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Don Bosco - Vita di San Pietro [3a edizione]
VITA DI SAN PIETRO PRINCIPE DEGLI APOSTOLI
ed un Triduo in preparazione alla Festa dei santi aposteli Pietro e Paolo
PEL SACERDOTE BOSCO GIOVANNI
Ubi Petrus ibi Ecclesia. (S. AMBR.)
TORINO.
tip. Dell'Orat. S. Franc di Sales.
1867. {I [243]} {II [244]}
[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente
INDEX
Prefazione....................................................................................................................................2
Appendice sulla venuta di s. Pietro a Roma................................................................................3
Giorno 29 giugno. Festa dei ss. Pietro e Paolo............................................................................4
Indice...........................................................................................................................................5
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Don Bosco - Vita di San Pietro [3a edizione]
Prefazione
Nell'intraprendere la terza edizione della vita del Principe degli Apostoli stimo bene di
notare alcune cose che potranno dar lume al benevolo lettore. Siccome io intendeva di dare in
certo modo un popolare trattatello di religione nella vita di questo Santo, così ho giudicato
opportuno di tralasciare le citazioni che non sembrassero assolutamente necessarie, e ciò
unicamente per non ingombrare la mente dei leggitori colle troppo frequenti citazioni. Ma
siccome presso a taluni nacquero dubbi ed anche equivoci intorno all'autenticità di alcuni fatti,
così ho qui creduto soddisfare a tutti con qualche schiarimento sui principali autori, di cui mi
sono servito nella presente compilazione.
Dirò adunque che per le notizie contenute ne' libri santi mi sono ai medesimi tenuto
secondo le interpretazioni di Monsignor Martini e di altri {III [245]} più accreditati
commentatori della Bibbia. I riflessi morali sono tutti ricavati dai santi Padri per lo più citati a
loro posto. Quando poi si espone qualche notizia che non è de' libri sacri, ma che può servire a
dilucidazione dei medesimi, generalmente sono citati li fonti da cui furono tali notizie ricavate.
In quanto poi alla parte delle azioni di S. Pietro che non sono descritte nella Bibbia mi sono
servito degli storici più accreditati tanto antichi quanto moderni.
Il Cardinale C. Baronio, Veggio Maffeo, il Cav. Gaetano Moroni in parecchi articoli del
suo Dizionario di erudizione ecclesiastica, i Bollandisti al giorno 18 gennaio, 22 febbraio, 29
giugno, 1° agosto sono autori che hanno raccolto le cose e somministrato le più importanti
notizie riguardanti alla vita di s. Pietro. Venendo poi ad alcuni più accreditati moderni scrittori,
credo doversi annoverare Santorio e Cuccagni.
Paolo Emilio Santorio nacque in Caserta l'anno mille cinquecento sessanta; pel merito di
sua scienza e {IV [246]} pietà fu creato prima Arcivescovo di Cosenza, poi di Urbino, dove morì
in età di 75 anni nel 1635. L'opera sua, che ha per titolo Acta s. Petri Apostoli ex sacris
Scripturis, fu stampata in Roma dal tipografo Antonio Zannetti l'anno mille cinquecento
novantasette, colla revisione ed approvazione del P. Giovanni Saragosa, Maestro del sacro
Palazzo.
Per molti anni l'opera di Monsignor Santorio fu in grande venerazione presso agli eruditi.
Due secoli dopo l'Abate Luigi Cuccagni fece un nuovo lavoro sugli scritti del Santorio, e
aggiugnendo quanto potè trovare di più certo intorno alle azioni che si riferiscono a s. Pietro,
compose un'opera in tre grossi volumi. Egli viveva in Roma ed era Rettore del Seminario
Ibernese. Ebbe più revisori. Il Padre Ag. Ricchini, Maestro del sacro Palazzo, stabilì il dotto P.
Ximenes Generale dei Carmelitani e Consultore della Congregazione dei riti. Egli mette questo
libro fra i più esatti, e fra i più dotti e più cattolici. In seguito a questo parere otteneva
l'approvazione {V [247]} del Maestro del sacro Palazzo, e il Sommo Pontefice Pio VI, di felice
memoria, ne accettava la dedica l'anno 1777.
Questi due autori così lodati ed approvati dalla Santa Sede mi servirono di guida, o, dirò
meglio, di testo a segno che ogni pensiero e, potrei quasi dire, ogni parola fu fedelmente ricavata
da questi autori. Vi sono talora alcune brevi notizie attinte ad altre fonti, che per lo più sono
citate ogni volta che si fa ad esse ricorso.
