Don_Bosco-Il_Galantuomo_pel_1878


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Don Bosco - Il Galantuomo pel 1878
IL GALANTUOMO. ALMANACCO PER L’ ANNO 1878
ANNO XXVI STRENNA OFFERTA AGLI ASSOCIATI ALLE LETTURE CATTOLICHE {1
[319]} {2 [320]}
[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili
a Don Bosco]
INDEX
Prefazione....................................................................................................................................2
Avviso sulle cattive letture..........................................................................................................2
Indice...........................................................................................................................................5
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Prefazione
Eccomi di nuovo a voi, miei cari amici, col cappello in mano e col codino che si fa ogni
di più lungo, ad augurarvi il buon anno. Eh ! Ma non temete che io sia di quelli che vengono a
farvi augurii per cavarne la strenna. No no. Anzi la strenna bene o male voglio darvela io,
mostrandovi in questi tempi di guerre i danni delle medesime, lasciandovi qualche buon
consiglio e qualche ricetta, e facendovi ridere con qualche storiella. Veramente, se ho da dirvi
tutta la verità, e con voi amiconi dalla lunga perchè dissimulare? Da parecchi {3]321} anni non
ho più tutta quella voglia di ridere e di far ridere che aveva una volta; e su questa mia faccia di
vecchio Gianduia comincia a far capolino un pò di malinconia. Ma credo che lo stesso accada a
voi, i quali vedete al par di me come le cose vadano facendosi ogni giorno più brutte e le nuvole
si addensino sul nostro bel Cielo.
Da lontano le cannonate, i macelli, gli incendii; da vicino....eh! da vicino ce n’ è tante che
non so da quale cominciare!; dappertutto poi irreligione, delitti, miseria. Come si fa a ridere?
Almeno il 1878 promettesse di meglio! Ma sembra invece... Basta: io non voglio fare il profeta,
quantunque i vecchi ammaestrati dalla esperienza possano esserlo tutti un poco; tuttavia non so
tenermi dal dirvi in un orecchio che nell’ anno 1878, secondo {4 [322]} quel che ne pare a me, il
color rosso sarà un colore di moda. Voi sapete che la moda è tanto capricciosa!
Però, nasca quel che sa nascere, noi confidando in Dio e in Maria aiuto dei Cristiani non
temeremo di nulla, e ci ricorderemo spesso dell’ ultimo versetto del Te Deum che io vi dirò in
italiano perchè ho le mie buone ragioni per non dirvelo in latino, e la principale si è che di latino
ne mastico poco: In te, o Signore, ho sperato: non sarò confuso in eterno.
Ma non voglio finire senza darvi un paio di consigli, che voi per il bene che mi volete
metterete certamente in pratica. Il primo è questo. Invece di servirci d’ ora in avanti nel nostro
conversare di tanti intercalari ed esclamazioni che van per le bocche, come di corbezzoli, di
capperi, {5 [323]} di poffarbacco, e via discorrendo, diciamo invece tutti: Oh santa pace! e tutte
le volte che diciamo queste due parole procuriamo che il cuore voli al Signore domandandogli
proprio la pace, la vera pace, la pace santa per noi e per tutti i nostri fratelli, anche pei Turchi e
pei Scismatici e pei Protestanti che sono essi pure nostro prossimo, come dice il Catechismo.
Cosi le nostre esclamazioni si muteranno in giaculatorie, e ci faremo dei meriti quasi senza
avvedercene.
Il secondo consiglio è che recitiate ogni giorno, come io pratico da un pezzo, questa bella
preghiera di S. S. Pio IX, la quale è cosi breve che non vi scomoderà per nulla e vi frutterà
intanto cento giorni d’ indulgenza da lucrarsi una volta al giorno conceduti dallo stesso Santo
Padre il 15 Giugno 1862: {6 [324]} “Signore Dio onnipotente, che permettete il male per
ricavarne il bene, ascoltate le nostre umili preghiere, colle quali vi domandiamo di restarvi fedeli
in mezzo a tanti assalti, e perseverare fedeli fino alla morte. Nel resto dateci forza, colla
mediazione di Maria SS., di poter sempre uniformarci alla vostra SS. Volontà.”
E il Signore si degni di esaudirci e di tenerci tutti nella sua santa guardia!
