Don_Bosco-Il_Galantuomo_pel_1862


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Don Bosco - Il Galantuomo pel 1862
IL GALANTUOMO E LE SUE PROFEZIE. ALMANACCO
PIEMONTESE – LOMBARDO PEL 1862
Anno IX. {63 [319]} {64 [320]}
[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili
a Don Bosco]
INDEX
Il galantuomo a' suoi amici..........................................................................................................2
Le profezie dello scorso 1861......................................................................................................2
Altri poeti saranno desolati dalla siccità..................................................................................2
I grandi avvenimenti del 1861.................................................................................................3
Gli avvenimenti del 1862.........................................................................................................4
Predizione manoscritta d'un villanello semplicissimo di Fiandra................................................4
Indice...........................................................................................................................................6
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Il galantuomo a' suoi amici.
Per la nona volta, venerati amici, vengo a farvi visita e se qualche brutto accidente non
mi impedirà, conto di potervi ancora venire molti anni. Debbo mettere questa condizione, perchè
avvi uno che è qualche cosa più di me, anzi è mio padrone. Costui, se vuole, in un momento mi
fa tacere, o mi manda a fare conversazione coi vermi al campo santo.
Finora però vivo ancora, e con me vive il mio codino il quale mi fu strappato da una palla
di cannone nella battaglia di Solferino; ma poco per volta rinacque, crebbe e ritornò al suo stato
normale di prima. Mi gode eziandio l'animo il trovarvi ancora voi tutti sani e salvi; ciò dico a voi
con cui io parlo, e non a quelli che andarono a cercarsi una dimora sotto terra. Siate adunque tutti
felici, vivete molti anni in sanità ed allegria; questi siano i giorni vostri e quelli dei vostri amici.
{65 [321]}
Io mi pensava in quest'anno di potervi narrare le mie vicende del passato, e ne avrei
molte, ma motivi di prudenza e di rispetto mi persuadono a differire i miei racconti ad un tempo
più sereno, in cui non ci sia più pericolo di temporali, di grandine, di turbini e di uragani.
Siate cortesi di contentarvi delle cose ordinarie degli almanacchi, del calendario in cui
avvi un cenno sulla vita del santo che occorre nel giorno. Di poi vi noterò il levare ed il
tramontare del sole e della luna, del giorno e della notte, quindi con facile induzione ognuno
potrà fissarsi l'ora del mangiare, del bere, del dormire, del riposare, del ridere, del piangere, del
giuocare, del passeggiare secondo la libertà e secondo il bisogno.
Intendo poi essere mio dovere di spiegarvi le profezie dell'anno scorso, cui seguiranno
altre di quest'anno. A proposito di profezie voglio dirvi che o in un modo o in un altro devono
sempre conseguire il loro avveramento, perciocchè gli almanacchi hanno il diritto di stiracchiare
tanto i loro detti, quanto è necessario per avere sempre ragione. Ciò posto eccomi all'opera, {66
[322]}
Le profezie dello scorso 1861.
Vi diceva che nel 1861 due cospicui personaggi sarebbero scomparsi dal mondo politico.
Dal mondo politico già scomparvero il granduca di Toscana ed il duca di Modena. Quest'anno
scomparvero dal mondo vivente non più metaforicamente, ma in senso letterale due cospicui
personaggi e questi sono il conte di Cavour che andò nel numero dei più il 5 giugno anno
corrente, ed il re di Portogallo.
Vedrete il vino a miglior prezzo, ma più caro il pane. Risposta. - Tutti quelli che
mangiano e che bevono sanno per esperienza l'aumento del prezzo nel pane e la diminuzione in
quello del vino. Ciò l'anno scorso fu in senso allegorico, in quest'anno è in senso letterale.
Un paese sarà rovinato dal terremoto. Ognuno sa che cosa sia avvenuto per la eruzione
del Vesuvio nel regno di Napoli. Là vicino a quel monte avvi un paese detto Torre del Greco.
Questo paese non è più. Il terremuoto succeduto sul principio del dicembre di quell'anno scosse
con tale violenzi le vie, le piazze, le case, che gli abitanti dovettero fuggire per non {67 [323]}
rimanere schiacciati. Di più il Vesuvio facendo in quegli stessi giorni terribili e spaventevoli
eruzioni con lava, ceneri, bitume, pietre e fuoco orribile, copri o distrusse gli avanzi delle
abitazioni e seppellì nelle voragini e nei rottami coloro che non poterono per tempo fuggire.
