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Don Bosco - Regolamento dell'Oratorio di S. Francesco di Sales per gli esterni
REGOLAMENTO DELL’ ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES
PER GLI ESTERNI
{1 [31]} {2 [32]}
[è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]
INDEX
Parte prima. Scopo di quest’ opera..............................................................................................2
Capo I. Del Direttore...............................................................................................................2
Capo II. Del Prefetto................................................................................................................3
Capo III. Del Catechista o Direttore Spirituale........................................................................3
Capo IV. Dell’ Assistente........................................................................................................3
Capo V. Dei Sacrestani............................................................................................................4
Capo VI. Del Monitore............................................................................................................5
Capo VII. Degli Invigilatori.....................................................................................................5
Capo VIII. Dei Catechisti........................................................................................................6
Capo IX. Dell’ Archivista o Cancelliere..................................................................................7
Capo X. Dei Pacificatori..........................................................................................................7
Capo XI. Dei Cantori...............................................................................................................8
Capo XII. Regolatori della Ricreazione...................................................................................9
Capo XIII. Dei Patroni e Protettori..........................................................................................9
Parte seconda.............................................................................................................................10
Capo I. Incumbenze riguardanti a tutti gli impiegati di quest’ Oratorio................................10
Capo II. Condizioni d’ accettazione......................................................................................10
Capo III. Contegno in ricreazione..........................................................................................11
Capo IV. Contegno in Chiesa................................................................................................11
Capo V. Contegno fuori dell’ Oratorio..................................................................................12
Capo VI. Pratiche religiose....................................................................................................12
Capo VII. Confessione e Comunione....................................................................................13
Capo VIII. Materia delle Prediche, e delle Istruzioni............................................................14
Capo IX. Feste cui sono annesse le sante Indulgenze............................................................14
Capo X. Pratiche particolari di Cristiana pietà......................................................................15
Capo XI. Compagnia di s. Luigi............................................................................................15
Parte terza. Delle scuole elementari diurne e serali...................................................................16
Capo I. Classi e condizioni di accettazione...........................................................................16
Capo II. Del Portinaio............................................................................................................17
Capo II. Delle scuole serali di commercio e di musica.........................................................17
Capo IV. Dei Maestri.............................................................................................................18
Capo V. Norme generali per la festa di s. Luigi e di s. Francesco di Sales...........................18
Indice ........................................................................................................................................21
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Parte prima. Scopo di quest’ opera.
Lo scopo dell’ Oratorio festivo è di trattenere la gioventù ne' giorni di festa con piacevole
ed onesta ricreazione dopo di aver assistito alle sacre Funzioni di Chiesa.
Dicesi 1° trattenere la gioventù nei giorni di festa, perchè si hanno specialmente di mira i
giovanetti operai, i quali nei giorni festivi soprattutto vanno esposti a grandi pericoli morali e
corporali; non sono però esclusi gli studenti, che nei giorni festivi o nei giorni di vacanza vi
volessero intervenire.
2. Piacevole ed onesta ricreazione, atta veramente a ricreare, non ad opprimere. Non sono
pertanto permessi quei giuochi, trastulli, salti, corse, e qualsiasi modo di ricreazione in cui vi
possa essere compromessa la sanità o la moralità degli allievi.
3. Dopo aver assistito alle sacre Funzioni {3 [33]} di Chiesa; perciocchè l’ istruzione
religiosa è lo scopo primario, il resto è accessorio e come allettamento ai giovani per farli
intervenire.
Questo Oratorio è posto sotto la protezione di s. Francesco di Sales, perchè coloro che
intendono dedicarsi a questo genere di occupazione devono proporsi questo Santo per modello
nella carità, nelle buone maniere, che sono le fonti da cui derivano i frutti che si sperano dall’
Opera degli Oratorii.
Gli uffizi che devono compiersi da coloro, che desiderano occuparsene con frutto si
possono distribuire tra i seguenti incaricati, che nelle rispettive incumbenze sono considerati
come altrettanti Superiori.
1. Direttore.
2. Prefetto.
3. Catechista o Direttore Spirituale.
4. Assistenti.
5. Sacristani.
6. Monitore.
7. Invigilatori.
8. Catechisti.
9. Archivisti.
10. Pacificatori.
11. Cantori.
12. Regolatori della ricreazione.
13. Protettore.
Le incumbenze di ciascuno sono ripartite come segue: {4 [34]}
Capo I. Del Direttore.
1. Il Direttore è il Superiore principale, che è risponsabile di tutto quanto avviene nell’
Oratorio.
2. Egli deve precedere gli altri incaricati nella pietà, nella carità, e nella pazienza;
mostrarsi costantemente amico, compagno, fratello di tutti, perciò sempre incoraggia ciascuno
nell’ adempimento dei propri doveri in modo di preghiera, non mai di severo comando.
3. Nel nominare qualcuno a carica dimanderà il parere degli altri impiegati, e se sono
Ecclesiastici consulterà il Superiore Ecclesiastico, o il Paroco della Parochia in cui esiste l’
Oratorio, a meno che siano notoriamente conosciuti, e si presupponga nulla esistervi in contrario.
4. Una volta al mese radunerà i suoi impiegati per ascoltare e proporre quanto ciascuno
giudica vantaggioso per gli allievi.
5. Al Direttore tocca avvisare, invigilare, che tutti disimpegnino i rispettivi uffizi,
correggere, ed anche rimuovere dai loro posti gli impiegati, qualora ne sia mestieri.
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6. Terminate le confessioni di quelli che desiderano di accostarsi al Sacramento della {5
[35]} penitenza, il Direttore, o un altro Sacerdote celebrerà la Santa Messa, cui terrà dietro la
spiegazione del Vangelo, o un racconto tratto dalla Storia Sacra o dalla Storia Ecclesiastica.
7. Egli deve essere come un padre in mezzo ai propri figli, ed adoperarsi in ogni maniera
possibile per insinuare nei giovani cuori 1’ amor di Dio, il rispetto alle cose sacre, la frequenza ai
Sacramenti, figliale divozione a Maria Santissima, e tutto ciò, che costituisce la vera pietà.
Capo II. Del Prefetto.
1. Il Prefetto deve essere Sacerdote, e farà le veci del Direttore ogniqualvolta ne occorra
il bisogno.
2. Riceverà gli ordini dal Direttore e li comunicherà a tutti gli altri impiegati; invigilerà
che le classi del Catechismo siano provvedute a tempo del rispettivo Catechista, e sorveglierà
che durante il Catechismo non avvengano disordini o tumulti nelle classi.
3. In assenza di qualche impiegato, Egli deve tosto provvedere chi lo supplisca.
4. Deve badare che i cantori siano preparati {6 [36]} sopra le antifone, i salmi ed inni da
cantarsi.
5. Il Prefetto compierà anche gli uffizi del Direttore Spirituale nei paesi dove fosse
penuria di Sacerdoti.
6. Al Prefetto è pure affidata la cura delle scuole diurne, serali e domenicali.
Capo III. Del Catechista o Direttore Spirituale.
1. Al Direttore Spirituale si appartiene l’ assistere e dirigere le sacre Funzioni, perciò
deve essere Sacerdote.
2. Il mattino all’ ora stabilita principierà od assisterà al mattutino della B. Vergine; finito
il canto del Te Deum andrà a vestirsi per celebrare la santa Messa della Comunità.
3. Farà il Catechismo in coro, assisterà al Vespro e disporrà quanto occorre per la
Benedizione del Ss. Sacramento.
4. Dovrà tenersi ben informato della condotta de' giovani per essere in grado di darne le
debite notizie, e spedirne i certificati d’ assiduità e moralità qualora ne sia richiesto.
5. In caso di Solennità Egli procurerà che vi sia un conveniente numero di confessori, {7
[37]} e di Messe; disporrà quanto occorre pel servizio delle sacre funzioni.
6. Il Direttore Spirituale dell’ Oratorio è altresì Direttore della Compagnia di san Luigi, le
cui incumbenze sono descritte, ove si parla di questa Compagnia.
7. Se viene a conoscere che qualche giovane grandicello abbia bisogno di religiosa
Istruzione, come spesso accade, Egli si darà massima sollecitudine di fissargli il tempo e il luogo
più adatto per fare Egli stesso, o disporre che da altri sia fatto il dovuto Catechismo.
8. Si ritenga che gli Uffizi del Prefetto e del Direttore Spirituale si possono con facilità
riunire nella stessa persona.
Capo IV. Dell’ Assistente.
1. All’ Assistente incumbe di assistere a tutte le sacre Funzioni dell’ Oratorio, e vegliare
che non succedano scompigli in tempo di esse.
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2. Baderà che non avvengano disordini entrando in Chiesa, e che ciascivno prendendo l’
acqua benedetta faccia bene il segno della santa Croce, e la genuflessione all’ altare del
Sacramento. {8 [38]}
3. Se succederà che si portino in Chiesa ragazzini, i quali disturbino con grida o con
pianto, avviserà con bontà chi di ragione affinchè siano portati via.
