CG18


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Il XVIII Capitolo Generale della nostra Società
Breve cronistoria
Il XVIII Capitolo Generale, che doveva tenersi a Torino-Valsalice, trovò sede più
conveniente per la disponibilità e comodità di locali nella Casa-Madre di Torino-Valdocco.
Svolse i suoi lavori dal 27 luglio al 9 agosto 1958, fu presieduto dal Sig. Don Ziggiotti,
Rettor Maggiore, e diretto dal Regolatore Sig. Don Albino Fedrigotti, Prefetto Generale.
Vi presero parte 119 membri dei 128 che secondo le Regole ne avevano il diritto. Le
sedute plenarie furono 18: le prime due si occuparono delle elezioni dei membri del
Capitolo; nelle altre si discussero i temi proposti e si procedette alle relative deliberazioni.
I temi che formarono la base della discussione, proposti dal Rettor Maggiore nella lettera
di convocazione e pubblicati negli Atti del Capitolo Superiore (novembre-dicembre 1957, n.
200) furono nove: 1. Osservanza religiosa. - 2. Applicazione della Costituzione Apostolica
Sedes Sapientiae. - 3. Scuole professionali. - 4. Pia Unione dei Cooperatori. - 5. Ex allievi. -
6. Parrocchie e Oratori. - 7. Missioni. - 8. Stampa salesiana. - 9. Proposte varie.
Ogni tema fu affidato ad una apposita Commissione, la quale dopo un diligente studio
preparatorio presentò all'Assemblea Generale le conclusioni per essere esaminate e
discusse.
FUNZIONE DI APERTURA. - Gli Esercizi Spirituali ebbero inizio la sera del 20 luglio e
furono dettati da Don Pietro Broccardo per le meditazioni e per le istruzioni da Don
Archimede Pianazzi, ispettore dell'India-Sud. Il 27 luglio, alle ore 8,30, tutti i Capitolari si
recarono nella cappella di San Domenico Savio per invocare l'assistenza dello Spirito Santo
sui lavori del XVIII Capitolo Generale.
Cantato il Veni Creator, il Rev.mo Sig. Don Renato Ziggiotti rivolse brevi parole ai
convenuti. Iniziò il suo dire accennando all'importanza che ha nella vita e nella storia della
Congregazione il Capitolo Generale; pur sentendo egli, come presidente, viva la
trepidazione per tanta responsabilità, esprimeva la sua fiducia nell'assistenza di Dio, nella
materna protezione dell'Ausiliatrice, di Don Bosco e dei nostri Santi. Si riteneva sicuro delle
benedizioni del Cielo, propiziate dalle preghiere dei confratelli, cooperatori, allievi, ex allievi
che si sentivano vicini in questi mesi di preparazione, ma soprattutto in questi giorni
solenni.
Richiamava poi l'attenzione dell'Assemblea sull'importanza dei due compiti che essa
doveva affrontare: le elezioni dei Capitolari e la discussione dei temi con le relative
deliberazioni. Conchiuse annunziando il pellegrinaggio a Roma e l'Udienza del Santo
Padre, al quale invitò l'Assemblea ad elevare un pensiero di riverente e filiale devozione.
Con la Benedizione Eucaristica ebbe termine la funzione di apertura.
FORMALITÀ PRELIMINARI. - Lunedì 28 luglio, alle ore 9,30, i Capitolari si raccolsero
nel nuovo teatro della Casa-Madre, appositamente preparato. Dopo la preghiera di rito, il
Regolatore, a nome del Rettor Maggiore, invita i presenti a dare il loro consenso a che sia
aperto il XVIII Capitolo Generale. L'Assemblea esprime il suo placet unanime per alzata di
mano e il Regolatore lo dichiara ufficialmente aperto. Allora il Rettor Maggiore, valendosi
della facoltà attribuitagli dall'art. 186 delle Costituzioni, nominò Segretari dei verbali Don
Giuseppe Zavattaro, Don Francesco Làconi e Don, Gaetano Scrivo.
Il Regolatore procedette quindi all'appello nominale, secondo la lista seguente:
1 - Don ZIGGIOTTI RENATO, Rettor Maggiore
2 - Don FEDRIGOTTI ALBINO, Prefetto
3 - Don ANTAL GIOVANNI, Direttore Spirituale
4 - Don GIRAUDI FEDELE, Economo
5 - Don MANIONE SECONDO, Consigliere Scolastico

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6 - Don CANDELA ANTONIO, Consigliere Professionale
7 - Don SERIE GIORGIO, Consigliere
8 - Don RICCERI LUIGI, Consigliere
9 - Don BELLIDO MODESTO, Consigliere
10 - Don PUDDU SALVATORE, Segretario
11 - Don Cstano Luigi, Procuratore
12 - Don Bertola Giuseppe (Cile)
13 - Don Silva Raul
14 - Don Tantardini Pietro (Venezuela)
15 - Don Chiabotto Lorenzo
16 - Don Borra Guido (Brasile-Mato Grosso)
17 - Don Zavattaro Felice
18 - Don Bokor Giuseppe (Cecoslovacchia-Bratislava)
19 - ...........................................................
20 - Don Maniero Antonio (Subalpina-Torino)
21 - Don Zavattaro Giuseppe
22 - Don Vaula Stefano (Direttore Oratorio San Francesco di Sales)
23 - Don Giovannini Ernesto (Stati Uniti-New Rochelle)
24 - Don Aronica Paolo
25 - Don Amielh Uberto (Francia-Lyon)
26 - Don Berichel Angelo
27 - Don Bortoluzzi Annibale (Olanda)
28 - Don Ter Schure Giovanni
29 - Don Garelli Sante (Orientale-Betlemme)
30 - Don Ldconi Francesco
31 - Don Rokita Stanislao (Polonia-Lòdz)
32 - Don Szczesny Miecislao
33 - Don Dvorak Antonio (Cecoslovacchia-Praha)
34 -
35 - Don Edelenyi Stefano (Ungheria)
36 - ...........................................................
37 - Don Corrales Emilio (Spagna-Zamora)
38 - Don Benito Agostino
39 - Don Fava Michelangelo (Italia-Verona)
40 - Don. Manzoni Giuseppe
41 - Don Garnero Pietro (Paraguay)
42 - Don Pérez Ernesto
43 - Don Pascual Amilcare (Uruguay)
44 - Don Pavanetti Edoardo

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45 - Don Ramasso Luigi (Argentina-Rosario)
46 - Don Jovine Orazio
47 - Don Nitsch Giorgio (Austria)
48 - Don Leiminger Giovanni
49 - Don Greiner Giovanni (Germania-Miinchen)
50 - Don Leinfelder Luigi
51 - Don Pianazzi Archimede (India-Madras)
52 - Don D'Rosario Giuseppe
53 - Don Ragazzini Antonio (Centro America)
54 - Don Santos Ettore
55 - Don Cogliandro Alfredo (Stati Uniti-San Francisco)
56 - Don Penna Felice
57 - Don Alessi Antonio (India-Calcutta)
58 - Don Paviotti Oreste
59 - Don Le Boulch Adolfo (Francia-Parigi)
60 - Don Deas Raimondo
61 - Don Minervini Ignazio (Argentina-Buenos Ayres)
62 - Don Bomone Giuseppe
63 - Don Hall Tomaso (Londra)
64 - Don McElligott Riccardo
65 - Don SUichez Claudio (Spagna-Sevilla)
66 - Don De La Hoz Francesco
67 - Don Picron Renato (Belgio)
68 - Don Deckers Lorenzo
69 - Don Acquistapace Mario (Hong-Kong)
70 - Don Braga Carlo
71 - Don Orlando Carlo (Perù-Bolivia)
72 - Don McBride Enrico
73 - Don Aracri Cesare (Italia-Milano)
74 - Don Bassi Mario
75 - Don Baraut Tomaso (Spagna-Barcelona)
76 - Don Segarra Isidoro
77 - Don De Bernardi Secondo (Italia-Genova)
78 - Don Alessandra Oreto
79 - Don Pilotto Luigi (Italia-Napoli)
80 - Don Scrivo Gaetano
81 - Don Neek Giuseppe (Polonia-Krakow)
82 - Don Bezkowski Sbignievo
83 - Don Joyeusaz Abele (Italia-Novara)