Così, o lettore, puoi essere certo della veracità dei fatti che si vanno esponendo, e, se
occorre, potrai anche andarli a leggere e verificare in altri più estesi autori. Attingendo a queste
fonti ho compilato il presente opuscolo indirizzato specialmente al popolo cristiano: non troppo
breve, affinchè le gloriose azioni di questo santo Apostolo non restino sconosciute; non troppo
lungo, affinchè possa eziandio soddisfare a quelle persone, cui per avventura mancasse tempo o
comodità di fare altri studi a questo scopo.
In questa medesima edizione mi {VI [248]} sono eziandio adoperato di rettificare quelle
espressioni che taluno avrebbe forse potuto prendere in senso meno retto contro a quanto io
certamente intendeva di esprimere.
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Intanto mettiamo per base che Gesù Cristo stabilì s. Pietro Capo della Chiesa e suo
Vicario sopra la terra, promettendo la sua divina assistenza sino alla fine dei secoli. S. Pietro
morì, ma la suprema sua autorità passò intatta nei Romani Pontefici suoi successori. Questa è
verità di fede cui tende a provare quanto viene esposto in questo libretto.
Intanto, o Cattolici, nei tempi calamitosi, in cui viviamo, stringiamoci tutti intorno al
Vicario di Gesù Cristo che è il Romano Pontefice. Noi cominciando dal regnante Pio IX
andiamo da uno ad un altro Pontefice fino a s. Pietro, fino a Gesù Cristo. Perciò chi è unito al
Papa, è certo di aver quella catena che con sicurezza lo conduce a G. C, e chi rompe questa
catena fa naufragio e cade nel mare burrascoso dell'errore e si perde miseramente. Faccia questo
grande {VII [249]} Apostolo che in quest'anno ritornino i bei giorni di pace e di trionfo, e ci
ottenga dal suo divino Maestro che popoli e Sovrani si uniscano nel vincolo della carità e
dell'amore per fare un solo ovile ed un solo Pastore sopra la terra, ed essere poi un giorno tutti
raccolti insieme nel regno della gloria in Cielo. Così sia.
CIRCOLARE PONTIFICIA Sul CENTENARIO di S. PIETRO
Ill.mo e Rev.mo Signore,
Tra le cure principali e più gravi che spettano al Ministero apostolico del sommo
Pontefice, giocondissima è quella di decretare solennemente l'onore de' santi e il culto pubblico
nella Chiesa agli illustri eroi della religione cristiana, la cui morte è stata preziosa nel cospetto
del Signore. {VIII [250]} {IX [251]}
Appendice sulla venuta di s. Pietro a Roma1
Sebbene le discussioni sopra fatti particolari si possano chiamare estranee allo storico,
tuttavia la venuta di san Pietro, che è un punto de' più importanti della storia ecclesiastica,
essendo caldamente combattuta dagli eretici d'oggidì, mi sembra materia di tale importanza da
non doversi ommettere. Ciò pare tanto più opportuno perchè i protestanti da qualche tempo nei
loro libri, giornali e conversazioni, cercano di farne soggetto di ragionamento {190 [252]}
sempre collo scopo di metterla in dubbio e screditare la nostra santa cattolica religione. Noi
crediamo che questo solo fatto varrà a far conoscere a tutto il mondo la grande mala fede che
regna presso di costoro; giacchè il mettere in dubbio la venuta di san Pietro a Roma è lo stesso
che dubitare se vi sia luce quando il sole risplende in pieno mezzodi; perciò la sola ignoranza o
mala fede può esserne cagione.
