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Don Bosco - Fondamenti della Cattolica Religione
FONDAMENTI DELLA CATTOLICA RELIGIONE
PER CURA DEL SACERDOTE GIOVANNI BOSCO
TORINO
TIP. DELL'ORATORIO DI S. FRANC. DI SALES
1872. {3 [503]}
FONDAMENTI DELLA CATTOLICA RELIGIONE
INDEX
I. Idea generale della vera religione.............................................................................................2
II. Una sola è la vera religione.....................................................................................................2
III. Le Chiese degli Eretici non hanno i caratteri della Divinità..................................................3
IV. La Chiesa degli Eretici non è la Chiesa di Gesù Cristo.........................................................4
V. Del Capo della Chiesa cattolica..............................................................................................5
VI. Dell'infallibilità pontificia.....................................................................................................7
VII. Vantaggi della definizione della infallibilità pontificia........................................................8
VIII. Una risposta ai protestanti...................................................................................................9
IX. I protestanti convengono che i cattolici sono nella vera Chiesa..........................................10
X. Tre ricordi per la gioventù....................................................................................................11
Indice.........................................................................................................................................12
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I. Idea generale della vera religione.
D. Che cosa s'intende per religione?
R. Per religione s'intende una virtù, ovvero una serie d'azioni buone, con cui l'uomo rende
a Dio l'ossequio e l'onore a lui dovuto.
D. Come deve l'uomo praticare la religione?
R. L'uomo deve praticare la religione col credere le verità da Dio rivelate, e coll'osservare
la sua santa legge; cioè coll'esatto adempimento dei comandamenti di Dio e della Chiesa dal
medesimo Iddio stabilita.
D. A chi fu rivelata la vera religione? {505 [505]}
R. La vera religione fu primieramente da Dio rivelata ad Adamo, che fu il primo uomo
del mondo; quindi dallo stesso Dio, e talvolta col ministero degli Angeli, venne rivelata ai santi
Patriarchi che la praticarono, ai Profeti, i quali coi loro miracoli dimostrarono che erano da Dio
inspirati. Imperciocchè Dio solo è autore de'veri miracoli, nè li può fare o concedere che altri li
faccia in prova dell'errore e della menzogna. Gli uni e gli altri confermarono questa rivelazione
con profezie, cioè con predizioni riguardanti l'avvenire, che esattamente si avverarono;
solamente Iddio sa l'avvenire, e può rivelarlo agli uomini.
II. Una sola è la vera religione.
D. Le varie religioni, che si praticano nel mondo, possono essere egualmente vere?
R. No certamente, perchè la verità è sempre una sola, e non può trovarsi in cose opposte.
Ora le varie religioni insegnando cose diverse, le une contrarie ed opposte alle altre, ne deve
perciò derivare {4 [506]} che una sola debba essere la vera religione, e tutte le altre appartenere
a credenze erronee, e che chi le professa segua l'errore sia fuori della via della salvezza.
D. Portate qualche similitudine?
R. Siccome quello che è nero non può essere bianco, le tenebre non chiamansi luce, il
giorno non può essere la notte; così quando una credenza è opposta ad un'altra, o l'una o l'altra
deve trovarsi nell'errore.
D. Ci sono i Maomettani, i Protestanti cioè i Calvinisti, i Luterani e gli Evangelisti, ed
avvi la Chiesa cattolica, romana; in quale di queste società noi possiamo con certezza trovare la
vera religione?
R. Noi possiamo soltanto trovare la vera religione nella Chiesa cattolica, romana.
D. Datene la ragione?
R. Noi possiamo solamente trovare la vera religione nella Chiesa cattolica, romana,
perchè essa sola conserva intatta la divina rivelazione, essa sola fu fondata da Gesù Cristo vero
Dio e vero uomo, propagata dagli Apostoli, e dai loro successori sino ai nostri giorni; motivo per
cui essa sola presenta i caratteri della divinità. {5 [507]}
D. Quali sono i caratteri mediante i quali noi possiamo con certezza conoscere la vera
Chiesa di Gesù Cristo?
R. I veri caratteri che ci fanno con certezza conoscere la divinità della Chiesa di Gesù
Cristo sono quattro: cioè Una, Santa, Cattolica, Apostolica.
La vera Chiesa deve essere Una, perchè essendovi un solo vero Dio, una sola fede, un
solo battesimo, non può esservi che una sola vera Chiesa. Santa, perchè deve essere fondata e
governata da Dio fonte di ogni santità; insegnare cose sante per condurre gli uomini alla santità
ed alla salvezza eterna.
Cattolica, ossia universale, perchè deve professare tutta la dottrina di Gesù Cristo e
secondo le parole dello stesso divin Salvatore dilatarsi in tutto il mondo, abbracciare i fedeli di
tutti i tempi e di tutti i luoghi, e durare visibile sino alla consumazione dei secoli.
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Apostolica, vale a dire insegnare e credere tutto ciò che hanno insegnato e creduto gli
Apostoli da Gesù Cristo inviati a predicare il Vangelo a tutte le creature, e che coloro i quali
attualmente l'amministrano {6 [508]} siano realmente successori degli Apostoli. La Chiesa che
ha questi quattro caratteri è senza dubbio la Chiesa di Gesù Cristo.
D. Quale è la Chiesa che presenta questi quattro caratteri della Divinità?
R. La Chiesa Romana è la sola, che possa con certezza presentare questi caratteri della
Divintà, imperciocchè essa sola:
1. È Una, perchè tutti i veri Cattolici, anche sparsi per le varie parti del mondo, nei più
lontani paesi della terra professano una medesima fede, una medesima dottrina, e dipendono tutti
da un solo capo che è il Romano Pontefice, il quale, a guisa di Padre amorevole ed universale,
regola e governa tutta la cattolica famiglia.