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84 - Don Gugiatti Plinio
85 - Don Zannantoni Angelo (Italia-Macerata)
86 - Don Garbin Pietro
87 - Don Jakob Agostino (Jugoslavia)
88 - Don Tugek Isidoro
89 - Don Doblado Giuseppe (Spagna-Cordoba)
90 - Don Ruíz Giuseppe
91 - Don Vicente Alessandro (Spagna-Madrid)
92 - Don Ocafia Giuliano
93 - Don Brett Guglielmo (Argentina-Cordoba)
94 - Don Brissio Giovanni
95 - Don Fistarol Virginio (Brasile-Rio de Janeiro)
96 - Don Pontes Agenore
97 - Don D'Aversa Michele (Brasile-Recife)
98 - Don Viet Antonio
99 - Don Dalkmann Giovanni (Tokio)
100 - Don Tassinari Clodoveo
101 - Don Monteiro Armando (Portogallo)
102 - Don Preto Emmanuele
103 - Don Fiora Luigi (Italia-Roma)
104 - Don Berta Ernesto
105 - Don Bianco Angelo (Colombia-Bogotà)
106 - Don Coronado Gesú
107 - Don López Alberto (Messico)
108 - Don Súnchez Vargas Raffaele
109 - Don Ruzzeddu Mario (Thailandia)
110 - Don Ponchione Albino
111 - Don Martin Italo (Argentina-Bahía Blanca)
112 - Don Greghi Giovanni
113 - Don Pintado Giuseppe (Equatore)
114 - Don Migliasso Giovanni
115 - Don Gonzúles Del Pino Giuseppe (Antille)
116 - Don FerMndez Isidoro
117 - Don Murtas Ermenegildo (Centrale-Torino)
118 - Don Gioffredi Eugenio
119 - Don Tomè Bartolomeo (Italia-Catania)
120 - Don Conti Calogero
121 - Don Rojas Giulio (Colombia-Medellin)
122 - Don Bonilla Luigi

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123 - Don Fedrigotti Bortolo (Australia) - 124 - Don Cornell Wallace
125 - Don Stringari Giuseppe (Brasile-San Paolo)
126 - Don Prade Pietro
127 - Don Martin Alfonso (Germania-Bendorf)
128 - Don Diebold Guglielmo.
Risultarono assenti i Rev.mi Don Giorgio Serié, Consigliere Capitolare, per ragioni di
salute; Don Giuseppe Bokor, Ispettore della Cecoslovacchia-Bratislava; Don Antonio
Dvofak, Ispettore della Cecoslovacchia-Praha; Don Stefano Edelenyi, ispettore
dell'Ungheria; Don Giuseppe Neek, Ispettore della Polonia-Cracovia coi rispettivi delegati, i
primi impediti a parteciparvi, e gli altri non eletti per le condizioni politiche dei loro paesi.
Il Rettor Maggiore lesse quindi alcune tra le più significative adesioni: il telegramma del
Santo Padre.
Città del Vaticano, 19 luglio 1958.
Celebrandosi sotto materno sguardo Maria Ausiliatrice e col celeste patrocinio inclito
Santo Fondatore il XVIII Capitolo Generale Augusto Pontefice forma voti fecondo lavoro a
maggior incremento benemerita Società Salesiana aflinchè con rinnovato fervore spirito
religioso con accresciute energie e coordinata multiforme attività sia nella Chiesa sempre
più valido ausilio per l'auspicata cristiana rinascita per il trionfo regno di Dio. A Vostra
Signoria Rev.ma, ai Capitolari, alla numerosa spirituale famiglia San Giovanni Bosco e alle
opere tutte Sua Santità con paterna benevolenza e fiducia invia di gran cuore propiziatrice
copiosi lumi aiuti conforti divini per felici elezioni e opportune deliberazioni la implorata
particolare benedizione apostolica ».
DELL'ACQUA, Sostituto.
Roma, 28 luglio 1958.
Unito preghiere amati Salesiani invoco più elette benedizioni Signore protezione Maria
Ausiliatrice sui lavori XVIII Capitolo Generale ».
+ CARD. Aioisi MASELLA, Protettore.
ARCIVESCOVADO DI TORINO
li, 16 luglio 1958.
Rev.mo Sig. Don Ziggiotti,
« di gran cuore invio la benedizione che la Sua amabilità ha voluto implorare sui lavori del
XVIII Capitolo Generale, che si aprirà domenica 20 luglio corrente. Ed assicuro anche un
particolare ricordo nella Santa Messa, mentre invoco, dallo Spirito Santo abbondanza di
lumi celesti sui Rev.mi Capitolari, che hanno la grave e pesante responsabilità di mantenere
e consegnare ai posteri lo spirito apostolico del nostro grande Don Bosco. Io non ho autorità
per dare consigli al Capitolo Generale, sento però il bisogno di rallegrarmi e ringraziare per i
temi che verranno trattati e discussi sulla osservanza religiosa e spirito salesiano, che, a mio
debole giudizio, costituiscono la base e il fondamento di tutte le attività di ministero non
soltanto per i Salesiani. L'azione senza il presupposto indispensabile della formazione e
della vita interiore potrebbe essere la pericolosa eresia dei nostri tempi: ed io penso che
quella seria tradizione che ha formato i nostri santi, sia indispensabile anche ai nostri giorni,
anzi tanto più indispensabile contro tutte le insofferenze degli uomini di oggi. Il Signore
assista i Rev.mi Capitolari e benedica largamente alle loro intenzioni di dare sempre più
fecondo sviluppo alle opere di Don Bosco.
Mi creda con ogni migliore ossequio s.
aff.mo M. CARD. FOSSATI, Arcivescovo.
SACRA CONGREGATIO DE RELIGIOSIS