Stimo per altro bene di far qui notare ai protestanti che fino al secolo decimo quarto,
nello spazio di circa mille quattrocento anni, non trovasi un autore nè cattolico nè eretico il quale
abbia mosso il minimo dubbio sopra la venuta di s. Pietro a Roma; e noi li invitiamo a citarne un
solo. Il primo che abbia messo in campo questo dubbio fu Marsilio di Padova che vendette la sua
penna all'imperatore Lodovico il Bavaro, i quali, uno colle armi, l'altro colle perverse dottrine, si
scatenarono contro al primato del Sommo Pontefice. Tal dubbio peraltro {191 [253]} fu da tutti
considerato come ridicolo, e svani colla morte del suo autore. Due secoli dopo, nel secolo
decimosesto, sorsero gli spiriti turbolenti di Calvino e di Lutero, e dalla scuola di costoro
uscirono parecchi, i quali, superando la malafede degli stessi loro maestri, studiarono di suscitare
il medesimo dubbio per meglio ingannare i semplici e gli ignoranti. Chi è alcun poco pratico di
storia sa quale fede si meriti colui che appoggiato unicamente al suo capriccio si mette a
contraddire un fatto riferito dall'unanime consenso di gravi autori di tutti i tempi e di tutti i
1 Questo punto storico fu dottamente trattato dall'erudito Teol. Marengo, professore di teologia nel Seminario di
Torino, in una sua operetta, che ha per titolo Viaggio di s. Pietro a Roma.
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luoghi. Questa sola osservazione basterebbe da sè a far manifesta l'insussistenza di cotal dubbio;
tuttavia affinchè il lettore conosca gli autori che colla loro autorità vengono a confermare quanto
asseriamo ne andremo citando alcuni; e poichè i protestanti ammettono l'autorità della Chiesa de'
quattro primi secoli, noi desiderosi di compiacerli in tutto quello che è possibile ci serviremo di
scrit- {192 [254]}
Giorno 29 giugno. Festa dei ss. Pietro e Paolo.
Y. Deus, in adiutorium meum intende.
R. Domine, ad adiuvandum me festina. Gloria Patri etc.
CONSIDERAZIONE SULLA FEDE.
1. La nostra religione è soprannaturale e divina, perciò si trovano in essa certe verità così
sublimi, che l'uomo nella vita presente, dopo molte fatiche, appena può giungere a comprederne
piccolissima parte. Nè tal cosa ci deve recar maraviglia, perciocchè negli stessi oggetti materiali,
che cadono sotto i nostri occhi, come le erbe, le piante, l'acqua, il fuoco, la struttura del corpo
umano, scorgiamo molte cose di cui conosciamo l'esistenza, ma non ne comprendiamo le qualità
se non imperfettissimamente. Onde se siamo costretti ad ammettere segreti nelle cose materiali
che cadono sotto ai sentimenti, con assai più di ragione dobbiamo ammetterli nelle cose {213
[255]} spirituali. Queste verità in fatto di religione si chiamano misteri. L'atto con cui noi
pieghiamo la volontà a crederli chiamasi fede. Senza piegare la nostra volontà all'autorità divina,
cioè senza la fede, è impossibile di piacere a Dio, dice s. Paolo. La fede è la sostanza delle cose
che noi dobbiamo sperare da Dio. La fede è il fondamento e la base di ogni nostra
giustificazione, dice la Chiesa a nome di Dio.
2. Questa fede non è appoggiata sopra l'autorità degli uomini che possono cadere in
errore, ma è tutta appoggiata sopra la parola di Dio, che è eterno, immutabile, e che non può mai
variare in cosa alcuna. Pertanto colla fede crediamo che Iddio ha creato il cielo e la terra e tutte
le cose che nel cielo e nella terra si contengono; crediamo che pel peccato originale tutto il
genere umano si rese indegno del Paradiso e meritevole dell'inferno; che Dio promise un
Salvatore, il quale è venuto, ed è Gesù Cristo vero Dio e vero uomo; che egli si è fatto uomo per
salvare l'anima nostra; e che morì per noi in croce. È pure verità di fede che avvi un solo Dio in
tre persone realmente distinte, che avvi un solo battesimo, una sola vera Chiesa, che è la
cattolica; che niuno può salvarsi fuori di questa Chiesa; che è il Romano {214 [256]} Pontefice,
cui noi dobbiamo ubbidire come a Gesù Cristo, di cui egli fa le veci; che i Sacramenti instituiti
da nostro Signor Gesù Cristo sono sette, nè più, ne meno. È verità di fede che vi è Iddio, il quale
premia i buoni col Paradiso e punisce i cattivi coll'inferno; che abbiamo un'anima semplice ed
immortale; che un solo peccato mortale può farcela perdere per tutta l'eternità. Queste sono le
principali verità che la nostra religione propone a credersi. Non diamoci per altro alcuna pena se
non comprendiamo queste verità; anzi dobbiamo rallegrarci perchè è segno che Iddio ci riserbò
cose grandi nell'altra vita; cose, che, come dice s. Paolo, l'orecchio non mai udì, l'occhio non
vide mai, la lingua non può esprimere, nè la mente umana può immaginare. Queste cose nella
vita presente non comprendiamo; ma Dio assicura che ci stanno preparate nell'altra vita. Perciò
facciamoci coraggio, comprenderemo poi tutto nella beata eternità, se per la misericordia di Dio
saremo salvi. Allora comprenderemo quanto qui in terra ci pare mistero, allora vedremo Iddio
come è in sè stesso: Tunc videbimus eum sicuti est, dice s. Paolo.
