Cagliero11_2023_02_it


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CAGLIERO 11 41
Bollettino di Animazione
Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni Salesiane per le Comunità SDB e gli amici delle missioni Salesiane
Aspirantato missionario?
ft
Ciao a tuttt
La parrocchia è l'unità della
nostra comunità che espri-
me la nostra fede, crea uno
spirito di fraternità e mostra
solidarietà. Questo mese
Papa Francesco ci chiede di
pregare per questa comu-
nione nella Chiesa.
La fede non è solo preghiera,
ma impegno a vivere in
fraternità e solidarietà. Gli
Exallievi e gli Amici di Don
Bosco appartengono a più
fedi, ma la nostra identità
salesiana esige che ci
uniamo nella fraternità e
nella solidarietà. I nostri
valon di vita, verità e libertà
trovano la loro espressione
nella ricerca della giustizia,
nella promozione della
fraternità e nell"assicurare la
solidarietà.
li nostro amore e la nostra
gratitudine verso Don Bosco
ci permettono di portare
questi valon cristiani in
armonia all'interno di una
dimensione multireligiosa in
un modo urnco e arric-
chente.
La Prima guerra mondiale fu seguita da un periodo di rinascita missionaria nella
Chiesa cattolica. In questo clima, il Beato Filippo Rinaldi fondò la rivista Gioventù
Missionaria per animare i gruppi missionari salesiani. Infine, nel 1922, fondò a
Ivrea il primo aspirantato, destinato alla formazione dei futuri missionari ad
gentes. Presto altri aspirantati missionari sono stati fondati in Italia, Spagna, Gran
Bretagna e Francia. Il concetto era che, dopo gli studi secondari, gli aspiranti
missionari venissero inviati nelle missioni, dove avrebbero iniziato il noviziato e
intrapreso la formazione iniziale con i salesiani locali.
Nell'attuale processo formativo della Congregazione, il post-noviziato è la fase
formativa in cui si approfondisce l'identità carismatica. Perciò, è la fase formativa
più adatta per un serio discernimento missionario e in cui c'è la più viva e
generosa disponibilità missionaria tra i salesiani. Dopo aver consultato la propria
guida spirituale, il suo Direttore e l'Ispettore, il confratello può scrivere al Rettor
Maggiore presentando la propria disponibilità missionaria.
Oggi l'Aspirantato Salesiano è considerato il ponte naturale tra la pastorale
giovanile e la formazione iniziale. Sebbene esistano diverse forme di aspirantato
salesiano (ad esempio, aspirantati universitari, aspirantati della scuola superiore,
ecc.), il loro obiettivo primario è quello di accompagnare i giovani che esprimono
il desiderio e la volontà di discernere se Dio li chiama alla vita salesiana e, quindi,
disposti a intraprendere un percorso di verifica per capire se questa attrazione
iniziale è veramente una chiamata di Dio e se si hanno le condizioni adatte per
accoglierla.
L'aspirante sperimenta l’accompagnamento in vista del discernimento
attraverso una forte vita comunitaria con i compagni e l'équipe di
accompagnamento, un'esperienza vissuta della Spiritualità Giovanile Salesiana,
l'iniziazione alle attività apostoliche salesiane, in particolare in situazioni
missionarie per maturare come uomo e cristiano. In questo modo, l'aspirante
viene aiutato a scoprire se la chiamata di Dio per lui è verso la vita salesiana o
verso qualcos'altro, per poi essere guidato verso di essa.
Dunque, oggi, più che l'aspirantato missionario, è importante che gli aspiranti
abbiano esperienze missionarie significative, in particolare il coinvolgimento in
qualche forma di volontariato missionario1
Don Alfred Maravilla, SDB
Consigliere generale per le Missioni
PER LA RIFLESSIONE
E LA CONDIVISIONE
Bryan Magro
Presidente
Confederazione Mondiale
degli Exallievi di Don Bosco
Come possiamo suscitare nei
giovani il desiderio e la volontà
di scoprire la chiamata di Dio per
loro?