4. Nell’ avvisare alcuno in Chiesa usi raramente la voce; dovendo correggere qualcuno
con discorso un po' prolungato, differisca di ciò fare dopo le funzioni, oppure lo conduca fuori
della Chiesa.
5. Nel cantare il Vespro od altre cose sacre, indicherà, occorrendo, in qual pagina del
libro si trovi quello che fu intonato.
Capo V. Dei Sacrestani.
1. I Sacrestani devono essere due; un chierico, ed un secolare, scelti fra i giovani dati alla
pietà, più puliti, e più maggiormente capaci per questa carica.
2. Il Chierico è primo Sacrestano, e a lui particolarmente incumbe di leggere il
Calendario, mettere i segnali a posto nel Messale, e insegnare, se occorre, le cerimonie per
servire la Messa privata e per la Benedizione del Ss. Sacramento.
3. Al mattino giunti in Sacrestia, sarà loro prima cura di aggiustare tosto l’ altare per la
santa Messa, preparare acqua, vino, {9 [39]} ostie, particole, calice, e l’ ostensorio, se occorre,
per la Benedizione; poscia, mentre si incominciano le Lodi della B. V. M., invitano il Sacerdote
a vestirsi per celebrare la santa Messa.
4. All’ ora della predica ne avvisino il predicatore, lo accompagnino sul pulpito, e lo
riconducano dopo in Sacrestia.
5. Alla Messa ordinariamente accendano due candele sole; quattro alla Messa della
Comunità nei giorni festivi; sei alle Messe solenni. Nelle feste ordinarie al Vespro quattro, nelle
Solennità sei; alla Benedizione del Santissimo se ne devono accendere non meno di quattordici:
(Sinod. Dioces. Tit. X, 22. - Taurin.)
6. Non si accendano mai le candele mentre si predica, perchè ciò dà troppo disturbo al
predicatore, ed agli uditori.
7. Nella Sacrestia devesi mantenere silenzio, nè mai introdurre discorsi, che non
riguardino a cosa di Chiesa, oppur ai doveri dei Sacrestani.
8. È caldamente raccomandato ad un Sacrestano di mettersi vicino al campanello solito a
suonarsi nella Benedizione per dar segno quando il Sacerdote si volge al pubblico col
Santissimo, ma non suonarlo la seconda volta, finchè non siasi chiuso il tabernacolo, e ciò per
togliere ai ragazzi una specie di voglia di alzarsi, e uscire di Chiesa con irriverenza a Gesù
Sacramentato. {10 [40]}
9. Devono trovarsi in Sacrestia prima che comincino le Funzioni sacre, nè mai partirsi
finchè i Paramentali non siano piegati, e tutti gli altri oggetti messi in ordine e sotto chiave.
10. Non usciranno mai di Sacrestia senza chiudere bene le guardarobe ed i cancelli.
Avvisi per coloro che sono addetti
alla Sacrestia.
1. E principalissimo loro dovere aprire e chiudere la porta della Chiesa, mantenere la
mondezza di Essa, e di ogni arredo, od oggetto riguardante l’ altare., al Sacrifizio della santa
Messa, come sono bacini, ampolline, candelieri, tovaglie, asciugamani, corporali, puriflcatoi,
avvertendo il Prefetto, quando faccia bisogno, di lavare biancheria, ripulire oggetti, .o rifarli.
2. Uno dei Sacrestani è incaricato di suonare le campane, e dare col campanello avviso
del tempo in cui deve cessare la ricreazione, e della entrata in Chiesa per le sacre funzioni.
3. La sera, un po' prima che suoni l’ andata, in Chiesa, aggiustino le panche disponendole
in classi distinte, come viene indicato dal rispettivo numero affisso alla parete della Chiesa.
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4. Mentre i giovani entrano in Chiesa i Sacrestani distribuiscano ai Catechisti i catechismi
{11 [41]} numerati, e cinque minuti prima che finisca il Catechismo due di loro, uno a destra, e
l’ altro a sinistra distribuiscano i libri per cantare il Vespro; verso il fine del Magnificat, passino
a raccoglierli e li portino al loro posto; chiudano l’ armadio, e consegnino la chiave al capo di
Sacrestia.
Capo VI. Del Monitore.
1. Il Monitore ha per uffizio di regolare le preghiere vocali che si fanno nell’ Oratorio.
2. Ogni giorno festivo entrato in Chiesa incomincia le preghiere del mattino, e recita la
terza parte del Rosario della Beata Vergine Maria.
3. Nelle feste di maggior solennità al Sanctus leggerà la preparazione della santa
Comunione, e quindi il ringraziamento.
4. Dopo la predica recita un Ave Maria, ed al mattino vi aggiunge un Pater noster ed Ave
per i Benefattori, ed un altro Pater ed Ave a s. Luigi, e finirà coll’ intonare: Lodato sempre sia.
5. La sera prima del Catechismo, appena giunto in Chiesa, un competente numero di {12
[42]} giovani intonerà il Padre nostro e il Dio ti salvi. Finito il Catechismo reciterà gli atti di
Fede come al mattino, e procurerà di mettersi in’ quella parte della Chiesa dove più facilmente
può essere udito da tutti.
6. Deve darsi massima sollecitudine per leggere con voce alta, distinta, e divota in modo,
che gli uditori comprendano che Egli è penetrato di quanto legge.
7. Deve parimenti ritenere, che nella santa Messa, all’ elevazione dell’ Ostia Santa e del
Calice, all’ Ite Missa est, e nell’ atto che il Sacerdote dà la benedizione si sospendano le
preghiere comuni, dovendo ciascuno in quel gran momento parlare a Dio solamente cogli affetti
del proprio cuore.
8. Lo stesso dovrà osservarsi alla sera nell’ atto che si dà la Benedizione col Santissimo
Sacramento.
Capo VII. Degli Invigilatori.
1. Gli Invigilatori sono giovani scelti fra i più esemplari, i quali hanno l’ incumbenza di
coadiuvare l’ assistente specialmente nelle sacre Funzioni della Chiesa.
2. Essi dovranno essere almeno quattro, e prenderanno posto in quattro punti o angoli {13
[43]} principali della Chiesa, e se non v’ è motivo non si moveranno dal proprio posto.
Occorrendo di avvisare devono evitare il correre precipitato, nè mai passare dinanzi all’ Altare
Maggiore senza fare la genuflessione1.
3. Sorveglino che i giovani, entrando in Chiesa, prendano il loro posto, facciano l’
adorazione, stiano con rispetto tanto nell’ aspettare quanto nel cantare.
4. Vedendo taluno ciarlare o dormire, lo correggeranno con belle maniere, movendosi il
meno possibile dal loro posto, senza mai percuotere alcuno anche per motivi gravi; nemmeno
sgridarlo con parole aspre, o con voce alta. In casi gravi si condurrà il colpevole fuori della
Chiesa e si farà la debita correzione.
1 In que' luoghi, ne' quali si possono avere i Catechisti dal principio fino al termine della funzione, potrà bastare il
solo assistente coadiuvato dai detti Catechisti delle singole classi.
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Capo VIII. Dei Catechisti.
1. Una delle principali incumbenze dell’ Oratorio è quella di Catechista; perchè lo scopo
primario di quest’ Oratorio è d’ istruire {14 [44]} nella dottrina Cristiana quei giovani che ivi
intervengono: “Voi, o Catechisti, insegnando il Catechismo, fate un’ opera di gran merito
dinanzi a Dio, perchè cooperate alla salute delle anime redente col prezioso sangue di Gesù
Cristo; additando i mezzi atti a seguire quella via che li conduce all’ eterna salvezza: un gran
merito ancora dinanzi agli uomini, e gli uditori benediranno mai sempre le vostre parole, con cui
loro additaste la via per divenire buoni cittadini, utili alla propria famiglia, ed alla medesima
civile società.”
2. I Catechisti per quanto si può siano preti o chierici. Ma perchè tra di noi vi sono molte
classi, e d’ altronde abbiamo la buona ventura di avere parecchi esemplari Signori, che si
prestano a quest’ opera, perciò a costoro con gratitudine si offra una classe di catechizzandi. Nel
coro per la classe degli adulti, se è possibile, vi sia sempre un Sacerdote.
3. Qualora il numero dei Catechisti sia inferiore a quello delle classi, il Prefetto farà
scelta di alcuni giovani più istruiti, e più atti, e li collocherà in quella classe che manchi di
Catechista.
4. Mentre si canta il Padre nostro ciascun Catechista dovrà già trovarsi nella classe
assegnata. {15 [45]}
5. Il Catechista deve disporre la sua classe in forma di semicircolo di cui egli sia nel
mezzo; nè mai si curvi verso gli allievi per interrogarli, e udire le risposte, ma si conservi
composto sulla persona facendo spesso girare lo sguardo sopra de' suoi allievi.
6. Non si allontani mai dalla sua classe. Occorrendogli qualche cosa ne faccia cenno al
Prefetto, o all’ Assistente.
