Don_Bosco-Il_Galantuomo_pel_1860


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Don Bosco - Il Galantuomo pel 1860
IL GALANTUOMO. ALMAMACCO PIEMONTESE-LOMBARDO PER
L' ANNO BISESTILE 1860
AGGIUNGETEVI VARIE UTILI LETTURE
Anno VII {17 [113]} {18 [113]}
[è premesso alle opere ristampate solo parzialmente; è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili
a Don Bosco]
INDEX
VII. Certo ed incerto - Desideri di pace - Timor della guerra - Una predica - Tristi
presentimenti................................................................................................................................2
Indice...........................................................................................................................................3
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[…]
VII. Certo ed incerto - Desideri di pace - Timor della guerra - Una
predica - Tristi presentimenti.
Alcuno di voi, cari amici, mi dimanderà: o Galantuomo, in quest'anno avremo la pace o
la guerra? Vi rispondo distinguendo il certo dall'incerto. È certo che se gli uomini non fanno la
guerra, noi avremo la pace; ed è egualmente certo, che se gli uomini faranno la guerra non
avremo la pace. Di maniera che la pace e la guerra sono nelle mani degli uomini. Questo dico
parlando da Almanacco.
Se poi esprimo i miei desiderii, dirò di tutto cuore: da ogni guerra libera nos, Domine. O
Signore, dateci la pace per omnia sæcula sæculorum. Perchè è cosa orribile il vedere giovani
sani e robusti, forti come Sansone, e che alle loro case formano la delizia delle loro famiglie,
pure avventarsi l'uno contro l'altro, cannonarsi, fucilarsi. baionettarsi, scannarsi, sbranarsi e
morire là in mezzo ai campi come le bestie! Ah sono cose d'orrore. Tutti quelli che si trovarono
alla guerra, o sanno che cosa è {19 [115]} guerra, dicono tutti: da ogni guerra libera nos Domine.
Questi sono i miei vivi desiderii.
Ma i tuoi presentimenti, o Galantuomo, quali sono? che ne pensi? avremo in quest'anno
la pace o la guerra? Se volete sapere il mio pensiero, da buon amico ve lo dirò. Vi premetto
soltanto che non posso assicurarvi che le cose succedano come io le penso. Vi dirò solamente
come io la penso e come temo che sia per avvenire. State adunque attenti.
Io temo che l'anno corrente ci sia di nuovo la guerra. La mia profezia è appoggiata sopra
quanto diceva mia madre. Mi ricordo che mia madre quando viveva ancora, diceva sempre: la
guerra è un flagello che Dio manda agli uomini pei loro peccati. Questi peccati non cessano
ancora. Io vi assicuro che trovandomi in mezzo ai soldati ne incontrai molti buoni, che si
raccomandavano al Signore. Ma non pochi li ho uditi discorrere male di religione, male contro al
papa, male contro ai vescovi, male contro ai preti. Ne udii altri, che bestemmiavano quando
combattevano, quando erano feriti, e perfin quando morivano. E ne udii di quelli che
bestemmiavano {20 [116]} in francese, in italiano ed in piemontese.
Giunto a casa dalla guerra io pensava di vedere le chiese piene di gente per ringraziare
Iddio, perchè aveva fatto cessare la guerra. Invece ho trovato molti malcontenti e che parevano
desiderare (sciocconi) più la guerra che la pace. Ma quello che è più si continuavano ovunque le
bestemmie e le imprecazioni in modo assai più empio, che non fra i soldati. Si lavora e si fa
lavorare nei giorni festivi. Ci sono le prediche e molti non vanno; ci sono preti e confessionali; e
per non recare loro disturbo, molti (che pur non sono nè eretici nè ebrei) vi si accostano di rado,
e non pochi non si accostano mai, e taluno giunse fino a mettere in burla il bene che fanno gli
altri.