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Roma, 30 luglio 1958.
Rev.mo Sig. Rettor Generale,
« la notizia dell'imminente Capitolo Generale della Società Salesiana, XVIII della serie, mi
offre la gradita occasione di formulare, gli auguri ed i voti più vivi, perchè le prossime solenni
Assise Torinesi, che radunano in cotesta Casa-Madre Capitolari da ogni parte del mondo,
possano felicemente raggiungere l'obbiettivo che esse si propongono, e cioè, provvedere
alle ordinarie esigenze di governo, riaffermare in seno alla Congregazione le supreme
esigenze della regolare osservanza, e studiare infine secondo l'ordine del giorno un piano di
potenziamento, di sforzi e di opere, quali oggi si impone dalle crescenti e mutate esigenze
dell'umana famiglia.
Ho fiducia che tali mete saranno integralmente raggiunte, sapendo bene di quale spirito
di abnegazione e di qual senso di attaccamento alla Chiesa siano animati i figli di San
Giovanni Bosco, dovunque essi si trovino.
Con questi voti e con queste speranze nel cuore, invoco dal Signore le più elette
benedizioni sui Rev.mi Capitolari, sopra i lavori del Capitolo; nè manchi la tenera protezione
della Vergine Ausiliatrice sopra i figli di San Giovanni Bosco e su tutte le loro opere ».
Con sensi di profondo e religioso ossequio mi creda
della Signoria Vostra Rev.ma Rev.mo P. LARRAONA
Lesse inoltre un telegramma di Sua Ecc. Mons. Antonio Baraniak, Arcivescovo di
Posnania, e lettere delle LL. Ecc. Mons. Turcios, Mons. Lucato, Mons. Barbosa, vescovi
salesiani, di Don Giuseppe Neek, Ispettore (Polonia-Cracovia) e dei suoi confratelli, di Don
Francesco Sersen, in Christi vinculis, dell'Ispettoria Slovacca.
Quindi Don Antonio Ragazzini, relatore della Commissione Esaminatrice dei verbali delle
elezioni dei delegati, lesse la relazione conclusiva. I singoli verbali furono tutti trovati validi,
perchè conformi alle norme contenute nelle nostre Costituzioni.
Si procedette alla elezione dei due Segretari e dei tre Scrutatori. Su proposta del
Regolatore, approvata all'unanimità, si stabilì di fare un'unica elezione a maggioranza
relativa: i primi due indi-, cati nella scheda sarebbero i Segretari e i tre seguenti gli
Scrutatori. Risultarono eletti a Segretari Don Guido Borra e Don Luigi Fiora; a Scrutatori Don
Luigi Pilotto, Don Michelangelo Fava e Don Mario Bassi.
Pronunziarono quindi il giuramento nelle formule prescritte il Presidente, il Regolatore, i
Segretari, gli Scrutatori. A loro fecero seguito ad uno ad uno secondo l'appello del
Regolatore i singoli Capitolari.
ELEZIONI. - La seduta proseguì con l'elezione dei Superiori. Al centro del banco della
Presidenza erano rimasti solo il Presidente e il Regolatore; alle due estremità sedevano il
Segretario del
Capitolo Superiore e il Procuratore Generale. Gli altri Superiori avevano preso posto in
prima fila, dinanzi agli altri Capitolari. Si iniziarono le votazioni per la nomina dei membri del
Capitolo Superiore secondo le norme consuete di procedura. Dallo scrutinio risultarono
rieletti a maggioranza assoluta nelle loro rispettive cariche cinque dei membri uscenti: Don
Albino Fedrigotti, Don Giovanni Antal, Don Fedele Giraudi, Don Luigi Ricceri e Dori Modesto
Bellido. Bruciate le schede e dette le rituali preghiere si sospese la seduta.
Alle 16,30 l'Assemblea riprese i lavori per le elezioni degli altri tre Consiglieri Capitolari.
Risultarono eletti i Rev.mi Don Archimede Pianazzi, Don Ernesto Giovannini, Don Guido
Borra.
A mano a mano che si conchiudeva la proclamazione degli eletti il Rettor Maggiore ne
chiedeva il consenso e li invitava a prender posto al banco della Presidenza.
Terminate le elezioni prese la parola il Rettor Maggiore:

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« È doveroso egli disse ringraziare in primo luogo Iddio che ci ha permesso di
concludere felicemente, sollecitamente e, credo, con soddisfazione dell'intera nostra
famiglia, i lavori preliminari di questo XVIII Capitolo. Un vivo e cordialissimo ringraziamento
debbo tributare ai tre Consiglieri uscenti: al venerando Don Candela, che fu per trentatrè
anni membro del Capitolo Superiore, per il lavoro svolto con tanta competenza nelle delicate
mansioni e nei vari dicasteri affidatigli, ma soprattutto per il grande impulso dato alle Scuole
professionali; al Sig. Don Serié, impedito di partecipare per malattia ai lavori del Capitolo,
per le grandi benemerenze nel campo degli Oratori festivi e degli Ex allievi; al Sig. Don
Manione, che con dedizione e sacrificio affrontò gravi problemi per l'organizzazione degli
studi e per l'incremento della disciplina religiosa. Dio li ricompensi di tante fatiche spese per
la nostra amata Congregazione.
« Ai tre nuovi eletti l'augurio che concorrano con la loro pietà, le loro fresche energie e il
loro ingegno al buon governo della nostra Società e alla felice soluzione dei suoi gravi
problemi ».
Il Rettor Maggiore, a norma dell'art. 69 delle nostre Costituzioni, assegnava l'ufficio ad
ognuno dei tre Consiglieri eletti e ne dava comunicazione all'assemblea, avvertendo che gli
era parso
opportuno affidare la cura delle Parrocchie al Consigliere degli Oratori ed Ex allievi, per la
maggior omogeneità di interessi e problemi. Il nuovo Capitolo Superiore rimane adunque
così composto:
Rettor Maggiore: Don Renato Ziggiotti
Prefetto: Don Albino Fedrigotti
Direttore Spirituale: Don Giovanni Antal
Economo: Don Fedele Giraudi
Consigliere Scolastico: Don Archimede Pianazzi'
Consigliere Professionale: Don Ernesto Giovannini
Consigliere per le Parrocchie, Oratori, Ex allievi: Don Guido Borra
Consigliere per i Cooperatori e per la Stampa: Don Luigi Ricceri
Consigliere per le Missioni: Don Modesto Bellido
Segretario: Don Salvatore Puddu.
Commissioni Capitolari
Le sette Commissioni Capitolari per lo studio dei temi proposti dal Rettor Maggiore furono
così composte:
10 Tema: Osservanza, Pratiche di pietà, Norme disciplinari, Compagnie.
PRESIDENTE: Rev.mo Sig. D. Giovanni Antal.
MEMBRI DELLA COMMISSIONE: Rev.mi D. Uberto Amielh D. Annibale Bortoluzzi - D.
Sante Garelli - D. Ignazio Minervini - D. Claudio Sànchez - D. Mario Acquistapace - D.
Secondo De Bernardi - D. Luigi Pilotto - D. Guglielmo Brett - D. Angelo Bianco - D. Alberto
López - D. Lorenzo Chiabotto - D. Felice Zavattaro - D. Stefano Vaula - D. Miecislao
Szczgsny - D. Giovanni Leiminger - D. Giuseppe D'Rosario - D. Oreste Paviotti - D.
Raimondo Deas - D. Giuseppe Bomone - D. Lorenzo Deckers - D. Giuseppe Ruíz - D.
Ernesto Berta - D. Albino Ponchione - D. Eugenio Gioffredi - D. Wallace Cornell - D. Pietro
Prade.
20 Tema: Sedes Sapientiae.
PRESIDENTE: Rev.mo Sig. D. Secondo Manione.
MEMBRI DELLA COMMISSIONE: ReValli D. Emilio Corrales D. Pietro Garnero - D.