7. Ciascuno assista la sua classe fin dopo gli atti di Fede, Speranza, e Carità, e se può,
non si muova di posto finchè siano terminate le sacre Funzioni.
8. Cinque minuti prima che termini il Catechismo, al suono del campanello, si racconterà
qualche breve esempio tratto dalla Storia Sacra, o dalla Storia Ecclesiastica, oppure si esporrà
chiaramente e con popolarità un apologo, od una similitudine morale, che deve tendere a far
rilevare la bruttezza di qualche vizio, o la bellezza di qualche virtù in particolare.
9. Niuno si metta a spiegare prima di aver imparato la materia di cui deve trattare. Le
spiegazioni siano brevi e soltanto di poche parole.
10. Non si entri in materia difficile, nè si mettano in campo questioni che non si sappiano
risolvere chiaramente e con popolarità.
11. I vizi che si devono spesso ribattere {16 [46]} sono la bestemmia, la profanazione dei
giorni festivi, la disonestà, il furto, la mancanza di dolore di proponimento e di sincerità nella
confessione.
12. Le virtù da menzionarsi spesso sono: carità coi compagni, ubbidienza ai superiori,
amore al lavoro, fuga dell’ ozio e delle cattive compagnie, frequenza della Confessione e della
santa Comunione.
13. Le classi del Catechismo sono divise come segue: in coro i promossi per sempre alla
s. Comunione, e che hanno compiuto i quindici anni. Alle cappelle di San Luigi e della Madonna
quelli che sono promossi per sempre alla s. Comunione ma inferiori ai quindici anni. Le altre
classi saranno divise per scienza e per età sino ai più piccoli. Nello stabilire le classi di coloro,
che non sono ancora promossi alla Comunione, si badi bene di non mettere i piccoli insieme co'
più adulti. Per esempio facciasi una classe di quelli, che sono maggiori di quattordici anni; un’
altra da' dodici a' quattordici, da' dieci a' dodici. Ciò contribuirà efficacemente a mantenere 1’
ordine nelle classi, e a palliare quel rispetto umano, che hanno i più adulti quando sono messi a
confronto dei più piccoli.
14. L’ ordine da tenersi nell’ insegnare la dottrina cristiana è segnato con numeri posti
nelle domande del Catechismo. Le dimande {17 [47]} segnate col numero 1 s’ insegnino
assolutamente a tutti e piccoli e adulti. Quelle segnati col numero 2 a coloro che si preparano por
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la Cresima o per la prima Comunione; le segnate con 3 e 4 a chi desidera d’ esser promosso
pertuttol’ anno. Le dimando segnate col numero 5 e 6 a quelli che desiderano di essere promossi
per sempre.
15. Il Catechista del coro por lo più ha soltanto giovani già promossi per sempre alla s.
Comunione, perciò non esigerà la risposta letterale del Catechismo, ma annunziata una domanda
la esporrà con brevità e chiarezza, e per ravvivare 1’ attenzione potrà fare casi pratici, analoghi
alla materia che tratta, e non mai di cose che non siano adattate all’ età, e condizione degli
uditori.
16. Ciascun Catechista dimostri sempre un volto ilare, e faccia vedere, come diffatti lo è,
di quanta importanza sia quello che insegna; nel correggere od avvisare usi sempre parole, che
incoraggiscano, ma non mai avviliscano.
17. Lodi chi lo merita, sia tardo a biasimare. Tutti gli impiegati liberi in tempo di
Catechismo sono considerati come Catechisti, perchè essi sono più in grado d’ ogni altro di
conoscere l’ indole ed il modo di contenersi coi giovani. {18 [48]}
Capo IX. Dell’ Archivista o Cancelliere.
1. Lo scopo dell’ Archivista si è di tenere registro di quanto riguarda l’ Oratorio in
generale ed in particolare.
2. Scriverà sopra un cartello nome, cognome e carica di ciascun impiegato, e lo
appenderà in Sacrestia. Formerà un catalogo di tutti gli oggetti che servono ad uso di Chiesa,
particolarmente quelli destinati e donati per qualche Altare determinato. Nel che seguirà gli
ordini del Prefetto.
3. Avrà cura e ne renderà conto all’ uopo dei libri, catalogo, ed altre cose spettanti alla
Compagnia di s. Luigi ed alla Società di Mutuo Soccorso.
4. In cancello apposito chiuderà sotto chiave tutta la musica dell’ Oratorio, e non la darà
se non al capo dei cantori. Non mai impresterà musica da portar via. Può bensì permettere che
taluno la venga a copiare nella casa dell’ Oratorio.
5. A lui pure è affidata una piccola Biblioteca di libri scelti per la gioventù che Egli può
liberamente imprestare per leggersi sul luogo ed anche portarsi alle rispettive case, ma dovrà
notare nome, cognome, dimora di colui al quale fu imprestato. {19 [49]} Si vedano le regole del
Bibliotecario nella .parte 3a.
6. È cura principalissima dell’ Archivista di vegliare che non si perda alcuna cosa di
proprietà dell’ Oratorio, nè oggetto di sorta venga di qui allontanato senza che egli ne abbia
preso memoria.
Capo X. Dei Pacificatori.
1. La carica dei Pacificatori consiste nell’ impedire le risse, gli alterchi, le bestemmie, e
qualsiasi cattivo discorso.
2. Quando avvenissero simili mancanze, (che grazie a Dio tra di noi sono rarissime),
avvisino immediatamente il colpevole, e con pazienza e carità facciano vedere come simili colpe
siano vietate dal Superiore, contrarie alla buona educazione, e quello che è più, proibite dalla
santa legge di Dio.
3. In caso di dover fare correzioni, abbiasi riguardo che siano fatte in privato, e per
quanto è possibile, non mai in presenza altrui, eccetto che questa fosse necessaria per riparare un
pubblico scandalo.
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4. È pure incumbenza dei Pacificatori il raccogliere i giovani che veggano in vicinanza
dell’ Oratorio, condurli in Chiesa con {20 [50]} promessa di qualche piccolo premio, a cui
certamente il Direttore non si rifiuterà.
5. I Pacificatori procurino d’ impedire con modi graziosi, che alcuno esca in tempo delle
religiose funzioni. Niuno si fermi a fare schiamazzo, o trastulli vicino alla Chiesa durante le
medesime; succedendo questi casi si esortino con pazienza a recarsi in Chiesa appena dato il
segno del campanello.
6. È pure affidato ai Pacificatori il riconciliare coi Superiori chi avesse fatto mancanza;
ricondurre ai genitori chi da loro fosse fuggito; lungo la settimana incoraggire i compagni all’
assiduità all’ Oratorio nel giorno festivo.
7. Il Priore ed il vice Priore della Compagnia di s. Luigi sono Pacificatori.
Capo XI. Dei Cantori.
1. È cosa desiderabile che tutti fossero cantori perchè tutti debbono prendere parte al
canto; tuttavia per impedire vari inconvenienti, che potrebbero avvenire, si scelgono alcuni
giovani, che abbiano buona voce e sanità, ed a costoro viene affidato la direzione del canto.
2. Fra di noi vi sono due categorie di {21 [51]} cantori: quelli del coro, l’ altra davanti
all’ altare. Niuno però deve essere eletto cantore se non ha buona condotta, e se non sa leggere
correttamente il latino.
3. Per essere poi cantore in coro, si esige che l’ allievo sappia solfeggiare e conosca i toni
del canto fermo.
4. La cura del canto è affidata ad un Corista, ossia capo dei cantori, e ad un vice Corista.
Essi devono adoperarsi che il canto sia ripartito tra' cantori in modo che tutti possano prendervi
parte ed essere animati a cantare.
5. Al mattino si canta l’ Uffizio della B. Vergine Maria a voce corale, ad eccezione degli
Inni, Lezioni, Te Deum, e Benedictus che si cantano secondo le regole del canto fermo. Nelle
feste solenni si canta tutto in canto Gregoriano. La sera si canta il Vespro segnato nel Calendario
della Diocesi2.
6. Intonato un salmo od un’ antifona, cantino tutti a voce unissona, evitando gli strilli, le
intonazioni troppo alte o troppo basse. Quando taluno sbaglia nel canto, non si rida nè si
disprezzi il compagno, ma il Corista procuri di sottentrargli nella voce per metterlo in tonò. {22
[52]}
7. I cantori posti davanti all’ altare devono stare attenti per rilevare nel medesimo tono e
grado di voce tutto quello che verrà intuonato in coro o dall’ orchestra3.
8. L’ ultima Domenica di ciascun mese si canta l’ Uffizio dei morti per li compagni, e
benefattori defunti, il quale Uffizio sarà parimenti cantato in suffragio d’ ogni impiegato e del
Padre e della Madre sua immediatamente dopo che ne verrà participata la morte.