Il vostro affesionatissimo GALANTUOMO. {7 [325]}
Avviso sulle cattive letture
(Estratto dal Cattolico Provveduto del Sac. Giovanni Bosco)
Se in tutti i tempi i romanzi furono riguardai dai santi Dottori della Chiesa quali libri
pericolosi, se i tristi effetti di simili scritture furono sempre mai rilevanti, quanto maggiormente
libri cotali sono pericolosi e da condannarsi ai giorni nostri, in cui la fiaccola della fede in una
parte della società è spenta, e domina una grande corruzione nei costumi? I romanzieri dell’ età
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nostra per mettersi d’ accordo con questa società corrotta hanno permesso alla loro
immaginazione di oltrepassare tutti i limiti dell’ onesta, e in tal modo la tazza piena di veleno
presentano alla più sfrenata gioventù, alla gente già presta a corrompersi, e così l’ immoralità
delle loro produzioni diventa spaventevole non solamente per quelli che ancor camminano sotto
le bandiere del Vangelo, ma per coloro eziandio, i quali giudicano le cose solo secondo i
principii della probità naturale e del pudore. Sì, il pericolo di queste letture è spaventoso: e gli
stessi protestanti che hanno un certo sentimento di onestà naturale denunziano questi libri come
la peste della gioventù.
Così l’ anno 1839 in un giornale intitolato la Rivista trimestrale che si stampa in
Edimburgo capitale della Scozia i protestanti esprimevano il {70 [326]} loro sdegno pei libri di
un certo Paolo Cousè, e Michele Raymondo, e sovratutto contro i romanzi di Giorgio Sand, del
quale dicono che i suoi libri dovrebbero essere abbruciati pubblicamente per mano del carnefice:
ed in generale esprimono lo stesso severo giudizio contro i romanzi francesi.
E se parlano così i protestanti, vi potrà essere qualche cattolico, il quale non si persuada
essere i romanzi libri pericolosi per la fede, pei buoni costumi, e quindi doversene evitare con
ogni diligenza la lettura?
Quel che fu detto dei romanzi dei tempi passati, con maggior ragione dir si deve dei
recenti, e di tanti altri libri ai simil genere, da cui come da acque impure è ora allagata la nostra
Italia. Ah! certo non amano la propria anima coloro, che si pascolano di tali lordure: vogliono
perdere se stessi e i loro figliuoli quei genitori, che permettono la lettura di questi libri,
cooperano alla rovina della civile società e a danno della Chiesa quei maestri, quei superiori che
trascurano d’ impedire che libri di tal sorta s’ introducano nelle loro scuole, nei lorostabilimenti,
si leggano dalla gioventù alla loro cura affidata. Di tanto male piange la società e piange la
Chiesa. Ah! allontaniamo dunque da noi e dai nostri dipendenti tali scritture. Non mostriamoci
inferiori agli stessi gentili; imperocchè questi compreso il gran guasto, che producevano i libri
cattivi, ne proibivano la lettura, ne decretavano la distruzione. I Greci infatti bandirono le empie
e licenziose dottrine degli Epicurei come si legge in Laerzio, e bruciarono pubblicamente nel
foro i libri di Protagora perche irreligiosi. Roma al tempo della repubblica proibì e fece cercare,
per distruggerli i libri delle Baccanti, ne' quali insegnavansi le cerimonie di certe funzioni
abbominevoli; e Cesare Augusto punì coll’ esiglio uno de' più celebri poeti, per aver composto
un poema licenzioso. Ah! imitiamo {71 [327]} i nostri padri nella fede, i primitivi fedeli gli
Efesini, i quali convertiti a Gesù Cristo dalla predicazione di s. Paolo portarono a furia i libri e li
bruciarono alla presenza di tutti. (Act. apost. cap. XIX). Siamo ubbidienti alla Chiesa, la quale
per 1’ autorità, e pel comando ricevuto da Gesù Cristo di pascolare le pecore a lei affidate, di
condurle a buoni pascoli, e allontanarle dai cattivi, ha proibito più volte e specialmente nel
Concilio di Trento tali letture; poichè delle dieci regole stabilite riguardo ai libri proibiti nella
settima dice: Siano gravemente proibiti tutti quei libri che trattano di cose impure ed oscene, per
la ragione che bisogna non solo conservare la fede, ma ancora i costumi, e che per l’ appunto
tal sorta di libri li corrompe colla più grande facilità. Coloro che avranno l’ ardire di tenere tali
libri siano severamente puniti dai vescovi. La Chiesa ha ricevuto il potere di comandare a' suoi
figli, e Gesù Cristo disse: Chi non ascolta la Chiesa abbilo come un gentile ed un pubblicano.
