole Gase vostre e, vedutq
se e quali siP O S S ~ Osopprzmere, per meglio regolarizzare le rztnanentz
dell'Ispettoria,f~nefa proposta al Capitolo Superiore. Non il numero
che dare star a cuore, ma bensi il retto e regolare loro funzionamento.
procurate in questo lavoro così increscioso di tener conto di tutto, in
ispecie che le Case esistenti rzspondano sempre, richiamandole (occor-
rendo) allo scopo per cuifwono fondate, e che la 10.ro condizione sia od
abbia ad essere nel piu breve tempo i n conforniità delle nostre Costi-
tuzioni. procurate sopratutto che, a tenore del nostro scopo Primario e
casa delle intenziwi del nostro caro Don Bosco, n m solo ogni i~pettonaabbia
una pei$gfigli di Maga ossia per aspiranti allo stato ecclesiastico,.ma
ogni direttore s'adoperi per coltivare le vocazimifra i P W r i fm&&
raccogliendo pure o raccomandando al proprio Ispettore quelli che P e -
sentaserasu@ciati doti da fare sperar qualche probabilità di rik-xita
conze religiosi coadiutori. Sono grandi i nostri bisogni di buoni preti,
buoni chierici e buoni coadintori. Ora per soddkfare a pesti bisogni 2
necessariOlavorare da tutti e c m ardore all'opera delle vocazioni eccle-
siastiche e relgiose 1).
Fin dall'anno antecedente s'erano aperti gli studentati
teologici di Foglizzo Canavese, S. Gregario di Catania,
Grand Bigard nel Belgio e Manga nell'uruguay; e natu-
ralmente si risentiva la mancanza di personale, perche non
si poteva più disporre di tanti giovani chierici, come s'era
fatto finallora. Era quindi un'assoluta necessità il sospendere
per un quinquennio nuove fondazioni, anche perchè grande
era il numero di quelle che,aveva promesse nella speranza
di poterle iniziare. Gravi erano le preoccupazioni di quei
giorni anche per le opere iniziate e che bisognava condurre
a compimento. Basti il dire che v'erano in costruzione veri-
ticinque chiese, molte delle quali si potevan dire monumen-
tali, come il Tempio di S. Agostino a Milano, il Santuario
della Sacra Famiglia a Firenze, il Tempio di S. Maria Li-
beratrice a Roma, i Santuari di Maria Ausiliatrice a Lima
nel Peru, Nictheroy nel Brasile e neiia capitale del Messico,
il Tempio di S. Carlo a Buenos Aires, e quello del S.~ u o r e
sul Tibi dabo a Barcellona.
Tutte queste opere erano suggerite dalla gloria di Dio e
dal bene delle anime; e Don Rua in questi casi, come Don
Vlf - Nuova prova e le Missimi $Odente
I
Bosco, si sobbarcava a qualunque sacrikio, senza dare un
Passo indietro di fronte a nessuna difficoltà,infondendo in
altri la stessa fiducia.
In ottobre compi nelle varie case la cerimonia delle ve-
stizioni. 11 3 era a Foglizzo, il 4 a San Benigno, dave distri-
buiva le medaglie ai novizi del primo anno e il libretto delle
Regole a quelli del seccndo; ed ai primi diceva:
((Lamedaglia rappresenta Maria AwZiatrice e S.
cesto di Sales. Vi mettete sotto la loro protezione. Confidate
in questa buona Madre. Coltivate la sua divozione; recitate
volentieri e con divozione il S. Rosario e le altre preghiere,
e cercate di accontentarla in ogni cosa. Vi 6 aiche San
cesto di Sale$, nostro Patrono e nostro modello. Invocatelo
ed imitatelo specie nell'impegno per correggere i propri
difetti, il proprio carattere 1).
Ai secondi diceva: ( ( L eRegole sono il nostro codice. ~i~
ordinò ad Ezechiele di divorare il volume pieno di guai e di
minacce; Pure gli parve dolce. Divorate anche voi questo
libretto, leggetelo, syrattutto mettetelo in pratica)).
11 21 ottobre si recava a tener conferenza all'Istituto delle
Figlie dell'Immacolata ed illustrava lo spirito di povertà
della Madre di Dio, dicendo tra l'altro:
C(
come povera, col lavoro delle sue mani. Lavora.
in N a z a ~ e t ,in Egitto; lavora come ancella presso la,cugina
ELsabetta; lavora per chi le offre lavoro senza nulla dimandare,
contentandosi della mercede che le offrono. Quando p& San
GimeP~e,fatto vecchio, non può pia lavorare, essa supplisce
ed assiste il Santo Vegliardo, lavorando di giorno e di notte...
senza mai lamentarsi... E m i impieghiamo bene il tempo?... )).
11 21 era a Lombriasco per le nuove vestizioni.
11 2 novembre intratteneva i confratelli dell'oratono sul
fine principale dell'esercizio della buona morte, col dar conto
del profitto esaminandoci su tre punti: sulla pratica dell'ob-
bedienza, della povertà, e della castità.
La sera del 23 novembre una moltitudine di signori e
signore, ecclesiastici e popolo, .affollava il Santuario di Maria
Ausiliatrice per implorare le benedizioni celesti sopra un
nuovo drappello di missionari, che si recavano ad inalberare

11.2 Page 102

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- 192 VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
la bandiera di Don Bosco nell'India e nella Cina. Le Missioni
Salesiane, iniziate appena da sei lustri con la partenza di
dieci missionari per l'Argentina, vedevano con la nuova
spedizione allargarsi del doppio il campo d'azione. Ed era
l'Oriente, il remoto Oriente, che si schiudeva all'apostolato
dei figli, come nei suoi (i sogni il Padre aveva contemplato.
Fu nel 1886 che in una serie di panorami svariati, dal Cile
al Brasile, al Capo di Buona Speranza, al Madagascar, al
Senegal, al Ceylan, ad Hong-Kong, e dalla Cina all'Au-
stralia, e dall'Australia al Cile, insomma in tutto il mondo,
che sotto forma d'una rotonda montagna altissima percorse
rapidamente, egli vide i suoi figli diffusi in ogni punto della
terra. Una volta che ne fece i1 racconto, disse sorridendo a
Don Conelli che egli avrebbe iniziato la missione di Pechino
- dove non sono ancora i Salesiani - ma, come lasciò
scritto Don Bosco, vi u si porteranno a, a<( suo tempo »,e i1
buon confratello lo ricordava con entusiasmo, tanto che Don
Rua, fin da quando s'iniziarono le pratiche per la Missione
di Macau, pose lo sguardo su lui, e nel 1899 come s'è detto
gli scriveva: <( Se tu credi tra il serio e lo scherzevole far sen-
tire a S. Eminenza il Card. Vannutelli, la designazione fatta
da Don Bosco di te per la 18 Casa salesiana in Cina e le attuali
trattative per Macau, dove si dowebbe mandarti, credo non
sarebbe fuor di proposito)). E cinque anni dopo, nel 1904,
avendo promesso a Mons. De Azevedo e Castro la fonda-
zione di Macau per il 1905, tornava a scrivergli che aveva
una tentazione a suo riguardo, e siccome Don Conelli gli
richiese spiegazione dell'enigmatica parola, gli dichiarava:
« L a tentazione od ispirazione mia a tuo riguardo si $&ce
alkz Cina, per la quale non possiamo ancm trovare la testa)).
Don Conelli rispose che era disposto ad andarvi e Don Rua:
<< Mol~omi consola la tua disposiziotze di andar nella Cina.
In tal ipotesi sentirò volentieri da te chi crederesti opportuno
a succederti nella carica d'ispettore... ».Ma l'anno dopo Don
Conelli disse che ((lasalute non gli permetteva di cap&anare
la nuova spedizione che doveva andare ad iniziare le Opere
Salesiane in Cina));e il Servo di Dio sceglieva Don Luigi
Versiglia, i1 futuro Vicario Apostolico di Shiu-Chow, che
- VII Nuooa prova e le Missioni d30rZentc
e1 1931 veniva ucciso dai pirati in odio alla fede, insieme
on Don Caravario.
Contemporaneamente partì l'altro piccolo drappello, de-
stinato a Tanjore, non molto lontana da San ThomQde
Meliapor, l'antica città, dove dice la tradizione che fu mar-
tirizzato l'Apostolo S. Tommaso.
Da altri punti dell'India e dell? Cina erano giunte vive
istanze per altre fondazioni, ma non era possibile accoglierle
per deficienza di personale; e il Servo di Dio era già con-
tento di poter aprire le case di Macau e di Tanjore. {(Le
lunghe e molteplici dz$coltà che siebbero a superare per questa
impresa, mi fanno sperare bene di queste due fondazioni, con
le quali la Pia Società Salesìana prendeva quasi possesso del
nuovo campo che le ha dZrchiuso la Divina Provvidenza nel-
l'estremo Oriente )>.
Avrebbe voluto veder diffondersi l'Opera di Don Bosco
in tutto il mondo! Di quei giorni aveva inviato altri missio-
nari in altre terre, in aiuto a coloro che si trovavano sul
campo di lavoro.
I1 Signore, come aveva mostrato a Don Bosco l'espan-
sione dell'opera, si serviva di Don Rua per affrettarne il
Pochi mesi prima, 1'11 maggio, a Frascati cadeva su lo
stelo il più bel fiore della Patagonia, Zeferino Namuncuri,
figlio del gran Cacico, condotto in Italia da Mons. Cagliero
perchè aspirava al sacerdozio; e Don Rua I'aveva offerto a
Dio implorando nuove vocazioni.
L'S dicembre era a Valsalice, e ripeteva agli alunni del
Seminario delle Missioni Estere: <(Gaudeamus omnes in
Domino, specialmente noi Salesiani, che ricordiamo come
in questo giorno ebbe principio l'Opera nostra, e si compirono
i fatti più importanti del suo svolgimento... Rawiviamo la
nostra divozione verso la Madonna, anche per i benefici a
in particolare: i favori ottenuti ci siano di sti-
ire nella virtù. La nostra felicità sia nel far
E perchè tutta la Famiglia Salesiana potesse godere co-
testa felicità, .inculcava ai Salesiani, alle Figlie di Maria

11.3 Page 103

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'94
- VI Successore di Don Bosco - Secondo decmio
Ausiliatrice, agli allievi, di tener lontano, dalla coscienza
e dalle case, il peccato, assegnando come strenna per il
nuovo anno:
G 10 Gran diligenza per far bene la confessione, eccitan-
dosi a vivo pentimento delle propee colpe.
)) 20 Al mattino, appena svegliati, dire l a giaculatoria:
"Dolce Cuor del mio Gesù, non ti voglio oflender più,, ».
Ed egli stesso la comunicava all'oratorio premettendo
queste riflessioni:
L'anno 1905 sta per mmire e non ritornerà più. Beati
coloro che l'hanno impiegato' bene! Currit irreparabile tempus!
Il Signore domanda conto non solo degli anni, ma dei mesi, dei
giorni, dei minuti, Quanti sono morti in quest'anno! Anche
... alcuni d i coloro che erano qui l'anno scorso n; e li accennava.
Beato lui che viveva ogni istante per il Signore!
VI11
NUOVI VIAGGI ALL'ESTERO
La regolarizzazionedelle Costituzioni delle Figlie di iMariaAusiliatrice.
- (1 Il nostro Fondatore fu Don Bosco, e noi desideriamo che il suo
Successore contiaui ad essere il nostro ~uperiori?#.- (i State tran-
quille; non si tratta che d'una separazione materiale, del mio dal t w i).
- Il Pro-Memoria presentato dalla Superìora insiste: «Non ci vo-
- glia privare del nostro Superiore e Padre D. La S. Congregazione
ordina che le Costituzioni sìeno unifmmate alle Normae secundum
quas. - Al letto di una szgnora presso Trino Vercellese. - ci Ecco
- quella ha vocazione! ». Prima di partire per il Portogallo va a pre-
gare sulla tomba di Don Bosco. - I n Francia i confratelli continuano
- a lavorare in quindici residenze. Ricordi di un seminarista: ( ( S e
cessate di battere le mani, a poco a poco gli uccelli tornano tutti a
beccare sull'aia!...s. - A Guemesey. - In Inghilterra. - Attraver-
- sando di nuovo la Francia, entra nella Spagna. A Vitoria, Bara-
- caldo Bilbao, Santander, Salamanca e Bgar. Entra nel Portogallo.
- A Braga t! alla stazione circondato da uua turba dipoveri fanciulli,
e raccomanda d'aprire un Oratorio. - A Vianna di Castello. - Anche
nel viaggio continua a sbrigare la corrispondenza. - Rientra nella
- - Spagna. A V e o avviene un fatto singolare, s un miracolo n. V a
- a Lisbona per l'inaugurazione dell'istituto. A Madrid guarisce il
- direttore Don Castilla, che pativa sbocchi di sangue. A Valencia,
- Barcellona, Sarria, Maturo, Gerona. Rientra nell'Oratmio a mex-
zanotte per celebrare, la mattina dopo, la funxione della Domenica
- delle Palme. Subito dopo Pasqua riparte. - A San P& d'Arena,
Liworno, Roma. 5 In compagnia di Don Barberisprosegueper Napoli.
- - Le prime notixie del terremoto in Califomia. A Messina, Catania,

11.4 Page 104

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196 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
S. Gregario, Trecastagni, e Pedara. - A Siracusa s'imbarca per
Malta. - La visita a Malta fu un avvenimento. - <Ti utti son p i a i
di venerazioneper lui e lo tengano come vero egran santo ».- Tornato
in Sicilia va a Noto, Modica, Terranova. - A d Aragona l'entmiUSIasmo
della popolazione raggiunge il colmo. - A Cammarata un giovane,
ridotto uno scheletro per pleurite purulenta, gli bacia la mano e gua-
risce completamente, tant'è vero che poi fece la campagna in Libia.
- A Palermo il Card. Lualdi s'inginocchia ai suoi piedi, chiedendo
d'essere benedetto. - Nuovamente a Catania. - <( Cmag@o, coraggio,
stia allegra!o. - A Bronte, Randazzo, Ali, Messina. - Prosegue per
la Calabrie, sostando a Bova Marina, S. Andrea del JomomoB,orgia,
Soverato. - «Pensa alla Calabrie! qwì vit3 bisBgno; apripz2 case che
- puoi i n questa regione )>. Durante questo viaggio avmvleneun colloquio
singolare che verrà narrato più avanti. - A Potenza. - A Lecce
apprende i danni della prolungata sicntd che tomzenta le campagne,
prega,promette la pioggia e, appena partito per CoriglianodJOtranto,
l'acqua cade abbondante. - A Bari, S . Severo, Ancona. - S i tacquero
allora nel Bollettino i particolari dell'entmi'asmo che accompagnd il
S m o di Dio in questo viaggio, ed egli non fece alcuna osservazione.
- Ritornato a Torino, il tempo, che era pessimo da vari giorni, si
rasserena e si potk fare anche la processione di Maria Ausiliatrice.
- I l IVoCongresso dei Cooperatori e l'Esposizione didattico-profes-
sionale-agricola a Lima nel P&. - V a a Borgo S. Martino per il
10 Convegno degli ex-allievi: e Prendete a modello Gesù ».- Si reca
a Milano per il V0 Congresso deì Salesiani e la benedizione d'una
- parte del Tempio di S. Agostino. - I l Breve del S. Padre. - Care
rimembranxe dell'ikg. Nava. (t Non è Don Rua che deve ringra-
ziare me - diceva il Card. F m a r i -ma sono io che devo ringra-
ziare Don Rua P. -
Cafasso Venerabile.
E- nAtraS.neBìesneigttnaon.t'a-nnIin.
- Al Martinetto. - Don
un'importante circolare
che invia alle case per provvedere ai bisogni del personale, ricorda le
- consolazioni provate nei viaggi recenti, specie per il fiorire deglz
Oratori festivi. A Giaveno molt@>Eicale Sacre Specie, e guarisce
una pensionante. - Altri fatti prodigzgzosi-. La caritù del Servo
Dio apparve singolare e singolarmente benedetta da Dio nello scioper
al Coton$cio Poma. - Le vicende di qua giorni burrascosi e n
-triafo dell'opera patema di quel venerando sacerdote ch'k Don Ru
Sovrano nel suo cuore era pur l'anelito di spingere tutti al bene
V I I I - N u m i viaggi all'Estgo
la pa~ola.- Sante esortaxioni alle Figlie di Maria A&liah.ice; ai
Salesiani, sacerdoti, chievzevzecic,oadiutori; ai diretta' e alle direttrid.
- Due case distrutte dal terremoto nel Chili, ed altri danni. - L a , '
questione delle Figlie di Maria Amiliatrice è cmlusa: il Card. Ri-
chelmy comunica alla Madre Generale le Costituzioni corrette, Don
Rua ne l'annunzio alle Case, la Madre le spedisce alle cas&velle;
e il Servo di Dio si affretta a dar norme ai Salesiani sul modo di
regolarsi con le Figlie di Maria Ausiliahice. - Obbedienza ammira-
bile. - Nuove vestixioni. - Nuova schiera di missionari. - Sante TU-
comandazioni per far ji0rti.e Z'ossmanza reEigosa. - C a t r o il mo-
dernismo. -
alla Mostra
I l <Gi ran Pre
degli Italiani
m
a
i
oM~icloannfoe.rito-
all'Opera di
Altre sante
Don Bosco
esortazid;
admi pTioorriniaossaulnlatojidnieudneallc'aonnnfeor.e-nzLaaalGleS
Figlie
tkna
di Maria Ausi
o per il 1907.
li
at
k
e
L'interessamento del Servo di Dio per la revisione delle
Costituzioni dell'lstituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
proseguiva con tutte le cure e la più delicata devozione al-
I'Autorità Suprema. Essendo stato incaricato delle revisione
il Procuratore Generale Don Marenco, Don Rua commet-
teva a Don Conelli, ispettore a Roma, Ia cura di zelare
quanto le suore desideravano. La vigilia della festa dell'lm-
macolata, Madre Daghero benchè indisposta s i recava a
Torino per presentare un. pro-memoria per Don Nlarenco
e un altro per Don ConeUi; e Don Rua le dava una lettera
di raccomandazione per ambedue, dicendo che se sarebbe
stata conveniente la sua presenza o quella del loro direttore
Don Bretto, e l'uno e l'altro volentieri si sarebbero prestati
Madre Daghero andò a Roma, e Don Marenco la consi-
di presentarsi al Prefetto della S. Congregazione dei
escovi e Regolari ed anche al S. Padre. E intanto si co-
incia la lettura dell'esemplare delle Costituzioni corrette
rima di presentarlo alla S. Congregazione, e in pari tempo
tentano tutte le vie per cercar di ottenere quanto si bra-
mava, avvicinando personaggi esperti ed influenti.
11 Card. Vives.accoglie la Madre con la maggior defe-
enza, le chiede se Don Rua è venuto per la pratica, la con-

11.5 Page 105

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198 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
siglia a rimettersi fiduciosamente a Don Marenco, e la con-
forta con le più delicate parole, ma insieme le fa comprendere,
che è assai difficile, per non dire impossibile, ottenere
quanto desidera.
- I l nostro Fondatore fu Don Bosco - insiste la Madre -
e noi desideriamo che il suo Successore continui ad essere il
nostro Superiore.
- Si, Don Bosco vi ha fondate, questa è la vostra forza;
ma oggi la Chiesa applica altre disposizioni pel governo
delle Congregazioni femminili... Siete apostole nel mondo
e se non foste state ben dirette, non vi sareste estese così
prodigiosamente. Ma Don Bosco continuerà ad aiutarvi dal
paradiso; dicono che i Fondatori vedono come in uno spec-
Chi0 dal cielo quanto avviene quaggiù nei loro istituti, quindi
è indubitabile che si adoprerà affinchè tutto succeda in con-
formità del volere di Dio!
Anche il Card. Protettore, YEminentissimo Parocchi,
promette d'impegnare una buona parola col Card. Ferrata,
domanda se Don Rua direttamente le aiuta, sorride quando
ha risposta negativa, ed assicura di adoperarsi in loro favore.
I1 Card. Ferrata non vuol nemmeno sentir parlare della
dipendenza di una Congregazione femminile da una maschile;
ma in realtà il desiderio delle Suore era questo: " Noi non
intendiamo dipendere da una Congregazione maschile, quale è
l'Istituto Salesiano, ma intendiamo dipendere dal Successore di
Don Bosco, da quel Don Bosco che ha fondatoil nostro Istituto,,.
I1 Servo di Dio inviava a Roma anche Don Bertello per
redigere d'accordo con Don Marenco il Pro-memoria da
presentarsi insieme con le Costituzioni corrette; e Mons.
Cagliero, ricevuto in udienza dal S. Padre il 2 gennaio, in-
coraggiava la Superiora a confidare nel Sommo Pontefice,
non solo come 'cPapa,,ma anche come "Papà,,.
I1 7 gennaio la Madre veniva ammessa in udienza ponti-
ficia, e scriveva a Don Rua:
<( L'Augusto Vicario di Gesù Cristo ci accolse così beni
gnamente che il cuore si aperse subito alla maggior co
fidenza. Udito che eravamo le povere Figlie di Mar'
Ausiliatrice venute ad implorare grazia e conforto dalla su
VIII - Nuovi viaggi all'Estero
bontà, ci fece sedere vicino al suo scrittoio e si dispose ad
ascoltarci attentamente. Dal suo atteggiamento però sicapiva
che non era nuovo di ciò che intendevamo dire, e che più
o meno sapeva già dove saremmo andate a finire.
>> Presi allora per sommi capi ad esporre i nostri timori
e-i motivi che ci inducevano a ricorrere a Sua Santità, cioè:
10 l'annunzio ricevuto di dover adattare le nostre Costitu-
zioni alle Norme per cui temevamo essere sottratte dalla
dipendenza del nostro Superiore, dal quale sentivamo venire
la forza e la vita all'Istituto. - 20 L'aumento della nostra
pena quando al Capitolo Generale riunito si diede lettura
delle nuove Costituzioni completamente riformate, senza
pur un'espressione che indicasse Ia nostra dipendenza dal
Successore di Don Bosco, si che non le avevamo più rico-
nosciute. - 3 O Lo sconforto delle Superiore nel pensare
all'awenire della Congregazione priva dell'appoggio e del-
l'autorità del Successore di Don Bosco, per cui ognuna di
noi era entrata nell'lstituto e ne aveva professato le Costitu-
zioni. - 4O La-preghiera che avevamo fatto al rev. Don
Marenco d'introdurre un capo nelle Costituzioni che ci
stabilisse dipendenti dal Superiore nella maniera che il Ca-
pitolo Generale aveva dichiarato, e le nostre apprensioni per
timore che la S. Congregazione non lo approvasse, essendo
detto nelle Norme che una Congregazione femminile di voti ,
semplici non possa dipendere da una maschile della stessa
» A un punto il S. Padre interruppe e con amabilità
somma prese a dire: - Non è così, buone figlie, non è così
che s'intende. Le Norme, se non permettono un superiore,
non lo proibiscono, e chi non l'ha, se lo procura. State tran-
quille; non si tratta che diuna separazione materiale, del mio
>> E qui per darci animo e per farci capire meglio ciò che
ntendeva dire, portò l'esempio delle Carmelitane, di clau-
ra ~ e r òc,he sono dirette dai Carmelitani, di maniera che
Superiore lo è dei due Ordini, e che allo stesso tempo non
no nulla senza la dovuta dispensa del loro Superiore,
nno però separata la parte amministrativa.

11.6 Page 106

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200
- V I - Szrccessore di Don Bosco Secondo decennio
>)Da questo presi motivo per riferire a Sua Santità come
i Superiori da parecchi anni avevano gla intrapreso la regola-
rizzazione dell'amministrazione, e non rimanevano che otto
o dieci case addette al servizio dei poveri orfanelli, ma che si
sperava sistemare anche queste, di che il Santo Padre si
mostrò soddisfatto; e mentre faceva capire che non v'era
tutta quella premura e quindi si potevano fare le cose con
calma, sorrise quando gli abbiamo detto che finora, anzichk
dare dei risparmi al Superiore, ha dovuto sempre venirci
lui in aiuto nell'awiamento delle nostre opere.
e Disse e ripetè ben quattro o cinque volte che stessimo
tranquille, che avremmo avuto sempre il nostro Superiore,
anzi'qualcheduno di p&; che le cose avrebbero continuato
come prima, che nella comunità nessuno se ne doveva ac-
corgere, e che così conveniva anche per riguardo ai Sale-
siani, parendo quasi che ne avessero dato motivo. Aggiunse
che dal fatto stesso di aver incaricato u n salesiano di adattare
le Costituzioni era segno che non si avevano quelle inten-.
zioni di cui tanto temevamo, ed intanto accennò che aveva
parlato con Cagliero, quasi per dire che si erano intesi.
s Manifestando io una volta più il timore che la S. Con-
gregazione non approvasse le Costituzioni coiia dipendenza
dal nostro Superiore, e che perciò avevamo posta tutta la
nostra fiducia nella sua bontà e ci attenevamo alla sua parola,
Sua Santità ripetè di nuovo di star tranquille, che ogni cosa
si sarebbe aggiustata bene. Fatte ardite, allora, dalla crescente
amabilità di Lui, domandammo se potevamo comunicare
alle Superiore la lieta novella per sollevarle dall'accascia-
mento in cui si trovavano; i1 S. Padre rispose: - Non dite
niente, pregate e state tranquille! - con un'espressione tale
quasi volesse dire: - Abbiate pazienza e vedrete ciò che il
S. Padre farà per voi.
B Sarebbe troppo lungo il ripetere le benevole dimostrazioni
che si ebbero da si Santo Pontefice. Basta il dire che siamo
ritornate con i l cuore pieno di speranza e di una quasi sicureaza
che l'amata nostra Congregazione potrà sempre chiamare col
dolce nome di Padre e Superiore il ~uccessoredi Don BOSCO
di vivere per& sempre del suo spirito, illuminata dai W
,
- VIII Nuovi uiaggi all'Estero
201
tta dalla sua sapiente intelligenza, carità e
Redatto il Pro-memoria e stampate le ~ostituzioni,se ne
fece la presentazione uaciale; e direttamente ne venne inol-
trata copia anche a vari Consultori ed Eminentissimi che
dovevano o potevano interessarsene, e al S. Padre.
I1 Pro-memoria, dopo aver rilevato come l'Istituto delle
Figlie di Maria Ausiliatrice era stato, per consiglio del
S. Padre Pio IX, fondato da Don Bosco che ne gettava le
basi di pieno accordo e coll'approvazione del. Vescovo d'Aqui
alla cui presenza si fecero le prime vestizioni e professioni,
e ne compilò le costituzioni, ne diresse con sollecitudine
paterna i primi passi, e, morendo trasmise la sua autori&
e le sue premure al Rettor Maggiore dei Salesiani, e le
Fklie di Maria Ausiliatrice rese orfane per la morte del loro
Fondatore e Padre, credettero vederlo- rivivere nella persona
del reverendissimo Don Rua, e professarono a lui il medesimo
ossequio e la medesima obbedienza filiale che avevano avuto
per Don Bosco u, passava a dimostrare dettagliatamente come
dopo Dio si dovesse « alla saggia e forte direxione di lui, alla
fiducia che egli seppe ispirare nelle sue jìglie ed al credito d i
cui eglcgode in ogni ceto di persone, se l'I.stituto prese cosi
grande sviluppo o, e come la maggior parte delle religiose si
sentirono ((attratteverso guesto Istituto a preferenza di tanti
altri, da1 nome di DonBosco e dal pensiero che egli avrebbe
continuato a dirigerci nella persona de' suoi successori »,e pre-
sentava umilissimamente (( una preghiera, dettata non solo
dall'affetto e dalla gratitndine per i benejizi ricevuti, ma dal
sentimento di un bisogno imprescindibile: NON CI SI VOGLIA
SUPERIORE E PADRE.
nostro Istituto non sarebbe pih quale lo
e quale tutte , noi lo abbiamo abbracciato;
le Superiore si sentono venir meno sotto il peso
lPautorità, e tutte le sorelle pensano che la debole navicella
cui si sono, con tanta fiducia, imbarcate, priva del suo Noc-
iero e del braccio robusto che ne reggeva il timone, debba
iseramente urtare negli scogli troppo frequenti sul nostro
mmino, od essere sopraffatta dalla violenza deì marosi.

11.7 Page 107

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--
,
W - s~~~~~di~D~W ~BOSCO - Secondo dec.nk0
,,*i cid sia prova il..turbamento che tutte invase ap-
pma giunsea noila voce che le nostre CostituXioni
essere mod+ate nel senso di sottrarci all'autorità del Superime;
il nnanimeeripetuto,dato in forma segreta dalzeSuperiore
radunate nel
che riguarda
Capitolo Generale
nulla sia mutato di
puflto, e finalmente E ' i ~ ' s t e n ~caon
cui
abbiamo cercato di ottenere dal Reverendissimo Don
incaricato dalla Sacra Congrega~iof~dea
e
di
rivedere e coTeggerè le nostre Costituzioni, che volesse i?swire
nel suo lavoro un capo ~pecìule, che c o ~ ai ~nostri ~
desideri... )>.
Le pratiche continuarono più mesi senza che si trala-
sciasse alcun ma& per arrivare alla
la Commis
sione, utficialmente incaricata dell'esame, diede voto
nime che le ~ ~ ~ t idovtev~ano~ veinir~ un~ifoirmate
Normae generali senz'eccezione. Ciò si venne a
il 10 aprile.
~~1 frattempo il Servo di Dio proseguiva assiduamente
il suo lavoro. 11 28 gennaio, chiamato al letto di una
,gnora, poco lungi da Trina Vercellese, compiuta la visita
,sraienccahtaeasaturtoroovvarGarerieuispleeaprFpeiingntlaii,ecladaqimuMpaolaer,iranicaAotirvudasailcdioaimtTriecrifenuaE,raccohPmeremssieonessrtaea
nel vedere il venerato Padre interessarsi tanto P
mente di loro, come se la passavano, e se anche coi lor
acciacchi potevano disimpegnare i propri uffici
gentilezza e soavità che pareva un angelo. Sente
veniva da Roma, s'interessò anche di me con gr
~ ~conso~relle, alttrattel da ta~nta paterna dolcezza e
gli offrirono delle immaginette fatte da lor
accettò con tanta compiacenza, come se fossero un
prezioso,l. Era domenica, e (( Volle - aggiunge
~
~che allorla era an~cor fanc~iulla - ~onor ~
,
visita ancheil nostro caro Oratorio. Radunò le Figlie di M
e ci esortò a pregare per le vocazioni religiose,
- alla direttrice Suor.Elisabetta Cerruti, disse:
qui delle vocazioni?, La direttrice fece cenno di sì, e
fissando lo sguardo in mezzo a noi accennò me
VIZI - Nuovi viaggi a l l > ~ ~ t ~ ~
dicendo: -Ecco, quella ha vocazione! - da parecchi anni
questo desiderio, ma non volendo farlo sapere
mie
cercavo di dissimularlo.
R~~
quella hu vocazione. - mom;nto
è le difficoltà erano molte, ed io non
ciare la famiglia. le parole di Don
)), e la giovinetta entrava nell'~stituto
a Ausiliatrice l'anno della morte del
~ dDi 'l~ueUS~0tesso ~giorno~. benchè si fosse messo in viaggo
le quattro del mattino, voile tornare a l l ' ~ ~p~er tla~ ~ i ~
sta di S. Francesco.
Aveva deciso di partire il 2 febbraio aila voitadel
t"gallo, Per assistere all'inaugurazione di quella casa
por-
.
"aria, e giorno prima si portò a Valsalice a
sulla
tomba di Don Bosco, quindi salì in chiesa a recitare il bre-
"O.
"si
Era
Posò in
gciohiveesdaì,eed-anncahrrea
una
uno
camerata
di e$si,
di seminaristi
D~~ Giovanni
Matta - avemmo la fortuna (come fu poi la unanime
espressione di tutti) di vedere un santo in preghiera. rn fondo
"'la devota chiesetta, in uno degli ultimi banchi, dal lato
dell'e~!stola, c'era Don Rua inginocchiata col breviaria in
immobile, senza alcun appoggio, gli occhi bassi, che
pregava.- con un contegno così raccolto e spirante tale
da non
così
potersi esprimere. E il caro e santo
stessa posizione, nelio stesso divoto
R~~ rimase
raccoglimento,
menomamente voltarsi, assolutamente senza il più
t0 che indicasse essersi accorto della nostra
resema, non ostante che un certo qual mmore natural-,
ente avessimo fatto e neli'entrare e nell'inginocchiarci.
ntinuò ancora a Pregare per un po' di tempo, e com'ebbe
Un gesto così grave,
devoto ed
re così naturale, che tutti ci edifici, im-
amente. Poi si alzò, e noi con lui, e lo
doci ai suoi lati, a due passi dalla sua
pettet,o,ptuetrtsoonaavs.sooMlgrtaeor,sciin,osmiDeaivsoae,nfzcoòosnsleenlsettaammtoeannstoieloivn,ecirlrsooscapincatclohtaisraeat-,e

11.8 Page 108

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204 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
salutò ~~~ù Sacramentato con una genuflessione che diceva
tutta la sua fede, e si avviò verso la porticina che & nel 'Or-
Allora noi, che eravamo davvero non
&i, ma impazienti di sentire.una parola di Don Rua e di
bsaancitaorgslielarvmodaenlo
(molti era la prima volta che vedevano
Signore) lo circondammo completamente
e
gli
prendemmo le
Rua (che
fvoernseercaotememganiuidpicearmbmacoianrogil,iePlee;r
e solo
la sua
unione col signore, non si era prima accorto della nostra
presenza, o per il grandissimo rispetto che Portava l' luogo
santo) solo allora Don Rua ci rivolse poche parole di
improntate a tanta amabile cordialità e con un sorriso
dolce, da renderci tutti contenti e consolati. Noto però che
quelle parole le pronunciò a voce tosi bassa e con tale racco-
glimento da lasciarci comprendere molto bene, quale fosse
rispetto e la riverenza che egli portava alla casa del Signore >.
Di quelranno la ,?tessa camerata di seminaristi amicinò
un,altra
il servo di Dio nelle stanze di Don Bosco.
<< Mentre stavamo osservando i diversi quadri posti nelran-
ticamera, ecco comparire sulla porta della sua cameretta
sig.
subito lo
R U ~c,he
congedava un sacerdote salesiano. Noi
e Don Rua ci accolse con molta bontà
e sentito donde venivamo, indicando il libro che teneva in
mano, ed era il Catechismo ad parochos del ~oncilioTri-
dentino, ci disse ripetutamente: "L0 dovrete studiare anche
voi,lo dovete stu&are anche voi!,,. Poi introdusse ma
che ci apparve di una povertà più che francescana,
e
c
potemmo constatare de uisu che mancava
i fece ammirare il ritratto di Don Bosco
davvero
del Rollinir
letto.
e ri-
che il buon .Padre ebbe la bontà di farci mettere
punto esatto per la visuale: "Guardino bme, ci diceva,
proprio lui, d proprio lui!,,. Ci fece Pure Osservare
appartenuti a Don Bosco, e ci Parlò di Don Bosc
tprearslueasailvtoreecsoesgen..a.ncdiodi1islsueogcooncoancclaenmtoanmoo: "ltQo ucioDmomnos
i suoipiani di battaglia contro il demonio,,. Cosi
dicendo, i occhi si illuminavano e il suo volto ci parve
trasfigurato0 . . .
VIIf - Nuovi uiaggi alliFstero
tello.
alla volta del Portogallo in compagnia di
Giunto in Francia, ebbe la comunicazione che
vinBaeur--
gurazione del nuovo edifìzio d i Lisbona era rimandata di
settimane, e se ne approfittò per compiere varie vi-
in quella Repubblica. I nostri confratelli avevan dovuto
chiudere quasi tutti gli istituti, ma avevano ancora molte
residenze. La difftcoltherano state più gravi al ~ ~dave~ d ,
chiesta rautorizzazione legale per continuare l~aposto-
lato giovanile, anziche al Sud. vispettoria del ~~~d nel
aveva ancora sei residenze, e quella del sud ne con-
Una delle case più bersagliate fu l'Oratorio di S. pietra
a Nizza, che venne venduto e ricuperato pih volte e, grazie
Prudenza illuminata di Don Ca&ier,
lavoro alacremente.
il suo
D a ~ ~ e f i u t tsoi continuava a lavorare, benchè in appa-
renza tutti fossero semplici secolari 0 secolarizzati; il supe-
riore
Piice
non aveva
aum3nier;
più
da
il nome
tutti si
di direttore,
continuava
ma quello
a lavomre
di
a
sepm-
giovenru sotto la bandierae con lo spirito di B ~ ~ ~
confratelli come Don.5olive, andarono in terre di
Missione; le defezioni furono~pOche.
cheIn1enofustro
venerato Fondatore,
- nel 1880,
- ci narrava
quando anche
:jauffret,
allora veniva
sancito in Francia un decreto contro le ~
~ li-
~
giose$ trovandosi nei Seminario di Marsiglia, aveva dichia-
bonariamente: <t Vedete! vogliono
i ~ ~ l i ~mi a~ s i ,
bè"elct'Ocesaare'l..a.gsBsraaanitotdezt@seu&llel'laem!i.a..a..n. iG, Dtuuaatrtditaustctetaepcphpaeanrocti;osmcaoapardovinvoliiaendueuecmcelilni suaiti
*O sull'aia. Se voi continuate tutto ilgiornoa bat-
torneranno; ma se cessate di batterle, a poco
raltro tornano tutti. Così avvime
relz'gwsi. Finchè la lotta imperversa,si
perse-
... ... no; ma poi poco alla volta... tutti tmnano
al h o Posto a lavorare )>.
I1
di Dio s'approfittò di quei giorni anche p&.
ecarsi alle Isole Normanne a visitare la casa di G
~
~

11.9 Page 109

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-
zo6
VI - S u c c a s ~ edi Don Bosco - Secondo decennio
tenne ripetute conferenze ai confratelli e agli alunni;
e dal r5 al I9 fu in Inghilterra, per visitare le case dell'Isola.
A Londra, come risulta da un suo appunto, parlando ai
saiaiani e poi alle suore, ai primi in francese e alle seconde
in italiano, consegnò la bandiera di Don Bosco:.- Preghiera,
lavoro e temperanxa.
Una suora ricorda che gli parlò in particolare, e fra le
altre cose - ella narra - gli dissi che io ero scrupolosa, e
sempre con mille pene, e gli chiesi la benedizione. Egli mi
disse: - ora non lo sarete più! - Difatti d'allora in poi mi
sentii liberata da tante angustie e sono tranquilla ').
11 17 era all'Istituto di Farnbwough, e 4 dopo Pra-
- dice la cronaca delle Figlie di Maria Ausiliatrice - si
degna di venire anche da noi, e nei pochi minuti che si
ferma, ci esorta a ben incominciare il mese di S . Giuseppe
e di
tanto per la Causa di Don Bosco, affuichèPossa
venir presto dichiarato Venerabile; ci dà la sua Patema be-
nedizione e riparte per Londra Battersea Park
Tornò in Francia, e passò neiia Spagna. La prima visita
l'ebbe la casa dei Figli di Maria, gh aperta a Villaverde de
pontones, e allora trasportata a Vitoriu, bella cittadina della
Bisca&. Accoglienze entusiastiche. Quando gli alunni in-
tonaronoil .vecchioinno dell'Oratorio: "Andiamo, compagni,
B~~~~ aspetta!...,, il Servo di Dio non solo uni la sua
a quella dei cantori, ma si alzò a fare la battuta. Ri~ar-
tiva il z4, dopo aver fatto distribuire a tutti una medaglia di
Maria Ausiliatrice.
Da Vitoria passò a Baracaldo Bilbao, Santander, sal@-
manca e Bejar. A salamanca s'era fatti solenni preparativi
per accoglierlo trionfalmente. Giunse prima del tempo sta-
bilito, ed appena se ne diffuse la notizia in città fu un ac-
correre di ogni sorta di persone al collegio per vederlo e
parlargli. All'omaggio ufficiale presero parte, insieme co
un gran numero di sacerdoti e cooperatori, le rappresentanz
ufficialidel Capitolo della Cattedrale e degli Ordini religio
dell'Università, della Facoltà di Scienze e Medicina, de
1'1~tit~tCoalatrava e dell'Esercito, col Vescovo della Diocesi
Si fermò a Salamanca sin0 al 7 marzo.
- Nuovi viaggi al2'Estero
Le Figlie di Maria Ausiliatrice ebbero due visite, il
Io e il 3. "'imperitura memoria sarà per questa casa -
traviamo nella cronaca - il 10 marzo del corrente anno 1906.
11degnissimo Successore di Don Bosco, il rev.mo R ~ ~ ,
dal sig. Don Bertello, si degnò onorarci della
sua visita. al'ingresso il venerato Superiore fu salutato dalle
fanciulle col canto di un inno; si lesse inoltre un discorso
d'occasione e si recitò un dialoghetto in italiano. R~~
diresse la parola alle fanciulle in lingua spagnuola, incorag-
giandole ad essere molto buone ed amanti di Maria ~ ~ ~ i l i ~
trite. In seguito visitò fa casa, e si congedò promettendo di
venire un giorno a celebrare la S. Messa.
)) 11 3 marzo abbiamo avuto la fortuna di ascoltare la
.. S. lvessa e ricevere la SS. Comunione dalle mani del nostro
amato padre. Perchè anche le fanciulle vi potessero assi-
stere, il venerato Padre celebrò' alle 8, e fecero Ia S. comu-
quasi tutte le figlie di Maria. Terminata la M ~ ~ ~
.salì a far colazione colle suore; dopo ci parlò a ciascuna in
particolare, e prima di partire visitò le classi, dirigendo
parole d'incoraggiamento alle fanciulle. In seguito parli>
alle suore, esortandole a lavorare per Dio e fare quanto po;
tevano Per Conservare e aumentare il numero delle fanciulle
che frequentano la casa. Voglia il Signore imprimere nel
nostro cuore le parole del degnissimo Superiore e fare che
producano il loro frutto ».
Anche i PP. Gesuiti lo vollero un giorno con loro; e la
sua Partenza fu un gran vuoto per quei confrateBi.
11 7 marzo entrava nel Portogallo Nord-Est, lungo il
fiume D u ~ o a. l a stazione di E~mesindel'attendeva l1ispet-
tore Don
sentati i
Cogliolo col
nostri filiali
direttore della
ossequi - ci
casa di
diceva
&aga. <t pre-
Don cog1iolo
i Don Rua senza perder tempo, estratto il suo taccuino,
esser kfomato di ciascuna delle nostre case del
A Braga ebbe le accoglienze più entusiastiche da un
o ~ o l oimmenso, da molte associazioni accorse con i loro
essiui, dal Collegio dello Spirito Santo, dagli alunni del
eminario e. dal Capitolo della Cattedrale, avidi tutti di

11.10 Page 110

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a08
- VI - Successore di Don Bosco Secondo decennio
porgergli il primo saluto, Una turba di poveri fanciulli I'at-
torniò e non si stancava di contemplarlo e di baciargli la
mano, e il buon Padre in mezzo a loro s'incamminò verso
il nostro Collegio di S. Gaetano, dicendo all'uno e all'altro
dei cooperatori: "Bisogna pensare ad un Oratorio festino per
questi poveri ragazzi!,,. All'indomani gran festa, coronata
da splendida accademia, alla quale portarono il loro contri-
buto i migliori oratori della città; e il Servo di Dio racco-
mandava nuovamente la fondazione di un Oratorio.
La mattina del IO marzo giungeva a Vianna do Castello,
accolto con pari entusiasmo, e lasciava le più sante impres-
sioni in quanti ebbero la sorte di awicinarlo. <iAvevamo in
quel tempo - scrive un confratello - un alunno sarto sui
14anni, di nome Michele Fernandez, vittima del malcaduco
che l'assaliva quasi tutti i giorni, di modo che si pensava, per
consiglio del medico, di allontanarlo dall'istituto per non
intaccare la salute dei compagni. Durante la visita del Servo
di Dio, gli dissi che si rivolgesse a lui per ottenere la guari-
gione. I1 giovane lo aspettò sulla scala donde doveva discen-
dere per recarsi in cappella a celebrare, e gli espose la sup-
plica. Don Rua gli rispose che stesse tranquillo, che avrebbe
pregato per lui Maria Ausiliatrice. Ebbene da quel giorno
i1 fortunato giovane non ha mai più sofferto il più piccolo
assalto, tant'è vero che andò sotto le armi, prese paae alla
guerra europea in Francia e fu costretto a rimanere inter-
nato per qualche tempo nell'istituto medico-pedagogico a
servizio dei mutilati di guerra per ferite ricevute, ma non
andò più soggetto ad assalti epilettici)).
Anche in questo viaggio si faceva inviare la corrispon-
denza che esigeva da lui una risposta, e in mezzo a tanto
lavoro non tralasciava di rispondere, o far rispondere. Da
Vianna SII marzo inviava a Don Malan, ispettore del Matto
Grosso, questa risposta assai interessante:
«La tua lettera del 23 passato gennaio mi :iene a raggiungere i
questa città di Vianna, dove mi trovo per la visita alle Case del Porto-
gallo. Non ti posso nascondere quanta consolazione mi diano !e buone
notizie, che tu mi scrivi riguardo al prosperare di cotesta missione. Ne
sia infinitamente ringraziato il Signore. Continuate a lavorare aia-
VI11 - Nuovi viaggi all'Esfero
cremente per la sua gloria e il Signore non vi abbandoned. Quanto
a noi faremo sempre il possibile per aiutarvi.
I> Godo che siano felicemente ed opportunamente arrivati i con-
fratelli mandati in vostro aiuto. Sono tutti giovani ed inesperti, ma
confido che sotto le tue cure e quelle degli altri superiori si avvieranno
bene e faranno buona-riuscita. Speriamo di potervi mandare altri
aiutanti in seguito; ma credi che i bisogni sono sempre maggiori per
l'estendersi della nostra Pia Società ed i mezzi non ci permettono
sempre di fare tutto quello che vogliamo. Rogate anche voi Dominum
messis ut mittat operarios in messm suam; dàtevi attorno per vedere se
si possano formare costi delle vocazioni; e poi non estendetevi di
troppo ad abbracciare più di quello che le forze vi permettano.
Ti sia sempre cara la salute dei confratelli ed in particolare abbi
cura della tua, che mi dici essere di nuovo un po' scossa.
o Godo di sentire che le Figlie di Maria Ausiliatrice sono di grande
aiuto per la Missione; ma anche per esse bisogna che tu abbi i dovuti
riguardi. Riguardi a non sopraccaricarle di lavoro, e non lasciar loro
mancare il necessario, e riguardi per osservare tutte le cautele nelle
loro relazioni coi confratelli e coi selvaggi, che sono richieste dalla
decenza e dalla moralità.
»Approvo, se le circostanze te lo permettono, il viaggio che stai
per intraprendere, affine di procurare mezzi materiali alla missione.
I1 Signore benedica le tue sollecitudini e le renda fmttuose. Anche
qui cercheremo di aiutarti, come abbiamo fatto sempre, nel limite
del possibile, e non pensare che possiamo dimenticarci di voi. Una
prova che io non vi dimentico, puoi averla in questo che passando,
or sono quindici giorni a Parigi, mi diedi premura di visitare i tuoi
benefattori di quella città, tra gli altri la famiglia Froucier, per ani-
%rli alla santa impresa di aiutare i missionari del Matto Grosso, e
t1 posso assicurare che nonostante che in questi tempi ci sia molto
da pensare ai bisogni della Chiesa di Francia, essi non lasciano di
adoperarsi in vostro favore...
D Caro Ispettore, nella dichiarazione che tu fai, in &e della tua
lettera, di pregare per me e di fare tutto il possibile per conservarti
degno figlio di Don Bosco, io rawiso lo spirito e la volontà di tutti i
Salesiani, che lavorano sotto la tua direzione, e mentre ne ringrazio
il Signore per la consolazione che mi date, io non cesserò di pregarlo
che conservi in tutti questa volontà e la perfezioni in guisa che pos-
siate tutti arrivare al pardiso, accompagnati da un gran numero di
anime salvate colle vostre preghiere e coi vostri sudori.
» Da!canto mio non dubitate che cercherò di fare a vostro riguardo
il meno imperfettamente che mi sia possibile le veci di Don Bosco, il
quale certamente ci guarda e ci assiste dal cielo. Ma, perchk possiamo
con maggior fiducia raccomandarci alla sua intercessione, pregate
anche voi che si affretti il giorno in cui la parola infallibile della Chiesa
- 14
del S m o di Dio Michele Ruo. Vol. 111.
~ . . ~ ~ --e----

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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210
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
ce lo presenti nel numero degli eletti e ci permetta d'invocarlo pub-
blicamente.
I> Con questo pensiero vi saluto tutti e vi benedico come cari fi-
gìiuoii, e mi professo nel %gnore vostro aff.mo supenore e padre
Sac. MICHELE RUAD.
Da Vianna rientrò nella Spagna, per visitare le case
di Vigo. Nella casa succursale in calle del A r a a l era accaduta
una disgrazia, la caduta di un muro. E il Servo di Dio, nella
conferenza che tenne ai confratelli, li incoraggiava < ( apro-
movere la scuola per i $gli del popolo. La caduta del muro fu
buon segno. Il demonio v i diede un calcio. Dobbiamo sperare.
La Madonna gli schiaccerà il capo, come avvenne all'Oratorio
di Baracaldo e a Bernal. Per i mezzi confidate in S. ahseppe,
egli vi aiuterà, come fece a Londra e a Roma)).
Parlò ai Cooperatori, raccomandando lo sviluppo del-
l'opera, la fabbrica in costruzione, le scuole e l'oratorio fe-
stivo. <(C'è bisogno di maggiore sviluppo, san molte le do-
mande di accettazione di alunni, che si debbono respingere
per mancanza di locale: "Salvare la gioventù,, era il grido di
Don Bosco e delle persone dabbene!...)).
A Vigo aweniva un fatto singolare; <(un vero miracolo )>
lo diceva Don Fierro, ' inviandocene relazione nel 1920,
viventi ancora molti testimoni.
<< Io lo scrivo sotto dettato della signora, madre del ra-
gazzino graziato, donna Margherita Bugallo-Luna, e dello
zio dott. don Angelo Pita Bugallo. L'ultima volta che Don
Rua venne a Vigo nel 1906, il fanciullo Emanuele Pita BU-
gallo aveva otto mesi e un terribile eczema avevagli invaso
la testa, la faccia e parte del petto e dello stomaco, in modo
che non v'era un centimetro quadrato libero. Il prurito era
tale che per evitare che si graffiasse e rovinasse aveva sempre
le manine legate. La testa gli era cresciuta smisuratamente
e sembrava un mostro. La famiglia pregò Don Rua che 10
benedicesse. Era l'unico maschietto che il Signore le aveva
concesso. I1 Servo di Dio lo benedisse.
a - Guarirà, Padre? - gli domandarono.
- Si, rispose lui, Don Bosco e Maria Ausiliatrice 10
guariranno!
--
VI11 - Nuovi viaggi alltEstero
n P1 giorno dopo il prurito era cessato e le piaghette e
purulenze scomparivano visibilmente. Gli slegarono le ma-
nine, e, non solamente non si graffiava, ma neppure le por-
tava aila bocca. Testa, faccia e petto furono liberi; ma in-
torno alle estremità delle labbra gli rimasero due squame.
Circa un mese dopo, sui primi di aprile, si recò da
Don Rua a Sarrià il salesiano Don Francesco Perramon,
parroco del Sacro Cuore di Vigo, e Don Rua gli domandò
quasi come chi afferma: "Il bimbo sani guarito neh?,, - Si,
signor Don Rua, ma non completamente. - Come? rispose
lui meravigliato. E soggiunse: - Guarirà!
E guarì di fatto, e subito. Una leggerissima e quasi in-
visibile cicatrice gli rimane ancora su una estremità della
bocca, come per attestare la malattia e la guarigione. I1
ragazzo è cresciuto robusto, e, cosa strana, la testa, che era
troppo grossa, si è conservata inalterata in modo che oggi
è normale per un giovane di quattordici anni. I cappelli
che allora gli mettevano, oggi sembrano fatti a misura per
la sua testa, di studente di 14 anni. La famiglia e gli amici,
che sono numerosissimi, sono disposti ad affermare con giu-
ramento quanto mi hanno esposto ed io ho scritto sotto
dettato o.
Ripassati nuovamente i confini, il Servo di Dio, fatta
una breve tappa ad Oporto, proseguiva per Lisbona, che fu
il centro deUa sua permanenza in Portogallo, dal 15 al 22
marzo. Non si può dire in breve quante furono le sue occu-
pazioni in quei giorni, nei quali fu circondato da una folla di
visitatori, ed egli stesso visitò le altre case salesiane'porto-
ghesi, le quali, il 19, sacro a S. Giuseppe cui venne intito-
lato il nuovo Istituto, inviavano numerose rappresentanze
a Lisbona.
Alla vigilia le bande dei nostri collegi di Braga, di
Vianna, e della Capitale, si recavano a rendere omaggio al
Nunzio Mons. Macchi, dando concerto innanzi a1 palazzo
della Nunziatura, e Sua EcceUenza volle a pranzo, alla sua
destra, il Servo di Dio, insieme con un'eletta schiera di
diplomatici ed ecclesiastici.
Don Rua aveva inviato al Santo Padre un telegramma

12.2 Page 112

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212 VI - Szsccessol-e di Don Bosco - Secondo decennio
d'omaggioper l'onomastico; e Pio X a mezzo del Card. M e r ~
del Vai rispondendogli di aggradire gli auguri, invocava la
potente intercessione di S. Giuseppe sopra il nuovo fabbricato
delle Scuole Professionali di S. Giuseppe, benedicendo alla
pia Società Salesiuna e al degnksimo Superiore ed ai Bene-
fattori. con la lettura della risposta del S. Padre si dichiarò
inaugurato il magnifico edifizio, sorto su disegno delvarchi-
tetto torinese. prof. Ceradini.
Non è esagerato il dire che il Servo di Dio - come
Don Berte110 - in quei giorni non ebbe un mi-
nuto a sua disposizione.
Don .coglioloricorda come la contessa de Ribeira Grand
restò così impressionata dalla figura e dalla parola di
Rua <(che,dopo avergli presentato i suoi bambini P
li benedicesse, venne da me supplicandomi di otten
Rua una sua fotografia con alcune parole di ricordo e
soggiungeva: - M i ottenga, Padre, questo favore, ed io farò
per Papera sua quanto mi chiederà. - I1 ritratto del signor
Don Rua 10 trovai tosto, ma presentandomi per ottenere che
vi scrivesse a tergo alcune parole, volle dapprima schermirsi,.
e solo annui quando ne lo pregai caldamente, dicendo che
si trattava di accontentare una delle nostre migliori coo-
peratrici D.
Lasciò Lisbona il, 22 marzo e giungeva a Madrid. Era
direttore di quella casa il Sac. Antonio Castilla, che nel 191
inviava quest'altro particolare:
<< 11 sonoscritto, direttore di questa casa, pativa
&occhi di sangue, i quali, con l'intervallo di 12 0 18
mi si ripetevano fin dall'anno 1893 e ogni volta mi duravano
'5 giorni circa, lasciandomi sempre assai indebolito
di forze. Or bene quando nel 1906, in marzo, il signo
R~~ di S. m. venne a visitare, accompagnato da Do
tello, questa nostra casa di Madrid, io mi trovavo
in quet giorni con gli sbocchi, a causa dei quali non
accompagnare il nostro veneratissimo Don Rua, C 0
dovere ed ardente brama; che anzi, una volta, ment
lo presentava nel nostro parlatorio ad una signora *arches
nostra Cooperatrice, mi venne proprio li il sangue alla g"
e dovetti soffrire assai più per trattenerlo e far in maniera
che non si awedessero, finchè poi terminata la visita andai
in camera a gettarlo via. I1 giorno seguente non potei scendere
a Pranzare con la comunità, ed awedutosi Don Rua domandò
dov'ero io; gli dissero che ero in camera un po' in&sposto;
non disse più niente, ma finito il pranzo lo vedo entrare nella
mia cameretta e, rivoltami qualche parola d'incoraggiamento,
mi diede senz'altro la benedizione di Maria Ausiliatrice e poi
discese. D'allora in poi, e son già passati sei anni, non mi
san tornati più tali sbocchi; ed anzi erano inme pure fre-
quentissime le emorragie nasali, ed anche queste mi sono
e questa è stata una grazia miracolosa
Da Madrid prosegui per Valentia, Barcellona, Sarrid,
Matar6 Gerona, ovunque accolto con immenso giubilo
i alunni e dai benefattori. Visitò anche le case delle
'e di Tdaria Ausiliatrice, dalle quali abbiamo questi
11 29 marzo, avendo perduto il convoglio, giungeva in
ritardo a Valentia e celebrava alle 2 pomeridiane, ed anche
quel giorno volle osservare il digiuno della quaresima. Le
Figlie di Maria Ausiliatrice si recarono ad assistere alla
Messa, e il 31 era nella loro casa: a Stamattina - dice
cronaca -dalle 5 aile 9 fu tutto per noi. Predicò, celebrò,
8%trattenne colle signore, fece colazione con noi e parlò a
tutte le suore. Un quarto d'ora d'accademia, saluti, e terminò
la festa. Che santo! D.
La cronaca di Sarrid annota: a Abbiamo avuto la fortuna
i ricevere tra noi il nostro veneratissimo Superiore, il rev.mo
Rua, che si compiacque di accettare la molto
affettuosa accademia, che gli tenevamo preparata. SYintrat-
tenne con noi con la bontà di un Padre e di un santo!.,, )).
eratissimo Padre Don Rua fu a
S. Messa nella nostra Cappella; prima ci fece
ditazione, lasciandoci S. Giuseppe come modello
Santissima come modello di orazione, e il
astro buon Gesù come modello di sacrijizio. Dopo celebrata

12.3 Page 113

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la S. Messa diede la mantellina ad una postulante. Benedisse
pure tutta la Comunità e quasi tutte le professe ebbero la
fortuna di parlargli in particolare. Che la visita di questo
santo superiore produca i più copiosi frutti di santità! ».
Suor Narcisa Boccardo prendeva questi appunti:
(t Ricordo un poco la meditazione fattaci in Sarria il 5
aprile 1906,proponendoci a modello la S. Famiglia di Na-
zaret. Imitare S. Giuseppe nel lavoro, lavorando sempre come
lui con Gesù, per Gesù, e unite a Gesù, nella sua stessa casa;
imitare Maria SS., modello di preghiera e di unione con
Gesù, non facendo, operando che per Lui solo; imitare
Gesù, modello di sacrifizio per nostro amore; fu per noi che
intraprese una vita di umiliazioni, di sacrifìzi e di lavoro.
Richiamare sovente alla memoria la santa meditazione.
o Ci raccontò che essendo a colazione in casa di coopera-
tori di Barcellona, tutti osservavano come si diportasse il
santo; e lui, accortosi di ciò, disse loro: - Eh! si, anche i
santi fanno come gli altri, vivono di ciò che la Provvidenza
loio invia!
r Ricordo ancora come molte suore piansero di commo-
zione nel vedere in Don Rua, non una persona di questo
mimopnrdeoss.iomnia>>de.l.. cielo. Lasciò in tutte sante e salutari
Alla mezzanotte del sabato dopo la Domenica di Pas-
sione (il 7 aprile) rientrava nell'Oratorio per celebrare la
mattina seguente la funzione della Domenica delle Palme in
Maria Ausiliatrice !...
Subito dopo Pasqua si rimise in viaggio col programma
di visitare le case della Sicilia che non aveva ancor vedute
e di scendere fino a Malta per assistere all'inaugurazione del
nuovo istituto.
Fece brevissime tappe nelle case di S. Pier d?Arena,
e -T.,i~ u-mno.Roma. dove andò a vedere i lavori dei nuovo tempio
al ~estaccio, a Napoli.
A Livorno visitò anche le Figlie di Maria Ausiliatrice:
c la sua visita è breve, ma consolante. Ci raccomanda di fare
otegrnrei npeo>s>si.bile per vivere col cuore distaccato dalle cose
VIII - Nuovi viaggi allJEstero
215
A Roma anche la casa di Via Marghera ebbe la sua visita:
((Vieneinatteso il sig. Don Rua da noi; andiamo tutte a ri-
verirlo in parlatorio, ci rivolge qualche paterna parola, c'im-
parte la benedizione e ci lascia tutte serene u.
Si recò pure al noviziato di Genxano.
Da Roma l'accompagnò Don Giulio Barberis, il quale
ricordava che erano in treno in un pigia pigia, <(e per sei ore
consecutive dovemmo restare pigiati e quasi immobili. Ma
la compagnia era buona. Noi avevamo ancora da recitare un
po' di breviario, perciò sul principio si pregò, poi si lessero
lettere; ma in breve cominciò animata conversazione sul
Vesuvio e suila tremenda eruzione, conversazione che non
terminò se non a Napoli. Cadeva ancor polvere e cenere...
s A Caserta ci venne a raggiungere il direttore Don Chiap-
pello, che ci accompagnò fino a Napoli. A Caserta si cominciò
a vedere il Vesuvio, e i nostri sguardi furono per quasi tutto
il tempo rivolti là, a vedere il fumo che continuava ad uscire
e la lava che continuava a discendere, ma l'eruzione forte
era terminata; non erano se non gli ultimi aneliti di quel
gigante imprigionato, che tanto strepito fece nei giorni an-
tecedenti, e tanto danno recò ai paesi vicini. La parte superiore
del cono vesuviano è caduta, di modo che il monte rimane
smussato e più basso di quello che lo vidi altre volte. Per
Napoli non si vedevano se non immensi mucchi di cenere...
#Visitammo quei cari confratelli, le scuole, I'Oratorio
festivo;
ed alle
1v9ensinerirpoavrtaìrpi ebrenMefeaststionrai..a.
trovare
>>.
il
sig.
Don
Rua
Un viaggiatore scoriosciuto, quando seppe che il sacer-
dote che aveva accanto a sè era Don Rua, ((balzòin piedi,
si tolse il cappello, l'abbracciò e... non finiva di dire: - Lei
è Don Rua, quel grand'uomo che io conosco da molto tempo
per mezzo del Bollettino, e che desiderava tanto di conoscere
di persona!
insieme con
Lleai!..r.eputo
una
gran
fortuna
il
fare
il
viaggio
Durante questo viaggio i giornali diffondevano le gravi
notizie delle terribili scosse di terremoto, seguite da un in-
cendio divoratore, che distruggeva S. Francisco di Cali-
fornia.

12.4 Page 114

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2x6
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
Quella città di 3jo.000 abitanti era un oceano di fiamme
&he nessun tentativo potè sedare, essendo la maggior parte
degli edi&i in legno tutti investiti e in un'ora divorati, e
quella
così fiorente e prosperosa, piombava
nella miseria. Migliaia e migliaia di abitanti fuggivano nelle
vicine, povera gente, in gran parte emigrati italiani,
'che vivevano col lavoro quotidiano, da domestici, commessi
o manuali nelle fabbriche o nelle fattorie, senza pane e senza
livbro! Fortunatamente negli Stati Uniti i1 denaro non mari-
cava a quei tempi, e in due giorni, secondo le notizie dei
giornali s'erano raccolti due milioni di scudi per quegli
sventurati. La scossa era awenuta il 18 aprile, alle 5 % del
mattino, e l'incendio durò tre giorni, e in fine cessò perchè
non c'era più nulla da bruciare.
Chi può dire le ansie e le trepidazioni di Don Rua? I
salesiani avevano a S. Francisco due parrocchie a benefizio
o
degli emigrati. Ancora nessun particolare... ma vennero poi
e dolorosi! La chiesa più ampia, insieme con la casa annessa,
rimase completamente distrutta!...
11 21 giungeva a Messina. ((Tutti i 150 alunni erano
schierati in fila, nella loro bellissima divisa; varie centinaia.
di benefattori attendevano il sig. Don Rua, anche un numero
grandissimo di giovani dell'oratorio festivo. Fummo accom-
pagnati trionfalmente al collegio, dove potemmo ancora
celebrare la santa messa. A quella del sig. Don Rua assistet-
tero tutti i giovani del collegio, e vari, sebbene fossero
circa le 11, erano rimasti digiuni per fare la S. Comunione
dalle sue mani. La splendida accademia, che
pranzo, .ci diede una vera idea dello slancio dei Sici
dell'affetto straordinario che portano alle Opere Salesian
,) e del desiderio immenso che avevano di veder il sig. Don
Della sera medesima si parti per Catania, dove
legio conta oltre 300 alunni. Sebbene noi siamo ar
le 10 di sera, tutti i giovani erano ad aspettarci. Ba
musicale, luminaria, battimani tremendi e prolungati,
c l s o n i di ewiva al nostro buon Padre non avevano
Dovette il sig. Don Rua licenziarli con .un discorsetto
allora si potè andare a fare un po' di cena. Il giorno.do
VIII - Nuovi viaggi all'Estero
collegio imbandierato, Comunione generale distribuita dal
sig. Don Rua; e dopo ricominciarono musiche, battimani,
ewiva, finchè vennero tanti benefattori a trovare Don Rua,
che si dovettero lasciare un poco i giovani. Nel dopo pranzo
si fu a far visita al Cardinale Arcivescovo, tanto nostro amico
e benefattore, e poi all'oratorio festivo del centro della città
[ed alle Figlie di Maria Ausiliatrice], e non si tornò a casa
11 mattino seguente si partì per S. Gregario... un paese
a poco più di 12 chilometri da Catania.,. Quando si seppe
che il sig. Don Rua si recava a visitare quella casa saIesiana,
il popolo fu tutto sossopra o. A un chilometro e più dal paese
vi erano già molte dozzine di giovani dell'Oratorio che l'at-
tendevano, ed elevando un coro di festevoli voci argentine
gli rivolgevano ,i1 primo saluto. Anche i nostri chierici gli
mossero incontro; ed egli scese di carrozza, e volle fare a
piedi il resto della via. Fu un'entrata trionfale! Ossequiato
dal cav. Di Bella, dal Sindaco, da tutte le autorità civili ed
ecclesiastiche, circondato e seguito dagli stendardi e dalle
bandiere deile varie associazioni, tra io sparo continuo di
mortaretti e il suono festoso delle campane, mentre da tutte
le finestre si gettavano fiori, tra ie grida più entusiastiche di
'viva Don RUU!Viva il Successore di Don Bosco!, entrò nella
chiesa matrice, ringraziò commosso, e impaai la Benedi-
zione Eucaristica.
11 giorno dopo fece una breve visita a Pedara, che sorge
sui declivi dell'Etna. Lo stesso ricevimento che a S. Gre-
rio festivo erano ad aspettarci
di arrivare al paese. Per via si
ecastagni, dove giunge all'istituto
ria Ausiliatrice alle sei di sera, accampa-
e di Pedara, ascolta con bontà paterna
te da una ragazza, rivolge a tutte
mento e di rallegramento, dà la bene-
iliatrice, e riparte ».
Ali'entrata di Pedara ((trovammo il Parroco con altri
la Giunta, tutti i giovani delle scuole
opolazione. La banda di Nicolosi,