2. È Santa per la santità del suo Capo e suo fondatore, che è Gesù Cristo; è santa la fede e
la legge che professa; santi sono i sacramenti che pratica; molti santi con luminosi miracoli la
illustrarono in ogni tempo; più milioni di martiri da Dio confortati sparsero il loro sangue in
testimonianza della Divinità di questa medesima Chiesa.
3. La Chiesa romana è Cattolica, cioè {7 [509]} Universale, perchè si estende a tutti i
luoghi, a tutti i tempi, abbraccia e professa tutta la dottrina di Gesù Cristo. Esso promise che il
suo Vangelo sarebbe predicato per tutta la terra, e noi vediamo che la Romana Chiesa in tutto il
mondo ha dei figli, i quali strettamente uniti col Papa professano la dottrina di Gesù Cristo, che
si predicò e si va predicando nei più lontani paesi della terra.
La medesima romana Chiesa si estende a tutti i tempi, perchè in tutti i tempi, in mezzo
alle più sanguinose persecuzioni fu sempre conosciuta a guisa di società visibile di fedeli riuniti
nella medesima fede, sotto alla condotta di un medesimo Capo, il Romano Pontefice, il quale,
come Padre di una gran famiglia, guidò pel passato, e guiderà per l'avvenire tutti i buoni credenti
pel sentiero della verità sino alla fine dei secoli.
4. La Chiesa romana è Apostolica, perchè crede ed insegna tutto ciò che gli Apostoli
hanno creduto ed insegnato, ed ha per capi e pastori i successori degli Apostoli. La testimonianza
di diciannove secoli mostra ad evidenza, che Gesù Cristo ha stabilito {8 [510]} san Pietro Capo
della Chiesa, ed egli cogli altri Apostoli hanno propagata la dottrina del Vangelo per tutto il
mondo. A s. Pietro succedettero altri Sommi Pontefici, i quali senza interruzione governarono la
Chiesa fino ai nostri giorni. Agli altri Apostoli succedettero i Vescovi, i quali in ogni tempo ed in
ogni luogo formarono un solo ovile, riconoscendo solo Gesù Cristo per Pastore Supremo e Capo
invisibile, ed il Pontefice di Roma per supremo Pastore e Capo visibile. Tutte le volte che
qualcuno osò insegnare massime contrarie agli ammaestramenti della Chiesa romana tosto
vennero di comune accordo condannate dai Papi e dai Vescovi come contrarie al Vangelo ed a
quanto insegnò lo stesso Gesù Cristo. Questa prerogativa della romana Chiesa è consolantissima
per noi Cattolici. Imperocchè la sola nostra Chiesa cominciando dal Regnante Pio IX rimonta da
un Papa all'altro senza alcuna interruzione sino a s. Pietro Principe degli Apostoli, e stabilito
Capo della Chiesa da Gesù Cristo medesimo. {9 [511]}
III. Le Chiese degli Eretici non hanno i caratteri della Divinità.
D. Le Chiese de'Valdesi o de'Protestanti non possono avere i caratteri della vera Chiesa?
R. La Chiesa de'Valdesi e de'Protestanti e di tutti gli altri eretici non possono avere i
caratteri della vera Chiesa.
1. Non sono Una, perchè non hanno la medesima fede, nè la medesima dottrina, nè uno
stesso capo. Anzi è difficile trovar due ministri di una medesima setta eretica, i quali vadano
d'accordo sopra i punti principali di loro credenza. Quindi ne avvengono continue divisioni in
cose di massima importanza. La sola Chiesa protestante, non molto dopo la sua fondazione, era
già divisa in più di dugento sette. In esse alcuni ammettono la messa; ed altri la disprezzano;
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alcuni credono a sette sacramenti, altri cinque, chi tre, chi due, chi nessuno. Dove in mezzo a
tante contraddizioni si può avere unità di fede? {10 [512]}
2. Non sono Sante, perchè rigettano tutti od in parte i sacramenti, da cui solo deriva la
vera santità; professano più cose contrarie al Vangelo, ripugnanti a Dio medesimo. In tutte le vite
degli eretici, degli increduli, degli apostati, non si può citare un santo, e neppure un miracolo.
Che anzi i principali autori delle sette si deturparono con vizi e delitti. Calvino e Lutero
asserivano fin dai loro tempi, che i cattolici erano assai migliori dei riformati. Ed Erasmo, caldo
promotore del protestantesimo, ebbe a dire che tutti gli uomini illustri della Riforma, ben lungi
dal far miracoli; non hanno nemmeno potuto guarire un sol cavallo zoppo.
3. Non sono Cattoliche, perchè sono ristrette in alcuni luoghi ed in questi luoghi
medesimi cangiano la loro dottrina a seconda dei tempi. Neppure sono Cattoliche riguardo al
tempo, giacchè, paragonate alla Religione cattolica, contan pochi secoli di esistenza. Prima di
Enrico VIII non si era mai parlato di Anglicanismo; prima di Pietro Valdo niuno mai nominò i
Valdesi; prima di Calvino e Lutero non si era mai menzionato protestantesimo o riforma,
luteranismo {11 [513]} o calvinismo. In generale tutte le eresie cominciarono ad essere nominate
od esistere all'epoca dei loro fondatori; niuna si estende fino a Gesù Cristo.
4. Non sono Apostoliche, perchè non professano anzi rigettano molte cose dagli Apostoli
credute ed insegnate. Niuna delle società eretiche può vantare i suoi successori fino agli
Apostoli. Finalmente non sono unite al Romano Pontefice che è successore di s. Pietro, Capo e
Principe degli Apostoli.
D. Non c'è diversità tra la dottrina della Chiesa cattolica d'oggidì, e la dottrina di Gesù
Cristo che gli Apostoli predicarono?