Altri poeti saranno desolati dalla siccità.
Ognuno ricorda il calore eccessivo di quest'anno. A memoria d'uomo non fu mai
simigliante. Basti il dire che in molti paesi, provincie e regni entro e fuori d'Italia da aprile a
gennaio non cadde più una pioggia che si possa dire aver innaffiate le campagne. Ancora
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presentemente (1 gennaio 1862) vi sono paesi e città che hanno i pozzi e le fontane vuoti
d'acqua, le campagne bruciate, i terreni e le seminagioni secche per mancanza di pioggia
benefica che da tanto tempo si attende indarno dalla mano del Creatore.
I grandi avvenimenti del 1861.
Gli avvenimenti di quest'anno sono molti ed essendo pubblici son noti a voi e a me, {68
[324]} perciò io ve ne andrò accennando alcuni affinchè ne possiate essere giudici e riconosciate
in essi il dito del Signore.
Una terribile siccità si fece sentire in tutta Italia e fuori. Molti paesi e città intere
dovettero condurre i loro bestiami fino in lontananza di cinque miglia per abbeverarli. I secondi
raccolti, cioè meliga, miglio, patate, fagiuoli, ecc., si possono dire interamente falliti. Molti
incendi devastarono case, isole ed anche paesi. Ogni dì nei giornali si pubblicavano e si
pubblicano parecchi incendi che hanno cagionato danno immenso. Fra i molti avvenuti in Torino
si nota soltanto quello di casa Tarino. Mentre io assisteva a quel doloroso spettacolo ho più volte
udito dire: dicano gli uomini quello che vogliono, ma questi disastri sono un flagello di Dio.
E la reazione ed il brigantaggio di Napoli?
Tutti si pensavano che una decina di uomini bastassero a disperdere o catturare Chiavone
coi suoi cinque o sei compagni briganti, ma intanto sappiamo che furono già spediti colà circa
centomila uomini, di cui molti restarono morti o feriti, molti caddero ammalati, e mi dicono che
l'affare non sia ancor finito. {69 [325]}
Non pochi si consolano perchè molti briganti siano stati uccisi o presi e fucilati e che così
il loro numero fu assai diminuito. Che utile mi dà la morte dei briganti mentre tanti nostri parenti
ed amici lasciarono al par di loro la vita? Potrebbe a taluno recare consolazione se la morte di
coloro avesse portata la vita ai nostri, ma la cosa non fu così. Furonvi accaniti combattimenti da
ambe le parti, restaronvi morti e feriti da ambe le parti, e v'è ancora da fare assai da ambe le
parti. Anche qui dobbiamo dire: Bellum dei flagellum. La guerra è un flagello che permette Iddio
per castigare i peccati degli uomini.
Io vi dico con sincerità, che vorrei che neppur un brigante fosse morto, neppur uno dei
nostri fosse rimasto neanco ferito, che tutti vivessero in pace alle loro case, colle loro famiglie,
coltivando le campagne, lavorando ne' loro mestieri. Così potrebbero anche meglio praticare la
loro religione, e santificare i giorni festivi, e, se vi piace, anche fare qualche partita a carte, a
tarocchi, alle boccie, o se non altro a fare qualche festino, qualche allegria, qualche passeggiata o
merenda coi parenti e cogli amici. {70 [326]}
È un grande avvenimento che in mezzo a tanti progetti, tanti desiderii, il papa abbia
potuto rimanere tranquillo in Roma, e conservare libere le sue relazioni con tutti i paesi della
cristianità.
Al papa stanno uniti i veri cattolici guidati dai loro vescovi che con un cuor solo e con
un'anima sola professano, insegnano, difendono le dottrine del Vicario di Gesù Cristo.
É altresì un grande avvenimento la spaventevole eruzione del Vesuvio, la siccità
avvenuta, il freddo rigido che ci affligge, la carestia che cresce.
É pure un grande avvenimento la morte del re di Portogallo. Dicesi che poco tempo
prima egli co' suoi ministri disprezzasse la scomunica come roba antiquata e di niun effetto.
Intanto passarono pochi giorni e moriva suo fratello di morte quasi improvvisa; quasi nel tempo
stesso il medesimo re alla verde età di 24 anni dopo appena alcuni giorni di violenta malattia
cessava di vivere fra gli spasimi.