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Alfredo Cogliandro - D. Tomaso Hall -
D. Carlo Orlando - D. Luigi Fiora - D. Ermenegildo Murtas - D. Giulio Rojas - D. Giuseppe
Stringari - D. Alfonso Martin D. Giuseppe Zavattaro - D. Angelo Berichel - D. Giovanni Ter
Schure - D. Francesco Làconi - D. Agostino Benito - D. Giuseppe Manzoni - D. Ettore
Santos - D. Mario Bassi - D. Isidoro Segarra - D. Calogero Conti.
30 Tema: Scuole Professionali.
PRESIDENTE: Rev.mo Sig. D. Antonio Candela.
MEMBRI DELLA COMMISSIONE: Rev.mi D. Stanislao Rokita D. Amilcare Pascual - D.
Abele Joyeusaz - D. Alessandro Vicente - D. Bartolomeo Tomé - D. Felice Penna - D.
Enrico McBride D. Plinio Gugiatti - D. Giuliano Ocafia - D. Giovanni Brissio D. Agenore
Pontes - D. Giovanni Migliasso.
40 Tema: Parrocchie, Oratori, Ex allievi.
PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE: Rev.mi D. Giovanni Antal D. Giorgio Serié.
MEMBRI DELLA COMMISSIONE: Rev.mi D. Giorgio Nitsch - D. Cesare Aratri - D.
Angelo Zannantoni - D. Agostino Jakob - D. Giuseppe Doblado - D. Virginio Fistarol - D.
Bortolo Fedrigotti D. Ernesto Pérez - D. Orazio Jovine - D. Luigi Leinfelder - D. Oreto
Alessandra - D. Pietro Garbin - D. Isidoro Tugek - D. Gesú Coronado - D. Giovanni Greghi -
D. Isidoro Fernàndez - D. Guglielmo Diebold.
50 Tema: Cooperatori, Stampa.
PRESIDENTE: Rev.mo D. Luigi Ricceri.
MEMBRI DELLA COMMISSIONE: Rev.mi D. Michelangelo Fava - D. Antonio Ragazzini -
D. Adolfo Le Boulch - D. Renato Picron - D. Tomaso Baraut - D. Armando Monteiro - D.
Giuseppe Gonzàlez Del Pino - D. Raul Silva - D. Paolo Aronica - D. Edoardo Pavanetti - D.
Francesco De La Hoz - D. Gaetano Scrivo - D. Clodoveo Tassinari - D. Raffaele Sànchez
Vargas.
60 Tema: Missioni.
PRESIDENTE: Rev.mo D. Modesto Bellido.
MEMBRI DELLA COMMISSIONE: Rev.mi D. Guido Borra D. Ernesto Giovannini - D.
Archimede Pianazzi - D. Antonio Alessi -
D. Michele D'Aversa - D. Giovanni Dalkmann - D. Mario Ruzzeddu - D. Italo Martin - D.
Giuseppe Pintado - D. Carlo Braga - D. Emmanuele Preto.
7® Tema: Proposte varie.
PRESIDENTI: Rev.mi D. Albino Fedrigotti - D. Fedele Giraudi.
MEMBRI DELLA COMMISSIONE: Rev.mi D. Giuseppe Bertola D. Pietro Tantardini - D.
Antonio Maniero - D. Luigi Ramasso - D. Giovanni Greiner - D. Riccardo McElligott - D.
Antonio Viet - D. Luigi Bonilla.
Visita del Cardinale Fossati Arcivescovo di Torino. - Durante i lavori del Capitolo si ebbe
la gradita ed inaspettata visita di Sua Em. il Card. Fossati, Arcivescovo di Torino.
Ossequiato dai Superiori e dai Capitolari, prese posto al tavolo della Presidenza.
Il Rettor Maggiore gli rivolse calde parole di saluto e di omaggio a nome di tutti i
Capitolari. Sua Eminenza rispose formulando i più fervidi voti per il buon esito dei lavori del
Capitolo Generale e si congedò tra gli applausi dell'assemblea, dopo aver impartito ai
presenti la sua pastorale benedizione.
Al termine dell'ultima seduta plenaria, chiesto ed ottenuto il consenso dell'Assemblea, il
Regolatore dichiarò ufficialmente chiuso il XVIII Capitolo Generale e tutti i Capitolari
apposero la loro firma al verbale conclusivo.

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Parole del Rettor Maggiore. - Prese la parola il Rettor Maggiore. Diamo qui i punti salienti
del suo discorso.
« In primo luogo ringraziamo il Signore.
Chiudiamo questo ciclo di vita spirituale salesiana; ci siamo doppiamente rifocillati. Nel
primo periodo con gli Esercizi fatti accanto a Don Bosco, ai piedi dell'Ausiliatrice. Furono
giorni di invigorimento e di illuminazione: sotto quella luce dobbiamo camminare.
Animas quaerere... Anzitutto la nostra anima con la nostra formazione: anche noi
abbiamo bisogno di formarci e progredire! Animas quaerere... dei nostri confratelli e dei
nostri giovani. L'apostolato dovrà nascere dalla nostra pietà, calma, paternità, spirito di
sacrificio. Tutto il nostro lavoro per richiamare la Congregazione all'osservanza ha un solo
grande fine: servire Dio. Bisogna combattere lo spirito del mondo. Non possiamo impedire
del tutto l'inva-. sione del mondo nelle nostre Case: ma bisogna rinforzare le anime. Di qui il
dovere dei Superiori di vigilare sul modo di pensare e di agire dei confratelli: correggere: è
l'amore che ci impone il dovere' della correzione, anche perchè chi ha poco spirito religioso
non provvede ai giovani, mentre noi dobbiamo ricordare che non possiamo mai essere solo
insegnanti: sempre preti, sempre salesiani.
Visite ispettoriali. - Nelle visite far tutto il possibile per dare piena soddisfazione ai
confratelli. La nostra visita è per informarci, far del bene alle Case e arrivare al cuore dei
confratelli. Non è tanto importante che si vada quattro o cinque volte, ma che sia vera e
propria visita, metodica e senza fretta.
Che abbiano il tempo di parlare a lungo, con comodo, con calma, paternità e prudenza.
Si passino tutti i rapporti: con i confratelli, con i giovani, con gli esterni... I voti e la vita
comune, l'assistenza... Vedere ciò che si fa e ciò che non si fa. Solo così la visita avrà i suoi
benefici effetti e si sentirà subito un nuovo respiro nella Casa. Siete il Rettor Maggiore nelle
vostre Ispettorie.
Due sogni. - Il sogno del personaggio dei diamanti e quello dei diavoli. Studiarli e
commentarli. Attenti ai mezzi indicati dai diavoli per la rovina della Congregazione: golosità,
amore alle comodità e la gonfiatura della cultura. Manteniamoci nell'umiltà del sapere, della
ricerca e della comunicazione della propria scienza. Deus superbis resistit; e questa è la
peggiore specie di superbia: l'orgoglio intellettuale.
Conclusione. - Coltiviamo di più l'istruzione catechistica. Impedire più che si può
l'infiltrazione degli spettacoli televisivi. Controllare. Evitare che i confratelli si lascino
prendere in maniera penosa da tali visioni e diventi per essi un bisogno. Opporre invece un
grande spirito di fede: nutrirsi di grandi pensieri e affetti. Con questi sentimenti andiamo a
cantare il Te Deum a cui si unisce tutta la Famiglia Salesiana ».
Dopo il Te Deum. di ringraziamento al Signore per i lumi concessi, il Rettor Maggiore,
assistito dai neo-Superiori Maggiori Don Giovannini e Don Pianazzi, impartiva la
Benedizione Eucaristica.
Il Capitolo Generale in pellegrinaggio a Roma
Riportiamo dall'Osservatore Romano la cronaca di quelle giornate indimenticabili:
« L'11 di agosto i Rev.mi Ispettori e Delegati con i Superiori Maggiori partivano alla volta
di. Roma per un'Udienza particolare del Santo Padre e per la visita alle Opere Salesiane
dell'Urbe.
In attesa dell'Udienza Pontificia, visitarono le grandiose Opere che sorgono nei quartieri
periferici di Cinecittà e del Tiburtino, Ponte Mammolo; nel primo, il tempio dedicato a San
Giovanni Bosco, opera veramente colossale e moderna: la sua cupola di 32 m. di diametro
vien dopo quelle del Pantheon e di San Pietro.
Qui il Rettor Maggiore Don Ziggiotti celebrò ad un altare provvisorio, eretto nel centro
sotto la cupola, con attorno la bella corona dei 120 rappresentanti della Famiglia Salesiana, i
quali poi visitarono l'Oratorio, le scuole e la vicina Opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