Rinunzia adunque alla lettura di questi libri, o altrimenti tu non sei più cattolico.
Quanto si disse dei libri contro i costumi va sovratutto inteso dei libri contro la religione,
contro la Chiesa, contro i suoi ministri, contro le pratiche di divozione; imperocchè non
solamente i costumi, ma principalmente la fede bisogna conservar pura ed immacolata: quella
fede, senza di cui, come dice s. Paolo, non possiamo piacere a Dio, quella fede che è la vita dell’
uomo giusto, quella fede per cui trentasei e più milioni di martiri versarono il loro sangue, quella
fede che ci discerne dai gentili, dai turchi, dagli eretici, quella fede insomma senza di cui non
possiamo entrare in cielo, poichè come dice il divin Salvatore, chi non crede è già giudicato e
condannato. Ah! noi infelici, o cari cattolici, se ci lasciam spegnere questa fiaccola; per noi
saranno tenebre {72 [328]} in questa vita, tenebre alla morte, tenebre per tutti i secoli.
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Nè si dica poi che tali libri si leggono perchè spicca in essi uno stile fiorito, una buona
composizione, un gusto squisito; imperocchè io nego apertamente che questi pregi si trovino nei
romanzi, tradotti specialmente da lingue straniere pieni come sono di barbarismi, in cui si scorge
uno stile gonfio, capaci di guastare bensì, non mai di formare uno stile elegante, una lingua pura
e propria, nego che tali pregisi trovino in certi libri vuoti di non altro fuorchè di empietà. Il bello
va unito col vero; chi si fonda sull empietà non può vantar bellezza. Ed anche supposto che in
alcuni libri di tal genere si trovassero bellezze letterarie, io vi domando - Bevereste voi di buon
grado un liquore che sapeste essere avvelenato, perchè vi è offerto in una tazza d’ oro? no
certamente. E voi vorreste poi cercare l’ istruzione, il bello, l’ eleganza in libri che spirano aria
fetida, velenosa, mortale? Quali fiori di stile, esclama Tertulliano, si possono cogliere da questi
fetenti letamai? Quale edificazi ne in questi libri, che che cercano distruggere l’ innocenza, la
grazia, la fede? Che importa la purità e la bellezza dello stile se è cagione della perdita della
purità del cuore? Non è forse miglior cosa saper ben vivere che saper ben parlare? Tanto più che
fra noi cattolici senza ricorrere a libri di tal fatta, altri non mancano in ogni ramo delle divine ed
umane scienze nei quali si’ trova e lo stile puro, fiorito, allettante, la prosa ed il metro, il diletto e
l’ istruzione, scritti da penne classiche ed immacolate, i quali con nessun pericolo, anzi con
molto vantaggio possono divertire ed istruire.
Qualora poi ci trovassimo in tale posizione che ci tornasse utile la lettura di libri proibiti,
dimandiamone la licenza alla santa Sede, facendole conoscere i nostri bisogni. Ella, prese
informazioni {73 [329]} sulla nostra moralità, ed esaminate le cause da noi esposte, ce la
concederà, ove scorga la maggior gloria di Dio e il bene delle anime. Nè credere poi che ottenuto
tal permesso sia lecita la lettura di qualsiasi libro; Imperocchè vanno distinte due specie di
proibizioni, l’ una di legge ecclesiastica, l’ altra di legge naturale. Onde ne segue che quantunque
taluno sia autorizzato dal superiore Ecclesiastico a leggere libri cattivi, può tuttavia essere ancora
obbligato ad astenere da tale lettura per proibizione di legge naturale. Questo sarebbe quando
certi libri parte per le empie ed oscene cose che in sè contengono, parte per la debolezza e
fragilità di chi legge, presentano un prossimo pericolo di seduzione. Nel qual caso, anche munito
dell’ opportuna licenza, deve un buon cristiano astenersi dal leggerli per non esporsi ad un
evidente pericolo di peccare.
