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Don Bosco - Eccellentissimo Consigliere di Stato
ECCELENTISSIMO CONSIGLIERE DI STATO
{33 [37]} {34 [38]}
[è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]
INDEX
Illustrissimo Signore....................................................................................................................2
Prefettura della Provincia di Torino Consiglio Scolastico Provinciale.......................................2
Illusitrissimo Signore,..................................................................................................................3
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Illustrissimo Signore
Al ricorso da me rassegnato a Sua Maestà contro il decreto ministeriale di chiusura
dell’Istituto educativo di giovani stabilito in Torino nell’Oratorio detto di S. Francesco di Sales
mi vennero fatte dal Ministero di P. I. le seguenti dimande di schiarimenti intorno alla natura
dell’Istituto, alle quali mi feci premura di dare analoga risposta fin dal Luglio dell’anno scorso,
risposta che ora qui riproduco.
A tale uopo reputo opportuno di ricordare in via sommaria (come apparisce dimostrato
dai documenti già presentati a questo Eccellmo Consiglio di Stato).
1° che l’Istituto predetto si deve considerare sia come vero Istituto paterno, e come
Istituto di beneficenza;
2° che, dato e non concesso che sia un Istituto privato, e quindi soggetto alla legge
vigente, esso non poteva essere chiuso, perchè i Professori dati in nota come abilitati
insegnarono essi medesimi effettivamente, facendosi solo sostituire in caso di necessità; sicchè è
un errore di fatto che siansi affidate le scuole ad altri insegnanti non abilitati;
3° Che tutto il passato depone in favore del ricorrente, al quale non furono mai
domandate note di Professori abilitati dalle autorità scolastiche precedenti, e che mandò esse
note solo quando gli furono richieste, invocando in suo favore gli articoli 251, 252 della legge,
soltanto allora che fu contestata la natura del suo Istituto.
Dovendo il mio ricorso essere deferito all’esame del Consiglio di Stato, mi pregio di
rassegnare alla S. V. I. una copia sia dei Quesiti, sia delle risposte nel caso che le possa tornare di
qualche utilità alla maggior cognizione della questione.
Torino, 2 Luglio 1881.
Umile Ricorrente
Sac. GIOVANNI BOSCO. {35 [39]} {36 [40]}
Prefettura della Provincia di Torino Consiglio Scolastico Provinciale
TORINO IL 18 GIUGNO 1880
No. 786
OGGETTO
Richiesta di notizie sull’Oratorio
Per incarico del Ministero della Pubblica Istruzione debbo invitare la S. V. a fornirmi le
seguenti notizie sull’Istituto da Lei fondato in questa Città sotto la denominazione di Oratorio di
S. Francesco di Sales;
1° Quale sia l’indole dell’Oratorio in generale e quale particolarmente lo scopo che Ella
si propone nel mantenere in esso le Scuole Ginnasiali.
2° Quanti siano i giovani dell’Oratorio addetti ad arti o mestieri, e quanti quelli che
frequentano le Classi del Ginnasio e quanti i Chierici che attendono agli studi filosofici e
teologici.
3o Se i giovani tutti dell’Oratorio e più specialmente quelli che attendono agli Studi
Ginnasiali siano tenuti nello Istituto gratuitamente, ed in caso negativo quanti siano quelli che
godono di un posto intieramente gratuito, e quanti d’un posto semi-gratuito.
4o Quanti alunni sogliano presentarsi annualmente all’esame di Licenza Ginnasiale e
quanti quelli che nell’anno passato lo superarono.
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5o Quanti siano gli alunni che negli ultimi cinque anni compirono la 5a Classe Ginnasiale
e quanti fra questi passarono in cotesto Istituto al corso filosofico, per dedicarsi quindi al
Ministero Ecclesiastico ed ascriversi al Sodalizio Salesiano da Lei fondato.
Il Prefetto Presidente
CASALIS
Al Molto Reverendo
Sac. GIOVANNI BOSCO
Direttore dell’Oratorio di San Francesco
di Sales
TORINO (Valdocco) {37 [41]} {38 [42]}
Illusitrissimo Signore,
Mi fo un dovere di rispondere ai varii Quesiti che V. S. Ill.ma si compiacque di propormi
per incarico del Ministero della Pubblica Istruzione sopra l’Oratorio di S. Francesco di Sales.