3. Devo ciò non ostante avvertirti, o cristiano, che la nostra fede deve avere certe {215
[257]} qualità, le quali mancando, a nulla giova per salvarci. La nostra fede deve essere intera,
cioè deve abbracciare tutti gli articoli di nostra religione. Tutte le verità della fede sono da Dio
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rivelate; quindi chi nega di creder un solo articolo di fede nega di credere a Dio medesimo. Gli
articoli di fede sono tutti legati insieme e formano una catena che lega la ragione colla
rivelazione, e si viene a costituire una scala per cui l'uomo monta fino a Dio. Ma rotto un anello
della catena, o spezzato un gradino di questa mistica scala, è rotta ogni nostra relazione con Dio.
Che ti vale credere alla Chiesa, al Vicario di Gesù Cristo, se poi ne dispregi gl'insegnamenti? se
parli male del sommo Pontefice? Parliamo chiaro: o tutti gli articoli di nostra fede, o nissuno;
perchè il negarne un solo, è negarli tutti.
Affinchè poi la fede sia veramente intiera, deve essere operativa, cioè deve essere
congiunta colle buone opere. Qui parla chiaro Gesù Cristo nel Vangelo: « Non tutti, egli dice,
non tutti quelli che dicono, o Signore, o Signore, entreranno nel regno de' cieli, ma tutti quelli
che faranno la volontà del mio Celeste Padre. » Matt. c. 7. A che gioverà, dice s. Giacomo, a che
gioverà, fratelli miei, {216 [258]} se taluno di voi dirà aver fede senza le opere? in quella guisa
che un corpo senza anima è morto, così pure la fede senza le opere è una fede morta. O cristiano,
vuoi sapere se la tua fede sia viva o morta? Leggi attento e lo conoscerai. Ha una fede morta chi
crede che basti un solo peccato mortale per farci andare all'inferno, e intanto lo commette con
indifferenza. Ha una fede morta chi crede che noi dobbiamo amare Iddio sopra ogni cosa, e
intanto ama le creature, ama i piaceri del mondo, è tutto occupato nell'ingrandire, arricchire la
famiglia; fides sine operibus mortua est. Ha una fede morta colui il quale sa che gli avari non
possederanno il regno de' cieli, e intanto vede il povero divorato dalla fame, gelato dal freddo, e
non si commuove, nè gli porge soccorso alcuno; fides sine operibus mortua est.
Preghiamo i due Principi degli Apostoli Pietro e Paolo che ci ottengano da Dio il dono
della fortezza; e come essi impiegarono la loro vita e sparsero tutto il loro sangue per la fede,
così noi possiamo mostrarci ognor veri seguaci di Gesù Cristo e costanti nelle pratiche di nostra
santa cattolica religione fino all'ultimo respiro della vita. {217 [259]}
Inno.
O Roma felix, quae duorum principum
Es consecrata glorioso sanguine,
Horum cruore purpurata coeleras
Excellis orbis una pulcritudines.
Sit Trinitati sempiterna gloria
Honor, potestas atque iubilatio,
In unitate qua gubernat omnia
Per universa saeculorum saecula. Amen.
Y. Orate pro nobis, beati Petre et Paule.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Deus, qui hodiernam diem Apostolorum tuorum Petri et Pauli martyrio consecrasti, da
Ecclesiae tuae eorum in omnibus sequi praeceptum, per quos religionis sumpsit exordium. Per
Dominum nostrum etc.
