Cagliero 11 giugno 2015 - ITA


Cagliero 11 giugno 2015 - ITA

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Nome società
Titolo n otiziario
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane
C ari amici,
ogni hanno i neo-missionari si
recano alla Basilica del Sacro Cuore di
Gesù, a Roma. È la casa del Sacro Cuo-
re, costruita dal nostro caro padre Don
Bosco con il suo sudore e con il suo
sangue. In questo mese a Lui consacra-
to, andiamo tutti lì, in pellegrinaggio
spirituale e missionario da tutti i conti-
nenti.
Il Sacro Cuore presiede ogni casa di for-
mazione in Congregazione. Deve anche
presiedere l’anima di ogni missionario
ad gentes. Che ogni Salesiano non si
lasci rubare il fuoco missionario del
Cuore di Gesù! È il patrimonio più pre-
zioso di ogni Ispettoria salesiana!
Contemplando e invocando il Sacro
Cuore di Gesù, tanti potranno speri-
mentare la chiamata missionaria ad
gentes. In fatti, Lui ci dice: “viene l'ora
in cui chiunque vi ucciderà, crederà di
rendere un culto a Dio. Faranno questo
perché non hanno conosciuto né il Pa-
dre né me” (Gv 16, 2-3).
Ecco, dunque, che il Cuore di Gesù sta
cercando collaboratori che vogliano
aiutarLo a far conoscere Lui e il Padre
in tutti e “sei” i continenti (certo!, in-
cludendo quello digitale!) Coraggio!
D. Guillermo Basañes SDB
Consigliere per le Missioni
10 anni del Progetto Europa
Nei giorni 29-30 aprile 2015 si è svolto a Péliföldszentkereszt l’incontro dei missionari salesiani pre-
senti nell’Ispettoria dell’Ungheria (UNG), la prima a ricevere i missionari del Progetto Europa, già dal 2005.
A dieci anni di distanza, l’incontro è servito come occasione propizia per condividere le esperienze e valuta-
re il cammino fatto in vista del futuro.
Nelle loro condivisioni i missionari hanno rilevato che l’accoglienza iniziale dei confratelli ungheresi,
la presenza di una guida spirituale, un confratello che faceva da mediatore culturale per i nuovi arrivati e la
possibilità di fare uno studio serio della lingua hanno agevolato la loro integrazione nell’Ispettoria. Essi han-
no anche riconosciuto l’enorme sforzo dei Salesiani ungheresi per far sentire i nuovi missionari parte inte-
grante della vita e delle attività dell’Ispettoria.
Sulla base della loro esperienza, durante l’incontro i missionari hanno tracciato un profilo dei futuri
missionari in Ungheria, i quali dovrebbero: possedere la conoscenza di una lingua internazionale, preferibil-
mente l’inglese; arrivare dopo il postnoviziato perché il tirocinio facilita l’inculturazione e la graduale pa-
dronanza della lingua; avere una buona resistenza fisi-
ca al freddo; e una vita spirituale robusta. E hanno
rilevato inoltre l’importanza dell’internazionalità del-
la provenienza dei missionari per rendere le comunità
interculturali dell’Ispettoria una vera fraternità profe-
tica.
È stato ribadito, infine, che i missionari do-
vrebbero dare grande importanza alla propria vita spi-
rituale e la necessaria attenzione a non scivolare in
uno stile di vita secolarizzato, perché l’Europa secola-
rizzata non ha assolutamente bisogno di missionari se-
colarizzati!
Oggi in Europa i missionari Salesiani lavorano in
Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Irlanda,
Italia, Lituania, Olanda, Regno Unito, Ucraina, Unghe-
ria.
Incontro dei 58 missionari in Europa a Valdocco
dal 31 ottobre al 3 novembre 2013