9. Ai cantori è caldamente raccomandato di guardarsi dalla vanità, e dalla superbia; due
vizi assai biasimevoli, che fanno perdere il frutto di ciò che si fa, e producono inimicizie tra
compagni. Un cantore veramente cristiano non dovrebbe mai offendersi, nè avere altro fine se
non lodare Iddio, ed unire la sua voce a quella degli Angeli, che lo benedicono e lo lodano in
Cielo.
2 Dove non si possa cantare il mattutino si canterà almeno alla sera il Vespro della B. V. oppure la sola Ave Maris
Stella col Magnificat, e 1 Oremus ecc.
3 Il capo Corista procuri che i salmi, ed inni siano cantati alternativamente prima dal coro e poi dalla chiesa.
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Capo XII. Regolatori della Ricreazione.
1. È vivo desiderio che nella ricreazione tutti possano prendere parte a qualche trastullo
nel modo e nell’ ora permessa. {23 [53]}
2. I trastulli o giuochi permessi sono le boccie, le piastrelle, l’ altalena, le stampelle, la
giostra a passo del gigante, bersaglio a palla, corda; esercizii di ginnastica, oca, dama, scacchi,
tombola, carriere, o barra rotta, i mestieri, il mercante, ed ogni altro giuoco che possa contribuire
alla destrezza del corpo.
3. Sono poi proibiti i giuochi delle carte, dei tarocchi, ed altro giuoco che inchiude
pericolo di offendere Dio, recar danno al prossimo, e cagionar male a se stesso.
4. Il tempo ordinario per la ricreazione è fissato al mattino dalle 10 alle 12, e da 1 a 2 ½
pomeridiane, e dal termine delle religiose funzioni sino a notte. Nell’ inverno anche lungo la
sera, non però più tardi delle otto, vi saranno trattenimenti di ricreazione nelle ore, in cui non si
disturbino le scuole.
5. I trastulli sono affidati a cinque invigilatori, di cui uno sarà capo.
6. Il capo invigilatore tiene registro del numero e qualità dei trastulli, e ne è ri-sponsale.
Qualora ci vogliano provviste e riparazioni ai trastulli ne renderà consapevole il Prefetto.
7. Gli -invigilatori presteranno i loro servizi due per domenica. Il capo veglia solamente
che non avvengano disordini, ma non è tenuto a servizio, eccettochè manchi qualcuno degli
invigilatori. {24 [54]}
8. Ogni trastullo è segnato con un numero, per esempio: se vi fossero nove giuochi di
boccie, si fanno nove cartelli sopra cui si scrive 1-2-3-4-5-6-7-8-9. Se ci fossero cinque paia di
stampelle si noteranno col numero 10-11-12-13-14. E così progressivamente degli altri giuochi.
9. Giunta poi l’ ora della distribuzione, chi vuole un trastullo, deve lasciare qualche cosa
in pegno, sopra cui l’ invigilatore metterà il numero corrispondente al trastullo preso.
10. Durante la ricreazione un invigilatore passeggierà pel cortile, per vegliare che nulla si
guasti o si porti via; 1’ altro non si allontanerà mai dalla camera dei trastulli, ma non si
permetterà mai ad alcuno l’ introdursi per qualsiasi pretesto nel luogo dove quelli si chiudono.
11. È particolarmente raccomandato agli invigilatori, il procurare che tutti possano
partecipare di qualche divertimento, preferendo sempre quelli che sono conosciuti pei più
frequenti all’ Oratorio.
12. Terminata la ricreazione, e verificato che nulla manchi, si metteranno in ordine i
giuochi, poscia, chiusane la camera, se ne porterà la chiave al Prefetto. {25 [55]}
Capo XIII. Dei Patroni e Protettori.
1. I Patroni ed i Protettori hanno l’ importantissima carica di collocare a padrone i più
poveri, ed abbandonati, e vegliare che gli apprendisti e gli artigiani che frequentano l’ Oratorio
non siano con padroni presso di cui sia in pericolo la loro eterna salute.
2. È ufficio dei Patroni il ricondurre a casa quei giovani che ne fossero fuggiti,
adoperandosi per collocare a padrone coloro che hanno bisogno d’ imparare qualche professione,
o che sono privi di lavoro.
3. I Protettori saranno due, ed avranno cura di notare nome e cognome e dimora dei
padroni, che abbisognano di apprendisti e di artigiani per mandare all’ uopo i loro protetti.
4. Il Protettore dà opera per assistere e correggere i suoi protetti, ma non si assume alcuna
obbligazione pecuniaria, nemmeno presso i rispettivi padroni.
5. Nelle convenzioni coi padroni abbiasi per prima condizione, che lascino l’ allievo in
libertà per santificare il giorno festivo. {26 [56]}
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6. Accortisi che qualche allievo è collocato in luogo pericoloso lo assista affinchè non
commetta disordini, avvisi il padrone, se parrà conveniente, e intanto s’ adoperi per cercare
miglior partito al suo protetto. {27 [57]}
Parte seconda
Capo I. Incumbenze riguardanti a tutti gli impiegati di quest’ Oratorio.
1. Le cariche di quest’ Oratorio, essendo tutte esercitate a titolo di carità, deve ciascuno
adempirle con zelo, come omaggio che presta alla Divina Maestà, perciò debbono tutti
incoraggirsi vicendevolmente a perseverare nelle rispettive cariche ed a compierne gli annessi
doveri.
2. Esortino all’ assiduità quei giovani, che già frequentano l’ Oratorio, e nel corso della
settimana invitino dei nuovi ad intervenire.
3. È una grande ventura l’ insegnare qualche verità della fede ad un ignorante, e l’
impedire anche un sol peccato.
4. Carità, pazienza vicendevole nel sopportare i difetti altrui, promuovere il buon nome
dell’ Oratorio, degli impiegati, ed animare tutti alla benevolenza e confidenza col Rettore, sono
cose a tutti caldamente raccomandate, e senza di esse non si riescirà {28 [58]} a mantener 1’
ordine, promuovere la gloria di Dio, ed il bene delle anime.
5. Avvi grande difficoltà a provvedere individui a coprire tanti uffizi, ed a tale scopo si
possono riunire più uffizi nella stessa persona: p. e. l’ uffizio dei pacificatori, dei patroni, e degli
assistenti, si possono riunire nella stessa persona.
6. Similmente l’ uffizio del Prefetto può costituire una carica sola con quella del Direttore
spirituale. Il pacificatore, vegliatore, monitore, possono formare un uffizio solo. Così pure 1’
archivista, l’ assistente, il bibliotecario può affidarsi ad uno dei Sacrestani che ne abbia la
capacità.
Capo II. Condizioni d’ accettazione.
1. Lo scopo di quest’ Oratorio essendo di tener lontana la gioventù dall’ ozio, e dalle
cattive compagnie particolarmente nei giorni festivi, tutti vi possono essere accolti senza
eccezione di grado o di condizione.
2. Quelli però, che sono poveri, più abbandonati, e più ignoranti sono di preferenza
accolti e coltivati, perchè hanno maggior bisogno di assistenza per tenersi nella via dell’ eterna
salute. {29 [59]}
3. Si ricerca l’ età di otto anni, perciò sono esclusi i ragazzini, come quelli che cagionano
disturbo, e sono incapaci di capire quello che ivi s’ insegna.
4. Non importa che siano difettosi della persona, purchè siano esenti da male
attaccaticcio, o che possa cagionare grave schifo a' compagni; in questi casi un solo potrebbe
allontanarne molti dall’ Oratorio.
5. Che siano occupati in qualche arte o mestiere, perchè l’ ozio e la disoccupazione,
traggono a sè tutti i vizi, quindi inutile ogni religiosa istruzione. Chi fosse disoccupato e
desiderasse darsi al lavoro può indirizzarsi ai protettori, e sarà da loro aiutato.
6. Entrando un giovane in quest’ Oratorio deve persuadersi che questo è luogo di
religione, in cui si desidera di fare dei buoni cristiani ed onesti cittadini, perciò è rigorosamente
proibito di bestemmiare, fare discorsi contrari ai buoni costumi, o contrari alla Religione. Chi
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commettesse tali mancanze sarà paternamente avvisato la prima volta; che se non si emenda si
renderà consapevole il Direttore, il quale lo licenzierà dall’ Oratorio.
7. Anche i giovani discoli possono essere accolti, purchè non diano scandalo, e
manifestino volontà di tener condotta migliore.
8. Non si paga cosa alcuna nè entrando {30 [60]} nè dimorando nell’ Oratorio. Chi
volesse aggregarsi a qualche Società lucrosa, può ascriversi in quella di Mutuo Soccorso, le cui
regole sono a parto.
9. Tutti sono liberi di frequentare quest’ Oratorio, ma tutti devono essere sottomessi agli
ordini di ciascun incaricato; tener il debito contegno nella ricreazione, in Chiesa, e fuori dell’
Oratòrio.
Capo III. Contegno in ricreazione.
1. La ricreazione è il miglior allettamento per la gioventù, e si desidera, che tutti ne
possano partecipare, ma solo con quei giuochi, che tra di noi sono in uso.