12.5 Page 115

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,218
- - V I successore di Don Bosco Secondo decennio
venuta apposta, intona la marcia.reale, le campane suonano,
ed 6 uno sparo continuo di mortaretti ed una pioggia di fiori;
avevo paura che mi accecassero Don Rua...a.
Tornato a S. Gregario, celebrò nella cappella in cos
zione,parlò ai novizi e agli studenti di teologia, ed
Mons. Genuardi, vescovo di Acireale, nel M0
di S. hari,tornò a Catania e proseguì alla volta di M
J , ~ sua visita a Malta, preannunziata dai giornali
colmi di ammirazione, fu un a ~ m i m e n t o .
I nostri augusti Sovrani - scriveva Malta &~aEd
degnati di visitare recentemente la nostra isola, Pr
tipi e principesse di sangue reale si susseguirono l'uno d o ~
l'altr&, l'Imperatore di Germania, la Regina del Pofl%allo,
dignitari della Chiesa ed altri personaggi ci onorarono Pure
della loro presenza, e oggi Malta riceverà per la prima volta
un, uomo, che benchè umile agli occhi del mondo, non
meno importante, date le sue attribuzioni di Superiore g
irale della Pia Società Salesiana, che ha per isco~ol'edu
cazione della povera gioventù abbandonata. 11 nome vene
rata di ~ ~ s cilofo,ndatore della Pia Società, è conosciuto
a sufficienza in tutto il mondo civile. Don Rua, che noi
futiamo quest'oggi, & l'immediato Successore di Don
e non sarà fuori luogo, in questa fausta occasione, di da
ai nostri lettori alcuni cenni sulla vita laboriosa di lui,
quella vita ch>egli ha tutta impiegata con vivissimo zelo Per
bene dell'umani&... E )). seguivano lunghi cenni biografici
improntati alla più grande ammirazione.
Giunse a alta alpuna dopo. la mezzanotte, a bord
vapore Adr&. Accompagnato all'istituto dall'ispettore
~~~~l~ Lovisolo e da molti cooperatori, il Servo di
rimase commosso nel vedersi accolto da tutti gli alunni, C
a niun costo avevano voluto andare a riposo e si :eran fat
in quattro per illuminare il collegio con palloncini mult
colori, e nei seguenti vollero dare un bellissimo tratt
mento drammatico, intercalato con delicati componi
in italiano e in inglese. Il Servo di Dio volle parlare
a ciascun loro in particolare.
Entusiastico fu pure l'omaggio resogli dalle aut
- VIII Nuovi viaggi ~ E E ' E ~ ~ ~ 2~1
dell'isola, a cominciare dal Governatore o vicer& di ~ ~ l
da cui ebbe una cortesissima ed affettuosissima udienza,
da NIons. Arcivescovo, dal direttore diocesano dei coope-
ratOrilì!Ions. Farrugia, dal Comm. Alfonso Galea, e da altri
insigni ammiratori e benefattori.
4 Torno adesso colla mente - ci scrive il comm. ~~l~~-
ai giorni quando il carissimo signor Don R~~
a
il 26 aprile 1906. Mentre usciva dall'Istituto sale-
lano di S. Patrizio (Sliema) per recarsi a far visita .al G ~ -
vernatore, qudcun0 s'accorse che a Don Rua mancava un
piccofo lembo dell'abito talare. Don Rua, saputolo, disse sor-
ridendo: "Fa niente, fa niente!,, e non ci badò che tanto.
La fama della sua santità s'era già diffusa nell'isola, anche
anche prima del suo arrivo. Quando poi, qualche giorno dopo,
fece una conferenza sulle Opere Salesiane nella cappella
di S- Patrizia, che era stipata di amici dell'Opera salesiana,
parlò con una semplicità ammirabile per tre quarti d'ora
che ad alcuni sembrarono venti minuti, ad altri anche meno,
e le lacrime sgorgarono dagli occhi di tutti e s'era commossi,
e confesso che anche io ed i miei avevamo gli occhi umidi
di pianto. Eppure non aveva fatto che raccontare degli inizi
dell'Opera e di mamma Margherita, e dei suoi primi anni
Presso il Venerabile Don BOSCO!...)).
- Nei tre giorni che il sig. Don Rua si fermò a ~~l~~
scriveva Don
tabilità dell'Isola,
Barberis - ebbe la visita delle prime
e tutti son pieni di venerazione per lui
no-
e lo
tengono
vero e gran santo e vogliono la sua benedizione.
')A mezzanotte del lunedì 30 aprile si ripartì per la si-
cilia. Sebbene
accompagnarci
ad
al
boartateclloos..ì. tarda,
molti
cooperatori
vollero
)) AI mattino al levar del sole si vedevano già alla lontana ,( [qc*;
Ie coste della Sicilia e il gigantesco cono defl'Etna tutto co-
Perto di neve. Arrivati a Siracusa, e detta Messa alla cat-
Cteodorapleer,atfourmi mSaolesaiapnri.a..nzo dal Can. Lantieri, direttore dei
))
Pranzo si partì per Noto. I1 vescovo &&ns. Blan-
ini (che tre anni prima era stato a Torino per l'~corona-
ne di Maria Ausitiatrice), volle venire egli stesso in per-

12.6 Page 116

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220 VI - Swcessove di Don Bosco - Secondo decennio
sona e condurre tutti i chierici del Seminario alla stazione
a prendere Don Rua; venne anche in corpo il collegio diretto
dai Fratelli delle Scuole Cristiane, e v'erano pure molti si-
gnori con dieci o dodici vetture per condurci in città, essendo
la stazione lontana. Non è il caso di ripetere la descrizione
dei battimani, delle grida di gioia e degli evviva. Si pernottò
l.,-t o i
in seminario insieme col Vescovo, 5a l mattino seguente si
riparti per Modica, dove abbiamo una piccola casa e vogliono
&darci un gran convitto.
r Anche qui alla stazione v'erano quindici o venti vetture
dei principali signori, che volevano aver la fortuna di con-
durre il sig. Don Rua, per poter dire che la loro vettura
aveva condotto un santo...
Si visitò il convitto che vogliono offrirci, in una posi-
zione incantevole; e della medesima sera si arrivò a Terra-
nova di Sicilia. L'accoglienza . fu singolare. Non vi erano
che un paio di vetture e pochi signori, ma i giovani dell'ora-
torio festivo numerosissimi e quei del Circolo Don Bosco,
che fanno da catechisti, eran venuti in massa; credo fossero
più di quattrocento. I1 bello si fu che tutti si misero al passo
di corsa ed arrivarono a casa nostra contemporaneamente
a noi. Ma presso la casa s'era accumulata tanta gente che ci
volle mezz'ora per attraversare una viuzza lunga forse ap-..
pena cinquanta metri. Tutti si riversarono in chiesa dove si
diede la benedizione col Santissimo Sacramento... La chiesa
era gremita,
bambini per
le madri avevano
farli benedire da
DpoonrtaRtuoa,.i.n.
braccio tutti i
e quando Don
Rua volle dire alcune parole, non gli fu possibile far
sentire la voce perche centinaia di bambini, che piangevano
o gridavano,. facevano una musica tale da coprire una
voce anche dieci volte più forte della sua! Dopo la be-
nedizione non fu neppur possibile andare in sacrestia a
deporre le paramenta, e si dovettero lasciarle sull'altare; e
per attraversare la chiesa ed entrare in casa ci volle oltre
mezz'ora. Tutti volevano baciar la mano a Don Rua e tutte
le mamme che dèsse una benedizione ai bambini che porta-
vano in braccio. Si aveva un bel dire e gridare che Don Ru
era stanco, che non ne poteva più, che li aveva gih benedet
- VIII Nuovi viaggi all'Estwo . .
col SS. Sacramento. Da quell'orecchio non ci sentivano, e
ciascuna diceva: "Solo più a me; solo più a me!,, e tiravano
le braccia a Don Rua, che avevo paura glie le rompessero.
mattino segue!!% si parti per Aragona. Qui l'entu-
siasmo giunse all'eccesso. I1 Sindaco con la Giunta Comunale,
il Parroco col Clero, i carabinieri in alta tenuta, le guardie
municipali, due musiche deIl&città, i giovani delle scuole
con le bandiere, sei O sette altre società con le loro bandiere,
si può dire tutto il popolo, erano ad aspettare il sig. Don Rua.
Le vetture non potevano più camminare quando si fu vicino
alla città: e, ai carabinieri, nè alle guardie, era possibile
trattenere la folla; un po' più avrebbero soffocato Don Rua,
che dovette scendere dalla vettura e, passato il primo pa-
rapiglia, farsi strada in mezzo a i carabinieri e le guardie,
serrato dalla Giunta Municipale da una parte, dal Clero dal-
l'altra, e camminare a passo di formica, in mezzo alle con-
tinue acclamazioni del popolo. Lo- si aspettava alla chiesa
matrice; ma non è possibile arrivare fin là; dopo molti stenti,
~assandoper vie traversali, si potè entrare in casa. Don Rua
si dovette mettere al balcone ed arringare il popolo, e ringra-
ziarlo della festosa accoglienza ed assicurarlo che al mattino
seguente avrebbe celebrato la S. Messa nella gran chiesa
matrice, ed avrebbe pregato per tutti;
)> Indi si ammisero ali'udie'nza le notabilità del Clero e
del Laicato. Povero Don Rua! dal mattino alle 8, che aveva
preso una tazza di caldo, non aveva assaggiato altro ed era-
vamo alle sei e mezzo pomeridiane!. Alla cena-pranzo con
tutte le notabilità ecclesiastiche e civili, i brindisi più com-
mossi furono quelli del Sindaco, del Parroco, d'un sacerdote
espressamente venuto da Girgenti, inviato dal Vescovo, e
di un giovane dell'Oratorio festivo che parlò a nome dei
compagni. Al mattino se...g~u-.ente Messa alla Matrice; ma ci
vollero le guardie per poter arrivare alla chiesa, e giunti alla
chiesa non si poteva entrare, e si dovette passare per una porta
segreta che dava nella sacrestia.
Rua)>
Dopo sidoveva
non potè farlo,
visitare una casa in costruzione, e
non potendo passare tra la gran
Don
folla.
Per fortuna io v'era andato da solo un'ora prima e potei ve-
. 5..,,

12.7 Page 117

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222
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
cise al signor Don Rua...».
F~ tale l'entusiasmo che destò il passaggio del fh-vo di
~i~ ad Aragona, che anche Don Piccollo, dopo vari anni, ci
dava, a voce e per iscritto, molti interessanti particolari.
@
la visita fatta a Malta - egli scrive - nel giro che
fece nella parte occidentale dell'isola, a Noto, Modica, Ter-
ranova, Aragona, il concorso fu qualche cosa che non aveva
delrordinario. Ad Aragona, città di 17 mila abitanti, tra cui
solfatari, tutta la popolazione gli mosse incontro
con rami
grida d'ewiva, e tutti volevano amici-
narlo, Parlargli, esternargli il loro contento, e ci volle uno
sforzo ben grande da parte delle autorità e della forza pub-
blica per impedire che non avesse a patirne)).
tutto un agitarsi febbrile di uomini e donne, vecchi
e fanciulli, bandiere e stendardi, ed un continuo scroscio
gapplausi da
il suono delle musiche e 10 scampanio
festoso dei sacri bronzi, ed- uno sforzo continuo delle au-
ed ecclesiastiche per frenare l'impeto della folla
che voleva vedere,' avvicinare e baciar la mano e l'abito al
-
- VIII Nuovi viaggi all'Estero
Si guardava da tutti agli sportelli del treno per vederlo ad
affacciarsi;e quando Don Rua discese fra di loro fu una gara,
Per non dire una lotta, per avvicinarlo: tutti, al solito,
levano baciargli la mano e la benedizione. Dal treno disce-
sera anche la maggior parte dei passeggeri per assistere a
questa scena e conoscere Don Rua, che ignoravafio
comPa!2no di viaggio. Una banda musicale che era sul treno,
ano spettacolo di tanto entusiasmo, si diede a suonare la
rmrcia reale, e così si accrebbe anche più l'importanza di
questo nuovo spettacolo. Chi soffriva però era il capo sta-
none> che non sapeva a quali santi votarsi, per ottenere che
1asciassero libero Don Rua in modo da poter far ripartire il
treno; e alla fine si fu costretti di prenderlo di peso e ,.ipor-
nel suo scompartimento. Così fu libero dalfa
amirazione di quel popolo che si era impossessato di ~~i
e che a niun costo voleva abbandonarlo )>.
@ Tra gli altri avvenne quest'episodio. Un tale - ci seri-
veva Don Antonio Fasulo - Giuseppe lnfantino di cam-
marata,'ridotto uno scheletro da una pleurite purulenta, che
lo tormentava da tre anni, saputo del passaggio delrUomo
di Dio, volle andare a vederlo. In mancanza di vetture, già
tutte impegnate, fece a piedi i 7 chilometri di strada. ~ ~ i ~ i ,
... Compreso il medi.co .c. u. rante, gridavano all'imprudenza, al fi
suicidio 11 poveretto riuid ad avvicinarsi a
R ~a ~
,
ciargli la mano, e pochi giorni dopo era completamente
arito- Fece la campagna di Libia: fu combattente nella
e guerra, e continua a godere o t t h a salute.
~,
)) L'episodio mi è stato narrato prima dal sac. salvatore
ne, Vicario Far. di Cammarata; quindi dalla madre
Infantino, Carmela Giacchino. Il dott. Alessi ~ ~ t
~.~.~
co-chimrgo, mi confermò d'aver visto &fantino ~~ in ~ c~on-
ed allaarmanti fino al 4 maggio 1906 e di averlo +4A,c,pnLoi. /.,.,i.:
ritrovato completamente g&eto . )). .-_.i
(l t>pp...b.,(,b,.i
Palermo il Servo di Dio restò stupito nel vedere fio- '
:.C:<.<.,:
ssimo il nuovo istituto, aperto da poco tempo in quella
na località allora alquanto eccentrica, alle falde del
Pellegrino, ed oggi collegata con tranvie e autobus.
e conferenza ai Cooperatori nella chiesa del S. Salva-

12.8 Page 118

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224
- V I - S~ccessoredi Don Bosco Secondo decennio
tore, e fu accolto a gran festa nell'episcopio. Al Card. Cele
era succeduto il Card. Lualdi, che non conosceva Person
mente Don Rua, ma gli era nota la sua virtù e 10 teneva in
concetto di santo. Ed «io - ricorda Don Francesco Pie
collo - con Don Barberis e Don Garlaschi ebbi il pia
cere d'accompagnarvelo. I1 Cardinale non conosceva Don
Rua, ed anche l'Opera Salesiana non era da lui conosciuta
se non da quel poco che vedeva in Palermo; accolse Don Rua
con
gentilezza, e fin dal
della visita 10 invitò
con insistenza ad essere suo ospite nel Palazzo Arcivescovile.
Don Rua si schermi bellamente, dicendo che voleva rimanere
al17istitutocoi suoi figli; poi si portòl'argomento della conver-
sazione sul~OperaSalesiana, e il Cardinale l'ascoltava con
un7attenzionee meraviglia, sia per le belle cose che Don Rua
diceva, sia pel modo tutto
con cui discorreva,
che pareva l'ammirazione del Cardinale si accrescesse ad
ogni istante; si vedeva che l'Eminente Personaggio capiva
di aver a sè davanti un Santo, e all'improwiso con visibili
segni di commozione e quasi di scatto si alzò, s'inginocchiò
davanti a Don Rua, dicendo: "Don Rua, mi benedica!,,. Fu
grande l'impressione e la sorpresa di Don Rua per un tratto
di così grande umiltà da parte del Cardinale; anch'egli si
inginocchiò e disse che non era lui che doveva benedire, ma
anzi egli e i
che erano attorno dovevano ricevere la
sua Pastorale Benedizione... Ii Cardinale non cedette e con-
tinu&nelle sue insisterne finchè Don Rua concluse: "Senta,
Eminma, dacchè Ella vuol la mia povera benedizione e me
lo comanda,faremo così; prima Vostra Eminenza benedica me
e i mi&$gli, poi io indegnamente darà la mia,,. Così si fece,
e noi abbiamo potuto assistere ad un atto indimenticabile di
reciproca umiltà di un pio e santo Cardinale e del nostr
amato Superiore )).
Fu anche a visitare l'Istituto del S. Cuore a S. Giuseppe
Iato; e 1'8 maggio, festa dell'Apparizione di S. Michele
Arcangelo, era a Catania. Essendo il suo onomastico, nel-
l'Istituto di S. Francesco si tenne una bella accademia, alla
quale intervennero quasi tutti i direttori deli'Ispettori
Sicula, l e rappresentanze dei giovani di diversi Oratori
- VIII Nuovi viaggi all'Esteyo
Istituti, e un gran numero di cooperatori ed ex-allievi. Una ..
festa indimenticabile.
In una della città, visitate dal Servo di Dio in questo
viaggio, (<fuassalito - scrive una Figlia d i Maria
liatrice - da una turba di popolo che voleva vederlo, udirlo,
awicinarlo. Recatosi dalle suore e dalle loro benefattrici
N. N*,trovò le camere gremite di persone che lo aspettavano.
Egli. però girò 10 sguardo, e, salutando amichevolmente,
appuntò le pupille su suor N. N., monaca in casa. Costei,
da tempo, per ragioni d'interessi, era in lite con un fratello,
che era Stato sordo a quanti gli avevano parlato di riconci-
liazione. La povera monaca soffriva assai, ed era in preda a
vivissima ambascia. I1 santo, senza alcun preavviso, ma
leggendole in cuore, s'awicinò a lei e le disse: "Coraggio,
coraggio, stia allegra!,,. I presenti si guardarono meravigliati
ed attesero gli avvenimenti. Due giorni dopo il fratello
bizzarro faceva la pace colla sorella, divenendo e mantenen-
dosi tuttora affezionato e premuroso >>.
Fu Pure alle case di Bronte e Randazzo, prendendo la
linea circumetnea, e in tutte le stazioni dei centri importanti
si trovava il Clero con molta popolazione per vedere e &
verire il Successore di Don BOSCO.
Il 9 maggio, ricorda Suor illarianna Nicastro, giungeva
in Ali Marina, dove mi trovavo da qualche giorno come
aspirante per seguire la mia vocazione che umanamente
sembrava impossibile ad effettuarsi, per la mia gracilissima
salute. Presentatogli il caso dalla mia direttrice Suor Decima
Rocca, egli, posandomi la mano sulla spalla, mi assicurò che
la Mtadonna mi avrebbe fatto la grazia, come infatti awenne.
In quell'occasione vi fu bisogno di aggiustargli il pastrano,
da cui lungo il viaggio gli era stato tolto un pezzo dai suoi
ammiratori per tenerlo come reliquia. Per lo stesso motivo
si distribuirono in casa dei pezzetti di stoffa dello stesso, che
fortunatamente si dovettero togliere per aggiustarlo.
')Le suore gli offersero un zucchetto nuovo in cambio di
quello da lui Usato. Una raccontava, edificata, che avendo
grande urgenza di dirgli una parola e trovatolo in chiesa che
Pregava, osò chiamarlo più volte; ma egli non si
per
- 23 Vita dei Swuo di Dia ~ i c i l e l eRUG. VOI. III.

12.9 Page 119

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226 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
inteso, facendo così capire, che non doveva interrompere
la sua udienza con Dio per parlare con una creatura. Dopo
di che si mostrò molto affabile e compiacente)).
A M e s ~ n afece la chiusura degli esercizi spirituali agli
alunni, e nel pomeriggio lasciava la Sicilia, proseguendo per
le Calabrie.
'La prima casa che visitò fu quella di Bova Marina (idove
i salesiani - scriveva Don Barberis - sono alla direzione
del seminario Vescovile. Vi è un centinaio di chierichetti,
cominciando dalle ultime classi elementari al corso teolo-
gico. Sebbene arrivati ad ora tarda perchè erano scoccate
le 22, vennero alla stazione, che è lontana anzichenò dal
Seminario, i chierici del corso teologico e f i l ~ s ~ f i ceodel
ginnasio superiore ad incontrare Don Rua, con palloncini
e lumi per rischiararci la via. I più piccoli attendevano al-
l'ingresso del. Seminario, tutto illuminato a festa. Anche Sua
Eccellenza Mons. Vescovo stava coi chierichetti ad aspettarlo.
Con che entusiasmo quei vispi chierici calabresi ricevettero
Don Rua! acclamavano e davano il benvenuto, proprio
come si farebbe all'oratorio dopo lunga assenza dell'amato
Padre. Sebbene la fermata a Bava non potesse essere che
brevissima, la parola .insinuante e piacevole di Don Rua
elettrizzò quei cari giovani, i quali avrebbero voluto che non
si partisse da loro )).
11 Servo di Dio chiese al direttore Don Eusebio Calvi
ilotizie delrandamento della casa; questi gli comunicò che
c'era un alunno colto da grave polmonite. D
visitarlo, lo benedisse in nome di Don BOSCOcon la benedi
zione & &&ariaAmiliatrice, e guari. Così attestava il chieri
Agrippino Tamburino, allora novizio, residente in Seminar'
<t Al mattino tutti fecero la Santa Comuii
mani, poi si tenne una solennissima accademia, pre
Vescovo e tutti i maggiorenti del paese; discorso,
ed eccellenti poesie si succedevano bellam
Siciliani, i Calabreci sono svegliatissimi per
poeti per natura. Specialmente un chieri
alle:grandezze della Calabria antica, alla sua belle
bisogno presente di essere aiutata, che ci
- VIII Nuoti viaggi aaEEstero
))A S. Andrea del Jonio, a Borga, a Soverato, si ripete- .
rono le acclamazioni e i ricevimenti già descritti altre volte.
Numerosissimi giovani degli Oratori e delle scuole serali gli
andavano incontro anche a vari chilometri dal paese, por-
tando mazzi di fiori che venivano a d offrire a Don Rua; e
ciascuno con un ramo d'olivo, o d'altro albero, in mano
davano Yaspetto di una processione clamorosa, poichè non
cessavano le grida di Evviva Don Rua! Evviva i Salesiani!
Anche Phciprete, i1 Sindaco, le Autorità, a Borgla vennero
incontro a Don Rua fuori del paese; vi fu lo sparo di mor-
taretti e la strada quasi letteralmente coperta di fiori.
t) Ma quale desolazione per altra parte! Case cadute pel
terremoto, altre tutte puntellate, baracche di qua e di l&,
dove Per molto tempo dovranno abitare intere famiglie! La
chiesa parrocchiale grande, bella, è mezzo caduta, e l'altra
parte pericolante, di modo che Don Rua per dare la Bene-
dizione e parlare al popolo dovette farlo nella parrocchia
provvisoria, che
fessure da ogni
pèanrtiee.n..t'altro
che
una
baracca
di
legno
con
)) Indimenticabile riuscì la Comunione generale dei gio-
vanetti all'oratorio festivo di Borgia. Don Rua medesimo
ed io e l'ispettore che ci accompagnava e i due preti della
-casa attendemmo alle confessioni la sera intecedente forse
Per tre ore di seguito. Che buoni giovani! senza coltura e
poveri, si, ma religiosissimi di fondo, non han bisogno se
non di chi li guidi; docili, si può dire che non hamo mai
gno di essere awisati perchè stiano buoni in chiesa; amanti
io non potevano distaccarsi da Don Rua,
oìse loro fervorose espressioni ed inco-
» A Soverato vi è per ora un Oratorio festivo, ma si sta
fabbrica d'una bella chiesa e collegio at-
iere tanti giovani di questa parte meridio-
della Calabria sul Jonio o.
on Picco110 ricorda come il Servo di Dio si recò a visi-
Scappa di Badolato per studiare con lei
alcune case che gli venivano proposte.
vale nella visita che fece alla suddetta signora una

12.10 Page 120

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228 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
novità, che
salesiani in
certo
It-ia
.n..onDaelrlaa
mai capitata a
stazione di S.
Don Rua ad altri
Andrea sul Jonio al
paese Don Rua dovette salire in lettiga portata da due ro-
busti muli, mentre noi del seguito stavamo su un carro
trascinato da buoi. Così all'andata e al ritorno esperimentò
questa novità, e pareva godesse meravigliato di non soffrire
il mal di mare, come per lo più accade.
E qui conviene accennare due disposizioni d'animo di
Don Rua. La prima è la gratitudine che dimostrava verso la
Baronessa Scappa perchè nelle circostanze di questa visita
mi disse parecchie volte: "Bisogna assolutamente che tu cerchi
di accontentare questa pia signora; a me ha mai dato nulla
sinora, ma è sempre stata grande e generosa be
Bosco,,. Io ribatteva: " M a a Borgia non è
casa, è luogo troppo fuor di mano; non ho potuto
di porre un'opera a Catanzaro, o in qualche
tante,,; ma egli: "Non importa, procura di a
a Borgia, dobbiamo mostrare la nostra gratitudine,,. La seconda
cosa è che da quel tempo Don Rua cominciò a dirmi: "Don
Francesco, pensa alle Calabrie; qui vi è bisogno, apri più case
che puoi in questa regione!,, o.
... G Parole ripetutemi in seguito molte
pure le ultime udite dal suo labbro: -Pensa alla Calabrie! ))
<( Durante questo viaggio da Bova a
-dichiara Don Piccollo- avvenne tra
un discorso che attesta... la potenza
di lui... T);e noi lo riferiremo a suo luogo, cioè quando se
si vide, in modo lampante, l'effetto prodigioso.
A mezzanotte del 13 lasciava 1
tutta la notte, verso le 6 e mezzo del mattino arrivava
Potenza, dove i nostri avevano la direzione d
Era la mattina del 14 maggio e - scriveva un cooperato
<(erano a riceverlo alla stazione... il Vicario Generale
diocesi di Marsico, tutto il Seminario e la Casa sale
All'affettuoso saluto che i figli rendevano al C
si unirono molti viaggiatori che vollero baciargli 1
Don Rua, sostando nella sala d'aspetto, riv
alcune consolanti parole. Alle ore IO celeb
VIII - Nuovi viaggi aZl'Esteuo
nella cappella del Seminario, durante la quale i seminaristi,
malgrado l'ora tarda, vollero tutti avere la consolazione di
ricevere dalle sue mani la Santa Comunione. A mezzogiorno
si raccolsero a mensa intorno a lui, insieme con i seminaristi
e i salesiani, Mons. Vicario... ed. altri distinti amici ed am-
miratori... Alle 19, accompagnato di nuovo alla stazione da
tutti i suoi figli, il buon Padre partiva per LOtranto lasciando
in tutti insieme col dolore della brevità della sua visita il'
conforto di averla ricevuta o.
Anche la notte seguente la passò tutta in treno, e ((po-
temmo - scrive Don Barberis - celebrare la Santa Messa a
Lecce, e dopo un po' di colazione fatta dall'kciprete, che
tanto ama i Salesiani, si ripartì per Corigliano d'Otranto.
Della fermata a Lecce abbiamo questa pagina interes-
sante. c( Era il mese di maggio 1906 e Don Michele Rua,
superiore generale dei Salesiani di Don Bosco - attesta un
sacerdote della città - si fermava a Lecce per poi riprendere
'1 viaggio sino a Corigliano d'otranto, per visitare la colonia
munificenza del barone Angelo Cosni.
In Lecce non pioveva da parecchi mesi, e la prolungata
siccità arrecava danni immensi alle campagne. In cattedrale
s'erano fatte tante preghiere per ottenere la sospirata pioggia.
All'altare del Protettore S. Oronzo era stato esposto il pro-
digioso simulacro, volgarmente inteso <'S.Oronzo in peni-
tenza,,: il Santo vestito in sottana pavonazza, da vescovo,
avente nella mano destra il Crocifisso, in atto di predicare la
penitenza. Pellegrinaggi di fedeli, specialmente della classe
dei giardinieri, si erano recati processionalmente in duomo,
recitando le Litanie maggiori ed altre rituali preghiere...
tedrale un sacerdote.,. secco, macilento
grave, modesto e pio. A prima vista
straordinario. Giunto all'altar mag-
doppia, e rimane in adorazione. Si
Messa conventuale, e prima dell'arrivo
ra fatta l'Elevazione. Uno di noi non si
tare, se si era fatta la Consacrazione
to fatto fu notato dal Can. Monsignor

13 Pages 121-130

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13.1 Page 121

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230
VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
Sante De Sanctis, parroco della Cattedrale, che gli andò
incontro, raccontandogli quanto succedeva a Lecce per la
mancanza dell'acqua. Don Rua condivide le ansie, i timori
dei Leccesi. Si distacca dal rev.mo Parroco De Sanctis e si
reca al venerato simulacro del Protettore S. Oronzo; s'ingi-
nocchia, rimanendo un bel pezzo in devota, fervorosa pre-
ghiera, dopo la quale si awicina al sullodato Parroco e,
sfiorando un dolce e benevolo sorriso di confidenza, gli dice:
. s - Abbia fede, avrete l'acqua; S . Oronzo vi farà la
grazia!..
Il rev.mo Parroco Mons. De Sanctis si fece un pregio
d'invitare Don Rua a rimanere a pranzo con lui; e questi
raccontò la sua vita, i suoi viaggi, le sue speranze.
i) Era appena partito Don Rua per Corigliano, e il cielo
si copre di nuvole, e l'acqua cadde abbondante in Lecce e
nelle campagne limitrofe.
Nell'agosto del 1911 recatosi. a Torino il rev.mo Can.
Don Vincenzo De Sanctis per prendere parte ai lavori del
IO Congresso Domenicano, volle visitare la Casa Maggiore
dei Salesiani e raccontò ai Superiori i1 miracolo di Don Rua,
i quali risposero:
- )) Oh! si, il nostro caro Don Rua era un santo!
Questa grazia così segnalata, ottenuta per intercessione
del Servo di Dio Don Rua, merita d'essere pubblicata ad
onore e gloria del degnissimo discepolo di Don Bosco )>; e
noi per dovere l'abbiamo inserita in queste pagine, dove
s'incontrano altri fatti che dicono quanto facile fosse al
Servo di Dio ottener la pioggia o il sereno, secondo i voti
di coloro che domandavano le sue preghiere.
Dopo aver constatato il profitto e la bontà degli alunni
della colonia di Cor&lko, passava a Bari, a visitare l'Orfa-
notrofio Leone XIII, iniziato mercè la carità e la generosità
del Can. Beniamino Bux quindi, toccando S . Severo e An-
cona, rientrava all'Oratorio la sera del 19 maggio.
I particolari di Don Barberis relativi a questo viaggi
che abbiamo or ora riportati, ci vennero in mano hdal 190
dovendo farne un cenno nel Bollettino; e per- prudenza
lora tacemmo tutti gli spunti più impressionanti ora espo
VIII - Nuovi viaggi all'Estero
aspettandoci francamente una parola di rilievo dal Servo di
Dio, chè troppo in fretta o alla sfuggita avevamo accennate
tante cose edificanti, che potevano tornare a lode di quelle
popolazioni. Ma non un cenno, non una parola, con inti-
ma ammirazione!
La nostra relazione terminava così: « A conclusione di
questi rapidi appunti, innalziamo dal profondo del cuore
un inno di fervido ringraziamento alla Divina Bontà che
volle riservate al Successore di Don Bosco tante consola-
zioni in questo viaggio. Chi accompagnò varie volte Don
Bosco nei suoi viaggi e ultimamente accompagnò Don Rua,
ci attestò (e ce lo fece in forma esplicita e solenne ripetendo
più volte le parole) CHE LA STESSA VENERAZIONE E LO STESSO
ENTUSIASMO CIRCONDARONO IL NOSTRO FONDATORE E IL
SIG. DON RUA; parole queste soavissime al cuor nostro di Figli.
Che il buon Dio ci conservi ancor lunghi anni un tanto Padre! ».
All'Oratorio l'attendevano lettere dei nostri di S. Fran-
ciesco. Anche la nostra chiesa dei SS. Pietro e Paolo, ultirna-
mente abbellitaFdi pitture ed affreschi e vetri dipinti, in
un'ora, la mattina del 20 aprile insieme colla casa annessa
veniva distrutta dall'incendio. Distruzione completa: casa,
chiesa, muri, statue, quadri, organo, campane e campanile,
tutto fu rovinato, distrutto, e fuso dalle fiamme. Le Specie
Sacramentali, i vasi sacri e i registri parrocchiali fortunata-
mente si poterono mettere in salvo. I nostri s'erano ritirati
ad Oakland, dove la casa salesiana potè alloggiare e mante-
nere anche 300 italiani; e ad invito deIl'Arcivescovo si re-
cavano ad assistere i rifugiati nei vari punti della città, tor-
nando all'istituto solo per riposare. I n mezzo a tante sciagure
c'era da ringraziare il Signore che tutti i nostri erano salvi!...
I1 21 teneva conferenza alle Dame di Maria Ausiliatrice
sulla diffusione del culto della loro Titolare, come aveva
con gioia constatato nei viaggi compiuti, e: « Rallegrianzoci,
diceva, e ravuìviamo anche n& la fede in questa Madre dol-
A Torino c'era di quei giorni un tempo pessimo, ma
dopo il ritorno del Servo di Dio cominciò a rasserenarsi, e
i due giorni prima della solennità di Maria Ausiliatrice furono

13.2 Page 122

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uno splendido trionfo di sole nella fresca gaiezza della più
ridenteprimavera. Poi tornò a cambiare, e divenne anche
piovigginoso, ma la pioggia il 24 cessò al principio della
essione, che fu solennissima.
uel giorno si poneva la prima pietra di un gran tempio
ore della nostra Celeste Patrona a Lima nel Perù, e da
oma ci giungeva un'altra cara notizia: il 23, la vigilia di
Maria Ausiliatrice, il Santo Padre Pio X aveva approvato il
Decreto dell'introduzione della Causa di Beatificazione e c a -
nonizzazime del Servo di Dio il Sac. Giuseppe Cafasso, e il
nome del Padre spirituale di Don Bosco veniva fregiato del
titolo di Venerabile.
Fin dal 1902 1'Episcopato Peniviano aveva deliberato di
celebrare solenni festeggiamenti per il 1110 Centenario della
morte di S. Toribio, avvenuta il 23 marzo 1606; e i Salesiani
di quella Repubblica, sotto la guida dell'ispettore Don Ci-
riaco Santinelli, stabilivano di partecipare ai festeggiamenti
nazionali con un'Esposizlòne professionale ed un Congresso
di Cooperatori.
Don Rua aoorovò la duolice iniziativa e, volle che fosse
il IVo congresso ~nternazignaledella Pia Unione, e scrisse al
S. Padre pregandolo a benedirne i lavori, ed all'Episcopato
Italiano chiedendo adesioni. Ed all'Arcivescovo di Lima
Mons. Emmanuele Tovar giungeva una bella lettera dal
Vaticano, e al Servo di Dio oltre cento lettere di Vescovi,
Arcivescovi, e Cardinali.
<<SIalesiani non posano mai - gli scriveva 1'Eminentis-
simo Card. Richelmy, Arcivescovo di Torino. - Nell'uno
mondo e nell'altro essi sentmo di dover lavorare e moltiplicare
le occasioni di lavoro. Dio li prosperi e li benedica. Possano le
... pie intenzioni di V. S. e dei suoi figli venir conosciute ed ap-
prezzate da quanti amano di vero amore la Chiesa Cattolica
Sia lodata 1u memoria dell'incomparabile Don Bosco, ma più
siano secondati i suoi consigii, possano maturare quei frutti che
egli ha divinato con sapienza e desiderato con santo ardore...)).
(t A lei degno erede dello spirito di Don Bosco e continuatore
saggio e infaticabile delle Opere di lui - scriveva il Card.
Vicario di Sua Santità, 1'Eminentissimo Respighi - mi k
- VIII Nuovi viaggi all'Estero
233
caro esprimere questi sensi s, e cioè: 6 Vmreì che tutti, come me,
fossero persuasi dei vantaggi inestimabili di cui sono feraci le
Opere del compianto e venerato Don Bosco, uomo che la Prov-
videnza suscitò pw opporre un argine alla fiumana gonfia e
rovinosa del m l e , che dilaga a' no& tempi in ogni luogo... P.
11 Congresso si svolse sotto le direttive di un eletto Co-
mitato formato da personaggi illustri, tra cui vari Ex-ministri
ed Ex-presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica,
sotto la Presidenza Onoraria di S. E. il Delegato Apostolico
Mons. Bavona, dell'Arcivescovo di Lima, di tutto I'Episco-
pato Peruano e dell'Arcivescovo di Sucre, anche a nome
dell'Episcopato della Bolivia, in quattro adunate.
La prima il 18 marzo, coll'inaugurazione dell'Esposizione
didattico-professionale-agricola; la seconda il 25 marzo du-
rante le feste centenarie; la terza il 3 maggio; l'ultima il
24 maggio, in cui venne collocata la 1% pietra del magnifico
tempio in onore di Maria Ausiliatrice.
L'ultimo del mese, il Servo di Dio si recava a Borgo
S. Martino per la festa di Maria Ausiliatrice e per il primo
convegno degli ex-allievi del Collegio, insieme con Don Ber-
tello ed altri antichi superiori. Al mattino egli, che era stato
il primo direttore di quell'Istituto, celebrò la Messa della
comunità e tenne il discorso alla messa cantata da Don Ber-
tello ed assistita dal vescovo Mons. Gavotti, e parlò di Maria
Ausiliatrice, la Madonna delle vittorie! ct Lepanto, Vienna,
e varie altre, Iie sono la prova. E quante vittorie spirituali
- osservava il Servo di Dio - furono e vengono dalei
riportate!... Sono pochi giorni che una persona, avanzata in
età, non pensava per niente all'anima sua. I parenti desoiati
non sapevano come fare. Si cominciò una novena a Maria
Ausiliatrice, e al terzo o al quarto giorno della novena [il
malato] mandò egli stesso a chiamare il Parroco, volle i Sa-
cramenti e morì santamente. Giovani cari, militia est vita
hominis super terram. Voi specialmente, o giovani, siete ber-
sagliati dai nemici dell'anima. Coraggio e divozione a Maria
Ausiliatrice ».
A tavola brindava alla conservazione e prosperità di Sua
Eccellenza, alla memoria di Don Bosco, il cui spirito aleg-

13.3 Page 123

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234 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
giava in mezzo a quell'accolta, ai suoi primi successori Don
Bonetti e Don Belmonte defunti, a Mons. Lasagna ed altri
cari collaboratori, chiamati anch'essi all'eternità; poi alla
salute e alla prosperità dei direttori presenti - vi si era re-
cato anche Don Isnardi - e agli antichi allievi accorsi e
aderenti alla festa. Temeva che mancassero i rappresentanti
dei primi due anni del Collegio, invece li salutava con gioia
e si rallegrava con essi, ed invitava quanti l'ascoltavano a
due appuntamenti: a celebrare nel 1913 il 500 anniversario,
e poi... a trovarsi tutti in paradiso, come tante volte aveva
augurato Don Bosco.
11 giorno dopo tenne conferenza ai confratelli. Era il
primo del mese consacrato al S. Cuore di Gesù, e:
(1 Prendete - diceva - a modello Gesù; tenete per base la pietà.
Egli ci dice: Manefe in dilectione mea; diamogli gli ossequi della nostra
pietà, con la preghiera, con i Sacramenti, con la meditazione, con
l'Esercizio della buona morte.
... E con la pie&, Za carità. Subito dopo soggiunge: Hoc est prae-
ceptum meum zlt dilkatis invicem
n E dil@enza na'propri doveri: Quae placita sunt a', facio semper.
Procurate di farli far bene anche ai vostri allievi; formate un ambiente
di pietà, con letture a proposito, con le visite alla chiesa e la frequenza
ai SS. Sacramenti. Cercate il modo che portino con sB buone impres-
sioni e buone memorie
più, ed anche per chi
dreitlocrnoall.e..g*io..
È
tanto
utile
per
chi
non
ritorna
Anche alle Figlie di Maria Ausiliatrice rivolse la santa
parola animandole a crescere sempre più nell'amor di Dio,
col meditare sulla vita di Gesù e sui suoi insegnamenti
coll'amarsi a vicenda e procurare di trarre a Dio altre anim
Da Borgo S. Martino si recava a Milano, dove il 4 giu
seconda fesca di Pentecoste, il venerato Cardinal Fe
di S. m., doveva benedire la prima parte della chiesa
S. Agostino presso l'Istituto Salesiano, e nei giorni seguent
per iniziativa di quel Comitato Salesiano, si sarebbe tenut
il V0 Congresso Internazionale dei Cooperatori.
I1 magnifico tempio di S. Agostino, sorto su diseg
dell'architetto ingegnere Cecilio -Arpesanie sotto la diligent
escmpolosa sua assistenza, benchè solo in parte fosse sta
- VIZI Nuovi viaggi all'Estero
235
condotto a compimento, si presentava già grandioso e impo-
nente. I sotterranei erano stati completamente eretti per tutta
l'estensione del tempio, ma superiormente la parte edificata
si limitava al piedicroce, ossia al tratto più lungo che va
dall'ingresso del tempio al principio della crociera, chiuso
provvisoriamente verso il presbiterio da una doppia parete
di legno.
Splendida la facciata! A mattone scoperto, s'eleva su
d'una ampia gradinata di 14 alzate, in granito, con tre porte
che dànno accesso al vestibolo centrale e alle navate laterali,
coronata da un triplo ordine di logge; la prima corre per
tutta la sua larghezza, interrotta solo dai forti pilastri a conci
di pietra che delimitano il corpo centrale, e, in corrispon-
denza alle navate minori, ne segue le linee inclinate terminali;
le altre due, limitate alla navata centrate, ne costituiscono
il fastigio.
Don Rua giunse la vigilia di Pentecoste, e la domenica
procedeva alla benedizione di tre campane, perch6 la loro
voce aumentasse il giubilo alie imminenti solennità. Dopo
aver lavato ed unto col sacro crisma e benedetto i piccoli
bronzi, spiegò ai giovani e ai fedeli il significato della ceri-
monia, col voto che alla loro voce si unisse presto quella di
altre campFne maggiori, e non in un luogo posticcio, ma dalla
monumentale torre campanaria, che venne eretta a chiesa
compiuta.
Ricordò pure l'ufficio delle campane, come esse invitino
alle sacre funzioni, annunzino le solennità, ricordino il saluto
a IMaria nelle tre parti principali del di, l'agonia e la morte
dei fedeli cristiani ed anche gravi disgrazie, come i pericoli
di grandinate, e sempre fan sentire l'amabile loro voce per
incitarci a sollevare la nostra mente a Dio, alla Beata Vergine,
ai Santi. «
i vari segni
E
e
cosa molto utile imparare a conoscere
conjornzarcì ai dolci inviti... 1).
e
distinguere
I1 4 giugno, 1'Eminentissimo Card. Ferrari, presente il
Servo di Dio, procedette alla benedizione della nuova chiesa.
Il rito non fu quello della consacrazione, che si compi ad
erezione completa del sacro edifizio, ma non poteva riuscire
più decoroso e solenne.

13.4 Page 124

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236 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
Dopo un'allocuzione dell'Arcivescovo, Don Trione lesse
un Breveinviato dal S. Padre al Presidente del Congresso
dei Cooperatori, rilevando che con la sacra cerimonia si
voleva inaugurato il Congresso.
I1 Breve pontificio non poteva essere più consolante:
((Abbiamoappreso con somma letizia che a Milano si terrà
un Congresso d i coloro che si fregiano del nome illustre di Coo-
peratori Salesiani, omai sparsi in ogni parte del mondo, con
animo di promovere I'inmemento della Pia Unione e il maggior
bene religioso e sociale.
>)Quanto, e quanto di cuore, Noi bene auguriamo a tali
Congressi, a voi lo dice il ricordo dei Congressi precedenti e ve
lo coufemta lminosmente sia la nostra benevolenza verso. i
Salesiani, sia il programma che voi stabiliste di svolgere nelle
vostre adunanze. Noi, infatti, troviamo che gli argomenti co-
municatici son tutti della più alta importanza e di interesse
universale; quali sono ad esempio, come attendere alla educa-
zione della gioventk studiosa ed operaia, come venire in aiuto
materiale e spirituale alle masse popolari, con quali mezzi
provvedere all'assistenza degli emigrati, e finalmente come
avanzare la fiaccola della Fede Cattolica, e quindi della civiltà,
in mezzo ai popoli selvaggi...Nelle delZberazioui e nei voti che
si faranno v i assista benignamente la divina bontà col donarvi
Z'abbondmxa da' celesti favori... )).
Le adunanze di sezione ebbero luogo, il 5 e il 6 giugno,
nel Palazzo Arcivescovile e, sebbene non affollate, riuscirono
pratiche ed importanti. Anche le signore Cooperatrici si
raccolsero in adunanza speciale nella Cappella Arcivescovile,
e il Servo d i . Dio ripeteva candidamente com'egli non si
recava mai a Milano senza sentir crescere la stima per
tanti benefattori, e i l desiderio che i Salesiani abbiano
corrispondere a tanto zelo e a tanta benevolenza.
L'adunanza plenaria si tenne imponentissima nella chies
di S. Pietro Celestino in Via Senato, presieduta dal venerat
Cardinal Ferrari, che aveva ai lati Mons. Cagliero e Mon
Morganti, l'instancabile promotore dell'Opera Salesiana
Milano, e molti altri illustri ecclesiastici e laici, tra cui D
VIII - Nuovi viaggi all'Estero
237
Rua, con Don Rocca, Don Durando e Don Albera del Con-
siglio Superiore della nostra Società.
L'architetto ing. Cesare Nava prese per il primo la parola
con le più dolci rimembranze:
Fra i ricordi più preziosi della mia giovinezza, io con-
servo quello delle ore benedette passate con Don Bosco qui
a Milano, quando vi fu l'ultima volta, ospite venerato del
compianto Arcivescovo Mons. Calabiana. I1 corpo era affra-
Iito dagli anni e dalle infermità, ma lo spirito conservava
tutta la freschezza e l'elasticità della gioventù. Ed io ricordo
che pur osservando con sguardo ammirato quell'apostolo,
non mi sapeva quasi convincere, come un uomo, tanto mo-
desto all'apparenza, umile, sorridente del sorriso calmo di
un buon padre che discorreva coll'arguta bonomia e colla
semplicità di un tranquillo parroco di campagna, come un
tal uomo, che nulla aveva della esteriorità che noi attribuiamo
comunemente agli apostoli di un'idea qualsiasi, avesse potuto
compiere tanto e tanto bene, fondare tante opere, stabilire
un regno di carità, per il quale meglio ancora che non per
quello di Carlo V si può dire che non tramonti mai il sole!
Eppure, a ben considerare, il segreto deila molteplice e co-
lossale attività di Don Bosco, stava precisamente nell'equili-
brio meraviglioso della sua mente e del suo cuore, che gli
permetteva di rilevare ed apprezzare con obbiettività serena
i bisogni sociali dell'epoca nostra, e di provvedervi generosa-
smceonptoe...coo.n mezzi sempre adeguati e rispondenti sempre allo
Don Rua presentò i suoi umili ringraziamenti ai Con-
gressisti. « Dopo i lavori del Congresso, udite le risoluzioni
prese e i voti emessi dai signori Congressisti, spetta a me,
come Rettor Maggiore, sebbene indegno, presentare a Voi
i più umili ringraziamenti! )) E nominava quanti avevano
collaborato, in modo particolare 1'Eminentissimo Cardinal
Ferrari, e a tutti prometteva la nostra riconoscenza e le nostre
orazioni. « TaEum dice che i Congressi sogliono laseiare il
tempo che trovano. Per i Congressi Salesiani mi pare che non
si possa dire; infatti del Congresso di Bologna, oltre i vantaggi
che produsse con i suoi deliberati, ne scaturi quel grande istituto

13.5 Page 125

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con oratorio e chiesa. Dal 20 Congresso Salesiano, tenutosi a
Buenos Ayres, sorse l'Istituto Salesiano nel quartiere Palermo,
...>>. con chiesa pubblica, collegio e scuole elementari, industriali e
professionali
Chiuse l'adunanza il Card. Ferrari con un discorso ri-
boccante di zelo: Non è Don Rua che deve rz'ngraziare me,
ma son io che devo ringraxiare Don Rua e i Salesiani, a nome
di Milano... Arcivescovo di questa città, non posso non apprez-
zare il prezioso concorso di quanti mi coadiuvano generosa-
mente nel mio pastoral ministero »; e si augurava di veder presto
compiuto l'Istituto di S. Arnbrogio e il Tempio di S. Ago-
stino: G Allora intoneremo con tutto il cuore l'inno del ringra-
ziamento! v. E il Signore concesse al santo Pastore la gioia
di poterlo consecrare, pur con la voce già velata e stanca,
il 19 giugno 1920,otto mesi prima che lo chiamasse al
premio celeste.
I1 9 giugno il Servo d i Dio entrava nei settant'anni; e
nell'Oratorio fu un giorno di santa esultanza; da tutti si pregò
con slancio per la sua conservazione in multos annos, al
bene della Chiesa e della Pia Società, e superiori ed alunni
vollero posare con lui in un bel gruppo fotografico.
I1 giorno dopo celebrava alle Scuole Apostoliche al
Martinetto, e 1'11 erigeva la Via Crucis nel coro di Maria
Ausiliatrice, ascoltando ((illamento di alcune anime pie sa-
lesiane di non aver la cmnodità di fare la Via Crucis >>&.a-
mane si provvede tale comodità, erigendo qui nel coro tale divo-
zio%. Quanto è salutare e utile l'esercizio della Via Crucis!
>>. Salutare alle anime nostre per la meditazione della Passione;
utile per le molte graiie che si ottengono
I1 23 giugno un gran numero di telegrammi rese
solenne la dimostrazione annuale, e il Servo di Dio, nel
graziare i signori convenuti e gli alunni, diceva apertamen
che negli ultimi viaggi fatti in Italia e all'Estero, benchè
circondato da continue dimostrazioni di affetto, senti in ogni
luogo la nostalgia dell'oratorio.
La sera del 24 fu consacrata alla memoria indimenti
bile di Don Bosco e a quella del Ven; Cafasso. I1 Can. Co
lombero, Curato di sanfa Barbara, additava nel nuovo Ven
VIII - Nuovi viaggi all'Estwo
239
rabile il consigliere, la guida, il sostegno del nostro Fonda-
tore, destando la più viva riconoscenza a Dio che volle vicine
le due anime.
Parlò anche Mons. Cagliero, conterraneo dei due Grandi,
quindi prese la parola Don Rua, dicendo: <i Gloria Patris,
Filius sapiens! Don Bosco ebbe sempre una gran venerazione
per Don Cafasso, che l'aveva aiutato, ammaestrato, consi-
gliato; e le prime pedine per avviarlo ail'onore degli altari,
furon mosse da Don Bosco. Anche i discorsi funebri che
disse e stampò sono la più bella documentazione delle virtù
del Maestro. Ora possiamo rivolgerci al Venerabile Cafasso
afinchè acceleri il Processo di Don Bosco u; e gridava evviva
al nuovo Venerabile e al Padre venerato.
Agli ex-allievi porse cordiali ringraziamenti per l'offerta
che facevano a favore degli orfani calabresi, avendone grave
bisogno; si congratulava delle buone notizie delle varie
associazioni sorte in altri istituti, li esortava ad aiutarsi a
vicenda per mantenersi nei buoni sentimenti avuti nelle
nostre case, e lasciava loro per ricordo dell'anno di non tra-
scurare le buone letture, tanto apprezzate e favorite da Don
Bosco.
La vigilia di S. Pietro si recava a S. Benigno Canavese,
dove assistè a due simpatiche feste. I1 29 presiedette una
gara catechistica; e il 10 luglio solennità del Sacro Cuore,
celebrò la Messa della Comunione Generale, e rivolse tenere
parole agli alunni, invitandoli ad ascoltare l'invito di Gesù
e ad offrirgli generosamente il cuore, senza riserva, in modo
da potergli dire veramente: -Ecco, Gesù, il nostro cuore! esso
non è più nostro, è vostro! - All'accademia si lagnò dolce-
mente che non s'era fatto cenno dei confratelli che si distin-
sero nella divozione del S. Cuore, a cominciare da Don Bosco
che ebbe un amore così generoso come dimostrò nell'erigergli
in Roma un bel tempio e il Signore lo consolò con farlo
assistere alla consacrazione; Don Bonetti, che ne scrisse un
... rezioso libretto; Don Beltrami che zelò tanto la consacra-
one di tutta la Società al Cuore Divino <( Amiamolo noi
ure generosamente! o.
Restò a S. Benigno fino al 2, per poter lavorare un po'

13.6 Page 126

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240
V I - Successore di Don Bosco - Szcondo decennio
tranquillamente. Si awicinava il tempo di prowedere alla
destinazione del personale per il nuovo anno scolastico, e
nella sua illuminata
dopo averne trattato col Con-
siglio Superiore, nonostante l'ardente desiderio di veder
sempre ampliarsi l'Opera per la gloria di Dio e di Don Bosco
e la salvezza delle anime, veniva a gravi provvedimenti e con
lettera del 2 luglio li comunicava alla Case.
Esaminate le osservazioni del consigliere Don Cerruti,
cui fino allora era stato affidato il mandato di provvedere
annualmente alle richieste degli Ispettori d'Europa, e che
<<conla statistica alla mano» aveva dimostrato come gli
uscenti in quell'anno dagli studentati principali di Valsalice
e d'Ivrea, appena appena bastavano a colmare i vuoti fatti
daila morte e da quelli che dovevan allora prorogare la lonta-
nanza dalle case per il servizio militare, od entrare nello
studentato teologico, s'erano prese queste deliberazioni:
« 10 Chiudere prowisoriamente le Case che per una ragione O
l'altra non si possono tenere aperte, e rinunciare alle opere anche piii
sante, che per mancanza di personale adatto non possiamo sostenere.
Pertanto gl'Ispettori dell'antico Continente sono invitati a mandarmi
la nota delle loro case da chiudere prowisoriamente per le ragioni
suddette;
I) z0 Nella formazione del personale gli Ispettori ricordino essi e
ricordino, possibilmente in una conferenza ed in termini espliciti, ai
direttori, da cui riceveranno le proposte, lo stato di cose sopra an-
nunziato, e provvedano a' rimaneggiamenti che accorressero, tanto
per i chierici e preti, quanto per coadiutori, col. personale della loro.
Ispettoria I).
Doleva al Servo di Dio di non poter più continuare il
metodo tradizionale fino allora tenuto, anche perchè era un
modo d'awicinare spesso gli ispettori e trattando delle cos
nostre dividere con loro gioie e dolori, e li assicurava ch
insieme col Consiglio avrebbe continuato ad essere se
pre loro aiuto e guida nel miglior modo possibile, <<con
solo ideale, che &od la missione affidataci dal nostro indimen
cabile Don Bosco si svolga pur fra scosse e amarezze, e pros
l'opera sua incessante a gloria di Dio e al bene dilla gioven
Con la stessa data inviava un'altra lettera edificante
- Viii Nuovi viaggi all'Estero
241
tutti i Salesiani; dove rievocava i lunghi viaggi recenti e le
consolazioni provate in tutte le case, specialmente in tanti
Oratori festivi; e mentre li incoraggiava a far sempre di più,
anche per la perfezione personale,... non dimenticava
stesso e i suoi settant'anni iniziati!
((Neimesi scorsi ho potuto visitare varie case e trattenermi
a mio agio anche con molti Confratelli e Cooperatori che ancora
non mi conoscevano. Attraversai tutta la Francia, per recarmi
a visitare le varie case delle Isole Britanniche, passai per le
nostre case del Portogallo, ed i n gran parte di quelle de'lla Spa-
gna e quindi, tornato a Torino, dopo breve fermata ripresi il
viaggio per le nostre case dell'Italia meridionale, della Sicilia,
della Calabria e delle Puglie. Dappertutto ho visto quanto il
Signore ci benedice, ho visto l'entusiasmo di migliaia 'di Bene-
fattori, ed ho visto il buono spirito che c'è fra i nostri Confra-
telli, ho visto che si lavora molto e che regna la carità, la quale
è, come dice S. Paolo, vinculum perfectionis s.
Gli era tornato di particolar consolazione l'aver veduto
u dovunque..., che sono molto apprezzate e desiderate le Opere
Salesiane e dappertutto si ha grande venerazione per il loro
fondatore il nostro buon Padre Don Bosco I); ((10 zelo che da
parecchi s i spiega per coltivare le vocazioni fra i giovani stu-
denti ed artigiani ed anche col promuovere la categoria dei
Figli di Maria, da cui tanto bene sperava il nostro buon Padre,
che l'aveva cosi cara»; e come « l'impegno spiegato dai
nostrz' nell'insegnamento del CatechZsmo ha la sua eco anche nel
Clero secolare D.
In una città, dove da qualche tempo abbiam fondato
due Oratorii, per farmi una delle più grate sorprese, mi fu
presentata dal Vicario Generale un'associazione già ben nu-
merosa di giovani sacerdoti, che non solo aiutano i nostri
nel catechizzare i fanciulli, ma si spargono nelle varie par-
racchie ad esercitare lo stesso cosi utile ufficio a favore di
tanta altra gioventù.
Altra cosa molto consolante fu per me il sapere e vedere
nei luoghi di missione da me visitati, che si vanno operando
olte conversioni, specialmente nei paesi dove non regna la
de cattolica. Molti protestanti abiurano i loro errori e si fanno
- 6 Viio dal Seme di Dio Michele Rua. vol. 111.

13.7 Page 127

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242 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
ferventi cattolici. Intanto riceviamo notizie di conversioni fra
i selvaggi; e perfino nella recentissima missione de1Undia ab-
biamo già qualche conversione importante, che ci dimostra
come Iddio vuole premiare ogni nostro sacrificio e fatica
nell'insegnare le verità di nostra Santa Religione. Dal canto
nostro noi diciamo con fervore: Pater, adveniat regnum
tuum! r).
Causa di gran conforto era stato per il Servo di Dio
anche il vedere lo sviluppo che si dà agli Oratori festivi,
da cui tanto bene si aspetta la Chiesa e la Società)), col
moltiplicare le pib sante industrie per aumentare ed assistere
i giovani che li frequentano. Un confratello gli aveva comu-
nicato i prodigi che andava compiendo nel suo Oratorio,
frequentatissimo, dove si compivano regolarmente le pra-
tiche religiose col (( ritiro mensile l'ultima domenica, e la mat-
tina istruzione, esame di coscienza, preghiere per I'eserckio
di buona morte )); dov'erano fiorenti <tuna cassa di risparmio
per insinuar nei giovani l'idea dell'ordine e dell'econornia; e, in
questi giorni di sciopero e di errori sociali, un circolo di studi
sociologin' per mettere qualche idea retta e chiara negli appren-
dizzz'a; di più durante le vacanze, per circa un mese, « Ora-
torio mattino e sera per comodità degli studenti)),e alla fine
delle vacanze C tre giorni di esercizz' s@ituali R. Don Rua
diceva, che se quel caro confratello avesse aggiunto ((qualche
industria per coltivare fra i suoi allievi qualche vocazione )>,
quell'Oratorio avrebbe potuto <c essere proposto a modello v .
( ( I ngenerale si lavora a coltivare le vocazioni nei collegi;
ma negli Oratorii festivi talora qum' non si pensa a questa
parte cosi importante della nostra missione.
a Se noi faremo tutto il possibile, per esempio con istra-
dare gli Oratoriani più buoni, che danno segno di vocazione,
allo studio del latino in ore libere dalIé loro occupazioni, si
potrà avere un buon contingente per la nostra Pia Società.
»Lavoriamo, lavoriamo per moltiplicare gli operai evange-
lici e così si estenderà sempre più la sfera di nostra pia azione
a favore della Chiesa e della Società.
Ed intanto procuriamo noi stessi di corrispondere sempre
meglio alla grazia della nostra vocazione col far si che mentre
VIII - Nuovi viaggi alllEstero
'43
... cerchiamo, secondo le nostre forze, di salvar il prossimo, n'
studiamo di evitare ogni minima colpa deliberata in noi stessi
n E mentre io esorto voi, o miei buoni figliuoli, ad una santa
emulazione di sempre nuovi progressi nella perfezione, vi prego
di non dimenticarvi di me nelle vostre preghiere; di me, che,
toccato Panno settantesimo di mia età, sento sempre più la ne-
cessità della
meno grave
divina
il peso
grazia e
del posto
del
in
cvuoistDroiocomnci ovroslol,epceorlclhoècamrei...si>a >.
I1 gran lavoro che, dopo i lunghi viaggi, gl'imponeva la
voluminosa corrispondenza arretrata, lo consigliò a recarsi,
il 12 luglio, per qualche giorno a Giaveno con Don Fassio
e Don Valle: e il 15, sesta domenica dopo Pentecoste, cele-
brandosi la festa di S. Luigi nel pensionato delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, tenne il panegirico del Santo e spiegò il
Vangelo della moltiplicazione dei pani, e nel pomeriggio tornò
a parlare della prodigiosa moltiplicazione alle alunne del-
1'Educandato; e quel giorno awennero alcuni fatti prodigiosi.
Suor Angiolina Noli, allora direttrice del Pensionato,
racconta:
«Del 1906 avendo fatto alzare la Casa, terminati i lavori,
per mezzo del signor Don Fassio, suo segretario, invitammo
il signor Don Rua a venire a benedire la casa rinnovata; ed
egli accettò e venne con due segretarii: Don Fassio e Don
Valle. Benedisse il nuovo quadro di S. Luigi di cui si faceva
la festa, celebrò la S. Messa, fece un bellissimo sermone
e dispensò la Santa Comunione Generale. Oltre le Suore,
pensionanti, oratoriane e le educande, v'intervennero pure
delle signore villeggianti. La Comunione fu numerosissima.
La sacrestana aveva preparata la pisside solita: ed eravamo
in ansia che rimanesse senza Ostie, ma ne ebbe per tutte.
.Anche i due sacerdoti che l'assistevano, ne erano meravi-
gliati! Egli stesso, sorridendo, disse che gli sembrava d'essere
a Tonno nel vedere una Comunione cosi numerosa, e ripe-
teva: "Era piccola la pisside, ma ce n'è stato abbastanza, e
ancora!,,.
>)Quindifece il giro della casa in cotta e stola coi due
segretari, accompagnandolo anche noi Suore, e benediceva
tutte le camere. Passò pure nella sala ove erano le signore

13.8 Page 128

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244 VI - Successove d i Don Bosco - Secondo decennio .
-pensionanti riunite. Eravi la damigella Marina Bevilacqua,
prima pensionante, la quale non desiderava altro che venisse
il nostro santo Superiore e sarebbe anche andata volentieri
a Torino per poter avere una sua benedizione; ma una ma-
lattia che aveva avuto in famiglia l'aveva lasciata con un
timore tale che non usciva mai di casa, e colle altre signore
si rallegrava della visita di Don Rua e non vedeva l'ora che
gbieunncgheèssien.dFisepcoestaan..c.h'eersasnaolapaSr.ecCcohmi ugnioiornniecihneqsuiellammeantttianvoa,
di parecchi dolori alla spina dorsale, e s'era rallegrata al sen-
tire di questa visita e diceva: "Se è un Santo, come credo,
dandoci la benedizione starò meglio,,.
I1 sig. Don Rua dava la benedizione a tutte unite e
quella, senza aver parlato, si alza guarita; e lo disse alle'
altre pensionanti, mentre noi si faceva il giro nel rimanente
della Casa.
)> L'accompagnammo pure nel nostro piccolo orticino, e
in quell'anno l'uva era stata trascurata; senza zolfo e senza
verderame, al toccarla cadeva. Dopo la benedizione, quel-
l'uva cresceva a meraviglia, e tutti quei quattro pergolati
e le viti tutte ci diedero una quantità di bellissima uva che
non avevamo mai veduta. Gliene abbiamo mandato un sag
gio acciò la vedesse; e in dispensa ci è durata sino dopo 1
S. Pasqua e non si guastò un acino, di che tutte eravam
meravigliate. Suor Orsola Camisassa n'era stupita, e dicev
che benchè si avessero tante cure negli altri anni, mai
poterono vedere quelle viti fruttare in così grande quanti
e senza guastarsi, tanto che ne mandammo ancora gli ultim'
giorni all'amato Padre, acciò vedesse il fmtto della sua be-
nedizione n.
La moltiplicazione delle Sacre Particole e 1a guarigione.
della signorina Bevilacqua fecero molta impressione nella
comuni^, ed un'altra signora pensionante, quel giorno, na
rava a tutti un altro fatto prodigioso compiuto dal Serv
di Dio anni prima, quand'ella si trovava ancora in famigli
Nel luglio 1906-ci scriveva il compianto Don Valle
mentre da poco tornato dall'Arnerica gli fungevo da segre
tario, accompagnai il venerando Superiore a Giaveno, e i
VIII - Nuovi viaggi all'Esteio
245
quell'occasione [evidentemente per distrawe l'attenzione da
ciò che era avvenuto in quel giorno, e per attenuare anche
I'impressione del fatto che andava rievocando] ~ n riaccontò
egli stesso che, nel pensionato tenuto dalle Figlie di Maria
Ausiliatrice, trovavasi una signora [Giulia Carena ved. Car-
gnino] la quale, inchiodata sul letto paralitica, l'aveva fatto
chiamare, ed aveva fatto chiudere le porte della sua stanza,
perchè non potesse uscire fino a che non l'avesse guarita.
E Don Rua, vista la sua fede, raccomandò la cosa a Maria
Ausiliatrice e a Don Bosco; e poi, datale la benedizione, la
vide istantemente guarita. La signora stessa, che si trovava
appunto colà, ed alla quale io ebbi occasione di parlare, mi
ripetè il fatto quasi colle stesse parole, aggiungendo solo una
particolarità: come cioè Don Rua, quando vide la sua fer-
mezza, s'inginocchiò e, con le mani giunte, gli occhi raccolti,
pregò con tanto fervore che pareva proprio un santo. Detta
signora poi ci teneva a dire che il miracolo, a suo vedere,
non era solo stato istantaneo, ma perfetto...
)> I1 fatto m'impressionò come se fosse miracoloso,... però
Don Rua lo raccontava attribuendolo alla Madonna e a
Don Bosco o.
Ed ecco, letteralmente, la relazione che ci fece la graziata:
#Ero gravemente ammalata (non ricordo più qual nome
avesse quella malattia), ma so che era dolorosa e data spedita
dall'assistente del dottor Pescarolo e dal dottor Pesci del-
l'ospedale di S. Giovanni. Ero stato viaticata. Una mia pia
cugina mi disse così: - Giulia, non vi è più nessuna speranza
che tu guarisca; adunque fa' ciò che ti dico io... - Accettai;
feci chiamare il rev.do Don Rua - che allora stava benone -
[voleva dire che non era in fin di vita, perchè la narrazione di
questo fatto è preceduta da un'altra avvenuta verso il ter-
mine della vita del Servo di Dio]; lo feci chiudere in casa,
e non lo lasciai più uscire, fino a tanto che avesse compiuto
ciò che io desideravo.
>>QuandoDon Rua si trovò vicino al mio lettuccio, io
volli prima togliere la polvere dall'anima mia, cioè mi con-
fessai, di poi gli dissi così:
>> - Padre mio, ella è chiuso sotto chiave, e pia non

13.9 Page 129

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- 246 V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
uscirà di qui fino a tanto che abbia compiuto i1 suo dovere, e
cioè di guallirmi perfettamente!...
Egli rimase meravigliato della mia audacia e viva fede,
si mise a ridere... ma poi alzò la mano, e mi diede la benedi-
zione di Maria Ausiliatrice. Di poi disse: - Ora io vado
nell'altra stanza con suo marito, ed ella nel mentre si alzi
e cammini. Domani verrà al Santuario, e farà Ia S. Comu-
nione in ringraziamento, e così fu. Dopo la S. Comunione
fui condotta in sacrestia, e mi presentarono una buona
colazione.
I1 giorno dopo venne il dottor Pesci per verificare se
era ancor viva, e... rimase di stucco, nel vedermi completa-
mente guarita, perchè già egli aveva detto queste parole: che
se anche chiamassero tutti i dottori dell'Europa, tutti avreb-
bero detto che io non sarei guarita; invece il famoso dottore
Don Rua, essendo un gran santo, in un istante m'ha guarita.
o Allora mio marito .gli disse: - Signor dottore, abbia la
compiacenza di fare un attestato di fede, per dichiarare la
miracolosa guarigione della mia consorte.
Ed egli rispose così: - Già, se gli ammalati muoiono,
siamo noi che li facciamo morire; se invece guariscono, è
... quella benedetta Madonna che li guarisce! - e non lo volle
fare o.
Verso quel tempo - attesta Don Costantino Casale -
«la bambina Troia Rosaria di Vezza d'Alba, colpita da grave
malattia, era ridotta ad uno stato di tale deperimento da
temere di non poterla salvare. I genitori, fiduciosi nell'aiuto
di Maria Santissima Ausiliatrice, portarono la piccina al-
l'Oratorio di Torino e la presentarono al Rettor Maggiore
Don Rua supplicandolo a voler pregare e far pregare per la
guarigione dell'inferma e darle la sua benedizione, e in com-
penso lasciavano l'offerta di L. 1000. Don Rua, benedetta
la bambina, assicurò i genitori che non solo sarebbe guarita,
ma che non sarebbe più ricaduta in tale malattia. Difatti
essa guarì, divenne un fiore di salute, ed ora è robusta madre
di famiglia ».
Nel 1906 apparvero in modo meraviglioso la bontà, la
carità e, diciam anche, la santità del Servo di Dio.
VIII - Nuovi viaggi al1'Estero
I1 IO maggio s'erano tenuti comizi, vi furono non poche
astensioni dal lavoro, e in città solo nello Stabilimento Poma
vi fu tranquillità assoluta. Di quei giorni si trattava al Par-
lamento di riforme alla Legge sul lavoro delle donne e dei
fanciulli, e a Torino scoppiò lo sciopero, e fin dal 4 somma-
vano a dodicimila gli scioperanti, che chiedevano giornate
normali di IO ore di lavoro, con due ore d'intervallo nel-
l'estate e un'ora e mezzo d'inverno, cinque minuti di tolle-
ranza per l'entrata e cinque per l'uscita, ed aumento corri-
spettivo, sia per gli operai che per le operaie, tanto a cottimo
che a giornata, di modo che non venisse diminuita la paga
che allora prendevano. Una commissione d'industriali, tra
cui Anselmo Poma, dichiarava al sindaco Frola d'essere
ispirati al principio della resistenza ad oltranza ed anche
decisi alla serrata degli stabilimenti. I1 7 maggio, violenze
contro la forza e la truppa, revolverate contro la folla, bar-
ricate, tumulti ed arresti, e non pochi feriti. L'8, tutti gli
stabilimenti chiusi, disordini in Borgo Dora, un attentato
contro un treno sulla Ciriè-Lanzo. Gli industriali consen-
tono alla domanda delle operaie, e confermano la riduzione
d'orario a IO ore, senza che tale riduzione abbia a produrre
diminuzione nelle mercedi dei giornalieri e dei cottimisti.
La mattina del 9 vi fu l'ultimo comizio alla Camera del la-
voro, prese a tornare la calma; e la mattina del IO si tornò
dappertutto a lavorare, diciamo dappertutto perchè, con-
temporaneamente, erano scoppiati molti scioperi in altre
città d'Italia.
Ma, poco dopo, ecco un triste corollario alle accennate
agitazioni, e proprio nello stabilunento dell'egregio indu-
striale Anselmo Poma. Alcune sue dichiarazioni, giuste e
preventive, furono il pretesto per accendere il malumore
tra la sua massa operaia. Questo bravo signore era in così
amichevoli rapporti col Servo di Dio che gli raccomandava
continuamente tanti disoccupati da fargli ripetere, come ab-
biamo accennato:
Se dovessi accettare tutti i raccomandati da Don Rua,
dovrei aprire un altro stabilimento, e non basterebbe ancora!
Aveva allora oltre 1500 operai, e sentendo che le loro

13.10 Page 130

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248 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
lamentele andavano ogni di crescendo in forma ingiusta e
irriverente, si trovava in serio imbarazzo circa il modo di
agire. Uomo di carattere, buono, caritatevole, faceva a tutti
del bene, ma voleva anche esser rispettato; ed anche i suoi
operai, fui allora, erano stati esemplari.
La sera del 22 maggio scoppia lo sciopero. Aveva fatto
distribuire i libretti di paga secondo le norme della tariffa
antica, senza diminuire d'un centesimo la paga dei singoli
operai benchè fossero state ridotte a IO le ore di lavoro, ed
aveva fatto così, unicamente perchè non s'era potuto com-
piere il minuto lavoro, necessario per l'esatta compilazione
delle nuove tariffe ed insieme coaguagliare la mercede dei
cottimisti. Gli operai fin dal giorno che s'erano riaperte le
porte dello stabilimento, n'erano stati preavvisati; essi ave-
vano nominata una commissione perchè si recasse in dire-
zione a chiedere spiegazioni, ma la commissione non si mosse,
e la sera del 22 maggio, un quarto d'ora prima della fine del
lavoro, tutti i telai si fermano.
Per mezzo degli assistenti il padrone li fa nuovamente
avvisare, e chiede in pari tempo se intendono continuare
il lavoro. Nessuna risposta; tutti, in massa, abbandonano
la fabbrica.
I1 giorno dopo alla porta dello stabilimento viene affisso
un manifesto, nel quale si ripete la dichiarazione, già comu-
nicata dagli assistenti, che la Ditta intende rispettare i patti
recentemente convenuti con l'intervento delle Autorità e di
altre Ditte, come li aveva fin allora rispettati, fidente che la
massa lavoratrice avrebbe mantenuta la promessa di tran-
quillità, diligenza ed attività nel lavoro, e che senz'altro si
riaprivano le iscrizioni di nuovi e antichi operai, a patto ch
i futuri rapporti venissero antecedentemente definiti, ond
fosse tolta ogni ragione o protesta di dissensi; ciascuno quindi
poteva individualmente sottoscrivere in apposito registro i
patti reciprocamente vincolati riguardo all'orario di IO or
ed alle tariffe.
Nessun risultato. Lo sciopero prosegue e diventa p
impressionante. Le vie che conducono allo Stabilim
han l'aspetto d'uno stato d'assedio. I1 Servo di Dio,
VIII - Nzmui viaggi alì'Estero
249
aveva già parlato con Anselmo Poma anche il giorno di
Maria Ausiliatrice, il 29 gli scriveva:
((Ottimo signor Poma, molto mi sta a cuore l'affare che
attualmente preoccupa la S. V. Onor.ma, e sempre mi informo
come vanno le cose. Sento che il malumore nella sua massa
operaia continua. Giovedi scorso, come ebbi a dide, mi accorsi
che la sua salute ne soffre. Abbia pazienza; si allontani per al-
cunigiorni; vada fuori Torino. La S. V. ha figli intelligentissimi
ed affezionatissimi, che la rappresenteranno benissimo; dia loro
le istruzioni che crederà opportune: essi Za terranno informata
di quanto occorrerà. Intanto ella si tolga da questa baraonda.
Gradisca i miei rispetti, e mentre dal Signore le imploro pace
-
e tranquillità, mi creda suo affezonatissimo obbligatissimo servo
ed amico Sac. MICHELE RuA».
I1 30 si tiene un comizio alla Camera dei lavoro; e i1
10 giugno il signor Poma dichiara che intende sempre man-
tenuti gli accordi del 7-8 maggio, che l'orario delle IO ore
era stato immediatamente applicato, che trattandosi di opera
retribuita per quantità di lavoro con l'accordo di conservare
le paghe attuali anche colla variazione d'orario, era neces-
saria una revisione delle tariffe alquanto complicata, e che
solo per non aver potuto compiere cotesta revisione, la Ditta
aveva corrisposto le paghe sulla base della decina precedente
allo sciopero. E sfidava chiunque a contraddire una di tali
dichiarazioni, appellandosi all'autorità giudiziaria, mentre
manteneva aperte le iscrizioni operaie, come aveva dichiarato.
La Camera del lavoro indice un referendum tra le scio-
peranti per sapere se volevano finita o continuata la vertenza;
e 1'8 giugno su 986 votanti, 963 domandano la continuazione
della rivolta, e 23 appena l'accomodamento e la soluzione.
I1 9 giugno nuovi comizi, e insieme nuove inscrizioni
allo stabilimento, per lettera, essendo pericoloso il transito.
Nel frattempo, ripetuti erano stati i colloqui tra il signor
Poma e il Servo di Dio, ora in casa Darbesio in via della
Zecca, ora nella casa stessa dell'industriale; e vedendo che
non c'era modo, nonostante tutta la buona volontà di ottener
un accomodamento, o meglio di venire alla dovuta pacifica-
zione, in primo luogo si combinò di fare un appello alle

14 Pages 131-140

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14.1 Page 131

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250
- - V I Successoue di Don Bosco Secondo decennio
scioperanti, che venne stampato e diffuso in gran numero
di copie, dove si tornavano a ripetere tutte le buone vo-
lontà della Ditta, a favore della quale veniva diffuso un
altro memoriale lanciato dallo stesso personale addetto al
Cotonificio.
Evidentemente si trattava di uno sciopero suggerito e
aizzato da anticlericali, i quali volevano battere in piena
breccia uno stabilimento modello alla dipendenza di un
ottimo cristiano, dove fioriva anche un'associazione religiosa
che non mancava mai d'intervenire alla .processione della
Consolata!
La Camera del Lavoro il 1.9 g-iug-no tenne un altro refe-
rendum al quale presero parte 954 scioperanti, e di queste
appena 46 diedero il voto per l'accomodamento e 908 di-
chiaravano di voler continuato lo sciopero. Le condizioni
divenivano sempre più impressionanti. Nelle vicinanze dello
stabilimentoogni giorno era un accampamento di facce scure
e minacciose. Il 2 giugno il signor Poma aveva dichiarato
al Municipio che era già in intesa con tutto il personale
direttiva e con 650 operaie pronte a riprendere il lavoro,
mentre teneva ancor aperte le iscrizioni, e che intendeva
riprendere il lavoro, se l'autorità avesse assicurato la libertà
e la tranquillità alle lavoratrici...
Questa notizia tornò sgradita alle ostinate scioperanti,
le quali insieme con molti socialisti vegliavano perchè nes-
suna delle compagne riuscisse ad entrare nella fabbrica. E la
sera di sabato, 30 giugno, ecco << circa 70 tessitrici >> diceva
la Stampa, << un centinaio di cotoniere a scriveva la Gazzetta
del Popolo, reclutate da krumiri e krumire, awiarsi verso lo
stabilimento Poma... e in piazza Maria Ausiliatrice venir
bruscamente fermate...
Per fortuna eran giunte alla meta!...
Erano le operaie della Società Editrice della Buona Stampa
che tornavano da una gita ai laghi di Avigliana; e
volle del coraggio e del tempo per far capire la cosa, e allo
tanarle dal pericolo delle rappresaglie, provocate con le lo
arringhe per le vie dai noti Barberis e Morgari e C.
Ma il 2 luglio, ecco dawero una trentina di operaie del
- VIII Nuovi viaggi all'Estero
25'
stabilimento, accompagnate da operai e impiegati del mede-
simo, andar alla fabbrica ed entrarvi, e cominciare il lavoro!
Efabiblrigcaio..r.noglidospcioopuenra'anlttiraurdlaiencoi,naimapwreicaarsnio, amncihn'aecssceianaol.l.a.
Esse procedono serene e ferme e risolute con imperterrito
coraggio in mezzo a quel coro di ultra-evoluti, è alla loro
testa l'egregia e benemerita damigella Caterina Astesana con
un coraggio superiore ad ogni elogio. Il furore degli inco-
scienti non ha più limiti, i sassi volano in copia e riman-
gono feriti, leggermente, un impiegato e alcune ragazze.
Interviene la forza pubblica, il momento è inquietante. Si
operano quattro arresti, le giovani entrano nello Stabilimento,
e si uniscono alle altre che attendono al lavoro.
La Camera del lavoro, per non allontanare le sciope-
ranti, distribuiva il giornaliero sussidio di pane e I lira
in via Cottolengo no 43; e il 4 luglio, quando appena un
centinaio di scioperanti si trovavan nei dintorni della fab-
brica e tutte le altre erano in via Cottolengo, cade un acquaz-
zone improwiso, e tutte scappano nel Santuario di Maria
Ausiliatrice, compreso Barberis, che voleva far uscire dal
tempio due ritenute krumire. La notizia inesatta corse subito
all'orecchio dei carabinieri e della forza pubblica che si
trovava in via Ceva, e in un attimo fu un accorrere di armati
sotto l'infuriare della pioggia.
Il 5 luglio eran già 150 i lavoranti nello stabilimento; e
gli uomini andavano ogni giorno a casa, le ragazze per non
provocare rappresaglie e disordini s'aggiustavano alla me-
glio, preparandosi nella fabbrica il cibo e passandovi anche
la notte. Anche molte oratoriane, operaie del Cotonificio,
avrebbero voluto tornare al lavoro, ma non era loro possibile
senza andar incontro a serie rappresaglie; e siccome si aste-
nevano dal recarsi a prendere il sussidio giornaliero della
Camera del lavoro, il signor Poma inviava periodicamente
a Don Rua delle migliaia di lire, perchè le facesse ad esse
distribuire e casi avessero da vivere.
Venne la domenica 8 luglio, e il parroco della parrocchia
del signor Poma, Mons. Giovanni Durando, si recò a cele-
brare nello stabilimento, dove, col permesso dell'autorità

14.2 Page 132

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252
VI - Successore di D a Bosco - Secado decennio
ecclesiastica, venne improwisato un altare; e nel pomeriggio
si tenne anche una rappresentazione drammatica, a svago
delle recluse. Anche il signor Poma prese parte alla cerimonia
religiosa e alla rappresentazione, ed ebbe le parole più in-
teressanti e cordiali per tutte le lavoratrici e per quante
avrebbero voluto seguirle.
E il 9, altre operaie, condotte dall'Astesana, entravano
nello stabilimento, ingrossando il gruppo delle lavoratrici.
Le vicinanze erano in un vero stato d'assedio, e si commisero
non poche brutalità contro quelle che volevano recarsi al
lavoro. Da una parte e dall'altra, si lavorava a gran forza per
vincere la battaglia. I1 14 luglio vi fu maggior calma; la do-
menica 15 si ripeterono le cerimonie religiose nello stabili-
mento; e il 16 un altro gruppo di operaie si recavano a
lavorare, ma, giunte all'angolo di via Ceva e via Industria,
trovavano Ia strada piena di scioperanti e non ebbero il
coraggio di procedere.
Stava per scoppiare uno sciopero generale. Anche i
capi dei socialisti n'erano impensieriti e Morgari fece sapere
alla Ditta, che eran disposti ad intimar la ripresa del lavoro
anche senza venire a nessun'intesa, purchè sembrasse che
l'accordo era stato otténuto dalla Camera del Lavoro.
Il signor Poma non volle nemmeno sentirne parlare,
ma l'accordo ormai era ottenuto; difatti ecco giungere al
Direttore del ((Momento)) una lettera del Servo di Dio, che
veniva pubblicata sul giornale. Era il 17 luglio.
« Nell'intento di ritornare la calma negli animi si lunga-
mente esasperati e far cessare uno stato di cose tanto dannose
alla classe operaia, mi rivolsi al signor AnseZmo Poma, perchè
volesse manifestare le sue intenzioni riguardo le sue operaie. Ne
ebbi la risposta che qui le comunico. Fidente di potere con la
pubblicazione della medesima facilitare lo scioglimento da tutti
desiderato di queste dolorose vertenze, la prego di darle posto
nel suo prezioso giornale. Sicuro che la S. V . condividerà meco
questo umanitario sentimento, mi pregio professarmi con tutta
la considerazione, ecc. ecc.)).
La lettera di Poma diceva così: <<LaDitta nella rripesa
del lavoro non può esimersi per necessità dello stato in cui è
VIII - Nuovi viaggi all'Estero
253
ridotto lo stabilimento, quasi completamente sconcertato, dallo
scegliere gradatamente quegli operai che le posson convenire.
Le concessioni fatte a piena soddisfazione degli operai che at-
tualmente lavorano, in corso fin dall'8 luglio, sono estensibili
a quanti si potranno riprendere. Con tali concessioni si ha evi-
dentemente un aumento su le tessitrici, ritorcitrici e parte delle
spolatricz', di circa il 5 per cento sulle tariffe passate... a.
I1 17 il Servo di Dio con un'altra lettera comunicava al
direttore del ((Momento)> d'aver ottenuto che la Ditta riam-
metterebbe al lavoro tutti i suoi operai, attenendosi - na-
turalmente - a giusti criteri imposti dalle esigenze e dalle
norme morali nelle accettazioni; che rimanevano sospesi
appena zoo telai, 100 tessitrici e 100 riparatrici, che si sperava
di riattivare nello spazio di qualche mese; e, in fine, che dei
tornati al lavoro, tenendo un contegno corretto, nessuno
sarebbe stato respinto per aver partecipato alla lotta...
I l <i Momento !) nel dare queste notizie scriveva: <i E noi
che abbiamo sempre difeso la causa della libertà e della giu-
stizia, combattendo a viso aperto tutti i tentativi di sopraf-
fazione, non abbiamo che a compiacerci di una soluxione che
ristabilisce l'armonia tra un grande industriale e i suoi operai,
e consacra ad un tempo il trionfo dell'opera paterna di quel
venerando sacerdote ch'è Don Rua e la sconfitta della Camera
del Lavoro e dei suoi più violenti rappresentanti)).
A sera, comizio alla Camera del lavoro che durò fin verso
la mezzanotte. Viene notificato l'esito delle trattative, e non
con sommo entusiasmo è accolta la notizia; ma in fine si
riconosce che allo stato di cose attuale la soluzione offerta
è la migliore per chiudere col minor danno una situazione
insostenibile e prolungatasi troppo, e viene stabilita la ri-
presa del lavoro per il domani.
Così il 19 Anselmo Poma assisteva alla sfdata di altre
900 operaie che dopo quasi due mesi ritornavano ad animare
lo Stabilimento; e il 21 tutti i telai erano in moto chè tutte
le operaie erano rientrate, tranne alcune che si erano già
impegnate presso altri opifici.
Il giorno dopo l'accomodamento il Servo di Dio, per
meglio scongiurare ogni difficoltà che avrebbe ancor potuto

14.3 Page 133

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75.4
VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
far sorgere il demonio, chiamava i confratelli Don Angelo
Zipoli e Don Domenico Ponte e, dando loro una copia del-
1'Exorn'smus in Satanam et angelos apostaticos, li incaricava
di andare a recitarlo nei pressi del Cotonificio, come uno
che per via reciti il breviario, o legga un libro o un giornale.
Don Ponte ricorda che passando in via Cottolengo per an-
dare in via Ceva. una donna. fissandolo e andando su tutte
le furie:
... - Che vittoria dei preti, si mise a gridare, che vittoria
dei preti!... vedremo! vedremo!
E fu veramente una vittoria della carità di Don Rua,
che prese intima parte allo svolgersi della lunga ed imposta
astenzione dal lavoro, coadiuvato da vari salesiani, tra cui
Don Filippo Rinaldi, che ripetutamente ci confermava il
personale interesse che ebbe quotidianamente al santo scopo
il Servo di Dio. Evidentemente egli fece quanto la prudenza
e il fine criterio gli suggerivano, ed arrivò a fare quel che
fece più che tutto con l'aiuto del cielo, quotidianamente
invocato con la preghiera.
I1 22 e il 26 luglio si adunavano gli ex-allievi e prendeva
parte al primo convegno anche Mons. José de Camargo
Barros, Vescovo di S. Paolo nel Brasile, che lasciava Torino
il 23, per andare ad imbarcarsi sul Sirio a Barcellona, donde
mandava al Servo di Dio ringraziamenti e affettuose ri-
membranze per commiato... Era il commiato per l'eternità!
11 giovane prelato rimase vittima della catastrofe del Sirio;
e Don Rua, appena conobbe la gravità del disastro, telegra-
fava all'ispettore Don Pietro Ricaldone di ricoverare negli
istituti salesiani della Spagna alcuni giovanetti resi orfani
dalla catastrofe; e prima del rimpatrio dei superstiti scriveva
anche e telegrafava alla Direzione generale della Naviga-
zione Italiana che apriva agli orfani le porte dell'oratorio di
Valdocco.
G La carità - dice S. Agostino - non sa rimaner uguale;
cresce sempre >); ed anche in Don Rua la si vedeva crescere
di giorno in giorno. Sollecitamente pensa ad ogni cosa e nel
miglior modo che può provvede; e nel suo cuore era pur so-
vrano l'anelito di spinger tutti al bene, anche con la parola.
Quell'anno alle Fglie di Maria Ausiliatrice di Torino
(il 19 luglio) faceva tre regali: - IO U n lucchetto, evitare la
mormorazione; z0 Un anello con tre lettere in esso incise,
D. M . V., cioè Dio mi vede, il pensiero di Dio; e commen-
tava: <(l'anello di Gige faceva scomparire la persona; questo
deve far scomparire il mondo colle sue vanità; 30 Uno sve-
gliarino; l'esercizio della buona morte v.
Anche a confratelli sacerdoti, chierici e coadiutori dava
a Valsalice (1'11 settembre) ricordi consimili: IO U n regalo;
un braccialetto: Pone Me sicut signaculum super brachium
tuunz; 20 Una spada: l'orazione: 3O Uno svegliarino...
Ai chierici di Vaisalice (il 30 luglio) illustrava la necessità
della parola di Dio e il modo di approfittarne:
hi
G Avete preso buone risoluzioni; l'essenziale è. praticarle. Vi lascio
un solo ricordo che serva a ric amarvele e vi stimoli a praticarle:
ascoltare la parola di Dio nel debito modo: Lucerna pedibus meis
verbum tuum; in meditatione mea exa~descitignis. Se volete camminare
... sul sicuro, adoprate questa fiaccola della divina parola. Se volete ac-
aclenSdigernvoirediefderavpoprero, fmitteiadmitaotenelaogpnariodlai..d.iIv) ina Siamone riconoscenti
Agli aspiranti (il 14 e il 23 agosto) dopo aver narrato il
combattimento di Davide contro Golia, proseguiva: cc Voi
avete a combattere contro il demonio; preparate le cinque pietre:
a IO La preghiera: una delle prime furberie del demonio sarà di
farvi abbandonare gli esercizi di pietà, la preghiera. Questa sosterrà le
vostre forze, facendo discendere le grazie divine. Non trascurate gli
esercizi di pietà... Fate uso anche delle giaculatorie.
1) 20 I l Sacramento della confessione. Qualche mancanza si com-
mette da tutti; abbiamo bisogno di pronto rimedio; Gesù ce lo preparb
nel Sacramento della Confessione. Accostatevi con sincerità e vivo
pentimento delle vostre colpe ...; regolarmente.
» 3 O La S. Commione. Abbiamo bisogno di nutrimento sostan-
zioso; Gesù ce lo somministra,e quanto prezioso! e quanto sostanziale!
La S. Comunione sia frequente, fervorosa, con preparazione e ringra-
ziamento.
>)40 Fuga deipericoli. La tattica militare insegna ad evitare i com-
battimenti dove si vede inevitabile la sconfitta R. E narrava gli esempi
di Fabio Massimo, il pmdente avversario di Annibale: G evitare quindi
i compagni e le letture cattive, e l'ozio in famiglia.

14.4 Page 134

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256
- VI - Successore di Don Bosco Secondo decennio
50
Golia.
Obbedienza
Così si
dUirneadisovlaoi,psieetrparabtiacshtòereateDl'aovbibdeedipenerzaa, ttpeerrrcahrAe
contiene tutte le altre; obbedienza pronta, allegra, esatra? umile;
obbedienza ai comandamenti di Dio e della Chiesa; nel disimpegno
dei propri doveri; agli ordini dei superiori, del confessore D.
I1 7 settembre, rievocando la data bicentenaria della
liberazione di Torino, raggiunta mediante <<l'unionel,a co-
stanza e il sacrifizio nell'operare e samificarsi, e la devozione
a Maria Santissima>)raccomandava ai coadiutori ed ascritti
del 10 anno:
(,10 Unione tra i superiori e inferiori, tra confratelli e confrat$li,
evitando ciò che può rompere questa unione; la mormorazione, 1 in-
vidia, la superbia, l'insubordinazione. Ciascuno stia al suo posto a far
bene il
dovere.
zo Costanza nell'operare, anche a costo di sacrifizio. Pietro Micc?
vede la certezza della sua sorte, tuttavia compie il suo dovere; C O S ~noi,
anche a costo di sacrificarci.
)) 30
ghiera
Preghiera e
generale, e
apnecnhiteenzpae.niNteenlzl'ai.n..te;rncoosìdenlolai
città, era una
coll'esattezza
pre-
negli
esercizi di pie& e colla divozione a Maria Santissima saremo vincitori )p.
Agli asmitti di Foglizzo (il 15 settembre) dopo le pro-
fessioni, rammentava come lo scopo della loro entrata in
congregazione, specialmente di loro aspiranti al sacerdozio,
era il tendere alla perfezione:
« Haec estvoluntas Dei sactiJicatio vestra. Quindi: :I adempiere con
- esattezza tutti i doveri; completamente, con pun~ualità,a cominciare
dal mattino; obbedienza perfetta con retta intenzione. z0 Coraggio
e generosità. Cid che incoraggid Savio Domenica fu la facilità di farsi
santo. Evitare i pericoli di letture poco opportune, di fermarsi a lungo
fuor delle case, affezioni,passioni: Regnum Dei vimpatitu?'. - 3" Pietà.
Compiere bene gli esercizi prescritti, specie la meditazipne e la let-
tura spirituale, far uso di giaculatorie e di industrie spirituali».
Ai Direttori (il 10 settembre) diceva:
,Anche quest'anno il Signore ci concesse la grazia degli esercizi.
Ce ne chieder&conto. Non siano senza frutto. A tal fine ricordo ai-
cune cose:
>> 30 Siamo religiosi, perciò obbligati a tendere alla ~erfezione:
Non ci contentiamo dei precetti, ma vogliamo seguire i consigli di
VIII - Nuovi viaggi alPEstero
oGredsinùa, tcioimevodtiissreelaigl igoisoi.v..anAetdto:quSidi
uis perfectus esse... A questo sono
venisti? Non trascuriamo mai i
mezzi per avanzare nella perfezione. Gesb c'invita: Estate perfetti,
sicut et Pater vester coelestis peufectns est. Le Regole ce1 ricordano. I1
primo fine di nostra Società è la santificazione dei suoi membri.
I>z0 Siamo sacerdoti, salesiani, figli di Don Bosco. San Francesco
di Sales e Don Bosco presero per loro stemma: Da mihi anima, cetera
tolle. Pio IX diceva a me (nel 1858): I1 Signore vuole che i sacerdoti
vadano a lui accompagnati da anime. Seguaci di S. Francesco di Sales,
imitiamolo nello zelo per le anime, e nella carità e nella dolcezza. Figli
di Don Bosco, curiamo la gioventb povera. Colla gioventù ci vuole
illibatezza di costumi... Amiamo il Papa; difendiamo la sua autorità.
!!3O Siamo superiori, ciascuno intende, non per nostro onore,
gloria, comodità O libertà, ma pel bene dei sudditi, pel buon andamento
ddiirentotostrri.a..PLiaucSeoact ielux.
Non dimentichiamo i ricordi di Don Bosco ai
vestra omnibns hominibus; anche nella celebrazio-
ne della S. Messa e nelle cerimonie. Preghiamo peri nostri subalterni;
amiamoli, interessiamoci del loro bene fisico e morale, indirizziamo
i principianti, non lasciamo mancare il pascolo religioso salesiano. I1
Signore ce li ha affidati, afìinchè li salviamo; che possiamo anche noi
dire con S. Paolo: Contestor vos... quia mundus sum a sanguine omnium.
Non enim subterfugi, quminus aununtiarem omne consilium Dei vobis;
con istruzioni catechistiche, conferenze, lettura delle Regole, e delle
Lettere mensili e circolari, e i rendiconti... ».
I1 6 settembre salutava un gruppo di ginnasti francesi
che avevano accettato l'ospitalità a Valsalice, a nome di quei
confratelli orgogliosi d'averli potuti accogliere: <iE un dolce
ricordo per noi la cordialirà con cui Don Bosco riceveva i
pellegrini francesi che venivano al Santuario di Maria Au-
siliatrice, e la visita che fece ad altri pellegrini di passaggio
a Torino nel 1887... E sarà un dolce ricordo per voi I'ospita-
lità di Valsalice accanto la tomba di Don Bosco che amava
tanto la Francia. I Salesiani, fìgli di D o n Bosco, hanno ere-
ditato i suoi sentimenti di stima, d'affetto, e di ricono-
scenza... )>.
Ai primi d'ottobre finalmente giungevano al Servo di Dio
i particolari della sorte dei nostri istituti del Chilì nel tre-
mendo terremoto che purtroppo, nella seconda metà d'agosto,
aveva colpito anche quella Repubblica... Fin d'allora un
telegramma da Santiago e un aItro da Va&araiso l'avevano
assicurato che non v'era stata tra noi nessuna vittima. Ora
- 17 Vita del Seme di Dio Mirbele Riia. vol. 111.
~
~~

14.5 Page 135

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258
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
gli veniva comunicato che due case, quelle di Melipilla e di
Macul erano state distrutte, l'istituto di Talca gravemente
danneggiato, a Santiago gravi guasti alla facciata della chiesa
annessa all'istituto della Gratitud Nacional e rovina d'una
parte del tetto che sfondò la volta e fracassò banchi e statue
... e rovinò il pavimento. Veniva confermato che, per grazia
segnalata, non v'era stata nessuna vittima Ma i guastt non
erano leggeri; solo il nuovo fabbricato rovinato a Macul
aveva costato 150.000 pesos! Eppure, il rinnovarsi di tante
disgrazie, a parer nostro, era una preparazione dell'animo
del Servo di Dio a più gravi dolori!...
La regolarizzazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice
giungeva alla soluzione definitiva. L'ispettrice romana, Suor
Eulalia Bosco, il 27 luglio, riceveva l'incarico di far giungere
a mezzo della Superiora Generale un plico della Segreteria
della S. Congregazione dei W. e RR. per il Card. Arci-
vescovo di Torino, e un altro per Don Rua, e il 4 agosto
ella giungeva a Nizza; e i plichi venivano immediatamente
recati ai destinatari.
I1 Servo di Dio che nel frattempo, per somma delicatezza,
non era più andato a Nizza, il 10 del mese vi compariva di
nuovo in compagnia di Mons. Cagliero per una lieta festa
di famiglia. u La casa - dice la cronaca - è rallegrata dalla
preziosa visita di due distinti superiori; il veneratissimo
,signor Don Rua e S. E. R. Mons. Giovanni Cagliero.
L'II chiusura solenne dei S. Esercizi, coronata dalla
professione perpetua di diciotto giovani direttrici, che, per
somma concessione, ottennero il grande favore dal Superiore
Generale per onorare la Madre nostra carissima nell'epoca
. del XXVO anniversario di sua elezione a Superiora Generale.
I1 Superiore celebra la Messa della Comunione Generale,
disse i ricordi degli esercizi e impartì la benedizione di Gesù
Sacramentato t).
."..*
I ricordi furono questi:
(I Siete religiose, consacrate a Dio. Gran fortuna. Legate a Dio coi
santi voti, appartenete alla schiera eletta di coloro che udirono la voce
del Signore: Qui wult venire post me, abneget semetipsum, tollat crucem
suam quotidie, et sequatur me. Ed il Signore vi ha destinate ad essere
-
- VIII Nuovi viaggi all'Estero
sue collaboratrici nella salvezza delle anime. Ricordate che avete
rinunziato alle ricchezze, agli onori, ai piaceri, perfino alla propria
volontà. Siete direttrici, ma per comandare secondo la Regola. Do-
mani potrete essere destinate ad altro uffizio; tenetevi preparate.
Religiose vuoi dire promotrici della religione anche neli'esteriore n.
Ed aggiungeva questi due pensieri: u Siete discepole di Don
Bosco »,(I Siete Figlie di Maria A d a t r i c e e i>; li svolgeva nella
forma già da noi riportata.
-3
u I1 12 - prosegue la cronaca - solenne oltre ogni dire
la festa in omaggio della nostra Madre venerata... Fu pre-
sieduta dal veneratissimo Superiore Don Rua e dal Direttore
Generale. Questi nostri Superiori parlano dopo la riuscitis-
sima accademia, che fu un vero trionfo d'amore a Dio, alla
S. Regola e alla Madre; ed ebbero espressioni commoventi
assai. Da ultimo S. E. portò la benedizione del S. Padre, che
egli impartì augurandosi di trovarsi presente egli pure, fra
25 anni, alle nozze d'oro della Madre! t).
In quell'occasione awenne un'altra prodigiosa molti-
plicazione d'immagini. Narra Suor Innocenza Martelli,
ancor vivente: u Ero novizia appena, e mi ricordo benissimo,
che in occasione del zsOanniversario della 1%elezione della
nostra Superiora Madre Daghero, il 12 agosto 1906, mi
trovavo all'accademia, onorata dalla presenza del veneratis-
simo signor Don Rua. Quando fu tutto finito, il buon Padre
ci parlò a lungo, e ciò che ricordo si è che ci animava a pre-
gare affinchè potessimo trovarci tutte unite pel 50° anniver-
sario della suddetta Madre veneratissima. Ma ciò che mi fece
ancor più impressione fu la distribuzione delle immagini.
I1salone era gremito di suore, novizie, postulanti ed educande.
Ad un certo punto si vedeva che le immagini venivano a
mancare; allora la cara e venerata Madre Angiolina Buzzetti,
di felice memoria, con tanta sollecitudine andò a ritirare
quelle delle reverende suore, ma ancora non bastavano per
accontentare tutte le presenti. Le nostre venerate Superiore
si vedeva che ne soffrivano; e allora Don Rua, tranquillo, si
volta a loro e dice: - Ce n'è d'avanzo! - Io guardava quella
scena stupita, e vidi che con tre o quattro immagini tra mano
contentò uno stuolo di gente. Finito, si rivolse alla rev.da

14.6 Page 136

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260
- VI Successore di D a Bosco - Secondo decennio
Madre, le mise in mano ancora tre immagini, e le disse:
Vedete che sono state abbastanza! >>.
Al Servo di Dio era stato comunicato che la S. Congre-
gazione affidava al Card. Arcivescovo di Torino il mandato
di consegnare direttamente le nuove Costituzioni alla Madre
Generale, e da quel giorno finiva la dipendenza dell'Istituto
della Società Salesiana.
E il Card. Richelmy, il 22 settembre, a mezzo del suo
provicario generale, Can. Ezio Gastaldi, compiva il mandato
(1 di trasmettere alla Madre Generale delle Figlie di Maria
Auiliatrice le nuove Costituzioni>>e, d in pari tempo di far
conoscere a lei e, per mezzo suo, alle altre moderatrici del-
l'Istituto: <( I) Che tali Costituzioni sono state corrette per
ordine del S. Padre da detta Congregazione dei Vescovi e Re-
golari. - 2) Essere volere di Sua Santità che le medesime
Costituzioni e Deliberazioni Capitolarì sieno esattamente os-
servate nel detto Istituto considerando abrogate tutte le prece-
denti Costituzioni e Deliberazioni Capitolari in quanto con
esse non concordino. - L a S. Congregazione vuole altresi che
tutte le FZglie di Maria Ausiliatrice sieno persuase della spe-
ciale benevolenza del S. Padre verso di loro, e che le dette Co-
stituzioni mirano unicamente al maggior bene dell'lstituto s.
Un atto tangibile della bontà del S. Padre stava anche
nel fatto che le Costituzioni, benchè non avessero avuto in
precedenza l'approvazione, nè il Decretum laudis, unifor-
mate alle Normae vennero di fatto senz'altro approvate.
Comunicato l'annunzio ufficiale, il Servo di Dio si ritirava
dall'ufficio che aveva tenuto fino a quel momento, scrivendo
in data 29 settembre:
Ottime Figle di Maria Ausiliatrice, vi sono vivamente
riconoscente per gli auguri che mi avete fatto in varie cir-
costanze dell'anno, e specialmente delle preghiere e comunioni
offerte al Signore. Ed io, in questo mio giorno onomastico,
intendo farvi un regalo col darvi il lieto annunzio che fra poco
riceverete dalla vostra Rev.ma Superiora Generale le Costi-
tuzioni dell'Istituto delle Figlie di Maria A d a t r i c e , fondate
da Don Bosco. Esse furono rivedute nel vostro Quinto Capitolo
Generale tenuto l'anno scorso e modificate dalla S. Congrega-
VIII - Nuovi viaggi all'Estero
261
zione dei VV. e RR. in conformità delle Norme emanate dalla
stessa S. Congregazione il 28 giugno 1901.
Essendo l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nota-
bilmente accresciuto, la S. Sede lo prese in benevola considera-
zione come quelli che sono per ricevere la pontzjìcia approva-
zione e che dipendono direttamente dalla stessa S. Sede.
>> Vogliate dunque ricevere le nuove Costituzioni colla a-
sima venerazione e come un attestato dell'interessamento che
per voi ha il Vicario di Gesù Cristo; studiatele e sovratutto
praticatele per divenire buone religiose secondo le sante viste
della Chiesa e mantenervi nello spirito del nostro Padre Don
Bosco, che era tutto rispetto, ubbidienza, affetto al Sommo
Pontefice ed agli altri Pastori, come facilmente potrete rilevare
dai suoi scritti e dai suoi esempi. E tanto più sarete degne sue
figlie, se ad imitazione di lui, aggiungerete cordiale osservanza,
ardente carità, e vivo zelo per la gloria di Dio e la salute delle
anime.
>>Sempredisposto, insieme cogli altri Superiori dei Sale-
siani ad aiutarvi in quanto potrete aver bisogno di appoggio e
di consiglio, imploro dal Signore le più abbondanti benedizioni
sul vostro Istituto e su ciascuna di voi... D.
A sua volta Ia Madre Generale il 15 ottobre, festa di
Santa Teresa, comunicava le nuove Costituzioni dell'Istituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondate da Don Bosco,
ripetendo le dichiarazioni d'ossequio alla S. Sede, e pi-e-
gando: « L o spirito del nostro Venerato Fondatore ci assista,
la potentissima e tenerissima Madre nostra Maria Ausiliatrice
ci protegga, il Sacratissimo Cuore di Gesù ci conforti e noi ci
sforzeremo di seguire in tutto e per tutto la sempre adorabile
Divina Volontà )>.
I1 Servo di Dio non poteva essere nè mostrarsi più de-
voto ed obbediente alle disposizioni pontificie, allora e poi,
sino agli ultimi giorni della vita. Cessò d'essere il Superiore
diretto, in pubblico e in privato. Incoraggiato dalla Santa
Sede a continuare a dar loro l'appoggio della sua esperienza
e dei suoi consigli, ogni volta che veniva richiesto non man-
cava di farlo. e di farlo cordialmente. nè tralasciò di fare
~~
~
visite a Nizza e ad altri istituti; ma ciò che gli stava mag-

14.7 Page 137

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- VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
giormente a cuore era di compiere in forma esemplare le
disposizioni suddette, e perchè anche i Salesiani potessero se-
guirlo, il 21 novembre di quell'anno dava loro queste norme
areggiate per ben regolare le relazioni con le Figlie
Esse, come le altre Congregazioni femminili, non devono
da alcuna congregazione di uomini, bensi dalla loro
erzora Generale assistita dal proprio Capitolo, sotto la
nza diretta della Sacra Congregazione dei VV. e RR.
li Ordinari, a norma delle nuove loro Costituzioni e
dei*SS. Canoni.
» Perd, avendo le Figlie di Maria Amiliatrice coi Salesiani
comune lo spirito e il Fondatore, fra esse e noi v i sarà grande
carità, riconoscenza e rispetto; ma senza alcun diritto di su-
periorità o dovere di sudditanza.
Quanto allo spirituale esse dipendono dai rispettivi Or-
dinari, a cui spetta nominare i Confessori, Direttori ecc. I
Salesiani potranno occuparsi della loro direzione, solo quando
siano incaricati od autorizzati dall'ordinario della Diocesi
dove esse dimorano. Quello che qui si dice riguardo alla dire-
zione spirituale delle Figle di Maria Ausiliatrice, va inteso
pure per qualunque altra congregazione femminile.
>>Dell'opera dei Salesiani, prestata colle debite autorizza-
zioni, come se ne valgono altre Religiose, cosi possono valersene
anche le Fklie di Maria Ausiliatrice specialmente per essere
aiutate a mantenersi nello spirito del nostro comun Padre Don
B6sco.
Ma quando le Figlie di Maria Ausiliatrice avessero da
approfittarsi dell'opera de' Salesiani, converrà che esse stesse
ne facciano dimanda all'ordinario )>.
E i Rev.mi Ordinari, possiam dire quasi nella totalità
assoluta, non potevano essere più deferenti nel concedere
tal favore. Ricorda Madre Clelia Genghini, che trovandosi
nel Natale del 1906 a Barcellona, si valse delle feste natalizie
per presentare all'Eminentissimo Ordinario locale, il Card.
Casanas, il testo delle nuove Costituzioni e domandargli,
secondo il pensiero espresso dalla Madre Generale, se po-
tevano contare di poter avere ancora la direzione salesiana
- VIII Nuoti viaggi alì'Estwo
per le confessioni, conferenze, ecc. Sua Eminenza apri le
braccia ed alzando la voce, esclamò: - Per carità! M i man-
... cherebbe anche questa che vi togliessi ciò che vi ha sostenute cosi
bene sinora! M a se siete le religiose della mia Diocesi che non
mi avete dato mai nessun fastidio! Continuate, continuate ad
approfittare in tutto e per tutto dei Salesiani, e sarà una carità
anche per me! v.
La buona Madre Daghero continuò a far pratiche per
ottenere l'autorizzazione esplicita della S. Sede a valersi
dell'opera dei Salesiani e, sopra tutto, per avere nel Succes-
sore di Don Bosco il rappresentante diretto del S. Padre,
come p.oi ottenne dal Sommo Pontefice Benedetto XV, i1
quale, dopo aver appreso minutamente dal Card. Cagliero
come stavano le cose e quanto si bramava sempre di rag-
giungere per la gloria di Dio e il bene dell'Istituto e la sal-
vezza delie anime, nominava Don Albera, secondo succes-
sore di Don Bosco, Delegato Pontìjìcio per l'Istituto delle
Figlie di Maria Am'liatrice.
I1 Servo di Dio invece, fino alla morte, sebbene vagheg-
giasse un tal desiderio, non mosse un passo, non disse una
parola per arrivare alla mèta; gli pareva un atto troppo ardito
dopo le esplicite disposizioni della Suprema Autorità della
Chiesa.
E noi vedremo ancora la sua esattezza e delicatezza
estrema a questo proposito; pur col desiderio in cuore, taceva
e pregava serenamente.
Ad un lettore profano forse non poche pagine di queste
memorie potranno sembrar troppo intime; ma a noi piace
d i r fin d'oggi quello che si dirà domani, mentre siamo con-
vinti che non solo ai Salesiani e alle Figlie di Maria Ausi-
liatrice, ma agli ex-allievi, ai cooperatori, alle persone reli-
giose dizqualsiasi istituto, e a quanti bramano conoscere
intimamente lo spirito del primo Successore di Don Bosco,
torneranno interessanti perchè pongono in risalto la sua
virtù .singolare.
Per il suo onomastico gli giungevano dalla Polonia 23
care letterine in italiano, e 2 in latino, da quei novizi. Ne
riferiamo quattro:

14.8 Page 138

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264 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
((Amatissimo Padre, accetti dall'ultimo dei suoi figli, ma non
ultimo nell'amore, i più cordiali auguri, affinchè la nostra cara Mamma,
I'Ausiliatrice, Le ottenga largamente tutte quelle grazie, di cui abbi-
sogna per sè e per la nostra cara Congregazione. Mentre La prego
a volermi benedire, baciandole con filiale affetto e somma ricono-
scenza la sacra mano, godo di professarmi suo dev.mo figlio in Corde
Jem Ch. ANTONIO SYMIOR, assistente dei novizi>>.
((Padre Revercndissimo, permetti che con tanti tuoi figli che
hanno la bella fortuna di esporti nel tuo bel giorno i loro sentimenti
a voce, anche io, tuo figlio lontano, mi unisca a loro e dica: "Padre
mio, io T i amo molto e voglio pregare sempre per Te, perchè la nostra
Ausiliatrice Ti conservi sempre sano per lunghi anni,,. A questo " T i
amo
può
e vogliopregare,, unisco
offrire un povero, ma
iolbmbeiodi"einot,i,s.sPimadoref,i&gliotu..t.toCqhu.esGtoIOchVeATNi NI
BOGDANSKI 1).
ciReverendissimo Padre! provo una gioia grandissima d'aver
trovato un'occasione, in cui posso esprimerle l'affetto di figlio. Le
presento i miei cordiali auguri e felicitazioni. Mi duole assai di non
poter emettere i voti in quest'anno, perchè non ho finito ancora il
noviziato. Ma d mio dolce desiderio di diventare al più presto figlio di
D a Bosco e Suo. Raccomandandomi alle sue preghiere, mi dico ob-
bedientissimo GIOVANNI FUCHSch, ierico ».
« I1 Sacro Cuore di Gesù T i conceda le più abbondanti grazie,
e Maria Ausiliatrice T i ottenga la grazia di compiere la Tua missione
ai nostro bene, e Don Bosco dal cielo abbia cura di Te, perchè Tu
felicemente possa condurre il Tuo gregge nell'OviIe di Cristo. Io
pregherò per Te nel Tuo giorno onomastico, e T i offrirò una corona
di IO Comunioni. Prega anche Tu, Padre, e ottienzini da Don Bosco la
grazia di poter essev missionario. Tuo obbedientissimo figlio chierico
NIEMCZYKFRANCESCO)).
Ed ecco10 alle cerimonie delle vestizioni nelle case di
formazione prossime a Torino nell'autunno del 1906.
A Foglizzo si celebrò un triduo di preparazione e il Servo
di Dio l'ultimo giorno, vigilia della Maternita di Maria SS.,
invitava quei chierici e novizi ad essere veri divoti della
Madonna.
(iLa nostra Madre ci dice: Venite, jilii, audite me, timorem Domini
docebo vos;'vuol insegnarci il timor filiale- più che il servile, perchè
soggiunge: Beatus homo qui audit me, et vigilat ad jores meas quotidie,
... et obsmat adpostes ostii mei. Beato chi ascolt+ Maria, le sue ispira-
zioni Beato chi vigila alla sua porta colla preghiera nelle varie ne-
cessi&... Beato chi ascolta i suoi inviti per imitare le virtù di quest
V I I I - Nziovi viaggi all'Estero
265
nostra cara Madre. Questo sia lo studio degli uni e degli altri di voi.
Ascoltiamo Maria; preghiamola con confidenza; imltiamoia! 0 .
I1 14 benedisse la nuova cappella per i novizi e compiuta
la cerimonia della vestizione, prendendo lo spunto dalla
parabola del Vangelo del giorno, l'invito del Re alle nozze
di suo figlio, additava in essi una figura della vocazione reli-
giosa.
« È specialmente colla vocazione religiosa che Dio ci fa partecipi
alle lautezze spirituali delle nozze del suo Figlio colla Chiesa. Come
i grandi invitati si rifiutarono a quel convito, così avviene che i grandi
della terra nella massima parte resistono alle chiamate del Signore
per i loro affari, per le loro ricchezze));e ammoniva i nuovi chierici
che non potevano esser sicuri dell'eterna salvezza senza la corrispon-
denza alla chiamata; come fu punito uno che fu trovato a1 banchetto
senza la veste nuziale, così accadrà P anche a voi se non porterete la
veste nuziale; cioè senza la purità, significata da questa veste )>.
I1 29 ottobre compiva la stessa cerimonia a Lombriasco,
e commentando il mottetto che avevano cantato prima della
entrata in chiesa:
<Ci on maggior ragione - esclamava - potete adesso cantare:
Gaudens gaudebo in Domino, et exultabit anima mea in Deo meo; quia
induit me vestimentis salutis, et indumento justitiae circumdedit me?
quasi sponsum decoratum coruna... I1 Signore vi ha rivestito delle vesti
della salute e dell'indumento della giustizia. Dite pure nell'entusiasmo:
Misericmdias Domini in aeternum cantabo.
i)Induit wos vestimentum salutis. Con grazie abbondanti !i Signore
vi distinse dal resto degli uomini, vi pone in una categoria di persone
che hanno per fine non solo la propria salvezza ma ancora quella degli
altri. Che onore! che dignità! Nella categoria dei collaboratori del
nostro Divin Salvatore! Ripetete pure con .tutto l'entusiasmo del
vostro cuore: Gaudens gaudebo!... Ma questo abito deve pur rammen-
tarvi che non gli onori, non le ricchezze, non i piaceri, dovrete cer-
care, ma la salvezza dell'anima vostra e degli altri." Da mihi animas!!,.
Indumento justitiae circumdedit me; indumento di questa giustizia
che è il complesso di tutte le virtù, la perfezione. Quest'abito v'impone
un grande dovere, quello d'impegnarvi per arrivare alla perfezione.
Questo stato lo incominciate qui e dovrete continuarlo sempre, ado-
prando i mezzi... Avete baciato quest'abito; ohi baciatelo ogni di, e
dite queste altre parole del mottetto: Misen'cordias Domini in aeternum
cantabo, in generationemet gaerationem; e raccomandatevi al Signore,

14.9 Page 139

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266
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
che vi aiuti affinchè possiate sempre ricordare questo grande beneficio,
e così essere sempre più uniti a lui per meritami il frutto della sua
Redenzione, cioè la gloria del para di so!^).
Una nuova schiera di Missionari si congedava solenne-
, . mente ai piedi dell'altare di Maria Ausiliatrice la sera del
25 ottobre, e si recava poi a Valsalice, perchè una parte si
metteva presto in viaggio ed altri dovevano attendere qualche
giorno. I1 Servo di Dio la mattina dopo si recava a trovarli
e rivolgeva loro altri pensieri presso la tomba del venerato
Fondatore. Ricordava il raccoglimento degli Apostoli prima
della loro separazione nell'orazione, e il dono che ebbero
delle lingue: «Voi pure fate insieme gli esercizi di pietà
come preparazione e qualche buona lettura e visite a Gesii in
Sacramento, a Maria Ausiliatrice, e a Don Bosco o; e li spro-
nava a conservare il raccoglimento, evitando la dissipazione,
ricordando che andavano missionari. <(Figli di Don Bosco,...
studiatevi tutti di salvare molte anime. Ricordatevi che siete
operai nella vigna o messe del Signore, perciò tenete pre-
sente la raccomandazione di Gesù: Rogate ergo Dominum
messis ut mittat operarios in messem suam. Oltre il pregare,
anche cooperare, cercare di a mentare il numero degli
operai coltivando le vocazioni, ciascuno nella propria sfera ».
I1 giorno dopo, 24 ottobre, avendo rilevato 4 nella lettura
del Bollettino che nel Piemonte, nella Lombardia, nel Veneto,
nella Liguria ed anche in Sicilia è diffusa la divozione a Maria
SS. Ausiliatrice, ma nelle altre regioni d'Italia questo culto
pare non sia conosciuto, poichk non si trova notato che si
siano ricevute grazie - >) allora, per volere del Servo di Dio,
si faceva l'elenco di quelli che ricevevano grazie da Maria
Ausiliatrice specificando anche il nome del paese o della
città
anzi
adotvuettidiimsaocrearvdaontios- alesfiaacneivdaui aqpupeellleloa4ltrae
tutti i
regioni
direttori,
» - e le
specificava - ((vale a dire Emilia, Romagna, Toscana,
Marche, Lazio e delle provincie napoletane, ad interessarsi
perchè il culto di Maria SS. Am'liatrice faccia popolare >).
>>. <i Questa divoxione - insisteva - deve essere la caratteristica
della Famiglia Salesiuna
V I I I - Nuovi viaggi all'Estero
267
I1 di d'Ognissanti, ricordando la soddisfazione provata
durante gli ultimi esercizi spirituali a Valsalice di molti
ispettori e direttori, per l'interessamento col quale avevano
ascoltate le parole ad essi rivolte nei sermoncini della sera,
sentì il bisogno di farle giungere al pensiero di tutti i diret-
tori ed ispettori della Pia Società, e le espose in apposita
circolare, seguendo l'ordine tenuto durante gli esercizi.
Erano raccomandazioni per il fiorire della regolarità in
ogni casa, che riassumiano brevemente:
a) Ogni direttore continui a fare con sincerità e sem-
plicità il rendiconto agli Ispettori o ai membri del Capitolo
Superiore che si recano a visitarli, e insieme considerare
come un dovere di coscienza il dare comodità e l'ascoltare i
confratelli ogni mese come prescrivono le Costituzioni, con
la dolcezza e longanimità di Don Bosco e con la delicatezza
che attira la confidenza universale.
b) Perchè lo spirito di Don Bosco resti fra noi, anche
in mezzo a1 dilagare ((dellemassime che sconvoEgono la società
in questi giorni >)e <( di quello spirito d'indipendenza nel pensare,
parlare ed operare, per cui si vorrebbe scuotere il princ$io del-
l'autorità », tener saldo il principio dell'autorità, e nelle con-
ferenze e nelle private conversazioni.
R Ricordate sovente ai vostri dipendenti che i Superiori sono gli anelli
della catena che ci unisce a Dio. Avvezzate i Salesiani a vedere cogli
occhi della fede N . S. G. C. stesso nella persona dei superiori. Ricordate
loro che colla professione si è immolata la nostra volontà al Signore ed
anche, dove occorre, il proprio gidizio, secondo la parola di S. Paolo:
Rationabile obsequium vestrum,
rzpZenderebbe cw che fu consacrato a
l'ossequio
Dio, se si
ridceulslaassveodstiruabbriadgirieo.n..e.
Si
» M a notate bene che le parole non bastano. Dewe starcì altamente
scolpito nella memoria che la comunità non abbisogna solo d'imegnamenti,
ma
B il
ldibi rbouionnicuesieimcpoin. fVraitetlolirnleiggspoensosoleanomremnetedechl evivlaerve.i.t.aSdeelvoSiupdeersiidmee-
rate che siano osservate nella vostra casa le nostre Sante Regole, siate
voi i primi ad ossmarle. S. Gregario M q n o dicewa: non credo che il
panno prenda così facilmente il colore,il vaso I'odore, quanto gli inferiori
prendono la maniera di essere dei loro Superiori... n.
C) Vigili perchè anche i superiori immediati, il Pre-
fetto, il Catechista, il Consigliere Scolastico, adempiano i

14.10 Page 140

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268
- VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
doveri ad essi particolarmente affidati; tenga ogni quindici
giorni una conferenza a tutti i confratelli; ascolti i rendiconti;
non abbrevi la lettura a tavola « o cominciandola dopo la
minestra, o finendola ordinariamente prima della frutta a,
e provveda che si compiano bene tutte le pratiche di pietà,
compreso l'esercizio della buona morte.
d) (1 Colgo l'occasione di questa circolare per confi-
darvi una pena che mi affligge profondamente.
>)Daquanto mi fu riferito, il così detto modernimo, contro il
quale il Papa ed i Vescovi hanno alzato chiaramente I'autorevole voce,
è riuscito a penetrare nelle case Salesiane. Alcuni chierici e giovani
sacerdoti con mezzi che forse sono un'infrazione del voto di povertà
e di ubbidienza si sarebbero procurati libri e riviste, che se non pro-
pugnano dottrine apertamente contrarie agli insegnamentidella Chiesa,
possono tornare ai giovani lettori di gravissimo pericolo. Si ha special-
mente a deplorare nei loro autori un vivo desiderio di novità, un sen-
sibile piacere di dare una smentita ai dottori maggiormente stimati
dai cattolici e screditare le credenze del popolo cristiano. E pur troppo
si ha ragione di credere che tali letture abbiano prodotto funesto ef-
fetto in alcuni confratelli... ».Si vegli « perche tali libri e riviste non
penetrino nelle vostre case, perchè i chierici e i giovani sacerdoti non
perdano il tempo nella lettura di giornali I).
e) (1 Certi confratelli sacerdoti mancano di una vera
direzione», e sovente essi non fanno le pratiche di pietà
in comune, non prendono parte all'esercizio della buona
morte, e neppure sono chiamati al rendiconto)). Questo 6 è
un gran male; le sue conseguenze potrebbero essew funeste )>.
Vinta ogni ripugnanza ad ammonire, si avvwino anche quelli (1 che
commettessero qualche errore nel celebrare la S. Messa o la celebras-
sero con eccessiva prestezza o senza premettere la debita preparazione
o senza far seguire il dovuto ringraziamento, che non deve, come sa-
pete, limitarsi a qualche minuto. Un santo religioso, che amava di
tenerissimo affetto la nostra Congregazione, faceva voti perchè la
compostezza della persona e la esattezza delle cerimonie fosse il distin-
tivo dei ~alesiani.^».
Si chiamino tutti i sacerdoti. senz'eccezione. alla soluzione dei
casi mensili; e, per compier l'opera, con prudenza e belle maniere si
esortino i conf.ratelli, specie i sacerdoti, a valersi di preferenza di
confessori salesiani: e l'unità di spirito e di direzione è tale vantaggio
VIII - Nuovi wiaggi all'Estero
269
per una comunità religiosa che non dovrebbero sembrarcigravi i sacrifid
per procurarcela n.
Chiudeva con questo pensiero:
P Più che la mia parola v i stimoli a più perfetta osservanza la brama
di meritare che la Chiesa presto dichiae VENERABILE il nostro amatzk-
simo Don Bosco D.
In un poscritto aggiungeva:
« Fayete un gran piacere a me, se leggerete questa lettera posatamate
e se la rileggerete ancora altre volte, standomi molto a cuore le raccoman-
dazioni qui contenute.
o Quest'anno avrd bisogno di scrivervi altre volte: vogliate sempre
accogliere le mie lettere come parole di un padre che molto v i ama e sente
il bisogno del vostro aiutopel buon andamentodella cara nostra Società... 8.
L'II novembre assisteva alla premiazione degli artigiani,
che rivestì un carattere solenne per la presenza dei rappresen-
tanti del Prefetto, del Sindaco, del Procuratore del Re, e
della Camera di Commercio. Dei 350 alunni più di trenta
ottennero il diploma di abilità nella loro professione, premu-
rosamente ricercati da importanti ditte e case commerciali;
ed uscendo dalYOratorio riscuotevano, complessivamente,
come comparticipazione agli utili dei lavori compiuti - oltre
la somma spesa durante il quinquennio per minuti piaceri
e particolari bisogni - più di cinquemila lire.
Un'altra soddisfazione ebbe il Servo di Dio dal plauso
che riscosse l'Opera di Don Bosco alla Mostra degli Italiani
a Milano, alla quale si era preso parte con numerose colle-
zioni fotografiche, grandi albums, quadri, statistiche, mono-
grafie e documenti, illustranti tre sfere d'azione: 10 istituti
d'educazione e di beneficenza; 20 evangelizzazione e coloniz-
zazione di popoli selvaggi; 3 O assistenza degli emigrati.
Dalla statistica documentata apparivano 164 case sale-
siane con 72 istituti d'arti e mestieri o di agricoltura con
5170 alunni; 106 collegi-convitti con 5888 alunni interni;
95 esternati con 12819 alunni, 1x5 oratori festivi con 24883
giovinetti assidui, quindi con almeno 30000 iscritti.
Anche 1'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice figurava

15 Pages 141-150

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15.1 Page 141

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- 270 VI Successoie di Don Bosco - Secondo decennio
con 106 fondazioni, 48 convitti collegi-convitti con 4500
educande interne, 5 scuole normali con 50 licenziate nel 1905,
6 scuole artigiane professionali con 1460 alunne, 63 labora-
tori con 3700 allieve, 9 asili d'infanzia con 1120 bimbi,
8 orfanotrofi con 800 orfanine, 75 Oratori festivi con 32.000
giovani inscritte e 29.450 frequentanti, 7 case di missione
con 950 indigeni, 5 ospedali con 1300 ammalati curati an-
nualmente.
E Don Rua aveva la consolazione di veder l'Opera
altamente encomiata e onorata del Gran Premio, e ne be-
nediceva pubblicamente il Signore.
I1 Signore continuava ad alternargli le rose con le spine
più pungenti. I1 13 dicembre, come diremo, l'edifizio an-
nesso alla nostra chiesa parrocchiale del S. Cuore in Londra
veniva distrutto da un incendio, e non era l'ultima disgrazia
che doveva sopportare il Servo di Dio, mentre si avvicinava
il giorno che avrebbe dovuto salire... il Calvario!
Per6 q malgrado le tribolazioni e le persecuzioni- egli di-
ceva - si può operare il bene )>; ed era sempre al lavoro.
L'II novembre a Chieri, nell'Istituto di S. Teresa,
illustrava la necessità e i frutti della preghiera, prendendo gli
spunti dalla vita della Santa Titolare, e palesava il piacere
che provava nel parlare di S. Teresa, <iavendo avuto la con-
solazione di visitare il convento dove visse, di vedere la cella
dove è morta, e venerare il suo cuore, e celebrare con una pia-
neta ricamata dalle sue sante mani...».
I1 18 novembre teneva conferenza ai confratelli dell'Ora-
torio sull'obbedienza anche nelle cose piccole, coll'adempiere
ogni dovere comune e particolare con esattezza, senza la-
sciarsi ingannare da nessuno, neppure da chi con le più
speciose ragioni cercasse di dissuaderli. a Non prestate fede
a costoro!... ma chi 9%cerca di dissuadervi è i2 demonio, perchè
egli sa che il nerbo delle Congregazioni religiose è Pobbedienza;
perciò con ogni speciale pretesto cerca distrarcene ».
Il 16 dicembre, nell'Istituto di S. Giouanni Evangelista
in Torino, parlava alle Figlie dell'Addolorata, congratulan-
dosi per il duplice scopo dell'associazione: compatire e con-
solare la Vergine Addolorata ed imitarla. << Voi volete conso-
--
- VIII Nuovi viaggi all'Estevo
271
larla col vostro amore, colla vostra divozione, con le pratiche
di pietà i n suo onore. Bene, continuate. Volete imitarla. E un
eccellente modello di fortezza e r&segnazione. Miratela addo-
lornta da essere la regina dei martiri, ma rassegnata, non
puerimoniosa nelle tribolazioni )).
Agli alunni interni raccomandava di stare allegri e in
pari tempo di essere buoni: modestia vestra nota sit omnibw
hmzinibw; agli esterni di fare del loro Oratorio un oratorio
modello.
I1 30 dicembre teneva conferenza alle Figlie di Maria
Ausiliatrice della casa di Torino, sull'osservanza delle Re-
gole e sulla pratica dell'umiltà. Eccone un ampio riassunto:
Siamo al termine dell'anno 1906, ed in procinto d'incominciare
il 1907;ed io sono persuaso che tutte siete animate da due sentimenti:
il primo di riconoscenza verso il Signore pei benefizi ricevuti nell'anno,
e quindi desiderose di rendergliene le dovute grazie, ed è ben giusto
che domani qui nella vostra cappella si canti un soleme Te Deum,
in ringraziamento dei beneiizi ricevuti da Dio; il secondo di desi-
derare di passar bene il nuovo anno, Ma per passar bene l'amo, è
necessario che in casa tutto proceda con ordine, tutto vada e cam-
mini bene; bene nelle relazioni di carità, buona armonia, pace con le
sorelle; bene nelle relazioni di cari&, zelo, pazienza, buone relazioni
colle ragazze, e giovani dell'oratorio, del laboratorio; bene nelle rela-
zioni di carità, prudenza cogli esterni. Per passar bene l'anno, occorre
altresì che ognuna intraprenda con nuovo fervore l'opera della sua
santificazione.
Ogni qualvolta ricevo vostre lettere, sento raccomandarmi: << Pre-
ghi per me, o Padre, perchè mi possa far santat I). Vedo quindi che
ognuna ha quest'altro pio desiderio, ed è giusto, commendevole il
bramare la nostra perfezione, il tendere alla medesima.
I. Ma vediam un po' come si può ottenere che nel nuovo anno le
cose procedano bene in casa. Per questo avete una guida sicura nelle
vostre Costituzioni. Non crediate però, che queste nuove Costitu-
zioni siano state radicalmente cambiate dalle primitive! Sono ancora
quelle che avete ricevuto da Don Bosco, colla sola differenza che la
Chiesa vi ha introdotta qualche modificazione, che avrebbe introdotta
Don Bosco medesimo, se si fosse trovato ai nostri tempi. I tempi ora
sono cambiati, e certe cose che a quei tempi si adattavano, non sa-
rebbero più convenienti ai tempi attuali. Inoltre, Don Bosco, quando
ci diede le S. Regole, non aveva sott'occhio le Norme date dalla Chiesa
nel 1901, riguardo alle Congregazioni Religiose, così grandemente
aumentate ai nostri tempi. Dovette la Chiesa, prender delle misure

15.2 Page 142

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272
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
a convenientemente regolare ed ordinare queste Congregazioni, che
si vanno sempre più moltiplicando. La Chiesa ha inoltre preso in
considerazione lo sviluppo grandissimo della vostra Congregazione.
Quando viveva Don Bosco, eravate tuttora ~ochissime;quando vi
diede le S. Regole, eravate una quindicina, o poco più, mentre ora
formate un corpo di parecchie migliaia, il quale oramai occupa una
gran parte del mondo. E la Chiesa che ha occhio a tutte le opere di
cristiana pietà, e tanto più si prende cura sollecita delle Congrega-
zioni Religiose, ha voluto nel 1901 dare norme generali pel governo
di tutte le Congregazioni di qualche importanza.
Tutto questo è bene che lo sappiate, ma l'essenziale è che queste
vostre Costituzioni voi le conosciate, le impariate bene, e le prati-
chiate con tutta diligenza.
S'intende che per impararle, bisogna leggerle, bisogna studiarle.
Avrete sentito dire del regalo fatto da Dio al Profeta Ezechiele. Il
Signore gli diede un libro, un volume dicendogli: <Pirendi questo
libro, e mangialo, diuoralo>>I.1 profeta uhbidi, prese il libro, lo mangiò,
lo divorò tutto come gli era stato ordinato. Dapprima lo trovò duro,
amaro, disgustoso e dovette con molta ripugnanza ingoiarlo; ma poi
sentì un gusto soave, dolce, e si senti corroborare, si sentì veramente
bene l
Ora anche a Voi il Signore regalò un libro, un volume, cioè le
Costituzioni.
Prima ve lo regalò per mezzo di Don Bosco, ed ora ve lo regala,
ritoccato, autenticato dal Sommo Pontefice, il quale se è infallibile
nella definizione delle verità di Fede, pure è certamente tale in tutto
ciò che stabilisce pel bene dei suoi figli, della sua Chiesa! Tenetelo,
adunque, caro questo volume prezioso, e divoratelo: non mettetelo
perb tra i denti, come i bambini, ma leggetelo attentamente. Con-
frontatelo con la vostra condotta, esaminate il vostro modo di operare,
in conformità delle Costituzioni; e ove troviate qualche disaccordo,
qualche dissonanza, procurate di correggerlo, emendarlo, confor-
marlo alle norme da quelle prescritte.
Si, dimostrate la vostra riconoscenza al Signore collo studio anche
a memoria, se è possibile, delle Costituzioni. Altrimenti, leggetele
molto, studiandovi di praticarle con ogni diligenza. Siano esse le
Costituzioni, il vostro Codice. Se avete talvolta parlato con awocati
o con notai, li avete forse più volte sentiti dire: a Secondo il Codice,
all'articolo tale, o tal altro...>>.Nel Codice sono le costituzioni, la
norma delle loro discussioni, delle loro decisioni. Così voi, quando
avete qualche dubbio su ciò che dovete fare, o dire, consultate le
Costituzioni, ed operate secondo esse vi prescrivono. Nelle case, dove
si osservano le Costituzioni, le cose vanno bene, procedono con ordine,
vi è armonia e pace! All'incontro se le cose non vanno bene, vuol dire
che o una, o alcuna, o quasi tutte, non osservano le Costituzioni. Si,
-- ~ ~~
- VIII Nuovi wìaggz' all'8stero
273
ecco le condizioni perchè in una casa regni la pace, la carità, e si goda
un continuo benessere materiale e spirituale.
I l . Passiamo ora al secondo punto, cioè al desiderio' della nostra
santificazione... Sia sempre in voi vivo questo santo desiderio, perchè
il Signore, se dei semplici cristiani si contenta sieno buoni, non così
dei Religiosi. Ei vuole che i Religiosi si facciano non solo buoni, ma
santi,, perfetti! È necessario quindi, anzitutto, studiare quali sono i
mezzl di raggiungere questa perfezione. Le Costituzioni ci offrono
i mezzi per avanzarci nella santità.
I1 10 di tali mezzi lo abbiamo nelle pratiche dipietà: la S. Comu-
nione, la Confessione settimanale che ci guarisce dalle infennità del-
l'anima e ci fa camminare speditamente nella via della santificazione.
Le preghiere del mattino e della sera sono pure mezzi per avanzarci
nelle vie della perfezione e farci sante. I rendiconti, le conferenze, il
ritiro mensile, sono mezzi che Iddio ci dà per progredire nelle vie
della virtù! Sappiate approfittare di questi mezzi. Non fate le pra-
tiche di pietà per abitudine, no! chè non otterreste in questo modo
quell'abbondanza di grazie, che sono tanto necessarie alla vostra
santificazione. Per es. la S. Comunione, fatta per abitudine, farà buon
effetto nell'animo vostro, ma non vi apporterà quell'abbondanza di
sfrauntttiit,à,chceo,mneutarvevnideonel'adneilmlea,Clo'amwuinainooniafagtrtaencdoi npassasni tpoerfelravovriea..d.eSllae
vi confesserete per abitudine, non già per correggervi dei vostri di-
fetti e male inclinazioni, la Confessione cancellerà sì le vostre man-
canze, ma non vi darà l'aiuto necessario a sradicare le male erbe, e farvi
crescere nella virtù. Così sia detto di tutti gli altri esercizi di pietà.
Però bisogna persuadersi che l'opera di nostra santificazione non
pub attuarsi in un momento, ma si può invece paragonare ad un
grande edificio. Per costruire un edificio, s'incomincia dalle fonda-
menta; s'innalzano poi i muri, infine il tetto. Cosi noi santifich'1amo
l'anima nostra a poco a poco; dobbiamo credere di poter acquistare
in un istante la santità. Iddio generalmente chiama alla santità per vie
ordinarie; raramente per vie straordinarie, con mutamenti subiti e
repentini, come nella conversione di San Paolo, che da tristo perse-
' cutore della Religione di Cristo, in un subito ne divenne l'Apostolo
più zelante. Fu sulla via di Damasco, come sapete, che lo chiamb,
mentre egli con empio proposito s'accingeva a perseguitare i primi-
tivi cristiani. Colpito da insolita luce e da misteriosa voce che grida:
e Saulo, Saulo,
sferza, sprona,
pmearchilècamvialploernsoengusiitia?I»za.6..
atterrato col suo
Èallora forzato a
cavallo...
chiedere:
Signore, chi siete Voi?I) e gli è risposto: H Io sono Gesù Nazareno,
e tu perseguitando i miei, perseguiti me; dura cosa ti è ricalcitrare ,
contro lo stimolor. Allora soggiunse Paolo: u Ebbene, Signore, che
vuoi ch'io faccia?a. «Alzati, gli concluse la voce, va' a Damasco, e
quivi ti sarà detto quanto hai da fare ». Allora Paolo si alzb da terra,

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274 V I - Successore d i Don Bosco - Secondo decennio
ma s'accorse d'essere divenuto cieco. Fattosi condurre a Damasco,
ecco che qui fu battezzato dal discepolo Anania, e tosto gli caddero
dagli occhi alcune squame, ed ei riebbe la vista. Dietro tal fatto, Paolo
fu totalmente mutato, e si pose tosto con zelo a predicare il Vangelo.
Ed ecco in
della grazia
PchaoeloneufnaasucobnitvoeursnioSnaensttor,aourndifnearvriean,teunApefofsettotolo!r.e..pentino
Ma la più grande parte delle anime, ripeto, Iddio le guida alla
santità per una via ordinaria, vuole si facciano sante a poco a poco.
Quindi l'opera della vostra santificazione deve consistere in un lavoro
continuo, assiduo,
germogli del male,
diligente,
le cattive
diretto a
erbe dei
vsizrai.d..i,cadreei
dal vostro
difetti, per
cuore i
fare in
loro a poco a poco germogliare e crescere le virtù!
Si, la vostra santità, è simile ad un edifizio, che non si costruisce
che a parte, con tempo e fatica, incominciando dalla base, cioè dalle
fondamenta. Vengono poi i muri, indi il tetto. Costruito l'edificio, si
abbellisce con ornamenti architettonici e d'altro genere, a renderlo
più estetico, ricco e grazioso. E poi? E poi, costruito l'edificio, bisogna
custodirlo, invigilare attentamente onde non si guasti, o per incuria
o trascuratezza sia esposto ai guasti, e, a poco a poco, alla rovina.
Bisogna essere vigilanti, onde l'edifizio non abbia a patire detri-
mento: ora sarà l'umidità che ne rovina qualche parte, ora qualche
riparazione ritardata che mette in pericolo di guasti considerevoli
un'altra parte, onde con l'incuria pub un ediiizio, per solido e gran-
dioso che sia, finire colla rovina e la distruzione! Cosi voi, raggiunto
un certo grado di perfezione e di santità, dovete colla preghiera e
colla vigilanza conservare ciò che con grande e lunga fatica avete
acauistato......
Per costruire un edificio s'incomincia dalle fondamenta, che è la
parte essenziale, quella che lo deve sostenere. Infatti, quando si ha
da comperare una casa, le persone intelligenti guardano che sieno
buone due sole parti della medesima, le fondamenta ed il tetto. Se ci
sono queste due condizioni, la casa è solida, e benchè bisognevole di
molte riparazioni è sempre un buon acquisto, e, riparata, sarà una
buona e durevole casa. Al contrario, se le fondamenta non sono solide,
riparate quanto volete, sarà tutto inutile, essa minaccia rovina ad
ogni istante, e non tarderà a crollare.
Ora il fondamento dell'edificio di nostra santificazione, dice
Sant'Agostino, è l'umiltà; vuoi edificare un buon edificio di santità?
Metti un buon fondamento di umiltà. Quanto più profonda sarà la
nostra umiltà, tanto più grande e solido sarà l'edificio della nostra
santità.
In questo nuovo anno, mettete dunque uno studio speciale nel
praticare l'umiltà. L'umiltà consiste nel conoscere noi medesimi,
nel parlare male di noi medesimi col dire:. (i10 sono una cattiva,
buona a nulla, un'indegna e simili)), bensì nell'essere realmen
- V I I I Nuovi viaggi all%stero
275
sinceramente convinti che siamo buoni a niente. Iddio, per mezzo
delle Sacre Carte, dice: (i Da voi medesimi siete buoni a far niente)).
Se vi riesce a fare del bene, non insuperbitevi, e riconoscete che è,
perchè il Signore vi ha aiutate. Tenendoci bassi in questi sentimenti
di umiltà, ci sarà facile riconoscere la nostra debolezza, e ricorreremo
quindi alla preghiera, onde meritare dal Signore gli aiuti necessari per
fare il bene e riuscir in tutto cib che dovremo intraprendere. Una cosa
che molto ci gioverà per ben stabilirci nell'umiltà sarà il ricordarci dei
nostri difetti, delle nostre miserie passate, anche degli sbagli commessi
nell'amministrazione, nella direzione, nel disimpegno di quanto ci
era stato commesso. Quando uno si ricorda delle mancanze e degli
sbagli passati e riconosce i presenti, riceve con facilità le correzioni
che gli vengono fatte. Se si sente correggere, esortare ad emendarsi,
non s'impermalisce, non si risente prendendosela coi Superiori, che
hanno la carità e la franchezza di mettergli sott'occhio i suoi difetti e
mancamenti.
Spesso noi non conosciamo i nostri difetti e abbiamo bisogno che
altri ci usi la carità di farceli osservare. Un favoleggiatoreantico diceva
che Giove aveva dato agli uomini due bisacce, una davanti per i di-
fetti altrui, ed una di dietro per i difetti proprii. E voleva con questo
significare che noi siamo più disposti e inclinati a conoscere i difetti
degli altri anzichè i nostri.
Ora, se vogliamo davvero emendarci, dobbiamo prendere con
umiltà le correzioni. L'amor proprio l'abbiamo tutti, è figlio della
superbia: quando ci sentiamo correggere, ci sentiamo interamente
- rivoltare contro di chi ci pone sott'occhio i nostri mancamenti, ci
sentiamo ribollire il sangue, ci sentiamo ribellare contro chi ci umilia,
correggendoci.
Reprimiamo allora queste suggestioni dell'amor proprio e della
superbia, e trionfiamo coi sentimenti dell'umiltà. Se i Superiori ci
esortano, ci riprendono, non questioniamo, non rissiamo per volerci
difendere col mostrare che il torto non è nostro, altrimenti essi non
oseranno più dirci Ia verità, e ci lasceranno nei nostri difetti. Se invece
vedono che noi li ringraziamo e siamo contenti che ci avvertano, ci
continueranno la carità di correggerci, e noi ci emenderemo.
Ecco il fondamento che voi dovete mettere per avanzarvi nella via
dell'umiltà e della santità. Studiate in che consiste l'umiltà, e procu-
rate di metterla in pratica: 10 Col conoscere voi stesse e persuadervi
che da voi sole siete niente e buone a niente, ma solo capaci a com-
mettere del male e degli sbagli: zO coll'accettare umilmente le corre-
zioni e le riprensioni che vi vengono fatte.
Per il 1907 dava come "strenna,, a tutti, salesiani ed
llievi: << 10 Frequente Comunione colla debita preparazione
e conveniente ringraziamento, non mai più breve d'un quarto

15.4 Page 144

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76
- VZ - Successore di Don Bosco Secondo decennio
-d'ora; 20 A< mattino appena svegliati dire la giadatoria:
Dolce Cuore del mio Gesù, fa' che io t'ami sempre piu )>. Nel
a egli stesso all'Oratorio, incoraggiava chi si sen-
to, ad accostarsi alla Comunione col consiglio del
anche quotidianamente.
l pensiero a Dio ogni giorno, appena svegliati,
andazione che faceva abitualmente, in pub-
to. Una Figlia di Maria Ausiliatrice gli aveva
%Ogni
tto, ed egli
mattina appena
per iscritto le rispondeva
svegliata dirò a me stessa:
c-osì:Ecco
un nuovo giorno che la Divina P r o v v i b a mi concede d'in-
cominciare. Voglio impiegarlo in onore della celeste Madre
Maria Aw7iatrice. Dolce Madre mia Maria, siate la salvexza
-
I X - Don Bosco Venerabile e <i i Fatti di Varazze» 277
IX
DON BOSCO VENERABILE
E 4 I F A T T I D I VARAZZE B
1907.
Sollecitudini per le Figlie di Maria Ausiliatrice e impressioni edificanti.
- Chiede soccorsi stendendo la mano, (icome un povero in cerca di
- elemosina I). Il 3 I gennaio ricordando come 19 anni prima, per non
resistere alla volontà di Dio,'avate piegato la fronte e assunto il
governo della Società, per veder fiorire lo spirito del Fondatore dava
ai Salesiani santi e saggi comgli per la pratica esemplare della $0-
- vertà. V a a Penango e a Moncalvo per la festa e la conferenza di
- S.FrancescodiSales. A Mondoui per la Messa d'oro del prof. Don
Terreno e l'inaugurazione dell'Oratorio festivo; predica in San Fi-
lippo e in Cattedrale, e al Santuario presso Vico. - Cinquantenario
- di Sa& Domenico. A Chieri.- Inaugurazione del Circolo G. Bosco
in Torizo.- Visita le case di Varazze, Alassio, Bordighera, Savona,
S . Pier d'Arena, Spezia, Pisa, Colle Salvetti, Firenze, Figline; e
assiste al IIIO Congresso degliOratori festivie delle Scuole di Religione
- a Faenza. Prosegue le mXte alle case di Lugo, Ravenna, Bologna,
Parma, Modena, Legnago, Este, Ferrara, Conegliano Veneto,
S. Vito al Taglì@mento,Mogliano, Schio, Trenta,' V m a , Milano,
- Novara. - Se avesse voluto, avrebbe potuto far miracoli! Alle
feste di Maria Aw'liatrice. - Torna a Milano, e si reca anche a
- Treviglio, Iseo e Maroggia. Alla festa di S. Giovanni il teol.
Giacinto Ballesio plaude a Don Rua a sacwdote santo, austero, mite
e soaven.- Gli ex-allievi gli offrono due altari pel coro di Maria
Audiatike e recitano l'ultimo De profundis sulla tomba del Padre.
- Care impressioni delle recenti *te alle case. -Predica all'oratorio

15.5 Page 145

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- 278 V I Successore di Don Bosco - Secondo decennio
di S. L e i , a Sassi, Superga, Perosa Argentina; scende a Pinerolo;
e t m a Torino. -Raccomandazioni agli ispettori da inculcare du-
rantegli esercizi di quell'anno. - I1 24 luglio Pio X firma il Demeto
- dell'lntroduzione della Causa di Don Bosco. I l Card. Vives y Tuto
esalta la santità del Venerabile, e chiama Don Rua (I una relipia
- - ulitente di Don Bosco 1). Dopo gli Osanna i Crucifige!... <'Don
Riva! Don Riva!,,. - Scoppiio della trama infernale ordita dalla
- massoneria! I "Fatti di Varazze,,. - Le scene schfose del 79. luglio.
- S'intima a i collegiali d'uscir di chiesa, dove ascoltavano la Messa
- e i Salesiani son cacciati in una scuola. Due erano i falsi testimoni
della losca congiura: un ragazzo <I degenerato con idee paranoidi...,
completamente irresponsabile a termine dell'art. 46 del Codice Pe-
nale..., un soggetto pcricoZoso alla società..., che richiede un oppor-
tuno isolamento dal civile cmorzio u, figlio illegittimo di Vincenzina
Besson...;e costei, (iuna fatua, con qualche nota isteroide...s, (1 dietro
incessanti sobillazioni di estranei, interessati a suscitare uno scandalo
- - antàclericale I). Come si compi l'interrogatorio... Igiornali pubbli-
cano minutamentele oscenitàdescrittenel (I Diario...I), preparato dalla
sètta... - Due salesiani son tratti in carcere. - Si vorrebbe lo scio-
- pero generale! Sorge un coro di proteste! e il Servo di Dio nomina
- un collegio d'avvocati per dar querela ai calunniatori. Prezioso
- interessamento del comm. Giovanni Possetto. Commovente dichiara-
zione del Servo di Dio: (I Vengono purtroppo, con me colpevole, se-
condo il volere di Dio colpiti anche i buoni e gli innocenti! ».- Mi-
nacciadiquerele aigiornali eproteste alle autorità locali e minkteriali.
- - L'effetto è quasi immediato; i giornali battono in ritirata. A
- Varazze s'inneggia alla Religione,a Don Bosco e ai Salesiani!... I1
Servo di Dio annunzia alle case il Decreto dellJIntroduzione della
Causa di Don Bosco, e accenna agli @ avvenimenti che vennero tosto
ad intorbidare la nostra letizia I). - I l cielo si rasserena; i due incar-
cerati vengono messi in libertà, e tutta Varazze s'effonde in entu-
- siastiche dimostrazioni d'affetto e di stima ai salesiani. Forse in
queigiorni il Servo di Dio fece voto di pellegrinare in Terra Santa!...
- Sempre al lavoro, continua a prender parte alla chiusq dei corsi
' esercizi spirituali. - Ricordi agli aspiranti, ai direttori, agli ordi-
- - ndi. Celebra a S. Benigno la festa del S. Cuore. Annunzia di
voler ultimare al più presto il Tempio di S. Manh Liberatrice
- in Roma quale omaggio a Pio X nel suo GizrbileoSacerdotale. Si
I X - Don Bosco Venerabile e i(I Fatti di Varazzen 279
reca a Nizzaper la chiusa del VI0 Capitolo Generale, mostrando
- tutto il suo affettuoso interessamento paterno per l'Istituto. Pelle-
grinaggio dei torinesi a Valsalice, il 29 settembre, per commemo~are
Don Bosco Venerabile. - È offerto al Servo di Dio un calice d'oro
e riceve cordiali rallegramenti da tutto il mondo. - Dà l'addio a
- nuovi missionari. Continua le sue conferenze alle Figlie di Maria
Ausiliatrice e ai Salesiani: a Torino, Lombnasco, S. Benigno,
F o g l k o , Canelli, Ivrea. - Benedice il matrimonio di una proni-
pote. - Prende parte alle feste di Nixxa per l'introduzione della
Causa di Don Bosco. - Ecco i suoi pensieri alla fine di quell'anno:
(i Sempre avanti con coraggio nel bene, ricavando profitto dalle d f -
ferenti vicende, prospere od avver.se! )>.
Sul principio del 1907tornava a Nizza Monferrato. Ne
vedeva il bisogno e d'accordo coll'Ordinario di Acqui conti-
nuava ad avere per il Consiglio Superiore delle Figlie, di
Maria Ausiliatrice quelle paterne premure che riteneva in-
dispensabili, con tutto l'ossequio alle nuove disposizioni
della S. Congregazione dei Vescovi e Regolari.
Le stesse sollecitudini nella maniera più prudente rac-
comandava agli ispettori. Scriveva ad uno di essi:
«Anche verso le Figlie di Maria Ausiliatrice ti raccomando
qualche rzguardo speciale per casi che abbiano bisogno di con-
siglio o di qualche aiuto ed assistenza. Con esse non hai da
esercitare autorità, bensi particolari riguardi per la comune
orkine. Non occorre però visitarle troppo sovente, anzi conviene
le visite siano piuttosto rare. Quanto all'amministrazione dei
Sacramenti devono rivolgersi all'Autorità Ecclesiastica locale;
da questa riceverete voi gli ordini o gli inviti a prestar l'opera
vostra in h o favore, come da essa riceverete le facoltà neces-
sarie per l'esercizio del sacro ministero. Saprai che per confes-
sare nelle case rel&iose femminili e nei loro collegi vogliono
facoltà pmticolari e che tm confessore ordinario deve durare
solamente tre anni in tale esercizio I).
Ad un altro diceva:
a Qualche tempo fa ti scriveva raccomandandoti di non
lasciarti rubare il tempo dalle cure delle Suore. Spero che tu
avrai messo in pratica i consigEi che ti dava in poposito. Devi

15.6 Page 146

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in cui la comunità si trova in chiesa per la recita delle pre-
ghiere serali. Prima ancora di portarsi dai Salesiani, si reca
da noi in chiesa per darci la buona notte, secondo la pia
usanza delle Case Salesiane. E dapprima manifesta una sua
grande pena, comunicando la dolorosa notizia della morte
repentina awenuta in Torino in questi ultimi giorni d'un
suo amatissimo confratello, Don Giuseppe Bologna, ispettore
delle case di Francia, raccomandandone caldamente l'anima
alle preghiere della comunità. In seguito lascia un buon
pensiero per disporre meglio gli animi alla solennità del-
l'Epifania, raccomandando particolarmente di prepararsi ad
una Santa Comunione.
n I1 giorno 6 il veneratissimo Superiore celebra la Messa
della Comunità e distribuisce la S. Comunione, dando la
preferenza a sei fanciulle educande che la ricevono per la
prima volta, e facendo precedere un devoto fervorino.
)) Indi il venerato Padre presiede la funzione della santa
vestizione e si degna darvi compimento con un discorso
d'occasione, nel quale fa apprezzare la vocazione religiosa
come la grazia più grande che Dio possa fare dopo quella del
battesimo; raccomanda caldamente di rispettare l'abito re-
ligioso; <i abito, egli dice, che ci rende tanto divvwsi dalle altre
persone, abito che ci predica continuamente come dobbiamo es-
esser morti al moizdo, alle sue vanità, alla nostra volontà, abito
che dobbiamo amare e baciare ogni giorno, qual segno di rico-
noscenza al buon Dio.
»Alla sera vi fu canto del vespro e solenne Benedizione
di Gesù Sacramentato, impartita dal signor Don Rua, pre-
ceduta dalla predica del giorno e detta da lui stesso. Egli si
degna ancora assistere all'accademia tenuta dalle brave edu-
cande in omaggio al venerato Superiore, accademia riusci-
tissima e che egli chiama magnifica.
1) Quindi ha la bontà d'annunziarci la Strenna di Gesù
Bambino per l'anno 1907: "Venite sovente a ricevermi nella
S. Comunione,, e raccomanda di far sovente la S. Comunione,
ma di disporvisi bene, impiegando almeno un quarto d'ora
nella preparazione e un altro quarto d'ora nel ringraziamento.
In fìne imparte la sua benedizione alla grande famiglia e,
qual padre che ama e teme, raccomanda ancora: " A l mat-
tino appena svegliate, alla sera prima di prender sonno, ripe-
tete di cuore la giaculatoria: - Dolce Cuor del mio Gesù, fa'
ch'io t'ami sempre più,,.
e » I1 &orno 7 il ven.mo Superiore va a celebrare la S. Messa
al ~ o v g i a t o , vi passa
tutta la giornata.
1) I1 giorno 8... celebra la S. Messa per tempissimo e
parte per Torino alle ore 6. Con la sua benedizione ci lascia
il ricordo della sua grande carità a nostro riguardo e l'esempio
delle sue eroiche virtù. Speriamo d'imitarlo per renderci
meno inde"gne di Lui e della nostra comune Madre Maria
Ausiliatrice )).
L'impressione lasciata da questa visita del Servo di Dio
non poteva esser più edificante; la Madre Generale all'indo-
mani senti il bisogno di scrivergli in questi termini: <(Col-
l'animo ancora commosso alla considerazione della sua grande
bontà, ripieno il cuore del più ardente desiderio di corri-
spondere nel possibile alle prove del suo inesplicabile affetto,
la seguo, amatissimo Padre, con queste linee, per mani-
festarle una volta più la mia riconoscenza, quella delle buone
Madri, delle Suore, Educande, della Casa tutta, per la pre-
ziosa sua visita, che ci ha lasciate tutte animate da nuovo
fervore.
S'ella, rev.mo Padre, potesse immaginare il bene che ci
fa la sola sua presenza, ne rimarrebbe consolato e ne glorifi-
cherebbe il Signore... Ella si è compiaciuta di chiamarci sue
figlie, ce l'ha voluto ripetere questo caro titolo; tutte, tutte,
ne abbiamo compreso l'efficacia; ed ora ci consideriamo for-
tunate di sentirci ancora unite a Lei con purissimo e santo
affetto. Mai Ella si è dimostrata più padre che in questa

15.7 Page 147

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282 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
circostanza!... Si direbbe che i'idea della separazione ha
rafforzato i vincoli ed unito più strettamente i cuori... Buon
Padre, interpreti ciò che non so spiegare e legga nell'animo
di ognuna delle Figlie sue l'ardente brama di appagare
ora e sempre anche l'ultimo de' suoi desideri)).
Con la data dell'Epifania inviava una nuova lettera ai
Cooperatori per stendere a tutti la mano come un povero
in cerca d'elemosina)). Le strettezze finanziarie si facevan
più gravi, perchè mentre si pagavano i debiti vecchi,
se ne dovevan fare dei nuovi per sostener le opere da ulti-
mare e riparare i danni prodotti dalle frequenti disgrazie.
Di quei giorni le offerte andavano scemando, ed il Servo
di Dio scriveva ai Cooperatori per destare il loro buon
cuore, che non mancava mai di venire in nostro aiuto in
ogni bisogno.
Alla scomparsa della parrocchia e della casa di S. Fran-
cisco di Califomia ed alla rovina delle Case di Valparaiso
e di Talca nel Chili, s'era aggiunta la nuova disgrazia av-
venuta in Inghilterra; e il Servo di Dio, con tutta familiarità
scrivendo ai Cooperatori, accennava particolarmente all'in-
cendio di Londra:
«Presso la nostra prima Casa di quella capitale, cui è
. annessa la fiorente Parrocchia del S. Cuore, sorgeva l'edifizio
destinato alle nostre scuole parrocchiali, frequentate da circa
500 alunni, tra cui molti anche protestanti. La bella fama
che dette scuole si erano acquistata ci faceva parer leggero
qualsiasi sacrifizio e amai stavamo per rassegnarci a nuove
spese per le indispensabili riparazioni al fabbricato richieste
dalla Commissione Municipale, quando alle 3 del mattino
del 13 dicembre u. S. una guardia di città scorse in fiamme
il silenzioso edifizio e ne diè subito l'allarme; accorsero i
nostri, accorsero i pompieri, ma era troppo tardi. L'interno
del palazzo, non si sa come, era completamente in fiamme
e in brev'ora, in mezzo al panico degli abitanti delle case
vicine, delle nostre scuole parrocchiali non rimasero che
i muri esterni. Mi è già stato comunicato che i lavori di
ricostruzione verranno cominciati quanto prima in confor-
mità alle prescrizioni della Commissione Municipale, ma
I X - Don Bosco Venerabile e < iFatti di Varazze>> 283
che la spesa tanto imprevista quanto incompatibile colle nostre
obbligazioni anteriori non sarà minore di circa 3000 sterline,
vale a dire 75.000 franchi! Eppure, se non si vuol rinunziare
all'educazione cristiana di ben 500 fanciulli e in un centro
tanto importante, bisognerà sobbarcarvisi...
o Il Signore poi, mentre volle provarci così terribilmente,
nelle disposizioni della sua Divina Provvidenza ha pur
permesso che raddoppiassero in altre parti i nostri bisogni e
contemporaneamente diminuissero assai i vostri soccorsi, Non
mi si ascriva questa dolorosa confessione ad irriverente la-
mento; avrei voluto tacerla...)>; ma i crescenti bisogni delle
missioni della Patagonia e della Terra del Fuoco, dell'Equa-
tore e del Brasile - solo per prowedere ai bisogni del Matto
Grosso aveva dovuto sobbarcarsi alla spesa di 50.000 lire -
non gliela permettevano; e tornando a rilevare la diminu-
zione delle offerte, <( io - diceva - non posso cìb ascrivere
al vostro buon cuore, ma piuttosto alle voci di quelli che incola-
sideratamente, e talvolta fmse malignamente, ma sempre a
rovescio della realtà, vanno ripetendo che Don Rua e i Sale-
siani sono ricchi. Quest'idea in alcuni forse è nata dal vedere
lo sviluppo dell'opera Salesiana; invece io debbo ricordarvi
che lo sviluppo e la vitalità dell'opera di Don Bosco interamente
dipendono, e sempre dipenderanno, dalla vostra cooperazione.
n Quindi, essendo proprio in eccezionali strettezze, non posso
trattenermi, o buoni Cooperatori e generose Cooperatrici, dallo
stendervi umilmente la mano, come la stenderebbe un povero
in cerca di elemosina...!>>.
Vedendo nelle particolari strettezze anche un monito
della Provvidenza, il Servo di Dio << nel giorno del nostro gran
lutto», nel XIXO anniversario della morte di Don Bosco.
<<pensandcohe da questa data memorabile ne verrebbe alla sua
parola una particolare efficacia, e che non si potrebbe meglio
celebrare l'anniversario della mmte di Don Bosco, che col ri-
chiamarne in vigore lo spirito e col promettere d'imitarne le
virtù», inviava una lettera anche ai Salesiani.
I1 31 gennaio aveva per il Servo di Dio una particolare
ricordanza. G Per non resistere alla manifesta volontà di Dio )),
aveva dovuto, in quel giorno, ((piegarla fronte ed assumere

15.8 Page 148

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284
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
il governo della Pia Società. O p e s s o da un peso che sembrava
dovesse schiacciarmi, che poteva io fare di meglio, che gettarmi
come un bambino nelle braccia del nostro venerato Padre Don
Bosco e chiedergli quella forza che sentiva mancarmi? Prostrato
infatti davanti la fredda sua salma, piansi e pregai lungamente.
Gli parlai colla intima persuasione ch'egli mi ascoltasse; gli
confidai tutte le mie ambascie, come le mille volte aveva fatto
quando egli ancora in vita dimorava fra noi, ed io aveva la
bella sorte di vivere al suo jianco. M i parve che egli, colla dol-
cezza della sua parola, col mite suo sguardo sciogliesse le mie
dz.coltà, infondesse novello coraggio allo sfuzuciato mio cuore,
mi promettesse il suo valido appoggio. Egli è certo che mi rialzai
tutto mutato; tornd la calma al mio spirito, mi sentii abbastanza
di vigore per abbracciare quella pesantissima croce, che in quel
momento veniva posta sulle,"deboli mie spalle.
»Per dire tutta la verità conviene che aggiunga che, in
ricambio, feci al nostro buon Padre solenni promesse. Poichè
mi vedeva costretto a raccogliere la sua eredità ed a mettermi
a capo di quella Congregazione, che è la più grande delle sue
opere e che gli costò tante fatiche e sacr$zi, gli promisi che
nulla avrei risparmiato per conservare, per quanto stava in me,
intatto il SUO spirito, i suoi insegnamenti e le più minute tradi-
zioni della sua famiglia>).
Nel riandare i 19 anni trascorsi, mentre incontro molti
motivi di umiliarmi, provo pure un gran conforto nel vedere
che, per la pazia di Dio, non mi pare - diceva - esser mai
venuto meno alle mie promesse >)c,he gli vennero ripetutamente
ricordate anche dei Sommi Pontefici Leone XIII e Pio X
di <(conservare esattamente lo spirito del Fondatore D.
A queste rimembranze, sentiva il bisogno di trattenersi
in compagnia dei carissimi figli (sparsi su tutta la faccia
del globo)),per parlar loro di una virtù particolarmente cara
e vissuta da Don Bosco, la povertà, ((cheimpone gravi sa-
crifizi, come noi stessi ne abbiamo fatto le mille volte l'espe-
t-ienza I).
« L a povertà è il primo dei Consigli Evangelici, è il primo
atto che deve compiere chiunque voglia imitare più perfettamente
il nos2i.o divino modello, Gesù Cristo >).Di fatti gli Apostoli
- ZX Don Bosco Venerabile e <r i Fatti di Varazze» 285
e tutti i santi, che in tanti secoli illustrarono la Chiesa, pra-
ticarono la povertà. Anche <<niol stro venerato Padre visse
povero fino al termine della sua vita, e nutriva un amore eroico
alla povertà volontaria. Godeva quando toccavagli soffrire la
penuria delle cose necessarie. Apparve evidente il suo distacco
dai beni della terra, poichè avendo avuto tra mano immenso
danaro, non si vide mai in lui la minima sollecitudine di pro-
curarsi qualche soddisfazione temporale. Ei soleva dire: La
povertà bisogna averla nel cuore per praticarla. E Dio lo
ricompensò largamente della sua fiducia e della sua povertà,
sicchè riuscì ad iatraprendere opere che i princ@i stessi non
avrebbero osato, e a condurle felicemente a termine...
n E quando s'avvicind la sua fine, e in forma di testamento
volle per E'ultima volta mostrare quanto amasse i suoi figli, e
lasciar loro gli ultimi, affettuosi ricordi, il suo pensàero correva
in modo speciale alla pratica della povertà. Ecco le sue signifi-
tantissime parole: Vegliate e fate che nè l'amar del mondo,
nè l'affetto ai parenti, nè il desiderio d'una vita più agiata vi
muovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e
così trasgredire la professione religiosa, con cui ci siamo con-
sacrati al Signore. Niun riprenda ciò che ha dato a Dio...
Basterebbe che noi ricordassimo e meditassimo seriamente
queste poche righe per amare e praticare bene la povertà, per
chiudere prontamente la porta ad ogni abuso contro la me-
desima... 1).
Ed accennava quattro motivi che devono spingere i
Salesiani a questa osservanza:
10 Ne abbiamo fatto voto; siamo salesiani, quindi figli
della Società Salesiana: <(Come puO chiamarsi di lei figlio
colui che per spensikratezza e negligenza non ne pratica lo
spirito? Che dire tanto più di colui che attentasse di distruggere
questo spirito? E cosi farebbe realmente colui che non osserva
2 suo voto di povertà. Mentre le mancanze contro gli altri voti
possono rimanere più o meno nascoste, pelle contro la povertà
saltano maggiormente agli occhi, dànno
potrebbe in breve tempo assumere vaste
upnroepsoermzpioioni..f.uns.esto
che
n 20 L'intima relazione che corre tra la pratica di questa
virtù e il nostro individuale progresso wlla perfezone... Con

15.9 Page 149

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286 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
vrairgtiùo.n..e
S. Arnbrogio
E non voleva
chiama la povertà madre e nutrice delle
indicare questo il nostro Divin Maestro
quando pose per la prima la beatitudine della povertà? Essa è
il fondamento su cui si appoggiano gli altri sette gradini per
cui si arriva alla cima della perfezione... )>.
(<30 Noi lavoreremmo inutilmente, se il mondo non vedesse
e non si convincesse?che noi non cerchiamo ricchezze e comodità,
che noi siam fedeli al motto di Don Bosco: DA M IH I ANIMAS,
CETERA TOLLE! >).
40 E poi da tener conto che le opere di Don Bosco sono il
f m t t i d e ~ l icarità. Nel por mano aile grandi sue imprese egli
faceva unicamente assegnamento sulla Provvidenza, che rap-
presentata dai benemeriti suoi Cooperatori gli somministrò i
mexxi necessari. La loro carità cresce a misura che crescono
i bisogni... ed è necessario si sappia che molti fra i nostri bene-
fattori, poveri essH medesimi od appena modestamente agiati,
s'impongono gravissimi sacrifici per poterci aiutare. Oh! quante
volte desidero di avervi a testimonii di certe conversazioni, in
cui buoni Cooperatori svelano candidamente le sante industrie
con cui loro venne fatto di raggranellare quell'obolo che mi
presentano! Oh! se mi fosse dato farvi leggere certe lettere
intime! Allora si che comprendereste quanto dobbiamo amare
la povertà e praticare l'economia! Con qual cuore impieghe-
remmo quel denaro a procurarci comodità non adattata alla
nostra condizione? Sprecare il frutto di tanti sacrifin', anche
solo spendedo inconsideratamente, è una vera ingratitudine
verso Dio e verso i nostri benefattori)).
Quindi il dovere di praticare esattamente quanto pre-
scrivono le Costituxioni e le Deliberazioni organiche circa il
voto di povertà, col far vita comune, cioè coll'uniformarci
alla comunità riguardo al vitto, al vestito, e a tutto ciò che
è necessario, senza eccezioni, seguendo queste direttive:
voto
a)
di
p<toIvlerbtuào..n.
salesiano non si terrà pago
ma si sforzerà di giungere
di osservare il
a praticare la
virtù della povertà, che non solo ci spoglia delle cose terrene,
ma ancora di ogni affetto alle medesime. Anzi egli farà ancora
un passo più innanzi, arriverà a possedere lo spirito di povertà,
il che vuol dire che sarà veramente povero ne' suoi pensieri
IX - Don Bosco Venerabile e ( ( i Fatti di Vaiaz.%e>) 287
e desideri, apparirà tale nelle sue parole, si diporterà vera-
mente da povero nel suo vitto, nel vestito, nel modo di te-
nere la sua camera, in una parola riprodurrà in se stesso
l'esempio del povero per eccellenza N. S. G. C. a.
b) <i I l vero Figlio di Don Bosco si contenterà del ne-
cessario, anzi veglierà attentamente perchè il suo cuore non
rimanga impigliato in alcuna cosa superfiua... n.
C) <iInJine... persuaso di dover far penitenza de' suoi pec-
cati, accetterà volentieri quelle priuazim. e quegli incomodi
che sono inevitabili nella vita comune, e generosamente sce-
glierà per proprio uso le cose meno belle e meno comode,
memore di quanto diceva S. Giovanni Berchmans: mea
mam'ma poenitentia, vita communis: la mia più grande peni-
tenza sarà la vita comune )).
Concludeva rievocando i
tempi
eroici
delllOratorio!...
(1 Trascorsero invero molti anni in cui ci era necessaria una
virtù straordinaria per conservarci fedeli a Don Bosco e per
resistere ai pressanti inviti che ci si facevano di abbandonarl0,
e ciò per l'estrema povertà in cui si viveva. Ma ci sosteneva
I'amore intenso che noi portavamo a Don Bosco, ci dàvano
forza e coraggio le sue esortazioni a rimaner fermi nella nostra
vocazione, non ostante le dure p&aioni, i gravi sacrifici.
Ond'io son certo che se più vivo sarà il nostro amore a Don
Bosco, più ardente la brama di conservarci degni suoi &li e di
corrispondere alla grazia della vocazione religiosa, si praticherà
in tutta la sua purezza lo spirito di povertà n.
Dopo la festa di S. Francesco si recava a Penango Mon-
ferrato, dove fin dal 1901 convenivano numerosi giovani te-
deschi, aspiranti alla Società Salesiana. Era il giorno di S.
Biagio e nel benedir la gola agli alunni, li ammoniva ((su
tre sorta di mali di gola: il fiszco, il vizio della gola, e l'abuso
della voce coi cattivi discorsi e colla mormorazione )>.
Tenne anche conferenza ai cooperatori, illustrando lo
scopo della Pia Unione e ripetendo: « Chi aiuta le Opere
Salesiane, è sicuro di far cosa molto gradita a Maria Am'lia-
trice e di procurarsi la sua protezione )). Nello stesso giorno
teneva conferenza ai cooperatori di Moncalvo, additando
(1 la gara tra Maria Am1iatriee e Don Bosco I).

15.10 Page 150

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288
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
a La visione di Maria Ausiliatrice a Don Bosco fanciullo; come
malgrado le difficoltà egli riuscì a farsi sacerdote; il suo zelo per pro-
movere la divozione a Maria Santissima; come Maria lo protegge in
modo meraviglioso; la prodigiosa sua guarigione per intercessione
di Lei; il progresso delI1Opera iniziata; come Don Bosco decide di
fabbricare un Santuario a Maria Ausiliatrice, ed allora l'Opera co-
mincia ad estendersi fuori di Torino; e dopo la consacrazione del
Santuario l'Opera prende tale sviluppo da non fermarsi più all'Italia,
ma si spande in Francia, in America, in tutte le parti del mondo; e
Don Bosco, pur essendo sempre senza mezzi, era sempre prowisto
a tempo e luogo...)).
Verso la fine del mese si recava a Mondovi per le onoranze
al professore Don Antonio Terreno, che aveva stampato
vari libri di storia nella nostra tipografia, e a Novara aveva
avuto la più paterna assistenza per l'istituto delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, ed anche alla Spezia aveva sorretto
coll'opera sua sacerdotale i nostri confratelli del Santuario
della Madonna della Neve. Ed ecco i particolari che nel 1915
c'inviava il sac. Pietro Airaldi, direttore delle Scuole Apo-
stoliche, tratti dall'Eco del Santuario di marzo e aprile 1907.
6 Nell'occasione in cui il prof. Don Antonio Terreno
celebrava il suo cinquantesimo anno di Messa, Don Mi-
chele Rua, il venerando successore di Don Bosco, si de-
gnava venire per la prima volta a Mondovi ad onorare il suo
antico amico ed a congratularsi con lui, perchè il Santo
Padre Pio X l'aveva elevato alla dignitk di Prelato Domestico.
La solennità, accresciuta di gaudio e di decoro dalla prima
messa di un nipote del professore, si svolse nella grandiosa
chiesa dei Filippini, sempre gremita di gente in tutte le fun-
zioni. Nel pomeriggio Don Rua teneva, alla presenza di
Mons. Giovanni Battista Ressia, una conferenza sulla neces-
sità e vantaggi degli oratori festivi, che ai nostri tempi sono
la salvaguardia della gioventù. I1 tema era obbligatorio,
perchè Don Rua s'era portato a Mondovi anche per inau-
gurare il nuovo Oratorio Festivo, diretto dai benemeriti
Padri Filippini. Ma il figlio amantissimo di Maria Ausilia-
trice, non volle lasciare Mondovì, senza aver visitato il suo
celebre Santuario, presso Vico.
Ed ecco10 al lunedì mattina, circa le otto, ai piedi della
IX - Don Bosco Venerabìle e (1 i Fatti di Varazze>> 289
Vergine...Al suono festivo delle campane i sacerdoti ed alunni
delle Scuole Apostoliche insieme con l'egregio sig. Domenica
Camino, Direttore del Santuario, davano il benvenuto al
Padre, educatore del popolo, e l'accompagnavano all'altare
della Celeste Regina. Don Rua, in mezzo al suono delicato
dell'organo e al canto di. sacri mottetti, celebrò 1'Augusto
Sacrificio della Messa. Prima di distribuire la S. Comunione
ai fedeli venuti anche da Mondovì, rivolse ali'uditorio, bra-
moso di ascoltarlo, le più care e le più sante espressioni
d'invito a ricevere con confidenza ed amore il Pane di Vita.
Oh! non lo dimenticheremo mai il fervorino di Don Rua
sulla S. Eucaristia. Le parole dei Santi scendono nel più
profondo dell'anima e portano frutti certi di salute...)).
Io sento una voce uscire da questo tabernacolo che parmi dica:
"Deliciae meae esse cum $l& hminum; io trovo le mie delizie nello
stare coi figli deli'uomo,,. Cari figliuoli, ecco ciò che Gesù ci fa sentire
da questo Tabernacolo. Noi eravamo perduti per il peccato di Adamo;
ma l'infinito amore di Dio ci volle salvi. La Seconda Persona della
SS. Trinità si presenta al suo Eterno Padre e gli dice: Mitte me; man-
dami a redimere il mondo, a salvare gli uomini. E ci venne infatti;
ha preso un corpo ed un'anima come abbiamo noi, ed oh! immenso
amore1Per placare la giustizia del suo Padre e per salvarci si è offerto
vittima di espiazione; è morto per noi. Ma non bastava ancora, i'infi-
nita carità, che gli ardeva in cuore, non era ancor sazia. La sera in-
nanzi la sua Passione volle istituire il Sacramento dell'Eucaristia, per
starsene con noi fino alla fine del mondo. In tutte le parti del mondo
infatti, ove siavi una chiesa cattolica, là v'è Gesù Cristo, vivo e vero
com'è nei cieli. E non solo sta con noi, ma ci dà come cibo le sue Sa-
cratissime Carni, come bevanda il suo Preziosissimo Sangue. Oh
immensa carità! oh infinito amore di un Dio! E che poteva egli fare
di più? Il Divin Maestro prediligeva poi i giovanetti come voi, e li
voleva a vicini. Quando ne era attorniato, e gli Apostoli volevano
... allontanarli per far posto agli adulti: "Lasciate, diceva, che i pargoli
vengano a me! Sinite parniulos venire ad me!,, e questa mattina non
solo si compiace di vedervi qui a fargli corona, ma vuoi scendere nei
vostri cuori, vuole unirsi alle anime vostre. I1 buon Pastore, il Padre
amoroso, la tenera madre, a cui egli ama paragonarsi, non sono che
sbiadite immagini dell'amor suo. I pastori, per quanto amino le loro
pecorelle, le conducono al pascolo in un prato, e nulla più. I genitori
ai loro figliuoli provvedono il pane e le vivande, ma non possono far
ciò che ha fatto Gesù. Gesù non si accontenta di sowenire colla sua
provvidenza ad ogni nostro bisogno, non si accontenta di amarvi e di
' 9 - Vtla del S e n o di Dro Mirriele Ruu. Voi. 111.

16 Pages 151-160

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16.1 Page 151

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- - 290 VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
volervi vicini, ci vuole immedesimati con sè, e perciò vi offerisce in
mistico banchetto quello che niun pastore, niun padre, potrebbe mai
offrire; vi offerisce tutto stesso sotto le Specie Sacramentali. Ac-
costatevi adunque a lui a riceverlo, Egli c'invita, ci chiama, ci dice di
appressarci a Lui, ci minaccia periino se non andiamo a cibarci delle
sue carni: "Nkìmanducaveritis carneinFilii hominis,non habebitis vitam
in vobis,,. Andate adunque a lui con grande confidenza. Mentre io
dirb: Ecce Agnns Dei,ecce qui tollit peccata mundi, domandate a Dio
perdono delle vostre colpe, e ripetete con me quel bell'atto di umiltà:
Dmnine non sum dignus, ut intres sub tectum meum, sed tantum dic verbo
et sanabitur anima mea D.
« D o p o la S. Messa molti ebbero la fortuna di parlare
con Don Rua e di averne un sorriso, una buona parola. Ma
i prediletti dell'Uomo di Dio furono i figli di Maria delle
Scuole Apostoliche. Pensate u n po' se Don Rua non avesse
il desiderio di accarezzare i giovani che crescono a bene della
Patria e della Chiesa, all'ombra della Regina di Mondovì!
Anzi volle trattenersi a lungo con essi, e passato nell'ampio
cortile del piccolo Seminario, raccomandò loro di coltivare
... la vocazione allo stato ecclesiastico ed anche I'apostolato
per le Missioni Estere, e di essere divoti di Maria
I) Giovani carissimi, sapete voi il motivo per cui io sono venuto
qui? Io sono venuto, è vero, per visitare per la prima volta questo
maestoso Santuario, ma sono anche venuto tra voi per pescare. Si,
son venuto per pescare alcuno di voi e farlo missionario nelle lontane
Americhe, nell'Africa, nell'Asia, per convertire quei poveri popoli,
che così volentieri abbraccerebbero la nostra Religione, se un mis-
sionario andasse a predicar loro la buona novella. Vedete, da tutte le
parti della terra ci domandano missionari, ci dicono che la messe è
molta, ma pochi sono gli operai; e noi, il più delle volte, dobbiamo
rispondere con nostro rincrescimento: "Abbiate ancora pazienza, ci
manca il personale,,. Giovani miei, se sentite la vocazione all'Aposto-
lato, coltivatela, chè questa è una via sicura per arrivare al Paradiso.
I> Ora distribuirò a voi tutti una medaglia di Maria Ausiliatrice,
dicendo a ciascun di voi la strada a cui sarete predestinati ad essere
missionari; ricordatevi perb di mettervi questa medaglia al collo, per
averla con voi di e notte, e di baciarla ogni sera prima di porvi a letto,
ogni mattina prima di alzarvi.
s Maria Ausiliatrice vi proteggerà in modo speciale, perchè ella è
molto in relazione colla Madonna di Mondovi, giacchè S. Pio V, che
fu Vescovo di Mondovi, aggiunse alle Litanie Lauretane quella bella
invocazione: Maria, Azklium Christianorum. E prima di lasciarvi vi
Venerabile e (ii Fatti di Vaiazze I) 291
prometto che pregherb molto per voi, perchè possiate riuscire santi
sacerdoti e, se così vuole il Signore, santi missionari, che possiate fare
molto bene per voi e per gli altri. Voi, intanto, pregate anche per me,
che tanto ne ho bisogno. Ogni qualvolta verrete a Torino, venite a
trovarmi; domandate dove è la casa di Don Bosco, e sarete sempre
ben accolti. Arrivederci, Iddio vi benedica!
ritorno a l Santuario, lo visitò minutamente, re-
delle bellezze artistiche e dei ricordi religiosi
, di cui per fama aveva già udite le glorie. Con
e il cronista può registrare che Don Rua, nel
pella dove sono raccolti in ricco sarcofago i
ortali del Duca Carlo Emmanuele I, invitò il suo
citare una prece in suffragio dell'anima del pio
Principe, che in età turbolenta impetrava per
aiuto della Vergine Immacolata la pace ai suoi popoli. L a
visita di Don Rua alla Regina di Mondovi sarà una pagina
d'oro nei fasti del Santuario, ed impulso di vera devozione
alla gran Madre di Dio >>.
4 Sono già trascorsi nove anni - aggiungeva Don Ai-
raldi - e lo ricordo come se fosse ieri. M i pare ancora di
vederlo prostrato innanzi all'altar maggiore cogli occhi fissi
nel Tabernacolo; io avrei detto che egli vedeva realmente
Gesù, tanto era il fervore che gli si leggeva sul volto, quasi
direi trasformato. Non dimenticherò mai più la figura di
D o n Rua in adorazione di Gesù Sacramentato, e prego il ,
Signore a conservare in me i frutti di una predica così elo-
>> Un'altra cosa m i colpì pure tanto, ed è la sua divozione
alla Madonna. Guardava la sua immagine con quella com-
piacenza con la quale un figlio guarda la sua madre; e con
quanto slancio ne parlava!
Un sacerdote della casa, Don Achille Bianchini, aven- ,
dolo pregato di scrivergli d u e . parole su u n piccolo -foglio
che gli presentava, Don Rua aderì ben volentieri e scrisse
subito il Sub tuum praesidium confugimus, ecc. Questo scritto
è conservato dal sacerdote come una preziosa memoria ».
Nella conferenza, che tenne a S. Filippo, parlò delI'uti-
lità degli Oratori, e ricordava le parole di Don Bosco: 4 Se

16.2 Page 152

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292
- V I Successore di Don Bosco - Secondo decennio
volete cambiare I'aspetto di un quartiere ed anche di una città,
si apra qualche Oratorio)).Parlò pure in Cattedrale, dimo-
strando come Don Bosco e le sue Opere sono opere di Maria
Ausiliatrice mediante i Cooperatori, e come tutti potevano
ascriversi alla Pia Unione.
tavola, com'era solito nelle liete circostanze, fece un
rindisi felicissimo:
u Vorrei esser poeta, per dir tante belle cose a ciascuno degli in-
vitati: non lo so..n..o..
o A S. E. R. Mons.
Vescovo...
lunga
e
prospera
vita, a
gloria
di
Dio e a salute delle anime.
» Alla Famiglia Filippina che ci ospita, che continui a regnare in
essa quello spirito di concordia, di zelo, di operosità, che la rende di
grande giovamento alla città, e che si moltiplichi il numero dei suoi
membri secondo i bisogni della città e della diocesi.
r Un brindisi all'Onorevole Rappresentante della Nazione ed altro
al Capo dell'Amministrazione Comunale, facendo voti che l'esempio
di concordia tra il Clero ed il Laicato abbia ad essere imitato in tutta
Italia ed anche oltre Alpi.
>>Anl eo Sacerdote auguro prosperità, salute e felice longevità da
arrivare anch'esso alle Nozze d'oro. Propongo a lui come a tirocinante
lo stesso suo zio, oggi, anzitutto con arrivare anche alla Messa d'oro.
Poi nella
salesiani,
pmieatàc,oznelfoa,rseiccl.oreosufrpaeterallrolo!...non
D Al Festeggiato io plaudo salutando in
solo
lui il
con essere amico dei
valoroso professore...
lo zelante ecclesiastico, il caro amico dei Salesiani. I suoi meriti sono
noti anche in attività, ed io sono lieto di presentargli il diploma di
Prelato Domestico di Sua Santitd, invitando i commensali a far un
Evviva a Pio X , e un altro a iMonsignor Terreno)).
I1 9 marzo ricorreva il Cinquantenario della morte di
Domenica Savio e gli alunni dell'oratorio tenevano un'ac-
cademia commemorativa, nella quale ogni classe degli stu-
denti e degli artigiani ebbe il suo rappresentante; e Don Rua
in fine ricordava ((la vita edificante)) dell'angelico alunno,
la pietà, la carità, lo zeb e la mortificazione; la sua obbe-
dienza, diligenza ed umiltà nella scuola; un viaggio fatto in-
sieme, quando si recò a visitare la sua casa; ed espresse la
speranza di veder iniziato quanto prima il Processo Dioce-
sano per la sua causa di Beatificazione e Canonizzazione,
esclamando: G Quando son molti gli imitatori di Savio Do-
- IX Don Bosco Venerabile e <ri Fatti di Varazxeeu 293
menico, come è bella la vita in collegio con tali compagni! )>.
E prometteva loro una gita alla patria di Don Bosco e alla
tomba del caro alunno; e, il 5 giugno, Castelnuovo e Mon-
donio furon queli'anno la mèta carissima della passeggiata
annuale.
. Il 19 marzo si recò a Chieri per celebrare la festa di
Giuseppe nell'Oratorio maschile, e ((si degna - ricor-
ano le Figlie di Maria Ausiliatrice - di venir a veder anche
ai: ci esorta ad una grande confidenza in Don Bosco, specie
in occasione di malattie contagiose, e a vivi sentimenti verso
tutti i nostri benefattori. I1 giorno 20 celebra la S. Messa
nella nostra cappella, esortandoci alla devozione ed alla con-
fidenza verso S. Giuseppe ».Del Santo aveva tessuto il pa-
negirico anche agli allievi dell'Oratorio maschile.
La mattina del mercoledì santo, 27 marzo, dopo un'agonia
di quattro giorni, si spegneva santamente nell'oratorio Don
Celestino Durando, del Consiglio Superiore della Pia So-
cietà fìn dai primi tempi. Pio e indefesso, per la sua calma
caratteristica e l'amabilità abituale, era tanto amato dagli
alunni. Vistosi chiamato dalla Prowidenza a coadiuvare
Don Bosco nell'organizzazione delle scuole dell'Oratorio,
compilò per incarico del Fondatore quei pregevoli Dizionari
latini da cui sbandi ogni parola che potesse turbare la lim-
pidezza delle anime giovanili e diresse la Biblioteca della
Gioventù Italiana, nella quale vennero con lo stesso intento
pubblicati più di duecento volumetti dei nostri classici.
Caro alle primarie famiglie della nobiltà piemontese e a
Vescovi, Arcivescovi e Cardinali, la sua morte ebbe largo
rimpianto, e fu sentita assai dal Servo di Dio.
La Domenica in Albis, 6 aprile, s'inaugurava il <(Circolo
Giovanni Bosco t), sorto tra gli ex-ailievi deil'oratorio e delle
altre case, residenti in Torino. Gli inscritti la mattina si
raccolsero nella cappelletta presso le camere di Don Bosco,
ove ascoltarono la Santa Messa, celebrata dall'assistente eccle-
siastico; quindi prese la parola Don Rua, che additò in forma
scultoria, con brevi parole, il carattere del Grande cui
avevano intitolato l'associazione, afìinchk su quello avessero
a modellarsi.

16.3 Page 153

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294
- VI - Successove di Don Bosco Secondo decennio
e I1 titolo assunto- disse il Servo di Dio- è tutto un programma.
Voi conoscete Don Bosco, in parte lo conosceste personalmente, in
parte per fama; non sarà tuttavia fuor di proposito che ve lo rappre-
senti tutto.
I) Don Bosco era tutto carità; istituì l'Oratorio, l'orfanotrofio, col-
... legi, missioni. Era pieno di pazienza, era tutto dolcezza. Voi comin-
ciate ad esercitare queste virtù tra di voi. Chi sa in seguito!
I) Don Bosco era tutto pietà. Praticava ed inculcava la divozione a
Maria Ausiliatrice, al Cuor di Gesù, la frequenza ai SS. Sacramenti,
e la cattolici& con piena sottomissione al Capo della Chiesa.
»Don Bosco era tutto allegvia. Da studente già aveva fondato la
Società dell'allegria. Così fu in tutta la vita; favoriva i giuochi, le pas-
seggiate, i pranzi, ma sempre nel limite del lecito e dell'onesto...I).
Nel pomeriggio vi fu I'inaugurazione della sede sociale
in un appartamentino in Piazza Statuto, presenti le rappre-
sentanze di molte associazioni cattoliche e Mons. Spandre,
Vescovo ausiliare del Card. Richelmy. Il Servo di Dio
benedisse i locali, commentando e spiegando le parole della
formola liturgica.
«Pax bui; domui et omnibus habitantibus in ea! Questo
è il saluto della Chiesa, anzi il saluto del di d'oggi! La pace
sia con voi! Ho implorato anzitutto la sanità, la quale si può
perdere in vari modi, col freddo, andando a riposo troppo
tardi, coll'intemperanza; - la castità, quindi saranno di qui
banditi i giornali, i libri, le fotografie, le illustrazioni e i
discorsi contrari a questa virtù; - la vittoria contro il de:
monio e le proprie passioni; chi sa quante vittorie avrete da
riportare! >>e,proseguì illustrando a una a una tutte le altre
grazie invocate: virtus, humilitas, bonitas, et manmetudo, et
gratiarzdm actio Deo Patri et Filio et Spiritui Sancto, con tanta
opportunità che colpi i presenti.
I disturbi alle gambe gli erano tornati, non cosi gravi,
è vero, da dar sull'occhio a quanti l'osservavano, anche per-
chè neppur lui vi badava tanto.
Aveva promesso d'assistere al IIIoCongresso degli Oratori
festivi che si sarebbe tenuto a Faenza verso la fine d'aprile,
e, nell'affetto vivissimo che nutriva per tutti i suoi, con non
lievi sacrifizi anticipò la partenza da Torino per visitare un
maggior numero di case d'Italia. Si mise in viaggio la sera
on Bosco Venerabile e e i Fatti di Varazze>) 295
e, e giungeva a S. Pier d'Arma poco prima deiia
e, e la mattina seguente assai per tempo partiva per
razze per celebrare nella cappella dell'educandato delle
' Maria Ausiliatrice, quindi saliva al Convitto Civico;
a visita tornò carissima ai confratelli, agli allievi ed ai
ne a celebrare nella nostra cappella - ricorda
izia Begliatti - e per essere pronte a riverirlo, ap-
ena uscito dalla sacrestia, le educande uscirono di chiesa
senza che Der esse si fosse fatta la lettura solita. I1 venerato
A
Padre se ne lamentò osservando che il ringraziamento dopo
la S. Comunione era stato troppo breve: disse che Don Bosco
nello stabilire la lettura o meditazione ai giovani dopo la
S. Messa, ebbe appunto di mira di prolungare sufficiente-
mente questo poco tempo cosi prezioso. Terminò la sua esor-
tazione distribuendo un confetto a ciascuna suora. Stava
facendo colazione in parlatorio, e noi gli eravamo d'attorno.
Doveva recarsi verso le 9 al Collegio Civico, ma spàrsasi
in un baleno la voce che Don Rua era al nostro Istituto, fu
tale un accorrere di popolo che egli alle r r non aveva ancora
potuto uscire da1 parlatorio.
>>Donneche gli portavano i loro bambini a benedire,
malati, sofferenti, poveri senza impiego; tutta una rappresen-
tanza di miserie e di dolori; qualcuno che veniva a offrirgli
qualche cosa per le Opere Salesiane, ma pochi forse di
questi. La maggior parte facevano ressa alla porta e invo-
cavano anche solo una benediione. Era uno spettacolo dav-
vero commovente. Che cosa provava quella folla davanti al
santo? Pareva che qualcuno avvertisse la pia Varazze che
era l'ultima visita di Lui.
>)Don Carlo Viglietti, direttore del Collegio, fremeva
d'impazienza; era venuto a prenderlo; visto che non compa-
riva, anch'egli dovette fermarsi in corridoio fino oltre il
mezzogiorno, quando si disse alla folla, che sempre si rin-
novava:
>> - Siate discreti! Tornate stassera!... )).
E finalmente potè salire al Collegio, dove la mattina del
23 celebrò la S. Messa ed esortò gli alunni a corrispondere

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296
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
adlelgalibaomnitcài!d.i..Gesù, il più potente, il più generoso, il più fedele
Chi sa quali pensieri dovettero passare, in quel giorno, e
particolarmente in quell'ora, nella sua mente! Ah! quell'ac-
coglienza così entusiastica che gli faceva Varazze, si poteva
paragonare all'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme,
seguita poi, non per
lei,tadaicl iaCmalovapruior!e...per
ccoonlpgaiudraeiocrditittaadidnai,llamsaètptae.r..
malvagità
dalla sa-
Proseguì per il collegio di Alassw, dove convennero a
salutarlo molte persone, e il 14 celebrò per la comunità, ri-
petendo agli aiunni le accennate esortazioni, e tenendo con-
ferenza ai Salesiani ed alle Suore sulla fede, che dev'essere
G la nostra regola di vita ».
<<&tus meus ex Jide vivit. Facciamoci sempre guidare dalla fede,
e ci santificheremo. Facciamoci guidare dalla fede nelle occupazioni:
Ambula cwam me et esto perfectus, compiendo i doveri nel modo che
vuole Iddio: Maledictus qui facit apus Dei negligater. Facciamoci
guidare dalla fede nella preghiera; parlando col Signore ci vuole
rispetto, attenzione, fervore. Facciamoci guidare dalla fede nelle
conversazioni: Eadem mensura qua memi fuwitis, remetietur vobis;
evitando le mormorazioni, i giudizi temerari. Quello che non vuoi
che sia fatto a te, non devi farlo agli altri. Certe cose nec nominentur
in vobis. Lasciamoci guidare dalla fede nelle tentazioni e nelle tribo-
lazioni: il Signore ce ne ha dato l'esempio nelle tentazioni da lui
avute. Nelle tentazioni di superbia, ricordiamo: Sine me nihil potestis
facere. Nelle tentazioni contro l'obbedienza: Vir obediens loquetur
victorias. Nelle infermità: Virtus in infirmitate pdrfiittzrr. Quei mede-
simi pensieri e quelle medesime verità che sappiamo suggerire nelle
prediche,
plicarle a
nneolilemceodnefseimssii.o..niC, aolsilevtitvoredmegolinionifpenunrei,
procuriamo di
di fede! >>.
ap-
Don Rua - leggiamo nella cronaca delle Figlie di Maria
Ausiliatrice - venne a trovarci e ci regalò una bella con-
ferenza sul detto dell'apostolo S. Paolo: I l giusto vive di fede.
La sua visita fu breve; ma le sue parole, calde d'amor di Dio,
furono per noi un vero balsamo. Indi ci benedisse, e ci la-
sciò più animate a Servir Dio con maggior fervore w.
E partiva per Bordighera con un cielo così ridente, che
pareva volesse accrescere gl'incanti della riviera dalla quale
- I X Don Bosco Veneuabile e e i Fatti di Varazze# 297
... tra pochi mesi gli sarebbero giunte le notizie più ributtanti
che gli avrebbero cosparso di fiele la più santa letizia!
A Bordiglzera tenne conferenza nel pomeriggio nella chiesa
parrocchiale, sull'importanza degli Oratori festivi; ricordò
come la Divina Prowidenza facesse conoscere a Don Bosco
che voleva che iniziasse un'opera al Torrione; come nel di
stesso che il venerato Fondatore riceveva l'annunzio di dover
spedire seimila lire per iniziare la costruzione di quella casa,
pochi minuti dopo una pia signora chiedeva di parlargli e gli
metteva in mano le seimila lire richieste. ((L'Opera Sale-
siuna - ripeteva - è opera di Maria Ausiliatrice. Chi la
favorisce, fa opera gradita a Maria >>.
((Visita carissima del veneratissimo signor Don Rua!
- annotavano le Figlie di Maria Ausiliatrice. - Arriva
aI1'Istituto a mezzogiorno (del 14); nel pomeriggio fa la pre-
dica ai Cooperatori e imparte la benedizione col Venerabile;
indi assiste ad un'accademiola in suo onore nell'interno del-
l'istituto. Rivolge infine brevi parole alle educande, ringra-
ziandole dell'improwisata, ed inculcando loro di far tesoro
degli insegnamenti del collegio, per servirsene un giorno
nella vita e diffondere intorno a sè il bene che hanno ricevuto.
o Alle suore prima di partire, il giorno 15, raccomanda
di far bene il mese di maggio; e farlo bene, tenendo lontano il
». peccato dal loro cuore e da quelli delle loro alunne. L'impres-
sione è quella d'un santo, e i1 ricordo oltrenlodo caro
11 15 è a Savona. Gli alunni del Pensionato e dell'ora-
torio Salesiano gli fanno le più liete accoglienze, ed egli
alla sera tiene conferenza alle Dame Patronesse, che la mat-
tina dopo si trovano in gran numero alla stazione per salu-
tarlo devotamente ancor una volta quando riparte, diretto
a S. Pier d'Arena.
Quella notte due scosse di terremoto destavano di so-
prassalto i confratelli della capitale del Messico, e due parti
dell'edifizio, contenenti le scale dei dormitori, insiem con
una gran parte del cornicione venivano demolite, tra lo spa-
vento dei trecentocinquanta alunni, che balzaron di letto
sbalorditi; e molti, dopo ansiosi istanti, caddero in ginocchio
per ringraziare il Signore d'essere rimasti incolumi. Prima

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298
- - V I Successore di D m Bosco Secondo decennio
ancora che i giornali ne déssero le prime notizie, giungeva
al Servo di Dio il telegramma: « Terremoto, danni, nessuna
disgrazia personale)).C'era davvero da ringraziare il Signore
che non aveva permesso nessuna vittima, ma i danni non
furono leggeri e si seppe poi che eran saliti alla somma di
75.000 lire!
Un'altra prova per il Servo di Dio, che soleva ripetere:
((Nelfare il bene non dobbiamo mai sgomentarci, le diffioltà
devono accrescere il nostro coraggio )>; e così veniva allenan-
dosi alla prova più grave!
Questa volta giungeva a S . Pier d'Arena non più nel
cuore della notte ma in pieno giorno, e gli alunni gli diedero
il benvenuto a suon di banda e con fervidi evviva, e a sera
seppero bellamente intrecciare, con l'espressione del loro
affetto al venerato Superiore, le più soavi rimembranze
dell'angelico Domenico Savio. « Siamo rallegrate - ricor-
dano le Figlie di Maria Ausiliatrice - da una breve visita
anche noi. I1 18 aprile celebrò nella nostra cappella e ci
lasciava per ricordo: - Servite Domino in laetitia, e vita
raccolta)). Prima che partisse, tutti si raccolsero di nuovo
attorno a lui, ed egli benedisse il nuovo vessillo dell'istituto.
Prima di partire per la Spezia visitò anche l'Albergo dei
Fanciulli Alberto I in Salita Oregina a Genova, del quale
avevano l'anno avanti assunto la direzione le Figlie di Maria
Ausiliatrice; e <(mifece santa impressione - ricorda Suor
Maria Antonia Garrone - il suo spirito di povertà e di
mortificazione; e mi consolò l'assicurazione che egli ci fece
del bene che facciamo ai nostri poveri ricoverati, anche quando
fossero rimasti con noi soltanto qualche giorno)).
Alla Spezia fu accolto in forma imponente, benedisse il
vessillo del Circolo Fulgor e, ripartendo, alla stazione aveva
la grata sorpresa di riverire il Card. Richelmy, reduce da
Roma.
A Pisa fu lieto nell'ammirare lo sviluppo dell'oratorio
e benedisse la bandiera del Circolo S. Luigi.
Anche a Colle Salvetti, dove si fermò il 20, ebbe la gioia
di constatare l'alacrità con cui si venivano compiendo i lavori
per l'ampiamento del collegio, perché si potesse raddop-
on Bosco Venerabile e « i Fatti'di Varazxe)) 299
piare il numero delle accettazioni; e la sera giungeva a Fi-
renze, ricevuto alla stazione da vari confratelli e cooperatori
e da un gruppo di giovani ciclisti del Circolo Don Bosco, che
lo vollero scortare sino all'istituto.
L'indomani, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, celebrò
la messa della comunità, mentre la piccola schola cantorum,
sorta tra gli artigiani, eseguì canti religiosi intercalati con le
preghiere, e nell'amministrare la Prima Comunione a 25
alunni ripeteva loro calde esortazioni a farsi amico Gesù;
visitava l'oratorio festivo, e nel pomeriggio benedisse la
bandiera della Compagnia di S. Giuseppe. 4 Che cosa si- .
gnifica - diceva - schierarsi sotto una bandiera?... Signajica
giurar fedeltù alla bandiera. E tenuto traditore chi abbandona
la propria bandiera, come è vile chi se la lascia strappare... )).
E ricordando l'esempio dei soldati di Napoleone, li incorag-
giava a militare sotto la bandiera di S. Giuseppe, vivendo
nella pietà e amando teneramente Gesù e Maria.
Anche il Comitato Ars et Charitas, composto di anime le
più caritatevoli della nobiltà fiorentina, si adunò attorno al
Servo di Dio, che volle con esse visitare i lavori della chiesa
in costnizione e tenne loro conferenza per ringraziarle dello
zelo spiegato a beneficio dell'opera della Sacra Famiglia e
spronarle a compiere la santa impresa promettendo le più
elette benedizioni.
Da Firenze passò a Figline, che non aveva mai avuto la
sua visita. Straordinariamente espansivo fu il ricevimento
alla stazione, sia pel numero delle persone che si accalcarono
a baciargli la mano, sia per la loro qualità, essendovi al com-
pleto il Clero locale, che volle raccogliere un'elemosina per
la S. Messa che celebrò il di seguente nella nostra cappella,
nella quale rivolse care esortazioni ai presenti, raccoman-
dando la divozione al SS. Sacramento, col recarsi a visitarlo
e trattenersi volentieri con lui. ((Anchenel mezzo delle nostre
occupazioni, - insisteva - ricordiamoci di lui)).
Dal 25 al 28 aprile fu a Faenza per assistere al 1110Con-
gresso degli Oratori festivi e delle Scuole di religione, il quale,
benedetto dal Santo Padre e sotto l'alto patronato degli
Eminentissirni Cardinali di Bologna, Ferrara, Milano e

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300
- VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
Torino, si svolse con esito felicissimo nell'istituto salesiano,
sotto la presidenza effettiva del Card. Svampa, del Servo
di Dio e del Conte Zucchini, alla presenza del Vescovo dio-
cesano Mons. Cantagalli, dell'Arcivescovo di Ravenna Mons.
Morganti e dei Vescovi di Montefeltro, Imola, Cesena,
Alghero e Bertinoro.
Le adunanze di sezione, assai animate e presiedute con
rara competenza dai Vescovi sullodati, riuscirono di un'im-
portanza eccezionale; e quanto mai imponenti furono le
adunanze generali che si tennero nella nostra chiesa, trasfor-
mata in splendida sala. La Civiltà Cattolica, nel secondo
numero di giugno, ne dava ragguaglio, rilevando tra l'altro:
<iOggi che tutti sentiamo il bisogno urgente di coltivare i figli
del popolo per preservarli dall'irruente socialismo e dal mal
costume con tuttigli altri vizi che ne sono gli ordinarz' compagni,
non può non destare la più viva simpatia un'opera cattolica
tanto pratica e vantaggiosa che ha già messo salde radici e
fatto ottima prova nelle nostre città e deve fornire l'arma mi-
gliore da opporre ai ricwatori laici ed alle società d'ogni
fatta dove si arruola la gioventù nelle file dell'empietà e del-
l'anarchia )).
E il Servo di Dio, che'aveva sempre Don Bosco nella
mente e nel cuore col desiderio di diffonderne sempre più
lo spirito, vi scorse l'apoteosi del suo apostolato, e lo diceva
chiaro ai confratelli in una lettera del 24 giugno:
« L o splendore che arrecò a quelle auguste riunioni la
presenza e la parola di Cardinali, Arcivescovi, e Vescovi, la
smagliante eloquenza con cui parlarono molti celebri oratori,
il concorso d'un gran numero di sacerdoti e lo zelo ammira-
bile onde erano animati tutti i Congressisti, mentre da un
lato mi assicuravano che quel Congresso, da noi promosso,
avrebbe prodotto frutti consolanti per la gioventù, d'altro
lato tutto questo mi pareva una vera glorificaz'one del nostro
venerato Padre Don Bosco. Il vedere riconosciuta ora da tutti
non solo l'opportunztà, ma la necessità, degli Orato~iiFestivi,
coi quali Don Bosco incomincw il suo apostolato, l'udir propmci
come mezzi efficacissimi per attirare la gioventù, la ginnastica,
lo sport, la drammatica e la mmka che già fin dai primi anni
- IX Don Bosco Venerabile e u i Fatti
Don Bosco introdusse nei suoi oratorii, qzcell'inculcare in nome
del Santo Padre Pio X e deì Vescovi il dovere di preservare
dall'errme la gioventù specialmente colle pratiche di pietà, coi
catechismo e colle scuole di religione, appunto come sempre ci
insegnava Don Bosco coll'esempzo e colla parola: tutto cw mi
assicurava una volta di pi2 che Don Bosco aveva conosciuto
tntimamente i bGogni dei tempi., che aveva trovato il rimedio
ai mali proprii del nostro secolo, che era evidentemente ispirato
da Dio e guidato dalla sua mano. I n questa circostanza, come
in tante altre, mi parve gran fortuna l'essere figlio di Don Bosco
e d'essere stato formato alla sua scuola. Avrei voluto che fos-
sero presenti a quel caro Congresso tutti quanti i Salesiani,
persuaso che anch'essi ne avrebbero ricavato un amore ar-
dente alla loro vocazione, una stima sempre più grande del
nostro Fondatore ed uno zelo infaticabile nel lavorare a
vantaggio della gioventù >).
Anche la Gara Drammatica e il Convegno Ginnastico-
musicale, che si tennero a Faenza nei medesimi giorni, ebbero
il più brillante successo per bontà del Santo Padre Pio X,
di Sua Maestà il Re Vittorio Emmanuele, dei Ministri
della Pubblica Istruzione, della Guerra, e di Agricoltura e
Commercio, della Federazione Cattolica Sportiva e delle
Signore Faentine, che inviarono splendide medaglie d'oro
e d'argento per i vincitori.
' I1 Servo di Dio, prima d'abbandonare l'ospitale città,
raccomandò ai salesiani di confermare il proposito di pro-
movere gli Oratori festivi, di cercar modo di ottenere la fre-
quenza regolare dei giovani e di vigilare perchè non si scam-
bino i mezzi col fine degli Oratori, cioè che i giuochi e quanto
serve ad attrarre i giovani siem semplici mezzi e il Jine sia
sempre l'istruzione e la formazione religiosa giovanile. Visitò
anche il Seminario, vi celebrò, e ricordando l'amore e la
stima che i seminaristi avevano per Mons. Taroni e per
Don Bosco: (i Voi - diceva loro - stimate Mons. Taroni
e Don Bosco, e con ragione; eran uomini di fede semplice, viva,
operativa, secondo S. Paolo: Justus ex fide vivit »; e li esortava
a vivere la stessa vita.
I1 29 si recava a Lugo e, ricordando l'avvicinarsi del mese

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302
- - V I Successo~edi Don BOSCO Secondo decennio
di maggio, raccomandava ai confratelli di offrire questo
fioretto a Maria Ausiliatrice ogni giorno: ((Compiere bene i
propri doveri con esattezza e con affetto e dare maggior impor-
tanza ai doveri principali. Age quod agis a: mcmori del detto
di Luigi Comollo: ((Famolto chi fa poco, m fa quel che deve
fare; fa nulla chi fa molto, ma non fa quello che deve fare>).
Parlò anche agli alunni dicendo: < Abbiamo bisogno di un
buon amico; chi ha trovato un amico, ha trovato un tespro.
Eccovi un grande amico: Gesù! »,e tornava a rivolgere le più
commosse e commoventi raccomandazioni. Si recò anche
all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. c( Distribuisce
- dice la cronaca - alle ragazze che lo attorniano festanti
e gli hanno letto un indirizzo, una medaglia e le caramelle;
ringrazia paternamente e suggerisce la pratica o fioretto per
il prossimo mese di maggio: Diligenza neli'evitare qualsiasì
peccato )).
I1 30 fu ospite di Mons. Morganti a Ravenna, che, dopo
avergli fatto visitare minutamente l'episcopio, volle si recasse
con lui in carozza ad ammirare le artistiche bellezze delle
chiese di S. Vitale e S. Apollinare, la tomba di Galla Pla-
cidia -e i lavori dell'Istituto Salesiano in costruzione.
La sera prosegui per Bologna, ove restò sino al 2 maggio,
circondato continuamente da un gran numero di cooperatori
e cooperatrici.
La sera del 2 giungeva a Parma, e grazie anche a un ri-
tardo del treno il suo ingresso nel Collegio di S. Benedetto
fu un trionfo, perchè era stato diffuso un invito per un'ac-
cademia in onore di Savio Domenica e si trovavano alla porta
dell'istituto tante e tante persone con i vari stendardi delle
associazioni parrocchiali. Vi erano molte cooperatrici ed egli
le invitò tutte alla conferenza che avrebbe all'indomani te-
nuto per loro in parrocchia; v'erano anche le Figlie di Maria
nella loro bianca divisa, insieme con le Suore.
Il mattino dopo tenne la conferenza ai cooperatori e alle
cooperatrici: « Emolto.tempo - diceva - che non parlai più
da questo pergamo, mi è molto caro oggi potermi trattenere con
voi»; ed illustrando la diffusione dell'opera di Don Bosco,
ricordava la risposta del Santo Fondatore a chi ne faceva
- Don.Bosco' Venevabile e i(I Fatti di Varazzer 303
le meraviglie: - E la Madonna cize opera queste
!- e dopo aver illustrata la gara fra Maria Ausi-
osco, <ialtro appoggio di Don Bosco - ripe-
empre i Cooperatori. Anche ad essi Maria
a prodigando le sue grazie D.E spiegava lo scopo
one, i vantaggi, e il modo di divenir coopera-
o i presenti ad accrescerne il numero.
notte, si recò a far visita anche alle Figlie d i
. e, e lasciò loro questi ricordi: <i Ascoltare
- Essere come poverette alla porta
dere con pazienza. - Imitare Maria nella .
à e di abbandono in Dio )).
, dopo essersi rallegrato per il buon anda-
raccomandava <i carZtà reciproca, evitare
mormorazioni, osservanza delle Regole. Con questi mezzi
eviteranno le discordie e i malumori J).
rivolgeva le stesse esortazioni ai confra-
li alunni tornava a ripetere: ((Avete
;ve lo indico: Gesù in Sacramento 1);
e rammentava le disposizioni necessarie per ben riceverlo
nella Santa Comunione.
I1 4 giungeva a Legnago e assisteva alla distribuzione delle
menzioni onorevoli semestrali e dei premi di religione; ve-
unni un'immagine di S. Tarcisio,
di Dio ne spiegava il significato.
per tempissimo ad Este, dove
fredini, indirizzando ai giovani le
sera corsero a salutarlo gli alunni
egli tenne [conferenza anche ai
ese di Maria e la festa di S. Pio V, il Papa
della Battaglia di Lepanto, che volle inserita nelle Litanie
Lauretane l'invocazione "AuxiEium Chrktianorum,, «non sa-
prei, diceva, parlare di altro che di Maria Ausiliatrice, e
come salesiano parlerò di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco t).
Ed accennava la gara tra Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
la visione di Don Bosco fanciullo; gli studi da lui compiuti,
sempre protetto da Maria Ausiliatrice, il suo apostolato tra

16.8 Page 158

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304
- VI Successore di D a Bosco - Secondo decennio
i compagni, Don Bosco prete, la costruzione del Santuario
di Maria Ausiliatrice, l'espansione dell'Opera sua. ripetendo:
4 C E aiuta l'Opera ~aleGana,rende ossequio a ~ a G aAmi-
liatrice >).
La mattina del 6, celebrata la Messa nella cappella del
Civico, partiva per Ferrara, dove s'intrattenne con molte
illustri persone, e il 7 celebrò nella chiesa dei Teatini per
soddisfare al desiderio di molti cooperatori che brarnavano
assistervi; ed agli alunni del Collegio S. Carlo e ai Semina-
risti tornava a raccomandare: (( Gesù in Sacramento sta il
il centro dei nostri affetti, delle nostre aspii.azioni e delle nostre
occupazioni t).
Da Ferrara tornava nel Veneto, facendo la prima tappa
a Conegliano, per far contente le educande e le giovani ope-
raie affidate alle Figlie di Maria Ausiliatrice, che desidera-
vano tanto una sua visita. E le brave giovinette, essendo la
vigilia della festa dell'Apparizione di S. Michele Arcangelo,
furon felici di rivolgergli caldi voti per il suo onomastico.
Suor Emilia Lualdi ci da questi particolari:
« M i trovavo nel Collegio Immacolata di Conegliano,
quando nel maggio del 1907 il venerato Don Rua venne a
visitare le sue figlie che ansiosamente lo avevano aspettato,
e per maggiormente onorarlo gli avevano preparato un'ac-
cademia musico-letteraria. Alla fine della medesima si portò
al venerato superiore un vassoio di caramelle, a n c h e avesse
il piacere di distribuirle non solo ai bambini dell'asilo e alle
alunne interne ed esterne, ma altresì alle signore ex-allieve,
che riverenti gli baciavano la mano, alle novizie, alle postu-
lanti ed alle sue figlie maggiori, cioè le suore professe, le
quali poi gli fecero lieta corona.
n Seduto alla destra del veneratissimo Padre stava un
sacerdote, coadiutore di una parrocchia della città, il quale
era venuto qualche volta all'istituto; e sorridendo a me, che
misi in bocca la prima caramella, disse in tono di facezia:
- Oh che suora poco fervorosa! Non pensa neppure a fare
un fioretto alla Madonna! - Io sapeva essere deside-
rio dei nostri buoni superiori vederci gustare tali dolcezze
quando ci venivano da loro dispensate; perciò risposi a quel
- IX Don Bosco Venera3ìle e e( i Fatti di Va'avaxxe~~ 305
motto faceto, dimostrando anche maggior disinvoltura. In
quel mentre il venerato Padre attirò la nostra attenzione:
B - Ora state attente, disse alle educande; attente a me
... che vi faccio il giuoco dei bussolotti! Vedete questa cara-
mella? (e la faceva tentennare, come se volesse che tutte
useno!n.e..
due! ...
accertassero bene). Io la faccio passare
ora la faccio ritornare senza carta nella
e adesso la faccio scomparire nella mia
alla sinistra:
mboacncoa:detrset!r.a.:.
Così dicendo il venerato Superiore fece mostra di voler
egli pure gustare la caramella. 1Muta ma eloquente risposta
a quel buon sacerdote, approvazione paterna a me che sentii
scendere in cuore un sentimento di così ineffabile dolcezza,
che mi si ridesta ogni qual volta che vi penso.
s I1 mattino dopo, il venerato Padre celebrò la Santa
Messa e fece la meditazione su S. Michele Arcangelo, di cui
ricorreva la festa, animandoci a far nostro il motto: - Chi
come Dio?
Uscito di cappella, mi pare che salisse subito in vettura
che lo aspettava in cortile. Gli portarono il caffè, ed egli si
fece portare mezzo bicchiere d'acqua e lo versò nella tazza ».
I1 giorno dopo era alla nuova casa di S . Vito al Taglia-
mento; e benchè il suo arrivo fosse atteso per la sera seguente,
subito si vide accorrere tanta folla al Santuario della Beata
Vergine di Rosa come nelle più grandi solennità, bramando
tutti di vederlo e baciargli la mano. Anche il Vescovo Mons.
Isola si recò a salutarlo e la nobile famiglia Morasutti, presso
cui era ospite il Servo di Dio, insieme con lui volle a pranzo
il Vescovo e distinte persone.
Al levar delle mense si scambiarono i brindisi più cor-
diali - era 1'8 maggio - e in fine prese la parola Don Rua:
«Rispondendo ai brindisi relativi al mio onomastico fo rilevare
che oggi non 6 solo mia festa, ma di molti altri qui presenti; infatti
facendosi la festa di S. Michele, si fa quella dei nove cori degli angeli!
Ora qui si trovano i rappresentanti dei nove cori, le due famiglie
Morasutti sono entrambe composte di nove membri, e di nove membr?
& pur composta la famiglia della signora Catinetta Morasutti qui
presente. Io pertanto brindo alla salute di tutti)) ed augurava ogni
bene H anche all'Angelo della Diocesi qui presente )), e 4 a Don
- 20 Vita del 8-0 di Dio Mirhele Ruo. Vol. 111

16.9 Page 159

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306 VI - Successore d i Don Bosco - Secondo decenn;o
l
Agnolutto nostro antico amicoi), sempre geniale e felicissimo nei
rilievi più opportuni e delicati.
Altri affettuosi auguri vennero presentati al buon Padre
di quella sera a Mogliano Veneto, ed egli, dopo le preghiere,
esortava gli alunni ad offrire un fiore a Maria Ausiliatrice
durante tutto il mese, <(il gigiio, cioè la mondezza dal pec-
cato mortale e veniale deliberato i). All'indomani affettuosa
commemorazione di Domenico Savio, così affettuosa che il
Servo di Dio ne restò ammirato e commosso e volle anche
posare in gruppo fotografico in mezzo agli alunni per lasciar
ad essi un ricordo, indice di reciproco affetto, coll'augurio
che tutti, come nel gruppo, si trovassero poi insieme in pa-
radiso!
La mattina del IO passava a Schio, pure festeggiatis-
simo. I confratelli, i giovani cbierici e gli alunni di quel pic-
colo seminario ed Oratorio festivo andarono a gara nell'at-
testargli la loro esultanza, insieme con Mons. Panciera, il
senatore Rossi ed altri personaggi. I1 Servo di Dio fu così
contento del progresso di quell'Oratorio, che: - Vedrò,
diceva, se si potrà proporre negli atti del Congresso di Faenza
come modello degli Oratori. - Benedisse la divisa del nuovo
Circolo giovanile « La Concordia >); e: « Molto opportua-
mente - osservava - questo circolo, di cui abbiamo benedetto
la divisa, si chiama Concordia, stante la buona concordia che
regna fra le diverse autorità e fra le varie classi di cittadini.
Donde proverrà? Penso che l'Oratorio v i avrà avuto gran parte,
come avvenne in vari siti));ed esortava a sostenere l'oratorio
e le opere annesse.
L'IXera a Trento e il breve soggiorno, tanto nell'lstituto
come nell'Orfanotrofio, diretti dai salesiani, fu un aweni-
mento. Parlò di Gesù, grande, ricco e sapiente amico, e di
S. Pancrazio, di cui ricorreva la festa, narrandone la vita, e
rilevando l'efficacia dell'esempio dei santi spronava gli udi-
tori ad imitare la fedeltà sua alla religione e la fermezza con-
tro il rispetto umano.
&a mattina del 13 partiva per Verona, dove nel pomeriggio
si svolse una solenne accademia per il cinquantesimo della
PX - Don Bosco Venerabile e a i Fatti di Varazze i) 307
morte di Domenico Savio, che Mons. Grancelli diceva
{(emulo del Gonzaga, del Berchmans e del Kostka)), e
Don Rua raccomandava la lettura della vita del giovane
Servo di Dio, scritta da Don Bosco, e d'imitarlo fedelmente.
Fatta una breve sosta a Milano, il 14si fermava a Novara,
dove visitava l'Istituto Salesiano e quello delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, e regalava una medaglia alle suore ed
alle convittrici, raccomandando di baciarla sovente, e il
giorno dopo, primo giorno della novena di Maria Ausilia-
trice, rientrava a Torino.
E subito si recava a visitare, come soleva a quando a
quando, le suore ammalate.
((Nel1905- scrive Suor Maria Fiorito, ancor vivente-
dovendo recarmi a Torino, la buona Madre EIisa di S. m.,
allora direttrice della Casa-Madre, ripetutamente mi disse:
- Mi saluterai tanto il signor Don Rua, e gli dirai che i
fastidi non glieli mando, ma li tengo tutti per me. - Feci
la commissione al buon Superiore, ed egli rispose: - Neh!
quella buona madre Elisa! son passati più di trent'anni
dacchè era direttrice qui a Torino, e già fin d'allora sembrava
che presto dovesse soccombere, tanto era malandata in
salute, mentre guardate come va avanti, e quanto bene fa!
Là non solo è alla testa delle suore, ma altresì delle novizie,
delle postulanti, delle educande, delle esterne, ecc. - e
soggiungeva: - Ebbene, scrivendole, le direte che per Pa-
squa andrò a Nizza, e che allora potrà dirmi tutto ciò che
le abbisogna. - Io era andata a Torino per bontà speciale
delle Superiore, per subire una visita medica. La cosa fu
dichiarata gravissima: deviazione alla spina dorsale, unita
a nefrite ed altri mali... Dopo un anno di cure senza effetto,
mi si ordinò il busto di gesso. Era ormai il terzo che indos-
sava con tante noie e sofferenze e non era punto migliorata;
ci voleva un miracolo, e l'unico mio conforto era quello di
poter stare fuori del letto qualche ora. I1 15 maggio 1907
ebbi la fortuna di ricevere la visita del veneratissimo signor
Don Rua, che s'intrattenne presso il mio letto più di venti
minuti, volendo sapere minutamente tutti i particolari della
malattia - con interesse veramente paterno. Incoraggiata da

16.10 Page 160

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308
- V I Successore di Don Bosco - Secondo decennio
tanta bontà, gli domandai se poteva ancora sperare di gua-
rire. Il buon Padre mi disse che doveva guarire e fare ancara
tanto bene per la Congregazione e mi suggerì qualche breve
preghiera da fare. La guarigione venne infatti il 5 dicembre
dello stesso anno, per intercessione del venerabile Don
Bosco, e dopo dieci mesi che aveva la spina dorsale spezzata.
1) Più tardi a Nizza, in altra circostanza di male pure
assai grave, fui di nuovo visitata dal venerato Superiore, che
m'incoraggiò e fini col dirmi: - Come già vi dissi a Torino,
cosi vi ripeto qui; voi dovete guarire e lavorare e fare ancora
tanto bene per la Congregazione. - Ed anche questa volta,
per intercessione di Madre Mazzarello, ottenni la guarigione
che continua tuttora I).
I1 Signore era con lui, ed egli, se l'avesse voluto, cioè se
l'avesse chiesto, avrebbe ottenuto i più strepitosi miracoli.
Questi fatti singolari che si succedono continuamente nel-
l'umiltà e nel nascondimento, ne sono una conferma in-
confutabile.
Di quei giorni - durante la novena di Maria SS.ma
Ausiliatrice-era gravemente ammalata Maria Orsella diCar-
magnola. Si chiamò per un consulto anche il prof. Bellosta
da Torino, che non si.pronunziò per complicazione speciale
di diversi mali. I1 medico curante insistè che le venissero
amministrati i SS. Sacramenti, perchè non era sicuro che
potesse passare la notte. Tuttavia i parenti speravano in una
grazia straordinaria perchè si era nella novena di Maria
Ausiliatrice e si erano rivolti al Servo di Dio per speciali
preghiere. Erano le otto di sera, e venne preparata a ricevere
i Santi Sacramenti: e si confessò, e ricevette il Viatico ed
anche l'Olio Santo. Dopo le dieci torna il medico e con sor-
presa la trova un po' sollevata e dice ai parenti: - Vadano
pure a dormire, chè il pericolo è scomparso! - E non solo
era scomparso per quella notte, perchè il miglioramento
continuò casi regolare che al mattino aveva la temperatura
di una persona sana, il giorno dopo non ebbe più febbre, e
il 24 maggio si alzava pienamente guarita.
Nell'anno 1907 - dichiarava la nobile signorina Silvia
Camerana di Torino - essendo io giacente all'ospedale
.IX - Don Bosco Venerabile e (ii Fatti di Varazze>) 309
S. Giovanni per una grave operazione, ed avendo i dottori
dichiarato che il male, anche operato, si sarebbe riprodotto,
si ricorse, a mezzo dei parenti angosciati per tale notizia, al
rev. Sacerdote Michele Rua, che venne subito al mio capez-
zale, ed impartendomi la benedizione dichiarò, che il mio
male sarebbe in poco tempo scomparso e sarei guarita ra-
dicalmente. E fu dawero, mediante la sua benedizione, che
ottenni il ricupero della mia salute; e per riconoscenza de-
sidero sia resa pubblica la grazia ottenuta)).
I1 21 maggio teneva un discorsetto alle Dame di Maria
Ausiliatrice. Era la terza festa di Pentecoste, e diceva:
« Maria SantZFsima è F&lia dell'eterno Padre, Madre del
Divin Figlio, Sposa dello Spirito Santo. Vost~afortuna d'es-
sere Dame d'onore di si eccelsa Signora; deve ispirarvi con$-
denza. Raramente la prega come Sposa della T m a Persona
della S S . Trinità. Siamo nelle feste dello Spirito Santo; ab-
biamo bisogno
primi cristiani
odpe'eròsuporioddoigni.i.;.
raccomandiamoci a
Distacco dalle cose
Maria.
terrene,
Nei
fer-
vore nelle pratiche di pietà, specie alla Santa Comunione, carità
reciproca: questi sono i doni che dobbiamo chiedere allo Spirito
Santo per mezzo di Maria D.
Nel 1904 gli antichi allievi dell'Oratorio avevano offerto
al Servo di Dio una magnifica consolle a tre manuali per
l'organo di Maria Ausiliatrice; e nel 1907, grazie i1 generoso
concorso di una benemerita famiglia di cooperatori ricono-
scente a Maria Ausiliatrice, la Ditta Vegezzi-Bassi usufruendo
e correggendo le canne del vecchio organo ed aggiungendone
molte nuove, e cambiando totalmente in sistema tubolare
l'antico meccanismo, seppe farne un nuovo grandioso stru-
mento, degno del Santuario. Venne inaugurato durante la
novena, e la solenni& assunse un'imponenza sempre mag-
giore, che ebbe degna corona il 26 maggio, quando si ripetè
il programma musicale del 24. I1 Servo di Dio assistè al
collaudo, e si disse assai lieto di sentir il nuovo organo ac-
compagnare per prima cosa "musica salesiana,, la splendida
Mksa solemnis <Aiuxilium Christianorum >),composta dal no-
stro Don Pagella.
I1 I O giugno partiva di nuovo alla volta di Milano per

17 Pages 161-170

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17.1 Page 161

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3'0
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio .
#
prender parte alla festa di Maria Ausiliatrice nella chiesa
di S. Maria Segreta.
Era annunziato che avrebbe tenuto la conferenza, ma
essendo un po' indisposto, non gli fu possibile; tuttavia
volle salire in pulpito per scusarsi familiarmente: ((Cari
Cooperatori, v i fu annunziato che Don Rua avrebbe tenuto la
contferenza; per qualche contrattempo o inconveniente la voce
fievole me l'impedisce. Lascio al caro Don Trione l'incarico di
parlarvi; tuttavia vi ringrazio di quanto avete fatto, fate e
farete. I bisogni sono grandi!...n.
Benchè stanco e affaticato, terminate le feste a Milano,
in compagnia di Don Saluzzo andò a visitare le case d'Iseo,
Treviglio e Maroggia.
Per la prima volta si recava ad Iseo, dove s'era aperto
un Oratorio nel 1903; ed accolto cordialmente dal Clero e
da distinte persone ebbe il piacere di veder lo sviluppo che
già aveva, visitò anche le Madri Canossiane ed il Civico
Ospedale, dove rivolse ai malati parole di conforto e di pa-
terno affetto, e tenne conferenza alle madri cristiane nella
chiesa della Madonna della Neve.
A Treviglio, ossequiato dal Clero, dal Sindaco e da un
gran numero di Cooperatori, si rallegrò nel veder compiuto
il nuovo braccio di fabbricato del fiorente collegio, di cui
ammirò e lodò l'ordine e la disciplina. Umile sempre, apparve
a molti troppo dimesso nel vestito; anche il colletto, di
omma, era vecchio, ed essendo logoro dalla parte superiore,
portava rovesciato. Un giovane confratello, appena lo
de, ne andò meravigliato e glie lo fece notare, e gli disse
he gli avrebbe dato un colletto nuovo, e il Servo di Dio
nariamente gli anticipò i più cordiali ringraziamenti. I1
vimento che ci fu in casa quel giorno fece passar di
nte la promessa, e Don Rua, quando fu di nuovo alla
ione ed era già salito in treno per recarsi a Maroggia, nel
re il saluto di quel confratello sorridendo gli disse:
ringrazio tanto... anche del colletto che mi hai regalato!
Maroggia dove era stato trasferito il Collegio aperto
endrisio, ebbe le più solenni accoglienze da tutte le Au-
ecclesiastiche e civili e dalla popolazione. Benedisse
IX - Don Bosco Venevabile e <r i Fatti di Varazzes 31I
la statua di Maria Ausiliatrice, ricordando come anche Don
Bosco aveva voluto esposta sotto i portici una statua della
Madonna, e accennò il modo di onorarla; ed essendo nei
primi vespri della festa del S. Cuore, dava « u n fioretto per
tutto il mese. Qual è il regalo pih prezioso che n' fece il Sacro
Cuore? di rimaner in mezzo a noi, sempre presente nella San-
tissima Eucaristia. Noi quindi dobbiamo: 10 dimostrargli di
apprezzare il dono, accostandoci frequentemente alla S. Co-
munione; z0 Venendo volentierì a fargli visita; 30 Astenendoci
dal peccato e ricordandolo sovente in mezzo alle nostre occupa-
zioni. Gesù Sacramentato sia il centro dei vostri pem'eri, dei
vostri affetti e delle vostre occupazioni)).
Alla festa di S. Giovanni, all'adunanza degli ex-allievi
prese la parola il Can. Giacinto Ballesio, Prevosto di Mon-
calieri, affezionatissimo a Don Bosco, a Don Rua, e all'opera
Salesiana, che rievocava la morte del Padre venerato, ele-
vando un voto, un plauso, una preghiera:
<< Or sono diciannove anni moriva Don Bosco, semplice,
umile, e rimpianto come i santi. Allora pure voleste che io vi
parlassi di Lui nell'a$ettuosa, pia e dolorosa commemorazione
di trigesirna. E sotto l'impulso del dolore e del memore affetto
ilgrande ed amato Padre, la sua figura esterna e morale, la sua
vita bella, santa e generosa passata con noi, riappawe alle
nostre menti, alle anime nostre, nella sua ~ i v ead amabile realtà;
e l'orazione mia, sulla vita intima di Don Bosco coi s w i figli,
piacque a Don Rua, piacque ai compagni. Ed ora che vi dir02
Ora che è soprawenuta l'azione del tempo e degli uomini,
e lo sviluppo della Prowidenza che tutte le cose dispone
con forza e dolcezza? Come vecchio viandante e pellegrino
mi fermo, e spingendo lo sguardo nel cammino percorso, e
spaziando nei belli e larghi orizzonti vi propongo un plauso,
un evviva - vi propongo un voto dal fondo del cuore - fac-
cio una fervente preghiera.
ì) Anzitutto lode a Dio, dal quale viene ogni bene. E dopo
Dio un plauso, un evviva a Don Rua, al sapiente organizzatore
difensore, propagatore della epopea salesiana. U n evviva,
un plauso a Don Rua sacerdote santo, austero, mite e soave, il
quale coli'esempio di una vita intemerata e santamente operosa

17.2 Page 162

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-
12 VI - Successore di Don Bosco - S e c d o decennio
governa i suoi confratelli, li guida e li sostiene nelle belle evan-
geliche imprese. Anche una volta "evviva Don Rua,, nome
stimato ed amato come lo fu Don Bosco, come lo sono i santi.
"Evviva Don Rua!,,.
i> Fo un voto - il voto dell'anima mia! il voto d e i h l i che
vogliono bene a Don Bosco - auguro e desidero che lo spirito
di Don Bosco viva na'Jigli suoi, come vive in Don Rua. Desidero
che si moltiplichi come lo spirito di Elia sul discepolo Elireo.
Auguro e desidero che nessuno da' nm' dimentichi mai, in nessuna
circostanza della vita, in nessuna tentazione, la dignità di
cristiano e di Jiglio di Don Bosco. Che la veneranda e santa
Jigura di Lui ci stia ben scolpita innanzi alla mente, che ne
ricordiamo i pensieri, i detti, pieni di fede e di amor di Dio, che
che ne ricordiamo la vita bella, pura, immacolata, laboriosa,
generosa, semplice, povera e mort@cata anche quando fosse in
mezzo alle grandezze.
u Amici miei, ricordiamolo bene: Filii sanctorum sumus,
e non pieghiamo dietro l'onda lusinghiera e rovinosa delle
umane passioni. Filii sanctorum sumus, e teniamoci stretti
aIla bandiera dei valorosi e dei buoni cristiani. Teniamo noi
e tengano i nostri la fede di Don Bosco, che è e sarà sempre
bella, immortale, benefica. Amiamo, come Don Bosco, la
Chiesa, che è e
dicevano i nostri
sarà sempre la
padri, e come si
santa Madre Chiesa, come
deve dire tuttora... Amiamo
la Chiesa, come Don Bosco, senza rispetto umano, con fie-
rezza di figli, onorati di avere una tanta madre. Onoriamola
col nostro ossequio e colla nostra ubbidienza. Amici miei,
lasciate che io insista ancora: Amiamo la Chiesa, colonna e
fondamento di verità.
a Amici miei, ancora un voto. Vogliamo bene al Capo della
Chiesa, al Papa. I Papi sono la personl;fiazione della Chiesa.
Hanno predicato la fede, mandando missionari in tutto il
mondo. L'hanno difesa, condannando gli errori e procla-
mando la verità a costo di sacrifizi, di persecuzioni, di pri-
gionia e del martirio. Amiamo il Papa, Maestro infallibile,
centro e chiave della Cattolica Unità. Rispettiamolo, difendia-
molo, consoliamolo, come fece Don Bosco, e come fanno i nostri
fratelli Salesiani.
IX - Don Bosco Venerabile e a i Fattì di Va~axzeu 313
>>Edora, Fratelli miei, finisco con una preghiera: "Gran
Dio! graxie che ci hai dato Don Bosco. Deh! o Signore, lo glo-
rifica, se COSI t i piace, anche coll'aureola estenbre e fulgida di
santo! e poi guarda, o Dio, aiJig2i di Don Bosco e fàlli ognm
più degni di Lui. In qualunque condizione, in qualunque ufJicio
umile od alto, in qualunque plaga della terra, li difendi, li
sostieni, li conforta, e fa' che ~ i s t i a ndii nome e da' opere salvim
se stessi e salvino gli altri,, >>.
((La bella e cordiale adunanza (scriveva lo stesso Cano-
... nico Ballesio nel ringraziare i compagni intervenuti numerosi
alla presentazione del dono e del comune omaggio vzell'ampio
e simpatico teatro de1l'Oratorio) fu onorata dalla presenza di
S. E. Rev.ma Mons. Giovanni Cagliero, Apostolo della
Patagonia. Per invito di Don Rua S. E. disse a noi parole
di affetto fraterno, si rallegrò con noi e ci benedisse. 11 nostro
dono di quest'anno consiste in due altari posti nel coro di
Maria AusiIiatrice, dove sono utilissimi per la comodità dei
sacerdoti celebranti, molto numerosi, specialmente nelle
solennità.
» I1 venerando nostro Don Rua, sfogando il suo gran cuore,
ha detto agli antichi allievi presenti ed assenti, un mondo di
belle cose, di ringraziamenti, di auguri e di saluti n. Si ral-
legrava della visita a lui sempre gradita, e ringraziando con
parole di bontà e di soddisfazione, tanto del dono quanto
delle espressioni d'affetto rivoltegli ddl'oratore a nome di
tutti, ci esortò - scriveva Giuseppe Sandrone - ua seguire
e mettere in pratica ciò che fu esposto nel discorso e terminò
col ricordare con compiacenza la fondazione del Circolo Don
Bosco di Torino; accennò come l'esempio di Torino è già
stato imitato da varie altre città, dove trovasi qualche Isti-
tuto od Oratorio Salesiano, manifestò vivo desiderio che si
accresca il numero dei soci e fiorisca a vantaggio dei Figli
di Don Bosco; infìne ci incaricò di portare sulla tomba del-
l'amato Padre a Valsalice, verso la quale eravamo pronti ad
incamminarci, i suoi più ardenti voti, perchè presto si chiuda
i'èra del De profundis e si apra quella del Gloria Patri... I).
c( Dall'antico Oratorio - prosegue il Can. Ballesio -
si andò a Valsalice e, alle undici, la tomba del nostro comun

17.3 Page 163

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314 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
Padre si trovò circondata dagli antichi allievi in bel numero
e dalla pia e robusta schiera di più che cento chierici, i quali
collo studio e colla pietà lassù si preparano alle Missioni.
Cantato un inno di amore e di ammirazione a Don Bosco, si
fece da tutti insieme la preghiera dei defunti. Quindi l'ora-
re del giorno prese la parola, ricordando agli astanti il
ma dato ad un esame di licenza espresso in questi termini:
Bambino che naxipiangendo mentre tutti attorno ti sorridono,
ssa tu vivere in modo che alla tua morte tu solo possa sorri-
re, mentre tutti intorno t i rimpiangono. - Quindi continuò:
- Amici miei, così è certamente avvefluto di Don Bosco.
Nascendo ebbe, come gli altri figli di Adamo, i1 pianto sul
ciglio, mentre il babbo e la mamma sua, i parenti e vicini
gli sorridevano intorno. Ed egli, cresciuto, visse così santa-
mente operoso e benefico, che venuto all'ora estrema Egli
solo sorrideva verso il Cielo, suo anelito, mentre un mare di
pianto spargevano i suoi figli, i suoi beneficati ed ammira-
tori. Cari chierici;, vaga e bella speranza dell'Apostolato, voi
Salesiani autentici e noi Salesiani dispersi e vostri fratelli,
amici e cooperatori, raccogliamo il nobile esempio, e giuriamo,
qui, sopra questa sacra e lacrimata tomba, che figli devoti vo-
gliamo calcare le orme di tanto Padre e vivere in modo che alla
nostra morte possiamo avere il sorriso della speranza mistiana
ed il giusto rimpianto altrui. - Si fece ancora una fervente
preghiera di saluto a Don Bosco e pieni di soave mestizia
ci partimmo dal venerato avello... t).
Fu
vano il
proprio l'ultima volta che gli
De profuudis sulla tomba del
Pexa-darlelievveindereavtoot!i...reDciital-ì
un mese questi sarebbe stato dichiarato Venerabile!
Con la data del 24 giugno il Servo di Dio, a meglio atte-
nere che tutti i salesiani avessero a <( formare un cuor solo
'anima sola )), tornava a scriver loro una lettera edificante,
a quale annunziava la nomina del Teol. Don Luigi
cetta, direttore del Seminario di Valsalice, a consigliere
la Pia Società al posto del compianto Don Durando, e
levava le consolazioni provate nelle visite alle case, la buona
ccoglienza fatta alla circolare sulla pratica della povertà, e
esito felisimo del IIIo Congresso degli Oratori festivi.
IX - Don Bosco Venerabile e <ii Fatti di Varazzei> 3I
Nel rievocare i ricordi delle visite alle case: Mi parve
- diceva - di assistere di nuovo allo spettacolo che offrivano
certi Salesiani nei primi tempi della nostra Congregazione,
quando presentandosi un'occupazione, senza troppo badare
alle difficoltà e ad altri impegni assunti, ciascuno si offriva
prontamente a compierla; specialmente mi fu soave conforto
il vedere che in vari luoghi l'esempio veniva dall'alto, poichè
incontrai degli Ispettori e Direttori che non paghi del grave
lavoro della direzione, vollero essi medesimi incaricarsi di
parte dell'insegnamento; come pure altri Superiori che di-
scesi dalla loro carica si applicarono agli uffizi inferiori di
prefetto, catechista, insegnante, ecc. collo stesso amore e
diligenza dei primi tempi della loro vita religiosa. S i degni
il Signore benedire e conservare questa maravigliosa attività e
santa indifferenza, che sarà per le nostre Case la salvaguardia
della mora1i;à ed una prova irrefragabile che i Salesiani non
cessano di essere figli di quell'indefesso lavoratore che fu sempre
Don Bosco. Facciamo caldi voti, perchk tale ben intesa operosità
non sia il privilegio di alcuni, ma la virtù d'ogni membro della
famiglia salesiuna )).
u Uno dei frutti)) della circolare sulla povertà - notava
con piacere - <<flu'impegno con cui vari direttori si studia-
rono di amministrare il denaro che loro veniva alle mani. Senza
lawar mancare il necessario ai confratelli, essi riuscirono a
mettere i1~sz~emle somme richieste per pagare debiti che da anni
gravitavano sulla loro casa. Ciò fu tanto pih lodevole in quanto
che per alcuni di essi trattavansi di debiti contratti dai loro an-
tecessori )).
Coli'augurio di veder sempre aumentare la stima per
Don Bosco e lo zelo a favore della gioventù, <<find'oggi
- concludeva - con islancio maggiore che in tempi andati
ripetiamo il grido di Don Bosco: "Da mihi animas,,. Si, chie-
diamo a Dio, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, la
grazia di poter salvare molte anime o. Questo era anche il voto
e il sospiro continuo del suo cuore!
I1 29 giugno, <idopo la festa di S. Luigi all'Oratorio ac-
compagnai - annota il Servo di Dio - Monsignor Antonini
fino a S. Giovanni Evangelista, dove assistei all'accademia

17.4 Page 164

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316 Vi - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
degli esterni »; e dove dormì <c per essere pronto il mattino
ad ascoltare le confessioni degli esterni >>e ,il 30 cantò messa
senza predicare. Nel pomeriggio tenne il discorso di S. Luigi,
svolgendo questi pensieri:
e Bene novit vivere qui bene novit orare. La meravigliosa vita di
S. Luigi è una prova dell'efficacia dell'orazione. I punti salienti della
sua vita sono: innocenza, penitenza, obbedienza, carità, iino a sacrifi-
carsi martire di carità, coraggio contro il rispetto umano; allegrezza
all'avvicinarsi della morte; sua pronta beatificazione; visione di Santa
Maria Maddalena de' Pazzi: tutto effetto della preghiera. Fin dal-
l'infanzia, nella fanciullezza, ebbe impegno per pregare bene: e nella
giovinezza unione con Dio. Calda esortazione alla preghiera per
vincere le tentazioni, per riuscire meglio negli affari, per superare il
... rispetto
il corpo
umCahnio, .coLma eprpergehgiaerrea?..è.
necessaria all'anima come
quando, quanto?...1).
il
cibo
per
I1 IO luglio si recava a Sassi a celebrar la festa di Santa
Felicita, ricorrendo l'onomastico di Suor Felicita Balbo, e
tesseva il panegirico della Santa. Il 16 saliva a Superga,
all'istituto delle Suore Francesi; e il 20 parlava al pensionato
delle Figlie di Maria Ausiliatrice. I1 21 si recava a Perosa
Argentina per la festa di S. Luigi e la distribuzione dei premi;
ed alla Messa tenne un fervorino, prendendo lo spunto dal
<iGesù piange sulla città di Gerusalemme; perchè? La vedeva
immersa nei vizi, accecata dalle passioni; e non pensava all'aEare pib
Gesù da piangere sopra qualcuno di noi? Noi
ere
nGseoslaùr.l.o.
anche nel tempo delle vacanze. È il peccato
dunque evitiamo il peccato. Come fare a
il peccato? Egli c'invita: Venite ad me omnes qui laboratis
.ricevere il pane dei forti
Luigi. Andate alla Santa
ribuzione dei premi, si congratulò coi pre-
giò gli altri, animò tutti a continuare e studiare:
linea anche durante le vacanze, alternando lo
i esercizi di pie& e ai divertimenti.
pure al Circolo Savio Domenica, alle suore del-
o, alle convittrici operaie, e ai confratelli.
IX - Don Bosco Venerabile e <ii Fatti di Varazae~) 317
I1 22, nel pomeriggio scese e si fermò a Pinerolo, per
visitare un vecchio condiscepolo, il Can. Marra, e il pro-
fessar Fabre, e la sera tornò a Torino.
Si era amai al tempo degli esercizi, ed era il suo voto che
tutti li facessero bene, correggendosi dei difetti e avanzando
in virtù. Per questo il 24 luglio inviava una brevissima cir-
colare, riservata, agli ispettori: <<vAoi mi rivolgo in partico-
lare raccomandamiovi di approfittare del tempo degli Eserkxi
per adoperarvi a bandire dalle vostre Case, sia per mezxo delle
prediche e conferenze, sia per mezxo dei rendiconti individuali,
Pabuso che si va diflondemdo del fumare. Così pure adoperarvi
con tutti i mezzi per togliere dalle vostre Case ogni traccia di
modernismo. Dopo le parole cotanto esplicite del S. Padre non
si può permettere letture e professione di idee di tal genere. Il
Signore benedica le vostre sollecitudini in questi argomenti che
tanto stavano a cuore al nostro buon Padre Don Bosco ».
Quello stesso giorno il Sommo Pontefice Pio X ratificava
il voto affermativo dato il di innanzi dalla S. Congregazione
dei Riti per l'Introduzione della cawa del venerato Fondatore!
E facile comprendere la gioia che n'ebbe in cuore il Servo di
Dio, il quale, appena morto Don Bosco, aveva fatto i primi
passi per iniziare il Processo Diocesano.
Don Conelli gli scrivevr?da Roma il giorno dopo:
<< Dai precedenti telegrammi Ella conosce la favorevole
discussione della Sacra Congregazione de' Riti martedì, e
l'approvazione amplissima del S. Padre ieri mattina, mer-
coledì. Lo stesso Segretario Mons. Panici ce ne recava la
notizia sul mezzogiorno, appena cioè il Card. Cretoni, Pre-
fetto della Congregazione, ritornava dall'udienza pontificia.
Alcune ore dopo 1'Em.mo Vives y Tuto, Ponente della Causa,
degnavasi di venire in persona a farcene le più cordiali con-
gratulazioni, sicchè stamane mi tenni in obbligo di recarmi
a ringraziarlo per la degnazione avuta e per la benevolenza
mostrataci.
Non potrei certamente riferirle, amatissimo Padre,
[e non potremmo neppur n& riferire quanto smiue Don Conelli,
se non avessimo avuto di~ettamenteda lui la minuta della let-
tera dopo la morte del Servo di Dio] il calore d'affezione e di

17.5 Page 165

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- 318 VI - Successore di D a Bosco Secondo decennio
devozione con cui 1'Em.mo Vives prese a parlarmi di Don
Bosco, della Congregazione, e di Don Rua; mi pare però di
far bene riferendole la sostanza di quel colloquio.
8 Alle mie parole di ringraziamento per la visita: - Io
non venni soltanto per rallegrarmi colla Congregazione
- aggiunse subito - ma per raccogliermi a pregare nel
tempio da lui costrutto al Sacro Cuore, e in quel tempio
raccomandarmi a Lui come a celeste Patrono. Sono felicis-
simo di aver dovuto studiare a fondo la vita di Don Bosco,
perchè ho potuto conoscere che egli fu un gran santo! Già,
quando si vede una Congregazione che fa veramente bene
(e tale è sicuramente anche la loro), si può sempre dire con
ragione: " in fondo alla radice v i è sicuramente un Santo,,. Ma
io l'ho toccato con mano in questi giorni, studiando la vita
di Don Bosco, loro Fondatore. Celesti carismi, sicchk si
potrebbe dire che Iddio, quasi in un cinematografo continuo
gli manifestasse il futuro della sua Congregazione, dei suoi
figli ed alunni; e qui mi accennò vari fatti, come quell'ab-
bassarsi il berretto sulla fronte che facevano alcuni pel timore
che Don Bosco leggesse sulla loro fronte i loro peccati, e
quella mirabile istoria di Mons. Cagliero. Ma oltre ai celesti
carismi, che tesori di virtù! Un amore alla Madonna che
uguaglia quello dei più grandi Santi, un amore alla Passione
che gli soffocava il petto; le virtù religiose tutte in grado
perfetto, e, qual contrassegno infallibile di santità, era straor-
dinario nell'ordinario, sicchè nulla trapelava all'esterno nella
sua vita comune.
>)Veda,ho studiato assai la vita di Don Bosco e la sua
figura mi appare sempre più prowidenziale. La notte di
lunedì passato, all'una e mezzo, io stava ancora studiindo
per la discussione di martedì mattina; vi erano otto Cardi-
nali; riuscì favorevolissima; e creda che l'introdursi la Causa
di Beatificazione a soli 19 anni dalla morte, con una vita che
ha rapporti con tutti, è già prodigioso.
D Scriva al signor Don Rua che faccia dare ogni possibile
pubblicità al Decreto, che ne affiggano copia nelle Chiese
tutte della Congregazione; che facciano conoscere bene il
tenore del Decreto a tutti i Salesiani, a tutti gli alunni, a tutti
t
- IX Don Bosco Venevabile e ci i Fatti di
i Cooperatori, ed anche alle persone del mondo per mezzo
della stampa. E una notizia che interessa il mondo intero e che
deve apportare grazie straordinarie a tutti, secondo il proprio
stato; ed io per me, concludeva piamente il Cardinale, mi
sono eletto Don Bosco a mio Patrono speciale.
>>Equi, amatissimo signor Don Rua, la sua modestia mi
permetta di aggiungere altre cose che l'Em.mo Vives mi
comunicava affettuosamente.
"Studiando Don Bosco, ho imparato a stimare di pia
Don Rua; ho visto la speciale Provvidem- di Dio a ri-
guardo di lui, nel chiamarlo per primo, nel prepararlo, nel
fargli seguire passo passo Don Bosco, perchè fosse un altro Don
Bosco. E Don Rua ha tali rapporti intimi con Don Bosco che
può dirsi: UNA RELIQUIA VIVENTE DI DON BOSCO! Oh, scriva,
scriva a Don Rua che se prima io gli volevo bene (ed egli lo sa
che glie ne volevo), adesso gliene veglio ancora di più, perchè
studiando la vita di Don Bosco, ho visto quali rapporti egli
abbia col nuovo Venerabile Servo di Dio. Se mai Don Rua
venisse in istato di non poter più far nulla, non importa, basta
la sua presenza, lo tengano sempre in mezzo e in capo a loro,
perchè è la reliquia vivente di Don Bosco. Gli dica che in com-
penso di quel poco che ho fatto per la Causa di Don Bosco, mi
inscriva in modo speciale fra i Cooperatori, poichè tale voglio
sempre essere per la loro Congregazione, che è la Congregazione
del mio Patrono Don Bosco".
)).Questa la sostanza del colloquio avuto coll'Em.mo Po-
nente, che m; lasciò l'animo ripieno di allegrezza di spirito,
e meno freddo nel desiderio d'imitarne le virtù. Perdoni se
fui prolisso; mi raccomandi lei a Don Bosco e la mia conver-
sione sarà sicura... >>.
Iddio è ammirabile nei suoi santi, come amniirabili sono
l e vie con le quali egli li spinge alla più alta perfezione; una
il dolore. (( Appunto per questo - dice S . Ago-
- Iddio mescola delle amarezze alle felicità della terra,
nchè cerchi un'altra felicità, la cui dolcema non abbia
d'ingannevole o; mentre « il mondo col pretesto di
e amarezze cerca di ritrarti dal bene maggiore al quale
miri e di farti rivolgere indietro 9.

17.6 Page 166

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320
- V I Successore di Don Bosco - Secado decennio
Erano i giorni in cui stava per scoppiare la schifosa
trama infernale ordita dalle sètte contro i Salesiani,
-così la LigulZa in apposito numero supplementare - sono
i più popolari e i più benefici educatori della gioventù.
)) Mentre una giovinezza perduta - per colpa dell'am-
biente correttissimo in cui oggi si vive e di cui tutti i genitori
possono far fede - reca alla coscrizione 1'80 per cento di
inabili, 6 presso i salesiani che si educa una giovinezza mori-
gerata e forte.
))Le stesse accuse di questi giorni, cadute nel vuoto dal
quale erano uscite, han dimostrato la benefica loro opera.
))L'ira anticlericale, l'odio socialista, sono le due testi-
monianze più forti della costumatezza e della moralità del-
l'educazione salesiana.
In tanta febbre di scandali, dopo aver messo sossopra
tutta l'Italia, per scovare gli scandali neri, in tanti istituti
che tengono i salesiani non si è riusciti a trovare che un
ragazzo isterico, ailucinato, precocemente malvagio, che
accusa i salesiani in un diario che tutta la stampa e
giudiziaria ha giudicato una mistificazione.
... )) Guai al giorno in cui ia scuola e l'educazione dipendes-
sero dai socialisti )).
Questo l'epilogo; e vorremmo andar avanti, senza far
neppur un accenno delle orrende macchinazioni... Ma dob-
biamo parlarne, perchè non possiamo tacere il dolore più
grande che ebbe a soffrire il Servo di Dio, l'uomo santo,
il superiore impareggiabile, sempre vigile per il buon arida-
mento dell'Istituto, ereditato dal gran Padre e Maestro
Per salvar tante anime giovanili a gloria di Dio.
Verso Ia fine di luglio si recava a visitare i confratelli
raccolti in esercizi presso la tomba di Don Bosco in Valsalice,
ed « erano i giorni tristi - ricorda Don Francesco Vamefio-
dopo i pretesi scandali della Fumagalli e di Don Riva, nei
quali un prete non poteva andare per i sobborghi di Torino,
senza sentirsi chiamar forte e per scherno " Don Riva, Don
Riva! ,,Ora ricordo che il signor Don Rua discendeva da Vai-
salice per far ritorno all'oratorio, quando una piccola schiera
di monelli, visto lui e chi lo accompagnava, si misero a gri-
- IX Don Bosco Venerabile e i Fatti di i7arazze» 321
dare a squarcia gola: " Don Riva, Don Riva!,, 11 compagno
arrossiva e non sapeva che fare. Egli invece molto tranquil-
lamente indirizzava loro la parola e la mano, invitandoli a
tacere e ad avvicinarsi. Quelli subito tacquero, e, dopo un
di titubanza, si decisero anche ad avvicinarsi. ~
Allora egli, con quelSaffabiiità che gli era propria: " 10,disse
loro, non sono Don Riva, sono invece Don Rua, e. se volete
sapere chi è Don Rua, andate all'Oratorio di D o n ~ 0 . a~ ~ 0
Valdocco, o al collegio di Valsalice; là potrete essere soddi-
sfatti, e inoltre troverete la comodità di divertirvi meglio
assaiche qui sulla pubblica strada,,. Se quei monelli-siano
o non siano poi andati all'Oratorio o a Vaisalice, 10 sa il Si-
p a r e ; ma intanto la gazzarra cessò e il signor Don Rua e il
suo compagno poterono proseguire il loro cammino, senz'al-
tra inconveniente )l.
Quei pretesi scandali eran, con altri, un grido d'allarme
necessarioper disporre gli animi alla schifosità inconcepibili
che la stampa anticlericale e antisociale avrebbe sparso ai
quazro venti, che altrimenti queste sarebbero apparse a tutti,
a
primo colpo, una montatura!
@ & leccoci ai <Fatti di Varazze!))
...
Vogliamo
esporli
es&amente, seguendo il diario del direttore, Don Carlo
z9 luglio, verso le otto del mattino, si presentano alla
porte& del collegio il sotto-prefetto di Savona, Domenica
Silva, il tenente Montelesson comandante la stazione dei
carabinieri nella stessa città, il commissario Sciascia, il de-
legato Favini e otto agenti di pubblica sicurezza. Ludovico
Trezzi, che in quel momento faceva da portinaio, domandò
chi fossero e che volessero. Gli fu risposto:
» - Siamo la forza! Dove sono i Salesiani e i convittori?
,
... a 11 Trezzi rispose che si trovavano tutti in cappella Per
ne del. mattino Si fecero indicare la cappella, vi
no senz'altro passando per la sacrestia, e si presen-
alla balaustra delsaltar maggiore, senza levarsi nem-
appello. Si celebrava una Messa da morto.
&.sta, basta di preghiere! - dissero - uscite fuori!
giovani allibiscono... Tutti sono fatti uscire di chiesa,
vi*#der Sawo di Dio Michere Rua. Vol. 111.

17.7 Page 167

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322
- VI - Successore di Don Bosco Secondo decennio
ed i convittori vengono separati dal personale assistente.
Qualche salesiano vuol seguire i giovani per assisterli in re-
fettorio, ma sgarbatamente ne è allontanato: - Bastiamo noi
ad asststere i giovani! - esclamano quei della forza.
)>Isalesiani vengono tutti cacciati nella classe di quinta
-ginnasiale, e davanti a un questurino tutti devono scrivere
e firmare le loro generalità...Passati alcuni minuti, si presenta
in questo carcere improwisato il tenente dei caL rabinieri
Montelesson, e:
)) - Signori reverendi, - dice - badino a non muo-
versi di qui sino a nuovo awiso, si diportino bene rispondendo
con precisione alle domande che saranno loro rivolte dal-
l'agente della pubblica sicurezza, alla presenza del quale
ora si trovano. Altrimenti saranno puniti a termine del codice
penale.
n Pronunziate marzialmente queste parole, il tenente si
allontana, e, visitata la classe della quinta ginnasiale, man-
dava a prendere le chiavi delle altre classi; entra nella sala
di studio, s'insedia in cattedra, e ne visita minutamente i
cassetti e la biblioteca ».
I1 cav. Silva cerca il direttore Don Viglietti. Questi
escdenadspeeftrteattcohloesopsaarmli.e..nte le scale, l'introduce nel suo ufficio,
-
- <(
Qui
Cose gravi! Cose gravi, reverendo! -
si commettono nefandeme incredibili...
egli
comincia
1) Scosso dall'insulto atroce... ricordai - prosegue Don
Viglietti - di avere ricevuto per ben due volte la visita di
una buona donna, chiamata Ghigliotto, la quale caritatevol-
mente mi avvertiva che una certa Besson andava sparlando
del collegio e raccontando dei salesiani fatti scandalosi. Cre-
detti di aver indovinato e, quasi sorridendo, esclamai:
- )> La Besson! Ma, signore, perchè prima di fare questa
scenata e spaventarci tutti, non ha ella domandato -a tutta
la città di Varazze chi è questa Besson?Passa per una femmina
molto irregolare... Awertito che questa sciagurata parlava
male di noi, avevo creduto bene di non darvi nessuna im-
portanza; al secondo awiso però le mandai il maresciallo dei
carabinieri a minacciarla di querela. Non c'è nulla di vero...
IX - Don Bosco Venerabile e a i Fatti di Varazze)) 323
- >) La Besson ed altri li accusano - ripigliò il sotto-
prefetto; - io intanto sono venuto a perquisire e bisogna che
lei
mi accompagni...
Uscim~xiodalla
direzione...
e
giunto
al
primo
piano
in
compagnia del sottoprefetto, il commissario Sciascia mi grida:
u - Ma lei è un salesiaria,vada nella scuola cogli altri. . -
I) Costernato lascio il sottoprefetto ed entro nella quinta
ginnasiale, dove osservo i pallidi miei confratelli e sotto-
scrivo fremente il foglio che mi viene presentato. Frattanto
i perquisitori frugano dappertutto... v.
In quei giorni era ospite nel collegio Mons. Cagliero,
Arcivescovo titolare di Sebaste, dal Santo Padre Pio X in-
viato in qualità di visitatore apostolico a varie diocesi, com-
presa quella di Savona; e dovette sudar quattro camicie per
ottener d'uscire di casa ed attendere alle sue occupazioni.
Quattro sacerdoti dovevano recarsi a celebrare in città, e
non fu loro permesso:- La messa la diranno poi questa sera! -
Per fortuna eran già cominciate le vacanze, e gli alunni non
erano più di venticinque; ma questi, a drappelli, vengono
condotti in caserma, dove, alla presenza del cosidetto Besson,
s'inizia l'interrogatorio.
<< Sul mezzodì i poveri convittori ritornano; noi facciamo
per andar incontro ad essi, ma le guardie ce lo vietano. Li
guidano in refettorio e ci proibiscono di seguirli. Poveri
ragazzi! Non vogliono mangiar nulla, allontanano i piatti,
mettono i gomiti sulla tavola e colla testa tra le mani sin-
ghiozzano... Ma neppur noi, poveri preti, quel giorno si
potè mandar giù un boccone. Ci guardavamo l'un Saltro
intontiti, con gli occhi pieni di lacrime. Dopo il pranzo i
giovani furono ricondotti fuori >>.
Verso le quattro pomeridiane anche quasi tutti i confra-
nati dalle guardie, sono condotti alla caserma
Fui chiamato pel primo - dichiara Don
sitnustedrioc..dh.oeMtctooi nsaqllluuaiapdmrreai svaeapnrzdisaasidcceaolpmocaeavc.poZineaduginl,iaep,,apddrrooepv..o-.
e soggiunsi che facesse il piacere di dirmi quali
se mosse contro di noi...

17.8 Page 168

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324
- VI Successore di Don Bosco - Secondo dec&ii0
- )> Ma le messe nere! le messe nere!...
'>- :.. Non so che cosa voglia dire messa nera.
))- Non faccia l'ingenuo ...; dica su, è vero si o no che
si faceva la messa nera?... )).
Entra il commissario Sciascia e spiega a Don viglietti
che cosa sono le messe nere!... Non possiamo riferire quelle
parole; la decenza e la moralità lo vietano!
- Nego tutto! nego tutto! - ripete Don Viglietti.
11 proweditore, indispettito alle ferme dichiarazioni del '
direttore, che mai nulla di simile è successo in collegio (vi
si dicevano compartecipi anche le suore della Misericordia,
quelle di Maria Ausiliatrice e il Clero della ci&), si alza e
gli dice:
E a1lora vada pure, io l'abbandono alla sua sorte! )).
Ecco come venne ordita la trama infernale!...
Un giovane disgraziato, quindicenne, Carlo Marlario,
detto Alessandro Besion, «un degenerato con idee paramidi
e contenuto erotico, con sti?nmate di arresto di deficienza ed
assimetria nella sfera somatica e nella sfera mentale, - così .
cinque anni d'attesa, il 5 giugno 1912...dichiarava in
sentenza definitiva la Corte d'Appello di Genova in Sezione
d'accusa
Buccelli,
- dopo perizia psichiatra dei professori Il.lorselli,
e De Paoli - quindi completamente irresponsabile a
a tcnnine delcart. 46 del Codice penale; ed anche un soggetto
pericoloso alla società più che un delinquenie, che richiede delle
cure speciali ed un opportuno isoiamento dal civile consorxio ,),
- figlio illegittimo di Vincenzina Besson, G del pari ritenuta
dai suddetti tecnicì come una fatua con qualche nota isteroide;
%?gestiondile, fanatica, erotica, e quindi parzialmente im-
putabile a senso delcart. 47 stesso Codice n - dietro (C INCES-
SANTI SOBILLAZIONI DI ESTRANEI INTERESSATI A SU SCI^^^
UNO SCANDALOANTICLERICALE )), - tra cui un pezzo grosso )>,
cioè Ettore Ferrari, il primo dignitario notorio della mas-
soneria )), fungevano da protagonisti.
Carlo Marlario, che era stato per alcuni mesi alunno del
col!egio, quindi conosceva nomi di superiori e compagni,
aveva dichiarato di aver esteso in un M e m o r i u ~ e ~ ~ i u ~ i o
quanto. aveva veduto coi suoi occhi; e dell'osceno &rio,
IX -
BOSCO V ~ a a i l e a i Fatti di V a ~ a z z e 325
preparato dai congiurati, &e aveva fatto copia di sua mano*
mentre altre, più o meno clandestinamente, erano state
una inoltrate alle autorità.
congiura che si direbbe impossibile in paesi civili,
sul principio del secolo XX!...
~~~l giorno - 29 luglio- il Servo di Dio era a Valsalice
e dava i ricordi al termine di quel corso di esercizi, ripe-
tendo ciò che aveva scritto anche a Don Farina: ((Per ri-
tordi che mi chiedi eccoti la parola DIO: D - Divozione,
pietà; I - Immolazione, spirito di sacrifizio; 0 - Obbe-
dienza, spogliarsi della propria volontà O...
Povero
immolarsi
Don Rua! era giunta l'ora in
e bere il calice di amarezze
lceupi ieùgltirepmureenddeo!v.e..va
Quel giorno, mattina e sera, mentre i poveri alunni del
collegio venivano interrogati in caserma, erano là anche i
Besson, e Carlo, col permesso delle autorità presenti, indi-
cava a ciascuno ciò che doveva sapere e deporre, e in una
camera
dove i ragazzi stavan raccolti in attesa dell'in-
terrogatorio, era la Besson, e <C la disgraziata faceva animo
ai più piccoli e li baciava»; cosicchè alcuni ebbero poi a
dichiarare a Don Viglietti: - Ah! signor direttore, ho detto la
bugia! ho detto di si... ma mi han fatto paura! ...
La sera tornarono al collegio, la mattina dopo andarono
in cappella, quindi furono tutti rinviati alle famiglie, accom-
da' poliziotti... << Lasciandoci, i poveri ragazzi pian-
gevano dirottamente. Promesse da tutti di ricordarci, di
scriverci, di pregare. Ed essi baciavano le mani e gli abiti
a tutti noi. Si videro giovinetti a baciare persino i muri del
profanato recinto )).
11 3I i giornali, con titoli i più obbrobriosi e a caratteri
cubitali, narravano dettagliatamente le oscenità desunte
dallYacCennatodiario: - Turpitudini inaudite a varaaze. -
Inaudite nefandità nel collegio dei Salesiani a Vayazze. - I
brutti scandali di Varazze. - Laidezze pretesche...
A Savona, fin dalla sera del 30 dimostrazioni anticlencali
anti ~episcopio;il 31 assembramenti davanti al seminario,
alazzo dei Canonici,ed alle associazioni cattoliche con urli,
fischi e grida di morte! All'istituto salesiano rompono i vetri-..

