Cagliero 11 gennaio 2018 it


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N. 109 - gennaio 2018
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane
Chiamata Missionaria del Rettor Maggiore ai Salesiani di Don Bosco
SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES
SEDE CENTRALE SALESIANA
Via Marsala, 42 – 00185 Roma
Il Rettor Maggiore
Prot. 17/0440
Roma, 08 dicembre 2017
Miei cari Confratelli, ricevete il mio fraterno e affettuoso saluto.
Come lo scorso anno, in questo 8 dicembre 2017, dal Sacro Cuore in Roma dove dimoriamo,
con la Basilica davanti ai miei occhi, vi scrivo questa lettera. Lo faccio con la stessa intenzione
dellanno scorso. È un giorno molto significativo per fare una chiamata missionaria ad gentesin
tutte le ispettorie del mondo e a tutti i confratelli che si sentono chiamati dal Signore a vivere la
nostra vocazione missionaria in modo particolare. Tutti siamo missionari dei giovani. Tuttavia,
certamente il Signore, dallinizio della nostra Congregazione, ha fatto sentire in modo molto
personale e speciale a molti confratelli questa chiamata missionaria per far giungere il Vangelo e la
missione salesiana tra i giovani dove cè maggiore bisogno, o dove ci stanno aspettando o dove non
siamo ancora arrivati.
Durante questo anno il Signore ci ha concesso la grazia di riavere tra noi don Tom Uzhunnalil.
Lui, missionario in Yemen, ci ha dato una grandissima testimonianza di profonda spiritualità e di
grande interiorità apostolica missionaria. E senza dubbio questa sua donazione e questo suo
sacrificio produrranno molto frutto.
In questo giorno, la mia chiamata missionaria intende risuonare anche nei cuori di molti
confratelli, in tutte le Ispettorie e presenze salesiane nel mondo, attendendo risposte generose. Don
Bosco disponeva di molti salesiani a lui vicini e li inviò nelle prime spedizioni. Io, in suo nome,
rivolgo un forte invito a tutti quei confratelli che sentono nel loro cuore questo desiderio suscitato
dal Signore.
Ogni anno constatiamo una bella risposta che si avvicina a quasi 20 missionari inviati in tutto il
mondo. Però sono molto fiducioso che sia possibile contare su un numero ancora maggiore per
far giungere, a molte più persone e in molti più luoghi, il Vangelo e leducazione di ragazzi e
giovani.
Le forze apostoliche non sono le stesse in tutte le parti della Congregazione. Ci sono ispettorie
e nazioni con molte vocazioni e altre che sperimentano una grande povertà. La nostra
fraternità e il sentirci tutti salesiani di Don Bosco nellunica Congregazione in tutto il mondo, e
non solo per il mio paese o la mia ispettoria, ci consente ancora di arrivare là dove cè più
bisogno di noi.
Ci aspettano ancora gli adolescenti e i giovani, e tra loro i più poveri, abbandonati e
pericolanti. Ci aspettano le missioni dellAmazzonia, delle Ande dellAmerica latina,
specialmente le popolazioni indigene; ci aspettano ai confini tra i paesi, nei campi profughi
come in Uganda. Anche lEst Europa è aperto alla nostra presenza. Malesia e Gambia saranno
spazi per la nostra presenza tra breve. Da molti altri paesi in cui già siamo presenti siamo
chiamati per andare in altre zone autenticamente missionarie.

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Per tutto questo, miei cari Confratelli, vi esorto fortemente alla generosità. Generosità,
anzitutto, dei confratelli che sentono questa chiamata esplicita da parte del Signore. Generosità
delle ispettorie, dei direttori e, specialmente, degli ispettori per non seppellire nessuna domanda
missionaria dei confratelli, specialmente dei giovani salesiani che hanno grandi ideali. Non possiamo
dimenticare le nostre origini né la nostra identità carismatica, come ci ricordano le nostre
Costituzioni: «I popoli non ancora evangelizzati sono stati oggetto speciale della premura e dello
slancio apostolico di Don Bosco. Ravvisiamo nel lavoro missionario un lineamento essenziale della
nostra Congregazione» (Cost. 30).
Non ho alcun dubbio che il Signore benedirà la nostra generosità.
Vi ricordo il modo di procedere. Quando il Rettor Maggiore riceve una telefonata, una lettera, una e
-mail da parte di un confratello che manifesta questo desiderio, si inizia un sereno e profondo
discernimento in dialogo con il confratello e con lIspettore da parte del Dicastero per le Missioni,
informando successivamente il Rettor Maggiore dei passi percorsi. Molte volte il discernimento fa
risaltare lidoneità del candidato. Alcune volte no. Però sempre nella ricerca del bene della persona
e della missione.
Questo è il mio appello, cari Confratelli, e vi invito a pregare per questo in tutta la
Congregazione. Ci sono molte persone che non hanno ancora ricevuto lannuncio del Vangelo. Ci
sono molti giovani che hanno bisogno dellamico, fratello e padre che saranno i Salesiani che
andranno ad incontrarli. Condivideremo la vita con loro, li aiuteremo a prepararci per la vita e
offriremo loro ascolto e accompagnamento”, sempre alla ricerca del loro bene. (Strenna 2018).
LAusiliatrice benedica questa generosità e
Don Bosco ci accompagni per essere
autentici discepoli missionari di Gesù.
Con affetto.
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi
Il Beato Titus Zeman (1915-1969), martire per le vocazioni,
attraverso i passaggi clandestini, ha in certo modo incarnato quei
passaggi fondamentali del processo di discernimento, strumento
principale con il quale si offre ai giovani la possibilità per scoprire e
realizzare, alla luce della fede, la propria vocazione. La sua fede, ispirata
dalla Parola di Dio, è stata la fonte della scelta di accompagnare i giovani
confratelli nellora della persecuzione, facendosi compagno di strada e
accogliendo con disponibilità questo dono della grazia.
Per i Salesiani dellAsia
Intenzione Missionaria Salesiana
Perché nei paesi asiatici, i cristiani, come pure le altre minoran-
ze religiose, possano vivere la loro fede con tutta libertà.
LAsia è un ricco mosaico di culture e religioni. Questa pluralità non sempre,
in tutte le regioni, trova una pacifica convivenza nella tolleranza e nella
libertà. Abbiamo una preziosa missione che consiste nelleducare i giovani al
rispetto delle sacre convinzioni dogni persona e anche ad avere il coraggio
di testimoniare con serenità e fermezza la fede nel Signore Gesù.