Cagliero 11 marzo 2018 it


Cagliero 11 marzo 2018 it

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N. 111 - marzo 2018
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane
M
entre percorriamo con fede quest’anno 2018, abbia-
mo gli occhi fissi sul 2019, anno in cui celebreremo,
ad ottobre, un mese missionario straordinario, in
occasione del centenario della Lettera Apostolica di Papa Bene-
detto XV, “Maximum Illud”. Nel contesto dell’immediato dopo
guerra (1919), il Papa fa sentire a tutta la Chiesa che si tratta di
un’ora drammatica della storia, e allo stesso tempo di un tempo
di speranza, un tempo molto favorevole per l’annuncio di Gesù
Cristo a tutti. Il ricordo della “furia delle persecuzioni” dei
primi secoli del cristianesimo dice Papa Benedetto XV ci fa anche guardare con realismo e con responsa-
bilità a quest’ora segnata da chiari segni di opposizione e di non accettazione della luce del Vangelo.
L’analogia con la nostra ora, è più che evidente. “Una terza guerra mondiale a pezzi”, ripete spesso Papa
Francesco. E questi, non sono tempi di lamentele, ma di abbondante e di generosa semina. Noi Salesiani
siamo chiamati a “seguire il movimento della storia”, a non lasciarci scoraggiare dalle difficoltà, e poiché
annunciamo la Buona Novella, siamo sempre lieti (cfr. Costituzioni Salesiane 19 e 17).
Buona missione a tutti!
D. Guillermo Basañes, SDB
Consigliere per le missioni
“V iandante, non esiste sentiero: il
sentiero si fa camminando,
così recita la poesia Camminante di Anto-
nio Machado, ben esprimendo come la
vita, la missione, sono un cammino alle
volte imprevisto, un cammino che forma
chi lo compie. I giovani salesiani
Il Progetto Missionario Europa
“cammina” con entusiasmo
missionari che hanno iniziato l’avventura
del Progetto Europa hanno fatto tale
esperienza in maniera concreta percor-
rendo insieme il “Cammino di Santiago”.
Tra l’11 e il 18 febbraio giovani salesiani provenienti dall’India, dal Vietnam, dal Timor Est, dall’Indonesia, dal
Perù, dalla Polonia, dal Congo, dallo Zambia, dalla Nigeria e dal Guatemala, inviati missionari in Francia, in
Belgio, in Olanda, in Irlanda, nel Regno Unito, in Ungheria, in Kosovo, in Austria, in Bulgaria e in Italia, si sono
messi in pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. Sono stati presenti gli accompagnatori delle Ispettorie e
anche l’équipe del Dicastero per le Missioni.
“Il cammino è stato un paradigma sulla missione in Europa. Non è stato facile affrontare, nel mese di febbraio il
freddo, il vento, la neve e anche una costante pioggia nella verde Galizia. Così come non è facile il cammino
evangelizzatore tra i venti freddi e indifferenti del secolarismo europeo. Ma l’esperienza del camminare ha of-
ferto uno sguardo di speranza verso la meta cui arrivare, ha aiutato a creare comunità tra i 38 missionari nel
vecchio continente, ha dato forza e ha fatto maturare i partecipanti nelle scelte salesiane e missionarie”.
L’apostolo San Giacomo Maggiore, uno dei prediletti del Signore, ci ha aiutato a rinvigorire la nostra vocazione di
discepoli-missionari, a purificare le nostre motivazioni evangeliche e a manifestare la nostra disposizione anche
fino al martirio a causa del ‘suo Nome’ come lui ha vissuto e testimoniato.
L’incontro di formazione permanente con i giovani missionari nell’Europa si realizza ogni due anni. In questi
incontri si valuta il cammino fatto e si analizzano le sfide. Il cammino che la Congregazione Salesiana sta
compiendo in diversi Paesi dell’Europa sta realmente portando frutti di vita e speranza. In questo luogo il Papa
San Giovanni Paolo II a detto quelle famose parole “Io, Vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale, grido
con amore a te, antica Europa: ritrova te stessa! Sii te stessa, riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna
a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza negli altri
continenti. Ricostruisci la tua unità spirituale, in un clima pieno di rispetto verso le varie religioni. Tu puoi
essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo”.