17.9 Page 169

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- - 326 VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
A Varazze, intanto, due salesiani, un chierico e un coa-
diutore, sono arrestati, e i cittadini, convinti dell'innocenza
gdreiidnanodstor:i,-verAsobbnaoststoe!s..i.amssoiretpe!a.n..o sotto le finestre dei Besson
La marea del giornalismo sale spaventosa. Dppo l'arresto
dei due innocenti, vari giornali prendono maggior ardire,
su pagine intere continuano a divulgare le più ributtanti
calunnie; e scoppiano vandaliche dimostrazioni anticlericali
in molte parti d'Italia. Anche a San Pier d'Arena dimo-
strazioni contro i salesiani.
Alla Spezia il 2 agosto vengon bruciate e scassinate le
porte delle chiese; in una è violato anche il Santo Tabernacolo;
per fortuna s'erano asportati, poco prima, i vasi sacri con le
Sacre Specie. Anche l'istituto salesiano è fatto segno a spe-
ciale turbolenta dimostrazione.
Si vorrebbe lo sciopero generale. I giornali cattolici
esprimono apertamente il comune cordoglio nel vedere come
certa stampa va diffondendo notizie così tendenziose. Gli
onesti sono impensieriti. Mons. Cagliero dice ad un corri-
spondente:
rica-li!..M. oNltoon
meglio i
ho mai
Patagoni,
assistito a
cchoseeqsuimesitlii!a..n.tropofagi
anticle-
(<Il 2 agosto- narra Alessio Pretto- il Circolo"Giovanni
Bosco,, di Torino si radunava in seduta straordinaria nella
sua sede di Piazza Statuto, e dopo aver espresso per i supe-
riori, e specialmente pel sig. Don Rua, l'immutabile, incon-
dizionato e riconoscente attaccamento degli ex-allievi al-
l'Opera di Don Bosco, votavano un vibrato ordine del giorno
di protesta contro l'infame campagna e specialmente contro
l'opera sfrontata di alcuni funzionari di pubblica sicurezza
verso suore, sacerdoti, e giovani; ordine del giorno che venne
telegrafato al Governo e trasmesso alle Autorità. I1 giorno 3 , .
al mattino, mi recai a comunicare al sig. Don Rua i senti-
menti del Circolo - ritenendo d'interpretare anche quelli
degli ex- allievi di tutto il mondo - ed a presentare l'ordine
del giorno votato. I1 buon Padre gradi moltissimo le attes-
stazioni affettuose degli ex-allievi, dichiarando che gli riu-
scivano di grande conforto. Ma, presa visione deil'ordine
IX - Don Bosco Venerabile e < iFatti d i Varazze» 327
del giorno, con una certa serietà, mista a dolcezza, mi disse:
- Ma, non ti sembra un po' troppo forte?
»Meravigliato per questa domanda, gli feci osservare
che la campagna anti-salesiana, e in modo particolare l'azione
di alcuni funzionari di Pubblica Sicurezza, non solo era senza
riguardi, ma addirittura infame. I1 buon Padre non si arrese
a queste osservazioni e continuò ad insistere nel concetto
che non si doveva mancare di carità verso nessuno. I fun-
zionari di Questura, forse, ritenevano di compiere i1 proprio
dovere, ad ogni modo non dovevamo erigerci a giudici.
Saputo poi che l'ordine del giorno era stato già spedito al
Governo ed alle Autorità, se ne mostrò molto spiacente; ed
io, un po' sconcertato, dovetti fargli osservare che Sordine
del giorno rispecchiava l'intima convinzione degli ex-allievi,
che se ne assumevano la responsabilità)).
Nello stesso giorno dalla R. Prefettura di Genova giunge
al direttore il decreto della chiusura del collegio, recante
la data del 31 luglio, e motivato dal Proweditore agli studi
((per gravi fatti contram alla moralità..., come rkulta dagli
utti DI SPECIALI INCHIESTE ( ! ) v , e veniva annunziato da tutti
i
giornali!
Ma il
3
agosto
-
scrive
Don
Viglietti -
finalmente
dai naufraghi s'incomincia a scorgere la terra. I1 nostro SU-
periore Generale, Don Rua, ha raccolte per noi le calunnie
infami e per il buon nome di figli di Don Bosco, per la illibata
fama delle case salesiane, sparse per tutto il mondo, ha già
nominato i nostri avvocati e fa sporgere querela da noi contro
i calunniatori. Ed ecco la visita di un nostro primo awocato!
La sua serenità, la sua calma, le sue parole elevate di conforto
ci rianimano; infine le porte di questa giustizia dalle speciali
inchieste le avremmo forzate anche noi; e più d'uno non
avrebbe più gridato il - Dàlli al prete! >>.
I1 Servo di Dio, d'accordo col Consiglio Superiore, in-
viava questo telegramma a Sua EccelZenza il Ministro degli
Interni- - Roma:
Notizie pervenutemi da Spezia mi mettono in grande an-
gustia per la sicurezza personale dei Superiori ed allievi di
quell'lstituto Salesiano minacciato da una plebaglia selvaggia.

17.10 Page 170

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328 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
E doloroso che un Istituto benefico posto quasi ne2 centro di una
grande città, Istituto nel quale sono ricoverati numerosi figli
del popolo, debba passare giorni di angosciosa trepidazione per
opera di malviventi e non trovi la necessaria difesa nelle auto-
rità. Contro questo stato di cose io ricorra alla sollecitudim di
Vostra Eccellenza ed invoco la protezione alla quale ha diritto
ogni cittadino. - Sac. MICHELE RUAB.
Era doverosa una più ampia protesta energica e la do-
manda di un pronto intervento per appurare le cose ed ot-
tenere la necessaria difesa delle autorità governative, sia per
il buon nome salesiano, sia per non lasciar accumulare sulla
buona causa i terribili effetti di tante calunnie; lo sentivano
tutti, salesiani, cooperatori, benefattori ed amici.
Ed anche a questa si venne!
Un illustre ex-allievo, il comm. Giovanni Possetto, si
trovava di quei giorni a trascorrere il mese di ferie, ospite
di un amico carissimo, in quel di Prato Sesia; e nell'appren-
dere dai giornali il dilagare dello scandalo, vedendo c( con
meraviglia e col più vivo rammarico s che c< nulla, proprio
nulla, almeno in apparenza, dalla Direzione Superiore Sale-
siana veniva posto in opera per fare argine a quelle tante
infamie, che si stampavano e propalavano su tutta intiera
la loro istituzione o, non ne potè più, e ((spinto come da una
molla irresistibile>>p, rese il treno, e d'un fiato si restitui a
Torino.
((Non erano ancor le otto del giorno successivo, che io
- scrive il Comm. Possetto - recatomi all'Oratorio Sale-
siano, già pregava il compianto Don Marchisio, allora di-
rettore, di condurmi da Don Rua. - Se sapesse, mi diceva
egli, se sapesse in quale stato si trova il nostro buon Padre
colla gamba piagata e colpito da tanti dolori! E una vera
pena il vederlo; io non so se lo potrà ricevere.
- 1) Mi riceverà, soggiunsi tosto, ne sia certo, sento che
mi riceverà.
B Salimmo le scale, percorremmo la lunga balconata ed
arrivammo alla sua camera.
1 )> Come aveva previsto, fui subito ricevuto. Egli stava
seduto sopra una sedia, posta di fianco al tavolo, ingombro
IX - Don Bosco Venerabile e 6 i Fatti di Varazze)) 329
di carte e di corrispondenza, e teneva una gamba rigida e
fasciata, appoggiata sopra un'altra sedia che gli stava accosto.
Era pallido, più che pallido, terreo, emaciato; gli occhi gonfi
ed arrossati tenevano sospesa agli angoli delle profonde
occhiaie una lacrima, sempre in procinto di cadere; smarrita
la loro ben nota vivacità, apparivano stanchi per lunghe e
affannose veglie. Tutta l'espressione del suo viso di asceta
corrispondeva appieno a quella degli occhi; l'affanno, i1
dolore più cocente, vorrei aggiungere la sfiducia, ecco ciò
che traspariva da quell'aspetto. Povero Don Rua, mai, mai
l'aveva veduto così depresso, così addolorato!
I) - Caro il nostro dottore! mi disse sollevando gli stan-
chi occhi sopra di me, non appena io aveva messo piede sul
limitare; anche lei, sempre buono con noi, che le fummo un
tempo superiori e compagni, è venuto a portarmi la sua
parola di conforto, a dirmi che non crede, è vero?... a quanto
ci si imputa, a quanto si propala pubblicamente contro di
noi. Me lo dica, me lo ripeta lei, che ci conosce,da lunga
pezza e che fu tra noi per diversi anni, che non sono vere,
possibili le brutture, di cui fanno autori quei poveri nostri
fratelli di Varazze. Ho tanto, tanto bisogno, di sentirmelo
a ripetere da persone dabbene, ed ella non può credere quale
balsamo mi tornino le sue assicurazioni.
I) - Ma io, mio caro e venerato Don Rua, io le reco
qualche cosa di più della semplice parola di conforto che
lascia quasi sempre il tempo che trova; io san qui espressa-
mente venuto con qualcosa di più tangibile, di più pratico
nell'animo. Mi dica intanto: che cosa hanno fatto? quali
provvedimenti hanno già presi per fronteggiare la situazione
che si va sempre più aggravando e per tutelare il prestigio
delle loro case? Sino ad ora sui giornali, che io aveva a mia
disposizione in campagna, non ho rilevato quale sarà il loro
tteggiamento, quale la loro linea di difesa.
s- E quale atteggiamento, qual linea vuol mai che
rendiamo contro tanta settarietà, mentre sappiamo a priorz'
i non essere creduti, mentre il fango, spinto da una forza
iabolica, continua a sollevarsi colla quiescenza, direi quasi
o1 consenso di tutte le autorità? perchè non ci difendono?

18 Pages 171-180

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18.1 Page 171

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- - 330 V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
perchè non impediscono, esse che lo possono fare, il dila-
ala? Vi sono, creda, delle offese così gravi
e non solo feriscono, ma abbattono la co-
nesti, i quali sentono venir meno la loro
dover pensare di difendersi da accuse così
iamo, noi invochiamo da Dio la forza della
te, meda a m,e questo è il mio maggior cor-
che avviene in bene ed in male è sempre opera
divina; questa che mi colpisce è una fattura dovuta
nicamente a me stesso, che ho troppo presunto delle mie forze,
uando mi venne oferto dal nostro Padre Don Bosco il posto
che ora io occupo. Io non avrei dovuto accettarlo, ma le assicuro
che pure accettandolo, dietro le insistenti esortazioni di lui, io
non ho fatto che l'obbedienza alla quale era tenuto. Ora, a tanti
anni di distanza, Iddio mi punisce della mia presunzione e ven-
gono purt~oppo,con me colpevole, secondo il volere divino
colpiti anche i buoni e gl'innocenti. Io mi strzlggo nel pianto
ieo,nieollasoplor,eaghsieorpap,oretardealillamdioivicnaastigcole!m...enza imploro di essere
)>- Perdoni, perdoni, mio caro Don Rua, interruppi,
ma ella in questo momento, oltre a fare dei torti a se mede-
simo, viene meno alla stima ed al rispetto per lo stesso Don
Bosco, il quale, scegliendo lei fra tutti i suoi compagni, ben
sapeva quel che si facesse ed a chi affidava le redini delle sue
grandi imprese. No, no, Don Bosco ha scelto troppo bene e
glie lo conferma anzitutto il veramente prodigioso sviluppo
in Italia ed all'Estero del130peravostra sotto il suo mirabile
impulso, ed in secondo luogo la stima, la venerazione cui
Ella ben meritamente è fatto segno presso tutti i suoi sotto-
posti; niente falsa presunzione adunque, niente espiazione,
e vorrei aggiungere, niente rassegnazione. Io posso convenire
con lei che un'accusa immeritata e vile possa talmente of-
fendere l'amar proprio e la dignità dell'onesto da indurlo a
non degnarsi di raccoglierla; ma, neiia fattispecie, il caso è
ben diverso; qui la persona esula, e ciò che si colpisce, più
che la persona, è l'Istituzione, è l'intera collettività. Ora, può
Ella permettere che di punto in bianco si possa stampare
- IX Don Bosco Venerabile e (1 i Fatti di Varaxxen 331
e che la pubblica opinione debba credere che i Collegi Sa-
lesiani siano tutti un covo di putredine? La rassegnazione,
si, è una gran bella virtù, ma quando è personale, e soprat-
tutto quando non sia spinta all'esagerazione; poichè, allora,
a mio riguardo, a mio parere, diventa viltà o paura. Quel
certo frate della tradizione che ricevette sulla pubblica via
un primo schiaffo da un villano, porse tosto l'altra guancia
per il secondo; ma non appena l'ebbe ricevuto, manovrò
talmente bene sulla schiena del suo insultatore il proprio
bastone, che questi per buona pezza ebbe a ricordarsene;
e fece bene. Così dobbiamo fare noi, in cambio di starcene
in silenzio e di dar maggior adito agli insulti ed alle calunnie.
Noi non manovreremo, come il frate, il bastone; ma faremo
buon uso di quei mezzi che ci sono consentiti dalla legge e
che costituiscono la guarentigia degli onesti; agire si deve,
e subito, per rintuzzare l'orgoglio settario dei detrattori, i
quali già reputano di aver piazza vinta e ne menano vanto.
B- Ma come faremo, osservava Don Rua, mentre le
stesse Autorità, cui incombe il dovere di proteggerci, tacciono
e lasciano fare? Lo vede a Varazze ciò che accade? Lo vede
... qui a Torino? Ah! se il Signore nella sua infinita pietà non
interviene con un miracolo, io non vedo una via possibile
- i) Che, che! interruppi. La via esiste e tale da muovere
dal loro letargo, finto o reale, anche le Autorità. Non occorre
nessun miracolo, nessun speciale intervento divino; basterà
muoverci, ma subito, senza ulteriore indugio. Aiutati che
Dio ti aiuta, dice il proverbio, e questo è il caso. Come ben
vede, io nè nego nè ricuso l'opera di Dio, tutt'altro; ma
affermo che anzitutto è necessario la nostra.
- E questa via, incalzava Don Rua, consiste?...
- In una dignitosa,e vibrata protesta, da inviarsi tosto
al signor Prefetto, risposi, con formale domanda dell'in-
chiesta più rigorosa sulla gestione di tutte le vostre Case e
colla ben chiara diffida che, sino ad inchiesta ultimata, forti
del vostro diritto, che è quello consentito ad ogni cittadino,
non siete disposti a tollerare alcuna menomazione alla vostra
dignità e reputazione.
)>- Ed Ella crede che con questa protesta?...

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332 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
- Io non solo credo, ma sono certissimo, risposi, che
con questa protesta, concepita come sopra ho detto, noi
chiuderemo immediatamente la bocca anche ai più riottosi.
Guai se cosi non fosse! l'onesto non avrebbe più tregua.
Molte e svariate furono le obiezioni sollevate da quel
povero uomo, cui ripugnava, più che altro, di venir meno
alla impostasi evangelica rassegnazione ed in preda alla tema
di irritare vie maggiormente gli avversari e di fornir loro
occasione, coll'invocata inchiesta, che a lui pareva a tutta
prima un vero colpo d'audacia, di provocare nuovi scandali.
1) Per amar di brevità dirò soltanto che in quel giorno la
mia convinzione era tale ed il senso della mia missione così
profondo, da suggerirmi tutti gli argomenti più acconci per
infondere a Don Rua, che pendeva dalle mie parole, la mia
intima persuasione. A misura che tale persuasione penetrava
e si figgeva nel suo animo, il suo spirito si sollevava, gli occhi
riprendevano il loro splendore e fiammeggiavano, il volto
si tingeva e tutta la sua persona era scossa. Era una vera ri-
surrezione; ricordo perfettamente che le sue labbra mormo-
ravano dapprima una preghiera, che voleva senza dubbio
essere un rendimento di grazie; indi sollevando la voce e
volgendo gli occhi al cielo, quasi rapito in estasi:
n - No, no! esclamava; portae inferi non praevalebunt!
))A quel punto io presi congedo; quel degnissimo, mal-
grado le mie preghiere, ricusando di affidarmi al chierico di
servizio, volle, non ostante la sua gamba inferma, accompa-
gnarmi fin sulla balconata, e più oltre avrebbe proseguito,
senza il mio reiterato diniego >>.
Dopo questo colloquio, a mezzo del Collegio di difesa
veniva minacciata querela ai giornali che avessero continuato
a spacciare ai quattro venti le infsmi calunnie, come correi
di diffamazione; e si tornava a protestare non solo presso le
autorità locali, ma anche presso il Ministro degli Interni,
insieme invitandole a particolari inchieste, se avessero va-
luto, e intanto a prowedere secondo giustizia.
Era un passo ritenuto da tutti necessario.
Il sindaco di Varazze, fin dal giorno che scoppiò lo scan-
dalo, recatosi in collegio, dopo aver parlato con Monsignor
- Don Bosco Venerabile e <<iFatti di Vur
cagliero e col direttore, ed insistito che si ricorresse tele-
graficamente al Prefetto di Genova e al procuratore del Re
a Savona, aveva inviato a questi in nome di Don Viglietti
n telegramma che diceva cosi: cc Essendosi oggi iniziata
inchiesta su accuse che si muovono all'intero Collegio Civico
Varazze, prego vivamente Vossignoria di voler ordinare
'inchiesta giudiziaria, non soddikjacendo per l'accertamento
i fatti i mezzi adottati dalla questura ».
I1 Card. Svampa, che aveva avuto Don Viglietti a Bolo-
gna come primo direttore di quella fondazione salesiana,
il 3 agosto si affrettava a scrivergli: <t I n questi giorni di
atroce passione per i Salesiani e specialmente per il collegio
di Varazze, io ho sofferto ed ho agonizzato con te. Intendo
tutta l'amarezza del calice che hai dovuto trangugiare. Po-
vero Don Carlo! Chi avrebbe mai preveduto un tal genere
d'attacco! Ma non awilirti. Maria Ausiliatrice veglia sul-
l'Opera Salesiana e Don Bosco non mancherà di proteggere
i suoi figli. Io prego e faccio pregare. Ti raccomando una cosa:
reagisci contro la stampa che cospira ai vostrz' danni. E neces-
saria una lezione esemplare. Non ti dico altro...n.
L'effetto delle proteste e dei ricorsi fu quasi immediato.
Fin dal 4 agosto i giornali cominciano a battere in ritirata,
ed hanno insieme qualche dichiarazione correttizia: ( l a
fantasia malata del piccolo Besson v , <t Si tratta di un mat-
toide )>, « Un'accozzaglia di scandali inventati J), « Sudicerie
inventate )), mentre continuano le cronache delle dimostra-
zioni anticlericali in molti luoghi, con parecchi feriti a Fi-
renze, e Vescovi e Cardinali insultati a Roma. L'Osservatore
Romano si chiedeva: ((Che cosa fa l'onorevole Gkolitti? O si
ammala, o si dimette, o... parte per Cavou?I... D. Evidente-
mente la spudorata campagna vien frenata. Anche la Camera
del Lavoro trattiene lo sciopero generale...
Nel frattempo a Varazze si succedono le dimostrazioni
in favore dei poveri confratelli. La sera dell'8 agosto i buoni
cittadini si radunano all'ombra del gotico eampanile della
vicina parrocchia, intonano canti a Santa Caterina, loro
patrona, ed inni a Don Bosco, intercalati dalle grida: - Vo-
gliamo la Religione. Evviva i Salesiani! Evviva le Suore! Fuori

18.3 Page 173

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334 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
i calunniatori! - e salgono al collegio in entusiastica dimo-
strazione di affettuosa riconoscenza.
E Don Rua?
Sempre calmo e pieno di fiducia nel Signore, benchè non
riuscisse a nascondere il dolore che sentiva nel cuore ((con
me - attesta il prof. De Magistris - si apriva un tantino e
potevo così conoscere la profondità delle pene che ferivano
il suo cuore. Non erano però lamento, ma esposizione di fatti
dolorosi, che dovevano certamente angustiare l'animo suo.
Però concludeva sempre: - I l Signore m'aiuterà, come ha
aiutato Don Bosco! - Ricordo, fra gli altri, i momenti fu-
nesti di Varazze. 11Servo di Dio in quell'epoca ebbe a dirmi
che non credeva ai fatti di cui si parlava, e soggiungeva:
- Lasciate fare, il Signore metterà le cose a posto! a.
I n mezzo a tante preoccupazioni non aveva ancor dato
alle case I'annunzio ufficiale delI'Introduzione della Causa
di Don Bosco, e lo faceva il 6 agosto con le parole le più
commosse e commoventi:
DON BOSCO È VENERABILE! Questa è la fausta novella
che da tanti anni noi sospiriamo e che jinalmente sull'ali del
telegrafo cìgiunse la sera del 24 luglio testè trascorso. Questo
è il felice annunzio, che ripetuto in tutte le lingue per mezzo dei
giornali, ha rallegrato il cuore di innumerevoli amici ed ammi-
ratori di Don Bosco. Sono sicuro che per quanto remota possa
essere la dimora di molti nostri Missionarii, anche in quegli
sterminati deserti dell'America li raggiunse la notizia di
questo giocondissimo avvenimento. Tuttavia non volli darvene
u&5ciale comunicazione prima di poter leggere coi miei occhi il
Decreto della Sacra Congregazione dei Riti e baciare con tra-
sporto di gioia la jirma delPAugusto Pontefice Pio X che si
degnò confermare il voto. E questa ineffabile consolazione mi
fu concessa in questi ultimi giorni, quando il nostro carissimo
Procuratore Generale, Don Giovanni Marenco, il quale ebbe
tanta parte nel condurre a buon fine la pratica, venne in
persona a portarci il prezioso documento.
DON BOSCO È VENERABILE! Quando mi toccò notzjicare
con mano tremante a tutta la famiglia salesiana la morte di
Don Bosco, io scriveva che quell'annunzio era il p;zZ doloroso
IX - Don Bosco Venerabile e i(i Fatti di Varazze1) 335
mai dato o potessi dare in vita mia; ora invece la
della Venerabilità di Don Bosco è la più dolce e soave
possa darvi prima di scendere nella tomba. A questo
n inno di gioia e di ringraziamento erompe dal
o. Se vedemmo per tanti anni il nostro buon padre
to sotto il peso di indicibili pene, sacrifici e persecu-
ani, com'è consolante vedere la Chiesa,Cattolica intenta a
orare per la glorificazione di lui anche in faccia al mondo!...
o primo passo del Processo di Don Bosco è una evi-
prova che mal non si apponevano coloro che pur
sua mortale vita già lo consz'deravano e proclama-
no come santo. Tale fu additato a me ed a tanti de' suoi
ni jin dal principio del suo laboriosissimo apostolato. Tutti
ro che la mano della Provvidenza condusse sotto la mite
a disciplina, non tardarono a ravvisare in lui il modello del
Chi lo avvicinava per poco, non poteva a meno di
le sue sode virtù, il suo zelo inaccessibile allo scorag-
iamento, il suo non mai interrotto spirito di sacrifino... a.
E stabiliva, per ottenere dall'illto il felice compimento
della Causa, che si continuasse in ogni casa a cantare o re-
citare il Veni Creator col relativo Oremus e l'Ave Maris Stella;
ed ora si aggiungesse un Pater e Gloria per la beatz~cazione
di Don Bosco. Inoltre (in ogni Casa Salesiana sarà cantato
un solenne Te Deum in ringraziamento del segnalato favore
che abbiamo ricevuto D.
La data della lettera non poteva permettergli di tacere
Ie vicende dolorose di quei giorni, e pieno di fede, abbando-
nato nelle braccia della Divina Provvidenza, come un bimbo
in quelle della mamma, proseguiva:
<< Vorra' a questo punto chiudere la presente mia; ma non
posso tacere sugli avvenimenti che vennero tosto ad intorbidare
la nostra letizia. Forse per vendicarsi della Venerabilità di
Don Bosco, il demonio ha suscitato la più furiosa tempesta che
mai siasi scatenata sulla nostra povera Congregazione. Nulla
si risparmia per impedire ai Salesiani di compiere la loro
nobile missione in favore della gioventù. Calunnie infami,
atroci accuse, infernali invenzioni contro i Salesiani ed i loro
istituti fanno il giro del mondo riportate da giormli cattivi,

18.4 Page 174

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336
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
I
loro rapiscono quella buona rzputazione che il nome di Don
Bosco e tanti sacrifici loro avevano meritato e sempre li aveva
accompagnati. Non sarà questo un mezzo di cui si serve la
Provvidenza per richiamarci a sempre pia fedele osservanza
dello spirito di Don Bosco? Riconosciamo in questa tribolazione
visita del Signore, e sforziamoci di ricavarne frutto. Baciamo
n affetto la mano del Signore che miscens gaudia fletibus,
na le gioie ed i dolori cercando sempre il maggior bene delle
» M i duole immensamente dover finire con una nota triste
questa mia lettera che doveva essere tutta un inno d i gioia; non
è possibile lasciarvi senza far cenno della lotta tremenda che
ferve nel mio cuore e che penso esser pur quella di tutti i Sale-
siani. Venga anche per me quel giorno in cui possa rzpetere con
S. Paolo: Nunc gaudeo non quia contristati estis, sed con-
tristati estis ad poenitentiam. Contristati enim estis secundum
Deum: godo adesso; non perchè v i siete rattristati, ma perchè
vi siete rattristati a penitenza. Poichè v i siete rattristati secondo
Dio. Anche in questi giorni dolorosi ci stia fissa innanzi alla
mente la bonaria figura del venerabile Don Bosco che fu sempre
uguale a se stesso, sempre sorridente anche quando imperversava
la tempesta. Egli dal Cielo guiderà in porto la navicella della
nostra Congregazione. Speriamo che anche in questa penosa
congiuntura il Signore manifesterà la sua infinita sapienza
ricavando il bene dal male. intanto sembra ci dica: Confidite;
ego vici mundum I>.
I1 cielo, infatti, si andava rasserenando. La mattina del
10 agosto si spegneva santamente il Cardinale di Bologna.
Appena si accorse che sarebbe sceso tra poco nella tomba,
dando ai familiari l'ultimo saluto, disse anche: {(Mando
arole di conforto ai miei dilettissimi ed ora tanto perseguitati
lesiani!... )h, e pochi istanti prima di morire volle riservata
ultima sua benedizione ai figli di Don Bosco. Non ci pare
or di luogo il pensare che quell'anima pia, appena si trovò
nanzi al trono di Dio, abbia elevato la prece più ardente
per i1 trionfo della nostra causa!
I1 conforto dei buoni non ci mancò in quei giorni. Anche
il Santo Padre Pio X dichiarava: Non abbiamo scritto diret-
- IX Don Bosco Venerabile e u i Fatti di Varaxxe>> 337
tamente al povero Don Viglietti, ma abbiamo scritto al Vescovo
di Savona perche dica a quei tribolati che non mai abbiamo
creduto alle calunnie lanciate contro di loro. Onore ad essi che
son fatti degni di soffrire contumelia per il nome di Gesù! Noi
li benediciamo di cuore e li desideriamo confortati! R.
E il primo conforto l'avevano il 29 agosto, riabbracciando
il confratello coadiutore, liberato dal carcere per remissione
i querela, perchè riconosciuta sporta contro un innocente!
I1 17 settembre viene emessa l'ordinanza di scarcerazione
che del chierico e l'indomani una folla di popolo l'accoglie
a stazione con grida di ewiva e l'accompagna al collegio,
ove' si canta il Le Deum e il direttore, impartita la Benedi-
one Eucaristica, colla voce rotta dai singhiozzi, dice parole
i ringraziamento. La folla non sa contenersi, scoppia un
ngo applauso, e la cappella echeggia di ewiva al chierico
e a Maria Ausiliatrice. Quella notte, indimenticabile, fu un
ngo alternarsi di suoni e canti. Tutta Varazze ineggia ai
gli di Don Bosco. I1 20 settembre pellegrinaggio di tremila
deli, accorsi anche da Casanova, da Cogoleto e da Stella
fin dalla lontana Faie, al Santuario della Madonna della
uardia; e la sera oltre cinquemila persone ripetono la più
ettuosa dimos~azionenel cortile del Collegio, dove si
ncia l'idea, che fu\\poi attuata, d'aprire un Oratorio festivo
er i ragazzi della città.
Il 6 ottobre una rappresentanza di Varazzesi reca doni
due confratelli usciti dal carcere, «come ricordo dei loro
orni gloriosi));al chierico viene offerto un grande e splen-
ido Crocifisso d'argento, al coadiutore una bella miniatura
i SS.iaGmioovvaincniniiinaclolarnirceiianttaegirnazuionnae!.m..agnifica filigrana.
I1 2 novembre il Consiglio Provinciale decreta all'una-
imità l'apertura del Collegio... il 20 i giornali pubblicano
a notizia che il Ministro ha firmato il decreto di riapertura,
il 26 giunge finalmente il decreto!...
La vittoria è raggiunta !
ontinuarono, come abbiamo detto fino al 1912le di-
ssioni in tribunale per le querele sporte dai nostri, che
bbero il più brillante successo, ma si svolsero possiam dire
- 2% Vita &l 8-0 di Dio Michab Ruo. Vol. 111.

18.5 Page 175

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silenzio, perchè sembrava troppo disonorevole a chi
vulgato le menzogne il dover con-
e d'aver cooperato al dilagare di un'orribile marea di
- rilevava il Cardinal M& nel-
e1 Servo di Dio - « che sul Libano i cedri
e delle valanghe e delle bufere, e che va-
langhe e bufere caddero pure e s'addensarono sopra Don
Rua. Proscrizioni e soppressioni al di delle Alpi colle ironie
della libertà, e altrove e qui (e v'è da coprirsene il volto per
somma vergogna) quali persecuzioni, quali assalti e con quali
armi di turpitudini, di calunnie, di slealtà, di violenze, di
incendi, che carità di patria vorrebbe nascondere pietosa-
mente e per sempre obliare!... E fu maestosa e sublime in
quei torbidi la figura di Don Rua. Padre, col cuore sangui-
nante, i figli si strinse al petto, e resse all'impeto della tem-
pesta: sacerdote, distese lo sguardo sui persecutori e per
essi sentì perdono e da Dio pregò pietk superiore, disse
difesa e, da chi dovrebbe, gridò giustizia alla virtù...)).
ci A Lanzo - ricorda Suor Annetta Tasso - venne il
Rua a fare i Santi Esercizi cogli
voleva farli bene, con tutto I'im-
i i santi giorni di ritiro, venne a
e Suore, tutte unite in laboratorio, e ci
raccontò tutte le vicende che s'erano scatenate contro la casa
di Varazze, e con pena rammentava ciò che gli era passato
in cuor suo. A me la sua pazienza fece pensare che praticava
la mortificazione interna ed esterna senza limiti, l'umiltà
profonda e l'ardente carità spiccavano dal suo volto, a me
faceva del bene tutte le volte che lo vedevo, udivo le sue pa-
contegno sempre uguale ».
(Incontratolo alla stazione di Lanzo nell'agosto 1907
l
A w . Giovanni Dalpozzo - a qualche
a di distanza dalle montature spaventose del così
, l'accompagnai al collegio, e cam-
cendo gli porsi le mie condoglianze. Egli mi ringraziò,
soggiunse come se si trattasse di altri: -Ringrazio la
ivina Provvz'dentxa che scelse la nostra Congregaxione come
IX - Don Bosco VenerabiZe e @ i Fatti di Varazze>> 339
ersaglio dell'offensiva violenta decretata nelle ultime
ella massoneria europea! n.
ei giorni dovette sentir più vivo il desiderio di vi-
ovamente i Luoghi Santi, dove tanto sofferse il
entore! Fin dal IO marzo di quell'anno aveva scritto a
rdano, ispettore delle case della Palestina: <t T i rin-
le buone notizie che mi dai della casa di Alessandria.
aneli il momento che io possa visitarla. Io pure lo desidero;
hissà che l'anno venturo non si possa effettuare il comune
erio? E )>. chi sa quante volte, in quei giorni dolorosi,
grinò in ispirito ai piedi del Calvario! La pietà e i sacri-
zi, con cui a settantun anno, nel 1908, nonostante l'enfia-
'one persistente delle povere gambe, volle visitare i Luoghi
anti, ci fan credere che vi andò anche per soddisfare un voto!
E un pensiero che a noi venne in mente fin d'allora, e
abbiam esposto anche nelle deposizioni fatte nel Processo
rdinario, sebbene non ci consti da nessun documento.
si ritenne causa della prova tremenda, egli volle
iedere a1 Signore,,con tutta l'anima, che non permettesse
e si rinnovasse più... ciò che D o n Bosco, tre notti di se-
guito, nel 1884 aveva visto in sogno,... ed egli, povero Don
Rua! aveva visto in realtà: - l'adunata diabolica per distrug-
gere la Società Salesiana!
Ciò che maggiormente aveva ferito il suo cuore, osservava
Don Rinaldi, certo (( non fu tanto la lotta contro le accuse,
quanto il genere delle accuse che erano mosse>>.
Non mancò, neppure in quei mesi, di recarsi a presiedere
la chiusura dei vari corsi di Esercizi. La vigilia dell'Assunta
parlava agli aspiranti, a Valsalice, e sebbene vi fossero in-
sieme molti confratelli, s'intratteneva affettuosamente con
i primi.
(iVoi avete avuto la prima educazione nella Casa-Madre fondata
da Don Bosco; avete fatto gli esercizi attorno alla sua tomba, e nel-
l'occasione della sua Venerabilità; portate con voi il ricordo di Don
Bosco: siate sempre degni figli di tal Padre! I1 che vuol dire: - Pen-
sate che avete un'anima da salvare, siate buoni cristiani, affezionatj
al Papa, alla Chiesa. Don Bosco fu l'uomo della carità nelle molteplic
sue manifestazioni. Siate anche voi Cpieni di carità verso il prossimo]

18.6 Page 176

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340
- VI - ~uccessoredi Don Bosco Secondo decani0
1) Voi partirete dal Santuario di Maria Ausiliatrice... [pesso il quale
siete stati, la maggior parte, educati]. Portate con voi questo ricordo,
conservando per Lei caldo affetto, illimitata confidenza. Abbiate
sempre amore per Lei col non disgustarla. Anzi ricordatela tutti i di
con atti d'ossequio, nelle preghiere, col Rosario, nella meditazione.
Abbiate anche illimitata confidenza; nelle necessità ricorrete a Lei.
[E si rallepava di ricevere molte lettere che gli giungevano da antichi
allievi, piene di devoto affetto per Maria Ansiliatrice, e concludeva]:
Adoperatevi anche voi per diffondere la divozione verso si cara
Madre! )).
i direttori ripeteva i pensieri svolti l'anno prima; ai
doti raccomandava d'essere sale e luce; agli ascritti di
crare a Gesù ogni pemèro, parola ed azione.
Agli ordinandi rammentava la dimanda che, prima della
riforma del Breviario, si ripeteva ogni giorno nell'ora di
Terza: - Bonitatem, disnplinam, et scientiam doce me.
<<BonitatemC. omprende tutte le virtù e specialmente la carità.
Portate con voi questo impegno d'arrivake alla perfezione: Haec est
voluntas Dei sanctzj'icatio sesira. I1 fine primario di nostra Società & la
santificazione dei suoi membri. Adoperiamo i mezzi [e li indicava].
Siamo Salesiani, figli di Don Bosco; special cura della carità e della
dolcezza. Non si venga a dire: "Io sono di carattere focoso,,; il ca-
... rattere si può e si deve correggere. San Francesco di SaIes lottò a2
anni Don Bosco pure lottb. Colla gioventù ci vuole questo.
Disnplinam. Che cosa s'intende per disciplina?[ E spiegava l'im-
portanza della disciplina nella scuola, nella chiesa, nel refettorio, ecc.]
Il buon andamento di una casa dipende in gran parte dalla disciplina
[anche dei singoli confratelli e ne portava depli esempi. combattendo
rIa'ogsisoenreva!xMioenteti]a:m-ocMi caonnoinm~obebglni.go..a sotto pena di
- Stolta
» Scientiam. La S. scrittura ci awisa che i popoli cercheranno la
scienza dalla bocca del sacerdote [e si lamentava che per molti Missa
est $nis studiorum]; quanti sono che ripassano la Teologia morale e
- la dommatica?la Sacra Scrittura? la Storia Ecclesiastica?Le occupa-
zioni ordinarie non l'impediscono. [E si prenda parte - insisteva
alle soluzioni del caso di Morale, si evitino le letture frivole, tanto
più le cattive, come di giornali e riviste pericolose, e il modernismo].
Attenetevi ai S S . Padri, ai Dottori della Chiesa, agli insegnamenti del
- Papa, dati colle EncicEiche e coi documenti delle Sacre Concrecazioni>>.
I1 15 settembre prendeva parte alla festa del Cuore di
Gesù, solita a celebrarsi solennemente a S. Benigno, e con
IX - ~ o Bnosco Venerabile e « i Fatti di Varaxxe)) 341
fervore eccitava tutti alla più tenera divozione verso il Cuore
Divino:
(L'uomo va soggetto a un gran difetto: dimenticare i benefizi
vuti [come fanno gli allievi verso i maestri, i beneficati verso i loro
enefattori, i figli verso i genitori; ed i cristiani verso Dio]. Quantq
detestabile l'ingratitudine! Dante pone l'ingratitudine rielle fauci
i SCaatsasniaan. oQ!.u..alEoirlrocraestaigl opedn'Asisesraolodninqeu!.e..glLi 'ianllgieravtiitcuhdeinmeabreijnrizszoavreonntoe
origine dalla dimenticanza dei benefizi, richiamiamo dunque alla
moria i benefizi del Cuore di Gesù, e vediamo come dobbiamo q r -
B Nel consesso della SS. Trinità, il Figlio di Dio si esibì: Ecce,ego,
me! Appena giunse il tempo... non ritardò un istante; e i primi
ti del Cuore di Gesù furono per noi, offrendosi subito all'Eteruo
e come vittima per la nostra Redenzione. I suoi vagiti, i suoi
... viaggi, l'esilio, tutto per noi... Tutta la sua vita fu impiegata a bene-
io nostro. Trent'anni & vita nascosta, ma pieni di santi esempi1
tre ultimi anni pertransiit benefaciendo. Qual maggior prova d'amore
nevtia!..d.aErcip,rsime amvoorillepearnncooria,
sue creature, in
istituire la SS.
Emueczazroesatiiap!.i.ù.
duri
Qual
tor-
dif-
enza tra l'amore di Gesù e l'amore degli uomini! Questo & inco-
erente, egoista, ingrato. L'amore di Gesù & l'amore di un amante
... fedele, Samore di un Padre il più tenero, l'amore di un Dio. Ricor-.
date le lagnanze di Gesù alla Beata Maria Margherita Alacoque
Come corrispondere?... Pensiamo sovente all'amore di Gesù, ai suoi
benefizi. Colla meditazione si accenderà il nostro amore verso quei
Cuore. Cerchiamo di risarcirlo col nostro amore, onorandolo nella
SS. Eucarestia. Studiamoci d'imitarlo colla mansuetudine, col trat-
tare con carità i
Discite a me, .quia mitis sum et humilis
corde. Sacrifichiamo volentieri la nostra volonta, i nostri gusti, colti-
viamo in noi lo spirito di sacrifizio, sugli esempi dei martiri e degli
uomini apostolici. Proclamiamolo quale nostro Dio e nostro Reli).
Il 18 settembre il santo Pontefice Pio X entrava nell'anno
cinquantesimo dell'ordinazione sacerdotale, e il Servo di
Dio invitava i Cooperatori a prender parte all'omaggio che
la Società Salesiana si apprestava a tributargli nella solenne
c< Voi sapete che in Roma, nel quartiere detto del Te-
stacci0 - a cura della Pia Società Salesiana, per incarico
avutone dal Santo Padre - si sta costruendo un vasto ed
artistico Tempio, che sarà dedicato a S. Maria Liberatrice

18.7 Page 177

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342 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
e servirà di parrocchia per la numerosa e sprowista popola-
zione di quel nuovo quartiere operaio. Grazie alla cospicua
offerta fatta dalle Nobili Oblate di Tor de' Specchi, alle
quali per dono pontificio apparteneva la demolita Chiesa
di S. Maria Liberatrice al Foro Romano, i lavori procedettero
con mirabile celerità e si spinsero sino al cornicione. Esau-
riti i mezzi, e non volendo in niun modo ritardare il com-
pimento dell'opera, mi sono adoperato a raccogliere e spe-
dire a Roma una somma di ce'npntamila lire. Ma anche
questa venne presto esaurita, per cui ora sono costretto a
fare appello alla generosità di tutti i Cooperatori, poichè
desidererei 'che si procedesse con grande alacrità al compi-
mento e al pieno assetto di questo Tempio, in modo che sul
termine dell'Anno Giubilare potessi prostrarmi ai piedi del
Sommo Pontefice e dirgli:
n - Beatissimo Padre! la chiesa di S. Maria Liberatrice
è felicemente compiuta e viene aperta al divin culto. Essa è
l'omaggio e il Ricordo dei Salesiani e dei loro Cooperatori nel
Vostro auspicatissimo Giubileo >>.
La mattina del 26 settembre, convinto di far cosa cara
anche a Don Bosco, seguendo le esortazioni di eminenti per-
sonaggi e dello stesso Santo Padre, nella sua immensa carità
si recava con gioia a Nizza Monferrato per rallegrare della
sua presenza e colla parola le Figlie di Maria Ausiliatrice. In
quel mese esse s'erano adunate in Capitolo Generale straor-
dinario, il VI0 dell'Istituto, il io dopo le nuove Costituzioni
per l'elezione della Superiora Generale e delle Assistenti,
formanti il Consiglio Generalizio. Secondo l'articolo 129
venne preavvisato l'Ordinario di Acqui, avendo egli, a norma
dei Sacri Canoni, il diritto di presiedere le elezioni che si
fanno nel Capitolo Generale; ma Mons. Disma non si adattò
ad accondiscendere alla domanda, dicendo che non aveva il
coraggio di sedersi al posto di Don Rua! Le pratiche si rinno-
arono insistentemente, e vi si recò Mons. Negroni come
elegato Vescovile. Il 9 si venne all'elezione della Superiora
enerale, e la Segretaria Capitolare si recò subito a Roma
er le pratiche dell'approvazione. I1 15 si ottenne, e il giorno
opo si ripresero le adunanze. Tutte sentivano il bisogno di
IX - Don Bosco Venerabile e « iFatti di Varazze» 343
ere anche un salesiano, ed inoltrarono istanze a Roma per
ere Don Marenco, e la sera del 18 giunse Don Marenco.
23 le presenti all'unanimità, con votazione segreta, approva-
la proposta di redigere un indirizzo di ringraziamento
n Rua e al Consiglio Superiore dei Salesiani per il
ene da loro sem.pre ricevuto sotto ogni aspetto, morale.e
E la sera del 25, chiusa l'adunanza, tutte si disponevano
andare in Chiesa per il canto del Te Deum, quando giunse
che annunziava l'arrivo di Don Rua all'indo-
ilì di rinviare la cerimonia del ringraziamento,
è fosse presieduta dal Servo di Dio.
n giubilo, gli si lesse un indirizzo, ove si fece
anche dei ((Fattidi Varazze )>; ed egli rispondendo
care parole confessò che mentre si leggeva il bel
dava pensando che l'avrebbe fatto leggere ai
~ i t o l oSuperiore e deposto nell'archivio della
, benedicendo Iddio che si fosse*ottenuto dalla
d'essere chiamate le Figlie di Ma& Ausiliatrice,
ndate da Don Bosco.
Mentre manifestava questa contentezza, gli uscì il vo-
tivo Mie buone Figlie »,e fece subito come una mossa di
rrezione, ritenendo troppo spinte quelle parole dopo le
ove disposizioni della Santa Sede; poi col più' dolce sor-
continuò: E per me fu una grazia, veramente straordi-
ria, quando sentii dirmi da Mom. Cagliero, i n nome del
a , che' io sarei stato sempre il Padre delle Figlie di Maria
iliatrice, ed io sarò Padre per voi!... )) A questa dichiara-
zione fu uno scoppio d'applatisi i più entusiastici. Ed egli:
( E s'intende questo sarà pure per i miei Successori. Il legame
sarà dunque sempre intimo tra i due istituti di Maria Ausilìu-
trice e di S. Francesco di Sales; chè la divisione voluta per la
parte temporale non impedirà affatto lo spirito d'unione fra i
due istituti di Don Bosco. Vedete dunque, come in mezzo alle
tribolazioni, il Signore continua a darci delle consolazioni.
Le tribolazioni sono per il nostro bene, perchè i1 Signore sa
che servono a purificarci e a santificarci; ed Egli, che ci ama
più di un padre e più di quello che possiamo amarci noi, ce

18.8 Page 178

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344
-VI Successore di Don Bosco - Secondo decennio
1 le m a n d a sempre. Facciamole noi servire per il fine per cui
Dio ce le manda.
e ci vuole sempre buoni e femo-
bolazioni n o n saremmo capaci di
osi ci manda anche delle conso-
onoscenti, sia nelle tribolazioni,
consolazione E'aver nel vostro Capitolo l'assistenza di
isione degli interessi materiali:
il Signore; e fra d i noi non ci sia mai
E ripeteva, adattati alla G r o vocazione, gli ammaestra-
menti dati agli ordinandi.
u Tutte le mattine, recitando l'ora di Terza diciamo noi sacerdoti
questa preghiera: - O Signore, insegnatemi la bontà, la disciplina, e la
sciaza.
o IO Domandate voi pure ogni giorno la bontà. Siete qui tutte
superiore, chi più, chi meno; tutte desiderate cooperare alla grazia;
pregate dunque tutte per ottenere in particolar modo la bontà.
I> La bontà comprende tutte le virtù, la perfezione. La volontà del
Signore sopra di voi è la vostra perfezione. Bisogna che vi facciate
sante,,perchè anche il primo scopo della vostra vita religiosa è la san-
tificazione dei membri dell'Istituto.
1) A tal fine giovano gli esercizi di pietà prescritti: le preghiere del
mattino e della sera, la S. Messa, il Rosario, le giaculatorie, la medi-
tazione e la lettura spirituale ogni giorno, la frequenza del Sacra-
mento della Confessione per liberarci da tutte le nostre infermità, e
della Comunione che ci sostiene e ci fa camminare per la via della
perfezione. Bene! Però vi dico: Domandate spesso la bontà. Doman-
dando la bontà, si domanda la perfezione, di cui primo mezzo è I'os-
servanza delle Costituzioni.
gion)e)Epapretriccohlèarneopneidosmupaenrdioarrie...suQbiutoanldaopseirfdeizcieonuen?aCp'èerqsuoni aunsaanrtaa-,
d'ordinario s'immagina in lei un complesso di tutte le virtù, vi&
era verso di e verso gli altri... Ma quando si dice: È buona! ci
'amo subito il concetto dell'amabilità, della mansuetudine, della
ezza e carità verso il prossimo. E non è tutto questo che abbiso-
alle Superiore?
Debbono le Superiore essere accondiscendenti, amabili con
Ile specialmente con cui
bono usare quella bontà
cdheebbgounadoagtrnaattairceuopriùi...frcehqèuennotnemsiengtuea..-.
IX - Don Bosco Venevabile e (ii Fatti di Va~ezze 345
dagna tanto con un barile d'aceto come con un cucchiaio di miele...
e tanto guadagna le anime.
... >>Bontàcolle ragazze. Se non si trattano con bontà, se non si cerca
attirarle con un contegno amabile, difficilmente verranno a noi
zi staranno alla larga, mentre colla bontà si possono guidare e farle
>Bontàcolle dipendenti: bontà colle piìt giovani che hanno bi-
'essere formate alla vi& per farle buone; bontà colle anziane,
Ile più vecchie di voi, forse. Sì, con queste dovete essere buone
particolare. Non oseranno esse certi modi fanciulleschi nè
verranno ad accarezzarvi come le giovani, ma vi vogliono bene. Guar-
ate di assecondarle nei casi particolari, interessatevi per esse, do-
andando della loro salute, dei loro doveri, delle difficoltà che vi
ontrano, ecc...
In questo ci fu di buon esempio Don Bosco, tutto e sempre
ntà. Se avesse proceduto con noi con un fare serio, non avrebbe
ero guadagnato i nostri cuori. Fu la sua bontà che guadagnb i
eratori e le Cooperatrici. Voi siete chiamate Salesiane, perchè
... igine da Don Bosco e dai Salesiani. S. Francesco di Sales fu
della dolcezza e della amabilità... dunque...
potete dire che il vostro carattere secco, aspro, vi si oppone
nre S. Francesco di Sales dovette lottare zz anni per acquistare
la tal amabilità, quella pacatezza e dolcezza che dominava, tutte
sue passioni e guadagnava tutti. In quei zz a m i non usciva in
catti, ma sentiva tutta l'interna ribellione e il ribollimento del san-
gue: con questo sforzo riuscì a dominare il carattere e formarselo
dolce e benigno.
n Don Bosco da giovane era piuttosto focoso: doveva farsi degli
sforzi per contenersi e soffrire coloro che l'aiutavano; ma colla vigi-
lanza continua riuscì a rendersi santo dolcissimo. Carità dunque e
dolcezza.
D 20 La disciplina. - Che s'intende per disciplina nella vita re-
ligiosa?L'esigere da noi e dagli altri l'osservanza delle Regole. Quand'è
che in una scuola non c'è disciplina? quando i ragazzi vanno, vengono,
ciarlano, ridono, s'alzano, si seggono, ecc., mancando di rispetto e
d'ubbidienza a tutte le ore.
»Quando v'accorgete che in un Oratorio non c'è ordine e disci-
plina? Quando si entra in chiesa senza rispetto; appena entrate, le
ragazze si seggono, guardano di qua, di ecc.; allora non c'è davvero
disciplina. Così in una casa religiosa, quando non è fissa l'ora della
levata, della preghiera, del pranzo; quando si ciarla, si viene, si va,
senza regola e ordine; non regna la disciplina religiosa. Il buon an-
damento delle nostre case, dei nostri Oratori, dipende dal mantenere
la disciplina, dall'esigere l'osservanza delle Regole. E quali sono le
Case e Comunità dove si commettono i peccati prima leggeri, poi

18.9 Page 179

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346 VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
gravi? Dove manca la disciplina. Quando s'incomincia a mormorare...
e avvengono perdite di vocazioni? quando si manca alla disciplina...
Se volete, invece, che
gete l'osservanza della
dsiispcriepglihnia.b..enLeeveastai ,octhteiensgaa,ntoavmoloal,tericgrreaazziieo,nees..i.-
tutto comune: che l'orario richieda a tutte la stessa cosa. Tutte a
lavorare, tutte a pregare, tutte a riposare. Nè dimenticate la lettura
a tavola fino alla frutta. E quando ci fossero circostanze in cui non si
potesse fissare l'orario, s'intenda la direttrice con la sua ispettrice;
ma non trascuri n4 faccia trascurare nulla; specialmente la lettura
spirituale, l'esercizio della buona morte, tutte, insomma, le pratiche
di pietà. Le Comunità, dove si mantiene la disciplina, vanno prospe-
rando, sopratutto nella santità.
» E come conciliare la bontà con la disciplina?Ci vuole discrezione...
Vi stia a cuore l'osservanza della Regola; ma nel comandare usate
modi amabili, che servono a render meno pesante il giogo della di-
sciplina. Adoperate l'espressione per es.: - Vuoi farmi un favore?-
Come va che questa mattina non sei venuta alla chiesa?- Stavi poco
bene? - Mostrare interesse, si, per la salute delle suore e con un
fare amabile. Esigere l'osservanza, ma in modo amabile. Quando si
vedesse nella Comunità poca voglia della lettura spirituale, si può
dire: - Vogliamo dare un po' di cibo all'anima?... - Così, insomma,
con modi amabili, procurare la disciplina religiosa... Non concedete
... libertà di uscire, di tenere il denaro ecc. e voi stesse non tcnete cose
particolari Date il buon esempio in tutte le piccole osservanze... e
fate di tutto percbè le suore non trasgrediscano le Costituzioni e
norme dell'Istituto... Quando vedeste una trasgressione che non avete
- cpooltaurteo?..e.vTitai rme,adnodmeraònddaaltlea:
- Hai bisogno di
infermiera, neh?...
qualche cosa in parti-
Esigere sempre con
dolcezza; e le Superiore che esigono con dolcezza, ottengono più di
quelle che si mostrano indispettite, quando vedono inosservanze.
» Siano le Superiore osservanti; e quello che esigiamo dagli altri
facciamolo noi, perchè non ci abbiano a dire: - Medico, cura te stesso.
Vedi la pagliuzza nell'occhio altrui, e non vedi il trave nei tuoi?...
B 30 Scienza. - Siete Superiore e avete bisogno di scienza; non
ne avete il bisogno dei preti, ma avete bisogno voi pure di scienza
religiosa, dovendo essere il sale della terra.
s Insegnate bene alle vostre sorelle le verità della Religione; p?-
paratevi le conferenze, le lezioni di catechismo alle sorelle, alle gto-
vinette; preparatevi esempi edificanti, ecc. per non correre il pericolo
di usare sentenze e massime qualche volta contrarie perfino alla no-
stra Santa Religione. Usate libri destinati per questo... e acquisterete
scienza pel disimpegno dei vostri doveri, e sarete il vero sale della
terra.
I) Più istruite sarete, più guadagnerete di autorità; più avrete di
scienza ascetica, più potrete aiutare le vostre sorelle con materni
.
BOSCO Venerabile e c<iFatti di Vavaxz
i a proposito; più vi istruirete, più possederete la scienza dei
che debbono disimpegnare le vostre dipendenti.
dunque, buone figlie: Bontà, disciplina e scienza 1).
9 settembre, suo onomastico, ebbe la consolazione di
ere alla solenne dimostrazione al Venerabile Don Bosco,
ossa dal Circolo omonimo di Torino. Circa quat-
lla persone pellegrinarono alla tomba del Santo Fonda-
e. Era un giorno bmtto che minacciava pioggia abbon-
te, e poco prima del mezzogiorno si squarciavano le nubi
ole luminoso baciava poi i.vessilli delle, numerose as-
oni cattoliche che si schieravano sopra il portico avanti
appella della Pietà. Mons. Spandre rappresentava il
inale Arcivescovo, Mons. Cagliero, Arcivescovo tito-
di Sebaste, teneva il posto d'onore, avendo alla sinistra
ns. Catalanotto, convenuto con un gruppo di coopera-
i dalla Sicilia, come Don Rigoli v'era accorso con un altro
po dalla Lombardia. Aperse l'adunanza Mons. Spandre
ando Don Bosco, apostolo della gioventù e benefattore
lumanità, e rievocando soavi rimembranze degli anni
suti all'ombra del Santuario di Valdocco con la visione
ave di Don Bosco, di cui aveva assaporato egli pure le
terne carezze. E fra le più entusiastiche ovazioni inneg-
a anche ai meriti e alle virtù del suo Successore, col-
ugurio che il Signore lo volesse . consolare nelle pene e
lle awersità che incontra chiunque cammina in questa
lle di pianto e di dolore, e concedergli di veder presto il
nerabile Fondatore circondato dall'aureola dei Santi!
Quindi di6 lettura di un autografo del S. Padre:
« Ai diletti figli del Circolo "Giovanni Bosco,, di Torino
o1 voto, Che visitando la tomba del Venerabile Servo di Dio si
infiammino alle virtù delle quali egli ha lasciato luminoso
esempio, al diletto Don Rna Superiore Generale, e a tutti i cari
cerdoti, fratelli e cooperato~i,dellaCongregazione Salesiuna,
rtiamo con espansione di cuore l'Apostolica Benedizione.
Vaticano li 24 settembre 1907. PIUSPP. X )>.
L'awocato Enrico Martina tenne il discorso ufficiale,
ustrando la grandezza dell'opera religiosa, civile e sociale
e1 nuovo Venerabile. Mons. Catalonotto dava lettura del

18.10 Page 180

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348 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
nobile indirizzo con cui i Cooperatori Siciliani, il innanzi,
avevano accompagnato l'offerta di un calice d'oro al Servo
di Dio quale omaggio di stima, di venerazione e di protesta
contro le settarie calunnie recenti.
G r a d i t e - diceva tra l'altro - l'espressione sincera dei
nostri sentimenti di devozione e di affetto e non solo, ma per-
mettete che &, rimovendo dalle vostre labbra il calice dell'ama-
r e m cui avete tanto bevuto, ve n'offriamo un altro che colla
grazia del Redentore e col soccorso di Maria SS. Amiliatrice,
v i arrechi conforto e consolazione. S e al calice del Getsmani si
collega quello del Cenacolo che tanta grazia di vita e di salute
ha versato sulla cristiana famiglia, noi ben ci auguriamo che dal
calice, che noi vi offriamo, mentre con esso offrirete a D h Padre
il Sacrz)?zio dell'Agnello Immacolato, si versi ad onda il San-
gue prezioso e Divino, e cada sui tristi perchè si ravvedano e
tornino a' sentieri della verità e della virtù, ed apporti a Voi,
o venerato Padre, ai Vostri cari Figli ed a tutta la Chiesa
la desiderata pace... )>.
In fine
la parola il Servo di Dio, che rilevava la
bontà del Signore, il quale aveva concesso, nonostante il
tempo così minaccioso, di compiere quella bella dimostra-
zione; ringraziava quanti vi avevano preso parte e degli
auguri ricevuti per il suo onomastico; in fine pregava
Mons. Cagliero ad impartire la Benedizione inviata dal
S. Padre, che Monsignore impartì, coronata dal triplice en-
tusiastico grido:
- Viva il Papa! Viva Don Bosco! Viva Don Rua!
<Quando si tenne la commemorazione di Don Bosco
avanti la sua tomba in Valsalice, dopo l'Introduzione della
sua Causa di Beatificazione e Canonizzazione - ricorda Don
Amilcare Marescalchi - parlarono assai bene vari oratori
avanti una folla imponente, ma quando salì alla tribuna Don
Rua l'attenzione generale si fece subito più profonda, e un
brav'uomo che mi stava di fianco: -"Culle ca son parole!,,...
Quelle sono parole!... - esclamò tutto contento e quasi
commosso. Che cosa aveva mai detto il buon Padre? Una
cosa semplicissima!... -" O h vedete! da qualche giorno sem-
brava che il tempo volesse turbare la nostm dimostrazione di
a Don Bosco; stamattina stessa il cielo. coperto pareva
esse compromettere l'esito; ma ecco verso mezzogiorno
e tutto è riuscito a meraviglia; oh! Deo gratim, Deo
atim!,,, Nient'altro; parlava del sole e della pioggia, ma era
n santo che parlava!... )>.
e1 mattino aveva celebrato presso la tomba di Don
usando il calice d'oro, presente la Commissione che
l'aveva offerto e secondo le intenzioni degli offerenti; e,
a la S. Comunione, diceva:
t Calicem salutaris accip'am, et nomen Domini invocabo;
o assorbito... ed ho invocato il nome del Signore, per voi,
ns. Catalanotto, diletto amico e direttore dei Cooperatori
esiani, per voi, suoi degni compagni; l'ho invocato per
ti i Cooperatori, per l'intera diletta isola di Sicilia, per
plorare le grazie spirituali, di cui quelle popolazioni pos-
no abbisognare. Don Bosco amava la Sicilia... s.
solo dall'ltalia, anche dall'Estero, giunsero al Servo
Dio da illustri personaggi del Clero e del Laicato, da
sociazioni Cattoliche, cordiali rallegramenti per l'intro-
e della Causa di Don Bosco. I1 Conte Olivieri di
er, cameriere segreto di Sua Santità, gli scriveva:
Si vede che Satana geloso e furente .per l'aureola 'di
ia che di questi giorni ha circondato il Fondatore della
a Società Saiesiana, ha. cercato di vendicarsi col gettarle
tra il veleno della sua bava immonda. Ma viva Iddio!
rtae inferi non praevalebunt! ed un coro di sdegno e di
teste già si eleva dai numerosi suoi Cooperatori, ed io
- rei che questo grido, veramente spontaneo e generale,
lisse dal Trono augusto di Pio a q-uello del nostro Venera-
e Don Bosco... )>.
11.Marchese Crispolti tornava a fare, o meglio illustrava,
suo rilievo:
Fino [a Don Bosco] Sopera religiosa del Piemonte aveva acqui-
efficacia mondiale per alcuni scritti, non per azioni ed ordina-
' Erano nati sotto le Alpi i libri di S. Anselmo e forse quello
itazione di Cksto. iMa al di fuori di questa speciale propaganda
re i confini, pareva che l'impulso cristiano di Roma avesse speso
maggior parte della sua efficacia a profondare sempre più nei limiti

19 Pages 181-190

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19.1 Page 181

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3S0
- V I successore di Don Bosco - Secondo decennio
IX - Don Bosco Venerabile e a i Fatti di Varazze 351
di questa regione la intensità della coltura religiosa, e che non ne fosse
restata abbastanza perchè il Piemonte divenisse un focolare di espan-
pia su l'Italia e sul mondo. L'universalità d'azione che ebbero
San Benedetto e San Francesco umbri; S. Filippo Neri, i sette servi
di Maria, S. Giovanni Gualberto, il Beato Tolomei, il Beato pietra,
il Beato Colombini toscani; S. Antonio Zaccaria lombardo; S. R ~ -
rnualdo romagnolo; S. Gaetano Thiene e Girolamo Emiliani veneti;
S. Francesco di Paola e S. Alfonso de' Liguori, S. Camillo de' ~ ~ l l i ~ ,
i venerabili Carafa e Errico, del rearne di Napoli; S. Silvestro G ~ ~
lini marchiginno: un solo piemontese l'aveva avuta, S. paolo della
Croce, ma nato anch'egli sui confini liguri ed esposto perciò ad
conteso da due regioni.
o Don Bosco tolse ogni dubbio. Egli piemontese di nascita, di
dimora, d'indole, come aveva scelto molteplici modi e scopi, non
volte
giori
limiti di territorio. I1 suo organismo salesiano,
Ordini e le Congregazioni o Istituti, si assegnò
per
tcuatmtipiomnaogn-
pure il luogo ov'era Sorto, ma l'Italia e il mondo, proponendosi
Oratori e le Missioni di coadiuvare l'opera romana, dovunque arriva,
ovunque spera di arrivare il nome cristiano di Roma. così nella storia
dteeslil.e..dn.irette espansioni rel&iose egli era eresta il maggiore d& *iemon-
In Europa, in Asia, in Africa, nelle Americhe, dentro
e attorno alle nostre case, e nelle chiese, nelle scuole, nelle
officine,anche nelle capanne dei selvaggi, fu un inno di gioia
e di gloria al nuovo Venerabile; e il Servo di Dio, sentendone
l'eco più lieta in cuore, parve -volesse intensificare il suo zelo
quotidiano che non poteva esser più ardente e instanca-
bile Per accendere negli altri lo stesso fervore, moltiplicando
le visite alle case di formazione, e ripetendo in ogni circo-
stanza le esortazioni più opportune.
In ottobre dava l'addio ai nuovi missionari; e
che
si compisse la cerimonia nel Santuario, parlava due volte
anche al drappello delle Figlie di Maria Ausiliatrice. 11 21
faceva loro queste raccomandazioni:
$1' Avere una grande devozione al S. Cuore di Gesù e cercare
di Propagarla.'2 Avere e propagare la vera divozione a Maria SS. Au-
siliatrice. 3' Avere vera divozione e riverenza ed obbedienza al S. pa-
dre e a tutte le altre Autorità Ecclesiastiche, e procurare di diffonderla
tra tutte le Persone che vi circondano. 40 Lavorare con grande zelo per
la gioventù, che i1 Signore vi affida>>.
~ ~a lavodrare, a~ssai, ntel cam~po a voi affidato, ma soio per.la
d
di
~i~ e
delle
per il
croci,
bene delle anime. vero che
ma consideratevi fortunate di
dovrete soffrire
portare la croce
me un vero regalo. Offrite le vostre sofferenze
di qualche anima, per la vostra scolaresca, Per le
r ottenere qualche grazia...a.
~~-
per
bene voi stesse ecco due mezzi: '1 dopo la medi-
che ione, esaminatevi se Ia vostra condotta è conforme ai doveri
- ete
zo Avere qualche persona che vi vigili ed esamini
vostre =ioni; e questo anche per morire a voi stesse col fare la vO-
altmi e spogliarvi della vostra)).
A
SmueorinAnpgaertliacoClaargel-iderisos,ec: h-e
prese queste
Procurate di
note, aggiunge:
far bene la vo-
ontà del Signore,, operate alla sua presema e se le
ovate dagli uomini, state tranquilla,
- giudizi, perchè il più delle volte ciò
pprovano, il Signore approva. Ed
Lei dev'essere come la lampada del SS. Sa-
ente che brucia ed illumina; deve ardere di amor di Dio
zelo per le anime ed illuminare col buon esempio le persone
e la circondano >>.
11 26 i nuovi missionari, cinquanta Salesiani e trenta
lie di Maria Ausiliatrice, si raccoglievano nel Santuario
la solenne fumione d'addio. Tenne il discorso il mis-
nario Don Ciriaco Santinejli, che era partito nel 1 8 ~ 7 ,
e benedetta da Don Bosco, ed ispettore
romosso il IVO 'Congresso Salesiano, e finiva
n un lebbrosario, dopo una vita di at-
rallegrato negli ultimi istanti da una
ne celeste. Poi il Card. Richelmy: <<Vopi artite, diceva
occhi hanno voglia di piangere... Anche
solenne la natura vuole la sua Parte; ma
stre lacrime, versate ai .piedi del Crocifisso, in compagnia
a Vergine benedetta e per un fine così Santo, si conver-
o presto in gioia soave, specie il giorno che farete

19.2 Page 182

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- - 352. VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
ritorno alla vostra patria terrena... e più ancora quando vi
presenterete con abbondante messe raccolta, là, alla Patria
Celeste! >).
I1 27 ottobre il Servo di Dio teneva conferenza alle Figlie
di Maria Ausiliatrice di Valdocco, animandole a lavorare,
in qualunque ufficio, per la gloria di Dio:
(1 Siamo tutti cooperatori di Dio nella salvezza delle anime: Di-
vinorum divinissimum est cooperari Deo ad salutem animarum. Stimia-
mocene onorati e fortunati.
... » Dimostriamo a Dio la nostra riconoscenza, occupandoci volen-
tieri [dell'ufficio che ci viene affidato] anche se ci fosse spiacevole
... Anche quelle [che compiono i più umili uffici] lavorano alla salvezza
delle anime
fanciulla: Non
SesttammamnteuailpVuealnlga,elsoedcidmramccito..n.taQluaanritseufrarenzciiounllee
di una
paiono
addormentate, e sono morte spiritualmente; aspettano che voi an-
diate a svegliarle.
I> Non lasciatevi scoraggiare, quando non si vede subito il fmtto
delle fatiche. Il contadino non va a cercare il frutto all'indomani della
seminagione. Vos ergo confortamini, et non dissolvantur manus vestrae,
erit a i m merces operi vestro ».
Il 9 novembre si recava a celebrare il matrimonio di una
sua pronipote, Cesarina De Lauso, figlia di Maria Anna Rua,
figlia di Pietro suo fratello. Ella stessa ci ha inviato questi
particolari:
« I1 9 novembre 1907, di sabato, alle ore 9, nella chiesa
di S. Bernardino a S. Paolo a Torino, ebbero luogo le p i e
nozze col ragioniere Gennaro Zivelli, napoletano. Pioveva
a dirotto, ma la folia gremiva la chiesa e parte del piazzale.
Perchè? Avevano saputo che Don Rua sarebbe venuto per
benedire le mie nozze e tutti volevano vederlo, volevano
sentirlo, ed Egli ci benedisse e ci fece un lungo dis,norsoP.
<(Vi ho uniti in matrimonio - disse il Servo di Dio - secondo il
rito di Santa Madre Chiesa. I1 vostro coniugi0 è consacrato, essendo
il matrimonio secondo il rito di Santa Madre Chiesa un Sacramento.
Ora mi rallegro con voi. La grazia del Sacramento attiri su di voi le
celesti benedizioni in grande abbondanza. Vi sia fonte di pace, di
tranquillità, di santa letizia e di reciproco vivo affetto. A tal fine con-
verrà ravvivare la grazia ricevuta, sia colla preghiera quotidiana, sia
colla frequenza dei Sacramenti della Confessione e Comunione.
- IX Don Bosco Venerabile e <ii Fatti di b/arazze a 353
. di ogni celeste favore, degli aiuti, dei lumi, di cui abbiamo
Vivete da buoni cristiani, se volete avere le divine grazie;
la vostra mente e il vostro cuore col pascolo della parola di
io, con buone letture.
> Ivostri doveri? Quod Deus conjum't, homo non separat. Siete
per l'altro. Aiutatevi reciprocamente nelle faccende domestiche.
olatevi nelle tribolazioni, nelle infermitk sappiatevi sopportare
ignore vi darà famiglia, entrambi interessatevi per
a, robusta, e sovrattutto timorata di Dio. Supplite
e purtroppo non si dà nelle scuole, cioè l'istruzione
{iSon certa - prosegue la pronipote - che è con quella
dizione e colla forza della sua santità che ci predisse
to il bene che si può desiderare all'infuori di quello venale
'afe, di cui nè io mio marito facemmo mai conto.
mento morale, l'elevatezza di sentire che fra noi
iste tuttora dopo 25 anni di matrimonio, la nascita di
figliuola buona, modesta e dolce, lo svolgersi normale
senza disgusti della nostra carriera modesta sono certo
to della benedizione di quel santo uomo che, prevedendo
turo, ha voluto per me una vita povera di denaro, ma
di serenità e di affetto, ed io lo benedico e lo prego,
re certa ch'Egli intercede per me, certa che anche il
e che mi manda è pel mio bene.
Ricordo - aggiunge la Zivelli - lo zio sempre magro
sorridente nella sua stanzetta di Via Cottolengo, attigua a
ella ove morì il Beato Don Bosco; lo ricordo affabile e
ano quando ci accarezzava bambini, i miei due fratelli
io. Di residenza a Napoli, ogni anno si veniva a Torino
isitare la nonna Bianca e si passava una mattina a trovare
arba Michlàn, come si chiamava tra noi fratelli e cugini.
allora provavo un desiderio intenso di questa visita, e
ivo la gioia di quella sua carezza, e sempre in awenire
ensiero dello zio bastava ad attutire le mie tristezze.
Nell'anno 1892 ero malata d'influenza maligna a Napoli,
o un mattino improwisamente vidi apparire nella,mia
lo zio; la sorpresa, la gioia, la sua conversazione affa-
e e buona, intercalata con parole piemontesi ed espressioni

19.3 Page 183

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3 54
VI - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
... allegre, mi rianimarono, la febbre scomparve e il giorno dopo
fui guarita
);~uando
poi la morte
mdeolrìm, iporobvuaoinlopaspteàs..s.on.dolore 'che
mi
procurò
Aveva stabilito di partire alla fin di gennaio per la Terra
Santa, e sarebbe rimasto assente vari mesi; e sul termine
del 1907 moltiplicò le visite alle case di formazione per le
cerimonie solite a compiersi all'inizio dell'anno scolastico,
e per tenere conferenze.
A Lombriasco, alla cerimonia della vestizione, diceva:
R Quest'abito vi fa conoscere che siete consacrati a Dio, e la vostra
vita deve corrispondere a questa consacrazione, af?kch& non vi sia
finzione. Le opere, le parole e i pensieri devono dimostrare che vi
siete consacrati a Dio ».
R Siete qui-insisteva pochi giorni dopo a quei chierici, e le stesse
esortazioni le ripeteva ai coadiutori di S. Benigno - siete qui per
awiarvi alla santità. Dio lo mole. Le Regole lo prescrivono. Zvz che
consiste la santità? Non nei miracoli, non nelle grandi e lunghe penitenze,
ma nell'esercizio delle virtù delproprio stato... Alcune virtù non si ha
sempre occasione di praticarle, ma due possiamo e dobbiamo sempre
esercitarle: l'obbedienza e la carità.
i> Obbedienza. Vostra fortuna & l'aver sempre occasione di eserci-
tarla, lunga la giornata, nelle varie occupazioni. Procurate di com-
pierla bene, per amor di Dio, e poi esatta, pronta, umile, allegra, ge-
nerosa. Don Bosco stimava tanto l'obbedienza generosa. Che ricca mi-
niera di meriti è l'obbedienza che in ogni momento aumenta il nostro
tesoro! Studiate bene e fate quanto potete per acquistarla.
u Carità. Anche questa virtù possiamo e dobbiamo sempre pra-
ticarla. La carità si divide in due: carità verso Dio e carità verso il
prossimo. Verso Dio sempre abbiamo occasione, appunto col far
ogni cosa per amor di Lui. Se poi aggiungiamo la frequenza delle
giaculatorie, gli slanci d'amore verso di lui, ci andremo arricchendo
sempre più [e portava gli esempi di Don Beltrami e di Don Taroni].
Ma anche verso il prossimo possiamo sempre praticare la carità.
L'ufficio che esercitiamo è ufficio di carità [e faceva passare le varie
occupazioni]. Anche lo studio & esercizio di carità... E poi possiamo e
dobbiamo amare tutti, come fratelli. Sovente si ha occasione di
prestar servizi, di aiutarci, di edificarci vicendevolmente. Oh! dun-
que sappiamo approfittare di queste due miniere di meriti: l'obbe-
dienza e la carità n.
A S. Benigno fece la predica il 10 giorno del triduo del-
I'Immacolata:
Don Bosco venerabile e 4 i Fatti di Varazze 355
8 siam $gli di Maria! I figli debbon rassomigliare
adre. Maria
dal peccato
oèrigtuinttaale.m..oOnrdaa
da
noi,
macchie di
per poterci
peccato,
chiamare
li, dobbiamo per prima cosa mantenerci mondi dal
, e non solo dai peccati mortali, ma anche dai veniali.
ciamo mai: - Questo è un peccato veniale, posso farlo. -
sa di Dio, perciò è un male più grande di qualunque di-
ci possa sucedere. San Luigi Gonzaga, Savio Dome-
no i nostri modelli per essere veri &li di Maria v.
dicembre, nel Santuario di Maria Ausiliatrice, si
Te Deum per l'Introduzione della Causa di Don
d egli celebrò per gli ex-allievi e benedisse la ban-
Circolo Giovanni Bosco:
bandiera è un programma di vita: la vostra bandiera
immagine di S. Francesco di Sales e di Don Bosco;
e la parola d'ordine d'entrambi.
n Francesco di SaIes ripeteva: Da mihi animas; dob-
o pensare all'anima. Sulla bandiera di Don Bosco poi
scritto: Lavoro e preghiera. Ascoltiamo, pratichiamo i
l'accademia, elogiando quella <c giornata
one e di santo entusiasmo »: <c Ringra-
con profonda contentezza -- il Signore
nostra Madre celeste... Anche questa accademia parmi
en riuscita, come corona della solenni&. Ora dobbiamo
ntinuare l'accademia non colle parole, ma coi fatti. Veri
, colla guerra al peccato. Degni $gli di
Bosco, colla carità, col lavoro e colla preghiera, giacchè
sua bandiera sventolano appunto tali parole che furono il
ma della sua vita, e dev'essere pure il nostro o.
o la festa dell'Immacolata, il IO dicembre, festa della
a Casa, si recava all'Istituto della Santa
via Santorre Santarosa, fondato dal
a Raimondo, per i giovani di buona
ontà privi di mezzi per potersi istruire; e diceva loro:
avide, quando andò a combattere contro Golia, aviova nella
sa cinque pietre, ma glie ne bastò una per atterrarlo!..Cosi
, per combattere contro il demonio, dovete mfnarviz'di molte

19.4 Page 184

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2
- - 356 VI successore di Don Bosco secondo decennio
1 virtù, ma ve ne basterà una sola, se la piaticherete, l'obbedienza,
perchè essa comprende tutte le d.t~-~..».
Quindi si recava a Foglizzo, dove tenne particolari con-
fercnze a tutte le categorie di persone che si trovavano in
quella casa: ai figli di Maria, ai novizi, agli studenti di teolo-
gia, ai coadiutori e ai famigli. Agli studenti di teologia diceva:
Spero non uscirete di qui con aspirazioni troppo alte; non
conviene formarsi un'idea di alte cariche, ma di molti meriti... >).
Ai coadiutori e famigli: ((Msiiete cari alpari degli altri, tanto
più perchè eravate anche tanto cari a Don Bosco, e siete molto
C& a Gesù. Egli fu operaio e fors'anche agricoltore; le sue
parabole trattano spesso della campagna. Stimatevi fortunati
ed onorati. Ma procurate offrirgli sempre i vostri lavori,
procurando di lavorar sempre per lui. Voi desiderate venire
veri religiosi; v'insegno come dovete fare; tenete buona
condotta, consigliatevi col confessore, e in giugno o luglio
fate dimanda d'essere ammessi al noviziato )).
Il 14 si portava a Nizza Monferrato, per assistere alle
feste di ringraziamento per l'introduzione della Causa di Don
Bosco; e l& pure teneva fervorini alla comunità di Casa-
Madre e al noviziato, e particolari conferenze alle professe
e alle postulanti.
";unge da Torino - dice la cronaca - il veneratis-
simo signor Don Rua, tutta la Comunità si muove ad incon-
trarlo, per rendergli doveroso e filiale omaggio, che egli
accetta e ricambia da Padre sempre buono e santo.
o 15. - Oggi è veramente la festa solenne, grandiosa,
piena di effusioni cordialissime; festa che avvolse In un solo
sguardo la Vergine Immacolata e il nostro Venerabile Fon-
datore... I1 veneratissimo Superiore celebra la S. Messa della
Comunione generale; assiste a S. E. Mons. Disma Marchese,
vescovo di Acqui, nelle varie funzioni; e con lui assiste al-
l'accademia che doveva dire ai venerati superiori ed illustri
convenuti quanto le Figlie di Maria Ausiliatrice amino la
Madonna, e come si sentano fortunate di potere in qualche
... modo onorare il loro Venerabile Padre e Fondatore Don
Bosco In fine la calda parola,, pregna di santa bontà, del
veneratissimo signor Don Rua dice la soddisfazione generale;
IX -
Venerabile e « i Fatti di Varazxe)) 357
r-i-nm0 azia e saluta gli illustri convenuti, e chiude la cara festa,
inn,egTg&ian-do.a..M&&{eiahrSa
S
.e
di
a Don BOSCO.
buon mattino
la
Santa
Messa
al
oviziato di S. Giuseppe e rivolge a quelle buone novizie la
ua parola santa d'incoraggiamento. Alla sera tiene conferenza
irituale alle suore di Casa-Madre, e riparte il giorno 17
compagnato dal signor direttore. Per fioretto spirituale per
a Novena del S. Natale si pratica questo suggerito dal vene-
imo signor Don Rua: 4 Leggiamo nei salmi una giacu-
a bella del Profeta David: - O Signme, io ho riposto
mio cuore leatueparole per non peccare. - I1 Profeta usava
est0 mezzo per non peccare e per condurre una vita santa.
Madonna usava lo stesso mezzo, non per allontanare da
il peccato, ma per aumentare nella santità, nella perfezione,
cendosi appunto di Lei: - Portava Ze parole di Dio nel suo
re e le andava ruminando giorno e notte. - Questo adunque
fioretto da praticarenella Novena del S. Natale: - Evitare
peccato e avanzare nella virtù, nella perfezione t).
Da Nizza passava a Canelli dove celebrava e teneva un
rvorino: G Avete bisogno di un fedele amico, ecco10 qui nel-
restia. S i trattiene tanto vohtieri con voi;voi tratte-
volentieri con.lui )>. Faceva anche il discorsetto per la
vena di Natale, e radunava a conferenza i confratelli.
Ritornato a Torino, andava poco dopo ad Ivrea e vi si
rmava due giorni, nei quali parlò i.n p.articolare ai confra-
Figli d i Maria ed agli agricoltori.
opo la bufera di Varazze nella brama di non trascurar
mezzo «per conservare tra i Salesiani lo spirz'to del
Venerabile Fondatore )) stabilì anche d'indire una vi-
ta straordinaria a tutte le case della Pia Società; e il penul-
mo giorno dell'anno, prima ancora che ne dèsse l'annunzio
fficiale, radunava a conferenza nell'oratorio i confratelli
ava il mandato c< di esaminare diligentemente se si
ono i doveri imposti dalle Costituzioni>>e, 4 se E'ammi-
azione delle cose spirituali e temporali tenda realmente
SCOPO proposto, quale si è d i promovere la gloria di Dio e la
del& anime v.
biamo già riferita la Strenna che dava in quell'anno:

19.5 Page 185

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358
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
(iPratica della virtù dell'umiltù, fondamento di nostra perfezione
colla giaculatoria: - Ged mite ed umile di cuore, fate il mio
cuore simile al Vostro)).per i Salesiani aggiungeva, (<inos-
sequio aila qualità di Venerabile, decretata al nostro caro
Padre, 10 studio e la pratica del sistema preventivo, tanto da
lui inculcato D.
Ed ecco i pensieri e i santi propositi dell'anima sua al
termine di quell'anno, in cui aveva veduto associate
più liete le più dolorose vicende. Ce lo dice egli stesso nei
brevi appunti di una conferenza che tenne alle Figlie di M ~ -
ria Ausiliatrice di Torino il 29 dicembre:
BoscoL.eLvaicbeudfeerademfl'aasnsnoanitcaa.s.p.irLaantev.isLioaneVdeni wDao6nilitBùodscio del
sentiero coperto di rose e di spine, simbolo di nostra vita.
mai sgomentarsi, ma conjìdare in Dio... e sempre avanti con
coraggio nel bene, ricavando proj5tto dalle dzjFwenti vicende,
prospere od avverse! s.
Si può dire, che andava ripetendo con S. Agostino: ((Se
anche la tribolazione che Iddio manda è benefino, in
cosa non è misericordioso Iddio verso di noi? Infatti qzAandole
cose vanno bene, vengono da Dio per consolarci; quando vanno
male, ve%?ono anche da Dio per ammonircta; quindi si devono
accettare anche queste piuttosto come un beneficio, che non
come una pena, «se vogliamo - diceva Don Rua -coltivare
in noi lo spirito di sacn$xio on.
Durante le ultime tempeste, anche sotto l'impeto della
bufera, egli offerse ogni sofferenza a Dio, perdonando agli
uomini; e in tutta la vita, in ogni circostanza continuò nel-
I'adempimento del suo quotidiano dovere, e tutto questo
-con quel tranquillo, calmo fervore, che è la cosa più difficile
osservava il S. Padre Pio XI, parlando $un gran Servo
di Dio ascritto recentemente al catalogo dei Santi specie
quando è mantenuta in tutta la vita (I).
Ben può dirsi anche di Don Rua che la sua caratteristica
mia stata i1"fervore della calma,, la "calma nel fervore,,, la
fr) Cfr. nell'Oswvato7e Romano il discorso per il Decreto del Tuta per la cane-
~zzazionedel B. Pompilio Pirotti d. S. C.
IX
-
Don
Bosco Venevabile e
e untaaima
Fatti di Varazze')
può dare di La p
359
ma oednoeargapispasa,orsaliutimt ~eos,stetsrreanmi-a..dnoevmemnoepnnootèreqcmuheoel
da
adorna
e
luce di cui
risplende»,
qualche
Menza
nemmeno
poco di dramma, di
spiegata, luminosa. che""la
,,, famuiare
I, prosa della
non gli
ognora
calmo favore
vita quo"diana'.
frequenti cOnsolzioni
e
con
fede
profonda,
fu la
ma anche
nota

19.6 Page 186

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- - 360 VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
I
IN ADEMPIMENTO DI UN VOTO
Sentiva il peso della supmbrità, e fino all'ultimo si fece tutto a tutti.
- Indice la visita straordinaria alle case. - Ricorda ai Cooperatori le
gimk e le amarezze del 1907.- Fa giungere a tutti i confratelli la sua
parola nel XXO anniversario della morte di Don Bosco: i"Fatti di
Varazze,,; il tentativo massonico e l'assistenza divina; cosa i m e -
- di6ile ma pur vera; perchè la moralità regni in mezzo a noi. I l Card.
Mafi commemora nell'Oratorio Don Bosco Venerabile.- U t palma
- florebit: la base e la vita delle opere di Don Bosco fu la santità.
Parte in compagnia di Don Bretto per l'oriente. - Prima tappa a
- - Gorizia, Trieste e Lubiana. Nella casa di formazione di Radna. A
- Zagabria. A Costantinopoli è avvicinato con venerazione. - Si
- ottiene in modo singolare il terreno per dare sviluppo all'opera. A
- Smirne. Visita devotamente le rovine di Efeso. -Alla volta di Na-
- - zaret. A Damasco, Tiberiade, Cafarnao. Giunge a Nazaret, ac-
- colto come un santo. - Non si riesce a scoprire in lui un difetto. V a
- in pellegrinaggio al Tabor. I l giorno di S. Giuseppe manda un te-
- legramma augurale a Pio X . - Verso Gerusalemme. Cade di cavallo,
senza farsi male. - A Nain prega per la risurrezione di tanti poveri
- giovani che giacciono morti nel peccato. A Naplusa. - A Gifne ot-
tiene la pioggia, da tanto tempo desiiEerata in quelle terre. - c< Ab-
biamo pregato per avere la pioggia, ed ecco che la pioggia ha bagnato
anche noi )). - A Gerusalemme. - Moltiplica i mentininelfarnedistrih-
xione a duecento ragazze, e Don Bretto esclama: (I Questo è un vera
X - In adempimento di un voto
361
- miracolo, qui non c'è nulla a ridire! o. Visita la casa di Cremisane
al direttore alcune ossmazioni. - Con la stessa attenzione in-
bile e t a la colonia agricola di Beit-gema1 e in seguito elenca
- d i t m t a raccomandazioni. V a in pellegrinaggio al Mar Morto,
prega con quelli che l'accompagnanoperchk nelle nostre case non si
- abbia ad offendere Gesù col brutto peccato. Al Giordano si toglie
egli pure le scarpe e scade nelle acque dov'era sceso Nostro Signor
- - Geszl Cristo. A Giaffa. Celebra tutte le funzioni della Settimana
Santa a Betlemme, e prende parte alle funzioni principali a Geru-
salemme. - Il venerdì santo con grave fatica, assistito da alnrnicq-
fratelli, prende parte alla solenne Via Crucis seguendo l'itinerario del
Diviu Salvatore. - Salutato ripetutamente con vivo affetto parte dalla
Città Santa; e a Giaffa s'imbarca verso Alessandriad'Egitto. -Pro-
- segue il viaggio sull'orione alla volta di Messina. I l secondo giorno
non può celebrare, il mare è in burrasca; al getto di una medaglia di
Ausiliatrice nelle onde, subito fa bonaccia.- Arriva a Messina
-o. Cari ricordi.del passaggio ad Ali. - Incontra gli allieti di
Catania, e si ferma con loro ad Acirea1e.- e Chi è quelsanto?...)).
- - Scende a Malta per l'inaugurazione della @ventutis Domus.
Risale a Siracusa: a Abbiamo avuto tra noi un santo! ».-Da Catania
prosegue il viaggio di r i t m o , con sosteaSoverato, S.Andrea, Borgia,
Rossano, Bari. - Altri particolari del viaggio.- Dopo nuove tafle a
- acerata, Parma, Bologna, Alessandria, rientra all'Oratorio. La
tu di Maria Am'1iatrice.- Getta le basi dell'Unione delle ex-allieve
dell'oratorio di Valdocco. - A l Martinetto. - Benedice i bambini'a
San Giovanni Evangelista. - Ritorna ad Alessandria per la comme-
morazione di Don Bosco. - V a a Milano, ricorda la calma ottenuta
mare con la medaglia di Maria Ausiliatrice. - Celebra sal nuovo
are collocato nella cappella della tomba di Don Bosco a Valsalice.
steggia S. Luigi a Lanzo, a Lombriasco, all'Oratorio, e a Nizza
- nferrato. A Vigevano. - A l Circolo Giovanni Bosco. - I l saluto
Mons. Cagliero che parte per Costarica. - Care notizie dalle Mis-
ani. - Un altro passo della Causa di Don Bosco. -Depone in sette
sedute al Processo Infomativo sulla vita, virtù e fama di santità di
Domenico Savio. - Un saggio delle interessantidqosizioni: la caritù
- e la pietà dell'angelico alunno dellJOratorio. (I Dio voglia che la
- m,,"in"ima .n..o.stra ,S?&etÙ abbia da annoverare moltidi questi generosi
~~
soldati di 12&to! R. Ammirazione universale.

19.7 Page 187

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362
- VI - Successore di Don Bosco Secondo decennio
Don Rua aveva la piena conoscenza dei doveri di
comanda e li compiva generosamente, tuttavia ne sentiva il
Peso assillante. Ricordando le parole dell'imperatore Adriano:
Chi governa, dev'essere come il sole che illumina tutta
la terra )), non poteva non pensare che per un sacerdote, per
un religioso, per un cristiano, lo zelo e I'onm di formano
gli ideali supremi)), per cui chi comanda deve raggiungerli
nel modo più largo e ferace ((prendendo,quando occorre, con-
@i da tutti, anche dagli inferiori, ma spe&lmente da ~ icon ~ ,
la Preghiera». Per questo, abitualmente e cordialmente, egli
si raccomandava anche alle preghiere degli altri, e voleva che
si Pregasse <per tutti quelli che comandano, puchd il loro
esempio infEutsce tanto, sui sudditi e su Dio stesso, per
grazie o provocare castighi )).
S: Gregario Magno fa pure questo rilievo: San Giaco-
m0 dà piamente questa proibizione: "Non vogliate esser molti
a far da maesh, 0 fratelli miei!,,. Lo steso Mediatore tra
Dio e gli uomini - N. Signore Gesù Cristo - il quale so?-
Passa nella scienza e nelI'intelligenza gli spiriti superni, e
regna prima dei secoli nel cielo, non volle accettare il regno
terreno; infatti è scritto: "Ma Gesù conoscendo che erano
per venire a prenderlo per forza per farlo re, fuggi nuova-
mente da sè solo sul monte,,. E chi poteva, senza alcun di-
fato, regnar meglio sopra gli uomini di Colui che avrebbe
retto quelle persone che Egli stesso aveva create Ma poichi:
Figlio di Dio si era incarnato non soltanto per redimerci
con la sua passione, ma anche per ammaestrarci con la sua
vita, allo scopo di dare l'esempio ai suoi discepoli rifiutò
d'essere fatto -re, mentre spontaneamente accettò il patibolo
della croce. Ricusò la sovranità e la gloria che gli venivano
e anelò alla pena di una morte obbrobriosa,
i suoi membri imparassero a fuggire i favori del monda, a
non temere le cose più spaventevoli, ad amare per la verità
anche le contrarietà, ad allontanarsi con timore dalla fortuna;
~oichèquesta spesso inquina il cuore con l'orgoglio, mentre
le disgrazie io purificano col dolore (I) )).
(1) La Regola pastorale, I' q.30.
X - In adempimento di un voto
Queste ,riflessioni ci fan meglio comprendere perchè il
cettare la carica di Vicario Ge-
portava ad esserne lui, morto, -
ssore; e nel 1898 non esitasse a pregare i confratelli
unati in Capitolo a porre l'occhio sopra altri più giovani
d'evitare la rielezione a Rettor Maggiore; e perchè allo
e,, nell'intimità dell'anima sua
avesse permesso quella'lotta,
are l'alto ufficio, e che per
b, insieme con lui colpevole, fossero stati puniti anche
ti potevan fare più volte al giorno, a
, quando usciva di chiesa dopo aver"
nel dar udienze, ed anche la sera
se non teneva adunanze capitolari,
i, fosse anche un giovane 0 un
10 facesse conoscere a mezzo del
rio d'anticamera, ed era accontentato.
egli ultimi anni, non salendo andar più in città nel
rneriggio pel disbrigo della corrispondenza, il giovedi,
ntre i giovani e una parte dei confratellierano a passeggio,
casa, e questa era la sua Pas-

19.8 Page 188

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364 V1 - Successore di Don Bosco - Secmdo decanio
seggiata, ed anche allora era lieto d'ascoltare quanti vo-
levano dirgli una parola.
Nei giorni festivi, non essendo solito a dar udienza al
mattino, soleva farlo prima e dopo le funzioni del pomerig-
gio, tanto a quei della casa come a gente di fuori che desi-
deravano intrattenersi con lui. In queste ore ordinariamente
l'avvicinavano persone in special modo a lui affezionate,
che amavano stare un po' con lui, come parenti ed amici.
Nell'ottobre del 1907, ad esempio, egli stesso scriveva a
Giovanni Caneparo, industriale di Torino:
C HOletto con pena la pregiata tua del 9 corrente, e come
tu desideri di parlare a me, io desidero di parlare a te, per-
ciò vedi un po' se puoi domenica prossima, o prima o dopo
delle funzioni pomeridiane, venirmi a trovare; avremo campo
di conversare, passeggiando sotto i portici a nostro bell'agio.
In tale aspettativa preghiamo che in questa circostanza di
scioperi e di serrate non avvengano peggiori disordini n.
Tanta carità brillava in modo insuperabile durante gli
esercizi spirituali e nelle visite che faceva alle case, che
avrebbe voluto poter visitar tutte egli stesso con frequenza;
e, non essendogli possibile ne raccomandava il compito agli
ispettori; e nel 1908 anche per dar a tutti i confratelli un
conforto speciale, il 18 gennaio indiceva la visita straordi-
naria alle singole case della Pia Società, con proibizione di
darne annunzio sui giornali e di qualsiasi pubblicità e d'ogni
'sorta di festeggiamenti, perchè gli incaricati potessero nel-
l'intimità assoluta compiere meglio il delicato ufficio.
I1 31 gennaio, XXo anniversario <(della dipartita del no-
stro Venerabile Padre »,senti il bisogno di far giungere
la sua parola a tutti i suoi diletti JigEiuoli, << vicini e lontani
per (contribuire a tener sempre più strettamente uniti i
nostri cuori nella carità di N. S. Gesù Cristo )>, infondere
K ilcoraggio che è necessario nei tristissimi tempi che tra-
versiamo», e (( conservare in tutta la sua integri& lo spirito
che ci lasciò il Venerabile nostro Fondatore e Maestro Don
Bosco! r.
Cominciava col ricordare la burrasca dello scorso estate:
(( I tosi detti "Fatti di Varazze,, non sono altro che una
X - In adempimento di un voto
365
quelle fasi che va prendendo la guerra che in ogni tempo
,tana mosse alla Chiesa Cattolica, che S. Paolo chiama:
lonna e fondamento della verità. I suoi nemici, pur essendo
amente convinti che la Chiesa è la sola vera Maestra
a morale e la vigile custode della santità dei costumi, si
tarono colle arti più maligne di screditare la celeste
ina, e strapparle la più fulgida gemma della sua corona,
urità; e per meglio ingannare la folla, si sforzarono di
gere i ministri della nostra santissima religione quali
mini immersi nel fango del vizio. Il loro piano di battaglia
vetze essere preparato da lunga mano in covi tenebrosi. Era
cessario fisure un punto come bersaglio contro cui dirigere i
affinchè non andassero dispersi, e più gagliardo riuscisse
alto; e questo punto fu l'umile Società Sdesiana. Contro
essa, perchè molto estesa e tutta occupata alPeducaxione d a
del p@olo, si elevò t a b una valanga di calunnie e di 07h-
accuse da far credere che ella ne sarebbe rinzasta schiacce'ata.
a anche questa volta mentita est iniquitas sibi, poichè i'enor-
t&stessa delle recriminazioni mise in sull'awiso chiunque
peva ancor far uso della sua ragione. Tutto quel monte
innominabili brutture squagliò in un istante come nebbia
sole, ed i due poveri Salesiani imprigionati quali colpe-
li, senza subire alcun giudiio furono messi in Ebed. 11
i di Varazze, sebbene riaperto con notevole ritardo,
il medesimo numero di alunni che gli anni passati.
e gli altri nostri Istituti sono ripieni di giovanetti che
rana corrispondere assai bene alle cure che di loro si
ano i Maestri ed i Superiori. E non devo tacere che
parenti, nel condurre i loro figliuoli al collegio, Pro-
testarono che quanto avevano scritto i giornali antireligiosi
e pornografici, ben lungi dal diminuire la fiducia riposta nel
alesiani, l'avevano accresciuta.
))Questi, che sono fatti e non parole,. ci richiamano alla
memoria ciò che in terribili prove diceva il nostro Venerabile
Don Bosco. Est Deus in Isiael; niente ti turbi!...
le
))Non
nostre
dubbio,
difese...
il
Signore
è con
noi.
Egli
stesso prese
»$
nostro dovere innukare dal fondo del cuore

19.9 Page 189

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366
VI L Successore di Don Bosco - Secado decennaio
h o della r i c o n o s c ~ aa quel Dio che se ci volle ppmvarc, se
permise che avessimo a soff* qualche cosa, ci fu pure largo
di soavi conforti. S i rendano le più vive grazie alla nostra
dolcissima Vergine Aw1iatrice che anche in questa si dolorosa
congiuntura silevò in nostro aiuto e ruppe tra mano le armi ai
nostr~persecutori.Ed anche a coloro che avrebbero voluto co-
prirci di fango e fare dei nostri Istituti un mucchh di rovine,
noi perdonremo generosa9nente, pegando che il Signore illu-
mini la loro mente, muti il loro cuore, e li riconduca sul retto
sentie-r.o., da cui sì sono allontanati.
)) ciò non vieta che noi ricorriamo a quei mezzi che sono
accordati dalle leggi. per sostenere il nostro onore, che è pur
quello della Chiesa, spenalmente contro quei giornali che con
visi6ile cmpiacenza propalarmo le a c m e e le calunnie, e c m
imperdonabile slealtà non fecero mi ceano delle mentite e
delle doverose rett$caxioni A questo egregiamente prowede
un collegio di Awocati, alla cui prudenza noi possiamo af-
fidarci senza riserva. Alcune querele già furono date c m esito
felice ed altre si sporgeranno secondo I'opportdtà... o.
Le pratiche legali si protrassero, come abbiamo accen-
nato, ed ebbero l'esito più trionfale; e il Servo di Dio aggiun-
geva allora questo particolare assai significativo.
"er farvi meglio conoscere quanto sia grande la malizia
del mondo e quanto si debba star in guardia contro le sue
insidie conviene che io vi riveli cosa incredibiie ma pur vera.
Furono condotti ad uno dei nostri istituti due fratelli, che
fin dal primo giorno della loro vita di collegio, si segnalarono
per la loro cattiva condotta, per la loro ignoranza in fatto di
religione, e per la loro awersione ad ogni pratica di pietà.
Per buona ventura incontrarono un direttore che, formato
alla scuola del Venerabile Don Bosco, s'awide subito essere
quella una propizia occasione di strappare due anime al
demonio. Fortunatamente egli si vide compreso e secondato
con molto zelo dai maestri ed assistenti, che senza mai sco-
raggiarsi delle diflicoltà si proposero di raddrizzare queste
due pianticelle sì male inclinate. Dio benedisse i loro sforzi,
e così riuscirono poco a poco a trasformare quei due piccoli
scapestrati. Poco alla volta i due collegiali presero gusto
studio, s'affezionarono ai loro Superiori, e seguendo
sempio dei compagni cominciarono a frequentare anch'essi
nti Sacramenti. Fu allora che gustarono la gioia d'una
'ema tranquilla, gioia che quindi in poi traspariva per-
sulle loro fronti aperte, sui loro volti, si direbbe, quasi
figurati. Venne poi il momento di lasciare il collegio e :
recarsi in famiglia per le vacanze autunnali. I1 maggiore
congedarsi dal direttore, lo ringraziò sentitamente della
ità usatagli, poi, versando lacrime abbondanti, soggiume
non Sapeva come perdonare a suo padre la colpa orrenda
aveva commessa. Ed incoraggiato dal superiore continuò
elando come l'indegno genitore, uomo senza religbne e mora-
, avesse mandato lui ed il fratello in collegio raccomaizdando
di adoperare ogni arte pe+ indurre i maestrz' ed assistenti
usare loro sevizie e più ancora a commettere atti contro la
ralità. Era quindi intento 6 quel malvagio accusarli alla
ia, trascinarli davanti ai tribunali, menare alto scalpore
i religosi ed i sacerdoti, e poi spillarne una bella somma
denaro... Questo ed altri fatti somiglianti ci dicono ab-
chiaramente che per quanto sia grande la nostra.
ma, non sarà mai troppa. Spero eziandio che essi
nno meglio che la più eloquente esortazione a farci
icare d'or innanzi scrupolosamenteil &tema preventivo... )).
E dal cuore gli uscivan le più accorate esortazioni perchè
iduamente si usassero tutte le cure per far regnare la
ralità in ogni casa.
s I Jatti avvenuti Panno passato sono altrettanti avvisi che
a d a il Signore, perchè stiamo attenti contro i pericoli che
ciondtreallnaognioeVllea&de.l.i.caOtah!esenonnoiseammpiraemfoacrielealmmisesnioteneildnioesdturo-
bile Don Bosco, siccome soventi volte protestiamo,
tra prima cura di praticare la virtù che maggiormente
li stava a cuore... Ogni salesiano si ricordi sempre che è
glio della Congregazione, e che come tale ha il dovere di
orada... Troppo ha sofferto la nostra carissima Madre
rdilneepeerlsaeiduezfieozniiodneeidtirisatlic,uenifosrusoeiafnigchlieuoplii.ù..pSeranl'inngorteatil-e
role di S. Gregario Magno: probatio dilectionis e~hibitio

19.10 Page 190

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- 368 V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
X - I n adempimento di un voto
369
est oPmis... A tergere le lacrime dell'ditta nostra ~~d~~
gioverebbe immensamente il procurare di aumentare il
immero de' suoi figli, coltivando le vocazioni religiose e
sacerdotali. Vorrei che tutti i Salesiani, ma specialmente i
sacerdoti, sentissero
gli eredi della foro
islubbliismoegnomidssiìosunse.c.i.ta»r.eEfrarininloorvoava
il
de-
voto
che l'Introduzione della Causa di Don Bosco segnasse un
vero progresso nella virtù e nella pietà dei suoi$&.
Si.compivano 20 anni che Don Bosco era morto, ed essen-
done stata introdotta la Causa di Beatificazione e .Canoniz-
zazione, era proprio conveniente, soprattutto a]rOratorio,
che di quei giorni si commemorasse questo primo passo
che felicemente s'era fatto per vederlo elevato agli onori
degli altari, e si ottenne che venisse a tenere il discorso il
Cardinal Maffi.
L'Eminentissimo giungeva tra noi la sera del 28 gennaio,
accolto al suono festoso delle 'campane, fra gli evviva degli
alunni, ossequiato dal Servo di Dio e da tutto il consiglio
11 giorno dopo, festa di S. Francesco di Sales,
celebrava Per gli alunni studenti, il 30 per gli artigiani. per
la prima volta, dopo la morte di Don Bosco, il Santuario
era tutto Parato a festa, essendo per l'introduzione della
Causa cessati i suffragi che solevano compiersi per la santa
anima sua.
La Commemorazione si tenne il $, i1 giorno avanti
I'anniversano, perchè, essendo giovedì, tornava più comodo
Per la casa, e mezz'ora prima che avesse principio, il teatro
era così pieno, che a stento vi poterono entrare il
~i-
chelm~e l'oratore seguiti da vari Prelati e consiglieri
municipali e dalle rappresentanze del Capitolo ~ ~ t ~ ~ ~ ~ l i -
tana, del Collegio dei Parroci, del Seminario Maggiore, e
di quasi tutti gli Ordini ed Istituti religiosi della città. ~~~h~
le Figlie di Maria Ausiliatrice erano largamente rappresen-
tate, ed avevano a capo la Superiora Generale.
I1 Card.
" U t Palma
fWloIraefbitp,,.r.e.see
10 spunto dalle
coll'incanto del
parole del Salmo:
suo stile incisivo
splendidamente illustrava il fondamento della vita e delle
opere di Don Bosco nella santità:
Vita da2 seme di Dia Midiere Ruo. Voi. 111.