R. No: non c'è alcuna diversità. Imperocchè coloro che hanno letto, studiato e confrontato
la dottrina che insegna la Chiesa cattolica oggidì poterono ad evidenza convincersi che le verità
predicate da Gesù Cristo e dagli Apostoli sono quelle stesse, che si predicarono in tutti i tempi, e
si predicano presentemente nella Chiesa cattolica, apostolica, romana.
D. Quale conseguenza si deduce da quanto qui si espose?
R. Per noi cattolici si ricavano consolantissime conseguenze. La Chiesa cattolica {12
[514]} ha sempre condannato ogni cosa contraria al Vangelo, di mano in mano si palesava fra i
cristiani, e fu sempre difesa e professata la medesima dottrina senza che un Papa lasciasse
rivivere una massima condannata da un suo antecessore, nè mettesse in dubbio alcuna verità per
loro avanti proclamata. Ora la condanna costante dell'errore e la proclamazione delle stesse
verità dal regnante Pontefice fino a Gesù Cristo, ci dà, per così dire, nelle mani il santo Vangelo,
puro ed intiero come Gesù Cristo medesimo lo ha insegnato, e come gli Apostoli l'hanno
predicato per tutta la terra.
D. Fuori della Chiesa cattolica, apostolica, romana si può aver salute?
R. No. Fuori di questa Chiesa niuno può salvarsi. Nella maniera che quelli i quali non
furono nell'Arca di Noè, dice s. Girolamo, perirono nel diluvio, così perisce inevitabilmente
colui che si ostina di vivere e morire separato dalla Chiesa cattolica, apostolica, romana, unica
Chiesa di Gesù Cristo, sola conservatrice della vera religione. {13 [515]}
IV. La Chiesa degli Eretici non è la Chiesa di Gesù Cristo.
D. Non può darsi che gli Ebrei, i Maomettani, i Valdesi, i Protestanti, cioè i Calvinisti ed
i Luterani, e simili, quantunque non siano nella Chiesa cattolica, apostolica, romana, tuttavia
abbiano la vera religione?
R. Tutti costoro non hanno la vera religione, perchè non la ricevono dalla Chiesa
cattolica, sola vera Chiesa di Gesù Cristo, unica depositaria della verità e legittima interprete
della dottrina del suo Divino Maestro.
D. Qual è il più grande errore degli Ebrei?
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R. Il più grande errore degli Ebrei consiste in ciò che essi aspettando ancora la venuta del
Messia, non credono a Gesù Cristo, nè al santo Vangelo.
D. Che cosa devono fare gli Ebrei per potersi salvare?
R. Gli Ebrei per potersi salvare devono {14 [516]} riconoscere Gesù Cristo per Messia,
ricevere il santo Battesimo, quindi osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa.
D. Chi è il Capo della religione Maomettana?
R. Maometto, il quale disseminò i suoi errori sul principio del secolo settimo dell'Era
Cristiana.
D. Chi è il Capo dei Valdesi, i quali in gran numero vivono nella valle di Luserna vicino
a Pinerolo?
R. Il Capo dei Valdesi è Pietro Valdo, negoziante di Lione. Egli diede principio
all'erronea sua dottrina verso la metà del secolo decimoterzo.
D. E vero che la dottrina dei Valdesi è stata sempre la stessa dal tempo degli Apostoli
infino a noi?
R. È falsissimo per ogni verso. Prima di Pietro Valdo mai non ne fu parola nel mondo.
Dopo Pietro Valdo si cambiò nuovamente coll'adottare che essa fece gli errori di Viclefo e di
Huss. Nel secolo decimosesto poi degenerò in Calvinismo, ed ai nostri giorni i così detti Valdesi
sono verissimi Protestanti per quanto si chiamino Evangelici o Barbetti. {15 [517]}
D. Chi sono i capi dei Protestanti?
R. I capi dei Protestanti sono Calvino e Lutero, vissuti alla metà del secolo decimosesto.
Calvino, chierico simoniaco, fu condannato a grave pena per un delitto ignominioso. Lutero,
frate apostata che uscì dal convento, commise i più gravi disordini fra cui quello di sposare una
monaca legata dai voti, mentre egli pure era legato da voti solenni e perpetui.
D. Questi uomini, Maometto, Pietro Valdo, Calvino e Lutero diedero segni di essere da
Dio mandati?
R. Costoro erano uomini non mandati da Dio, non fecero alcun miracolo, nè in loro si
avverò alcuna profezia. Propagarono i loro errori e le loro superstizioni colla violenza e col
libertinaggio. Religione che scioglie il freno a tutti i vizi, apre la strada a tutti i disordini.
Cosicchè si possono chiamare non invitati da Dio, ma da Satana a predicare e diffondere
l'empietà fra gli uomini.
D. Dunque costoro non sono nella Chiesa di Gesù Cristo?
R. Costoro non avendo per Capo Gesù Cristo, non possono appartenere alla sua {16
[518]} Chiesa, ma, come insegna s. Girolamo, appartengono alla Sinagoga dell'Anticristo, cioè
ad una Chiesa opposta a quella di Gesù Cristo.
V. Del Capo della Chiesa cattolica.
D. Chi è il Capo della Chiesa cattolica?
R. Il fondatore, il Capo invisibile di tutta la Chiesa è Gesù Cristo, il quale dopo aver
deputato s. Pietro a governarla assicurò che egli l'avrebbe assistita dal cielo sino alla fine dei
secoli. Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saeculi.
D. Chi è il Capo visibile della Chiesa?
R. Il Capo visibile della Chiesa è il Sommo Pontefice detto comunemente il Vicario di
Gesù Cristo.