Per compiere questo avviso così importante contro le cattive letture, non è da passare
sotto silenzio un altro genere di scritti, che si spargono più che mai ai giorni nostri, di pericolo
dei quali è tanto più grande e da temersi quanto meno osservato; io vo' dire i cattivi giornali.
Questi hanno il tristo vantaggio di riunire ciò che avvi di nocevole nelle opere contrarie alla
religione, e nelle avverse a' buoni costumi. Nelle alte colonne tu scorgi una guerra più o meno
aperta ai principii di religione, ai diritti della Chiesa, alla sua Gerarchia, agli oggetti da lei
venerati; nelle basse colonne guerra ai buoni costumi, e alla virtù. Chi cerca dubbi, difficoltà,
pregi dizi centro la Chiesa, contro i pastori che a nome di Dio la governano, contro la dottrina
che ella insegna e difende, tutto egli trova nell’ articolo così detto fondamentale, e il cuore che
cerca esca alle passioni trova di che pascersi nelle appendici. Niente manca ai giornali cattivi per
ottenere col tempo il loro effetto; poichè a guisa d’ una goccia d’ acqua che con replicate {74
[330]} cadute scava poco a poco persino la più dura pietra, ossia a poco a poco con le massime
empie che presentano alla mente del lettore, possono riuscire a scuotere 1’ anima anche più salda
nella fede. Non vengono essi ogni giorno all’ assalto? Non si approfittano essi anche delle
minime circostanze? E non ricorrono essi talora alle invenzioni per insinuare cento volte il
medesimo, errore? La scelta dei fatti, il modo di presentarli, e di alterarli, le considerazioni che
vi frammischiano, ogni cosa insomma non concorre al conseguimento dello stesso fine satanico,
cioè di guastar la mente e corrompere il cuore? Ed è possibile che sianvi padri e madri, e
superiori, che permettano ai loro figliuoli, alle persone loro soggette, di pascolarsi ogni giorno
nella lettura di simili fogli, che espongono in tal guisa la loro fede ed i loro costumi a sì evidente
pericolo di perversione? Cattolici temete che il Signoie non vi dica un giorno: Io non vi conosco.
Se amate la vostra religione, leggete i fogli che la difendono, che ne parlano bene. I nostri nemici
abborriscono dai giornali cattolici, e da sè li rigettano; e per che avremo noi la viltà di leggere i
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fogli loro diretti a screditar noi medesimi e le cose più venerande della nostra religione
santissima? Perchè a guisa di figli ingrati e crudeli ci uniremo coi nemici di nostra madre
Chiesa ? Noi avremo dai giornali cattolici le notizie che ci abbisognano; arricchiremo inoltre la
nostra mente di sane idee formeremo a virtù il nostro cuore; e al giorno del trionfo della
religione, della Chiesa, della verità, potremo noi pure gustare quella gioia che Iddio sta
preparando a tutti quelli che si serberanno fedeli nei giorni della prova. {75 [331]}
Indice
Prefazione
Calendario per l’ anno 1878
Principio delle quattro stagio i
Ecclissi
Computi ecclesiastici
Feste mobili
I quattro tempi
Tempo proibito di celebrare le nozze solenni
A Pio IX nel suo Giubileo Episcopale
L’ abate di SaintPierre Racconto
Morti in guerra
De profundis
Poveri e ricchi
La Croce
I monaci del Gran S Bernardo
I miracoli della Madonra di Lourdes
Sonetto bilingue a Maria SS
Invenzioni italiane
Imposte volo tarìe
Popolazione della terra pag
Animali e piante
Contro i funghi avvelenati
I reumi e le cravatte
Esperienza sul fumo del tabacco
Cura della febbre tifoidea
Ricetta per levare il punto al vino
Ricetta contro le zanzare
I protettori delle bestie a Nuova York
Pan per focaccia
Astuzia d’ un soldato
Semplicità d’ un contadino
Il medico e il pozzo
L’ operaio e il ladro
Il Sindaco e l’ oca
Casi che non, son casi
Il sincero cristiano e i suoi doveri verso Gesù Cristo, la Chiesa e lo Stato
Il Papa e il mondo
Sui buoni libri
La sapienza
Avviso sulle cattive letture
pag 3
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ivi
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ivi
ivi
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34
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V° nulla osta alla stampa. Torino, 15 Settembre 1877.
ZAPPATA Vic. Gen. {78 [333]} {21 [334]}
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