20 Pages 191-200

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20.1 Page 191

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- 370 V I Successare di Don Bosco - Secondo decennio
farà bene ali'anima la sicurezza e la serenità di un sorriso, e a pYOcu-
rarvel0giovi allora ilguardare i nemici ripensando il narlatadniochirn;!
E l'opera di Don Bosco? Dalla persecuzione pdagneuà...
» Ma più che il dilatarsi esterno, assicura che l'opera di B~~
i: divina il suo dilatarsi interno, nelle anime, nelle quali porta e d
fonde la salute.
R i t m o all'immagine della palma, che jìmisce sul deswto: sabbie
affocatee i m o a t i , quindi sterili, efollìa il sognare una fronda. &fa chi
sa le vie ?tucoste dellu Provvidema, sotto quelle sabbie senteche fir si
agita la d a : carità il soccorrerla perchd si svoiga ed apra rameifiori
al sole...)).
E additava le opere di carità spirituale eroicamente com
... piute da Don Bosco per la salvezza della gioventù ab-
bandonata
(1 Dopo aver avuto da Lui una parola e una benedizione, io lo vidi
(nell'ottobre del 1883) in un angolo dell'Ausiliatrice, su povera seg-
gioia, circondato di bambini, ascoltare, dire, mandare a ricevere ~ ~ ~
Lo vidi amare, lo vidi amato, tutto a tutti pur di dare Dio a tutti e
tutti a Dio; e quasi naturale e spontanea cosa allora giudicai il sorgere
qui di anime apostoliche ed eroiche; e gli operai che nel lavoro lodano
' il Signore, e i giovani che, nell'officina o nella scuola, curano gelosi
il loro candore, e i sacerdoti che ad una volta sono claustrali e secolari,
condiscepoli e maestri, scrittori e tipografi, letterati coi Classici latini
e italiani, e popolari coile Letture Cat.Eiche, musici ed architetti, e
Per le lontane regioni missionari ancora, pronti sempre e dovunque
a quanto carità comanda; queste forme, queste creazioni dpuomini
non mi meravigliarono: tale la pianta, tali i rami: la palma f i o ~ v a .
E si ebbe così I'olezzo di Domenico Savio, di Michele Magone e
d'altri allievi dell'oratorio, che a quanti qui siamo procurarono prime
letture ed esempi che ci han fatto del bene: cosi si ebbe una coronadi
martire sul cadavere
zione eroica di Don
di Mons. Lasagna, così
Unia... Edaltre glorie,
tra
ed
i lebbrosi l'immola-
altre opere, ed altre
Persone dovrei ricordare, che invece solo d i silmmb ha# sete e che: del
resto senza Poveri richiami già raccoigono l'ammirazione universale e
l'amore di tutti i cumi.
1Ma una cosa non possiamo tacere... la parola dell3angelicopio
che una nuova vita infonde nella salma di Don Bosco e la invita a
salire agli altari!... Oh venga presto la pienezza del giorno, del quale si
~~~~z~ l'aurora; venga, venga e l'affretti il Signore! E allwa sarà
non soltanto Torino per un ritorno che sarà apoteosi che nessz«zopotd
descrivwe, e nella quale tutti piangerun di gioia, non soltanto nelle iase
... salesiane, ma su tutta la terra, ma neìia t e r a e neicielo, uomini ed angeli
inneggeranno. al Santo!
x - /a adempimento di un voto
371
- co prima di morire il Venerabile in un saluto racchiuse ,:a
ente e disse: - Arrivederci in Paradiso! L'appnntament4
rogramma & dato. palme di Don Bosco, fiorite! Nella fede, nella
nelle
venerata
- un ddl. nella gloria - come disse Don
- DIMOSTRIAMOCI DEGNI DI LUI!)).
Rua
sulla
servodi Dio ascoltò il discorso con la più viva alteri-
, e più volte gli si videro gli occhi pieni di lacrime; l'a~o-
i...deSlubPiasdsired'aepraplasuemsi pcroeroilnacroonntoinlu'oorastoosrpei,roe
delvanima
quanti gli
povicini si rallegrarono con lui e con Don Rua! Quindi
l'altro, 14 confratelli ed aspiranti salesiani presero
ripetendo nella loro lingua, in francese, spagnuolo,
e, portoghese, boemo, tedesco, polacco, russo, sloveno,
rese, rumeno, croato, arabo e indiano, un saluto e un
al nuovo Venerabile, e il Servo di Dio tacque, Per
ù
!a
e
p.
per commozione.
la festa del Padre,
possiamo ben
dirla
così, si
Pre-
rnpiere il viaggio promesso, a partire per la Palestina.
mattina del 3 febbraio, in compagnia di Don Clemente
ra
to, direttore
nominato
delle Figlie di Niaria Ausiliatrice ed al-
straordinario delle Case d'oriente,
artiva per Gorizia, per vedere e rallegrare d'una visita anche
confratelli di varie case dell'Austria e della Turchia, e rin-
aziare
alcuni benefattori. Fatta una breve
ta a Milano, ove fu accolto cosgioia dal Card. Ferrari,
'altra a Mogliano Veneto, ove passò la prima notte
io, veniva ossequiato con devoto affetto da parecchi
rroci del Friuli alla stazione di Udine la mattina del 4 feb-
aio, e scendeva a Garizia, dove molti cooperatori, nono-
tante i1 freddo intenso, accorsero al trattenimento cirame
atico in suo onore, felici anch'essi di poterlo ossequiare-
servdoi Dio aveva la voce velata dal raffredore.
pomeriggio del 6 prosegui per Trieste, accolto alla
e da numerosissimi signori e signore, che l'accom-
gnarono oratorio, dove una moltitudine di giovani
ttendevano impazienti, ed impartì subito la benediione
ucaristica, e dopo cena gradi un concerto della banda

20.2 Page 192

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372 V I - Succe~soredi Don Bosco - Secondo decmnio
X - In adempimento di un voto
117 - era il 1' venerdì del mese - celebrò tardi, per
accontentare molte persone che volevano ascoltare la sua
messa, tenne adunanza alle patronesse dell'Oratorio, fece
iana il treno segue i1 corso
savai,l fiume verde, le cui acque ad un certo Punto
nerastre per i molti detriti delle vicine cave di
una visita alla baronessa De-Seppi e al vescovo Mans. ~ ~ ~ 1 .
tosse persistente prese a tormentarlo, e ritenne prudente
di fermarsi a Trieste due giorni, e il direttore se ne giovò
Per celebrare la festa di San Francesco di Sales la domenica
9 febbraio, insieme con i giovani dell'Oraeorio.
La mattina
stazione il
del 10
vescovo
prosegui per Lubiana, dove
Mons. JegliE, che si recava
ainvcioenntròna
e lasciò la carrozza a sua disposizione. Anche il sindaco e
deputato di Lubiana gli aveva inviato la sua; e, R~~
andò poi a ringraziarlo. Giunti a casa, venne circondato da
molti amici e benefattori, lietissimi di assidersi con lui a
mensa- Alfafine del pranzo -ricorda Don Pietro ~i~~~-~
il Vicario Generale della diocesi gli dava il benvenuto in
poche parole in latino; quindi si alzava il buon Don smrekar
del parroco di Boztajn lo.
quei chierici, che 10 accol-
no << con tutto l'affetto filiale 9 la solennità possibile a noi,
ci trovavamo là da pochi mtsi, ma l'affetto e i riguardi
dice nonTirone, che era il diiettore - fecero dimenti-
A:.. I novizi avevano Pre-
appella piccolina e tutti i
inot.chiatoi0, coperto da
ovatc. alla nostra venuta
ella e 10 si era col-
invito .?i: preeh;"- -
a recitargli anch'egli un lungo discorso pure in latino. ~ 1 1 ~
fine Don Rua, in condizioni generali di salute piuttosto
deplorevoli e, sfinito dal viaggio dal quale era appena giunto
in istato da muovere a pietà, si alza e sciorina a quei signori
un lungo discorso di oltre venti minuti, in latino purissimo,
impeccabile, come se fosse il suo pane quotidiano.
are, esortò quei \\'hierici
pietà,
ma
sco
voleva
non.
che
impose al
facessero
bseunoei
sera a cena tutti aspettavamo che 'ci dispensasse
lettura a tavola; ~a la prima refezione che prendeva
con i confratelli di quella casa e doveva esser anche ~ ' ~ l t i ~ ~ ,
i - prosegue Don Tirone - visitò
si del bel dono che il buon
perch?- la mattina seguente doveva continuare per ~ ~ d ~ ~ ;
ma non 10 permise, e in bel modo ma con risolutezza fece
fare la lettura regolare. Avrà awtp certamente qualche
motivo particolare per fare così t>.
La mattina seguente alle 5 , la cappella pubblica del col-
legio era gremita di fedeli, avidi di assistere alla sua
e di ricevere dalle sue mani Ia Santa comunione; e il
Mse~~rv~~o
di a nX!zzo d'interprete rivolse loro anche brevi parole
d'incoraggiamento e in fine impartì la Benedizione ~ ~ ~
e partiva per Radna.
Attraversando il Carso, il tragitto non i: sorridente, ma
entrando nella Carniala tornano gl'incantevoli panorami di
Amiliatrice ,,. Gmi-
sacerdote salesiano che, sebbene
~
~
i
-
regolarmente com6 un sano
ette un'accademia nella quale si
erabile, si lessero vari comPo-
enti in italiano, in polacco, in sloveno e in tedesco, e si

20.3 Page 193

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~~
374
- VI s~ccesso~dei Don BOSCO - secondo decanio
375
eseguirono scelti canti.
tutti e raccomandò il
stesse a cuore a Don
In fine Don Rua si
canto gregoriano,
Bosco; poi distribuì
co~gratulòcon
una copiqaudaenltloe
nostre Costituzioni in lingua polacca, allora allora pubblicate,
e terminò
scovo
con
un'ovazione
al
Papa,
al131mperatore, e
al
ve-
Don Rua. Diocesi, alle quali tutti aggiunsero un ewiva a
((Nei due giorni che si fermò a Radna, -
Manassero - volle parlare anche a ciascun chierico a~meno
per qualche istante. Accennò di non aver sentito cantare in
gregoriano-, ed essendoglisi osservato che si erano eseguiti
<i<n canto fermo alcuni mottetti durante la sua M ~si sc~usò: ~ ~ ,
Non me ne sono accorto, perchè durante la &fessa non sono
solito a badarci,,. Si tenne anche un po' d'accademia a disputa
teologica, durante la quale fu vinto dal sonno. sul finire
ingenuamente di non aver potuto vincere il
e$citando l'esempio di Don Bosco che in una disputa aveva,
assai a proposito, fatta la questione se fosse stato prima l'&ovo
ratto attraverso la Jugoslavia e la Bulga-
, e ci vollero due giorni a percorrerlo*
di
I&,< alla mattina del 16. La prima
a più faticosa, che proprio a Stento potè avere un
o la gallina, consigliò a maneggiare fa teologia in modo acces-
sibile ~ ~ ~)); 0cio1è n0on solo a tenersi in esercizio nel modo
scientifico di difendere le verità religiose, ma
che i modi po~olariper farle comprendere ai
cercar an-
meno dotti.
)) sermoncin~della sera ricordò che tutti i nostri
uccio dello scompa*imento, pieno com'era di viaggiatori.
sabato.
brarode,
non
mdoezvzeo, ,
celebrare. Si Sperava di poterlo fare
stando all'orario appariva u n a fermata
mentre avvenendo colà l'anticipazione
di
di
minuti, che vennero Spesi nelte visite
viziati
molto
sono co~sacratiai
la divozione al S.
cSu. Couroere.
di
Gesù,
e
raccomandò
di
)) I1 I4
partire
febbraio - prosegue Don Manassero - prima
pagare Yospitalità, forse avendo conosciuto
Tirmua lo scompa~imentosi riempì di turchi, che
e insonne per Don Iiua;ma
le strettezze della casa; ma naturalmente non si permise. si
era notato che più volte aveva bellamente lasciato la carne
dire, e noi credevamo che il suo stomaco non la
sopPo*asse. Per caso fu servita della carne trita, ed allora
se ne servì e noi capimmo che la ragione era solo il pessimo
stato dei suoi denti, ne aveva pochissimi, e non aveva voluto
chiedere eccezioni. Qualche minimo riguardo che si potè
per la salute, 10 faceva pieno di riconoscenzap.
Prima che partisse, Don Tirone,,"attorniat0 da tutti i
e novizi, volle ancora indirizzare al servodi ~i~
due parole di saluto e di augurio così sentite ,-he ben rive-,
la piì, intima gioia, e il Servo di Dio cominciò
fare e a restituire molte visite, in primo luogo

20.4 Page 194

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alla Delegazione Apostolica, all'Ambasciatore d'Italia e ad
altre notabilità; a molti Ordini Religiosi: ai Domenicani,
ai Conventuali, ai Lazzaristi, ai Gesuiti, ai Cappuccini, ai
Fratelli delle Scuole Cristiane, alle Suore d'Ivrea; e ai Cap-
puccini Francesi, che tengono un Seminario interrituale. I1
superiore volle ad ogni costo che dèsse un ricordo ai chierici
ed egli raccomandò loro di pregare il Padrone della messe
perchè mandi operai nel suo campo, e di attendere diligentemente
alla propria formazione per salvar molte anime.
I1 18 ricorreva la trigesima del compianto Superiore dei
PP. Francescani che aveva tanto amato ed aiutato i nostri
confratelli, e Don Rua volle prender parte alla sacra ceri-
monia. << La chiesa - ci scriveva Don Borino - era piena
di gente e in presbiterio v'erano molti sacerdoti e superiori
di Ordini Religiosi. Anche Don Rua prese posto in presbi-
terio, ed attirò subito l'attenzione pel suo contegno devoto,
raccolto. Finita la messa, si recò in sacrestia per porgere ai
Padri le sue condoglianze, e fu'seguito da tutti i sacerdoti
e religiosi, i quali vollero baciargli la mano, e poi tutti s'in-
ginocchiarono per ricevere la sua benedizione )>.
Il suo passaggio a Costantinopoli, in quanti ebbero oc-
casione di vederlo e di awicinarlo, lasciò la convinzione di
aver veduto ed awicinato un santo.
La signora Giustiniani, nostra benefattrice, prima della
visita del Servo di Dio non aveva mai voluto ricevere il
direttore e neppure l'ispettore, e si teneva in relazione con
Ioro, solo e sempre per iscritto, o per mezzo di terzi. Aveva
molta venerazione per Don Rua e quando le fu comunicato
che doveva arrivare, mandò alla stazione la vettura e la lasciò
a sua disposizione per tutto il tempo che si fermò in città.
Volle vederlo; e Don Rua in compagnia del direttore andò a
farle visita e prima di congedarsi le chiese di permettere a
questi di poterle parlare nei casi in cui ne avesse bisogno; e
la buona signora acconsenti, e com'ebbe dal S. Padre l'in-
dulto dell'oratorio privato, volle che il direttore vi si recasse
a celebrare due volte la settimana.
Il Servo di Dio restò a Costantinopoli oltre una settimana,
e fece pure una breve visita alla città, recandosi alla torre di
ata, donde si vede un panorama stupendo, e fu pure a
ul per visitare Santa Sofia, ma un recente iradé im-
ne vietava l'ingresso ai forestieri.
nostri confratelli, per mille difficoltà del Governo Otto-
, erano obbligati quasi all'inazione da sei anni. I1 Servo
io volle esser messo a1 corrente di tutto, e li incoraggiò
rare. Si trattava di comprare un appezzamento di ter-
in Ferikeui per dar sviluppo all'opera, e non era passi-
e. Volle recarsi egli stesso a vedere il luogo e, come ci
ava un confratello che fu presente, vi gettò alcune me-
ie, mormorando alcune preghiere. Pare incredibile!...
4 febbraio, ecco d'un tratto, appianate tutte le difficoltà,
opo pranzo il Servo di Dio tornò a rivedere il luogo per
artire ad esso la sua benedizione; ed ai confratelli diceva:
biamo bzrone speranze per I'avvenire; le difficoltà son pegno
è opba di Dio, perciò dobbiamo sperare. V'invito a ringra-
re il Signoreper l'ottenuto acquixto )>; e li esortava all'unione,
pietà, alla vita esemplare, ((insomma ad essere veri reli-
, degni figli di Don Bosco, a cui abbiamo affidato il buon
o dell'affare E )>. nel mese di maggio di quell'anno - at-
'Don Borino - s'iniziò la pratica per ottenere dal
n o Ottomano anche l'autorizzazione di fabbricare.
se di luglio io mi recai a Torino e manifestai a Don Rua
re che anche questa volta il Governo ci avrebbe ne-
emesso. Egli, tutto calmo, mi disse: " Sta' tranquillo!
due anni sarete a posto anche voi ,,. Passati i due anni,
1 eravamo nel nuovo Istituto. Don Rua fu profeta P.
rima che lasciasse Costantinopoli, il Superiore dei
aristi gli inviò in prestito un altare portabile; e la sera
salì in bastimento alla volta di Smirne. Tutta la notte
tranquilla che non pareva d'essere in mare, e la mat-
e1 25 celebrò la S. Messa in una saletta del piroscafo.
.unto questo in alto mare ecco le onde sollevarsi tre-
e non gli è più possibile cam,minare con Don Bretto
ponte per recitarvi il S. Rosario come la sera antecedente,
'ebbe a soffrire non poco.
Prima che albeggiasse, il piroscafo giunse a Smirne ed
e 7 entrava in porto. Sulla banchina vedevansi sacerdoti,

20.5 Page 195

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- - 378 VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
signori e giovani in movimento; erano tra essi i rappresen-
tanti dell'Arcivescovo e del Console Generale Italiano, che
con Don Chiesa e vari confrateiii mossero su d'un battello
incontro al Servo di Dio. Questi discese tra loro, e, appena
guadagnò Ia costa, venne dalla squadra dei giovani circon-
dato con entusiasmo.
Non è possibile dire in poche parole le mille prove di
affettuosa riverenza, che gli tributarono in quella città il
Console Generale cav. Toscani, l'Arcivescovo illons. Ma-
rengo, il Parroco della Cattedrale, i PP. Cappuccini, i Laz-
zaristi, i Sionisti, i Domenicani, le religiose Comunità delle
Suore d'Ivrea, delle Figlie della Carità, delle Suore di Sion,
ed un'infinità di persone. Uguale entusiasmo gli dimostra-
rono gli allievi della R. Scuola Tecnica Commerciale Ita-
liana e della R. Scuola Popolare alla Punta.
I1 27 febbraio, celebrandosi in cattedrale solenni fune-
rali per il Card. Richard, Arcivescovo di Parigi, Don Rua
volle prendervi parte, e da tutto il Clero accorso alla
I cerimonia ebbe attestati di venerazione.
I1 2 marzo celebrava presso le Sioniste e le invitava a
passar bene il giorno dopo, che era l'ultimo di carnevale;
quindi si recava a visitare le rovine d'Efeso, per far un pel-
legrinaggio all'antico tempio della Madonna. E a piedi,
nonostante le profferte fatte da vari turchi delle loro caval-
cature, passando tra quelle rovine imponenti, giunse alla
doppia chiesa, ove si tenne il Concilio Ecumenico e fu con-
dannato Nestorio e il popolo efesino applaudiva entusiasti-
camente alla Divina Maternità di Maria Santissima. Si fermò
a lungo tra quelle rovine, rimirando con un senso di dolore
quei superbi avanzi di una basilica così veneranda; ed es-
sendo passato il mezzodì, si iffocillò alquanto con un po' di
cibo che aveva portato, tra le rovine dell'antico Gymmum.
Di là, attraversando il Fwum e i ruderi deil'imponente
Teatrum che poteva contenere un 25 mila spettatori, si
rimise sulla via di Ayassouloux e riprese il treno per Smirne.
I1 4 marzo adunava a conferenza i confratelli delle due
case, la Scuola Commerciale e l'Oratorio alla Punta, e li
animava alla buona armonia; ad evitare ogni censura contro
X - In adempimento di un voto
379
tre Congregazioni, o per nazionalismo, o per altro; ad
minciare la costruzione della cappella per dar comodità
assistere alle nostre funzioni; ad invitare a qualche festa o
za salesiana gli amici e i benefattori; a curare il
degli alunni nello studio e nella virtù, coll'evitare
hi severi e frequenti, col promovere la moralità, la
nza ai SS. Sacramenti e la Fede Ortodossa.
endo in ogni luogo e in ogni istante tutti i confra-
e1 pensiero e nel cuore, quel giorno scriveva a Don
do Fracchia deIl'Oratorio di Torino:
prendo dalla tua lettera del 19 scorso la notizia della grave
atelli apprestate a cotesto
i nella sua grave malattia, confor-
i voler bene nel Signore a lui, che
o opportuno scrivergli ora, che il suo stato non gli
erò assicuralo a nome mio,
nte lo raccomando tanto al
ando la mia speciale benedizione... D.
bravo Don Garino, buon latinista e grecista, caro agli
i, aveva tanto lavorato nell'insegnamento, e moriva
a che tornasse il Servo di Dio, il 25 aprile. Era uno dei
i che avevan dato il nome alla Società.
l 6 marzo proseguì per Beirut, aila volta di Nazareth.
notti e due giorni di mare tranquillo, con la consolazione
ebrare ogni giorno. Accolto con gioia all'Ospizio di
anta, si recò a far visita al Delegato Apostolico Mons.
ini e ài PP. Gesuiti; e, nel pomeriggio, andò alla vicina
itazione dei Maroniti per ossequiare l'Arcivescovo Maro-
ta
di Sidone e il nuovo Vescovo Maronita
straron felicissimi di vederlo. Anche
di
Beexi-raultl,iecvhoe
dsii
mme, come gli fu dinnanzi, si mise a piangere perchè
aveva saputo prima del suo arrivo, altrimenti si sarebbe
ato al porto con tanti altri ex-allievi. Due di questi, ap-

20.6 Page 196

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380 Vf - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
x - In adempimento di un voto
Pena lo scorsero di lontano, si misero a fargli mille segni d
e quando 10 raggiunsero non finivano di mostrarg]
la loro gioia; l'avevano conosciuto a Betlemme tredici ann
prima, e non cessavano di ringraziarlo per l'impiego &h
1l'imbrunire si giunse a Tiberiade. Era ad attenderci
anchina del
molo il Superiore dei Francescani,.
avevano, grazie alla educazione ricevuta nell'orfanotrofio.
I1 7 partiva Per Darnasco. I1 treno, uscendo da ~ ~
comincia a salir lentamente con la terza rotaia addente]]at
offrendo e togliendo più volte la vista dell'incantevole pane
della città, finche, sbuffando fortemente raggiunge 1
i
i, dopo cena, vennero tutti nella parte riservata ai pel-
r~e.dEavqe~uneositi,etvraevdaemndoo,
per far compagnia al nostro Su-
raccolti molti forestieri, rivolse
une
ne avevano
in
francese,
invitandoli con bel garbo,
ad ascoltare la santa Messa
aiture del Libano, coperte di neve; poi comincia a discendere
maniD.ifatti molti assistettero al S. Sacrificio, che
ed ecco la bella pianura della Celesiria, ben coltivata ma
piame, mentre ia stretta valle del Baradà è piena di
ebrò alyaltare eretto sul luogo, dove Gesù commise
ietro l'incarico di pascere il suo gregge. Questo fatto
piante lungo le sponde del fiume, sino a Darnasco, dave
giunse alle cinque di sera.
rido è illustrato da un artistico gruppo scolpito,
Mons. Luigi Spandre, Vescovo titolare di
Nessuno l'aspettava, ma i PP. Francescani, sebbene non
ade, che da quei buoni Padri è ricordato con grande
tengano ospizio, attesa la raccomandazione dei pp. F~~
cescani di Beimt, l'accolsero cordialmente e gli ebbero i pi
opo ~ ~ s saslima mo nuovamente in barca per andare
delicati riguardi, dandogli, tra l'altro, la consolazione di
nella cappeiia sotterranea della casa di S. ~ ~
dove awenne la visione della conversione di Saulo. 11 console
itdiano Conte Carrara si lagnò di non esser stato preawisa
passaggio, e spedì subito un telegramma ai PP. F~~~~~
s a n i di Tiberiade, preannunziandone ]'arrivo; e
R~
aver visitato molte memorie religiose della
com
cafarnao,la città tanto cara a Gesù, ov'Egli predicò
~
svaon~lttae veidstioapnenroò
c~momolptiiemn,diroacdoelgi.li
I PP.
scavi
Francescani di
importanti, che
ermettono di vedere la pianta dell'antica sinagoga. Di
a pie' d'un colle, ove ci si disse trovarsi una pie-
italiana. Difatti una donna che stava lavando,
sentì che
italiano e Seppe che era venuto
vicm rectw, la casa di S. Giuda, il luogo ove la tradizion
dice che Saulo cadde da cavallo, la casa dei pp. ~ ~ ~ch ~ i t i
sorge dov'era l'abitazione di S. Giovanni D
~1
~
li R ~no~n po,teva più capire in sè dalla conten-
presso
varie costruzioni promosse da1-
i~oneNazio~nale, e qu~indi passam~mo alla ~Colonia ~
mattina del 12 partiva per caifa.
Attraversata la Traconitide, ed entrati nella valle del
Giordmo, scese
che ci mossero
alla stazione di Skmak. «
incontro - annotava Don
TBrraetitob-arcaiuo]i
tenevano in mano il telegramma spedito da] console di D ~ -
masco, Per cui noi scendemmo nelle loro barca. E qui non
so come esprimere la viva commozione che vidi dipingersi
su] Volto del sig. Don Rua nel trovarsi su quelle onde,
cate tante volte dagli Apostoli e dal Divin Salvatore. Eg]
gustò con sentimento di venerazione di -quelle acque e in
santo raccoglimento fissava avidamente le sponde. ~~i bar-
me sta, ove è una casa dei Lazzaristi.
ornando a Tibui&, ci fu indicato il filolate .Bea-
e passammo davanti a Betsaida, la patria degli A ~ " -
ro, ~~d~~~ e Filippo, al piano di Genezareth, ed a
. 11 lago era d'una calma incantevole, ma nessun
ente tolse da]l'animo di Don Rua la mestizia che seri-
vedere in
opolose, dave
grande squallore quelle
Gesù moltiplicò i suoi
sponde un
portenti ').
di
mosse alla volta di Nazareth. Ad ogni Passo cari
gccosafet, Neftali, a sinistra il Tabor,... e in lon-
1',ymzan.Nelle vicinanze di Cana di Galilea un gruppo

20.7 Page 197

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382 V I - ~nccessoredi Don Bosco - Secondo decennio
383
di sacerdoti e di francescani gli vanno incontro col salesian
o di tutti si fermava a lungo
Don Prun.
'impressione singolare.
Don Mario Rosin, direttore del nostro Istituto di G~~
-Adolescente, confessa che non sapeva come avrebbe dovuto
regolarsi: Capii - ci scrive - che era mio dovere prean-
nunziare alle Persone più importanti del paese, specialmente
comunità religiose, la venuta imminente del nostro
nerato Supenore; ma io, a dir il vero, ero perplesso dappn
se dovessi farlo, o no. 1% sembrava che i Salesiani a N~~~~~~
godessero ancora troppo poca simpatia... e temevo che il
signor Don Rua incontrasse un ambiente non troppo fava-
, di cui godeva tra noi il venerando
ri, in un'ora di ricreazione,
i facevano ressa d'intorno, a tentare
li via un lembo di veste. La Parte
endo una delle maniche, Per esser
adrone, non era Certo la più indicata
ente. naturale, quindi, che il poveretto si vedesse
a la veste, e si ricevesse dal signor
ua un severo rimprovero. In seguito a quelsinfelice
revole. Invece furono vani timori. Osai appena parlare della
il buon padre si ritirò da quella calca che
venuta del signor Don Rua, e si destò in tutti, anche in coloro
che mi Pareva non avessero mai sentito parlare di
R~~
e dei Salesiani, un entusiasmo che a me sembrò un miracolo.
da tutte le parti; e, rivoltosi a me, si lamentò fo*emente
che per lui non era altro che un atto contro la Po-
religiosa, rovinare, gwrstare una veste!... Di sottane con
I1 giorno dell'arrivo tutti si mossero, clero e popolaione.
Non ci fu comunità religiosa che non s'affrettasse a fargli
1 suo piccolissima bagaglio di viaggio, non ne aveva
F~
quindi, togliendosela di dosso Per farsi
visita e che non 10 reputasse un sant9uomo».
Si fermò a Nazaret quasi una settimana anche per visitare
i luoghi memorandi della città e dei dintorni. pu
iustare lo strappo, di coprirsi del pastrano. Con questo,
alla vita, perchè aveva pochi bot-
i, ed era piuttosto corto, non esitò di presentarsi al solito
della SS. Annunziata, ed ebbe la consolazione
di celebrare all'altare che porta scritto: Hic verbum,caro
factum est, e di vedere le rovine, di recente scoperte, del-
r il sermoncino della sera.
11 sermoncino non lo tralasciò mai durante la breve
Nazaret; e per farsi intendere dai
]'antica Basilica eretta dai Crociati sopra il luogo occupato
ri alunni, che di francese ne sapevano ancora pochino
dalla S. Casa, oggi venerata a Loreto, e poco iungi di là il
laboratorio di S. Giuseppe; e la Mema Chrkti, ove, secondo
ancor meno, si presentava accompagnato da un
digeno, di casa, a cui faceva interpretare in arabo,
la tradizione, Gesù avrebbe cenato in ccmpagnia degli
stoli dopo la Risurrezione; la Fontana della ~
~ le d
rovine dell'antica Sinagoga, e la. cappella del Tremore,
la Vergine, quando seppe che Gesù era spinto dai Campa-
trioti su quella via per precipitarlo dal monte, postasi trepi-
dante sulle sue orme svenne, e il servodi Dio coi lapis co-
piava in un Pezzettino di carta lepigafe che ricorda il fatto,
scolpita sulla facciata (I).
~
, ,-he
or
se, il suo discorsetto.
di~non esser~e tanto fa~cile a cred; ere alla fama
talvolta attribuita a questo 0 a quello; e perciò
R~~ che l'aveva t a ' gli occhi addosso, con a-
fettoriOo,nelle conversazioni, nelle v%te, da#'er-
in quei giorni fortunati che
lui qualche difetto di
di non esser riuscito nelrintefito;..
a tutto quello che riguardava regola, disci-
- - - (I) D. 0. M. Dkprnae firgim &C contrennisc~ti utfe7tUI dum concieies
a, pietà... >) e qui ~ o Rnosin scende ad alcuni Particolari
- ilriUamjndeeiusmuasnuimgo- iitum
-
Praen'Pitem dare oolebant - r a c e l ~er~at~dicatum - I ~
S. F~ankscalerinwestigationibus jteratis iChonographiauetuti
M
Sacelziinomta-A.D. M.DCCC.LXXX piomm &C T. S.~ ~ ~ jiten<~m eSj n't~aTU~nt. i h
~
~abbi~amo ~già r~iferiti.
<vollerecarsi in pellegrinaggio al Tabor, il monte della

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..
~
384 VI - Successore di Don Bosco - secondo decennio
Trasfigurazione del Signore, la cima del quale dista da
almeno tre ore di cammino. Eravamo quattro o cinque
di comitiva, e tutti montati su cavalcatura, all'infuori del
buon Padre, che volle fare la strada a piedi fino alle radici
del monte. La salita del Tabor, che spicca altissimo ed iso-
lato sulla pianura d'Esdrelon è quanto mai erta e non la si
fa in meno di un'ora, anche da chi ha la gamba buona e
non ha ancor l'età che aveva allora Don Rua. Provammo di
offrirgli qualcuna delle nostre cavalcature, perché dopo due
ore di continuo cammino, per sentieri tuttJaltro che piani
ed agevoli, doveva essere ben stanco, ma non lo si potè in-
durre ad altro, per quante istanze gli facessimo, che a ser-
virsi dell'asinello, assai male in arnese, della nostra guida,
sul quale non volle porsi a cavallo, ma di traverso. me.gli
misi ai fianchi e -gli teneva gli occhi addosso, temendo ad
Ogni istante che ruzzolasse per terra, tanto era
con cui tenevasi su quella bestia. Più volte dovetti
a sedere un po' più comodamente, perché lo vedeva pian
pianino scivolare giù...; e in ricambio di quel piccolo servi-
gio aveva
mento.
sempre
qualche
parola
di
scherzo
e
d'incoraggia-
>Arrivati sulla cima del monte, ed entrati nel piccolo
e, Convento Francescano, accettò Sofferta d'un dito di vino,
che, gustato appena, volle mescolare collJacqua benché
fossimo in piena quaresima (s'era poco lontani dalla festa
di S. Giuseppe) s'adattò, senza scrupolo, ai cibi d i grasso,
che un indulto della Santa Sede concede a tutti i pellegrini
accolti in quello e negli Ospizi Francescani di TerraSanta.
Si passò coIassÙ la notte, ed il di seguente, celebrata nel
luogo santo la Messa, si scese per il ritorno a Nazaret. iqon
fa bisogno di dire che il caro Don Rua fece quasi tutta la
strada a piedi D.
Volle Passare a Nazareth anche fa festa di S. Giuseppe;
e nel mattino, prima della Messa
l'abi.ura di un giovane scismatico,
della
che il
Comunione,
Patriarca di
criceevrèu-
salemme aveva raccomandato e fatto entrare nell9istituto;e
più tardi cantò Messa solenne, quindi inviò al S. padre
questo telegramma: << Dalla patria di S. Giuseppe,.salekani
-x In adempimento di un voto
385
vostra Santità longevità prosperosa, implorando.
yboecnceadsiizoinoene-. -ricMorICdHa EDLEonRuRAos)i)n. - s'invitarono
ipali amici e i superiori deile varie
itd. Durante la refezione, che na-
re l'ordinario, Don Rua sonnec-
si tosto se il discorso si metteva
sito. Al brindisi, che gli fu fatto,
role gentili, ad uno ad uno i
i, ed incoraggiando tutti ad uno strenuo lavoro
ompearrazoprteontensetacnotenfienrenPzaaleasitincao)n).fratelli; espresse ia
zione e le sue speranze, li incoraggiò ad ottenere
realizzassero colla vita esemplare, coll'esem~la~Oes-
ncludeva - dev'essere la cma
continuamentegli esempi di Gesù
augurio - temina Don Rosin - e all'invito che
rno in Palestina dopo quattro
precisamente a Nazaret per la consacrazione della
nuova chiesa che ad onore di Gesù Adolescente si
erigendo accanto alla Casa, non rispose che con un
... Che cosa voleva egli dire?...)).
a che non sarebbe stato più
orriso di Don Rua, debbo
m'è sempre parso, durante
il venerato Rettor Maggiore
suo sorridere fosse rivelatore
lla, ma innocente come quella
mi sarà sempre 3 ricordo del
enza. Si trattava del viaggio da &mret
nura d'Esdrelon, deviando un
attraverso la Samaria. If signor Don
raggiato a montar a cavallo, che non v'era altr0
trasporto, non s'arrese che dopo molto c a m i n o
mente per compiacerci. Disgrazia volle che 3 ca-
.ampasse e gettasse a terra, con nostro spavento,

20.9 Page 199

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386
- VI - Successore di Don BOSCO secondo decanio
Povero cavaliere, che sbatten
portò sulla fronte una picco1
sorridendo, protestandoci di
ma non volle più rimontare in sella.
)) Lieti che la caduta non avesse avuto gravità, si c o n ~ n
il viaggio lifino al villaggio di
cui Pofie Gestì Cristo aveva
vinetto, figlio unico della
ci aPerser0 il piccolo Oratori
Don Rua e noi tutti vi entrammo a pregare.
un bre
egli prese a recitare ad alta voce un pater, A
Gloria Perchè la misericordia di Dio risuscitasse le anime
di tanti poveri giovanetti, che giacciono morti nella colpa
mortale.
)) Siccome poi in tutta la Galilea si pativa di siccità,
che stava in forse la riuscita del raccolto, a nostra is
aggiunse altra breve preghi
quelle campagne. Parve C
favore, non aspettasse altro che la supplica d
questo suo Servo fedele s'unisse alle nostre, che da tempo
gli innalzavamo, in apparenza, senza alcun frutto. ~ ~ f ~ t t .
dqaunetlela>m>e.moranda giornata finiva con una pioggia abbon-
E non fu, come ve
(( A Nain si fece un
giorno. Nella premura
rimaneva da fare prim
viaggio, in quattro boc
ma non così fece il s
chiesetta, non affrettò d'un
cibarsi, facendoci aspettare con una certa impazienza.
non potei non ammirare allora il mio venerato superiore,
Sempre
A Nain
sceiresneop,asraemmmproe...can.lmo,
sempre
uguale
a
se
stesso.
Ri~igliatoil ~dInmin0sui fianchi del piccolo Ermon,
attraversando
la patria della Sunamitide, il villaggio
di Zerim, l'antica rezrae1 o Esdrelon, e
che trovasi sui
X - In adempimento di un Voto
387
della Galilea e della Samaria, prosegui fino a Zebabde*
1 buon Parroco, sebbene non fosse al corrente pas-
o, lo ricevette ed ospitò con ogni riguardo, e all'indomani
ò ,ino a Naplusa, l'antica Sichem, dove Pure
, dipendente dal Patriarcato
mattino dopo - 22 marzo - celebrata la Santa Messa,
carrozza, si rimise in cammino,
be, o della Samaritana; e attraver-
de avanzarsi due sacerdoti. Eran0
atti e Don Margaroli, direttori delle Case di Betlemme
R~~ - ricorda Don Gatti - veniva da Naplusa>
i una vettura con
molto alti e strada facendo erri-
si scorgeva da lontano protendersi verso
lo in mano e pareva l'agitasse, perchk la
di noi
vettura
fa-
allonzolare i pazienti viaggiatori. Appena c'incontrò,
ns,gnò quel rotolo che aveva in mano; era unfac-simiEe
pentateuco, come vien conservato nella Sinagoga dei
aritani in Naplusa a.
facile immaginare la gioia dell'incontro!
due confratelli salirono sulla carrozza di Don ,Rua e
"- plearscGiaiftnoel.a1l1orpoa,.rrlaocloiceanttzeinadroevnao
Dio; e dopo .Pranzo 10 pregò ad
1 SS. Sacramento aggiungendo
mhpelocrhaeredolanaspsioeglgaiasu, aebpenriemdaizicohnee
ti. Don Rua accondiscese
e implorò le benedizioni celesti sulle persone e. sui
ano... Erano mesi e m=i
acqua, e il Signore aperta'
preghiere del suo Servo fedele;
giungessero a Gerusalemme, la
in abbondanza!...
Gerusalemme - osservava un nostro confratello -
aspettato da tutti, ma non si sa spiegare il desiderio
di lui avevano le masse, I'ansia degli individui d'ogni

20.10 Page 200

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388
- V I Successme di Don BOSCO - secondo decennio
reiigione e casta, interessantisi di saperne 3 giorno d'arrivo
ed accorsi sul suo passaggio per vederlo e per sentirlo, tante
non capito. Non poteva la stampa averlo fatto conoscere,
~erchèdi giornali non ve ne sono che pochissimi, letti da
pochi, e positivamente sappiamo che nessuno di essi fece
appreziamento sulla sua persona. La notizia della sua venuta
quindi si 6 divulgata unicamente passando di bocca in bocca.
Egli poi non era uomo nè di notorietà storica e molto meno
politica; non può quindi non riuscire meravigliosa ~
~
pubblica che 10 precedette e Io accompagnò in tutti i paesi,
indicandolo come un santo, tanto più se consideriamo che
la lode, divulgandosi proprio al contrario della maldicenza,
tende sempre a diminuire.
La curiosità e I'interesse circondano i grandi personaggi
in Oriente, e tanto spesso avviene che gente privata offra loro
magnifici per averne compensi che riescano veri
dagni. Ma intomo a Don Rua non vi fu la curiosità volga
molto meno la dimostra
antichi allievi deU'Orfa
sbucavano dai magazzini, da& botteghe, dagli uffici per
baciargli la mano, e dietro a loro venivano le popolazionitra-
scinate dall'esempio e dalla parola di questi giovani, i quali,
in
essi pure sapevano pochissimo di Don R ~ sp~inti.
forza ignota, felici dell'occasione di mostrare rito-
noscenza ai loro antichi superiori, erano orgogliosi di quel
l'italiano, che facendo meglio spiccare la loro superior
intellettuale, li creava interpreti invidiati delle parole
Don Rua Presso gli altri, i quali rimanevano confusi ne
vedersi tutti uguafm
sguardo, benedetti dalla
Porgevano i bimbi a benedire, per le strade gli domandavano
non il
ghiera,
sere di
solito noioso bh~sczSc,ma l'elemosina della sua pre-
ed in quanti, oh! in quanti era la persuasione di es-
anzi ad un uomo che sapeva far miracoli!
)'La campagna
pioggia )); ed abbiam
qualche ora dopo diceva
-
389
~
~
i
~ nnie che Do~n Rua ne~
~
da
n
lsuiierial nPoaancecostate
sera del tornava a Gerusalemme, e il 28
uctaoppcehlelasideslayriesbtibtuetodedgenllaetoFdigiliveisditiarMe airlianoAsturosiliisattirtiucteo.
accarane - si radunarono tutte le
na fu tra noi, ragazze gli lessero
il benvenuto. 11 buon Padre
amento e di congratulazione per
a pronuncia della bella lingua italiana, e diede loro
e. santi
consigli,
eccitaengdlio: le-al
bene. Indi si
Ora bisognerebbe
avere
queste buone ragazze. - A

21 Pages 201-210

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21.1 Page 201

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390
- - VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
391
un 200 e i mentini bastarono per tutti, dandone 5 o 6 a cia
scuna. Finita Ia scolaresca, il buon Padre disse: voglio .darlz
anche alle Suore,,; e così fece: li distribuì a tutte noi che
eravamo dodici,-ne ebbe abbastanza, e ricordo benissimo che
all'ultima, che era Suor Tomaseiii Agatina, diede i menti.ni
ed anche la Carta: e così fini la miracolosa distribuzione, la
quale fu visibile a tutti. Di questo fanno testimonianza le
suore e le ragazze che furono presenti. Allora l'indimenti-
cabile Don Bretto si volse a noi suore, e disse:
,>. - )) Questo2 vero ~ ~ Y U C O ~quOi:non c'k nulla a ridire!
La Pasqua cadeva il19 aprile, ed avendo deciso di pas-
sare a Gerusalemme'.i giorni della Settimana , santa, il
anti bene la tenuta di tutti i necessari
facendo curare specialmente la contabilità e l'amministra-
30 marzo, dopo aver celebrato con somma divozione
mozione sul Santo Sepolcro, tornava a Betlemme e
e
com-
santamente a Naplusa, prigioniero dei
Poco dopo alla volta di Cremisan, dove avevamo, fin d'allora,
una piccola casa di formazione.
A Beit-giala gli InOsse incontro un gruppo dei nostri ed
una vecchia di 96 anni alzava la voce invocando ogni bene-
dizione sul Servo di Dio! Di a pochi passi ecco tutti
, scabrosa, montuosa, sotto un
allievi di Cremisan, e, un po' più avanti, una numerosa
Don Bretto s'accorse della mera-
famiglia che 10 invita a fermarsi due minuti e sedersi sotto
ei presenti e disse loro:
un grazioso chiosco che aveva preparato appositamente lungo
la via. Un P p p o di bimbe intona un bel canto in arabo, e
il capodi famiglia gli offre vino e caffè. R~~ ,-ingrazia
commosso, distribuisce ai piccini una medaglia di ~~~i~
ha una santità che mi spaventa!
fino al 5; il 2 celebrò nella cappella
siliatrice, i l 3 festeggiò coi nostri
fece un discorsetto per l'esercizio
Ausilitarice, e benedice le mamme che fanno loro corona+
a morte. Ricordando il vangelo di tre giorni primai
Arrivò alla nostra casa sotto archi di trionfo, e si ripete-
dopo la quarta domenica di quaresima, descriveva
rono fe più affettuosedimostrazioni di giubilo. L$, nell'aperta
rrezione del figlio della vedova di Nain, e iicOrdava la
campagna, P U ~facendosi sempre tutto a tutti, pote passare
.tà di tenersi tutti preparati alla morte che colpisce
un giorno tranquillo, ad eccezione delle ore in cui, il 31,
ebbe la visita dei nostri alunni esterni di ~ ~ e l ~ ~ ~ ~ .
Prima di partire da Cremisaa in un pezzettino di carta
consegnava al direttore queste note:
(i1' Alla mattina orazioni in arabo.
*))'2
3'
All'esercizio della Buona Morte conferenza ai giovaniin arabo.
Esercitar i preti nella predicazione, con l'alternativa festiva.
)) 4' Stabilirvi il noviziato dei Coadiutori e scegliere un buon
maestro dei novizi.

21.2 Page 202

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392
- V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
diceAvan:ch-e
ai confratelli, adunati in conferenza
Siete qui in resurrectionem multorum.
partico
Aument
.il numero degli aspiranti e coltivate le vocazioni!
Negli altri giorni visitò attentamente ogni punto
casa e dei campi, e nulla sfuggì ai suoi occhi e al suo
criterio, cosicchè, un mese dopo circa, avendo un po'
tempo per prendere appunti, ad Alessandria d'Egitto co
gnava all'ispettore Don Cardano queste dettagliatissime note
0 norme da seguirsi, scritte pur esse su pezzettini di carta:
a Per Btitgemal - x0 Metter per base l'osservanza delle Regole
)) z0 Essendo i lavori abbastanza ben distribuiti fra i coadiutori
ciascuno accudisca bene la propria azienda assumendosi la responsa
bilità dei propri arnesi.
B 30 I1 direttore lasci a ciascuno spiegare la propria attività e
attitudine, visitando di quando in quando le varie aziende, ed inco
giando ognuno nelle proprie attribuzioni.
B 40 Egli però accudisca bene la parte religiosa e morale, nonch
la registrazione, finch& non ha altri a disimpegnare quest'ultim
parte.
I) 50 Si estenda la coltura prativa in guisa di non aver pih bisogno
di comprar n&erba n&fieno, anche aumentando il bestiame.
» 60 Si risanisca bene l'attuale fienile e se ne aggiungano altri a
misura che ve ne sarà bisogno.
» 6OMsSi tenti l'allevamento di bestiame ovino, da cui si potrebbe
ritrarre tanto vantaggio, se si potesse fare su larga scala.
)) 70 A tal fine si stia attenti a non mettere altre pecore in contatto
colle nostre; ma se si vuole concedere ospitalità a greggi di altri si dia
in sito separato, e ciò nell'intento di evitare per le pecore malattie
infettive.
I) 80 Si separino prontamente le pecore che si scorgessero dette
di qualche simile malattia.
g0 Si estenda pure la coltura dei campi in guisa da arrivare
provvedere il frumento non solo alla propria casa, ma da potem
vendere.
>> 100 Si abbia pure gran cura di tutti gli olivi procurando farn
la potatura generale con tutti gli altri lavori, occorrenti ad un'abbon
dante produzione.
I) IIO Non si pensi a nuove piantagioni, finchb non sono ben col
tivate le piante che già si possedono.
I) lzOSi veda se non sia conveniente far pagare un fitto pei g
altrui pascolanti sui nostri prati.
)> 1 3 R~inchiudere il cortile con muro pih alto e porre un porti-
naia che impedisca la libera entrata agli estranei.
X - In adempimento di.un voto
~ u a l i u n osuggerì di far preparare qualche ritirata pei
on si può utilizzare maggiormente N. N., inca-
di trattar cogli esterni come provveditore del prefetto.
o Nei bisogni urgenti delle articolari aziende aiutarsi vicen-
00 Raccomandare il sistema ~reventivoed escludere i casti&- i
tre questi minuti appunti riguardanti particolarmente
amento materiale, in altri pezzetti di carta ne aggiungeva
per il buon andamento morale, religioso ed ammini-
Btitgmal - pel direttore e pel prefetto:
Ricordisi il direttore che il suo u&io b più spirituale che
rsi assorbire dagli affari
i giorno festivo, una al mattino,
ferenze mensil' e riceva i rendi-
Procuri anche alle Suore una conferenza mensile all'esercizio
occorrono all'abitazione delle
o Faccia scuola di teologia a N. N. almeno tre volte la setti-
a familiarità incoraggi i
ro aziende e lasciandoli
di tutta la contabiliti e regi-
ndo sovente uscire, con-
azione col direttore.
ra,meesniterisaelrlbei
cure materiali;
almeno un po'
ia aiutare quanto pub da
i si abbandonasse D.
tema repressivo, avvisando

21.3 Page 203

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394
- VI - S~zcesso~dei Don Bosco Secondo decennio
E meraviglioso il veder un uomo che aveva compiuto
i 70 anni, logoro dalle fatiche e pieno di acciacchi, interes-
sarsi con tanta diligenza delle. più piccole cose, e ricordarle
dopo varie settimane ed annotarle così dettagliatamente!
E Pensare che aveva con Don Bretto, il quale, contempo-
qrauneellaemceanstee,!...compiva l'ufficio di visitatore straordinario di
Di quei giorni tornò a visitarlo a Beit-gemal il
italiano Conte Senni, e il Servo di Dio 10 condusse a far un
giro Per la colonia ed anche nella valle di BuZos per studiare
insieme il modo di prosciugarla dalle acque stagnanti,' che
talora Con le loro esaiazioni san causa di febbri rnalariche;
e 10 volle a pranzo con la comunità. Ed ecco arrivare un buon
vecchietto mussulmano, di 82 anni, il quale, come seppe
che c'era il superiore dei Salesiani Don Rua, &iese di salu-
tarlo e, appena 10 vide, si volse al prefetto e cominciò a la-
gnarsi dolcemente:.
- E perchi: non me i'hai detto prima? sarei venuto per
fargli onore, avrei portato un agnello e l'avremmo mangiato
insieme!
Trattenuto a mensa, non prese quasi nulla e silenzioso
tenne continuamente gli occhi sul Sewo di Dio.
Questi la domenica 5 aprile ebbe la consolazione Cam-
mettere alla prima Comunione sei giovinetti, che avevano
atteso quel giorno per riceverla dalle sue mani, e dopo
pranzo parti per Gemsalemme. 1 giovani vollero accampa
gnarl0 alla stazione, e mentre il treno stava per partire s'in
ginocchiarono tutti chiedendo ancora una benedizione, che
Don Rua impartì di cuore.
Alla stazione di Bitir eran scesi di nuovo i giovani di Cre
misan desiderosi di vederlo ancor una volta, ed alla stazione
di Gerusalemme l'aspettavano vari confratelli e sacerdoti,
e con loro ripartì subito per Betlemme, dove giunse alle
sette di sera. Qui l'attendevano varie lettere, tra le altre una
di Don Rosin, che gli comunicava la risposta del Santo Padre
al telegramma augurale.
11 6 aprile aveva la consolazione di poter celebrare al
S. Presepi0 e quindi ' assistere alla commemorazione di Don
- X In adempimento di un Voto
Venerabile, che riuscì solennissima per il gran numero
ecclesiastiche, con a capo i1
rca Mons. Cammassei.
7 pellegrinò ai. Mar Morto con alcuni confratelli. Sceso
e acque, cominciò a pregare, poi chiamò accanto a se
o lo sguardo al cielo: -
mai che nelle nostre case
- di accora-
Signore, èccomi nelle vostre mani, datemi qualunnque
tribolazione, ma non permettete più che s i
a rinnovare le oscene calunnie di varazze!...
proprio al punto ove
il Battesimo. Uno di
scese nelle acque,
ento ricevesse un
per visitare quella Scuola Italiana,
Nazionale per soccorrere i Missio-
ni e presiedette un'altra imponente COmme-
di Don Bosco Venerabile.
piere tutte le funzioni della Set-
r di assistere alle
arebbero celebrate di quei giorni
ile, domenica delle Palme, cantò
li procurarono - dice Suor
Barale - una palma assai bella e ben lavorata, e la
ra delle Suore della carità la chiese per ricordo )).

21.4 Page 204

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396 VI - Successore Don Bosco - Secondo decennio
11 15, mercoledì santo, pellegrinò al Monte Oliveto, v
sitando tutti i luoghi memorandi, if punto dell'Ascension
la chiesa del Pater noster, la piccola cappella del credo, .
Dominm flevit, cioè il luogo dove Gesù pianse sopra G~~
saleme, if Gethsemani, la Grotta dell'agonia, il Sepo
della Madonna, e nel pomeriggio volle assistere agli
delle Tenebre nella Basilica del S. Sepolcro.
11 giovedì santo celebrò e distribuì la S. Comunione
alunni di Betlemme, che in quel giorno chiudevano i1 br
corso di esercizi spirituali, e compì anche if sacro rito
lavanda dei piedi.. << Fu una cosa - dice Suor Barale
COmnovente il vederlo fare la lavanda dei piedi... e
la grande soddisfazione d'essere presente alla funzione;
sacerdote salesiano lo sorreggeva per alzarsi ed inginocchiars
Che eroismo di fede! >>.
Quindi andò in pellegrinaggio a S. Giovanni in M
tana, la patria di S. Giovanni Battista, e visitò la &iesa d
del Bmedictus, la Fontana di iMaria, e il Santuario della
sitazione o del Magn$cat.
11 venerdì santo, dopo aver compiuto l'ufficiodel
a Betlemme, tornò subito a Gerusdemme; e al tocco era
luogo della prima stazione per prender parte 'alla sole
Via ~ ~ cchei osgni anno si compie per le vie di Gerusalem
seguendo, più che si può, l'itinerario fatto dal Divin ~~d~~
tore. Uno spettacolo commovente! Migliaia e migliaia d
pellegrini cristiani, cattolici e acattolici, seguono
zione if Padre Francescano, che tiene un sermoncino ad
stazione. Disgraziatamente la sacra fumione è sempre
sturbata dai turchi, che intendono così ridermare la 1
padronanza in quei luoghi. Difatti si era ancor adunati ne
via davanti i1 cortile turco ove sta la prima stazione, e
sfilata di soldati coi loro moschetti carichi e con musi
bandiere obbligava la folla a pigiarsi contro i muri. La stess
scena si ripete dopo altre stazioni, fortunatamente senz
gravi ~ ~ ~ ~ n v e n i eCnont i D. o Bretto erano altri confratell
e tutti ebbero da sudar non poco per far muro delle 1
spalle al venerando Superiore, perchè non provasse .$i
incessanti della folla. La fatica crebbe nell'interno della
x ,
- In adempimento di un voto
397
S. Sepolcro, ove si trovano le ultime stazioni,
mente, riuscirono a tenerlo quasi sempre vi-
Francescano che compiva il pio esercizio.
nata la funzione, si ~ c aòfar visita di congedo al
a, e la mattina del sabato santo tornò a Betlemme Per
e i riti solenni quel giorno e la festa di Pasqua.
aprile, seconda festa di Pasqua, tra le più commosse
azioni d'addio, lasciava per sempre Betlemme e
me, accompagnato alla stazione da un gran nu-
alunni, confratelli e signori. Anche alla stazione di
e nuovamente raccolti e prostrarsi a terra per essere
ti gli alunni di Cremisan, ed alla stazione di D&'-
uelli di Beitgmal, ' insieme con tanta gente che
imgendo: - viva Don Rua! - E il buon Padre:
rivedremo in paradiso!
cuor suo s7intrecciavanole più care rirnembranze.
a alunni di Betlemme gli avevano dato in ricordo
con i loro nomi e queste parole: << V ~ a t G s i m o
,no,,r-amqausroezsloltoeMnduit~iaiMvleprVenneInDeurno-.-ax dtiuAdaacrbhteienuecndoaissacim?o..ne.soIs1lpaedzniioraenlteet.,omr-ea,
numiare agli alunni la visita imminente del Rettor
ore Ii aveva spronati a diportarsi esemplarmente tutto
e di marzo, e quaranta meritavano il premio di;c0ndotta
lare. E nel bel foglio sopra l'elenco dei loro nomi si
o queste altre parole: <<Elencodegli alunni dell'or-
0 Cattolico di BetZemme che in omag@o al loro Rev.mO
Che, &a Superiore Generale della Società Saleiana
mese si d&imero per condotta sì da merZtarsa' 2 Premw
quanti cuori lasciò le più sante impronte
e, più ancora, la vista del Servo di Dio!
l'attendevano alla stazione molte persone, tra
delYagente dei piroscafi chediviali, Francesca
esiderava parlargli. << Da otto anni - scrive e*1a
$ima - ero sposata e non avea figli, quando Don Rua
e a ~ i ~ fMfCi~nf.ormaidai Salesiani della città quando
bbe tornato da Gerusalemme e andai ad incontrarlo alla
ione. Mi promise una sua visita, e una nIezz'ora

21.5 Page 205

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398
- VI - ~ U C C ~ S SdiO D~ o~n Bosco Secondo decennio
casa. avevo yalto onore e la somma felicità di averlo in
benedisse e m'impose le mani sul capo, promettendomi
fare una novena con i suoi orfanelli secondo la mia intenzion
perche il buon Dio mi concedesse un figlio. A me pur
raccomandò di recitare per un mese una preghiera a Mari
Ausiliatrice e al Sacro Cuore di Gesù e d'invocare anch
l'intercessione di Don Bosco, e alla fine del mese di acc
starmi alla Mensa Eucaristica. Eseguii fedelment
mi aveva detto, e nove mesi dopo il Signore mi regalava
bella bambina. Subito gli scrissi per ringraziarlo ed ebbe 1
bontà di rispondermi, e conservo preziosamente la 1
Salito a bordo, insieme con l'ispettore .Don Cardano
il direttore Don Gatti, la mattina del 21 aprile gi
Alessandria d'Egitto, ove rimase fino all'ultimo del mes
continuando nel lavoro incessante con l'assiduità
S'intrattenne a -lungo con Don Cardano, per esamina
indicargli minutamente quanto riteneva conveniente per
miglior andamento delle case visitate, e fu appunto ad Aie
sandria d'Egitto che scrisse quelle note. per la casa di &$t-
gema1 che abbiamo riportate; fece e ricevette molte visite;
alle autorità, alle comunità religiose ed a benefattori; e la
domenica 26 aprile celebrò Ie sacre funzioni per la festa della
commemorazione di Don Bosco Venerabile, ammettendo
45 alunni alla prima Comunione.
Aveva promesso di trovarsi a Malta per l'inauguraz
dell'istituto e il 30 partiva per Messina.
Viaggiava sull'"orione,,; e il primo maggio scriveva
Don Cardano <(comunicandogliche il innanzi aveva
Preso da alcuni compagni di viaggio che i terreni fabbr
bili nelle parti del Cairo, dove vagheggiavasi fin d'a
d'aprir un istituto, erano diminuiti del 70 per %
degli anni scorsi: così che - proseguiva - se mai
cuno ti facesse un regalo di qualche diecina di mila li
ziane o sterline, sarebbe proprio il momento di fare
acquisto. Poste tali condizioni, anche o i facilment
~ o d e r e m oil permesso )>; e proseguiva affettuosamente:
q 11 nostro viaggio procede magnificamente; oggi pri
giorno del mese di Maria abbiamo un tempo splendido ch
X - In adempimento di un voto
399
rare un'ottima continuazione, mediante la prote-
lla nostra celeste Madre.
.
piroscafo
mi trovo in
mi porto a cotesta
mezzo a cotesti cari
casa, ultima da noi
confratelli e giovani,
siliatrice ogni benedizione,
i degni figli di Don Bosco,
i ricordi che loro lasciai sul punto di partire da
abbia dato; ma dobbiamo
ase il Servo di Dio dovette
non poco per ottenere che vi si coltivasse l'insegna-
dell9italiano,essendo sussidiate dall'opera Nazionale
correre i Missionari Italiani ali'Estero. Non tutti
o comprendere la cosa, ed anche in questo ebbe a
la sua virtù in grado eroico...
la passa? penso tra me: chi sa se
inciato a praticare le norme e i consigli lasciatigli
lia di nostra partenza? [Neppur questi non & abbiamo].
vandoti ancora costi per qualche settimana, vedi
di avviarlo su tale cammino; troppo mi sta a cuore
re il cuore di tutti i suoi collabo-
bbe facilitato il buon andamento
to. Se tu od esso mi manderete
: il mare fu in sommossa, -e
& celebrare: astiamo per en-
Messina, - così postillava
o il giorno 3 la lettera preparata per Don Cardano -
ieri non potei celebrare la Messa per l'agitazione del
vetti contentarmi della Santa Comunione, ammini-
dal ;aro Don Bretto, che potè celebrare. Stamane
celebrammo entrambi a comodità dei viaggiatori nella
opo dal Comandante...
l'altare portatile, fin da do-
a andò così. I1 2 fu costretto a rimanere tutto il
iuso in cabina; verso sera si sentì un po' meglio, e

21.6 Page 206

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- - 400 V I Successore di Don Bosco Secondo decanio
gettava una medaglia di Maria Ausiliatrice nelle acque,
la speranza di celebrare il.giorno dopo. ~d ecco, quasi su
l'istante, un raggio d i sole squarcia le nubi e il mare si ab
bonaccia. E a tavola avvertiva i commensali che la mattin
(essendo domenica) avrebbero avuto comodi& di ascol-
tare la S. Messa, avendo il Comandante permesso di cele-
brarla nella sala di lettura di seconda classe.
Giunto a Messina aile 15, scendeva nella prima barchetta
un che si presentò, e in pochi minuti era alla spiaggia.
giovane facchino - scrive Don Bretto, pronto afferra le
nostre valigie, ci fa passare aila visita dei bagagli e ci accom-
Pagna ad una vettura, come gli avevamo detto. Saliti in vet-
gli chiediamo che voleva di mancia
mente rispose: - Cinquanta centesimi! -
ed egli rispettosa-
Noi non avevamo
spiccioli italiani; il signor Don Rua, aperto il suo portama.
nete, osservò, poi sorridendo disse al facchino: -E se io ti
do un franco, tu ti oflendi?- Quegli sorrise ringraziando. La
carrozza
non fu
ci
la
cmonerdauvsisgeliaal?!.c..ol"leDgioon saRieusaia!.n..o,meaqucoi mgieu?nntio,n
è
a
Malfa?!.. S.,, La colpa era della posta; s'era scritto a tempo
da Alessandria d'Egitto e la lettera giungeva alrispettore
Don Fascie il giorno dopo I'arrivo.
Giunse inatteso, e ricevette le più liete accoglienze; la
fama della sua santità era particolarmente diffusa nelvisola.
Com'ebbe preso un po' di ristoro, fu subito in mezzo ai
giovani, visitò l'oratorio festivo, andò a visitare &fans.
civescovo, il quale aveva detto che voleva assolutamente
vederlo quando sarebbe passato a Messina; ed assistè ad una
adunanza del Circolo Don Bosco, composto di giovani dai
18 ai 30 anni, catechisti e assistenti dell'Oratorio festivo,
con viva soddisfazione.
Au'indomani, celebrata la Messa della Cbmuni&, pro-
seguiva.Per Ali e i % U , e si recava presso le Figlie di Maria
Ausiliatrice.
Da pochi mesi era morta la loro ispettrice Madre Mad-
dalena Morano, e voile rivolger loro parole di conforto...
Fece anche aggiustare il pastrano, che aveva subito un
grosso taglio, per l'indiscrezione di alcuni devoti, nella parte
x - 1%adempimrl~todi un voto
40'
e. Ricordava Suor Teresa Panzica che il Servo di
re il guasto, stretto nelle mani il f a i ~ b o
ito, lo teneva alto e tirato da una parte, e appena .la
te voi la penitenza; vedete che non posso
casa, aggiustateio per amar di Dio. - E la suor?
ò meglio che potè, perchè il guasto era nel centro
n v'era tempo di far meglio dovendo ripartire subito
oll'abito così rattoppato serenamegte
che il bene di po-
momento. Gli disse: - <( Padre mio
o, avrei una cosa a dirle, vuole avere la bonta di ascol-
?-E
no? - Senta, Padre, quando io era più
;~.
n desiderio di morir martire per amar
one... temo, mi pare di non avere il
stenere il martirio, se tanta grazia il
vi sarà, ma quaha Permettesse
e la forza che diede ai Santi
ecie di martirio, molto P& do-
oso, ed è una Pena grande
tanti mali, tanti scandali
<<Mancavanopochi minuti ai treno - aggiunge Suor
cima Rocca - e noi ancora a fargli ressa, quando all'ul-
?ora ricordo che volevo che benedicesse e dhsse un'im-
- 26 Vita del Snuo di Dio Mickare R R V~ol. 111.

21.7 Page 207

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- 402, VI successore di Don Bosco - Secondo decennio
miQnuagleolilnnaetadnaoavnceizavasa.c.u.enPssare.ersEeegutlrniaacloermeslpiuqreuesimae.at-nuittol1e1iiltmrmemniooagpfiinescni,hsliieaevrao:
disse, e poi con tutta lestezza le fece scorrere due o tre
nelle sue mani in modo da toccarle tutte, poi le r e s ~ t
dicendo: - Le darete voi alle ragazze! e alle suore! -e cors
ai treno che lo aspettava in stazione
')Quanta condiscendenza, quanta delicatezza e quant
trascuranza di SI? stesso in quell'atto che ci lasciò tutte pro
fondamente commosse >j.
Parti da Ali all'una e mezzo, ed alla stazione di
mina incontrava gli alunni dell'istituto di Catania che fa
vano la passeggiata annuale. Gli applausi che fece
di Dio attrassero l'ammirazione dei passeggeri, e i giova
ebbero la gioia di vederlo scendere con loro ad Acireale, do
avevano stabilito di fare il pranzo. Subito se ne diffuse
notizia.
11 Superiore del Collegio San Michele, che li avreb
avuti ospiti, schierava i suoi cento alunni alSingresso delyis
tuta e faceva affiggere per le vie dei biglietti con la scrit
W. S. Filip~o! W. Don Bosco! W. Don Rua! Una giorn
indimenticabile; tanto era l'entusiasmo che ovunque destav
la sua comparsa.
(( Nel maggio del 1908- scrive Don ,&tonino Fasulo
mi trovavo a Messina nell'Istituto salesiano. Giunse R
di ritorno dal suo viaggio in Oriente. Ebbi la fortuna djac
com~agnarloda Messina a Catania. Dovunque appariva .
buon Servo di Dio, attorno a lui vedevo destarsi una corrent
di muta riverente attenzione. Anche nella stazione di partenza
mentre attendeva il turno davanti allo sportello del bigliet
tana, tutti gli occhi si fermarono sopra di lui. Una signora
riccamente vestita, dopo averlo riguardato visibilmente com
mossa, mi si awicinò per chiedermi chi fosse quel santo. A
Pena seppe che era Don Rua, non potè più trattenere la co
ozion ne ed inginocchiatasi, li stesso, a vista di tutti,
essere benedetta.
n Quando l'umile vegliardo alzò la scarna mano sopr
d i lei, tutti i presenti, dei quali certamente non potrei ga
' 403
de religiosa, si scoprirono il capo, compresi di
o aver celebrato a Catania e ricevuto la professione
l vari &erici e coadiutori, partiva per Siracusa
,va
.
per Malta, approdando alla Vailetta verso
porto era ad attenderlo Mons. Farrugia.
la
Dinaug~ueradree~lr'aal-tro
istituto salesiano di
~ci scri,ve i l comm.
Sliema,
Alfonso
appositamente a Malta. In quei 'giorni
a Arcivescovo Don Pietro Pace trovavasi a Roma.
cario generale Mons. Can. Salvatore Grech insisteva
lui il rito della benedizione dei locali,
spettava a Don Rua, arrivato verso la mezzanotte,
maggio. Da parte mia non me la sentivo che si
o scambio, mi sembrava inurbano..., si desi-
e Don Rua e nessun altro, tanto più che era
itato alla funzione. Don Rua, però, per non man-
i riguardo verso sautorità e'cclesiastica, mi chiese se
piacere che invitasse egli stesso Mons. Vicario a be-
i locali della Domus, per cui si sarebbe subito firmato
di donazione ai salesiani, invece che ne]. giorno del-
gurazione. capii la sua prudenza e abnegazione, e
negare nulla al suo sorriso pieno di paterno affetto?
o le ore g
scrisse a Mons. Vicario pregan-
orne proprio di benedire la Do?~we, l'atto fu firmato
ore lo
la vigilia stessa dell'inaugura-
maggio Igo8, presenti come testimoni il marchese
rrata 0liyier e il marchese onorevole awocato Alfredo
, dinanzi al notar0 Pietro Mifsud. La donazione della
e dell'Oratorio festivo si faceva dai sottoscritto e sua
li^^ e la signorina Mary Aspfar, di lei sorella.
la benedizione dei locali, 7 maggio, S. E
G"-
tore sir HenT Fane Grant consegnava le chiavi della
omm sig. Don Rua h). Quindi si svolse il programma ((di
ia, della quale - osservava Don Bretto - non
possibile, anche scrivendo molte pagine, il dire
quanto basti; canti e suoni, recite e discorsi si succe-'
ero in
superbamente grandioso, inappuntabile.

21.8 Page 208

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404 VI - ~uccessure,di Don Bosco - Secondo decennio
Chiuse il sig. Galea con affettuose parole, inneggiando soa
vemente alla cristiana educazione ricevuta dai suai gen
m i ascrisse il vanto dell'egregia opera compiuta. Sfollata 1
sala,il Comitato della festa,si strinse in intimo colloqui
sig. Don Rua, che, salutati poi i giovanetti, dopo Cav
cenato aila Valletta in casa di Mons. Farrugia i1 quale per
circostanza aveva invitato a far corona al Successore di Don
Bosco molti egregi signori, si recavaa bordo di quella stessa
sera, per tornare in Sicilia. Erano le ore 24, quando Don
O'Grady e il distintissimo sig. Galea ci lasciarono al porto,
anzi a bordo, augurandoci buon viaggio...P.
<( L'S
cangelo)
maggio (festa
- ricorda Don
dell'apparizione di S.
Giuseppe Cammarella
M-ichaerrlievaAvra-,
dopo una pessima traversata del canale di Malta, a Siracma
verso le ore 11, e chiedeva subito di poter celebrare la Santa
Messa. 11 Foglio U@ciale dell'Archidiocesz', nel n. 5 di quel-
l'-o, scriveva: - E stato tra noi Don Rua, l'Eliseo del Ve-
nerubile Don Bosco. Celebrò Messa nella Cattedde. Auuisato
~ mArc.ivescovo, creduto assente dall'ospite illustre, scese
subito e fincontro fu commoventissimo. Don Rua accettb rospi-
talità offertagli.- Seppi dopo dai seminaristi, che l'
vescovo ripeteva quel giorno, durante le funzioni della fes
commemorativa di S. Lucia:
» - Abbiamo avuto tra noi un santo! )).
Nel pomeriggio proseguì per Catania, ed alla stazione
trovb tutti i direttori dell'ispettoria per passare in intim
festa familiare il resto di quel giorno, come nel 1906.
11 mattino del 9 si recò a celebrare presso le Figlie
Maria Ausiliatrice per ripetere anche ad esse parole di ra
segnazione e di conforto per la perdita di Madre Mor
e quella fu l'ultima messa che il Servo di Dio celebrò
Sicilia. Breve era i1 tempo che aveva a disposizione,
accontentò tutte le religiose, lasciando loro nell'animo i
cari ricordi.
« Sentiva il bisogno vivissimo di confìdare a lui una
pena - narra Suor Grazia Cantarella - per avere il s
consiglio illuminato, e il buon Padre che temeva di perde
la corsa, dovette licenziarsi prima che io potessi parlargl
X - In adempimento di un voto ''
e scomparve, sentivo
')>S.i trattava di una
forte il dovere di tendere con tutte
imento della perfezione religiosa,
nti i mezzi per riuscire a raggiun-
combattere le battaglie spirituali,
ire una vera Figlia di Maria Au-
esco; per questo era
nto che Don Rua le diede quello
lampo di luce divina, sentì in-
be la persuasione di poter riu-
i mezzi che la Provvidenza le
ena attese al lavoro dell'anima
ni pia, prudente, caritatevole,
imento d'ogni dovere sino
ella casa - racconta Aria-
e anch'io dovevo avere la
a persona, si ravvivò in
orio, se avessi potuto
ate in un corridoio a
rreno, quando Don Rua entrato con in mano delle
i Maria Ausiliatrice, le distribuiva. 11 mio oc-
o mi spingeva a volergli parlare, ma pensando
tata una eccezione per le altre educande, non
mentre dava a me la medaglina e gli baciai la mano,
o sorridentee voce chiara mi disse:- Cmaggione@ -
mia consolazione; rimasi appieno soddisfatta.
rezza volli domandare ad una mia campa-
on la quale ci trovavamo alle due estremità del cor-
sentito dire qualcosa ad alcuna mentre

21.9 Page 209

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- 406 V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
passava vicino a lei; e con tutta ingenuità mi rispose: - N o
diceva niente a nessuna! - Dopo ciò, senzJindugiomantennS
la promessa della Via Crucis in ringraziamento, stimando
l'accaduto un'ispirazione divina avuta ad intercessione delle
anime purganti n.
Tornato in via Cibali al collegio salesiano, tenne confe-
rema ai direttori e ai giovani delle Compagnie di S. Luigi
e del SS. Sacramento, e in fretta si awiava alla stazione.
Mentre stava per uscire gli si presentò un padre piangente,
accompagnando un figlio, alunno del collegio che per ordine
del dottore doveva condursi a casa perche colto da grave
malattia infettiva agli occhi, e pregò il Servo di Dio che lo
guarisse. ((Don Rua - narrava Don GaetanO Patanè -
mise la mano sul capo del giovane, poi disse al direttore de]
collegio che era presente: - Questo giovane può rimanere in
collegio, perchi non ha nulla. - I1 dottore, pure presente,
fece le sue forti ed energiche proteste, esclamando: - O io
sono p a ~ z o o, 'non capisco niente! - 11 Servo di Dio parti; il
>>. dottore volle accertarsi dello stato della malattia del ragazzo
e lo trovò completamente guarito
Partì verso le ore 15, alla volta di Messina. Qui alla sta-
zione centrale 10 attendevano amici, Salesiani, Figlie di
Maria Ausiliatrice e due squadre di alunni per salutarlo. I
giovani si affrettarono a raggiungere il porto e giunsero an-
cara in tempo ad applaudire al buon Padre mentre scen-
deva nel piroscafo, e continuarono a salutarlo con le mani
e i berretti, finchè il bastimento scomparve... Era
volta che 10 sguardo del Servo di Dio si posava su quelle
spiagge, sulle quali alla fin dell'anno doveva tornare a po-
sarsi dolorosamente il suo pensiero, forse anche nei terribili
istanti del disastro tellurico, nel quale due anni prima aveva
... assicurato un confratello che non sarebbe perito, mentre ne
sarebbero rimasti vittime non pochi alunni e confratelli,
anche di quelli che l'avevano salutato allora allora con tanto
entusiasmo!
A Reggia Calabria l'awicinarono devotamente per ba-
ciargli la mano alcuni chierici del Seminario, dicendo che in
maggior numero l'avevano atteso la sera innanzi.
X - In adempimento di un voto ' ,,
407
di Dio sali in treno, e prosegui sino a SOv~ato.
na l'attendeva Don Piccollo, che gli fece com-
to mezz'ora prima della
a munificenza della com-
, aveva la consolazione di be-
pietra della chiesa e dell'Istituto Salesiano.
a S. Andrea a visitare la baronessa Scappa
hesa di Francia, nostre insigni benefattrici, che 10
p anch'esse come .un santo. Celebrò nella loro
a; e proseguì per Catanzaro Marina e di là, dopo più
ore d i carrozza, giunse a Borgia. Il 12,accompag?ato
ti del luogo e dei dintorni e
si recò a benedire il nuovo istituto e vi ce-
ssa, quindi tra un popolo festante, a snon
aro di mortaretti, tornò alla casa, dove i
sera, verso l e nove e mezzo, riparti in carrozza Per
per Rossano, dove
per far visita al Vescovo che
manifestato il desiderio di vederlo
a i'attendeva alla stazione. Giunto
Messa e s'intrattenne a lungo con
spose il vivissimo desiderio d'avere
si e nella sua terra natale; quindi
a visitare la Cattedrale e a venerarvi l'imma-
condusse in seminario, e il Servo
io rivolse ai chierici i preziosi suggerimenti che sole-
sacerdoti per cattivarsi la fiducia
omeriggio saliva nuovamente in
azione con un altro vescovo
esiani; e, cambiando convoglio a
ngeva la sera a Bari, all'Istitut0
La mattina dopo tenne un caro fervorino alla Messa:
ntare Maria Ausiliatrice; amate
ezzo a noi, e si compiace di
urlo tanto. Trattenetevi volentim'

21.10 Page 210

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408
- - V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
Don Picco110 ci altri particolari:
'
((Incontrai il sig. Don Rua a Bova; mi pareva m
stanco e deteriorato in salute; nel viaggio aveva perdu
6 o 7 denti; se prima non mi era mai succeduto di ved
Don Rua appoggiato quando sedeva, ora era costretto
prendere in viaggio una posizione di riposo; era pe
vivace e zelante, come portava la sua carità instanca
anche allora nel viaggio non perdeva un minuto di t
)) La funzione della benedizione e della posa della prima
pietra della chiesa di S. Antonio di Padova a Sovwato fu
solenne ed entusiastica per quelle popolazioni.
))A Soverato sembrava dimentico di noi, m a p.ocuraV
di passare il maggior tempo possibile col giovane A
e s'intratteneva con lui tutte le volte che poteva.
uno dei migliori sacerdoti della diocesi di Squilla
era per ciò molto caro a Don Rua; si vedeva che
tarlo. a sempre maggior perfezione; forse egli, che aveva
intuito superiore e divino, sapeva supernament
sacerdote doveva molto presto essere chiamato al1
e cercava di disporvelo. Mistero! Dio SOIO10 sa!..,
)) Don Rua, pure in Soverato, fu spettatore di una terribile
invasione di cavallette piovute dall'ilfrica; tutti i territori
Soverata e dei paesi circonvicini ne erano ricoperti; in ce
luoghi 10 stato di questi ditteri arrivava ad un palmo.
Rua, impressionato per simile sciagura pregava; qualche
volta con una verghetta picchiava quelle malefiche bestiale;
il flagellodurò pochi giorni, e l'esercito degli animali distrut-
tori volò altrove 1).
A B~rgia«le Comunioni furono più di seicento e le
persone che vi avevano partecipato, dopo la funzione, non
sapevano distaccarsi da lui; si vedevano quelle buone vecchie,
quei contadini prostrarsi a terra per baciare le orme lasciate
da Don Rua e il posto dove aveva posato i piedi)).
Alla stazione di Rossano « lo attendeva un altro vescovo,
Mons. Chieppa, vescovo di Cariati, il quale salì in treno e
mise a supplicarlo perchè inviasse i Salesiani nel Semimrio
della sua diocesi. Don Rua voleva fargli capire le difficoltà
a poter accordargli quant'egli desiderava. Ma il Vescov
X - In adempimento di un voto
ad insistere, però con tanta grazia, che faceva
o a noi il veder Don Rua costretto a negargli
a disse: "Senta, Monngnme, fra
nz' che ella ha ora?...,,. Monsi-
più vicina discese, ammirato
e Don Rua era edificato dello
e della bontà di quel giovane Prelato »; ii quale, panno
avverandosi le parole di Don Rua, veniva promosso
Bari fu grandemente festeggiato in casa e anche dai
ori della città. Studiò i bisogni di quell'istituto, e non
permise che si terminasse la fabbrica, ma si offrì a
al Tronto per attestargli la loro stima
si recò a visitare la casa di Macerata,
abile, illustrata dal comm. Vittorio Trebbi con un discorso
ul sistema educativa delle case salesiane, che l'additava co-
2 mezzo p& atto per foimare gli uomini di carattere-

22 Pages 211-220

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22.1 Page 211

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~
~
41°
- - V I Successore di Don Bosco Secondo decennio
Concluse il Servo di Dio con parole che gli uscivan da
cuore, ripetutamente coperte da applausi.
La mattina del 1 7 parlò agli alunni prima di distribuir
la Santa Comunione:
cc Chi trova UTZamico trova utz tesoro. Io voglio mostrarvi il
amico: I'amico il più grande, il più potente, il più generoso, i l più fe
GES~J.
u I l p i ù grande: Figlio di Dio e Dio egli stesso!
>)Ipliù potente: Creatore e conservatore di tutt
8 Il p& go~woso:diede per noi la sua vita e si
- anime nostre.
e 11 più fedele: sta sempre con noi per soccorrere alle nostre m
serie.
J) Amiamolo tanto questo dolce amico; tratteniamoci volentier
con lui. Egli mole unirsi intimamente a noi e c'invita; venite a nce
vedo
delie
ccoolnpesepnatsimsaeten..t.i
di
H.
fede,
di
speranza,
di
amore, di
contrikon
Ed aggiungeva tenere parole per alcuni fanci
si accostavano per la prima volta.
L'istituto di Macerata conserva religiosamente a piè cu
quadro della Madonna quest'autografo del Servo di Dio:
<iO Maria Awz'lz'atrice, coprite col manto
2'lstz'tuto Salesiano di Macerata e fatevi fiorire
renda i1 giovanetto caro al Cuore . dolcissimo
Sac. MICHELE RUAD.
Alla stazione dieLoreto ebbe gli omaggi degli alunni di
quella casa e della Virtus dell'oratorio festivo,
forme e col suo stendardo.
Giunto a Bologna fu salutato da vari signori, e il Cont
Cays Con la sua carrozza lo portò all'istituto. Egli fece visita
al nuovo arcivescovo Mons. Giacomo Della Chiesa, il futuro
Pontefice Benedetto XV, che l'accolse con venerazione, e
pochi giorni dopo, commemorandosi anche a Bologna l'In-
traduzione della Causa di Don Bosco, esclamava con gioia:
Cara. Svampa aveva vagheggiato il giorno in cui Don
Bosco fosse ekvato all'anore degli altm', ed io
di celebare il giorno della sua beatificazione. Allora no
faranno p% commemorazioni, ma cominceranno i pari
11Servo di Dio la mattina del 19 celebrò per la
- X I n adempimento di un voto
4"
avori della chiesa del S. Cuore, assai avanzati, ed
cui l'ex-allievo on. Micheli,
sendo mezzodì si fermarono
sera partiva per Alessandria,
ia dei convittori e dei giovani
si a visitare il Vescovo, e, fatte poche altre
recò subito dalle Figlie di Maria' Ausiliatrice.
sto S. E. Mons. Vescovo ed altre autorità-
aca - avemmo la sorte d i riceverlo nel nostro
a sua presenza ci rese appieno felici. Con cuore
opera, vide le convit-
tutti ebbe una parola d'inco-
una più sentita necessità di
Felicina Torretta, che era direttrice, ricorda come
olo stanco, con le labbra arse dalla sete e spossato
, che egli accettò con pa-
mpiacenza, ma si dispensò di berlo, dicendo: " ECCO,
rvi piacere e v i ringrazio,,;
o, 10 depose ne1 vassoio senz'assaggiarlo. Un senso
egli astanti e specie in
biamo detto: "Lo prenda,
lasciò. Scambiate alcune
accadutogli nella recente
mediante il getto della medaglia di Maria Au-
le acque in burrasca; e:
Madonna vibenedica e vi
ettarono ad allungare la
ì, ma prima alla vostra
on vera devozione, rin-
i] santo superiore, che manifestava fasua stanchezza
piacere di non poter fare altre visite, come aveva desi-
benefattrici dell'opera Salesiana.
anch'io, era in uno stato d' impossibilità;
fisso!..., e tuttavia gli dissi che avrei avuto
.si fosse recato presso una signora ad intercedere per

22.2 Page 212

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- 412 VI - Successove di Don Bosco Secondo decennio
l'acquisto di una casa per l'oratorio. A quella proposta chiuse
... un momento gli occhi, e poi .saggiunse: "Conosco anch'io
la grande necessitù Ebbene: annunziate alla
vado a farle vida,,. Vedendomi subito acca
lo stato di sua salute mi venne rimorso, nè si cancellò
dalla mia mente e dal cuore quell'atto casi eroico.
»Ci diede la sua paterna benedizione,
>>. piere un generoso atto di carità, che da D
mente retribuito a cento doppi
Nel pomeriggio - era il 20 maggio -
dicissette giorni di assenza, accolto con viva esultanza ri
trava nell'Oratorio. Ricordiamo che era assai stanco e
emaciato del solito, e si vedeva a prima vista che av
duto dei denti. Noi, baciandogli la mano, glie lo face
osservare: ed egli sorridendo amabilmente
una mano la saccoccia, ci rispose:
- Non li ho perduti, sai, li ho qui in
non vorrei, il giorno del Giudizio, girar
a cercare! - e rideva di cuore.
La sera, dopo la predica della novena di Ma
liatrice, si recò all'altare, intonò il Te Deum che si cantb C
entusiasmo, e diede la benedizione.
Anche quell'anno il tempo era in quei giorni minaccio
la vigilia della solennità spuntava triste e cupa. U
abbondante era caduta senza tregua durante la notte, e
cielo plumbeo e l'aria fredda facevano temere
tempo per il giorno deiia festa. Sul mezzodi cessò la
gia, e la folla dei divoti prese a gremire i1 Santuario.
del 24 spuntò anch'essa minacciosa e variabile,
nella mattinata la pioggia tentò di diminuire l'affluenza
devoti; ma al termine della Messa solenne, pontificata
Mons. Gavotti, vescovo di Casalmonferrato; il sole squar
e disperde interamente le nubi, e il Servo di Dio tra l'a
mirazione di tutti, prese parte alla processione
tra due onde d i popolo solennissima.
Quel giorno egli sanciva l'Unione delle ex-allieve deZl'Or
twio fmminile di Valdocco, della quale alcune avevano ab
bozzato un regolamento.
-X In adempimento di un uoto
4'3
le antiche allieve dell'Oratorio di Maria Ausilia-
ns&liava Don Bosco ad occu-
sa se vi sia qualcuna fra voi
1876, quando si prinn'pZ2 questo
32 anni, e tutte si sono d$erse. Allora
giovinette; ora siete in gran parte madri
a... Come sarebbe bello se si potessero radunare tutte!
è possibile; tuttavia è bello e utile radunare quelle che
arti. Fra gli antichi allievi dell'Oratorio
rchè non si potrà fare altrei-
un'ottima idea. Per gli uomini
fa del bene anche a quelli che
fra.le Oratoriane. So che avete
fedeli ad osservarlo. Ora desi-
benedico e ve la distribuisco. Tenetela
I'associazione, i giorni di feste, e ad
buona cristiana quale vi voleva
onfratelli delle altre case di Torino eran desiderosi di
dopo il viaggio in Terra Santa;
enica di maggio si recava a celebrare alle
postoliche al Martinetto, ringraziava gli allievi per
ere che avevano fatto per lui, faceva un cenno del
il bisogno di operai evangelici, e, come
se del S. ~ u d r el,i invitava a pregare il Si-
Signore che volesse mandare nuovi operai nel suo
o si recava. a S. Giovanni Evangelista,
erimania della. benedizione dei bambini a
ne delle Ancelle del S. Cuore, che zelano
delle principali feste eucaristiche in quella chiesa.
il sacro rito il Servo di Dio, invitando anzi tutto i
tre volte di seguito, a ripetere ( ( S i a lodato Gesh
> econtinuava: a Vogliate sempre bene a Gesù; imi-
nciulli della Palestina, che correvano con
acere attorno a lui, e non sapevano distaccarsene! )),
veva l'entrata trionfale di Gesu in Gerusalemme, per
ecialmente dei fanciulli.

22.3 Page 213

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414
V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
Rivolse care parole anche alle madri, spronandole
stodire l'innocenza dei figli: ((Quantostava a cuore a
guai a chi scandalizza uno di questi piccoli; per lui sarebb
meglio che gli fosse appesa al collo una macina da asino
... fosse sommerso nel profondo del mare! Guai al mondo
gli scandali! Tenete lontani i vostri
cattivi compagni, dagli spettacoli p
ture. Avete da renderne conto a Dio... sono tesori che Dio
confidati alle vostre cure... fate in modo che
vostra gloria, e vostra corona saranno in paradiso! a.
I1 6 s'intrattenne colle Dame di Ma
Valdocco facendo un dettagliato racconto del viaggio C
piuto in Terra Santa e: u Dappwtutto, dichiarava, mi
ricordato delle buone Dame di Maria A
m a il posto della Madonna e delle pie
Gesù e gli Apostoli, provvedendo quello che loro occowev
Sempre pregavo per v& e per le vostre
portato un piccolo ricordo; un mazzolino di $ori di quei p
e proseguiva ad esporre i particolari del viaggio fino al
a Torino.
I1 giorno di Pentecoste era di nuovo ad Alessandria,
assistere alla commemorazione di Don Bosco, tenuta
Mons. Pini; ed inaugurava le compagnie di 'S. Luigi e
S. Giuseppe e del Circolo Giovanni Bosco nell'I
s'intrattenne anche al Comitato femminile e tornò a rac
mandare l'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice ((
poter finalmente, sciolte le difficoltà, ottenere un altro
più
dei
cbounofnaic>ie>nt.e
ai
nostri
bisogni ...,
sperando nella
« Vi mettete nella Compagnia - diceva ai giovani
ciò v w l dire prendere a vostri modelli e cercare la protezz
di S. Luigi e di S. Giuseppe. Come imitare S. L
pietà, coll'obbedienza, colla purità... E come im
seppe? colle stesse virtù, aggiungendo il
Ge&... Come imitare Don Bosco? aggiungendo
del prossimo... ».
I n fine della commemorazione: <( Era giusto - o
vava - che Alessandria rendesse onore a Don Bosco. Eg
X - In adempimento di un voto
4'5
... rovincia di Alessandria, e venne molte volte in questa
ebbe molti allievi alessandrini In ossequio a Don
stenete l'Opera Salesiana qui fondata, specie l'Ora-
di Maria Ausiliatrice. Ce-
do la S. Comunione ai
to alunni, e trascorse la giornata a dar udienze a
710 suo genetliaco, e si
esiastici e laici, iMonsi-
'Istituti Religiosi, be-
i ed ex-allievi. Fu una festa di famiglia, ed egli,
ni di simpatia al Ve-
ile Don Bosco e all'opera Salesiana. Accennava al
o recentemente compiuto, e nel desiderio di esaltare
ndere sempre più la
gli altri rilievi a prova della sua bontà
era nostra, faceva anche questo:
v i meravigliate dell'opera grande di Don Bosco e
meraznglioso sviluppo; non mi meraviglio
ni sono guidati, protetti, incoraggiati da una
a, da Colei che noi oggi festeggiamo, dalla
n Bosco. Io tocco direi quasi con mano,
protezione, l'aiuto di questa dolcissima
te le vittorie ed i trionfi dell'opwa.
sto mio viaggio, che
in alto mare; quando a poco a poco
il cielo e ne assali la burrasca, ma una burrasca
insolente e che incominciava a farci ballare una
avvero non era da alcuno desiderata. Non v'era
anche Don Rua.
Madonna Ausi-
di quelle che soglio pmtar sempre
la benedissi e la lasaui cadere
impetuose sui jìanchi del ba-
, dissi, più potente del mare,
ritornare in calma,,. L a me-
infucriate, e quasi nello stesso
nubi squarciate un raggio d i sole veniva ad indorare

22.4 Page 214

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4 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decennio
il nostro bastimento. Dopo pochi minuti il sole, come pw
risplendeva sulle onde in tutta la sua magniJicenza,la te
era cessata, et facta est tranquillitas magna. La Madonna
voleva che più si soffrisse, ci aveva mandato il sole e la t
quillità del mare J>.
Il Circolo "Giovanni Bosco,, su proposta d i Mons. Mor
ganti, Arcivescovo di Ravema, invitava quanti negli
salesianierano stati ((educati ai più alti sensi di fede e
civiltà e'$rovavano per questo il bisogno di manifestare
loro più viva gratitudine al Fondatore della Pia Società Sa
lesianab), a mandare il loro nome con un'offerta per contr'
buire alle spese necessarie per il proseguimento della Caus
di Beatificazione del Venerabile, e i nomi degli aderent
trascritti in appositi albums venivano presentati a Don Ru
il 24 giugno e il 29 settembre.
E la mattina del 24 giugno egli si recava per tempo
Valsalice, ov'erano convenuti molti ex-allievi, non più
deporre sulla tomba del Padre una corona funebre, ma pe
fargli una visita ed assistere presso la sua tomba alla S. Messa
e pregare insieme che la sua Causa di Beatificazione si svol-
gesse, con la grazia del Cielo, sollecitamente, per poterlo
venerare sugli altari!
Celebrò il Servo di Dio, e in fine rivolse loro affettuose
parole, rallegrandosi ed e'sprimendo tutta la soddisfazione
nel vedere che i Salesiani di Valsalice, avevano coll'aiuto di
altri confratelli, specie del Belgio, e di generosi benefattori,
sostituito il vecchio altare con uno ricco di marmi e graziosi
mosaici.
I1 giorno dopo si recava a Lanzo e il 26 a Lombriasco
per la festa di S. Luigi; e in ambedue le case parlò prima
della Comunione e nel pomeriggio tenne il discorso del Santo.
Casi fece il 28 all'Oratorio.
Le case più vicine a Torino volevan vederlo, e il 29 e
a Nizza Monferrato, e passava la giornata all'oratorio m
schile, ove si festeggiò S. Luigi e si tenne la comme
zione di Don Bosco, ed egli pure prendeva la parola:
6 I n tutte parti s i fanno accademie e commemorazioni
Don Bosco, come ho potuto constatare io stesso nei miei
-X In adempimento di un voto
4'7
dai nostri, ma anche da tanti altri. P& di tutti de-
memorarlo i fanciulli e i giovinetti, per i qwli egli
tutta la sua vita>);ed illustrava questo pensiero:
ò la Società Salesiana.
per impararlo a cono-
esempi ed insegnamenti,
i a praticarli. Voi direte: ".E come?,,. Abbiamo
salvare. Gran mezzo per riuscirvi è la frequenza
... enti. Dovete insieme considerare come com-
ori e i malparlanti )>
Portate gran rispetto
Chiesa, lasciato da
ressa le -Figlie di Maria Ausiliatrice e<(
ne la medaglia - dice la cronaca - a un buon numero
i tre americane del Salvador ed una
3 luglio fu a Vigevano, per l'inaugurazione dell'Isti-
Negrone. Impartita la benedizione alla casa, disse agli
i: << Voi siete il fondamento de1EL;stituto; procurate d'esser
mento solido! Fate in modo che gli Angeli che pregai a
nella benedizione della medesima, vi di-
e in casa dS pietà, di lavoro e di santa
In tale circostanza - ricorda Suoer vTolelreestaratDteanveircsoi
radunate apposita-
. A tutte regalò una corona del Rosario
e. sVenotlelendpourechseapseorleo sealctuutntee eerraannoo
quille,
esiderio che lo fossero subito, ciò
tutte. Chiese con la solita sua pa-
ento della casa, e sentendo che
rchè non si poteva far fiorire
fondatori, egli disse di star
assicurandoci che prenderebbe tale sviluppo

22.5 Page 215

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418 V I - Successore di Don Bosco - Secondo decanio
da soddisfai appieno tutti coloro che se ne oc
Difatti l'anno seguente prese tale incremento s
che l'Oratorio, da non sapere ove mettere le ragazze, e con-
tinuò poi sempre di bene in meglio )>.
I1 Circolo "Giovanni Bosco,, di Torino la domenica 5 lu
glio si radunava attorno al Servo di Dio per dargli conto della
sua gestione; ed egli gioiva nel vedere il bene
compiuto in un anno. << Quanti altri circoli con lo s
Perfno in Africa, in America! Quante comm
Venerabile dopo il vostro esempio! A Buenos Ay
Giovanni Bosco costituitosiin opera di mutuo soccorso ha potu
largheggiare
quattromila
piensosso..c.coCrshi iasia
soci
che
e formare
anche voi
un
non
qualche cosa di somkliante?... n. E raccomandava unione,
cendevole carità, e conservar fermi i buoni principii avuti
Don Bosco, per esempio dire insieme le orazioni i n famklia
La mattina dopo partiva per l'America Mo
nominato dal Santo Padre Delegato Apostolico ed Invia
Straordinario presso il Governo di Costarica. I1 saluto
Monsignore a Don Rua fu commosso; forse nella loro ment
... era comune il pensiero che non si sarebbero più veduti
questa terra! Monsignore, come vedremo, continuò
tenersi in riverente ed affettuosa relazione con lui sino al1
sua dipartita per il paradiso, e nel 1925,l'anno pri
andasse a raggiungerlo, deponeva egli pure nel Pr
Informativo per la Causa della sua Beatificazione (
da una santa invidia per la santitù che aveva sempre a
in lui)),e dal desiderio di concorrere ad elevarlo agli ano
degli altari « a gloria di Dio, della Chiesa e della Societ
Salesiana ».
A S. Benigno il rz, all'0ratorio il 16,aveva la
zione di assistere ad una gara catechistica, e ne prese oc
sione per incoraggiare i confratelli a promovere lo studio
catechismo, ed additare agli alunni l'importanza di ta
studio: << Senza di esso si ricadrebbe nez' pia gravi disordin
nella barbarie, nella schiavith tu,.
Care notizie gli giungevano dalle Missioni tra gli ind
e gli emigrati.
-X In adempimento di un voto
York nella solennità della Pentecoste quattro-
i italiani, quelli col serico nastro al braccio,
aperte di candido velo, si accostavano per la prima
a Mensa Eucaristica nella nostra chiesa della Trasfi-
in Mott Street. Piangevano di consolazione i ge-
assaggio della schiera devota, che col sorriso sui
la gioia nel volto e la dolcezza della grazia nel
nzava ordinatamente a ricevere il Pane Divino,
tti ebbero anche la Cresima dal Vescovo
opo aver lasciato ovunque eran pas-
ioni, e rendeva omaggio all'Arcive-
i a festa in tutte le città, i piccoli musici, prima
alle loro terre, in settembre erano ricevuti anche
ella Confederazione Brasiliana, eseguivano
programma all'Esposizione di Rio de Janeiro, e par-
sta di beneficenza, indetta a loro vantaggio
ia rallegrava il cuore di Don Rua; 1'8 luglio
re Pio X ratificava la sentenza della S. Congrega-
Riti super cultu nunquam exhibito al nostro Fon-

22.6 Page 216

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- - 420 VI Successo~edi Don Bosco Secondo decennio
datore. Era un altro passo avanti della sua
Beatificazione e Canonizzazione.
Nella Curia Arcivescovile di Torino, quell'anno, s'e
pur iniziato il Processo Informativo sulla vita, virtù e fam
di santità d i Domenico Savio. A Faenza, durante il 1110 Con
gresso degli Oratori Festivi, il compianto Cardinale Svamp
ne aveva dato il preannunzio e venne inviato al Card. Arc'
vescovo di Torino un indirizzo di ringraziament
di 800 firme. Gli Atti s'iniziarono il 4 aprile; e, subito
Mons. Cagliero, si presentava a deporre anche Don
e precisamente dal 23 giugno al 20 luglio, in sette se
Le sue dichiarazioni preziosissime, ricche di molti partico
lari, non solo illustrano quanto scrisse Don Bosco nella
del santo giovinetto, ma ne fanno comprender meglio e pi
intimamente la figura esemplare.
Avendo osservato e avvicinato il giovane Servo di
per tutto il tempo che visse nell'oratorio, cioè nell'ul
periodo della sua vita, dichiarava fin dalla prima seduta: <<
nsiedlel'riontleantsou..a.
Beat$cazione, e me ne occupo con tutte le forz
di promovere la gloria di f i o ed anche di dare a
numerosi allievi delle case salesiane UN MODELLO FAMILI
DELLE. V I R T ~PROPRIE DEL LORO STATO, modello che potrà
-smvciorme 'ianffegremnearveaailllaSg. iPovaednrtehPsitoudXioIs-a...
u, avendo
4a
ra
vera e propia perfezione cristiana, e con quelle carat
che bisognavano a noi, ai nostrz' giorni,-per poterle p
alla gioventù dei nostri giorni, perchè è una vita cristiana,
peyfezione di vita cristiana sostanxialmente fatta, si può
dire per rdurla alle sue linee caratteristiche, di purezza,
@'età, di apostolato, di spirito e di opera di apostolato ( I ) n.
Anche dalle deposizioni di Don Rua, Savio s'el
splendore sovrano di giovane modello nell'adempimen
d'ogni dovere, di carità con tutti, particolarmente con i p
bisognosi e con le più sante industrie, e di pietà
immacolata. Non manca d'illustrarlo sotto altri aspetti,
a noi piace additarlo così:
(I) Dal discorso che fece la domenica g luglio 1933,dopo la lettura del Decr
dell'eroicità delle virth dell'angeiico gioviovinetto.
X - In adempimento di un noto
Domenica fu esemplare nell'adempimento di ogni
ricreazione... t.
o si può dire che ma fa sua più
alche compagno venir meno
lievo, era sommamente in-
condurlo ai piedi del con-
ai poveri giovani esterni
sto di sacrificarequalche

22.7 Page 217

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~
~
422
- VI Successme di Don Bosco - Secondo decennio
edificante; e questo sempre in modo così amabile da conseguire
dinariamente il desiderato effetto >).
((Era poi ammirabile la sua carità nel conso
Quando giungevano i nuovi allievi, lo si vedeva mes
animarli a divertirsi in tempo di ricreazione insegnando 1
nocenti giuochi che si praticavano nell'Oratorio p& far loro
la naturale tristezza prodotta dalla separazione d
lontananza dal proprio paese. Non di rado lo si vede
dalla brigata che già.aveva awiato ai divertimenti, pe
di qualcun altro, che, più timido o più melanconico, non o
prender parte alla ricreazione. Con costoro si tratteneva ra
qualche fatterello che potesse rasserenarli; o loro dimost
licità di trovarsi nella casa del Signore, sotto la guida di un
tenero, qual era il Venerabile Don Bosco...».
Assiduamente (isi pendeva cura dei più bisognosi>>.
(1 Si vedeva che gli faceva gran pena se qualcuno de
teneva condotta irregolare o faceva discorsi meno buoni;
zelo si accendeva, e sebbene con calma e serena carità, era pron
ad avvisare ed adoperarsi per condurre ai piedi del confessore il co
... pevole e riconciliarlo con Dio...)).
(1 soleva sia per propria iniziativa, sia per suggerimento a
da qualche superiore, prendere di mira qualche giovinetto più disco
più bisognoso di assistenza, per assisterlo in modo particolare e trat
tenersi d'awantaggio con esso, affine d'indurlo col mezzo della cari
e delle buone maniere a tenere buona condotta...>).
Lo. scopo che si ma prejìsso nell'applicarsi allo studio (C
nell'intraprendere gli studi per avviarsi alla carriera ecc
siastica) era la salvezza dell'anima propria e di
anime )); e a questo attese generosamente fin d'allora, sup
rando ogni sacriiizio.
« Per la sua tenera età fu questa un'impresa
ardue erano le premure che si prendeva per impedi
condurre sul buon sentiero i traviati, anche con pe
e di busse, come talvolta gli awenne di ricevere i).
(1 Talvolta era mal corrisposto dai giovani operai che
vano come importuno e cercavano sottrarsi alle sue amo
Qui si vedeva la grande sua carità, per cui, senza tener C
sgarbatezze che gli venivano usate, non perdeva di mira
etiecreorciavsauocoi ndniloevtteillecoinmdpuasgtrniie...dI)i. riuscire a chiamare
: (1 Gli avvenne di trovarsi con una brigata di compagni nel mòment
- X In adempimento di un voto
423
... si dava il segno delle confessioni. Egli invitò tutti a venire
i ad approfittare della grazia di Dio. Vedendo che erano un PO'
re del giuoco, chi per non fare diversamente dai
istette e con sì bel modo che ottenne che si disper-
che andassero ciascuno dal proprio confessore, .ci
Ma dopo aver compiuto la sua confessione, si ac-
he gli amici si erano bensì dispersi, manon avevano secondato
di andarsi a confessare. Allora? per niente scorag-
intracciare alla spicciolata e non si ristette, finchè non
che erano andati a confessarsi. Questo poi faceva in
deva che non era mosso da ambizione di comparire,
al desiderio di procurare il bene spirituale dei suoi
può calcolare il bene fatto con sì sante industrie )).
veramente commovente vedere, in un giovane di così tenera
, sentimenti degni di un vero apostolo.;. Anche i più ritrosi, col
uentarela sua compagnia; si riducevano bel bello ad una condotta
gelare, come mi venne attestato da parecchi...)).
otesto fervido apostolato era frutto di pietà profonda.
l ' ~ o l tvoolentieri si applicava alle orazioni vocali, non solo quelle
comunità, ma altre supererogatorie, alle quali ben sovente in-
alcunicompagni compiacendosi di vedere il Signore corteggiato
... ovinetti e di procurare ai suoi compagni l'occasione di passare
ente con Gesù Sacramentato La sua mente pareva
ariamente fissa in Dio e ne parlava volentieri nelle abituali
articolarmente quando cercava di persuadere qual-
. Tutte queste cose asserisco di mia propria scienza
devozione del Servo di Dio ai SS. Sacramento era,
sa per la sua età. Formava la sua più grande delizia il
dorazione del SS. Sacramento e ci voleva la voce del-
attendere ad altri doveri psr interrompere il corso
trattenimenti con Gesù Sacramentato. Qualche volta
Il'ora della scuola, della ricreazione e della stessa
... sservato dai compagni, rimase parecchie ore in ade-
il SS. Sacramento 1).
ome ogni mattina dopo la Messa passasse a fare un PO'
l'altare della Beata Vergine ed era dei più solleciti e
osi per adornare l'altarino eretto nel dormitorio ad onore della
Madre. Quando, già infermiccio, non gli era più permesso di
tardi per ornare il detto altarino, si raccomandava a

22.8 Page 218

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- 42.1. V I - Successore di Don Bosco Secondo decennio
chi presiedeva a tal lavoro di volerlo svegliare, appena fosse finito,
per
alla
aver
sua
Mlaacdornesodloalzciiosnsiemdai...moa. ndar
subito
un
cordiale
e
divoto
saluto
Ed era un angelo in carne!
(1 Io sono persuaso che il Servo di Dio non commise mai peccato
mortale e direi neppure peccati veniali deliberati, giacch6 era somma
la sua attenzione per non offendere il suo prossimo, per compiere
tutti i suoi doveri e per evitare i pericoli di peccato. Per trattenere
dalla colpa qualche compagno sapeva usare argomenti molto efficaci,
dei quali certamente sapeva servirsi a vantaggio dell'anima proprias.
(( Secondo il caso sapeva colpire il cuore di qualche compagno col
timore dei divini castighi e giudizi; altri col sentimento dell'amore
di Dio verso di noi, e per conseguenza dell'obbligo di gratitudine; C
altri si valeva della Passione del nostro Divin Salvatore e del perdo
implorato ai suoi nemici per indurli a pacificarsi;le sue parole e le s
opere si può ben dire che erano tutte guidate dallo spirito di fede i)..
GonxSaognao...p,enrocnreadnedreascshee
per privilegio particolare, come
soggetto a tentmioni contrarie
anche S.
alla cast't
Sebbene nell'Oratmio si trattenesse sovente anche coi discoli, faceva
in tal modo che la sua presenza imponeva rispetto, in guisa che ne
con lui si pmetteua parola o gesto meno conveniente o contro
virtù... D.
Per dare maggior peso alle sue deposizioni Don Rua
dichiarava:
ti Fui legato con lui di fraterno affettoe fin dalle prime settimane
... della sua residenza nell'Oratorio concepii di lui la grande stima che
andò ognora crescendo ».
a Essendo io a quel tempo assistente dello studio coil cura generale
degli studenti e di più essendo'stato eletto presidente della Compagnia
dell'lmmacolata Concezione $n dalla sua costituzione, ero in grado di
conoscere molto da vicino la sua vita e le sue wii.tù; ed 2 in tale qualitù
... che dichiaro averne opinione come di un santo giovane dato dalla Prov-
videnxa a modello della gioventù da' nostri tempi i).
Con qual intima gioia il Servo di Dio abbia deposto nella
Causa di Domenica Savio possiamo comprenderlo dalle pa-
role che gli uscivan dalla penna e dal cuore in una predica
per gli esercizi spirituali, scritta da giovane sacerdote:
u Anche ai tempi nostri in mezzo all'imperversar de
tempeste che vorrebbero subissar la navicella di Pietro, vomeb
X - In adempimento di un voto
425
sconvolgere ogni idea di religione, di giustizia e di onestà,
molante veder come sorgano da ogni parte pie assoch~ioni
ecclesiastici e di secolari, in cui un bel numero dipersone si.
acrano con tutte le forze e jacoltà a cercar la loro perfezione
omovere la gloria di Dio ed il bene delle anime con ogni
e materiale e spirituale; e Dio voglia che la minima
ra Società, sorta pure in questi ultimi tempi, abbia ad an-
rare molti di questi generosi soldati di Cristo, che dimentichi
stessi, non curanti degli onori e dignità, spezzando le
agiatezze della vita, cmrano come giganti la via
. E la Dio merce gik parecchi ne contiamo che n'
ciarono
voglia
luminosi
Iddio che
esemp$ di abnegazione, di zelo,
abbiano molti imitatori!... >>.
di
fervore;
Mentre si compivano le pratiche per iniziare il Processo
rmativo del giovane Servo di Dio per la Causa di Bea-
cazione, Don Rua senti il bisogno d'inviare la biografia
e ne aveva scritto Don Bosco in omaggio a vari membri
l S. Collegio e a tutto YEpiscopato italiano, e destava
coro imponente di profonda ammirazione per il santo
l'aveva pubblicata, e per i1 singolar modello della gio-
tù dei nostri giorni.
I1 venerando Cardinal Agliardi diceva:
Nella vita del giovanetto Domenico Savio, quale fu
tta dal Ven. Don Bosco trovo la spiegazione della propa-
io& deli'lstituto Salesiano e dell'immenso bene ch'esso
alla gioventù. Quando si ha un fondatore ed allievi
sta tempra, bisogna essere accompagnati da spenale
ione di Dio. E di questi allievi i l Savio è una figura
atica di candore e di bontà che innamora e fa pensare
arole del Salmista: "Minuisti eum paulo minus ab
is!,,. Noi vecchi, ed io mi avvw agli ottant'anni, ci sen-
umiliati dinanzi ad una virtù gigante, in nn giovane
cenne; ma chi è ancora nel fiore dell'adolescen%a,verrà
to dal profumo di tanta innocenza a fare i primi passz'
vita sul sentiero della pietà mistiuna. Felice fu il Savio
'aver trovato in Don Bosco il suo bhgrafo; cosi la vita
n santo fu scritta da un santo e quello che più è sz'ngolare
el santo che gli fu maestro nella via della perfezione.

22.9 Page 219

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- - 426 VI Successore di Don Bosco Secondo decennio
Per il che faccio voti, ardenti voti, che anche la S. Ma
Chiesa possa elevare all'onore degli altari entrambi
all'uno ed all'altro abbiamo già preparato il culto nel nos
cuore... o.
Mons. Pujia, Arcivescovo di Santa Severina, face
questi rilievi:
La Compagnia di Gesù
di tre santi giovanetti, LuZgi
Giovanni Bwchmans. In età a
de' Passionisti e de' Liguorini eb
senti ed il taumaturgo del mezzogiorno d'
Maiella; e non dico di altri giovani angelici. Ora io,
dovi su e meditando, in questi che dicmsi, dopo la
tempi moderni, ho compreso che Dio vuol
ventù per mezzo della gioventù santa...
)> Godo, perciò, che l'Istituto
dopo i Figli di S . Ignazio e di S. Paolo de
fonso, possa oggi mostrare ai
vanetti una celestiaaie figura di
di Dio Domenico Savio: un a
vedremo, un giorno - il cuore
chiamare a Gesù altri giovanetti. L
Savio ha pagine splendide di santità,
direi il più bel suggello che Dio ha
trice del Ven. Don Bosco.
> > M anoto qualche cosa di più meraviglioso. I Gesuiti,
Passimisti e Liguorini, additano dei giovani santissimi to
al mondo, dall'abito mortificato del loro istituto. Invece,
Salesiani,oggi possono più direttamente parlare a' bambini
alla tenera gioventù laica, mostrando loro un laico giovinetto
laico come loro, quasi a dire:
laicato: siate santi anche voi! Q
Uguali i sentimenti e le dichiarazioni entusiastiche d
molti altri Prelati e Principi di S. Chiesa.! (I).
(I) Cfr.: Bollettino Salesiano, 1909.
PRE CON DON BOSCO
ULTIMO VIAGGIO A ROMA
1908.
- - .I.D... Durante il corso degli mdinandi. A Lombriasco:

22.10 Page 220

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.28
V I I - Sempre con Don Bosco
divano. - Dà l'addio a un nuovo drappello di missionari: << Che pos
siamo vivedeni tutti attorno a Don Bosco in
parlerai ai t u a selvaggi, inJ;àmmalid'amore per il
- Parte per Roma. - A S. ,Pier d'Arena; alla Spezia: <I M a ch
questo prete?...».- A Livorno: w Che ariapietosa h
dote!)). - A Colle Salvetti. - Durante il viaggio
a salutarlo e l'abbraccia affettuosamente. - A Roma tutti vogl
vederlo e parlargli. - Assiste alla funzione giubilare in S. Pie
- V a a Genxano per la vestixione chiericale. - A
ammira Don Rua come un vero rappresentante delle virtù di
Bosco s. - Celebra a Trinità dei Monti, a Tor de' Specchi, e a
Farnesina. - Anche i Vescovi vogliono la sua benedizione.- Alla con
sacrazione del Tempie di S. Maria Liberatrice. - Per un'indisposi
zione del- S. Padre d rinviata l'udienza pontzjùia, e Don Rua de
di wixtare nell'attesa altre case. - A Trevi benedice e guarisce
alunno che
poliartrite.
s-'erAa
fatto assai male
Gualdo Tadino
alla testa, e un signore affetto
assiste a gare ginnastiche e par
di Don Bosco ginnasta e amico della ginnastica. -
- (1 Stassera deve dar la benedixione il Cardinale R u d ».- Ammess
all'udienxa dal Santo Padre, gli ofie la chiesa
ratrice come monumento perane del suoGiubileo sacevdotale.- Scen
a Napoli e Caserta. - w Ormai desta l'entusim
- Làscia Roma. - V a a Loreto, accolto fes
S. C d a . - Ad Ancona d ospite dell'Arciwescovo. - A Jesi: pre
le Clarisse. - A Perugia parla ai chierici del Seminario,
più santi ricordi. - Nel m'aggio k colto da gravi disturbi,
vano a Firenze, seguiti da uno svenimento. - Vuole
mente a Milano, dove giunge alle dieci e mezzo disera, e si reca a
riposare verso la mezzanotte.- A Novara. - I l terremoto di Messina.
-Interessamento per i giovani orfani per lagrave sciagura. - Amo
nessuna notizia delle nostre case... - Invia sui luoghi del disastro
Bertello ed altri confratelli. -Arrivano i particolari,
tristi notizie all'Oratwio, l'ultimo giorno dell'anno, nel dar la buo
"Strenna,,. - Pareva una vittima rassegnata ad ogn
- Tra confratelli,alunniefamigli cinquantuna vittima!.
punto aveva
naatSu.raAkn!d..r.ea
aaslsiJcounriaot!o..a.
Don
- Il
Picco110
~Fann
ne1 1906,in
a t u r a l eera
viaggio da Bov
nel Servo di Dt
I -. Ultimo eriaggio a Roma
429
Terra Santa aveva impresso i più
i e i più santi affetti nella mente e nel cuore di
ere in unione con Dio non poteva,
e tutto parla del Verbo Eterno
ò scendire su questa terra per vestirsi della
umanità ed immolarsi per noi, non sentirne ognor :
salutare. Chi vuol venire dietro d i me, rinneghi
roce ogni giorno, e mi
formarono i Santi più insigni
a le veniva medi-
un crescendo con-
ggiunto l'eroismo, ed
e promise di continuare a prati-. .
assoluta sino alla morte. L'umiltà, la
e la carità di N. S., come avevano sempre attratto'
arono a formare i suoi alti ideali sul-
tissimo; e nascondersi ognor più, con
lendore della santità di Don
ppena di ritorno all'oratorio, aveva sciolto con pro-
commozione l'inno della riconoscenza a Dio, che
e in misericordia gli aveva concesso
mpiere felicemente il gran viaggio, <<forseil lungo
mia vita I); ma sentiva anche il bisogno di comunicare
nsieri che l'avevano maggiormente colpito, e le dolci
rimembranze che non si allontanavano dall'anima
E con la data del 24 giugno, deila festa tradizionale del
nerabiie, inviava una lettera ai confratelli.
ominciava col manifestare la gioia provata nelle visite
alle singole case incontrate sul passaggio, e da quanto
veduto coi suoi occhi, udito colle sue orecchie e, quasi,
o colle sue mani, diceva di poter affermare '((cheil
re continua a benedire la nostra Pii:Società e che non
. d i servirsene quale strumento per la salute d i moltissime
!continuiamo pure a dire ogni mattina con islancio
5's. titudine, che il nostro Istituto è prediletto da Maria
atrice, pmchè altrimenti non potrebbe spiegarsi il gran
e per mezzo del medesimo si va facendo.

23 Pages 221-230

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23.1 Page 221

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430
VII -.Sempre con Don Bosco
I nostri nemici speravano di spopolare i nost
distruggere i nostri Oratori festivi, ispirare a tutti la sfiduci
anzi il disprezzo verso i Salesiani e privarli dell'appogg
morale e materiale dei Cooperatori. Il Signore mandò
fumo i loro malvagi intenti. Continuano ad essere
numerosi i nostri alunni, e corrispondono del 1
alle aspirazioni dei loro Superiori e Maestri. Ineffabile
consolazione che, provai nel distribuir loro il Pan
... Angeli, nell'indirizzar loro la parola, nel trattenermi in mezz
di loro nella ricreazione ».
« Altra fonte di gioia e di edificazione furono 1
e solennissime feste celebrate in ogni parte del mondo i
onore di Don Bosco B, sull'esempio del Circolo " Giovan
Bosco ,, di Torino, che fu davvero superiore ad
« Perfìno in Francia ove la Chiesa Cattolica or
un periodo dei più dolorosi, in pubbliche riunioni, ten
nelle chiese, coll'intervento di ragguardevolissimi Prelati,
il concorso d'immensa folla di popolo, si encomiarono
opere straordinarie e sante del Vincenzo de' Paoli del S
colo XIX, e si cantò solennemente l'inno del ringraziamento
>> Udii varie persone ripetere che forse di nessun
rabile si parli, tanto quanto di Don Bosco; ed io
rallegrato immensamente, perchè per tal modo il
buon Padre, sebbene morto da ben vent'anni adhuc lo
... parla con quella singolarissima efficacia di parola
Signore si degnò di concedergli durante la vita
»Faccia Maria SS. AwEliatrice che i primi a
frutto da questa esaltazione di Don Bosco siano i suoi figliuo
Se noi l'amiamo sinceramente, non teniamoci paghi di parlarne
di festeggiarlo; ma sforziamoci in ogni tempo,. in ogni luogo
riprodurre in noi le sue vi& e di mostrarci degni suoi $gli >).
Il Bollettino, parlando del viaggio compiuto dal Se
di Dio in Oriente, naturalmente fece cenno, i
licata, delle festose accoglienze ricevute in ogni part
rilievi non gli piacquero troppo. Avrebbe voluto che non
fossero fatti, ascrivendo, come sempre, ogni mani
che gli veniva tributata, alla santa memoria del Fond
<< Per.' p~ arte mia avrei amato che si fosse omesso q
I - Ultimo &aggio a Roma
43'. %
eneva conveniente aggiungere come Don Bosco << fu
raccontare certi tratti della Storia dell'Oratorio che
a lui stesso..., senza il minimo
ento di vanagloria)),parlando di come di un'altra
a e ricavandone opportuni eccitamenti ad amare e
per la perfezione propria dello
cui fummo chiamati!...n.
branze, congiunte aile
additano con quali senti-
Gesù, avendosempre in mente
ze dei confratelli della Pale-
visitare, mi prqposi pure di fare un
Santi coEJine d'ottenereper me e per tutta .
cui abbisogniamo>>.
non un u voto t), certo un pellegrinaggio.
i riempirsi di lacrime, sup- "
ra capace, la nostra Madre Celeste . ,
O manto e di concedere a tutti i Salesiani

23.2 Page 222

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432
- VII Sempre con Don Bosco
una orribile tempesta, che avev
chetta di Pietro. Mi parve anco
Nel mettere piede a terra mi im
gremita di gente che ascoltava
che parlava dalla barca. E qui
i miei cari figliuoli, e feci voti
alla barca di Pietro, poichè so
al porto d i salute. Sappiamo
di Don Bosco, qualora non fossimo intimamente sottomm
di G e d Cristo.
siani abbiano a far un
modello il giouanetto Gesù
tacere che nei giorni passa
volta che mi trovava in m
mi prendevano la mano,
fronte, mipareva diredere Gesù quando
nel mio cuore lo ringraziai per averci
ai suoi concittadini.
» Vi noto che, nonostante la lun
mi fu dato di salire fino alla sommi
lasciò intravedere un poco della
impossibile in quel luogo non pensare al Cielo, che non sarà altro
Tabor da cui non discenderemo mai più. Colà contempleremo non so
alcuni istanti, ma per tutta l'eternità, quel Geszì che fece andar fu
sk gli Apostoli sollevando per un istante un lembo del velo che celav
sua natura divina.
I - Ultimo viaggio a Roma
43 3
Francescani ebbi la fortuna
Grotta della Natività, e vi
ando in quel luogo non solo il cuore s'injiamma di amore
si umilw fino a farsi uomo per la nostra salute, ma sente
ad imitarlo nell'umiltà e nella povertà.
o, coll'anima trepidante per la commozione,
i la Messa sul S. Sepolcro. Fu allora che ho ringraziato il Signore
fatto trionfare la nostra Pia Società contro le calunniedeinostiii
e d'averne anzi ricavato immenso vantaggio per le opere nostre.
rinnovata la consacrazione della nostra
di Gesù, e pregai a lungo perchè tutti
embri perseverino nella loro vocazione e che neppur uno abbia
aghi Santi non doveva essere
e, ma aveva per $ne il bene generale
ne di ciascnno de' moi membri. La
esauribili, non permetterà che va-
se le mie speranze, che rimangano senza frutto le mie pre-
più care espressioni di giu-
iluppo che ovunque andavano prendendo gli
festivi, colle sante industrie per accrescere il numero
udio del catechismo e le gare
far fiorire le Compagnie di
SS. Sacramento, e con la
adulti, q che sono il neces-
, q diretti con apposito rego-
essere richiesto dall'in-
compongono )>.
un plauso cordiale a quei cari Direttori che
resero la ragionevolezza della misura presafra noi di
iù lasciar andare i giovani in vacanza durante l'anno
a del Smo di Dio Mkhele Rua. voi

23.3 Page 223

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434
VII - Sempie con Don Bosco
a deplorare certi piccoli difetti, perchè siamo tutti figli
Adamo, pure non mancano le cose edificanti..
nostra la massima di S. Ignazio che dice: "Facciamo il b
come se l'esito dipendesse unicamente da noi, ma siamo
timamente convinti che se riusciamo a fare qu
buona, Dio solo ne ha il merito,, )>.
In fine & raccomandava caldamente alle nostre preghie
sulle quali faceva assegnamento per continuare a sostenere
gravksimo peso della sua carica...
Mentre tutti vedevano che grave e sempre più grave
era dawero questo peso, di giorno in giorno tutti andava
anche più ammirati per il modo col quale
compimento d'ogni dovere, sia per la sollecitu
tpuiavlait,àeirnasuapmermabiirlaeb,isleia!..p.erNlèa
perfezione con
più, meno
la
anni del Rettorato!... ed erano amai passati vent'a
aveva le spalle gravate dal gravissimo peso!...
Sempre tutto a tutti, sempre il padre buono e premur
di tutti, aveva in mira solo la gloria di Dio e il bene de
anime, senza affatto preoccuparsi della sua salute, senz
prendersi un giorno di svago, sempre al lavoro dal matti
alla sera, e a tarda sera, senza cercare e senz'accettare
riguardo, per il vitto, nè per altro. Tornato dalla
Santa, il suo amore ai lavoro, alla pratica
alla vita comune fino al sacrifizio, parve
c( Tornato dalla Terra Santa - rico
Dones - giunse a Milano in così male arnese che D
Saluzzo ed io quasi arrossivamo di aver fatto trovare a
stazione a riceverlo il Principe Gonzaga, e Conti e Marches'
benefattori nostri di Milano. Aveva il cappello spelato
divenuto rosso, il mantello e la veste verde e fras
fondo; erano -anzi tagliuzzati da ammiratori, che aveva
tolti dei pezzi per tenerlpin reliquia. Appena giu
tuta di S. Ambrogio, si pensò di dargli cappello, veste
mantello nuovo, per potersi presentare in modo
Cardinale Arcivescovo. Ci volle di tutto per ridurlo ad ac
cettare: si lasciò persuadere all'idea di dar tutto ai sarti, pe
riparare e pulire. All'indomani quando si trattò di riprendere
-I Ultimo viaggio a Roma
435
alla volta di Torino, chiese insistentemente i suoi
e il suo cappello, e si dovette ricorrere ad inganni
rglieli avere. Ma egli si mostrò assai mal contento
to modo di procedere. Indizio del suo grande amore
erà, quindi, assai edificante, specialmente ai Sale-
alle Figlie di Maria Ausiliatrice, il seguirlo passo
mesi in cui si dedicava specialmente al bene
dei suoi figli, ed osservarlo nelle più piccole cose.
ri che non possiamo trascurare.
dava i ricordi degli esercizi alle Figlie di Maria
orino, commentando gli atti da farsi dopo
omunione, perchè avessero a trarre frutti sempre mag-
dall'unione con Gesù Sacramentato.
cava a Valsalice per esser presente alla lettura,
' dei promossi; si congratulò con questi, ebbe parole
o incoraggiamento per i rinviati ad ottobre, e per
buone vacanze. Ricordando le parole che
eva rivolte la sera del 23 giugno il loro rappresentante
da Valsalice deve uscire la Zuce,,: (( Bene, diceva, luceat
vestra, e non solo la luce della scienza, ma pur quella
virtù! >>e,d illustrava la necessità e la maniera di for-
si un carattere virile e forte.
carattere? L'abitudine e la costanza nel ben operare;
... rio è la banderuola. Guardate i caratteri dei tempi antichi:
Attilio Regolo Gesù alle turbe additava S. Giovanni Bat-
.. 1 Nuovo Testamento sono innumerevoli gli esempi di carat-
osservate Don Boscol
Come formare il carattere? Abbiamo tutti un carattere da madre
purtroppo ordinariamente difettoso. Dobbiamo correggerne
iar bene i propri doveri e praticarli con costanza,
rità, ma per dovere. Nei collegi non lasciatevi
e cattivo soggetto, ma mantenetevi costanti in
parato al noviziato ed allo studentato, sull'esempio
additava alcuni] che usciti di qui si mantennero
empi poco buoni n.
I1 28 era nuovamente tra loro per i ricordi alla chiusa
li esercizi, e ricordava le cinque pietre necessarie per

23.4 Page 224

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436
- VI1 Sempre con Don Bosco
combattere e vincere il demonio, come Davide
Golia: Preghiera, Confessione, Comunime, fuga
obbedienza )>.
Durante quel ritiro. parlò anche, in particolare, ai
cerdoti.
Ricordò a questi il dovere di ((dar buon esempio
parole, colle opere, nelle chiese, coll'osservanza delle reg
sull'esempio del nostro buon Padre, che, col suo contegno e
suo conversare, produceva tanto buon efiètto.
« Siamo sale; non tralasciamo mai di dir parole di salute
))Evitarle mormorazioni. Gran male, & questo, specie
doti: come censurare le disposizioni dei superiori, sparlare
loro, esortare a qualche trasgressione; quindi evitare queste
gli interni e con gli esterni: non parlare di cose udite in co
n&Per facezia, n&con serie* n&far confronti tra collegi,
nau&tov*ravi.n.o.tasmressaitidspialurblxrairmccbuoennndaeit;eeevcfoaitmrarvmeaelleassrleeegiignneorgesizotrzviaenan*ue;tlorpinr..eo.gn lod
dispense dalla lettura o da altre regole: siamo amanti de
Qualcuno rideva nel sentir leggere certe regole per&& quasi ness
n'era osservante: cib rincresce... Facciamoci coraggio, ricordando
la nostra Società Jiorirà a misura che le Regole saranno osservate s.
(( Siate sale e luce )> ripeteva ai sacerdoti il 30 luglio, p
senti anche molti chierici.
11 ,o agosto benedisse la prima pietra d'un nu
di fabbrica, destinato per lo studio e le scuole degli stu
nell'oratorio, e commentando le parole della liturgia: a
cedi, o SÉp-me, che quello che qui .si v a fabbricando a lode
tuo nome, si possa feficemqte condurre a termine,, faccia
- diceva - una promessa, che questa fabbrica debba s
vire a lode e gloria di Dio, lode colla preghiera, coi cant
colleopere buone. Si fabbrica a vostro favore, per ren
più comoda la vostra dimora nell'oratorio; quindi con
plice SCOPO, ma voi non dimenticate mai il primo )).
Era solito andar a celebrare e a dire una
alle donne del popolo che annualmente venivano
in ritiro presso le Dame del S. Cuore in Valsalice; e qu
l'anno volgeva loro quest'esortazione:
I - Ultimo viaggio a Roma
437
elle famiglie cristiane. Du-
le famiglie; alle nozze di
, in casa di S. Pietro, in
madri andavano a gara a
Gesù, e sta bene! Ma stamane
ie a Gesù, e sovratutto di
rtuna di ricevere la visita di
modo privato, s'era formata tra i con-
one di divoti della Madonna, secondo
del Beato Grignon de Monfort, detta
;e a
a quando il Servo di
endoli in camera, li animava a trarre profino d'al-
l 15 agosto diceva così:
. Ebbene, quello che essi
Quelli con-qualsiasi padrone
amabile delle creature, colla
rinunziare ai vostri gusti per
i momento si vedeva l'uomo di Dio, e la sua
sempre di conforto.
è grato - scrive da Catania il dottor Vincenzo
medico-chinirgo - il ricordo dell'abboccamento
vuto colla santa memoria di Don Rua, la mattina
acrestia del Santuario di Valdocco.
cedente a Torino, punto di con-
.PoNpoolnaraeveNnadzoiopnoalteutoa
Lo@es,
per affari
icipare di alquanti giorni la gita,
a la domenica alle ore 16 per
successivo alle ore IO. L'idio-
rende sofferente ogni viaggio
reve, qualunque sia il mezzo di trasporto, ed il lungo
ininterrotto con treni direttissimi, mi recarono tali
ia e capogiri, che io non mi
iù di proseguire. Pregai Mons. Cavezzali, direttore
egrinaggio, per unirmi al carro bianco degli amma-

23.5 Page 225

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438
VII - Sempre con Don Bosco
lati; ma questi si dichiarò dolente di non potermi
perche i posti erano tutti occupati. Stavo quindi
ziare al piacere del pellegrinaggio da molto t
vagheggiato, quando pensai di awicinare D
pochi anni prima aveva avuto la ventura di conoscere
Presenza, quand'egli fu di passaggio da questa stazione
roviaria. L'indomani dell'arrivo, dopo essermi
riposato, mi awiai a Valdocco e trovai Don
in saerestia che recitava le preghiere di ringra
Santa Messa. L'avvicinai; gli baciai con riverenz
gli esposi il mi0 caso, ed egli sorridente, pose la scarna
sulla mia testa e mi disse: "Vada pure tranquillo a
non dubiti, la &iadonna Ausiliatrice le darà buon viaggio,
Incoraggiato da queste parole proseguii contento insie
col Pellegrinaggio a Lourdes, dove, dopo ore di
ininterrotto, arrivai con viaggio felicissimo, quale io du
la mia vita non aveva mai avuto. Sin d'allora mi
che
Rua era un Santo, e che il viaggio mio felice
stato l'effetto delle preghiere di Lui )).
A
presiedette due corsi d'esercizi; si recò a visi
tare le Suore e fece anche a loro una predichetta in luog
della lettura spirituale. I1 20 agosto si portò a ~ 7 ~ r e m o ,
festeggiare S. Bernardo con i Cisterciensi che
ritirati, fuggiaschi dalla Francia, ed in francese
discorso del santo, raccogliendo due fiori nell'ampio e del.
ziosissimo giardino della sua vita: la prudenza meraviglios
fin dalla giovinezza, e la tenera e profonda devozione
l'&donna: @Egliscrisse tutto bene, ma scrivendo dell
hfadonna si meritò il titolo di Dottore mellzpgo)).
Nel tornare al collegio, in un tratto di discesa un eccle
siastico volle amabilmente dargli il braccio per sorreggerlo
e in un Punto fatalmente battè il piede contro una gamba
del Servo di Dio, che era tanto sofferente e vi aperse una
piaga. Egli non disse nulla; non fece alcun lamento, e non
accennò neppure al male che ne sentiva. E la piaga lo tor-
meritò per molto'tempo... si può dire fino alla morte!
11 22 scendeva a S. Pier d'Arena per la chiusa degli eser-
tizi e dava per ricordo << Dio ti vede: )).
I - Ultimo viaggio a Roma
43 9
to che siamo fatti
ne [e 10 dimostrava].
mnia ad ma*
Dei
ne di S. Paolo: Sia che
ltra cosa,'fate tutto a gloria
cuore; e le tre lettere che
stri doveri verso di Lui-
igioso dev'essere vita di
Ile pratiche di pietà e procurate di
Messa, il Breviaria, la meditazione,
spirituale, le preghiere della benedizione della mensa, il
e...], 11 vostro personale in gran parte si informedi al
pielà dev'essere la base della nostra vita: PietQs
a deve rassomigliare a
io. Non ci siam fatti reli-
bedienza sarà il sostegno
ni più osservanti sono le Pid
~ 1se1ra s~i portava a Nizza Monferrato. (( Arriva - dice
cronaca - il veneratissimo Superiore Don Rua; si mette
disposizioni delle direttrici ed ispettrici; tiene loro con-
e in udienza privata)).
le altre si presentava a parlargli Suor Antonietta
aria ~ ~che c~i ha iinviato~ ques,ta dichiarazione:
ci ~~l Igo8, nell'Istituto S. Gaetano di Lugo-Romagna,
na delle più piccole
le i riguardi del caso; il
da impensierire, tuttavia, dovendo
gli esercizi, feci chiamar il dottore,
teva andare tranquillamente, trat-
osizione. Rassicurata, mi disposi
non senza prima però aver raccomandata la

23.6 Page 226

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440
VII - Sempre con Don Bosco
bambina alla protezione di Don Bosco. Ma ecco che appen
giunta a Nizza, m'arriva un espresso, recante la notizia
le era scoppiata la febbre infettiva e la polmonite dop
con andamento anormale. I1 male si aggravò tanto che poc
giorni dopo li piccina era in fin di vita. Lascio immagina
la mia angoscia! Fortuna volle che verso il termine degli Ese
cizi, mentre le notizie si succedevano più desolanti e 1
superiore mi preparavano a partir da un momento all'al
fortuna, volle, dico, o meglio il Signore dispose, che giuri
gesse a Nizza il venerando signor Don Rua. Nel mio pro
fondo dolore, non trovai di meglio che presentarmi a l
narrargli il triste caso. Indi, prostrandomi ai suoi pie
aggiunsi queste testuali parole: " Ho messo la bambina ne
mani di Don Bosco; lei la benedica, Padre, a nome suo, e av
valori così le mie povere preghiere e quelle delle mie consorelle
pef' istf'appare la bramata grazia,,. I1 buon Padre s'interess
vivamente della cosa, mi benedisse per la bambina, com
desideravo, e concluse: "Oh, bene! bene! preghiamo!,,.
))Due ore dopo le superiore decidevano la mia par-
tenza per Lugo, dove i dottori, curante e consulente, ave-
vano fatto il conto che sarei arrivata appena in tempo per
veder volare in paradiso il caro angioletto. Rinuncio a de-
scrivere le sofferenze di quella tristissima notte passata in
treno. Uscita appena dalla stazione, mentre trepidando mi
avviavo' verso casa, ecco venirmi incontro il dottore; mi
sentii venir meno, nel timore che tutto fosse finito... Invece,
appena egli m'ebhe scorta, affrettò il passo per dirmi che la
bambina era sfebbrata, e che l'avrei trovata tutta allegra.
))Io credeva di sognare, e non voleva quasi prestarci
fede; ma, grazie ai cielo, era dolcissima realtà che ben presto
potei constatare co' miei propri occhi. Raccogliendo poi le
notizie, potei stabilire che il principio del prodigioso migliora-
mento coincideva con l'ora precisa in cui, ai piedi di Don Rua,
io imploravo la benedizime di Don Bosco per la piccola morente.
))Infatti questa, che già da due giorni giaceva in una
specie di letargo, si che il sacerdote a stento era riuscito a
cogliere un momento lucido per confessarla, la sera prima
aveva avuto tale una crisi che l'infermiera ne spiava ogni più
I - Ultimo viaggio a Roma
44'
vederla spirare da un mo-
e anche ai direttori il 29
cronaca di Nizza ce ne dà questo largo riassunto:
Dio, ti vedo - nell'opre

23.7 Page 227

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442
V I 1 - Sempre con D a Bosco
I) Ognz' giorno: ascoltare anche con qualche disagio la S. Me
fare la S. Comunione, la meditazione, la lettura spirituale, la vi
al SS. Sacramento, recitare le orazioni, il S. Rosario, e tutte le al
piccole preghiere e giaculatorie della giornata.
»Ogni settimana: la confessione accurata, diligente; la confere
prescritta.
1) Ogni mese: l'esercizio della buona morte e il rendiconto.
a Ogni anno: gli esercizi spirituali.
o I - Immolazione. La nostra vita è vita di sacrifizio! Ci si
immolate a Dio nell'occasione della professione religiosa, e gli abb'
offerto il nostro corpo col voto di castità, la nostra volontà col vo
obbedienza, le nostre sostanze col voto di povertà. Continuiamo
stanti nel mantenere questa vita d'immolazione. La mattina balzi
prontamente dal letto al suono della campana e con disposizion
spirito e di cuore rechiamoci alla chiesa per le pratiche di pietà.
rante il giorno le occupazioni si succedono le une alle altre; vorre
prenderci qualche sano svago? facciamo volentieri il sacrifizio
nostro gusto. La nostra vita è d'immolazione. Qualche volta la dir
trice amerebbe stare un po' in riposo, oppure leggere qualche 1'
ameno; invece deve mantenere viva la corrispondenza, visitare la C
vedere se le suore fanno bene il loro dovere; si faccia volentie
sacrifizio del proprio gusto, e per amar di Dio, a cui ci siamo im
late, attendiamo al nostro dovere. La vostra vita di sacrifizio esige
voi strappi dolorosi: abbandonare sorelle, allieve, case ecc. per quant
costino; non si tralasci mai di compierli generosamente. La no
vita è vita d'immolazione.
)>O- Obbedienza. L'obbedienza è l'immolazione continua de
nostra volontà. Facciamola sempre volentieri; essa deve regolarci
tutte le cose. Obbediamo agli o r d i i straordinari, obbediamo ne
cose più semplici, alle Costituzioni, alle disposizioni dei Superio
Chi attende con diligenza alle proprie occupazioni è sicuro di fare
uolontd di Dio.
o Ricordatevi, direttrici, che voi dovete attendere, non solo a
stesse, ma anche alle vostre dipendenti, aiutarle, incoraggiarle. Di
colla bonta e colla carità. Date il buon esempio di osservanza, pe
.le vostre sorelle imparino da voi l'esattezza nel loro dovere. Dio
sempre presente nel vostro~spiritoe nel vostro cuore!)).
Durante quei giorni molte suore awicinarono il Se
di Dio e n'ebbero e serbarono cari ricordi.
(1 Nell'anno 1908 - narra Suor Genoveffa Venerosi
mi trovava a Nuza come postulante, e ricordo che venn
il signor Don Rua, il quale passò tra le postulanti dando
ognuna una piccola immagine del S. Cuore, e mentre pa
-I Ultimo viaggio a Roma
443
a tutte una parolina, a chi in un modo, a chi in
o a me, gli baciai la mano e lui a dire con voce
come se avesse già capito il mio awenire: - Avrà
ntrarietà, ma avanti sempre con coraggio! - Queste
i servirono di sprone per non fermarmi sulle diffi-
incontrai in varie case e nei dubbi in cui ebbi a
i, perchè capii che veramente era un santo che aveva
'altra ci fa comprendere quanta venerazione godeva
di Dio e qual fiducia destava la sua presenza anche
vedeva per la prima volta. (1 Ero postulante - scrive
aria Spriano - quando mi dissero che veniva i1
ndissimo signor Don Rua. Io non lo conoscevo; ma
or mio dissi: - Se è un santo, lo vedrò. - Infatti nel
argli la mano dissi tra me e me: - Signore, per i meriti
uesto santo, concedimi la grazia di fare la vestizione! -
ca fissata per la vestizione, fui ammessa, e salii al
to. Durante il mio anno canonico, ebbi occasione di
ere ancora il mio santo, e nel baciargli la mano mi sentii
: - Coraggio, cara figlia. - Ed in me stessa ripetei la
sa formala: - Per i meriti di questo santo, o Signore,
mi la S. Professione! - L'ottenni, ed ho ferma
che per la sua intercessione otterrò la perseveranza
na postulante, Santina Moscotto, si trovava da circa
ese nell'Istituto, e colta da un malessere generale che
va in tutta la persona, causa il cambiamento d'aria e il
istacco dai parenti, vedeva che non avrebbe potuto rima-
rvi. << Non ostante tutto il mio desiderio - ella scrive -
render parte alle pratiche di pietà fatte in comune era
ad uscir di chiesa; e ad insaputa mia le superiore
già deciso di mandarmi a casa, ma vollero tentare
ora un'ultima prova. Don Rua, di santa memoria, venne
kza Monferrato, e con le altre fecero passare anche me
a sua presenza, dicendomi: - Baciando la mano a Don
, metti l'intenzione d i ottenere di star meglio. - Così feci.
nto il mio turno, Don Rua mi fissò alquanto, e mi disse
tre volte: - Si faccia coraggio! - D'allora in poi inco-

23.8 Page 228

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444
VII - Sempre con Don Bosco
minciai a star meglio ed ho sempre progredito, tanto ch
guarita bene potei far la mia vestizione con le altre compagn
senza il ritardo di un giorno, e per di più fu l'ultima vest'
zione che fece il veneratissimo Don Rua)).
Prima di partire da Nizza - prosegue la cronaca - il
venerato Superiore saluta la comunità, e lascia il grand
prezioso ricordo: " S i salvi la gioventù a costo di qualunq
sacrzjixio,,.
Il 30 agosto era ad Avigliana, al Santuario della
donna dei Laghi, dove si eran compiuti importanti restau
La mattina del 26 il Card. Richelmy aveva solennement
consacrato l'altar maggiore, presenti molti sacerdoti e un
folla di popolo, che aveva dato il più edificante spettacol
di pietà nella sacra veglia, compiuta la notte precedente
avanti le Sacre Reliquie che vennero chiuse nella mensa
dell'altare. I1 30, domenica, si festeggiava il 560 anniversario
della terza Incoronazione della S. Immagine, e il Servo di
Dio celebrò la messa della Comunione generale con un bel
fervorino: Maria, come depose il Bambino Gesù fra le
braceia di S. Antonio, di S. Gaetano, e di altri Santi, ora
vuol deporlo neì vostri cuori; e Gesù stesso, il vero buon
store, v'invita... >).
Nel pomeriggio tenne il discorso, esordendo col ricord
della visita fatta al Santuario nel. 1852: G Chi avrebbe m
pensato allora che questo Santuario e questo Convento sarebber
passati ai salesiani?)). E, come sei anni prima per i p
lavori compiuti, ringraziava quelli che si erano prestati a
realizzar i nuovi, molto più importanti, compiuti in quel-
l'anno.
« H ovisto nella storia del Santuario che nel 1620, quando quest
immagine della Madonna venne esposta alla pubblica venerazio
in meno di quindici giorni si ottennero varie grazie veramente prodi
giose. Rawiviamo la nostra fede e confidenza in Maria Santissima.
... Non è diminuita la sua potenza e bonrit! la pioggia di questo di &
simbolo dei favori che qui farà discendere Molti non saranno venuti
per la pioggia, e noi prolungheremo le feste a domenica ventura
alla Natività di Maria Santissima; e speriamo che allora ve
funzionare i PP. Cappuccini. Intanto io fo mio il desiderio
nel libretto della Storia del Santuario che nel 191j quando si
I - Ultimo viaggio a Roma
445
entenario della prima incoronazione della Santa Immagine
ser compiute le decorazioni di tutto il Santuario mediante
alla gamba lo costrinse a star fermo qualche
ma non a lasciare il lavoro.
la prima quindicina di settembre del 1908 - narra
ea Teresa - la bontà delle mie ottime Madri m'aveva
a Torino per salutare coi miei cari parenti 1'Au-
siliatrice e gli amati superiori, prima di farmi par-
la Palestina. In questa occasione fui a salutare il
Don Rua nella sacrestia attigua al tempio di Maria
atrice. Gli domandai un ricordo che mi giovasse per
1 bene e farmi buona. Ed egli guardandomi sorridente,
sse: "Tutto p@ Gesù!,,. Io desideravo qualche parola
; ed egli, sempre ugualmente sorridente, mi ripeth
te: "Tutto per Gesù!,, e non aggiunse altro che la sua
a benedizione. Arrivata in Palestina il"Tutto per Gesù,,
itto a caratteri cubitali su cartellini che vennero appesi
alle ~areti,e credo che quell'espressione abbia
molto al bene dell'anima mia )).
on lasciò di recare il conforto della parola e della sua
ai confratelli radunati in esercizi. I1 5 settembre,
il corso di profeisi ed aspiranti artigiani in Val-
ripeteva e commentava ai sacerdoti il pensiero <(Dio
r; e i17, in fine degli esercizi, raccomandava a tutti
nque pietre per combattere il demonio.
I 12si recava a visitare i chierici di Valsalice che trascor-
no un po' delle vacanze a Piova; e rivolgeva loro queste
..
'...&Sitgo.n..orQeuceistoprfoamseetmtepdrei,
abitare
ma voi
con noi! Haoitabo vòbiscum,
procurate che vi dimori vo-
Respciam vos et cresceref&am. Vi guarderà con occhio di
lacenza, vi farà crescere in salute, i n scientiu, in pmdenza, ecc.
$Eicabimini. E cosa da tutti desiderata. Pregate voi pure, penso,
1 Signore mandi molti operai alla sua vigna. Et frmabo pactum
biscum. Farà alleanza con voi.
to questo a certe condizioni: Bonas f d t e uias vestras et
a vestra: condotta buona, studi buoni, seri, non romanzi, non
rnismo; -che i vostri desideri...D.

23.9 Page 229

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446
VII - Sempre con Don Bosco
11 12 andava a Valsalice e vi restò quasi tutto il tem
degli esercizi per gli ordinandi. .
I1 14 si recò a Foglizzo, tenne conferenza ai soli sacerdo
e ai nuovi ascritti che facevano l'ingresso al noviziato, e i
giorno dopo parlò a tutti gli esercitandi.
Ai sacerdoti tornava a ripetere:
(1 Vos estis sal terrae; vos estis lux mundi, ci dice il Divin Salvat
1) Vos estis sal terrae, destinati a preservare dalla corruzione e
risanare ciò che comincia a corrompersi. E questo, con la parola, co
istruzioni scolastiche, con la predicazione, coi catechismi, nelle
fessioni ecc.; quindi la necessità di buoni studi, di buone let
Anche colle pubblicazioni, perfino colle conversazioni familiari, su
.
esempi di S. Francesco di Sales e di Don Bosco. Gesh ci previene
un pericolo: Si sal infatuatumjuerit in qua salietur? ad nihilum va
ultra; il che accadrebbe colla falsa dottrina; evitare quindi le cat
letture. Non fidiamoci di noi. I capi modernisti divennero tali
essersi abbandonati alla lettura di autori protestanti, naturalisti,
Se si ha da confutare, si prendano le debite precauzioni, com
Bosco quando si pose a confutare i protestanti. Evitare le mormora
zioni, 10 sparlare contro i confratelli, contro i superiori, contro
Regole, non perdere il rispetto, non resistere ai loro comandi; evita
le sguaiatezze: N q a e in ore laicorum sunt nugae, in ore clericmum su
blasphemiae: evitare di parlare di cose indecenti, o di cose udite I
confessione.
» Vos estis Ewc mundi: luceat lwc vestra o r a m hominibus ut
opera vestra bona, et glorificent Patrem vestrum, qui in-coelis est.
sareste coll'esercizio di grandi opere, come S. Vincenzo de'
Cottolengo, Don Cafasso, Don Bosco; ed eziandio coi buoni ese
privati, come Don Alasonatti, Don Provera e tanti altri, anc
estranei.
1) Siate esemplari nella preghiera, nella carità, nella diligenza,
l'osservanza delle Regole; nel tratto colla gente, nel portamento.
che qui il nostro Salvatore ci premunisce contro il pericolo ch
nostra luce pub diventare tenebre e scandalo, colla libertà nel tratto
con la mancanza di carità, c~ll'intern~eranzac,oll'indecenza ne
abiti, ecc. )>.
Ai nuovi ascritti che entravano ai noviziato, 'faceva ri
vare la felicità di quei giorni: Laqueus contritus est et n
liberati sumus; il privilegio d'essere stati scelti tra tan
altri giovani, e le disposizioni necessarie: ricorrere con fi
ducia al Signore nei bisogni ed aver buona volontà.
I - Ultimo uiaggio a Roma
447
-he isneduenremaopmreanntzoodc'eoni tnuosivaiszmi, oe, -~rornicuonrdcaiaunndo
o, un tale proruppe nell'esclamazione: "Si, Don
santo!,, che fu coronata da un subisso d'applausi,
orrideva Don Rua paternamente. Io era desideroso
ome se la caverebbe Don Rua con quell'amo-
ta! Ma fu geniale. Riferì piacevolmente come già
i disse a Don Bosco che Don Rua era un santo,
o, facendo con una mano le corna sulla testa,
erzando: "Sì, Don Rua è un santo!,,. E nella
za con cui Don Rua narrava il fatto era evidente
r nulla fosse tocco da quell'elogio lusinghiero, nel
prova della dolcezza e della sua umiltà, sempre in-
e e alle lodi e alle umiliazioni )).
iorno dopo tenne il discorso di chiusura al corso di
tra cui erano nuovi professi, sacerdoti e coadiu-
esortava tutti a conservare il cuore a Dio, coltivando
; a lodare Iddio colla preghiera, col lavoro e col far
on retta intenzione; a servir Dio coll'obbedienza.
orso di Valsalice prese parte anche il Missionario
rancesco Gioachino M.. Spiuelli, venuto dall'Equatore
di soccorsi, il quale ci dà questi appunti:
12 settembre. 1908, mentre si facevano da noi gli
izi in Valsalice, Don. Rua alla buona notte ci disse:
il prete possa compiere la sua missione in mezzo al mondo,
alcune cose, come la pietà,. la purezza dei 'costumi, la
belle maniere con tutti, e la modestia, ad imitazione di
sto. così il prete acquista e conserva il buon nome, e può fare
bene. Procuriamo in tutto di seguire le orme di Don Bosco.
& la festa del SS. Nome di Maria. Si canteranno i vespri
la Madonna. Procuriamo, come diceva Don Bosco, che
e facciamo, grande o piccola, abbia l'impronta di Maria
sstma, per&&ogni opera della nostra Società.&opera di lblarca.
1 13 settembre diceva:
Bosco stabili che ogni domenica e le altre feste vi siano
nelte nostre Case per quelli della casa; e certi preti si o n -
Ila Messa da loro celebrata. Devono dar buon esempio e
imersi da nessuna pratica di pietà)).

23.10 Page 230

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-~
VI1 - Sempre con Don Bosco
e I1 15 settembre:
1) Domani suffraghiamo i nostri confratelli defunti. Offria
fa S. Comunione, il Rosario, e le orazioni e mortificazioni per lo
si cantera la Messa in loro suffragio. Pensiamo che quelle anime s
molto amate da Gesù, e che cib che facciamo per gli altri, altri
faranno poi per noi.
H Il 17 settembre:
')Se Don Bosco fosse al mio posto son certo che vi ra
rebbe la divozione al Papa, essendo domani il giorno d
Sacerdotale del S. Padre Pio X. Dobbiamo star sempre uniti al
non solo quando parla ex cathedra, ma sempre, anche quando in
ai popoli come maestro. Dobbiamo star ben uniti e saldi con '1, .
In fine dava questi ricordi:
(1 Sancti eritis quia ego sanctus sum; la via più breve
& l'obbedienza, sull'esempio di S. Dositeo.
Obbedienxa negli ordini straordinari. La difficoltàè specia
... in questi: ad esempio all'incarico di fare catechismi, prediche,
cantar Messa, far da diacono, suddiacono o servizi minori
... mpiaogdgiioSriammueerlieti,..c.hiel
per tre volte balza
negoziante non si
dal letto Sono
lamenta mai, se
occasioni
gli cresce
i
o Ob6edienxa nell'admpimento dei doveri ordinari, cio
prie occupazioni. La Congregazione & come una macchina co
di tanti pezzi; tutti devono operare, far la Iòro parte; altrime
va avanti. Quindi impegno per la propria perfezione, e nel
nel confessare, nelle proprie assunzioni: "Fa poco chifa molto, ma non
f a quelche deve fare; fa molto chifa poco, ma fa quel che devefare,,
diceva Luigi Comollo. Evitare d'occuparsi d'altro a danno delle nostre
ordinarie occupazioni e dei nostri doveri. [E ricordava la risposta del
Signore agli Ebrei che si lagnavano di non esser stati esauditi, mal-
grado le loro penitenze e preghiere...].
>> Obbedienza alla S. Regola. Essa è il nostro codice. Fate come gli
avvocati, i procuratori, che hanno sempre il codice civile, penale e
di.procedura, alla mano... Imitate SIGiovanni Berchmans. Studiatela,
praticatela, non solo negli articoli più importanti, ma anche nei più
minuti. Non diciamo: "Non è peccato,,. Qui restano inclusi i voti di
castitA e povertà, e il modo di obbedire o.
11 19 spiegava il modo di ringraziare il Signore dopo la
... S. Comunione facendo l'acrostico della parola ardor: amore,
ringraziamento, domanda, offerta, risoluzioni
-I Ultimo viaggio a Roma
449
a
a dal 22 al 23 parlò più volte: ai soli sacerdoti,
agnia dell'Immacolata, e al termine degli esercizi
i ricordi dati agli ordinandi.
riasco, e diceva: <(Oggi è la festa di San -
lo; e i religiosi debbono, come gli angeli, amare
castità, lodare Iddw in umile povertà, semire
ta obbedienza. Angeli significa legati, messag-
ani debbono essere i legati del Signore, e cu-
me angeli custodi Ia
ssaggeri della divina
gioventù
parola e
dloortotrianfafi.d..atDa;oebdbiaamno-
in mezzo al mondo per Iddio, senza mai cessare di
, come fanno gli angeli nel cielo )).
giorno stesso della chiusura degli
esercizi,
-
ricorda
ionario Don Giorgio Tomatis, venuto dall'India, egli
corsi - gran numero degli esercitandi
o ritornare a Torino; venne pur con noi Don Rua.
dalla sua camera, gli dissero che il treno era in ri-
O d'ora. Don Rua non perdette quel tempo,
vita non ne perdette mai), mi chiamò a sh
condusse nel giardino, e camminando a passo assai
loso come al solito, mi fece fare due giri nel nostro
no, chiamandomi molte informazioni riguardo alle
missioni dell'lndia, delle quali prese sempre vivissimo
e pochi giorni prima Don Rua, trovandosi
O... si era fatto male ad una gamba e non ne era ancora
i a sedersi, ma non volle; son Cedo che
riva molto, eppure taceva ed offriva tutto a Nostro Si-
re, di cui era perfetto modello.
> > ~ ~ ~ iilv taretnoo, tutti si diedero premura di trovarsi
posto. Don Rua salì l'ultimo e volle venire Con noi in
i offerse un posto per sedersi, ma non lo
ettò, anzi usci dal carrozzone e stette sulla piattaforma,
Torino. Durante questo viaggio, forse Per
le che soffriva alla gamba, chiamò due
erano con noi, e volle imparare a fare i).
della croce ed a dare la benedizione in lingua tamul,
rdava quelle formule ancor molto tempo dopo.

24 Pages 231-240

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24.1 Page 231

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450
- VII Sempre con Don Bosco
)>Idue chierici indiani: ora preti salesiani a Tanjor
ricordano con emozione tanta amabili&.
Durante quel viaggio venne a
Valfrè di Bonzo, che viaggiava nel medesi
classe. Arrivando, Sua Eccellenza disse: "Ho
tano un prete, però essendo voltato dalla parte opposta
potevo riconoscerlo; ma ho visto che era tanto magro
non poteva esser altri che Don Rua; venni e non mi sb
Sua Eccellenza, contento d'incontrare Don Rua, lo
a prender posto con lui in prima classe, ma Don Rua p
stare coi suoi figli e star in piedi ed offrire le sue soffere
volentieri, certo per ottenere che i frutti degli esercizi, C
eran terminati quel giorno, si conservassero duraturi >).
La povera gamba gli faceva sempre male, e dovette
nuovo rimanere qualche giorno seduto sul sofà, pu
nuando a dare udienze nella mattinata e a sbrigare
spondenza. Aveva stabilito di recarsi a Roma, appena si
potuta far la consacrazione del tempio di Maria
che aveva stabilito d'offrire al S. Padre come
Salesiani nel suo Giubileo Sacerdotale. I1 venerando P
tefice s'era degnato di rivolgere il suo pensi
di Maria Ausiliatrice destinando ed inviando a
una pianeta di seta bianca con ricami in oro ad alto rilie
che egli aveva indossato per la prima volta il mattino
17 settembre.
I1 31 ottobre s i compì la cerimonia d'addio ad un nu
drappello di missionari. I1 Card. Richelmy rivolse loro il
caro saluto: ((Siate santi, diceva Sua Eminenza, se vo
raccogfiere copiosi man@oli nel campo apostolico; e santi
sarete senza dubbio se batterete le orme gloriose
vostro Padre Don Bosco, che dal cielo v i benedice! )>.
Don Rua prese parte alla cerimonia, e, a vari, rip
all'orecchio: - Sii apostolo della divovozione del Sacro Cu
di Gesù!...
A Don Spinelli disse: - 4 Quando parlerai ai tuoi s
vaggi, in.àmmali d'amore per il S. Cuore di Gesù. Procura
farlo conoscere perchè possano amarlo anch'essi!
Don Spinelli prosegue:
-I Ultimo viaggio a Roma
45%
o a pranzo: "Vedendo che nessuno si alza per
ai nuovi missionari - disse Don Rua alzan-
venivano all'Equatore: "Sta-.
,,; e,"Dirai a Don Santi-
are i F2li di Maria nel
tori, trattateli come
iegati o servienti. Amate tutti i con-
Questi ricordi ce li disse accomodato sul sofà, perchè
..i.nfAevrmenodoaglllei
gambe.
io detto
che
mio
padre
e
mia
madre
fa-
di tutto perchè mi fermassi in Italia, per assisterli
iderio di ritornare
ri, egli mi disse: - Tua madre assi-
opadre! - E così fu; mio padre morì il 30 marzo 1913,
madre assistette il padre mio; ella si trovava sola
o bastarono al Servo di Dio per a-
o' di sollievo; e la domenica 9 novembre presiedeva la
lla premiazione degli allievi delle Scuole d'arti e
rire da un'ovazione interminabile.
un po' meglio dawero; ed insieme coi nostri andarono
i cordiali di perfetto ristabilimento
i cooperatori, benefattori ed amici, convenuti alla festa,
entanti di associazioni ~rofessio-
e industriali. Egli amabilmente espresse la sua sod-
zione per quella prova d'affetto all'opera Safesiana e
a corrispondenza degli allievi alle cure dei superiori.

24.2 Page 232

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452
- VII Sempre con Don Bosco
Aveva deciso di partire per Roma, e il giorno dopo,
lebrata la Messa all'altare di Maria Ausiliatrice, mentre
alunni pregavano ed offrivano le loro Comunioni per i
plorargli un viaggio felice, in compagnia di Don Fra
cesia partì.
A San Pier d'Arena ebbe un'accoglienza la più affettu
e devota; gli alunni non finivano di gridare: Viva Don
Viva Don Rua! Uno -gli diede il benvenuto e gli espri
la gioia di tutti nel rivederlo e nel poter ascoltare una s
parola:
Ci
avevano
detto
che
lei
era
ammalato...
Come
ce
ne
cresceva! Quindi si è pregato assai per la sua guarigione!
ella è venuta! Grazie della sua bontà, e, per l'affetto agli a
nostri compagni che l'aspettano, facciamo di buon anim
>>. sacrzjizio che ella riparta quasi subito per andare a consol
altre case
I1 Servo di Dio rispose ringraziando, più di tutto
preghiere che avevano fatte, fidente di poter, per esse, a
vare felicemente a Roma: a ed anche di voi tutti -
geva -parlerò sulla tomba di S. Pietro e ai piedi del
Pontefice, pregando che diventiate sempre piu buoni e studio
A queste parole quei giovinetti non seppero frena
scoppiarono in un altissimo: << Grazie! grazie!... Evvz
Don Rua!)).
E subito fu una gara affettuosa per awicinarlo e di
iusntaantpea;.r.o.lma aindi
confidenza,
quella sera
cosicchè non rimase
era alla Spezia: e .Don
libero
France
egli pure in continuo lavoro per la corrispondenza del Se
di Dio: ((Hapotuto leggere - scriveva - un bel mucc
di lettere.e quindi comunicare al suo segretario le relat
risposte. Se le cose vanno avanti cosi, non so se a Roma po
far altro che scrivwe. Qui vennero diversi signori a visitar1
Ha veduto con piacere un zoo e più allievi tra int
esterni che gli facevano corona. Ricordò come 21
egli accompagnava Don Bosco, che.si fermava d a S
mentre andava a Roma per la consacrazione della
del S. Cuore...,ed ora egli vi tornava per la chiesa di S.
Liberatrice...
-I Ultimo viaggio a Roma
453
ercava di ottenere che si lasciasse in riposo, ed in-
osavo far ostacolo a quelli che gli volevano parlare.
lenza tutta la sera fino alle otto, e dopo cena parlò
ai giovinetti... Ed erano già le dieci! Alcuni ave-
ppuntamento che li avrebbe ascoltati dopo le pre-
il giorno dopo lo stesso serra. serra attorno a lui.
a gente! quanti divoti inginocchiati ai piedi di Don
e domandano la benedizione di Maria Ausiliatrice!
so vetturino non sa darsene pace, e domanda a chi
o allo sportello in attesa di Don Rua: - Ma chi è
14 e 1/2 del1'11 giungeva a Livorno: I giovani del-
'o furono verso Don Rua quelli che sarebbero stati
on Bosco. Si era convenuta una piccola accademia
pomeridiane, e si tardò sino alle nove, e neppur
lontanava. I1 giorno dopo si fu dal' Vescovo, che
... a, quasi non come padre i1 figlio, ma viceversa, al
o parlare Si era appena tornati a casa, e Sua Eccel-
ungeva per restituirgli la visita, con le più ampie
i grato animo. Anche il Superiore dei Padri Gesuiti
ue volte per ossequiarlo. I1 desiderio di avere la sua
ione, d i far benedire rosari, medaglie ecc., sembra
altri secoli; ed i giovani che si credevano insensibili
ce i più smaniosi. Ciò mi fa ricordare le belle ac-
che nel 1867si facevano a Don Bosco e senza far
mi commovono e mi fan vedere come il Signore
ammirabile. Sicuramente Don Rua è logoro, non
o nascondere,ma grazie a Dio resiste con tranquillità
mprobe fatiche delle visite e deiie conferenze )>.
celebrb nella cappella del Noviziato S. Spirito delle
Ausiliatrice, quindi ~redicòloro la medi-
do i1 pensiero al Crocifisso, al mistero della
segno della Croce )>. Alla Messa assisterono i co-
Tommaso ed AugustaPate. Fece poi colazione
mpagnia; e disse loro due volte: - Preparerò loro
o in paradiso! ma vivranno ancora a lungo!
ere di giovani l'accompagnarono di nuovo all'Ora-

24.3 Page 233

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-~---..----."-"
\\
454
VI1 - Sempre con Don Bosco
tono maschile e ((lacittà di Livorno guardava
tutto quel mondo bambino che andava qua e
sorridente attorno ai loro superiori ed acclamava se
tregua il loro grande amico. Io vedeva qua e'
donne fermarsi a guardare Don Rua, e poi dire meravig
- Che aria pietosa ha mai quel sacerdote! Chi è..? - E
Rua, il Successore di Don Bosco!... - Anche
scaricatori di grano se ne stavano a guardare dime
... il loro lavoro. La nostra comitiva si muoveva lenta e numer
verso la stazione
)) Sull'imbrunire si arriva a Colle Salvetti, dove gli alu
con rara confidenza, dissero a Don Rua che non si cont
... tasse più di passare e partire, perchè amai il loro collegio
uno dei primi, e non solo di Toscana!
)) Chi può ripetere gli evviva, gli applausi di quella
legra gioventù? proprio l&,quasi sulle soglie del nuovo
... legio, si volle improvvisare una festosa accademia Oh
... gioconde cose che gli dissero mai! >).
Il giorno 'dopo vi fu l'esercizio della buona morte
~omunionegenerale; poi udienze continue, pranz
pato, e alla stazione. I1 Servo di Dio vi andò in carrozza p
non affaticarei piedi, 4 ma sempre attorniato da
che si danno quasi la muta, come i valletti d'onore alle
rozze dei principi P.
Lungo il viaggio ((ci siamo veduti comparire in fac
il Card. Maffi,Arcivescovo di Pisa, ed abbracciare come
... padre Don Rua con mille atti di ossequio, e trattenersi qu
fino a Civitavecchia in amichevole conversazione )).
A Roma scese alla Procura, in vicolo della Mi
nei centro. E la mattina dopo <(nel discendere in
con una certa meraviglia ii Successore di Don Bosco
serviva la Messa a Don Marenco. Come quest'atto ta
naturale mi commosse e raddoppiò il fervore!...
1) A Roma era aspettato, e subito molti venne
mattina per chiedere delle sue notizie e per sapere se
avesse.sOffert0pel viaggio )>. Fu un continuo via vai di
sone; Mons. Gauthier del pellegrinaggio piemontese, alcu
del pellegrinaggio di Palermo con Mons. Catalanotto, Mad
I - Ultimo viaggio a Roma
455
Figlie di Maria Ausiliatrice. K Nel dopo
andati a vedere la chiesa che si deve consa-
si è quasi certi che non
alcuni pezzi per la con-
. Non si sa dove. siano, ed il povero in-
speranza di far a tempo... Si spera
... arrivino oggi o domani; altrimenti si deve diffe-
omenica susseguente p).
Procura, ricominciarono le udienze; e, tra
a visitarlo u l'Arcivescovo di Bari, il Vescovo
, e poi un altro Arcivescovo di cui non
nome. Io non m'immaginava che il venerato Su-
desse tanta riputazione di santità in tutti gli ordini,
o in questi due o tre giorni. Una sua benedizione ,
come quella di Don Bosco. Tuttavia mi
a i Suoi occhi, che si vanno facendo più cisposi,
può nascondere che gli diano molestia, col chiu-
sovente e col doverli ripulire. Del resto 6 sempre
sa sia Roma e come, perchè stamattina
in casa a parlare e a scrivere per Don Rua,
ramo si andò a S. Maria Liberatrice, e poi a casa
ed
'io:
a leggere
- Ve&,
per Don
stetti in
Rua.
casa,
Peerrippaorctoii!c.h..e,duri
tosi
o sono inchiodato in casa a scrivere lettere, cartoline
etti, da fami ricordare ciò che doveva fare quaran-
camera la signora Principessa Massimo che
ra udienza; e vanno e vengono, senza poterli contare,
rsi Vescovi che sono a Roma per la gran funzione di
i)>,la solenne celebrazione deila Messa Giubilare
in pena per la chiesa, che forse per mancanza di
i [del baldacchino dell'altar maggiore] non si
nsacrare sabato. Come vi scrissi, l'ingegnere 6 an-
o. Ieri sera si pensava di licenziare gli Operai, Per
ro gli giorni di tempo, e non si sapeva decidere
I6 novembre, ricorrendo in quel giorno il 24' anni-
onsacrazione Episcopale di Papa Pio X,

24.4 Page 234

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456
VII - Sempre con Don Bosco
fu scelto per festeggiare il Cinquant
Messa. I1 sacro rito. solenne venne ce1
con il consueto cerimoniale delle grandi funzioni pa
Oltre il Corpo diplomatico assistevano alla cerimoni
rappresentanze estere inviate dai rispettivi Governi in
sione straordinaria allo scopo di pres
le felicitazioni per la ricorrenza giubilare.
fedeli fu enorme. A cura del Comitato dei
s'era raccolto, e venne presentato a Sua Sa
l a Messa di oltre centomila lire.
((Abbiamogoduto la festa - scriveva
come mai avremmo sperato. I1 caroDon Marenco ci atte
di unirci ai Canonici del Vaticano e far parte del Semina
Vaticano e stare proprio vicini all'altare, donde. vedev
il Santo Padre e... quasi le sue parole. Si era cercato di
un po' da sedere per il carissimo Don Ru
si ottenne; tutti andavano a gara per cedergli il posto.
egli potè star seduto e non stancarsi tra
durò quasi tre ore, ma ci parvero pochi
del Papa la udivamo proprio bene; e la b
data a tutto il popolo ha prodotto un effetto veram
straordinario. IO credo che il Santo Padre conobbe Don
che gli era proprio sotto la sedia, perchè si voltò verso di
in modo più affettuoso. Non credo di aver- intraveduto.
)>Fuuna funzione più unica che rara
le aspettazioni. Abbiamo contato più di cento coppie
vescovi che ci passarono accanto )>.
La sera del 17 passammo in mezzo ad un nuvol
bambini e bambine, e ci si fece d'atto
ricordare la scena che ci raccontava D
... ceduta a lui, quando volle mostrare con
guadagnarsi i cuori dei giovinetti
I1 caro Don Rua ci edifica per 1
prescrizioni del medico... D'una cosa sol
... ritroso, d'andare sempre in carrozza. Gli pare che
volte .si potrebbe far a meno di spender quella lira! Vo
servirsi del tramvai, ma poi, vedendone passare tre, qua
e tutti al completo, allora si decide per la vettura...
I - Ultimo viaggio a Roma
457
a ad essere visitato, e quindi molestato, da
i signori, vescovi ed arcivescovi; un momento fa
vo di Messina e si trattenne un bel tempo o.
dì, 19 novembre, fu a Genxano ((per la vestizione
ne dei crocifissi a cinque coa-
o,da quello che ho potuto capire,
coadiutori. Si partì da Roma mercoledì a
bel tempo, e si giunse tra i nostri con lampade
ai confini della città. Era un'accoglienza di nuovo
a molto cordiale. Don Rua prese occasione da ciò
per applicare a loro la parabola delle dieci
he imparassero ad essere vigilanti per non man-
bello. Io non so come faccia; cioè so benissimo
violenza resiste a queste improbe fatiche
tarda sera, cioè fino a cena, ~ odoi po cena
i.erMe ipienrvditaarveanlao
buona notte, e
a fermarmi con
sempre
i chie-
i chierici futuri, ma mi pareva inutile, perchè essi
un solo crocchio d'attorno al re. Sul mattino di
essa, e fino all'una fu una continua
era a Frascati. (( Io vi era stato nel 1867 con Don
lte vicino alla Villa Sora, e si era
ere una tale mutazione di cose. Allora
ci riceveva ne' suoi splendidi apparta-
n Bosco come suole una religiosa
ammira e crede un santo. Anche Don
quella magnifica villa, ma credo che
se che finisse nelle mani de' suoi figli. Don Rua
emano, e in buona salute, e stassera
mezzo arriva a Roma.
tare vivo entusiasmo e a Gemano
sta di S. Cecilia, ~ranzòal Sacro Cuore, dove
invitò molti coe- ?ratori... Fu una cosa di edifi-
.nDBoonscoR..u.aTcuotmtiequuenllivcehroe
rappre-
lo awi-

24.5 Page 235

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458
- VII Sempre con Don Bosco
cinano ci ripetono le più consolanti attestazioni di rivere
e di fiducia nelle sue virtù... )).
i.. In attesa di essere ricevuto dal S. Padre non aveva a
fatto alcuna visita, tranne al Collegio @o Latino America
dove avevano alloggio molti vescovi americani; e il 2
minciò le visite di prammatica. Ai mattino celebrò a
nità dei Monti; << ove si festeggiava con un triduo
la Beata Maddalena Sofia Barat. Ivi - ricorda Don Gi
Cammarella - rividi Don Rua; celebrammo' conte
... nearnente 'la S. Messa in due altari vicini; lo seguii atten
mente in tutto il tempo che si trattenne in sacrestia p
sando che il Servo di Dio era sempre lui, in ogni luogo, e C
il suo aspetto rivelava sempre l'intima unione con Dio P.
::i 11 25 fu a Tor de' Specchi a celebrare nella cappella
S. Francesca Romana. <<Col&si parla ancor molto di
Bosco, ma non si venera meno il suo Successore. Q
riverenza! Vengono qui da tutte parti, e non una volta
per poterlo awicinare... Io stupisco come ritiene le quest
trattate nelle diverse lettere, a cui ho da rispondere. Ba
che dica il nome dello scrivente e il paese donde vie
perchè ricordi ciò di cui si tratta, e dica come si ha da
spandere.
x Deo gratias! Anche ieri (24) andò a dir la Messa
Farnesina, dove è il laboratorio delle figlie operaie, e h
sciato.quelle fiere trasteverine in un santo entusiasmo, o
bus omnia factus)).
La cerimonia della consacrazione del nuovo tem
venne trasferita e fissata al giorno 28; e i1 Servo di Dio
vita Don Aibera ed altri membri del Consiglio Super.
ad esservi anch'essi presenti. Don Francesia continuav
dare qualche accenno della venerazione che riscuotev
Servo di Dio. Anche il Prefetto di Roma, <<iclomm. Ann
ratone lo accolse con somma gentilezza, e fu contento di
nascere in lui uno zio di un suo prossimo parente. Ott'
persona, nostro vero ed insigne protettore, vorrebbe
l'opera nostra si estendesse, e presto, fino a Borgo S.
remo...
>> Ho ricordato ciò che si fa per Don Rua e come è ve
I - Ultimo uiaggib a Roma
459
ico quasi la meta. L'altro giorno, quando fu
covo d i Siracusa e trattò a lungo delle cose sue,
rsi gli chiese la benedizione. Successe la scena,
quella di Don Bosco coli'Arcivescovo di Parigi;
ui Don Rua s'inginocchiò confuso per terra, di-
lei che mi deve benedire! - Si, benedirò prima
e1 benedirà me e la mia diocesi! - Quando andò
Don Marenco: - Veda, noi vescovi benediciamo
... erato; ma i santi benedicono ex qpere qerantis.
io desiderai la benedizione del vostro Don Rua
ti due giorni ho notato una grave recrudescenza
egli occhi. Stamattina mi faceva proprio pena, ma
e ripiglierà il cacao, da cui spera un vero miracolo
ma al Seminario Irlandese, e si parlò a lungo con
arr, Arcivescovo di Melbourne, che desidera i Sa-
11'Australia. Come
sembrava che la
fu contento
desiderasse
>D>o.n
Rua
di
questa
pomeriggio del 28 novembre alie 4.30, YEminentis-
ard. Respighi, Vicario di Sua Santità, si recava al
io, e, alla presenza del Servo di Dio, assistito dai
i S. Maria della Divina Prowidenza e di S. Maria
edin, dal parroco eletto del nuovo tempio e dal-
della demolita chiesa di S. Maria Liberatrice
mano, racchiudeva le S. Reliquie nella teca che
omani doveva esser murata nell'altar maggiore, e le
solennemente. Quindi s'iniziò la recita del Mat-
ei Martiri, e per tutta la notte si protrasse la sacra
mattina dopo lo stesso Eminentissimo Card. Vicario
minciò la cerimonia della consacrazione, mentre
devota si andava assiepando presso lo steccato,
ato per mantenere libero il passaggio attorno al
ed appena compiute le cerimonie prescritte al-
si tolse, quell'onda di popolo invase le navi late-
tempio, mentre proseguiva in forma solennissima
della consacrazione, ed alle 12 cominciò la Messa
dalio stesso Eminentissimo celebrante. La sacra ce-

24.6 Page 236

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-- ~. ;_. .
:i_._,_.,_,.._~
460
VI1 - Sempre con Don Bosco
rimonia finì alle ore q!E subito cominciò.un
legrinaggio da tutte le parti di Roma a visitare la
chiesa ed a venerare la miracolosa immagine di S.
Libetrarice.
Di quella sera il Servo di Dio doveva essere ricevut
Santo Padre al quale avrebbe fatto l'offerta
pio, ma per un'indisposizione che incols
tefice dopo le eccessive fatiche delle feste g
sospendere le udienze. I1 caro Don Rua
ritardo come una disposizione di Dio, e no
per niente. Soffre solo che non possa andare a visit
altri collegi vicini. Continua il via vai di alte personal
vengono a visitarlo, e tutti se ne partono
Le solennità del Testaccio, a giudizio
un vero miracolo per la quiete con cui si svolsero,
mente la sera di domenica, mentre Roma era in gra
mento >)I.1 lunedì sera la chiesa fu di nuovo piena p
funzione della novena dell'Immacolata, e i giovinett'
scuole ne presero come possesso. Quante donne e m
cfearnmtaarveancoosìmbeeranveiglleialtoeddiidveelldaerMe aedodni nsae!.n..tire'i loro
I1 martedì Don Rua a andò a dir Messa al T e
gli alunni del S. Cuore eseguirono alcuni mottetti)). D
il fotografo prese il suo ritratto, <( ed egli si racco
lo facesse grasso...,se voleva una mancia. Ci si fe
per prendere un biglietto di libera circolazione
tesa dell'udienza pontificia visitare le case vicine.
Di quei giorni non stava troppo bene di salute,
frequenti disturbi di giorno e di notte, ma si ritemer
incommodo passeggero; e il 3 dicembre prese p
cizio della Buona Morte al S. Cuore, dove celebrò e
un discorsetto che non poteva essere più efficace.
<(Si dovette anticipare la refezione, perchè alle 12
tiva per visitare il collegio di Trevi. Nel nost
mento eravamo tre: Don Rua, io e un altro sacerdote.
dopo aver guardato me, poi Don Rua, t
... volse a me e mi disse: - Sono Salesiani?
chiamano? - Allora presi la parola e sor
-
-I Ultimo viaggio a Ronza
,461
davanti niente meno che il successore di Don
icganpoprelDloo..n.
Rua! - Quel buon sacerdote
e ci diceva: - E pensare che
si tolse
deside-
di farne la personale conoscenza!... - Ci disse
era in Roma, aveva tante
que. Alla stazione vennero
rrozzella, perchè l'abitato
la carrozza alla vista del
nfara e subito le voci ,di
ridano dicendo: " Viva Don Rua! Viva
col sindaco è 1%radunata tutta la popo-
applaude a Don Rua che ringrazia e saluta t ~ t t i .
o un caso pietoso. Un giovinetto, nel
e le scale, dopo aver deposto la divisa, sorpreso da
otendo la testa sul pavimento. Fu
ria, e visitato dal medico che era
asa nostra fu giudicato gravissimo. I1 sindaco
ltro medico, e tutti e due dicono
tutto per farlo ritornare
bile. Non sentiva l'acqua bollente
li un po' di sensazione;
diverse mignatte, e in-
insensibile a tutto, tranne al
o. Immaginatevi la pena
etto al Seno di Dio, che solo
dienze, e allora si credette ne-
i del ragazzo. Egli andò alle
allo una medaglia di Maria
cando la protezione di Don
gli occhi con serenità,
cennò di voler dormire. Al
si alza per vestirsi. I1 buon
che mai voleva fare, ed egli
er andare a Messa! - Si
ggiasse, ma era nel suo stato normale; ri-
tenersi accanto a un com-
e quasi faceva cadere lui pure,.. E il medico che

24.7 Page 237

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46
VII - Sempre con Don Bosco
l'aveva visitato con carità patema otto o nove volte,
meravigliato di quel caso singolare; e, solo per prude
si obbligò a rimanere ancor un po' a letto per il molto sa
perduto in opera delle mignatte.
Quella mattina fu proprio una comunione genera
i confratelli si raccoglievano meravigliati e riconos
attorno a Don Rua, che fu il loro angelo consolatore.
parlò a giovani prima della Comunione,, e poi ai confra
ai quali illustrò «il modo di comportarsi coi giovani I)
trarre il miglior frutto dalle loro fatiche, e raccomandò <<
rità vicendevole ed impegno per sant$carsi R.
Un altro fatto che ha dello straordinario accadeva
medesima città, e il graziato, Isidoro Benedetti
fin dal 23-7-1910ne faceva questa relazione:
.ti:.- Mi trovavo a letto malato da oltre due mesi di.
artrite. Era necessaria di giorno e di notte l'assis
continua di due persone per movermi, per qualunque
chè minimo bisogno, spasimando continuamente senz
minuto di tregua, persistendo sempre la febbre, l'inappete
e l'insonnia completa. In tutto questo tempo vissi di s
latte non potendo prendere altro, perchè si aggiuns
terribile male alla gola che m'impediva d'inghiottire la
chè minima sostanza. Nella data sopra indicata venne
Trevi il reverendo sig. Don Rua, a visitare il Convitto
siano, e siccome aveva altre volte avuto occasione di ved
dimandò di me, ed avendogli detto il pessimo stato di
salute, disse di volermi fare una visita, la qual
prima della sua partenza per Gualdo T a d i n i
letto, ove non potevo muovermi. Appena entrò in C
accompagnato dal segretario Don Francesia, dal
direttore Don Rossi, e dal sindaco Giuseppe
venne una convulsione di pianto che non potei
parola. Mi esortò alla pazienza, alla rassegnazion
volontà di Dio, e quindi mi benedisse assieme a
famiglia, inginocchiati attorno al letto. Mi lasciò
del Venerabile Don Bosco, a cui mi disse di raccomand
e, di nuovo benedicendomi, parti.
*Dopo quel giorno io stetti progressivamente se
I - Ultimo viaggio a Roma
463
dopo potei prendere un po' di brodo, che
mese non soffrivo mi fosse awicinato, cominciai
iottire qualche uovo, la gola migliorò subito get-
ori le pellicole putride, e dopo quattrogiorni potei
passeggiata a piedi, e via di seguito, tanto che per
di Natale potei cenare in famiglia, mangiando di
agro senza sentirne alcun incomodo. Poco appresso
all'alto Trevi a piedi, facendo un due chilometri
salita, faticosissima anche per i giovani robusti. Ed
già 18 mesi che sto benissimo, con tutti i 62 anni
Dio benedetto, che per intercessione del
Don Bosco, e per la preghiera di Don Rua, volle
no dei vari medici che
contavano a W o della mia guarigione
ua memoria ho messo una
lapide di marmo, ove sta scolpito: - I n questa camera
isodio di Trevi, che cosa
revi diceva piano e - forte:
o i~tgressodi Don Rua in
quasi sapesse chi gli stava
potete;senza una grazia
ai confratelli, e alle 9 vi
edaglie, avute nel Con-
Roma. Si fecero gare ginnastiche dagli allievi in-
ell'Oratorio; e Don Rua, con mirabile improwisa-
arlò di Don Bosco ginnasta e amico della ginnastica,
si fece quasi ciarlatano per guadagnare le anime.
ginnastiche e le raccomandava ai suoi $gli,
ca del corpo, della mente e del cuore... Svolse questo
o con si rara abilità, che un vecchio professore della
disse: - Questa freschexza di mente e dbondanxa di

24.8 Page 238

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464
VII - Sempre con Don Bosco
idee e ordine lo fanno paragonme a Leone XIII...
udito a parlare con si rara disinvoltura ».
Esortò -gli alunni ad ascriversi alla Arciconfratermia
Maria Ausiliatrice, ed ai confratelli a non aver paura
scarso numero degli allievi: << Nolite timere, pusi1Zu.s gr
Praticate la povertà: quaerite primum Regnum Dei!...
giovani, in voi medesimi; e il Signore vi
come abbiam accennato, erano appena 38 gli alu
... ber0 poi tutti gli anni, finchè nel 1916 passavano
e più sarebbero stati se non fosse mancato il posto!
4 Ai partire da Gualdo nella carrozza d
pure era venuto a prenderci il dì innan
Gualdo. I giovani convittori con una piccola fan
visata stavano suonando dal ciglione del loro gia
dell'oratorio, dalla parte opposta, sul ciglio
salutavano e plaudivano, e noi passavamo in mezzo, me
un bel sole era venuto da poco a rallegrarci... 0.
A notte rientrava a Roma, e il 6, seconda do
dell'Awento ed ultimo .giorno dell'ottavario d
zione, celebrava al Testaccio, all'altare di S. Maria
trice, ricordando con riconoscenza quanti l'avevano coad'
vato nel compimento del sacro edilizio, e dopo Messa ten
ad un'accolta. di Cooperatori e Cooperatrici
privata conferenza nel salone della sacrestia, semp
tando Don Bosco e nascondendo stesso.
Signori cooperatori e cooperatrici, in questa solenne oc
sento il bisogno d i farvi un po' di storia e compiere qualche
>> Sono cinquant'anni
sciuto, accompagnato da
che
un
cilhiVereincoer.a..b,ivleenDivoan
Bosco, quasi
per la prima
Roma, dove c'era bisogno di occuparsi della gioventu. Co
dalla paterna benevolenza di Pio IX di canta memoria, fece
di venire. Ritornò nel 1867 accompagnato da un giovane pre
non era più quel chierico, ma un altro confratello, perchè v
noi come una gara di amicizia... Don Bosco ritornò altre
veva cercare ospitalità, finchè le Venerande Oblate di Tor de' Spe
gli offrirono un alloggio. Nel 1870 era già quasi definitiv
sata per lui una chiesa ed una casa, ma le pratiche andarono a
Finalmente ne1 1879 venne invitato da Leone XIII ad assu
fabbrica di una chiesa. Accettò e con generosità ne ingrandì il
I - Ultimo viaggio a Roma
465
scuole per gli esterni.
iesa incominciata qui in Roma
di riconoscenza
al valente Ingegnere, ai membri del Circolo di S. iMa-
ngraziamenti e I'iascshiceurcaoznicoonresedriopcroelghloierore.o..bolo.
raccomandare di continuare a venirci in soccorso.
lla chiesa, e come molti lavori siano da ultimare.
scuole, manca l'oratorio ancora... Non si stanchi la vostra
orrete voi, e fate concorrere altri.
appuntamento per il cielo?... Spero ritornare a
formare il completamento della
Hemptinne benedisse la Sala
ccanto la chiesa per le riunioni parrocchiali, dovuta
gnificenza d'una fervente anglosassone convertita al
,ismsool,enlanistiàgndoerlal'ICmlmemacsoonla.ta, si chiusero 1 festeggia-
Don Rua, dopo Messa, benedisse il vessillo del Cir-
iovanile di S. Maria Liberatrice. Alla cerimonia ven-
nvitati dal Consiglio Superiore della Gioventù Cat-
tutti i Circoli e le Associazioni giovanili della cittA.
O rito fece da madrina la Presidente delle nobili
di Tor de' Specchi; e Don Rua, prima di consegnare
no tremante il vessillo benedetto al Presidente del
disse, tra l'attenzione più devota, brevi parole di
del
di Dio Michle &o. Vol. 111.
..

24.9 Page 239

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466
- VI1 Sempre con Don Bosco
«Abbiamo compiuto il rito della benedizione del vostro
preparato e riccamente ricamato dalle RR. Ob
e questo vessillo, ora benedetto dalla Chiesa,
a voi, o valorosi membri del Circolo di S.
» I militari annettono la più grande imp
bandiera [e ricordava Pesempio da' soldati di Napoleone];iinchè
tola la bandiera prendono coraggio e cercano ad ogni costo difen
L'onore del reggimento consiste nel difende
Si toglie per punizione la bandiera, quando con i
disonorano.
A voi, confratelli carissimi, due finali&io pre
Liberatrice, e cooperate con lei a liberare il prossimo dalle insi
demonio [che si adopera in tutti i modi per tener lontane le
dalla via della salute e dal premio eterno]. Ben mi sono accort
festa della Consacrazione [quale sia il vostro zelo
Io ve la consegno come
Vedendola sventolare, vi
rpicreozridoesraetme edmeiovrioastdrei lldeoveri...
t) Ora credo interpretare il vostro desiderio, indirizzando i
cboenrdeiarlaiprpinregsreanzitaamteednatillaallleorRoRv.enOebralatateSduipTeroiorrad.e.'.
Specchi,
n.
qui
E ricordava la generosa cooperazione p
Suore alla costruzione del tempio, promett
gelosamente conservata per loro la più viva riconosce
fatte speciali preghiere. Anche alla signora C1
rava gli stessi sentimenti.
Chi non vide come si svolsero le feste,
Francesia, «può dire di non aver ancor assistito ai
della fede. Si vedeva quella gente che un momento
o si stimava essere senza religione, stringersi attorno
prete che non conoscevano, che non avevano mai ved
chiedevano con insistenza la benedizione, la medaglia,
sapevano allontanarsi D.
Mons. Jorio, Arcivescovo di Taranto, pontificò alla
solenne.
Si pranzò al S. Cuore, e v'intervenne anche il
Vicario, che fu tanto ((compiacente per Don Rua, C
reva fosse un pari suo. Anzi, tra le altre
parlandosi della benedizione di chiusura, e
qual Cardinale era stato invitato, egli diceva
- Che che? stasera deve dare la benedizione il
-I Ultimo wzaggio a Roma
467
e a nessun altro!-
dre Abate De Hemptinne,
predica lo si attese più di
che non veniva, andò all'altare
contenti, ma non Don Rua, che
o la benedizione andò alla Badia di S. Anselmo
disceso al Testaccio una
e gli avevamo detto. C'è. da am-
Rua, ma anche la Provvidenza
disposto, a nostra insaputa e contro i nostri con-
sse l'ultima benedizione delle feste il Cardinale Rua! ».
ornale vi dirà tutto il resto di quella gran festa,
furia religiosa che si suscitò verso di lui, dopo la
ne. Chi ha veduto ciò che succedeva a Maria Ausi-
ando Don Bosco si trovava in mezzo al popolo e
medaglia e gli chiedevano la benedizione, può
onda di gente che si accumulava ed accalcava
ondizione, e sesso. Sono
fu presente, ieri sera,
i ho veduto una cosa &M... Che miracolo di
etuto che sarebbe tornato a
del Testaccio fosse compita:
, prendendo occasione
promessa: - Don Bosco, alla dedicazione del
ci salutava dicendo: Arrivederci in paradiso! Don
riamo a compiere I'opera
ci rivedremo. E speriamo che ciò sia
Don Rua, all'udir quelle parole, sorrideva
cembre fu ricevuto dal S. Padre. Dopo un venti^
privato colloquio, Pio X degnavasi ammettere
Don Bertello del Consiglio Supe-
erale Don Marenco, Don Fran-
ettari Don Barberis, Don Conelli, e Don Rota,
rice Don Gatti. Visi-
ricevute, il Servo di

24.10 Page 240

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468
VI1 - Sempre con Don Bosco
Dio li presentò a uno a uno a Sua Santità, ed il S. Padre e
per tutti una parola carezzevole e squisitamente benevol
affettuosa. Anche Madre Daghero, Superiora Generale de
Figlie di Maria Ausiliatrice, con Madre Coppa, Ass
Generale, e varie consorelie, ebbero la gioia di pro
ai piedi del Santo Padre. Don Francesia lesse un breve i
dirizzo firmato da Don Rua, ove si diceva che i Sales'
erano accorsi ai piedi di Sua Santità, ultimiper tempo ma
ultimi nell'amore, e pregavano il Vicario d i G. C. a gradz
l'offerta della chiesa dedicata a S . Maria Liberatrice co
monumento perenne del suo Giubileo Sacerdotale. Pio X
ringraziando e benedicendo a tutta la Famiglia Sales
parlando della nuova chiesa e del quartiere del Testacci
- Quella, disse, è una zona di cure indefesse per manten
i fedeli nella religione e richiamarne un gran numero a
pratica della fede! - E volgendosi al nuovo parroco:
L'opera vostra, continuò, sarà ardua; sarete combattuti
vostri nemici, ma non v i scoraggiate; estate fortes in bel1
persevererete nell'opera, come ne son certo e come appare
I'azwne spiegata dai miei carissimi $gli del venerabile D
Bosco, i frutti che a voi ne verranno saranno copiosi e n
nerativi, perchè qui sulla terra vedrete numerose persone acc
rere alla casa di Dio, e frutti più copiosi avrete in cielo per
Dio saprà compensare ad mura I'qpera vostra p).
Le Figlie di Maria Ausiliatrice presentarono a Sua
tità un magnifico amitto, che i1 Sommo Pontefice
tanto e promise che l'avrebbe usato egli stesso, ed ebbe anc
per loro e per tutte le loro opere parole più conforta
Di quella sera Don Rua scendeva a Caserta, e P I I ce
brava per la comunità, raccomandando agli alunni di a <(
il più caro amico, Gesù in Samamento >)A. i confratelli, ad
in conferenza, inculcava di compatire le mancanze de
vani, attenersi al sistema preventivo, e prestarsi vicen
.mente aiuto con coraggio e generosità. Faceva una visita anc
a Portici ed esortava la comunità u a finir bene l'ottava
l'immacolata e a passar ottimamente la novena di Nata
Il' 13 pranzava a Castellamare, e brindava a tutti face
4 auguri di prosperità e di fornir nuovo contingente al n
..
I - Ultimo viaggio a Roma
469
nzano o. Nel pomeriggio era a Napoli, ove tenne
corsetto illustrando i<( l fatto di quel giovane... che
accolto uno spillo comincid la sua fortuna».
e queste brevi comparse erano le più salutari. Don
on Rua desta l'entusiasmo di Don Bosco e la vene-
gli si dimostra è di uomo di virtù st~aordinaria.
e la sua dimora sia così breve e la sua, più che
ia piuttosto apparizione. Tuttavia il benefizio che
no di risentirne è grande. Io ho veduto confratelli
crime agli occhi, che mi dicevano: - Oh! perchè
iamo più vicino? Fortunati quelli che lo vedono e lo
- Anche certi caratteri indifferenti, che io avrei
freddi come la neve, li vidi in più occasioni caldi
nsivi, come mai li avrei creduti capaci...)).
indaco di Alvito il 14calò a Montecassino e, nell'in-
o tra un treno e l'altro, trattò dei suoi affari col
ati a Roma si salutarono tutti i confratelli, ven-
i a trovarci alla Procura, e tutti si soffriva pensando
ni i), quando si partì ((a mezzogiorno in punto )>.
he il Servo di Dio dovette partire commosso, tor-
... o1 pensiero al 1887, quando aveva accompagnato
osco nell'ultimo viaggio a Roma! Anche per lui era
'ultima visita alla città eterna, e sapendo che si awici-
gli pure all'ultimo giorno, dovette tornar gradito il
che come Don Bosco s'era recato l'ultima volta a
er umiliare a Leone XIII la chiesa del Sacro Cuore
corda del suo Giubileo Sacerdotale, egli aveva fatto
nto coll'offrire a Pio X la chiesa di S. Maria Li-
rti alla volta di Ancona per visitare anche l'istituto
i Loreto e la Santa Casa, per la quale aveva tanta
stazione di Gualdo nuovi saluti; a Loreto <(un'acco-
roprio festosa... A mezzo la via si trovavano gli
n un codazzo di giovani esterni e dell'oratorio.
sti che avevano meritata una medaglia d'oro a Rama,

25 Pages 241-250

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25.1 Page 241

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470
VII - Sempre con Don Bosco
vestiti della loro simpatica divisa, s'erano raccolti co
bandiera desiderosi di far qualche saggio. A casa, mal
l'ora tarda si voUe fare un po' d'accademia, e il dire
Don Giovanni Albera fece molto bene la presentazione
Don Rua invitandolo a benedire quanti erano là radun
Io vedeva signori e signore, e specialmente popolane che
erano adunate nel bel teatrino, che solo si riempie ne
grandi solennità. Non si potè andar a cena che alle 9 '/2
I1 16 disse la messa della comunità: ((quantepie pe
si trovavano anche a quell'ora per fare la Comunione
sue mani! I1 Sindaco, il Vescovo, tutti i Canonici, si fe
premura di far giungere i loro ossequi e il desiderio di
derlo. E fu un via vai'di gente malgrado la pioggia, e sare
stata ancor più, se si fosse saputo che il buon padre parti
di quel giorno.
)>Calandoalla stazione, si fermò alla S. Casa... In qu
l'ora si faceva la funzione della novena di Natale, ed abbia
preso la benediione che si dava nella Basilica, 'stando i
nocchiati nella S. Casa. Era un cumulo di idee, che
credo essere stato il solo ad avere per la mente. App
Padri Cappuccini, custodi della Basilica, si accorsero di
Rua, lo trascinarono con pietosa violenza nel loro ufficio..
vollero che mettesse il suo nome nel Libro del Santuar
dove si erano fumate, ultime, Ia Regina Margherita e la s
Dama la Marchesa di Villamarina. Io dissi tra me: -
potenza della pietà! Don Rua è il re dei cuori dei Sale
... awicina e supera i re della terra!... anche qui la
morale è riconosciuta )).
Ad Ancona fu ospite dell'Arcivescovo: ((un padre a
tuoso non avrebbe potuto'' trattarci con maggiori rigua
Tirava vento, faceva freddo, e l'Arcivescovo stesso v
accendere