Il 1° Quesito domanda qual sia l’indole dell’Oratorio in generale e quale
particolarmente lo scopo che il Direttore si propone col mantenere in esso le Scuole Ginnasiali.
Rispondo alla prima parte del Quesito.
Un Parere emesso dal Consiglio di Stato nel 1879 stabilisce che il carattere di una
fondazione è determinato dal fine die si propone e dalle qualità delle persone a cui vantaggio
essa è diretta. - Ora ecco il fine che io mi proposi nel fondare l’Oratorio di S. Francesco di Sales
in Torino. Non credo poterlo meglio esporre che colle parole da me usate quando per la prima
volta ne formolai il Regolamento, e che furono consegnate alla Autorità governativa e pubblicate
sulla Gazzetta Ufficiale: “Si incontrano talora giovani orfani e privi dell’assistenza paterna,
perchè i genitori non possono o non vogliono curarsi di loro, senza professione, senza istruzione.
Costoro sono esposti ai più gravi pericoli spirituali e corporali, uè si sa come impedirne la
rovina, se non si stende loro una benefica mano, che li accolga, li avvìi al lavoro, all’ordine, alla
religione. La Casa dell’Oratorio di S. Francesco di Sales ha per iscopo di dar ricetto ai giovani di
questa categoria.”
“Affinchè un giovane sia accettato nella Casa detta: Oratorio di S. Francesco di Sales in
Valdocco, sono necessarie le seguenti condizioni:
1° Che il giovane abbia dodici anni compiuti, e che non oltrepassi i diciotto; {39 [43]}
2° Sia orfano di padre e di madre, nè abbia fratelli o sorelle, od altri parenti, che possano
averne cura;
3° Totalmente povero ed abbandonato. Qualora, avverandosi le altre condizioni, il
giovane possedesse qualche cosa, egli dovrà portarla seco alla Casa, e sarà impiegata a suo
favore, perchè non è giusto, che goda la carità altrui chi può vivere del suo;
4° Che sia sano e robusto, non abbia alcuna deformità nella persona, nè sia affetto da
malore schifoso o attaccaticcio;
5° Saranno di preferenza accolti quelli che frequentano l’Oratorio festivo di San Luigi,
del Santo Angelo Custode e di San Francesco di Sales; perchè questa Casa è specialmente
destinata ad accogliere que' giovani assolutamente poveri ed abbandonati che intervengono a
qualcheduno degli Oratorii summentovati.”
Questo è il fine col quale fu aperto l’Oratorio Salesiano, ed io restando fedele ad esso in
ogni tempo, mi ingegnai di attuarlo con quei mezzi che la Provvidenza mi somministrava. Ciò
posto apparisce chiaro essere l’Oratorio Salesiano nella sua indole un Istituto di Beneficenza a
pro della Gioventù abbandonata. E che sia tale fu riconosciuto sempre dai Municipii, dalle
Questure, dalle Prefetture, e dagli stessi Ministeri dello Stato che gli raccomandarono centinaia
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di giovanetti abbandonati: per tale fu proclamato nel Parlamento Nazionale e nel Senato del
Regno; e per tale in fine lo ebbero le persone dabbene e caritatevoli, che lo giovarono della loro
benevolenza e di copiosi sussidii, tanto che da piccoli principii potè crescere fino a ricoverare un
migliaio di persone, e fondare officine, laboratorii e scuole, dove i più utili ritrovati delle scienze
e delle arti sono comunicati ai figliuoli del popolo, e per essi riversati sulla civil Società.
In conferma di tutto questo viene il fatto che una innumerevole quantità di giovani, di cui
sarei pronto a declinare i nomi, usciti da questo Oratorio coprono oggidì nella Società ufficii più
o meno cospicui sia nei Licei e nelle Università; sia nell’Esercito e nelle pubbliche
Amministrazioni. E mi è grato poter affermare che nessuno di quelli, che si mostrarono docili
allievi di questo Istituto, ne uscì sfornito dei mezzi necessarii a guadagnarsi onorevolmente il
pane, come nessuno vi ha di mia saputa, che nelle sue relazioni e colla Società e col Governo
non si mostri uomo dabbene e buon cittadino; anzi vi hanno esempi di tali che in alcune gravi
contingenze spiegarono atti di vero eroismo.