Con permissione Ecclesiastica. {218 [260]}
Indice
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Prefazione
Circolare pontificia sul centenario di s. Pietro
Anno del martirio di san Petro apostolo
Vita di s. Pietro apostolo
Capo I. Patria e professione di san Pietro - Suo fratello Andrea lo
conduce da G. C
Capo II. Pietro conduce in nave il Salvatore - Pesca miracolosa -
Accoglie Gesù in sua casa - Miracoli ivi operati
Capo III. S. Pietro Capo degli Apostoli è inviato a predicare -
Cammina sopra le onde - Bella risposta data al Salvatore
Capo IV. Pietro confessa la seconda volta G. G. per figliuolo di
Dio, è costituito Capo della Chiesa e gli sono promesse le chiavi
del regno dei cieli
Capo V. S. Pietro dissuade il suo divin Maestro dalla passione -
Va con lui sul monte Tabor
Capo VI. Gesù risuscita la figlia di Giairo - Paga per Pietro il
tributo - Ammaestra i suoi apostoli nell'umiltà
Capo VII. Pietro parla con Gesù del perdono delle ingiurie e del
distacco dalle cose terrene - Rifiuta di lasciarsi lavare i piedi -
Sua amicizia con s. Giovanni
Capo VIII. Gesù predice la negazione di Pietro - Esso lo segue
nell'orlo di Getsemani - Taglia l'orecchio a Malco - Sua caduta,
suo l'avvedimento
Capo IX. Pietro al sepolcro del Salvatore - Gesù gli appare più
volte {220 [262]} - Sul lago di Tiberiade dà tre distinti segni di
amore verso Gesù che lo costituisce Capo e supremo pastore
della Chiesa
Capo X. Gesù predice a s. Pietro la morte di croce - Promette
assistenza alla Chiesa sino alla fine del mondo. - Ascensione di
Gesù - Ritorno degli Apostoli nel cenacolo
Capo XI. S. Pietro surroga Giuda - Venuta dello Spirito Santo -
Miracolo delle lingue
Capo XII. Prima predica di Pietro
Capo XIII. S. Pietro guarisce uno storpio - Sua seconda predica
Capo XIV. Pietro è messo con Giovanni in prigione e ne vien
liberato
Capo XV. Vita dei primitivi Cristiani - Fatto di Anania e Saffìra
- Miracoli di s. Pietro
Capo XVI. S. Pietro di nuovo messo in prigione - E' da un
angelo liberato
pag. III
VII
XIII
1
ivi
5 {219 [261]}
12
pag. 17
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Capo XVII. Elezione di sette diaconi - S. Pietro resiste alla
persecuzione di Gerusalemme - Va in Samaria {221 [263]} - Suo
primo scontro con Simon mago
Capo XVIII. S. Pietro fonda la cattedra di Antiochia; ritorna in
Gerusalemme - E' visitato da s. Paolo
Capo XIX. S. Pietro visita parecchie chiese - Guarisce Enea
paralitico - Risuscita la defunta Tabita
Capo XX. Dio rivela a s. Pietro essere giunto il tempo della
vocazione de' Gentili - Va in Cesarea e battezza la famiglia di
Cornelio Centurione
Capo XXI. Erode fa decapitare s. Giacomo il maggiore e mettere
s. Pietro in prigione, ma ne è liberato da un angelo - Morte di
Erode
Capo XXII. Il nome cristiano - S. Pietro trasferisce la cattedra
Apostolica a Roma - Progresso del Vangelo
Capo XXIII. S. Pietro al Concilio di Gerusalemme definisce una
questione - S. Giacomo conferma il suo giudizio
Capo XXIV. S. Pietro conferisce a s. Paolo ed a s. Barnaba la
pienezza dell'Apostolato - E' avvisato da s. Paolo - Ritorna a
Roma
Capo XXV. S Pietro fa risuscitare un morto
Capo XXVI. Volo - Caduta - Disperata morte di Simon Mago
Capo XXVII. Pietro è cercato a morte; Gesù gli appare e gli
predice imminente il martirio - Testamento del santo Apostolo
Capo XXVIII. S. Pietro in prigione converte Processo e
Martiniano - Suo martirio
Capo XXIX. Sepolcro di s. Pietro - Attentato contro al suo corpo
Capo XXX. Tomba e Basilica di s. Pietro in Vaticano
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pag. 110
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169
pag. 177
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Appendice sulla venuta di s. Pietro a Roma
Triduo in onore di s. Pietro e di s. Paolo
Giorno 26 di giugno. Considerazione sulla Chiesa di Gesù Cristo
Giorno 27. Considerazione sul Capo della Chiesa
Giorno 28. Considerazione sui Pastori della Chiesa
Giorno 29 giugno. Festa dei santi Pietro e Paolo. Considerazione
sulla Fede
191
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ivi
207
211
215 {223 [265]}
{224 [266]}
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