D. Il Romano Pontefice da chi è stabilito Capo della Chiesa?
R. Il Romano Pontefice è stato stabilito Capo Supremo della Chiesa nella persona di s.
Pietro dal medesimo Gesù Cristo.
D. Con quali parole Gesù Cristo stabilì s. Pietro Capo della Chiesa? {17 [519]}
R. Gesù Cristo stabilì s. Pietro Capo e fondamento della Chiesa con queste parole:
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Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non
potranno mai prevalere contro di essa (S. Matteo 16).
D. Che parte ha dunque s. Pietro nella Chiesa?
R. S. Pietro nella Chiesa opera quello che fanno le fondamenta in un edifizio. Ogni parte
di un edifizio che non appoggi sopra le fondamenta non può reggersi e rovina certamente. Così
ogni credenza, ogni auto¬rità, ogni Chiesa che non riconosca l'autorità di Pietro e non sia alla
medesima ubbidiente non appartiene più alla Chiesa di Gesù Cristo, perchè non è appoggiato
sopra il vero fondamento della Chiesa, che, come dice s. Paolo, è quella grande colonna sopra
cui appoggia ogni verità. Ecclesia Dei est columna et firmamentum veritatis.
D. Quale autorià diede il Salvatore a san Pietro?
R. G. C. diede a s. Pietro un'autorità assoluta, che suole denominarsi Primato di onore e
di giurisdizione, in forza di cui egli può comandare e proibire tutto ciò {18 [520]} che giudica
opportuno pel nostro bene spirituale ed eterno.
D. Con quali parole G. C. diede tale autorità al Capo della Chiesa?
R. Gesù Cristo diede tale autorità al Capo della Chiesa colle parole dette a san Pietro:
Tutto ciò che tu scioglierai in terra sarà anche sciolto nei cieli; e tutto ciò che legherai in terra
sarà anche legato nei cieli (Matt. 16).
D. Che cosa significano le parole Primato d'onore e di giurisdizione del Romano
Pontefice?
R. Le parole Primato d'onore e di Giurisdizione significano che il Romano Pontefice
nella Chiesa ha un potere assoluto sopra tutti i cristiani siano laici, siano preti, vescovi, di
qualunque grado o condizione, e che tutti devono sottomettersi alle sue proibizioni ed a'suoi
comandi, da lui dipendere se vogliono essere sicuri di appartenere alla Chiesa di Gesù Cristo,
che, come dice s. Gerolamo, è l'unica Arca di salvamento.
D. I Principi, i Re e gli altri potentati della terra sono anche soggetti al Romano
Pontefice? {19 [521]}
R. I Principi, i Re e tutti i potenti della terra, fossero anche padroni di tutto il mondo,
devono sottomettersi al Sommo Pontefice, se vogliono appartenere alla vera Chiesa e salvarsi
l'anima; perchè l'autorità di costoro è tutta temporale, e in faccia alla religione essi sono semplici
fedeli obbligati, come gli altri, di ubbidire al Capo della religione.
D. Con quali parole G. C. diede questo Primato a s. Pietro?
R. G. C. diede a s. Pietro questo Primato colle parole già esposte e specialmente con
quelle parole che leggiamo nel Vangelo di s. Giovanni al capo XXI.
Dopo la sua gloriosa risurrezione il Salvatore comparve a'suoi discepoli sul lago di
Genezaret è preso con loro alquanto di cibo, per meglio assicurargli della realtà del suo
risorgimento, si volse a Pietro e gli disse: Simone figliuolo di Giovanni, mi ami tu? Signore,
rispose Pietro, Voi ben sapete che io vi amo. Gesù soggiunse: Pascola i miei agnelli. Il Signore
replicò: Simone figliuolo di Giovanni, mi ami tu? Signore, rispose tosto Pietro, Voi ben sapete
che io vi amo. {20 [522]}
Gesù ripigliò ancora: Simon Pietro, mi ami tu più di costoro? Pietro nel vedersi
interrogato la terza volta sopra il medesimo punto rimase conturbato. In quel momento gli
ritornarono a mente le promesse fatte altra volta, e che egli aveva violate, e temeva che Gesù
Cristo non credesse alle sue proteste, quasi volesse già predirgli altre negazioni. Pertanto con
tutta umiltà rispose: Signore, voi sapete tutto, il mio cuore è tutto aperto a voi, e perciò voi sapete
altresì che io vi amo. Cioè Pietro era sicuro in quel punto della sincerità de'suoi affetti, ma non lo
era egualmente per l'avvenire. Gesù che conosceva il suo desiderio di amarlo e la schiettezza
de'suoi affetti, lo confortò dicendo: Pascola le mie pecore.
D. Che cosa fece Gesù con queste parole?
R. Con queste parole Gesù Cristo costituì s. Pietro Principe degli Apostoli e pastore
universale della Chiesa e di ciascuno dei cristiani, imperocchè gli agnelli qui significano tutti i
fedeli cristiani sparsi nelle varie parti del mondo che devono essere sottomessi al Capo della
Chiesa, siccome fanno gli agnelli al loro pastore. Le pecore poi significano i vescovi e gli altri
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sacri ministri, {21 [523]} i quali danno bensì il pascolo della dottrina di Gesù Cristo ai fedeli
cristiani ma sempre d'accordo, sempre uniti e sempre sottomessi al Sommo Pastore della Chiesa,
che è il Romano Pontefice, Vicario di Gesù Cristo sopra la terra.