Venendo alla seconda parte del medesimo Quesito primo, rispendo che lo scopo speciale,
che mi propongo nel mantenere le scuole in questo Oratorio si è di compiere un importante ramo
di educazione e soddisfare ai bisogni ed alle vocazioni molteplici e varie dei giovanetti in esso
ricoverati. Dei quali alcuni, inclinati per natura all’esercizio di certe arti e mestieri più nobili ed
elevati (tipografìa, calcografìa, fonderia, fotografia, stereotipia ecc. ) non {8 [44]} sarebbero in
grado di impararli bene ed esercitarti con frutto se non fossero un poco istruiti nel Latino, nel
Greco, nel Francese, nella Geografia e nell’Aritmetica ecc.
Altri mostrando un ingegno assai sveglio ed una speciale attitudine al culto delle scienze
si credette giovare grandemente alla Società coltivando questi eletti ingegni ed avviandoli alla
carriera delle scienze superiori. Di questi molli e cogli aiuti dell’Istituto o concorrendo ai posti
gratuiti del Collegio delle Provincie, o di altre benefiche istituzioni, poterono pigliare l’iscrizione
nelle Università muniti di tutti i titoli dalla legge richiesti e compiervi ì loro studi, ed ora fanno
buona prova o sulle cattedre o cogli scritti; e qui solo per brevità se ne tace il nome, potendosi
manifestare ad ogni richiesta della pubblica Autorità.
Sonvi poi altri non pochi di casato cospicuo ma caduti in bassa fortuna, i quali non
potendo per ragione di convenienza confondersi con quelli della prima categoria, vengono
avviati ad una carriera più confacente alla loro condizione. Per rispondere alle esigenze di queste
due ultime categorie di alunni si fu nella necessità di dare alle scuole dell’Oratorio la forma
d’insegnamento Ginnasiale. Questo scopo speciale, come si vede, non solo non contraria, ma
adempie vie più lo scopo generale di beneficenza, a cui mira questo Ospizio.
Risposta al 2° Quesito - I giovani dell’Oratorio addetti ad arti o mestieri od a lavori
diversi dell’Istituto sono in numero di 510. Quelli che frequentano le classi del Ginnasio, come
apparisce dalla nota già consegnata, al Sig. Provveditore sono circa 300. È forse superfluo il
notare che in questi numeri vi ha sempre una certa fluttuazione, essendovi quasi ogni settimana
dei giovani che per diversi motivi si allontanano dall’Istituto, ed altri che vi entrano.
Nell’autunno e nell’inverno per ragioni che è facile capire il numero dei ricoverati è maggiore,
mentre diminuisce nei tempi estivi.
Rispetto ai Chierici conviene avvertire due cose: 1° Che nell’Oratorio non c’è un corso
regolare di studi filosofici, ma a que' giovani che occupati nell’Uffizio di assistenti od in altri
lavori dentro l’Istituto, intendono consacrarsi allo stato Ecclesiastico, si dà, nel tempo e nel modo
che la condizione dell’Istituto permette, quell’insegnamento che è necessario a ben assistere nei
laboratorii, dormitomi ecc., a catechizzare i fanciulli, a fare scuole serali di letteratura e di
musica vocale ed istrumentale, ed a compiere altri somiglianti Uffizi necessarii all’Istituto e
richiesti dalla loro vocazione.
2° Che non tutti i Chierici, i quali dimorano presentemente nell’Oratorio o negli altri
Istituti fondati da D. Bosco, uscirono dalle scuole dell’Oratorio di Torino; ma i più furono allievi
di altri Collegi o Seminarii, i quali, desiderosi di associarsi a D. Bosco nelle varie opere di
Beneficenza che ha alle mani, vennero a sottoporsi all’ubbidienza di lui. Il che apparisce chiaro
dalla tavola seguente, colla quale si risponde al proposto Quesito.
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Chierici, che nel senso esposto attendono allo studio della Filosofia nell’Oratorio
Salesiano, venticinque; dei quali diciassette compierono il Ginnasio in altri {9 [45]} Istituti, e
soltanto otto furono allievi dell’Oratorio. Studenti di Teologia dodici, dei quali cinque
provenienti da altri Istituti.