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Un missionario asiatico in Europa per una Nuova Evangelizzazione
La mia vocazione missionaria è stata progressivamente formata e alimentata in
vari momenti della mia vita. Il seme è stato piantato quando avevo un anno
e la mia famiglia emigrò in Uganda: sono cresciuto in un mondo estraneo e cultura
straniera, che ha lasciato un segno indelebile in me. L’Uganda era diventata una par-
te di me.
Rientrato in India dopo 10 anni, ho studiato in una scuola Salesiana dove ho conosciu-
to Don Bosco e i Salesiani. La mia vocazione missionaria è stata nutrita dal noviziato
in poi. Il gruppo missionario mi ha aiutato a entrare in costante contatto con i mis-
sionari attraverso le loro visite frequenti alle case di formazione per condividere le loro esperienze, il loro lavoro e le
sfide che affrontano.
Il momento decisivo è stato nel 2006, durante la sua visita in occasione del centenario della presenza salesiana
in India, don Pascual Chavez, l’allora Rettor Maggiore, ha invitato noi giovani Salesia-
ni ad essere missionari. Con l’aiuto del mio direttore spirituale per discernere questa
vocazione missionaria dentro la mia vocazione salesiana, ho fatto la domanda di esse-
re un missionario ad exteros, ad vitam e sono stato inviato in Ungheria.
Come missionario asiatico in Europa, mi sono reso conto che per primo ho
bisogno di una conversione personale in un Paese nuovo con una cultura nuova. Come
giovane salesiano sono stato in grado di inculturarmi facilmente anche se ho faticato
a imparare la lingua e ad abituarmi al cibo e al clima. Come uno straniero ho, anche,
faticato a stabilire nuove relazioni e diventare parte di un popolo con una cultura
diversa dalla mia e farmi amare dai giovani. Poiché la maggior parte dei Salesiani
ungheresi autoctoni erano abbastanza anziani, è stata una vera sfida adattarmi alla
vita comunitaria. Ho dovuto anche scoprire il mio ruolo e la mia responsabilità nella
mia nuova Ispettoria. È come riscoprire una vocazione dentro la propria vocazione.
Sicuramente l’India, dove i cristiani sono un’esigua minoranza, ha un grande bisogno di missionari. Ma l’Unghe-
ria, un Paese profondamente segnato dopo anni di comunismo ateo e adesso dal secolarismo, ha anche bisogno che il
Vangelo sia proclamato nei vari settori della società. Oggi molti ungheresi, specialmente i giovani, non credono in nien-
te; altri hanno anche abbandonato la fede. Questo è il nostro lavoro missionario ad gentes qui in Ungheria.
Come Salesiano mi impegno a far sentire l’amore di Dio e l'amore di un padre, fratello e amico con l’approccio
tipico di Don Bosco: amorevolezza, relazione interpersonale, sport, musica, teatro, social media. La vita missionaria in
questo Paese è costellata di numerosi momenti di gioia e di soddisfazione. Tuttavia, la mia più grande gioia è quella di
sperimentare Dio che opera attraverso me per toccare il cuore di un giovane.
Vorrei chiederti, caro lettore, di recitare una preghiera per me, perché nessun missionario può faticare per con-
to suo. Invece, se senti che Dio ti chiama, allora vieni ad aiutarmi!
D. Quadros Lytton Ervanto
Indiano, missionario in Ungheria
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Il Servo di Dio Don Giuseppe Vandor (1909-1979), missionario ungherese a Cuba,
tra i suoi consigli suggerisce: “Cancellare dalla mente il passato con le sue cadute.
La vita comincia oggi. Vivere oggi, come se fosse l’unico giorno della nostra vita.
Al mattino proporsi di vigilare intorno a un difetto, sviluppare una virtù costosa.
Alla sera verificare ciò che si è positivamente realizzato”.
Intenzione Missionaria Salesiana
Per le vocazioni salesiane in Oceania
Perché i Salesiani in Oceania sappiano costruire la cultura vocazionale con la testimo-
nianza di vita, il coraggio della proposta, l’accompagnamento personalizzato, la coe-
renza di vita e la preghiera.
Ci sono diverse sfide per costruire con pazienza e ardore la cultura vocazionale nelle no-
stre opere nei 6 paesi dell’Oceania. In Australia siamo sfidati dagli ambienti secolarizzati
e dalla fragilità vocazionale nelle isole del Pacifico. Mentre rendiamo grazie a Dio per i
numerosi frutti vocazionali dalla Samoa e il dono del primo sacerdote dalla Papua New
Guinea (2013) e di un Coadiutore dalle Isole Salomone (2010), preghiamo anche per le vo-
cazioni in Australia e per le future prime vocazioni da Nuova Zelanda e Fiji.