O minchioni che siete: Vi pensate forse che il Signore sia un burattino e che abbia voluto
fare i suoi precetti sul monte Sinai per passatempo? No; egli li ha dati e vuole che si osservino.
Chi li osserva sarà da lui benedetto e premiato nella vita presente e nella futura; chi poi li
disprezza, sarà da lui punito nella vita presente, e di poi nell'inferno condannato coi demonii {21
[117]} nel fuoco, dove o volere o non volere andranno tutti coloro che non osservano la legge di
Dio. Perdonatemi questo trasporto di collera. Quando parlo di religione, io mi sento tutto
infiammato, ed a stento posso spegnere il fuoco che brucia e che mi eccita a parlare. Ora io vi
accenno ancor altri flagelli che temo siano per avvenire in quest'anno.
Avremo un'altra guerra ancor più sanguinosa, la quale, se non farà spargere tanto sangue,
manderà però maggior numero di anime all' inferno. Avremo due malattie terribili, che io non
voglio nominare, e di cui vedrete i terribilissimi effetti. Due cospicui personaggi scompariranno
dalla faccia del mondo politico colla loro gloria.
Molti padri e molte madri non sapranno darsi pace della insubordinazione dei loro
figliuoli; piangeranno i disgusti che loro danno, lamenteranno discordie che cagionano in
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famiglia. Andranno in cerca del rimedio e non troveranno che veleno, perchè l'unico rimedio è la
religione che essi medesimi trascurano.
Vedrete il vino a miglior prezzo, ma il pane più caro, Un paese sarà rovinato dal {22
[118]} terremoto, parecchi altri desolati dal gelo, dalla grandine e dalla siccità.
Vorrei ancora dirvi altre cose, ma non oso. Vi dico solo che i mali sono gravi, e che
devono cominciare in quest' anno, e che l'unico rimedio per allontanarli od almeno alleggerirli è
la pratica della religione, la fuga del male.
Questi sono i miei presentimenti. Voi mi direte: tu, o Galantuomo, sei già vecchio,
epperciò hai sempre paura di tutto, e temi anche dove non vi è motivo da temere.
Vi rispondo: è vero che essendo già un po' vecchio, son divenuto come gli altri vecchi
pieni di paura. Ma notate bene che la paura dei vecchi è fondata sopra l'esperienza, e l'esperienza
è un maestro che non inganna.
Desidero però di tutto cuore che le mie profezie non abbiano il loro compimento, e che
l'anno venturo quando, se sarò ancora in vita, verrò a farvi visita e vi possa parlare, voi possiate
dirmi che sono stato un cattivo profeta, ed io sarò contento di potermi scusare dicendovi che
sono un profeta da almanacco. {23 [119]}
Indice
I. Il Galantuomo a' suoi amici
II. Un saluto. - La guerra. - Negozio di vinfreschi ecc
III. Cose di Magenta. - Tumulazioni, ecc.
IV. Milano. -I caffè. - Le chiese, ecc.
V. Rumori della battaglia di Solferino ecc.
VI. Il cavagno. - Il cappello. - Il codino ecc.
VII. Certo ed incerto. - Desideri di pace ecc.
VIII. Ciò che puoi far oggi non aspettar domani
IX. Onore al benefattore e gloria al protetto.
X. Coraggio in occasione di un incendio.
XI. Un nemico sconosciuto
XII Il ritorno di un coscritto
XIII. Avvisi per conservare la sanità.
Le quattro stagioni. - Eclissi. – Computi ecclesiastici
Feste mobili. - I quattro tempi. - Tempo proibito per
celebrare le nozze solenni. Tempo vero e tempo medio
- 54 Reale Famiglia. - Romano Pontefice
Calendario
Le quarant'ore
Due cansson sul travajè d'festa
Tariffa delle monete, ecc
Giandouja e so coudin
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LETTURE CATTOLICHE
ANNO VII. - FASC. XII. Febbraio
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