delle cose
il fuoco, invitarci ad
che riguardavano i
anccoosstrtiaricni,teereisnstia..n.toAallepa
circa si andò a cena... ed io era commosso a vedere le ten
sollecitudini per Don Rua... Avrebbe voluto che cena
senza far digiuno, prendendo almeno un po' di brodo,
non potè riportare vittoria >).
La sera dopo si fermava a Jesi; Don Francesia n
I - Ultimo viaggio a Roma
47
oluto, ma egli l'aveva promesso, sapeva d'essere
mantenne la parola. Celebrò presso le Clarisse.
eve avileedrie,pllaDes.sotaentmaRpl'oeutraàa...,...egqliuisniddi idciegviau,nog:uardandolo in
he dice? Bisogna far penitenza! Non è mai pas-
bi il coraggio di ricordargli che non saremmo
rugia che alle tredici... Egli mi guardò sorridendo,
do la sua acqua con un po' di cacao, continuò a
con le buone Suore che si erano adunate aIla
le 13 giungeva a Perugia. L'Arcivescovo <C l'aspet-
paterna ansietà. Che non fece per trattener Don Rua
ella sera soltanto! Egli seppe resistere con mirabile
tcità ed ottenne di poter ripartire alle 16.10 per Firenze.
un'ora e mezzo circa se ne fecero delle cose. Per al-
a fermarsi gli si era preparato il letto dove soleva
re Leone XIII, e per il suo compagno quello dove
Pio IX. Ma fu tutto inutile. L'arcivescovo fece però
iere i chierici nelIa Biblioteca, e volle che lasciasse
ricordino e poi li benedicesse, e primo s'inginocchib
Bruno Paciotti, che fu presente aila visita del Servo
, c'inviava questi pensieri:
a sola vista di Don Rua induceva nell'anima fremiti
'asma, e palpiti concitati di pietà e di fervore cri-
o vidi una sola volta a Perugia,i n Seminario; la sua
un'apparizione celeste; tanto vivide mi ,sembra-
acce dello Spirito Divino irradiare dai solchi leg-
sua fronte e dalle linee ascetiche del. suo volto
, che mi pareva trovarmi in un'atmosfera di vita
ata dalla nostra povera terra. Non esagero, ~ e r c h è
esenza di quell'uomo l'anima mia si accese di una
a favilla di venerazione, e vinto, quasi direi ammaliato,
rza morale che a torrenti mi sembrava scaturire da
ntii tutto il valore divino e la dignità sovrumana del
l"vivo ego,jam non ego,, di S . Paolo si associò spon-

25.2 Page 242

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472
VII - Sempre con Don Bosco
taneamente alle mie impressioni e mi sentii felice e più
nella mia fede, perchè sentivo di aver visto un Santo. Ci p
di Cristo in Sacramento e del suo amore; non disse C
e.dotte, ma la parola semplice e piena gli fluiva dal la
sorridente e misticamente atteggiato con tale impeto e
cerità spirituale da suscitare una veemente corrisp
di affetti. La parola dei santi & fiamma che brucia e puri
ed io credo che in quel momento dalla bocca di Don
partirono scintille di vita che provocarono incendi più
meno forti di carità. Ci benedisse, con tale effusione di C
da sembrare trasmissione del suo spirito buono in noi; e
ne fummo consolati e fatti più ardenti nella .nostra missi
di bene. Oh! come vivifica e rasserena la purezza di un santo.
<< Si giunse a Firenzc alle sette! La pioggia - pros
Don Francesia - aveva cessato per dar luogo al vento.
folate! Esse però, se agitavano le bandiere che era
sotto i portici, non potevano nulla su quei cari gi
Tutti vogliono far festa a Don Rua; ed egli si rassegna
volentieri e con sacrifkio. Appena appena alle
dire di aver appagate le prime brame. Molte cose s
tono per il dì seguente. Ma quasi tutti i pro
delusi per un disturbo improvviso succeduto a D
Più volte in questo viaggio, e precisamente a Rom
Trevi, a Loreto, ebbe gravi disturbi, e a Firenze si rinn
rono più gravemente, seguiti da svenimento.
Si era in chiesa per la santa Messa, e Don Rua no
vedeva. - Che gli sia intervenuto qualche incommodo? -
il direttore; e, fattosi coraggio, apre la porta della camer
entra... e veramente trova il venerato Superiore spo
in posa da far pie&...
-
mandar
Che cos'ha,
a chiamare
igllimdediciceo?imhpaiebtoissoigtono.i..l
direttore.
- Sta' tranquillo, per ora ho solo bisogno di a
dee la Messa!
- )> Ma in questo stato!
>> - E l'unico rimedio che mi farebbe bene.
)>Ecosi si dovette fare. Di mano in mano che la
andava avanti, egli acquistava forze e potè senza inco
I - Ultimo viaggio a Roma
473
rla, fare la Comunione a tutti quei duecento allievi,
rii con alcune parole. Finita la funzione, e dopo
o un po' di brodo con pane, mi disse:
Sai? bisognerebbe telegrafare a Torino che si arri-
i sento proprio bene! Scriverai a
persuadere ad aspettare fino a mezzogiorno, e
la chiesa in costruzione, a salutare
etti dell'Oratorio »,compì la cerimonia dell'ammis-
ompagnie di S. Luigi, di S. Giu-
del SS. Sacramento, e tenne conferenza ai confra-
mandoli a curare la propria perfezione e a praticare
Le ~reghierédegli alunni di
, e nonostante le otto ore di viag-
si rinnovarono i disturbi. Alla stazione di Bologna
si'cercò con avidi occhi la Casa;
l'aere fosco, non permetteva che la si potesse ve-
na e poi a quella di Borgo S. Don-
involontariamente uno sguardo, se mai si fosse
Don Rua che quasi alzando la
te col cuore e col labbro rac-
ava a Dio i figli che non poteva vedere )).
... dieci e mezzo entrava nell'istituto di Milano, e an-
la mezzanotte!
celebrò la Messa della Comunità senza fervorino,
.
visitare il Card. Ferrari per combinare l'erezione
tra chiesa in parrocchia, in vista della legge che si
eparando per il prossimo febbraio. I1 21 tenne con-
ai confratelli, svolgendo questi pensieri sui quali
richiamato l'attenzione dei con-
stire la nostra carne e di assoggettarsi a
inerenti alla vita. E ciò per la nostra
more richiede amore, e noi procuriamo di corrispondergli
vivamente, con atti di ossequio, fatti con particolare af-
Messa, nella Comunione, nelle preghiere, nella medita-
*

25.3 Page 243

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-.,>
-.,---....A --
474
VII - Sempre con Don Bosco
zione, nelle visite. Inoltre ricordiamoci sovente di lui, e mari
a lui frequenti giaculatorie.
>> Il nostro amore sia generoso; corrispondiamo come
siamo alla generosità del suo amore; sopportiamo per
mente le sofferenze della stagione e gli incomodi per i nostri
aiutiamoci a vicenda, in chiesa, nelle scuole, nelYassistenza
mente col perdonare prontamente, e coll'osservanza delle R
Ble Patronesse comunicò una speciale benedizion
S. Padre, e raccomandò i lavori per il compimento del
pio di S. Agostino e i bisogni dell'Istituto, dov'erano a
molti orfanelli.
La sera prosegui per Novara, e qui pure parlò agli al
alle Patronesse, e ai confratelli. Alle Patronesse addi
necessità di venir in aiuto all'istituto, e di cercare ben
tori, anche col suggerire testamenti a beneficio del1
Ai confratelli, dopo essersi rallegrato del buon avviam
della casa, inculcava unione fraterna, subordinazione ai
periori, e lavorare con buona volontà.
Finalmente la sera del 22 dicembre rientrava nell'ora
in discreta salute, e tutti ne ringraziavamo il Signore!
I1 28 dicembre, negli imperscrutabili disegni di
piombava anche su Don Rua e sulla nostra Società
vento per una di quelle terribili prove, che fanno s
meglio comprendere la caducità di questa vita!
Alla mattina una violentissima scossa di terremoto
guita da,un maremoto terribile, seminava la distruzione
morte sulle coste della Calabria e della Sicilia. In
secondi Messina e Reggia, con altre località e paesi, cadev
rasi al suolo, seppellendo duecentomila vittime!
Ogni comunicazione interrotta!... e le prime not
gran lunga inferiori alla spaventosa realtà, si diffonde
per l'Italia e il mondo intero la mattina del 29.
Nel pomeriggio di quel giorno S. A. I. e R. la Pri
Maria Laetitia di Savoia-Bonaparte, 'veniva all'orat
visitare gli orfani calabresi del terremoto del 1905.
gentile fu affettuosamente compreso anche dagli alu
mezzo ai quali s'era già diffusa la notizia del recente
stro; e tutti fummo commossi nel vedere Sua Aitezza s
I - Ultimo oiaggio a Roma
475
i Don BOSCOper visitare Don Rua, che da
o era di nuovo costretto a non uscir di stanza
ambe. Le notizie che giungevano in quelle
sempre più grave il disastro, e noi eravamo
s d a sorte dei nostri, quando Don Rua, se-
Bosco, telegrafava al-
di Messina, al Card. Arcivescovo di Catania
miei confratelli ed allievi della
S i d i a , penso propikiare sopra di essì la bontà
per provvedere ai più
ti, sìcuro di compiere opera
il Servo di Dio, dolente
accorrere egli stesso sui luoghi del disastro,
elle nostre case della
il coadiutore Tagliaferri.
giungere un telegramma,
ziava essere già constatate
di Messina. Era la sera
di circostanza a tutta la
per la"Strenna,, del nuovo anno; e il Servo di Dio,
e le malferme condizioni di salute, volle scendere
a noi, e nel salone del teatro, dal palco, dopo le
e, con un'espressione ' di dolore intenso prendeva la
ci' dava questa strenna:
te, Gesù nella mia bocca,
L'espressione dell'ac-
la persona, i1 vivo do-

25.4 Page 244

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-_ . . ,. . < . .
476
- VII Sempre con Don Bosco
lore che sentiva nell'intimo del cuore, lasciarono una
dolorosa impressione in tutti i presenti, non meno C
triste notizia, e si andò a letto pregando anche per il S
di Dio.
Gli alunni dell'Oratorio, addolorati per la sorte lacr
vale toccata a quei compagni, fecero domanda a Don
che loro concedesse di celebrare un funerale per i gio
periti nel disastro. Il buon Padre non solo annui, ma
apposita circolare si affrettava ad invitare i Cooperatori
Cooperatrici Torinesi a quello e ad un altro ufficio fun
in suffragio dei salesiani e dei cooperatori passati anch
tragicamente all'eternità.
Intanto era giunto un espresso di Don Bertello, nel
si diceva chiaramente che, data la posizione della nostra C
di Messina e la solidità dell'edikio, tutti si erano lusin
che i nostri non avessero sofferto alcun danno, men
((ecco la spaventevole realtà. Sono morti e rimangono
sotto l'ed@izo i confratelli sacerdoti: Pasquali Giu
Pirrello Vincenzo, Claris Dario, Urso Antonio, Lo Faro
cangelo, Rapisarda Mauro; i chierici: Manzini Mario, V
Giuseppe, e il coadiutore Longo Giuseppe. Perirono ino
t~entottoalunni e i famigli iMarotta Antonio, Marotta Sa
tore, Pirrello Francesco, Zuccarello Alfio. Molti furono z
riti, ma nessuno gravemente >>.
... Dunque il numero delle vittime sommò a cinquantu
questo numero da tempo era nòto al Servo di Dio! E
l'interessante dichiarazione di Don Francesco Piccollo,
abbiamo preannunziata.
Dopo aver descritto il viaggio fatto con Don Ru
maggio del 1906 da Bava a S. Andrea al Jonio, Don Pic
prosegue testualmente così:
((Durante questo viaggio da Bava a S. Andrea al
avvenne un discorso tre me il sig. Don Rua che non
tralasciare (e ce ne fece ugual racconto anche a voce) p
attesta la potenza miracolosa della preghiera di lui.
,)Si era verso le 9 di sera; noi soli nello scomparti
scarsamente illuminato da una lampada a petrolio;
Barberis in un angolo e Don Giacomo Ailavena nel1
-I Ultt'mo vikggio a Roma
477
ivano; io approfittai di quel momento per dire a
enta, sig. Don Rua, io ho, più che una preoccupa-
resentimento da qualche tempo che tra non molto
orire, ma non solo, con una cinquantina dei nostri;
che saremo in 52 a morire. Don Rua mi guardò
prese la cosa alla leggera, ma mi chiese di spie-
io; ed io aggiunsi:"Non ho altropensiero, non dove,
; ma la voce interna mi dice che quando mo-
o 52 a presentarci a Dio,,.
Rua tacque, ed io mi misi subito a pensare ad altro.
spiagge Calabre rese ancor più tetre dalla oscurità
; spiagge desolate al mare, mentrechh la Calabria
ridente nell'interno; e mentre ero in questi pen-
on Rua mi toccò leggermente sulle spalle e mi disse:
Senti, caro Don Francesco, io ora pregherò per te,
e tu dici non ti capiterà più!
a mai più pensato in seguito a questa conversa-
dentale. Più tardi dovetti lasciare il governo del-
per motivi di salute; mi era ritirato a Soverato
, per riposare e cercar di guarire, stante il poco
. "e Davoepvoo Pinasqquuael alunodgdo;aavtreovvoarfeatitogiaonvcahnei
dei progetti
di Messina;
Natale venturo vi stard, come ho qua' sempre fatto,
al Capo d'anno,,. Invece venne la mia nomina a
delle ispettorie Napoletana, Romana e Ligure, io
difficoltà ed opposizioni, il mio stato di salute era
nte; ma Don Rua tenne duro, ed io dovetti sob-
a questo lavoro faticoso di viaggiare e compire il
dato nelle diverse case. Quando si arrivò al 28 di-
1908 io ero ad Aiassio; ricordo ancora che sognavo
dove avrei voluto trovami, ma quale fu la mia
ia, unita alla più grande costernazione, quando mi
Messina è venuto oggi il terremoto; ne son morti
o dopo saputo notizie più particolareggiate e co-
numero dei morti nel nostro Istituto, che fu di cin-

25.5 Page 245

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-. ~. -
~~
..
--
- --
478
vII - Sempre con Don Bosco
quantuna uittima, non potei a meno di constatare che la p
e le preghime di Don Rua avevano salvato il + l u a n t a
che ero io!... t>.
Don Rua il soprannaturale era naturale, e m
molti altri fatti, oltre quelli che abbiam potuto racco
potrebbero luminosamente dimostrarlo. Ma c'era i
tanta umiltà e soleva compierli così dimessamente
scenderli sotto il velo della bontà di Maria Ausil'
o di Don Bosco, che quelli che ne ricevevano 'il ben
&inariamente li ascrivevano anch'essi a Don Bosc
Mafia Ausiliatrice, pur ammirando la bonth e la cari
gran Servo di Dio.
-I I Alla vigilia della Messa d'oro
I1
VIGILIA DELLA MESSA D'ORO
1909.
118 vittime del terremoto e per gli orfani superstiti. - La
economo Don Rocca. - Egli pure va declinando. - Nel
'versario della morte di Don Bosco addita le benedizioni
Il'lstituto, la protezione di Maria Adiatrice, e le conso-
'anno passato. - Insiste di far bene ogni mese l'esercizio
morte. - A YaLFalce per la festa di S. Francesco. - II
. Eulalia. -Predica il triduo di S. Giuseppe alle Suore
della Marchesa di Barolo. - A Nixxa Monfmato per
'anie professionireligiose. - u Pietà, umiltà, obbedienza o.
Madre Generale, che se Don Bosco avesseguardato alla
a, ora non sareì Don Rua!,,. -Al Nmi:iato consoia e
e s o f f m t i .- Da tutti prega per la sua salute, ma
un
+re
altro confratello
predicherai il
... o f i a l'esistenza
Vangelo, mal
al S i p m e per
ma! ... ma! ...,,.
atu~aleera in lui abitualmente rivestito d'una semplicità
- Sempre al lavoro. - Festose accoglienze al vescovo
ns. Marenco. -"Prendi anche questo zucchetto, che ti
-re,,. - Presso le Figlie di Maria Amiliatrice; a Cavqlià,
V a a deporre trenta volte nel Processo Apostolico
- - di BeatzjZcaxfme e CancnZzzaahe del Venerabile
Non prende alcun riposo. Compie 72 anni. Il giorno
n i s i annunzia la formazione del Comitato per i festeg-
&o Giubileo Sacerdotale, ed egli va ripetendo: " Voi
-V?, e farete la festa senza il santo!,,. - Adesioni
e. omaggio degli ex-alli&. -"Brindo a te, Don

25.6 Page 246

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W==
480
V I I - Sempre con Don Bosco
Paolo Ubaldi, che per il primo hai recato ad #etto un in
desiderio di Don Bosco e mio!,,.- Ne
dell'anno cinquantesimo della sua o
... lori: i moti di Barcellona,la rivo
- Messico; Marsala! I l S@no
perchd dovete ancora lavorare per tanti anni,,. -"Sappi che io
molto pregare per te! ...,,. - Durantegli esercizi spirituali a Va&
. Come si comporta, quando
istanza al Santo Padre per ot
di Maria Ausiliatrice in
V a Adunanza da' Diret
entusiastiche dal Chilì e da Milano per le sue Nozze d'Oro. -
Lanxo, a Foglizzo, a 1vrea.- Povere gambe!... - "Gu
far la medicazione solo.
amor di Dio! ...,,. - A Lombriasco, a Foglixxo, a Bie
terra, ma in para
- Continua con ammirabile perfezione ad inte
. - U n saggio: come consiglia un direttore e un isp
- tutti con pienezza squisita. Un giovane sa
egli risponde in latino. - L a sua memoria 2
maroso con tutti, d di una gentilezza
. - Esce L'ultima volta da Torino per rec
- dove compie gli anni, i mesi e i giorni
all'Oratorio. Annunzia ai direttori le consolazioni avute nel
pietà, regna una grande illibatezza'
esatta osservanza delle Costituzioni,
collocamento ad antichi allievi e ad
padrone n& nostri mori e in tutte le nostre case,,.
I1 10 giorno dell'anno s'inizi
vittime del terremoto coll'offrir al Signore tutte 1
e le Sante Comunioni che si facevano ai piedi di
I I - Alla v&ilia della Messa d'oro
, come avrebbe desiderato, ma
sb dall'assistervi l'uno e l'altro giorno, pro-
al catafalco, col dolore nel cuore ed anche sul
defunti - scriveva alle
delle consolazioni e alla
dei Cristiani, i desolati
no con noi la perdita dei loro cari. Oh! mw
nforto alle madrz', ai padm', ai fratelli, alle so-
tutti dei miei cari confratelli e concedete loro
nno certamente fatto di
carità in quella dolorosa circostanza brillb anche
ri superstiti. Molti feriti trovarono ricetta presso
salesiane, egli pose il nuovo istituto di Borgia
one del Vescovo di Mileto, e un gran numero di
rono accolti nei nostri istituti, chè non ve ne fu
e non s'affrettasse a comunicare a Don Rua d'es-
a ricevere qualche orfano del disastro.
Ossiamo dire con precisione a qual numero asce-
27 furono subito accolti nell'istituto d i Catania,
'tuta di Gemano grazie alla provvida bontà del
re, zo in quello di Novara, ed altri nell'oratorio
anno di amarezze e di
Dio era prossimo a rag-
premio, e i suoi meriti si andarono moltiplicando
io l'economo generale della So-
a le sue delizie nell'assi-
ibondi, veniva chiamato
Snio di Dio Mirheie Ruo. Vol. 111.

25.7 Page 247

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482
- VI1 Sempre con Don Bosco
al letto di un'inferma in Corso Regina Ma
lungi dall'oratorio. Dopo averle prestato i co
fu visto allontanarsi un po' barcollante; e i familiari p
rono d'affacciarsi ailg finestra e seguirlo con lo sguardo
via, ma non lo vedevan comparire. Apersero la porta
trovarono li fuon. a terra, aggrappato con le mani alla
ghiera della scala. Era stato colpito da emorragia cereb
Trasportato immediatamente all'Oratorio, nonostante le
più assidue e i voti più ardenti, il caro Don Rocca, bene
ripetutamente dal Servo di Dio, volava al paradiso, e la
salma veniva accompagnata al camposanto da un gr
di ex-allievi, ammiratori ed amici. Contava appena
La bontk congiunta all'amabilità è una dote non
e Don Rocca ne possedeva tutti i tesori e li pro
generosi* per questo era amato universalmente,
di Dio ne senti assai la perdita.
Anche la salute sua andava declinando; tanto lavo
tante amarezze avrebbero spezzato pur la sua
un aiuto speciale del Signore; e le soffer
crescendo, le gambe gli s'erano enfiate ternbilme
tava a camminare.
((Doveva - ricorda il fido Balestra - medicargli
le gambe. La medicazione consisteva nel far bo
qua una o due pezze di garza dieci minuti, poi le ap
a una o due piaghe... questo rimedio gli faceva
a motivo della gonfiagione, bisognava che stesse a letto,
sofà con le gambe distese, e questo lo faceva con rinc
mento quando non ne poteva più. Stando in piedi o se
la gonfiagione andava crescendo )).
Eppure chi non sapeva quanto soffrisse per quest'i
modo, quasi non riusciva ad awedersene; tanta era la
voltura con cui continuava ad attendere alle occup
quotidiane. La gloria di Dio e l'imitazione di Don
eran le leve potenti che gl'imponevano ogni sac
pensiero sempre rivolto a far regnare l'amore a D
anche nei confratelli, il 31 gennaio 1.909 scriveva
<( Oggi, nell'anniversario della morte del nostro
Fondatore e Padre, io sento irresistibile bisogno
II - Alla M i a della Messa d'oro
483
arrebbe di venir
debba essere natu-
n Bosco dal cielo,
llibile della Chiesa si trova, ci ripeta, con
senza pari, alcuni insegnamenti e varie utilissime
udivamo dalle sue labbra durante la sua
nferenze che il gran Padre 4 teneva di
oi carksìmi fgliuoli, nelle quali, attin-
amor di Dio e di
eva trasfondere ogni volta ne' suoi
i su <c gli innumerevoli bene* 'che
cessi all'Oratorio e la visibile protezione di
a vwso il medesimo o, e tornava a rilevare:
i dacchè egli fu .chiamato alla
lui fondata ben
nedetta dal Vicario di G. C., continua il suo frut-
ccia della terra, va ognor più
ercasse altri migliori stru-
egli infinitamente ricco
del nostro Venerabile
erci e consolarci. Ve-
izioni di Don Bosco
loro imprese. Ma per

25.8 Page 248

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484
- VII Sempre con Don BOSCO
venire a cose concrete e più recenti, qual m
protezione di Maria Santissima che.l'avere sfatate
nie con cui ci assalirono i nostri nemici durante l'a
Non ostante il satanico accanimento delie sette, ma
le enormità strombazzate da una stampa empia ed o
noi ci vediamo sempre circondati dall'affetto e dalla
di numerosi amici e benefattori. Non abbiamo scorto
raffreddamento nelle relazioni coi nostri benemeriti C
ratori, che continuano ad essere il nostro principale sost
Voi medesimi potete assicurarvi che punto non i: dim
la salutare influenza che ognora esercitarono s0,p
immensa di giovanetti i nostri Collegi ed Oratorii
Inutilmente si tentb d'ispirar loro diffidenza
verso i loro superiori, maestri ed assistenti.
1) E non & questo un dolcissimo conforto, un e
incoraggiamento per chiunque nutra un poco di amore
la nostra Pia Società? Anche noi potremmo ripetere ci
diceva Don Bosco in un momento di fiera lotta pe
Oratorio:
I nostri nemici, egli diceva, hanno
distruggere la nostra Conpgazione, ma
perc,&èhanno da fare con chi è più potente di loro,
colla Beata Vergine, anzi con Dio medesimo che disperde
loro consigli (Cinque Lustri, pag. 609))).
Un altro pensiero gli dominava nella mente: La
c'imegna che h sapiema e l'onnipotenxa di Di0 si manifes
specialmente nel ricavare il bene dal male));e
come già avesse altre volte accennato che << dalle patite
secnzioni J> confidava che sarebbe provenuto
nello zelo per la salvema delle anime, maggior impegno
servanza delle nostre Costituzioni, somma e costante da
nella sorvegliarma degli alunni I>, dichiarava C
4 I MIEI VOTI FURONO ESAUDITI! o.
6 L'anno scolastico test2 ternzinato ebbe UB esito felice,
l'amore pmto a miez'Jigliuolinon fa ve
scrivere questa bella parola: l'anno 1908 2
d&ordini i~fatto di moralità e discsciplina. Se si tien conto
fragilità umana, dello spirito del mondo in mexm a ai V ~ W
- Alla v%ilia della Messa d'oro
485
, di cui dobbiamo essere grati
&io raggiunto in forma più elevata, le
ate aila Consacrazione del Tempio di S. Maria
conseguente udienza del S. Padre, i frutti
ncipio dell'Oratorio
della buona morte.
... d ottenere la nostra salvezza Mentre fra il clero
dosi in tutte le diocesi i1 ritiro
ro che il nostro esercizio della
che i sacerdoti
ildfeurbvboiroe ecghlei npeentsraaevvaacpheer aamrraicicehriarevsiecminporea1pigùralna
e s'era venuto assiduamente
o sin dalla giovinezza, splendeva nettamente nella
ne meravigliosa con la quale, a costo di qualunque
; continuava ad occuparsi del progresso spirituale

25.9 Page 249

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486
VII - Sempre con Don Bosco
dei Confratelli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e d
lo awicinavano.
La domenica 7 febbraio si recava a ce1
S. Francesco di Sales a Valsalice e
girico del Santo, due cose additava, tra
meritano particolare attenzione, « la serie
la costama nel tendere alla perfezione )>.
che sapeva cogliere belle sentenze dalla
vano di guida e di stimolo al bene e che poi gli servir0
dwe così utili e gradevoli i suoi scritti n. « Mai che p
tralasciasse gli esercizi di pietà ».
L'rx febbraio si recò a visitare le Figlie di Maria
liatrice di Torino, che si preparavano a celebrare la f
S. Eulalia in omaggio all'Ispettrice Madre Eulalia B
diceva loro:
(<Voivi preparate a far la
tarvia diventare tutte Eulalie. Eula
dovete tutte parlar bene con Dio, con
>)Con Dio. Preghiera [evitando i difetti
troppo in fretta, o svogliatamente, e sonne
di non essere esauditi. La ragione sta in^
maEe petimns... Cioè non parliamo a D
Con noi medesimi. Parliamo
tqausatilcchheerireim, seprpouvrernoonbosarbraonttnaondo... s
messo qualche sbaglio, cerchiamo di getta
se qualche lode ci viene data, pensi
... se qualche disapprovazione o contr
ragioni in nostra difesa Invece aver pensieri di
feribri, questo d parlar bene.
>> Cogli altri; dolcezza, affabilità.
offensive; rendere edificanti i nostri
di non dire nè bene, nè male; bensì
delle consorelle e dell'istituto evit
Benchè stanco e affaticato, accettò di predicare i
in preparazione alla festa di S. Giuseppe, al
pine, addette all'lstituto Marchesa Falletti di Barolo
allora il Rifugio, anche in segno di riconoscenza alle
Religiose, che tanto assiduamente si adoperavano in
favore, prowedendo e riparando la biancheria del Sa
- 11 Alla v%iZia della Messa d'oro
487
Una in particolare, Suor
tutto il giorno, e quo-
ava e trovava l'aiuto di molte altre mani.
no il Servo di Dio svolgeva loro questi pen-
dobbiamo lavorare; ((anche Adamo nel pa-
e doveva lavorare; dopo il peccato fu per lui
sudore vultus tui vescees pane o; e ne indicava i
e lo comanda: FiEi, conserva tempzcs... Particula
eat. Dimanderà conto uspue ad ultimum qua-
parabola dei vari talenti. {Altro motivo si
maestro di ogni iniquità; il ferro fuori d'uso
ce... Così noi [se stiamo
condizione è lavorare nei propri doveri, cioè ciò
i. I1 tempo è di Dio e non nostro; non ab-
e a nostro piacimento. Far tutto colla mira
ere di vivere una vita di pre-
d giorno innanzi, proponeva loro a modello
della preghiera; come l'acqua.
i è necessaria la preghiera. Non
is, quasi ex nobis, sed suficientia
facere r; e ricordava i prodigi
etulia, da Tobia, da Cornelio,
a, e la pioggia di Elia, me-

25.10 Page 250

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VII - Sempre con Don Bosco
.. che va a chiedere aiuto dopo la mezzanotte.
... )>MariaSS. modello. Conservabat omnia verba haec in cor
E le andava meditando e come ruminando Voi sarete solite
I1 30 giorno ricordava che la nostra vita è vita di sacri
Giuseppe, Ma&, Gesd a.
- II Alla vigilia della Messa d'oro
489
ava a Nizza Monferrato. Si legge nella cronaca
Accoglienza filiale e cordialissima al venerato
aggiore Don Rua che giunge fra noi per la so-
sura dei santi esercizi delle novizie.
- I santi esercizi ebbero luogo nella casa
ma la solenne funzione della vestizione e pro-
osa si compie nellacasa Madre. I1 signor Don
ssa
de
e distribuisce la S.
la sacra funzione
dCeollma uvneisotinzei.onAel.l.e.
1 pomeriggio, vespro solenne e benedizione di
preceduta. dal discorso d'occasione,
neratissimo Superiore. La religiosa - egli dice
erare nella virtù mediante la pratica dei mezzi,
formano appunto la parola può: Pietà, Umiltà,
ricevuto l'abito religioso. Sono entrate nell'anti-
Ricordate la preghiera dei 40 martiri di Sebaste:
anta nella lotta; quaranta s i a 0 i coronati! che
esta la vostra preghiera.Anzi desiderate di
Ila vostra felicita; pregate a questo fine:
ere tale fortezza praticate tre cose: Pietetd,
della grazia; giovatevi
itazione, delle confe-
... , avete bisogno di essere la-
re. Celeste Prendete in
e Regole, l'orario, a di-
ad eseguire gli ordini
xiaca ci dà questo riassunto più dettagliato:
rse più, hanno vestito
14,hanno fatto la prima
te, tanto con quelle che
hanno avuto l'abito e le
a alla parola del Signore
e i 40 martiri di Se-
evuto l'abito religioso,
che non tocchi a nes-

26 Pages 251-260

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26.1 Page 251

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l_&-..:;:;/
i.
490
- VI1 Sempre con Don Bosco
suna la sorte di quel martire che è venuto meno
raggiungere la corona. Stante il gran bisogno di Fig
liatrice e della mancanza di vocazioni, pregate la
che ne faccia suscitare e che aggiunga altre sue Figlie
si estenda così il regno del Signore e fra le popolazion
le ulfedeli. Pregate, nuove novizie e nuove professe, affi
mandi molti operai nelle messi evangeliche.
» Colui che persevererà sino alla fine sarà salvo, e
maner fedeli, ciascuna può riuscire nella bella impresa di e
severante sino alla fine.
» L pa~rola PUO' vi dà l'impronta di tre virtù che vi
perseveranti:
>>p-. Vi rammenta la Pietà, la divozione. La p
la base della vita religiosa. Quando si dice: "quel tale
stessa arol la deve comprendere pietà, divozione, e pre
che qu'esta pietà sia anihe la base della vostra vita, e per consegu
che diffidiate delle vostre forze e poniate la vostra confidenza in
m..e-d~ iante
~~
~
gli
de el
esercizi d i pietà che
mattino, di1 giorno,
vi sono res scritti dalle Regole
della sera: la medicazione, la S.
munione, la lettura spirituale ecc.; tutte quelle che si fanno dur
la settimana, la confessione, ecc.; tutte quelle che si fanno dur
il mese, l'esercizio della buona morte; du
spirituali ecc.; tutto questo serve per r
perseverante sino alla morte. La preghiera impetra
il Signore a concederle. I Sacramenti sono i canali
la grazia per guidarci nella via della salvezza e della pe
nella vocazione. Nella S. Messa bene ascoltata il Signore v
grazie nelle anime dei fedeli. La S. Comunione ci 1'Au
simo della grazia, e venendo nel nostro cuore viene ricco di*
E poi, se l'anima si lascia indebolire e viene a perdere la sanita
C'& il Sacramento della Penitenza che viene a lib
a risanarla dai mali, perchè questo Sacramento è il gran
mali spirituali. Vedete dunque che la pietà è il m
nella via della
Santa Messa.
sCa'lèvelzazam. eVdiitsaoznioonlee..m., eediccoinmeepfearrltau?ttsiii
saprà contribuire a farci passare bene la giornata,
i giorni, perchè ci darà tutti i giorni un nuovo
spinta a camminare nelle vie spirituali; e cosi no
la lettura spirituale. Dunque il P è la base de
spassiamo all'U. - Umiltà; tutti ne abbi
cialmente quelli e quelle che entrano in noviziato.
un bisogno particolare; devono considerarsi legno
destinate ad essere modellate per rappresentare in
leste; un tronco, dunque, che ben lavorato, deve
Madonna. nel senso s~irituale.Lo scultore dovrà
- Alla vigilia della Messa d'oro
49'
che i1 lavoro va avanti, con delle lime e limette lavora in
la materia si piega e fa quella figura che vuole. Voi dovete
colla vostra Maestra; e come il tronco non si ribella sotto
scultore, cosi dovete far voi. A volte nelle conferenze
pi in generale, a volte nei rendiconti vi darà dei colpi
re; guai se vi mostrate superbe, sareste materia refratta-
crediate mai che la vostra Maestra vi parli per passione
ni avute; ma pensate ch'essa è una madre, e dite: "Vuo]
e di me un'immagine della Madre Celeste; voglio essere rico-
te.e prendere in buona parte le correzioni, comunque vengano,
e scherzose,,. L'umiltà è la virtù che aiuta tanto a disporre il
re virtù. I1Signore resiste ai superbi che non sanno pren-
a parte gli avvisi, le correzioni; che non vogliono sapere
oli, ma hanno sempre pronta qualche scusa, o gettano
spalle degli altri. Noi leggiamo nelle vite dei Santi che
umili furono quelli che ebbero grazie. Guardate il pubhli-
O che riconosceva le sue colpe e domandava perdono; non diceva:
O stato condotto, sono stato indotto ecc.,,: ma diceva: '<Sonoun
uardate il farise0... E il Signore disse:
il fariseo condannato,,. Riconoscete
ticolare, quando andate a con-
ite correggere di certi difetti
conoscenti a chi ve li fa conoscere,
l'essenza della vita reli-
, castità, obbedienza. In certi
obbedienza, perchè racchiude
comprende tutte le virtù religiose. E voi avete qui a
tra attenzione: diventare perfette nell'ohbedienza.
Signore, che vi dirà: "Per-
e, ti darò cose grandi!,,. Osser-
i lei assegnati; cercate di farli con tutta attenzione, esattamente, pron-

26.2 Page 252

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V_._
:-_/l _ , - . +
"".... ~
49=
- VII Sempre con Don Bosco
tamente, allegramente, senza lame
frite al Signore l'opera vostra C 0
lavoro ordinario pub aggiun
una cosa e ci viene detto di
Adagio; se vedete che po
& umil&): $< talla
anche ci&che lei mi comanda,,.
proprio facendo il lavoro per 1
allegando pretesti per non farlo; potendo fare 1
dagnate doppio merito. Vedete come fanno
hanno diversi clienti; si fanno in cento per p
maggiori guadagni. E noi che vogliamo au
cerchiamo di essere contenti di queste occas
l'anima nostra; e ricordiamo che con l'obbedienza si p
l'umiltà, e la pie&, e tutte le virtù del nostro stato ».
<(Mtrovava da tre anni a Perosa - dichiara Suor
Ceiarina-nel Convitto J e ~ yd,ove mi recai co
di conoscere da
le Suore.di Maria Ausiliatrice
manifestare loro la mia vocazione, la quale aveva s
tenuta nascosta, persino al mio confessore. Non tardai m0
a fare indovinare all'o
in occasione della visita d
la fortuna di esporle i miei desideri.
Madre non mi accettava a causa della
Fui,molto dolente. Una grande lotta mi dist
namente: i miei parenti mi chi
famiglia, la voce del Signore sempre più viva si fa
sentire in me, e mi sembrava C
altra vita se non questa. Nel 1907, nel mese
vetti recarmi a casa per motivi di famiglia, e mi accomp
l ' o h a direttrice fino a Torino. Arrivata colà, dopo
visitato il Santuario di Maria Ausiliatnce e fatta una
visita alle suore, voleva salutarmi dicendo di volersi
dal veneratissimo D
12 per Pavia,
Io, che desideravo di pa
direttrice a volermi condurre
un po' a malincuore per tema che io per
tr-o
a visitare la cappella del Venerabile Don
m'inginocchiai, pregai con fervore e dissi tra me e m
- Alla lavigilia della Messa d'oro
49 3
quindi vedrù se la mia vocazione è vera; se egli
osso stare a casa con i miei carissimi genitori,
a farmi suora; se invece dir&al-
scire nei mio intento,,.
ena di gente che aspettava, ed io
la buona direttrice parlò della
e prime, e questa
uando f u m o innanzi
a benedizione, la di-
la mia vocazione comunicandogli
e avevo avuto dalla rev. Madre Superiora. ~d
re a dire: "Dite alla reverenda Madre :Generale
t0 alla mia magrezza, ora non
ancora, ci disse altre sante
t0 di uscire ripetè: "Ricordatevi, dite alla
avesse guardato alla mia
a non sarei Don Rua!,, Dopo tali parole sentii
n cuore e una forza che mi sarei sentita di sfidare
i fermai a casa un mese... Dopo altri quattro
nue lotte, un telegramma della mia direttrice
Torino il I
la medaglia
odimpaogsgtuiolan1t9e0,.8..
e
e
passai a Nizza,
il 21 marzo 1909
religioso pure benedetto dal santo Superiore.
P0 la funzione, presente la Madre Gene-
siete rzÙscita nevvero? ci siete riuscita!,,,
rendevaraszi icaomnetnentitie..d.
ossequi
a.
con
quel
sorfiso
ccademia in onore di Don Bosco e del
uccessore >),i1 quale in fine diceva: a Tanti e%-
elogi io non conosco di meritarli, ma li accetto
seguiti dalla promessa che pregherete per me, che
bisogno. Desidererei essere una copia d i Don Bosco,
con la mia, e me
ce una brutta copia
divenire
iltù, ma
una vera
cpoepricah!è...è
cosi;
e
rebbe avere tante e tante figlie per
ltre case... Si vede che C'& molto desiderio di

26.3 Page 253

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%: ,wy.=.. ~~
~~=..*.,..+~
~
494
VI1 - Smmpre con Don Bosco
averle, e il Signore dice: - Pregate 12 Padrone de
affinchè mandi operai nella sua vgna. - E que
a voi: - Pregate il Signore a@nchk mandi molte oP
lavorare nella sua vkna D.
11 22 celebrò al Noviziato e tenne un
della S. Comunione: << Gesù sta per venire a voi e, C 0
a ~ ~ -.T~u rim2arra:i con me! - dice anche a voi:
tenetevi con me; cacciate ogni altro pensiero dalla
... io parlerò a2 vostro cuore. Trattenetevi con
liare! conversate con lui! Io v i faccio questa esort
impa~atenel noviziato a parlare con Gesù cuore a
&almente dopo la S . Comunione!)).
<<Primadi partire si recò a salutare le novizie in
torio, e: - Procurate, diceva,..di far tesoro delle par
vi vengono rivolte nelle prediche, imprimetele nel C
nella mente, e traetene profitto per 1
ad imprimervele nella mente, è bene ric
non accontentatevi di prendere solo d
ma di quando in quando, durante il gio
cercate ]e occasioni di praticarle; anche questo 6 un
che v i lascio, e che v i può giovare nella virtù P.
E proseguiva con tenerezza: << Voglio che faccia
patto tra noi, che voi preghiate per me, pe
dere alla volontà del Signore; ed io pregherò per voi
il Signore vi faccia conoscere bene la
e doni a tutte la perseveranza nella via che avet
11 vostro fine & salvare le anime vostre, e .insieme
anime. Un segno di vocazione 6 già quello di averv~C
q ~ i ; ' ~ r e ~ilaStigenore che vi conservi degne di questa g
E paternamente ascoltava e confortava colla sua
quante desideravano parlargli.
<(Ricordo- scrive Suor Emilia Cordone - di
recata dal rev.mo signor Don Rua
anno di sua vita, in un momento di
11 buon Padre, prima ancora ch'io
letto tutta l'anima mia, mi disse: -
un pensiero che v i gioverà per vivere trai-uila, ed
<<NoanfJliggeteviper il passato, che, appunto p@c'hk
Alla vigilia delta Messa dJoro
495
hrbare; e nemmeno dàtevi apprmaone p@
volte, quello che noi temiamo
non avviene, e, quando pure il Signore lo
SemPe la forza necessaria. Il vostro
'esente,Per soffrire con merito e farvi una
,. Le sue parole operarono in me come
e presentemente, mi dànno forza e co-
ferrato - attesta Suor Maria
o assai per il mal dei denti e soventissimo
occhi piccoli sfoghi (orzaioli), e un po'
' Per l'altro doveva sovente esser bendata
caverata del Cottolengo. Tutto ciò faceva
vedeva ogni giorno cambiare
a a me grandi tristezze e timori. u n a sera
ci tmnuDZiÒ per l'indomani la visita del
ore Don Michele Rua, ed io piena di fede
, O anche solo a toccare la
certa che mi guarirà!
n o seguente, appena arrivato, la Madre Maestra
n fondo alla scala nell'entrata, dove il caro Padre
sare per venirci a salutare. A bella posta presi
icino alla porta, certa che l'avrei avvicinato e
si la mano e,
re sugli occhi e sulla faccia.
dre si volta indietro, ma
momento 10 sfogo, l'orzaiolo che 'avevo sugli
con esso il mal di denti. Sono passati 24 anni
e ho mai più sentito nemmeno
uesti mali. Non potrò mai dimenticare la
di sì buon Padre, e nell'anno e mezzo che
destinò a Valsalice incaricata per la &iesa
dei nostri Padri, non poteva passare nep-
a vicino alla sua sacra Tomba, senza entrarvi,
testa su quella mano benedetta ed invocarlo

26.4 Page 254

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-
496
- VII Sempre con Don BOSCO
... per tante altre grazie per l'anima e per il co
sua benedizione )).
(<prima di partir per Torino, tornò in Casa Mad
fu salutato con venerazione da tutta la Comunità, cu
benedisse con effusione di cuore...)).
11 povero Don Rua sentiva sempre
salute, crescere il male aile gambe, ed a
... chi. Lo vedevamo tutti, e da tutti si
che il Signore ce lo conservasse! e
propria vita a Dio, per la salute dell'a
Un buon confratello coadiutore a S. Benigno
Francesco Michele Cosner, faceva ai Signore l'offerta d
sua per prolungare quella del S
municava a questi per lettera; e Don Rua, in data 26-
gli rispondeva: (I M i torna molto gradita la tua del 17-
?ente,per il buon cuore che in essa d i m s
generoso che vorresti compiere a mio
cuore; ma sccome la nostra vita è
dispenso dalla tua promessa, la quale ad ogni modo terrò
sente ed apprezzo molto. Da mia. parte non mancherò di
al Signore, afinchè ti benedica e ti c o n s a '
nella sua santa graxia. E tu pure prega per me, che
aff.mo in Corde Jesu Sac. MICHELE RUAB.
Di quei giorni, il 28 marzo, p
e caritatevolissima signora francese, la contessa
Colle di Tolone. Unitasi, in giovane età, in matrim
Luigi Henry Colle, fu allietata da un caro e s
che in giovanissima età i1 Signore volle in pa
sendo gli anni in cui Don Bosco cominciava a
suo nome la Francia per i prodigi che co
passava, chiamarono al letto d
il quale vi andò e s'intrattenne con lui in i
11 caro giovinetto diceva poi ai genitori: - Sono
abbandonarvi per andare al paradiso! A n d h in
Don Bosco me E'ha detto! - E Don Bosco dichia
apertamente: - Iddio v i toglie l'unico figlio, p ~ c h d
come vostri figli tutti i miei orfanelli!- E così fecero
sissimamente. E il Servo di Dio, come s'era fatto per i
- II Alla vigilia della Messa d'oro
497
celebrassero anche per la consorte solenni
il crescente indebolimento, non parve conve-
di Dio esimersi dal fare ciò che aveva sempre
non impensierire i confratelli. Non si di-
re le funzioni della Settimana Santa; gli co-
o fatica, ma donò a tutti la più alta edificazione.
del giovedì santo fece la lavanda dei piedi e,
e a cena attorno a se gli alunni che avevano
ostoli, diede loro un piccolo ricordo, e
queste -parole: (1 Tenete per protettore I%[postolo
ortato il nome. Spero che parecchi di voi sarete
eque v i troviate, tutti fate da apostoli>).
ra era un allievo artigiano, che aveva rap-
cui a quando a quando il Servo di Dio
,e
predichmai
ialdVainntgeerlvoa,llmi ap!i.ù..
dm'uan!.a..
volta ripetè:
ma!... - 11
dichiarava egli stesso, ne rimase assai impres-
ci pensò più. Finito l'anno scolastico, tornò
opo alcuni anni contrasse matrimonio e andò a
insieme con la sposa, fiducioso di far fortuna.
sciato il suo mestiere e s'era dato al commercio.
le sue speranze, che non trovava nessun
dalla fame accettò la proposta d'una società
andare a predicare il Vangelo per le strade.
o, e cominciò. E proprio il primo giorno,
casa abbastanza soddisfatto, cena e va a letto, ma
cchio. Che è, che non è? I1 pensiero torna
ricorda gli anni che aveva trascorsi all'oratorio
fissa dinanzi al pensiero la figura di Don
,vemdai!.s..anmtoa!,..e.
lmeas!u..e.,,p.arNolee:
"Tu
resta'
ide di troncar l'impegno assunto,
ddormenta. All'indomani va da chi aveva avuto
e rinunzia; poi cerca e in settimana trova un buon
gli permette di guadagnar bene, e tornato in Italia
sa e un bambino, pieno di riconoscenza e d'ammi-
narrava quanto gli era successo.
Servo di Dio Michele Rzo. Vol. 111.

26.5 Page 255

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VII - Sempre con Don Bosco
I1 soprannaturale - torniamo a rilevare - era nel
di Dio vestito della più schietta semplicità, ed abitua1
nascosto dall'umiltà profonda o velato dalla carità.
((Andava negli ultimi mesi - narra Don Francesia
trovarlo ed a consolarlo anche un antico compagno di sc
che perlui aveva sempre serbato tenera affezione ed in
labile amicizia, come quella che s'era abbellita dei p
d'infanzia. In un momento di esaltazione, questo
Don Rua si era lasciato trasportare a parole e scritti i
lenti contro chi meno doveva e pubblicamente minac
di continuare lo scandalo chi sa fino a quando. Il car
Rua, appena conobbe che autore di quegli scritti era 1
compagno, non mise alcuna dilazione, ma andò subi
lui per pregarlo in nome dell'amicizia, se non per al
tivi, a desistere da quella pubblicazione. Quando
si vide davanti Don Rua in atto supplichevole, ne fu
scosso che gli si confessò pentito di quanto aveva fa
subito lo pregava che facesse lui come meglio credev
comporre le cose, lasciandolo arbitro per ogni acca
mento. E noi sappiamo come l'atto caritatevole di Don
fu benedetto da Dio ed ebbe il successo più completo.
quelli che lo vennero a conoscere, non poterono non a
rare la sua carità >).
L'8 maggio,' festa di S. Michele, era a Foglizzo, te
un bel fervorino prima di amministrare la S. Comu
e parlava graziosamente anche all'accademia, come si ac
nella quinta parte.
I1 Circolo Giovanni Bosco di Torino inaugurava i
locali in via della Consolata il g maggip e volle inizi
festa con una devota funzione neila privata cappella d'
Bosco all'oratorio. Celebrò il Servo di Dio, ed ebbe e
sioni di santo entusiasmo per lo spirito dell'associazion
con paterni accenti raccomandava ai soci d i conservare
loro la più stretta unione, pur discutendo liberamente-,
tener sempre alta la bandiera di Don Bosco.
I&22 celebrava per le Dame d'onore di Maria Au
trice. Rilevando la bontà e la generosità della Madr
leste come appariva dalle molte grazie da lei concess
- II Alla vigilia della Messa d'ovo
499
ella sua corrispondenza: «Ravviviamo - di-
tra confidenza e ricorriamo a Lei p w noi, e per
e per la nostra città. E studiamoci di consolarla.
usta maggiormente in questi tempi è forse la be-
va dilagandosif Adoperatevi per impedirla.
con le giaculatorie P.
a di Maria Ausiliatrice celebrò di nuovo nella
Don Bosco ed ammetteva alla prima Comunione
di sei anni, Gustavo Bruni, che morì due anni
ndo cara memoria di sè; e gli volgeva queste
ortazioni: G Hai ricevuto Gesù. Sei divenuto
to d'invidia agli Angeli. Gesù si è dato a te,
&li, praebe milzi.cor tuum - il che significa:
disgustarlo, dargli consolazioni; per E'avvenire
Geni, e sempre di Genis.
a di Maria Ausiliatrice fu resa più solenne dalla
1 Card. RicheImy e di Mons. Morganti, Arcive-
na, ex-allievo dell'oratorio; ed il Servo di
'nque e mezzo celebrò all'altare di Maria Ausilia-
era per l'ultima volta prese parte alla processione
maggio alla chiusura dei festeggiamenti giungeva
a 3 nuovo vescovo salesiano Mons. Giovanni IMa-
on Rua lo attendeva in fondo alla doppia fila degli
hierati in attesa per baciargli l'anello; e a quando
sollevavasi alquanto sulla persona ed appuntava
sul figlio dilettissimo che si avanzava lentamente,
pertamente manifesta la soddisfazione di por fine
ia, ad una brama, da più giorni compressa. Non
tuta recarsi a Roma per la sua consacrazione, ma
isposto che v'assistessero alcuni membri del Capitolo
re e che avesse luogo nella chiesa di S. Maria Libe-
co che gli occhi del buon Padre s'illuminano di
braccia si aprono salutando:. perchè aUa distanza
trenta passi il suo sguardo s incontra finalmente
O di Monsignore. Questi, non appenal'ebbe scorto,
il cappello e lo consegna al segretario, e allargando
braccia prende ad affrettar il passo verso l'amato

26.6 Page 256

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- VII Sempe con Don Bosco
500
Superiore, mentre i giovani, accortisi della tenera
riverenti aprono ilpassaggio. Fu un istante comrnove
novello Prelato s'inginocchiò, e restando in ginocchi
baciare la mano al Servo di Dio, che a siia volta gli
sacro anello, e dandogli e ricevendone un lungo ab
gli sussurrò all'orecchio tutta la sua consolazione.
All'indomani Mons. Marenco tenne i n Maria A
trice il primo pontificale, e la sera ricevette l'omaggi
comunità. In fine il direttore Don Marchisio gli o
nome degli alunni, un messale stampato bene e artistica
legato, e, a nome di Don Rua, la croce episcopale
tava sul petto l'indimenticabile Mons. Lasagna nel
istante in cui moriva vittima &uno scontro ferroviario.
signore, col volto acceso di commozione, suli'istante s
la croce che aveva sul petto e per mano dello stesso
di Dio baciò e si mise la preziosissima che gli veniva o
dicendo: - Questa croce sark quella che porterò nei
più solenni; e dal mio petto, allorchè ~iaceràa Dio p
con sè, intendo che torni nelle mani del Superiore pr
della Pia Società Salesiana, affinchè assi continuame
petto episcopale in petto episcopale salesiano.
11 Servo di Dio si trattenne ripetutamente in col1
col nuovo Vescovo; e questi, dopo otto anni di epis
a Massa Marittima, quando, nominato Arcivesc
Edessa ed Internunzio Apostolico di Costarica, N'
e Honduras, nel febbraio 1917 fu a Torino per co
dai Superiori prima di partire per la nuova mission
dichiarava, e ne prendemmo nota nello stesso giorno
Don Rua ne1 maggio del 1909, oltre avergli dato a
santi consigli (alcuni monita salutis li
gli aveva fatto due doni: Mi offri -
diceva
diceva
-Mounnsai
s
letta in cui erano riposte le chiroteche (un paio di gua
le sacre funzioni, ornati con lo stemma arcivescovi
usate da Mons. Riccardi, Arcivescovo di Torino, e
busta contenente un pile010 rosso, con la scritta di su
gno: Zucchetto cardinalizlo, accompagnando il dono
queste brevi e prudenti frasi: "Vari ti hanno fatto a
anch'io ti presento i miei, espressi da questi oggetti,
II - Alla vigilia della Messa d'oro
50'
... usare,, . Difatti, nominato arcivescovo, le
o gli poterono servire
Marenco ci'fece chiaramente comprendere che
che il secondo dono, per le parole colle quali
Dò, come un ,preannunzio che sarebbe divenuto
Sta il fatto che, dopo quasi cinque anni del suo
anta apostolato nel Centro America, si parlava
lazione ad una delle prime sedi arcivescovili
a sua promozione alla sacra porpora, quando
un male terribile che lo ridusse uno scheletro da
l'obbligò a lasciar i'Internunziatura e a tornare
... ella speranza di potersi ristabilire, ma dopo pochi
era giunto all'oratorio si spense santamente!
e1
be
zguucacrihtoet!.t.o.
fu sino all'ultimo un
Ed anche in questo
filo di speranza
piccolo partico-
ammirarsi la bontà del Servo di Dio, che altro
sse se non quello che awenne e che tornò di con-
i l'udì, sebbene non fosse giusta i'interpretazione
cato delle parole, perchè Don Rua non gli disse
hetto cardinalizio era pegno della sua futura
a dignità ecclesiastica, ma... che anche quello
be potuto servire, e difatti gli servi e l'usò molte
... speciali ricorrenze, perchè
mplici vescovi solevano usare
nel Centro
lo zucchetto
Aromsseori!c..a.
mente, fu un atto di delicatezza!
maggio si recava all'oratorio delle Figlie di Maria
ce. Era il giorno di S. Angela Merici, cui l'Oratorio
dedicato, e tesseva il panegirio della Santa, addi-
sue cure per conservare l'anima monda, il fervore
rito, l'attiva sua carità verso il prossimo, e lo zelo
salvezza delle anime.
ugno il suo pensiero si volgeva teneramente al
ontefice che compiva 74 anni, e gl'inviava per
i più fervidi voti della Società Salesiana; e Pio X,
a tanta venerazione per Don Rua, gli faceva per-
Card. Segretario di Stato questa risposta: ((Santo
tissimo devoto omaggio jelicitazionì genetliaco, im-
cume S. V., Case tutte salesiane, nonchè Cooperatori

26.7 Page 257

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VII - Sempre con Don Bosco
e Cooperatrici, speciale Apostolica Benedizione, test
paterno affetto, pegno celesti favori)).
11 3 giugno cantava messa a &vag~a, dove
dell'Istituto Ungherese celebravano la festa di M
liatrice. Alla sera vi fu accademia, ed egli - ricor
Acherman - (<puntualecome un OrOlOgiO, Scese
stabilita, ed essendosi ritardata l'ora, doveva aspetta
si offerseuna sedia, ma si schernì bellamente, e poc
si ritirò. Non potevo non ammirare la sua tranquilli
sua attività, sempre occupato, sempre raccolto e
di spirito, utilizzando ogni ritaglio di tempo, anche
doveva aspettare e pareva che non avesse da fare n
per lì. Ed anche a me venne il dubbio che avesse fatto
ponimento. e il voto, come S. Aifonso, di occupare
utilmente il tempo )).
Nel giorno del Corpns Domini si re&a a Vaisalic
aveva visto con piacere dopo il Decreto dell'Intro
della Causa di Don Bosco sorgere un Oratorio festi
quentato da molti giovanetti che ogni festa cantavano
del Padre: D i Don Bosco il sacro uve110 - circo
con amar, - di Valsalice il drappello - sarà guardia
d'onor! - Su cantiam concordi e $eri: - " S i a m
la Fè, -e vogliamo che Cristo imperi - nostro Padre e
&?Q.lu" el.giorno, alla funzione pomeridiana, egli te
chierici quest'affettuoso discorso:
« S i w t novellae olivarum Ecclesiae filii sint in $~cuit%m! a
mini>>e; descritta la mistica scena, veniva a questi rilievi:
),« I figli ricevono nutrimento, ascoltano i consigli, chiedono
Ricevono nut&ato. Escam dedit timentibus se.
cibo: Frumenti adipe satiat nos Dominw. Angelorum esca
... populum tuum. La realtà: Io sono il pane disceso dal cielo:
vere af&m; sanpjs meus vere estpotm Qui manducat meam
et bibit meum sanguina, habet uitam aeternam. Nisi m q n d ~
carnem Filiì homjnis et biberitis eius sanguinem, non habebzt
vobis,>.'Ericordava l'uso della Chiesa nei primi tempi di
allacomefrazione del pane tutti i fedeli che assistevano al
desideri espressi dal Concilio di Trento e le recenti esor a210
S.Padre Pio X, per invitarli ad accostarsi con frequenza alla
Comunione.
- II Alla vigilia della Messa d'oro
503
O il Padre che d i consigli adatti a ciascuno dei figli.
- T u permane mecum, et loquar ad te. Non solo dopo
e, ma anche in altri tempi n. E rilevava il difetto comune
arsi ad ascoltare Gesu; mentre i Santi che si trattenevano
lui, come S. Teresa, S. Filippo Neri, S. Luigi, ne trae-
vantaggi. (1 Nei dubbi, nelle difficoltà, nelle tentazioni,
Gesù e anche dal sito delle vostre occupazioni venite
ltare con la mente e col cuore o, e ricordava gli esempi
sco e di Don Beltrami.
am favori. 11 tempo più opportuno & quello in cui posse-
Ù. Preghiere abitualmente si fanno, ma si fanno in maniera
condo i tempi e le necessità particolari. Approfittiamocene
re favori per noi e per gli altri)).
O dopo, godeva una gioia particolare. Fin dal
'o aveva annunziato alle Case che nel mese di giugno
e incominciato il Processo Apostolico per la Causa
ificazione e Canonizzazione di Don Bosco, e quel
recava in Curia acominciare le sue deposizioni. Vi
te volte in quel mese, compreso il giorno 23, vigilia
ta di S. Giovanni Battista; sette volte in luglio, otto
re, otto in novembre; e nelle 30 sedute fece un'ampia
e, che rimarrà la più interessante sull'eroiche virtù
Fondatare. Quanto abbia costato al Servo di Dio
avaro, è facile comprenderlo se si pensa alla sua
abituale e al lavoro particolare che doveva compiere
i mesi nelle sedute spesso quotidiane del Consiglio
ore della Società per provvedere ai bisogni delle sin-
ettorie e alla disposizione del personale direttiva
vo anno scolastico, e all'abitudine sua di pren-
negli ultimi tre o quattro o cinque giorni ai sin-
rsi degli esercizi spirituali. Anche dopo che lasciò di
, cioè negli ultimi dieci anni, in quei giorni continub
sere tutto a tutti, cosicchè ogni confratello poteva par-
lungo quanto voleva ed aprirgli il cuore. Solo Iddio
ne che fece con tanta carità! La quale, se si pensa ai
disturbi che aveva negli ultimi anni per la salute
landata, specie nel 1909, non si può non chiamarla,
tto prevenire il giudizio di S. Chiesa, eroica e insu-

26.8 Page 258

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504
VII - Sempre con Don Bosco
Don Emmanuele Manassero, ispettore della Polonia, r
corda come il 15 giugno 1909, dopo pranzo, passeggi
sotto i portici dell'Oratorio col Servo di Dio, il quale pr
ad informarsi minutamente di quanto occorreva per rispo
dere ad alcune lettere ricevute da quei paesi; e vedendo C
non era possibile spiegar tutto in breve, lo fece salire I
camera, dove il sonno lo veniva vincendo, così che
ceva gran pena il continuare il discorso. - (( Vedi, no
vincermi! D gli diceva il Servo di Dio. <Riposi, signor
Rua! v, gli disse Don Manassero. « N o , proviamo a seder
p ~ i »insistè, e dopo qualche istante: ((Bisogna che ci
viamo, se no, resto cotto dal sonno n. (1 Signor Don Rua, ri
un pochettino, e poi continueremoo. <(Etu intanto che
rai?». <( Io qui in anticamera potrò dire un po' di brevia
o far altro o. <tOh! no, continuiamo)).<t Ci mettemmo a p
seggiare - prosegue Don Manassero - nella piccola
leria di Don Bosco, ed io procurai di tagliar corto, sia pe
credevo impossibile che gli restassero impresse le cose c
stentava ad udire, sia perchè penavo nel vedere gli sforzi
quel santo vecchio per vincere i1 sonno ».
Intanto si venivano organizzando i festeggiamenti per 1
sua < Messa d'Oro » ; la data era attesa con intima gioi
dai Salesiani e da quanti lo conoscevano.
Fin dal mese di marzo i1 Bollettino aveva annunziato C
il 29 luglio 1909 segnava l'inizio dell'anno cinquantesi
della sua ordinazione sacerdotale, destando il più vivo en
siasma nelle nostre case e tra i suoi ammiratori. A Tor,
un'eletta d'illustri personaggi, ecclesiastici e laici, si cos
tuiva in Comitato per. i festeggiamenti, che con appos
appello vennero preannunziati a tutti i Cooperatori. Un
ditta d'Intra, d'accordo con i salesiani di quella città, stab.
liva d'eseguire a colori ad olio inalterabili e su tela un grand
artistico ritratto del festeggiando, che avrebbe fatto rise
tra con quello di Don Bosco, dovuto anch'esso al pena
di un novarese, Giuseppe Rollini. A Betlemme quei
orfanelli, pieni di affettuosa ricordanza per il Succes
di Don Bosco, che avevano avuto la fortuna di avere
settimane tra loro, G non potendo far nulla nella loro pov
,11- Alla vigilia della Messa d'oro
505
evano di raddoppiare << le preghiere davanti' la culla
Bambino per la conservazione dell'avzatissz'mo Padre )>.
a proprio bisogno di pregare. I1 9 giugno compiva
i,
e
il Bollettino, dandone la notizia,
urtroppo da qualche tempo ne sentiva
idlipceesvoa...ch«iCarhae-
liatrice gli doni forza e salute da celebrare con
sue Nozze d'oro e di soprawivere ancor lungamente,
tra amore, a nostro esempio, e a vantaggio di tutte le
Salesiane! Preghino anche i nostri lettori a questo fine o.
che le Figlie di Maria Ausiliatrice, ((unite cordial-
alla Salesiana Famiglia, invocano sul Padre comune
carismz',e lieti, lunghi anni felicii);' e stabiliscono cas-
i alla nostra esultanza con un'Esposizione scolastico-
ca ed un'altra di lavori femminili dei loro istituti.
'Oratorio gli allievi tipografi attendono alla stampa di
Messale, bramosi che la prima copia abbia a servire
Megelsi.s.a.
giubilare
continua
del Servo di Dio.
a lavorare! I1 18giugno
era
tra
le
le del S. Cuore a S. Giovanni Evangelista, e si ralle-
del loro zelo, ripetendo dolcemente le parole di S. Ber-
che si leggevano nell'ufficio del giorno:
O
i m ad Cor dulcissimum resrc, et bonum est nos hic esse; ne
- us nos facile avelli ab eo, de qua.srriptum est: Recedentesa te, in
sm'bentur >>E. (1 di coloro che si accostano a Te - ~roseguiva
- - remo? Gesù ci ammaestra; a coloro che si accostavano a Lui,
: Ral1egrateviperchè i vostri nomi sono scritti in cielo! Oh1
>>. e godiamo, oggi che B la sua festa, nel dimorare presso il Cuore
esù Nel Cuore di Gesù vedete tre cose la Croce, le Jiamme,
ne. Teniamoci stretti alla Croce; servirà ad acquietare le pertur-
dell'anima, come faceva a S. Francesco di Sales. Le fiamme
eranno i nostri cuori; awiciniamolo con la S. Comunione,
-
isite, con la meditazione. Le spine dobbiamo toglierle, cangian-
tanti fiori t), e descriveva le processioni, cui aveva preso parte
enigno Canavese, col fiore in mano che tutti mettevano al posto
infitta in un'immagine del S. Cuore. U ciascuno di na'
@a al Cuore di Gesù con qualche difetto, causato dalla pas-
inante; sostituiunzola con un /iore ».
4 giugno, più solennemente del consueto, si celebrò
.della riconoscenza. «Levoci son mille - cantava Don

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506
VI1 - Sempre con Don Bosco
Lemoyfie - che al szion della cetra - di sante
piono retra; - duecento e più mila da spiagge remote-
eco a Twino con simili note, - è un palpito, Un fremito dz
injinita!... -E un canto di fede al Re dei secoli che col v
&accio gli erranti suoi $gli raccoke e salvò nel
è un canto $liaie alla Vergine Ausiliatrice, a Lei che incess
la vita c'in$wa ... nostra madre, a d i o e
dRfriuagall,eocrsihcaehaiiefraDesotdineivBefitogusslcitoisa,rlitvnrainotoin.v.f.aa-nedtekanvuevnlilvoCa... - e, finalme
è un canto di prece! ... "Ancor per molti anni ritorni I'aw
che è sacra a Giovanni. Ah!... I'ann0 Vent~rO!...,,.
L'inno non poteva essere meglio intonato alla circosta
perchè, tanto la vigilia come la sera del 24, la nota domin
di tutti i discorsi e lo spunto più caro dei numer
nimenti in prosa e in poesia fu l'entusiastico accenno
vicinarsi del giorno delle Nozze d'Oro Sacerdotali del
venerato. La sera del 24 il barone Don Antonio Ma
annunziava all'imponente assemblea la formazione di
Comitato per festeggiare nel modo più conveniente la
giubilare; elettissimo Comitato, composto di molte no
li
il
a del
Card.
CRkircoheelmdye.l..LIa1icaSteorvCoatdtoiliDcoioTosriindeisceh,iacroòncao
a sigatta dichiarazione, e; ringraziando con U
protestò che unicamente come fatto alla
BOSCO egli poteva permettere ciò che veniva
per il suo povero Successore. Quindi, con tut
e con la più grande semplicità, accennando al peso de
... ed alla salute un po' scossa, disse e ripetè sorridendo:
- E vi sarò io? ma!... ma!... ma!
Anche nell'uscir dal teatro, circondato dalla vena
a quanti gli si affollavano attorno a baci
... mano: -Voi fate tanti preparativi - ripeteva
- e poi farete la festa senza il santo!
Si fissò il 24 giugno del 1910per i festeggiam
lenni, cui avrebbero 'preso parte le rappresentanze
quante le case salesiane e si sarebbero iniziati
razione di una grande Esposizione defle. Scuole Pro
11 - Alla vigilia della Messa d'oro
507
ica venerazione, anche in
offrire un dofio vera-
bbero questo pensiero
ivozione del S. Cuore
ore divino la Società
er la data memorabda
collina del Vomero
si-costituiva in comitato e il 9 giugno ne dava co-
ta al. SerVo di Dio:
brare anno veri-
e il 18 luglio, molti ex-allievi convenuti al170ratorio
ichi superiori circondavano
rvo di Dio, accettavano le
costituzione della Federazione delle Società e Circoli
ui, promossa dal Circolo
Bosco,, e il tenente Giovanni Daniele ripeteva il
Don Bosco e al

26.10 Page 260

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508
VII - Sempre con Don Bosco
Oh! non è un'adulazione la nostra, non 2 un mese
smVilho I'aJjemare altamente che il nostro Don Rua è il
~ ~ 11~. Donc Ruoa, di cui tutti conosciamo
vita, E'ala&à ed infaticabilità, nonchè 2
quelfamabilità tutta sua propria nel sapersi tenere
umiltà all'altezza del suo mandato e
la Congregazione Salesiana secondo il
B*, oh, Don Rua è anch'egli, e più che mai,
voleva in questi tempi, per succedere a Don Bosco.
)) E noi, amici carissimi, che abbiamo la singolar v
di prender parte a questa 40" riunione degli antichi
defi'Oratorio Salesiano, noi in questo giorno che ci ricor
le belle feste che si celebravano per l'onomastico di
~ ~ s...c, noell'umiliare i nostri omaggi al degnissimo suo
cessare, il nostro amatissimo Don Rua, non adempiamo ch
un profondamente sentito bisogno del nostro cuore... )).
11 cav. Don Giuseppe Arnaldi, maestro a Farigliano,
da molti anni soleva allietare queste adunanze con le
poesie in dialetto (e ne fece poi un O ~ U S C O ~ ~ :
d'le bele ore pmsà ant 'l dimè che '1 Ve7eneratiskm Don
tuti j' ani a ofria a j' antich alievi dl'oratori (Mandovi,
Dell'Immacolata, 19101, nei 1909 cantava del (< Mz
viven,t>)dell'espansione dell'opera di Don Bo
un gran numero di case, molti superiori e C
ogni classe sociale, in fine inneggiava a Don Rua:
« per &T& chiara tutta la oeritù ci manca solo
nerale... ma un generale l'abbiamo nel nos
ha z>uguale,Don Rua; E'Eliseo di que
gvan,)dMe ofastmriiagmliao.ci affezionati,&li obbedienti, aiutiamolo nelle sue
di carità!.., Quando preghiamo, abbiamolo presente, ?&'f'chk da D
conser~atos,ia pure magro come un osso del ginocchzo, Per lunghi
mcma in mezxo a noi.
uomo tanto magro cosa wolete che ne facc
dove g mavgia bene?... Prima di lascìarwelo andare, 6
grassino a zabaione, a paste e a biscottini; non dewe più
,> incarichiamo di questo il cmfettiere.
paradiso noi lo manderemo allorquando Don Bosco s
chiarato SANTOe ,lo lasceremo partire ddi buon mattino PW~.@
II - Alla v2;silia della Messa d'oro
509
certi tutti noi di andare in
non le ha vedute, chi non ha assistito almeno una
quelle adunanze fraterne, non può farsi un'idea della
univa dal primo all'ultimo i presenti e della
ndità che ne formava una famiglia, come ai
'BOSCOP.areva, quasi, che un vincolo di pareri-
isse realmente, ed anche questo vincolo c'era perchA
e si gloriavan di essere, dall'intimo del cuore,
azioni rallegravano in quel mese il Servo di
t. Don Paolo Uhaldi, professore al Liceo Valsalice,
O tra i salesiani, la Libera Docenza in &t-
eca aiia R. Università di Torino, e il prof. Don
Mezzacasa, insegnante nello Studentato Teologico
20, otteneva innanzi la Pontificia Commissione
. primo fra gli italiani e a pieni voti, la laurea
I1 Servo di Dio, dimorando
ratorio, lo volle a pranzo con e dopo
e tutta la sua esultanza, in
onore con queste ' di-
te, Don Paolo Ubaldi, brindo a te, che per il primo hai
tt0 un vivissimo desiderio di Don Bosco e mio1
che i s ~ onion solo frequentassero ma anche
i&, e d'accordo con me aveva fatto un elenco
li che desiderava raggiungessero quell'esame che tu hai
allora si chiamava di aggregazione all'Uniwersitù.' Ma i1
. seve tuta la m'tù - an manca mach pf un papa e un ~ ~ ~ ~ a ! . . .
- - ma ant noa pa#Ù, del qual 'l mondpsseda I ' U ~ U Z , DO,,RW,
-ia che a 1'2 stoit Pare d' costa gran faia.
- - afesdonù, jieui obediènt, giutom-IO ant sue da cnntù!...
+ uve%-lo a noi presènt, - perchè da Dio d a conrsmù, - $ia pura
- digmdi, -Per Lunghi ani 'ncora on mes a noi.
t magher coi weuli ch' na f m ~ o là in pwadis, dm
1asseIo 'ndd bsogna cV Io ingrasro - a ranbajòn, a
- reie I' uNSIne?,i n c m i h 'd SO ' I confitura.
che manflb
e bescufln,.
- i mandroma anlora p a n d nost DOZ B O S C ~
didarà sant,
parte %n b m w a - pertdnt che a vada a
noi - d'andessne un Paradu a tir da doil.
bin d'~&,,t, - tosi sa-

27 Pages 261-270

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27.1 Page 261

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5'0
VI1 - Sempre con Don BOSCO
molto lavoro e la scarsità di personale non
ad alcu
toccare
siderio
dqui eDllaonmB&otsaccoh!e...tu
hai
raggiunta,
com'era
nel
vivissim
~d io brindo a te, Don Paolo Ubaldi, e ti auguro che la tua
abbia a tornare di grande vantaggio alle anime, e di glori
Chiesa ed alla nostra Pia Società! 1).
E finalmente spuntava il giorno tanto desiderato!
... 11 29 luglio con un'intima ed affettuosa festa di
s'inaugurò nell'oratorio l'anno giubilare! I1 Servo di
celebrò all'altare di Maria Ausiliatrice, presenti tutti i s
riori e gli alunni, che anche a mezzodì si univano
lui in teatro. Facevano lieta corona ai veneratissimo
i rappresentanti di tutte le'case salesiane più vicine
recchi missionari. Brindisi cordiali si alternarono
della banda musicale interna, cui, a notte, s'aggiunse
dell'oratorio festivo. Dopo le preghiere della sera il
di Dio diede la buona notte a tutta la comunità, rin
per la bella dimostrazione, e raccomandò a tutti
@re il suo anno giubilare << col mantenersi sempre i* gr
di Dio! P.
11 lietissimo giorno venne ricordato in ogn
salesiani e da cooperatori e, in più luoghi, ad in
Direttori Diocesani si svolsero devote funzioni
A Giarole Monferrato, poco lungi da Mirabello,
gurava una casa destinata alle Figlie di Maria
con speciale ricordo di Don BOSCO e di Don Rua.
« Era una sera del febbraio del 1860 - così nel nu
unico pubblicato per la circostanza - un vento freddo
soffiavada settentrione, portando una ~ioggerellafitta e
iosa, faceva sentire ai poveri viandanti che l'uggioso i
non intendeva ancora cedere i suoi diritti. Dall'orolo
campanile scoccavano le IO % quando i].buon prevo
saliva le scale per recarsi a riposo, sentì bussare alla poaa
tornò indietro e domandò: - Chi C'&?
»- - Siamo due poveri pellegrini, si rispose dal di
che abbiamo bisogno di ricovero.
)> 11 ~revostoaperse in fretta e fatti entrare i due
grini, senza aspettare altro:
II - Alla vkilia della Messa d'oro
5"
mèe?D!oleni..B. OmSCi Oc?ondoissscee,alsipgnri0m.roP.revosto?!...
; lo conosco,... da un suo ritratto che tengo
... bene, sono proprio Don Bosco, e il mio com-
'aggio è il chierico Rua. Veniamo da Mirabello,
o fondare la prima casa salesiana fuori di Torino.
m0 ripartire col treno delle IO, ma essendo arri-
,'siamo venuti a disturbar lei, per passare la
perto. Prima però di coricarci avremmo bisogno di
un tantino le esigenze dell'appetito, non ancora
nel corso del giorno, tanto più che il mio Michele
chi va a letto senza cena, tutta la notte si
on Prevosto - il compianto Don Giovanni Lupo
ioia e nella confusione allestì alla meglio un po' di
ostolo della gioventù ed a colui che gli
duto nell'alta carica D; e narrando spesso quel-
sempre il racconto << col far vedere con
enso di orgoglio il calamaio e la penna usati dal
Don BOSCOin quella notte fortunata... a.
ra dell'edifìzio che s'inaugurò il 18 lu-
e di Maria Ausiliatrice e il ritratto del
o chiuso e sigillato il ritratto di Don
o, in segno di ossequio e di
tici D,s'inviavano c<i più fervidi
o del suo Giubileo Sacerdotale che
dello stesso mese!
a al cielo, carico di meriti, dopo
dozio e quasi trentotto di epi-
ignor Emiliano Manacorda, Vescovo di Fos-
'ratore devoto di Don Bosco e di Don Rua. Aveva
al Servo di Dio che si sarebbe recato a Torino
i il ciclo dei festeggiamenti per le sue Nozze
'aeldsai ldicie..M.,aerdia
Ausiliatrice e sulla tomba di Don
in quel giorno passava all'eternità!
quella una spina pungente per il cuore di Don
amavano altri dolori.

27.2 Page 262

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512
- V22 Smpre con Don Bosco
Proprio di quei giorni, sul fi
moti di Barcellona, ed i nostri C
Sarrih e di Barcellona rimasero per lunghe ore in
più terribile spavento. A.Matar6 ebbero le porte in
e corsero rischio della vita, perchè invitati ad
i1 collegio, ubbidirono ma furono
pena si accorsero che il piombo dei rivoltosi, come a
fatto con altre comunità, tentava di decimarli per via.
A Sarria l'intervento del Comm. Gaetani, Console
nerale d'Italia, ottenne dal Capitano Generak
di cavalleria,nche fu la salvezza delle nostre S
sionali e dei dintorni. L'unico danno che si ebbe fu il
appiccato ad un carro di biancheria e di vestiti e ad un
di provvigio i, che accompagnavano cento cin
ragazzi rimasti neli'istituto durant
... maggior sicurezza, venivano inviati in campagna... ove
furono costretti a vivere per tre giorni all'aperto!
A Barcellona, fra le vie Floridablanca e Rocafort,
nella zona più bersagliata dai rivoltosi (che distrussero
solo case religiose, commettendo crudeltà e nefandezze i
dite, ma chiese monumentali, grandiosi edi
asili d'infanzia, gettando sul lastrico migliaia di
tuitamente ricoverati) venne completamente ince
non distrutto, l'Istituto Salesiano S. Gius
saloni principali. dopo pochi giorni, era
pubblica, essendo state le parrocchie vicine completa
abbattute.
Anche Ia casa delle Figlie di Ma
Barcellona fu presa di mira dal violento
petrolio e incendiata, completamente distrutta.
Ma grazie a Dio, fra i Salesiani,
Maria Ausiliatrice, non si ebbe
mentre nella nostra casa di Barce
savano tragicamente all'eternità, v
accese, perchè saliti fino alf'ultimo pia
incendiando a destra e a sinistra...-non trovarono
di discendere.
La mattina del 30 luglio una forte scossa di
11 - Alla vigila della Messa d'oro
5x3
scossa eraqo resi inservibili.
enticato la campagnatanto stomache-
nto sleale, che i giornali asseruiti alla sètta 'mossero
one dei pretesi scandali del collegio salesiano di Va-
il Cittadino di Girgenti del 29 agosto
ssate, che a loro modo di pensare
dovuto dare il tracollo a quel fiorente istituto. Ma
come ognun sa, la parola serena della
ate tutte le accuse e condannò, su
rezzolata ha creduto di
per divertire il pub-
eggiata e fantastica di
di Dio MiibbIe Riro. Vol. 111.

27.3 Page 263

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---- ,...,. . ,', . .
-
~
514
VI1 - Sempre con Don. Bosco
- Alla zngZ1ia della Messa d>oro
5'5
11 clamore in breve cessò, anche perchè l'imputato a
regolarmente assolto da ogni accusa...
~ l pretoccu~pazio~ni venivano dalla Colombia do
carità di Don Rabagliati per i poveri lebbrosi a molti t0
poco o nulla gradita, perchè se ne parlava troppo e
deva
tanti
udnisgseranzsioatdi icorilbprietizzdoalpmeroqrbuoellfeattaelrer!e...ov11e
abbon
Servo
pnidentemente vietò-di parlarne anche nel Bollettino, m
il Signore, indubbiamente andava riandando
veva sofferto Gesù, e sentendo approssimarsi l'ora
entemente ripeteva coll'esempio
'ano (I): ((... Noi dobbiamo amare
quanto in-
la pazienza
ie- di Cristo; ricambiamo a lui qzcella che egli
noi- Offriamo la p a z i e m dello spZrito e quella della
oi che mediamo nella rzkurrezione dello spkito e della
ben lieto quando vide la Civiltà Cattolica annunziare la
nerosa offerta che quegli infelici avevano inviato al S. Pa
per lYJbolo di S. Pietro. ((i? veramente COmmOvente -
veva a Don Rabagliati al principio del 1909 - vedere i
veri Lazzariniconcorrere anch'essi a soccorrere l'augusta
del Cipo della Chiesa. Sono molto contento che
che non
che facessimo noi, l'abbia fatto quel
riodico così diffuso, qual è la civiltà Cattolica, vale a
dare pubblicità all'atto generoso di filia.le amore dei pov
~,
~verso i1 V~ icario di~ Gesù C~risto! Oh!~ cerca dii
sempre p<& tivi in essi i sentimenti di rispetto, 0
dienza, amore e venerazione verso il S O ~Po~nteOfice e v
la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Noi conservere
queste tue memorie per renderle di pubblica ragione
venga il momento che ciò si possa fare senza eccitare
suscettibilità... s.
((Arner&anch'io
-
tornava
a
scrivergli
nell'april
quell'anno - dare pubblicitù del buon avviamento che si
cotesta impresa; ma conviene aver pazienza e non contr
le .viste di chi deve pensare al bene di tutti, che certa
avrà anche dal Signore lumi pa~ticolari...9.
difficoltà non cessarono, anzi crebbero in mod
ribile, finoa gridare che i Salesiani andavano sfruttai
lavoro colle loro scuole professionali, nella fiducia di giuri
ad ottenerne l'espulsione. Ma il tentativo fallì; e
chiamare l'opinione pubblica sulla via della verità
giustizia, si dovettero mettere in rilievo le +&ari
reaie acquistate dai Figli di Don Bosco con la pietos
attiva assistenza ai lebbrosi!...
~
il Signore era sempre con fui.
l'anno 1909. - narra Suor Ernesta Carone -
incominciai a sentirmi poco bene. Dopo una lmga
tto la sorveglianza d'un bravo medico, dallo stesso
igliata a farmi visitare da uno specialista; e la mia
irettrice mi volle accompagnare a Torino. prima
i condurmi al Cottoiengo, ove dovevo subire la visita
mi accompagnò dal sig. Don Rua. Potei parlargli
ieegvlai
dissi tutta la mia pena per operazione
sottomettermi; ma lui mi confortò e mi
a cui,
disse:
io ui acCOmpUgn0 con la mia preghiera; andate, voi
te operata, perchè dovete ancora lavorare per tanti
1%piena di fede per quelle sante parole, mi presentai
ori, i quali, visitata che mi ebbero, non seppero pro-
si... 11fatto fu che io non fui operata; tornai alla mia
n guarita, no, ma d'allora [e suor Ernesta è ancor
Pur non sentendomi mai perfettamente bene, ho
anti, ed io, riconoscente, ringrazio il buon Dio>).
1x0 che leggeva nel futuro.
rso la fine di luglio del 1909 - ci scrive il salesiano
iovanni Tedeschi, allora chierico a Valsalice - de-
di ricevere una parola che servisse di guida mia
nche d'udire dal reverendo signor Don Rua qualche
sul mio avvenire, che allora sognavo molto felice,
da Valsalice all'oratorio. Bisogna premettere che
orni prima il veneratissimo signor Don Rua era
Valsalice per leggere i voti finali, e s'era congratu-
e per il felice esito negli esami di licenza liceale,
11 Servo di Dio, sempre pronto e rassegnato a q

27.4 Page 264

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5'6
V I I - Sempre con Don Bosco
ed aveva pronunciato delle parole di lode ed anche di augur
per lo sviluppo dell'opera nostra di Calabria. 10 giovan
felice per quelle parole e confidando (come i miei ComPag
nella santia del signor Don Rua, mi recai da lui con il C0
vincimento che avrei potuto udire qualche notizia riguardm
il mio avvenire. Introdotto nella sua stanzetta, dopo av
egli Udito alcune mie impressioni, m'interruppe, dive
molto serio, quasi triste, e con un rigonfiamento agli ecc
quasi volesse trattenere le . lagrime, disse queste Peci
parole: "Sappi che io devo pregare molto per te; ingidcc
ti devo dare una benedizicne speciale di Maria h s i l k t r
E, sempre commosso, mi benedisse tristamente affettuo
lo rimasi agghiacciato, ero andato da Lui sicuro di u
altre parole di lode, di un avvenire felice, e invece compre
deva chiaramente che il santo mi prediceva un awen'
angoscioso, difficile,bisognoso di aiuti speciali dal cielo.
)) l'ultima volta che vidi l'amato Padre!
))Ritornato in Sicilia, incominciai con entusiasmo il
"oro in quei nostri istituti, frequentai l'università. E
passati poco pia di cinque anni da quelfincontro col
Don Rua, quando fui chiamato telegraficamente a casa
la morte improvvisa di mio padre. Fui costretto a rima
in famiglia circa nove anni, oppresso da gravi responsabl
e, nei momenti difficili di quella vita, compresi bene
]'amato sig. Don Rua aveva con intuito soprannaturale
il avvenire. Le lotte furono superate, certamente ai
dalle preghiere di lui, e potei ritornare nelle nostre C
riprendere il lavoro nostro, ed essere consacrato sacer
)) Un'altra espressione del sig. Don Rua che mi
è la seguente. Spesso io parlando con Lui, gli ricordav
sviluppo dell'opera nostra in Calabria. Egii una v
rispose:" Sappi che, dopo la Sicilia, la Calab~iasarà la
d'Italia che darà più vocazioni a & ~Cougrega~ioneSalesz
Speriamo che anche quest'espressione del venerato Sup
s'effettuipresto i). Le parole del venerato Don Rua, che a
tanto la Calabria, perchè vedeva il bisogno che aveva
sistenza religiosa e caritatevole, non tarderanno ad
tuarsi (qwd est in votis!) il giorno che, per grazia di
I I - Alla mgilia della Messa d'aro
517
cooperazione di cuori generosi, l'Opera di Don B~~~~
diffusa in quelle terre s.
e1 frattempo il Servo di Dio aveva ripreso regolar..
e il lavoro delle sue vacanze; e noi ascolteremo at-
mente i suoi insegnamenti, pensando che furono gli
della sua vita!
e Figlie di Maria Ausiliatrice in Torino il 19 luglio
queste esortazioni:
bella fortuna di poter fare ogni anno-gli esercizi spirituali!
ci dal farli per abitudine. Impieghiamo speciale diligenza
a noi medesimi quanto sentiamo. Esaminiamoci
te se pratichiamo le cose udite. Esaminiamoci non solo delle
... ma altresì delle inclinazioni ed abitudini difettose. ~
la nostra vita con quella degli anni precedenti ».
~
~
30 tornava a Valsalice per dare i ricordi ai chierici
li alunni di quarta ginnasiale che avevano fatto in-
gli esercizi, con istruzioni particolari agli uni e agli
1 e ripeteva i consigli dati nel 1901, commentando la
13 agosto si recava a celebrare presso le Darne del
a Valsalice, e teneva un discorsetto alle Madri Cri-
alla fine di un breve ritiro: « Gesù è il gran maestro.
ato col mezzo del predicatore; v i insegna tutte le
manda le sue ispirazioni; mentre il demonio cerca
arvi l'errore, con i discorsi, i libri, i giornali. .Fate un
... a Gesù; prendete una buona risoluzione per impedire
a nelle vostre ease dei cattivi libri e giornali Q.
agosto, solennità dell'ilssunta, tornava a celebrare
t0 pro infaatta derelitta, fondato di recente, verso
iera di Casale, e prima di distribuire la Santa Co-
ne, diceva care parole a quei poveri ragazzi abban-
pa7vu1os venire ad me, dice il Signore. Voi siete gli amici
Egli è venuto a trovarvi; è qui, v'invita perfino a riceverlo
Uore... Venite con tutto l'affetto!... E voi che non potete
ere il Signore, pregatelo che venga a visitarvi colla sua gra-
... i
e:
v-i diSmZpa-nndoareu,pniuptitaocsetorel:a-moFritlei,,
9praebe ~ 0 t7uum,
ma non peccati!
D.
-

27.5 Page 265

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- V I I Sempre con Don Bosco
I1 giorno dopo, memore sempre della santità e
del Fondatore e fermo nel proposito di farlo meglio co
sccre dai vecchi e nuovi figliuoli, parlava casi ai nuovi as
ranti a Valsalice.
nel trattare. Cercb sempre di far del bene.
versoi confratelli, verso i giovani, nelle
dovuto e all'anima il nutrimento necessario.
>)S - Studio. Impiego del tempo. Esempio di D
dio anche per i coadiutori. Cose utili. Guardarsi bene dalle C
letture. Scienze, lingue, letteratura. Evitare l'ozio.
)) C - Castità. Venaunt mihi omnia bona pariter
innumerabilis honestas illius. Esempio del Venerabile nel trattar
persone e nel parlare riservatamente. Evitare l'ozio, le cattive 1
le occasioni pericolose. Raccomandiamoci a Maria Ausiliatrice, a
Luigi, a Don Bosco, a Savio Domenica.
» O - Obbedienza e rispetto ai genitori, ai superiori e alle R
all'adempimento dei propri doveri, agli ordini straor nari.
pensiamo mai male dei superiori, tanto meno parliamo male di
Quell'anno non si recò a Nizza Monferrato per la c
sura di nessun corso di esercizi, ma vi fece una comp
dopo la metà d'agosto, ritenendola, nella sua p
necessità assoluta. Le Figlie di Maria Ausiliatrice c
furono sempre così devote e, come abbiam accennato,
dopo l.'ordinamento imposto dalle nuove
tinuarono a godere dei suoi consigli, della
sCuoasptiaturdoziliao,ni
sue premure paterne, non si accontentavano di tanta
ma hramavano di vederla estesa per mezzo dei su
a tutte le ispettorie. Questo era il desiderio della
Generale e del Consiglio Superiore; ma il Servo di D
permise, nè permise alcun passo che potesse anche s
brare in antitesi colle disposizioni della Suprema
della Chiesa.
- 11 Alla e i l i a della Messa d'oro
539
come andarono le cose.
bra la S. Messa a
lare conferenza >>.
mente durante
izi, non avendo potuto fermarsi sino alla fine.
fu dunque lo scopo deiia brevissima visita?
uperiora Generale Madre Daghero nutriva sempre
domanda alla S. Congregazione dei Vescovi e Re-
chiaramente: ((Nulla osta da parte
cosa senza che abbia da comparire in
iativa dei Salesiani)). I1 30 giugno
e tornava ad insistere: Dopo la consegna delle nuove
ioni le nostre direttrici e suore rimasero prive di un
prudente consiglio, puichè nelle loro difficoltà, sia colle
c i d i , sia colle Amministrazioni da cui dipendono
rivolgendosi or qua or a persone
Comunità religZose e in particolare delle
e ne risente assai l'unità di spirito e di
esti ultimi tempi la nostra forza
iare a questo gravissimo inconve-
ha deliberato presentare un
di volermi dee se nella
à tanto necessaria,
come sono certa D.

27.6 Page 266

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520
V I I - Sempre con Don Bosco
Don Rua non avrebbe avuto difficoltà d'annuire, ma n
voleva comparire in alcun modo in questa doman
dogli troppo ardita dopo le note disposizioni. La Madre n
si perdè di coraggio e chiese al Servo di Dio un
zione che era pronto ad aiutar le Figlie di Maria Ausilia
in quest'affare; ed egli si limitava ad una riga. C'& di
Nella domanda inoltrata a Sua Santiti in data I
leggeva anche questa dichiarazione: La sottoscritta
Daghero, nell'intento di abbreviare la pratica, si
patamente al rev.mo signor Don Rua, il quak con la bont
lo distingue si compiacque annuire alla domanda, su
mente alle disposizioni della S. Sede, come risulta dalla
unita 1).
I1 Servo di Dio invece
e non scrisse nulla; e la do
con una dichiarazione su
verso la fine del mese non sapen
la domanda, egli si limitava a rispondere
mi uniformerò a quanto sarà per dkporre la S. Sede.
25-VI-99. Sac. Michele Ruao.
E la S. Congregazione il 16 agosto co
mente a Don Rua la ris
tavia gli E.mi Padri perme
Am'liatrice possano, come con
gliarsi con un prudente sacerdo
sono di qualche importanza... a.
Essendo stata inviata a lui direttam
sta, comprese che si riteneva conveniente
nel modo migliore; e, superando ogni
Nizza per consegnarla egli stesso in mano alla
Generale ed incoraggiarla ad unifo
serenamente alle dichiarazioni
la quale, come Don Bosco,
professasse, dai suoi e da t
l'obbedienza più pronta e devota.
N&tornò più a Nizza, chè non gli fu più possibi
continuò ad aver nella mente e nel cuore le Figlie di
Ausiliatrice e di Don Bosco, ben lieto che, in base all'
I I - Alla vigilia della Messa d'oro
52'
arazione, potessero recarsi a consigliarle, secondo
, altri salesiani, come Don Albera, Don Barberis,
naldi, Don Cerruti, Don Bretto, i primari Superiori
ostra Pia Società, ed anche Mons. Marenco. Quel-
le cerimonie delle Vestizioni e delle Professioni Re-
piere il Servo di Dio, le compi Don
Bretto si recò più volte ad ascoltare e consi-
alare quante lo desideravano.
la tomba di Don Bosco in Valsalice
Direttori Diocesani dei Coope-
to luogo nel 1902. I Direttori delle
convennero quasi al completo, e
esentate molte diocesi della Liguria,
eneto, mancavano i rappresen-
tre regioni d'Italia; e a tanti benemeriti ecclesiastici,
arecchi venerandi Prelati, Monsignori e Vicari Ge-
ero varie personalità del laicato cattolico,
nvegno assunse un'importanza speciale.
Pio X inviò per la circostanza « a l diletto
n Michele Rua, Rettore Generale della C~ng&~axione
Bosco questa lettera autografa:
assima compiacenza i Direttori della
Salesiani, che si aduneranno in con-
i di questo mese e faccio voti,
altre, dia nuovo impulso alle opere
sono consacrati, Non occorre istituirne
ti, studiando i mezzi più opportuni
lìgiosa la Fede, per tutelare il buon
e col buon esempio l'influenza dei huoni
tutti all'osservanza fedele della legge
lla, diletto Figlio, potrà persuadere tutti i Direttori a lavo-
est0 campo, avrà raggiunto il frutto migliore del Congresso
cielo il premio, del quale è caparra la Benedizione Aposto-
tisco di cuore a Lei, ai diletti Direttori, e a tutti gli
ranno parte al Congresso.
ticano li 25 agosto 1909.- P~uPsP. X R.
fu data lettura dell'Augusto Autografo Ponti-
e1 S. Padre, diceva ii Card. Richeimy,

27.7 Page 267

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- VII Sempie c m Don Bosco
non è più necessaria la parola de1l'~rcivescovodi Tori
ma appunto come tale ri
Vicario di G . Cristo, inv
Santità, e prego Dio a ben
in modo che si possano ot
mirava Don Bosco nelE'istituire la
Salesiani.,. >).
11 paterno augurio e l'affettu
tissimo Arcivescovo ebbero, grazi
Nelle due adunanze si ripresero ad esame i deliberati
1902, e si venne a queste importanti deliberazioni:
- 1) Invitare i cooperatori come aveva tante volte SUgge
- Don Bosco ad aiutare, dove occorre, i propri parroci nell'in
gnamento del Catechismo;
z) In vista della neces
e di apnme dei nuovi, i Cooperatori
migliore anche per completarli con
sociale, di modo che la gioventù trov
nesse quella istruzione sociale e i'as
oggi viene offerta ai giovani da circ
insieme curino,il completamento d
attrattive della didattica moderna,
p&cipale degli Oratori, il quale, co
J e deve essere l'educazione d t i a n a e la
Don Rua, che tenne la presidenza del ~onvegnoi
con Mons. Marenco, fece una rassegna dei fatti più
dell'opera salesiana:
<<Anchein questi anni la navic
vogare e la nostra Pia Società a piantare le sue tende in v
parti con maggior espansi0
piet&peri Cooperatori Salesiani, op
tenne il Congresso per il Catechismo
Si fece l'Incoronazione del padre di Maria
&olatete,bnuenfeelraalabdudifiecVrhaaiardraazizzMieo!na..er.sdaiellallp!e.e.vl.leeSngpriemrigagmioo
alla
che
Tomba de
anche ora
Bosco con Maria Ausiliatrice farà risaltare la maggior
, II - Alla vigilia della Messa d'oro
523
fpirdeusceinazadidci otnasnotlianzteilarnistiulCtaotio!.p..er>at>or.i c'infonde
mese di settembre giungeva dal Chili la notizia che per
iare le Nozze d'Oro Sacerdotali di Don Rua i Sale-
vano stabilito di celebrare quanto
Internazionale della Pia Unione; ed
allievi, radunatisi sotto la presidenza di
rganti, Arcivescovo di Ravenna, deliberavano di
con larga rappresentanza ai festeggiamenti che
ero celebrati in Torino, e di festeggiare la data
re anche in Milano, dove somma è la venerazione per
cessare di Don Bosco. <<Lgaratitudine e riconoscenza
~ rava Mons. Morganti - di cui noi daremo Solenne
fu benefattore e Padre pw tanti anni,
imitarne le virth, per noi sacer-
irìto di umiltà e di sacrz$zio, sema
are a Dio la società traviata >).
incipio di settembre il Servo di Dio si recava a
9, al termine degli esercizi, spronava quei
ener testa ai nemici: il demonio, le passioni, il
icordando che militia est vita hominis super terram.
stesse esortazioni che aveva rivolte l'ultimo d'aprile
anno aile Figlie di Maria Ausiliatrice in Torino.
Sue invidie, odio eterno, dai paradiso terrestre alla
i tentano le città, le nazioni, gli individui.
.gnore ha destinato gli angeli a difesa delle nazioni, delle
individui, cosi Lucifero assegna demoni alla loro rovina.
mpare guerre, trionfare l'empietà, l'immoralità, k
o. Combattiamo questi demoni; contro ad essi k
a S. Michele Arcangelo. I demoni, destinati alla
i, si devono combattere con la preghiera e la
, amor proprio, gola, collera, invidia, pi-
o in generale inclinazioni buone; furono per-
divennero inciampi. Dobbiamo considerarle
nemici, ben pericolosi, perchk interni. Come combatterli?
'o di noi medesimi, della passione dominante. Combat-
ilanza, colle risoluzioni, colla preghiera, con
. Seduzioni, allettamenti, libri, giornali, divertimenti;

27.8 Page 268

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524
VII - Sempre con Don Bosco
teatri, balli, conversazioni. Per i religiosi disprezzo,.perse
calunnie esagerate. Ci sono poi anche le tribolazioni, le infermi
Contro questi nemici teniamoci in guardia e preserviamone
dipendenti, e santifichiamoci adoperando i mezzi... n.
I1 di innanzi, festa della Natività di Maria Santiss
aveva tenuto un discorso alle Figlie di Maria Ausiliat
addette al collegio:
<iVoi desiderate essere divote di Maria Ausiliatrice. Oggi
Messa la Madonna ci le regole di tale divozione: Nunc ergo,
audite me:
n Beatus qui .igiIat ad jores meas quotidie: costanza nella divoz
verso di lei: non mai smetterla, anzi cercare di crescere sempre
fervore e nella confidenza.
»Beati qui custodiunt wias aseas: cercar d'imitarla. Poco
gli Evangelisti della Madonna; ma in quel poco quanto da imp
Umiltà, purezza, carità, meditazione, ecc.)).
La sua comparsa e i suoi esempi lasciano in tutti 1
pressione più edificante.
<< Quando parti da Lanzo - ricorda Don Rinetti -
come sempre a piedi alla stazione, passando per I'acc
ciatoia, la cosidetta via delle coste, e il suo antico segreta
voleva accompagnarlo; ma egli non volle, temendo che av
ad affaticarsi troppo nel rifare la salita! o.
Le sue povere gambe, invece, non potevano pi
a tanti viaggi; ma il suo programma era stabilito: a
queli'anno
dacchè era
cRoemttpoireereMesaagtgtaiomree!n..t.e
quanto
sempre
aveva
I1 15 settembre a Foglizzo agli studenti di teologia
nuovi soci salesiani raccomandava di vivere come gli ange
coltivando la virtù angelica; lodando e servendo Iddio:
stesse raccomandazioni fatte nel 1902.
Ad Ivrea tenne varie.conferenze. I1 24 ai sacerdoti
particolare: ({Siamo fiaccole - diceva - quindi dobbia
splendere a vantaggio della gioventù; se invece di luce
remo fumo, saremo di danno )); e confidenzialmente ad
tava tre difetti da evitare: la fretta nella celeb
Santa Messa, la mormorazibne, la negligenza nell'osservan
religiosa.
- II Alla wigilia della Messa d'oro
525
a, in primo luogo, d'aver udito da una donna
nvertita, che qualche salesiano celebrava troppo
crifizio. In secondo luogo di aver udito da
parlava della divozione alle
e1 purgatorio, narrando l'apparizione di un'anima
e Lubomihski che lo converti, e il fatto di S. Pier
i che rimasto orfano d'entrambi i genitori, avendo
o una moneta, non se ne servi per sollevare la propria
a, ma la diede a un sacerdote perchè celebrasse una
, a S. Pier d'Arena.
oni varie volte ci venne ripetuto
. Il che corrisponde alla racco-
mangiate, o beviate, o facciate
cosa, fate tutto a gloria di Dio! - Sempre Dio nella
nel cuore, e le tre lettere che ne compongono il nome ci
Non ci siam fatti

27.9 Page 269

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526
VII - Sempre con Don Bosco
- O OBBEDIENZA. I1 sa
volontà nostra. Obbedienza ai su
nostre occupazioni. Obbedite s
e s m p l m e n t e anche nelle cos
della nostra Pia Società. Le
fiorenti! i.
Quando l'amatissimo sig
tima volta ad Ivrea, e fu per la chiusu
tuali nel settembre 1909 - ricord
Giuseppe Groblacher - ebbi la grande fortuna di me
cargli le gambe ammalate. LO feci meglio che
richiedeva il rispetto alla persona del nost
Superiore. Vedendo egli la mia preoccupazi
pegnare bene mio dovere, mi disse sorridendo: "
di non fare la medicazione S O ~ Op@
ma anche unpo'per amor di Dio; oh, si, anchep
Egli mi ripetè queste parole altre volte con tanta persuasion
che ne ebbi una profonda impressione e mi indussero
rifiettervi sopra tanto, che non me ne sono più dimenticat
Da ciò si vede quanto abituale in lui fosse la retta i
temione e di fare tutte
motivo dell'amor di Dio,
cumulare tanti meriti per il
segnamento della Fede, non è g
per buona che sia, che è premiata
con cui si fa; e, come dice il
piccola fatta con due once d'amore, vale pih
pitosa, fatta con un'oncia sola t).
Una sera - aggiunge Groblacher -
secondo il mio debole parere, ed egli acconsentì. Ma ohi
la prova riuscì male, ed egli l'ebbe a pagar cara. Mi confes
alla mattina seguente, che tutta la notte non
chiuder occhio per il grande dolore; ma non un rimprov
non un lamento per la mia imprudenza commessa:
)) - Converrà che continuiamo a medicare come
scrisse il signor dottore; - ecco tutto ciò che mi disse,
un'ineffabile tranquillità.
))Non so come facesse a camminare, eppure anch
- Alla vigild della Messa d>oro
527
di ricreazione passeggiava sotto il porticato per far
gnia ai suoi figli; e, se uno non sapeva che era amma-
i sarebbe accorto. Questo saper dissi-
e fu causa per cui molte volte non si pensò di usargli
attenzioni che sarebbero state necessarie. Ancora
al pensarci provo un rimorso di coscienza, e nello
0 sento una certa soddisfazione, perchè mi pare una
, di non aver sugge-
ero di farlo condurre in
e qui ad Ivrea è abbastanza lontana.
ed anche quando n ma%-
che p u ~sarebbero necessarie, che,
pomeriggio ritornava
O a S. Michele, il direttore Don
fargli benedire il corpo di fab-
per sala di studio e le
O, benchè assai stanco, compì
samente la cerimonia, e rivolse brevi parole alla co-
Presente al sacro rito. Ringraziò la Divina Prov-
essari per elevare i1
a anche di esserne riconoscenti
e10 S. Michele, che potevano riguardare come
onorarlo con la preghiera e
. In ottobre volle tornare
azione per le cerimonie inaugurali,
'abito ai nuovi chierici aspiranti aila Pia Socie&, e
la cerimonia d'uso anche per i futuri coadiutori.
era a Lombriasco, ed alla messa della comunia
es, et Ego re$&m m.
permane mecum, et Ego loquar t&».

27.10 Page 270

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528
- VII Sempre con Don Bosco
Alla cerimonia delle vestizioni rinnovava i consigli C
aveva dati nel 1906 e- qui riferiamo:
6 Con maggior ragione potete adesso cantare: Gaudens gaudebo
Domino, et exultabit anima mea in Deo meo: quia induit me vestimen
salutis, et indumento justitiae circumdedit me, p a s i sponsum
corona... I1 Signore vi ha rivestiti delle vesti della salute e
mento della giustizia. Dite pure con entusiasmo: Mism'cordias Dom
in a e t a u m cantabo.
n Induit vos vestimentis salutis. Con grazie abbonda
distinse dal resto degli uomini; vi pose in una categoria d
che hanno per fine non so10 la propria salvezza, ma ancora quella
altri. Che onore! che dignità! nella categoria dei collaboratori
nostro Divin Salvatore1 Ripetete pure con tutto l'entusiasmo
vostro cuore: Gaudens gaudebo! Ma questo abito deve pu
taM, che non gli onori, non le ricchezze, no
ma la salvezza dell'anima vostra e degli altri.
gawiebo in Domìuo, et exultabit anima mea in
vestimentis salutis, et indumento justitiae circum
u Indumento justitzae circumdedit me. Indumento
è il complesso di tutte le virtù, è la perfezione. Quest'ab
un grande dovere; quello d'impegnarvi per arrivare al1
... Questo stato lo incominciate qui e dovrete co
perando i mezzi Avete baciato quest'abito.
ogni di, e dite queste altre parole del salmo: Mis
aetemium cantabo; in generationem et generationem annu
tatuam in me meo! E raccomandatevi al Signore che vi
possiate sempre ricordare questo grande benefizio e così esser semp
più uniti a Lui per meritarvi il frutto della sua Redenzione, cioè
gloria del Paradiso ».
I1 giorno dopo compiva la. stessa ceri
stesse ardenti esortazioni ai nuovi chierici
pomeriggio si recava a Biella, per benedire il ves
sociazione Sportiva (iVenerabile Don Bosco a S . Cas
Erano ad attenderlo alla stazione Mons. Vicario ed
canonici e sacerdoti, e signori e signore e giovani, con la
riverente cordialità. La domenica celebrò la Messa
Comunione Generale; quindi, spiegando il Vangelo, la
rigione del figlio d'un regio ufficiale a Cafarnao, com
« i l rimprovero che ebbe da Gesti: - Nisi s&na et pro
videritk, non ccrditis! - Perchè? perchè aveva una fede i
II - Alla vvigilia della Messa d'oyo
529
redeva che Gesù avesse bisogno d'essere presso 1
anche noi piena fede nella potenza e bontà Gesù,
O a Lui con assoluta fiducia, chè,' se si tratta di un favore
rio, specie per ia nostra eterna salute, ce lo accorderà. E se la
nza delle nostre indegnità ci impedisce di avere questa piena
ricorriamo a Maria Santissima: - Quod Deus impeG, *s
... - Ella è sempre pronta Oggi è la festa della sua
ole questa virtù1n.
elledizione del vessillo ebbe luogo nel cortile, messo
rappresentanze di quasi tutte le associazioni
della diocesi, presente il vescovo Mons. Andrea
lesse il discorso di circostanza, rallegrandosi
ell'educazione morale e fisica della gioventù
ratorio, e salutando Don Bosco il Santo dello Sport.
Servo di Dio, indossate le sacre divise, impartì la be-
zione alla bsailnednizeiroa,imcoprroesnsaitoanadnateu,nrifnrgargaozrioòsoil aVpepslcaouvsoo,,
drino Cav. Anselmo Poma e la madrina Emilia Crida
Serra, il Comitato e tutti i benefattori della casa sale-
e ricordò ai giovani che sulla bandiera di Don Bosco
ritto: Lavoro e preghiera. .
iella fino al pomeriggio del dì seguente <oino-
na sua visita - così scrive il Biellese - il Semi-
escoviie, 1'Istituto S. Caterina, l'Orfanotrofio, i
Filippini, accolto dappertutto colle più vive attesta-
riverenza e spargendo ovunque sante parole d'inco-
O alla pietà ed alla virtù cristiana >>.
ima volta che uscì da Torino, e lo fece vo-
ordando come all'inizio dell'opera. Salesiana dal
fosse disceso il primo drappello di giovanetti benefi-
l'Oratorio, e poco dopo giungessero a Don Bosco le
offerte, raccolte ad invito del Vescovo nelle varie par-
e
della diocesi, per
Francesco di
Slaalceso!s..t.ruzione
della
nostra
prima
otesta attività meravigliosa, continuata sino al termine
ita, risplendeva d'una luce incantevole nell'intimità
io del Smo di Dio Michele Ruo. vol. 111.

28 Pages 271-280

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28.1 Page 271

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VII - Sempre con Don Bosco
familiare, cioè nell'oratorio, dove era sempre il padre,
mica, il confidente di tutti.
Singolare lo zelo che ebbe sino alla
preti, chierici, coadiutori, al
per tutti 10 stesso paterno interessamento e mos
nel modo più delicato.
Cotesta carità dei santi gli faceva presenti anchei lont
e a tutti, nelle lettere capitolari, dava ogni mese prat
consigli, osservazioni opportune e forti incoraggia
abbiam dato un saggio nella quinta parte, parlando del
suo di governare; ma qui crediarn doveroso fare anca
cenno degli ultimi, che nel 1909 gli uscirono dal cuor
Sul finire del mese di Maria raccomandava di pre
come frutto di questo bel mese a passare santamente
del S. Cuore: ad Jesum per Mariam.
Nel mese di giugno, grato per gli auguri ric
casione della festa di S. Giovanni Battista ed i
per le preghiere e sante Comunioni fatte secondo 1
intenzioni, pregava il Signore, ((ad intqcessione del
Venerabile Padre di voler spargere su tutti i
abbondanti benedizioni e particolarmente 10 spirito di fer
izellepratiche di pietà e nell'osservanxa delle Sante Regole
Nel mese d'agosto, ricordando le pr
tigli all'inizio dell'anno giubilare, si raccom
dei figli spirituali « afinchè si
preghiere,non tantoper la sua conservazione,
impiegare utilmente a gloria di Dio e va
QUEI ~ 1 0 ~ ~ 1 ,icl hSiegnore vorrà ancora
Nel mese di settembre, a dopo un anno tempest
quale fu anche il 1908-09, esortava (( tutti i cari confr
a riflettere seriamente se non v i sia nelle
cosa da correggere che ci possa at
e a metterci tutti d'accordo a fare quanto sipuò a@nchè
gnore abbia ad essere soddisfatto della nostra condotta
I n ottobre salutava col più vivo affetto, al @'in&@
nuovo anno scolastico, ((tutti i carissimi saiesiani coi
allievi, antichi e nuovi; e desideroso del buon andamento
l'intera annata suggeriva e raccomandava:
II - Alla vigilia delfa Messa d'oro
53'
O di fare con tutta divozione ed impegno il
oduzione al nuovo anno scolastico, cercando di animare
alla divozione verso i1 Cuore di Gesù e verso ~~~i~
%ere il Regolamento delle case, specialmente
iplinare, fin d'adesso, riservandosi a spiegarlo poi
te una volta per settimana durante l'anno... o; e
ispettori a fargli sapere « se in tutte le case si
lamento della Pia Società e quello delle Case
lgare del paese », standogli molto a cuore che
0 sia ben compreso da tutti i confrate& e il secondo sia
nosci~toda tutti i confratelli e famigli ed allievi ».
« i l Divino Infante a portare a
annunziati in questi giorni dagli
e congiunti alla carità fraterna e
Regola ci assicureranno ottimo il
anno che sta per incominciare ».
ultimo a tener regolari conferenze
ni del ginnasio superiore, e a quando a
ani, ascritti alle varie Compagnie religiose.
esti, ascritti alla Compagnia del SS. Sa-
Voi siete la corte d'onore di Ge&! per
... cortigiani sono i cittadini e gli impiegati
ali. Così voi! Anzi la corte di Gesic è composta dagli
del paradiso, e voi stimatevi grandemente fortunati per
e fatevi dovere: IO d'imitare gli angeli; 20 di star voleri-
Gesù, e di esser agli alte di buon esempio nella fre-
alla Santa Comunione e nel contegno in chiesa, come
i artigiani ascritti alla Campapia
e agli alunni di quarta ginnasiale
ava c h e il giorno dopo principiava il mese di S. Giu-
giani e degli studenti, e li incorag-
a di Dio, con l'accostarsi frequen-
aila Santa Comunione e coll'imitare S. Giuseppe
o con Gesù e per Gesù.
mese di marzo agli alunni del ginnasio supenore
va il SUO dolore nell'aver appreso che uno dei loro

28.2 Page 272

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532
VI1 - Sempre con Don Bosco
compagni era stato. allontanato: - M i rin
essere di buon esempio, anche non avendo
assidua di qualche professore. Siete i più adulti. Sappiate r
golarvz' bene, avvisatevi anche a vicenda - e descriveva g
esempi di buona condotta di quelli di quarta e quinta ne
tempi antichi!...
Nel mese di aprile ricordava agli stessi la ca
fulmine sulla casa avvenuta nel 1861 e il
da Don Bosco sopra il tetto con una stat
<t Il fatto - osservava - avvenne nel 1861
cominciò a manqestar il proposito di e@ere un San
Madonna sotto il titolo di Auxilium Christianorum, il I
maggio, -cioè il 10 giorno della novena*.
Nel mese di luglio parlò della vocazione, accennò i mez
per conoscerla, tra cui la buona condotta
gatezza dei costumi, e i consigli che egli aveva
Don Cafasso: "Preghiera, riflessione, e consiglio del diretto
e confessore,,; e raccomandava ([prudente silenzio per C
+?a alla carriera ecclesiastica o religiosa. E un tesoro pre
zioso, perciò va.tenuto nascosto; perchè come dice S. Gre
gorio: Depredari desiderat qui thesaurumpublice portat in viai)
I1 24 ottobre fu lietissimo di rivolgere la parola ai nuov
alunni di quarta ginnasiale, e per prima cosa manifestò i
piacere che provava nel vedere la nuova scolaresca: <Di edi
dero che siamo buoni amici. Desidero la nota dei vostri nom
per tenervi presenti nelle mie preghie
oggi, che compisco l'età del nostro venerab
delle 40 ore, v i tengo la prima conferenza. Deside
.& l'anno del S. Cuore, da cui ci venne
&ll'EucarzStia i); e li esortava a procur
Divino ogni consolazione, colla p
frequenza ai SS. Sacramenti, colla
veri, col rispetto e coll'obbedienz
con i compagni,e regalava a ciascun
« Perchè ricordiate che d l'anno del S. Cuore! )).
Quel giorno manifestava la gioia di compiere l'età
Don, Bosco anche ai confratelli e a quanti, s
gli facevano corona passeggiando sotto i portici. Noi erava
- II Alla +Zia della Messa d'oro
533
ti, e rammentiamo di avergli fatto rilevare che Don
aveva vissuto 72 anni, 5 mesi e 15 giorni, mentr'egli
e i 72 anni,soltanto quat-
spose .sorridendo, ancora un mese di
Ancor tanti anni, almeno fino a raggiungerne IOO!
sorriso ineffabile, un dolce sguardo ai presenti, ed
rte stretta a tutte le mani che aveva tra le sue, fu la
a sera del 28 ottobre s'adunavano ai piedi dell'altare di
aranta nuovi missionari prima di par-
e alle quali eran destinati. Don Cesari
e il discorso e il Card. Richelmy impartì la Benedizione
ò a ciascuno il S. Cro-
un affettuoso saluto.
o, ricevettero l'abbraccio del venerando
, aveva assistito alla funzione presso
orda che quando si congedò priva-
io, questi gli disse:
su questa terra, ma in paradiso!
he nel tempo che rimase a Torino
rimettersiin salute, il Servo di Dio <[ benchè ammalato
di stanza, lo. colmò di
za, forse un paio d'ore, e
are a dare l'ultimo addio
o Padre per evitargli il dolore e l'impressione che ne
ricevuto, e anch'io era dello stesso parere. Ma,
suo servizio viene in cor-
dice che il sig. Don Rua
vuole in camera sua. Rimasi di stucco, v'andai immedia-
ente, e al mio arrivo, con uno sguardo penetrantissimo
i dice: - Birichino, biri-
;non volevi venirmi a salutare, neh?!
Commosso mi strinse al petto, mi diede la benedizione,
mosso mi accomiatò. Chi gli aveva detto la mia deci-

28.3 Page 273

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534
- VII Sempre con Don Bosco
... sione? Nessuno, ed io ho sempre creduto che Don Rua
leggesse nella mente e nel cuore! p.
Ormai il caro Don Rua trovava difficoltà anche a scrive
perchè la mano gli tremava tanto che non poteva metter gl
due righe. Ed egli si serviva regolarmente di vati confratell
come di semplici amanuensi, ai quali dettava, parola pe
parola le lettere più delicate, senza che potes
dere, come abbiam detto, a chi scriveva. Ad
lettera senza alcun accenno al nome del destinatario, e
un altro dettava gli indirizzi.
N6 tralasciò di scrivere di sua mano a chi riteneva che
dovuti riguardi lo esigessero, facendo così.
mattone, 10 copriva con un pezzo di panno, lo poneva sop
il foglio di carta, appoggiava su di esso la mano, ed in q u a
modo riuscendo a
mente. E fece così
fteinnoeralfl'eurlmtima ol!a...mano
scriveva
disc
Un'altra particolarità da rilevare è la premura nel
tinuare ad interessarsi con perfezione d'ogni cosa !
Ad es., sulla fine di gennaio scriveva al Direttore del1
Colonia Agricola di Beitgemal, Don Isacco Gian&ini:
4 Rispondo alla gradita tua del 12 corrente... Altra volt
che abbia da scrivermi, fammi avere notizie di cotesta
se wescinto il numero degli allievi, se pesti sono buoni
regna la buona armonia fra il personale, se si è adottata
di coltivare la pastorizia, se si è fatto qualche lavoro per
rami dalla malaria, ecc. Mi sta molto a.cmre il p
rituale e materiale di cotesta colonia, che deve
sorgente di vocazioni ed un aiuto materiale alle altre case de
Palestina, qualora sia ben tenuta. Amo anche
¶ ~ l c u mapplicato agli studi. Dàmmi pure noti2
racchia, essendo la vostra cappella chiesa parro
è frequentata dai parrocchiani, se vi è frequenza
menti, ecc. o.
Avute le notizie richieste, tornava a raccomandare:
(( Sono lieto di sapere il numero dei giovani e che questi, p
non essendo saliti di molto sopra Panno passato, nondimem,
è la cosa più importante, sono buoni e fanno proJitto.
M i piace che fra di essi si sia iniziata la Compagnia
II - Alla vigilia della Messa d'oro
535
eppe e che alcuni di loro siano atti allo stato religioso da
racciato. Anch'io spero - .anzi son certo - che perse-
, come ti raccomando.
di sapere che avete dato sviluppo alla
ns@lio che aveva dato. E a questo
ti esorto ad essere molto attento affnchè dando ospi-
vostro dei mali da cui
fate in modo che le vostre pecore non
quelle alle quali foste per dare ricetta.
serbare parte dell'erba dell'inverno
aidando il vostro gregge nell'inverno a pascolare
o dove l'erba perirebbe altrimenti.
alla malaGa sono lieto del tuo proposito d'impian-
ti ricordo che con qualche lavoro di
risanare cotesta vostra proprietà, come potei
persuadermi Panno passato.
opera tutto il tuo zelo
portava ad ogni parte. A Don Malan,
ni del Matto Grosso nel Brasile, il 19
inviava una lunga lettera, di cui abbiamo già riferito
periodi, nella quale scendeva poi a questi minuti ma
essanti particolari, bramoso di veder regnare la buona
onia tra i vari missionari:
che tu voglia che si lascino liberamente
l volta ne salti loro
a ad uno dei suoi dipendenti]; io sono persuaso che
solo che non si abbiano da trattenere per forza ma
contento che si cerchi di trattenerli con buone maniere
persum'one, conoscendo anche tu quanto possa essere
$0 l'allontanarsi per settimane e mesi dalla colonia,

28.4 Page 274

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536
- V I I Sempre con Don Bosco
>)Credoche sia anche tuo desiderio che, quando gli
non si presentano per il lavoro spontaneamente, siano in
a venire alle occupazioni senxa però far loro violenza.
)) Sarà pur bene cercare d i abituare
qualche abito, almeno quanto basti per'
orrore per la nnditù. A taljine sarà mo
fruire dei telai che avete portato con
farli provvedere da se stessi delle stoffe di cui hanno
Da principio stenterete a mettere le cose in ordine e
stoffe discretamente bene; ma poi poco alla volta v i andrete p
fezionando.
) ) I n quanto alla prep
vewù che tu renda persuasi
non si richiede un grande is
battesimo; ma che può bastare che C
verità di nostra Santa Relgione, con
istruirli anche per prepararli agli altri Sacramenti,
specialmente converrà far loro imparare le orazioni
narie, come il Pater, I'Ave, il Credo, e l'atto di
in lingua volgare.
D Converrà pure metterti d'accordo coi diretto
prndentemente vigilino per impedire il grave diso
perire i bambini, ed anche infermi p3 adulti, nell'intento ch
verifichino a tempo e luogo le profezie di codesti Bari.
)) Discorrendo. amabilmente coi direttori potrai venire
conoscere altri disordini e concertare con essi il
tarvi rimedio. A l qual jine è proprio necessario che tu li
paternamente, od almeno come fratello tra i
quanto è possibile procura che siano sempre in ogni co
sacerdoti che possano farsi buona
vicenda al progresso della propria
mciosmsiopnaeg.n..ia>,).aiut
Salesiani ed alunni continuavano a rivolgersi a lui dire
tamente' per ogni incoraggiamento ed anche per ogni favor
ed egli continuava ad accontentar tutti con la più squ.
sita amabilità.
Don Stanislao Ticner, da Nictheroy, gli dava notizi
dell'oratorio al quale era addetto, ed egli sollecitamente:
( ( I nriscontro all'ultima tua [del IO luglio 19091 sono 60%
I I - Alla vkilia della Messa d'oro
537
lute. Assai mi con-
ndete al Processo Apostolico del nostro Venerabile... D.
ina un altro salesiano gli scriveva una lettera
i gli rispondeva nella stessa lingua: i<( l Sac.
Rua al suo &Zio carkimo Luigi Vasquez, ogni saluto.
rallegro teco della lettera che mi hai scritto in lingua
rojitto nello studio di cotesta lingua, la quale,
do la lingua della Chiesa, per chi desidera servire alla
to utile ma assai necessaria. Non dubito
che, coll'aiuto di Dio, fra non molto tu abbia a scrivermi
ra lettera senza. alcun errore. Intanto prego Dio che ti
a e ti dia la grazia di spogliarti dell'uomo vecchio e ve-
del nuovo, che venne creato secondo Dio, e cosi abbia a
re un buon discepolo e Jiglio del Venerabile Don Bosco.
edeva una reliquia di Don
ntos, eccoti la reliquia che
e ne facevi domanda colla
conjidenxa in lui e cerca
it, non modo utilis sed ualde necessaria est. Non du6ito quin, Deo

28.5 Page 275

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538
VII - Sempre con Don Bosco
di diventare un degno suo figlio. Saluta caramente tutti i tu
compagni di cotesta casa specialmente i @ adulti, facendo par
a loro degli auguri che fo a te di liete e sante feste dell'Imm
colata e del Natale.
w Credimi tuo aff.mo amico Sac. MICHELE RuA)).
La sua memoria era .sempre prodigiosa. Ricordava og
cosa, anche le particolarità più minute, e le cose più lontane
1'11 agosto 1909 scriveva ad una cooperatrice:
« H o ricevuto la riverita sua del 5 corr., ed in merito
quanto mi dice, ricordo chi è la S. V., e ricordo pure la graz
che ella ottenm dalla Vergine SS. Ausiliatrice della guarigi
istantanea del w o male. M i sovviene anche, a questo proposi
che quella grazia andava unita alla promessa di frequenta
più che fosse possibile, i SS. Sacramenti. Si faccia pertan
animo, e mediante l'aiuto dei SS. Sacramenti ella potrà a
quistare molti meriti per' il paradiso e sopportare con meri
le sue pe ne... )).
In mezzo a tanti affari che aveva sempre fra man
continuava ad occuparsi direttamente anche delle min.
cose con l'esattezza di cui s'è fatto cenno, ma convi
rilevare come, anche in questo egli fu perseverante sin
alla fine.
I1 16 luglio scriveva a Don Malan:
4 CarZFsimo Don Malan, un sacerdote spagnuolo, certo
Giuseppe Clotet, mi ha rimesso 25 pesetas per la missione
Matto Grosso. T u mi dirai se te le devo mandare o tenere
serbo a tua disposizione. Colgo l'occasione per rallegrarmi
congratularmi teco del bene che fai tra codesti poveri se
vaggi ecc. ecc. ».
La lettera non aveva altro scopo che mettere al corre
il Superiore della Missione del Matto Grosso dell'offe
ricevuta, e sapere qual uso voleva farne!
Premuroso con tutti, era d'una gentilezza singolare
i benefattori. 4 Negli ultimi anni della sua vita - att
la signora Angiolina Camerana Collino - io ero soffere
di nevrastenia e ricorreva a lui con molta frequenza
implorare preghiere e conforto. Un illustre professore C
mi aveva esaminata, mi aveva detto trattarsi di una for
-11 Alla rngilia della Messa d'oro
539
uindi anche se avessi ottenuto la guarigione, questa
rebbe stata durevole, ma dopo un certo periodo di
arei ricaduta nella stessa sofferenza v. I1 Servo di Dio,
26 luglio 1909, scriveya all'ammalata: 4 Sebbene le
..s.olQo uieersit,alelesttcerriavoddituntutaovsocrdiitetatrod
impulso del sig.
i mia mano, ed
accorgerà, vedendola tutta scarabocchiata. Come le disst
ia di ieri, voglio prendere Don Bosco alle strette ed ob-
ad ogni costo ad ottenerle il necessario r+oso e perfetta
me. Le scrivo la presente da Valsalice, ed appena (avrò
andrò a trovare il nostro venerabile P&e e fargli le più
emure in suo favore...)). I1 2 agosto scriveva alla
. ( ( L apregiafissima sua del 31 luglio mi reca molta
er la notizia che la signora Collino, sua figlia, non ha
potuto riprendere il sonno. Oggi ricorre la sua festa; il
i dice (dopo aver chiesta l'ispirazione al Signore) che
donna degli Angeli, sua speciale Patrona, le pagherà la
con farla dormire placidamente. Dal canto mw, secondo
io espressomi, discendendo dal letto, su cui scrivo la
a celebrare la Messa per la signora Angiolina,
dimenticando la S. V. e l'altra Angela col suo padre. Io
ancora a letto, m n per altro che per vedere se passo far
arire la gonfiezza delle gambe. Provo se lo starvi qualche
più, può giovarmi:.. ».
ammalata quasi ogni giorno, o direttamente o per
d'altri, gli faceva insistenti domande per sapere se
e si o no guarita, e sperava tanto nelle preghiere del
Dio. Viste le condizioni deila sua salute, questi ad
iarla l'assicurò che sarebbe guarita e presto, pre-
o anche il giorno in cui il Signore avrebbe compiuto
nto gli domandava. Difatti il 14 dicembre in un biglietto
la mamma scriveva queste parole: (( Sicurezza della gua-
one stabile per la sua figlia durante la novena del S. Na-
>); e il 17 dicembre in un altro biglietto per la malata
: <t Stia tranquilla; ella guarirù presto D. E il miglio-
to fu pronto, ma non assoluto. Stette bene tutta la
ena fino al 22 dicembre; e il giorno dopo il Servo .di Dio
eva alla madre: 4 M i fa pena che la signora sua Jiglia

28.6 Page 276

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vII - Sempre con Don Bosco
passi, ieri giornata cattivksz'ma. La notte scorsa io
passai quaasztutta insonne, pmtandomi col pem.ef'o a
~~fiamoratdoel Santo Tabernacolo per fargli comp
raccomandaimolte persone e fra le altre anche la
tosi continuerò a fare. Le dica, di grazia, che Gestì
molto bene, perciò stia di buon animo e preghi con v. S.
obbl. servo sac. MICHELE RUAB.Il 30 dicembre, nuo
angustiata, fa signora Collina si recò a visitarlo,
di Dio la consolò scrivendole su d'un biglietto, d
stato qualche minuto raccolto: (( Dietro ispirazione
annu&zcihoe per intercessione del Venerabile Don Bosco
guarirà certamente». E la predizione, a gloria di D
~d era molto tempo che stava benone, quand
xua Ie aveva predetto, ricadde. 11 Servo di
passato al premio celeste; ella tornò a pregarlo
e in breve ottenne piena salute e la gode ancora (19
cessa di
con tutti la bontà, la carità, la Paz
verso sopratutto la santità di Don Rua.
la metà di novembre uscì di città ancor un
per recarsi a S. Benigno; dove, nella tranquillità,
con vari membri del Capitolo veniva esaminando le r
dei Visitatori straordinari e stabiliva in pari tempo le
sizioni necessarie per la convoca del prossimo C
,Era a S. Benigno Canavese - ricorda Don cm
cogli a&rimembri del Capitolo Superiore per fare t
praticlie necessarie al prossimo Capitolo Generale,
veva tenersi nell'agosto 1910, e la Provvidenza dispose
,-he amava tanto i confratelli coadiutori, potesse ce
la santa Messa nella piccola cappella degli ascritki art
11 direttore Don Sivarè desiderava ardenteme
lebrare la santa Messa nella cappella della casa, ma rito
il 24 ia commemorazione di Maria Ausiliatrice, gli P
di celebrare il 23 nella piccola cappella del noviziato
domani in quella della casa. ((Disgraziatamente nel1
nata la sua grave malattia peggiorò in modo, che n
più celebrare in cappella, e celebrò neil'infermeria, e
.
~
- Aila vigilia della Messa d'ouo
54'
orino)), e fu l'ultima Messa che celebrò fuori , ,
p0 la S. Messa, benchè fosse molto stanco e
volle rivolgere alcune parole agli Ascrit&
e1 giorno la festa di S. Clemente Papa. Espose
anta, coll'erudizione e cofl'unzione che gli erano
ne trasse ammirabili insegnamenti pratici. R ~ ~ -
1 vivo il fervore e la confidenza illimitata del santo
e come il Signore subito lo ricompensò
rire suila collina un angelo e scaturire una
ua che dissetò i 2.000 cristiani condannati da
avare marmi in Crimea. Nell'Agnello misterioso
e ravvisò i1 Sacro Cuore di N. S. che
sue
razie, col SUO amore inftnito, col prezzo del suo
propose di salvare tutti gli uomini ed in
di santificare i religiosi, comunicando loro più
la venerazione e l'amore che si deve a lui ».
si seppe che a San Benigno la sua salute era
iorando fu una costernazione generale, e si co-
no preghiere particolari per ottener la guarigione;
'invitarono a ritornare all'Oratorio,
a San
assistenza tornava difficile; ed egli docilmente si
artire. Quando appoggiato a Don Albera - ri-
Michelotti - scese la scaletta per salire in car-
iarsi alla stazione, trovò tutti i giovani della casa
pettavano. Nel cortile si fece un silenzio religioso. ,
lsamente, Senza alcun invito, tutti i giovani caddero
hio. La spontaneità dell'atto di venerazione colpì
Don Rua, che le lacrime sgorgarono dai suai stan-
aI+rossati.Sali in carrozza, e, appoggiandosi per non
disse ai giovani brevi parole di saluto ,).
24 novembre, e proprio in quel giorno compiva
i mesi e i giorni di Don Bosco!... Volendo far con
età in ogni cosa, era naturale che egli pure era con-
ratorio si diffuse subito la notizia che andava gra-
deperendo, e che avrebbe dovuto restare anche

28.7 Page 277

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542
VII - Sempre con Don BOSCO
e dei superiori gli fu portato in camera un letticc
potesse riposare un po' comodamente, ed egli
sebbene preferisse lungo il giorno levarsi, e, vestito, re
sene coricato sopra i1 vecchio divano dove aveva ripo
per 22 anni. Così appariva meno grave, e continuava a
udienze lungo il giorno.
E continuava a mortificarsi.
Durante la malattia - ricorda Giuseppe Ba
stando sul sofà o sul letto teneva un grosso libro per
tempo e poi un'assicdla dietro alla schiena [cioè
schiena] perchè i cuscini gli tenevano troppo caldo e
calore gli produceva il catarro bronchiale. Credo [dice
lestra, ed era proprio così e noi abbiam veduto quel
di legno che voleva sotto le spalle] che lo facesse anc
... fare penitenza, per stare più duro
» Per un po' di tempo, prima di mettersi definit'
a letto, stava al dopo pranzo per due o tre ore sul s
necchiava e gemeva; aveva un aspetto molto soffer
cagionava una gran pena, una grande sofferenza
Dopo prendeva la cartella e lavorava attorno alla
rispondenza.
)) Sebbene prendesse poco cibo, ben fatto;
pure non gli faceva bene pel suo organismo assa
ro. Qualche volta mi diceva: "Adesso mi accorg
sono ammalato,,. Altre volte mi diceva: "Que
eccellente,,; sebbene fosse con poco o niente di
dico diceva che i1 sale favorisce la gonfiagione. In p
della malattia prendeva il cibo poco salato, in
senza sale completamente: e talvolta diceva: "Non
non mi sento... ,,.
a Quando aveva i piedi gonfi che non poteva
scarpe o le pantofole, alzandosi dal letto o dal sofa, si
un paio di ciabatte, usate da me, molto logore.
)) Stando sul sofà o sul letto, teneva una coperta
attorno i piedi e le gambe, e, sopra, un pezzo di
come copertina.
». Oiiando
cominciò
~
~
a
tenere
i1
letto
di
giorno
i
la talare, ed io l'aiutava a metterla e deporla,-poi qua
- II AZZa 'lavigZia della Messa d'oro
543
ai direttori che quelle pagine, lette già
benedetta dal Signore, sostenuta da Maria
lorata dai meriti e dalle preghiere del
tinua a fare un gran bene in memo al
ano un tentativo, si appigliano ad un
ne ingaggiano un'altra e di ciò
di Varazze e di Marsala, e le
i di Barcellona e di Colombia...
nulla abbiamo da temere perchè è con noi, ci guida e
, Colei che è terribile come esercito schierato in campo.
come nelle case dove jìwisce
tezza di costumi, si ammira
i, si respira una atmosfera
più eletta virtù i),a6nchè
nta felicità, tornava a rac-
della spedizione, il libro delle nostre Costitu-
paesi ipnoti. avrete da trattare con pente di linpue e
0
0
h;s,arete forse esposti ca gravi &menti. Vorrei

28.8 Page 278

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.
544
VII - Sempre con Don Bosco
accompagnarvi io stesso, confortarvi, consolarvi, protegg
M a quello che non posso fare io stesso, lo farà questo librett
Custoditelo come preziosissimo tesoro >).
E perchè in ogni casa fiorisse quell'insieme d'idee e
tendenze e quella maniera di pensare e di fare, che
spirito proprio della nostra Società, esortava a fare un
scienzioso confronto fra i propri doveri e la propria vita, a
tralasciare le conferenze mensili e i rendiconti, a veg
da tutti si osservino le Regole, in modo particolare la pover
senza esageratamente preoccuparsi dei bisogni dei p
« E qui - proseguiva - conviene che richiami la
attenzione su di un altro articolo dei nostri Regolamenti.
relazioni de' Visitatori potei rilevare che se
nostri sacerdoti offre il Divin SacRfizio con
renza, non sono pochi gli esempi in contrario.
il contegno così divoto del Ven. Don.Bosco durante la S.
Tutti sappiamo che molt'e persone, pur non sapendo chi
assistendo alla sua Messa, ebbero ad esclama
deve essere un santo,,. Proponiamolo ognora
nost~siacerdoti. Anche negli ultimi anni di sua v
rileggere colla massima attenzione le Rubri
Imitiamolo D.
In fine insisteva di vegliare perchè nessuno usi trop
famigliarità con gli alunni, e siccome (<nel mondo
amici quanto gli awersarii nostri più non ci consider
..
come fanciulli nella vita relgiosa, ma com
tesoro d'ogni mezzo per progredire nella s
virtù a in modo che tutti nel parlare, nel lavorare, e nel nos
contegno abbiano a mostrarsi degni del nome di salesiani e
$gli di Don Bosco.
a L'anno che a grandi passi si avvicina ci sarù apportat
di care feste di famiglia e di avvenimenti molto importa
per la nostra Pia Società. Avrò, spero, la consolazione
smivere altre volte a tutti i confratelli e a voi in particola
Intanto raccomando alle vostre fervorose preghiere i molti
gravi bisogni dell'anima mia e -di tutta la nostra Pia Societ
Nella sua carità immensa, sul fine della lettera suggeri
pure che mediante i piccoli periodici locali si cercasse
- II Alla wigilia della Messa d'wo
545
>>. e conveniente collocamento ad antichi allievi o ad emi-
questa sarebbe una fiorita carità Fino agli
6
'mi palpiti il cuore di Don Rua associò all'amor di Dio
... ità per tutti i bisognosi!
n caso singolare! I1 Servo di Dio era già malandato
ute e di quei giorni, essendo maggiormente indisposto,
teva dare udienza: erano i prodrorni dell'ultima malat-
sacerdote regolare, direttore di un istituto educativo,
ssaggio a Torino, sale all'anticamera bramoso di par-
ziato col suo nome, e il Servo di Dio gli fa
lo saluta. Insiste per vederlo una seconda
terza volta, ed è introdotto. Dopo le domande d'uso:
stava, come andavail collegio, come si comportavano
vani, se si confessavano, se dimostravano soda pietà,
sse queste testuali parole:'- Allontana il demonio dalla
sua città, al collegio, e non pensò più a quello che gli
sopra
vo di Dio!...
l'istituto, per
Ed ecco che a
colpa di un
ignesnenrvaiieonctea!d..e.
ricordò e scrisse subito a Don Rua, e questi si
li: " I o te l'avevo detto!,, ».
Nell'anno scolastico 1909-IO - ricorda Don Giovanni
Ia - fui traslocato da Castelnuovo d'Asti, dove. ero
tore, all'oratorio di Torino in qualità
ortanza della loro condizione. In questo stato
i un giorno interrogato dal sig. Don Rua come
nai sopra tutto la difficoltà della scuola
preparazione lunga e laboriosa,
mente raccomandandomi di tener
arazione che faceva delle mie
o di qualche anno, mi sarei
vitn del Serejo di Di0 Mieiiaie Rua. Voi. 111.

28.9 Page 279

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546
VI1 - Sempre cm Don BOSCO
assicurato la facilità di fare scuola col miglior succes
Nello stesso anno, anzi nell.'ultimo mese di sua mal
tia, qyando amai non poteva più muoversi dal letto,
mando a chiamare, interessandosi molto dei miei alli
della scuola ecc., e facendomi tirar fuori da un cassetto
pacchetto di cioccolattini per distribuire ai miei allievi,
raccomandò di aver cura delle loro vocazioni.
)>Trale sue parole però e nei suoi occhi C
questo suo atto paternovoleva dare anche a m
di benevolenza, riconoscendo quanto mi costava la scu
ed il mio trasloco all'oratorio;.. )>.
Neli'anno scolastico 1909-10- rammenta Don Euse
Battezzati - mi trovavo all'oratorio allievo di terza
nasiale e, soffrendo di un male che non mi pe
inginocchiarmi durante le preghiere della sera, usavo
der posto fuori delle file dei compagni, restando in
Una sera, appena incominciate le ~ r e ~ h i e rme ,i vidi acc
il sig. Don Rua, che s'inginocchiò per terra, pregando
giovani, proprio accanto a me. Finite le ~reghiere,p0
anch'io l'appoggio del mio braccio a lui che a stento cerc
di rialzarsi, e ricordo che ebbi a usare tutta la mia forza
sostenerlo, ciò che mi fece arrossire pensando C
soffriva più di me nello stare in ginocchio, mentre il s
spirito di sacrifizio e la sua pietà non gli permettevano
stare in piedi parlando con Dio nella preghiera.
» C i diede la buona notte ed io, approfittando della
posizione fuori delle file, aspettai che fosse libero dal r
dei compagni e dei maestri che l'avvicinavano per
la mano, e in fine mi accostai per fare altrettanto. 11venera
Superiore mi prese per mano, e volle sapere perchè
rimasto in piedi durante le preghiere. Appena udì i
... - Bene, bene - mi disse paternamente - richdati di
frire le tue sofferaze per le anime sante del Purgatorio!
Così, parlando, arrivammo 'alla scala che C
alla sua stanza. Lo accompagnai alquanto e poi me
tornai coi miei compagni, felice di aver avuto la
trovarmi a solo a solo con lui e constatato una volta
la virtù del Successore di Don Bosco e la sua devozio
II - AllnTv&ilia deila Messa d'Oro
547
orio. Ciò accadde nell'inverno 1909-10
11% ricordo, fu l'ultima volta che il signor
R~~
ispettore delle Case
con questo voto ed
e nei nostri cuori e in tutte
come strenna per il 1910 suggeriva:
ER I SALESIAN- I: IO Esattezza nell'obbedienza; 20 Ge-
o di G&, lavorando e
sovrano nell'anima sua in ogni istante.
"t0 Solifario del Santo Tabernacolo teneva fisso il
nche nelle notti insonni, e Io pregava a benedire
, benefattori e quanti abbisognavano di
parlando cuore a cuore con Lui, sempre
dere in altri lo stesso amore. Avrebbe
avvicinare e stringere al Cuor di Gesù tutti i cuori!...
co gli aneliti del Servo di Dio negli. ultimi giorni
sua santa e laboriosa vita!

28.10 Page 280

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548
- V I I Sempre con Don Bosco
111
GLI ULTIMI INSEGNAMENTI
- ... >onosceva il giorno in cui dovevo morire. li E
- li Sempre eccezionalisivanno facendo le zostre strettezze... D.
mi farai da segretario per nove anni!...)>-.I n pih circostan
- chiaro che non avrebbe oltrepassato il 1910. L'isola «Don
((Di' casi: " Ci auguriamo che duri almeno quanto durerà
,. Don Rua!,,s. - a Questo non va bene!... Don
- minestra fosse uguale per tutti Adesbni doll1America:il
gresso dei Cooperata' a Sanziago nel Chili, e le Nozze epz
M o m Cagliero. - I foschi pronostici del 19I I !...-Intima il
t010 Generale. - ( ( D a qualche tempo non posso uisitare
non mi è dato di lavorare,comevorrei,pel bene della nostra cara
gregazione a. - Continua le conferenze agli alunn
- ed alle Compagnie degli artigiani. Raccomanda la
Letture Cattolichee la pratica della modestia e
- Francesco di Sales e di Don Bosco, e Salvarci, ecco tut
Continua a dar udiaza tutte le mattine, e stenta a celebrare.
- timo giorno di carnevale. Il 14 febbraio celebra l'ultima
- Tralascia di occuparsi della corrispondenza. - I dottori lo
in condizioni gravissime. - li Questa notte ho doumito abbas
mi sarò svegliato un quindici volte! n. - I giornali
- teressarsi della malattia. (iDio che tutto può, albntani'
fatale n. - I l Santo Padre fa voti pel ripristinamentodella su
salute. - Cardinali, Arcivescovi e Vescovi prendon parte
dolore. - Il Sindaco e illustri personaggi hanno lo stess
mento.- La notizia si dzponde anche in America, e sipr
- 111 Gli ultimi insegnamenti
549
- Ai Ss. Martiri d indetto un triduo solenne per la sua guari-
. << Voi fate li Cmte di Maria per me, ma io llho cominciata
- a di voi)). I medici hanno dejinito la malattia li miocardite
- con fede. li Poveretta, viene
e peghlere per sua madre e non sa che ha tanto bisogno che
- per lei)). bion si vmrebbe che entrassero faresti& a par-
he Prelati e Princtpi di Santa
- corrono a visitarlo. Il Cardinale Mercier gli reca la
romessa dell'inzzk dei salesiani
- BeLga. Il Card. Mafi,pregato, lo benedice,epmprostran-
lui benedetto. -Non si sa che cosa pensare dipre-
e si ravvivano alquanto.
narie, detta un orario
a recita le preghiere c'on pal-
Francesia un buon p ~ ' e r o .
e si attende a comu-
Lazzero mi chiama!
aternamate una suwa che
- colpevole della cessata beneficenza di una 4nora. C Si-
Rua! 1). -Manda la benedizione ad una suora che
alla gamba, e la malata gumisce pienamente.
a palma benedetta a vari
Cooperotwì, che li ringrazio!...n. - <i Sto cim-
... -s. (iO mangiate,o beviate, o qualunque altra
- o a gloria di Dio! )). L a mattina del giovedl
ewere 2a S. Comunione i n forma di Viatico.- Sue ultime
- ani: "Grande amore a Gesti Smamatato: Viva
. - Ausiliatrice: Grande rispetto, obbediaza
te al Sommo Ponte-
- usiliatrice. Preoccupanti
- rme. Vuole l'Estrema Unzione in segreto
- telli. Raccomanda di promovere tra gli
della Propagazione della Fede e della
- vere forestim.. Tutti 10 varrebbero
- e ex-allievi. S'interessa anche dei
o ogni sera mezz'ora d i adorazione
- a gua@ione. Anche nelle case
prega con fervore! .
~

29 Pages 281-290

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29.1 Page 281

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550
- V I I Sempre con Don Bosco
I1 Servo di Dio conosceva il giorno in cui doveva mo
I1 10 gennaio 1910 chiudeva la lettera ai Cooperatori C
queste parole: Pregate per l'eter
Confratelli e Cooperatori defunti, i
che la vita con tutti i suoi beni è un gran dono del
ma passeggero; e che in punto di morte non ci re
che un conforto, quello di averne fatto buon uso.
inJne per me, CHE SENTO DI AWICINARMI A GRANDI
ALL'ETERNITÀ, a@nchè possa spendere quel po' di v
resta in piena conformità alla santa volontà del Signore s.
E il giorno dell'Epifania, tornando a scrivere loro
lettera particolare per chiedere soccorsi, che venne trad
nelle varie lingue ed inviata a tutti i Cooperatori, fac
chiaramente comprendere che la sua ultim'ora era vicina:
« Quando appresi che si vuol fes
s i m o che mi confonde - la data del
subito mi domandai: E vi arriverò io? Penso al vivo desz
che si aveva di veder giungere anche Don Bosco a
sua MESSA D'ORO, e mi sovviqze
anno di sua vita, recatosi a visit
moribonda, con bel garbo le disse: - Ah! signo
Lei mi manca di parola: mi aveva promesso di tenere al
i miei giovani nel giorno del mio Giubileo Sacerdotale!
mi manca di p aro la, e mancherò ancor io! - Co
rimembranza non intendo, o buoni Cooperatori, di
menomamente la vostra gioia...; ma potete co
sia grande il mio cordoglio, pur adorando le
Divina Provvidenza, nel vedermi omai per
incapace di compiere quei viaggi che erano
della vostra carità, mentre... sempre più ecc
cendo le nostre strettezze. Mai forse, debbo confessarlo,
timmo il bisogno del vostro straordinario soccorso, come or
E proseguiva: «Forse [erano giorni b
alcuni di voi hanno da lamentare la scarsità
prosperità dei commerci e la reale dimin
teressi, e pereiò non allargano più la mano per aiutare
Salesiane. Ma se vogliamo far prosperare i nostri in
spirituali e materiali - ripeteva Don Bosco - noi dob
- I I I Gli ultimi insegnamati
55'.
are anzi tutto di far prosperare gli interessi di Dio e
eazvzeoredeilll'beelenme osspinirait.u..alSeeepmeroetròalev
del
iè
nostro prossimo,
cara la gloria di
Gesic Cristo e la i l v e m a di molte anime, non negatemi
non vi ho più domandato. Oh!
cor una volta quelli di voi che già
gli altri persona1 conoscenza; ma vi
gli stessi sentimenti di gratitudine di cui mi sentirei
l cuore nel ricevere dalle vostre mani una piccola
... tirò ugualmente nel riceverla in quel modo che vi
à più agevole, e ve ne pregherò la più ampia ricompensa I).
vari confratelli in particolare, e in anni diversi, aveva
chiaramente quanto ancora gli restava di vita.
Don Michele Fassio, quando nel 1901 lo interrogò se
aria, alla risposta affermativa, m-
mi farai da segretario per nove anni! per nove anni!
n Francesco Arisi raccontava di aver sentito dal con-
o Don Bruna che il Servo di Dio nel 1886 a Randazzo
aveva voluto sottoscrivere un contratto a lunga scadenza .
rattava di 30 anni), perchè non ne avrebbe veduto la
ciò disse in presenza di altri confratelli. Don Bruna,
si solo con lui dopo cena, gli domandò perchè mai
ressione che non ne avrebbe visto la
... ose che sapeva da Don Bosco la data
preciso e il mese e il giorno Don
non ricordava l'anno che allora il Servo di Dio gli
Ò, ma assicurava che avendo allora fatto i1 calcolo
e Don Rua fosse succeduto in quell'anno a Don Bosco,
i era Vicario, avrebbe vissuto due Rettorati interi, cio&
mente dal 1886. al 1910.
che in altre circostanze disse chiaro che non avreb-
va Suor Chiarina Liprandi - era
della mia famiglia, poichè il babbo del signor Don
mamma avevano tutti e due
rica Governativa, detta la Fucina
a il signor Don Rua che la mamma

29.2 Page 282

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552
VI1 - Sempre con Don BOSCO
ebbero i natali nella stessa casa. Con i miei genitori av
molta relazione e ci teneva che un suo fratello freque
il babbo, on&essere un più fervente cattolico. Poco:
della morte del mio babbo il signor Don Rua gli aveva
che la Madonna lo voleva con sè il giorno della sua fes
così avvenne. Gli ultimi quindici giorni di sua vita an
la S. Messa al venerato Superiore, e, l'ultima
che lo fece, svenne nel Santuario di Maria Ausiliatrice pr
saltare, a cagione del suo mal di cuore. Don Rua lo
portare in sacrestia, mandò a chiamare la mamma e lo
trasportare a casa, ed in seguito andò a trovarlo parecc
11 babbo gli diceva: - Mi dia pure tutte le benedii
mi prepari al gran passo, ma se guarisco pofierò io st
l'offerta a Maria Ausiliatrice, e verrò a servirle nuovam
la Santa Messa. - Don Rua, col solito SUO sorriso s
labbra, &pose: - Faccia pure l'offerta a Maria Ausiliat
ma si ricordi che la Madonna lo vuole in paradiso! - E
fu
egli mori il 21 novembre, festa della Pres
tazione di Maria SS. al Tempio, mentre tutti godevano
suo miglioramento e dell'assicurazione del medico che
fermava essere scomparso ogni pericolo...
a co opposto accadde a mia mamma. A 71 o 72 anni P
un
e già si volgeva in meningite. I medici l e da
qualche ora di vita. Quel giorno stesso veri
trovarla Don Rua, le diede la benedizione, poi, semPr
suo sorriso, tutto calmo, salutando l'inferma col gesto
mano che era solito fare, le disse: - Coraggio, acc
meriti alla sua corona, la Madonna non le ha ancora P
rata il posto in paradiso. Lei vivrà un tre anni più di m
E fu così, erano quasi tre anni che il venerato Superior
salito al cielo,.quando la mamma moriva di sincope cardia
~i quei giorni, il due o il tre gennaio, ci mandò a
mare per consegnarci un memoriale di Don Pietro Ben
direttore e parroco a Fortin Mercedes, nel Territori
~i~ Colorado in Patagonia. Era il verbale dell'inaugura
e presa di possesso dell'lsola Don Rua, dal quale spigoli
le prime linee.
4 IN NOMINE DOMINI. AMEN.L'anno X I V della
III - Gli ultimi insegnamatl'
553
di questo collegi0 di S. Pietro, 10 dell'Asp>andato, inau-
cm- E'Anno C%uantesimo dell'Ordinazione Sacerdotale
veredissimo Don Rua, Superioore Generale della
"ne Salesiana, oggi 29 luglio 1909, annuedo alla cara
dei @telli Novizz' d i Foglixzo (Italia), di festeg-
mente questo primo giorno del Cinquantenario, gli
ti e igiovani alunni studenti di questo collegio,sottoscritti
atto, ispirati da $liali sentimenti verso il R ~ . ~
Rua, mossi da sincero amore e profondo affetto verso
%erabile Don Bosco, orgogliosi cristiani argentini, entu-
fef'voyosi figli del~Apostolodella gioventù, presero so-
ossesso dell'isola detta " La Solitaria,, e l'offrono al
Superiore chiamandola col dolce nome di Don
verbale, che descriveva anche l'entusiastica presa di
~ $ d0eu'isola, nella quale il 29 luglio si erano insieme
e !e piantagioni, seguiva questo tratto di cronaca del
ddì30 nmembre 1909. - Sono trascorsi quattro mesi.
la Primavera, e con essa giunse il periodo della tre-
del fiume. Le acque del fiume Colorado arrivarono a
il 'bordo delliisola Don Rua, ma essa fu, rispettata.
bre ci furono tre giorni consecutivi di vento sud,
ssimo. Le onde s'awentavano furiose contro di essa,
arido sommergerla. iVia non valsero a nulla! Svelsero
o ponte che avevamo costrutto, che fu coinvolto con
e disparve nelle acque. Dell'Isola non s'è perduto
0. La piantagione cresce rigogliosa; e dal mezzo di
eque correntose sorge l'Isola Don Rua, quale un
erdeggiante matizato di vari colori, che scherzando
ride e disprezzando i .pericoli di un naufragio pare
a: "Non mi toccate, sono di Don Rua! ...,,».
di Dio ne1 consegnarci il foglio, che conserviamo
ci disse che l'isola s'era formata di recente in
azione del fiume, per cui non poteva aver sicurezza
& e da un momento alI'altro in qualche nuova
... le acque potevano portarla via, e concluse:
vuoi farne cenno nel Bollettino, vedi un po' n m

29.3 Page 283

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554
- VII Sempve con Don Bosco
so se convenga;.. Se vuoi parlarne, di' così: '
... quest'isola duri almeno quanto durerà ancora
E sorrideva amabilmente! E l'isola scomparve
s'inizib il processo dell'ordinario per la sua Beati
I1 IO dell'anno venne a celebrare nel Santuario
Ausiliatrice Mons. Filippo Perlo, dell'Istituto
della Consolata, e si fermò a mensa coi super
di Dio che da qualche tempo rimaneva in camera, sce
mensa per f a r compagnia al Vicario Apostolico del
conterraneo di Don Bosco.
I1 4 gennaio noi lo pregammo a posare un istante
prendergli una fotografia da mettere nel Bolle
Terminata la ricreazione del pomeriggio, rest
minuti a passeggiare sotto i portici, venne il fotografo
chioli, e posò con volto calmo e sereno, ma evidentem
abbattuto. Lo pregammo a prendere un aspetto un po'
allegro. Amabilmente si sforzò per mostrare maggior viv
e vi riuscì; e, subito dopo la sua morte, pubblicamm
prima posa.
Di quei giorni continuò a scendere alla
I1 prefetto generale Don Rinaldi, vedendo lo stato in C
trovava, premurosamente gli faceva trovare sul piatto
scodella di minestra al brodo. Per qualche giorno se ne s
poi non la volle più a nessun costo, dicendo
alle gambe e non abbisognava di particolarità nel cibo.
dendo che non si arrendeva, si pensò di far preparare
minestra migliore per tutti i superiori; e Don Rua più di
giorno tacitamente se ne servì, ma non tardò ad indovin
il gioco, suggerito dail'affettuosa venerazione che gli s'
Chiamò il fido Balestra e gli disse sottovoce: <<
il favore d'andare in cucina, prendi una tazz
che dànno agli alunni, e pòrtamela. I1 refettorio del
pitolo allora era nel tratto della rifatta p
dell'oratorio, corrispondente alle due arcate del portico
fronte e a quella che segue verso l'antica s
alle camere di Don Bosco: la prima parte insom
tic0 refettorio dove fino al 1884 scese anche Don
che si prolungava fino al muro della chiesa di S.
- III Gli eltimi insegnamenti
ro il quale era la tavola alla quale sedeva il Santo Fon-
commensali innanzi a s&due futuri Sommi
fici, il Can. Sarto nel 1875, e i1 'Dott. Don Achille
ò subito con la tazza che il Servo di Dio
richiesta
e,
questi, vedendo che era proprio
ò amabilmente: « Questo non
covam!e...avDeovna
... la minestra fosse ugzrale per tutti, per
uperiori, tranne per gli ammalati! P.
ntanto gli giungevano care notizie delle
signor Caglieio, Delegato Apostolico nel
ro America e del VI0 Congresso dei Cooperatori, tenu-
22 al 24 novembre, con in-
io Apostolico e di quasi tutto l'Episco-
che quella volta ebbe la bontà d'inviare ai
essisti un suo autografo nel quale faceva voti « che le
te e le deliberazioni che si sarebbero prese concorresswo
zonfo della fede e della morale cristiana nelle popolazioni >>.
spettore Don Nai scriveva a Don Rua: ((Oltre il fine
eratori racchiude nelle serene
no nuovi indirizzi ed energie
Dea in salvationem akmarum, noi ci
l'adempimento di un filiale desiderio,
i a presentare a Lei un omaggio che
suo cuore nella faustissiwa occasione
ie lo auguriamo, di nuovo, colmo
r parte nostra, Le offriamo i voti
onclusioni del Congresso compendiati nel desiderio in
siamo vieppiù accesi, di lavorare docilmente sotto la
erna direzione nel campo salesiano )).
he le feste per le Episcopali Nozze d'argento di
solennissime, con meraviglioso
nso d'ogni ordine di persone, nella cattedrale di S. Josh
a Monsignore un prezioso auto-
e stesse popolazioni della Patagonia presero parte
ro inviando al loro antico Vicario Apostolico uno
ezioso calice d'oro, artisticamente cesellato,

29.4 Page 284

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-
556
VII - Sempre, con Don Bosco
colle immagini di Maria Ausiliatrice, S. Fra
S. Giovanni Battista e S. Francesco Saverio, e i si
delle virtù teologali e degli Evangelisti in smalti finissi
A feste fuiite Mons. Cagliero scriveva a Don Rua
amente e fraternamente:
«Abbiamo consacrato una settimana dopo le Fest
bilari ai Santi Spirituali Esercizi con il S. OfficiOin C 0
e due meditazioni e due istruzioni quotidiane, tratt
Capitoli più interessanti della biografia del nostro vener
Padre Don Bosco.
» Lungo l'anno, da noi si fa la vita più che si. può
siana, con meditazione quotidiana dopo la celebrazione
Messa, e cioè dalle 7112 alle otto; quindicolazione. Alle
qchuee
ci raduniamo per la visita al SS.
conserviamo nel nostro Oratorio pubblico
S
della
pzione, e lettura spirituale; nella domenica vi s
la Benedizione col SS.mo secondo il costu
aprendo la porticina del S. Tabernacolo.
>).Al mattino delle domeniche e feste alla mia
delle 7 assistono molti vicini e molti villeggianti e loro
la spiegazione del S. Vangelo per 10 minuti. Uno dei
segretari va a dire IaMessa delle 6 nella vicina parroc
per comodità della popolazione e per le confes
*ioni. Don Guerra la domenica prende il suo cavallo e
celebrare in una vicina borgata senza sacerdoti, e vi Pr
e fa il catechismo ai ragazzi. E inoltre predicatore della
tedrale e delle
solennità.
» E$n finora noi prendiamo parte al Giubileo Sacw
del nostro carissimo Rettor Maggiore, pregan
augurandogli tutte le benedizioni possibili per la sua
salute e per la conservazione AD MULTOS ANNOS! Nien
dei pronosticci foschi ed oscuri del IgII!
>)Eci uniamo a tutti i Salesiani delrorbe e coopera
globo nelroffrire ci1 nostro obolo alla Messa giubilare
giugno!..., e sono Lire jooo del 1909 per l'In
e Sanctm..., ed altre Lire 5000 per 'la S.
Comunione e Ite Missa est! E speriamo che il nostr
Don Rua vorrà pregare per questa delicatissima Mi
TII - Glz' ultimi ~nsegnamenti
557
0 ad ora fu benedetta dal Signore, ma che potrebbe
iplomatico, se non si fa
a e pazienza che il Signore
eva che Don Bosco aveva detto al
Rua: - TUarriverai a 7j anni!
rido il 74O, sarebbe giunto alla
- Quindi nel 191I,
mèta!... Noi ne fa-
domanda al Servo di Dio: - Ma Don Bosco, ci
sorridendo, lo disse scherzando; e se io non ho mai
''cato quelle parole, è perchè le tenni come un lieto
- Mentre, come s'è detto, egli sapeva che la realtà
si compivano i dodici anni delli sua
insieme Scadeva il.sessennio
Consiglio Superiore, e bisognava
la convotazione del Capitolo Generale; e il.Servo
che il XIO Capitolo Gene-
previo un corso di esercizi spirituali,
consacrato alla commemorazione di
in Valsalice >>« N. essun altro luogo
tat0 per compiere convenientemente
data a coloro che vi sono chiamati.
, ove riposano le venerate spoglie
co, si sente aleggiare il suo spirito. Egli ci as-
apitolo - oltre l'elezione
i altri membri del Capitolo Supe-
evisione dei Regolamenti interni
Società, ancora ad expwimentum, secondo che "era
Capitolo Generale, nonchè la
di quelle altre proposte giudicate vantaggiose
n andamento della Pia Società, e il Servo di Dio:
io v i dica quanta importanza
tutta la Società. Dalla
in modo speciale la con-
erabile Don Bosco tra i con-
rospwità delle numerose e dzjìcili opere a cui sono
nostra vita e le nostre forze. Quindi raccomando

29.5 Page 285

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558
- VII Sempre con Don Bosco
caldamente alle ferventipreghiere di tutti i confratelli il futu
Capitolo S.
Se il Signore gli avesse donato ancora qualche me
vita in modo che avesse potuto prender parte al C
la venerazione universale lo avrebbe rieletto, a co
tergli al fianco un Vicario, come s'era fatto per Don B
Ma egli non l'avrebbe accettato; fin d'allora dichiarava:
<< Trattenuto dalla mia infermità, da qualche tempo
posso visitare le case, più non mi è dato di lavorare come v
pel bene della nostra cara Congregazione. Cid mi angu
assai, temendo che abbia ad arrecarle qualche da
questo che ogni giorno offro a1 Signore quel poco che ho
tire; unitamente colle mie più fervide preghiere, aceiò in
dei miei $gli abbia a conservarsi e crescere quello
pietà, di ubbidienza e di sawz.cio cosi spiccato in Don
in guisa da rendere la nostra Pia Società quale egli
rava. Faccio assegnamento sulle. vostre preghiere per otten
che siano compiuti questi miei ardenti voti D.
E tra i suoi voti ci doveva essere anche quello di pas
a tempo all'eternità, in modo che le annunziate elezion'
potessero compiere regolarmente per il tempo fissato e
fatti ebbero luogo ~ o c hgiiorni dopo, il 16 agosto, 9s0 an
versario della nascita del Fondatore.
Egli intanto, come meglio poteva, continuava il s
lavoro. Anche in quell'anno scolastico aveva ripr
dunare a conferenza gli alunni di quarta ginnasiale e
Compagnie degli artigiani.
Nel mese di novembre, parlando agli alunni
tornava ad insistere che cercassero nel modo
consolar il S. Cuore di Gesù coll'orazione, i
di chiesa, colle brevi orazioni, colle giaculat
scelta.
ticato:
E commentando Ia'lagnanza di
Consolantem me quaesivi et non
iGneveni!d.'.e.sinseg
modo di rendere le loro preghiere di consolazione al
di Gesù.
I1 18 gennaio 1910 tenne conferenza agli
C-omDpoavgenteiafodrimSa.reGuiunsaebpeplela,
dopo aver preso qu
ghirlanda colle varie
Compag
III - Gli ultimi insegnamenti
559
zq gennaio, nella circolare mensile, ci faceva due rac-
> ... L a modestia e la dolcezza di S. Francesco di Sales e
tro Venerabile Padre siano le caratteristiche di tutti i
ccomandazione, quest'ultima, che non di-
suo malessere andava aggravandosi.
ra infermo di quella infermità che lo portò alla tomba,
- attesta un confratello - andai a visitarlo. Non era
to. era seduto su di un sofà piccolo e stretto, e avvolto
sciallo. Aveva l'aria patita, era estenuato, ma nell'oc-
esse sino alla fine; appena si
' riposato, tornava al tavolo a lavorare assidua-
r trarre tutti al Signore.
- scrive un torinese - che
e mi pregavano di voler fare
del compianto Don Bosco;

29.6 Page 286

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... . . ... , . . ...
560
VII - Sempre con Don BOSCO
e un bel.giorno (sulla fine di gennaio 1910) consentii al
siderio della famiglia e ci rechiamo a visitare la casa
Salesiani. Entrato nella modestissima camera, dove visi
tutto accuratamente, voltando a destra per venirmene v
vediamo una diecina di persone ferme davanti ad una
destiscima porticina, e subito mia mamma mi disse: - Guar
quanta gente che attende per parlare a Don Rua! - ed
che in ,Fell'istante s'apre la porta e compare Don Rua
compagnato da due signore. Io, che per la prima volta
vedevo, alla vista di quella santa figura quasi restai cont
bato, ed in modo svelto mi tolgo il cappello e cerco di allo
tanarmi. Ed ecco che il buon Don Michele Rua lascia sub
le due signore, e passa in mezzo alle altre persone che
attendevano e sento una voce che chiama: ''Signore, signore
Mi voltai di botto, e vedo Don Rua venire verso di me C
tutta la sua santa bontà, e mi dice: "Signore, domanda fo
cosa da me?,,; e nel medesimo tempo prende con
sue le mie mani come se volesse dirmi, si trattenga u
con me; ed io che non avevo bisogno di nulla, pregai
Rua di non disturbarsi e non perder tempo, che non C
il merito.
)) ~d egli mi disse: " Oh no, no! guarderemo che ci
tempo per lei e per tutti!,,; e io sempre cercavo con
maniera di svignarmela, mentre il buon Don Michele
con la sua santa bontà continuava ad interrogarmi, finta
con modi veramente ammirevoli, seppe farsi dire
ero e che cosa facevo e, conosciuta la mia modesta pos
mi domandò notizie di varie person&tà di sua conosce
di cui io ero dipendente.
))E sempre continuò a trattenermi con le sue mani,
compagnandomi ancora fintantochè mia mamma e mia
glie lo pregaranodi benedirmi e di tenermi sotto la Sua
tezione; e Don Rua, sempre umilissimo, disse che egl'
buono a nulla, ma che
poco valevoli preghiere
ma 'aMvraerbiabeAruasciclioamtriacne.d..ato
con
le
» Difatti da quel giorno la figura e la benedizione di
Michele Rua non è più fuggita dalla mia mente e con m
aiuto. Aveva nella sua grande bontà un tatto grande di b
III - Gli ultimi insegnamenti
561
ioni e vedeva anche da lontano chi era fedele e chi
, e difatti io debbo confessare che in tali
i di poco credente mi trovavo forse io solo.
((Lo vidi una volta, - ricorda Suor Mortara Luigina
due m a i prima che morisse, coricato sopra un'otto-
a O branda che fosse. Con accento paterno mi esor-
re tanto bene in mezzo alla gioventù, pel solo
... di dar gloria a Dio Tra le altre cose mi disse:
... amare anche il Papa! Mi pareva di vedere colà
... . sto un secondo 'S. Francesco d'Assisi >>
Intanto continuava a celebrare nell'attitigua cappella di
n Bosco, ma - annota Balestra - <( dopo la S. Messa
aneva molto stanco e si sedeva sopra un seggiolone da-
are a fare il ringraziamento. Una mattina dopo
celebrato, e, credo, dopo il ringraziamento, mi chiamò
disse:" Ho le vertkini, non mi sono mai durate tanto come
ta volta; aiutami ad andare in camera,,; ed appoggiò la
no al mio braccio, e l'ho accompagnato. Nei nove giorni
no l'anniversario della morte di Don Bosco,
giovani studenti ed artigiani passano a
essa nella cappella di Don Bosco. Una mattina
che l'altare era occupato pel motivo sud-
discendere in chiesa di Maria Ausiliatrice, e
... , credo, dietro 1'Altar Maggiore in coro, e quella fu
e potè celebrare nel Santuario a.
he teneva il letto, la meditazione gliela leg-
io, ed anche la lettura spirituale, eccetto qualche volta
ceva leggere da altri. Lungo il giorno, qualche volta,
dava:."Quali. sono le risoluzioni della meditazione?,,.
sempre io le ricordavo, ed .allora me lo diceva lui. I1
per la meditazione era quello dell'Hamon, Curato di
ulpizio. Per la lettura spirituale ora si serviva delle Re-
berazioni e Regolamenti per le Case della Pia So-
delle memorie biografiche del Venerabile
O di Don Lemoyne; ed ora di un libro delle mis-
di S. Francesco Saverio ».
buon Balestra ricorda anche la pazienza abituale del
Servo di Dio. <(Unagran pena mi recarono i vari
Vita &t Seme di Dio Michela RUU.VOI. 111.

29.7 Page 287

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562
VII - Sempre con Don Bosco
incidenti che avvennero durante la malattia del signor
Rua, soprattutto per il calorifero mal fatto che funzion
male. Vi era una persona poco pratica che non sapeva re
la&. Una mattina venne una nuvola di fumo così forte C
si dovettero aprire porte e finestre sebbene fosse una gi
nata rigida; in quei tempo vi furono parecchi @ornidi io
gia, neve, freddo. Una volta nel presentare la minestr
rovesciato e fatto cadere a terra la bottiglia del vino e il
&ere. Anche per questiIfatti non diede mai il minimo se
d'impazienza, e nemmeno una parola di rimprovero, ma p
tosto qualche parola edificante d'incoraggiamento )).
del
(<L'ultimogiovedì di carnevale (il
Seminario Arcivescovile di Torino
3-feribcborradiao)DioCn L
vinni Matta, nostro ex-allievo - incontrarono Don
sotto i portici dell'oratorio, davanti al busto del Vener
Don Bosco [che il Servo di Dio aveva inaugurato dietr
porta del coro del Santuario nel 19011. Erano gli ulti
giorni in cui il santo sacerdote nel pomeriggio discende
pregare nel. coro di Nlaria Ausiliatrice. Era accampa
da un altro sacerdote, camminava con fatica, e ci ap
molto sofferente. Gli baciammo la mano ed egli ci sorrise
inteso il perchè della nostra andata all'oratorio - ci re
vamo al teatro -ci disse ripetutamente:"Bravi, san conte
son contento che veniate a far onore ai nostri giovani!,;. E
congedò augurandoci buon divertimento. Sempre si
cinava Don Rua come un santo; mai però come quel gio
sentimmo di baciare la mano a un vero santo. Prossimo
gloria dei santi, ci appariva come una visione di cielo;
stammo commossi e alcuni di noi toccammo il lembo del
mantello per riceverne la benedizione 9.
L'ultimo giorno di carnevale da una parte all'altra
cortile che gib si estendeva dinanzi le camere di Don B
s'era tirato in alto un doppio filo di ferro e al fondo
nascosto, agganciato al filo, un fantoccio sopra un pi
aeroplano di carta per divertire i giovani! Quando s'i
il volo aereo tirando il filo dalla parte opposta, fu un ura
di voci festose che trassero alla finestra il Servo di
C'era un po' di sole, e Balestra teneva aperto l'ombre11
III - Gli ultimi insegnamenti
563
0. Gli applausi andavano vertiginosamente crescendo,
il fantoccio, giunto in mezzo al cortile, cadde precipi-
... ente
sta!
sop11racaurnnaevbaellelaerfaiamfinmitaot!a..c.hFeunseul bfritaottenmotpaota
si era
l'ap-
'one del Servo di Dio, e tutti si volsero a salutarlo,
do le mani, agitando i berretti, e gridando: "Vha
a!...,;. E il Servo di Dio, evidentemente commosso,
al saluto, allargando e movendo a lungo le braccia
...ti FUl'ultima volta che lo videro in piedi i giovani
C0 dopo salivano a visitare le camere di Don Bosco due
Ausiliatrici del Purgatorio, e sentendo dei gemiti
a camera di Don Rua, chiesero chi vi fosse. I1 segre-
nticamera entrò, e vide il povero Don Rua seduto
, che stentava a digerire. Come seppe che vi erano
uore che bramavano la sua benedizione, permise che
sera, e le benedisse amabilmente.
febbraio fu visitato dal prof. Battistini, che lo trovò
izioni ben diverse da quelle di otto giorni prima, e
impensierito per l'estrema debolezza del cuore, e ci
di consigliarlo ad astenersi per quattro o cinque giorni
lebrare e rimanere in assoluto riposo.
ervo di Dio sorrise!
mattina dopo volle alzarsi ad ogni costo.e dir Messa
appcehleletctaeldebi rDò!o..n.
Bosco attigua alla sua stanza,
Evidentemente volle prender
e fu
com-
ll'altare che saliva con tanta divozione da cinquanta
ringraziare il Signore di tutte le grazie che gli aveva
e e quella fu la sua... Messa d'Oro!
olarmente per questo, per avervi celebrato l'ultima
on Bosco e Don Rua, a noi..r-rimarrà eternamente
o dopo, alle cinque del mattino, volle indossar la
e restando a letto, per assistere alla Messa che
celebrò nella vicina cappella Don Francesia, e
omunione. Seguì le singole parti del S. Sacrifizio
divozione singolare, e quindi attese alla mezz'ora

29.8 Page 288

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564
- VII Sempre con Don Bosco
di meditazione. Levàtosi sul mezzodì, verso l'una dov
tornare a letto. Non ne poteva più, chiamò il fido Bales
e gli disse:
- Prendi la corrispondenza, e pòrtala a Don Rina
gli dirai che pensi a sbrigarla, perchè io non posso più farlo.
I dottori Clerico e Battistini fanno di nuovo cons
e lo trovano in condizioni gravissime. Eppure, pur restan
a letto, da udienza tutta la mattina. ((Arrivato a Torin
mattina del 16 febbraio - ricorda l'ispettore Don Ema
Manassero - e recatomi dopo Messa a riverire il si
Don Rua, trovai la camera assiepata secondo il solito.
mettendo di entrare solo per un saluto, ottenni di
innanzi subito. Egli benedisse con effusione di cuore
le case dipendenti, e specialmente gli esercizi spiritua
corso allo studentato di Lubiana. Io rimasi colpito a ved
così enfiato, e gli dissi che assuefatti a vederlo magro
volevamo vederlo grasso: e aggiunsi che i confratelli si
gnano che
t) - Ve
abbia poca cura di
di che ho perJlno i
ll.etto!...
Del
resto
stanotte
dormito abbastanza... M i sarò svegliato un quindici volte..
- )) Ciò è sempre più di quel che pretende il gallo s
gliatore - diss'io scherzando. Ed egli:
t) - Eh, secondo i galli, sai! Un anno accompagnai
Bosco a... (non ricordo, dove mi disse che andarono), e
messo a dormire in una stanzetta, su in alto, divisa per
parete dal pollaio. I galli, disturbati dal forestiero,
nuarono a cantare tutta la notte, alternandosi con altri
pollaio lontano, e non potei affatto dormire.
>> Così continuava a scherzare tanto piacevolmente,
dovetti spontaneamente congedarmi per non fare impazi
tire quelli d'anticamera.
» I n quei giorni tornai una volta a visitarlo con
Albera. Entrammo alle 12, ed egli subito:
t) - Bravi; siete arrivati a tempo per 1'Angelw; dì1
Don Albera - ed egli rispondeva a voce forte.
Stando in anticamera avevo visto Don Pavia
>>. dall'udienza piangendo di contentezza, perchè Don
aveva detto: - Bravo, son contento!
W
..
III - Gli ultimi imeg~amati
565
ornali cominciano ad interessarsi della malattia de-
vivo interesse in Italia e fuori, presso ogni ceto di
dei primi che accorrono a visitarlo è il Card. Arci-
o di Torino, 1'Eminentissimo Card. Richelmy. I1
di Dio, appena lo vede entrare nella sua stanza, si
e il berrettino che ha in testa, ascolta devotamente le
che gli rivolge, e wol essere da lui benedetto.
a Roma giunge una lettera del nostro Pro-Procuratore
rale, Dott. Dante Munerati, che ci annunzia tutta la
che prendono al nostro dolore il.Santo Padre e vari
comunicato la grave notizia a Mons. Bressan. Mi
tto che n'avrebbe tosto informato il S. Padre.
on poi passato dal1'Em.o Card. Rampolla, che si è
rata addoloratissimo. Mi ha incaricato di scrivere ai
iori che prende viva parte al nostro cordoglio, e che
era d'aver notizie tutti i giorni.
moventissima fu la visita a1l'Em.o Vives. Sua
mi ha subito condotto nella sua cappella privata
iamo pregato Maria SS. Ausiliatrice e Don Bosco.
o pure partecipato la cosa a1l'Em.o Card. Segretzrio
ato, a1l'Em.o Card. Vicario ed al1'Em.o Card. Gen-
utti hanno manifestato il loro dispiacere e fanno voti
a preziosa esistenza del caro infermo.
n questa triste circostanza ho constatato, ancora una
di quanta stima e venerazione sia circondato il nostro
ssimo Superiore t).
sservatore Romano del zo febbraio scriveva affettuosa-
Dio che tutto paò, allontani la data fatale; noi non
mo pensare la Congregazione Salesiana senza il suo
r Maggiore, senza Don Rua. Egli è che più avvicind il
e padre, egli che più ritrasse dello spirito di Lui,
andò puro e vitale. La lunga dimestichezza che
l fondatore, la capacità ch'ebbe di mente e di
intendere e ritenere i segreti della grande anima, lo
o nettamente quale successore e continuatoie delle
bili di carità e di redenzione iniziate da Don Bosco

29.9 Page 289

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566
- VII Sempre con Don Bosco
là nei deserti prati di Valdo
ciosi ed estese poi ai più lontani lidi dell'America, dell'Asia
dell'Africa inospitale. I n
sparse dall'Equatore alla Terra del Fuoco non sanno che il
padre sta lottando fra la vita e la morte; ma ben conos
quanto poca vitalità rimanga in quel corpo
mani fatiche, rotto dai viaggi e dalle m e di u
Tutti sanno che Don liua da dieci,da quindici anni vive di u
vita più celeste che tewena. La divina misericordia ascolti
preghiere e le'suppliche di tanti innocenti, b
dalla carità salesiana, e ci conservi il Successore di
I1 Santo Padre, a mezzo di Mons. Bressan,
Don Rinaldi 4 il vivo rammarico col quale
tizia dell'infermità di Don Rua, e facendo
mento della sua preziosa salute D, gli imp
di cuore l'Apostolica Benedizione P, in
gliori; e difatti poco dopo manda a
per aver direttamente altre notizie.
I1 Card. Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato
Sua Santità, in un'affettuosissima i
gare G caldamente Iddio
affinchè per molti anni ancora
dare sulla via luminosa del b
Anche 1'Eminentissimo C
di Dio la più grande defe
vivente di Don Bosco) e ma
Arcivescovi e Vescovi,
s'interessano del suo
Queste, da principio, parve che dovessero essere miglio
con gioia universale; ma, purtroppo, fu un lampo!
I1 Sindaco di Torino, il senatore Teofilo Rossi, insie
coll'assessore aw. Riccardo Cattaneo, viene ad apporre p
sonalmente la firma nell'albo dei visitatori, dopo aver dispo
che un addetto al Municipio venga ogni giorno ad assum
informazioni dirette.
I1 Suueriore della Piccola Casa della Divina Provvide
(l'opera del Cottolengo, che accoglieva allora oltre settem'
persone, ora ne conta circa novemila) "manda il Teol. Sa
III - GEi ultimi inseg~arnati
567
nicare che.si prega d atutti
Rua con i più fervidi voti.
a visitarlo un altro ex-allievo, il comm. Costanza
oi a Don Albera che glie
molto piacere questa visita, spen'almente per
a parlar cosi bene di Don Bosco!
Don Angelo Rigoli, prevosto di Sonima Lombardo e
dente dell'unione Antichi Allievi Salesiani di Lom-
uguri di tanti affezionati
perchè vedo che fanno
società. Li benedico di cuore.
evuta in udienza
nteressamento le
n date, e benedice alle singole
ella Luigi Tommaso, tanto
Don Bosco e ai Fratelli delle Scuole Cristiane, e diceva
non dar l'allarme
altare si aprirà una tomba? Vopliamo sperare di no: ma
ue, mentre il mondo trepida per-la esist&a di Don ~ u a ,
anche la Casa di Savoia siinteressa vivamente addolo-

29.10 Page 290

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"
.,.,., -~.,...
~
568
VII - Sempre con Don BOSCO
rata di questa notizia, è giusto tributare un omaggio
gratit&ine a quest'uomo, mente e cuore di apostolo
patria, gli umili, segui coll'opera di protezione
italiano nella terra del Sol di maggio. La riconoscenza non C
nosce partiti o.
Stefano Pagliere, Pro-Vicario della Patagonia Set
tentrionale, che dovendo restare qualche mese in Italia fi
dal principio dell'anno compie con gioia l'ufficio di segretar'
d'anticamera del Servo di Dio, s'intrattiene Spesso con 1
a parlar di quelle terre, e il Servo di Dio gli esprime tut
la soddisfazione che prova nel rivedere le lettere di qu
Missionari, e a quando a quando ricorda questo e quel
con intenso affetto. Don Pagliere n'è commosso e talvol
esclama:
- Lei, signor Don Rua, ama molto l'America e i Mi
sion-ari..s.imrop!rocuro d'amarli come li ha
- Allorami conceda per tutti una benedizio
- Volentieri, volentieri!
E nel corso della malattia la mano paterna si alza pi
volte a benedire affettuosamente i Missionari.
Giungono a Don Pagliere varie fot
Merce&, e le manda a Don Rua; questi 10 chi
glie le illustri. Si ferma a lungo ad osservare gl
se stanno mangiando un cumulo di gallette, e vedendo
essi .anche Don Pagliere, esclama: - Questo 10 cono
poi domanda dov'è Don Bonacina. Veduto1
- Gli scriverai dicendogli che 10 ringrazio
ha fatto passare dei bei momenti.
E la mattina dopo confessava di aver tra
insonne e di aver riveduto a lungo innanzi agli occhi
scene contemplate il giorno innanzi.
Don Giulio,Barberis gli comunica le
che si fanno per la sua guarigione nell'Isp
ed egli mentre l'incarica di portare a tutti la sua be
enumera a una a una quelle case predilette, e si
nelrudire la pietà di alcuni giovani delle Scuole P
di S.. Benigno Canavese, che fin dal principio della mal
- III Gli ultimi insepamati
569
ogni sera mezz'ora di adorazione, dopo le preghiere
ete, Per implorar la grazia della sua guarigione.
a ~reghiera,che tutto può, continua ad elevarsi a Dio
ntensa, privatamente e pubblicamente, per la conser-
del suo fedelissimo Servo. I1 16 febbraio, il prefetto
inaldi, con apposita circolare, lo raccomandava a
1,17 febbraio, iniziandosi in Maria ~ ~ ~ i l i
il mese di S. Giuseppe, si cominciò pure una novena
Maria Ausiiiatrice. Negli Oratori festivi di
eco, nell'oratorio maschile e in quello femminile, si
amente particolari funzioni allo stesso scopo.
del Servo di Dio, Don Martellino, indice un
ei Santi Martiri con predicazione
Gran Madre, i1 teol. Piano; e il Delegato
chiale Don Gianombello ne dava l'annunzio così:
'ìmmane pericolo, che sovrasta alla Pia società sale-
solo, ma ben anco a tutta la Cristianitù nella perdita
amatissimo Don Michele Rm, e il desidm.o
misericordioso ancora ce lo serbi per anni al comune
@'1w.e Un suo ammiratore e condiscepoli, a chia-
raccolta tutti che hanno a cuore il bene della religione
ressi della societù, che stretti in un $01pen.+ro, in un
a strappare dal cuore pietoso di Ge& e di
vore della sua guarigione. I Santi ~ ~ ~ t i r z '
e, Avventore ed Ottauio, che col loro sangue inafia-
zolle, sulle quali sorgono le Opere Salesiane e dalle
volò su pel cielo il venerabile Giovanni Bosco,
dolori dal Sant'Uomo, chiamato dalla Divina
~uccederlone& g~andesua impresk, e-nchia-
tutti, che teniamo a cuore il trionfo della ~~d~
, perchè uniti secoloro, ai pie della loro
per noi, profondiamo cordiali
e pren alla pronta restituzione della sua preziosa
ano- ficazione viene inviata a tutte le Associazioni cat-
la cit% essendo il Servo di Dio Presidente
Società Operaia Cattolica di S. Gioachino,
onvengano «ai pii. degli altari a prestare il

30 Pages 291-300

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30.1 Page 291

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- VII Sempe con Don Bosco
tributo della loro preghiera per debito di riconoscenza ver
l'Uomo, destinato da Dio al gran bene della sua Chiesa)
11 triduo si svolse dal 24 al 26 febbraio, e riuscì solenne
imponente; e non appena parve che si fosse ottenuto un v
miglioramento, il 13 marzo, ad impegnare meglio la
divina, venne celebrata nello stesso tempio
funzione di ringraziamento, e fu invitato ad impartire la
nediione Don Francesia.
Anche nell'oratorio si coglie ogni occasione per rac
mandare alla comunità le più ferventi preghiere. Dal
.4 marzo si doveva celebrare il triduo della Corte di Ma
e si svolse nella forma più solenne per implorare la gua
gione del Servo di Dio. Questi ricorda quei giorni maria
e la mattina del z dice amabilmente al direttore D
Mar-chiVsioo:i fate la Corte di Maria per me: ma io l'ho C0
ciata $rima di voi. Suonando mezzanotte era desto e ho
uniscoanch'io a rendervi omaggio cori tutti i vostri figli
l'Oratorio! ».
notizia della sua malattia destò il più acceso
anche in altri pii istituti, specialmente a San Pietro,
Pastore e al Rifugio, dove si pregava incessantemente
ottenere da Dio la parigione; anche in queste case la
memoria era ed è in benedizione.
((Don Rua - scrive la Superiora del Buon Pastore
veniva nell'istituto, come soleva fare Don Bosco, anche ne
grandi solennità, per la benedizione, ed anche per la Pr
cessione c h i si faceva in giardino. Finita la funzione Passa
sempre a salutare la comunità nella sala di riunio
tralasciava mai di fare qualche esortazione alle suore a
venire più sante per poter fare maggior bene alle ani
Ci diceva ad esempio, che le suore del Buon Pastore ra
sentano la Misericordia che perdona settanta volte
che previene e persegue le anime per salvarle; - che
BOSCO aveva sempre amato il Buon Pastore, e che egli
continuava ad amarlo e restare i suoi sacerdoti per le
zioni della chiesa; - e' raccomandava che
foss
III - Gli ultimi insegnamenti
57'
entre faceva le esortazioni alle suore, le ricoverate
d egli passando le benediceva e
anche a loro. Le maestre cerca-
più cattive, percli&le benedicesse
one che fece alle ragazze schierate
ardino poco tempo prima di morire,
sulle figliuole. La sua voce tremante
tte e dovettero riunirsi un po' per
e. Ebbe per tema "tutte a Gesu per Maria!,,. Fu breve,
ragazze per lungo tempo ritennero il riassunto, e
bretto di memorie che -portano in
a.
utta la comunità aveva l'impressione che era un santo,
ni volta era ricevuto con la massima venerazione. Per
enza si ripercoteva questa convinzione anche. nelle
, tanto è vero che in una visita una ricoverata, per
una reliquia del santo che passava nel giardino, con
rbici gli tagliò un pezzo del soprabito...
Diverse suore, in visite diverse, ottennero di parlare
articolare col santo sacerdote e n'ebbero tranquillità e
Ad una probanda, che voleva uscire dall'istituto perche
entata da dubbi, da incertezze, assicurò che era volontà
'o che si fermasse e che in seguito si sarebbe trovata
La probanda fu docile; e, fatta suora, non ebbe mai
mmaricarsi d'aver ascoltata la voce d'un santo.
In un'altra visita, la superiora gli parlò di una suora
alata di cancro, per cui soffriva orribilmente da far
. Volle vederla, la confortò, le diede la benedizione di
a Ausiliatrice, le promise di pregare per lei, e la esortò
rsi a Gesù suila croce e di far suo il Sitio di Gesù per le
e, così sarebbe passata dalla terra al cielo (sono sue
e). La suora si senti tanto confortata, e senti aumentare
tanta forza di soffrire, che fino alla morte, awenuta
parecchi giorni, restò sempre serena anche nelle soffe-
atroci.

30.2 Page 292

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,.,.
...,-..-...,,...
572
- Sempre con Don BOSCO
))Per questo, quando si seppe che il Servo
gravemente ammalato, suore e ragazze dell'Ist
rono particolari preghiere con fervore, perche Id
vasse a lungo il santo sacerdote...)).
Anche al Rifugio si pregava con fede, chè la fama di sant'
un del Servo di Dio regnava pure in modo singolare.
giorno una suora gli presentò due suoi nipoti d
mandandogli: - Don Rua, questi miei nipoti
giorno missionari?... - I1 Servo di Dio tacque un mom
poi, alzando gli occhi al cielo e mettendo la mano sul
del giovane, rispose: - Questo sarà mission
radiso! Dell'altro nulla disse. 11 primo moriva .a 15 a
e buono com'era farà certo di lassù il missionario. Dell'a
non si può essere soddisfatti, e questa fu la causa del s
silenzio.
E l'esito
delle
preghiere?...
:
Sommariamente, ecco come andò il corso della malat
dal 18 febbraio al 22, leggero miglioramento; dal 23 febbr
al 5 marzo, condizioni stazionarie; dal 6 al 21 marzo,
nuovo un po' di miglioramento; dal 22 marzo in
aggravamento progressivo.
11 prefetto generale Don Rinaldi, il 23 dello stesso m
tornava a scrivere alle case:
6 Sa~iamo.,.con quanta ansia attendiate sue esatte
tizie. Di grande conforto dev'essere per la Famigl
sima il sapere quanto interesse prendano e coop
insigni personaggi del Clero e del laicato Per la Pre
salute del nostro amatissimo Superiore. A Roma Pare
~ . Car~dinaili mandano a chiedere quotidianamente
tizie alla nostra Procura e lo stesso Santo Padre se ne
ressa personalmente ed ha già inviata due volte la sua
stolica Benedizione. E un vero plebiscito di affetto
e migliaia di persone fanno dolce violenza alla Bontà
ci conservi l'amatissimo sig. Don Rua; n
solenni si sono celebrati e parecchi quaresimalisti per esP
incarico degli Eccellentissimi Ordinari hanno
esortato i fedeli a pregare per la guarigione del nost
periore. I pr-cipali.giornali d'Italia ed anche forse del1
--
III - Gli ultimi insegnamenti
573
awertiamo che i giornali cattolici pubblicano fedel-
quanto noi comunichiamo.
medici hanno definito la malattia del
R~~
nostro buon Padre i: sereno, tranquillo, si mostra
e aile molte preghiere dei figli,
ore benedice e, non potendo far
Per loro e 10 si trova continuamente col Rosario
molto tempo - narra Francesca Bonaudi - stava
ne di salute, ma non facevo gran caso dei miei di-
anchezza, per le fatiche che da
tte nell'ass<stere
i un mattino dal signor
dizione per la mia cara
endo egli già sofferente
e, non mi potè ricevere; però un sacerdote che si
mergli if mio vivod e -
i parole: - 11 signor
ua ben di cuore benedice la sua mamma e pregher&
oggiunse: "Poveretta!
e non sa che ha tanto
i turbarono grande-
mento di cuore.
edico curante fu giudicata seriissima e quasi irri-

30.3 Page 293

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574
- VII Sempre con DO%Bosco
mediabile. Purtroppo le mie condizioni peggioravano di
giorno in giorno, e la sentenza del primo dottore veniva a
piì, riprese confermata da altri in Successivi COns
che le cure deWarte non giovavano, mi rivolsi alle ~reghier
del signor
Rua con la ferma fiducia di rivolgermi a u
santo, persuasa che s'egli avesse pregato Per me, io
dubbio ottenuto la grazia della guarigione, poichè
deravo ancora di prolungare la mia vita allo scopo di conti-
nuare con
e sacrifìzio l'assistenza alla mia Povera
madre inferma. Scrissi infatti al signor Don Rua, es~rimen-
dogli lo stato mio, supplicandolo di pregare per me e di
mandarmi la sua benedizione, cosa che egli fec
mente a mezzo di Don Felice cane )). E il 16 febbraio
una lenera del Servo di Dio, evidentemente una delle
da lui scritte, nella quile la consigliava ad unirsi alla no
che avrebbe fatto coi suoi Orfane= a partire da1 I7
braio, %O giorno del mese consacrato a S. Giuseppe, re
ognigiorno tre Pater, Ave, Gloria e tre Salve Regi% aggiun
gendovi
B~
lc'ino~tenrctues~ttsaionpe~rodfionS.d. aGifuesdeeppienceomdeilncvieanielraabnov
pienamente convinta che Don Rua avrebbe certam
strappato dal sacro Cuore di Gesù e da Maria Ausiliatr'
la grazia desiderata. Ed infatti per
ogni disturbo era scomparso, e*non
la festa d i S
mi rimaneva
.
che
*
di debolezza. Ben&& i dottori volessero persuadermi
avermi molti e molti riguardi, credendo che fatic
pazzi potessero farmi ricadere di nuovo, io posso affe
- dopo tredici anni dalla guarigione 0 meglio dalla
ricevuta - che non ho mai più sofferto il minimo distur
e che malgrado fatiche e dolori, godo ancora bue
as ti accorrevano per vederlo e salivano alle camere
persone
riconoscenza
e
a
l'affetto
recarsi
che gli
da lui e vorrebbe
portano*.. I medici
che sia disturbato continuamente, 'mentr'egli
dice di no a nessuno, per continuare il quotidiano sposto
11 Direttore del Collegio S. Giuseppe, accomPagnat
un alunno qual rappresentante di tutti i 'compagni,gli
yaugurio più fervido per la Messa d'oro, sicuro che
III - Gli ultimi imegnamenti
ei giorni i ~ ~ ~delle~ ~ l l i
-con tenerezza gli antichi
ente: peri, bisogna i
Di quei giorni si tenne nell'Oratori0 la X I I I ~~
~
~
erazione Agricola piemontese, e salivano
il comm- Rezzara di Bergamo, il conte caissotti
f. Guido Blotto, l'ing. ~ ~ dsel~la, lil f ~
ta, e il teol. Suppo. 11 servodi ~i~ li
(( M i congratulo con loro- dice - che
'Ono con tanto zelo i l m&?ìoramento agrario; anche
è un mezzo Per avvicinare e dir anche una honpaarola,
are tante anime! D.
cevuta la benedizione, escono tutti frettolosi compri-
te
commossroi:m-e,
e il comm. Rezzara esclama
Cosi mumono i santi!
pro-
ncipi di S. Chiesa accorrono a
erazione e la devozione che gli pro-
Mans. Tasso Vescovo d'Aosta e Mans. spandre
ua
le
lacrime
agli
ati ex-allievi deWOratorio, vogliono
Mans. Spandre la domandò e la ricevette
occhi, senza proferire aitre parole, tanta
Ia sua Commozione.
rio Generale dell)iirchidiocesi
Vescovo d'Ivrea, Mans. Zucchetti,
di Smirne, 1Mons. Vaffrè di Bonzo, ~ c ; v e s c o ~ o
escovo di pisa e il card.
Maiines e Primate del ~ ~ lgli~ i ~ ,
parole d'augurio e assicurazione
x.. gnato dal suo Ausiliare M ~
eciale benedizione di pio
~
~
.
da Roma e voleva ottenere dal Servo di D
si trovò dinanzi al ve-
ndeva le braccia, gli disse:
dolcissimo incarico commes-
a Sua santi& in +.ita
rei fermato appositamente a

30.4 Page 294

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576
- Sempre con D o n Bosco
~~~i~~ per visitarvi il Superiore Generale dei Salesiani,
disse: <<BeneE,mimnza, porti a Don Rua la mia benedizz
e gli esprimai voti piu ardenti del mio cuore per la sua
salute t).
E il Cardinale benedisse Don Rua, mentre tutti i prese
s'inginocchiavano. Awicinatosi poi al letto dell'infermo
prese la mano e la baciò ripetutamente. 11 seguito si riti
l'Eminentissimo rimase da solo in affettuoso collo
alcuni istanti col Servo di Dio, raccomandò aile
il Belgio, ed usci profondamente commosso,
a- pregare alquanto neli'attigua. cappella di Don Bosco
11 Card. Maffiera venuto a Torino per pred
di esercizi
ai soci delle Conferenze di
de' paoli; e il Servo di Dio s'era interposto perchè accet
l'incarico. L'Eminentissimo, il quale aveva detto che se
Rua accettava d'inviare i salesiani a reggere la parroc
di Marina di Pisa, non gli avrebbe mai negato n
disse ai familiari: - A Don Rua non POSSO dir di no;
a Torino! - E venne. Sceso alla stazione,
notizie del Servo di Dio, e, accompagnato da
Calandra, venne a fargli visita. FU assai C 0
Cardinale 10 conforta con le più tenere espressioni di
e con le buone notizie del bene che si va facendo nell'orat
festivo di.Pisa e nella novella parrocchia di Marina; e
nuendo al desiderio di Don Rua gli imparte la benedizi
ma subito dopo, prostrandosi accanto al'letto, vuole
pure esser benedetto dal Servo di Dio.
Anche p. Alberto da Nove, che predica la Quares
e Metropolitana, è ammesso a salutarlo; il Servo di
accoglie con quella cordialità che ispirano i
tini, si congratula del bene che fa, gli dice che se
salute sarebbe andato egli pure ad ascoltarlo, e vuoi
resti a pranzo con i Superiori. I1 buon religioso, che
visitato tutto l'oratorio, nel partire ripeteva entusias
- ha profondamente colpito tutto quanto ho ve
ma ~d che mi commosso è la visita jatta a Don Rua;
l'uomo è un santo!
Non si sa che cosa pensate della sua malattia. Inv
I I I - Gli &mi insegnamenti
577
- Sia fatta la volontà di fi!
Incoraggiato
guarigione,
sdoarrDidoenbFenraenvcoelmsiaenate.p..regare
con
noi
per
la
'4 marzo le nostre speranze si ravvivano alquanto,
egli non si illude, e detta l'inventario di tutto ci,j che
in camera, specificando il contenuto di ogni scaffalee di
&o di carta e fa' il piacere di scrivere.
orario ad esperimento.
.visìta dei medici e colazione con qualche
khe. udienza di estraneì secondo conve-
tante l'attenzione con cui è seguito ogni
malattia, subito si diffonde la notizia che
Vita del S-o di Dio Michele Rua. vol. 1x1.
imposto