2. Ognuno sia contento dei trastulli, che gli sono stati trasmessi, e si contenga nel sito
assegnato a quel genere di giuochi.
3. Durante la ricreazione ed in ogni altro tempo è proibito di parlare di politica, introdurre
giornali di qualsiasi genere; leggere o ritenere libri senza l’ approvazione del Direttore.
4. È proibito il giuocar danaro, commestibili od altri oggetti senza il particolar permesso
del Prefetto; si hanno gravi motivi, {31 [61]} perchè quest’ articolo sia rigorosamente osservato.
5. Dato il caso, che durante la ricreazione entri nell’ Oratorio qualche persona, che paia di
condizione distinta, ognuno deve darsi premura di salutarlo, scoprendosi il capo, lasciando libero
il passo, e qualora anche sospendere il giuoco.
6. Generalmente è proibito il giuocare alle carte, ai tarocchi, alla palla, al pallone, lo
sgridare smoderato, disturbare i giuochi altrui; lanciare sassi, palle di legno o di neve, il
danneggiare le piante, le iscrizioni, le pitture; il guastare le mura, ed i mobili, far segni o figure
con carbone o legno, o con altro capace a macchiare.
7. È poi in particolar maniera proibito il rissare, percuotere, ed anche mettere
incivilmente le mani sopra i compagni; proferir parole sconce; usare modi che dimostrino
disprezzo ai compagni. Siamo tutti figliuoli di Dio, e dobbiamo tutti amarci colla medesima
carità come altrettanti fratelli.
8. Un quarto d’ ora prima che termini la ricreazione al tocco del campanello ognuno deve
ultimare il giuoco e la partita, che ha tra mano, senza più ricominciare. Suonato poi la seconda
volta ciascuno porti il trastullo ove l’ ha preso, e colà gli verrà rilasciato l’ oggetto dato in pegno.
{32 [62]}
9. Niuno può andare a giuocare fuori del recinto coi trastulli dell’ Oratorio.
10. In tempo di ricreazione tutti devono usare il debito rispetto agli incaricati, e di
mostrarsi sottomessi agli invigilatori.
Capo IV. Contegno in Chiesa.
1. Dato il segno di recarsi in Chiesa, ognuno vi si rechi prontamente con ordine, cogli
abiti aggiustati, e quelli che sanno leggere non dimentichino il rispettivo libro.
2. Entrando in Chiesa ciascuno prenda l’ acqua benedetta, faccia il segno della santa
Croce, vada a mettersi a suo posto per fare ginocchioni una breve preghiera, e pensi che trovasi
nella casa di Dio che è il Padrone del cielo e della terra.
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3. In Chiesa non dovrebbe essere necessario alcun assistente; il solo pensiero di trovarsi
nella casa di Dio dovrebbe bastare ad impedire ogni divagazione. Ma siccome taluno può
dimenticare se stesso, ed il luogo ove si trova, perciò ad ognuno si raccomanda di stare
sottomesso agli ordini dell’ assistente, e dei pacificatori, nè alcuno cerchi di uscire senza gravi
motivi.
4. Si raccomanda a tutti di non dormire, {33 [63]} non ciarlare, non ischerzare, o fare
gridi che possono eccitare il riso o il disturbo. Le quali mancanze saranno immediatamente
corrette, ed eziandio punite ad esempio del Divin Salvatore, che cacciò dal Tempio a sferzate
quelli che vi negoziavano.
5. Quando taluno è avvisato di qualche difetto o a torto o a ragione, accolga in silenzio ed
in buona parte l’ avviso, e se ha qualche motivo a produrre, ciò faccia dopo le Funzioni di
Chiesa.
6. Al mattino niuno cerchi di uscire finchè non sia cantato: Lodato sempre sia il nome di
Gesù e di Maria. Alla sera niuno si alzi da ginocchioni finchè il Sacramento non sia chiuso nel
Tabernacolo.
7. Si raccomanda a tutti di faro quanto si può per non uscire di Chiesa in tempo di
predica. Terminato le sacre Funzioni ciascuno senza far tumulto si porti a fare ricreazione oppure
a casa.
Capo V. Contegno fuori dell’ Oratorio.
1. Ricordatevi, o giovani, che la santificazione delle feste vi porta la benedizione del
Signore su tutte le occupazioni della settimana; ma vi sono ancora altre cose che {34 [64]}
dovete praticare, altre cose che dovete fuggire eziandio fuori dell’ Oratorio.
2. Procurate ogni giorno di non mai ommettere le preghiere del mattino e della sera, fare
alcuni minuti di meditazione o almeno un po' di lettura spirituale, ascoltare la santa Messa, se le
vostre occupazioni lo permettono. Non passate dinanzi a Chiesa, Croce, o Immagine divota
senza scoprirvi il capo.
3. Evitate ogni discorso osceno, o contrario alla Religione, perchè s. Paolo ci dice che i
cattivi discorsi sono la rovina dei buoni costumi.
4. Dovete tutti in ogni tempo tenervi lontani dai teatri diurni e notturni, fuggirete bettole,
i caffè, i ridotti da giuoco, ed altri simili luoghi pericolosi.
5. Non coltivare l’ amicizia di coloro, che sono stati licenziati dall’ Oratorio, e che
parlano male dei vostri Superiori, o che cercano di allontanarvi dai vostri doveri; fuggite
specialmente quelli che vi dessero consiglio di rubare in casa vostra o altrove.
6. Finalmente è proibito il nuoto, ed il fermarsi a vedere a nuotare, come una delle più gravi
trasgressioni delle regole dell’ Oratorio. {35 [65]}
Capo VI. Pratiche religiose.
1. Le pratiche religiose tra di noi sono: La Confessione e Comunione, e a tale fine ogni
Domenica e festa di precetto si darà comodità a quelli che vogliono accostarsi a questi due
augusti Sacramenti.
2. L’ Uffizio della B. Vergine, la santa Messa, la lezione di Storia Sacra od Ecclesiastica,
il Catechismo, il Vespro, discorso morale, la Benedizione col Ss. Sacramento sono le Funzioni
religiose dei giorni festivi.
3. Delle pratiche particolari cui sono annesse le sante Indulgenze si parlerà a suo luogo.
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Capo VII. Confessione e Comunione.
1. Ritenete, giovani miei, che i due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada
del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione. Perciò riguardate come gran
nemico dell’ anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di nostra santa
Religione.
2. Fra di noi non vi è comando di accostarsi {36 [66]} a questi santi Sacramenti; e ciò per
lasciare che ognuno vi si accosti liberamente per amore e non mai per timore. La qual cosa riusci
molto vantaggiosa, mentre vediamo molti ad intervenirvi ogni quindici od otto giorni, ed alcuni
in mezzo alle loro giornaliere occupazioni fanno esemplarmente la loro Comunione anche tutti i
giorni. La Comunione solevasi fare quotidiana dai cristiani dei primi tempi; la Chiesa Cattolica
nel Concilio Tridentino inculca che ogni cristiano quando va ad ascoltare la s. Messa faccia la
santa Comunione.
3. Tuttavia io consiglio tutti i giovani dell’ Oratorio a fare quanto dice il Catechismo
della Diocesi, cioè: è bene di confessarsi ogni quindici giorni od una volta al mese. S. Filippo
Neri, quel grande amico della gioventù, consigliava i suoi figli spirituali a confessarsi ogni otto
giorni, e comunicarsi anche più spesso secondo il consiglio del confessore.
4. Si raccomanda a tutti e specialmente ai più adulti di frequentare i santi Sacramenti
nella Chiesa dell’ Oratorio per dar buon esempio ai compagni; perchè un giovane che si accosti
alla Confessione e Comunione con vera divozione e raccoglimento fa talvolta maggior
impressione sull’ anima altrui, che non farebbe una lunga predica.
5. I confessori ordinari sono il Direttore {37 [67]} dell’ Oratorio, il Direttore Spirituale,
ed il Prefetto. Nelle Solennità s’ inviteranno anche altri confessori a pubblica comodità.
6. Sebbene non sia peccato il cangiare confessore, tuttavia vi consiglio di sceglievene uno
stabile, perchè dell’ anima, avviene ciò che fa un giardiniere intornò ad una pianta, un medico
intorno ad un ammalato. In caso poi di malattia il confessore ordinario conosce assai facilmente
lo stato dell’ anima nostra.
7. Nel giorno che scegliete per accostarvi ai santi Sacramenti, giunti all’ Oratorio non
trattenetevi in ricreazione pel cortile, ma andate tosto in cappella, preparatevi secondo le norme
spiegate nelle sacre istruzioni, e come sono indicate nel Giovane Provveduto ed in altri libri di
pietà. Se vi tocca aspettare, fatelo con pazienza ed in penitenza dei vostri peccati. Ma non fate
mai risse per impedire che altri vi preceda, o per passare voi stessi davanti agli altri.