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La seconda giornata romana fu riservata alla visita dell'Istituto « Teresa Gerini Torlonia »
a Ponte Mammolo, immensa costruzione, nella quale ha sede un Oratorio già in piena
efficienza, riccamente e modernamente attrezzato; e dove presto funzionerà la grande
scuola professionale per oltre mille allievi, e la Parrocchia « San Domenico Savio ». I
Capitolari subito dopo visitavano anche la zona di Val Melaina, a 8 chilometri dal
Campidoglio, ove sorgerà il Pontificio Ateneo Salesiano, destinato ad accogliere studenti
salesiani di tutto il mondo. Il Rettor Maggiore benedisse il terreno che accoglierà la quinta
Parrocchia salesiana di Roma.
Giovedì 14 agosto nella villa pontificia di Castel Gandolfo il Santo Padre si degnava di
ricevere in particolare udienza i Capitolari Salesiani. Sua Santità, accolto da una rispettosa e
vibrante acclamazione, sedeva sul tronetto e rivolgeva paterne parole di congratulazione e
di incoraggiamento ai Figli di Don Bosco per l'espansione raggiunta nel mondo, a cui deve
corrispondere una fedeltà allo spirito del Santo Fondatore che sia pari all'incremento
materiale. Quindi impartiva l'Apostolica Benedizione.
Subito dopo il Santo Padre ammetteva al bacio della mano e si intratteneva
benignamente a colloquio col Rettor Maggiore e gli altri Superiori.
L'Udienza si concluse col canto commosso dell'Oremus pro Pontifiee nostro Pio.
I Capitolari concludevano il pellegrinaggio romano nella Basilica Vaticana, presso la
Tomba di San Pietro, cantando il Credo, il Magnificat di ringraziamento alla Madonna e una
lode a San Giovanni Bosco, che domina dall'alto della nicchia sopra la statua in bronzo di
San Pietro ».
Impressioni ed insegnamenti
Il XVIII Capitolo Generale, a detta di coloro che ebbero la fortuna e la gioia di prendervi
parte, lasciò in tutti i più soavi ricordi e le più gradite impressioni.
L'ambiente della Casa-Madre, che racchiude tante care memorie della nostra Famiglia, la
Basilica di Maria Ausiliatrice, la vicinanza del nostro Santo Fondatore e dei nostri Santi,
l'ospitalità larga e premurosa, i locali degni e confortevoli, e infine il grande salone-teatro,
ove si tennero le sedute, ampio e fresco nonostante l'eccezionale temperatura, tutte queste
favorevoli condizioni contribuirono a creare un'atmosfera quanto mai propizia allo
svolgimento dei lavori capitolari.
Ma le impressioni più vive e profonde che il Capitolo Generale lasciò in tutti i suoi membri
provennero dall'alto spirito soprannaturale che pervase quelle storiche giornate e dalla
commovente manifestazione di intensa salesianità e di totale e incondizionata adesione agli
insegnamenti e alle direttive del nostro Santo Fondatore e Padre. Una sola aspirazione
infatti animava i Capitolari: quella di attenersi con assoluta fedeltà allo spirito delle nostre
Costituzioni e Regolamenti, alle nostre Tradizioni; come un unico intento ne ispirava le
proposte, gli interventi e le discussioni: quello di promuovere la gloria di Dio e il bene della
nostra Società.
Un altro motivo di conforto è la luminosa prova di maturità che la nostra Società ha dato
nei suoi rappresentanti intervenuti al Capitolo. Maturità che si rivelava nell'ampia libertà di
parola, nell'atmosfera di edificante serenità nelle discussioni, pur nelle inevitabili diversità di
pareri, nella saggezza e sana modernità degli interventi, nell'ammirabile spontaneità con cui
ogni dubbio si chiariva e ogni divergenza si armonizzava nel nome e nello spirito del nostro
Padre Don Bosco, per i supremi interessi della Congregazione.
Per questo possiamo affermare che le indimenticabili giornate del Capitolo Generale
furono veramente una magnifica scuola di aggiornamento nello spirito del nostro Santo
Fondatore.
E che dire poi dello spirito di famiglia che regnò fra tanti confratelli convenuti da ogni
parte della terra, molti dei quali non si erano mai visti e conosciuti, e che tutti affratellava fin
dai primi contatti nel nome e nel cuore del Padre?

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Che dire del fervore e dell'entusiasmo delle splendide giornate romane?
Vivo senso di responsabilità, concordia, solidarietà, attaccamento a Don Bosco: ecco le
note più caratteristiche e il luminoso esempio offerto dal XVIII Capitolo Generale.
È legittimo sperare che i confratelli tutti accolgano questi alti insegnamenti. Sappiano
anch'essi dar prova della loro maturità e responsabilità con una vita religiosa più perfetta,
mediante la fedele osservanza di quanto è stato deliberato, mantengano nelle Case lo
spirito di solidarietà, coltivino nel loro cuore gli stessi sentimenti di cordialità e carità fraterna,
che è la caratteristica più bella della nostra Congregazione.
l° TEMA
Osservanza religiosa - Pratiche di pietà - Norme disciplinari
Compagnie
Il Capitolo Generale sente il grave dovere di richiamare al senso di responsabilità i
Salesiani e in particolare coloro che hanno incarichi direttivi, sui pericoli per l'osservanza e il
buono spirito provenienti dalla vita moderna, dall'eccessivo attivismo e dall'espansione
incontrollata.
Solo l'osservanza religiosa fedele e una fervente pietà possono assicurare la
conservazione delle energie vitali della Congregazione e il suo prosperoso avvenire.
1) L'ISPETTORE E IL SUO CONSIGLIO. - Il Rettor Maggiore tocca uno dei punti vitali del
buon governo delle Ispettorie e delle singole comunità: « È necessario che gl'Ispettori e i
Direttori siano convinti di non poter governare nel modo voluto le Ispettorie e le Case senza
l'aiuto del loro Consiglio ».
« Il Superiore veramente prudente domanderà e ascolterà di buon grado il consiglio dei
suoi collaboratori... Non si fiderà di sè, come se il pericolo di errare non incombesse su tutti
in questa terra » (Pio XII).
Gl'Ispettori hanno i loro Consiglieri, non solo per dare il voto a certe scadenze, ma
perchè la loro esperienza venga utilizzata nel governo dell'Ispettoria. Siamo temerari
quando cerchiamo di compiere da soli imprese che dovrebbero essere concordate e attuate
insieme.
L'umiltà del Superiore che chiede consiglio e la docilità con cui l'ascolta e l'accetta, sono
benedette da Dio. Gl'Ispettori, nella scelta dei loro Consiglieri, non s'ispirino a criteri di
comodità e di amicizia personale, ma piuttosto al desiderio di avere in loro un complemento
alle proprie capacità. Li scelgano possibilmente specializzati nelle varie branche delle nostre
attività, affinchè per ogni problema ci sia l'esperto, che possa con competenza dare
suggerimenti e presentare soluzioni.
Essi non possono conoscere tutto, di qui la necessità di consultare il proprio Consiglio
sulle questioni di maggior rilievo dando il tempo per riflettere sulle varie questioni da
risolvere.
2) IL DIRETTORE. - Il Capitolo Generale inoltre raccomanda vivamente che gl'Ispettori
vigilino costantemente, affinchè i Direttori nulla omettano di quanto è prescritto, perchè nelle
loro Case regni l'osservanza religiosa e la vita di famiglia.
I Direttori quindi non abbiano altri impegni che impediscano il compimento di questo
dovere, non siano cioè insieme parroci o prefetti o presidi o consiglieri o catechisti o
conferenzieri vaganti. Si ricordino le parole di Don Bosco al III Capitolo Generale B., XVI,
420): « L'abilità di. un Superiore consiste non solo nel fare, ma anche nel saper far fare agli
altri », e quelle di Don Rua: « Il gran secreto dei Direttori sta nel farsi aiutare... Non ho mai
visto una Casa andar bene, dove il Direttore vuol far tutto da sè » (Circ. 308); e infine quelle
di Don Ricaldone: « Il Direttore ricordi che la sua principale e più importante occupazione è
quella di lavorare intorno ai confratelli, assistendoli, vigilandoli, incorag-giandoli,
confortandoli. È soprattutto in questo modo che egli si dimostrerà vero Superiore salesiano