30.5 Page 295

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578
- v11 Sempre con Don Bosco
un orario e che il fido che lo assiste con devozio
rab3e a cominciare dalla sveglia vi si attiene con meravi
gliosa osservanza. Ma non era una novità. Fin dal prin
della malattia, alle 5 del mattino, Balestra è sempre là, Pr
g uscio della stanza dell'infermo, origliando, che nella st
veglia
per turno tutta la notte in aiuto d
qualche confratello, e..., appena sente che l'infe
o dà un
di tosse, batte leggermente le mani, e di
-~ ~ ~
sponde: -
~
Ddomiino!-~ -e~ sEi
mDonm Rua
dispone ad
con prontezza
ascoltare la San
Messa. Si lava, indossa la veste, le coltri v
con una bianca tovaglia, apre 2 piccolo messa
piccolo campanello accenna che incomincia il
fa il segno della Croce, e risponde al sacerdo
serviente, quindi passo passo segue attentamente e divotiss
mamente la celebrazione, e ogni mattina fa la S. Comu
Appena si seppe che aveva dettato ed Osservava
mente l'orario accennato; alcuni confratelli fecero a D
Francesia affettuose rimostranze e questi in bel
comunicòal Servo di Dio. Si desiderava da tutti che si us
i necessari riguardi. Chi lo crederebbe? il buon Padre
diede alcuna risposta ma dall'espressione del volto fe' C
prendere come gli dèsse pena il vedere che si volesse ri
verlo da un
che gli pareva possibile
cesattezza nel compiere ogni dovere continua ad eS
meravigliosa e impressionante.
Ogni sera, quando suona la campana delle preghi
ama recitarle in compagnia di qualche confrate11
riamente non manca il suo direttore spirituale Don Fran
e da lui, terminate le preghiere, desidera ascoltare un
pensiero, come si costuma nelle case salesiane.
prima di cominciare la recita delle orazio
tare e talora si unisce al canto della lode che se
dalla sala sottostante dove pregano gli studenti.
pose a declamare, con gran sentimento, una 10
della Madonna, una delle prime lodi insegnate da Don
,-he soleva cantare con tanta grazia Un antico condisce
il chierico Secondo Pettiva:
III - Gli ultimi insegnammtz
579
tu al tuo Diletto...
accettato di andare a predicare un
sercizi spirituali fuori di Torino; e il Servo di ~i~
il piacere che non si allontani, desiderando che 2
triste notizia che il caro Don Laz-
anni consigliere professionale
sofferenze cessava di vivere
te venne comunicata a D~~
seguente, essendo
frequente la figura del de-
Don Lazxero mi chiama! Don L a z m o mi aspetta!...
sembra conveniente e doveroso far noti tutti quanti
Circa la meta di marzo - scrive Suor Felicina
- mi recai a Torino chiamata dalla contessa N ; N . per
danti l'asilo da lei fondato e dave mi tra-
p0 un interessante colloquio, le chiesi se
... tata a far visita al sig. Don Rua gravemente ammalato.
E come mai? saggiunsi io; ho letto
ligiose e civili e le famiglie patrizie di
o sono state a visitare questo santo, e Lei non si an-
con me, che io l'accom-
nza si decise. Ci presen-
, che ci ricevene con la
onta. Scambiate alcune
congedammo. A ~ ~ ~ & -
tomobile, ma, non avendo potuto
confidenza al caro infermo, mi pro-
o infermiere supplicandolo a mani
he mi facesse passare un sol minuto. Non fu possibile
questa grazia. Scoraggiata, mi fermai nella stanza.

30.6 Page 296

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.~~~
580
VII - Sempre con Don Bosco
attigua in preghiera. Dopo qualche minuto sento suo
il campanello: era il venerato infermo che domandava il
_perdirgli: <'Inquella stanza vi è ben Suor Felicina
)) - Sì, Padre!
)) - mora fàlla entrare.
) ) A mi~vide~: '<~Oh!~Suo~r Felicina, mi disse; so C
voi avete una pena, la stessa che io ho provato tanti anni
ai tempi di Don Bosco, e vi ho fatto chiamare per
le stesse parole che il Venerabile rivolse a me per C 0
e che ora io ripeto a voi per 10 stesso conforto. La
N.N . anticamente frequentava l'oratorio, ma da Parecc
anni, per quanti inviti e visite io le abbia fatto,
abbia subito, non sono riuscito a F a
Esposi questa mia pena a ~ o Bnosco, aggiungend
era venuto il dubbio che forse per colpa mia la nobile
miglia avesse tralasciato di beneficare, ma che mi ero an
esaminato e non avevo trovato nulla che mi rimproverass
Allora egli con cuore paterno mi disse: "Sta tranquillo, Do
Rua, nulla dipende da te! Quella famiglia non si rende pi
degna davanti a Dio di fare il bene, e non ne farà mai!
Quindi state tranquilla, Suor Felicina, chè il procedere
N.N. non dipende neppure da voi.
Mi feci coraggio e mi benedisse per l'ultima volta.
ne ritornai in quella casa, dove la contessa... mi aveva ch
mata; I'anno seguente vi si mandò un'altra direttrice, ma do
due anni non solo dovette venir via, ma si chiuse
andarono poi suore di altre nazioni, ma anche quelle d
un anno furono costrette ad abbandonare l'opera. Vi an
rono altre ancora, e tutte vi si trovarono a disagio
dosi quanto mi aveva detto il Servo di Dio)).
11 giorno di S. Giuseppe si svolgono solenni funzio
gSnaonrteu,agruiaor,iteedDoognnRi ucau!o-re
eleva la stessa preghie
Le sue condizioni sono
Quel giorno ricorda di nuovo il compianto Do
altri confratelli e benefattori che portano 10 stess
più affettuoso è rivolto al S. Padre, cui, a mezz
Don &aldi, desidera che per telegramma giungano i
e'quelli di tutta la Società Salesiana.
III - Gli ultimi insegnamenti
581
o cara una sua parola
mento, e affettuosa-
tori che li rizgrazio/ $0 che pregano
per me, ed io Pure prego per tutti, Cooperatori, Coopaa-
e rispettive famiglie. Quanto alla mia salute, sono nelle
%i di Dio; se piacerà al Senore di farmi guarire, dichiaro
d'ora di voler consacrare quella vita, che E ~ &mi
a
me h0 procurato di far sempre fin qui,
rità che i Salesiani hanno coicoope-
re di chiamarmi a ~ è . . .
a, ella deve celebrare la
Ed egli, con dolce sorriso, ripetendo la frase conchiude:
...e se fi'acaà al Senore di chiamarmi a &è', prometto
ntinuwd a pregare Ugualmente per tutti, anche nell'altro
inviò per mezzo del signor
orni prima della sua morte.
grande delicatezza di cuore,
amma che era una
oci alla domenica delle Palme! Avvezzi da tanti anni
Servo di Dio all'altare di Maria Ausiliatnce a com-
sentono la sua assenza.
ni della settimana santa,

30.7 Page 297

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582
- VII Sempre con Don Bosco
per vederlo, ed anche per chiedergli notizie dei primi
della sua vita e dei primi incontri con Don Bosco, che
blicammo nel «Bollettinos in preparazione alle feste
sua Messa d'oro. Ci accoglieva sempre con insuperabile
e rispondeva amabilmente a quanto gli chiedevamo;
così che si appresero interessanti particolari della sua
vinezza, come i ripetuti incontri col nostro Santo Fonda
e la dichiarazione ripetutamente udita dal suo labbro:
- Un giorno noi faremo a metà!
Una volta lo- trovammo che stava bevendo a ce
dito di vino, ed avendogli chiesto come stesse, ci ris
in gergo piemontese, sorridendo: "Sto cimpando! sto
pando!,, (sto bevendo a garganella), e volle che prendessi
un bicchiere e ci mescè egli stesso un po' di vino
vessimo insieme.
Era di una somma amabilità con tutti.
Pagliere, che aveva la consolazione di fargli di
da segretario, ricorda, come qualche gio
il Sewo di Dio si mettesse a letto, nell'
gli disse: - O signor Don Rua, ella non sa quanto so
contento di poterla servire, ma lei si ricordi poi di me,
venga ad aprirmi le porte del paradiso.
- Si, caro mio, gli rispose, ma ora
mangiamo insieme qualcuno di questi
hanno regalato, perchè da tempo soffro assai la t
Don Pagliere gli ricordò di aver letto come S. Geltru
mangiò una volta un grappolo d?uvacon l'intenzione di.so
levare l'umanità di N. S. Gesù Cristo, il quale, apparendole
la ringrazib; e Don Rua:
- Oh! sì, sai! ce l'insegna anche S.
o beviate, o qualunque altra cosa facciate, fate
di Dio!
Ma purtroppo l'aggravamento si accentua; fa pietà
vederlo. Nei primi giorni della malattia indossava la talar
pur rimanendo a letto come seduto e restando appo
ai guanciali; poi si copriva la persona con una scialli
allo scopo di ricevere più convenientemente che gli era po
sibile la S. Comunione ed i visitatori; ora si deve contentare
III - Gli ultimi insegnamenti
583
mplice cravattone, e dopo -Messa è costretto a rimet-
interamente sotto le coltri, ove giace immobile, doloro-
nte pendente sul fianco sinistro. La faccia, che nello
a, gli reca il S. Viatico.
estrema semplicità la cerimonia non poteva riuscir
il celebrante ebbe pronunziato, con lo
nel cuore e le lacrime agli occhi, il Misereatur e
ewo di Dio fe' cenno di voler parlare.
su lui; ed egli, fattosi
ce che si udì anche
lse ai presenti una raccomandazione,
a anche dai posteri:
sento in dovere di indirixxarvì
e farete ancora.
ento per le continue vostre pre-
rimuneri anche per quelle
-
e raccolti: vi raccomando
Io pregherò sempre Genì
il Signore esaudirà la domanda che faccio per
quelli che sono in casa ora ed in avvenire. M i sta a
ci facciamo e conserviamo degni figli di Don
! Don Bosco al letto di morte ci ha dato un appunta-
a tutti: - Arrivederci in Paradiso! - E questo il

30.8 Page 298

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"
-- .
-
584
- VII Sempre con D o n Bosco
ricordo che egli ci lasnò. Don Bosco voleva Con Sd tutti i
&li: per questo ci raccomandò tre cose:
)) 1) Grande amore a Gesù Sacramentato;
)) 2) Viva divozione a Maria SS. Ausiliatrice;
)) 3) Grande rispetto, obbedienza ed affetto ai
della Chiesa e specialmente al Sommo Pontefice!
))Equesto il ricordo che anch'io vi lascio. Procurate di
degni&li di Don BOSCO.
)) 10non tralascerò m a i di pregare per uoi. Se 2 Signore
accoglierà in Paradiso con Don Bosco, come spero, pregherò
tutti delle varie Case e specialmente d i questa )).
Nessuna persona esterna fu presente aila commove
sima scena, tranne alcune Figlie di Maria Ausiliatr
prof. Rodolfo Bettazzi, che l'aveva chiesto qual
vore e nel registro d'anticamera si diceva <<fo
assistito al Viatico di un Santo! a.
Quel giorno parve un po' sollevato. La notte d
riposare discretamente. Da tutti si torna a sperare.
non s'illude.
Era già venuto da Roma a visitarlo un nipote, e l'a
tuoso interesse che gli dimostrano i nipoti dimoranti in
rino, i quali lo visitano quotidianamente, non gli fa
care altri parenti che dimorano fuori. Questi non 0s
disturbarlo, ed egli li fa chiamare e, un per uno, li
&re ancor unavolta, a tutti chiede notizie e
parole, e, salutandoli affettuosamente, l'a
paradiso!
Il'sabato santo Don Calogero Gusmano gli augur
buonAalleluia, aggiungendo che tutti avremmo bramat
vederlo in piedi quel giorno, ed egli benevolmente:
- veramente anch'io sperava d i esser giù alzato!
E ammessa a visitarlo Suor Eulalia Bosco, pronipote
Venerabile e Visitatrice delle Case dell'Istituto delle F
di Maria Ausiliatrice in Piemonte, in compagnia della
segretaria; vogliono un pensiero, una parola da mari
alla Madre Generale ed a tutte le Suore.
- Dite alla Madre, egli dice, che auguro che questa P
sia apportatrice di pace, di consolazione e di fervme P
111 - Gli ~lltimiinsegnamenti
noi gli portiamo a firmare un docu-
fondazione dell'Istituto delle Figlie
diatamente in automobile e ci conforta dicendo che il
scomparirà del tutto senza lasciar
ifatti torna pienamente in e con meraviglia si vede
t0 Don Rinaldi, Don Albera, Don Cerruti, ,Don Ber-
tra gli danno la buona
n troppa apprensione.
n tanto per sè, quanto
po: - Vi ho spaven-
e com'era andata
a Don Rinaldi come avvenne, ecco che si presenta
E non potrebbero, dice loro, permettere al sig. Don Rua
dissipare l'ansietà suscitata dal pericolosissimo caso.
i è permesso intanto di prendere alcuni grammi di

30.9 Page 299

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586
- VII Sempre con Don Bosco
... carne; si'vuol vedere se è possibile rimetterlo un po' in forz
che vanno progressivamente scemando Ma egli vuo
l'Estrema Unzione, cui pensava da tempo!
Mons. Bernardo Arato, Vicario di Cavour, ci fa ques
testimonianza: Il Servo di Dio Don Michele Rua nei pri
giorni del 1910 mi fece avere una lettera per I'Onorevo
Giolitti, con ~reghieradi portargli in persona la rispost
Quando mi portai a Torino per comunicargli la rispos
attesa, egli teneva il letto. Diede ordine fossi subito in
dotto. Mi ricevette come un intimo amico. E tra le a
cose mi disse: - Hai scritto l'Amico degli infermi;
come a' tuoi infermi. - Risposi: - Una lucernetta
spenta non può dar luce al sole; - Insistette, dovetti
segnarmi e dirgli qualche arol la, particolarmente dell'O
Santo; gli parlai solo come scolaro uiterrogato dal maes
Mi fece vedere un Ritualino, di antica edizione e pov
mente legato, baciò con rispetto le preghiere per l'amm
straziane dei SS. Sacramenti. Gli chiesi la benedizione
me, per i miei parrocchiani. Rispose: - Te la dò, se tu
benedieì per ilprimo! - Rimasi come cane bastonato, dov
rassegnarmi a benedirlo. In. quel colloquio non breve
convinsi sempre più dell'eroica umiità e povertà di
Michele Rua )>.
I1 28 marzo, lunedì di Pasqua, Don Rinaldi, dopo aver
parlato cogli altri Superiori, propose al Servo di Dio
ricevere l'Olio Santo, anche nella fiducia che avesse a t
nargli efficace alla sanità corporale; ed egli: " Volentz
volen&ri!,, subito aveva risposto, e additandogli la scan
gli aveva fatto prendere il Rituale e leggere tutte le rubri
e le preghiere prescritte per l'amministrazione del S
mento che gli fu amministrato dal direttore spiritua
Societa Don Paolo Albera, presenti tutti i membri de
siglio Superiore, ma in segreto!... Siccome allora i
pronosticavano <(chela malattia si sarebbe protratta
mesi - casi attesta Don Piscetta - volle che l'atto riman
segretissimo, per il timore che giungendone la notizia a
case (e sarebbe giunta, se si fosse qui saputa da taluno C
l'avrebbe fatta pubblicare) i suoi figli rimanessero in pen
- III Gli ultimi insegnamenti
587
esi e mesi, in trepida attesa della sua morte. Quindi
O ne seppe nulla. I1 Capitolo si radunò intorno al suo
o come per una conferenza. Chi aveva in tasca il Rituale,
il vasetto dell'olio (preso non qui dalla sagrestia, ma
ttamente da una chiesa di Torino, ove non sapevasi che
ne sarebbe fatto), chi sotto l'ascella un pacco di documenti
registri, e in realtà contenente cotta e stola, ecc. ecc.
n Albera vesti la cotta e la stola. A bassa voce si recita-
no le preghiere e si compi6 il rito u. Solo u quando il peri-
lo fu poi giudicato imminente, si sparse la notizia aver
Rua già ricevuto l'Estrema Unzione P.
ntanto l'effetto delle preghiere è evidente, perchè nes-
, umanamente parlando, può darsi ragione dei ripetuti
m i a un miglioramento scientificamente e fisicamente
ssibile, tal quale com'era awenuto per Don Bosco.
r questo anche allorchh da più giorni è frequentemente
ito e passa le notti disagiatamente o totalmente insonni,
noi si continua a sperare, nell'affetto che gli portiamo;
ntre i medici, senz'essere ottimisti, pessimisti, piut-
to ne pronosticano male.
Egli soffre per l'accresciuta enfiagione alle gambe, che
... mpo sono una piaga; e chi sa quanto deve soffrire per le
e
a
pmiaagi!heSeprloodos'titnetedrraol.glau:ng-o dSeocfufbreitom! oltMo asignnoonr-sDi loan-
? - risponde quasi sempre: - No! no! - rare volte:
e per il Signore! i1 suo pensiero è sempre a Dio e
opo aver ricevuto la visita del Can. Giuganino, Diret-
Diocesano dell'opera della Propagazione della Fede e
Santa Infanzia, raccomanda a Don Albera che si con-
a zelarne la diffusione tra gii alunni dell'Oratorio:
Fin da quando frepuentava le scuole dei Fratelli a Porta
zna lessi sempre con piacere gli Annali della Propagazione
Fede. Anche in mezzo alle mie occupazioni cercava tempo
osservarli e mi pare di aver fatto quello che ho potuto per
are quest'opera. Oh! se anche dopo la mia morte i miei
ontinuassero ad occuparsene!

30.10 Page 300

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_-, _..~,,,.,<.__::_:;_:._j_i._."-.~
-.
~
588
VII - Sempre con Don BOSCO
Gode nel sentire che in una nostra Casa ali'
mensilmente i preti dei dintorni per compiere il pi
esercizio della Buona Morte col metodo di Don Bosco, e
esclama:
- o h quanto bene fanno tutte le cose che ha stabili
il nostro caro Padre Don BOSCO!
casi, quando gli giunsero i voti più ferventi dei CooP
ratori salesiani di Budapest radunati in congresso, egli, C
null'altro 6 più caro dell'espansione dello spirito di Do
BOSCO, se ne rallegrò assai.
Continuano ogni giorno le domande di persone umi
e ragguardevoli di poterlo vedere un istante, e sebbene
medici insistano di non stancarlo, se.egli viene a
che è persona da lui. conosciuta che ha questo
vuole che sia introdotta.
Viene il tenente generale conte Carlo Samminiatelli Z
barella, comandante la Divisione Militare di L
servo di Dio s'intrattiene a lungo con lui Con
di spirito, che il conte, prima di partire, esprime
sono in anticamera l'intima convinzione che Don Rua ab
a guarire.
Gli dicono che la veneranda religiosa del R
Tommasina Cavalli, sarebbe felice di avere la sua bene
zione, ed egli:
- si; che voglio vederla; desidero kngraxiare ques
suora e il Rifugio, pwchè hanno sempre lavorato Per noi.
Gli si ripete:
& . - fa l a si stanca, e soffre con tante visite!
E w r e la carità vuol cosi e non si pui, fare altrime
1<( medici - annota Don Pagliere - avevano proiv
severamente le visite. Confesso il mio imbar
pevo come combinare le amorose insisteme d
telli e pie persone con l'ordine dei medici. Don Rua ste
qualche volta mostravasi contentissimo di queste visite;
,> purtroppo 10 stancavano e i medici insistevano.
Non so se arrivai a compiere dolcemente e garbatame
l'ordine ricevuto. Tutti riconoscevano la necessità di
sciarlo riposare, tutti gridavano contro l'imprudenza di
- III Gli ultimi insegnamenti
589
s e osato stancarlo; ma poi insistevano, e innanzi alla
stiva si allontanavano con le lacrime agli occhi.
Anch'io ne soffriva, e un giorno giunsi a trovare un
ssi Marceiio, il caro portinaio, forse il più
iano dei coadiutori dell'oratorio, tanto caro a Don R ~ ~ ;
e il giorno innanzi io aveva convinto di non
e e di aspettar altro momento per lasciarlo riposare,
si impazientito si mostrò deciso di rompere
oglio vededo, sono più di
o sue notizie...
che lo
...e si è addormentato solo adesso.
di svegliarlo? I1 medico ha raccomandato
- Ebbene, se dorme, me lo lasci vedere, ed io mi ri-
punta di piedi si awicinò alla porta, fece
con affetto ineffabile il vecchio amico e
isfatto, disse: - Ora san contento, possa
accontentate anche due Suore
aveva benedette al loro arrivo dalla
'a;
no
fraivebdeenreldo.i.z.ioSniecoimntpeanrttairtaoneoradistgautaardparrolfoi,ttepvooilev,oie-
a benedizione da Don Pagliere ed anch'esse parti-
dicendo: - Ora siam contente; scriveremo tutto alla
giorni opera prodigi.
che hanno perduto la fede, o
da anni ed anni...;e la sua figura, la
do sono forti e santi impulsi che le
mano sulla ,retta via.
quest'esplicita dichiarazione:
sapere dell'altro, e tutti e tre molto
ni da Dio, vennero all'oratorio in ore diverse in uno
del Servo di Dio. I dottori
o assoluto riposo, e quindi in-

31 Pages 301-310

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31.1 Page 301

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-.," ,...
. ~,... ,
~
590
- VII ,$@re cm ~m BOSCO
terdetto ricevimento di persone. Io stando in anticamera
comparire uno dei tre, che conosco molto bene, e p
dispensarmi dal dirne il nome, perchè tuttora vivent
Mi colpi assai la comparsa e la richiesta di potere ved
Don Rua.
RiAettei un istante, e poi, anche a costo di romp
consegna, riferii la cosa al Servo di Dio. Questi, udito il
del visitatore, come animato da forze che da tempo p
aveva, si alzò a sedere sul letto, compose il viso a dolce
e volle entrasse. I1 colloquio durò assai; non so ciò che
sero. Constatai solo che il visitatore da quel giorno dive
amico dichiarato del Servo di Dio; ne fece pubblicame
gli elogi, e, quello che più importa, ritornò alle pratiche r
giose ed è un ammiratore sincero dell'opera Salesiana.
)) I1 secondo visitatore, poche ore dopo, nel medesi
giorno fu pure ricevuto dal Servo di Dio e nell'u
camera, con viva commozione che non poteva nas
mi ringraziò cordialmente del favore procuratogli ».
u I1 terzo - prosegue Don Rinaldi - noto in
mento pei principi suoi anticlericali, venne pure di
giorni per avere notizie del Servo di Dio, facendo pre
a chi gli parlava, che l'avrebbe volentieri visto. No
stato riconosciuto, non fu introdotto, e saputolo
di Dio manifestò la sua pena per non avergli potu
in seguito fu riferito [al terzo visitatore] insieme con i buo
sentimenti del Servo di Dio a suo riguardo il rammarico
non averlo potuto ricevere)),e ((questenotizie furono
princ@io di res@iscenza.Mandb suo figlio da noi per la
razione alla I" Comunione. L'anno seguente egli pure si co
... sava e comunicava, e, dopo qualche anno mistianamente
parato moriva D.
L'interessamento del Servo di Dio era, come sem
meravigliosamente efficace. In quegli ultimi giorni
comunicava Don Conelli - u il venerato Don Rua,fu p
gato da m e per mezzo di Don Cerruti, che volesse invi
una speciale benedizione e facesse una speciale preghi
per la morente signora dell'onorevole Boselli. Per telegra
mi si rispose ed io immediatamente, era notte, mandai
IZI - Gli ultimi insegnamenti
casa Boselli col telegramma. L'indomani Sua Eccel-
devota degli animi n o s t ~ ,pi&
miraxiune per lui e di fede nel confwto che ci vime dal suo
di dolore e dal suo sentimento pietoso,, p).
regare fervorosamente da tutti.
on Canepa, maestro dei novizi a S. Benigno Cana-
ricordava, come ricevendosi u notizie sempre più
ose sulla sua preziosa salute, i nostri ascritti artigiani
, dopo le orazioni fare mezz'ora
razione per ottenere dal S. Cuore di Gesù e da Maria
usiliatrice che ce lo conservassero ancora. La fecero,
rande fervore, durante quasi due mesi. Inoltre più della
degli stessi ascritti offersero di gran cuore la loro vita

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V I 1 - Sempre con Don Bosco
IV
((DON BOSCO, IO VENGO A TE!
11 IO d'aprile nel Santuario s'inizia un triduo di particolari
per jl Servo di Dio. - A quanti l'avvicinano dà
- paradiso! I). Ai giovani raccomanda la f ~ a
e la dhozione a Maria SS. Audiatrice. -
che sarà loro fortuna l'essere stati fedeli
di Don Bosco e l'aver evitato le nowità.
-neAl i
Co~eratori
preghiere per loro, per le famglie, per gli amici. - Ha
per tutti. - Ogni giorno prega Don Bosco e Don Beltr
?indulgenza plenaria da lucrarsi in punto di
da Pio I X nel 1858 per tutti quelliche erano nell'o
domanda aiuto per poterla guadagnare. .- (i Dopo morte
metterete?... >>- .« Casi avveniva anche a Don Bosco.
un pellegrinaggio alla tomba di Don Bosco per implorare la gua
del servo di Dio; ma il tempo non lo permette.- Si continua aPr
anche dai giovani degli Oratori. - e Credeva di andarmene in
diso! D. - « Non k il caso di dire come S. Martino:
(<Siamo agli sgoccioli, siamo agli sgoccioli!... - in stato
gres&~esaurimento; si prevede prossima la catastr
... - l& a d+ la bugia pietosa? D. (i Prendi dRztua
- degli agonizzanti! t>. Nuovoallame. - Ad
coepit pavere... - Otto Messe si succedono nell'a
j20remus pro infirmo morti proximo. -Benedice ancor un
gutti i Salesiani, gli alunni e i Coqeratmi. -(i
I V - Don Bosco,,io vengo a Te! i)
593
rassegnati in tutto alla volo& di Dio». - La
Generale delle Figle di Maria Ausiliatrice torna a vkitarlo.
cipe Emmanuele Gonzaga. - È alla vigilia del-
g i m o e vuol fare regolarmentela meditazione.- a V*ocaxioni!
caxioni!...o. - Quando sente che non c'è più speranza di guarzgiae
fine è imminente: - Bene, risponde, ora lasciatemi tranguillo, mi
orrd a compiere la volontà del ~Gnore-! Èlieto di veder a n m a
. Mmganti e il Padre della Piccola Casa della Divina Prouui-
- Si prega, si piange, si spera ancora, ma le condiziai si fan
- o
apeteg!g.i.o.rDi..
-
((Si!Don Bosco,
Ancor una volta
anch'io
leva il
vengo a te!... Do? Bosco,
bracc&, sorretto dai vi&,
io
un'ultima benedizione aipresenti e ai lontani. - « N o n &bando-
pensim', ed io li ripeterò con la mate, se
tr6 più con la bocca, e morirò p r w i o con Dio! D. - Saluta i
, e raccomanda loro di fare una Comunione per l'anima sua.
...
-
u
suo p&n%'ero era &so alla contemplazione
Lasciate che p e s i all'animamia e miprepari
- tr Siamo qui che preghiamo il Signore ad aprirti
... - O! 1). u Don Rua k un santo, e Don F-ncesiagli fa gustar
a centellini!...I). - (( Si, salvar l'anima, d tutto... è tutto!
:furono le sue ultime parole.- I l 6 aprile, al s u m
o dilata ancora le pupille som'dendo,e dopo che
nfratelli e gli alunni ed altri i n lunga fila gliebbero 6achta
, alle 9,37 si addormenta nel Signore! ...
fine di marzo, vedendo che l'acceleramento verso
diviene impressionante, il Consiglio Superiore an-
che il di seguente, 10 venerdì di aprile, si sarebbe
i particolari preghiere nella Basilica
e con I'esposizione del SS. Sacramentot
bri del Consiglio vogliono riservate a le funzioni so-
d insieme con gli altri confratelli e con gli alunni si
o in adorazione innanzi a Gesù Sacramentato.
ni rilascia un triste « Bollett+o >):
ndizFoni, già molto gravi per la presenza di un
circolo immanente, dovuto a miocardite senile, sono
i giorni peggiorando per un esaurimento
a@ l0 @t0 a f t ~ a l ep,ur troppo, non solo non
o di Dio Michele Ruo. Voi. 111.

31.3 Page 303

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594
- VII Sempre cm Don Bosco
vi sono più speranze di un relativo m@lioramento, ma si
prevedere non lontano un esito infausto. Attualmente non v
pericolo prossinzo, ma questo pericolo può farsi a breve sca
ed anche l'esaurimento organico - per - p d essere
della morte, in un periodo di qualche settimana >).
Anche il Servo di Dio par che non faccia più mist
sulla sua convinzione di un imminente trapasso e a tu
quelli che l'avvicinano dà santi ammonimenti e ricordi
l'arrivederci in paradiso!
Al Direttore Don Nlarchisio fa queste raccomandazio
- Di& ai giovani che è una grazia grande che lm
fatto la Madonna nel farli venire in questa sua Casa. Di'
che se ne rendano pid degni collo studio, col lavoro, col bu
esempio e colla pietà. A quelli che vi sono, ed a quanti vewann
raccomandate sempre la frequenza ai Sacramenti e la divozz
a Maria S S . Ausiliatrice.
Con Don Rinaldi s'intrattiene per oltre mezz'ora con
serenità più incantevole, incaricandolo di comunicare pa
ticolari ricordi ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatri
ed ai Cooperatori:
' - Ai Confratelli raccomanda quanto dissi il giorno c
ricevetti il Santo Viatico e ricorda loro che sarà nostra
l'essere stati fedeli nel mantenere le tradizioni di Don
Z'aver evitato le nom.tà.
- Alle F21ie di Maria Ausiliatrice dirai che esse so
... molto amate da Maria Ausiliatrice; procurino di conservar
questa predilezione della nostra cura Madre! A tal fine co
servino la carità fra di loro, sopportando le une i difetti de
altre, avendo tutti i nostri dqetti da far sopportare. Non
comando la pietà, perchè mi pare che ci sia; ad ogni modo p
ad omnia utilis est!
Per i Cooperatori ripete con espressioni commove
la sua riconoscenza:
- Quando venga a morire, non occorre scrivere ai Co
ratmz' una lettera, come si fece per Don Bosco. Tuttavia des
che si dica loro che conservo tutta la riconoscenza per Z'aiu
hanno prestato alle opere nostre. Se Don Bosco disse che
di loro avrebbe fatto niente, quanto di meno avrei fatto zo
- IV ((DonBosco, io vengo a Te! D
595
n poveretto! Sono quindi obbligato di ricordarli in modo
olare. Io pregherò per loro, per le loro fam+lie ed amici,
il Signore li ricompem*in questa e nell'altra vìtu!
A te, poi, - diceva a Don Rinaldi -raccomando i miei
oti e i loro figli, Antonio, il giudice, i due di qui, il professore
a, i figli e le sorelle, cioè gli Anarratone, De Lauso e
Don Minguzzi, assistente ecclesiastico del Circolo
ovanni Bosco o dice con detto:
Benedico te e le tue opere: continua con coraggio:
mia1 Circolo degli Antichi Allievi e di' loro che li be-
A Don Giulio Barberis, che sta preparando una nuova
izione della vita del Servo di Dio Don Andrea Beltrami:
Siamo' sempre
mo ad esserlo per
stati
tutta
alm'etiecri,niaff.e..rmCao,ravgoggioli!o
che conti-
Raccomàn-
anche a Don Bosco e a Don Beltrami. Anch'io in tutti i
ni della mia malattia mi son raccomandato e mi raccomando
on Bosco e a- Don Beltrami!
d alla pia genitrice di questo caro salesiano, morto in
tto di santità, Caterina Beltrami di Omegna che gli
enedizione, dopo averla soddisfatta, soggiunge:
- Ora mi ottenga lei dal caro Don Beltrami la sua benedi-
one e che mi continui la sua protenbne!
I1 2 aprile il dottor Battistini conferma il <t Bollettino>>
1 giorno innanzi caricandone le tinte. Don Rinaldi annun-
a a tutte le case l'imminente pericolo. I1 Servo di Dio riceve
n gran piacere la visita di Don Eugenio Reffo che gli reca
I auguri del Superiore e di.tutti i membri della Pia Società
i S. Giuseppe, assicurandolo che da tutti sl prega per lui.
Anche nel Santuario continuano le più ferventi preghiere,
egli ricordando la speciale indulgenza plenaria da lucrarsi
punto di morte concessa-a Don Bosco da Pio IX nel 1858
r tutti quelli che allora erano all'Oratorio, si rallegra che il
. Padre Pio X l'abbia estesa a tutti i fedeli che dichiarano
accettare dal Signore qualunque genere di morte piacerà
mandar loro, e conchiude:
- Aiutatemi perchè io la possa guadagnare! Suggeritemi

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596
- VII Sempre con Don Bosco
in quell'ora delle giaculatorie, ed anche panda non fossipiù
me, datemi di quando in quando l'assoluzione.
- E suggere'ndolemolte ~reghiere,non la stanchere
non la disturberemo nella sua unione con Dio?
- No, anzi mi farete molto piacere.
Quel giorno chiese a Don Albera: - Dopo morte
metterete? '- Che volesse, manifestare il desiderio
sepolto a Vaisalice accanto a Don Bosco?...
impressionato, gli risponde:
- Oh! sig. Don Rua, noi non pensiamo a
anzi speriamo che possa guarire e compiere anc
L'infermo neli'estrema sua delicatezza no
siste, ma quasi a cancellar la penosa impressione rodo
dalle sue parole, volge la domanda in ischerzo, e:
- Sai? gli dice: ti faceva questa domanda, perche
vorrei il giohzo del giudizio universale andare a cercare le
povere ossa in un luogo, mentre sono in un altro, e dovere
molto per trovarle!
<< Circa tre giorni prima che morisse -ricorda
una sera eravamo tre o quattro inservienti vicini al suo
si preparava quello che occorreva per la notte; ci
ringrazio dei servizi che mi avete prestato, io p
voi nell'altra vita e specialmente per Balestra,,. Di quei
a me disse anche: "Siamo agli sgoccioli!..,,.
>> Una volta stentavo a tirarlo su sui guanciali e mi sc
un po' il ridere con mio rincrescimento, ed egli:
tava anche a me quando tiravo su Don Bosco,,. Cea
gli venivano degl'incomodi in tempi inopportuni e
ceva: "Così aweniva anche a Don Bosco,;. D
disse quando lo tiravo su sui guanciali: "Ti tirerò poi
Paradiso!,,.
,Un grande numero di 'coadiutori passarono a
la S. Messa al signor Don Francesia nella cappella
Bosco, per avere la fortuna di accompagnarlo a
S. Comunione al signor Don Rua, e dopo il ring
passavano a riverirlo e baciargli la mano, ed egli
qualche buona parola e poi li salutava dicendo:
carissimo, prega per me,,.
- IV (Don Bosco, io vengo a Te!))
uno che l'assisteva e mi
calorifero, gli posi una
gli diedi due cucchiaini
i senti subito meglio, e cominciava a
- era domenica -
ione di Maria Ausilia-
one Operaia Cattolica,
torità Ecclesiastica, aveva stabilito di
di Don Bosco <( affine
Bontà la guar2ione del venerando
ua, vero benefattme e padre da'Jigli del popolo, come fu
Ven. Don Giovanni Bosco )>.
e chiese, notificavano
verrebbe trasportata
la pioggia, persistenti
l'affettuosa dimostrazione.
, alle ore 14, presente tutta la comuniti, si
solennemente il SS. Sacramento, dinanzi il quale si
no in preghiera i giovani dell'oratorio festivo, le gio-
e dell'Oratono S. Angela, e quindi gli alunni interni
coram Sanctissimo da Don Grruti. Don
.
Molti
iscorso di circostanza fra la commozione
han le lagrime agli occhi. L'oratore stesso,
-
osi sul finire a Gesù in Sacramento ed a Maria Ausi-
per chiedere ancor qna volta il miracolo, o la rasse-
e cristiana alla volontà del Signore, ha le parole tron-
Gesù, dateci il nostro Padre, il nostro amico, il nostro
grazia, o Vergine Santa, sarebbe per sem-
a più splendida della vostra corona! t).
pro-segretario del Consiglio Superiore,
ella cappella di Don Bosco. Dopo messa va a visi-
deva di andarmene in Paradiso.
a un poco torna egli stesso a chiedere:

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598
- V22 Sempre con ~ o BnOSCO
- Dunque il Giubileo non lo faceiamo p&?
Don Gusmano l'esorta a sperare e a pregare pere
Signore ci conceda la grazia, ed egli:.
- Temeva di non vederti pii!
- Perchè?
E torna a ripetere:
- Credeva di andarmene in Paradiso!
pregAatDo ocnonFrnanoci?es-ia
che gli domanda:
risponde:
-
Ma
peichl:
non
- 0h.fnon è il caso di dire come S . Maartino: si
Ci sono tanti capitani che possono fare al mio posto!
Da Roma torna a visitarlo il prof. Giuseppe Rua. A
i nipoti residenti a Torino vengono più volte lungo il gi
a visitarlo, e il Servo di Dio li accoglie sempre
samente.
I1 4 aprile fu una giornata mestissima: - Siamo
sgoccwli! Siamo agli sgoccioli! - va ripetendo.
Si attende l'arrivo di Mons. Morganti, Arc
Ravema. Anche il Servo di Dio brama vederlo, ed ecco
telegramma di Monsignore nel quale annunzia che 'differi
di qualche giorno la venuta, e gli si risponde t
che se m01giungere a tempo, rompa ogni i
senz'altro.'~ver un vescovo, allievo dell'Oratorio, accanto
letto inpunto di morte fu una consolazione per Don Bosc
e il Signore voleva che l'avesse anche Don Rua.
Verso le 16.30 è nuovamente visitato dal dott. Ba
Si teme che non giunga a passare la notte: ma egli,
partito il medico, vuol fare la consueta let
L'infermiere Bosisio, che l'assiste giorno e notte con o
. cura, l'accontenta.
A i giornali, che insistono per aver notizie, si C
il seguente <( Bollettino o: << Dopo un periodo relat
buono, però sempre tale da non lasciar adito a speranza
revole m&lioramento, da qualche gioruo i disturbi dovuti
sufJicienza cardiaca si sono andati notevolmente aggrava
Si è aggiunto uno stato di progressivo esaurimento, per C
purtroppo deve prevedere prossìma la catastrofe o.
Ma non pare che sia prossimo alla fine. Verso le 17.3
IY - D o n Bosco, io vengo a Te!))
599
con Don Cerruti del bisogno di molte e buone
i religiose e della cura di ben conservarle. Don Cer-
i manifesta il pensiero di una giacdatoria al Cuor di
da recitarsi dai Salesiani, per la quale s'i potrebbero
re anche particolari indulgenze a1 Santo Padre. I1
di Dio l'ascolta con attenzione, e l'invita a portarkliela
Oh! si, vocazioni, vocazioni! Dio ce le ha date e ce
dottor Possetto, appreso dai giornali l'aggravarsi delle
izioni del Servo di Dio, ne chiede notizie particolareg-
ad uno dei sanitari che lo curano, e sentendo l'ineso-
condanna, corre all'oratorio, ove s'incontra con Don
isio, il quale, appena lo vide, com'egli narra, gli disse:
volentieri! volesse il cielo che la sua
sortisse per il nostro buon Padre lo stesso esito di qnel-
>Fummoalla sua cameretta, sempre la stessa. Egli, amo-
uoi compagni, giaceva sul suo letto
do ed estenuato, e le sue labbra, in continuo movimento,
a dubbio recitavano preghiere.
i suoi occhi brillarono, mi volle
al limitare esterno della se-
... re un gran debito,
rio. Si ricorda?

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600
VII - Sempre con D o n Bosco
lei e per la sua famiglia, ed ora, che sto per lasciarla defin
vamente, voglio ancora dirle che quando sar
ablenneodstirzoiobnue.onAPddaidor,e,nionsvtroochbeuroònsoemepfreedesolepraamdici ol.e.i.la ce1
t) Io voleva rispondergli, voleva protestare, ma le pa
mi vennero meno, gli occhi mi si riempirono di 1
strinsi a mia volta quelle mani e col cuore a brani per
scoppiare in pianto fuggii senza neppur rispondere alle
mande che mi venivano rivolte dal buon Don
che mi aveva atteso sulla balconata)).
A Don Rinaldi, quel giorno, col più grande detto, d
gli ultimi ricordi:
- Ti raccomando di continuare tutte le opere d'z
sociale,iniziate ad incremento degli Oratori festivied a vani
degli antichi allievi; esse apporteranno un gran bene!
San ammesse a visitarlo alcune Figlie di
liatrice, tra cui Suor Felicina Fauda, direttrice di Niiza.
Uscite le suore, prega che si chiami Don Francesia,
quale si affretta ad accorrere al suo letto, ed egli:
- Prendi il Rituale!... e leggimi le preghiere della rac
mandazione dell'animh.
-
-
Ma, caro Don Rua!...
Si, si, leggimi le preghiere
degli
agonizzanti...
E un allarme, una costernazione generale. I su
che si erano raccolti in conferenza, interrompono la
ed accorrono trepidanti e, inginocchiati al fon
rispondono alle litanie. Don Rua, calmo e quasi sorriden
risponde egli pure. Soffre e soffre assai...
Poco dopo un nuovo allarme. 4 Quell'anima - scr'
pochi giorni dopo a un giovane confratello
Piscetta - che era vissuta imitando Gesù, ebbe con
comune l'ora del Getsemani. Gesù aveva detto: - Se è
sibile, passi da me questo calice! - e Don Rua a imitazio
di Gesù coepit pavere e si raccomandò ai pr
anch'io, ma un po' discosto dal letto, così che
perfettamente la sua voce esilissima) procurassero d'al1
tanare la morte, o rendergliela meno pauros
disse, temo. in presentarmi al giudizio d i Dio, temo di n
IV - ({DonBosco, io * uengo a Te!
601
me e soavissime di 'con-
bera, bisogna soffrire di
dat nivem sicut lanam, darà la forza anche
a nella sua misericordia.
in quei momenti tornavano alla sua mente prove
che aveva attribuito aila sua audacia nel-
e peso della direzione
aventava al pensiero
cosa di un istante
i occhi la funzione deli'agonia.
, che l'avevaassiitito con tutta la maggior
arico è costretto
n lutto difamiglia, e viene sostituito dal
Forni, che durante la notte si trattiene presso il morente.
lvo complicazioni, Don Rua vivrà fino
re del mattino. I Superiori, -i nipoti ne circondano il
Verso mezzanotte riprende un po' di forze; ringrazia
edici e vuole che si rechino a riposo.. Tutti, stupiti
meravigliosa resistenza e lucidità di mente, si ritirano.
reghiere fatte per lui )>.
rile, alle due s'inizia la celebrazione
ua cappella; otto sacerdoti si succe-
rvorosamente nel Sacro Rito, e tutti aggiungono la

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602
VII - Sempre con Don Bosco
La seconda Messa viene celebrata da Don Francesia ed
è ascoltata attentamente dal morente. Noi eravamo accanto
a lui insieme con Don Rinaldi ed altri confratelli e profon
damente ci commosse il vedere con quale divota attenzion
seguisse tutte le parti del Santo Sacriiizio e ricevesse la Sant
Comunione. Fu l'ultima!...
Terminata la Messa, Don Rinaldi lo pregò a benedi
ancora una volta tutti i Salesiani presenti e assenti e i lor
alunni, e tutti i Cooperatori, e tutte le Opere Salesiane.
Servo di Dio acconsentì e, con voce forte e solenne, pron
ziò la formala della benedizione che soleva usare Don BOS
facendo un gran segno di croce, con gesto cadente, ma larg
e ri-solu..t.o,pacoxnceht iucodpeinodsao: benedictio Dei OmnipotentG, Pat
et Filii et Spiritm Sancti, descendat super vos, et super omn
Salesianos, et alumnos, et Cooperatores, et. maneat semp
sempm!
I presenti, cogli occhi pieni di lacrime, rispondono:
Amen!
Torna ad assopirsi. Sembra che l'esaurimento ripr
il corso fatale. Verso le 4.30, al suono dell'Ave Maria,
dalle campane del Santuario, si teme che esali l'ultimo
spiro. Tutti sono in ginocchio collo strazio nel cuore. AC
a lui a destra è Don Albera con l'infermiere, a sinistra
Rinaldi e Don Francesia; attorno Don Gusmano,
confratelli. Ed ecco che ad un tratto si volge a Don
che stava inginocchiato e, mentre colla sinistra lo str'
paternamente attorno al collo, gli posa la destra trem
sul capo, restando in quell'atto alcun tempo sommessame
mormorando alcune parole, con tal ansia affettuosa che
pisce tutti i presenti.
Di a un poco par che riprenda le forze e vuole che t
vadano a riposare, perchè vuole riposare egli pure. Qu
malattia a noi pare un mistero. Si fa giorno, e par che
Rua vada risuscitando. Verso le 8 vuol che da tutti i pre
si recitino le preghiere del mattino, le recita egli pure
tutta speditezza, e quindi:
- Ora, dice con voce chiarissima, per far tutte
- IV «Don Bosco, io vengo a Te!
603
una si rechi alle proprie occupazioni, rassegnati in
volontà del Signore!
e case giungono telegrammi che il venerato Superiore
onizzante. A Nizza la Comunità vive raccolta in assoluto
enzio da due giorni e quella mattina si recitano le Litanie
gli agonizzanti avanti il Santissimo Sacramento esposto,
(si piange e si prega. Si prega il buon Dio che voglia ren-
re miti i dolori dell'agonia all'amatissimo Padre. La ve-
ata Madre, in compagnia di Madre Vaschetti, è partita
Ed insieme con Madre Vaschetti, Madre Daghero C+
ammessa a vedere il Servo di Dio. Questi, dopo averle
te, riconoscente per le preghiere che le Figlie di Maria
rice hanno innalzato e continuano ad innalzare per
i, ha ancora un ultimo ricordo per la Superiora.
Entra a vederlo Don Cerruti e lo trova lucidissimo di
nte ed abbastanza in forze. Gli bacia la mano, si rallegra
suo miglioramento, lo ringrazia de' preziosi ricordi da-
il dì innanzi con affetto incomparabile, e aggiunge che
bbe fatto un Memento speciale per lui nella Messa che
eca a celebrare.
Poco dopo sono introdotti il Principe Emmanuele Gon-
a con una figlia e la signora Eugenia Ravizza di Milano.
Verso le IO l'infermo chiama di fare la meditazione.
i osserva che il suo stato è grave e aon conviene che si
chi; si rassegni anche in questo alla volontà del Signore.
in parte cede al pietoso riguardo e, detto il Veni, sancte
tm, vuole che gli si legga almeno il tema della medita-
e le varie risoluzioni, sulle quali indugia con grande
glimento un dieci minuti. Fin che ha un fd di vita, non
nunziare all'adempimento di ogni dovere!
orna Don Cerruti che gli dice:
Vengo a portarle, scritta a macchina, la giaculatoria
or di Gesù, di cui le parlai ieri sera.
Ah! sì, bravo! ti attendeva; mi ricordo d'averti detto
Cerruti glie la legge, ed egli la ripete attentamente
er parola: << Cor Jesu sacratissimum, ut bonos et dgnos

31.8 Page 308

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, .,,,,
~
. .,.~,,...
~
..., -~ ~,.~
604
VII - Sempre con Don Bosco
opera& piae 'sal~~ianorusmoc' ietati
vare digneris, te.rogamus, a d nos )>; e
so*o il suo cuscino. Le parole che maggiormente lo
e che ripetè più animatamente furono:
11 direttore Don Marchisio gli chiede una
per gli esercizi spirituali, cui da domenica at
alunni studenti, ed egli:
- Benedico .volentieri, eser
come benedico gli artigiani; che li
prossima. Di' a tutti che li facciano
godere i loro Angeli Custodi!
Quanti hanno la fortuna di poterlo avvicinare, sono
colti con ja consueta benevolenza squisitamente pat
A] prof. Piero Gribaudi, presidente del Circolo '
vanni ~ o ~ c o ,-, : T i raccomando, dice, la Federazione
a ex-allievi.
Don Rinaldi domandò più volte, quali fossero le
condizioni di salute: ed una volta ebbe questa risposta:
- Molto male, sig. Don Rua!
- E proprio grave il mio stato?
- Purtroppo non c'è più speranza!
- M a avete fatto tatto quello che potevate?
-- ci pare, sig. Don Rua, di non aver t r a m
medici, medicine, preghiera
- Dungue non vz' resta più nulla?
- Ci resta la speranza in un miracolo. Vuoi
anche lei con noi?
- Volentieri!
Un'altra volta Don Rialdi gli disse di pregar
dopo aver pregato, insistè:
- Ed ora che cosa debbo fare?
- Aspettare che il Signore ascoit
Un'altra volta gli si disse di riposare, e
- Bene, tenterò d'andare in paradiso
N& mancò di chiedere esplicitamente:
- E allora... quando morrò?
E Don RinaIdi senz'ambagi: - Fors
medici, forse tra poche ore... noi I'avv
IV - D <i a Bosco, io vengo a ~ d , i , )
605
- Bene, ora lmciatemi tranquillo; n m introducetemipiù
no; riceverò so10 Momgnw Morganti che attendo, e in-
t0 mi d G p ~ 6a compiere la volontà del Signoye!
Dette queste parole, rimase a lungo nel ~ccoglimento
impressionante. Fin dalla sera antecedente, per il ,tramite
Salesiano, Torino. - santo padre
erando Don Rua Apostolica Bene-
c m indulgenza plenaria. - Bressan D.
era ancora tempo,
quando gli dissi
esso anche .col
. - dice con vivacità, ed 3 sua volta

31.9 Page 309

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606
- VII Sempre con Don Bosco
Nel pomeriggio la
C
le sue pupille cominciano a dilatarsi.
Con segndii viva esultanza riceve
rero, i1
-
4 Padre a
U&e hoc
dmeilhlai!.P..icucnodlae
Chaoscamdiehlil!a..D. iLvainarinPgrroavzviiode
della
che ha sempre usato ai nos
in avvenire.
.Le Adoratrici del SS. Sacrame
clausura nella Piccola Casa, pre
lui. Anche tutte le altre pre
dal Padre sono offerte per lui.
Don Albera gli legge un telegramma dei chierici del
rninario Teologico di Milano candidati al Sacerdozio,
allievi salesiani, i quali promettono di pellegrinare al
tuaria di Valdocco in omaggio al SUO Giubileo
e << chiedono devoti estrema benedizione >); il morente asce
c0-0~~0 ed alza la mano benedicendo.
Si piange, si prega, si spera ancora! Ma le C
van facendo sempre più gravi!
Verso sera, stenta a ~ ~ C O ~ O S
perde completamente la vista.
recava questi particolari: « I l p
percettibile, la coscienza
persistono press'a poco immutate )); quello della se
dice: Da stamane si rileva un leggerissim
co&i,ioni del polso. Perd I'intelligenza è a
e persiste sempre lo stato gravissimo p).
Don Francesia e Don Albera si alte
frequenti giaculatorie, e nel leggergli più volte le Pre
... liturgiche dell'agonia...
Suona la campana delle preghiere della sera!
giorni, nel cortile degli studenti che
Don Bosco, regna il raccoglimento e
e lo sguardo dei giovani è
alle camerette di Don Bosco e di D
entra e chi esce, in affettuosa trepid
volò al cielo Don Bosco; e quella sera - era
dal portico sottostante s'alza, come di solito, il
- IV Don Bosco, io vengo a Te!,>
607
no: 4 Presso I'augusto uve110 >),che termina con le parole:
on Bosco, io vengo a Te! P.
note sale mesta e solenne; il Servo
io apre gli occhi, spenti ma animati da un dolce sor-
so, e ripete egli pure, quasi a compimento di una cara
.. anch'io vengo a te!... Don Bosco, io
"so le 22 entra in agonia «calmisstmo, senza grandi
e conservando sempre la conoscema)).
li si avvicina, e gli sussurra parole di
i dare la benedizione, la ricevo volentiwi!
una scena pietosissima!
va' a letto, gli dice dopo aver ricevuto la bene-
!- mentre spalanca invano le pupille,
eghiere dei morenti, ed egli si sforza
leggeri movimenti dal capo e piccoli
una volta il braccio scarno, tremante,
per invito di Don Rinaldi dà un'ultima
presenti e lontani. Le parole sono bal-
liumina del sorriso di un padre che si
famiglia; e che per tutti vuole avere e
e un dolce ricordo.
medici se ne vanno; vi resta solo il dott. ~lerico.
ai la scienza non ha più nessuna forza contro il prepo-
e avanzare della morte.
on Francesia, suo confessore, che gli stava vicino, si
ta dolcemente con lui di non aver pregato con noi
sua guarigione, ed egli:
Si, pregato con voi, ma non c0.m voi! Voi volevate
il vostro desiderio; ed io voleva che si compisse la
co dopo, sentendosi mancare, dice al confessore:
Adesso ho bisogno dell'opera tua. Non abbandonarmi!
momento 'dei b m w mpezni&, ed io li'

31.10 Page 310

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VII - sempre con Don Bosco
r+eterò con la mia mente, quando non possa Più colla bocc
j.,,, morirò proprio con Dio.
verso E così fu.
le undici, vedendo presso il letto il maggiore
.ipoL& lo &amò accanto a Se e gli disse:
_- a a z & delpas&&za, che tu mi hai prestata:
?i, fra-lli e aicugini, che vogliano ricordarsi di me, e di
una Cmunione per l'anima mia!
~ommossoq, uegli chinò e lo baciò in fronte, 1
cader molte laerime.
ornai
plazione
il pensiero
del premio
del
che
Sl'aetrtveonddeivaD!i..o.
era fisso alla conte
Tra gli appunti de
sue prediche, scritti da giovane sacerdote, ne abbia
solenni& dell'Ascensione di N. S.
dopo aver descritto o m e il Divin Redentore t0
sw reggiavenne accolto con le più festose acclamazioni
li,passa ad esporrecome anche i
il mondo per volare alla gloria etwn
le stesse feste e godono dello stesso t~pudio1.1Div
in quell'istante, richiamava alla sua mente la P0
timenti della capanna di Betlemme,
mggiacenerlela di Na,zaret, le contra
Zionisoffmte nel corso della sua vita pub
dei viaggi della sua predica2
della sua dolorosa passione, quel calice che egli aveva
&o alpultima goccia,e questa ricordama 10 riempie di
ed esultante esclama: - Pater, ego te clar'$cavi s"p
opus
consumwvi
quod dedisti mihi;
stenti, all'angoska
- ora
sarà la
prowiona
gloria, la
tfe
e
consolazioni
~~l~-
di
cui
ric-olmsaerraài
la
la
mia
gima
umanità!...
che proverà
l
del giusto alfatto di partirsi pper Volare' al premio;
uno sguardo $1 mondo, e vedrà che le ricchezze-.
nulla; gli onori... non sono altro che ingombri e incia
conseguire la vera felici@ ed allora, piena di allegria,
merkuconsummatum est! finita è la mia carriera, 2:
il
e
dmi ioma*pfiecolleg&aggio!...,,t.rovIamremqaugaigngaitùe..P. uimremqaugainnatote
~p
IV - « Don Bosco, io vengo a ~ds
609
i& delle feste e dei palazzi di Salomone, di A ~e di ~ ~
unque più potente monarca, nulla servirà a darvi neppure
di quello che vedrà l'anima del giusto... vedrà
città, ricca d'ogni tesoro... e i Patriarchi, i profeti, i
nti conle altrettanti soli..., e gli li,..
Madre, che mai l'ha abbandonato nella
, la vedrà su un trono il alto, il pih
ante, il più vicino a quello di DiO... vedrà lddio stesso
ccia scoperta, vedrà il volto
ne di tutti gli abitatori del
dciieDloi,o..,.
che forma la beati-
quel volto che gli
eli e i Santi non si saziano mai di rimirare. E da
ci:a,-da
cui
scorrono torrenti di dolcezza e
mommces tzra magna nimis!.... -
sentirà
~l~~~ quel-
oice estasi: - Ah! paTadGo! dirà; bella
tua,
, dolce soggiorno;
Domine virtutum! ~
hahs!! iqgunamore,
O benedette le tribolazioni che mi avete mandato, benedette
ersecuzioni che avete permesso &'io avessi a sopportare,
),. azioni, beneliette le occasioni che mi
presentate di esercitare l'umiltà, la carità, la
uesti dovevano essere i pensieri che gli stavano fissi
ente e 10 riempivano d'intima gioia in quelle ore estreme.
l'ultima volta che aveva chiesto a ~ i ~ ~ ~ d i ,
ero non c'era più alcuna speranza di un miglioramento
emPoraneo, udita la conferma che era alla fine, disse
e a noi dichiarò Don Rinaldi:
ente
di affari,
all'anima mia, e
d
che
imailtprroe;plaar-i
a mezzanotte - era sorto if 6 aprile - si
evosto di ' Alassio, D~~
allora col direttore Don
a pex presentargli i voti e le preghiere
di Mons. Filippo Allegro, e. di tutta
11 morente allarga gli occhi spenti e sor-
olcemente, ringraziando.
so lhna
li dice
e mezzo si Scuote un'aitra
all'orecchio:
volta, e Don Fran-

32 Pages 311-320

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32.1 Page 311

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6x0
- VI1 Sempre con Don Bosco
Siamo qui che preghiamo il Signore ad a ~ ~ r t i
Paradiso!
E-gliEascciosltaaluctoenraigrDaondneBaottsecnoz,ionnoen: è vero?...
nome di Don Bosco la faccia del morente s'illumin
e il sorriso divien più dolce e sentito.
- Veramente Egli ce la fa'un po' grossa! (continua fam
... liamente Don France~ia).~E. poi n' saluterai anche Sa0
DDDooonnmBepkreoclmvoeo,nrnaot.ne....&.DvDeoronon?BDouuarenatcnthid.e.o..D..DoDonnoAnSl~aRl~oaco.c.ra.n.M.t.toiD.nD.os.no. nLLRmuafginma
~d ogni nome è un palpito di vita che si diffonde sul vi
cereo del morente, che sembra trasfigurarsi, e Per me
mostrar tutta la gioia che prova in quegli istanti
destra e ad ogni nome l'abbassa a cadenza, col Pugno chiu
sulle coltri, in segno di affermazione.
~ ' ~ & ~ S~avaerti0oFino, che s'era fermato fino a
l'ora per portare le ultime notizie al giornale, usciva dafi
torio profondamente commosso, e diceva a noi mentr
accompagnavamo alla porta: <I Don R m 2 un santo... e
France& gli Jiagustar la morte a centeliini!...
Francesia non l'abbandonò un.istante, suggerend
continue giaculatorie.
Di li a un poco gli dice:
-- Domine, ad adiuvandum
me
festina ...
Ed egli: - Si, Jestina, festina!
~ ~ ~ i taaript eotere le parole:-Moriatur anima mea
santtorum:
- ~ ~ t w u imust,orum! ripete con manifesta
ogni giaculatoria lo desta dal raccogfimento, ed è
- tuta da lui affettuosamente.
L'ultima che riuscì a sottolineare fu una di
imparò da Don Bosco nella giovinezza nei pri
... l'Oratorio: 4 Dolce Cuore d
- Si,salvar Panima...
i Maria,fa'
osservò, è
tucthto'i!o..s.aklvi
l
'
a
h
... l'anima!
Furono le ultime parole! Fino allo Spuntar del
udi ancora le pie giaculatorie che gli si suggerivano
- IV (iDon Bosco, io vengo a ~ d > >
611
... PPena le sentiva, lo si vedeva tender l'orecchio e trat-
religiosamente il respiro, ma non parlò più!
le due antimeridiane si riprese la celebrazione delle
te Messe nell'attigua cappella; ma il morente non potè
ricevere la S. Comunione. Alle quattro l'infermiere sente
il polso
occhi, e
si
rianima,
segni di
lo chiama ad alta voce
capire. Gli si offre da
ed
bere,
apre
ricusa.
che il medico ha ordinato di dargli un cucchiaino
dilatò ancora a lungo le spente
e, volgendole in giro sorridendo, quasi in atto di grande
o e di paterno ringraziamento a tutti i suoi figli e be-
o anche quella notte sempre
mmo nel Santuario a celebrare
eppe pro infirmo mortiproximo,
andammo ancor una volta la
ancante, quantunque
po del tutto insensibile
ercettibili e il corpo venisse
di vita ed erano segni di
l'assopimento allo stato
ei medici, che veniva
gliendoci ogni illusione.
ra si svolse una scena pietosa che resterh indirnen-
rici e i giovani della casa che non avevano mai po-
cinarlo durante la lunga malattia, furono ammessi
In lunga fila passarono
te che giaceva amai
dolore, che strazio!
oddisfazione anche le
evano in chiesa pre-
è Dio rendesse più miti le ultime sofferenzedel