Venendo ora al 3° Quesito, un articolo del Regolamento di questo Istituto dice: “Se il
postulante possiede qualche cosa, la porterà seco nella sua entrata nello Stabilimento, e sarà
impiegata a suo favore, perchè non è giusto che viva di carità, chi non è in assoluto bisogno.” -
In forza di questo articolo avviene che non tutti i ricoverati nell’Oratorio Salesiano vi stiano
gratuitamente, ma taluni vi paghino una piccola pensione mensuale od annua, secondo la
possibilità loro, o dei loro parenti. Il che tuttavia, avuto riguardo alla qualità delle persone, che si
accolgono in questo Oratorio, non toglie che la massima parte delle spese restino a carico del
medesimo, come apparisce dalla tavola seguente.
Giovani ricoverati 810. Posti tenuti gratuitamente 450.
Studenti tenuti gratuitamente nell’Istituto centosei (106). Un solo per ogni cento paga la
pensione di lire 24 mensuali. Gli altri ne pagano cinque, quale otto, quale dieci ecc. Tenuto poi
conto de' posti occupati gratuitamente e delle molte quote inesigibili, si può stabilire che la
pensione media degli studenti è di circa lire sei mensuali per testa. Le quali, come ognun vede,
non bastano a gran pezza a provvedere il vitto; onde l’istruzione rimane totalmente gratuita per
parte degli alunni che la ricevono, come è intieramente gratuita per parte di coloro che la danno,
non essendovi fra le tante persone, che sono necessarie all’istruzione, all’assistenza ed agli altri
uffizi dell’Istituto neppur uno, che riscuota un soldo di stipendio.
A compimento di questa risposta credo necessario avvertire che D. Bosco tiene altri
Istituti di educazione in varie parti d’Italia, i quali essendo destinati alle Classi mediocremente
agiate, vi si paga la pensione regolare di L. 24 mensuali od anche più, e vi danno l’insegnamento
Professori muniti dei Titoli legali. Con questi evidentemente non è da confondere come taluno ha
fatto, l’Oratorio di Torino diverso al tutto per indole e per condizioni.
Risposta al Quesito 4°. Gli allievi dell’Oratorio suddetto che annualmente sogliono
presentarsi all’esame di Licenza Ginnasiale sono in media una ventina. Nell’anno passato si
presentarono 31, lo superarono 26. Parecchi di questi ottennero i più bei voti nel R. Ginnasio
Monviso di Torino, ed uno riuscì il primo con dieci punti sopra tutti gli altri, ed ebbe l’attestato
di onore.
Rispetto al Quesito 5° credo necessario di notare che non esiste tra noi alcun sodalizio,
ma solo una pia Associazione detta di S. Francesco di Sales, la quale ha per iscopo di occuparsi
della educazione della Gioventù specialmente povera ed abbandonata. L’esponente e tutti quelli
che vi appartengono sono liberi cittadini e in ogni cosa dipendono dalle Leggi dello Stato.
Gli alunni che negli ultimi cinque anni compirono la 5a Classe Ginnasiale in questo
Oratorio furono 210. Quelli tra questi, che passarono nell’Istituto agli Studi Superiori per
dedicarsi al Ministero Ecclesiastico ed ascriversi alla pia Società di S. Francesco di Sales, sono
31. {10 [46]} Pare non tornare a biasimo dell’Istituto che parecchi de' suoi allievi di loro
spontanea volontà si associno a D. Bosco per recare ad altri quei benefizi, che essi hanno
ricevuto; ma insieme da questo confronto apparisce come sarebbe erroneo il credere che si
tengano aperte le scuole dell’Oratorio specialmente per benefizio della pia Associazione
Salesiana.
Con questo io credo avere per quanto mi fu possibile soddisfatto ai cinque Quesiti
proposti dalla S. V. Ill.mo, pronto a dare ogni altro schiarimento quando ne fossi richiesto. Ma nel
medesimo tempo oso supplicare il Consiglio di Stato che qualunque sia per essere la decisione
riguardo alla prima dimanda del mio Ricorso, Esso favorisca di pronunciare altresì il suo
esplicito parere intorno alla seconda domanda, che si riferisce alla legalità del Decreto
Ministeriale in forza di cui furono chiuse le scuole dell’Oratorio Salesiano.
In ogni evento intendo di mettere questo Pio Istituto sotto la benevola protezione di V. S.
Ill.ma della quale sarò sempre colla massima venerazione
Torino, 7 Luglio 1880.
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Obblig.mo servitore
Sac. GIOVANNI BOSCO. {11 [47]} {12 [48]}
TORINO, 1881 - Tipografia Salesiana. [47]
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