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» (Atti Cap. Sup., n. 74, 137). Nella scelta del Direttore si tenga presente anzitutto che
questi abbia le doti necessarie per governare spiritualmente la comunità. Chi trascurasse la
vita religiosa dei confratelli, pur attendendo con successo agli affari della Casa o ad opere
esterne, mancherebbe delle doti essenziali per governare una Casa salesiana.
Il Rettor Maggiore ha parole chiare e ferme su questo argomento di capitale importanza:
« 1) Il Direttore faccia il Direttore: ecco la. consegna più importante di questo Capitolo
Generale.
2) Il Direttore non prenda altri impegni fuori Casa. Vi invito a fare un esame di
coscienza: Siamo in regola su questi punti? Quali Direttori sono in grado di compiere il loro
dovere di Magister spiritus? E può un Direttore essere veramente tale, se si assume anche
altre cariche? Si dia al Direttore la sua fisionomia vera e originaria di capo e centro della
Casa, guida dei confratelli nel sentiero della perfezione, custode dello spirito di Don Bosco,
interprete autorevole del pensiero dei Superiori e rappresentante della loro autorità.
Ricordi il suo gravissimo dovere di vigilare, avvisare, ammonire, correggere; dovere che
non può trascurare senza danno grave della comunità. Avvisi sempre privatamente, con
bontà, ma con fermezza. Gli eventuali casi gravi li deferisca all'Ispettore. Ricordi in
proposito le parole del Santo Padre Pio XII ai Superiori Generali (11 febbraio 1958): " È
vostro dovere esortare con paterna fortezza i vostri sudditi, ammonirli, rimproverarli e,
quando sia necessario, punirli, per mantenerli nella retta via tracciata dalle Regole
dell'Istituto. Nè si creda il Superiore dispensato da tale obbligo dicendo: Aetatem habet,
ipse viderit. (Ha la sua età; ci pensi lui). Non così la penserà il Signore, quando vi chiederà
conto delle anime affidatevi ".
Abbia cura particolare dei giovani confratelli; sia per loro vero magister spiritus, come
esige la Sedes Sapientiae. Li vigili e aiuti nella pratica del Sistema preventivo.
Non si dimentichi della lezione di Testamentino ai chierici e dell'istruzione settimanale ai
coadiutori (Reg., art. 58).
Così pure deve curare i giovani sacerdoti: li introduca prudentemente nel ministero
pastorale (predicazione, confessione). Abbia
a cuore che diano regolarmente gli esami di quinquennio dopo l'ordinazione ».
Il Capitolo Generale fa sue le parole del Rettor Maggiore e raccomanda che d'ora in
avanti gl'Ispettori diano ai nuovi Direttori la possibilità di un periodo di raccoglimento e di
preparazione immediata alla loro importante e delicata missione.
3) SOSPENSIONE DI APERTURA DI NUOVE CASE. - Si sospenda l'apertura di nuove
Case e il loro ingrandimento; si pensi piuttosto a stabilizzare quelle esistenti. Facciamo
eccezione solo per le Case di formazione. Si eviterà così d'impostare malamente delle
opere e si sottrarranno i confratelli da quel superlavoro affannoso e disordinato, che finisce
per svuotare lo spirito. Solo così essi saranno messi in condizione di poter con agio
partecipare a tutti gli atti della vita comune.
4) PRUDENTE SELEZIONE DELLE VOCAZIONI. - Si provveda C011 la serietà e
severità richiesta dalla Chiesa e dalla Congregazione alla selezione dei soggetti, in
conformità ai decreti della Santa Sede, alle prescrizioni della Sedes Sapientiae, ai consigli e
ammonimenti di Don Bosco e alle direttive dei Superiori. Tale selezione sarà un potente
contributo al benessere morale e spirituale della Congregazione e quindi al mantenimento
del buono spirito.
Si eliminino le irregolarità nelle ammissioni al noviziato, ai voti, agli ordini.
Si osservi l'art. 303 dei Regolamenti ,e quindi non si ammettano i tipi mondani, senza
pietà, poltroni, criticoni, di scarso criterio, e specialmente chi dalla pubertà abbia mancato
alla moralità con altri. Nelle ammissioni dobbiamo essere tuzioristi, santamente severi, non
contentandoci di promesse, ma esigendo virtù serie e positive. Se non saremo unanimi nel
vagliare i futuri salesiani, non potremo difendere l'osservanza e lo spirito salesiano nelle

2.3 Page 13

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nostre Case. Causa e motivo di certa rilassatezza è il crescente numero di religiosi incapaci
a portare il peso della perfetta regolarità. Il Rettor Maggiore esorta perciò a studiare più
profondamente le vocazioni dei singoli nelle varie tappe del periodo di formazione. Richiama
a tal proposito il dovere dei Superiori e insegnanti di tutte le Case di formazione di vivere in
mezzo ai giovani e confratelli, per Conoscerli meglio e per giudicarli con sempre maggior
consapevolezza.
Quanto all'ammissione, siano efficienti e completi i Capitoli delle Case di formazione e
non ammettano coloro per i quali non si abbia la morale certezza sulla loro idoneità.
I figli illegittimi non siano mai ammessi; per i legittimati si esigano informazioni dettagliate
e sicure sulla onestà e vita cristiana della famiglia e si consulti, caso per caso, il Capitolo
Superiore.
La Sedes Sapientiae richiede pure, prima dell'ammissione, l'esame e il parere motivato
di uno psichiatra di fiducia.
Per quanto riguarda le ammissioni al noviziato, ai voti, agli Ordini, si fa notare
l'incongruenza che talvolta si osserva fra il giudizio sul candidato riportato sul 'verbale e la
relativa votazione.
5) NORME DISCIPLINARI.
I. Povertà. - Chi amministra ricordi che non è padrone; deve quindi rendere conto a chi di
ragione ed esercitare a sua volta un diligente controllo sopra i suoi dipendenti. Ogni peculio
e cassa incontrollati sono contrari alla virtù e al voto di povertà.
I Direttori e i Prefetti non hanno alcuna autorità di concedere prestiti.
Per i mutui superiori ai tre milioni di lire occorre l'autorizzazione della S. Congregazione
dei Religiosi, la quale richiede l'impegno diretto di solvenza da parte del Rettor Maggiore e
una tassa congrua. Perciò gl'Ispettori per tali prestiti devono accordarsi col loro Consiglio e
poi ricorrere al Capitolo Superiore.
La nostra è un'amministrazione di fiducia: occorre scegliere per la carica di Prefetti
uomini sicuri, istruirli, assisterli e controllare la loro attività.
Il Rettor Maggiore richiama il dovere di un'economia vigilata e concorde, che consenta
all'Ispettore di provvedere decorosamente alle Case di formazione e ai bisogni generali
dell'Ispettoria, prima che alle migliorie delle Case.
Si vigili perchè il nostro tenor di vita sia modesto; si eviti il lusso negli edifici, nei mobili,
nell'arredamento. Si curi invece la pulizia, l'ordine, il decoro. Ci sia la dovuta uguaglianza
tra i confratelli. Il fatto che i parenti o altri pagano, non giustifica le diversità di trattamento.
Quanto all'uso dei vari mezzi di locomozione, si precisa che esso, per ministero o per
vere necessità, è sempre subordinato al permesso del Superiore. Si prevengano gli abusi
provvedendo quanto risulta necessario per i bisogni della comunità. Questo vale anche per
le macchine fotografiche. Si istituisca un servizio fotografico per la comunità, sotto la
vigilanza del Direttore e si proibisca l'uso delle macchine personali. Per le macchine da
scrivere si conviene che, col permesso del Superiore, possano considerarsi come
strumento personale di lavoro, ad eccezione delle macchine d'ufficio.
II. Moralità nelle Case. - Non manchi un'accorata conferenza all'inizio dell'anno
scolastico per richiamare l'attenzione dei confratelli sulle conseguenze gravissime di
imprudenze in materia delicata.
Per nessuna ragione i confratelli ricevano i giovani in camera o in cella; neppure per
confessarli.
Le porte di uffici e parlatori siano sempre munite di vetri trasparenti e senza tendine.
Si tenda a sistemare le Case in modo che le camere dei confratelli siano nella stessa
parte della Casa e formino una quasi clausura. Le camere non siano mai comunicanti con