8. Il Confessore è l’ amico dell’ anima vostra, e perciò vi raccomando di avere in Lui
piena confidenza. Dite pure al vostro confessore ogni secretezza del cuore, e siate persuasi, che
Egli non può rivelare la minima cosa udita in confessione. Anzi non può nemmeno pensarvi
sopra. Nelle cose di grave importanza, come sarebbe nell’ elezione del vostro stato, consultate
sempre il {38 [68]} confessore. Il Signore dice che chi ascolta la voce del confessore ascolta Dio
stesso. Qui vos audit me audit.
9. Finita la confessione ritiratevi in disparte, e col medesimo raccoglimento, fate il
ringraziamento. Se avete il consenso del confessore preparatevi alla santa Comunione.
10. Dopo la Comunione trattenetevi almeno un quarto d’ ora a fare il ringraziamento;
sarebbe una gravissima irriverenza se pochi minuti dopo aver ricevuto il Corpo, Sangue, Anima
e Divinità di Gesù Cristo uno uscisse di Chiesa o si mettesse a ridere ed a chiacchierare, sputare
o guardare qua e là per la Chiesa.
11. Fate in maniera che da una confessione all’ altra riteniate a memoria gli avvisi dati
dal confessore, procurando di metterli in pratica.
12. Un’ altra cosa riguarda la Comunione ed è: fatto il ringraziamento, dimandate sempre
a Dio questa grazia, cioè di poter ricevere colle debite disposizioni il santo Viatico prima della
vostra morte. {39 [69]}
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Capo VIII. Materia delle Prediche, e delle Istruzioni.
1. La materia delle Prediche e delle Istruzioni morali deve essere scelta e adattata alla
gioventù, e per quanto si può, essere mischiata di esempi, di similitudini, di apologhi.
2. Gli esempi si ricavino dalla Storia Sacra, dalla Storia Ecclesiastica, dai santi Padri, o
da altri accreditati autori. Ma si fuggano i racconti che possono eccitare il ridicolo sulle verità
della fede. Le similitudini poi piacciono assai, ma bisogna che siano di cose conosciute, o facili a
conoscersi dagli uditori; che siano bene studiate, ed abbiano un’ applicazione chiara ed adattata
agli individui.
3. Si badi che gli esempi devono solamente servire a confermare la verità della fede, le
quali devono già essere provate prima. Le similitudini poi devono solamente servire di mezzo
per dilucidare una verità provata o da provarsi. Le Prediche si facciano in lingua italiana, ma nel
modo più semplice e popolare che sia possibile, e dove ne sia mestieri si usi anche il dialetto
della provincia. Non importa che ci siano giovani, ed altri uditori, che comprendano l’ italiano
{40 [70]} elegante; chi capisce un discorso elegante, capisce assai più il popolare, ed anche il
piemontese4.
4. Le Prediche non devono mai oltrepassare la mezz’ ora, perchè il nostro s. Francesco di
Sales dice essere meglio che il predicatore lasci desiderio di essere udito e non mai noia. E la
gioventù particolarmente ha bisogno, e desidera anche di ascoltare, ma sia usata grande industria
perchè non resti mai nè oppressa nè annoiata.
5. Quelli che si degneranno di venire in quest’ Oratorio a spiegare la parola di Dio sono
caldamente pregati di essere chiari e popolari quanto è possibile; facciano cioè in modo, che in
qualsiasi punto del discorso gli uditori capiscano quale virtù sia inculcata, o quale vizio sia
biasimato.
Capo IX. Feste cui sono annesse le sante Indulgenze.
1. Non c’ è giorno di vacanza in quest’ Oratorio; le sacre Funzioni si fanno in tutti i
giorni festivi. Ma poichè i Sommi Pontefici {41 [71]} hanno concesse molte Indulgenze per
certe Solennità; così in esse si raccomanda particolare divozione e raccoglimento. Il regnante Pio
IX concede Indulgenza Plenaria nelle seguenti Solennità:
I. S. Francesco di Sales Titolare dell’ Oratorio.
II. S. Luigi Gonzaga, nostro Patrono principale, e Titolare dell’ Oratorio di Porta Nuova.
III. Annunziazione di Maria Vergine.
IV. Assunzione di Maria Vergine.
V. Nascita di Maria.
VI. Rosario di Maria.
VII. Immacolata Concezione.
VIII. S. Angelo Custode.
2. È bene qui notare, che per lucrare la Plenaria Indulgenza è prescritto 1° La
Sacramentale Confessione e Comunione. 2° Visitare questa Chiesa. 3° Far qualche preghiera
secondo l’ intenzione del Sommo Pontefice.
3. Le feste di s. Francesco di Sales, e di s. Luigi Gonzaga, sono celebrate con par-ticolar
pompa e solennità. Il Rettore, il Direttore Spirituale, il Prefetto prenderanno insieme i debiti
concerti col Priore della Compagnia di s. Luigi per quanto occorrerà in quei giorni. {42 [72]}
4 Nei primi tempi dell’ Oratorio dal 1840 al 1850 si faceva uso del solo dialetto piemontese; ma di poi venendo
giovanetti da ogni parte d’ I-talia, e di tutte le nazioni, si adottò la lingua italiana, come quella usata in tutta la
penisola.
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Capo X. Pratiche particolari di Cristiana pietà.
1. Un’ importante pratica di pietà è la Comunione, che il Sommo Pontefice ha concesso
di fare nella mezzanotte del Ss. Natale. Avvi facoltà di celebrare le tre Messe consecutive, di fare
la s. Comunione colla Indulgenza Plenaria a chi s’ accosta alla confessione e comunione. Vi
precede la Novena solenne colla Benedizione del Ss. Sacramento. In quella sera poi tutti possono
liberamente cenare o fare la colazione, poscia prepararsi per la santa Comunione. La ragione si è,
che bisogna essere digiuni dalla mezzanotte in giù, e tal Comunione si fa dopo mezzanotte.
2. Nei quattro ultimi giorni della Settimana Santa vi sono i Divini Uffizi, e si fa il santo
Sepolcro. Al Giovedì poi alle cinque di sera, se il tempo non impedisce, andranno tutti
processionalmente a visitare i santi Sepolcri. Dopo di che avrà luogo la solita funzione della
lavanda dei piedi.
3. Si fanno pure esercizi particolari di pietà nel mese di maggio in onore di Maria Ss., e
nell’ ultima settimana di questo mese avrà luogo un Ottavario, che servirà come di chiusa del
mese. {43 [73]}
4. Nell’ ultima Domenica di ciascun mese si farà 1’ esercizio della buona morte che
consiste in una accurata preparazione, per ben confessarsi e comunicarsi, e raggiustare le cose
spirituali e temporali, come se ci trovassimo al fine di vita. Nella solennità delle Quarantore e per
l’ esercizio della buona morte vi è l’ Indulgenza Plenaria.
5. Nella prima Domenica di ciascun mese si suol fare una processione in onore di san
Luigi Gonzaga nel recinto dell’ Oratorio, e tutti quelli, che intervengono, guadagnano 300 giorni
di Indulgenza concessa dal regnante Pio IX.
6. Vi è pure Indulgenza Plenaria all’ esercizio delle sei Domeniche di s. Luigi Gonzaga.
Consiste questo esercizio nello scegliere le sei Domeniche precedenti alla festa del Santo, e fare
in esse qualche pratica di divozione, come fu stampato in piccolo libretto ed anche nel Giovane
Provveduto. Chi si confessa e si comunica in queste Domeniche può guadagnare l’ Indulgenza
Plenaria in ciascuna di esse.
7. Per lucrare le sante Indulgenze è indispensabile lo stato di grazia, perchè non può
ottenere la remissione della pena temporale chi meritasse la pena eterna.
8. Tutte le mentovate Indulgenze sono applicabili alle anime del Purgatorio. {44 [74]}
Capo XI. Compagnia di s. Luigi.
1. Il regnante Pio IX ha concesso l’ Indulgenza Plenaria pel giorno in cui uno si fa
ascrivere alla compagnia di s. Luigi. Lo scopo che si propongono i soci si è di imitare questo
Santo nelle virtù compatibili al proprio stato, ed avere la protezione di Lui in vita, e in punto di
morte.
2. L’ approvazione dell’ Arcivescovo di Torino, e del regnante Pio IX devono animarci
ad aggregarci a questa Compagnia.
3. A maggior tranquillità di tutti vuoisi notare, che le regole della Compagnia di s. Luigi
non obbligano sotto pena di peccato nemmeno leggero; perciò chi trascura qualche regola della
Compagnia si priva di un bene spirituale, ma non fa alcun peccato. La promessa che si fa all’
Altare di s. Luigi non è un voto; chi però non avesse volontà di mantenerla fa meglio a non
iscriversi.
4. Questa compagnia è diretta da un Sacerdote col titolo di Direttore Spirituale, e da un
Priore, il quale non deve essere Sacerdote.
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5. Il Direttore Spirituale è nominato dal Superiore dell’ Oratorio. E suo uffizio di vegliare
{45 [75]} che tutti i Confratelli osservino le regole; fa l’ accettazione di quelli, che gli paiono
degni; tiene il catalogo de' vivi e dei defunti; è visitatore degli ammalati della Società di Mutuo
Soccorso. Il tempo della sua carica non è limitato.