D. Questa dottrina fu sempre così creduta dai cattolici?
R. I cattolici di tutti i tempi appoggiati sopra queste parole di Gesù Cristo hanno sempre
creduto come verità di fede che san Pietro fu costituito da Gesù Cristo suo Vicario in terra e
Capo supremo visibile della Chiesa e che ricevette da lui la pienezza di autorità sopra gli altri
Apostoli e sopra tutti i fedeli. Egli è poi cosa chiara che l'autorità di Pietro doveva durare quanto
la Chiesa cioè sino alla fine dei secoli, che certo il fondamento deve durare quanto l'edifizio che
vi sta sopra, e che perciò dopo di lui essa doveva passare nei suoi successori, i quali sono i
Romani Pontefici. {22 [524]}
VI. Dell'infallibilità pontificia.
D. Qual è la prerogativa più importante dell'autorità dei Romani Pontefici?
R. La prerogativa più importante e nel tempo stesso pei cattolici la più consolante
dell'autorità del Romano Pontefice è la sua infallibilità.
D. Che cosa vuol dire infallibilità pontificia?
R. Infallibilità pontificia vuol dire che il Capo della Chiesa nel giudicare delle cose
riguardanti la fede ed ai costumi è infallibile, cioè non può cadere in errore, quindi nè ingannare
gli altri, nè ingannare se stesso.
D. Dove è contenuta la dottrina dell'infallibilità pontificia?
R. La dottrina dell'infallibilità pontificia si recava dal Vangelo, e segnatamente dal capo
22 del Vangelo di s. Luca dove il Salvatore dice a s. Pietro: Ho pregato per te, o Pietro, affinchè
la tua fede non venga mai meno, e tu quando ti sarai riavuto {23 [525]} dalla tua caduta
conferma nella fede i tuoi fratelli.
D. Che cosa devesi osservare in questi detti del Salvatore?
R. In questi detti del Salvatore dobbiamo specialmente notare tre cose:
1. Il Salvatore pregò per s. Pietro affinchè la sua fede non venisse meno; e siccome niuno
oserà mettere in dubbio che la preghiera del Salvatore non ottenga il suo effetto, così niuno oserà
mettere in dubbio, anzi ognuno crederà fermamente che non sarà per mancare la fede di Pietro
che perciò è infallibile.
2. Che Pietro è incaricato di confermare nella fede non solamente i semplici cristiani, ma
i suoi stessi fratelli cioè gli Apostoli e tutti i vescovi loro successori.
3. Quando Pietro nella persona dei Papi suoi successori proclama una sentenza intorno a
questioni di fede o di costumi, noi dobbiamo crederla come verità rivelata da Dio, sebbene quella
definizione non sia ancora stata approvata da alcun Concilio o dai vescovi separatamente o
radunati.
D. Quale fu la dottrina dei cattolici intorno a questa verità? {24 [526]}
R. Fu in tutti i tempi e da tutti i cattolici costantemente creduto all'infallibilità del
successore di s. Pietro, del Vicario di Gesù G. I Romani Pontefici esercitarono sempre questa
autorità suprema nelle controversie religiose, e tutti i veri cattolici hanno rispettosamente accolte
le loro dichiarazioni, quali verità da non più mettersi in discussione, come se fossero uscite dalla
bocca dello stesso divin Salvatore, di cui sono Vicarii sopra la terra; ma non fu mai definita
verità di fede fino al Concilio Vaticano.
D. Se tutti i fedeli già credevano alla infallibilità del Sommo Pontefice, che necessità vi
era di definirla?
R. Non vi sarebbe stata nessuna necessità se non fossero sorti alcuni eretici ad
impugnarla, come i Giansenisti: se dalla mancanza di una espressa definizione non avessero
presa occasione di porla in dubbio alcuni cattolici male avvisati. E però come la Chiesa defini la
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divinità di Cristo nel Concilio di Nicea, benchè fosse da tutti i cattolici creduta, perchè Ario
aveva osato impugnarla; come il Concilio di Trento definì tante altre verità, che erano comuni
{25 [527]} nella Chiesa, perchè Lutero le aveva negate; così per premunire i fedeli il Concilio
Vaticano definì l'infallibilità pontificia, perchè da alcuni rivocata in dubbio o apertamente
negata.
D. Come è concepita questa definizione?
R. Questa definizione venne proclamata ed approvata nel Concilio Vaticano il 18 luglio
1870 da oltre settecento vescovi presieduti dallo stesso Romano Pontefice, con queste parole:
«Noi definiamo che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, ossia adempiendo l'ufficio
di pastore e di maestro di tutti i cristiani, per la sua suprema autorità apostolica definisce qualche
dottrina della fede e dei costumi da tenersi da tutta la Chiesa, a cagione della divina assistenza a
lui promessa nella persona del B. Pietro, gode della stessa infallibilità, della quale il divin
Redentore volle fornire la sua Chiesa nel definire le dottrine della fede e dei costumi. Perciocchè
queste definizioni del Romano Pontefice sono per se stesse, e non, pel consenso della Chiesa,
irreformabili. Che se alcuno oserà contraddire a questa nostra definizione, che Iddio ce ne guardi,
sia anatema.» {26 [528]}
D. Questa infallibilità si estende a tutte le azioni, a tutte le parole del Sommo Pontefice?
R. No: quando chiamiamo il Papa infallibile lo consideriamo non come cittadino, non
come sacerdote, o vescovo, nè come sovrano: ma soltanto quando come Papa, Capo della
Chiesa, tratta di cose riguardanti alla fede ed ai costumi e intende di obbligare tutti i fedeli
cristiani.
D. In queste definizioni il Papa fa nuovi dommi?
R. In queste definizioni nè il Papa, nè la Chiesa fanno nuovi dommi, ma dichiarano
soltanto che quella verità fu veramente rivelata da Dio, contenuta nella parola di Dio scritta che è
la Sacra Bibbia, e nella parola orale che è la tradizione.
D. Recate un esempio?
R. Per esempio dalla Chiesa fu costantemente creduto che la Santa Vergine sia stata
concepita senza colpa originale, ma non erasi mai definito come verità di fede. Finalmente il S.