32.2 Page 312

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V I I - Sempre con Don Bosco
612
La notizia corse tosto rapidissima, e tutte le Persone
era, nel Santuario, dolenti,. seguirono le Suore...
&lata durò oltre un'ora, ed era finita da
mi'nuti, quando alle 9.37, senza gemiti e quasi
ndei ,aDcoconrgBeosssceoroviolava in
l'anima santa del
seno a Dio!... 11
Io
Success
chinato~iper constatare la molte, dopo di averci detto
gesti che col labbro che era spirato, si chinò ancora
volta e baciò in fronte il cadavere.
~~~~i piegarono le @nocchia, rispondendo a stento
sacerdote che, aspersa la salma coll'acqua benedetta, invit
subito gli Angeli del Signore a muovere incontro
che yaveva abbandonata, e diedero in uno scoppio
pianPtoo.c.o. dopo il campanone del Santuario e quello
Parrocchia di S.Gioachino
simo annunzio.. e mentre
dfiifnfousaeroquneelil'odriantorntei milpo
mantenuto
tutt'a
pessimo, nevicava
un tratto ecco il
fitto fitto anche
sole più bello
quella
seren
cielo!...
..
V - Storico trionfo
613
v
STORICO TRIONFO
1910.
" - Orto Santo!'). Rivestito d e e talare, della cotta,della
- esposto nella chiesa di S. Francesco di sales.11S. padre,il
Protettore, la Regina Madre, la PrimipeSsa clot;lde, il
- Ova inviano le Più sentite ~Undoglianze. I giornali, con
mi straordinarie, annunziano la graeSsima
e un,mda
OZo e dipersone di elevata condizione @ano innanazil cada-
- Solenne commemorazione al Co
Sindaco.- Tutti vogEono
mg
far
ltioocc&afruenaiclliapaslae.lm-. aogcogne- tti
- conservare come preziosi ricordi e reliquie. ~ ~ nellapCassa,~
~
e
nella Basilica di Mank
per i funerali.
ntGca
Marmco, presenti vari Vescovi e i rappresentanti
tte leautorità cittadine.- La sfilata delcorteofunebre durd pasi
- Ore* tra due ali di catornila persone. ~ r a s p ~ ~ t ~ t , ,
t w m a t o accanto a Don B ~- ~~~ ~i~~i ~ .
0 'l'imponentedimostraaione che si svolse attounoalla salma,
- dola ~n'a~oteosi.Occorre kalire molto addietro ricordi
- fun@'alecome quello di Don Ru&
vince
- sua gran&0Sz'tà ogni commento. Tutti delineano lafigura del
de
nella =a realtà affascinante, e rilmano la stretta
Onanza d i
- e ds'lavoro tra lui e Don ~ o <lF~~~~riv~ivwe~ .
@'ito dell'Apostol0 di Castelnuovo, e ne dilatd le opme>>.
a la vifa di questo magnanimo si d ingemmatu di soaakà
- e di fortezza apostolica. « L agrande stima che circondava
ersona era meritata, e i menti straovdinae di luimano i12di-
D'-(lginnegabile che Don Rua fu un dominatore; ma un

32.3 Page 313

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-. .
VII - Sempre con Don Bosco
chiamerà il Santo! >->U.guali gli elogi degli Eminentissimi e
ne fecero la commemorazione. - <<Neconceda il S@ore
-&tro a un tanto Maestro, cosi nelle caseprospere come nelle avver
Dio gli anti&pb l'onore del premio in cielo nelfa glon'a
e in tema col rimpianto mondiab&r la sua morte, e coltrionfo
- sua sepoltura, che fu una vera cristiana apoteosiu. <Si icut C
... multiplicabitur >>-. (iSe fossimo nel Medio.Evo dom
... - sarebbe elevato all'onore degli altari!...i>. L'uomo di Dio!
La vera- gloria comincia dopo la morte. Mentre
grandezza umana, anche la più ricca corona imperiale,
bandona chi n'è fregiato, appena muore, quando un g
Servo di Dio lascia questa misera terra, si grida sub
- I3 morto il santo!...
Appena si potè sfollare la camera, la venerand
venne religiosamente composta per esporla in luogo C0
niente, chè tutti bramavan vederla. Come s'era fatto
quella di Don Bosco, si rifiutò d'imbalsamarla, se
quasi una profanazione alle amate spoglie, e fu rivestita
talare, della cotta e della stola; una signora aveva donat
Seno di Dio..,una cotta con l'esplicita dichiarazione che
&se deposta sul suo feretro, e si ritenne conveniente r
stirlo di quella. Trasportata di quel medesimo giorno
chiesa interna di S. Francesco di Sales, dov'era stata e
anche la salma di Don Bosco, venne collocata sopra u
colo catafalco improwisato, coperta di un'umile coltre,
le mano le furon posti il Rosario e il Crocifisso.
E subito cominciò il mesto pellegrinaggio!...
Senz'indugio cominciaron anche a giungere le co
glianze più sentite.
11 Santo Padre, a mezzo del Card. Merry del
Segretario di Stato, si diceva <<profondamenteaddo
della triste notizia n, ed << associandosi al grave lutto dell'
Famiglia Salesiana >),ci assicurava che «perdendo così
Superiore H avevamo acquistato <( UN NUOVO PROTETTO
CIELO )).
« La morte di Don Rua - scriveva il Card. Rampol
V - Storico trionfo
615
imitando i loro lumi&si esempi>>.
na, Dama d'onore della Regina
ai Consiglio Municipale. I1 sindaco senatore Teofilo
, rilevando come il doloroso awenimento che aveva
o Rinaudo, ex-allievo dell'oratorio,
oce tremante e commossa pronunciava queste nobilis-

32.4 Page 314

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VII - Sempre con Don Bosco
a Stamane si è spenta un'esistenza, che incarnava non solo u
uomo, ma una grande idea, anzi una grande missione, f'educazion
del popolo. Concedetemi, che io v e la ricordi, mosso non solo dal
l'ammirazione, ma da un profondo sentimento di riconoscente ami
cizia per Don Michele Rua.
» Io era fanciullo quando or sono cinquantadue anni conobbi Do
Rua poco più ventenne: a me, come a migliaia di altri, fu maestro
guida; a me, e ne richiamo commosso il ricordo, più che maestro
fratello amorevole e affettuoso amico, anche quando le vice
della vita ci separarono. E sul letto di morte, col sorriso dell'an
che gi$ mirava il mistero di oltre tomba, volle dirmelo con
rola soave.
o Onorevoli Colleghi, Don Rua fu il santo ideale, che l'umanz
nella sua vita travagliata ricerca e sospira. D'una fede religiosa, limp'
c.om~e il~cris.tallo. resistente come i1 diamante. ma non assorfoin mistz
~
~ontemplaxioni,fu il oero santo operativo dell'età modema
quando di 8 anni per la prima uoita senti le carezze paterne
Bosco,fino al giwno in cui la stanca @a I'inchiodd sul
non ebbe un giorno di riposo: sessantacinque anni d i lav
condissimo.
n E quale simpatia di lavoro! Fu santa
simo continuature di Don Bosco, il preparare Zegiov
vita, educandole al sentimento del dovere, alla
purezza del sacr$cio. E consacrd il dovere con alta fede religiosa.
chi, anche non credente, non vorrà betzedire una fede, che crea t
grandexxa di anime?
a Era fgura di asceta operativo, che pareva camm
e mosso da una lampada interime, accesa dalla fede e dall'en
volontà; l'occhio sempre mite, buono, benevolo; la parola ad un t
risoluta e soave; d'una indulgenza materna. N e s a o lo uide
amarezze delle persecz~xionicommoveva il suo volto placido e s
che irradiava amore, pace e perdono.
>>Sonopiù di 300 istituti di figli del popolo, che egli governav
e non rammento le Figlie d'i Maria Ausiiiatrice ora sotto propr'
direzione. Sono ~ o iostituti in Italia, 68 negli altri paesi d'Europ
125 nelle Americhe da Puntarenas a San Francisco e New-York
IO in Egitto e in Palestina. Sono più di 2oo.000 fanciulf
piangono il padre perduto, oranti in tante lingue diverse,
nati nel nostro dolce idioma che i Salesiani insegnan
civile e barbaro. E più di un milione di uomini maturi, usciti
istituti salesiani nei ventidue anni di governo di Don Rua, qualu
sia ora la loro fede politica e religiosa, pensa alle cure paterne di
Rua, con animo riconoscente ed accorato.
a Era attirato e mosso da un alto sentimento religioso che veni
a rafforzare nell'animo nobile dell'illustre nostro concittadino il se
V - Stodco trionfo
to dell'amore dell'Italia e faceva diffondere l'insegnamento della
gua italiana in ogni regione, per tutto il mondo.
n Torino deve essere gloriosa d'aver dato e' natali ad un si grande
sore di Don Bosco. Torino, nel sentimento della sua mZFsione mo-
deve essere altera d'un fglio del suo pepolo, che aiJigli del popolo
i terra e di ogni lingua disse la santa parola vivificatrice del dovere;
oro, della bontà e della fratellanza umana.
n questa convinzione e compreso da sentimento di vivissimo
nto, io credo che il Consiglio.Comuna1e si renderà interprete
dei sentimenti della cittadinanza torinese e specialmente del-
a popolare, esprimendo al Capitolo Superiore dei Salesiani,
ppresenta l'istituzione, il vivissimo rimpianto, le condoglianze
.. a città di Torino per la dolorosa perdita di Don Michele Rua,
tro grande concittadino. o.
ome fìnì di parlare il comm. Rinaudo, coronato da
ausi, prese la parola il marchese prof. Alessandro Corsi:
Le espressioni altamente ispirate del cons. Rinaudo rispecchiano
.bfeanrleeinl osesntrteimqeunalteo dmiaunnifaesgtraazniodnisesipmieanpaadrteelldoisntaotio, cdh'aenpimotroemdemlloa
olazione davanti a questo lutto. Ma il dolore che da molti di noi
rova è così acuto, così profonda l'ammirazione per l'uomo e per
era sua, che non ci permette di restare in silenzio nel giorno in
agno, l'interprete più fido e il continuatore più
Don Bosco, di quel complesso di isti-
e pel mondo, coi mezzi più umili e più
irazioni e quegli esempi di cari6 cristiana che
o migliorano, che rawicinano le classi in con-
loro le concordie che preparano o fecondano
ricordato giustamente il senso di italianità
o ricorderò con pari soddisfazione i
sotto il rettorato di Don Rua vennero
punti di approdo, i più affollati di italiani,
nostre più avare in cerca di una vita non
rastata e penosa.
o in lui vedevano personificato il mira-
one che, sorta dal nulla, senza,sussidi di
dalla carità e dallo zelo dei cooperatori
si erge e mantiene in tutto il mondo
di libertà, di uguaglianza sociale, di
l'essenza del Vangelo e la tradizione

32.5 Page 315

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6x8
VII - Sempre con Don Bosco
» L'ammirazione da' cittadini per il primo successore di Don B
- teminava tra le approvazioni il marchese Corsi - è ammiraz
filiale di cui il Consiglio Comunale deve rendersi il primo e pid
interprete 1).
I1 Sindaco, che nel mattino aveva già inviato un te1
gramma per esprimere le sue condoglianz
morte del venerando Superiore dei Saiesi
vkrt& -ligiosa, altamente benemerito dellu civkltàa, d
un (<lutto mondiale, ma particolarmente di Torino, dove
svolse la feconda opera sua, che lo consi'derd sempre come
dei suoi migliori cittadini o, chiedeva d'essere autorizzat
rendersi interprete ufficiale presso la Famiglia Salesi
4 del rammarico immenso, del profondo cordoglio di Torino
[a perdita del grande benefattore della città e dell'uman
Calorosi applausi da tutta la maggioranza; nei banchi
minoranza rispettoso silenzio.
Frattanto attorno alla salma continua u n d o i l
cedersi di persone, che si rinnovò senza tregua ad
ora del dì seguente e nelie prime ore de11'8 aprile, cioè
all'ora dei funerali. Noi che fummo ogni giorno presen
quella grande dimostrazione di cordoglio e di am
possiamo affermare che attorno la salma di Don Rua si
petè il commovente spettacolo che s'era svolto attom
quella di Don Bosco.
L'incessante pellegrinaggio il 7 aprile cominci
prime ore del mattino e per tutto il giorno in piazza
Ausiliatrice fu pure un continuo alternarsi di
drondi e cittadine e di automobili, mentre cresceva sem
l'onda del popolo.
movEeninti!c..h.ieTsau,ttaittaodrnoesaslalavsoallemvaan, oqufaanrtetoeccqaurael corone,
daglie, catenelle, libri, immagini, fazzoletti,
fine molte signore consegnavano ai chie
addetti al pietoso ufficio i loro anelli, molti s
studenti universitari i1libretto di matricola. 11 pellegr
ingrossò straordinariamente nel pomeriggio, dopo
degli operai dagli stabilimenti. Si calcolò che in qu
giorno sfilarono non meno di sessantamila persone.
V - Storico trionfo
è mancarono d'ottenere effetti prodigiosi vari 'di quelli
i succedettero a pregare innanzi alla Salma, ed altri con
ti che erano stati messi per divozione a contatto colla
(( 11 7 aprile U. S. - dichiarava il salesiano Giuseppe To-
hini Maria fin dal 1910 - avevo avuto dei dolori reuma-
applicai un fazzoletto toccato dalle mani del
issimo Padre mentre era esposta la sua salma,
mattino dopo mi alzai guarito e libero da ogni dolore.
altra volta fui preso da un forte mal di testa, ed anche
oletto e fui tosto libero, e così ottenni
le grazie, appena mi raccomandai alla sua
((Erano due anni - dichiara Suor Carlotta Vigo, Figlia
Maria Ausiliatrice - ch'io soffrivo d'una infezione inte-
le di carattere maligno, poichè il medico della casa,
a rimedio al mio male; ed
eranza di guarigione, perchè non tra-
dei funerali di Don Michele Rua mi sentii
a ad invocare la sua intercessione presso
trice, promettendo di far pubblicare la
miglioravo da poter uniformarmi alla comuni& e
are il mio ufficio.
simo giorno cessarono i dolori, ed ora sono
anni ch'io godo perfetta salute; e, come infermiera, tan-
me volte ho sperimentato la sua potente intercessione
sso altre ammalate I).
alattia di Don Rua - at-
di Maria Ausiliatrice- che si trovava a
or Cristina Castellotto- mi venne male
ssi tra me e me: "Almeno potesse il mio
e sollevare un po' il signor Don Rua!,,; chè tanto mi stava a
In pochi giorni il male scomparve; poi
petè altre due volte, e l'ultima forte e molto infiammato
o da minacciare la risipola, e proprio il giorno che Don
a mori mi dava molto fastidio. I1 superiore della Casa
hiese se volevo prendere parte ai funerali e vedere an-

32.6 Page 316

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620
VII - Sempe cmz Don Bosco
cara un'ultj& volta la salma, e mi consigliava di andarvi
6' Ma soggiunse-con quell'occhio forse non C
e rimasi perplessa. Dissi a Don Rua: "Se
a Torino a vedervi, fatemi guarire,,. Tu
un male. Alla sera vado a letto con la fede i
mi addomento, e al mattino ero guarita. Potei recarmi
Torino, vedere la salma e i funerali, e l'occhio guarì perfe
tamente, 5 non ebbi mai più male! Siano grazie a Don Rua!
Di altri fatti singolari, che non si possono
namente, ottenuti con oggetti che tocc
partennero al Servo di Dio, .diremo pib avanti.
Qui conviene illustrare I'insuperabile dimostrazione
ammirazione devota che si vide ai suoi funerali, che ri
scirono - lo diciamo subito - 'forse ancor più solenni
imponenti di quelli di Don BOSCOS.enza punto esagera
furono un trionfo che ricorderà la storia!
La mattina de11'8 aprile i primi treni riversarono in ci
un numero straordinario di forestieri, e sulla lin
Torino il controllore, vedendo alcuni scompartiment
di sacerdoti: -Oh! lo so,- diceva -perchi i r
a Torino. Ieri mattina anche gli operai di Torino
asallmavaordaerl-en, oestireoriDsoenraRduoap!o...il-laveosrio,msiosneoaapndiaantgi earev. Era.
ex-allievo.
Alle otto si dovette chiudere la chiesa p
veneranda Salma nella cassa. Presenti alla cerhonia
solo i Superiori, il dott. Bestente del Municipio, e p
altri. Venne deposta in una duplice cassa; e ai piedi, de.
un tubo di vetro, col sigillo della Pia Società, fu colloc
il verbale dell'atto che si compiva. In esso si leggeva que
esplicita dichiarazione: ((Dellevir& sue ammirande
specie del suo ardente zelo per la glmia di
delle anime, e del compianto generale che swc
la sua morte dirà la storia a; e terminava con questo sal
R$osa in pace, o salma benedetta, presso,qzella Colui
ti volle a parte delle sue imprese; e come il tuo nome vivrà
accanto a quello di Don Bosco, cosi il tu0 spirito
al suo in eterno)).
V - Storico trionfo
621
le di S. Francesco, venne
ria Ausiliatrice parato a
estissimo tumulo sotto la cu-
le, una corona di bronzo, splen-
e di alloro, inviata dal Corni-
i Milano, e nessun fiore. Attorno
del Capitolo Superiore, il pro-Pro-
Munerati, i nipoti e i parenti del
o di Dio, il Comitato Promotore dei festeggiamenti che
il suo Giubileo Sacerdotale, con a
iMamo, il Clero secolare e regolare,
ri delle case salesiane dell'Italia e
delle Figlie di Maria Ausi-
ex-allievi. La Principessa Maria
cerimonia accanto alle signore del
itato delle Dame Patronesse delle Opere Salesiane,
lato del Vangelo, mentre dal lato
rappresentanti del Card. Arcive-
ssente da Torino, e di tutte le Autori& cittadine, e
Arcivescovi e Municipi.
i s'era vista tanta folla in tanto raccoglimento.
essa venne pontificata da Mons. Marenco, Vescovo
sistema di Mons. Morganti Arti-
i Ravenna, e di Mons. Scapardini Vescovo di
0. Nelle cappelle della crociera, dietro le rappresen-
llegi salesiani, una selva di bandiere di associa-
cattoliche; quelle degli artigiani e degli studenti, ab-
te, avevano il posto d'onore ai lati dell'altare.
a la Messa, i cortili e la piazza presero l'aspetto
mai forse s'era vista tanta gente,
giorno dell' Incoronazione di Maria Ausilia-
I forestieri erano numerosissimi; folte le schiere degli
nzo, S. Benigno, Cuorgnè, Lugano, Milano,
eto il collegio di Castel-
eri; numerose le rappresen-
lano, Bologna, San Pier d'Arena,
tre pomeridiane di nuovo una folla enorme gremiva

32.7 Page 317

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622
VII - Sempre con Don Bosco
la piazza di Maria Ausiliatrice, mentre nei cortili dell'orator'
si andavano radunando le rappresentanze
provinciali, scolastiche, giudiziarie, civili e milita
vescovi, Vescovi, Capitoli, Municipi, Collegiate, Se
Confraternite; inviati e corrispondenti di giornali; is
religiosi e collegi; associazioni con un centinaio e più
diere; gli istituti di Valsalice, di S. Giovanni Evangelista
del Martinetto, al completo; bande musicali;
di alunni del Riformatorio Governativo 1<(
presentante, a nome del Ministro degli I
Riformatori d'Italia, accompagnata dal Diretto
sentanza de] Direttore Generale; ed una s
del Seminario Metropolitano, e gli ex-allievi
lesiani. 11,Sindaco aveva rimandata la seduta del C
comunale e inviato il Comm. Rinaudo a rappresentarlo.
Alle quattro comincia a sfilare il corteo. Sulla piazza
lungo l'intero percorso prestabilito (via Cottolengo, via Biell.
corso Regina Margherita, via Ariosto, via Cottolengo)
folla si addensa. Interminabile il corteo degli istituti fe
e maschili, e religiosi; quindi incede il clero in do
ala imponente: non meno di cinquecento chierici se
&ti, sacerdoti, parroci della città e dei dintorni e
diocesi, canonici di varie coliegiate e del c?pitolo M
litano, seguiti da Mons. Marenco, Vescovo di
Castrale, Vescovo tit. di Gaza, con la Famiglia
rappresentante il Card. Arcivescovo, assente, Mons. Spand
Vescovo d'Asti, Mons. Valfrè Arcivescovo di Vercelli,
Mons. Morganti Arcivescovo di Ravenna.
11 feretro, cui 6 rivolto lo sguardo di tutti, s'avanza
d'un carro modesto, cui fan servizio d'onore dodici gu
di cit& in alta uniforme e i valletti in rossa livrea inviati
Case Ducali d'Aosta e di Genova, con altri
nobili.
... Sorreggono i cordoni del carro, a destra il seri.
rane Marmo per il Comitato dei festeggiamenti che
sperava di celebrare, il Comm. Taglietti primo preside
di Corte d'Appello, I'aw. Stefano Scala per i Cooperat
Salesiani, Giovanni Gaggino per gli ex-ailievi di Don Bos
-V Storico t~io~~fo
. Bacchialoni procuratore ' generale di
- s e d'Appello, il cav. Scamoni in rappresentanza del
Prefetto Vittoreili, il comm. Rinaudo per il Sindaco, e il
pro-Procuratore nostro Generale presso
uindi vengono i membri del Capitolo Superiore e il
ore dell'oratorio con molti ispettori e direttori; i ni-
n gran numero di autorità, il rappre-
ntante dei Comandanti del IO Corpo d'Armata e della
ivisione Militare di Torino, i Consoli di varie nazioni,
alti consiglieri provinciali e comunali, il Sindaco di ca-
elnuovo d'Asti con i rappresentanti di altri municipi, il
e Onoranze Giubilari, signori, prbfes-
Disti, cooperatori ed ex-allievi, molti operai del Cotoni-
due lunghe file d'impiegati della Soci& del Gaz
torce, e una folla di gente.
11 corteo si svolge maestoso per oltre un'ora e tre quarti.
re centomila .persone gli fanno ala riverente, anche il
a Margherita è gremito. Tutti, al passaggio del
entando con affettuose paro]e la
benefattore della -gioventù d'Italia e
sul labbro di tutti le stesse frasi:
Ecco il Santo!,,. e spesso si vedono
bimbi che mandano baci, mani che
bra che pregano o elevano una benedizione.
Santuario, e Mons. Morganti compie
e esequie. 11 pubblico resta pigiato nella
za e nelle vie adiacenti, perchè la Basilica è pieni zeppa,
arido dalle porte laterali escono nei cortili quelli che eb-
la fortuna di poter assistere al termine della cerimonia,
minciano ad entrare migliaia e mi-
rsone per rendere anch'esse al Servo di Dio
rile la Saima venne vegliata nella chiesa
ales, dove nel pomeriggio del 9 i con-
lli dell'oratorio si raccolsero a recitare l'ufficio dei de-
re, dopo un'ultima prece, asperge
religiosamente sollevato da sacerdoti,

32.8 Page 318

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624
- VII Sempre con D o n Bosco
portato .fuori di chiesa, e messo su d'una carrozza fun
a convoglio, nella quale prendono posto Don Rinaldi e
... Albera, e in altre vetture salgono altri superiori. I giov
fanno ala al mesto passaggio, non senza lacrime Esc
dall'oratorio le spoglie di chi per tanti anni fu a
padre e maestro dolcissimo, ma per gran ventura ven
condotte accanto a quelle di Don Bosco, a Valsalice!
Lungo il percorso (via Cottolengo, corso Regina
gherita, corso S. Maurizio, corso Cairoli e oltre i l po
Umberto I) il passaggio è notato e non pochi lo seguo
cosicchè quando si giunge a Valsalice le poche vettu
sono subito circondate da un bel numero. di cittadini d'og
classe.
Tra il silenzio più impressionante il feretro è tolto
carro, e sulle spalle di otto sacerdoti introdotto nell'istitut
I chierici lo attendevano in cotta, e, asperso con l'ac
benedetta da Don Rinaldi, processionalmente viene~p
in chiesa, dove si celebrarono nuove esequie. Rico
nel cortile inferiore, davanti alla tomba di Don Bosco, vi
benedetto il loculo aperto nella parete destra della tomba
tra le lacrime dei presenti, ivi è collocato e murato il feretr
mentre il direttore dell'oratorio, Don Marchisio, con
voce rotta dal pianto, eleva ancora un saluto:
A <{ nome dei figli tuoi dell'Oratorio, e di quelli ancora
sono sparsi per tutto il mondo, io depongo, o Padre venera
sulla tua bara il saluto estremo dell'amore. Noi prendiamo
qui, sopra la tua tomba, l'impegno solenne di manten&ci se
fedeli ai pandi insegnamenti a te e a noi lasciati dal v
Bosco e che si compendiano nel motto preghiera e lavoro!
questo il fiore che i jigli depongono sulla tomba del Padre! >).
Le onoranze rese alla salma del Servo di Dio furono u
vero trionfo. Una dimostrazionegrandiosa - diceva l' Unio
di Milano - immensa, commovente, come quella che Torl
ha dato a Don Rua, non fu certo mai vista, forse neppure
altre città d'Italia; era tutta Torino che accorreva;ta da
l'estkemo saluto a1 cittadino illustre e benemerito, al gran
jilantropo, al padre, all'amico, all'apostolo della gioventù
6 Per avere un'idea esatta di quello che furono le fune6
-V storàco trionfo
625
e rese oggi a D m Michele Rua - osservava la Stampa
orino dell'8 aprile - occorre risalire molto addietro nei
di funerali imponenti, e richiamare alla memoria le
ndi e più spontanee dimostrazioni di affetto, che il popolo
a voluto tributare, in rare circostanze, a pochi illustri perso-
i, pei quali Panima della folla, varia e molteplice, ha pro-
palpzpztdi i riconoscenza. E stata la solenne cerimonia di
i una splendida apoteosi dell'amore e della bontàn.
Per la sepoltura di Don Rua - scriveva il Momento.di
ino - la cronaca vince colla sua g9,andiosità ogni nota di
mmento. Intorno alla bara delhmile sacerdote si sono trovate
utte le rappresentanze uffciali delle più alte autorità civili; ma
tro i cordoni militari che trattenevano a stento la folla in
esa, come in piazza, come per i corsi, era tale una immensa
di popolo quale non si ricorda d'aver vista eguale da lungo
o. E il s%nzj5cato più commovente della funzione era pro-
rio in quelle migliaia e m&liaia AZ' persone che portavano un
ibuto di memoria, di rikonoscenza, di affetto, di ammirazione,
venerazione. Succedere a Don Bosco non era facile impresa,
e ancora, dopo un quarto di secolo, intens@catatutta la
ia che il nome di Don Bosco trascinava dietro di d irre-
lmente, non poteva essere che la vittoria di una persona
e grande come erastato ilpadre. Ieri, lo slancio spontaneo
Torino verso Don Rua, è stata la più nobile, la pziì eloquente,
pziì commossa dimostrazione che si potesse immagzkare. Le
mpane che suonavano la sua sepoltura, cantavano a larghe
te l'inno del suo tvionfoa.
Tutti i giornali e i periodici più autorevoli s'interessarono
ammirazione la più entusiastica del grande scomparso,
neandone mirabilmente la figura, nella sua realtà affa-
(Dall'occhio vivo e penetrante - scriveva la Tribuna di
a - Don Rua Michele sapeva conquistarsi a prima vista
impatie di chi lo avvicinava;per la svegliatezza della mente
mite gentilezza dei modi. Lascia largo rimpianto nei suoi
iratori e negli innumerevoli beneficati)).
Fu un'anima grande - affermava la Lega Liberale di
essandria - chiusa in un corpo grumo e dentro esili forme,
Vite dei Serpio di Dio Mici>ele(cTRuo.jVol1. 11.

32.9 Page 319

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626
V I I - Sempre con Don Bosco
uno spirito di asceta austero ed energico, un grande cu
terno dal palpito possente, immenso. Fu un apostolo, un
educatore, un grande italiano.
<iCortese, caritatevole,, colto, intell2gente e modesto,
passò la vita beneficando. Fu un semplice, povero,
prete torinese che ha lasciato dell'opera sua, del suo mia
del suo apostolato tracce vastee profonde sopra tutta la
I grandi preti, i grandi minkstri di Gesù devono compiere la
missione quaggiù, cosi come Don Rua: operare santamen
umilmente, ardentemente- e porre in cima alle loro opere
Carità o.
<t Anche noi - cosi l'Avvenire di Bologna - abbia
avvicinato più volte questo uomo grande e modesto; anche
abbiamo provato quel che tutti provavano nell'avvicinarlo,
sentimento di dolce, irresistibile gioia, come alla visione de
virtù person$cata in una creatura umana. Chi non ha co
sciuto Don Rua non può sapere quale e quanto fosse il fascz
di bontà che emanava dalla sua esile persona; e non può, fors
comprendere come oggi agli altri, a noi che lo abbiamo con
sciuto, la sua morte dia la impressione di una fiamma viva
bianca di spiritualità che si spenga sulla notte di questa vit
fatta di volgare materialismo.
ì) Ma tutti, anche chi non conobbe Don Rua, devomi inch
narsi oggi dinanzi a questa mirabile figura di educatore -
tutto il senso, vasto e nobile della parola -- che scompare da
scena del mondo dove ha seminato a piene mani opere di bene
Un rilievo generale fu la stretta consonanza di spirit
di lavoro del Servo di Dio con il Fondatore:
Don Bosco e Don Rua potrebbero essere veramente i pr
tagonisti di un'opera che fosse intitolata: Cuore, il cuore
sublimato dal più ardente amor di Dio e degli uomini.
rappresentano non solo il cuore, ma il Cuore deì Cuori, per
entrambi avevano il cuor loro informato al Cuore adorabile
N . S . ~ e s ùCristo. Non è a stupire se così essendo,
due varcherà il tempo, e rifulgerà immortale nella
nel pensiero delle generazioni future. La vita del
Bosco e di Don Rua ha in sè tanta poesia, che è ben dz@
raccoglierne tutte le riposte ed arcane bellezze. Per narra
V - Storico trionfo
627
sua storica integrEtà, converrebbe rievocare una serie di
imenti che i mondani stessi non esitano a chiamar mira-
osi, e che si succedono di anno in-anno, di giorno in giorno D.
Cosi l'Italia Reale di Torifio.
La Gazzetta di Torino delineava nel Servo di Dio il
re e il propagandista dell'opera d i Don Bosco:
seppe degnamente seguire le orme del grande maestro.
r oltre ventidue anni egli fu ii superiore amato e venerato di
ella grandiosa ktituzione che Don Bosco volle chiamare"Pia
cietà Salesiuna,, e durante tutto questo tempo egli seppe
vviarla ad uno sviluppo continuo e veramente imperato.
D Per questo la sua morte desta ora cosi profondo ed uni-
compianto. Non è di fatto soltanto l'asceta, Puom pio
, che scompare con Don Rua, ma il capo di una vasta,
ortantissima associazione che è onore d'Italia e che, seguendo
Ò strettamente la via tracciatale dal fondatore, si dedica
vamente all'educazione dei fanciulli ed alle più inskni
ere di carità senza alcun$ne politico e fa all'estero, nelle più
ntane regioni, attiva propaganda di civiltà e di nazionalità
Potranno passare gli zdomini, ma le istituzioni che, alpari
Zl'Opera Salesiuna, hanno per scopo la carità ed il progresso
vile, sono per fortuna dell'umanità destinate a durare eterne >>.
L'Azione di Catania apertamente additava in lui l'uomo
Dio, il santo:. ((Don Rua fece rivivere in il grande
irito dell%lpostolo di Castelnuovo e ne c o n t a le opere.
non solo difese e propagò i grandi ideali umanitari e
iani, ma, a somiglianza del suo Predecessore, li incarnò
amente e luminosamente nell'intera sua vita rinnovando le
che virtù dei santi. E che Don Rua fosse un santo è convin-
zone di quanti ebbero la fortuna di avvicinarlo o di vederlo.
a sua modesta cameretta di Valdocco fu sempre mèta di con-
nui pellegrinaggi di persone di ogni nazione, attirate dalla
della sua santità. Quanti si accostarono a lui, uscendo da
cameretta, avevano una sola voce: "DON RUA È UN
ANTO,;. E questa voce la rìpeterono popoli intieri, i qua1i;tutte
e che l'umile sacerdote si volse per l'Italia e per l'Estero,
llarono intorno alla sua mistica figura di asceta, tras-

32.10 Page 320

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.
628
VII - Sempre con Don Bosco
vfoiargmgaindtroiocuofallil.o..ro spontaneo entusiasmo le sue vìsite in
Fu un lavoratore indefesso. Egli, di fibra robustissima,
esauri per il soverchio lavoro. Appena poche ore della no
- . concedeva al r@oso,il più delle volte cedendo al sonno sopr
sojà ed i suoi familiari aggiuvgono che solo in quell'ultima
lattia fece uso regolare del letto. Fino agli ultimi &tanti
ancora attendere al suo improbo lavoro e cadde, come ca
soldato sulla breccia, colle armi in mano;..
Se a Don Boscosi deve l'ispirazione dell'opera salesia
a Don Rua se ne deve la prodigiosa espansione...)).
Fu un coro unanime di ammirazione e profonda ve
razione al Santo !
fi Tutta la vita di questo magnanimo, cui fu ventura e g
- la successione del Maestro - confermava I'Osservatore
mano si è ingemmata di soavità cristiana e di fortezza
stolica, Egli, che aveva meritato di sostituire I'immortal fo
tore della sua Congregazione, d ora degnzisz'm,al cmppewe
suo buon certame, d i scrivere accanto a quel nome bene
il benedetto suo nome. La storia dei Salesiani $impregna
l'aroma di questa virtù fattiva che non soltanto porta fr
genti la dottrina della Croce, ma tutto sparge e dzzonde z
ne@o grande di quella dottrina, e, come il Redentore adora
"passa beneficando e curando tutti,,. La morte dz' Don
può esser tenuta come pubblica sventura; ma egli era di co
che, anche morti, vivono, secondo la magn$ica espressi0
Sacre Carte; ed il mondo continuerà a @aie del suo ap
nelle opere feconde di bene dei su& figli e seguaci cui ci associa
nell'osanna a Dio pel quale sono beati i morti che muoio
in Lui v.
L a Civiltà Cattolica, nel z0 fascicolo d'aprile, dice
chiaro che la mattina del 6, appena si sparse per Torino
dolorosa notizia: <(frala costernazione di tutta la città u
voce si senti e fu difusa da edizioni speciali dei giornali:
MORTO UN SANTO!,,. Don Michele Rua era passato, verso
ore g./,, agli eterni r;Posz'. Un lungo generale pellegrznagg
formato come per incanto, condusse gran parte della città v
l'Oratorio di Valdocco, e fu testimonianza dell'alto conc
V - Storico trionfo
era presso tutti quel venerato Successore di Don Bosco.
sse Don Rua, di quanti meriti adorno, non è necessario
tere. Ci basti dire, che se grande stima circondava la sua
m a , quella stima era meritata e i meriti straordinari di lui
o indzicutibil.i..a.
Chiudiamo questi rilievi, brevissimi a confronto del
mulo dei giornali e della lunghezza degli articoli che ab-
m sott'occhio, con le parole del Secolo XIX di Genova:
< Come appaiono meschine tutte le nostre lotte quotidiane,
nzi allo svolgersi di una vita che, come quella di Don Rua,
ha una macchia, non si ofusca di una minima ombra! Pure
est'uomo, questo sacerdote pio che ebbe l'umile fede di un
ticello 'e il fervore grande di un apostolo, passò anche lui
raverso la lotta, dagli alti gradi della sua coscienxa - che
essere granitica -fino a
più bassa, più accomodante,
incerta degli altri uomini, e seppe ravvivarla e r a f f o r d a
la potenza animatrice,che in lui trasformava quasi le anime,
suo fascino e della sua virtù.
)) Che diventano i nostrz' torbidi drammi di cuore, le nostre
nite prostrazioni morali, la nostra continua gara a conten-
rci dei piccoli domint, il nostro indugiare sull'incerto domani,
ricerca immediata della .felicità,e i nostri impeti di odio,
continui tradimenti della nostra fede, insomma tutto ciò
o& c i fa adorare la vita e domani ci sospinge in-.
e a maledirla, innanzi alla figura di quest'uomo che con-
iuse ogni suo atto con un gesto di pace, che lascia dietro di
a traccia indelebile in cui v'd l'iwipronba di m volontà tenace,
vi aleggia lo spiiito di un meraviglioso conquistatore?
n Anche il nostro scetticismo non ha più nessuna ragione di
stere di fronte a jìgure come questa di Don Rua: noi siamo
ici, il più delle volte, perchè deriviamo la nostra fibsofia
uniformarsi dei nostri atti e da quelli di coloro che ci avvi-
ano; e credkmo che questa sia una forza, ed è invece la nostra
bolezza, e preferiamo spesso un'attitudine irrisoria e sarca-
ca a un atto di fede, a un gesto di amore... Ah! quanto più
lce riguardare al di là di tutta questa nostra miserevole vita
morale, e sentimentale e materiale, e ritrovare la figura pu-
ima che palpitò col m e degli uomini, che molti altri riscosse,

33 Pages 321-330

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33.1 Page 321

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630
VI1 - Sempre con Don Bosco
che infiniti ammoni, che innumerevoli illumi& di una luc
cui balena - forse - l'iride di una verità, e
solco del SUO cammino, che è ampio e solenne.
Tanto più allorquando una tale vita esprime in
mi l'eroismo va ammantato di una rara semplicità. 3
bile che Don Rua fu un dominatore. M a un do
che va1quanto di imperi: il popolo invece lo chiamerà IL
ed giusto ed è profondamente umano, perchè il d&ta
sua e la nostra vita lo ha tramutato in questafigura
E noi ci inchiniamo n,
Tale fu pure la voce dei Cardinali, dei Vescovi,
Prelati e di quanti, in ogni parte della terra, dissero le 1
del Servo di Dio dopo i riti solenni celebrati in suo s
fragio. Noi abbiam raccolto più di s
numeri unici e interi fascicoli, pubbl
in memoria del Servo di Dio; e tutti so
tare la sua santa vita, l'amore straor
Don Bosco e per l'opera Salesiana,
singolare.
solenni funerali di trigesima celebratisi
di Maria Ausiliatrice a Torino disse l'elogio l'Eminentissi
Card. Richelmy, il quale dopo aver
Don Bosco: "Don Michele, se volesse,
più avanti si domandava:
me
(f(eErvliedebeonreadzizioionni.i..die
Don Rua... e
i miracoli?..:
i
favori
impetrati
da
I)) miracoli? volentieri ho rammentata d i m i l'enfati
parola del Venerabile Don Bosco; ma non io voglio preveni
i giudizi della Chiesa; e non è qui mio intendimento 10 spa
ziare nei campi dell'ammirazione e
a me ed a chi mi ascolta torna più proficuo 10
dovere di seguire le orme dell'amato Padre e ricopiare
preclarissimi esempi.
)) Ne conceda il Signore di tenere dietro a un tanto maest
così nelle cose prospere come nelle averse; e ai giorni
lui possano essere simili i giorni nostri sia in mezzo a que
occupazioni molteplici cui conviene attendano con arder
in questi tempi difficili i seguaci del Santo Vangelo, si
V - Storico trionfo
63 I
o pure per noi verrà l'ora dell'inazione forzata, quando,
aniasottendrando la malattia, alle fatiche del lavoro
derà l'amarezza delle sofferenze )).
er iniziativa dell'affezionato Don Marcellino che in To-
lla chiesa dei Santi Martiri aveva promosso il triduo di
ante la malattia, il 12 giugno vennero ivi ce-
i funerali; e il Teol. Can. Giacinto Ballesio,
oncalieri, come aveva fatto per Don Bosco,
un elogio del Servo di Dio nella sua vita intima. Non
minuto e attraente come quando parlò di Don Bosco,
tratto che qe abbiamo riportato nel Io vo-
cendo, dilatandosi, le opere
endo le forze in Don Bosco, il nostro Don
rappresentava taxito bene, che venuto
e Fondatore gli succedette nel governo
nsenso unanime di tutti i salesiani. E la grande Opera
a ed umanitaria tirò innanzi diritto, come nave col
n poppa, quasi senza sentire che era cambiato il pi-
e già Elia ad Eliseo Don Bosco lasciò il mantello
spirito accresciuto, per cui i Salesiani e
i Maria Ausiliatrice crebbero di numero, di e&- "
opere. E Don Rua collo spirito, colla fede, colla
costanza di Don Bosco, con viaggi frequenti e
Ila viva, paterna e sapiente epistolare corrispon-
e vigilanza, e coll'autorità di una vita santa e di sacri-
ida ascoltata e felice ai fratelli, ai figli e alle figlie.
, mite e propenso al perdono, Don Rua
accendeva santamente quando era in campo la gloria di
, e mostrò coraggio, risoluzione e sicurezza invincibile
tutelare l'onore della sua Congregazione contro i nemici
e cercavano iniquamente di awilirla e renderla inetta alla
a nobile missione.
lavoro, tanta saggezza, tante virtù gli avevano
iliato la stima, l'affetto, e la venerazione universale che
anifestare in modo splendido nel suo cinquante-
(I) Cfr. pag. 121.

33.2 Page 322

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632
- VII Sempre con Don Bosco
simo anno di sacerdozio, nella ricorrenza della sua Mess
d'Oro. Ma Dio gli anticipò Sonore
dei santi ed in terra col rimpianto
e col trionfo della sua sepoltura,
apoteosi. Quanto rammaric
riverenza in quelle migliaia
gio della sacra e lagrimata
di santi pensieri, di puri affetti,
tivamo in cuore durante quel
gnamento! Più che pregare pe
aveva dato al mondo tanto es
zio tanto splendore, vera r
dai tristi e salutare eccitamento a seguitarne le nob
x E mentre preghiamo il Signore che dia la pac
- come credo - accresca la gloria e la felicità del
tanto fedele, preghiamolo ancora perchè lo spi
aleggi sempre e vegli anzitutto suiia Famiglia Salesiana
gloria di Dio, a1 vantaggio dei popoli o.
I1 Card. Bourne ne disse l'elogio funebre nel tempio
S. Cuore a Londra, gremito di fedeli, alla presenza
Vescovo di Southwark Mons. Amigo e di una folta rapp
sentanza del clero inglese. « Io fui uno tra i privileg
- diceva 1'Eminentissimo - di vederlo in
figliuoli, e mi riempi di meraviglia il suo z
imprese. Egli non si occupava soltanto del
Società Salesiana, ma anche e in modo particolare della
mazione individuale dei membri di quella n
glia religiosa. Io l'avevo visto pochi mesi prima della
morte, durante le solennità
ad Aosta. Mifaceva pena
già pensava fra me che fra poco sarebbe caduto come vitti
del suo grande coraggio e del suo zelo meraviglioso;
ha lasciato tale memoria di da essere venerato da qua
ebbero il bene di conoscerlo )>.
A Roma, il 9 giugno, alla presenza d
Cardinali Antonio Agliardi, Pietro G
nari, Pietro Respighi, Aristide Rina
telli, Giuseppe Calasanzio Vives y
-V Storico trionfo
633
scovi, lesse la commemorazione
Card. Pietro M&, Arcivescovo di Pisa,
no due anni, invito e insistenza dolce di
la per Don Bosco che saliva in
bro mutuai I'imagine, di che
, e ripetei: Ut palma floielit,
o ora a dire di Don Rua, io
e cantare per Lui le parole
compiono il verso: Sicut cedrus Libani multiplica62'tw,
ome cedro del Libano moltiplicherà!,,. Comune è il giu-
ntesi generale, mirabile e scultoria, disse
zione naturale e perfetta di Don Bosco;
me non .sottigliezza
alla verità sentire, nell'or-
nfermato quanto tra Don
le pupille ed espresso
ro nostro: - così negli uomini come nelle parole,
palma al cedro, da Don Bosco in Don Rua il salmo
come in nova imagine
grazia, i disegni, l'opera
dopo aver illustrata la prima vita, la vita intima e la
ubblica del Servo di Dio, e la sua prodigiosa attività,
grandi amori: Don Bosco, il Papa; e
, ricordava la terribile bufera di Varazze, come. fu
quei torbidi la figura di Don Rua)),
sua morte santa, e si chiedeva:
Forse di qualche neo è mesta quelsanima? Anche d'in-
ai cocchi dei re la polvere si leva e se ne offuscano le
iamo; e l'incenso intorno
a lustrale dicano le nostre preghiere
stri voti, e SAusiliatrice,
e doni al Cuore di Gesù!
giorno verrà - che il labbro non dice, ma che il
aspira - d'un altro dilatarsi del cedro a più sublime
in luce più bella, scurel sLciibuatanopdroetlelaziConheiesdae, iinpeospeomlip?.i.o.

33.3 Page 323

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634
- VI1 Sempre con Den Bosco
Alla Chiesa il dire: noi figli devoti e obbedienti, rinnovia
... l'abbandono in Lei: adoriamo e ... preghiamo! )>.
. E questo era il pensiero e il voto di tutti!
11 giorno della morte del Servo di Dio, Pietro2Fedel
professore di Storia Moderna alla R. Università diiTori
diceva al prof. Don Melchiorre Marocco:
- Se fossimo nel Medio .Evo, domani mattinagnon
celebrerebbe Messa da requie, ma si canterebbe Messa '
onore di S. Michele Rua, elevato dl'onore
voce di popolo !...
Don Bosco, il prete Santo, l'apostoi
all'eroismo delle virtù associò la più cordiale
esigenze dei tempi e ricondusse tante anime a
fedelmente seguendone le orme, salì,
raggiunse lo stesso prestigio tra l'am
riaccendendo egli pure in tante anime la fi
Non & fuor di luogo riportare questo giudizio dell'on. E
lio Pinchia:
< L a parola beffarda del secolo che ostenta
zione di più non riconoscere alcune virtù,
in espressione di riverenza verso il grande
della buona messe, quella di Gesù Cristo: la messe sacra della
ternità.
$Nel morto che passa fra il rimpianto, il secolo, assai meno s
tic0 di quanto si pensi, rawisa l'ideale.
. ' )>Nellastoria del sacerdote che & morto ritrova gli aspett'
della vita; nel lutto cosmopolita che awolge la modesta e
bara, saluta la immensa comunione umana, raccolta dal m
stimolo della solidarietà, pervicace tormento e segreto rimorso
prepotenti egoismi.
»I1 monacato occidentale che nel Medio Evo
scienze e la civiltà rifiorita all'ombra delle istituzioni
parola di salute: ecce labora, risorge con nuove ed
forme nei compagni del morto che tutti onorano.
$Egli non era un potente.
,)Non indugiò negli ozi contemplativi e nelle salmodie, n
smard in controversie, non si affannb
parale supremazia o di azione politica o
ed anche non fu il teorico del progresso, no
lotta di classe, non il clamoroso eccitatore
Egli intese le miserie, i bisogni, le speranze
V - Storico trionfo
altro apostolo, visse fra gli uomini
ini ebbe gioie, dagli uomini ebbe
o del buon seme sparso generosa-
er il fallo altrui: tristezze insepa-
riparata esistenza, le contrade
.rimuneratrice, le esistenze
cienza che li induce alla mi-
le intendono i bisogni del
dell'anima ed accorrono e
diffidenze, eccitano le sim-
ed il loro pensiero ascende
all'uomo di Dio ogni anima resta commossa e
a riflettere. Pubblicamente, o ad ostentazione, alcuni
everanno ancora la voce in tono blasfemo, ma nella
'intimo del cuore tutti sono spinti ;~.dinchinarsi

33.4 Page 324

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VII - Sempre con Don Bosco
IN BENEDIZIONE
- La memoria di Don Rua vive in veneuazione universale. Alcuni
singolari avvenuti alla sua morte od ottenuti con oggetti che tocc
- la salma. I cooperatori, prima di venir a conoscere che era mor
gli scliiuono domandando preghiere, ed ottengono la grazia che
- siderano. La notizia della morte accresce la jiducia nella sua in
- cessione. - Una prodigiosa guarigione in Colombia. Pezzetti di
- o di oggetti da luiusati o toccati ottengono guarigioni. H Don
- mi ha salvato, Don Rua mi ha guarito perfettamenten. S <i e k v
- che siete santo, che siete in paradiso, fatemelo vedere! 1). o
so che reliquia contenga quel reliquiario, ma appena glie lo
- accanto, la febbre l'ha lasciata!>). o Ricomincerd la novena
- tutto ilfervore, sicura che sard consolata 1). (iA Don Rua non ho
- ricorso invano>). Anche nell'ottenere grazie fa a meta co
Bosco. - Si ricorre a lui con le stesse preghiere che Don
consigliava per aver graxie da Maria SS. AwzWZZiatricee,
hanno gli stessi effetti consolanti. - Le immaginette del Servo
- Dio ispirano la stessa fiducia che ispirava la suapresema. I
lesianie le ~ & l i edi Maria Ausiliatrice ricorrono a lui con frequ
- - e sono esauditi. Alcuni fatti sikgolari. Molti si recano a prega
- sulla sua tomba ed otten&no grazie. (1 O gran Servo di Dio, ric
..., datevi cheviho pagato i1biglietto femouiano ed ora ne voglio ess
- pagato con una grazia T>. Salesiani e Figlie d i ~ a r i aAusiliatric
raccomandano a Don Rua in casi di gravi malattie degli alliaz',
- effetti prodigiosi. Si chiede al Servo di Dio la pioggia o il sereno,
egli, come faceva in vita, manda la pioggia o il sole secondo i bis
- Nk mancano dei casi nei quali appare, sempre delicatamente, z
... intervento diretto. - Quanto mi fate lavorare! o. - Le medag
V I - In benedizione
637
- edette dal S m o di Dio! (iNon hopotuto ve& da vivo percltd
.. mo,e sonvenuto oral. ».o-NO,no, tunon morrai; hai ancor molte
re cose da fare». - oLe gambe ti sono guarite; io sono Don Rua,
... - - e tu pregasti tanto!...i). o Guarda dove metti il piede! ». « Geslr
lla Santa, Comunione. mi ha ispirato di rifeirle queste parole s.
un anno, dopo un anno!... pregheremo p& te!...*. - Appare
Orione in pieno giorno a Messina, e lo conforta senza dir pa-
... - Iddio 2 mirabile nei suoi Santi' ...
e a memoria di Don Rua vive omor congiunta alla ~ i ù
venerazione nei luoghi ove è passato, la fama dklla
santitri va ognor più diffondendosi, come attestano le
ie numerose attribuite alla sua intercessione. Non è pos-
e farne una relazione completa, ma ci par conveniente
rci un po' anche in questo, per accrescere in altri la
... fiducia e per mostrare a tutti che il Servo di Dio,
ole..., può in realtri far miracoli!
ominciamo coll'accennare altri fatti awenuti subito
o la sua morte e mentre era ancora esposta la salma.
'ora in cui Don Rua mori corrisponde circa alle 3% del
ino di Viedma, in Patagonia, dove era parroco Don
anni Beraldi, che a quell'ora naturalmente dormiva, e
tratto si svegliò ((sentendo vicino al letto una voce
riosa, chiara, distinta, e forte, che sembrava chiamarmi
tarmi. Come sbalordito a quella voce, mi sedetti subito
etto, accesi la lampada, guardai l'orologio (non mi ri-
o bene l'ora, ma certamente non erano ancora le 4 del
in@.).. P, e si alzò e si pose in ginocchio a pregare. Cre-
che fosse l'anima di una suora, morta qui in Viedma
giorni prima, e che fosse venuta o a domandar suffragi
salutarmi prima di andare in paradiso. Ma quando il
rafo ci dava la più triste delle notizie, che fece spargere
e lacrime, e ci diceva il giorno e l'ora della morte di
Rua, il buon missionario non ebbe più alcun dubbio che
se l'anima del Servo di Dio.
(Nei giorni dei funerali del venerato signor Don Rua
ttesta Suor Maria Boggero- mi recai a Torino per pren-
arte aiie funzioni di suffragio. Fra gli accorsi molti

33.5 Page 325

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638
VII - Sempre con Don Bosco
andavano a gara di far mettere oggetti
rata defunto, ed io pure, piena di ammirazione e
un piccolo Crocifisso, e con quello toccai la salma ve
Due mesi dopo mio babbo fu colto da una paralisi,
lasciò muto. Tra l'angoscia e il dolore più profo
ricordai del Crocifisso che aveva toccato le SpO
Don Rua. Andai a prenderlo e., piena di
collo dell'amato infermo. Oh! prodigio! dopo pochi
sentii il mio caro babbo a parlare! Subito innalzai
di ringraziamento al venerato Don Rua, e promisi di man
un'offerta per le Opere Salesiane. Chiamai un sacerdote
caro ammalato, in piena conoscenza,. potè . ricevere tu
conforti di nostra S. Religione$.
Nel marzo del 1910 Suor Emi
S. Pier d'Arena, s'era fatto gravemente
le si era talmente enfiato da non poter più
11 dottore le ordinò riposo assoluto, altri
più guarita. Don Rua era in quei giorni moribondo,
suora pregava il Signore a guarirla per i meriti del gran Se
di Dio che stava per lasciare questa vita, e pregava an
Don Rua perchè, appena giunto in paradiso, le otteness
Maria Ausiliatrice la guarigione. Due giorni dopo il S
di Dio volava al premio eterno, e Suor Emilia quando
prese la notizia della dolorosa scomparsa si sentì s
guarita. Potè calzarsi e riprendere i1 lavoro.
Anche a Padova la notizia della morte del Servo d
ispirò un sacerdote,' Don Andrea Alessi
grazia singolare. Aveva questi un picco1
Giuseppe, figlio dell'unico fratello
a balia in una famiglia dove il morbillo aveva colto
gazzi così fieramente che dai medici erano stat
spediti. Don Andrea, che teneva nella sua stanza una
immagine di Don Rua, di cui aveva sentito d
Tuuio De Agostini esaltare la santità, si rivolse
Dio e gli disse: "Voi, che chiamano il Santo,
che l'infezione non prenda il mio rupote Giuseppe, e, s
Signore, che anche i moribondi &li della nutrice ri
la vita,,. Di quella sera il medico dichiarava
VI - In benedizione
639
rata; la mattina appresso per i due moribondi i1 pericolo
e l'infezione non colse il nipotino. 11 fatto
vincia di Padova, il
Bollettino nelle varie lingue recasse ai coo-
e nazioni l'annunzio della sua morte, al-
a scrivergli per raccomandarsi alle sue
iere com'erano soliti, e i prodigiosi effetti che chiede-
si vedevano senza indugio.
11 22 aprile 1910 - attestava da Cappellen-Anvers nel
io A. Wagemachers- avevamo scritto al reverendissimo
0x1 Rua, di santa memoria, non sapendo che il buon Padre
già salito al cielo, per domandargli le sue preghiere in
ore d'uno dei mostri amici, padre di famiglia, che sof-
d'un'infezione assai pericolosa al braccio. ~ b b ~ ~ ~
, possiam dire, sulSistante; certo
stra domanda era cessato ogni pericolo,
oca appresso >>; e a nome del gra- '
er univa un'offerta per le Opere
notizia della morte accrebbe la fiducia nella sua in-
ta una grazia da Don Michele Rua,
na Cooperatrice di S.te Henedine nella Contea
ester in Inghilterra. La sera che ricevetti il Bollettino
che annunziava la morte di questo santo, mi tra-
o, e dissi subito: "Buon Don RW,
cielo; ottenetemi questa grazia; aiutatemi, voipo-
.facilmente,,. Chi lo crederebbe? Quella sera stessa,
che andassi a riposo, aveva trovato il modo di to-
arazzo, e in modo meraviglioso. 11 venerato
visibilmente e subito 10 ringra-
mia riconoscenza ho fatto. questa
Amelia Zorzi, Figlia di Maria Ausiliatrice ed ora
azzaretto di Contratacidn in Colombia, fa
teressante dichiarazione.
Rua d il mio medico! Era il gennaio del 1906. Par-
or novizia; dopo un viaggio relativamente

33.6 Page 326

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~~
640
v11 - Sempre con Don BOSCO
felice, ,toccavo le coste colombiane, contenta di Pot
un giorno una vera missionaria saiesiana; ma fors
cambio di &ma, essendo di una costituzione molto
m'ammalai fin dal mio arrivo a Bogotà, e per consi
medi&ofui obbligata ai letto per alcuni mesi, senza
di parire completamente,trattandosi di malattia p
ln questo tempo m'aggravai notabilmente e mi furono
rninistrati gli ultimi Sacramenti. La morte per altro no
rapì ancora, e, grazie a Dio, migliorai un poco. Feci la
professione; e sempre malaticcia e d'un color di ce
differenti case lavorai come potevo fino al Igro. Presa
da polmonite e da acutissima artrite, perdetti il movi
volontario in tutto il corpo, salvo la testa. In questo do1
stato,. il 7 aprile seppi la morte del venerato signor
Michele Rua. Avendolo conosciuto personalmente in
apprezzate le sue rare e straordinarie virtù, sicura d'
esaudita, 10
che intercedesse Per me dal Si
guarigione o la morte, perch&mi vedevo, ancor tanto
inchiodata in un letto paralitica. Incominciai tosto, C 0
fede, una novena, e dopo alcuni giorni potei
scomparvero i dolori, e alla fine della novena C0
casa come se avessi sofferto nulla. 'Cambiai il color
,-he sempre avevo in un color sano, e divenni rebus
che non era mai stata, neppur da bambina. Dopo
,> mesi non mi riconoscevano più.
Continuai benissimo fino al 1913, qua"
forte tifo, fuivisitata da vari medici che non mi tr
complicazionealcuna. Certamente il Signore Pe
si vedesse chiaramente che il veneratissimo
m'avem ottenuta nel 1910 la guarigione compi
dal tifo, per sua intercessione, guarii perfettamente.
D Sono trascorsi 17 anni - così
1927 - dalla I& grazia ricevuta, ed io, sem
robusta, lavoro felicissima colle figlie dei lebb
di una salute che ammirano tutti quelli che
prima H.
Suor Tommasina Cavalli, delle Suore di S.
all'Istituto della Marchesa di Barolo in vi
- VI In betzedixime
sta negli anni, dopo la morte del Servo di
ciò a perdere la vista. Solita a lavorare per la
Maria Ausiliatrice, nei mesi di aprile, maggio e
n potè più far nulla. Ai primi di luglio,
dicendogli con tutta semplici&
me i vostri occhi! se non mi fute
,,. Proferite queste parole, prese
eggere, e potè riprendere il lavoro piena
noscema ai Servo di Dio.
aveva ricorso a-lui in vita sem'ottenere la grazia per
za di fede, torna a raccomandarsi con pieno abban-
al voler di Dio ed è esaudito. << Mia figlia Caterina -
elis, nata Casale di Carmagnola, B~~~~
906, allora in età di anni 12, fu
al nervo ottico destro, che la privava
ahmente della vista a quell'occhio, ed otto
e all'occhio sinistro, rimanendo
curata da valenti professori, quali il
ma a.nulla valse la scienza
duta. Dopo due anni che la
t0 il peso della sventura, la
darla a Lourdes, per implorare dalla
one della disgraziata figliuola,
quando la Caterina aveva
O destro, era stata condotta
ove nella stanza del sig. Don Rua, ai piedi del
i Don Bosco, aveva da lui ricevuto una benedizione
urazione che se avesse pregato con fiducia la Verene
rlce, avrebbe ottenuto la guarigione, ma purtroppo
wenne! Qualche mese dopo la morte del venerato
rno alla madre: <<Mamma,
mi aveva promesso di gua-
a Madonna, preghi affinchè
morire, a questo fine voglio che
romessa di pubblicare la grazia,
o fu dato principio alla novena,' e al terzo giorno
cominciò ad awertire qualche dolore, che tre-
sera0 di Dio Mirlicle Ruo. VOI.111.

33.7 Page 327

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642
VII - Sempre con Don Bosco
sciuto progressivamente si svolse in paralisi, la quale il
giorno della novena la traeva alla tomba. Era il 13 agosto I
Con
reliquie, come pezzetti di tela o di pa
oggetti usati o toccati dal Servo di Dio, applicati con
persone ammalate, si ottennero guarigioni prodig
« Da un anno - scrive una Figlia di Niaria Ausi
soffrivo immensamente per un malanno al braccio
malanno che mi rendeva inabile al lavoro e mi ca
spesso acerbi dolori. Avevo già esperimentate tutte
che l'arte chirurgica sa suggerire, ma invano; era nec
un'operazione; dolentissima per ciò, temendo una
riuscita nel taglio, mi rivolsi con fiducia al signor D
e:- Padre, gli dissi, son vostra figlia, ho bisogno di
se è vero che siete santo, se siete in paradiso, fatern
ottenetemi la guarigione del mio braccio. - Era il 2
1910. Applicai sulla parte offesa un pezzo di lenzuol
buon Padre aveva adoperato nella sua ultima malatt'
po' di bambagia fatta toccare a lui morto, e la mat
27 aprile con alta meraviglia e con stupore indicibile
mie consorelle mi sentii perfettamente guarita. La
si moveva, il braccio non mi doleva più; il malanno er
fettamente scomparso. Volli del medesimo giorno p
a lavorare e potei con meraviglia di tutti eseguire
faticosi, come lavare e simili, e non ne risentii in alcun
Sieno dunque rese le dovute grazie al buon Dio che
l'intercessione del suo fede1 Servo volle liberar
grave malore a; e la buona religiosa è ancor sana e 1
ricorda sempre la bontà di Don Rua.
Il 9 aprile, Domenica Ferrero di Giovanni, di A
presso Torino, mentre stava con altri segando u
tronco sulpendio d'una collina, lo vide per la gravità d
cadere e rotolare per la china, e non ebbe tempo di sca
cosicchè -gli passò sul corpo fiaccandogli la gamba
rompendogli due dita della mano, due costole, e
dogli così malamente il capo da renderlo irriconosci
compagni, con forti sbarre e con grande fatica ri
liberarlo di sotto i1 tronco, e lo portarono svenuto
Due dottori valenti gli prestarono le prime cure;
- VI In benedizione
643
i il male crebbe a vista d'occhio, ed altri dottori,
ti a consulto, trovarono che aveva anche un intestino
per cui versava in condizioni difficilissime, anche
poteva venirgli una forte peritonite. Giovane di 25
bbe il pensiero di rivolgersi a Dio per la sua guarigione,
igliato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, dimoranti
e, a ricorrere all'intercessione di Don Rua, lo fece con
cuore. Raddoppiando la fede cominciò una novena
hiere al Servo di Dio, ed applicò sulle costole rotte
o di un lenzuolo adoperato dal Servo di Dio nell'ul-
alattia. A quel contatto sull'istante sentì scomparire
indisposizione che impensieriva assai il dottore,
ò la fiducia, terminò la novena, e ne incominciò
.da, domandando la grazia di poter alzarsi prima
Durante quei giorni, i dolori continuarono a
tarlo gravemente; ma quando baciava il ritratto di
a che teneva presso di sè, li sentiva sempre cal-
.e terminata la novena potè alzarsi e uscir di casa
I1 24 maggio, pieno di riconoscenza, volle far can-
a Messa di ringraziamento a Maria Ausiliatrice, come
Il'Opera Salesiana, si accostò ai Santi Sacramenti,
petendo a tutti: "Don Rua mi ha salvato, Don Run
arito perfettamente,,.
Pasquale Maria, che fu per vari anni nel Belgio,
ò scritta e di presenza ci confermò questa dichia-
contenta di poter dire una cosa di Don Rua, che
Guines. Una bambina del nostro dottore era
da più di un mese, e la febbre l'andava consu-
padre aveva fatto di tutto per guarirla, ma inutil-
imagriva di giorno in giorno e la invib presso la
campagna per provare se le avrebbe giovato un
to d'aria; parve che le facesse peggio. La mamma
venne a portarci del lavoro e mi raccontò il
olore e timore di perdere quella bambina di sei
ai partire la mamma e senz'indugio feci una re-
un pezzetto di tessuto che aveva di Don Rua, e
e, Suor Giuseppina Balleydier, glie la fece portare.

33.8 Page 328

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VII - Sempre con Don Bosco
I1 giorno dopo vidi la mamma e le domandai noti
bambina. Ella mi rispose queste semplici parole:
>> - Io non so che reliquia contenga quel reliquiario,
appena glie lo misi accanto, la febbre l'ha lasciata!
))Allora dissi che appena avrei potuto manifestare
grazia, l'avrei fatto, ed ora san contenta di rendere qu
testimonianza a gloria del nostro buon Padre )>.
((Da due mesi - scriveva il I febbraio 1917Fra
Margherita, da Sassi presso Torino - soffrivo fa
ad una gamba causati da dolorosissime piaghe, che mal
tutti i rimedi si facevano ogni giorno più profonde e
rose, minacciando una cancrena. I1 caso ora
stante la mia tarda età di ottant'anni, quasi disperato.
sofferenza continua poi mi aveva ridotto ad uno stato
estrema debolezza. Consigliata da una pia persona,
la mia causa a Maria SS. Ausiliatrice, implorando l'i
cessione del compianto Don Rua. Applicai sulla parte
lata un piccolo pannolino a lui appartenuto e incomi
una novena con voto di attribuire a lui solo la mia guar
se l'avessi ottenuta. E la grazia non si fece aspettare.
dal primo giorno della novena incominciai a notare un
colo miglioramento, e in breve, .con grande meravigli
tutti, mi sentii perfettamente guarita... 1).
Quando si brama una grazia, bisogna pregar con
chè spesso non si ottiene, perchè manca la fede. Chi p
con fede e insiste e continua a pregare, a meno che
che domanda sia di danno ail'anima sua, è sempre esau
Quindi è meglio, anzi doveroso, come ammonisce ed e
S. Agostino, ((nondomandar nulla in modo assoluto,
ch.iedere quello che Iddio sa che ci è utile o.
<t Una mia nipotina di anni dieci - dichiarava
Leonarda Mauro nel 1913- soffriva tale
stomaco che solo poteva nutrirsi di latte, di
o leggera minestrina; se prendeva altro, lo r
indicibile sofferenza. Visitata dal medico, questi m
un forte timore che la fanciulla fosse minacciata da t
colosi allo stomaco.
))Allora io, fiduciosa nell'intercessione del rev. Do
VI - In benedizione
le, Superiore Generale della Congregazione Salesiana,
l'anno precedente, pensai di rivolgermi a lui ed in-
insieme con una mia consorella, pro-
ricevuta la grazia, ne avrei data rela-
ai Superiori .della Congregazione Salesiana. Ma...
n mio dolore non si constatò quasi
e? Invece di perdere la fiducia,
d incomincio con maggior fervore
dicendo: "O ven.mo Don Rua, forse
, perchè la mia preghiera
fede che occorre in questi casi
!... Ebbene ricomincerò la novena
tto il fervore di cui sono capace, sicura questa volta che
iò detto, appesi al collo della piccola inferma una
rata defunto, e attesi colla massima fede la
Chi lo crederebbe? Da quel medesimo istante la povera
mpre più migliorando, tanto che, in capo
a rendere con gusto e profitto
sendo amai trascorsi due anni, dacchè la
ipotina ha ottenuto con grande mio contento la guari-
riconoscente adempio la mia promessa I>.
Don Rua - dichiarava Suor Giuseppina Gamaleri
18 da Ali Marina - non ho mai ricorso invaizo. Nel
bre dello scorso anno fui a far visita con una superiora
ora Dandrea, una fra le ~ i cùospicue
e di questo ameno paese. L'ottima signora ci accolse
rande bontà, ma era immersa nel più ~rofondodolore,
è il suo unico figlio, di pochi mesi, stava spegnendosi
strema debolezza. La povera madre faceva veramente
Stringeva a sè il caro piccino, lo baciava, invocando
la Vergine, avrebbe voluto rianimare con la sua im-
tenerezza quel debole corpicciuolo ormai esausto.
strazio materno? Cerco di far coraggio
me ispirata da Dio, le suggerisco
a e di mettere al collo del bimbo una
a del buon Padre, di cui avevo [come diremo1 altra '

33.9 Page 329

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646
- VII Sempre con Don Bosco
volta sperimentato la grande protezione. La signora acc
la proposta, e al domani si mandò la reliquia. Passarono
mesi. Ai primi giorni di novembre ritorno a far visita
signora Dandrea, ed ho la consolazione di udire dalle
labbra queste parole:"Suora, dacchk ho messo al collo del
bambino la reliquia di Don Rua ed ho ardentemente p
questo santo sacerdote, il mio caro Nino ha cominciato
gliorare, ed ora è bello e fiorente, come non fu mai, ve
vederlo!,,. Mi condusse casi dicendo alla culla, e vidi i
il caro bimbo così florido e pieno di vita, da noil far pens
che fosse stato per qualche tempo sull'orlo della tom
L'ottima signora m i pregò di stendere relazione del
ricevuta, aggiungendo che avrebbe fatto la sua offerta
Opere di Don Bosco e di Don Rua. Ed io scrivo con
commosso queste righe, attestando la verità del fatto e
dicendo il Signore che opera tante meraviglie per mezzo
suoi Santi )).
Chi ci ha seguiti sin qui e ricorda quanto affetto av
Don Bosco per Don Rua e quanta fosse la venera
Servo di Dio per il Santo Fondatore, non si meravigli
vedere come, pur dopo morte, essi continuino a fare a
anche in circostanze che sembrano casuali, con quel1
sinvoltura o semplicità abituale, con la quale si tratta
in vita.
Nel mese di luglio 1928, il colonnello Francesco
si recava con la famiglia a passar l'estate a Canove
in prov. di Vicenza: e ((ilIO agosto - egli narra -
piccola bambina Maria si ammalb colà di difterite e
condizioni in breve divennero gravi, e il medico cu
pur iniziando le iniezioni di siero antidiflerico,
non poteva assicurarne la guarigione. -La mia sign
mandò la piccina al Venerabile Don Bosco,
di dare Iire cento per le missioni salesiane a grazia
si fecero due novene e la bimba guarì completamente.
giorni dopo si ammalò di difterite anche il mio picco1
bino Luigi, e malgrado le iniezioni di siero antidi
tegli dal medico, dopo quattro giorni la malattia si a
tanto che la febbre salì a di 40 gradi; il med
- V I - In benedizione
sere iniezioni di olio canforato; e alle 23 della seconda
ia moglie, oramai disperando della guarigione del
o, perchè il medico ne aveva giudicato lo stato come
'ma, si rivolse con gran fiducia a Don Rua (la cui
ine era sul tavolo della-camera ove riposava il bimbo),
bambina me l'ha guarita Don Bosco, il bimbo
mando a Don Rua con tutto il cuore e con tutta l'anima,
dare lire cento per le Missioni Salesiane a grazia
si ottenga fa2 presto
na che si era rivolta
a 38 gradi, a 37.02
a Novara un'ottima cooperatrice in
conseguenze di perturbazione ce-
a SS. Ausiliatrice che invoco.
ezzo del Venerabile Don Bosco ottenendo infinite
reliquia e corro a prenderla,
omento non la trovo e mi viene invece tra mano
venerato Don Michele Rua, che mi fu pure rega-
altro suo santo privilegiato,
ciale di mia figlia, promet-
e la grazia; e immantinente,
almò e si mantenne tran-
rta di aver visto ed ottenuto un miracolo, ringrazio
ergine Ausiliatrice ed il suo santo Servo Don Mi-
are sempre le Opere dei

33.10 Page 330

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648
VI1 - Sempre con Don Bosco
T. Manzoni il 28 giugno 1910 scriveva da Firenze: N
molto tempo chiedeva una grande grazia alla Madonna,
dacchè più forte fu il mio dolore, mi rivolsi ad Essa sotto i
bel titolo di Maria Ausiliatrice, mettendo per miei interme
diari il venerabile Don Bosco e il povero Don Rua, da poc
Passato all'eternità - dicendo con insistenza: "Anche puest
volta dovete fare a metà!,,. Nella mia preghiera, quando
specialmente il singhiozzo mi soffocava, non aveva
sa e si mise a letto. Fu chiamato il medico, il quale disse
questa espressione sulle mie labbra: '<Oh!Maria
per allora era un po' d'influenza, in seguito si sarebbe
datemi una prova della santità di questi mia in
~ t o L. a buona mamma gli prodigava le cure più Premil-
cordandomi sh'to la grazia che v i domando!,,. Non
se e if dottore continuava a visitarlo, finche, dopo una
quarantott'ore dopo fatto questo patto, direi quas
con la Madonna, che ricevetti la grazia completa, facend
ritornare il più splendido sereno neli'anima mia e nella mi
famiglia )>.
Niio marito - attesta Angiolina Stadella -
gato in un interesse ed era imminente la rovina.
famiglia. Angosciata, mi diressi coi bambini verso la
atello Natale, recatosi egli pure a Torino, andò 10 stesso
bel Venerabile Don Bosco; mi fermai però prima nella
ella attigua, in quella del venerato Don Rua. Mi
due lacrime ai pensiero che, durante la sua Mta, anch
Rua si sarà trovato in preoccupazioni simili alla mia e
gai cosk "O venerato Don Rua, voi che avrete saputo
8s. tante an@sck coll'aiuto di Don Bosco, pregate per me ed ~ t -
tenetemi dal Sacro Cuore di Gesù e dalla Vergine A&
liatrice la 1ibeyazione dalla pena che.mi sarebbe fatale. Se mi
otterrete fa grazia...,farò un'offerta per la decorazione della
vostra tomba e farò celebrare una Messa di r i n g ~ ~ ~ i ~ ~ ~ t ~ ; , .
Pregai in tal maniera per un mese, ed ottenni la grazia ne-
cessaria, in forma veramente. prodigiosa, poiche proprio
nell'ultimo giorno, quando in me era svanita ogni speranza
mio marito potè concludere ogni interesse. Un'a1tra
Pure importantissima ricevetti nello stesso te
tercessione del venerabile Don .Bosco e di Don
ho adempiute con riconoscenza le mie promesse
che in ogni mio bisogno ricorrerò con fiducia a questi mie
potenti avvocati 1).
venne il desiderio di essere tutta di Gesù e di recarmi
i infedeli a portare la verità. Come fare? Continuai
novena a Don Rua, perchè concedesse la guarigione al
Per ottenere grazie da Don Bosco i devoti continuaron
on fratello e a me la grazia preziosa della vocazione re-

34 Pages 331-340

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34.1 Page 331

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650
- V I I Sempre con Don Bosco
ligiosa, e dopo lunghe angoscie sopportate con fede l'a
malato cominciò a migliorare e nel gennaio del
fuori
Maria
dA'ougsniiliapterirciceo!..l.o,Qeudanioto
potei entrare tra
è buono il S
le
mezzo dei suoi Santi si degna fare a noi, poveri morta
tante grazie! )>.
G Un mio amico, di salute quanto mai florida
22 febbraio 1918 ci scriveva il salesiano Don Giuseppe Pi
cente - improwisamente si ammalò. Sulle prime
pensò si trattasse di una influenza piuttos
presto però s'awide che l'infermo era
polmonite doppia. Volli fargli una visita, e
grave. Alle tante medicine che il medico
volli aggiungere una anch'io. Tolsi dal mio
daglia di Maria Ausiliatrice, p~eziosori
venerando Don Rua, e la porsi all'amico
e alla sua buona signora la ben nota ricett
Don Bosco: "una novena, unita ad una o più
insieme ad una buona dose di fede, il tutto con la p
di beneficare le Opere Salesiane,,. Quattro giorni
erano trascorsi, e l'amico non solo era fuori perico
prima convalescenza. Grato della tanta bontà di C
Mamma, ha voluto fare un'offerta al Santuario di Tori
e la promessa di festeggiare con tutta solennità il prossi
24 del mese n.
Molte volte anche le immaginette del Servo di D
come un giorno la sua presenza, ispirano l a più gran
fiducia!
<iMia moglie - dichiarava Giovanni Longobardo i'
novembre 1928 - affetta da terribile mastite in seguito
dure sofferenze ed estenuata da febbre altissima, fu costrett
a sottomettersi ad una operazione dolorosissima, e la pover
donna ne restò tanto impressionata che giurò in cuor suo
non farsi più operare per le altre ghiandole che, sventura
mente, una dopo l'altra si suppuravano. I1 male era ribe
a ogni cura, la febbre altissima e i dolori non cessavano
nessun medicamento serviva a lenire le sue sofferenze. D
perita, sfinita di forze, anche in seguito a recente parto d
- V I In benedizione
osissimo accasciata, non si sapeva più che fare. I1 medico
... 'era altro rimedio che il tempo per la suppu-
le ghiandole e le relative incisioni in profondità
sciato anch'io, e demoralizzato e addolorato, pensai
solo un miracolo poteva salvare la mia povera moglie. ..
ottobre ero seduto vicino a un tavolo, e ac-
nto a me c'era mio figlio Giovanni, studente deli'oratorio
alesiano, che riordinava alcune immagini sacre. I miei occhi
rischiarati da una luce divina, sull'immagine
Rua; raccolsi e lessi quelle righe che erano
'immagine, e preso in un attimo da piena
eranza, mi appartai e inginocchiandomi
alcune giaculatorie. Per nove giorni ri-
e e mia moglie non soffriva più, i dolori
primo giorno. Per altri nove giorni ripetei
reghiere e le ghiandole erano tornate allo stato normale.
terza novena mia moglie era completamente guarita.
il fatto genuino, al quale possono rendere testimonianza
lo stesso dottore )).
Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, come avevan . .
uto della sua bontà quando era in vita, continuano ad
erimentare la sua, special ~rotezione dopo la morte,
A, memori dei suoi santi esempi, comprendono
Trono di Dio!la...potenza della sua intercessione ai piedi
Molti ci han dato interessanti particolari al riguardo,
che di cose intime.
Don Federico Rivikre si trovava nel collegio
Nicheroy, presso Rio de Janeiro nel Brasile,
mille difficoltà, che non riusciva ad allontanare e lo
o profondamente. Sul finire deli'anno, all'ultima
dei missionari, il Servo di Dio incaricò un con-
i recava in America di dire, da parte sua, a Don
'vière "che le cose si sarebbero messe a posto,,... I1 messaggio
nne comunicato a Don Riviere dopo la morte del Servo
i trascorse ancora due anni, sempre in mezzo
, finchè nell'ottobre del 1912la malattia
surampo (una specie di vaiolo) invase l'istituto di Nichte-

34.2 Page 332

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652
- V I I Sempre con Don Bosco
roy, ove egli ancora si trovava, attaccando gli alunni studen
ed artigiani, in modo particolare i più piccoli. Skcome i -CB
si moltiplicavano e due degli ammalati erano in fin di vit
egli prese il Crocifisso, ricevuto dal Servo
allorch&parti per l'America e con grande fidu
tenza d'intercessione del buon Padre, con esso diede la
nedizione a tutti gli alunni ammalati Con U
di croce dicendo tra sè e sè: " S e voi ciottenete
gli alunni ammalatisiano in piedi, guariti, domenica prossz
questo sarà per me il segno tangibile che Iddio
mi lasci abbattere da alcuna dz.coltà, e non ne farò $21 ne
conto,,. La sua domanda fu pienamente esaudita. La
rnenica, 20 ottobre, cioè il giorno fissato, tutti gli
compresi due che il martedì precedente si trovavano in
di vita, si levarono di letto pienamente guariti; e D
si senti superiore ad ogni difficoltà, toccando con mari
delsultimo messaggio del Servo di Dio, "
si sa7ebbeyo messe a posto anche per Panima sua...,,-
( ( ~pirimi di maggio del 1911 - attesta il
Giuseppe Colombo - mi prese all'occhio destro
forte &eratite, che in breve mi tolse completamente 1
del~*occ~iAo.nzi l'infiammazione deil'occhio infermo
recava tal fastidio da non poter usufruire nean
chio sano per istudiue. Mi trovava così in un bell'impic
perche appunto di quei giorni intendeva
preparazioneprossima ai vicini esami finali pre
Biblico.
mente» L'arte salutare non aveva nulla per soffocare vi01
il male. Attendeva quindi impazientemente, g
per .giorno, che il male, fatto il SUO Corso, se ne
almeno diminuisse tanto da permettermi 10 studio. Ma
tilmenee;
a Pentecoste mi trovava ancora col
in fase acuta. Aveva pregato, altri avevano Pregato Pe
ma pareva
destinato che dovessi rinunziare a pr
tarmi agli esami nella sezione estiva. Quand'ecco mi
alla mente d'invocare il patrocinio di DO
aveva visto sofferente d'occhi. Promisi un tr
e di far nota la cosa se, entro tre giorni, mi si
V I - In benedizione
, sicura di ottenere l'effetto. Alla domenica dopo ,con
n giorno avevo la macchina del bucato che non vo-
ridar bene, e se non faceva il suo corso, di necessita
Prossimo!... Si V U O ~credere? In uqa mezz'oretta la
a andava bene di nuovo come prima!...
e superiore mi cambiarono il lavoro, e dalla lavan-

34.3 Page 333

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O54
VZI - Sempre con Don Bosco
deria venni destinata all'infermeria. Questo cimbiament
non mi tornava tanto facile, pensando che l'assistenza del1
ammalate per me sarebbe un dovere troppo grave. Ch
fare? Chinai la fronte fra le mani, e le lacrime intanto
cadevano a quattro a quattro. Passato il momento del do1
mi sono rassegnata alla volontà di Dio, ma nel medes
tempo dissi a Don Rua: <'Io far9 il possibile di esegu
questo dovere che tanto mi costa, ma voi toglietemi alme
il mal di denti!,, Devo osservare che da tutto Sanno
facevano male; quando non mi facevano male di giorno,
facevano male di notte, e il più delle volte succedeva p
che giunta a tavola per il pranzo o per la cena, dovevo la
sciare a metà, se non subito in principio, per il forte dolo
che provavo. La sera prima di recarmi presso le ammalat
mi facevano ancora male. Giunta nell'infermeria mi cess
il mal di denti, e ancora oggi posso accertare che non
fanno più male, e sono amai quindici mesi da che suppl'
Don. Rua a tal fine ed ottenni la grazia. Chi non vuol cred
faccia la prova, e troverh in Don Rua un potente protettore'
n Una buona consorella m'invitò a pregare per un s
bambino dell'asilo, dell'età di anni cinque, ammalato da po
monite doppia. Accettai ben volentieri, dicendole di av
fede viva in Don Rua: e della stessa sera incominciai a r
citare, tre Pater, Ave, e Requiern, con promessa di p
care la grazia sul Bollettino Salesiano, e intanto al d
incominciai a scrivere il principio della grazia, fidente C
ben presto sarebbe completa. Durante il giorno an
sovente ripetendo: "O Don Rua, per il bene nostro, che e
vostro, pmchè avete fatto da padre a questa Congregax
per moltissimo tempo, otteneteci questa grazia a consolazz
da' superiori, dei parenti del bambino, della maesfra
Pasilo,,. Volete crederlo? I1 bambino ora è perfettam
guarito e finisco oggi di scrivere la grazia, adempiendo
promessa!
o Nel mese di settembre di quest'anno 1910 incomi
una pioggia che continuò per una settimana. Vedendo
non cessava a danno della povera gente, che tanta s
deve fare per la vigna ed ora vedeva l'uva andar tutta a
- VI In benedizione
655
mo messe parecchie suore di comune accordo a pregare
Rua, affinchè ci ottenesse dal buon Dio la grazia che
piovesse più; ed io che scrivo, con la promessa di comu-
are la grazia a chi di ragione quando si trattasse della
usa di Beatificazione, devo dire che siamo ai diciotto di
embre, e il cielo, da nuvoloso si fa sereno, e se vedeste
lbaeipciùielpoi!cScoolnaonduubee..g.iorni che fa sole, e non si vede
)Una postulante, di nome N. N., doveva andare a casa
salute. La poverina d'andare a casa non si sentiva ed
e fece tanta compassione, perchè amai conosco il mondo
uel che vale. Allora che cosa fare? La invitai a pregare
a, recitando lei ed io, ogni giorno, tre Pater, Ave e
a questo iine. Di più, in uno dei giorni delle feste
aria Ausiliatrice, mentre le educande di Casa Madre
ano a Torino in pellegrinaggio al Santuario di Maria
latrice preparai un biglietto, in una busta chiusa, met-
dovi le iniziali del nome della postulante e raccomandando
azia vivamente, perchè me lo gettassero sulla tomba
on Rua. Ed ora, dopo quattro mesi di continua e fidu-
preghiera, la grazia 6 ottenuta. La buona postulante
rova al Noviziato, non solo riconoscente, ma riconoscen-
'ma- al Servo di Dio di averle ottenuto la gioia di essere
ia
di Maria Ausiliatrice. O
a proteggere le vostre
DfiognliuRoluea!.!..gnr.azie!
continuate
erso l a metà di maggio del 1910 - affermà con ri-
cenza Suor Maria Barberis, Figlia di Maria Ausilia-
tuttora vivente a Pachino, provincia di Siracusa -
i sull'avambraccio sinistro un piccolo sfogo, che mi
en tosto molto prurito. In men che non dico si estese
. dorso della mano, e poi mi si comunicò al braccio
I1 medico curante mi ordinò due differenti pomate
a polvere, che non mi giovarono affatto. Nell'estate
gni solforosi, inutilmente; sicchè dovetti ritornare
donde ero partita, con il malanno che mi faceva
piamente, essendo per me una pena grande an-
ensare alla spiacevole impressione che potevo pro-
chi mi doveva awicinare.

34.4 Page 334

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n L'anno appresso provai la cura dei bagni marini; e
tempo sprecato: il male non dava segno di cessare.
Mi rivolsi allora con fiducia alla preghiera e per medi
zione del Servo di Dio Don Rua, che io avevo conosciut
chiesi a Dio la guarigione, promettendo di pubblicare
grazia, quando l'avessi ottenuta. Ad una prima noven
aggiunsi una seconda, ed ora posso attestare,.a gloria di
e ad onore del Suo Servo, che le mie avambraccia e le ma
sono esenti da ogni infezione n.
Nello stesso mese di maggio 1910 - attesta Suor Gi
ditta Torelli - (1 una consorella (Suor Calcagno Margherit
fu colta improwisamente da febbre alta e catarro branchi
così forte ed abbondante da lasciar fondatamente teme
qualche malanno serio e grave. Si passarono due giorn'
forte trepidazione, usandole nello stesso tempo i ri
suggeriti da persone esperimentate. Al terzo giorno
accennava punto a migliorare e con grande fiducia dissi.
O buon Padre Don Rua! voi che tanto amavate i vostri
ed avete certo provato dolore e pena per i loro malanni e
le gravi malattie, voi vedete l'angoscia in cui siamo, pero
la nostra causa presso Dio ed ottenete alla nostra cara
relIa una pronta e completa guarigione] - All'ind
l'ammalata potè alzarsi, nutrirsi e stare notevoimente
e dopo tre giorni si trovò completamente guarita. D'allora
poi non ebbe più un colpo di tosse, mentre prima
faceva altro che tossire.
» Quanto sopra è secondo veri&, e la verità si dice a
ria di Dio in riconoscenza a Lui autore di ogni bene,
incoraggiamento alle persone bisognose, acciocchè facc
Oricovresnoearal tonoPstardoreb!u..o..n.
Padre Don Rua
la nostra viva
nelle loro neces
riconoscenza
pronto favore fattoci, valga ad ottenerci sempre il
valido patrocinio presso Dio e presso la nostra Celeste
liatrice v.
(1 Verso la metà di agosto 1910 - attesta suor Ce1
Stella - mi venne un dolore sotto il piede destro, e
chi giorni si propagò in tutta la gamba, e incomi
zoppicare ed a soffrire acerbi dolori, tanto da non pote
- VI In benedir-ione
657
dere riposo per quattro notti consecutive. I1 medico
iarò essere artrite e febbri reumatiche. I1 10 settembre
ei fare il viaggio da Mongardino a Nizza Monferrato;
, appena arrivata, dovetti mettermi a letto, e per tutto
mese non potei alzarmi e soffrivo molto. In ottobre poi
ominciai ad alzarmi un poco ognì giorno, ma sempre
icando, e mai mi venne in mente che mi si fosse ac-
ata la gamba: credevo che fosse solo effetto del male
e mi faceva camminare così, e continuai in questo stato
al IO gennaio, appoggiandomi ora ai muri, ora alle .
cia delle consorelle, che tutte cercavano di sollevarmi
anta potevano; ma i giorni di cattivo tempo erano per me
martirio; camniinando pareva che la gamba mi si rom-
sse, e non mi potevo reggere da sola.
) I1 IO gennaio una superiora mi disse: - Non puoi
inare più diritta? - Le risposi di no, ed ella soggiunse:
omattina ti fermerai a letto, e ti faremo di nuovo ve-
dal medico. - Subito non ho pensato a quel "non
camminare più diritta,, ma nella notte mi venne in
te, che solo per il dolore non dovevo dawero cammi-
re così .e ci doveva essere qualche altra cosa. Mi provai
nire le gambe, per vedere se erano lunghe ugualmente,
er quanto facessi non riuscii ad unire i calcagni. Poscia
'di che anche le ginocchia non si congiungevano bene,
la distanza di quasi tutto un ginocchio. Al mattino
il medico e gliela dissi. Egli esaminò bene e mi di-
ò che era infiammazione ai n ~ e ailla coscia e che per
o si erano ritirati. Ordinò che la notte mi si mettesse un
i un chilo anche per impedire che si accorciasse di
peso lo misi due notti; poi per varie circostanze non
iù messo; anzi debbo notare che dal giorno 12 non
ente. Appena uscito il medico, dissi: - Non ho più
a che la mia gamba si allunghi nè col peso, con
perchè dopo 5 mesi... solo spero dal cielo; quindi
o male l'affido a Don Rua; se ora vuol far vedere che 6
adiso, tempo! - E cominciai subito. una novena
romessa di farne tre; e sperando nella sua interces-
isi la sua fotografia vicino al ginocchio. La prima
'*odel se>i;o di Di0 Mici>ele lecca. Vol. 111.

34.5 Page 335

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658
- VII Sempre con Don Bosco
novena la passai molto male, specie gli ultimi giorni, tan
che le superiore avevano deciso di mettermi in infermeri
Ero proprio un po' scoraggiata, e mi pareva che una va
mi dicesse: "Anche questa volta non la ottieni,,; ma av
... promesso e continuai le novene. Solo dissi: "O caro Don
non è cosi ch'io intendevo!... me l'avete fatta troppo grossa.
I1 26 e il 27 sentii a riprese come se mi strappassero '
sotto il ginocchio dov'era la fotografia, e dissi sche
alla suora che avevo vicina: "Don Rua as d'ardris
Rua si muove) forse mi allunga la gamba,,. Ma intanto
minavo ancora come prima. La sera del 27 la buona
trice mi chiese come stavo, e' dovetti dire: Sempre lo stes
"Metti il peso?,, soggiunse ella. Le risposi di no, dicen
che sperava injDon Rua, ed ella replicò: "Questo va b
bisogna che facciamo anche ciò che ha prescritto il
per vedere se possiamo ancora scongiurare il male,,.
visai l'infermiera perchè mi preparasse i pesi, ma con tu
la sua buona volontà, non potè perchè aveva tante suo
letto con l'influenza. Così aveva disposto il Signore, e
non si può dire che sia stato il peso o le medicine, ma
nostro caro Padre il quale volle dimostrare che è
diso, perchè il mattino del 28 mi sono alzata con l
perfettamente lunga come prima. Sono andata i
ed ho potuto stare in ginocchio tuttoil tempo della S. M
come, dacchè mi era venuto il male, cioè da cinque
non avevo più fatto. Ed ora cammino bene e in fretta co
prima, senza incomodo! Noto inoltre per confermare
grazia, che i due giorni dopo furono molto umidi e fred
... ma non patii nulla; camminai benissimo e continuai se
sentire alcun residuo del male
e Sia lode a Dio e salga il mio grazie cordiale al suo fe
lissimo Servo! )).
Nel 1913c< ero a letto - scrive Suor Antonietta
muto, tuttora vivente ad Alì marina - con fortissimi
Iori al petto e non pptevo muovermi e neppure pren
cibo. Un mattino mi ricordai che a Mascali vi erano alc
oggetti del nostro venerato Padre Don Rua, e pregai la
direttrice, se non aveva nulla in contrario, di farmene
- VI In benedizione
659
re uno. NIi accontentò. Appena l'ebbi tra mano, pregando
ivai la mia fede e lo collocai sulla parte inferma. Ciò
o, ebbi alcune ore di spasimo, e poi mi addormentai.
o non molto mi svegliai e non mi sentii più alcun male,
vo invece gran forza. All'indomani m i alzai serena e
anquiUa; ero perfettamente guarita )l.
Suor Giuseppina Galameri, come abbiamo accennato,
be un'altra grazia singolare dal Servo di Dio, e precisa-
e la sua guarigione: « Don Rua mi ha perfettamente
ita! In seguito a bronchite ero ridotta a1 punto da essere
ichiarata inguaribile e parecchi valenti medici, fra i quali
dottori Cattani e Orchi di Milano, i dottori Marchisio e
eranzani di Novara, e in seguito il dottor Bono di Borgo-
mero, avevano constatato essere io affetta da tubercolosi
en avanzata. Quest'ultimo dottore, primario dell'ospedale
Borgomanero, dopo avermi visitata parecchie volte, ri-
iesto, per desiderio dei parenti, dal dottor Zoccola di Ca-
mandrana, d'una relazione sulla malattia, rispondeva per
critto: - La suora Giuseppina Gamaleri è aSfetta da alveo-
te oiassicale, ha il polmone sinistro con caverne e il destro in
di suppurazirme - Dopo tale relazione, il dottor Zoccola,
e avrebbe dovuto venire a prestare l'opera sua con una
'ta, rispose ai parenti: " Io non'fad altro che andare a
tare una mwta; ormai non c'è più nulla da fare!,,. l o sa-
ella stato mio grave, sia per la tosse insistente accom-
i1 più delle volte da sputi sanguigni, sia per la febbre
a più dYurianno non mi abbandonava mai. Però avevo
cuore una speranza e mi
ostro veneratissimo Padre
DseonntivRouias.p..iraAtaveavocopnofiidalertetoneel
con grande soddisfazione i cenni biografici scritti dal
ndissimo Don Francesia, e aveva messo in questo
ato nostro Rettor Maggiore tutta la confidenza. Tutto mi
va a conoscere che era proprio da lui che dovevo attendere
razia della mia guarigione. Nel gennaio del 1912,epoca
della mia malattia, avevo scritto alla reverenda Madre
ice della Francia, Arnalia di Meana, e alla direttrice
inte Marguerite, già mie superiore, per aver i1 soccorso
loro preghiere e il consiglio per un rimedio contro la

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660
V I I - Sempre con Don Bosco
tosse, che non mi lasciava un istante di
Suor Claire Olive rispondevami suggerendo lo sciro
Fame1 e consigliandomi di raccomandarmi al veneratiss
Don Rua e di unirmi alla comunità per una novena a M
Ausiliatrice per intercessione
periore e protettore già in cielo.
dermi lo sciroppo Famel, ma tenni co
consiglio di raccomandarmi a ta
questo fu il mio rimedio sicuro: rac
Ausiliatrice per intercessione di
prio allora il mio miglioramento s
del dottor curante diedi speranze di
di quel medesimo anno la febbre C
presi le forze primitive, anzi devo
non solo mi ha guarita, ma mi ha ottenuta una salute
florida di prima »,tant'è vero che Suor Gamal
vivente (1933) e lavora nella casa di Bordighera.
Suoi: Maria Sara, Figlia di Maria Ausiliatrice, inseg
neil'Ospizio Gesù Nazareno in Roma, dopo 4 anni di fe
forse malariche, verso la metà di settembre del 1921 ca
ammalata di pleurite e branco-a
Crebbe la febbre e i dottori le ordinarono di C
Nella speranza che le giovasse l'aria nativa, ve
in famiglia, a Brani, presso Pavia; ma ogni cura
crebbero ancora le febbri, e un giorno mentre 1'
costretta al letto, era tutta madida di sudore, il v
porta e finestra; e Suor Maria, tra
ad alzarsi, dovette prendersi quel freddo e qu
le agghiacciò il sudore, coprendole di freddo
polmoni, togliendole la voce ed il respiro. Si chiamò il
dico, e questi dichiarò che il male era divenuto fulmin
Era 1'11 novembre r9zr. Trasportata in una casa di
in Broni, e posta .in una camera d'isolam
dichiararono il caso disperato. In tanta angoscia i p
si rivolsero a Don Rua e inviarono un'o
perchè si facessero preghiere sulla
I familiari, soprattutto la mamma, si uniro
L'ammalata pose una immagine di Don Rua suila p
V I - In benedizione
661
, e subito, nonostante il giudizio dei medici, la febbre
se a diminuire, le tornò la voce chiara come prima, e il
dicembre usciva dall'ospedale guarita, con meraviglia
' tutti. Tornata a Roma, e ripreso l'insegnamento, Suor
cadde di nuovo ammalata per
e si temeva che non avrebbe più
ito stizzoso che le impediva la
speranza, e si tornò a pregare
de, perchè il caso si presentava
preparata a morire, dice la
ra, e le buone infermiere mi andavano preparando a
reva di aver sempre presente
gura di Don Rua chemi assicurava: "Guari~aei ritornerai
tue occupazioni: questa è la volontà di Dio,, ».Infatti in
glioramento, e, dopo un anno
riposo, nel 1923 tornò a far scuola. «Dopo un anno di
ala, attesta la graziata, mi feci visitare dallo stesso medico
e mi visitò la prima volta, e il medico mi disse: " Se non
non è stata mai ammalata,,.
mente si trova a Cigliano Biellese, nel Convitto
Rivetti, e lavora serena e felice, riconoscentissima
I\\/lolti vanno a pregare sulla sua tomba anche per chie-
nch'essi sono esauditi.
a Suor Caterina Paglias-
d i Dio per interessi
via da tenere. Nel
doveva effettuare quanto egli mi aveva
rgevano difficoltà quasi insormontabili.
ice sulla tomba del compianto Don Rua,
i mi avete consigliato bene, gli dissi, maio non posso effet-
re il vostro consiglio, aiutatemi nella presente circostanza,,.
vai i miei parenti, ed in poche parole
tutto si conchiuse felicemente la stessa
l'intercessione del Venera-
Tadini, Pievano di Roccapietra
29 dicembre 1924ci comu$cava:

34.7 Page 337

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662
. V I I - Sempre con Don Bosco
« 11 29 febbraio 1912 moriva cristianamente nella
parrocchia un tale,
religiosi. Chi fu ad
cohtteendeareprlaimsauaavceovnaverrisfiiuotnaet?o...i
con
Ecco
spiegazione che il sottoscritto può dare, anche sotto il v
colo del giuramento.
)> Qualche giorno prima della morte di detto parrocchi
io mi ero recato a Torino. E, come al solito, mi ero reca
per mia devozione al Santuario di Maria Ausiliatrice. Di
sono andato a Valsalice a pregar sulla tomba del Venerab'
Don Bosco. Quand'ecco per la prima volta i miei o
travedono il loculo della tomba del Servo di Dio D
Allora ecco quale fu la mia spontanea preghiera: "
Servo di Dio, ricordatevi che io v i ho pagato il 6kZiett
via* da Novara a Crusinallo,.ed ora ne voglio essere
con m a grazia... Vogliate ottenere la conversione di q
parrocchiano, che d in pericolo di morte, e che finora h
iato i Samamenti,,. Pregai con tanta fiducia che avev
lagrime agli occhi; e tornato a casa qual fu la mia merav
... nel sentire che nella stessa ora l'ammalato si era confessa
e aveva ricevuto i SS. Sacramenti! Così Don Rua
aveva proprio pagato del biglietto che io avevo pagato a
e al suo seguito, nella gita che egli aveva fatto a Crusina
neli'anno r9oo; ricordo che con Don Rua allora viaggiava
Monsignor Fagnano e Don Cane. Fortunati coloro
beneficano i Santi, perchè riceveranno il centuplo di qu
che hanno dato! n.
Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice ricorrono al Se
di Dio anche in casi di gravi malattie degli allievi, info
dendo in questi la stessa fede con effetti meravigliosi.
Suor Felicina Ravazza, il 23 febbraio 1912 inviava
Biella questa dichiarazione: <(Nel dicembre 191I, accasc'
già da pene non lievi per l'inizio .dell'opera nostra qui
Convitto Calliano, mi si ammalò di polmonite una conv
trite diciottenne. La febbre persistente a 40 gradi, le
quenti espettorazioni di sangue, il dolore continuo, {u
faceva temere di disperare. Fu chiamata di urgenza la
ma, e intanto il medico impose che l'ammalata fosse tr
tata all'ospedale civico, perchh, per la qualità del male,
V I - In benedizione
assolutamente tenersi a contatto colle altre convit-
si amaro frangente, consigliai la giovinetta a rac-
andarsi a Don Rua, e pregammo noi pure con viva fede,
ettendo di pubblicare la grazia. L'inferma fu portata
&]e. Prima di partire le fu misurata la febbre, sem-
400; giunta all'ospedale, le fu misurata ripetutamente,
grande stupore di tutti e dello stesso medico, la febbre
ssata affatto. Don Rua ci aveva pienamente esaudite;
o sei giorni l'inferma ritornò al Convitto perfettamente
a, e tuttora pare il ritrattodella salute. Tutte, suore,
agne e la mamma, rendono vive grazie a Don Rua per
acolosa guarigione >>.
1 1925 una grave malattia agli occhi, che valenti spe-
i dichiararono incurabile, faceva strage neil'Istitut0
rfani di Guerra)),diretto dalle Figlie di Maria Ausilia-
ice a Sassi (Torino). Un buon numero di alunni, affetti
male, fu rinviato alle famiglie, altri vennero trasportati
Ospedale, e si pensava di ordinare la chiusura dell'Isti-
per trasformarlo in casa di cura per tracomatosi. I n
giorni d'angoscia, e tra le continue visite igieniche, la
ttrice, Suor Giuseppina Borghino, ebbe l'ispirazione di
lgersi al Servo di Dio, e -con tutta la conlunità lo pregò
iena fiducia nella sua protezione. I1 g novembre venne
'uta da un oculista speciale l'analisi e la dichiarazione
tiva, ed in quel giorno neppure>uno degli orfani fu
rata affetto dai vari sintomi del male, e precisamente
coma. Piena di riconoscenza, insieme con la relazione
a grazia fa direttrice inviava un'offerta per la Beatifica-
del Servo di Dio.
ell'Oratorio di Valdocco l'anno 1928 si videro due casi
19 febbraio, Enrico Schiavi, alunno artigiano, cadde
lato e dopo due giorni che si trovava a letto in infer-
, il dottore 10 dichiarò colto da grave polmonite doppia.
rzo giorno gli crebbe la febbre che raggiunse d'un tratto
radi e aumenti, ancora fino a 40 e sei centigradi, e in
stato perdette l'uso dei sensi, e spesso vaneggiava.
dico e lo stesso dottor Battistini, chiamato a consulto,

34.8 Page 338

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664
VII - Semp~ec m D a Bosco
dichiararono concordi che v'era più da temere che da sp
rare, anzi dissero apertamente che per loro conto
pevano più a quali mezzi ricorrere per arrestare il ma
quindi la fine del povero giovane era imminente. Si telefon
al padre, che corse subito a Torino; e lui presente, siccome
ogni mezzo era inutile, nei momenti in cui dava segno di
capire, gli fu consigliato di cominciare una novena al s
di Dio Don Michele Rua implorando da lui la guarigi
11 babbo incominciò lui pure la novena con fervo
il Secondo e ii terzo giorno, con meraviglia di tutti, dei
e dei superiori, la febbre che passava sempre i 40
e continuò a diminuire, e il quinto giorno era i
scomparsa, e la guarigione fu pronta e completa.
Pochi giorni dopo cadde ammalato un altro alu
Battista BoRelli, studente, affetto egli pure da palmo
il quale, dopo due giorni, perdette l'uso dei sensi. 11 no
giorno venne raccomandato al caro e venerato Don R
e gli fu posta una reliquia del Servo di Dio sotto il capezza
Era la domenica 11 marzo. Quella sera fu ra
alle preghiere dei compagni cui si annunziava che all'i
domani si sarebbe cercato di fargli ricevere il SS. Viatic
11'ragazzo infermo, appena udi il nome di Don Rua,
ricordò della guarigione dello Schiavi, e si sentì pieno
una grande confidenza nella potenza e nella b
di Dio. 11 22 marzo dece la S. Comunione, e subito dop
ecco che i suoi occhi cominciano di nuovo a vedere, rito
nasce presenti, la febbre era cessata in quell'istante. s
rimise egli pure interamente, grato al santo successore d
Don Bosco, ((che continuo - diceva - a pregare tutti
giorni, affinchè mi protegga e mi benedica,.
Si è più volte accennato nella vita del Servo di Di
alla facilità con cui egli otteneva, secondo il b
gia o il sereno; ed altrettanto ora ottiene
volge con fede.
<( 11 7 ottobre 1922 - dichiara Suor ivaria Appendin
direttrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Diano d ' ~ l b
e yarciprete Vicario Foraneo Mons. Giuseppe Falletti at-
testa essere la dichiarazione conforme a verità in tutti i par
- VI i 7 2 benedizione
'665
lari - i muratori avevano tolto il tetto del vecchio fab-
istituto nostro, per innalzarlo al livello del nuovo,
stavano erigendo. Nella notte seguente una pioggia
venne a visitarci e a cadere, com'era naturale,
casa scoperta, e in poche ore riusci a passare il soffitto
a goccia a goccia nelle camere sottostanti. Al
operai fecero ciò che l'esperienza loro suggeriva,
con poco vantaggio. Nelle stanze del secondo e primo
ano la pioggia cadeva come all'aperto, rovinando mobili,
e minacciando perfino la cappella, mentre il cielo
se ancor moit'acqua da mandar giù. Prevedendo
minenti disastrose conseguenze, entrai in cappella con tutte
suore e cominciai con esse una novena al sig. Don Rua
ottenere il bel tempo e promisi di pubblicare la grazia
i fare un'offerta per la sua Beatif.icOazhiopnreo,dsigeiot!raAttepnpeevnaa
ebbia e un'ora dopo il
e gli operai ripresero i
che rese più evidente
da parecchi giorni nuvo-
posa deli'ultima tegola. I
dai ponti e la pioggia co-
er ottenere il bel tempo, o
ontinuare ininterrottamente
nostre feste giubilari, che si svolsero dal
12 novembre. Anche in ciò fummo esaudite. Vi furono
gerelle, ma sempre durante il riposo festivo, ci06 dalla
del sabato al lunedì. Con infinita riconoscenza ringra-
re che dal cielo ci esaudisce e continua
e Suor Clelia Guglielminotti -
to Unione Manifatture di Intra
la volta di Torino, in pellegri-
Santuario di Maria Ausiliatrice, e la pioggia che da
notte cadeva torremialmente continuava violenta
dere dubbia la partenza di quelle giovinette ansiose
ove il desiderio le chiamava. Con tutto lo slancio

34.9 Page 339

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666
V I 1 - Sempre con Don Bosco
della loro sincera e forte pietà invocarono l'aiuto di Don
e con tanta fede pregarono, che ad un tratto, proprio
l'ora fissata per muoversi di casa, dall'anima ingenua
prima convittrice che iniziava la lunga fila usci
spontaneo: "Ah! quanto è buono Don Rm! non piove pz
Era cessata la pioggia, e quelle care figliuole poterono
piere il loro pellegrinaggio senza il più piccolo disagio, as
stite sensibilmente da una grande protezione; la quale
rivela più accentuata considerando che, appena rientrat
Convitto,.cadde una pioggia violenta, quasi a dire la b
del Padre per le sue figlie.
Un'altra volta Don Rua fece sentire la sua protezi
dal cielo sulle giovani del Convitto-di Intra.
n Avevano passato con le loro suore una giornata di s
sull'alto colle di Premeno, spingendosi ancora più in
per godere diquelle aure che nelle afose giornate di
sono un vero ristoro. Mentre la giovane brigata go
la più serena letizia, questa fu turbata dalla pioggia,
cadeva piano piano. Senz'altro si prese la via del ritorno
Premeno, e con passo affrettato si diressero verso la parro
chia ove rifugiarsi, perchè la pioggia s'era fatta via
Dalle ore 15 cominciò a piovere, nè dava segno di ce
L'ora si faceva tarda, si doveva percorrere ancora
cammino prima di giungere ad Intra, bisognava
risolversi di mettersi in viaggio, malgrado la forte piog
e la comitiva sprovvista di ombrelli. Quante volte si a
supplice a Don :~Ruala preghiera perchè volesse otten
da Dio che cessasse il temporale! e si era deci
se il tempo si manteneva così, la comitiva avrebbe
la pioggia a qualunque costo... Ma Don Rua non v
tire il suo potere d'impetrazione! Scoccavano le 18, e, ra
... damente cessata la pioggia, apparve lontano suil'orizzonte
fascio di raggi solari! Oh! grandezza di Dio, tanto buo
nei suoi santi! e.
Numerose sono le testimonianze che abbiam raccolte
riguardo, ma ci limitiamo alle esposte, perchè i
san tutte uguali; o il sole, quando piove e si vuole il seren
o la pioggia a tempo opportuno, si ottiene facilmente
- V I In benedizione
667
. Ma non mancano altri fatti
re, sempre delicatamente sebbene in forma
il suo intervento.
1906-07 quando il Servo di Dio fu a visitare
a ad Intra, nella casa che abitavano in via
a Guglielminotti gli pre-
e benedicesse. Egli guardò,
dicendo: "Quanto mi fate
!,,. E lungamente stette in preghiera,
eva dire con quella frase? quello che
e in ugual maniera in simili circostanze: che avrebbe
edetta a una a una quelle medaglie in modo che le bene-
ioni del Signore fossero discese su'tutti quelli che le
ebbero ricevute, solito com'era a far con perfezione ogni
a. E i fatti lo mostrarono. Scrive Suor Clelia:
ie benedette da Don Rua
da polmonite doppia con
dell'anno 1924. Chiamata,
ai meco la medaglia, glie la feci ba-
ul guanciale. Tornata in convitto e
usasca, lo pregai di recarsi dall'am-
iede 1s benedizione di Maria Ausi-
o. Intanto l'ammalato si fece con-
cuore. Applicarla e sentir
i1 male fu un atto solo;
.
adonna mi ha portato via-
inciò a star meglio, e andò
stupore del dottore, che il giorno
Pietro di Giacomo, dell'età
anno, fu colpito da forte febbre miicciando bronco-
onite. Alla sera il medico dichiarò il bambino gravis-
o; la febbre era salita a 42 gradi circa. I1 padre del pic-
o morente venne per raccomandarlo alle nostre preghiere,
benedetta da Don Rua, di-
agli d'aver fede. Alle undici di sera il padre mise la
questi s'addormentò e non
stupore di tutti, dei genitori

34.10 Page 340

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668
- V I 1 Sempre con Don Bosco
e di quanti curavano il bambino, il dottore disse non esse
più traccia del male. Ora è sano e vegeto, e il padre attes
che riebbe la vita dopo l'imposizione della medaglia)).
Un altro caso singolare!
<t Fin dal 1901 - dichiara Suor Maria Tittoni -
, colta da forte malattia; ebbi crisi lunghe e penose, e pare
chie volte mi fu annunziata prossima la fine di questa mise
vita. Ma ogni qual volta la malattia si accentuava, ebbi
fortuna di ricevere la Benedizione di Maria SS. Ausiliatri
dal rev.mo Superiore Don Rua, dopo la quale o tosto o tar
riprendevo novello vigore.
Quando il venerato Superiore volò al cielo, ero nu
vamente esausta; il dottore mi disse chiaro che non era po
sibile che mi ristabilissi attese le condizioni generali dell'o
ganismo, ed io lo credevo, tanto 'più che pensavo di
poter più ricevere la prodigiosa benedizione. Le re
superiore non lasciarono nulla d'intentato, ma i rime
umani non giovavauo ad altro che ad alimentare la sfidu
ed a prolungare un'esistenza fra pene e dolori.
)) Nel gennaio 1912 ero ridotta a tale stato deplorev
che lo stesso dottore non sapeva più che rimedio da
avendo esaurito t u t t i i rimedi che la scienza suggerisce
simili casi. I1 polmone sinistro era tutto ammalato, il dest
g& intaccato, i1 cuore pure ammalato, febbre e tosse qu
continue, ed oltre a ciò una malinconia profonda che n
mi lasciava nemmeno gustare le affettuose e materne C
delle carissime superiore e consorelle. Continuai in t
stato fino ai primi di giugno, nel qual tempo feci un sogno.
"Mi sembrò di entrare in una stanza ove erano radunate
veneratissime superiore col rev.mo signor Don Rua
altri superiori salesiani. avanzai timida, ma la rev.m
Madre Generale, scorgendomi, mi animò con bontà ma
teina ad awicinarmi, e presentandomi al rev.mo sig. Don
Rua, lo pregò di darmi una benedizione per la mia salut
I1 buon Padre richiese il mio nome e poi, rivolgendosi al
rev.ma Madre, le disse: - Bene, bene, non infastiditevi
per questa ci penso io!... - indi prese commiato cogli alt
superiori, ed io nii svegliai,,.
V I - I n bezedizione
Non diedi subito importanza al sogno, ma di li a qualche
, essendomi soprawenuta una nuova e più impor-
te crisi, credetti che Don Rua pensasse di portarmi in
adiso! Quel pensiero mi sollevò e, mentre le consorelle
ano penatissime per me, io sola ero tranquilla e attendevo
mia ora. Senonchè dopo alcun tempo mi riebbi, ritornò
ppetito che da oltre undici anni non avevo più, e con esso
forze per poter adempiere al mio ufficio.
Le rev.me Superiore, stupite dal rapido e insperato
'amento, vollero nuovamente consultare il dottore.
i non poteva credere a sè stesso, e mi chiese con insi-
enza qual cura avessi fatta per poterla utilizzare a bene-
io di tanti altri ammalati, e rimase ancora più stupito al
ntire che da molto tempo non prendevo più alcun ri-
edio... Io sono guarita! perfettamente guarita! A chi debbo
tribuire la guarigione, se non alla potenza della benedi-
one del Venerato Superiore che ha detto chiaro: per questa
penso io?... Grazie! buon Padre, della tua potente inter-
ssione, e grazie altresì per tanti altri favori che mi hai con-
sso a me ed alla casa. Continua, te ne prego, a pensare.
me, affinchè possa utilizzare la salute riacquistata, e fare
tto quel bene che Iddio aspetta dal mio lavoro e in fine
aggiungere con T e la beata felicità)).
Noi pure il dì innanzi che il Servo di Dio partisse per
ternità, gli facevamo benedire alcune medaglie che rite-
mmo preziose e dèmmo poi come caro ricordo a chi non
eva potuto esser presente alla sua scomparsa. Nel 1925
ne avevamo ancora qualcuna, ed essendo stati chiamati al
letto di un caro giovane, Olivio Tuninetti, colto da vari mali
che pareva l'avessero ridotto in fin di vita, nonostante le
sidue visite e cure mediche e l'affannosa vigilanza dei fa-
iliari, ci venne il pensiero di raccomandarlo a Don Rua,
er accendere nell'animo suo e dei suoi la confidenza nella
intercessione, gli porgemmo una di quelle medaglie,
cendo che era assai preziosa perchè benedetta dal santo
ccessore di Don Bosco il giorno avanti la sua morte. I1
on giovane la baciò e se la mise al collo, e i suoi incomin-
iarono la -novena che soleva raccomandare Don Bosco ag-

35 Pages 341-350

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35.1 Page 341

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670
VII.- Sempre con Don Bosco
giungendo un Pater ed Ave al Servo di Dio, e quel medesi
giorno con stupore di tutti scomparve ogni male e il ca
Olivio era pienamente guarito!
Ed ecco altri fatti particolarmente espressivi.
Giulia Carena ved. Cargnino ci fece a voce e per iscrit
tra l'altre, questa dichiarazione: {(Mi trovai per circa C
que anni paralitica nell'ospedale del Cottolengo, e più
v'era alcuna della mia guarigione, ma benchè data spe
dai più rinomati dottori, confidava nella carità del
Don Rua, come quand'era vivo, anche dopo morte; la
fede era incrollabile, e, sebbene immeritevolissi
dono di Dio, superava la mia indegnità. Dunque, ved
spedita da tutti, ne gioii: così, diceva, si vedrà meglio
potenza di Dio nei suoi Santi: Tutte le notti sp
atroci dolori in tutto il corpo, quando un giorno non pot
done più, feci sapere a Don Rua, che si trovava già infer
che desiderava che venisse a trovarmi per essere
Ed egli subito mi fece dire che con suo rincr
poteva più camminare, avendo le gambe piagate, ma
rzierbava di venire a suo tempo! Capii, epperciò mi qu'
e poco dopo awenne il suo decesso. Alla sua sepoltura tu
correvano a vederla, persino le ammalate! quelle C
vano alzarsi, si attaccavano alle sbarre delle finestre
... vedere e udire la flebile musica che accompagnava la v
rata salma Io piangevo con grande amaritudine per la
dita fatta del mio unico sacro consigliere e direttore
l'anima mia, ed anche per non poter vede
musica per essere pienamente sordastra. Ma che
prowiso sento una voce interna che mi dice: " Non piung
poverina, voglio che anche tu oda la muszUSZcchae mi fanno.
Ed odo chiaramente la monotona e melanconica musica, C
però mi straziava il cuore, perchè io l'amava qual vero
direttore spirituale. Di poi fra la mezzanotte (la notte
al g aprile) perchè io sempre lo chiamavo frammezzo a
aspri dolori, odo la sua voce soave, accompagnata da una
granza d'odori paradisiaci, che m'inebriarono tutta, e
disse queste testuali parole: " Mia jìglia, eccomi a te, non
potuto venir da vivo, perchè infermo, e son venuto ora. Co
.-
VI - In benedizime
6 ji
Dio; patisci ancora
tori, e dopo ne sarai
, e spera senza inter-
Poco tempo dopo
orpo si rianimava, le
ue suore Vincemine
no discendere giù dal
e una bimba. I1 dottore Osanna, ora
efunto, ne restò sbalordito e nell'istesso tempo ne gioiva,
queste parole: "Sembra una bambina
ino - nascondeva per
e virtù, specialmente
enza indefinita che era in lui; tutto vedeva, tutto sapeva,
un semplice prete. Tutte le volte
sempre esaudita. Don Rua presto
i altari. Quando mi risponde in .
o da un soave odor pa-
gli occhi corporali, ma
i lo sento a parlare, e la sua voce sembra uno strumento
cale ed odoroso. Viva Don Rua, viva Don Rua, il mio
La. signorina Fede Maria Mollo residente in Torino,
da etisia con profondissimalesione al pol-
dichiarata spedita dai migliori specialisti,
si sentiva male più del solito e le pareva
e giunta agli estremi, tutto ad un tratto si assopi; ed
che senza aver pregato, invocato il Servo di Dio,
on perchè, ella dice, non avessijìducia nel suo aiuto, ma per-
sopimento vide entrare
a stanza e al vederlo gli disse: "Oh, Don
on Rua, tutto calmo, si awicinò al letto,
, tu non morraZ; hai ancora molte altre
queste parole l'ammalata si svegliò, e
febbre prese a diminuire, e si rimise
in forze, che potè recarsi in pellegrinaggio a Lourdes,
alla processione del SS. Sacramento, al momento della
nedizione, ella si senti guarita pienamente, convinta di

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672
V I I - Sempre con Don Bosco
dovere la guarigioneall'intercessione di Don Rua. To
da Lourdes, si sottopose ai raggi, e si constatò che la le
era chiusa; ed ormai sono passati 19 anni, e va avanti tr
quillamente.
Una pia giovinetta della famiglia Provera, parente
Provera di Mirabello Monferrato, con i quali il Servo
Dio aveva avuto relazione quando fu direttore del pr'
collegio salesiano iniziato in quel paese, da sei mes'
un così forte mal di gambe, che a stento poteva
Trovando inutile ogni cura, ricorse all'intercessione
Rua, e pregò tanto per mesi, dicendo ogni giorno 7 Pa
Ave e Gloria. I1 7 agosto 1916, alle 3 pomeridiane, la pove
giovane scendeva a stento le scale dal quarto al seco
piano, dopo una visita fatta ad una parente, quando, li s
scala, ode d'improwiso distintamente queste parole: ''
gambe ti songuarite; io sono Don Rua, che tu pregasti tanto
Si guardò attorno e non vide nessuno; ma con somma C
tentezza da quel momento si trovò le gambe perfettame
guarite. Questo fatto ci venne riferito, circa un anno do
nel maggio 1917, da Frate1 Norberto delle Scuole Cristi
che l'aveva appreso dalla graziata e dalla famiglia; e lo . s
timmo noi pure circa un anno dopo dal fratello della g
ziata che ci ripeteva, come la sorella dal momento che se
la voce di Don Rua non aveva più sofferto alle ga
alcun male.
Nel 1921 la sera della domenica 4 settembre aveva
appena cominciati gli esercizi a Valsalice, quando d'urge
fummo chiamati'al letto d'un ammalato, abitante in C
Vigevano. Era dopo cena; e prima d'uscire di casa, facem
una visita alla tomba del Servo di Dio per raccomandar
l'ammalato, che poi guarì, e ci recammo in corso Vigevan
Di là, essendo già tardi, ci parve più conveniente di and
a dormire all'oratorio di Valdocco. Erano circa le dieci
sera ed essendo la via Cigna ingombra per i lavori del nuo
livello che si dava alla ferrovia di Torino-Ciriè-Lanzo,
eravamo awiati verso la stazione Dora per passare in cor
Principe Oddone, quando ci sentimmo decisi, per far p
presto, di attraversare una via trasversale, persuasi che
V I - In benedisime
unto lo scavo della via fosse già coperto
a saperlo, venimmo giù per via Piossasco. C'era una
da luna, e camminavamo in fretta raccomandando
,ocdhie
Dio il caro ammalato, quando giunti all'orlo del
in quel punto è profondo oltre cinque metri e
emmo noi pure il muro nuovo della parete che ci rima-
di fronte, ma un'illusione ottica ce lo fece credere il
o della vòlta, d'un tratto sentimmo come una voce, che
fece udire non solo all'orecchio ma a tutti i sensi, e ci
chiaro e forte: "Guarda dove metti il piede!,,. Ci fer-
os..u. llU'isntanbtreiviedoc!i...treovuanmmsuodocronfr-emddezozoci
piede già
si diffuse
tutta la persona, e col cuore pieno di riconoscenza al
o di Dio, perchè era troppo evidente la gravità dell'im-
ente pericolo, tanto più in quell'ora e in quel luogo de-
tornammo indietro recandoci all'oratorio per corso -
ipe Oddone e via Cottolengo, e la mattina dopo era-
per tempo a Valsalice a
la tomba del Servo di
Dceiole!.b.r.are,
in
ringraziamento,
aria Fogliano, confondatrice di un pio istituto in To-
, che ((nutriva per Don Rua una grande, grandzisima,
cibile ammirazione ci fece e ripetè questo racconto per
<( Egli viene a morire; e tutti, i buoni e i cattivi l'accla-
O Santo. Chi abbisogna di grazie, e le domanda al cielo
sua intercessione, subito le ottiene.
)>Siccomegemevo sotto una prova, mandata da Dio di-
amente, enon potevo prevedere quando 'fosse per finire,
decido a raccomandarmi alla valida sua intercessione.
uniformarmi al comando di S. Chiesa, che non per-
altro che preghiere di suffragio ai defunti non cano-
i, faccio celebrare una S. Messa (il 4 agosto 1910) in
ziamento all'Altissimo, per le. grazie concesse, nella
ontà e misericordia, alle anime elette di S. Francesco
e di Don Michele Rua, afiinchè questi mi ottenga
io, che se la prova, negli imperscrutabili divini decreti,
e ancora durare, me ne dia almeno un segno, anche con
fatto qualsiasi, o un incoraggiamento; e questo I'atten-
- Vifndel Snrvo di Dio Michele Rwa. Vol. 111.

35.3 Page 343

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674
- VI1 Sempre con Don Bosco
devo per il domani, festa della Madonna della Neve (5
agosto). Al mattino di questo bel giorno sento la Messa,
faccio la S. Comunione, poi cerco rassegnarmi pensando:
"Anche quest'oggi passerà senza ch'io ne sappia nulla,,. Nes-
suno sapeva di questa mia intenzione, o mio desiderio.
appena formato questo pensiero, ecco ven
carissima consorella (un'anima ferventissi
briella, d'una fede illimitata, una vera co
defunta) la quale mi dice: "Gesh nella S
ispirata di riferirlo queste parole,,. Per non errare
scrivere di suo pugno, e qui le trascrivo: "Può un
semplice favore, troncare o diminuire le sue mire2
tenere nascosto il mio lavoro, ma la creazione a suo
sarà di tale splendore che in un battere d'occhio
pura mia Divinità, tanto nella perfezione
casa. La profondità delle fondamenta
gigantesca all'opera...,,.
)) lo
pih che a sufficenza; capii chiaramente che
prova doveva ancora durare, e mi rassegnai ad aspettar
Difatti la prova durò ancora per lo spazio di due anni... )).
Don Leone G+siorowski, di Biskupice in
luglio 1925 , dichiarava quanto segue:
<t Prima che scoppiasse la guerra mondiale condussi
Lourdes una mia nipote di nome Colomba, la quale da cir
tre anni era affetta da paralisi e dichiarata
incurabile. Di ritorno da Lourdes senza aver ottenuto
guarigione dell'inferma, ci fermam
Torino in Valdoc,co: io, ospite deli'
mia nipote presso le Figlie di Maria
ciai una novena di messe all'altare di Mar
implorando la guarigione della nipote per l'intercessione
Veri. Don Bosco. Quand'ecco, il 60 giorno del
vandomi a recitare il breviario nel coro del Santuario di
Ausiliatrice, veggo ad occhi aperti comparire
don Rua, dalla parte opposta dalla s
da due giovinotti, si awicina a me
» - Colomba non sarà adesso guarita, ma sarà m
per essa; noi pregheremo te!
VI - In benedizione '
675
- Morrà?... chiesi io; sarà meglio per essa?
- Non morrà subito, rispose Don Rua, ma per essa
sarà meglio; noi pregheremo per te!
)) - Non Pregate per me, insistetti io, ma per Colomba.
9 Don Rua rispose ancora: - Colomba dopo un anno!,..
))Io non capiva bene che cosa fosse: "dopo un anno,,.
Credevo che dopo un anno sarebbe guarita. Don Rua par-
lava ancora, ma io non lo capiva più, ripetè infine:
- )> Pregheremo per te.
Dopo questo colloquio, seguito dai due giovinotti,
s'awiò verso la sacrestia ed io lo seguivo; ma egli mi fece
segno di restare in coro e ripetè: - Pregheremo per te.
Terminai la novena, senza ottenere la grazia desiderata.
itornai in patria col proposito di andare dopo un anno
eantveolaavaLoaulrdCeise,lom!..a. propriamente dopo un anno
co ora, sebbene in ritardo, questo fatto, peich&
dicono che può giovare per il Processo Informativo del-
rdinario, ora iniziatosi sul Servo di Dione
Chiudiamo la rassegna di questi fatti cui & legata la
ta memoria di Don Rua, con questi particolari che ap-
m0 dal labbro del venerando Don Luigi Orione,
della Piccola Opera della Divina Provvidenza.
Alunno dell'oratorio negli ultimi anni della vita di Don
e n e i primi del Rettorato del Servo di Dio, fu te-
ente amato dall'uno e dall'altro, ed avrebbe voluto
ano, ma il Signore lo chiamava ad iniziare un'altra
cietà che compie già un gran bene nella Chiesa. I1 ricordo
i nostri primi Padri & indelebile e fattivo nel suo cuore, e
!.1..SUqOuilnadbibraoncèheil
monito: "Don
noi dobbiamo
Bosco
fare e
faceva così,
diFe tosi,,.
o l'immane disastro di Messina, egli si trovava come
nerale in quell'archidiocesi; e quando seppe che
0 Don Rua era gravemente ammalato, telegrafò per sa-
se avrebbe potuto vederlo e parlargli. Gli fu risposto
ne a Torino, e gli parlò; e Don Rua poco dopo
ma quella non fu l'ultima volta che egli vide il Servo

35.4 Page 344

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Nell'estate di quell'anno era pieno di gravi preoccu-
pazioni, ed avrebbe desiderato una parola di consiglio, di
conforto. Un giorno che ne sentiva maggior bisogno, uscit
dall'uflicio verso l'una e mezzo, mentre camminava su
viale di S. Martino per recarsi a casa, vide il Servo di Dio
avanti a che camminava spedito, vestito di cotta... Subito
lo riconobbe; non poteva essere un'illusione, affrettò il passo
e gli fu di fianco. I1 Servo di Dio lo fissò paternamente, come
soleva quand'era in vita, e con queIlo sguardo buono, p-:
terno, pieno di un'espressione viva e dolcissima, senz'aprir
bocca, senza proferir parola, gli disse tutto quello che avev
bisogno di sentire, e sorridendogli affettuosamente scomparve.
Fu tale il conforto che n'ebbe, che si sentì internamente
tranquillo e confortato... e pieno di riconoscenza continua
ad invocarlo ogni volta che ne sente il bisogno.
Potremmo aggiungere altri particolari che abbiamo ap-
preso in intima confidenza dal labbro di Don Orione, ma
avendo promesso di non farne parola..., ci limitiamo per
ora a dichiarare che l'esposto è come l'udimmo ripetuta-
mente da lui.
Iddio è ammirabile nei suoi Santi! I1 soprannatu
abbonda nella vita del Servo di Dio, e continua a mam
starsi in modo singolare anche dopo la sua scomparsa. Quan
ricorrono a Lui vengono esauditi, benchè molte volte v
si scorga un po' di quel suo nascondimento e di quel
l'umiltà, che faceva ripetere a Don BOSCO: "Don Rua, se vo
lesse, potrebbe f a r miracoli! ,,.
Abbiamo fede, adunque: nelle nostre necessità spiritua
e temporali ricorriamo a lui fiduciosamente, e vedremo
prodigi!
..
- V I I Verso l'apoteosi
VI1
VERSO L'APOTEOSI
lla sua morte comincid un inno di lodi che continua ancora! :Anche
Don Bosco par che volesse, coll'abbellimento della w a tomba, acco-
- gliere a festa il discepolo prediletto! Quando Don Rua fu sepolto
..- accanto a lui, ancora il corpo del Santo era quasi intatto!. Si
abbellisce anche la tomba del Servo di Dio con un mausoleo del conte
Galaterie un grazioso altare, con solenne inaugurazione nel 1916.
- La decorazionecompleta della cappella dà luogo ad un'altra ce-
rimonia, semplice e severa, ii I O aprile 1921.- Una bella lapide posta
dalla Società giovanile Michele Rua. - Son molti che vanno a pregare
sulla tomba del Servo di Dio, e quanti si recano a vtsitare Don
Bosco passano anche a visitare Don Rua. -Durante gli esercixi spi-
rituali i confratelli son unanimi nel render omqgio al secondo Padre.
- Nel 1915 appena sidzjfuse la notizia si volevano iniziar le pra-
.tiche per il Processo dell'Ordinariosulla fama &santità, vita, virtù
e mimoli del Servo di Dio, fu un coro imponente di apprBvazioni ed
- incoraggiamenti ad affrettarne le pratiche. n Che gaudio per me,
scriveva il Card. Ma$, se tra pochi anni potessi ritornare a Torino
per tributare ad altri, quello che mi fu già grazia fare per ilVenerabile
Don Bosco! >->I.l desiderio di veder iniziato il Processo era vivksim
ih quanti l'avevano conosciuto. - B Oh! si, laudemus viros gloriosos
... et parentes nostros i n generatione sual I); -<iAnche Don Rua si
acquistò meritamenteinvita la fama di santità ed era santo in realtà s.
<r Ricordo che tutti, all'Oratorio, si aveva per lui una vera venera-
zione...I). - Quanti lo conobbero intimamente e quanti lo videro anche
solo poche volte, tutti ne riportarono la convinzioneche era un santo!
- < I o lo tenni sempre, e ten.go,.per l'uomo che, dopo Don Bosco bene-
detto, più di ognialtra persona, fra quanti ebbi lafortuna di conoscere

35.5 Page 345

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678
- Sempre con Do'n Bosco
e di avvicinave, incarnasse veramente nel miospirito reideale
santità untana 9. - Dalla sua glorifica~iod~ehwà del gran
alEeanime (( specialmente dei sacerdoti pel
esemplare
sarà dato di ecopiare))-.Nel ~ g zszk&iava il processo~~f~~~~
e 1927 se ne trasmettevano g ~~i t talila sacrcamgregaZione
Riti. - Nel 1931 vennero raccolti gli scritti, e nel
Processicolo de non cultu. - Nelpattesa del giudizio della Ch
a noi non resta che pregare!... e rendere eficacela preghiwa
pimmztaziondeelle sue vi&.
trascorsi ventiquattro anni dacchè il S
ha lasciati e la sua memoria è sempre in benedizione,
iniziati e si stanno svolgendo gli atti processuali
elevarlo all'onore degli altari.
Che splenda presto quel giorno!...
Noi non vogliamo nè intendiamo preveni
Chiesa, ma vorremmo poter ripetere ciò
stino dice dei Martiri, perchè anche i1 nostro gran servo
Dio fu* come abbiamo accennato, sotto varj aspetti
martire:
('Essi godono in &lo cogli angeli e non hanno
gno dei nostri festeggiamenti; essi godranno co
mreremo, ma
Signor Gesù
Cserilsitoim!..i.terpeemrcoht)è.
Così daremo
« c m e so
Per noi, così, imitandolo, i martiri diedero
fratelli, ed irrigarono col loro sangue la terra,
siamo
tanta
du?Pe
copia e
il frutto
fecondità
delle loro
fdaiticphoep..o.la~zimi
~
~
i
~
~
i lorocorpi>Come se fossero stati delle vesti, ,quandosi
in Germalemme Pait~lZoche portava il Senore.
tagzi~sz'modei rami dagli alberi, cog&mo almeno
Scrittura degli inni dz'.lode da intonare come m a n ~ t a z z
del gaudio comune... ».
Noi Pure,
gran Servo di
dinanzi
Dio, ci
allo splendore delle
sentiamo incapaci di
sciogliedrie
iql
tic0 che meriterebbero, e ci limitiamo come i pu& ~~b~~
ad agitare festevoimente i rami delle palme che creb
attorno al suo sepolcro, e a gridare: Viva!.,,
VII - Verso I'apoteoi
679
a sua morte si elevò un inno sublime, e ne abbiam
la parte migliore.
re a Don Rua, si può dire, fu Don
7 nessun abbellimento, nessun lavoro,
cessari per la manutenzione delle pareti nelle
fu chiuso
scalone che saliva dal cortile inferiore
rtile superiore di Valsalice, dove si scavò la sua tomba.
e precisamente uno scalone fu il luog* dove venne se-
fu tumuiata al piano della prima ram-
lringresso anche per comodità dei visitatori,
cima, a livello del cortile superiore, fu eretta la cappella
bel17affrescodel Rollini, la deposizione di Gesù dalla
e nelle braccia dell'addolorata sua Madre. appena
il Decreto della Sacra Congregazione dei Riti Per
uzionedeua sua Causa di Beatificazione e ~anonizza-
salice, con a capo Don Marocco,
togliere alla tomba .ogni segno fune-
o che esprimesse la gioia che a tutti
re. S3iniziaronoi lavori mercè l'affettuoso
e$ane, delle Figlie di Niaria Ami-
Cooperatori e Cooperatrici, e proprio'
1 19x0 si -portavano a compimento, come
esse voluto abbellire la sua tomba Per ac-
olo prediletto, il fedelissimo imitatore, il
arabile amplificatore del1'Opera sua!.-.
o fedele fu posto accanto al Padre, la salma
uesti era ancora in condizioni meravigliose. Basta iicorh
t t ve~nne ri~trovat~a nel 1917, quando alla chiusura
o Apostolico ne venne fatta la ricognizione cane-
noi pure presenti, ed ecco come ne dèmmo
nel Bollettino Saleriano:
dal loculo, venne aperta colle dovute cautele la
a racchiudente il corpo del Venerabile, che fu
t. in via di progredita mummificazione. Chi ebbe la
na di vederlo vivo e di rivederlo ora ' perfettamente
i lineamenti inalterati credette quasi di tro-
ua presenza! Solo il color nero, la bocca
vuote, prive di quegli occhi, che aveoano

35.6 Page 346

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- VII Sempre con Don Bosco
sorrko a tanti fanciulli, dicevano chiaro che quella era
fragile spoglia abbandonata dalla grand'anima del nos
buon Padre. Quanti ricordi nel rivedere ancor p
mente conservate quelle mani sacerdotali che si
elevate in tante benedizioni, che da innumerevoli schiere
giovani e adulti erano state coperte di caldi baci, che ta
avevano lavorato per la gloria di Dio e per la salute de
anime! L'Em.0 Card. Cagliero, non appena posò su di
lo sguardo, esclamò con viva commozione:
D - Ecco quelle mani che ho baciate tante volte!...$.
Intatto, quasi, egli parve aspettare chi l'aveva fatto r
vere -per 22 anni!
Nella stessa posa vedemmo collocata nel feretro la sa
veneranda di Don Rua, la quale, come abbiam accenna
fu tumulata nel muro della parete destra della tomba di D
Bosco, e subito si pensò a formare accanto ad essa una C
pella, distinta da quella del Padre. Naturalmente que
aperta di fianco, cosicchè, a prima vista, pare che da
porta sia stata introdotta la salma, mentre essa venne int
dotta nel vuoto del muro da sotto il porticato. Chi entra n
cappella di Don Rua, così modesta da ricordare le cataco
romane, di fronte vede un grazioso altare di marmo,
molti sacerdoti si recano a celebrare la Santa Messa, e
nistra è lo splendido sarcofago, con un altorilievo in
della salma del Servo di Dio, al naturale, vestito di
stola e piviale, pregiato lavoro del conte Annibale
di Genola, che riprodusse egregiamente l'aspetto asc
e ieratico del Servo di Dio; e la salma giace in posizion
posta, sopra il concavo che sovrasta il sarcofago, e pr
mente col capo :dalla parte dell'altare e i piedi verso il co
per cui quei che lo sanno, entrando nella cappella di
Bosco, si fermano a pregare con particolar divozione
ultimi gradini della prima rampata a destra, trovandosi
a contatto con il capo venerato di Don Rua.
Di fronte al sarcofago, cioè nelta parete destra del1
pella, si legge quest'epigrafe, dettata dal pr0f. Don Fran
Cerruti, direttore generale delle Scuole Salesiane:
MICHAELRUA,S U C ~ T~a~uOr iSn k - AEter SU
V f I - Verso E'apoteosi
liae Parem - VenerabilisJoannk Bosco exempla -
tate, sapientia, opere - Aemulatz~s- Hic - In pace
ti quiescit. - Obiit Augustae Taurinorum V I I I idus
MCMX - Aetatis suae a. L X X I I , m. I X ,
1)-
razione del mausoleo si fece il 6 aprile 1916,
o anniversario della morte del Servo di Dio, alla presenza
n gruppo di ammiratori e di devoti. Compì la cerimonia
a benedizione il suo successore Don Albera, il quale vi
la prima messa, indossando una pianeta di seta nera,
ata per la circostanza da S. A. I. e R. la Principessa
ia, che l'aveva fatta eseguire con una ricca veste di sua
e, la pia e santa Principessa Clotilde. Erano presenti
ndaco di Torino- conte Teofilo Rossi colla consorte,
gegner Giuseppe illomo, il conte Galateri ed altri signori,
i e benefattori di Don Rua e dell'opera Salesiana. Don
, com'ebbe terminato il S. Sacnfizio, rievocando le
se figure di Don Bosco e di Don Rua, si diceva lieto
ere le due tombe rallegrate dal vocio dei giovinetti
raccolgono quotidianamente nell'oratorio festivo, ed
ierici dell'annesso Seminario delle Missioni ed agli
i interni che frequentavano le stesse scuole, dava come
a d'ordine il motto:
Hinc sumatk licet exempla vivendi!
sindaco conte Rossi espresse tutta la sua gioia per aver
assistere ad una cerimonia semplice, modesta ed
come la vita del grande onorato, di cui ricordò con
io la conoscenza e l'affetto, e fiero di parlare anche a
della Civica Amministrazione e di tutta Torino elevava
o all'istituzione, in cui sempre rifulsero di opera e
due amori: l'amore di Dio e l'amore della patria, e:
sto tempo d'aspra guerra - concludeva - io levo il
paa$ìca jigura di Don Bosco, che mi rapesenta
di stendere le sue sante mani benedicati! n.
ele Rua Sacerdote Torinese - Secondo padre della Famiglia Salesiana
emulato - con la pieth, con la sapienza e con l'operosità- gli esempi
ovanni Bosco - qui - nella pace di Cristo riposa. - Mori a
prile - IQIO all'eta di anni 72, mesi 9, giorni 27.

35.7 Page 347

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682
VI1 - Sempre con Don Bosco
La completa decorazione delle pareti della cappella fu-
neraria diede luogo ad un'altra funzione semplice e severa,
ma densa d'affetto e di commozione, il IO aprile 1921, la
domenica susseguente il X I o anniversario del Servo di D
I1 tempo triste e la pioggia uggiosa, che da vari giorni i
zuppava le strade, non impedi che centinaia di perso
fluissero alla cerimonia, n&a Don Albera di celebrarvi
Santa Messa, pur essendo amai in tristi condizioni di
Aveva deciso di dare e volle dare al venerato antece
l'ultimo devoto omaggio dell'anima sua. Dopo Messa, l
revole Fino tenne ai presenti, schierati sotto i port
tigui alla cappella, una bella commemorazione di Don
rievocando la commozione che destò la sua morte e lo sp
dore delle virtù cristiane e d sacerdotali che illustrarono
sua vita.
In quell'anno si svolse un'altra cara cerimonia per l'in
gurazione di una lapide marmorea, ad iniziativa della Soc
giovanile ((Michele Rua)) di Torino. La lapide, colloc
contro il muro che si eleva tra le cappelle di Don Bos
e del Servo di Dio, e precisamente nel punto in cui
introdotta nel loculo la salma venerata, ha questa be
iscrizione: x A Don Michele Rua, che per la Fede e per
Carità visse eroico esempio di mistiano lavoro e di
profonda, la Società che del suo nome onora, in jr
unione a tutta la gioventh educata dai Figli di Don
in pegno di imperituro affetto e d'imitazione devota, pzle
memoria pose >>.
Questi lavori, comprese le decorazioni, furono tut
eseguiti mediante generose offerte di ammiratori e devo
del Servo di Dio, la cui memoria sale ogni giorno in
gior fama di santità.
Alla sua tomba, infatti, non solamente Salesiani o Fig
di Maria Ausiliatrice, o loro allievi o allieve, si recano a pr
gare, ma persone d'ogni ceto e condizione sociale
in questo si avverò la parola di Don Bosco, che
Rua in tutto avrebbe fatto con lui a meta; difatti oltre
che si recano a Valsalice principalmente per ren
omaggio al Servo di Dio, anche quelli che vi vanno
VII - V e s o l'apoteosì
sitare Don Bosco, passano quasi tutti a visitare la tomba
E sono anche illustri personaggi, ecclesiastici e laici,
Italia e dell'Estero, Vescovi, Arcivescovi e Cardinali, ed
inenti uomini di stato.
Ogni anno durante i corsi di esercizi spirituali che si
ngono a Valsalice, i confratelli sogliono render a Don Rua
stesso tributo di ammirazione che si rendeva a Don Bo-
no a gara per celebrare d'altare della
cappella funeraria. Uguale venerazione si vide ne1
itolo Generale ch'ebbe luogo pochi mesi dopo la morte
io e nei due convegni che si tennero nel 1926,
alesiani d'Europa e per i direttori delle Case
i udimmo concordi nell'affermare che la
tessa fama di santità circonda il nome e la memoria del
Successore di Don Bosco nei paesi da lui visitati e negli
tri, essendosi dappertutto largamente diffusa l'eco delle
Anche dopo che il corpo di Don Bosco, elevato all'onore
rasportato nella Basilica di Maria Ausilia-
'ce, l'affluenza alla tomba di Don Rua continua, nonostante
difficoltà che si frappongono per visitarla essendo fuori
a comprova della viva e ,profonda venera-
in tante anime.
brillò in forma singolare nel 1915,
ce che si. pensava di far i passi neces-
i atti processuali per la sua Causa di Bea-
ione e Canonizzazione. Nobili personaggi che I'ave-
conosciuto da vicino e sentivano ancora la fragranza
raordinaria delle sue virtù, Vescovi, Arcivescovi e Principi
'essi di alta venerazione per la sua
arono a gara nell'inviare al nostro Rettor
lo Albera ed all'Arcivescovo di Torino
usiastiche e i più vivi incoraggiamenti.
affi, il 9 aprile di quell'anno ripeteva
e aveva .detto, al termine dell'orazione
prima. Ho considerato come grazia
lbera 1'Eminentissimo Arcivescovo di

35.8 Page 348

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VII - Sempre con Don Bosco
Pisa - l'invito della Congregazione per l'elogio funeb
a Don Rua al S. Cuore in Roma, e terminandolo, n
poteva non dire ciò che io profondamente sentiva, e ciò
tutti sentivano, che anche tra le gramaglie di un
vamo divinare la gloria e lo splendore di un altare.
certo voleva antivenire i giudizi della S. Chiesa nè p
di veder più in là che a pupille umane josse concesso: tutti
desideravano di manifestare ciò che nel fondo di tutti i
palpitava. Quel sentimento non s'è venuto afievolendo, tutt
tro, ed io sento farsiogni di più vivo in me il ricordo delle par
e della figura, ancora più delle parole eloquente e mirabilm
edzjìcante, del compianto Estinto, e mi sono domandato:
- )) E s'è iniziato qualche cosa per Lui?
» Questa domanda ardisco affidare a chi di Don Rua
bene ha ereditato il cuore e desidera custodirne e crescer
l'eredità. Preziosissima eredità Io stesso Don Rua, nella s
vita, nelle sue virtù, sulle quali è pur da far fiorire una gran
corona, io spero la somma delle corone che, colle mani de
sua Chiesa, il Signore dàalla somma virtù.
Che gaudio p e r me se tra pochi anni potessi ritorn
a Torino per tributare ad altri quello che già mi
fare per il Venerabile Don Bosco! Ce lo conceda l
liatrice! ».
I1 Card. Boschi, pieno di venerazione per il Servo di
si affrettava egli pure a ripetere le più vive raccomanda
perchè non si tardasse a promovere il Processo O
Informativo sopra la fama di santità di Don Rua,
in conformità del sacro detto i<( n memoria aeterna erit j
la sua venerata memoria avesse a durare eterna sulla
I1 desiderio di veder iniziato il Processo Informativo
avviare la Causa di Beatificakione e Canonizzazione era vi
simo in quanti avevano avuto la fortuna di conoscer
Servo di Dio o di sentirne encomiare le virtù.
((Nonv i può essere sicuramente alcuno fra i cattolz
soltanto della nostra Torino, ma d'Italia tutta e di
altre regioni, anche le più lontane, ove l'opera Salest
estendendo tanto prodigiosamente.i suoi rami - scri
nobile cav. Luigi Radicati Talice di Passerano - che
VII - Verio E'apoteoG
68.5
ccia plauso ed affretti coi voti più ardenti l'avvento di quel-
tissimo giorno in cui al nome del Venerabile Fondatore
sui nostri altari associato quello di Don Rua, il quali
zamato cosi provvidenzialmente a reggere dopo di lui l'opera
lui 'creata, ereditandone tutto lo spirito ed il gran more la
tava a sempre maggiori e p2 splendidi trionfi.
... Qui da noi tutti in famiglia,come già il babbo e la mamma
ebbero più particolarmente a conoscere ed apprezzare' le
irtù delruno e dell'altro, si è sempre conservata e si con-
con rel2iosa venerazione la più santa memoria dei mede-
mz e della grande benevolenza che sempre ne venne dimostrata.
>>Ohs!ì, venga adunque al più presto quel gran giorno
a tutti così desiderato, in cui vedremo solennemente coro-
ta della aureola dei Santi assieme al Don Bosco anche il
on Rua, a gloria loro non solo ed a consolazione di quanti
conobbero e furono da essi in qualunque modo beneficati,
a anche a sempre maggiore esaltazione della grande Fa-
glia Salesiana e dell'op-era ammiranda a cui consacraro~ n~~~o-
loro santa vita o.
La gioia che portò la notizia che si pensava d'intrapren-
e le pratiche processuali, ebbe un'eco più forte e soave
cuore dei Sacri Pastori che l'avevano ammirato fin dalla
giovinezza, testimoni deli'eroismo delle sue virtù e della
ita, santa e laboriosa, interamente spesa a gloria di Dio
bene deiie anime.
ons. Pasquale Morganti, ~ r c i v e s c o vd~i Ravenna, ma-
stava la sua venerazione per il Servo di Dio così:
La notizia che s'intende di iniziare al più presto un
ocesso informativo sulla fama di santità e sulle v i ~ t ùe mi-
li del caro Servo di Dio Don Michele Rua, se ad infiniti
tornerà cara, reca una commozione e soddisfazione
ensa a me che ebbi la ventura di conoscerlo e trattarlo
so da vicino, non solo.per quattro anni come suo alunno,
er ben altri quaranta, constatando ininterrottamente in
ra di un vero santo, quale era all'Oratorio nei miei
ermanenza (1867-1871) riputato da tutti noi, ai quali
a frase del Ven. Don Bosco: " S e volete miracoli, '
Don Michele,,.

35.9 Page 349

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686
VI1 - Sempre con Don Bosco
>)Non parmi questo il luogo e il momento di espandermi
in particolari, ma non posso tacere un'impressione, che mi si
sveglib subito d'annunzio del Processo, che cioè la Chiesa
non ismentisce mai i grandi criteri apostolici nell'inscrivere
nel libro della vita sempre dei degni Eroi, tale ritenendo io
il sacerdote Don Michele Rua. Mi vien quindi naturale il
fervido voto che la santa iniziativa sortisca, e presto, esito
felice, anche per contrapporre un'altra magnifica figura di
un Eroe del Vangelo a quella di tanti indegni personaggi,
che il mondo artificiosamente e con tanto scalpore esalta, e
persuadere la Cristianità che la Gran Madre d i Santi, la
Chiesa, serba integra e vividissima Ia sua fecondità, pur in
tempi di tanta persecuzione ed oppressione contro di Lei.
gene))rOathio!nesis,ual.a..udHeommuisnevsiromsaggnloirvioirsotustee..t. pdaivreitnetsesinnovsirtrtouste.i.n.
Omnes isti in generationibus gentis suae gloriam adepti sunt
et in diebus suis habentur in laudibus. Qui de illis nati sunt
relwrunt nomen narrandi laudes eorum... Sappia presto
1'Orbe intero, un'altra volta, quoniarn mirzj?cavit Dominus
Sanctum suum! >>.
Mons. Spandre, Vescovo d'Asti, dichiarava doveroso
che si ponesse mano al Processo per giungere al più presto
alla glorificazione. «Mentre si sta attendendo con santa
pazienza il giorno, l'ora, il momento in cui la Santa Chies
elevi all'onore degli altari il nostro gran Padre Don Bosco,
nonchè quel fiore di paradiso che fu Domenica Savio, perchè
... non pensare a promovere il Processo informativo sopra la fama
di santitù e sulle virttì e miracoli di Don Michele Rua? Anche
Don Rua si acquistò meritamente in vita la fama di santità, ed
era santo in realtà.
u Ricordo che fin dagli a n n i 1866-67-68-69, nei quali
ebbi la ventura di trovarmi all'oratorio pei miei studi,
Rua era già in concetto di santità, e noi giovani sapevamo
lui certi atti di virtù, pei quali l'avevamo in grandissima v
nerazione.
o Ed a
me
che
in
Torino...
ho
passato
la
maggior
di mia vita, e che pel mio ministero di parroco e di vesc
ausiliare, ho avvicinato tante e tantissimè persone, sia
VII - Verso. Papoteosi
687
lero che del Laicato, più d'una volta mi venne dato di con-
atare in quale opinione di santità fosse ritenuto Don Rua.
» Una prova solenne poi se ne ebbe nella sua sepoltura.
d io che mi ero fatto un dovere di prendervi parte insieme
un buon numero di altri Vescovi, ho sentito con le mie
proprie orecchie ripetere spesso da quelli che facevano ala
nel percorso queste espressioni: ''E morto un santo!... Don Rm
n E la fama di sua santità anzichè affievolirsi colla sua
e, parmi sia andata aumentando vieppiù, di guisa che
ti ebbero la bella sorte di conoscere e di avvicinare
rana ansiosi di vedere quanto prima ini-
ziato il Processo Ordinario in preparazione alla futura sua
Mons. Giovanni Gamberoni, Vescovo allora di Chiavari,
oi Arcivescovo di Vercelli: (t I l primo Successore del Vene-
rabile Don Bosco - diceva - che per due anni conobbi al-
I'Oratorio in Torino, che udii ogni jesta annunziare la divina'
rola nel Santuario di Maria Ausiliatrice, e dal quale ebbi
nti consigli, mi lasciò incancellabile nell'animo l'impressione
me di un uomo tutto di Dio, come di uno specchio fedele della
antità del Ven. Don Bosco medesimo. Ricordo che tutti, al-
a vera venerazione, che da tatti
di preghiera e di unione con Dio,
E'instancabilità nel lavoro per cui
ogni giorno per parecchie ore ad
ni, e sopra tutto la dolcezza e soavitù,
trasparivano da ogni accento e da ogni
sincerità e vivezza di desiderio affrdto
o sacerdote sia, insieme col Ven. Don
>>. terra da quella gloria speciale che la
ro che essa proclama Santi
rtuna di avvicinarlo - confermava
no e per dieci anni Procuratore
- quanti ebbero la fortuna di
vicinarlo, e parlo di persone intelligenti, stimabili e pie, si
ostrano convinti che era di una virtù straordinaria, di una
ita santamente austera, di una fede profonda, di una carità

35.10 Page 350

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688
WI - S'empye con Don Bosco
senza limiti. Quando mori, fu comune la voce che era mo
un santo, e dopo corse fama di grazie atte
cessione. Siccome i1 tempo va portando via man mano colo
che lo conobbero dai primi anni, che ebber
chezza e che lo accompagnarono nella su
pare che non si debba punto ritardare a raccoglierne
monianze, per non dovere in seguito lamentare una doloro
omissione ».
Quanti lo conobbero intimamente,
anche solo poche volte, tutti ne serb
l'intima convinzione che era un santo!
(1 Tante volte - affermava Mons
Vescovo di Ventimiglia - ebbi occasl'one di trattare
Don Rua Michele. a Torino, al Torrione, a Ven
Vescovado,ed ogni volta me ne feci un concetto di
impressionò sempre la sua umiltà, quel tratto fam
candore, quell'aura di pietà e di amar di Dio che trap
dal suo volto in ogni occasione, sicchè ne conservo semp
una venerata memoria >).
(I Lo avvicinai più volte da sacerdote, da vescovo- dichi
rava Mons. Giovanni Battista Ressia, Vescovo di Mondavi.
M'impressiond sempre quel fare semplice, umile, sorridente,
tranquillità costante del suo animo, la prudenza della sua
sposta. Spiccava in lui un ardore per dilatare e
sempre più l'opera del suo Antecessore; onde cam
dietro a Lui come &Zio primogenito e al Padre tanto car
(I Io lo conobbi a Costantinopoli - scriveva Mons.
riondo - quando venne, alcuni anni prima della sua
morte, a visitarvi la incipiente missione 'della sua So
In quell'occasione potei trattenermi lungamente con
dalla sua conversazione, come dal suo tratto, rzportai p
fonda impressione di un uomo tutto di Dio.
D Ricordo che tale era ii giudizio che formavano
molti tra i Missionari di Costanti
costarlo e trattenersi con lui, dei
conoscevano affatto o solo di nome.
intercessione b.
(I Non ho conosciuto molto il venerando Don Rua - d
V I I - Verso I'apoteosi
scovo di Genova - tuttavia nelle
volte in cui ebbi l'onore e il conforto di parlargli, mi parve
e essere davanti ad un santo.
Il contegno, l'aspetto, le parole,. rivelavano un'anima
utta di Dio. E so di qualche antico alunno de2l'Oratorh
e ebbe a dire: "Hanno introdotto la Causa di Don Bosco,
me non farebbe meraviglia si introducesse quella di Don
insigni per nobiltà dei natali o per
dro Fabre, antico allievo, con queste
la vita esemplare del Servo di
quale, bontà sua, te-
amava... e tale reciproco affetto corse
, fu la mia stima e il
lenne testimonianza)
umana... s.
Vita del Seme di Dio MiiheIe Rwo. Vol. 111.
l'ideale della san-
morto, in mezzo

36 Pages 351-360

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36.1 Page 351

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- VII Sempre con Don Bosco
al lutto della cittadinanza; lo vidi riporre nella
con attorno i figli e i suoi più intimi in mezzo a q~alcos
che era più solenne del cordoglio.
))Ebbene, la sintesi delle mie impressioni
Don c'era q~alcosapiù delI'ordinario. Fin dove giuri
"più dell'ordinario,, giudichi altri cui spetta; fatto s
che io ho sempre pensato e sempre detto, in famiglia e fuor
e con lieto di ripetere: "Don Rua è un Santo!,,.
a E una ma memoria preziosa - due suoi ca
in una teca - si comervano in c a a mia cotne
& portano in dosso quando qualcuno di n ~ h'
>, *lche difficoltào qualche ardua prova.
Se fossisoio a pensarla casi, forse non mi sarei
vivo; ma è voce di molti, per non dire di tutti, che le v
di Michele Rua fossero straordinarie. E S
che ha chi ha ottenuto grazie per la sua intercession
stesso, forse, devo ad una sua Ave Maria, recitata con
se una mia bambina, ridotta agli estremi nel marzo I
scampò da morte... D.
Noi coroniamo questi voti unanimi, invocanti la
rificazione del Servo di Dio, con le parole del Card. Ales
dro Lualdi, Arcivescovo di Palermo:
e Ebbi due volte la fortuna di parlare da solo Per
minuto col rev.mo Don Rua, a Roma ed a Palermo.
per me fortunate occasioni il rev.mo Don Rua mi ha
una forte impressione, di anima eletta, cuius con
in ccelis.
Credo solo utile doveroso che si racco
pereant, tutte le possibili proveper la glor@cazione di un
tanto cara e privilegiata.
)> Aggiung& ben volentieri la mia povera preghiera,
si compia l'opera del Signore ».
Cotesta ammirazione ' universale per la santità
di Dio, così fervidi voti che s'iniziassero al
per la Causa della Beatificazione e C
provenivan solo daila brama che egli raccogli
terra i1 premio meritato con la Sua virtù, ma an
convinzione la più profonda, come diceva 1Mo
- VI1 Verso ì'apoteosi
691
, Vescovo di-Acireale, del
bene che ne
ti pel nuovo
. Richelmy costituire il
de,?rOrdinari0 sulla
1 servodi ~ iD~ ~ ,
ele Rua, sacerdote e Rettor Maggiore &la p& società
n Francesco di sale^; e noi avemmo la gioia di stendere
rticoli presentati dalla Postulazione, ,-he
0110 anche pubblicati a parte ed inviati a tutte le casesa-
di Maria Ausiliatrice.
seconda seduta, si
e-Postulatore Don
e luogo il giuramento dei testimoni,
0 s'iniziò l'esame dei testi, il quale si protrasse
cinque anni, e precisamente fino al 3Iagosto 19.2, quando
tenne la 179%seduta.
1931, dopo intimazione del Card. Gamba, vennero
gli scritti del Servo di Dio. Nel 1933, S ~ t t o1 7 ~ m . o
Fossati, si tenne il processicolo de non cultu.
utti gli Atti, mari mano, vennero recati alla Sacra
regazione dei Riti, che li sta esaminando...
noi non resta che pregare, e fervorosamente pregare,
nore e la Vergine Santa e Don Bosco vogliano
o Don Rua mori, il P. Manni delle Scuole Pie
e nato umile, volentieri. visse con gli umili,
animo e della sapienza sua i prinnc@is'inchi-
o)>,di modo'che ({ fu cattedra il suo letto di
izferetro, tf'ionfo'ifuneuali, aurora d'un sole
morte,,).fn
nostri voti, le nostre preghiere affrettino quel giorno!

36.2 Page 352

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692
vII - Sempre con Don Bosco
VI11
S E M P R E A M E T A !...
... >>. ... Ricordate?...« Prendi, Michelino, prendi! >); a Don Bosco voleva
che con te ungiorno avuebbe fatto a metà! - Non 2 ilcaso di
teree iparticolari, basti dire che Don Bosco fond la Società
sia7zaeDonRua ne fu lapietra angolare.- l? il S i g m e che volle
Don Bosco e Don Rua.- Questi in tutto fece a metà Col Pa
... - e ~ o BOnSCO rivisse in Don Rua per 22 anni Quale il
peroismo &l servo di Dio nell'imitare le virtù proprie del Maes
D~ Rua 2 raraldo della bandiera sahsiana, s u l l a p
<'Preghiera,lavoro, temperanza,,. - Fu l'uomo di Dio: (1 api7
unica della sua mente B Dio; palpito unico del suo -e
unico della sua attività 2 Dio I). - Lavoratore indefe
un minuto di riposo.- u L a sua vita fu di una mort;Jìc
e di una penitenza austerissimai>.- Fu u il santo ideaie ch
nella sua &a travagliata ricerca e iospira D.- A metà
santità e nelle pratiche per arrivare all'esaltaxione liturgica.
siani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatm', Benefnttori,
praticando i suoiinsegnamenti, ricorranoa luicon fede ed ott
prodigi. - I santi continuano a compiere il loro apostolato sino
dei secoli!... - Tra Don Bosco e Don Rua v i fu << una
nanza d'idee e di speranae in cui d riposta tu
tutto l'avvenire della Pia Società Salesiana 1); e
anche nella gloria degli altari! - Un voto del more.
Torniamo per un istante a rimirare 1'
Regia Fucina delle Canne, che frequentando dal
1850 le Scuole dei Fratelli a Porta Paiatina
VIII - Sempre a metà!...
iera e sul Viale S. Massimo per incon-
dolo amabilmente,
con la destra fa-
zione Michele l'ebbe due
ire del 1852, dopo aver
i nella festa della Ma-
Don BOSCO voleva dirti che con te un giorno avrebbe
li già da due anni aveva iniziato il lavoro per giuri-
fare a metà, ciok dal giorno che attratto dalia bontit
a santità di Don Bosco, rinunziando non senza una
a nostalgia ai pensiero d'entrare tra i Fratelli delle Scuole
... tiane, s'era messo tutto nelle mani di lui ed aveva preso
re il latino per awiarsi al sacerdozio chè tutte le
re della scuola, e particolarmente i giorni festivi,
Ocioratdoiricoa;tdeocvheisatav.e..va cominciato a compiere il deli-
in cortile, nella sala di
e in refettorio, sacrificandosi ogni istante fino a dare,
semplice chierico, maggior aiuto al Santo Fondatore
stesso Don Alasonatti, che s'era interamente consa-
1 nuovo Apostolo della gioventù.
a pur di volo, i parti-
; basta accennare che avendo appreso dal Maestro
uamente per prevenir
cesia, Savio, Turchi,
ti e gli altri allievi più affezionati eran sempre attorno
delle sue conversazioni, il chierico Rua

36.3 Page 353

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694
VII - Sempre con Don Bosco
se ne restava ognora tra i compagni per assisterli
namente.
Era quindi naturale che Don Bosco quando
gettar la prima pietra della futura Società che
tinuato l'opera sua; ponesse lo sguardo su di lui, e il C
rico Rua ne fu la pietra angolare facendo per il primo,
1855, il voto di vivere in Cristo
minciato a condurre nell'oratorio
.q..uella
vita
che
aveva
Mille e mille particolari eloquenti mos
gprraonpdriio...ilASiDgonnoreBoasvceovaabvboisluogtonavviaciunne
queste
Don Rua
per
dare al suo apostolato quello spirito e quell'impronta
aveva sentito l'ispirazione; e Don Rua, prima
fosse suo Vicario e I O Successore, aveva intrapreso a
perfettamente con lui a metà... e così continuò dop
sua morte.
Ed anche in questo fu ammirabile.
Come, vivente il Padre, egli riteneva per si:
odiose o anche solo un po' difficili e scabrose, pe
Santo Fondatore ~otessegodere l'affetto e la venera21
... universale, lui morto, volle, in certo modo, continuar
compiere anche quel mandato, riserbando per sè
impressioni che poteva destare una correzione od
richiamo al dovere benchè sempre congiunti ad un
zione singolare, ed attribuendo unicamente al Padre
vedeva vestirsi di ammirazione e di affetto, solito a
in ogni circostanza, a voce o per iscritto, ai con
ai benefattori:
-
voleva
Ddoosni...Bqouscinodidaicenvoai..n.onDornestBaocshceo
faceva...
seguire le
Don
sue o
E a lui la lode e il merito della buona riuscita.
Quando, nei tanti viaggi che fece in Italia e a
vedeva intere moltitudini acclamarlo con devozio
solito ripetere:
-
presso
Come è
tutte le
agmenattio!...e
benedetto il
nome
di
Don
Quando il Signore favoriva con grazie segnalate
benedizioni:
VIII - Sempre a metà!...
695
... 22 anni e l'Opera
dosi in ogni parte
lare delle virtù di Don Bosco,
a è scritto: (t Preghiera,
, dal pulpito, dall'altare,
egno sempre edificante
vedevano in lui l'uomo
lpa, l'amore alla virtù,
a salvezza delle anime,
liti a contemplarsi al
ra l'uomo di Dio!
iata di lui - scriveva il Can. Gogioso
ira l'anima pura, innocente, che non
on le cose terrene, da cui astrae per
azione de' misteri d'oltretomba. Da
ua persona gracile, ischeletrita, quasi
la vigoria di uno spirito che s'innalza
sovrannaturale, dove attinge quel-
gia di carattere, non mai flessibile dinanzi alle esigenze
rette del mondo, che - sposata ad una semplicitb
infantile, ad una dolcezza, ad udni aDmonansBuoestcuodin-e,
lare attitudine a quell'apostolato,
carità operativa, in cui impiegherà
forze, consumerà tutta la sua vita. In Lui ravvisate
rità dell'asceta, in Lui il misticismo dell'anima con-

36.4 Page 354

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- V I I Sempre con Don Bosco
templativa, in Lui il sacerdote che, prima d'imm
a Dio Padre, immola se stesso a Cristo. Ingin6cchiato din
all'altare o all'immagine di Maria Ausiliatri
profondissima divozione, Egli gusta tutte le
della preghiera; occupato nel ministero
conosce riposo, ma è infaticabile; in mezz
predilige, è un padre affezionatissimo tra i fi
Don Bosco, anzi imita il Divin Redentore, che
delizie nell'accarezzare la gioventù - e la gi
corre, pende dal suo labbro, ride con Lui, prega con
lo ama schiettamente, ardentemente, e nell'amore di
trova la corrente dell'amore di Dio.
r Nulla di ozioso, nulla di superfluo nella vita sacerdo
dell'uomo di Dio. Aspirazione unica della sua ment
Dio; palpito unico del suo cuore è Dio; ideale unico della
attività è Dio. Dio è tutto per Don Rua, come Dio era t
per Don Bosco, come era tutto altresì per il Salesio,
Don Bosco e Don Rua riproducono in parte, sotto un p
di vista forse più consentaneo ai nostri tempi, in tut
ciclo della loro operosità. Vivere per Dio, 1
morire per Dio - eccovi la trama di una vita
di opere egregie; eccovi il programma che si era t
gersineaggugìiiol..n.o>s).tro Don Rua nei 73 anni del suo terr
E tutto a gloria di Dio!...
Lavoratore indefesso non perdè un istante; neppure
ultimi anni, neppure negli ultimi mesi fu visto pren
un po' di riposo; Don Bosco aveva fatto così ed egli do
ricopiarlo; e quando gli venivano . fatte dolci ri
rispondeva come il Padre:
- Ci rt$oserenzo poi in paradiso!
C O f~u a lui possibile - nota Don Paolo Lingue
((continuare a colorire con una continuità di disegn
intonazione l'opera geniale uscita dalla mente di Don
che non poteva per il suo distacco del comune es
zata che dopo un lungo periodo di prova. Ma la
molto più bella e sorprendente quando si paragoni e
connetta a quel pensiero permanente nei secoli, unico
V I I I - Sempre a rnetd!...
che ha per nome la virtù
ra ancora da un'adesione
di.Cristo che erano scatu-
sco e del valente discepolo
e trovate moderne dei ricreatori festivi, delle officine
e del contemperamento dell'istruzione
ica, che parvero un'innovazione agli
i e non erano che un adattamento
tabile. " Non nova sed nove ,,.ecco la
sione che la Religione può fare allo spirito dei tempi:
terne variamente atteggiate. Ora sia
io li susciti sovrannaturalmente, sia che li guidi per
di una mente aperta alle sempre nuove forme degli
tte due queste cause messe insieme,
ne ha sempre avuto i suoi uomini
rova ne è che .questi uomini straor-
no i più affezionati, i più dediti,
i ali'eterno spirito della Chiesa:
e ossequio e quale attaccamento mostrasse
on Bosco per la Cattedra di S. Pietro. Lo
Rua. Venuto a mancare il suo Superiore
osco avrebbe potuto pensarsi che sgombra
intorno e davanti di sè la sua posizione,
lere nel suo pensiero e nel suo sentimento
ale. Nulla di questo. Egli parve trasferire la sua ob-
a a Don Bosco nel successore di S. Pietro facendo
gge d'ogni suo desiderio e regolandosi scrupolosamente
m e che gli venissero da Roma, anche se queste
sero al suo cuore sacrifizi di lunghe consuetudini)).
Don Bosco in ogni caratteristica.
bile segui fedelmente il Maestro anche
1s
-'mol'ratibfiitcoatae:roi<tcPoosdseeldlaettteem-peraantzteas..t.a'
don Giulio
mediante la
cazione interna ed esterna ... Castigò continuamente
o in servitù; represse sempre in
scibilità da riuscire un modello perfetto
a sua vita fu assolutamente austera e

36.5 Page 355

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698
VII - Sempre con Don Bosco
penitente, si assuefece a tutti disagi, a tutti gli incomo
fu tutta. un volontario rimegamento di se stesso,
sempre e solo la maggior gloria d i Dio e il bene delle ani
con progressione ininterrotta sino alla morte D.
4 11Servo di Dio - diceva Don Francesia - me
di aver per divisa ogni parte dei ricordi dati da D
"Lavoro e temperanza,,; dal giorno che lo conobbi
SUO letto di morte, egli si mantenne
stesso, e in quanto a temperanza fu sempre a
maestro.
s Riusci anche a nascondere la propria maniera di ve
di pensare, di giu icare, e in tutto si mostrò del
. Maestro e deli'odpera sua imitatore)).
<< In tutta la mia convivenza con lui - confer
Card. Cagliero - ho sempre ammirato la sua eroica
ranza e il suo spirito di penitenza... La sua vi
mortificazione continua e di una penitenza austerissim
Dimentico e sprezzatore di sè, fu tutto a tutti, non
cando altro che la gloria di Dio.
t( Don Bosco - prosegue il Can. Gogioso - er
uomo del popolo,. perchè l'uomo di Dio. E Don
come notammo, rinasce in Don Rua, che alla sua
uomo del popolo, perchè è uomo di Dio. Osservatelo
palestra del suo apostolato pubblico, d
due anni della Congregazione Saiesiana, la
il disegno del suo venerabile Fondatore, è una vasta o
nizzazione, ormai estesa per tutta Ia terra, ch
morale, civile, economica de' giovani
operai. La sua finalità è, per conseguenza, l'integra
razione del popolo. Osservato nel campo d
gliosa operosità, Don Rua ci apparisce - come fu
nell'aula municipale di Torino, dove fu commemora
<<islanto ideale che l'umanità nella sua V
cerca e sospira ...,,.
»Mente equilibrata esempre serena, dotato di u
tezza più unica che rara e di un profondo senso di re
non mai smentita durante il suo lungo governo; in
di oscillazioni nel suo carattere, uguale ognora a se
... - VIII. Sempe a metà!
699 . .
..
addice a chi presiede e regge, spendeva tutte le
della sua volontà indomita, indirizzava ,
sua anima, sitibonda del bene, all'incre-.
prezioso patrimonio, che aveva ricevuto
edità e che l'unanime fiducia affidavagli ne le mani.
Rua viveva interamente, esclusivamente della vita
tana; qui era la sua respirazione, l'aura, dirò C&, de'
polmoni, la luce de' suoi occhi, la parola del suo labbro,
angue del SUO cuore; I1 suo sguardo, sorridente come
110 di una madre, si posava con deliziosa compiacenza
a schiera dei giovani, che lo amavano svisceratamente,
lo ascoltavano come maestro. E mai una parola aspra
ava da quella lingua, avvezza ad assa-
tenere preghiere. Mai diventava truce
benigno, sempre sereno; che aveva
i di silenziosa eloquenza, al cui fascino
riva rude o meno carez-
a la stima, l'amore, la
studenti ed operai, come di chiunque
rci se il Signore volle
itatore perfetto anche ' . .
dell'umilissimo Don Rua.
inarie forse pareva a questi
un distrarre da lui quella
e cercò sempre d'in-
... è alla mèta sublime! non è più quindi

36.6 Page 356

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VII - Sempre con Don Bosco
... il caso di restar nell'ombra; ricorriamo con
Rua e vedremo i prodigi!
Salesiani, Figlie di iMaria Ausiliatrice, Allievi, Ex-alli
cooperatori e Benefattori delle Opere di Don Bosco, asce
tiamo e
le raccomandazioni del Servo di Di
e...
ricorriamo
<< Noi -
a
Lui!
Don
Rua
-
discepoli
e$gli
di
Don
Bos
fackamoin modo che le mstre azioni, la nostra attività, z
e fervore. nel servizio di Dio, il nostro spirito di S a ~ t j ì ~ i o
favore del prossimo, specialmente della gioventù, Servano
rammecmhoeraciraesmlenovirdtiùneoilasiasadnitiLtàuideclopnioasjterdoelbeu.o..nDP.adre,
d a figli - insisteva - sia prova de
del Padre )>.
Noi
d'esser degni figli di Don Bosco, e
Rua ci otterrà o g g~razia.
Voi, giovani allievi ed ex-allievi, allieve ed
non dimenticate gli insegnamenti che ora ricevete O a
+enti; coltivate la devozione a Gesù Sacramentato
Maria SS. Ausiliatrice, professate la dovuta ven
Sacri Pastori, specialmente al Sommo Pontefice,
esempiarmente in grazia di Dio; pregate Don Rua, e ot
quanto vi è caro.
voi pure, o Cooperatori e- Benefattori, siate
esemplari quali vi voleva Don Bosco; nel mod
possibile associate alla vita-esemplare la cari& a favore
Opere Salesiane, e quando avete bisogno di ai
a Don Rua, e sarete consolati!
È necessario pregare ed ottener miracoli, Per
al più presto il Servo di Dio accanto a Don Bosc
gloria degli altari.
così ,questi due grandi Padri nostri, inseparabis
nostra mente e nel nostro cuore, proseguiranno a fa
pre a me&, anche nel compiere il loro ap
alla fine dei secoli, consolando, incoraggiando, spr
e guidando le anime al cielo, come in vita t.
I Santi continuano a d operar prodigi per Pr
la missione che coripivano sulla terra, e chi fa
seconda e favorisce i loro ideali, ottiene ogni sorta di grazie.
osi faranno San Giovanni Bosco e i1 SUO Don R ~ ~ !
Perchè non sembri esagerata questa nostra fiducia, ci è
fin dall'aprile del 1910 c9in-
allora avvocato della causa
nizzazione di Don Bosco innanzi
mini non dovrebbero mai scomparire dalla terra:
loro vitu 2 un apostolato, il loro esempio è una scuola, il
, donde irradiano tanti imegna-
no smgenti feconde d'aiti&tà, di v&& e di
i Processi di Don Bosco 10 spirito deE Vm.
E'apostolato dell'indimenticabile
nvZsse al suo fianco, palpitò m
e conforti, ed in Lui modellò
, sento come tra i due apostoli
ta consonanza d'idee e di, spwanae, in C&
ndexza e tutto l'avvenire della Pia Società
" Don
nel Processo di Torino fu uno de' più autora,oli
tim6ni della santità di Don Bosco: testimoni della santità di
a sono m&iiaia e m@liaia di $gli, di confratelli', di
i, che da ogni angolo del mondo, più.che piangere il
e, celebrano il Santo.
nza disporrà che alla Causa
di Don Rua, gZ'innumerevoli
al tribunale eccle.&stico di
gli eroismi dell'uomo che abbiamo oggi
to, dovranno confessare che Puno fu degno dell'altro,
.forsesarebbe compito non lieve determinare a chi dei due
il primato nell'esercixio di quelle eminmti virtù &&iane,
distinsero da eroi a.
888
penna, col cuore commosso e gli
velati di lacrime.
altri avrebbe esposte in forma assai

36.7 Page 357

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-.
702
VII - Sempre con Don Bosco
più commendevole, hanno seminato anche in noi fiori di
vita eterna.
Man mano che ci avvicinavamo alla fine, sentimmo pih
vivo. il desiderio di poterle terminare per la Canonizzazione
di Don BOSCO, e il Signore ci haesauditi!
Ed ora un voto!...
Sono
Servo di
tDraisoc..o.rsei
anche ventiquattro
mentre la Basilica
anni daiia morte.
di. Maria Ausiliat
eccheggia degli inni di gloria al nuovo Santo, la sa
Don Rua è sempre la
Non lasciamola più
aaluVngaolsasloicliet.a..ria...
awicinia
quella di Don Bosco, qui nel Santuario di Valdocco...
tre qui si sta innalzando l'altare che accogliera la vene
. ~.
salma del Santo Fondatore, che si possa anche
la tomba e la salma di Don Rua...
Sentiamo tutti il bisogno di ~oterlavisitare più frequen-
temente; d'altra parte, ~oichèsi fa casi con tutti. i Servi
di Dio dei quali si sta promuovendo la Cau
quanto abbiam rilevato in queste ultime pagine, è gi
che essa torni nel Tempio di Valdocco vicino a quella
Padre, anche prima che la Chiesa l'elevi all'onore degli
... altari!
.
'
Faxit Deus!...
..
..
..
APPENDICE
APPUNTI D'ISTRUZIONI, MEDITAZIONI
ED ESORTAZIONI AI SALESIANI'
I
DESIDERIO DELLA PERFEZIONE
Permettete che vi dimandi con S. Bemardo: Ad quid venistis?
nodice: "San venuto per fare vacanza e stare allegro,,. Un assi-
tente risponde: "San venuto per respirare u n poco,,. I1 maestro
soggiunge: "San venuto per riposare alquanto lo stomaco,,. Tutto
va bene, anche il nostro Superiore ha tali intenzioni. Ma dite in ve-
rita: Ad quid venistis?
"Lo scopo principale, mi dite, per cui siam venuti h per fare gli
esercizi spirituali, per renderci più buoni, per perfezionarci,,.
Se siete venuti con tale scopo vi additerò subito un mezzo per
. 'uscirvi. Beati qui esuriunt et sitiwt justitiam, quoniam ipsi satura-
Questa fame e sete della giustizia, della virtù e della santità,
ezzo che vengo a suggerirvi. Percib chi non avesse portato
ardi di suscitarlo nel suo cuore; e chi già avesse talde-
, procuri di accenderlo maggiormente.
Noi vedremo quanto importi tale desiderio per avanzare in virtù,
come dobbiamo noi coltivare i desideri della nostra perfezione.
... Signore, giacchh vi degnaste nella vostra bontà di chiamarci
... vi ancoradi accendere
do un fanciullo al pih di altamontagna dice: <<Ohs1eavessi
,,; e il padre gli racconta che i soldati di Annibale, arrivati
... Ipi, rimasero atterriti, tuttavia le superarono pel grande
di recarsi in Italia, a Roma, p&r [conquistarluj.
ersonaggio si trovò ai pih di alta montagna, della mon-
la perfezione, ed esclamava: Quis. dabit mihipennas si& co-
olabo et requiescam. Le tr0i.b queste ali di colomba; ogni
orno, come se nulla avesse fatto in passato, andava dicendo a s&

36.8 Page 358

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704
Appendice
stesso: Nunc coepi, aguzzando cosi continuamente il suo desiderio di
perfezione. Le aliadunque erano i vivi desideri, i continui, buoni e
fermi propositi di migliorare, di avanzare. Le ali, per arrivare anche
noi all'alta vetta della perfezione, saranno i buoni desideri e propositi.
I1 salutare effetto, che producono questi desideri, si 6 che wikes
subminiktrat et poenam exhibet lmiorem. Osservate gli scopritori
della Colombia e del Pe& a1 vedere le alte montagne dello stretto
di Panamà non pensavano neppure ad attraversarle, ma come inte-
sero da un cacico che al di vi erano spiagge ricchissime di oro e
... pietre preziose, non seppero più contenersi; sparirono le difficoltà
e coll'accette alla mano si aprirono il varco, s'inerpicarono ; il de-
siderio accrebbe le loro forze e in breve li portb a guadagnar la vetta
e discendere nelle ricche pianure del Perù.
Non vi è persona che arrivi a perfezione di alcuna arte o scienza
senza
presto
vivi desideri. Chi
e più bene? quelli
csohne onequheagnlni oamppargegnidoirzzdiescihdeeriimo..p.aQraunio+tpiù
optatam cursu contingere metam, multa fecit tulitque puer, sudava et
alsit. Così nessuno arriva alla santità senza vivi desideri.
Al contrario chi non desidera, resta sempre allo
anzi andrà indietreggiando. Non si pub star fermi sulla via
... zionamento: Non progredi regredi est. Avviene a noi ciò
ad una barclietta in mezzo ad un fiume: osservatela Così noi t
dalle onde delle nostre passioni... saremmo trascinati g
rente dell'iniquità e della perdizione, se non ci sforzassimo.
San Bernardo dice: Non eiis proficere? ergo vis deficere? Nequ
vivere volo et manere qua perveni; nec pqor fim' patior, nec
cupio. Hoc ergo vis quod esse non potest. Questa verità si capisce
meglio con altra considerazione; cioè che il Signore general
non concede grazie speciali, favori segnalati, se non a chi
sidera il suo amore, la perfezione nel suo servizio. Be
est awcilium abs te; ascensiones in corde suo disposuit in
rum, in loco quem posuit; ibunt de virtute in wirtutem. Be
propone nel suo cuore di ascendere, progredire ognora; eg
tente aiuto da Te, e se ne andrà di virtù in virth. Cosi
S. Andrea Avellino, a S. Carlo, a S. Alfonso, che si
a far iempre meglio, a progredire ognora.
S. Teresa diceva che Dio non lascia senza paga in terra qualunque
buon desiderio. Così con abbondanti grazie ricompensa i buoni
... desideri. S. Luigi fu veduto da S. Maria Maddalena de' Pazzi godere
tanta gloria e cib pel gran desiderio- che aveva di amar Dio quanto
si merita, e non potendo arrivarvi soffriva un martirio d'amore.Dob
biamo ravvivare e rinnovare i buoni desideri e proponimenti.
11) Ma in che modo dobbiamo noi coltivare i desideri della nost
perfezione? Guardate come fanno gli uccelli; essi ripassano le lo
ali quando hanno da far viaggio, e nei tempi d'intemperie; così no
Appunti d'istruzioni, ecc.
705
innoviamoli, ad ogni occasione opportuna, in principio dell'anno,
nell'occasione degli esercizi, specialmente in occasione d'intemperie,
cioè di tentazioni. Questo ci darà sempre nuova lena e servirà ad atti-
rarci le grazie del Signore.
Di voi chi attende agli studi e chi. ad un'arte. Studiate pure, la-
vorate pure, ma ricordatevi che tota vita christiani sanctum desiderium
est; perciò che primo studio, primo impegno dev'essere quello di
avanzire in virtù. Diceva Apelle: Nulla dies sine linea; così noi nello
studio della perfezione.
E come nello studio e nel mestiere non vi mettete subito a far
sa, ma procedete da una cosa ad un'altra, correggete prima
, poi un altro, acquistate prima una virtù, poi un'altra. Quel
omano ordinb a' più robusti de' suoi soldati di strappare
... un cavallo d'un colpo; nessuno riusciva; ordinb poi al più
trapparla pelo per pelo e vi riusci. Così noi
Gioveranno molto in tale studio la meditazione, le letture spiri-
tuali e gli esami di coscienza; nella meditazione si fanno i propositi,
nelle letture spirituali si possono rinnovare, e nelresame di coscienza
si vede come si osservano.
Badiamo poi bene che nei nostri desideri di perfezione non dob-
biamo limitarci a cose dappoco. I1 Signore è amante delle anime ge-
nerose, purchè diffidino di sè stesse. Perciò non bisogna mai avvilire
i nostri desideri, ma confidare in Dio, che, sforzandoci, a poco a poco
arriveremo dove arrivarono i Santi.
Ad acquistare coraggio giova molto il leggere la vita dei Santi.
Non è superbia il pretendere d'imitare i Santi coli'aiuto di Dio; anzi
è ottima cosa, potendo dire anche noi: Omnia possum in Eo qui me
confortat. Per altra parte conviene sollevare i nostri desideri anche
solo per colpir nel segno, ci06 per tenerci appunto abbastanza buoni,
come fa il cacciatore che tiene sempre la mira più alta.
Qualora poi avvenisse di non arrivare colle opere al punto a cui
aspiriamo, non perderemo il tutto, perch* il Signore tien conto anche .
di qualunque desiderio. Ciò che non fa il mondo; che differenza tra
Dio e il mondo nel giudicare e premiare!
Guardiamoci perb da que' desideri inefficaci, che si debbono
piuttosto chiamare velleita: Vult et non vult pger. Questi non sono
buoni desideri, anzi desideri pericolosi, perchè il cristiano, il giovane
chierico, che si limiti a questi desideri, non far&nessun profitto e
r morire nella sua inerzia: desideria occidunt pigrum, lo ucci-
uesti desideri sono come le ali di cera, che sul più buono ci
dere, come avvenne ad Icaro.
Imente guardiamoci dall'inganno del demonio d i deside-
mmaginare di far molto bene, ma in altro stato di.vita. Av-
ostoro come a quelli che sognano di volare, e poi si svegliano
si trovano come bambocci nel loro letto. Così essi pensano: "Ah1 se
i trovassi nel tale stato, al posto del tale, vorrei fare questa e quel-
45 - Vila del Sanio di Dio Micl>elo &<o. Vol. 111.

36.9 Page 359

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706
Appendice
l'altra cosa,,; e così vanno pascendosi di fantasticherie, di
che vorrebbero se fossero in quello stato, in cui forse non s
Talvolta s'insuperbiscono perfino, e son sempre allo st
Quando ci viene questa tentazione, portiamo il pensier
attuale condizione, e risolviamo di far realmente bene nello stato
cui ci troviamo, disimpegnando i nostri doveri ed oc
maggior perfezione possibile.
Del resto imitiamo S. Francesco dJAssisied ogni
doci al mattino (e ciò specialmente in questi dì) pro
cose gradite, cioè molti atti di virtù, d'obbedienza, di
di farci santi. I1 Signore non mancherà di benedire i n
ed i nostri sforzi. E tutto questo per piacere a Dio.
Esaminiamoci ora come abbiamo pel passato desiderato la vi
se abbiamo praticato i mezzi: confessione, meditazione, preghi
ricevuto in buona parte gli awisi, e risolviamo di approfittarne,
sovrattutto di tener sempre vivo questo desiderio di avanzare
virtii, ricordando quel detto del Salvatore: Beati qui esu
justitiam, q m i a m $6 saturabuntur.
I1
LA PIU' BELLA CARRIERA
OSSIA PREGI DELLA VITA RELIGIOSA
Ad
quid
venisti.s.?
Ieri
~
non
~
mi
avete
detto
tutti
i
motivi
per
C
siete venuti qua. Alcuni siete venuti per esaminare la propria voca
zione col fine di abbracciare la Congregazione, se vi sentirete chia
mati; altn avete già deciso, e veniste per far professione; altri avete
professato, e veniste per conferma^ nella fortunata vostra vocazione.
... Ottimacosa! Vi fa le mie congratulazioni. Non potreste coltivare
migliore idea T'uol dire che non solamente pretendete di santi
care voi stessi, ma di più volete occuparvi a santificare gli altri, tal
essendo il fine della Congregazione. Per vostra consolazione vi di
con San Dionigi: Divinorum divinissimum est Deo in salutem animaru
... .icnooGp-eersa.ùri.C-Er.idstoio, nvei l..fl'.aH-rbtervneodePraedlr'eec. cellenza di questa impresa in s
Aspirazione a Sau Francesco di Sales
I) IN sÈ. - Consulto la storia antica e trovo nomi famosi: Nabu-
codonosor, Sesostri, Ciro, Alessandro, Giulio Cesare. PerchA sono
.vc..eitlCteibhmreie?..b.peseiercsoelernvdliaozrrioonreobseellarloeloiarmlolaparmessobeci?izeitcoàon!neq, upiostrataroronnoo,
a costo di tante
lo squallore ec
Trovo eziandio il nome di vari sapienti, tanto celebri: Confuci
Appunti d'istruxioni, ecc.
crate, Platone, Zenone, Aristotile, Pitagora, Cicerone, Seneca.
erchè? per le loro dottrine, pei loro sistemi filosofici ecc. E qual
ual vantaggio arrecarono? trovarono il mondo immerso nell'idolatria,
ei vizi, e tale lo lasciarono: anzi autorizzarono, con la loro celebrità
scienza, i vizi, l'idolatria, la schiavitù, ecc.
Invece trovo altri valentuomini che cambiarono la faccia al mondo.
an
Pietro
concouanddiiuctiorci.o..mppeargcnoir,sierSoucocgensisoprairdtei
lui,
del
i Romani Pon-
mondo, ed alla
o sparire l'idolatria, ecco diminuire e poi dileguarsi la
, mansuefarsi i costumi, le guerre sterminatrici perdere la
ferocia, ma cib che più importa ecco tante e tante anime prendere
ia del paradiso e salvarsi eternamente. Questi valentuomini di
nere si costituirono come pacieri fra la terra e il cielo ed
no i popoli al soave giogo di Gesù Cristo, mentre pro-
no loro immensi vantaggi temporali, salvando un'innumere-
antità di anime.
ime! Che nobile impresa1 Quanto 6 mai bella l'anima!
chezze sono un nulla a paragone di essa, e qualunque
mpresa tu compia, nulla mai potrai fare-che sia da paragonare alla
alvezza di un'anima. Dice San Grisostomo: Si immensm divitim
upa3us eroges, plus tamen ejfeceris unam converteris animam.
ajw miraculum est animam convertere quam mmtuum suscitare.
nta Caterina da Siena baciava le orme dei predicatori, dei sacerdoti,
... endo eco alle parole della Scrittura: Quam speciosì pedes evange-
'zantium bona, evangelizantium pacem!
- 111 IN GESUCRISTO. Grande onore per noi di essere cornilagni
i &ei valentuomini nella più nobile impresa. Ma assai maig&
overemo l'onore e Ia fortuna, considerando il nostro capo, che 6
esù
~~~
C- n-s~to~~ .
Che
~
cosa
fu
la
sua
vita
in
ouesto
mondo?
Nient'altro
he un continuo salvar anime. Egli, che in compagnia delle altre per-
sone della SS. Trinità avea creato il mondo con un semplice &t,
enne poi in persona quando si trattb di riscattare le anime nostre
alla schiavitù del demonio ed aprirci le porte del Paradiso. E in
uesta impresa non si contentb di parlare, ma soffrì stenti, fatiche,
udori. Osservatelo alla cerca delle anime come buon pastore... ecco10
~ r e s s oal ~ o z z odi Giacobbe ~ e lra conversione della Samaritana.
... me padre misa'cordioso nel perdonare così fece con Pietro dopo
... tnplice negazione per salvarne l'anima. Come fedele amico disse
li stesso: majorem Lharitatem nemo habet ut animam suam poaat
is pro amicis suis; e Gesù fece appunto questo; versb tutto il suo
gue per compiere sì bella impresa, ed ogni volta che operava pro-
i a sanar i corpi, tutto faceva per le anime, come dimostrava con
lle raccomandazioni: Jam noli amplius peccare...
Scelti poi gli Apostoli, niente volle più raccomandare: Euntes in
nivwsum mnndum, praedicate Evangelium omui creaturae, baptixantes

36.10 Page 360

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Appendice
eos in nomine Patrzk etc. Perchè tanto viva raccomandazione?perchè?
qui crediderit et baptizatm fu&, salvus erit. E a San Pietro, alle tre
... proteste di amarlo, sempre replicava: Pasci i mei agnelli, le mie pe-
cme! quasi fosse questo l'unico modo di mostrare amore.
111) NELL'ETERNPOADRE. - L'Apostolo dice di Dio: Omnes
homines vult salvos fieri et ad agnitionem veritatis venire, ed ama e
favorisce grandemente coloro che con vero spirito vi si adoprano.
Quanta potenza e gloria non diede a certi profeti dell'antico Testa-
mento, come Elia, Eliseo! E ciò perchè unicamente intenti al bene
delle anime... Parimenti nel Nuovo Testamento agli Apostoli e a
tanti Santi diede facoltà di operare prodigi straordinari, perchè cer-
cavano la conversione delle anime. Perchè Gesh Cristo fu tanto amato
dal Padre? Gesù Cristo stesso ce lo dice: Propterea me diligit Pater,
quia animam meam pmo pro ovibus meis... E quanta gloria ci promette
nella vita futura! Promette pei giusti la vita eterna, ma per coloro che
si adoprano alla salvezza delle anime, in certo modo, per mezzo di
San Giacomo assicura: Qui converti fecerit peccatorm ab errore mue
suae,salvabit animam ejus a morte et operiet multitndinmpeccatorilm.
Promette qualche grado di più nella gloria: Qui ad justitiam eru-
diunt multos, fulp-ebunt quasi stellae in perpetuas aeternitates.
Presso tutti i popoli è reputato degno di premio speciale chi salva
qualcuno dalla morte temporale che pur dovrà subire... Pensiamo
quanto Dio premierà chi salva un'anima dalla morte eterna. Gesù
Cristo disse: Beati pac$ci, idest faciates pacm, quia $Zii Dei uoca-
buntur, quasi uguagliandoli a stesso in onore, con chiamarli col
nome di figli di Dio.
Se avessimo mai da insuperbirci di qualche cosa, direi che questo
sarebbe motivo sufficiente. Senonchè invece di insuperbirci, dobbiamo
ricavare ben altri sentimenti. Umilta e confusione del privilegio che
Iddio ci fa senza nostro merito a preferenza di tanti altri. Ricono-
scenza e diligenza per corrispondere alla sua bontà. Attendiamo ai
propri doveri per giovare e far profittare gli altri... Nè si dica che solo
i sacerdoti... vi attendano, giacchè qui siamo come in una gran fab-
brica: legatoci, cartieri, in cui tutti fanno carta, libri... ed eguale sa&
il premio. Procuriamo tutti di conservare quella rettitudine d'inten-
zione di lavorare ognora per salvare le anime, nel pregare, nelle occu-
pazioni, nelle conversazioni, nella ricreazione.
I11
FELICITA DELLA VITA RELIGIOSA
Converrà che ci tratteniamo un poco sui voti. Costitui te ut aedi-
fices; ci ordina di edificare, di costruire l'edificio della nostra santifi-
cazione. Ora vediamo quale sarà il mezzo più semplice, più facile
Appunti d'istruzioni, ecc.
709
per fabbricare questo edifizio. Haec voluntas Dei, sanctificatio Destra;
sancti estate sicut Pater veste? coeìestis sanctus est.
I) Sant'htonio Abate ebbe una visione in cui vide il mondo tutto
ricoperto di lacci d'ogni maniera (desmiverli) e questa è veramente
la condizione del mondo. Pericolo nelle proprie case, pericoli fuori
di casa, pericoli nelle officine, pericoli nei negozi, nelle scuole, nelle
universiti, nelle brigate.
Nella vita religiosa tali pericoli sono come interamente tolti.
Nel mondo bisogna che ciascuno pensi a procacciarsi il vitto, il
vestito, l'alloggio; ed il cuore rimane distratto da tante cure profes-
sionali; appena è che si possa pensare a Dio. In religione, invece,
abbiamo per dovere ed unica occupazione di pensare a Dio; e quanto
si fa secondo lo spirito della religione, tutto si fa per Dio e tutto giova
alla salvezza dell'anima, alla propria santificazione.
Una trista esperienza ci fa conoscere i grandi pericoli del mondo.
Quanti ne abbiamo già veduti partire dalla Congregazione coiie più
belle disposizioni, e poi rovinare miserabilmente.
Qualcuno di& "si fanno delle mancanze anche in religione,,. i3
vero; ma se si mettono a confronto sono di gran lunga inferiori in
gravita, saranno imperfezioni, trasgressioni di qualche regola, qualche
mancanza di carità, che però in confronto degli spropositi che si
sogliono fzre nel mondo, sono come niente.
Altra cosa vi è ancora che dimostra quanto più facile sia in reli-
gione conseguire la propria santificazione, ed è che se si comincia a
correre giù per la china dell'umana passione, difficilmente si trova
chi ,ci awertirà del pericolo in cui ci troviamo del precipizio a cui
siamo awiati. Invece in religione oh! quanti mezzi si hanno per av-
vedersi del fallo e rialzarsi: letture, istruzioni, le Regole, i Sacramenti,
e specialmente l'esame e gli awisi dei compagni e dei superiori. Non
è per niente che in tempi di maggior fede si vedevano in tanta abbon-
danza i cristiani correre ai monasteri, popolare i deserti.
Si dirà pure che vi sono anche dei monaci che escono dai loro
conventi per vivere in mezzo al mondo. Si, accade talora questa
sciagura, ma non si sentirà a dire che siano usciti per vivere più san-
tamente. Escono accecati da qualche illusione, perchè non capiscono
pib questa verità della grande facilità che vi è in religione e della
grandissima difficoltà che si incontra nel mondo; ma alla prova se ne
accorgono poi, se pur resta poi loro abbastanza lume da conoscere
le miserie in cui vanno a cadere. Qualche novizio vi è talvolta che si
... lascia lusingare; pensa nella sua mente di uscire per fare più del bene
in mezzo al mondo Poveretti! Che illusione!
D i d qualcuno: "Ma se è tanto facile la propria santificazione in
religione, come va che si sente talvolta parlare così male dei mona-
steri?,,.
Se ne parla male, non tanto perchè vi siano disordini, piuttosto

37 Pages 361-370

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37.1 Page 361

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7x0
Appendice
perchè s'invidia la loro tranquilli* che se talvolta si appongono loro
delle mancanze, conviene dire che nella massima parte sono calun-
nie inventate dalla malignità dei mondani; altre volte sono esagera-
zioni; altre volte vi sarà anche la realtà del male, ma sarà mancanza
di uno, di due, e si colpisce la generalità. Sono cose che si commet-
tono dai mondani in molto maggior quantità, ma di essi non se ne
fa caso.
Del resto è sempre vero che molto più facile &ottenerelapro-
pria santificazione in religione che non in mezzo al mondo, e che
molto maggior santità regna nella religione che nel mondo.
Ma si fa difficoltà: "Quel fare i voti è cosa grave e pericolosa;
se si avesse a star senza voti, sarebbe più facile; ci staremmo più
volontieri,,.
Non vi è la convenienza a stare senza voti.
Sarebbe ben sciocco colui che, occupato in un impiego, potendo
con ugual fatica avere doppia mercede, si contentasse della metà;
... se senza voti noi meritiamo come cinque, coi voti meritiamo per lo
meno come dieci
11) Che facciamo noi coll'emettere i voti? Ci consacriamo inte-
ramente a Dio: consacriamo il corpo, sacrificando i diletti sensuali
col voto di castita; consacriamo le nostre sostanze e l'amore alle me-
desime e le comodità che potremmo procurarci con esse col voto di
p o v e e consacriamo ciò che è veramente nostro, cioè la volant&col
voto di obbedienza. Non potremmo fare azione, sacrificio più caro al
Signore: con essi noi veniamo a mettere in pratica il consiglio che
Egli dava a tutti coloro che si determinavano a seguirlo più da vicino,
a cui soleva dire: Vade, vende omnia puae habes, veni, sequere me.
I1 bene che si fa all'anima nostra coi voti è paragonato ad un
nuovo battesimo; che più? & paragonato al martirio.
Si, quest'è vero; ma dopo i voti se si commette un peccato contro
di essi, resta come un doppio peccato.
pec"caNtiosnicubrisaomgennatceh, me faacpcoitarma oaiccvaodtierceo..n.,,.inFtaecnezniodnoendoii
commettere
un sacrificio
così generoso verso Dio, dobbiamo confidare che il Signore ci aiuterà.
... Infatti ho già visto di quelli che erano molto fragili prima dei voti,
e dopo di essi Tuttavia conviene prendere consiglio dal proprio
. confessore, esporgli bene...,e poi rimettersi a lui.
"E quei voti perpetui?. Finchè si tratta di votiannualio triennali,
transeat; ma i voti perpetui spaventano,,. Ammetto che produca un
po' di apprensione, ma dobbiamo capacitarci...
O che abbiamo intenzione di servire il Signore tutta la vita, o no.
Se non l'abbiamo, siamo per una cattiva strada; se l'abbiamo,
perchè non confermarla col legarci a ciò coi voti? Con questi ci met-
tiamo più al sicuro per parte della nostra instabilita; e ci mettiamo
più al sicuro di avere la grazia divina.
Fa apprensione prima, ma dopo lasciano una tal contentezza
cpheerpeBtuimi, pmagiadbiiclee.vaS..o..l.o
l'anno scorso, uno di quelli che fece i
Un altro che li fece in punto dimorte,
voti
non
.
ricordo che mai siasi lamentato...,e di tutti quelli che fecero i voti ~
perpetui, non so se siavi stato alcuno che siasi pentito di averli fatti.
Anzi, si trovano in uno stato di maggior tranquilli* cessa la titu-
banza. l'ansietà. Tuttavia anche in questo prendasi consig-lio dal
proprio direttore.
' Alcuni si lasciano trattenere dal pensiero di aiutare i parenti. Non
so, potranno accadere circostanze particolari, in cui siavi bisogno
... dell'assistenza personale. Chi si trova in tal caso, ne parli col proprio
direttore spirituale e si rimetta Del resto, io dico che siamo assai
più in posizione di poter aiutare i parenti in Congregazione che fuori.
... Mi ricordo di qualcuno di questa nostra Congregazione, Don Car-
reca, Don Roggero mentre altri che rimasero in Congregazione,
essendo occorso il caso che la famiglia si trovò in gravi necessità, eb-
bero aiuti e di raccomandazioni e di mezzi materiali.
~
~
Facciamoci adunque coraggio, e sotto vani pretesti non resi-
stiamo alla voce del Signore che a Lui ci chiama. Egli ci usa un tratto
di particolare bontà e misericordia chiamandoci; non facciamo gli
scortesi, o meglio gli avari con Lui, volentieri ritenendo per noi le
sostanze nostre, la nostra volontà. Consacriamoci interamente a Lui,
ch&mai potremmo far miglior uso delle nostre facoltà.
Quelli che gia emisero i voti, riflettano se hanno sempre stimato
a dovere il beneficio che il Signore ci ha fatto col chiamarci alla reli-
- gione e se vi abbiamo corrisposto; gli altri esaminino bene la propria
v. ocazione. mettendosi interamente a disnosizione~diDio, pronti a
far
da loro richiederà.
IV
DEGLI ORDINI E VOTI RELIGIOSI
Qualcuno, al sentire parlare di voti religiosi, fa il niffolo. I1 Signore
ha creato l'uomo socievole, cioè amante e bisognoso di stare in so-
cietà. Vi è la società domestica, la civile, la religiosa, la ecclesiastica.
Oltre queste vi sono tante altre associazioni pel piacere. che si prova,
pel bisogno di perfezionarsi, pel desiderio di riuscire in grandi im-
prese, cui gli sforzi individuah non potrebbero compiere. Fra le tante
associazioni vi sono le religiose, e noi vedremo come ebbero origine,
quale siane lo scopo e quali siano i vincoli.
O santi tutti Fondatori di Ordini Religiosi, e Voi che trovaste si
... facile la via del cielo in religione, comunicateci, aiutateci a compren-
ere anche noi il pregio.'della vita religiosa
..

37.2 Page 362

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Appendice
I) Gia nell'Antico Testamento si trovano tracce di vita religiosa.
Nell'Antico Testamento vi erano le scuole dei Profeti, composte di
coloro che volevano servire il Signore con maggior perfezione. Si
rammentano pur gli Esseni. Nel Nuovo Testamento il primo modello
di ordine religioso lo abbiamo nel Collegio Apostolico. Gesù Cristo
invitava: Si ai peufech esse, vade, v a d e , etc. Così ciascuno faceva
professione di povertà, castità e obbedienza secondo l'invito che fa-
ceva il Salvatore: "Va', vendi, da' ai poveri, vieni e seguimi,,.
Pare che molti dei primi cristiani così facessero, e dietro l'esempio
degli Apostoli e primi cristiani, appena la Chiesa potè respirare, si
videro sorgere e dilatare molti ordini religiosi. Gesù Cristo fondò la
Chiesa perchè si estenda a tutta la terra. La Chiesa è un gran regno,
governato da Gesù Cristo invisibilmente e visibilmente dal suo Vi-
cario, il Romano Pontefice e dagli altri Pastori. La sua destinazione
è somministrare i mezzi di salvezza. I1 Signore ha promesso di stare
con lei fino alla consumazione dei secoli, e però le viene in soccorso
nelle burrasche e peripezie d'ogni genere, e d'ordinario coll'ispirare
- ai suoi Servi l'istituzione di ordini religiosi secondo i bisogni dei
temnr i-..
Da principio vi era bisogno di fuggire il mondo e mettere le fon-
damenta delI'ascetismo. Così San Paolo, e Sant'Antonio che co-
... minciò a raccogliere discepoli. Begli esempi dati da quei monaci e
loro propagazione
Nei primi tempi si trovano parecchi di questi Ordini fondati da
persone che prima fuggirono il mondo coll'intenzione di rimanere
soli; ma poi, colla santità della vita e coi miracoli, attirarono molti
discepoli; così San Benedetto e vari altri, e cogli scritti e conferenze
che ci tramandarono ci fornirono preziosi tesori di scienza ascetica.
Di questi ordini religiosi parecchi rimasero composti per molto
tempo quasi unicamente di laici. Però a loro fianco vi furono vari
santi Vescovi che per formare il loro clero a vita veramente santa ed
esemplare costituirono ordini religiosi di sacerdoti. Radunavano cioè
i propri sacerdoti attorno al Vescovo e stabilivano regole comuni, li
istmivano ecc.
Così Sant'Agostino nell'Africa, Sant'Eusebio qui nei nostri paesi,
San Martino in Francia.
Vennero poi tempi critici in cui, essendo la Chiesa tribolata da
eresie o da mali costumi, od in necessità particolari, il Signore susci-
tava ordini particolari, affinchè combattessero e lavorando molti uni-
tamente si potesse più facilmente porre argine al male. Così San
Francesco d'Assisi contro l'avarizia e l'amore dei piaceri; San Dome-
nico contro gli Albigesi ed altri eretici; i Gesuiti contro i protestanti;
i Camillini per l'assistenza agli infermi; i Trinitari per la redenzione
degli schiavi, altri per le scuole.
Scopo. - Tuttiebbero però sempre per primo scopo il perfe-
zionamento degli individui e la salvezza dell'anima propria e poi
Appunti d'istruzioni, ecc.
l'aiuto del prossimo. I1 bene che fecero e fanno questi piccoli eserciti
della Chiesa, checchè ne dicano i nemici della religione, è grandis-
simo, per la conversione dei popoli, pel buon costume, per l'agricol-
tura, per le scienze.
Ma in qual modo poterono star uniti tra di loro e durar com-
patti? Per mezzo dei voti. Nell'esercito si presta giuramento. Forse
non vi è Ordine religioso senza i voti.
Il) Legame: i voti.- Parola che a qualcuno reca spavento. Che
cosa sono? La più gran bella cosa. Sono il dolce legame che tenne
unite tante anime, fece tanti campioni della fede e della cari& e diede
campo a compiere tante belle imprese.
I voti che si fanno ordinariamente sono quelli di poverlà, castità
ed obbedienza coi quali ci togliamo i maggiori imbarazzi e peri-
coli. Un grande ostacolo sono le ricchezze, e col voto di poverlà
si toglie.
Altro ostacolo sono le inclinazioni ai piaceri sensuali, e col voto
di castità si pone un gran freno alle nostre malvage passioni.
Altro ostacolo è la volubilità della nostra volontà, e col voto di
obbedienza si ferma la nostra volontà nel bene operare.
Vuutaggi.- Che cosa fanno i voti? Costituiscono la vita religiosa
come stato di perfezione. Un secolare potrà essere anche più perfetto,
ma non è in istato di perfezione; perchè oggi vuole e domani forse
cambia idea; all'opposto il religioso è legato ed obbligato dai tre voti,
e
.i f
I-
o
m_ n .n_ e.r.,-l
u
i
ouella
dolce
funicella
a
tre
corde
che
difficilmente
si rompe: funzculus' triple~,difficile rump:tur.
Accrescono il merito. - Che cosa fanno
i
voti?
accrescono
grandemente il merito delle opere nostre.
Si, le opere fatte per voto diventano molto pih meritorie, perchè
sono anche opere di religione. Perchè coi voti si regala a Dio !a pianta
coi fmtti, la cedola cogli interessi. Perchè coi voti ci confermamo nel
divino servizio. Un apprendizzo sarà molto più favorevole, se si
obbliga verso il padrone per un tempo determinato, che altrimenti.
Nuovo battesimo e martirio. - Che più? I voti ci ridonano
l'innocenza battesimale. Sant'Antonio ebbe una visione in cui gli
parve d'essere portato al cielo: i demoni si opponevano pei peccati
coopmpomrrees.s.i.:ifluchreisfpaosctaopcirheecahveevèaufnatntouoivvoobtiatetepsiemròo.non si potevano
Ci conferiscono il merito del martirio, dicono i .santi: nel martirio
si dà la vita Der Gesù Cristo, qui si dà pur la vita per Lui. Fortunato
chi potesse korire appena fatti i voti!
Eccovi adunque
eserciti del Signore
che cosa sono gli Ordini
mandati in soccorso della
Crehliiegsioas.i...,Essi
sono
gli
Ed eccovi che cosa sono i voti. I dolci e forti legami che tengono
compatte le schiere di que~ti~eserciti.

