Cagliero 11 gennaio 2017 - ITA


Cagliero 11 gennaio 2017 - ITA

1 Page 1

▲back to top
N. 97 - gennaio 2017
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane
APPELLO MISSIONARIO DEL RETTOR MAGGIORE AI SALESIANI
C ari Confratelli,
vi scrivo questa lettera oggi, 8 dicembre del 2016, a 175 anni dall’inizio dell’Oratorio Salesiano, quan-
do, come ci narra lo stesso Don Bosco, egli recitò quell’Ave Maria con Bartolomeo Garelli. Lo faccio
con uno scopo ben preciso. E’ un giorno propizio per lanciare un appello missionario “ad gentes” a tutte le
Ispettorie del mondo e a tutti quei Confratelli che si sentono chiamati dal Signore a vivere la vocazione sale-
siana in questa forma particolare: disponibili ad essere salesiani missionari “ad gentes, ad exteros, ad vi-
tam”. Il mio appello è una voce che deve risuonare in tutte le Ispettorie e presenze salesiane del mondo per
favorire risposte generose.
Il motivo fondamentale di questo appello è triplice:
La missione evangelizzatrice nel mondo chiede a noi, Salesiani di Don Bosco, ad andare oltre, ad aprirci
ancora di più nel dare risposta a tante richieste, che ci giungono continuamente dalla Chiesa, per una
missione di evangelizzazione in diversi luoghi e in mezzo a tanti popoli.
Ci sono presenze della Congregazione che non riusciamo più a portare avanti perché in alcune nazioni dei
cinque continenti mancano salesiani che possano offrire il loro servizio, mentre in altri posti le forze
apostoliche sono più numerose. Penso in modo particolare ai giovani che ci attendono nel contesto del
Progetto Europa, nel Medio Oriente, nei paesi a maggioranza musulmana, nelle isole dell’Oceania, nel
Sud Sudan, nella Mongolia, in Siberia, Cambogia e Malesia, così come tra i giovani migranti del continen-
te americano ... e in tanti altri posti!
Il terzo motivo è intimamente legato alla passione missionaria di Don Bosco. Dopo la grande sfida missionaria
dell’Argentina, dell’anno 1875, per poter giungere, nel momento opportuno, in Patagonia, sembrava che
Don Bosco – così affermarono alcuni suoi successori – vivesse solo per quel progetto. Scrive Don Albera:
“Le Missioni furono il cuore del cuor suo e parve vivesse più soltanto per esse … Ne parlava con tanto en-
tusiasmo, che si restava meravigliati e fortemente edificati dall’ardore suo accesissimo per le anime”.
Lo stesso Don Bosco nel promemoria inviato nel 1880 a Papa Leone XIII dice esplicitamente: “Le missioni
estere furono sempre oggetto vagheggiato della Congregazione Salesiana”.
Lo stesso Don Bosco nel promemoria inviato nel 1880 a Papa Leone XIII dice esplicitamente: “Le missioni
estere furono sempre oggetto vagheggiato della Congregazione Salesiana”.

2 Page 2

▲back to top
Nei viaggi che ho compiuto in questi anni, che mi hanno permesso di visitare 44 Ispettorie, ho affermato molte
volte che dobbiamo riflettere sulla seguente costatazione: se Don Bosco avesse deciso di limitare il campo di
azione educativa pastorale dei suoi Salesiani ai soli ragazzi più bisognosi dell’Italia – e sarebbe stata una priorità
legittima, se si considera che l’Italia aveva molto bisogno dei suoi salesiani – e non avesse avuto la grande pas-
sione e la grande visione missionaria, che lo mosse in ogni momento, oggi la Congregazione Salesiana sarebbe
una piccola congregazione, probabilmente limitata ad una nazione. E’ stato lo slancio missionario del nostro Pa-
dre a rendere universale la Congregazione nella Chiesa e nel mondo.
Cari Confratelli, per i motivi che vi ho esposto, vi rivolgo questo forte appello e invito tutti alla generosità. In
primo luogo chiedo la generosità di quei Confratelli, che sentono questa chiamata esplicita da parte del Signore.
Poi la generosità delle Ispettorie, dei Direttori e, in modo particolare, degli Ispettori, affinché non spengano in
nessun modo l’inquietudine missionaria dei giovani Confratelli e di nessun altro Confratello, limitando il loro
sguardo e il loro interesse solo alla propria Ispettoria. Non possiamo dimenticare le nostre origini e la nostra
identità carismatica.
Conoscete bene qual è il nostro modo di procedere in questi casi. Non appena giunge al Rettor Maggiore una
chiamata, una lettera o un messaggio di posta elettronica da parte di un Confratello che manifesta questo desi-
derio, ha inizio nel Dicastero per le Missioni un discernimento sereno, serio e profondo con il Confratello e con il
suo Ispettore. Il tutto è poi posto a conoscenza del Rettor Maggiore. Molte volte il discernimento rende evidente
l’idoneità del candidato; qualche volta non è così. In ogni caso si cerca il bene delle persone e della missione.
Questo è il mio appello, cari Confratelli.
Vi invito a pregare secondo questa intenzione in tutta la Congregazione. Sono molte le persone alle quali non è
ancora giunto l’annuncio del Vangelo. Molti giovani hanno bisogno di un amico, di un fratello, di un padre, che
potranno trovare nei Salesiani che andranno loro incontro.
Maria Ausiliatrice benedica questa generosità e Don Bosco continui ad accompagnarci nel nostro impegno di es-
sere veri discepoli missionari.
Con affetto
Don Ángel Fernández A., SDB
\\
Rettor Maggiore
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi
La Beata Laura Vicuña (1891-1904), offre la sua giovane vita per la conversione della
mamma. Tra i proposti della sua Prima Comunione scrive: “Propongo di fare quanto so
e posso per […] riparare le offese che voi, Signore, ricevete ogni giorno dagli uomini,
specie dalle persone della mia famiglia; mio Dio, datemi una vita di amore, di mortifi-
cazione e di sacrificio”.
Per i Salesiani
Intenzione Missionaria Salesiana
Perché siano sempre e dovunque uomini di Chiesa e di unità.
La piena comunione ecclesiale è quanto Cristo stesso ci ha lasciato come suo testamento: ‘Padre,
che siano una cosa sola’ (Gv. 17,21). Il primo passo per dare compimento a questo ardente deside-
rio del cuore di Cristo è, innanzitutto, pregare come Lui ha fatto. Alla orazione seguirà la carità fra-
terna, che, come ci mostra papa Francesco, a cerchi concentrici raggiunge tutti i credenti, tutti i figli
e le figlie di Dio. Essere presenti in 132 nazioni è già in sé una grande responsabilità ecclesiale nel
campo dell’ecumenismo: i figli di Don Bosco sono chiamati a diventarne profeti e maestri, anzitutto
con l’esempio.