Come creare una forte sensibilità
missionaria nella nostra CEP?

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MOLDA, VIA- VIVERE LA MISSIO-
NARIETA NEL QUOTIDIANO ~
Don Andrea, il tema di questo mese sono te parrocchie. C'è qualcosa
di specifico nella pastorale parrocchiale salesiana a Chisinau?
Alla nostra comunità sono affidate due parrocchie: una qui a Chisinau. in città, e,
dall'anno scorso, una a Cretoaia, in un paesino a 28 km da Chisinau. Sono due
parrocchie molto diverse tra loro. Quella di Chisinau vive le dinamiche della città,
in particolare la spersonalizzazione e un senso di appartenenza annacquato.
Quella di Cretoaia, invece, molto coesa, essendo il villaggio piccolo e tutti gli
abitanti imparentanti tra loro, per certi versi può dirsi ecumenica perché, a causa
dei molti matrimoni misti, è frequentata sia da cattolici che da ortodossi.
AChisinau direi che c'è poco di specifico salesiano nella pastorale perché i giovani
e i bambini della parrocchia si devono cercare col lumicino. A Cretoaia, invece, lo
specifico della pastorale parrocchiale è dato dalla collaborazione con le suore
fondate dal beato Edmund Bojanowski che già da una ventina d'anni gestiscono
l'unico asilo del paese.
Papa Francesco dice che ogni pastorale in Chiesa deve essere missionaria.
È presente questo elemento nelle vostre parrocchie?
Qui in Moldavia bisogna stare attenti quando si parla di missionarietà per non
correre il rischio di essere tacciati di proselitismo. Qui, infatti, siamo in un Paese a
maggioranza ortodossa, quindi cristiano, e gli ortodossi non amano sentirsi dire
che la Moldavia è un Paese di missione, dove cioè andare a portare il primo
annuncio di Cristo, e neppure un Paese da rievangelizzare, nonostante sia vissuto
per molti anni sotto il regime sovietico.
Io ricordo spesso ai parrocchiani che ognuno di noi è missionario nel quotidiano
perché dove si trova è chiamato a dare buona testimonianza di Cristo affinché
Egli possa entrare nella vita delle persone che incontriamo lungo il nostro
cammino, senza necessariamente che queste debbano entrare nella Chiesa
cattolica.
Quali sfide più grandi trovate nella presenza salesiana in Moldavia?
Le sfide da affrontare in Moldavia sono molte, soprattutto per un'opera come la
nostra ancora giovane (l'opera è stata inaugurata nel 2007) Nonostante siamo in
capitale e nonostante la forte emigrazione in Europa, una accentuata diffidenza
verso i cattolici è ancora palpabile non solo tra la gente semplice ma anche tra il
clero ortodosso e le autorità civili. Questo continuo sospettare della bontà delle
nostre intenzioni, del nostro desiderio di aiutare i giovani senza cercare il nostro
tornaconto è davvero awilente.
Don Andrea Ballan, SDB
Nato in Italia a Castelfranco Veneto, ha
studiato all'UPS (Università Pontificia
Salesiana) di Roma e Torino, oltre che
all"'All Hallows College" di Dublino,
Irlanda.
Dal 2002 al 2017 ha vissuto a Gatchina.
in Russia lavorando nel Centro di
formazione professionale "Don Bosco"
Dopo aver trascorso tre anni nella
comunità di San Callisto a Roma si è
trasferito a Chisinau nella Repubblica
Moldova, dove lavora ancora oggi.
Continente
Africa
America
Asia
Europa
Oceania
Totale
Popolazione
Cattolici % di cattolici sulla
popolazione
Persone per Staz. missionarie senza
sacerdote
sacerdote residente
7.823 mil. 1.346 mil.
17,2%
14.950
128.500
Per le parrocchie
Per i cuori e menti aperti dei
parrocchiani in Moldavia
Preghiamo perché le parrocchie, mettendo al centro la comunione,
siano sempre più comunità di fede, di fraternità e di accoglienza
verso i più bisognosi. [Intenzione di preghiera di papa Francesco]