P. il giorno 8 dicembre 1854 definì che tale credenza era appoggiata sopra la Sacra Scrittura,
sopra la tradizione, e perciò doversi credere e tenere per verità {27 [529]} di fede. Da allora in
poi fu tolto ogni dubbio, nè più fu permesso ad alcuno disputare contro, anzi ciascuno rimase
obbligato ad annoverare quella definizione fra i dogmi di nostra santa religione.
VII. Vantaggi della definizione della infallibilità pontificia.
D. Quali vantaggi porta ai cattolici la definizione dell'infallibilità pontificia?
R. La definizione dell'infallibilità pontificia porta con sè molti vantaggi. I principali sono
cinque:
1. Essa circondò di nuovo splendore la veneranda persona del Sommo Pontefice, e per
conseguenza tutta la famiglia cristiana, essendo naturale che l'onore del padre si rifonda sui figli.
2. Somministrò un mezzo più spedito per sciogliere le questioni religiose, e condannare
gli errori contrari alla fede. Diffatto prima di questa definizione per isciogliere le questioni di
religione, con autorità infallibile e condannare gli errori, secondo {28 [530]} alcuni era
necessaria la sentenza di un concilio generale o di tutta la Chiesa insegnante dispersa. Le quali
due cose essendo sempre assai difficili ad aversi, ne seguiva per molto tempo nei fedeli
l'incertezza nel credere a certe verità, ed il pericolo di abbracciare l'errore. Ma ora dalla Chiesa
universale essendo stato proclamato infallibile il Romano Pontefice, viene assai più prontamente
da lui dichiarata la verità e condannato l'errore.
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3. Assicura i fedeli che credendo e facendo quello che il Papa propone a credere e ad
operare, essi sono dalla Chiesa universale assicurati che non potranno errare giammai, e che
credono ed operano quello che vuole Dio stesso.
4. Giova agli stessi sovrani, e a tutta la civile società; poichè la parola infallibile del
Pontefice facendo udire più autorevolmente agli uomini l'obbligo di star soggetti ai principi della
terra, e, condannando la ribellione contro ai medesimi, il Papato diventa di sua natura il più
valido sostegno dei loro troni e della pubblica quiete.
5. E vantaggiosa agli stessi eretici, perchè proclamato il Papa per giudice e maestro {29
[531]} infallibile, scompare ogni pericolo di discordia e contraddizioni religiose. Essi devono
sentirsi come attratti a rientrare nel seno della Chiesa cattolica, dove trovano quella regola certa
di fede invano cercata nell'eresia. Perciocchè mancando tra gli eretici un'autorità suprema
infallibile, e potendo ognuno credere come gli pare e piace, tutto è dubbio ed incertezza
desolante nelle cose più essenziali per l'eterna salute. Ma non così nella Chiesa cattolica1.
D. Che, cosa rispondere a quelli che dicono essere alcuni Papi caduti in errore?
R. A questa asserzione si deve negare assolutamente e rispondere, o che i fatti addotti
sono calunnie inventate contro ai Papi; o che si riferiscono a cose non riguardanti la fede. Tutti
quelli che hanno tutto studio profondo ed imparziale sulla sulla storia ecclesiastica convengono
che queste asserzioni sono false; e chi insegna diversamente cerca di ingannare.
D. Che male farebbe chi negasse l'infallibilità pontificia? {30 [532]}
R. Chi negasse l'infallibilità pontificia dopo la definizione del Concilio Vaticano
commetterebbe una grave disubbidienza alla Chiesa, e se fosse ostinato nel suo errore diverrebbe
eretico e non apparterrebbe più alla Chiesa di Gesù Cristo, e noi dovremmo fuggirlo come
eretico. Chi non ascolta la Chiesa, dice il Vangelo, abbilo come gentile e pubblicano cioè
scomunicato.
VIII. Una risposta ai protestanti.
D. Che cosa rispondere quando i protestanti dicono: Noi crediamo a Cristo ed al Vangelo,
perciò siamo nella vera Chiesa?
R. Quando i protestanti parlano così, noi dobbiamo loro rispondere: voi, o protestanti,
dite di credere a Gesù Cristo e al Vangelo, ma non è vero, perchè non credete a tutto quello, che
c'insegna Gesù Cristo nel Vangelo, e rigettate molte altre verità, le quali sebbene non registrate
nel Vangelo, per ordine di lui furono predicate da'santi Apostoli e si devono credere da tutti per
potersi salvare. Il medesimo s. Paolo scriveva {31 [533]} ch'aveva cose di cui avrebbe ragionato
e disposto verbalmente quando si fosse trovato con quei cristiani di Corinto, cui indirizzava la
sua lettera: cetera cum venero disponam. Inoltre, o protestanti, voi non credete alla sua Chiesa,
non credete al Sommo Pontefice, dallo stesso Gesù C. stabilito per governare la sua Chiesa. Poi
permettendo ad ognuno la libera interpretazione del Vangelo, fate un'orribile confusione dei
sacramenti e delle altre verità di fede, ed aprite con ciò una larga via all'errore, nel quale l'uomo
cade inevitabilmente, se è guidato solo dal proprio lume. Perciò voi, o protestanti, siete come
rami tagliati dall'albero, come membri di un corpo senza capo, come pecorelle senza pastore,
come discepoli senza maestro, separati dal fonte della vita, che è Gesù Cristo.
D. Non è possibile, che alcun protestante si possa salvare?
R. Tra i protestanti si possono salvare:
1. I fanciulli che muoiono prima dell'uso della ragione, purchè siano stati validamente
battezzati.
2. Si salvano eziandio coloro, che sono in buona fede, cioè sono fermamente persuasi {32
[534]} di trovarsi nella vera religione. Perciocchè costoro nel loro cuore sono cattolici, e se
conoscessero bene la religione cattolica certamente l'abbraccerebbero.