6. Il Priore si elegge a pluralità di voti da tutti i confratelli della Compagnia insieme
radunati. La sua carica dura un anno e può essere rieletto. Il tempo stabilito per la elezione del
Priore è la sera del giorno di Pasqua.
7. La carica del Priore non porta alcuna obbligazione pecuniaria. Se fa qualche oblazione
in occasione della festa di s. Luigi, di s. Francesco di Sales, od in altre circostanze, è a titolo di
limosina. E pure uffizio suo di vegliare nel coro, e procurare che il canto sia ben regolato, e che
le Solennità si facciano con decoro.
8. Al priore è raccomandata la parte disciplinare delle regole dell’ Oratorio, ed è
coadiuvato dal vice-Priore, che è pure eletto a pluralità di voti la Domenica in Albis. {46 [76]}
Parte terza. Delle scuole elementari diurne e serali.
Capo I. Classi e condizioni di accettazione.
1. Le scuole dell’ Oratorio comprendono l’ intero corso elementare annuale, le scuole
serali dal principio di novembre alla Pasqua o le autunnali.
Le materie sono quelle prescritte dai programmi governativi.
2. Tutti possono prendere parte a questo scuole, eccetto quelli, che non hanno compiuta l’
età di 6 anni o sono infetti da male contagioso a norma del regolamento dell’ Oratorio festivo
(parte seconda, cap. I, art. 4).
3. Nell’ atto di accettazione debbono indicare il nome, cognome, paternità, luogo di
nascita, età e domicilio, se sono promossi alla comunione e quante volte, se cresimati.
Tutti gli scolari sono strettamente obbligati {47 [77]} a frequentare le funzioni dell’ Oratorio
festivo.
4. La scuola è gratuita, ma ciascuno è tenuto a provvedersi libri, quaderni e quanto
occorre per la scuola, e chi per estrema povertà non potesse provvedersi del necessario ne potrà
far domanda al Direttore, che non rifiuterà di aiutarlo quando, verificatosi il bisogno, vi sia
buona condotta da parte dell’ allievo.
5. Sebbene queste scuole sieno aperte a tutti, tuttavia nei casi di ristrettezza di posto, si
preferiscono i più poveri ed abbandonati, e quelli che già frequentano l’ Oratòrio nei giorni
festivi.
Avvisi generali.
1. Ogni allievo deve portare rispetto ai superiori ed ai maestri; e chi non potesse più
frequentare la scuola ne renda avvisato il Direttore o il proprio maestro.
2. Al cominciar dell’ anno si darà a ciascuno un libretto sopra cui sarà segnato l’
intervento alle funzioni dell’ Oratorio festivo. Si abbia cura di farlo bollare mattino e sera d’ ogni
Domenica, e ogni Lunedi mattino lo porti con sè a fine di poterlo presentare al Superiore, nel
caso che ne faccia richiesta.
3. I genitori devono aver cura di mandarli puliti nella persona e negli abiti, e {48 [78]}
venire di tanto in tanto a prendere informazioni della condotta dell’ allievo.
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4. E proibito rigorosamente a tutti gli allievi 1° di far commissioni per gli interni; 2°d’
introdurre libri,giornali, scritti o stampe di qualsiasi genere, senza che siano prima veduti,dal
Direttore dell’ Oratorio.
5. È rigorosamente proibito di gettare pietre, far risse o schiamazzi nel venire a scuola o
nell’ uscita.
Capo II. Del Portinaio.
1. E strettissimo dovere del portinaio trovarsi per tempo in portieria, ricevere
urbanamente i giovani e chiunque si presenta.
2. Venendo qualche giovane nuovo lo accolga amorevolmente, lo informi dell’
andamento dell’ Oratorio, lo indirizzi al Direttore od a chi ne fa le veci, perchè sia iscritto sul
registro degli allievi, e gli si assegni una classe.
3. E rigorosamente proibito di lasciar passare persone forestiere collo scopo di penetrare
nello Istituto. In tali casi devonsi indirizzare al portinaio della casa ovvero dell’ ospizio.
4. I genitori dei giovani venendo a domandar {49 [79]} informazioni dei loro figli, se
sono donne si facciano fermare in fondo al cortile.
5. Deve impedire le comunicazioni delle persone interne colle esterne, le commissioni, le
compere, le vendite di qualsiasi genere di cose.
6. I giovani, entrati nel cortile, non debbono più uscire, e quando occorresse qualche
ragionevole motivo ne ottengano il permesso dal Superiore, o almeno dal rispettivo maestro.
7. E proibito severamente lasciar uscire alcuno degli interni per la porta degli esterni.
8. Il portinaio deve vegliare che nessuno introduca nel cortile libri, giornali, fogli di
qualsiasi genere, se prima non sieno veduti dal Direttore. Rinnovi costantemente la proibizione
di fumare o masticar tabacco nei cortili o in altri siti dell’ Oratorio.
Capo II. Delle scuole serali di commercio e di musica.
1. Le scuole commerciali e di musica sono gratuite; ma chi desidera frequentarle è
obbligato d’ intervenire alle pratiche di pietà dell’ Oratorio festivo; gli allievi devono aver
compiuti gli anni 9 di età. Per la scuola {50 [80]} di canto bisogna almeno essere in grado di
leggere il latino e l’ italiano.
2. Nell’ atto di accettazione devesi indicare nome, cognome, paternità, luogo di nascita,
professione, età e domicilio, se sono promossi alla comunione e quante volte, se cresimati.
3. Da ogni allievo musico si esige formale promessa di non andare a cantare nè a suonare
nei pubblici teatri, nè in altri trattenimenti in cui possa essere compromessa la Religione od il
buon costume.
4. In principio della scuola si reciterà l’ Actiones nostras ecc., coll‘ Ave Maria. Finita la
scuola si dirà l’ Agimus coll’ Ave Maria e la giaculatoria: Maria Auxilium ecc. quindi ciascuno si
ritirerà a casa sua.
5. Chi dovesse per qualunque motivo esentarsi dalla scuola ne darà avviso al maestro od
al Direttore.
6. In fin dell’ anno sarà fatta pubblica distribuzione di premi a quelli che si sono segnalati
nella condotta morale e nel profitto scolastico.
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Capo IV. Dei Maestri.
1. Il maestro procuri di trovarsi puntuale in classe per impedire che succedano disordini
prima e dopo la scuola. {51 [81]}
2. Procari di andar preparato sulla materia della lezione; ciò servirà molto per far
comprendere le difficoltà dei temi, e tornerà di minor fatica allo stesso maestro.
3. Niuna parzialità, niuna animosità; avvisi e biasimi se ne è caso, ma perdoni facilmente.
4. I più idioti della classe sieno oggetto delle sue sollecitudini; incoraggi, ma non
avvilisca mai.
5. Interroghi tutti senza distinzione e con frequenza, e dimostri grande stima ed affezione
per tuttti i suoi allievi.
6. I castighi sieno inflitti nella scuola; nè per castigo allontanisi mai alcuno dalla classe.
Ma si ritenga che è rigorosamente proibito di dare schiaffi, battiture o percuotere come che sia
gli allievi. Presentandosi casi gravi mandi a chiamare il Direttore, o faccia condurre il colpevole
presso di lui.
7. Dovendo prendere deliberazione di grave importanza intorno a qualche allievo, ne
parli prima col Direttore.
8. Raccomandi nettezza nei quaderni, regolarità e perfezione nella calligrafìa; pulitezza
nei libri e sulle pagine, che si devono presentare al maestro.
9. Almeno una volta al mese dia un lavoro di prova, e dopo d’ averlo corretto, ne dia le
pagine al Direttore.
10. Tenga la decuria in modo da poterla {52 [82]} presentare ogni giorno a chi ne facesse
domanda, e nel caso che qualche persona autorevole visitasse le scuole.
11. Vegli sopra le letture di cattivi libri, raccomandi e nomini gli autori che si possono
leggere e ritenere senza che la religione e la moralità sieno compromesse.
12. Dai classici sacri e profani avrà cura di trarre le conseguenze morali, quando l’
opportunità della materia ne porga occasione, ma senza ricercatezza.
13. Sono proibite ai maestri le visite ai parenti dei giovani.
14. Venendo qualche parente a domandar informazioni di un allievo, dia soddisfazione,
ma ciò si faccia in cortile o nel parlatorio, e non nella scuola (1).
Capo V. Norme generali per la festa di s. Luigi e di s. Francesco di Sales.
1. Nei nove giorni che precedono la festa si canterà in Chiesa l’ Iste confessor... o l’
Infensus hostis etc., con qualche preghiera ed un sermoncino, o almeno un po' di lettura della vita
del Santo, o sopra qualche verità della fede.
2. Nelle Funzioni del mattino e della sera precedente si esortino i giovani ad accostarsi
{53 [83]} ai SS. Sacramenti della confessione e comunione.