37.3 Page 363

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Appendice
v
DELLA POVERTA
nnun Quando qualcuno voleva mettersi alla sequela del salva
darsi a
a tutto,
vita perfetta, la prima cosa che esigeva
si spogliasse dei suoi beni. Cosf rispose a
era che
quel giovane:
si
p e r f e c t ~esse, vede, vende quae habes, et da pauperibns... Altre v
diceva: Qui venire Post me, abneget semetipsum, tollat cvucem sPcam
et sepllatur me. Ma per portare la croce dopo di Lui, bisogna esser
sbrigati dagli impedimenti temporali, spogli di sostanze terrene, e
Parve che questo volesse dimostrarlo nel prodigio che si operb tanti
anni fa a quest'oggi [il 14 settembrelsu Eraclio, che non potè portare
la croce sul Calvario vestito pomposamente. NO, non possiamo por-
tare bene la croce di Cristo, di cui unicamente pobbiamo gloriarci,
cogli impacci temporali, e noi che vogliamo accingerci all'impresa di
' imalzare 1'ed;finO della nostra santifcuzione, dobbiamoprende nmma
da coloro che vogliono mettersi a fabbricare, che per lavorare spedita-
mente si mettono in manica di camicia.
Parliamo adunque della poverta, spiegando come va praticata da
noi, e accennando i grandi vantaggi che vi sono nella pratica della
... Povertà volontaria consigliataci da Gesh Cristo.
O San Francesco d'Assisi!
1) - Siam venuti in tempi in cui si cerca di mettere incagli ad
ogni sorta di buone opere, e specialmente si cerca di incagliare la vita
religiosa, come quelfa che maggiormente contribuisce al bene delle
anime.
Il governo non ricono~cepih le proprietà dei conventi, dei semi-
nari ecc.; bisogna aver pazienza e provvedere che si possa andare
avanti ed evitare il pericolo di lasciarsi prendere il fatto proprio,
salvandolo dalle mahi del fisco.
11 modo fu trovato, ed 1: che ciascuno possa ritenere laproprie&,
così si resta in regola in faccia alle leggi. Se il fisco venisse per appro-
pnarsi, salta fuori quel tale e dice: mia m r i e t d ] . Intanto per
godere il vantaggio ed il merito della p o v e d si tolse l'amministrazione,
I'uso, il godimento privato di queste sostanze, di pih si
pericoli di soppressione.
ai
Ecco adunque come si pratica la poverta nella nostra Congrega-
zione.
qui da notare come la Santa Sede prima di approvare le
nostre Regole appose la parola che conservasi il dominio radicale,
cioh solo in radice, il che vuol dire che tutto cib che è oltre la radice,
devesi rinunziare.
E a chi deve& rinunziare? Prima di entrare in Congregazione si
'aniministrazione a chi si vuole, ai parenti, agli amici,
ella Congregazione stessa. Cosi anche dei beni
t010 d'eredità? per via di parentela, dopo che si
ne, si può lasciarne l'usufrutto, l'uso ed il godi-
. Ma a chi sarà meglio lasciarlo? Intendiamoci coi
vi sono circostanze arti col ari, meglio fare come
rso gli Apostoli; cioè vendere e portarne il prezzo
dispongano come meglio crederanno alla maggior
Quanto poi ai guadagni che si potessero fare in Congregazione
le donazioni che ci potessero essere offerte [come religiosz1, la cosa
non si conserva neppure la proprietà, ma tale
i consegna. Anzi, anche prima di riceverla, se si
andar d'accordo coi superiori. E qui giova ricor-
lasciato da qualche caro confratello di portar ai
ieri, senza peppure svikupparlo, il pacco del danaro.
può disporre della proprietà dei beni ereditati, ecc.? Si, si può
stamento ed anche [swvatis seruandis, per atto1 fra i
che lasciare la proprietà ad uno e l'usufn~ttoad un
altro. per esempio uno lascia alla Congregazione la proprietà e alla
madre l'uso. Non così certamente dei beni acquistati in Società per
qualsiasi titolo che non sia di eredità.
Regola poi ci rammenta che questo voto ci obbliga di tener
la cella nella massima semplicita; di non tener a proprio conto danaro
altri per qualsiasi causa. E poi ci racco-
cuore interamente alieno da tutte le cose
ramente comune, sia riguardo al vitto, al
io, e perci$ evitare ogni particolarità non tenendo
mestibii, nè altro in particolare, senza permesso
mente dove conviene che spieghiamo ed esercitiamo
, e dichiarerò i tre gradi che vi sono di povertà:
o che hanno lasciato esteriormente le'cose tem-
continuano ad avervi affezione,e queste non
, e falsamente costoro portano il nome di
secondo è di coloro che hanno lasciato le cose del mondo non
solo in
ma ancora coll'affetto, però non cercano cose superflue,
ma hanno ancora grande attaccamento alle cose necessarie, sono molto
solleciti che nulla manchi loro in quel che hanno di bisogno nel ve-
stire, nel dormire, nella stanza e specialmente nel mangiare e nel bere;
comodi& nei viaggi, non aver cura delle cose di nostro uso. E questa
non perfetta p~vert&d,ice San Bernardo, il quale soggiunge: un
dolore vedere, ecc. (Ved.: Rodriguez, della poved, cap. VI, n.
di San Vincenzo de' Paoli che per soccorrere altri ridu-

37.4 Page 364

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716
Appendicc
ceva la casa a mangiare poveramente. Se vogliamo arrivare alla per
fezione della povertà ed essere veri religiosi, è necessario che pas
siamo al terzo grado: paupertas necessariorum: restringendoci a ser
virci anche con limitazione di quel che B necessario. Che se ci av-
venisse di aver a soffrire difetto del necessario, rallegriamoci. Così
rallegriamoci se ci awenisse di aver a soffrire caldo o freddo, o fame,
o sete, stanchezza, privazioni. Segno per conoscere se siamo vera-
mente poveri di spirito & questo, se ci troviamo contenti quando siamo
vestiti di abito vecchio, con scarpe rattoppate, quando siamo dimenti-
cati, ecc.
11) - Ora passiamo a vedere i grandi vantaggi che arreca con
sB la povertà di spirito. Ci rende molto facile la nostra santificazione.
I1 Signore ci ha espresso questo, con quel paragone: "Chi è colui che
volendo fabbricare una torre, non pensa a provvedere alle spese che
saranno necessarie?,,. Con cib vuol dire che siccome chiunque che si
accinge ad un'impresa pensa a procurarsi i mezzi, cosi, chi vuole
accingersi a seguirlo, come primo mezzo deve pensare a sbarazzarsi
delle cure temporali, che sono tanti impacci per camminare spedita-
mente al suo servizio e lo dice apertamente: Sic ergo omnis ex vobis
qui non renuntiat omnibus quae possidet, non potest meus esse discipulus.
E dopo aver seguito Gesù colla rinunzia delle sostanze terrene, quale
sarà il premio che ne darà il nostro divin Salvatore? Sentiamolo da
Lui stesso: Beati pauperes spiritu, quaiam ipsorum est reguum C
lum; e pare che sia questo un cambio molto vantaggioso. Ben se
accorse quel giovanetto, fratello di San Bernardo, che non v011
cettare il partito proposto dai fratelli: Vi & qualche cosa di più.
qui reliqui?tis omnia et secuti estis me... in regeneratione, cum se
Filius hominis in sede majestatis suae, sedebitis et vos supw sedes duo-
decim, judicantes duodecim tribus Israel.
E tutto il premio sarà nell'altra vita? Già fin in questa vita si dà
il premio e abbondantissimo: il Signore Sha promesso e mantiene la
parola: Omnis qui reliquerit domum, ve1fratves, aut sorores, aut patrem,'
aut matrem, aut uxorem,aut filios, aut agrospropter nomen meum, centu-
plum accipiet et vitam aetmampossidebit; e come dice S. Marco: accipiet
centies tantum nunc in tempore hoc, et in saeculo futuro vitam aeternam.
Promette di dare il centuplo e lo dà in varie guise: I) col compenso di
beni spirituali; 2) cogli stessi beni temporali: hai lasciato una casa,
e ne acquisti varie; hai lasciato il padre e ne acquisti parecchi che ti
amano di più; hai lasciato fratelli, ne acquisti a centinaia.
Di più, quasi tutti noi non avevamo servitori, ed invece ne ac-
quistiamo: cuoco, cantiniere, cameriere, dispensiere. Quasi direi che
neppure i principi ed i sovrani hanno tante comodità. Se vogliono
esser serviti, bisogna che si conducano dietro un seguito e sempre
gente salariata che fa per amore del guadagno, mentre [i religiosi...]
Cib che angustia molto i mondani è il pensiero del caso di una ma-
Appunti d'istruzioni, ecc.
7'7
ia lunga, della vecchiaia; per noi questo pensiero non viene ad
ggerci, chè siam tranquilli, che tanto in caso di sanità, quanto di
alattia, tanto in giovinezza quanto in vecchiaia, siamo sempre
rowisti. Che più? Ad uno non fa bene un'aria, un clima, si cerca
tra aria, altro clima, e si cambia sito anche parecchie volte; e si &
à veduto di quelli che guarirono mediante tali riguardi. Neppure
ricconi sfondolati non possono far questo. Potranno andare in altri
aesi quando staranno bene; ma in convalescenza, o debbono stare a
asa, o debbono mettersi in mano di estranei che avranno per regola
loro interesse. Andrà forse anche la famiglia, ma al più cambiano
na volta soggiorno, di modo che si awera proprio in noi quel detto
i San Paolo: Tamquam nihil habentes.et omnia possidentes.
Che dirò poi della contentezza, della pace del cuore?È poco tempo
he parlava con una persona che vive in mezzo al mondo, e si lagnava
Itamente della mancanza di pace e felicità. E tutto questo perchè?
I1 Signore vuole già in questo mondo darci un compenso e vuole anche
far vedere in noi la verità di quel detto: Qwrerite primum regnum Da'
etc. Così ci dà tutto il necessario pel temporale, aflinchè sbrigati lo
serviamo con tutto fervore; attendiamo unicamente a questo negozio,
di fare la sua santa volontà.
Coraggio,$,adunque, professiamo generosamente la povertà, e
giacchè il Signore & tanto liberale con noi, siamo anche noi liberali
con Lui, non solo distaccando il cuore dalle cose superflue, ma sop-
portando volentieri freddo, caldo, fame, sete, difetto di cose neces-
sarie, qualor<'a Lui piaccia.
Esaminia&;ci, come ci siamo comportati riguardo alla povertà;
se ci siam tenuti cosa o denaro contro la Regola; se abbiamo avuto
il cuore attaccato o a danari o ad oggetti particolari. Come ci siamo
comportati quando ci accadeva di soffrire gli effetti della pove&, e,
trovandoci difettosi, animiamoci alla pratica della povertà nel modo
più perfetto::che sia*ossibile.
... Non danaro, oggetti, mobili, a disposizione nostra, regali in.
danaro od in roba... Vitacomune nel vitto, vestiario, alloggio Viaggi,
vettura di San Francesco... Guardarsi dal cadere nell'eccesso contrario
di sprecare la roba... Aver cura di cib che ci vien dato a nostro uso...
Non mai appropriarci niente della roba d'altri.
VI
DELLA CASTITA
Se osserviamo imparzialmente la condizione della società cri-
na, noi abbiamo ad ammirare un fenomeno particolare. Troviamo
la maggior parte delle opere e delle istituzioni più caritatevoli,
utili spiritualmente e tem~oralmenteagli uomini, furono fondate,

37.5 Page 365

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Appendice
o promosse, o sostenute da sacerdoti o da religiosi. Chi si rese p
benemerito dell'agricoltnra e del risanamento dell'aria?..'. Osse
viamo in
Chi è che
Torino: Ospedale
si d i tanta premura
pMeragggliioinref,ermCoi?t.t.o.lLenegSou, oArert
Chi si prende maggior cura dell'educazione della gioventù? Gli O
... dini religiosi: Compagnia di Gesù, Scolopi, Somaschi, Fratelli del
Scuole Cristiane, Salesiani Chi si mostra più generoso per anda
ad evangelizzare ed incivilire i popoli selvaggi? Furono e sono sempr
i religiosi. Donde procede? dalla loro fede? dalla loro carità? Qnest
virtù ci hanno parte, ma la cagione principale è il celibato C
cioB la virtù della castiti.
Fratelli, noi ci consacriamo a servizio del nostro prossimo.
vogliamo avere slancio e riuscita nelle nostre imprese, pratichiamo
castità, e per animarci alla pratica di essa, diremo qualche cosa sul
sua eccellenza e cercheremo i mezzi di conservarla gelosamente.
Invocazione a Maria S S . e a San Giuseppe.
I) - Eccellenza. Segni di predilezione dati da Gesù Cristo ve
questa virtù. Non omnes capiunt verbum istud. Quanto a sè, non s
ce ne diede l'esempio, ma non permise mai di essere accusato
questo punto, mentre in altre cose... Si elesse una Madre
un custode vergine anch'esso; un precursore vergine; ebbe parecc
Apostoli, ma il più caro fu San Giovanni a cui usò tutti i riguardi pi
speciali, fino al punto di affidare alle sue cure la sua Madre SS.
Ne fece le più belle lodi. Paragonb i vergini agli Angeli. Perfino
in Paradiso fu veduto circondato dai Vergini che cantavano un inno
ineffabile agli altri. E quante carezze suole mai fare alle anime che per
amore di lui si conservano caste! San Luigi, Santa Teresa, San Giu-
seppe da Copertino. Così a quelli, che facendo uno sforzo generoso
si strapparono dal lezzo del bmtto vizio, quanti riguardi usa per
incoraggiarli alla perseveranza! Coraggio adunque, animiamoci alla
custodia di questa virtù.
11)- Mezzi. Quali ne sono i mezzi?Custodia e mortificazione de
sensi, e specialmente degli occhi. Esempio di Giobbe; disgrazia di
Davide; esempio di San Bernardo; e di San Luigi che non alzava
neppur gli occhi per rimirare sua madre. Mortificazione della lingua:
non solo non far cattivi discorsi, ma evitare anche discorsi e parlar
... di cose che possono destare cattivi pensieri od affetti; non parliamo
così facilmente di persone di sesso diverso. Giobbe Tommaso
Kempis non vuol neppure che se ne parli distintamente a Dio
che si raccomandino collettivamente nelle nostre preghiere.
care le orecchie. Mortificazione della gola: in vino luxuria.
cazione del tatto: non mettere le mani addosso, non farsi carezze
Quelle mani si tengano sempre decentemente di giorno e di notte
Custodire il cuore; se si sente affetto troppo vivo, mettere freno
Appzanti d'istruzioni, ecc.
Evitare amicizie particolari: aut neminem, aut omnes siditer dilke.
Fuggire l'ozio e le occasioni, letture, compagnie, ecc.: sono i poltroni
e temono il nemicoe lo
rsi che cosa è che gli
sto ricordiamoci che
Dio per riportar vittoria di queste
aculatorie e frequenza dei SS. Sa-
nsigli del confessore, non cambiarlo.
ie del Signore in noi, se vogliamo
buone, slancio a grandi imprese,
I1 regolamento dice: "Chi non ha fondata speranza di poter con-
servare col. divino aiuto questa virtù nelle parole, nelle opere, nei
pensieri, non si faccia ascrivere a questa Congregazione perchè ad
ogni passo egli sarebbe esposto a gravi psricoli,,. Si osservi bene; e
chi generosamente si decide, pratichi i mezzi.
DELL'OBBEDIENZA
Ricordiamo sempre il comando che in questi giorni ci fa sentire
... il Signore per bocca di Geremia: Constitui te hodie ut evellm, et
... destrum, et disperdm, et aedijices, et plantes Abbiamo gii imparato
a sradicare, a disperdere, a distruggere. Abbiamo veduto qual1&il
terreno migliore per edificare, il modo di edificare più speditamente
e quel che ho detto della povertà si dica pure della castità che si pro-
la necessità e i1 modo
I) - Fra tutte le virtù questa d la più necessaria. Anzi, vi fosse
nche solo questa, le altre verrebbero dietro. Ed il voto di obbedienza

37.6 Page 366

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37.7 Page 367

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722
Appendice
la stessa Regola che dice di riverire il superiore amorevolissima-
mente come un padre, con la persuasione che obbedendo a lui, noi
facciamo la volontà di Dio.
Se abbiamo da far difficoltà, non sia mai per esimerci dal far
quanto ci viene comandato, ma solo per desiderio di vedere appia-
nati gli ostacoli. Ah! quanto sarebbero fruttuosi questi esercizi, se cia-
scn~ofacesse fermo proponimento di oboedire in ogni cosa ai superiori
anche dimenticando ogni altro proponimento; se si mette in pratica questo
solo, ben vi sarebbe da benedire ognora questi giorni passati nel ritiro.
VI11
DELL'ESAME DI COSCIENZA
Disse Dio a Geremia: Costitui te hodie, ut evellas, et destruas, et
disperdas, et dissipes, et aedijices, et plantes. Queste parole dobbiamo
intendere che dica a noi quest'oggi il Nostro Signore Gesù Cristo:
<'Tiho condotto qua a fare gli esercizi, d n c h è tu sradichi e disperda,
ed edifichi e pianti: sradichi i vizi e difetti, disperda le opere cattive,
i peccati; fabbrichi e pianti con fondamenta di una santa vita, con
cui innalzare l'edifizio della tua perfezione ed edificare poi il pros-
simo,,.
Conviene adunque metterci al120peradi sradicare i nostri difetti
e piantare buone fondamenta, far buone risoluzioni, e ciò si otterrà
mediante l'esercizio deli'esame di coscienza, di cui desidero che ci
intratteniamo quest'oggi, considerandone l'importanza ed esponen-
done il modo. Cominciamo a praticarlo qui agli esercizi, per conti-
nuare in seguito.
I) - Tutti i maestri di spirito sono d'accordo nel raccomandare
I'esame di coscienza, come si raccomanda la meditazione per con-
cepire fervore e proponimento. Si suggerisce l'esame di coscienza
per vedere come si sono messi in pratica e come si è passata la gior-
nata. Negli uffici si suole ogni sera chiudere i conti; così noi ogni
sera chiudiamo i nostri conti, e cib servirà a farci passare meglio
l'indomani e quel giorno stesso.
È tanta l'importanza che perfino i filosofi pagani la conobbero e
raccomandarono nei loro insegnamenti. L'anima nostra è come una
terra ferace, ma di triboli e di spine e di erbe cattive, e se non siamo
diligenti nell'estirparle, oh Dio buono! tosto resterà tutta ricoperta
di ortiche, di spineti, di gramigna. L'esame 6 il sarchiello con cui si
... vorrebbe togliere quest'erba cattiva. Sappiamo qual era e qual 6
l'importanza che ne fanno i santi e i mezzi da loro adoperati per
far bene l'esame. Ora come avremo da farlo noi?
Appunti d'istruzioni, ecc.
- 11) Vari esami dobbiamo fare: l'esame di coscienza quando an-
diamo a confessarci e questo è il più necessario; ma non ci sarà suf-
ficiente. Dobbiamo ogni giorno fare l'esame di coscienza, e quando
... avremo da farlo? Qui due volte al giorno, e Dio volesse che si conti-
nuasse come fanno
Modo? Pregare:
molti
esame,
dolore,
proponimento...
Come esaminarci?di due in due ore; oppure tutte le azioni della
giornata e sempre aver presente che si pub mancare in pensieri,
parole ed opere.
Questa è una cosa ottima, ma non 6 il tutto, neppure il principio;
chè il principale poi il pentirsi e detestare i mancamenti commessi.
Aicuni cavano poco frutto da questo esercizio, perchè si fermano
solo nel riconoscere le proprie colpe, e non nel detestarle e chiedere
la grazia di convertirsi.
Ma perch6 abbia a riuscire più fruttuoso, non bisogna contentarsi
dell'esame generale; bisogna discendere anche al particolare. Tar-
... quinio il superbo tagliava la testa ai papaveri più alti per fare inten-
dere al figlio [che doveva liberarsi dai più potenti].
Fissarsi un difetto particolare, la passione più dominante e pro-
curare di abbatterla; a tal fine tutte le mattine proponiamo; a mezzodì
già vedere se si è mancato per via di quella passione, se si 6 caduti
in quel difetto. E per conoscere qual è il difetto o passione domi-
nante, si pub esaminare da noi stessi, ed anche dimandarlo al con-
fessore.
Riflettiamo come abbiamo fatto fin ora I'esame di coscienza; e
trovando d'averlo fatto difettoso, risolviamo d'impiegare il tempo.
necessario e farlo nel debito modo, specialmente combattendo ad una
ad una le passioni dominanti.
IX
DELLA CONFESSIONE
... Siam qui per emendarci dei nostri difetti. San Bernardo dice:
d quid venisti?
I1 Signore ci ha fatto sentire il suo comando: Costitzli te hodie etc.
zrt dZisipes (peccata), e per disperdere i peccati non vi è mezzo mi-
gliore che la frequente Confessione, giacchè qui oltre I'esame, il do-
lore, la detestazione, gli avvisi del confessore, si aggiunge la grazia
... sacramentale che cancella i peccati e ci dà la forza.
Non parrebbe opportuno parlarne con voi trattar della Con-
fessione, sapendo tutti che cosa è e quali condizioni... tuttavia lasciar
... passare gli esercizi senza parlarne non pare a proposito. Come farà
io? Ne parlerb e mi tratterrb a metter sott'occhio vari difetti che si
commettono nelle confessioni anche da coloro che sono bene istruiti.

37.8 Page 368

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724
Appendice
Oh il gran benefizio che ci ha fatto Iddio con il Sacramento della
Confessione! È questo un benefizio in cui spicca grandemente l'on-
nipotenza e la bontà di Dio; benefizio di cui dobbiamo serbare al
Signore la più viva riconoscenza.
Invocazione a S. Francesco di Sales.
Il 10 difetto è nel modo di fare l'esame: si dà cosi uno sguardo
generale senza discendere al particolare. Noi che dobbiamo tendere
alla perfezione, non dobbiamo contentarci, ma far passare i Comanda-
menti di Dio e della Chiesa, i doveri del proprio stato, l'osservanza
delle regole; coloro che gia hanno fatto i voti, anche esaminarsi sulla
materia dei voti, e si troverà materiale... Vi assicuro che quando un
penitente dice che non sa di che confessarsi, o dice quasi niente, C'&
molto a temere... I Santi trovan sempre materia da confessare, e noi
non ne troveremo?
zO difetto & di prendere troppa familiarità colla confessione per cui
non si più quell'importanza che si merita, e specialmente non si
cerca più di eccitarci al dolore come converrebbe.
I1 profeta Davide ci descrive gli occhi di un penitente come due
fontane di lacrime: Em'tus aquarum deduxerunt. E dove mai sono le
nostre lacrime?... È vero che non sono necessarie; tuttavia è neces-
sarioche vi siano i germi, il pianto interno. Sappiamo dunque che
... è necessarioc il dolore; è più necessario che il sacramento stesso; in-
fatti anche nel battesimo degli adulti & necessario. Nisi poeniten-
tiam egeritis, omnes similiter peribitis.JustiJicatioimpii est maximum opus
Dei, dice S.Tommaso. Come crederemmo necessario pregar molto
per ottener la risurrezione di un uomo, dobbiamo domandare questo
dolore con cui resteremo giustificati, essendo perdonati. In conse-
guenza conviene adoperarci anche noi per concepire questo dolore,
col rifletter ai motivi, dai quali dev'essere eccitato afìinchè sia va-
levole. Non basta un motivo naturale, ci vogliono dei motivi sopran-
naturali: del Paradiso perduto, dell'inferno e delle pene meritate
(attrizione); e specialmente i motivi più puri: dell'offesa fatta a Dio,
della Passione di Gesù Cristo.
Se non ci basta il considerare i peccati commessi dopo l'ultima
confessione, facciamo come Ezechia: Recogitabo tibi annos meos in
amaritudine animae meae. Penserò all'offesa che fa a Dio un pecca-
tore, la dignità di Dio, la miseria nostra, e la qualità e la quantità delle
colpe. Ricordiamoci, che senza dolore non riceveremo neppure il
perdono delle colpe veniali.
30 difetto. Nel proponimento pure si difetta assai da molti di C
loro che frequentano la Confessione. Si limitano ad un proponimen
generale, implicito, di non più offendere Dio. Costoro sono come i
platani: foglie larghe senza frutti.
Appunti d'istruxioni, ecc.
725
Bisogna discendere al particolare, peccato per peccato, e risol-
vere fermamente di evitarli, anzi di evitare persino le occasioni, e di
praticare i mezzi, per rendere il proponimento efficace, e raccoman-
darsi al Signore, alla Beata Vergine,' all'hgelo Custode.
Venendo alla Confessione, cioè all'esposizione delle proprie colpe,
non dico altro se non che siamo sinceri, non nascondendo niente; an-
che dei peccati veniali diciamo i più gravi sebbene non siamo obbligati.
Per carità1 non ci sia alcuno che cambi in veleno quel balsamo salu-
tare istituito per risanare le malattie spirituali, rimarginare le ferite
dell'anima, e darci forza a camminare generosamente per la via del
Cielo.
Se non osate da un confessore, andate da ;n altro a preferenza
di fare un sacrilegio. Qui però mi fermo e vi dirò: "Fatevi coraggio,
... e non abbandonate mai il vostro confessore per vergogna,,. Ci si
raccomanda tanto di frequentare sempre il medesimo confessore Oh
il grande inganno del demonio! questo è un difetto di sincerità che
ridonda a tanto danno dell'anima. Awerrà di noi quel che avvenne
al
ci
filugello... I1
sarà di gran
sfroelono.p..ensiero
che
andremo
dal
medesimo
confessore
40 difetto. Altro difetto di alcuni è quello di peccare colla spe-
ranza di confessarsi. Oh il gran male che è mai questo! perch&Dio è
misericordioso, ed ha istituito questo Sacramento, prenderemo fi-
danza
sicuri
a offenderlo? Costoro badino
che confessandosi avranno il
adoqluoerset?e...trNe ocnosev:i
- Sono essi
sarà pericolo
che la propensione che acquistano al male li trascini a nuove colpe
... fino alla perdizione?... E più di tutto: sono cosi sicuri che Dio conceda
loro agio a confessarsi? Ben so che Dio scaglia maledizioni: Male-
dictus qui peccat in spe.
Frequenza. - Le Regole prescrivono ogni otto giorni; stiamo
fermi in questa bella pratica tanto raccomandata dai Santi. Si dir&
"Ma non troviamo il tempo,,; si pensi che si tratta dell'affare più
importante. Del resto si parli coi Superiori.
X
DELL'ORAZIONE O PREGHIERA
chi
Dtriactetailcporiovbeurobnioi.:..",Dcoimi msaipcioenntci.h..i
vai e ti dird chi sei...,,.
Ora per noi che cerc
E infatti
amo di
perfezionarci, sarà della massima importanza trattar con della gente
dabbene, sapiente, prudente; ed io voglio suggerirvi il modo di trat-
tenerci con tali persone; e questo è il mezzo della preghiera con cui
ci tratteniamo cogli Angeli, con i Santi, colla Madonna, col Signore.
Oh quantoiprofitto faremo1 Accedite ad eum et illuminamini.

37.9 Page 369

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Appendice
San Giovanni Crisostomo dice che non vi è cosa che faccia cre-
scere maggiormente in virtù quanto l'orazione frequente; il trattare
spiritualmente con Dio; con questo il cuore diventa generoso sprez-
zatore del mondo...
Noi considereremo la necessità dell'orazione e il modo di farla.
- I ) P w 'wazione intendo ogni sorta di atti di pietà., di religione.
Non vi t? cosa che più chiaramente venga detta e replicata nella Sacra
Scrittura, quanto Ia miseria dell'uomo, la sua debolezza ed incapacità
ad ogni opera buona e meritoria di vita eterna. Sine me nihilpotestis
fame. Ego sum vitis; vos palmites et sìcut palma etc. Quid habes, quod
non accept'sti? si autem accepisti, quid gloria&, quasi nmz acceperis?
Non quod suficientes simus cogitare alaquid a no&, quasi ex nobis; sed
nostra su@nnentiaex Deo est: siamo un fantoccio di carta. È dunque
necessano l'aiuto della grazia dì Dio; il quale aiuto Dio generalmente
non concede, se non t? pregato.
Dottrina di San Tomrnaso: quello che Dio colla sua divina prov-
videnza e determinazione ha determinato di
con questo mezzo dell'orazione; è come un
pdaadrerea.l.l.e,
anime, lo dà
come un so-
vrano che vuole dar soccorso,... ma desidera d'esser richiesto.
Infatti il nostro Divin Salvatore ci dice: Dabitnr vobis, invenietis,
apwietur vobzs, sed petite, ecc.
L'orazione d un santo grimaldello, d la mistica scala di Oiacobbe.
Che se osserviamo i fatti, vedremo che chi sa trattare familiarmente
con Dio per mezzo della preghiera, fa molto profitto della virtù.
Recte novit vivere, qui recte novit orare, dice S. Agostino; e parlando
e trattando con qualche persona, si pub facilmente conoscere se è
persona di orazione, se ha fede... Qualcuno potd dire: "Ma se ve-
diamo persone date all'orazione e tuttavia non sono fornite di virtù,,.
Ed io rispondo, che o non hanno quei torti che loro si appongono,
o non sono veramente persone di orazione.
E ciascuno faccia la prova in st? stesso, e vedd che quel giorno
in cui farà meglio orazione, si tratterrà meglio col Signore in chiesa,
sarà anche quello in cui farà meglio tutte le altre opere sue; studierà
di più buona volontà, si sentirà più forte a zesistere alle tentazioni.
All'opposto se uno è un po' trascurato nelle orazioni, subito entra la
tiepidezza..:svaniscono i buoni proponimenti, resta amante di ciar-
latanerie, di ridicolezze fuor di modo, di vana allegria, di divertimenti
fuor di tempo; si risvegliano le passioni della superbia, dell'invidia,
ecc. L'orazione è come la mano destinata a soccorrere a tutte le ne-
cessità dell'anima e del corpo, e perfezione per stessa.
11) - Modo di comportarci nell'orazione. Come dovremo compo
tarci nei vari atti di pietà e di religione? Con umiltà, con confidenz
con affetto.
Con umiltà: Oratio humiliantis se nubes penetrabit etc. I1 Salvato
Appunti d'istruzioni, ecc.
... ci fece capire l'importanza dell'umiltà. nella preghiera colla parabola de
Fariseo e del pubblicano I seniori dell'Apocalisse. La Chiesa c'in-
segna a cominciare le nostre orazioni con un atto di umiltà, il Conji-
teor. Luigi Comollo si immaginava di veder Dio.
Con confidenza. Il Signore è tanto buono e tanto disposto ad
aiutarci che veramente merita che abbiamo in lui tutta la confidenza,
e noi troviamo che nel Vangelo esige la fede, la quale comprende
due cose: fede nella potenza e fede nella bontà. E quanto era maggiore
la fede, tanto più pronti ed abbondanti erano gli effetti; e se non pos-
siamo aver fede così viva, imitiamo quel padre del Vangelo (Credo,
Domine, adjuva incredulitatem meam) dimandando a lui stesso la fede.
Con affetto. Bisogna pregare con amore, con fervore. Il feniore
non d cosa che dipende da noi; tuttavia possiamo aiutarci per acquistarlo
col dimandarlo, coll'escludwe le tentazioni, e col poirarre le proprie
orazioni.
Esaminiamoci se siamo diligenti nel trovarci alle preghi. co-
... muni: se assistiamo volentieri ed andiamo di buon grado a servire la
santi Messa, sia quella solenne, sia le messe private
Esaminiamoci quale è il nostro contegno esterno nel pregare,
... quale l'attenzione della mente; se andiamo soggetti a molte distrazioni,
e, qhuiel che è peggio, se queste sono volontarie
XI
DELLA MEDITAZIONE
Nabucodonosor, impadronitosi di Gerusalemme, fece cavar gli
occ a Sedecia per assicurarsi che non fuggisse e se lo condusse nella
schiavitù. Così fa il demonio per tenerci nella sua schiavitù cerca
di cavarci gli occhi, quegli occhi con cui vedremmo il nostro misero
stato, ecc. Cerca cioè d'impedirci dal far meditazione. Egli troppo
conosce l'importanza di quest'esercizio e si adopra per farcelo omet-
tere, ora per trascuranza, ora per altre occupazioni, ora con qualche
dpi.rmet.iensuto.ir.eElasednuorantapueòa
riuscire a
farla fare
farcela omettere, si adopera a farne
svogliatamente, e ben gli riesce chè
... come dice il Profeta: Desolatione desolata est omnis terra, +a non
est qui recogitet corde
Noi, persuasi dell'importanza di questo esercizio, fermiamoci
ad esporre il modo di fare la meditazione, sciogliendo alcune difficoltà
che si fanno.
Invocazione a Maria.
I) - Oltrechè la meditazione è tanto necessaria per st? stessa, noi
abbiamo il dovere di farla almeno per mezz'ora ogni giorno. Que-
st'anno si comincia a farla assai regolarmente e direi quasi che se non

37.10 Page 370

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728
Appendice
ha potuto produrre abbondantemente in tutti quegli effetti salutari
a cui è destinata, cib forse proviene perchè alcuno non potè farla i11
comunità, altri poi non si esercitarono in essa con quella assiduità...,
non vi si adoprarono con quella diligenza che avrebbero potuto.
Facciamoci coraggio, facciamo il possibile per essere assidui, e per
farla diligentemente, e non mancherà certamente di produrre anche
in noi salutarissimi effetti.
Ci sono vari modi di far meditazione. Vi sono di quelli che con la
mente loro sanno cercare gli argomenti senza bisogno di libri; altri
si preparano la materia la sera precedente; altri fanno la meditazione
col mezzo di un libro, leggendo qualche tratto e soffermandosi di
quando in quando per considerare (che fu il metodo di Santa Teresa
nei primi suoi anni).
Per noi pare da ritenere quest'ultimo metodo.
Ora come si fa la meditazione con quest'nltjmo? Preparazione,
svolgimento dell'argomento, e conclusione.
Preparazione: metterci alla presenza di Dio, pensando che ci
mettiamo in conversazione con Dio, e metterci sott'occhio I'argo-
mento. Potrà accadere che talvolta si abbia anche per settimane in-
tere da mettere sott'occhio l'argomento nello stesso modo.
La seconda parte è lo svo&imento dell'argomento e questa è la
parte a cui devono concorrere le tre potenze: memoria, intelletto,
volontà (in che modo?)
stab.Li.lae.
t-erza, la conclu.4one,
le ri~sol~uzioni che ci
comprende
sembrano
due parti: il fermare
oppoitune, cercando
in
il
mmoodd- oo , .
il tempo di metterle in pratica; l'altra, ringraziare il Signore dei lumi
che ci ha dato e supplicarlo ad aiutarci... Dopo non dissiparci subito,
e durante la giornata richiamare i punti e le risoluzioni.
11) - Ora veniamo a sciogliere i dubbi e le difficoltà e suggerire
qualche mezzo per renderla fruttuosa.
Qualcuno dice: '<Paretanto lungo il tempo che passa tra la lettura
di nn punto e l'altro: non sarebbe meglio di leggere di continuo?
non sappiamo che cosa fare in quel tempo; restiamo distratti,,. Se
fseirlmegagrecispemerpfraer,enoanttièdpeilùl'inmteeldliigtaeznizoan,em, saaràpelretntuori.a..;
bisogna proprio
E per fare atti
della volontà, applicare a sè stesso cib che si è inteso leggere, e se
si tratta di un difetto, eccitare la volontà a detestarlo; se una virtiì
[a praticarla]. Se è qualche atto di bontb di Dio, consideriamo come
tante volte Dio ha usato quel tratto di bontà per noi. Se non fac-
ciamo così, siamo come coloro che s'appressano ad una lauta mensa...
[ s ~ n z afustar nullal.
ma
Uecdcgitoarulin...
Che
non bisogna lasciare la mente
se incontreremo qualche passo
ed il cuore in ozio,
che ecciti in modo
speciale i nostri affetti, fermiamoci pur in quello; non è adunque
da lamentarsi di non poter dilatarci in molti bei pensie* quasi meglio.
Appunti d'istr~dzioni,ecc.
111) - Ora suggeriamo qualche awiso per trarre maggior profitto:
a) L'orazione non dobbiamo tanto considerarla come un do-
vere da compiersi, quanto come un mezzo per avanzare nella perfe-
zione. Percib non dobbiamo pensare tra noi: "purchè faccia ogni
giorno quel po' di meditazione non occo~realtro,,; ma pensiamo che
... è un mezzo prezioso, efficacissimo per vincere le nostre passioni,
resistere alle tentazioni e servirsene a tale uopo; mi spiegherb con
un esempio del ferraio... [che batte e continua a battere jinchè basti].
Dunque procuriamo di valerci sempre della meditazione in tal modo,
che serva ecc.
b) È utilissimo andare alla meditazione portando già nella
mente il frutto che vogliamo ricavare e qui giova il dire che
talvolta anche dei mesi battere sempre sullo stesso punto.
inalmente scioglieremo un dubbio: è meglio fare la meditazione
o insieme cogli altri? In sè par meglio da solo; ma nelle nostre
circostanze, meglio cogli altri.
Esaminiamoci se siamo stati assidui ne1 farla; se l'abbiamo fatta
... veramente di mezz'ora, o più breve, e se anche pel passato l'abbiamo
fatta prendendo risoluzioni adatte ai nostri bisogni
XII
OSSERVANZA DELLE REGOLE
I1 voto più essenziale del religioso è quello di obbedire, che com-
prende gli altri, perchè questo obbliga all'osservanza delle Regole,
le quali ordinano le cose riguardanti gli altri due.
Converrà che, per chiusa degli esercizi, ci tratteniamo appunto
sull'osservanza delle Regole, ricercando brevemente i vantaggi di
tale osservanza e i danni della loro trasgressione, accennando prima
brevemente quali sono le Regole che dobbiamo osservare.
I) - Non meravigliatevi se vengo a raccomandarvi l'osservanza
delle Regole. Ci chiamano religiosi, cioè. religati, due volte legati,
tdiaciolCaroim, daunndqamuee..n.tiQeudaalilleReRgeogloelea;bbreiagmolaorin',ociiodèa.
soggetti a regole par-
osservare? Anzitutto
le sante nostre Costituzioni. Poi le norme che ci vengono segnate
nelle Deliberazioni, le Regole delle nostre case.
e nostre Costituzioni debbono essere la norma di nostra vita,
doci state date dal Superiore Fondatore, approvate dalla Santa
. È il Signore che ce le ha date, teniamole preziose: sono i1 nostro
. Certi ordini religiosi le tengono con tanta cura che non le
ciano vedere ad altri, le leggono a capo scoperto come parola di Dio,
sempre lor dàmo l'epiteto di Sante Regole. Abbiamo anche noi tale

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38.1 Page 371

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Appendice
rispetto, parliamone come codice inappellabile ecc.; leggiamole come
parola di Dio a noi specialmente diretta. Soprattutto poi mostriamo
... ... la nostra venerazione con praticarle. Procuriamo di osservarle inte-
ramente, cioè (esempi) ; allegramente, cioè (esempi); umilmente cioè
(esempi) Abbiamo pure le Deliberaioni che sono come la spiegazione
delle Regole e devono avere a un dipresso lo stesso valore delle Co-
stituzioni; leggiamole attentamente e procuriamo di ricordarle metten-
tendole in pratica.
Inoltre ci sono le regole dei collegi per la parte che ci riguardano:
regole dei Direttori, Prefetti, Catechisti, Maestri, Assistenti; regole
pel governo di nostre case, per l'ordine, pulizia, passeggio, ecc.
Forse qualcuno dirà: '<Abbiamo da osservare i Comandamenti
di Dio e della Chiesa, e perchè ancora le Regole?,,. I Comandamenti
di Dio e della Chiesa saranno più facilmente osservati coll'osservanza
delle Regole. Per altm parte noi abbiamo promesso di aspirare alla
perfezione coll'osservanza dei Consigli Evangelici, e le Regole ce ne
indicano il modo.
- 11) DANNI che procedono dalla trascuranza delle regole. Qui
spanit modica, paulatim decidet. Le Regole sono Santemurale. Caduto
l'antemurale, presto cade il muro, e la città restaaperta ai nemici. La
trascuranza delle Regole produce l'effetto dei peccati veniali e dispone
ai peccati mortali.
Così quel tale che non dovrebbe andar a far visita senza permesso
e ci va, comincia a dar libertà agli occhi, sentir discorsi poco de-
centi e poco alla volta ecc. (Esempio di [un religioso] che cominciò
dal fare o ricevere visite, ecc.). Cosi dal tener danaro, vino, liquori
ecc. ne avvengono compre di libri cattivi, abitudini al bere, ecc. E
pei confratelli ne viene scandalo. Talvolta basta uno o due di tali
trasgressori, o non curanti delle Regole, per gettare nella tiepidezza
e nella negligenza del proprio dovere tutta una comunità.
E gli allievi che esempio prenderanno, quando, sapendo che le
Regole della casa dicono in un modo, vedono i loro maestri, assistenti
... fare in un altro?Cosìla casa diviene un disordine generale e non può
produrre quei buoni frutti a cui è destinata
EgEIII) - VANTAGGI1I.religioso che osserva le Regole farà molto
fitto nella perfezione, perchè nelle Regole trova tutti i mezzi
perfezionarsi. San Luigi per dare udienza ai Cardinali suoi paren
corse prima a chiedere permesso. Luigi Comollo fu trovato C
una parola lasciata a metà per portarsi al segno che lo chiamava.
Il Signore accarezza ed esalta coloro che sono cosi esatti
l'osservanza delle Regole. Euge, serve bone et jìdelis, p i a inpauca
f.Éelis, super multa te constituam,intra in gaudiumDominitui. Di q
vantawio sono ai confratelli col loro buon esempio! Come son
Sedifi"c"azionedelle comunità!
Appunti d'istruzioni, ecc.
73 1
Ma si dice: "Le Regole non obbligano sotto pena di colpa,,.
Che diremo di quel religioso che aveva sempre bisogno del co-
mando del Superiore in virtù di santa obbedienza. Non è Samor di
Dio e della perfezione che deve stimolarci? "Ma sono cose leggere e
dappoco,,. Appunto per questo dobbiamo più prontamente osser-
varle. Se non siam capaci di osservare le piccole cose, come osser-
veremo le grandi e difficili? Dunque osserviamo le Regole non solo
nella casa in cui ci troviamo, ma dovunque, nelle altre case, ed anche
fuori di esse.
XIII
SULLA RETTA INTENZIONE
Perchè ci siamo radunati? Se è per perfezionarci, tanto più saremo
noi perfetti, quanto più perfette saranno le opere nostre. L'uomo,
essendo ragionevole, non può operare se
se non con qualche intenzione. Ora pa
il Salvatore: Lucerna corporis tui est ocu
simplex, totum corpus tuum Zucidum erit,
avere un'intenzione semplice nel nostro
la nostra intenzione, buona sarà I'op
cattiva sarà l'opera; che è ciò che dice
et rami.
NB. - Se si ha da fare questa predica aigio
fin da principio la similitudine del bersaglio. Colp
al centro e riporta il premio, chi ha la vera intenzione che
Ora noi cercheremo qual debba essere la nostra int
nostre opere e quale la pratica per ottener la puri6 d'
O Gesù buono, fate che impariamo ad opera
a f i c h e gradite abbiano a riuscire tutte le nostre opere.
I) - Qual dev'essere il nostro fme nelle nostre opere? Con quale
intenzione dobbiamo noi operare?
Vediamo quale intenzione si ha generalmente dai mondani. En-
... triamo nelle officine del povero operaio P w guadagnare il vitto. En-
... triamo nei negozi ben forniti Per accrescere il proprio patrimonio.,
Andiamo nell'esercito: non occorre pensare a procacciarsi il vitto,
... n&ad accrescere il patrimonio, chè generalmente e perche tanta
... diligenza? Per timore della punizione o per avanzare di grado. Nelle
... scuole, nei laboratori dei ragazzi Passare all'esame, imparare il
minetestniezrieo.nAi..n.dEiamtuo,
dagli scienziati del mondo, e troveremo le stesse
o poeta?... L'amor dellagloria... Tu, o filosofo, tu, o
matematico, o astronomo, che sei cosi sempre distratto? perchè di-
mentichi tutto? Per amw della sciensa. E tu, uomo onesto secondo i1

38.2 Page 372

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732
Appendice
mondo, tu Aristide, tu Cicerone, tu Focione, tu Fabrizio, quali in-
tenzioni nel vostro operare? Quale avrà I'amor della gloria, quale la
voce della coscienza, e quale l'amore della virtù. E tu, o cristiano, e
tu specialmente, o religioso, quali intenzioni devi avere? Andiamo
alla scuola dei nostri sublimi Maestri; e San Paolo a nome di tutti
ci dir& Sive manducatis, &e bibitis, sive aliud quid facitis, omnia in
gloriam Da'facite. E il nostro Divin Maestro presso al pozzo della
Samaritana disse ai suoi Apostoli: Cibus meus et potus est, ut f a c i m
voluntatem qus qui mi& me; e di più soggiunge che il modo di essere
suo discepolo, anzi fratello, è di cercare continuamente di fare la
volontà del Padre: Quicumque fece& voluntatem ejus qui misit me,
ipse meusfrater, et soror, et mater est. Questo è il punto del bersaglio,
a cui dobbiamo sempre tener rivolta la mira della nostra mente. Chi
studia, chi ,confessa, chi predica, chi lavora, deve cercare questo.
11)- Come attuarci in questo esercizio? quale dovrà essere la
nostra pratica per ottenere la purità d'intenzione?
Un monaco eremita si era fabbricato la cella colla vòlta rotonda
e una sola finestrella alla sommità per prendere bene la mira nelle
sue opere. Noi pure incominciamo al mattino ad offrire tutti i nostri
pensieri, parole, azioni a maggior gloria di Dio; così venendo la va-
nagloria, potremo rispondere che è giunta troppo tardi: e di pih,
- quanto si può, offrirgli e riferire ogni nostra azione in particolare; e
interrompere talvolta il lavoro per interrogare noi stessi: Ma perchd
faccio questi lavm:? - Come il muratore fa col piombino. - Perchè
mi compiaccio di questa occupazione? perchd gusto di questo lavorp? Se
la coscienza ci risponde: Perchd è volontà di Dio che lofaccia; andiamo
avanti; se ci risponde altrimenti, tralasciamo e mettiamoci a fare ciò
che piace al Signore.
Qui dev'essere tutto il nostro gusto, il nostro piacere e contentezza;
e se in questo mettiamo il nostro gusto, tanto si troverà contento colui
che predica come colui che lavora nell'ufficio, colui che comanda,
come colui che obbedisce, perchè non baderà al materiale dell'opera,
ma alla volontà di Dio che sta facendo; e così dobbiamo procurare
di aver sempre nella bocca e
Signore, fo questo...,,. Ho già
nel cuore
visto vari
queste
giovani
parole: "Per voi, o
tanto affezionati ad
un loro Superiore, che per lui qualunque cosa farebbero. Or bene
questo dare essere il nostro conforto, il nostro sostegno in mezzo alle
occupazioni: le sto facendo per amar di Dio: operar amando.
Ma deve essere questa I'unica nostra intenzione? Non dobbiamo
noi per nostra regola attendere anche al bene del prossimo? Si, ma su-
bordinatamente alla volontà di Dio. Cioè dobbiamo occuparci della
loro salvezza, perchè è volontà di Dio: quindi colui che è occupato
per proprio ufficio in un lavoro che non tende direttamente al bene
del prossimo, non deve angustiarsi per questo. Così chi è incaricato
di qualche incombenza, non deve guardare se riuscirà più o meno
Appunti d'istruzioni, ecc.
733
. bene, bensì se facendo quello fad la volontà di Dio. Cosi colui che
occupaci nel ministero delle anime, se non riesce ad operare tante
... conversioni, non deve angustiarsi, guardar principalmentea quello
se ne cava profitto, ma se sta in quello facendo la volontà di Dio
I1 Signore non dimanderh conto del frutto, ma dell'opera. Para-
bola dei talenti e della vedova.,.
Ora ho bisogno che mi aiutiate esaminandovi:
Se nel vostro operare cercavate di soddisfare il proprio capriccio,
... la propria volont& se cercavate la propria soddisfazione Se cercavate
... di attirarvi l'approvazione e la lode degli uomini Ed anche se la-
... vorando per Dio si procura di far le cose con l'impegno di farle come
meglio a Lui piace Si esamini nelle preghiere, nelle occupazioni
... ordinarie, proprie, nel modo di comportarci nel cibo, nel riposo,
nella ricreazione
XIV
DELLA CORREZIONE FRATERNA
Favola delle due bisacce.
Diceva Diogene che per emendarsi uno dei suoi difetti, conviene
che cerchi o un amico che lo ammonisca, o un aspro nemico che lo
riprenda. Nel mondo awiene questa seconda cosa, cioè di essere
ripresi dal nemico. Gli amici sogliono piuttosto adulare anche in cib
che merita biasimo. Quando poi si vengono a rompere le buone re-
... lazioni, allora nello sdegno si dicono i difetti, non già con lo scopo
di farlo emendare, bensi
In Religione abbiamo il grande vantaggio di avere chi per ufficio
è incaricato di correggere paternamente o fraternamente. I1 direttore,
.. il catechista, colui che fa fare i rendiconti ed anche qualunque con-
fratello. Gran bella cosa è questa. Per animarci a ricevere volentieri
la correzione esaminiamo quanto sia importante i1 riceverla bene ed
il modo di riceverla.
Invocazione a San Filippo Neri.
I ) - Quanta importi ricevere bene la correzione. Dopo il peccato
d'Adamo l'uomo va soggetto a commettere tanti errori per causa delle
passioni, della corruzione del cuore e dell'accecamento del nostro
intelletto, che non ci lascia ben sovente conoscere i nostri difetti,
i nostri falli. Di qui viene la necessità che vi sia qualcuno che amo-
revolmente ci osservi e ci ammonisca.
Galeno diede per consiglio, a fine di guarire dalle malattie del-
l'anima, di non aspettare che altri faccia quest'ufficio spontanea-
mente, ma pregare noi qualcuno dabbene a farlo e, se non lo fa, la-
mentarci con esso. Cosi nelle Religioni vi è generalmente il monitore

38.3 Page 373

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Appendice
secreto, ed anche nell'Oratorio nostro era una volta in uso tale bella
pratica, ed io stesso posso confessare che grande fu il vantaggio ricavato
dagli avvisi del monitore secreto che aveva quando ancora era secolare.
Sebbene non siavi più i! monitore secreto, vi sono però i monitori
d'ufficio, e quando ci viene fatta qualche correzione, riceviamola di
buon grado, se vogliamo progredire in virtù e liberarci dai nostri
difetti. L'infermo che non vuol lasciarsi curare n& servire, merita
che non lo medichino e non lo servano, ma lo lascino morire: cosi
chi non vuol lasciarsi correggere, merita di essere lasciato in abban-
dono, in preda ai suoi difetti, e così realmente suole avvenire;si mor-
morerà di esso nella comunità, ma nessuno che gli dica nulla. I1 giar-
dino che non & ripulito resta coperto di erbe inutili, ed invece di al-
lettare gli uomini coi suoi fiori, coi suoi frutti, dovrà essere pascolo
di animali; cosi il giardino della nostra anima, se non si lascia ripulire
dalle male erbe corre pericolo di diventare pascolo dei demoni, e ne
starà lontano il buon Dio che voleva fame sua abitazione prediletta.
Costoro portano nella comunità due gravi pericoli: I) di far ra-
dicare i difetti, che non potendo esser corretti negli individui facil-
mente si propagheranno agli altri con grande danno delle comunità
religiose; z ) d'i far divenire la comunità una casa di amarezza, di con-
tese, di dissensioni, tenendo per ingiuria cib che si fa per caritt verso
loro.
altri,
Pel che San
affinch&non
Basilio voleva che
attaccassero loro
lcaosrtoogrnoa.f.o.ssero
separati
dagli
11) - Modo di riceuere l'ammonixiune. Prendiamo dunque in buona
parte la correzione, gli awisi, le ammonizioni. E come? Appena sen-
tiamo qualcuno ad aprire la bocca per rimproverarci, il cuore subito
si risentirà e vorrebbe inasprirsi; noi teniamoci in freno. Sentiamo la
correzione dal superiore con umiltà, e dopo che avrà finito dimo-
striamogli riconoscenza ringraziandolo. Volete fare una cosa di mag-
gior perfezione? preghiamo anche per colui che ci ha fatto la corre-
zione. Ci verranno nella mente tante scuse per discolparci: ma meglio
sarà che non diciamo niente affatto. Anche posto che ci paia che
quello che il Superiore ci rimprovera non sia totalmente cosi, non
sia tanto quanto egli dice, non conviene scusarsi. Lo stesso medico
filosofo pagano ci dà questo utile ammaestramento; sia perch& gli
altri vedono meglio i nostri difetti, e più facilmente noi ci sbagliamo
giudicando di noi stessi; sia anche per lasciar maggior libertà. Del
resto se i1 Superiore ogni volta che ha da darci qualche ammonizione,
deve sostenere una disputa con noi, si stancherà...
Ciò che talvolta potrà avvenire sarà di accorgerci chi sia che abbia
ai Superiori riferito il nostro mancamento, e ci verrà la voglia di re-
galargli il titolo di spia e sdegnarci contro di lui, Cari miei, pensiamo
che ciò fu fatto pel nostro bene; che dalla relazione di quel tale ce ne
può derivare vantaggio, e però non lasciamoci trasportare da nessun
sentimento contrario alla carità, non uscendo in nessuna parola
Appunti d'istruzioni, ecc.
di sdegno contro quel confratello; piuttosto diciamo anche per lui
un'Ave Maria.
Che se poi vogliamo essere più disposti a ricevere la correzione,
andiamo noi stessi a pregare i Superiori che ci vogliano ammonire,
correggerci dei nostri falli. Non diciamolo solo per cerimonia, ma
con vero desiderio di poter correggere i nostri difetti ed emendarci;
e udito l'avviso dimostriamone contentezza. Ah1 non permettiamo
che il Superiore abbia a formarsi di noi l'idea che non riceviamo
volentieri la correzione: potremmo contentarci che abbia altre idee
cattive su di noi, che ci tenga per iracondi, golosi ecc., ma non per
intolleranti di correzioni.
E quando I'awiso ci viene da un confratello, da un eguale, e per-
h o da un inferiore? Si legge nella storia ecclesiastica che una volta
San Pietro fu ripreso da San Paolo, che era a lui inferiore, di qualche
difetto. Ricevette I'awiso senza ribattere parola, e notate che era al
cospetto di molte persone. E Mos&non fu egli ripreso da Ietro? ep-
pure con quale umiltà ricevette l'awiso!
Dicono che il governo di un ordine sta meglio nelle mani di
una persona di minima capacità, ma che senta volontieri gli awisi,
che [in quelle di una persona di grande capacità, ma] ecc.
Particolarmente vi raccomando di far bene il rendiconto mensile
ed ascoltare di buon grado gli awisi che vi dà il Superiore.
Capisco che s'incontra una grande difficoltà, ed & il nostro amor
.proprio.
.Bisogna che ci adoperiamo con tutto l'impegno per combat-
tere questo nemico, che ci impedisce di ricavare vantaggio dalle
correzioni e che cambia il rimedio in veleno; e cosimetterci in grado
di poter ricevere in buona parte le esortazioni, le correzioni, i rimpro-
veri, e farne profitto.
xv
LAVORARE ALLA MAGGIOR GLORIA, DI DIO
(serm'6ile per chiusa di esercixz)
Sive manducatis, sive bibitis, sive dizld quidf a t t i , omnia in gtoriam
Dei facite ( I Cav., X , 31).
I) -Ci siamo consacrati a Dio per mezzo della professione reli-
iosa. I1 che vuol dire che abbiamo consacrato o meglio destinato al
ervizio di Dio la nostra volontà, il nostro cuore, il nostro intelletto,
tutte le nostre facoltà, il nostro tempo, le nostre fatiche, le nostre
Vuol dire che non dobbiamo più lavorare per altro fine che per
ervire a Dio, compire la sua santa volond, promovere i suoi interessi,

38.4 Page 374

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Appendice
cercare in ogni cosa il suo beneplacito, non più lavorare che per amor
di Lui, per far piacere a Lui, per la sua gloria. Perfino le sofferenze
sopportarle per amore di Lui; mettere in pratica il detto di San Paolo:
Sive manducatis, etc., il che significa che non solo le opere di pietà,
la preghiera ecc., dobbiamo fare a maggior gloria di Dio, ma anche
le opere materiali, la ricreazione, il riposo, ecc. Omuul.
Se noi operiamo qualche volta per altro fine, manchiamo al nostrb
impegno, perchB consacriamo ad altro i1 nostro tempo, le nostre
forie.
Santa Maria Maddalena de' Pazzi inculcava alle sue novizie che
offrisserosovente le loro azioni a Dio, e talvolta per sorpresa le in-
terrogava perchB facessero questa o quell'altra cosa. Esse risponde-
vano: "Perchè me l'ha comandata la tal superiora,,. ''Perchk è mio
dovere; se non lo fo, mi avrb i rimproveri ecc,,. Essa allora le ripren-
deva: - Non vedete che perdete il merito? È pel Signore che dovete
lavorare, per suo amore, per sua gloria.
Dunque non dovremo pih cercare onori nostri, gloria nostra,
non ricchezze, non agiatezze! Non sarà fuor di proposito di quando
... in quando interrogarci sulle imprese che stiamo per intraprendere:
- Quid haec ad gloriam Dei?
11)- Qui perb conviene che ci spieghiamochiaramente per cono-
scere quali cose dovremo fare per assicurarci di piacere a Dio, in-
contrare il suo gradimento. Dovremo forse fare grandi cose, austere
penitenze, preghiere prolisse, straordinari miracoli? Non queste cose
si aspetta da noi il Signore. Gesù Cristo ci sia modello. Egli diceva:
- Non quaero gloriam meam, sed gloriam gus qui misit me.
Ma in che modo cercava la gloria dell'Eterno Padre? Ce lo spiegò
altrove dove diceva: Cibus meus est ut faciam voluntatem ejus qui misit
me. Ecco: far la volontà di Dio, mediante l'obbedienza; sempre ob
bedire alle Regole, alle occupazioni, ai Superiori.
Gli Ebrei si lagnavano "Abbiamo digiunato, pregato ecc.,, e D
rispose per bocca del Profeta: <'Neivostri digiuni, nelle vostre mo
tificazioni e penitenze io vedo la vostra volontà e non la mia,,.
Signore riprovb le loro opere, sebbene sembrassero opere buon
Non facevano quello che Dio da loro si aspettava. Se pertanto u
volesse far digiuni, penitenze, passare la ricreazione in chiesa, leva
anzi tempo di propria volontà, forse non avrebbe meriti, come C
per obbedienza sta alla regola comune e fa il proprio dovere.
Ricordiamoci di quello che diceva Luigi Comollo. '<Fa-molto
-fa -poco e fa quel che deve fare, e fa poco chi fa molto e non fa quel ch
deve fari,,. -
Qui debbo pure soggiungere che non basta fare qualche volt
propri doveri, osservare le Regole, ecc.; non basta mettersi ade
dopo gli esercizi per qualche settimana o mese; ma perseverare se
pre. Osservo per esempio la frequenza alla meditazione comune;
principio è molto frequente, poi poco alla volta diminuisce il numero...
Cosl si dica delle altre cose (enumerarle). Gesù, dove diceva: Ci&
meus est etc., soggiungeva: Quae placita sunt &fa& sempw.
111) -Altra cosa necessaria per render gradite le nostre opere a Dio
B di far bene quello che facciamo. Anche in questo tenete l'esempio
del nostro Divin Salvatore, di cui dice lJEvangelio:bene omniafecit.
Preghiere! predicazioni, conversazioni, ecc. Cosi San Luigi Gonzaga
aveva scritto su un suo libretto il proponimento di mettere ogni
studio perchè ogni sua operazione fosse buona e lo facesse camminare
verso Dio.
San Vincenzo de' Paoli soggiunge che non basta far cose buone,
ma [bisogna] farle ad imitazione di Gesù Cristo, con impegno e per-
fezione e con quei fini con cui operb Gesù Cristo; altrimenti le stesse
opere buone ci tireranno addosso piuttosto castighi che premii.
Sant'Ignazio s'incontrb con un fratello laico che lavorara con molta
negligenza. Lo richiese per chi lavorava. - Pel Signore. rispose.
- Orsu, disse S. Ignazio, se tu lavorassi per gli uomini, non sarebbe
gmraanncmamaleen, tmo..a.
operando per Dio, Padrone si buono..., & troppo grave
- I1 vescovo Bercmans, perfino nel giuoco era di-
ligente; quando eravi invitato in villa, faceva il
vedete non occorre fare cose meravigliose...
smegonrtoifidciaczrioocnei,......
Come
basta
far bene quel che si ha da fare.
La Madonna apparve ad una sua divota monachella che recitava
i1 Rosario intero, ma con fretta e poca divozione. La riprese ed assi-
curolla esser
recitata, che
più cara al
tutto senza
sfueorvDoriev..i.n
Figlio
e
a
Lei
la
terza
parte
ben
I1 Signore non misura la nostra perfezione dalla moltitudine o
grandezza delle opere nostre, ma dal modo di farle. San Bemardo
..., vide un Angelo che notava le preghiere dei suoi frati, a chi a caratteri
d'oro, a chi d'argento ..., d'inchiostro ..., d'acqua e di niente, se-
condo il modo di pregare.
Santa Geltrude faceva solamente quello che facevano le altre
suore, anzi meno ancora per la sua delicata salute. Eppure era per-
fetta. E perchB? per la maggior perfezione delle opere sue, ci08 mag-
gior purità d'intenzione, maggior impegno e buona volontà. Dunque,
coraggio: lavoriamo alla gloria di Dio, ma quel che Dio vuole e nel
modo a Lui gradevole, cioè volentieri, allegramente e con diligenza.
Non dimentichiamo le terribili parole: Maledictus homo qui facit opus
Dei negligenter...
Volete, oltre le vostre occupazioni, oltre gli esercizi di pietà, far
in altro modo la volontà di Dio e promuovere Ia sua gloria? Mettete
in pratica il consiglio speciale di Gesù Cristo: Hoc est praeceptnm
meum ut diligatis insicem, sicut diZexzXvZos.
... orazAiomniiamedocainachveicecnodlla'opgelirau..n.i
gli altri, aiutiamoci a vicenda colle
difendiamoci a vicenda sappiamo
- 47 Vita del Swo di Dto MtckoIe Ruo. Vol. 111.

38.5 Page 375

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Appendice
compatirci nei nostri difetti: Alter alterius onera portate, et a d k -
plebitis Zegem Christi.
mai momoriamo contro il nostro prossimo, specialmente
contro i confratelli.<<Maq,uandounomanca?,,.Rispondo: "Correzione
fratema,,. <LEquando altri sparla di noi?,,. Abbondare in carità e asten-
sione dal mormorare contro esso. Se l'avversario fa male, dovremo
noi imitarlo? Amarsi colle opere..., colle parole..., col cuore, coi Peri-
sieri... oh! come questa carità sarà di gloria a Dio e di edificazione
al prossimo.
I primi cristiani davano tanta gloria a Dio e convertivano tanti
pagani coll'esercizio della carità. Questa era pure la continua racco-
... rnandazione che ci faceva il nostro caro Padre Don J3osco che ce ne
porgeva luminosi esempi
XVI
L'EUCARISTIA CENTRO DELLA N(XSTR-4 VITA
- di^. Gesù Cristo volle essere chiamato l'Emanuele, ci06
~i~ con noi, in mezzo a noi. Pertanto Egli & il vincolo fra l'Antico
ed il
Testamento. Tutto l'Antico Testamento riguarda Gesù
tristo: profezie, cerimonie, sacrifizi, i personaggi, gli amenimenti.
omnia in &nra contingebant illis.
11 Nuovo Testamento tiene gli occhi a Lui rivolti, come al Capo,
Fondatore, Redentore. Gesù ha voluto nascondersi come nel Wntro
del mondo allora conosciuto (posizione geografica). Stando per per-
tire da questo mondo, Gesù ha voluto istituire il Sacramento del-
l'Eucarestia per rimanere fra noi, nei nostri paesi, villaggi, ci&,
nelle nostre chiese e perfino nelle nostre case. Che più? perfuio nei
nostri
E
cib?Aninch&ci ricordiano di Lui, ci rivolgiamo
a ~ ~oh1i sia. dunque il centro dei nostri esercizi di pietà, il centro
delle nostre occupazioni, il centro dei nostri affetti.
Asp+mione a San Tommaso d'Aquino, a San i'asquale B a y h , a
San Giuseppe da Copertino.
scenIt)e
~~dsia il centro da' nostri
al suo Divin Fondatore, ha
esercizi dipietd. La Chiesa, ricono
voluto che Gesù Cristo in Sacra-
mento sia il centro di tutto il culto, di tutte le religiose funzioni.
Edifica templi maestosi, ma perchè? per GesÙin Sacramento. Ordina
belle funzioni, ma in onore di chi? di Gesù Sacramentato. A che fine
quei canti, quei suoni? a che fine quegli ornamenti, quelle divote
paramenta sacerdotali? per Gesù in Sacramento. Quanta magnifi-
cenza nelle religiose processioni! ma per chi?-specie per Gesù
Sacramento. Essa ci insegna in che modo santificare le feste, e come?
col13assistereal Sacrifizioche Gesù Cristo offre di stesso all'Eterno
Appunti d'istruzioni, ecc.
Padre nella Santissima Eucaristia. Ci ordina di confessarci almeno
una volta l'anno, ma perchè?Specie per prepararci a ricevere 1 > ~ ~ ~ e l r
Pasquale nella Santissima Eucaristia. Ci fa recitare molte preghiere
al Padre, allo Spinto Santo, ma la fine è sempre per Jemm
Dominum nostmm...
.
il
cuGlteos..ù.
Cristo adunque è per la Chiesa
Noi, figli della Chiesa, imitiamo la
il centro di
nostra Madre,
tutto
con-
siderando Gesù il centro dei nostri esercizi di piea. ~ ~ le t t
pratiche di pietà sono buone, ma badate che tutte convergono a que-
sto centro: a Gesù, al SS. Sacramento. La Madonna si onora, ma come
madre di Gesù; San Giuseppe come suo padre pntativo, suo custode;
i Santi come membri di Gesù; gli Angeli come suoi ministri. Questa
adunque sia la propria nostra divozione, quanto si,riferisce a Gesù
Cristo: la S. Messa, la S. Comunione, la visita al SS. Sacramento.
Andiamo con trasporto ad ascoltare la S. Messa. Osservate il conto
che se ne faceva al tempo degli Apostoli: Erant persmerantes unmi-
miter in oratione et infractionepanis..., e poi anche nelle catacombe...
Anche ai nostri tempi leggiamo che nelle missioni corrono i popoli^
da lontani paesi per assistere alla Santa Messa. E noi assistiamovi con
raccoglimento, andiamo di buon grado a servirla, procurando di
eseguire bene le cerimonie. Anzi per amor di Gesù si studi d'impa-
rarle bene. L'Eucaristia & il centro delle adorazioni degli Angeli qui
in terra, come ci assicura S. Giovanni Crisostomo, e noi immaguiia-
moci di trovarci fra foro.
Alla Santa Comunione poi, con quali disposizioni non dobbiamo
mai accostarci! Davide, facendo i preparativi per la fabbrica del
tempio, esclamava: Opus enim grande est; neque ntim hmini praepa-
ratur habitatio, sed Deo. E noi & pur a Dio che abbiamo da preparar
l'abitazione. Pensate quanta fede, quanta umiltà, quanto amore e
desiderio dobbiamo portare con noi, e specialmente qual purità di
coscienza. I1 Sacerdote purifica l'estremità delle dita per dinotare
la nettezza grande che dobbiamo recare con noi non solo dai peccati
mortali, ma eziandio dai veniali. Non ci trattenga la paura della
nostra indegnità e freddezza; facciamo perb dal canto nostro quanto
possiamo per prepararci bene. Del resto chiediamo a lui chesciolga
il ghiaccio dei nostri cuori.
11) - Gesic sia i1 centro delle nostre occupazioni, come facevano i
Santi. Consultiamo Gesù nei nostri affari d'importanza. San vin-
cenzo de' Paoli leggeva ai piedi di Gesh in Sacramento le lettere
d'importanza e vi trattava i suoi affari. S. Ignazio scriveva le sue
Costituzioni e poi le riponeva sull'altare di Gesù, lasciandovele molti
giorni affinchè Gesù le vedesse e correggesse. Far capo a lui nelle'
nostre difficoltà. S. Tommaso d'Aquino- nelle difficoltà teologiche e
filosofiche ricorreva a Gesù in Sacramento, ed asseriva che le m
giori difficoltàle sciolse ai piedi di Gesù. Nelle tribolazioni

38.6 Page 376

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I
740
Appendice
tevi a lui come S. Alfonso e tanti altri. Nella nostra stanchezza ri-
corriamo a lui; non ci dice egli stesso: Venite ad me omnes qui laboratis
qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos? S. Francesco Saverio
passava talvolta le giornate intere senza trovar tempo di portarsi ai
piedi di Gesù... Che faceva egli? 1.a sera, stanco, andava ai piedi d'i
Gesù e 18, dopo aver pregato, prendeva il suo riposo tutta la notte e
al mattino, vispo e vigoroso, riprendeva le sue fatiche. Andiamo anche
... noi a visitare Gesù, a fare la Comunione, specialmente quando ci
sentiamo un po' freddi, oppure afflitti
Intanto sia nostro continuo studio conoscere bene gli insegna-
menti, la vita, gli esempi di Gesù, meditando sul Vangelo o su buoni
libri che ne fanno l'esposizione, e principalmente procuriamo di
conformare a quelli la vita nostra, dirigendo a lui le nostre occupa-
zioni, e sia nostra ambizione di seguire in tutto il suo beneplacito,
diportandoci da servi veramente fedeli.
111)- Geszlsia il centro dei noshz' affetti epe~sz'a'O. hi quant'amore
ci ha dimostrato nel Sacramento dell'Eucaristial i?Imdam fecit
mirabilium suorum misaeYI1coertsmiserator Dominus, escam dedit timen-
tibus se. Cum diIexisset suos qui erant in mundo, in finm di2exzXZetos.
S. Francesco di Sales dice che il Sacramento dell'Eucaristia h l'ac-
colta degli amanti; e noi ricordiamocisovente di Gesù in Sacramento
con caldi affetti, frequenti giaculatorie. Andando in qualche paese
ove abbiamo a fermarci,*andiamo a far visita a Gesù. Passando a
piedi, o in vettura, un cordiale saluto a Gesù nella chiesa parrocchiale.
Se abbiamo consolazioni, rallegriamoci perchè è Gesh che ce le
manda; se abbiamo tribolazioni, siamone pur contenti, perchèè Gesù
... che le permette. Un amico si rallegra per le buone venture della per-
sona amata e si addolora se vede l'amico disprezzato, angustiato
Così noi rallegriamoci per le conquiste della Chiesa, per le conver-
sioni delle anime, perchh [consolano Geszl].Sentiamo pena, se sentiamo
vilipendere il suo nome, profanate le cose sacre, disprezzati i ministri.
di Gesù, perchh è disgustoso a Gesù. 1 suoi gusti siano i gusti nostri,
i suoi interessi siano gli interessi nostri; la sua gloria, il suo onore, la
sua volontà formino l'oggetto dei nostri desideri, delle nostre fatiche,
dei nostri sforzi. Desideriamo di sentir sovente a parlar di lui, di
vederlo invocato, di sentirlo lodato, come S. Bernardo che diceva
che un discorso gli riusciva noioso se non v'interveniva il nome di
Gesù, un libro gli pareva insipido se non v'incontrava il nome di
Gesù. Gesù dimori nella nostra mente, Gesù regni nei nos
le nostre parole spirino amore a Gesù, le nostre opere siano
sione deli'amore, dell'imitazione di Gesù. Dobbiamo stare
a Gesh, come la terra attorno al sole che sempre lo riguarda C
centro, nè sa da lui scostarsi per rivolgersi ad altro astro. Sia
.. Gesù. il centro dei nostri esercizi di pietà, centro delle nostre OCCU-
pazioni, centro dei nostri pensieri ed affetti.
Appunti d'istruxioni, ecc.
74'
XVII
I L SACRO CUORE D I GESU'
Facciamo la festa del Sacro Cuore di Gesù. Bisognerà che ci
tratteniamo a contemplarlo. Ognuno di voi, vedendone l'immagine,
la riconosce tosto: viene sempre rappresentata sotto questa forma:
un cuore che emette vampe di fiamme, circondato da una corona di
spine, sormontato da una croce, squarciato da un lato per una cruda
ferita. Non è tal ritratto un'invenzione dei pittori. Gesù stesso fece
vedere il suo cuore in tale atteggiamento ed eccovi il fatto. Nel secolo
XVII viveva in Francia nel monastero di Paray-Le-Monial, del-
l'Ordine della Visitazione, fondato da S. Francesco di Sales una
monaca chiamata ~VIargheritaAlacoque, distinta sovra ogni altr
la sua umiltà, obbedienza, semplicità, e specialmente per la sua
divozione a Gesù Sacramentato.
Nostro Signore Gesù Cristo, dopo averla favorita di molte rive
lazioni ed apparizioni sante, un giorno, che fu il 27 dicembre 1674,
la rapì in estasi e durante tale rapimento le venne rappresentando il
Sacratissimo suo Cuore tutto fiamme e fuoco, vibrante per ogni
verso raggi luminosissimi e trasparenti come limpido cristallo. Una
corona di spine lo circondava, era sormontato da una croce, e la tra-
fittura ricevuta dalla lancia vi appariva visibilmente. Quel ritratto ci
mostra precisamente lo stato in cui tuttora si trova; e noi esaminiamo
quale sia questa corona di spine che circonda il suo Cuore ai nostri
dì, che cosa quella croce, e che quella trafittura.
O Cuore di Gesù, fornace inestinguibile di fiamme beate, investite
ed ammollite i nostri cuori forse più duri della selce, e moveteli ad un
sincero-pentimento della propria ingratitudine verso di voi, afinchd
cominciamo da oggi ad amarvi con tutte le nostre forze.
I ) - La prima cosa che ci si ruppresentad la corona di spine. Vide
adunque la Beata Margherita che parecchi ramoscelli irti di pun-
gentissime spine, intrecciati fra loro a foggia di corona, stringevano
tutto intorno i1 Cuore di Gesù. Or che saranno queste spine? Abl
ciascuno di voi sa dirmelo. La colluvie degli affronti degli infedeli,
degli eretici, e specialmente dei cattivi cristiani. Disobhedienze, atti
di collera, quei pensieri cattivi, queli'attacco alle ricchezze, agli
onori, quelle mormorazioni, quelle frodi, quei furti, quel mangiare
carne al venerdì e al sabato. Specialmente poi sonvi due spine che
pungono crùdelmente il Cuor di Gesù. Lo manifestb la Madonna
apparsa, trent'anni or sono [1846], sul monte della Salette: la be-
stemmia 5 la profanazione dei giorni festivi.

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Appendice
... 11) - Il secondo oggetto che ci si rappresenta &laCroce che lo
sovrasta e che tanto pesa; che è mai?... Ahl ben lo rawiso: di due
sbarre consta la croce, una l'indifferenza verso Gesù, l'altra è I'ol-
traggio che gli si fa colla comunione sacrilega. Nella chiesa egli tiene
aperti i suoi occhi ed il suo cuore per spandere i suoi benefizi, ed oh!
quanto gli è mai grave il vedere come molti non ci vanno, e di quei
che ci vanno molti se ne stanno freddi... Egli ha istituito il Sacra-
mento dell'Eucaristia, e c'invita: Comedite, amici, bibite et inehiamini,
~ h ~ s s i r nVi e. nite ad me omnes... Alcuni
altri molto raramente, altri quasi mai. Ah!
ccimdveaineniondicfofenrefnrezda.d..ezMzaa,
quanto accrescono il peso coloro che vanno a far comunioni sacrileghe!
Questo è il bacio di Giuda! Ah cari, non awenga mai a voi...
111) -Riescono dolorose le spine, pesante oltre modo la croce che
sovrasta al Cuor di Gesù; ma ahimè, che rimirando il Cuor di Gesù,
scorgo una ferita, sovra ogni altra cmdefe e straziante... da cui sgorga
abbondanza di sangue ed acqua; ed è la ferita fàttagli dalla lancia.
Ahl mano feroce è quella che osa squarciare, in modo cosi orribile,
il cuore a Gesù; mano crudele! E di chi sarà questa mano? sei tu, o
scandaloso. Sì, tu vai a ferire Gesù nella parte più delicata del suo
cuore; tu che cerchi di rapire dai cuori la fede, tu che spargi I'immo-
ralità, che insegni il male... tu calpesti il sangue di Gesù e guai a te,
se non prowedi a tempo; ti sarà chiesto conto rigoroso di questo
sangue da te disprezzato e calpestato; la terra che assorbisce questo
sangue griderà vendetta contro di te.
Ma che scorgo io? il Cuor di Gesù è raggiante di vivissima luce,
sparge tutto all'intorno vive fiamme di carità. Ah! quanto siete buono,
o Signore; oh! quanto siete amabile, o Cuore dolcissimo; dunque
malgrado la nostra indegnità, malgrado le spine con cui abbiamo punto
il vostro Cuore, la croce e la lancia, voi volete ancora ricolmarci di
doni, spargere i benefici effetti della vostra carità1
Ah! risolviamo, o cari, di non più angustiarlo, in nessun modo
in awenire; non solo, ma di amarlo ardentemente, di riporre in lui
la nostra fiducia e di compensarlo degli scandali dati, con zelo vivis-
simo di dar buon esempio.
E intanto, o buon Gesù, che cosa vi daremo noi? prendete i nostri
cuori, nascondeteli nel Cuor vostro; voi purificateli, voi infiamma-
teli, voi concedeteci di riparare il mal fatto.
XVIII
MARIA SS. MADRE DEL BUON CONSIGLIO
Siamo in epoca fortunata dell'anno (molte feste della Madonna)
. e noi dovremo tacere delle glorie di Maria? oggi che corre la so-
lennità del suo glorioso Nome? Non mi tratterrò a parlarvi del su
Appunti d'istruzioni, ecc.
nome, tuttavia voglio parlarvi della sua invocazione. Siamo in cir-
costanze in cui abbiamo bisogno della sua assistenza, che ci ottiene
lumi da Dio. Chi ha bisogno di decidersi ad entrare come aspirante
nella Congregazione, chi entrare come novizio, chi come membro
effettivo coi voti triennali; chi ha da fare il passo dai voti triennali
ai perpetui, e quei che hanno già fatto i voti perpetui hanno bisogno
di assistenza per essere perseveranti e fervorosi nell'osservanza e di
lumi per essere di edificazione agli altri.
Dunque consideriamola co
piii che il nome di Maria significa
del Bnon Consiglio è veramente
L'abbiamo letto nella lezione del Breviario che la
Mea est pmdmtia, menm est consiiium et aequitas.
10 Com'Essa è veramente Ia Madre del B
20 La confidenza che dobbiamo avere in Le1 come
Buon Consiglio.
I) - Essa mm'ta veramente iltitolo di
Chi mai fra le creature fu messa
l'Altissimo? Essa, Madre di
Angelus. Consigliario per eccelle
princeps pacis. Ricolma dei doni
della sua esistenza, ebbe il dono
tanta abbondanza da comunicarlo
L'Arcangelo le disse: Dominus team. Sempre dunque ebbe lo
spirito di Dio e per conseguenza lo spirito del consiglio in sommo
grado. Dal suo consiglio in certo modo volle il Signore che dipen-
desse l'incarnazione del suo Unigenito e la salute del mondo. Ai
suoi consigli si sottomise il Signore Nostro Gesù Cristo in tutta la
sua infanzia e giovinezza: erat subditus illis. Dietro suo consiglio, co-
minciò,si crede, la sua vita pubblica; dietro suo consiglio cominciò i
miracoli alle nozze di Cana.
Consigliera fu degli Apostoli. Essa guidò la Chiesa nascente nei
primi suoi trionfi e da 18 e più secoli, sublimata al Cielo, continua
la grand'opera di misericordia e l'ufficio di consigliera in favore della
Chiesa. Essa salvò la Chiesa nel secolo V in mezzo alle lotte delle
famose eresie di Eutichio e di Nestorio. Molte volte salvò la Chiesa
dalle eresie di Maometto.
A Lei infatti sono attribuite le vittorie di Poitiers, di Lepanto,
di Vienna; Essa salvb la Chiesa dall'eresia degli Albigesi, consigliando
San Domenico ad adoperar il Rosario. Salvb il centro del Cattoli-
cismo dall'eresia nel secolo XVI, mediante i suoi consigli; coi suoi
consigli salverà, speriamo, eziandio la Chiesa nelle presenti calamità,
in cui viene minacciata dall'eresia prepotente in Germania e dal
materialismo ed indifferenza che in tutte parti fa i pi
per soffocare il Cristianesimo.

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744
Appendice
Ben con ragione vennero a Lei applicate quelle parole: Ego ha6ito
in consiItStEioS.edes sapientiae.
11) - Or quali saranno i nostri doveri verso Maria, Madre del Buon
Consiglio? Confidenza in Lei e riconoscenza. Confidenza. Teniamo
Maria qual è per Madre del Buon Consiglio, e mettiamo in pratica
il Consiglio di San Bernardo: in rebus duoiis, in angusti&, Marium
cogita, Mariam invoca; respice stellam, voca Mariam.
E voi, o cari, che vi trovate nel dubbio di affari di tanta impor-
tanza, rivolgetevi a Maria, e supplicatela. Essa verrà in vostro soccorso
coi suoi consigli. A Lei si rivolgevano per consiglio gli Apostoli,
a Lei i Pontefici, a Lei i Santi, a Lei si rivolgeva per consiglio ai nostri
di l'immortale Pontefice dell'Immacolata. Mod passava lunghe ore
avanti all'arca dell'illeanza per avere i consigli di Dio, e a noi non
rincresca di passare qualche tempo ai piedi di Maria per conoscere
i consigli di Dio e contiamo di sentir dire da Maria le parole di Re-
becca a Giacobbe: Fili mi, acquiesce consiliis me&. Si, Essa, o per mezzo
d'ispirazioni o per mezzo delle prediche, o dei consigli del confessore,
ci farà conoscere la volontà del Signore.
Alpo dovere: riconoscenza. Nutriamola tenera in cuore e dimo-
striamola coi fatti. Quanto alla divozione nostra verso Maria, pren-
diamo ad esempio la divozione di San Francesco verso di Lei. Dimo-
striamo la nostra riconoscenza con inculcare agli altri la dmozione
verso Maria.
XIX.
"NOI SIAM FIGLI DI MARIA,,.
Nella festa della Matwnità di Maria S S .
Noi &m fi8l2 di Maria,
Lo 9ipetan I'aure e i venti,
Lo ripetan gli elemenh
Con piacevo2 armonia,
Not siam figli di M&.
Oggi specialmente si dovrebbe far echeggiare questo cantico,
facendosi la festa della Maternità di Maria SS. Qual festa di maggior
allegrezza per noi? Allegrezza, se consideriamo la dignità di Maria
come madre di Dio, allegrezza se consideriamo nostra fortuna,
avendo per madre Colei che è madre di Dio.
Se si rallegra e si vanta chi ha genitori di distinto e nobile casato,
quanto dobbiamo rallegrarci e vantarci noi che abbiamo per madre
la più augusta persona che mai sia esistita, la più nobile, la più bella,
la più santa creatura che sia uscita dalle mani di Dio? Diciamo pur
dunque colla più grande espansione: Noi siam figli di Mwia ecc.
Appunti d'istruzioni, ecc.
745
Ed oggi, nell'entusiasmo della nostra letizia, tratteniamoci a par-
lare brevemente: I) della prerogativa di Maria come Madre di Dio:
2) della sua bontà come madre nostra; 3) del modo di dimostrarci
degni suoi figli.
I) -Che Maria sia Madre del Felio di Dio,di Gesù C., nessuno ne
dubita fra i miei uditori. Ce lo dice chiaramente il Vangelo. Festa
per la definizione dogmatica di tale verità contro Nestorio e castigo
di quell'eresiarca.
Piuttosto potrà qualcuno chiedere come Maria sia anche Madre
nostra. Ma questo pure facilmente si capisce, leggendo il Vangelo di
San Giovanni. Mentre Gesù pendeva in croce, fece il suo testamento
in cui ci lasciò un legato preziosissimo; Disse a Giovanni: Ecce Matw
tua: e a Maria: Eccefilius tuus. Allora dunque dice S. Agostino: Uni-
cuique dedit matrem suam in matrem. E che Madre è Maria! che sorta
di Madrel La Chiesa rapita dalla sua grandezza e dalla sua bontà,
così la definisce: Mater admira&Iis, Mater ama6ilis. Mater admira-
bilas come Madre di Dio, Mater amabilis come Madre nostra.
Mater admirabih: e chi potrà narrare le meraviglie di Maria? Mi-
rabili~qus quis enarrabit? Maria è Madre di Dio1 Oh! parola! noi
possiamo bensi dirla, ma mente umana n&abgelica può mai arri-
vare ad intenderla. Un Dio figlio di Maria? Un tal Figlio lo capiremo
noi mai? Dunque neanche la Madre: Vultis scire qualis sit mater?
cogitate qualis $t jilius, dice S. Eucherio.
Intanto, ciò detto, non temete di dire quel che di più grande,
di meraviglioso, può immaginarsi della gran Madre di Dio, Maria.
Già prima i'hanno detto le Scritture ed i Santi: Madre e Vergine:
Beata Mater et intacta &go. Opera della sapienza Divina: Opus divini
con$& sui: opera in cui impiegb Dio l'onnipotenza del suo braccio:
Fecit potentiam in hachcl suo: qnia fecit mihi magna qui potens est.
Primogenita unte omnes creaturas: la più amabile, la prediletta fra tutte
le creature: Diligit Dominus portas Sion super omnia tabernacula Jacob.
La più ricca in virtb ed in meriti: Multae filiae congregawerunt diwi-
tias, tu supergressa es umbersas. Padrona, Regina del Cielo e della
terra, tesoriera delle divine grazie: Omnia nos habere voluif per Mariam.
Si badi solo a non metterla a livello di Dio e poi si dica di Lei quanto
di grande, di bello, di buono si pub immaginare e non vi è timore di
sbagliare. Esclamiamo anche noi colla Chiesa: Quibm te laudibus
seuffperraamm, ondeuscmi.o.;.
e con S. Agostino: Posita
mirabiliter mirabilìs!
es
mihi
in
miraculis
Mater
11) - Questa madre che è tanto ammirabile come Madre di Dio, è
rettanto amabile come iMadre nostra. Amabile vuoi dire degna di
more. Se ipsam amabilem feci:, dice l'Ecclesiastico. Infatti osservate.
Chiesa, riconoscente dei benefici ricevuti da Maria, la dice piena

38.9 Page 379

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Appendice
&i dolcezza, di clemenza, di compassione: 0 c k , 0 Pia, 0 dulcis
Vir o Maria.
per noi che vuole essere chiamata Madre di grazie e di miseri-
cordia: ~ ~ r~ i~ ~t ger,atriae, Mater miscricordiae. Noi eravamo
condannati all'inferno e aria è diventata porta del cielo: Alma
~ ~ d ~ ~Mpate?t , ~qua~e fp mi i a Coeli Porta manes... ConsolatYi-X
afflktomm, Salus infirmorum, Refugium peccatorum, AuxiEum Chi-
,tianorum. In tutte le necessità troviamo in Lei fa nostra awoca*,
e si ha ancora da trovare chi invano sia a Lei COISO SO: &ntiant Omnes
tuumjuvamen, quicumque etc. Dunque fortunati noi diessere figli di
tal madre.
111) - Ma come comportarci?Errori intorno aila divozione verso
~~~i~ SS. Tutti pensano di aver devozione, ma alcuni si limitano ad
alcune preghiere o pratiche di pietà, fatte comunque (accennarle); e
con ciò pretendono di esser salvi: O praesumptio nequissima. Esempio
del giovane di cui parla Sant'Andrea -Avellino, che digiunava tutti i
sabati e credeva... e tuttavia fu trucidato, lasciando gran timore-sulla
sua eterna salvezza. Esempio dell'ubriacone (Bruera) che ori an-
negato.
Dunque non limitiamoci a qualche preghiera 0 pratica,ma: 1) Pro-
di non disgustarla con offendere il suo Divin Figlio; 2) Pro-
curiamo di tenerci uniti al suo Divin Figlio colla frequenza dei Santi
Sacramenti; 3) Ricordiamoci sovente di Lei nelle. occupazioni e spe-
cialmente nelle tentazioni. Cosi nelle altre necessità Spirituali e tem-
porali.
-
XX
QUANTO I RELIGIOSI DEBBANO
CONFIDARE NEL PATROCINIO DI MARIA SS.
Ego sapie&a habito in consilio.
Siamo in epoca fortunata dell'anno, in cui occorrono molte fe
delfa Madonna e noi dovremo tacere delle sue glorie? Occorse
la festa del Patrocinio; oggi occorre la festa del purissimo Cuo
domani sarà la festa della Natività.
Noi abbiamo trattato della vocazione, del bisogno che
conoscere e di conservare la vocazione. Ebbene, faremo
1) Come sia da ricorrere a Maria SS. per conoscerla e C
2) ~ ~ a nit roeligiosi abbiano a confidare in Lei per con
I) - Ricorso a Maria per conoscere e conseguire la vocazione.
i bei titoli che si menta Maria e che le si dànno vi & quello di M
del B~~ Consiglio. Voi, O cari, che avete ancora da eleggervi u
stato, avete bisogno di consiglio, Ah! ricorrete a Marial Abbiamo le
Ai?puntà d'istruzioni, ecc.
7. 4.7.
nelle lezioni del Breviario che la Madonna dice: Mea est prudentia,
meum est com1ium et aepuita ecc. Oh! quanti giovani ebbero da ~~i
consiglio intorno all'importante affare della vocazione. ti furono
i religiosi che da Lei ebbero l'ispirazione di abbandonare il
Anzi, quanti i fondatori di Ordini Religiosi che da Lei ebbero rive-
lazioni di fondare i loro istituti! Da chi fu ispirato San ~
~
Da chi S. Ignazio? Da chi San Pietro di Nolasco?... della cui isti-
tuzione fa oggi festa la Chiesa? Essa vi aiutera per conseguire la
vocazione.
Quante battaglie dovette sostenere San Luigi! La sua fiducia in
Maria, a cui già aveva fatto voto di verginità, è quella che lo fece
trionfare. Parimenti San Stanislao Koska superò tutte le difficoltà
coll'assistenza di Maria che nel lungo viaggio compiacquesi perfino
di comunicarlo di propria mano.
11) - I religiosi devono cafutare in iwaria.
I religiosi poi devono aver più d'ogni altro fiducia in Maria. Se è
vero, com'è verissimo, che Maria ama gli uomini tutti con tale affetto
che non vi è vi può essere dopo Dio chi la eguagli, pensiamo con
quanto
libertà,
alaffevtittoa asmteesrsàa.i. .religiosi
che
hanno
consacrato
a
Dio
sostanze,
Ella vede che la loro vita è la più simile a quella di Gesù Cristo
colla povertà, castità ed obbedienza. Spesso li vede attorno a se a
lodarla, pregarla ecc. Ella è grata: Ego diligentes me dilko. Sappiate
... mcheentpee.rOproccohechfaeràsipefaicrceilaigiinosisucoheonore, ricompensa abbondante-
Che se oltre I'amada ed onorarla noi, dagli altri ancora procu-
r i m o di farla amare ed onorare, ci promette di renderci liben dal
Peccato. Qui Gperantur in me, non peccabunt. Ci assicura il Paradiso:
Qui elucidant me, vitam aeternam. habebunt. Allarghiamo dunque il
cuore alla confidenza che neli'affare di conservare la vocazione voglia
sere nostro aiuto. In rebus dubifi, in angustiis Mariam cogita, Mariam
znvoca: respice stellam, voca Mariam.
Nasceranno difficoltà,
Avremo tentazioni, sa&
ilricnoorsrtiraomsoosategLneoi.,..e
ce
le
farà
superare.
XXI
,MARIA SS. AUSILIATRICE.
Un gran nemico del nome della religione cristiana furono sempre
i Turchi, padroni delle coste detl'Africa e di una gran parte della
Spagna. (Raccontare l'apparixione della Madonna e la fondazione
... dei rel@osi della Mercede. Ilgran bene chefecero. Chi$nalmente ruppe
l'orgoglio mussulmano? Vittorie di Lepanto e di Viana).

38.10 Page 380

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Appendice
Ora dite voi, se non 1: con gran ragione che s'invoca Maria S
col titolo di Aiuto dei Cristiani? Dite voi, se non 1: con trasporto di
gioia che dobbiamo esaltarla col titolo di confidenza, aiuto, difesa
dei Cristiani? Si, onoriamola, amiamola noi e facciamola amare dagli
altri, adoperiamoci per farla conoscere come sostegno dei cristiani,
e nelle
animiamoci ed animiamo gli altri a confidare in Lei
a ricorrere come a sicuro presidio nelle malattie, nei rovesci
tuna, nelle famiglie che sono in discordia, per impedire cert
scandali, nei paesi, nelle città. (Raccontare i fatti di grazie ott
per mezzo di Lei, invocata sotto questo titolo. Tutto sarà
destare nei cuori...).
Ma se vogliamo farle un ossequio grande
di prenderci una cuya tutta speciale della giovent
è questa in modo speciale. Abbiate cura dei giov
Ricordiamoci che dobbiamo insegnme ad amare Dio, p
giae, la virtù. Perfino i coadiutwi devono ingegnarsi
D ~ Oc,oi 1070 discorsi, coi loro buoni esempi, colle p
da trattare.
In modo specialepoi prendiamoci duradellagiovent~povera
si possano coltivare gli Oratorì festivi, si faccia di buon grado. I
i
i coadiutori preghino i rispettivi direttori e maestri.
avuiene di poterli andare a catechizzare nelle parrocchie,
festivi, facciamolo molto volentieri.,
Dove si hanno gli Oratori festivi, si coltivino, si faccia il possib
per accrescerne il numero, e dove non ci sono, si procuri di stabili
Guardiamo quanto amore dimostra la Madonna e quanta sollecitudz
per la povera gioventù. Sant'lgnazio, San Giuseppe Ca
Gerolamo E~niliani.Per noi si pnò dire che le opere più b
late, furono sempre della Madonna.
Ah! se vogliamo far cosa molto gradita a questa buona Ma
onoriamola come aiuto dei Cristiani, adopriamoci afavore della giov
E SPECIALMENTE DELLA G I O V E N T ~POVERA.
Appendice
A QUANTI CONOBBERO DON RUA.. .
126 aprile,... menlre stavano per andare-in macchina questi uitimi
c~municatidai confratelli di Varazze, e precisamente
ch. Luigi Laveggi e dal direttore Don Luigi Terrone, questipartico-
. di due profezie del Servo di Dio.
« I fratelli Erminio e Arnoldo Scagliotti di sebastiano, entrati
nelI'Oratorio di Valdoceo nell'ottobre del 1906, vi restaron tre anni,
attendendo agli studi ginnasiali.
a Presentatisi un giorno a Don Rua, questi disse ad Erminio:
a bene, perchè è tuo dovere; ma non è questa
che tu vada a casa ad aiutare papà, poichd sarai
on negoziante: dove t u nzetterai le mani, prospereranno gli aflari.
denaro in quantità; tutto t i amilerà nelle imprese materiali. Poi
ai soldato,... e sarai richiamato p a una grande guerra, una guerra
ondiale, e non torneraipiù a casa. Cadrai in condizioni, nelle quali sarà
te un prete; ma per0 morrai bene. Prendi questo
tuario della Madonna della Vita e mettila dietro
luogo che non sappiamo]. Per mezzo di questa
reliquia avrai la fortuna di avere un sacerdote vicino a te...
n Tornato a casa, si diede agli affari; il padre; di carattere timido
e sempre incerto, 10 lasciò fare, e in breve tutto comincib ad andare
Un giorno, triste perch1: non riusciva a vendere il vino, pensb
I venderlo al minuto, botte per botte, e subito furon tanti i clienti
he non poti: accontentarli tutti; e... denari a palate.
1) Un'altra volta si mise a potare le viti di un pergolato; non era
i erano poche> tutti lo dissuadevano. Egli continub e
uell'anno il pergolato fece tanttva da parere una moltiplicazione
rodigiosa: tutti n'erano stuoiti...
» Sta il fatto che gli affari presero e continuarono a prosperare
... modo singolare.
u E la profezia si awerb pienamente Allo scoppio della gue
enontid; iaanledaEvramaivnaiontipaprotcì.hiNpoansssi.a..peevaridtoisrntaacvcaarisniddieatlrop..a.esseemepdre

39 Pages 381-390

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39.1 Page 381

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750
Appendice
75 I
... testando che sarebbe morto. Don Rua glielo aveva detto e n
vano a tranquillarlo le parole dei parenti e ~iangevainconsolab
u Difatti cadde nelle prime battaglie in locali6 dov'era s
proibito trasportare i feriti e i morti fin dopo l'azione. Per un ca
fortuito due soldati gli si avvicinarono; se ne accorse un uffici
corse a rimproverarli acerbamente, ma riconosciuto lo Scagl
diede subito ordine che fosse immediatamente portato
ospedale, dove, confortato da un sacerdote (a cui raccon
tu mowai bene...I).
profezia) spirb serenamente.
i)La dichiarazione di Don Rua fu ripetutamente confidata
Erminio al fratello Arnoldo prima che andasse in guerra.
*I) Ad Arnoldo Don Rua disse:
- Sei molto intelligente; riesci molto bene; la tua via sare
quella del sacerdozio; faresti molto bene, e d
Ma purtroppo non seguirai quella via e sarai un infelice.
da tribolare; non riuscirai in nulla; ti sposerai, avrai
terra straniera, ed... ivi morrai senza aver la consolazio
veder crescere i tuoi figliuoli.
I) Attualmente Arnoldo h all'Estero, ha sposato un'
si vogliono bene, ma non sono felici. Gli affari vanno
malato, e di malattia di petto, quasi misteriosa: i medici non
definirla. Ha dei bambini, e non riesce ad educarli come vorre
I) - Ma però una tua sorella, soggiunse Don Rua, avrà dei
dei quali uno entrerà nella nostra famiglia, ed ella si occuperh a
tere a posto anche i figli tuoi.
I) Anche questa profezia si h awerata in tutto fino ad oggi. La
rella dei due ex-allievi, cui da Arnoldo venne narrata la ~rofezia
ne parlò mai, emai non parlb di vocazione al figlio Luigi.
I> Ma questi, già nostro allievo ad Alassio, fece il liceo a L
poi, nello scorso ottobre, per una serie di circostanze fortuite,
a Varazze, dove ora... sta compiendo il noviziato. È u
e, umanamente parlando, farà una buona riuscita. La
ilpiacere di avere un figlio salesiano, si & gia impe
nipotini ed ha assicurato il fratello che, anche i n C
penserà a loro.
I) Il povero Arnoldo non pensa che alla p
a non lunga scadenza. Ha sempre davanti a
Don Rua e nell'animo il rimorso di non aver segu
<Questedue profezie, dichiara il ch. Luigi
siano a Varazze, furono npetutamente raccontate dallo zio
del - volume terzo
ma Albina Scagliotti ved. Laveggi di Domodossola n.

39.2 Page 382

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X
ASCOLTIAMO
IL SERVO D I DIO
Don Bosco dal letto di
morte ci ha dato un ap-
puntaminentPoa:ia-disoA!.m..iv-e-
Per questo ci raccomandò
tre cose: M
M
Grande amore a Gesh Sa-
cramentato. + Viva divozione
Maria Santissima Ausilia-
trice. q Grande rispetto, ob-
bedienza, ed affetto ai Pastori
della Chiesa, specialmente al
Sommo Pontefice.
*
E questo il ricordo che
anch'io vi lascio: procu-
rate di rendervi degni
figli di Don Bosco.
S A C .M I C H E L E R U A
INDICE DEL VOLUME TERZO
VI
SUCCESSORE D I DON BOSCO
SECONDO DECENNIO
. - Incoronazione di Maria Ausiliatrice 1903
In attesa dell'udienza. - Umilia a Leone XIII i più devoti auguri
per il Giubileo Pontificale e l'obolo di ~z.ooolire degli alunni, e do-
manda l'Incoronazione di Maria Ausiliatrice. - Alle Suore del n Bo-
- sco Parrasio.: 8 Vedrete che prima che termini il zga3 S. GiusWpe
farà qualche cosa! u. - Va a Lanm per la festa di S. Francesco. Co-
munica ai Salesiani ed ai Cooperatori d'aver ottenuto I'Incoronazione
Pontificia di Maria Ausiliatrice. - Fervidi lavori preparato& - Appello
alle Dame Torinesi per provvedere le auree corone. - Don Bosco, col
suo a argento vivo>, fu il primo santo pieinontese che estese la carita
- oltre le Alpi. Ai confratellidell'Oratorio parla del Giubileo del Papa.
- - A Valsalice. Si rallegra del prossima ritorno di Don Albe* e gli
- affida delicati affari da compiere nel suo passaggio in Frnncia. Un
gruppo di francesi, aseritti alla Pia Soci&, viene in Italia. - I Sale-
- siani alla Camera Belga. Presenta Don Albera agli alunni,e si r w con
- lui a Nizza Monferrato. 8 Vogliate molto bene al signor Don Albera,
- perchè poi vi aiuterh molto!*. A Bologna, per I'uiaugurazione dei
nuovi locali dell'Oratorio festivo. - Accompagn* a Firenze il Cardi-
nale di Bologna per la posa della i' pietra del Tempio della S. Fa-
miglia. - Il Cardinale Svampa, Augusto Conti, Don Rua: r<che gruppo
mirabile! 80,- Conferenze. di P. Semeria e del prof. SLnonetti in pre-
parazione al Congresso e all'Incoronazione. - I1 1110 Congesso dei
Cooperatori riuscl imponente e praticissimo. - Tutto l'Episcopato
- presente si recb a Valsalice in a devota relazione al Padre di quanto si
era stabilito a. I1 giorno memoranda. - Scene indimenticabili. - Al
momento della solenne Incoronazione il Servo di Dio scoppia in pianto
e in teneri singhiozzi. - La cerimonia si ripete sulla pubblica piazza
- coll'incoronar anche la statua della Madonna. Dodici colombi viag-
- giatori volano al Vaticano recando la notizia al Papa. t Vedrd che
Maria Ausiliatrice farà molte grazie al suo paese!... D. - La febbre gialla
- dB Vile del Sanio di Dio .'Michele Riia. Vol. 111.

39.3 Page 383

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754
Indice
in Brasile: interessamento del Servo di Dio pei. piowedere all'assi-
stenza religiosa di tanti gruppi di popolazioni cristiane sparse in quelle
terre. - In visita alle Case del Veneto: a Tre~ziglio,Desenzano, Schio,
Chio-ee-ia.
dovunque
Ferrara, Comacchio, Lu.go, Este, Lemano,
ha sul labbro il nome di Maria Ausiliatrice.
e
-
a Trenta;
Comunica
ai confratelli l'esito del Congresso e delle feste dell'Inwronazione:
n Coll'aumentarsi fra i Salesiani della divozione a Maria Ausiliatrice,
verrà pur crescendo la stima e l'affetto verso Don Bosco...S. - I1 24
- giugno. Fatti prodigiosi. - In morte di Leone XIII. - Dando i ri-
- cordi al termine dei vari corsi di esercizi, spesso parla del Papa. I1
Te Deum all'annunzio dell'elezione di Pio X. - o Oh! suor... avete
... fatto colazione? n. - Prima di recarsi ad ossequiare il nuovo Ponte-
fice, si porta a Bologna per parlare al Cardinale Svampa. - Interes-
- - samento dell'Eminentissimo per il Servo di Dio. Risposta wnfiden-
ziale del Card. Rampolla. Conferenza ai Confratelli per l'apertura
- dell'anno scolastico. Ad Avigliana e Foglizzo. - In difesa delle Figlie
- - di Maria Ausiliatrice che dirigevano un asilo in un paese del Piemonte.
- Va a Roma. Predica alle Suore e tiene conferenze ai Salesiani.
È ammesso in udienia dal nuovo Pontefice. - Ha una seconda udienza
nella stesso giorno, e dichiara di aver trovato in Pio X u non solo un
Padre sommamente benevoloo, ma, osa dire, <i un amiw e un pro-
- tettore delle Opere Salesiane».- Ottenne, difatti, quanto desiderava
anche per la pratica del Decreto circa le confessioni. Visita le case
di Roma e dei dintorni, e scende a Napoli e a Portici. - Ad Ahito.
- Genazzano, e Frasati. - n Gii, anch'io da principio, trovava diffi-
cile la formola della benedizione alla mensa, e m'imbrogliava... u. A
Torino, 1'8 dicembre, benedice le bandiere degli alunni. - Va a Chieri
per i festeggiamenti giubilari del!'Oratorio di S. Teresa. - La sera di
Natale predica all'lstituto Marchesa di Barolo commovendo tutti
alle lacrime. - La u strenna per l'anno giubilare della definizione
del dogma dell'immacolata.
VI. - In Austria e in Polonia, e nel Belgio 1904
Giorni difficili. - Scrive ai Cooperatori: <I Faccia conto ognun di
... voi che io dopo aver picchiato alla vostra porta col cappello in mano
- ... vi chiegga &ente un'elemosina>>. t Ora è ben altra cosa! h.
- Come accettava vitalizi. - Consigli, incoraggiamenti ed aiuti alla
signorina Astesana per fondar la u Soci& Nazionale di Patronato
- e Mutuo Soccorso per le giovani operaie e. Come Don Bosco, ebbe
- una cariti universale. Il giorno dell'Epifania predica a Valsalice
ed invia una circolare alle case, comunicando l'udienza avuta dal
- S. Padre, i favori ottenuti dalla S. Congregazione dei W. e RR.,
e le n o m e da seguirsi nei Capitoli Generali. Altre conferenze ai
Confratelli deI120ratorioper passar bene la S. Quaresima; ai chierici
- ed ascritti di Lombiasco,. Valsalice, Foglizzo, S. Benigno, Avigliana,
sulla bandiera di Don Bosco. A Nizza Monferrato parla alle Suore;
agli alunni dell'oratorio maschile spiega i1 vangelo della Domenica
di Passione. -Altre visite a S. Benigno e ad Avigliana: o Noi siam
figli di Mariala. - Come s'interessava dell'assistenza degli emigrati.
- Inaugurazione di una lapide nel coro di Maria Ausiliatrice, prima
Indice
755
- a festa titolare. Inaugurazion~'delle decorazioni della chiesa
- ell'Oratorio di S . Teresa in Chieri, e sue care rimembranze. Si
- mette in viaggio alla volta dell'Austria e della Polonia. - A Milano.
A Vienna tutti lo dicono un santo. Viaggiando verso OSwigcim,
ente che si pada con entusiasmo di Don Bosco e delle Opere Sale-
iane,e non vuole che si dica che egli & Don Rua. - A Daszava. - Pic-
li particolari interessanti. - Mette a disposizione di Mons. Scala-
ini, che sta per recarsi in Brasile, tutte le case salesiane e lo prega
accogliere l'invito. - Torna a Vienna, e tutti lo dicono l'amico dei
nciulli. - Visita il Nunzio Apastoliw, il Card. Arcivescovo, il Bar-
omastro Lueger, e 13ArciduchessaMaria Giuseppina, che vuol pre-
entarlo all'Imperatore, ed egli se ne schernisce modestamente, pre-
- andola a comunicargli i sentimenti di devozione dei salesiani, specie
ei residenti nell'Impero. A tavola, essendo soliti a parlar tedesco,
- ole che si parli tedesco e non permette che si parli altra lingua.
Nel ritorno visita Lubiana, Mogliano Ve?eto, e Conegliano, dove
assicura la direttrice, colpita da influenza:~che~infierivalargamente
in città, che ella la paghed per tutte e nessuna della casa ne sarà eol-
- pita. Il Centenario della Consolata. - Comunica ai direttoii del Bra-
- sile il prossimo viaggio di Mons. Scalabrini. nome di Don Bosco
& devotamente associato quello di Don Rua nelle dimostrazioni del
zq giugno. - Riparte e sosta a Milano, Tirano, Sondrio, Corno, Ba-
lerna e Lugano: esortazioni agli alunni e discorso su S. Luigi. - Pro-
segue per Basilea, Stramburgo, Metz. - Si ferma a Bruxelles vari
giorni. - Ricordi dei suoi passaggi nel Monastero di Beilaymont, dove
soleva prendere ospitaliti. - Assicura una suora che aveva paura della
- morte, che sarebbe morta in un istante e in grazia di Dio. - Ne risana
un'altra morente. - A Toaynai e Maltebrugge. Varie testimonianze
- - della visita a Lippeioo. - A Malines e a Liegi, fra la gioia universale.
Ai wnvegni annuali degli ex-allievi dell'Oratorio. Comunica al
S. Padre il bene che fanno in ogni parte i Cooperatori, e Pio X gli
invia un prezioso autografo, col voto che la Pia Unione «prenda
di giorno in giorno incremento maggiore e la Dio mercè arrivi a tale
che dappertutto, nelle eittb e nei villaggi, o si viva dello spirito del
Fondatore dei Salesiani, o se ne coltivi l'amore,). - Al Xo Capitolo
Generale fu uno spettacolo commovente il veder tutti, sull'esempio
del Servo di Dio, fermarsi a piegar lungamente presso la tomba di
Don Bosco. - In forma piivata si valle aprire il sepolcro per riveder
le amate sembianze, che furon trovate ben conservate. - Con quanta
saggezza il Servo di Dio presiedette le adunanze capitolaril - Aveva
gravemente enfiate le gambe, e finalmente accetta di riposare per
- qualche tempo in letto, anzichè sul divano, continuando a lavorare
e ad interessarsi di tutto. La IIn Esposizione triennale delle Scuole
Professionali e Colonie Agricole Salesiane ha il plauso di tutti ed
è visitata anche dalla Regina Madre. - I1 giorno della cerimonia di
- chiusura pranza colla Giuria e rievoca la mostra proposta da Don
Bosco cinquant'anni prima. Non permette che un confraiello offra
alsignore la propria esistenza per la sua salute. - Ricordi degli Eser-
sercizi al Martinetto, ad Ivrea, a Foglizzo. - La fondazione dell'isti-
tuto Teologico Internazionale. - Duecento nuovi missionari. - L'8
dicembre, celebrandosi il Cinquantenario della definizione del Do-
- 48' V i a dei S m o di Dio Micl& RUO.Vol. 111.

39.4 Page 384

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Indice
- gma dell'Immacolata, cantò messa nel Santuario di Maria Ausilia-
trice. - Fatti singolari. Manda un saluto a Mons. Scalabrini ap-
- pena tornato in Italia. Domanda nuovamente la carità ai Coopera-
tori. - La a strenna r: Divozione alla Madonna.
'11. - Nuova prova e le Missioni d'oriente 1905
gineNIumovmeacnoulbaitas. d-l'oPreizr zloentneo. zz-eRda'cocroomdainudnaalaSudoervaoMzioandedaalellnainVa.er--
Presso le Dame del S. Cuore a Rivoli. - D&conto del XO Capitolo
- Generale. - I1 mezzo pih efficaceper tenere uniti i Cooperatori. Eco
- viva delle sue sante esortadoni: a Foglizzo, ad Ivrea. Compie i 50
anni di professione nel silenzio, raccomandando d'imitare Gesb,
Giuseppe e Maria. - A Cavagli&.- A Nizza: n Fate tutto per Gesù,
tutto con Gesù, tutto in Gesho. - A Foglizzo: u Imitate S. Michele
nel combattere con generosità ed energia il comune nemico, il de-
monio D. - A S. Benigno. - Per la sistemazione dell'Istihito delle Figlie
- di Maria Ausiliatrice invia a Roma le Costituzioni e le comenda-
tizie avute dagli Ordinari. Turbamento della Madre Generale per
- il timore d'essere separate dalla Società Salesiana, e sante sollecitudini
per allontanare il pericolo. Viene l'ordine di unifamiare le Costitu-
zioni alle Normne s e d u m pas. - I1 Servo di Dio va a Roma, dopo
brevi fermate a Pisa e a Livorno. - Le feste per il XXVo dd'0spizio
- del S. Cuore. Ail'inaugurazione della piccola Esposizione scolastico-
- - professionale. Presso le Figlie di Maria Ausiliatrice. Convegno
- degli antichi allievi. - A Genzano. E ricevuto in udienza da Pio X
- con alcuni confratelli. Una lettera edificante: l'amore di Don Bosco
1. - . . . , per la Chiesa, e quattro punti del suo zelo: il cant gregoriano, il cate
chismo, le
- sua Causa
dviocBaezaiotinfiiceazcicolensei.a-stiNcheel ,
la diffusione
Napoletano e
ei buoni libri,
nelle Romagne.
e
la
A
- Caserta. A Faenza: <iSalvare la gioventu B la parola d'ordine di Don
- Boscol n. I1 zq giugno. - Ad O& per la festa del S. Cuore. - A Fo-
glizzo tiene U una piccola lezione sulla viticoltura 8. - Sempre il buon
Padre. - A Nizza ripete la lezione di viticoltura, della quale abbiamo
- un ampio riassunto. Ricordi per gli esercizi, inviati agli ispettori
- Don Farina e Don Ricaldone. Sempre la parola di fede. - Al V0 Ca-
pitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, benchb comuni-
cata delicatamente, la notizia della separazione dell'Istituto dalla
- SocietA Salesiana produce la pih grave costernazione. I1 Servo di
- Dio apre le sedute con paterne parole. Si fanno le elezioni; comincia
la trattazione del programma; Don Marenco, incaricato delle revi-
sioni delle Costituzioni, d&lettura dell'esemplare corretto, e le adunate
domandano unanimi c h e v i s'inserisca la dichiarazione che l'Istituto
venne fondato da Don Bosco e continua ad avere nel suo Successore
- il suo Superiore e Padre. Esortazioni del Servo di Dio al termine
- delle varie adunanze. a Non dovete mettervi in pena riguardo alle
decisioni di queste nuove Costituzioni; esattezza e fiducia in Dio,
- e Dio fa& il resto ». I1 giorno dcll'Addolorata, piangendo e facendo
- piangere, predica sui dolori della Madonna. Una lettera del Card.
- Segretario di Stato di S. S. e un comunicato-di Don Marenco solle-
vano gli animi. Si rinnova da tutte la protesta di voler essere sempre
Indice
- on Bosco, dipendenti dal suo legittimo Successore. I1
- bre Don Rua comunica l'approvazione delle deliberaziani
della Pia Società, per far a tutti un regalo gradito. Parla
di altti corsi di esercizi. - Torna a Nizza per I'incoranazione
... tua di Maria Ausiliatrice. - Addita gli Angeli come modelli
a Dio e alla Vergine. - Come parla e quale venerazione
il suo passaggio1 - Sue sollecitudini per soccorrere gli orfani
- po i1 disastro tellurico in Calabria. - Fonda le case di Boigia e di
onteleone. Per poter trovare nuove reclute. - Per la formazione
- teliettuale e morale dei nuovi chierici e per provvedere ai bisogni
rgenti di personale delle case. - Quattro studentati teologici. Ven-
icinque nuove chiese in costruzione, tra cui alcune monumentali. -
a cerimonia delle vestizioni e la consegna delle medaglie a Foglizzo
a S. Benigno. - AU'Istituto delle Figlie dell'Imacolata. - Par-
- tenza di nuovi missionari e prima spedizione per la Cina e per l'In-
- dia. 8 dicembre: n Gaudenmus omnes in domi no!^. Strenna per il
... 1906. - u I1 Signore domanda conto non solo degli anni, ma dei mesi,
dei giorni, dei minuti1 $1.
PO~.
VIII. A Nuovi viaggi al1'Estero
1906
La regolarizzazione delle Costituzioni delle Figlié di Maria Au-
siliatrice. - a I1 nostro Fondatore fu Don Bosco, e noi desideriamo
che il suo Successore continui ad essere il nostro Superiore o. - «State
- tranquille; non si tratta che d'una separazione materiale, del mio dal
tuon. I1 Pro-Memorla presentato dalla Superiora insiste: n Non ci
si voglia privare del nostro Superiore e Padre*. - La S. Congrega-
- zione ordina che le Costituzioni.sieno uniformate alle Normae senrn-
dum pus. - Ai letto di una signora presso Trino Vercellese. u Ecco
- - quella ha vocazione! >). Prima di partire per il Portogallo va a pre-
gare sulla tomba di Don Bosco. I n Francia i confratelli continuano
a lavorare in quindici residenze. - Rieordi di un seminarista: «Se
. - cessate di battere le mani, a poco a poco gli uccelli tornano tutti a
beccare sdl'aia!.. u. - A Guernesey. - In Inghilterra. Attraver-
sando di nuovo la Francia, entra nella Spagna. - A Vitoria, Baracaldo
Bilbao, Santander. Salamanca e Bejar. - Entra nel Portogallo. - A
Braga b alla stazione circondata da una turba di poveri fanciulli, e
raccomanda d'aprire un Oratorio. - A Vianna di Castello. - Anche
nel viaggio continua a sbrigare la corrispondenza. - Rientra nella
- - - Spagna. A Vigo avviene un fatto singolare, <t un miracolo >).Va a
Lisbona per l'inaugurazione dell'istituto. A Madrid guarisce il di-
- rettore Don Castilla, che pativa sbocchi di sangue. - A Valentia,
Barcellona, Sarrii, Matar6, Gerona. Rientra nell'Oratorio a mez-
- zanotte per celebrare, la mattina dopo, la funzione della Domenica
delle Palme. - Subito dopo Pasqua riparte. A San Pier d'Arena,
- Livorno, Roma. In compagnia di Don Barberis prosegue per Napoli.
- - Le prime notizie del terremoto in Califomia. A Messina, Caenia,
- S. Gregario, Trecastagni, e Pedara.
," M",+"
" L,",," c..
--- A Siracusa s'imbarca per
"T..-.
-:.-:

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758
Indice
- di venerazione per lui e lo tengono come vero e gran santo n. Tor-
- nato in ~iciliavaaNoto, odi&, Terranova Ad&agonai'entusiasmo
della popolazione raggiunge il colmo. - A Cammarata un giovane,
ridotta uno scheletro per pleurite purulenta, gli bacia la mano e gua-
risce completamente, tant'è vero che poi fece la campagna in Libia.
- - A Palemo il Card. Lualdi s'inginocchia ai suoi piedi, chiedendo
d'essere benedetto. - Nuovamente a Catania. u Coraggio, coraggio,
stia allegral». - A Bronte, Randazzo, ,411, Messina. - Prosegue per
le Calabrie, sostando a Bova Marina, S. Andrea del Jonio, Borgia,
Soverato. - u Pensa alle Calabriel qui vi è bisogno; apri più case che
- puoi in questa regione n. - Durante questo viaggio avviene un collo-
quio singolare che verra narrata pi8 avanti. A Potenza. - A Lecce
. a.p.prende i danni della prolun.eata siccità che tormenta le camoa-me.
- - prega, promette la pioggia e, appena partito per Corigliano d'otranto,
l'acqua cade abbondante. A Bari, S. Severo, Ancana. Si tacquero
. allora nel Bollettino i particolari dell'entusiasmo che accomoaenò il
-Servo di Dio in questo viaggio, ed egli non fecealcunaosservazione.
Ritornato a Torino, il tempo, che era pessimo da vari giorni, si
rasserena e si potè fare anche la processione di Maria Ausiliatrice.
I1 1VO Congresso dei Cooperatori e l'Esposizione didattico-profes-
sionale-agricola a Lima nel Perù. - Va a Borgo S. Martino per il
lo Convegno degli ex-allievi: <<prendetae modello Gesùa. - Si reca
- - a Milano per il V0 Congresso dei Salesiani e la benedizione d'una
parte del Tempio di S. Agostino. I1 Breve del S. Padre. Care
rimembranze dell'ing. Nava. - n Non & Don Rua che deve ringra-
- ziare me - diceva il Card. Ferrari - ma sono io che devo ringra-
ziare Don Ruar Entra nei settant'anni. - A1 Martinetto. - Don
Cafasso Venerabile. - A S. Benigno. - In un'importante circolare
che invia alle case per provvedereai bisogni del personale, ricorda le
consolazioni provate nei viaggi recenti, specie per il fiorire degli
Oratori festivi. - A Giaveno moltiplica le Sacre Specie, e guarisce
una pensionante. - Altri fatti prodigiosi. - La cari& del Servo di
- Dio apparvesingolare e singolarmente benedetta da Dio nello scio-
pero al Cotonificio Poma. Le vicende di quei giorni burrascosi e n il
trionfo dell'opera paterna di quel venerandosacerdote ch'h Don Rua n.
- - Sovrano nel suo cuSre era pur l'anelito di spingere tutti al bene con
la parola. Sante esartazioni alle Figlie di Maria Ausiliatrice; ai Sa-
- lesiani, sacerdoti, chierici, e coadiutori; ai direttori e alle direttrici.
- Due case distniae dal terremoto nel Chili, ed altri danni. La que-
stione delle Figlie di Maria Ausiliatrice è conclusa: il Card. Richelmy
comunica alla Madre Generale le Costituzioni corrette, Don Rua ne
l'annunzio alle Case, la Madre le spedisce alle consorelle; e il Servo
di Dio si diretta a dar norme ai Salesiani sul modo di regolarsi con
- le Figlie di Maria Ausiliatrice. - Obbedienza ammirabile. Nuove
- - vcstizioni. Nuova schiera di missionari. Sante raccomandazioni
- - per far fiorire l'osservanza religiosa. Contro il modernismo. I1
- <<GranPremio conferito all'opera di Don Bosco alla Mostra degli
Italiani a Milano. Altre sante esortazioni; ampio riassunto di una
- conferenza alle Figlie di Maria Ausiliatnce di Torino alla fine del-
l'anno. La $strenna8 per il 1907.
Iedice
759
osco Venerabile e i << Fatti di Varazze
1902
.-
itudini per le Figlie di Maria Ausiliatrice e impressioni edifi-
Chiede soccorsi stendendo la mano, «come un povero in
- rca di elemosina^. I1 31 gennaio ricordando come 19 anni prima,
er non resistere alla volonth di Dio, aveva piegato la fronte e assunto
governo della Società, per veder fiorire lo spirito del Fondatore dava
Salesiani santi e saggi consigli per la pratica esemplare della po-
&. - Va a Penango e a Moncalvo per la festa e la conferenza di
Francesco di SaIes. - A iMondov1 per la Messa d'aro del piof. Don
rreno e l'inaugurazione dell'Oratorio festivo; predica in San Fi-
po e in Cattedrale, e al Santuario presso Vico., - Cinquantenario
Savio Domenica. - A Chieri. - Inaugurazione del Circolo G. Bosco
Torino. - Visi& le case di Varazze, Alassio, Bordighera, Savona,
Pier d'Arena, Spezia, Pisa, Colle Salvetti, Firenze, Figline; e as-
te al 111' Congresso degli Oratori festivi e delle Scuole di Religione
Faenza. - Prosegue le visite alle case di Lugo, Ravenna, Bologna,
Parma, Modena, Legnago, Este, Ferrara, Conegliano Veneto, &n--/--.
al Tagliamento, Mogliano, Schio, Trenta, Verona, Milano,
a. - Se a%s&'voluto, avrebbe potuto far miracoli! - Aile feste
ria Ausiliatrice. - Torna a Milano, e si reca anche a Treviglio,
Maroggia. - AUa festa di S. Giovanni il teologo Giacinto Bal-
plaude a Don Rua u sacerdote santo, austero, mite e soave>>.
- ex-allievi gli offrono due altari pel coro di Maria Ausiliatrice
tano l'ultimo De profundis sulla tomba del Padre. Care impres-
- i delle recenti visite alle case. Predica all'oiatorio di S. Luigi,
assi, Superga, Perosa Argentina; scende a Pinerolo; e torna a To-
- rino. - Raccomandazioni agli ispettori da inculcare durante gli esercizi
i quell'anno. IL zq luglio Pio X f i m a il Decreto dell'Intraduzione
ella Causa di Don Bosco. - Il Card. Vives y Tuto esalta la santità
- ... del Venerabile, e chiama Don Rua n una reliquia vivente di Don Bo-
o. Dopo gli Osanna i Crucitige! - "Don Riva1 Don Riva!,,. -
scene schifose del zg luglio. - S'intima ai collegiali d'uscir di
- hiesa, dove ascoltavano la Messa e i Salesiani son cacciati in una
ola. Due erano i falsi testimoni della losca congiura: un ragazzo
generato con idee paranoidi.:., completamente irresponsabile a
mine dell'art. q6 del Codice Penale..., un soggetto pericoloso alla
... ietà..., che richiede un oppo,rtuno isolamento dal civile consorzio D,
gli0 illegittimo di Vincenzina Besson ; e costei, <i una fatua, con
... alche nota isteroide s, n dietro incessanti sobillazioni di estranei,
eressati a suscitare uno scandalo anticlericale~.- Come si compi
... interragatorio - I giornali pubblicano minutamente le oscenità
... - scritte nel u Diario o, preparato dalla setta... Due salesiani son
atti in carcere. - Si vorrebbe lo sciopero generale! - Sorge un coro
di proteste! e il Servo di Dio nomina un collegio d'avvocati per dar
ueiela ai calunniatori. - Prezioso interessamento del comm. Gio-
anni Possetto. - Commovente dichiarazione del Servo di Dio: u Ven-
ono purtroppo, con me colpevole, secondo il volere di Dio colpiti
che i buoni e gli innocentila. - Minaccia di querele ai giornali e

39.6 Page 386

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..
760
Indice
- proteste alle autorità locali e ministeriali. L'effetto è quasi imme-
- diato; i giornali battono in ritirata. A Varazze s'inneggia alla Reli-
... - gione, a Don Bosco e ai Salesianil I1 Servo di Dio annunzia alle
case il Decreto dell'Introduzione della Causa di Don Bosco, e accenna
agli 6 awenimenti che vennero tosto ad intorbidare la nostra letizia ».
- I1 cielo si rasserena; i due incarcerati vengono messi in liberti, e
tutta Varazze s'effonde in entusiastiche dimostrazioni d'affetto e di
- stima ai salesiani. Forse in quei giorni il Servo di Dio fece voto di
.... - pellegrinare in Terra Santal Sempre al lavoro, continua a prender
- parte alla chiusa dei corsi di esercizi spirituali. Ricordi agli aspiranti,
- ai direttori, agli ordinandi. Celebra a S. Benigno la festa del S. Cuore.
- Annunzia di voler ultimare al pih presto il Tempio di S. Maria Li-
beratrice in Roma quale omaggio a Pio X nel suo Giubileo Sacerdo-
- tale. Si reca a Nizza per la chiusa del VI0 Capitolo Generale, mo-
strando tutto il suo affettuoso interessamento paterno per l'Istituto.
- Pellegrinaggio dei torinesi a Valsalice, il zg settembre, per comme-
- morare Don Bosco Venerabile. È offerto al Servo di Dio un calice
- d'oro e riceve cordiali rallegramenti da tutto il mondo. DA l'addio
- a nuovi missionari. Continua le sue conferenze alle Figlie di Maria
- Ausiliatrice e ai Salesiani: a Torino, Lombriasco, S. Benigno, Fa-
glizzo, Canelli, Ivrea. Benedice il matrimonio di una pronipote.
".
- Prende p m e alle feste di Nizza per l'introduzione della Causa di
- Don Bosco. Ecw i suoi pensieri alla fine di quell'anno: o Sempre
avanti con coraggio nel bene, ricavando profitto dalle differenti vi-
cende, prospere od avverse1n.
X. - In adempimento di un voto
1908
Sentiva il peso della superiorità, e fino ali'ultimo si fece tutto a
- - tutti. Indice la visita straordinaria alle case. Ricorda ai Cooperatori
- le gioie e le amarezze del 1907. Fa giungere a tutti i confratelli la
-
sua parola nel XYo anniversario della morte di Don Bosco: i "Fatti
di Varazze,,; il tentativo massonico e l'assistenza divina; cosa inere-
- dibile ma pur vera; perchB la moralità regni in mezzo a noi. I1 Card.
- Maffi commemora nell'Oratorio Don Bosco Venerabile. Ut p l m a
flo~ebit:la base e la vita delle opere di Don Basco fu la santità. -,Parte
- i . . in compagnia di Don Bretto per l'oriente. Prima tappa a Gorizia,
- - Trieste e Lubiana. Nella casa di fonnaiione di Radna. A Zaga-
- - bria. A Costantinopoli B avvicinato con venerazione. Si ottiene in
- - modo singolare il terreno per dare sviluppo all'opera. A Smirne.
- - Visita devotamente le rovine di Efeso. Alla volta di Nazaret. A
- Damasco, Tiberiade, Cafarnao. Giunge a Nazaret, accolto come
- - un santo. Non si riesce a scoprire in lui un difetto. Va in pellegri-
- naggio al Tabor. Il giorno di S. Giuseppe manda un telegramma
- - augurale a Pio X. Verso Gerusalemme. Cade di cavallo, senza farsi
- male. A Nain prega per la risurrezione di tanti poveri giovani che
- - giacciono morti nel peccato. A Naplusa. A Gifne ottiene la piog-
- gia, da tanto tempo desiderata in quelle terre. $Abbiamo pregato
- - per avere la pioggia, ed ecco che la pioggia ha bagnato anche noia.
A Gerusalemme. Moltiplica i mentini nel farne distribuzione a
duecento ragazze; e Don Bretto esclama: r Questo B un vero mira-
Indice
761
- nulla a ridire1e. Visita la casa di Cremisan e lascia
re & in burrasca; al getto di una medaglia di
- de, subito fa bonaccia. Arriva a Messina
passaggio ad All. -Incontra gli allievi di
- ro. ad Acireale. (1 Chi B quel santo?... o.
- nauguiazione della Juventutis Domus.
- Causa di Don Bosco. Depone in sette
- Informtivo sulla vita, virtù e fama di santi* di
~~~~~i~ Savio. u n saggio delle interessanti deposizioni: la cari* .
e la
- dell'angelico alunno dell'oratorio. o Dio voglia che la
*,,una nostra Sociera abbia da annoverare molti di questi generosi
- di Cxistolo. Ammirazione universale.
pag. 360
1908

39.7 Page 387

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Indice
- rimembranze del viaggio in Palestina. Evidentemente si propose di
- calcar ancor più esattamente le orme del Divin Salvatore. Andava
- così dimesso negli abiti, che faceva pietà. Riprende attivamente il
- suo apostolato nel tempo degli esercizi spirituali. Sprona i chierici
- di Vaisalice a formarsi un carattere virile e forte. Raccomanda il
- buon esempio ai sacerdoti. Benedice la prima pietra del nuovo pa-
- lazzo per lo studio e le acuole ginnasiali nell'Oratorio. Presso le
Dame del S. Cruore. - Agli schiavi di Maria. - 8 Vada pur tranquillo
- a Lourdes; la Madonna Ausiliatrice le darh buon viaggio 3). A Lanzo:
scendendo dall'Eremo si fa male a una gamba. - A San Pier d'Arena.
- - A Nizza: una beyedizione prodigiosa; santi ricordi alle direttrici;
case rimembranze. Ad Avigliana inaugura i restauri del Santuario
... - della Madonna dei Laghi. - a Tutto per Gesù,. - A Foglizzo: n Vos
- est& sd tenue, et Iicr mmdis. o Sì, Don Rua è un santo1 8. Du-
rante ilcorso degli ordinandi. - A Lombriasco: nel ritorno è invitato
a salii in prima, e vuol restare in piedi in terza classe. - La povera
gamba lo costringe a ripasare alcuni giorni sul divano. - Da l'addio a
- un nuovo drappello di missionari: *Che passiamo rivederci tutti
attorno a Don Bosco in Paradisolr. a Quando parlerai ai mi sel-
... vaggi, infiammali d'amore per il Cuor di Gesù! o. - Parte per Roma.
- A San Pier d'Arena; alla Spezia: @ Ma chi è questo prete? ».- A
Livorno: *Che aria pietosa ha mai quel sacerdote! 0 . - A Colle Sal-
- vetti. Durante il viaggio ii Card. Maffi va a salutarlo e l'abbraccia
- affettuosamente. A Roma tutti lo voglion vedere e parlargli. - As-
siste alla funzione giubilare in S. Pietro. - Va a Genzano per la ve-
- stizione chiericale. A Frascati: 'i.Qui si ammira Don Rua come un
- vero rappresentante delle virtù di Don Bosco 8. Celebra a Trinith dei
Monti, a Tor de' Specchi, e alla Farnesina. - Anche i Vescovi vogliono
la sua benedizione. - Alla consacrazione del Tempio di S. Maria Li-
beratrice. - Per un'indisposizione del S. Padre, è rinviata l'udienza
pontificia, e Don Rua decide di visitare nell'attesa altre case. - A Trevi
benedice e guarisce un alunno che s'ern fatto assai male alla testa, e
un signore affetto da poliartrite. - A Gualdo Tadino assiste a gare
ginnastiche e parla di Don Basco ginnasta e amico della ginnastica. -
Ritorna n Roma. - Stassera deve dare la benedizione il Cardinale
Rual~.- Ammesso all'udienza dal Santo Padre, gli offre la chiesa di
S. Maria Liberatrice come monumento perenne del suo Giubileo sa-
... - - cerdotale. - Scende a Napoli e Caserta. - (< O r n i desta l'entusiasmo
di Don Boscol ». Lascia Roma. Va a Loreto, accolto festosamente,
e prega nella S. Casa. - Ad Ancona è ospite dell'Arcivescovo. - A Jesi:
presso le Clarisse. - A Perugia pada ai chierici del Seminario, lasciando
i più santi ricordi. - Nel viaggio b colto da gravi disturbi, che si rinno-
vano a Firenze, seguiti da uno svenimento. - Vuole recarsi ugual-
mente a Milano, dove giunge alle dieci e mezzo di sera, e si reca a
riposare verso la mezzanotte. - A Novara. - I1 terremoto di Messina.
- Interessamento per i giovani orfani per la grave sciagura. - Ancora
- nessuna notizia delle nostre case... Invia sui luaghi del disastro Don
Bertello ed altri confratelli. - Arrivano i particolari, e comunica le
tristi notizie all'oratorio, l'ultimo giorno dell'anno, nel dar la buona
..., ,,Strenna". - Pareva una vittima rassegnata ad ogni tribolazione.
- Tra confratelli, alunni e famigli cinquantuna vittimal awerandosi
Indice
... - nto aveva assicurato a Don Piccollo nel I&, in viaggio da Bo
S. Andrea ai Joniol I1 soprannaturale era nel Servo di Dio na-
~ag.427
I. - Alla vigilia della Messa d'oro
1909
- - - In suffragio delle vittime del terremoto e per gli orfani superstiti.
La morte dell'economo Don Rocca. Egli pure va declinando. Nel
XXIo anniversario della morte di Don Bosco addita le benedizioni
accordate alllIstituto, la protezione di Maria Ausiliatrice, e le conso-
- lazioni dell'anno passata. Insiste di far bene ogni mese l'esercizio
- della buona morte. - A Valsalice per la festa di S. Francesco. I1
giorno di S. Eulalia. - Predica il triduo di S. Giuseppe alle Suore
- dell'Istituto della Marchesa di Barolo. - A Nizza Monferrato per
nuove vestizioni e professioni religiose. n Pietà, umiltà, obbedienza n.
- - "Dite alla Madre Generale, che se Don Bosco avesse guardato alla
mia magrezza, ora non sarei Don Rual,,. Al Noviziato consola e
conforta alcune sofferenti. - Da tutti si prega per la sua salute, ma
- ... ... - non vuole che un altro confratello offra l'esistenza al Signore per
lui. "Tu pure predicherai il Vangelo, ma! ma! mal...,,. I1
soprannaturale era in lui abitualmente rivestito d'una semplicità in-
cantevole. - Sempre al lavoro. - Festose accoglienze al vescovo sa-
- lesiano ~Mons.Marenw. "Prendi anche questo zucchetto, che ti
- potrh servire,,. Presso le Figlie di Maria Ausiliatrke; a Cavagli&,
- a Valsalice. Va a deporre trenta volte al Processo Apostolico per
- - la Causa di Beatificazione e Canonizzazione dei Venerabile Fon-
datore. - Non prende alcun riposo. Compie 72 anni. I1 giorno di
S. Giovanni si annunzia la formazione del Comitato per i festeggia-
menti del suo Giubileo Sacerdotale, ed egli va ripetendo: "Voi fate
- tanti preparativi, e farete la festa senza il santo!,,. Adesioni cordiali
- - per le feste. Omaggio degli ex-allievi. "Brindo a te, DonPaolo
Ubaldi, che per il primo hai recato ad effetto un vivissimo desiderio
- di Don Bosco e mio!,,. - Nell'Oratorio si festeggia ii sorgere dell'anno
cinquantesimo della sua 'ordinazione sacerdotale. Nuovi dolori: i
moti di Barcellona, la rivoluzione in Colombia, ii terremoto nel Mes-
... sico; Marsalal - I1 Signore è con lui. - "Voi non sarete operata,
- perchè dovete ancora lavorare per tanti anni,.. "Sappi che io devo
- molto pregare per te!...,,. Durante gli esercizi spirituali a Valsalice.
- Come si comporta, quando la Madre Generale vuol inoltrare una
istanza al Santo Padre p r ottenere un consigliere salesiano alle Figlie
di Maria Ausiliatrice in ogni ispettoria. - Presiede a Valsalice la V*
Adunanza dei Direttori Diocesani dei Cooperatori. - Adesioni entu-
- siastiche dal Chill e da Milano per le sue Nozze d'Oro. Va a La-,
... a Faglizzo, a Ivrea. - Povere gambe! - "Guarda di non far la me-
dicazione solo per amor di Don Rua, ma anche un po' per amor di
- - Dio1...,,. A Lombriasco, a Foglizzo, a Biella. Continua sempre a
- lavorare. - Ulrime esortazioni alle case. Ulthne conferenze agli ar-
tigiani e agli alunni del ginnasio superiore. - Manifesta la gioia di
- poter compiere gli anni, i mesi e i giorni di Don Boscol - Da l'addio
a quaranta nuovi missionari. "A rivederci, non più su questa terra,
ma in paradisol,,. - "Non volevi venirmi a salutare, neh?!,,. - Continua

39.8 Page 388

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764
Indice
- con ammirabile perfezione ad interessarsi d'ogni cosa; Un saggio:
- come consiglia un disertore e un ispettore. Tutti proseguono a ri-
volgersi d i r e m e n t e a lui per ogni wsa, ed accontenta tutti con pie-
- nezza squisita. Un giovane salesiano gli scrive in latino, e gli ri-
- - sponde in latino. La sua memoria è sempre prodigiosa. Premu-
- roso con tutti, è di una gentilezza singolare con i benefattori. Esce
l'ultima volta da Torino per recarsi a S. Benigno Canavese, dove
- compie gli anni, i mesi e i giorni di Don Bosw. Torna sfinito al-
- l'Oratorio. Annunzia ai direttori le consolazioni avute nel leggere
- le relazioni dei Visitatori straordinari. "Nelle case dove fiorisce la
- pietà, regna una grande illibatezza di costumi,,. Raccomanda la
esatta osservanza delle Costituzioni, ed anche di trovar conveniente
- collocamento ad antichi allievi e ad emigrati. "Gesù Bambino regni
padrone nei nostri cuori e in tutte le nostre esse,,.
111. - Ultimi insegnamenti
1910
... - Conosceva il giorno in cui doveva morire. « E vi arriverb
... - ... io? 8. « Sempre eccezionali si vanno facendo le nostre strettezze ».
- - u T u mi farai da segretario per nove anni!. ..». In più circostanze
- disse chiaro che non avrebbe oltrepassato il 19x0. L'isola u Don
- Ruan. Di' così: ,,Ci auguriamo che duri almeno quanto dured
- ... ancora Don Rua!",. <iQuesto non va bene! Don Bosco voleva
- che la minestra fosse uguale per tutti>. Adesioni dall'America: il
VIo congresso dei Cooperatori a Santiago nel Chili, e le Nozze episco-
- - pali di Mons. Cagliero. I foschi pronostici del 19rr! Intima il XIO
- Capitolo Generale. n Da qualche tempo non posso visitare le case,
più non mi b dato di lavorare, come vorrei, pel bene della nostia cara
- Congregazione a. Continua le conferenze agli dunni di quarta gin-
- nasiale ed alle Compagnie degli artigiani. Raccomanda la diffusione
- ... delle Letture Cattoliche e la pratica della modestia e della dolcezza
di San Francesco di Snles e di Don Bosco. a Salvarci, ecw tutto! o.
- - Continua a dar udienza tutta la mattina, e stenta a celebrare. L'ul-
- - timo giorno di carnevale. I1 15 febbraio celebra l'ultima Messa.
- Tralascia di occuparsi della corrispondenza. I dottori lo trovano
... - in condizioni gravissime. n Questa notte ho dormito abbastanza
- mi sarb svegliato un quindici volte! 8. I giornali cominciano ad in-
- teressarsi della malattia. e Dio che tutto pub, allontani la data fa-
- tale 8. I1 Santo Padre fa voti pel ripristinamento della sua preziosa
- salute. Cardinali, Arcivescovi e Vescovi prendon parte al nostro
- dolore. I1 Sindaco e illustri personaggi hanno lo stesso interessa-
- mento. La notizia si diffonde anche in America, e si prega con fer-
- vore. Ai Santi Martiri è indetto un triduo solenne per la sua guari-
- gione. Voi fate la Corte di Maria per me, ma io l'ho cominciata
- prima di voi i). I medici hanno definito la malattia 8 miocardite
- - senile*. I n molti Istituti si prega w n fede. «Poveretta, viene
a chiedere preghiere per sua madre e non sa che ha tanto bisogno che
- si preghi per lei ». Non si vorrebbe che entrassero forestieri a par-
- largli, e le eccezioni sono continue. Anche Prelati e Principi-di Santa
- Chiesa corrono a visitarlo. I1 Cardinale Mercier gli reca la bene-
Indice
- del S. Padre ed ottiene la promessa dell'invio dei salesiani
e1 Congo Belga. I1 Card. Mafii, pregato, lo benedice e poi, prostran-
- dosi, wol essere da lui benedetto. Non si sa che cosa pensare di pm-
- ciso della malattia; il 14 marzo le speranze si rawivano alquanto.
Accennando le condizioni a rimanere stazionarie, detta un orario
- al quale si attiene esammente. Ogni sera recita le preghiere con qual-
che confratello e desidera udire da Don Prancesia un buon pensiero.
- Giunge la notizia della morte di Don Lazzero e si attende a comu-
nicarla al Servo di Dio il dl seguente. i<Don Lazzero mi chiama!
- Don Lazzero M aspetta!#. Conforta paternamente una suora che
- si credeva colpevole della cessata beneficenza di una signora. l< Si-
- gnore, guarite Don Rua! u. Manda la benedizione ad una suora che
- aveva una frattura alla gamba, e la malata guarisce pienamente. La
... - - domtnica delle Palme fa inviare una palma benedetta a vari benefat-
tori. r Di' ai Cooperatori, che li ringrazio! o. u Sto cimpando,
... - sto eim~ando! n. s O mangiate, o beviate, o qualunque altra wsa
- cciate, fate tutto a gloria di Dio1 r. La mattina del giovedì santo
- o1 ricevere la S. Comunione in forma di Viatiw. Sue ultime rac-
- comandaziòni: "Grande m o r e a Gesb Sacramentato: Viva divo-
- .zione a Maria SS. Ausiliatrice: Grande rispetto, obbedienza ed
- - affetto ai Pastori della Chiesa, e specialmente al Sommo Pontefice,,.
Santi auguri alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Preoccupanti feno-
- meni di ernbolia puntiforme. Vuole l'Estrema Unzione in segreto
- per non aliarmare i confratelli. Raccomanda di promovere tra gli
- - allievi le iscrizioni alle Opere della Propagazione della Fede e della
S. Infanzia. Continua a ricevere forestieri. Tutti lo vorrebbero
- - vedere. Sante impressioni in tre ex-allievi. Sainteressaanche dei
- lontani. I novizi coadiutori fanno ogni sera mezz'ora di adorazione
- innanzi al SS. Sacramento per la sua guarigione. Anche nelle case
delle Figlie di Maria Ausiliatrice si prega con femoie!
pag. 548
IV. - << Don BOSCOi,0 vengo a Te!... s
1910
- I1 10 d'aprile nel Santuario s'inizia un triduo di particolari pre-
ghiereper il Servo di Dio. A quanti l'avvicinano d i 1' n arrivederci
- in paradiso!,). Ai giovani raccomanda la frequenza ai Santi Sacra-
- menti e la divozione a Maria SS. Ausiliatrice. Ai confratelli ricorda
che sarh loro fortuna l'essere stati fedeli nel mantenere le tradizioni
- di Don Bosco e l'aver evitato le novità. Ai Cooperatori assicura
- preghiere per loro, per le famiglie, per gli amici. Ha buone parole
- - per hitti. Ogni giorno prega Don Bosco e Don Beltrami. Riwrda
l'indulgenza plenaria da lucrarsi in punto di morte wncessa a Don
Bosco da Pio IX nel 1858 per tutti quelli che erano nell'Oratorio; e
- domanda aiuto per poterla guadagnare. a Dopo morte dove mi
... - - metterete? ». i< Cosi avveniva anche a Don Bosco... n. Si indice
,
-
un pellegrinaggio alla tomba di Don Bosw per implorare la guaribione
- del Servo di Dio; ma il tempo non Io permette. Si continua a pregare
- anche dai giovani degli Oratori. Credeva di andarmene in para-
- ..*. - disoin. a Non B il caso di dire come S. Martino: si adhuc!.
... - a Siamo agii sgoccioli, siamo agli sgoccioli! È iq stato di pro-
- gressivo esaurimento; si prevede prossima la catastrofe. u Viene anche

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... - lei a dirmi Ia bugia pietosa? n. a Prendi il Rituale e leggimi le pre-
... - - ghiere degli agonizzantilo. Nuovo allarme. Ad imitazione di Gesù
- coepit pavere Otto Messe si succedono nell'attigua cappella con
I'Oremus pro injirmo morti prokmo. - Benedice ancor una volta tutti
- i Salesiani, gli alunni e i Cooperatori. o Ognuno si rechi alle proprie
- occupazioni, rassegnati in tutto alla volonti di Dio». La Madre
- Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice torna a visitarlo. Riceve
- anche il Principe Emmanuele Gonzaga. È alla vigilia dell'ultimo
- giorno e wol fare regolarmente la meditazione. aVocazioni! Vo-
... - cazioni! o. Quando sente che non c'b più speranza di guarigione
e la fine è imminente: o Bene, risponde, ora lasciatemi tranquillo, mi
- E disporrb a compiere la volanti del Signore! Q lieto di veder ancora
Mons. Morganti e il Padre della Piccola Casa della Divina Promi-
- denza. Si prega, si piange, si spera ancora, ma le condizioni si fan
... - sempre peggiori. o Si! Don Bosco, anch'io vengo a te1 Don Bosco,
... - vengo a te1 o. Ancoi una volta leva il braccio, sorretto dai vicini,
- e d i un'ultima benedizione ai presenti e ai lontani. Non abbando-
narmi, dimmi dei buoni pensieri, ed io li ripeterb con la mente, se
- non potrb più con la bocca, e morirb proprio con Dio! i). Saluta i
parenti, e raccomanda loro di fare una Comunione per l'anima sua.
- In quegli ultimi istanti il suo pensiero era fisso alla contemplazione
... - del premio dei giusti n Lasciate che pensi all'anima mia e mi pre-
- pari al gran passo. ..h. «Siamo qui che preghiamo il Signore ad
- aprirti il Paradisol0. u Don Rua è un santo, e Don Francesi* gli fa
... - ... gustar la morte a centellini! h. Si, salvar l'anima, è tutto... è tutto!
... - salvar l'anima! h: furono le sue ultime parole. I1 6 aprile, al suono
dell'Ave del mattino dilata ancora le pupille sorridendo, e dopo che
... tutti i confratelli e gli alunni ed altri in lunga tila gli ebbero baciata
la mano, alle 9,37 si addomenta nel Signore!
V. - Storico trionfo
1910
- r È morto il Santo! >). Rivestito della talare, della cotta, della stola,
- vien esposto nella chiesa di S. Francesco di Sales. I1 S. Padre, il
Card. Protettore, la Regina Madre, la Principessa Clotilde, il Duca
- di Genova inviano le più sentite condoglianze. I giornali, anche con
edizioni straordinarie, nnnunziano la gravissima perdita, e un'onda
di popolo e di persone di elevata condizione stilano innanzi al cada-
- - vere. Solenne commemorazione al Consiglio Municipale. Le ean-
- doglianze del Sindaco. Tutti vogliono far toccare alla salma oggetti
- da conservare come preziosi ricordi e reliquie. Deposta nella cassa,
viene trasportata nella Basilica di Maria Ausiliatrice per i funerali.
- Pontifica Mons. Marenco, presenti vari Vescovi e i rappresentanti
- di tutte le autorità cittadine. La sfilata del corteo funebre durb quasi
- due ore, tra due ali di centomila persone. Trasportato privatamente
- a Valaalice, viene tumulato accanto a Don Bosco. Tutti i giornali
rilevano l'imponente dimostrazione che si svolse attorno alla salma,
- dicendola un'apoteosi. Occorre risalire molto addietro nei ricordi
- per trovare un funerale come quello di Don Rua! La cronaca vince
- colla sua grandiosità ogni commento. Tutti delineano la figura del
Indice
de scomparso nella sua realti affascinante, e rilevano la stretta
- onanza di spirito e di lavoro tra lui e Don Bosco. «Fecerivivere
è lo spirito dell'Appostolo di Castelnuovo, e ne dilatb le opere>.
- $Tutta la vita di questo magnadmo si è ingemmata di soaviti
- cristiana e di fortezza apostolica. La grande stima che circondava
- a sua persona era meritata, e i meriti straordinari di lui erano indi-
utibilio. nE innegabile che Don Rua fu un dominatore; ma un
minatore di anime, che va1 quanto di imperi; il popolo invece lo
- iameii il Santo! 8. Uguali gli elogi degli Eminentissimi e di quanti
- fecero la commemorazione. (<Neconceda il Signore di tener
etro a un tanto Maestro, cosi nelle cose prospere come nelle amerse ,a.
- o Dio gli anticipb l'onore del premio in cielo nella gloria dei santi,
e in terra col rimpianto mondiale per la sua morte, e col trionfo della
- sua sepoltura, che fu una vera cristiana apoteosi n. ~ S i n r tc e d m
- ... ... ... - iOani multiplicaoitur». a Se fossimo nel Medio Evo domani sa-
bbe elevato all'onore degli altari! n. L'uomo di Dio!
pag. 613
I. - In benedizione
- La memoria di Don Rua vive in venerazione universale. Alcuni
tti singolari avvenuti alla sua morte od ottenuti con oggetti che toc-
- arono la salma. I cooperatori, prima di venir a conoscere che era
morto, gli scrivano domandando sue preghiere, ed ottengono la gra-
- zia che desiderano. La notizia della morte accresce la fiducia nella sua
- - sua intercessione. Una prodigiosa guarigione in Colombia. Pez-
- zetti di tela o di oggetti da lui usati o toccati ottengono guarigioni.
- n Don Rua mi ha salvato, Don Rua mi ha guarito perfettamente,).
<i Se è vero che siete santo, che siete in paradiso, fatemelo vedere! ».
o Non so che reliquia contenga quel reliquiario, ma appena glie lo
- isi accanto, la febbre l'ha lasciata! 8. 5 Ricamincerb la novena con
- tto il fervore, sicura che sarb consolata n. u A Don Rua non ho mai
- ricorso invano$. Anche nell'ottenera grazie fa a metà con Don
- Bosco. Si ricorre a lui con le stesse preghiere che Don Bosco con-
sigliava per aver grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e si hanno gli stessi
- effetti consolanti. Le immaginette del Servo di Dio ispirano la stessa
- fiducia che ispirava la sua presenza. I Salesiani e le Figlie di Maria
- Ausiliatrice ricorrono a lui con frequenza e sono esauditi. Alcuni
- fatti singolari. Molti si recano a pregare sulla sua tomba ed ottengono
- grazie. a O gran Servo di Dio, ricordatevi che vi ho pagato il bi-
-glietto ferroviario..., ed ora ne voglio esser pagato con una grazia».
Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice si rzwcomandano a lui in casi
- di gravi malattie degli allievi, con effetti prodigiosi. Si chiede al
- Servo di Dio la Ipioggia o il sereno, ed egli, come faceva in vita,
manda la pioggia o il sole secondo i bisogni. Nè mancano dei casi
nei quali appare,. sempre delicatamente, il suo intervento diretto.
.. - - P Quanto mi fate lavorare!. h. Le medaglie benedette dal Servo
- di Dio! n Non ho potuto venir da vivo perchè infermo, e san venuto
... - ora! ». a No, no, tu non morrai; hai ancor molto altre cose da fare r.
- ... - u Lezambeti sono miarite: io sono Don Rua, che tu vegasti tanto! h.
... - a Guarda dove metti i1 piedel o. o Gestì nella Santa Comunione

39.10 Page 390

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770
Indice
APPENDICE
Appunti d'istruzioni, meditazioni ed esortazioni
ai Salesiani.
I ........- Desiderio della perfezione . . . . . .
I1 ...... - Lalipgiihosab.ella. c.arri.era. os.sia. pr.eg.i d.ella. v.ita .re.- » 70
I11..... - Felicità della vita religiosa . . . . . . .
IV...... - Degli ordini e voti religiosi . . . . . . .
V .:..... - Della povertà . . . . . . . . . . 0
VI...... - Della castità . . . . . . . . . . . . o
VI1.... - Dell'obbedienza . . . . . . . . . . . n
VI11... - Dell'esame di coscienza . . . . . . . . s
IX...... - Della confessione . . . . . . . . . . I)
X ....... - Dell'orazione o preghiera .
»7
XI ..... - Della meditazione . . . . . . . . . .
XII .... - Osservanza delle Regole . . . . . . . . a
XIII.. - Sulla retta intenzione . . . . . . . . .
XIV... - Della correzione fraterna . . . . . . . . 1)
XV..... - Lavorare alla. maggior gloria di Dio .
.a
. XVI... - L'Eucaristia centro della nostra vita'
. XVII. - 11 Sacro Cuore di Gesb
1)
)I
XVIII
XIX...
-
-
Maria SS.,
"Noi siam
Madre
figli di
del Buon
Maria ,,
.Co.nsi.glio.
.
.
.
.
.
.
p
v
XX ....
-
Quanto i religiosi debbano
patrocinio di Maria SS.
c.onf.idar.e
n.el
.pa-.
XXI... - Maria SS. Ausiliatrice . . . . . . . . .
. A quanti conobbero Don Rua . . . . v
PER LA REVISIONE DELLA SOCIETA SALESIANA
Visto: nulla osta alla stampa
orino, 9 aprile 1934.
-
Sac. B. Fnscrs, Cons. ScoI. Gen,
Visto: nulla osta alla stampa
orino, Q aprile 1934.
Mons. Can. G. DBSECONDI, Reo. AIC~W,
rino, 1 1 aprile 1934.
IMPRIMATUR
C m . FRk"ic~3c0PAIZARIP, ~mic.Gen.

40.2 Page 392

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