1V. P. Secondo Franco l'infallibilità Pontificia, Lett. Catt., anno XIX.
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D. Che cosa devono fare i protestanti per salvarsi?
R. I protestanti per salvarsi devono rinunziare ai loro errori, entrare nella Chiesa cattolica,
apostolica, romana, da cui un tempo si separarono, unirsi al Vicario di Gesù Cristo che è il Papa;
chi si ostina di vivere da lui separato perisce eternamente.
IX. I protestanti convengono che i cattolici sono nella vera Chiesa.
D. Che cosa dicono di particolare i protestanti intorno alla cattolica nostra santa
religione?
R. I protestanti dicono che nella Chiesa cattolica vissero grandi santi, i quali operarono
luminosi miracoli, e che noi vivendo secondo i precetti della Chiesa cattolica possiamo salvarci.
{33 [535]}
D. Noi cattolici che cosa diciamo della setta protestante?
R. Noi cattolici, seguendo la dottrina infallibile della Chiesa cattolica, diciamo che i
protestanti se non fanno ritorno alla Chiesa cattolica non possono salvarsi.
D. Dunque?
R. Dunque i protestanti convenendo con noi, che la cattolica religione è vera, dichiarano
che la loro è falsa.
D. Non vi sarebbe qualche esempio a questo riguardo?
R. Ne abbiamo molti, eccone uno ricavato dalla storia ecclesiastica. Enrico IV re di
Francia, era capo del partito dei calvinisti, quando salì sul trono; ma Iddio lo illuminò col fargli
conoscere la vera religione. Da prima procurò di istruirsi rettamente nei dommi della cattolica
religione: poscia fece venire alla sua presenza i ministri protestanti, e loro dimandò se credevano,
che egli si potesse salvare nella Chiesa romana.
Dopo seria riflessione risposero di sì. Allora il re saviamente ripigliò: Perchè dunque voi
l'avete abbandonata? I cattolici affermano che niuno può ottenere salute nella {34 [536]} vostra
setta; voi convenite che si può avere nella loro; ragion vuole che io mi attenga alla via più sicura,
e preferisca quella religione in cui per comune sentimento io mi posso salvare. Quindi il re
rinunziò all'eresia, e rientrò nel seno della catt. religione.
D. Che cosa presenta di singolare la Chiesa cattolica nel suo rapporto colle società
eretiche?
R. La Chiesa cattolica ha questo di singolare nel suo rapporto colle eretiche società, che:
1. Sebbene ella sia stata in ogni tempo perseguitata dagli Ebrei, dai gentili, dagli eretici e
dai cattivi cattolici, riportò compiuto trionfo di tutti gli attacchi, conservandosi pura ed
inalterabile, quale fu da Dio fondata, senza che abbia ad altri mossa la minima persecuzione. I
nemici della fede si sforzano di addurre alcuni fatti come sarebbe la guerra contro gli Albigesi, la
giornata di s. Bartolomeo, e con questi fatti vorrebbero provare che la Chiesa cattolica ha talvolta
mosso persecuzioni. Ma costoro sono in errore, perciocchè tali fatti non furono mai dalla Chiesa
nè comandati, nè approvati. {35 [537]}
2. Che non si legge che alcuno, consapevole di se stesso, in punto di morte abbia
abbandonato la Chiesa cattolica per abbracciare qualche altra credenza. Al contrario le storie
sono ripiene di fatti di uomini i quali in punto di morte rinunciarono all'eresia per morire nel
seno della santa romana Chiesa per così assicurarsi la eterna salvezza. Molti fatti riguardanti a
celebri personaggi che in vita e in punto di morte abbandonarono l'errore per vivere e morire
nella cattolica religione, si possono leggere in vari autori di storia ecclesiastica e specialmente
nell'opera: Storia del Giacobinismo dell'abate Barruel (Miscellanea di filosofi; Parigi 1808).
3. Che niuno mai abbandonò la cattolica religione per condurre vita più virtuosa. Per
l'opposto sappiamo dalla storia che tutti quelli, i quali l'hanno abbandonata, ciò fecero per
abbracciare qualche altra credenza, in cui potessero condurre vita più libera e disordinata. Segno
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evidente che a ciò erano mossi non dalla cognizione della verità, ma dal desiderio di una
religione più rilassata e più favorevole alle umane passioni. {36 [538]}
D. Che cosa dobiamo fare noi cattolici?
R. Noi cattolici dobbiamo: 1° Ringraziar Dio d'averci creati in quella religione, che unica
può condurci a salvamento; 2° Pregar di cuore il Signore perchè ci conservi fedeli alla sua grazia,
e nel suo santo servizio, e pregarlo eziandio per tutti coloro che vivono da lui lontani, e separati
dalla vera santa Chiesa, onde li illumini, e li conduca tutti da buon pastore al suo ovile. Ma
insieme dobbiamo in 3° luogo guardarci bene dai protestanti, e da quei cattivi cattolici che
disprezzano i precetti della Chiesa, che sparlano del Vicario di Gesù Cristo, e degli altri suoi
ministri, per trascinarci all'errore; 4° Essere grati a Dio colla fermezza nella fede, colla pratica
esatta dei suoi precetti, e di quelli della sua santa Chiesa.
X. Tre ricordi per la gioventù.
D. Come deve regolarsi un giovine cattolico in questi tempi per non essere ingannato in
fatto di religione?
R. Credo che voi, giovane cristiano, non {37 [539]} sarete ingannato in fatto di religione,
se metterete in pratica i seguenti avvisi:
1. Fuggire per quanto è possibile la compagnia di coloro che parlano di cose oscene, o
cercano di deridere il Papa, i vescovi e gli altri ministri della nostra s. religione.