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LA GIOIA DI TRASMETTERE IL CARISMA DI DON BOSCO
La mia vocazione missionaria, credo, è stata forgiata nello stesso tempo della
mia vocazione salesiana. Ho avuto la provvidenziale fortuna di crescere in un
quartiere molto povero di Siviglia e, proprio nella mia infanzia, una giovanissima comu-
nità salesiana si è stabilita nel mio quartiere. Era una presenza di inserzione dell'era
post-conciliare: poche strutture, testimonianza della vita evangelica e salesiana e soli-
darietà concreta con i più poveri. La mia infanzia e quella di molti bambini e giovani del
mio quartiere si è trasformata grazie a un'atmosfera oratoriana che ci ha sedotto e ci ha
formati alla gioia, alla vita in gruppi, all'amore per Gesù e al servizio degli altri, in par-
ticolare dei più poveri. Quella comunità ha aiutato molti bambini, come me, a continua-
re i loro studi. Quei salesiani mi hanno segnato fino a farmi naturalmente desiderare di
essere come loro. La mia disponibilità ad andare in Africa fin dalle prime fasi della mia forma-
zione è stata spontanea.
Nella mia vita missionaria ci sono state diverse sfide. Ve ne presento due. La prima è stata la malattia.
Il mio "battesimo" di malaria in Togo, nel primo anno delle missioni, mi ha quasi ucciso, e sono stato addirittura
evacuato con urgenza. Quella situazione ha quasi frustrato la mia vita missionaria ad gentes. La seconda sfida è
stata la nuova presenza salesiana fondata a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. Era come se fosse il mio
turno di far rivivere ciò che ammiravo nei salesiani della mia infanzia. Senza sostegni economici, senza infra-
strutture, senza casa propria ... e con solo un fratello
in comunità. Le fondamenta della nostra comunità e
del lavoro di Ouagadougou sono state forgiate in un
oratorio spontaneo per le strade, nelle visite alle fa-
miglie, nelle celebrazioni domenicali sotto gli alberi.
Dopo due anni di vita e analisi dell'area, siamo stati
in grado di presentare un progetto per organizzare in
modo stabile i servizi educativi e pastorali, molto
semplici e pratici, per quegli umili bambini e giovani.
Una delle mie maggiori gioie, come missionario, è stata, senza dubbio, l’inizio della nostra presenza a
Ouagadougou. È molto impegnativo, ma soprattutto è un'immensa gioia sapere e vedere che stai trasmettendo
con le tue parole, i tuoi gesti e le tue decisioni, un carisma, ponendo le basi dell’opera di Bosco. Insieme a ciò,
questo mi ha aiutato a sentirmi molto missionario vivendo e lavorando in un'area di prima evangelizzazione, con
persone assetate del Vangelo, in un Paese con una significativa presenza cristiana.
La seconda gioia: sono stati gli anni vissuti in Mali. Sono stati 6 anni di una fenomenale scoperta di un
Paese che è per lo più musulmano e tollerante verso le altre religioni, in particolare verso il cristianesimo. Le
opere salesiane sono molto apprezzate e la Chiesa molto rispettata. Molti studenti e collaboratori erano autentici
"cristiani per desiderio" e la loro integrazione nelle attività salesiane era molto buona. Per me è stato un motivo
di speranza per la convivenza tra le religioni e per il lavoro della Chiesa e dei Salesiani nei paesi di maggioranza
musulmana. Lascio un pensiero ai giovani. Credo che la vita salesiana sia degna di essere vissuta, e se lo faccia-
mo con uno spirito missionario di dedizione gioiosa, disponibilità e amore per i giovani più poveri, riempie tutta
la nostra esistenza.
P. Antonio HERRERA, Missionario salesiano spagnolo in Benin (AFO)
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi
Il Beato Alberto Marvelli (1918-1946), ex-allievo dell’oratorio salesiano di Rimini - e di cui
ricorre il 21 marzo il centenario della nascita - ci ricorda come nella sua famiglia e nell’o-
ratorio salesiano incontrò collaboratori dello Spirito del Signore che prepararono il terreno
e, seminando insieme a Lui, si presero cura della sua vita e della sua crescita umana e cri-
stiana. Abbiamo una grande responsabilità. E per compierla, anche noi dobbiamo avere
nei nostri cuori quella scintilla di santità propria dei ricercatori di Dio, che in comunio-
ne, lavorano per il Regno dei Cieli.
Per i Salesiani dell’Europa
Intenzione Missionaria Salesiana
Perché il Primo Annuncio di Gesù Cristo abbia luogo nel continente
europeo, affinché la Famiglia Salesiana, nel suo contesto multicultu-
rale e multi-religioso, abbia il dono del discernimento nello Spirito.
L’Europa è un grande laboratorio di incontro multiculturale e multi-religioso. Le comu-
nità cristiane hanno davanti a loro la sfida di un dialogo rispettoso e di una coraggiosa
proposta del loro patrimonio spirituale cristiano. Nel dialogo e nell’annuncio realizzino
con fedeltà la loro missione.