2.4 Page 14

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gli uffici.
I giovani confratelli siano sempre paternamente vigilati. L'assistenza dei giovani sia
assidua, attiva, oculata. Si ricordi che senza pietà non può sussistere moralità.
III. Corrispondenza. - Si ricorda che la prescrizione fatta al Direttore di consegnare ai
confratelli le lettere aperte, vale per tutti, anche per i Parroci. Si raccomanda però la
necessaria prudenza e delicatezza.
IV. Le uscite di Casa. - Si concedano solo per giuste ragioni e in conformità alla
Regola. Non si facciano visite ai parenti dei giovani e a famiglie amiche. La portieria sia
sempre controllata.
V. Visite in famiglia. - Solo l'Ispettore ha facoltà di concedere tali permessi e li darà
soltanto per gravi motivi, non mai per passarvi le vacanze (Regolavi., art. 10). Lo faccia
sempre per iscritto e determinandone bene il tempo. Il Direttore invigili perchè non si
oltrepassi il termine stabilito.
VI. Vacanze. - Si richiama l'attenzione sui pericoli delle vacanze. Le vacanze
scolastiche troppo lunghe ci porgono l'occasione, anzi ci obbligano a venire in aiuto dei
giovani mediante le colonie estive, che devono avere per fine principale il bene delle anime.
Sia assicurata la vigilanza costante, sia studiato e regolato il programma di pietà, di
istruzione religiosa, di svago e di lavoro.
I giovani non siano portati ad escursioni pericolose.
Non è ammissibile che i chierici e i sacerdoti vadano in giro vestiti in borghese sia in
montagna che al mare. Alla spiaggia però conviene che l'assistente vesta uno spolverino.
Nessun salesiano prenda mai il bagno con gli allievi. È proibito prendere fotografie. Agli
effetti civili è importantissimo che ci sia il bagnino per la sicurezza personale.
Nei nostri Istituti escluse le Case di formazione ove per ragioni speciali e con i
dovuti permessi del Rettor Maggiore esiste una piscina, si stia a quanto fu prescritto in
merito dal Capitolo Generale del 1947 e ci si rimetta alle prescrizioni degli Ispettori nel
tener conto delle situazioni locali.
Così dicasi dell'uso di uno spolverino o di una tuta sportiva per il giuoco del calcio per i
nostri chierici in Case di formazione.
Per il Cine, la Radio, la Televisione si stia rigorosamente agli ordini dati dai Superiori
Maggiori e riportati negli Atti del Capitolo Superiore.
6) PRATICHE DI PIETÀ.: PER I CONFRATELLI. - La fedeltà alle pratiche di pietà è la
base dell'osservanza religiosa.
Ricordando l'accorata insistenza del nostro Santo Fondatore nell'inculcare l'importanza
delle pratiche di pietà, il Capitolo Generale fa le seguenti raccomandazioni:
Meditazione: Si dia la massima importanza alla meditazione in comune. Non si accettino
cappellanie il, cui servizio non si possa conciliare con l'orario della meditazione. Di questa
si facciano, dove occorra, diversi turni. Si raccomanda d'insegnare ai giovani con, fratelli e
ai coadiutori come si fa a meditare, e si insiste su un più vigile controllo da parte del
Direttore. Si procuri che i libri che si usano siano adatti anche per i coadiutori. Altrettanto si
faccia per la lettura spirituale, affinchè non sia con tanta facilità trascurata dai confratelli.
Si preferiscano i libri salesiani, la collana di formazione salesiana, le lettere circolari di
Don Rua, Don Albera, Don Rinaldi.
Il Rodriguez è sempre di attualità. Si eviti di andar dietro alle novità e peggio alle
stranezze nel campo dell'ascetica.
Esercizio della Buona Morte ed Esercizi Spirituali: Tra le nostre pratiche di pietà meritano
particolare attenzione l'Esercizio della Buona Morte e gli Esercizi Spirituali. L'Esercizio della
Buona Morte sia preparato convenientemente; ci sia la conferenza accurata e paterna, non

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manchi il confessore straordinario; non si tralasci nulla di ciò che è prescritto. Oggi le varie
Associazioni cattoliche dànno al ritiro mensile una grande importanza: noi procuriamo di
trarne l'efficacia spirituale che ne sperava Don Bosco. Gli articoli 156 e 157 delle
Costituzioni sono per tutti non solo indicativi, ma obbligatori.
Gli Esercizi Spirituali siano curati salesianamente. Si esiga che i predicatori non si
scostino dalla prassi salesiana, che non facciano della cattedra una palestra di dottrine
peregrine, ma parlino, come Don Bosco voleva e faceva, delle verità eterne per scuotere le
anime, della confessione per prepararle alla purificazione spirituale, delle virtù religiose
salesiane, per incitare a formulare propositi efficaci.
Rendiconto e Conferenze: Uno dei massimi doveri del Direttore è il ricevere ogni mese il
Rendiconto. Dia quindi tutta la comodità ai confratelli di essere ricevuti e, ove occorra, li
chiami o li vada a trovare. Questa pratica, assieme alle due conferenze mensili, è la base di
un buon governo.
Benedizione della mensa: Il Capitolo Generale crede opportuno abbreviare la formula
della Benedizione della mensa, dandole una forma più consona alle esigenze della maggior
parte delle nostre comunità. Dopo vari interventi il Relatore propose una formula uguale per
tutto l'anno, senza distinzione di tempi liturgici.
La formula è la seguente:
A) Prima del pranzo e della cena:
In nomine Patrie...
a pranzo: Oculi omnium... in Te sperant...
a cena: Edent pauperes... et saturabuntur...
Gloria Papri et Filio... sicut erat...
Oremus: Benedic, Domine nos et haec tua dona... R; Amen.
Tube, domne, benedicere.
a pranzo: Mensae celestis participes... R. Amen. a cena: Ad coenam vitae
aeternae... R. Amen. In nomine Patrie...
B) Dopo il pranzo e la cena:
In nomine Patris...
Agimus Tibi gratias... R. Amen.
Retribuere dignare, Domine... R. Amen. Benedicamus Domino. R.
Deo gratias.
Fidelium animae per misericordiam Dei... R. Amen.
In nomine Patrie...
NB. - 1) In tempo di Esercizi Spirituali, quanto al Miserere, lo si dica uscendo di refettorio,
concludendo in chiesa con le preghiere qui sopra prescritte; dove ragioni di convenienza
consigliano altrimenti, si vada in chiesa in silenzio e si reciti là con le altre preghiere.
2) Il venerdì e i giorni di digiuno:
a pranzo si recitano le preghiere usate per la cena; a cena, si recita all'inizio l'Ave
Maria, in fine Agimus; Ave Maria; Maria, Auxilium Christianorum... (1)
In nomine Patris...
7) PRATICHE DI PIETÀ. PER I GIOVANI. - Il Capitolo Generale riconosce l'importanza
della pietà nell'opera educativa, e quindi insiste affinchè si dia la massima importanza alle
pratiche di pietà della nostra tradizione. Tuttavia per alleggerire le pratiche dei giovani,
secondo l'esempio di quanto ha fatto la Chiesa col Breviario e l'esortazione del Santo Padre