3. In questo tempo si provvedano i cantori, sieno insegnate le cerimonie al piccolo clero,
e le cose che concernano alle sacre Funzioni; nè si ommetta di avvisare i giovani, che
accostandosi ai SS. Sacramenti in questi giorni, possono lucrare l’ Indulgenza Plenaria.
Del fine del carnovale e principio della Quaresima.
1. Nella Domenica di Sessagesima si avvertano i giovani che, la Domenica seguente,
essendo l’ ultima di carnovale, si farà qualche cosa di particolare in giuochi od altri trattenimenti.
2. Si avvisi che 1’ Oratorio sarà aperto anche il lunedì e martedì ultimi di carnovale. In
quei tre giorni, o almeno nella domenica e martedì dopo mezzogiorno, dopo la ricreazione, si
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canteranno i Vespri, cui seguirà l’ istruzione in forma di dialogo; e la Benedizione col Ss.
Sacramento.
Del Catechismo della Quaresima e della Cresima.
1. Fin dai primi giorni della Quaresima si osservi se, fra quelli che frequentano l’
Oratorio, ve ne siano da cresimare. Nel caso affermativo si dividano in due o tre {54 [84]} classi
i cresimandi e si facciano loro istruzioni a parte sul modo di ricevere questo Sacramento. Non
più tardi della metà della Quaresima debbono essere cresimati perchè vi sia tempo a prepararli
per la Pasqua.
2. I giovani siano classificati secondo la loro età, e la scienza, e gli allievi non sieno più
di dieci circa.
3. Il Catechista tenga nota esatta de' suoi alunni, ed ogni giorno dia il voto di condotta e
di profitto.
4. Prima che sia finita la Quaresima procuri che gli allievi sieno sufficientemente istruiti
nei Misteri principali e specialmente sulla confessione e comunione.
5. Nella settimana di Passione esamini i suoi allievi, e li promuova se sono idonei, e ne
dia il voto al Direttore che lo metterà in registro a parte.
6. Quando in classe si avesse qualcuno già adulto, ma ignorante di religione, lo deve
consegnare al Direttore, perchè possa fargli dare un’ istruzione adattata.
7. Il giovedì, che separa la Quaresima per metà, non si fa il Catechismo nè mattino nè
sera, e ciò per evitare certi scherzi che spesso sono cagione di risse e di scandalo.
8. Al sabato sera si fa pure la dottrina, ma si lascia comodità di confessarsi a quelli, che lo
desiderano. Si abbia massima cura, {55 [85]} che i Catechizzandi nel corso della Quaresima si
confessino almeno una volta ed anche di più, e ciò per evitare inconvenienti che sogliono
accadere quando si accostano per la confessione Pasquale. Sul fine della settimana di Passione si
darà avviso che nella seguente settimana comincieranno i santi Spirituali Esercizi.
Degli Esercizi e della Pasqua.
1. Gli esercizi comincieranno in quel giorno ed ora della Settimana Santa, che il Direttore
giudicherà di maggior comodità a' suoi giovanetti.
2. In ciascun giorno vi sarà il numero di prediche compatibile alla condizione ed
occupazione degli allievi.
3. Il lunedì mattino dopo la Domenica delle Palme vi saranno le confessioni dei più
piccoli non ancora promossi alla Santa Comunione.
4. Il Martedì Santo degli scolari promossi alla santa Comunione5.
5. La Domenica della Risurrezione è destinata alla Pasqua degli artigiani. {56 [86]}
Delle sette Domeniche di san Giuseppe e delle sei Domeniche di s. Luigi.
1. Nelle sette Domeniche precedenti alla festa di s. Giuseppe e nelle sei precedenti la
festa di 5. Luigi Gonzaga avvi Indulgenza Plenaria per chi si accosta al santo Sacramento della
5 Dove sono molti quelli che fanno la prima Comunione, è bene che la facciano in un giorno distinto, da sè soli a
scelta del Direttore.
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confessione e comunione; perciò se ne dà avviso per tempo, e si indirizzano ai giovani speciali
parole d’ incoraggiamento.
Classificazione dei giovani pel Catechismo.
1. Due volte all’ anno conviene ordinare le classi; dopo Pasqua, perchè allora arrivano
molti giovanetti forestieri, e d’ altra parte bisogna dare un nuovo posto a coloro, che furono poco
prima promossi alla santa Comunione.
La seconda volta si fa sul principio delle scuole autunnali pel gran numero di giovani, che
sogliono frequentare 1’ Oratorio. Allora è bene di fare due categorie, cioè: Artigiani e Studenti.
Delle Lotterie.
1. Si è stabilito, che le lotterie si facciano ogni trimestre, cioè: a s. Francesco di Sales, la
festa di Maria Ss. Ausiliatrice, a s. Luigi Gonzaga, alla festa di tutti i Santi.
2. Chi guadagna avrà un premio corrispondente {57 [87]} alla frequenza ed alla morale
sua condotta.
3. Gli oggetti di lotteria saranno libri di divozione, o di amene letture, quadretti,
crocifissi, medaglie, giuocattoli di diverso genere, ed anche pei più esemplari qualche paio di
scarpe o qualche taglio di vestiario.
4. Nella Domenica in Albis si fa solenne distribuzione di premi a quelli che colla loro
frequenza e colla loro buona condotta si sono segnalati nell’ intervenire al Catechismo in tempo
della Quaresima.
5. Nella seconda Domenica dopo Pasqua si fa la lotteria per quelli che hanno frequentato
l’ Oratorio festivo.
6. I pacificatori stanno nel cortile vicino alla lotteria per quietare quelli che cagionassero
qualche disturbo.
Del Bibliotecario.
1. Al Bibliotecario verrà aflìdata una piccola scelta di libri utili ed ameni da distribuirsi ai
giovani, che desiderano, e che fanno sperare di fare qualche profitto.
2. Noterà sopra un registro nome e cognome di quelli cui impresta il libro, avvisandoli,
che allo scadere del mese procurino di riportare il libro somministrato.
3. Terrà pure conto dei libri che entrano ed escono dalla Biblioteca per poterne dar conto
a chi di ragione. {58 [88]}
4. Gli addetti alla Biblioteca saranno due, cioè: il Bibliotecario, che distribuisce i libri, e
l’ Assistente generale, che ne dà il permesso, e prende nota del nome, e dimora dell’ allievo, e
del titolo del medesimo libro.
5. L’ uffizio di Bibliotecario, e di Assistente si possono riunire nella stessa persona, come
pure si possono a vicenda supplire, in assenza dell’ uno o dell’ altro.
6. Si raccomanda a tutti di non perdere libri, guastarli, o scrivervi sopra il proprio nome, e
di restituirli entro un mese.
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FINE.
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Visto, nulla Osta alla Stampa. Torino, 2 Novembre 1877. {59 [89]} {60 [90]}
Indice
Parte prima.
Scopo di quest’ opera
Capo I Del Direttore
Capo II Del Prefetto
Capo III Del Catechista o Diret Spirituale
Capo IV Dell’ Assistente
Capo V Dei Sacrestani
Capo Avvisi per coloro che sono addetti alla Sacrestia
Capo VI Del Monitore
Capo VII Degli Invigilatori
Capo VIII Dei Catechisti
Capo IX Dell’ Archivista o Cancelliere
Capo X Dei Pacificatori
Capo XI Dei Cantori
Capo XII Regolatori della ricreazione
Capo XIII Dei Patroni e Protettori
pag 3
5
6
7
8
9
11
12
13
14
19
20
21
23
26
Parte seconda.
Capo I Incumbenze riguardanti a tutti gli impiegati di quest’ Oratorio
Capo II Condizioni d’ accettazione
Capo III Contegno in ricreazione
Capo IV Contegno in Chiesa
Capo V Contegno fuori dell’ Oratorio
Capo VI Pratiche religiose
Capo VII Confessione e Comunione
Capo V Materia delle prediche e delle istruzioni
Capo IX Feste cui sono annesse le sante Indulgenze
Capo X Pratiche particolari di Cristiana pietà
Capo XI Compagnia di s Luigi
28
29
31
33
34
36
ivi {61 [91]}
pag.40
41
43
45
Parte terza.
Capo I Classi e condizioni di accettazione
Avvisi generali
Capo II Del Portinaio
Capo III Delle scuole serali di commercio e di musica
Capo IV Dei Maestri
Capo V Norme generali per la festa di san Luigi e di s Francesco di Sales
Del fine del carnovale e principio della quaresima
Del Catechismo della Quaresima e della Cresima
Degli Esercizi e della Basqua
Delle sette Domeniche di s Giuseppe e delle sei Domeniche di s Luigi
Classificazione dei giovani pèl Catechismo
Delle Lotterie
Del Bibliotecario
47
40
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50
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53
54
ivi
66
57
ivi
ivi
58 {62 [92]}
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Torino, 1877 Tipografia Salesiana {63 [93]} {64 [94]} {65 [95]} {66 [96]}
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