Sono eziandio gravi avvenimenti le guerre di America, di Polonia, del Monte Libano, del
Montenegro, ma niun fatto ò cosi strepitoso come la morte di Cavour.
Si sa che esso aveva il filo politico di {71 [327]} tutti gli affari. La sua morte precipitata
o impedi di comunicar ad altri i suoi secreti; morendo poi in un tempo inaspettato pose il mondo
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in costernazione e costringe i buoni e non buoni a dire: qui è la mano del Signore che dà e toglie
la vita a chi vuole e quando vuole.
Qualcheduno dirà: Gli affari non andarono con Cavour alla tomba.
Sono anch'io del medesimo parere. Io credo e ne sono persuaso che il mondo non andò nè
andrà alla tomba con Cavour; ma intanto colla sua morte si è perduto il bandolo e da allora in
qua la matassa politica fu ognora più ingarbugliata. Vi era uno che aveva l'altra estremità del filo;
ma adesso egli non sa più dove fissarne la parte opposta. Costui, che è ancor vivo, sa benissimo
giuocar alla palla, ma da solo non può fare la partita, nè sa dove trovare un amico che voglia o
sappia fargli compagnia.
Qui siamo di nuovo al punto di prima, cioè che la mano di Dio confuse la mente degli
uomini.
Farà stupire che nel 1861 sia cominciata l'èra di pace; pure è così. Gli uomini sono
miseri strumenti della divina potenza. {72 [328]} Facciano a talento quello che vogliono, ma la
bussola è perduta e non si trova più. Ci sarà ancor la guerra, ci saranno ancora disordini di altro
genere, ma niuno potrà impedire la mano di Dio che agisce tra noi, perciò verrà il tempo, e non
sarà lontano, che ogni buon cattolico potrà vivere in pace professando la sua religione. Ma nel
tempo stesso debbo dirvi che gli avvenimenti del 1861 sono soltanto l'indice di quelli che
succederanno nel 1862.
Gli avvenimenti del 1862.
Sebbene sia cominciata l'era di pace, tuttavia lo stato delle cose del 1861 non è altro,
come vi dissi, che l'indice di quanto avverrà nel 1862. Perciò quelle piccole guerre che l'anno
scorso cominciarono, in quest'anno prenderanno assai più vaste proporzioni, ma passati tre quarti
dell'anno cesseranno le ostilità, e gli uomini che prima camminavano come privi di testa
comincieranno a conoscere i loro condottieri e faranno un passo indietro in quella medesima
strada per cui ciecamente hanno camminato molto tempo senza frutto. Ma guai a coloro che
saranno incontrati mentre si farà quel passo indietro. {73 [329]}
Una malattia terribile affliggerà molti in quest'anno. Ma farà assai bene alle anime.
Questo flagello si potrebbe mitigare assai se gli uomini santificassero meglio il giorno festivo.
Verranno la sete, la fame, gli ulceri a punire le bestemmie che ogni giorno si proferiscono
contro al nome di Dio, contro alle cose di religione. Guai ai bestemmiatori. Si pentiranno fino
quelli che di essi hanno compassione.
Sino ad un certo tempo dell'anno si temerà assai dei fratti della terra, che di fatto saranno
molto devastati, ma dopo i due terzi dell'anno non vi sarà più pericolo di carestia.
Ora vi dirò una cosa assai importante, state attenti e procurate di capire. Avvi un verme
terribile che gira rodendo la vita degli uomini. Molti studiarono di assalirlo ed ucciderlo, ma
inutilmente, niuno lo può arrestare. L'anno scorso forò il cervello a molti, che perciò divennero
semipazzi, di poi andò a passare per la spina dorsale di un uomo grande e lo rose fino al cervello;
questa fu la cagione di sua morte.
Ora è già entrato nella spina dorsale di chi da alcuni pazzamente credesi direttore {74
[330]} del mondo. La metà è rosa, gli effetti li vedrete in quest'anno.
Io vorrei ancora dirvi molte cose, ma la prudenza mi dice che basta, perciò mi limito ad
aggiungere soltanto alcune profezie antiche le quali hanno relazione coi nostri tempi.
Predizione manoscritta d'un villanello semplicissimo di Fiandra
Un povero villanello della Fiandra francese ha fatto nel 1792 le predizioni seguenti. Egli
non fu condotto a ciò per alcun motivo d'interesse. Ebbe a sostenere dileggi e beffe, sebbene egli
abbia narrate queste cose con ammirabile semplicità. Questo virtuoso fiammingo disse adunque:
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1. «Ch'egli vedeva nell'avvenire delle persecuzioni, guerre e mali d'ogni genere.