2. Se per motivo di studio, di professione o di parentela dovrete trattare con costoro, non
entrate mai in dispute di religione, e se cercano di farvi difficoltà rispondete semplicemente:
Quando sia infermo andrò dal medico, se ho liti mi recherò dall'avvocato o dal procuratore, se ho
bisogno di rimedi andrò dal farmacista. In fatto poi di religione vado dai preti, come quelli che di
proposito l'hanno studiata.
3. Non leggete mai e poi mai libri o giornali cattivi. Se per avventura taluno vi offerisse
libri o giornali irreligiosi, abborriteli e rigettateli da voi con quell'orrore e disprezzo che
rifiutereste una tazza di veleno. Se a caso ne aveste qualcuno presso di voi, consegnatelo al
fuoco. È meglio che il libro o giornale bruci nel fuoco di questo mondo, piuttosto che mettere
l'anima in rischio di andare a bruciare per sempre nelle fiamme dell'inferno. {38 [540]}
D. E quando siamo burlati perchè pratichiamo la nostra religione?
R. Quando siete burlati perchè praticate la vostra religione, voi dovete dispregiare ogni
burla e mettere sotto ai piedi ogni diceria mondana. Rispondete poi schiettamente ai derisori, che
col Signore non si burla, perciò nemmeno si deve burlare quello che riguarda al suo culto.
Quindi richiamate alla memoria la sentenza del Salvatore contro a quelli, che per umano rispetto
si lasciano trascinare al male. Chiunque, egli dice, si lascia far paura, e a tempo debito per
rossore non si manifesta per cristiano, sarà svergognato da me, quando si presenterà al mio divin
tribunale. Laonde lasciate dire chi vuole, purchè facciate il bene e vi salviate l'anima in eterno.
D. E quando dicono che siamo in tempo di libertà, perciò ognuno può vivere come vuole?
R. Noi dobbiamo rispondere, la libertà di cui parlano non è data da Dio, ma dagli uomini,
che perciò non si deve mischiare per niente nelle cose di religione; oppure rispondere che se
siamo in tempo di libertà, ci lascino anche liberi in fatto di religione e liberi di praticarla come a
noi piace. {39 [541]}
Egli è poco tempo che un giovinotto ben educato era deriso perchè andava a confessarsi e
si astenava dalle carni il venerdì e il sabato. I maligni compagni adducevane che in questi tempi
tutto era permesso. Allora l'accorto giovine ingegnosamente rispose: Se tutto è permesso, sarà
anche permesso a me il praticare la mia religione, e voi se siete stati ben educati, dovreste
lasciarmi in libertà di osservarne le pratiche.
D. La Chiesa di Gesù Cristo non verrà meno per le persecuzioni?
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R. No certamente: anzi più sarà dagli uomini perseguitata, più trionferà, perchè la Chiesa
è fondata da Gesù Cristo sopra una pietra contro cui niente varranno tutti gli sforzi dell'inferno.
La storia ci racconta, come nei tempi andati alcuni sovrani abusando del loro potere spogliarono
il Papa, dispersero, imprigionarono vescovi e cardinali, il Capo della Chiesa era condotto errante
di città in città, chiuso in prigione. Ma intanto la mano di Dio si aggravò sopra gli oppressori; la
loro potenza fu abbattuta, i loro eserciti disfatti ed essi dal colmo della gloria caddero
nell'ignominia e poi nella tomba. {40 [542]}
Ed i Pontefici? I Pontefici, acquietatesi le burrasche politiche, poterono ritornare gloriosi
a Roma e ripigliare possesso del loro trono, esercitare la pienezza del loro potere per tutto il
mondo. È vero che talvolta la religione essendo disprezzata in certi paesi, Dio permette che sia
portata altrove. Ma ciò è sempre a danno degli uomini e non mai della religione. Di fatto noi
vediamo, che tutti i persecutori della Chiesa dei tempi passati non esistono più, e la Chiesa
tuttora esiste; tutti quelli che la perseguitano presentemente, di qui a qualche tempo non ci
saranno più, ma la Chiesa di Gesù Cristo sarà sempre la stessa, perchè Iddio ha impegnata la sua
parola di proteggerla, e di essere con lei, e vuole che duri fino alla fine del mondo, per unire la
Chiesa militante alla Chiesa trionfante e formare poi di tutti i buoni un solo regno nella patria dei
beati in cielo. Così sia.
Passeranno cielo e terra, ma le parole del Signore non cangeranno mai (Nel Vangelo).
Chi persevera nel servizio del Signore sino alla fine della vita egli sarà salvo (Nel
Vangelo). {41 [543]}
Chi prega, certamente si salva, chi non prega, certamente si danna (S. Alfonso Del gran
mezzo della preghiera).
Chi non ha la Chiesa per madre, non può avere Dio per padre (S. Cipriano).
Chiunque si separa dalla Chiesa cattolica, sia pur buona la vita di lui; non possederà mai
la vita eterna, ma la collera di Dio verrà sopra di lui pel solo delitto di essere separato dall'unità
di Gesù Cristo. Questa bontà e probità, che non è sommessa alla Chiesa, è un'ipocrisia sottile e
perniciosa (S. Agostino).
Con permissione della Revisione ecclesiastica. {42 [544]}
Indice
I. Idea generale della vera religione .
II. Una sola è la vera religione
III. La Chiesa degli Eretici non hanno i caratteri della Divinità
IV. La Chiesa degli Eretici non è la Chiesa di Gesù Cristo
V. Del Capo della Chiesa cattolica .
VI. Dell'infallibilità pontificia .
VII. Vantaggi delle definizioni della infallibilità pontificia
VIII. Una risposta ai protestanti
IX. I protestanti convengono che i cattolici sono nella vera Chiesa .
X. Tre ricordi per la gioventù
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