2. «Egli annunziò lo spegliamento dei templi, ed il sistema esecrabile del terrore.
3. «Parlò in questo medesimo tempo d'un governo, in cui alla testa dei dipartimenti si
vedrebbero dei prefetti e dei sotto-prefetti.
4. «Egli ha detto che allora si vedranno {75 [331]} guerre micidiali, quasi continue. Tutta
la gioventù francese sarà mietuta.
5. «Annunziò che questi tempi finiranno con due guerre contro l'Austria; nella prima
questa monarchia sarà come scrollata, ma non distrutta. Il nemico entrerà in Vienna, ma non
saccheggierà la città.
6. «Le guerre intestine non saranno tollerate. La pace sarà segnata. L'imperatore d'Austria
rientrerà nella sua capitale; il suo governo sarà carezzato.
7. «Un'altra guerra sarà suscitata alla Prussia: in una battaglia la sua armata sarà distrutta,
ed il re potrà raccogliere gli avanzi sotto una pianta di pomo; tuttavia questo reame non sarà
interamente distrutto.
8. «La Russia prenderà parte in queste due guerre, ma non ne riceverà alcun vantaggio,
nè in quest'epoca, nè in alcuno degli avvenimenti seguenti.
9. «Infine il termine arriverà in cui, dopo indegni trattamenti che si saranno fatti subire al
Capo della Chiesa, l'Austria prenderà le armi e coprirà tutta l'Alemagna coi suoi innumerevoli
battaglioni.
10. «L'epoca felice pel paese sarà venuta {76 [332]} quando gli arciduchi saranno posti
alla testa di tutti gli affari.
11. «Il nemico, malgrado i primi vantaggi, non trionferà o non andrà a Vienna.
12. «Egli armerà tutta la Francia, e farà marciare anche i fanciulli; egli s'impadronirà dei
beni delle persone, e porterà l'iniquità fino al colmo; ma i suoi sforzi saranno vani.
13. «Il tempo d'allarme e di spavento durerà tre mesi (quelli che conoscono l'ingenuo
profeta dicono, che questi saranno agosto, settembre ed ottobre).
14. «La Prussia prenderà le armi. In tre battaglie consecutive distruggerà l'armata
francese, la quale non entrerà più in Francia che a piccoli drappelli. Neppure un francese fuggirà
d'Italia.
15. «I Turchi che avranno preso parte nella vertenza non verranno che sino alle frontiere.
16. «Gli stranieri entreranno in Francia.
17. «I paesi oppressi si solleveranno. Il Belgio comincierà; la Bretagna e la Maine
seguiranno.
18. «Gli Austriaci verranno fino alle porte di Parigi; il loro imperatore morrà all'armata.
{77 [333]}
19. «Gl'Inglesi che sbarcheranno sovra otto punti, faranno uscire gli Austriaci da una,
posizione pericolosa.
20. «Parigi sarà occupata, poi evacuata e bruciata.
21. «Il disordine e lo sterminio avranno fine prima del cader dell’anno in cui tutti questi
avvenimenti avranno avuto luogo.
22. «Il primo gennaio dell'anno seguente la pace e la felicità rinasceranno.
23. «Tutti i prefetti ed i maires che avranno fatto marciare dei coscritti periranno,
siccome eziandio tutti gli acquisitori dei beni nazionali.
24. «La Francia avrà quindi vent'anni di prosperità.»
Questa profezia non si riferisce soltanto alla rivoluzione francese del secolo XVIII, ma si
estende sin verso al fine del XIX.
(V. I futuri destini ecc. pag. 220).
Con approvazione della Revisione ecclesiastica. {78 [334]}
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Indice
Le quattro stagioni: Ecclissi: Computi ecclesiastici
Feste mobili: I quattro tempi: Tempo proibito per cel e no. Solenni
Real Casa di Savoia
Romano Pontefice
Calendario
Varietà utili e curiose d'agricoltura
Varii modi di moltiplicare le patate
Delle piante fruttifere
Contra' l vissi dl'ubriachessa. Canson
Il Galantuomo a' suoi amici
Predizione manoscritta d'un villanello semplicissimo di Fiandra
Pag. 3
4
5
6
7
41
42
46
59
65
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Torino 1861 - Tip. Paravia e Comp. {80 [336]} {81 [337]} {82 [338]}
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