2.6 Page 16

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al Collegio Pio Clementino di Roma, si è creduto opportuno introdurre alcune
semplificazioni.
Contro la proposta di limitare la recita del S. Rosario fino al tempo della Comunione,
intervengono molti a sottolineare come questa pratica, tanto cara a Don Bosco, faccia parte
essenziale della pietà salesiana e costituisca insieme un metodo pratico e proficuo di
assistenza alla S. Messa e di facile meditazione.
Contro la richiesta avanzata da qualche Capitolare per una maggiore libertà agl'Ispettori
di decidere in merito, la maggioranza
(1) Per le preghiere del mattino e della sera anche i confratelli seguiranno le varianti
introdotte per i giovani. (Vedi pag. 30 e seg.). sottolinea l'esigenza dell'uniformità in tutta la
Congregazione su questo punto fondamentale per il nostro spirito.
Particolari difficoltà vengono presentate dagli Ispettori e Delegati di alcuni Paesi dove
l'assistenza liturgica alla S. Messa viene imposta dagli Ordinari del luogo, oppure è entrata
ormai nella prassi ordinaria.
Data la varietà delle proposte e la complessità della questione, il Rettor Maggiore invita
la Commissione a presentare proposte concrete per venire a conclusioni definitive. Il
Capitolo Generale approvò queste varianti nelle preghiere:
Preghiere del mattino: In nomine Patris... - Vi adoro - Pater - Ave - Angele Dei - Atto di
fede, speranza, carità, dolore - Sancte Aloisi, ora pro nobis - Ab omni malo, libera nos
Domine - Preghiera a San Domenico Savio - Rosario - Litanie.
Per la pace in casa: Ave Maria.
Per i nostri parenti, cooperatori, benefattori e persone raccomandate alle nostre
preghiere: Pater, Ave, Gloria.
Per i fedeli defunti: Requiem aeternam...
Veni, Sancte Spiritus, ecc. - Lettura - Agimus - Maria Auxilium Christianorum.
Nell'esame e nella discussione di questo schema furono dati questi schiarimenti:
a) Gli Atti di fede, speranza, carità e dolore possono essere recitati secondo le formule
in uso nei diversi Paesi.
b) Il Pater, Ave possono essere recitati in latino o in lingua volgare anche nella recita
del Santo Rosario; così per il Requiem.
c) Si procuri che dopo la Comunione si resti in chiesa almeno dieci minuti.
Preghiere della sera: Lode sacra - Nel nome del Padre... - Vi adoro - Padre nostro - Ave
Maria - Io credo - Angelo di Dio - Tre volte: Cara Madre... con Ave Maria ogni volta. In fine:
Gloria - Per il Papa, per i nostri Superiori e Missionari: Salve Regina - Preghiera a San
Giovanni Bosco - Per gli Ex allievi: Ave Maria - L'Angelus alla sera si concluderà col solo
Requiem aeternam, anzichè col De profundis - Fermiamoci alcuni istanti... Atto di dolore - E
mentre ci spogliamo... Gesù, Giuseppe, Maria... - Pensando quindi... Nel nome del Padre.
Il Rettor Maggiore promette. una prossima edizione del 'Giovane Provveduto, attraente
nella presentazione e più aderente alla mente e al cuore del giovane di oggi, degna dello
storico libro di Don Bosco. Chiude invitando tutti a valorizzare questo manuale di pietà, su
cui hanno pregato generazioni di giovani.
Messa dialogata o liturgica: Il Capitolo Generale, per venire incontro al movimento
liturgico voluto dal Sommo Pontefice e caldeggiato dai Vescovi, raccomanda che in tutti i
nostri Istituti o preferibilmente nelle domeniche e feste vi sia una Messa dialogata o
liturgica.
Nel Giovane Provveduto San Giovanni Bosco preparò già dal 1850 un modo pratico di
ascoltare la S. Messa. Si potrà seguire quel metodo o altri, secondo i luoghi e le persone.

2.7 Page 17

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Si raccomanda di rendere devota e attraente la partecipazione al Santo Sacrificio,
adattandosi alle varie categorie dei nostri allievi.
Nulla osta che, specialmente con giovani dei corsi superiori, si faccia la Messa dialogata
anche in altri giorni della settimana. In questi giorni si potrà tralasciare la recita del S.
Rosario in comune recitando le preghiere del mattino prima della S. Messa e le preghiere
finali dopo la S. Messa.
Seconda Messa festiva: Qualche Capitolare rileva che la seconda Messa non costituisce
elemento essenziale della tradizione salesiana. Altri, rifacendosi ad una visita del Vescovo
di Lione all'Oratorio, afferma che anche questa pratica contribuiva a formare il meraviglioso
spirito di pietà, che permeava l'ambiente. Altri nota come Don Bosco concepisse l'Oratorio
come piccolo Seminario, dove tornava naturale l'introduzione della seconda Messa. Oggi
nello sviluppo storico della Congregazione e nella istituzione delle Case apposite di
formazione, troviamo un motivo valido per procedere tuta conscientia all'approvazione delle
norme proposte.
Il Rettor Maggiore fa osservare che l'origine della seconda Messa va ricercata nel
costume profondamente cristiano della popolazione del tempo. Don Bosco trovò naturale
accogliere nella sua Casa l'usanza tanto diffusa e così aderente al suo ideale pedagogico.
Trattandosi però di procedere a un taglio vivo nella nostra tradizione, si suggerisce di
riservare al Capitolo Superiore la facoltà di concedere il permesso di abolirla, per ogni
singolo caso. Esaurita l'ampia discussione, si passa alla votazione dei singoli commi in cui
si articola la proposta della Commissione; essi furono approvati all'unanimità.
1) Il Capitolo Generale, mentre fa voti che negli internati si conservi, per quanto è
possibile, la tradizione della seconda Messa festiva, si rende anche conto delle difficoltà che
s'incontrano in vari luoghi e ambienti.
2) Quando l'Ispettore, d'accordo col suo Consiglio, è del parere che in qualche Casa
non sia conveniente conservare la tradizionale seconda Messa festiva, si rivolga al Capitolo
Superiore per chiedere il permesso di tralasciarla, dandone le ragioni.
3) Dove ci sarà un'unica Messa festiva, le si dia la dovuta solennità con l'assistenza
liturgica e si tenga in fra Missam la consueta spiegazione del Vangelo.
4) Nelle feste di maggior solennità si conservi la seconda Messa, possibilmente
cantata.
8) CULTO DI SAN DOMENICO SAVIO. - Il Catechista Generale presenta la preghiera in
onore di San Domenico Savio, destinata a sostituire quella di San Luigi.
PREGHIERA A SAN DOMENICO SAVIO. Angelico Domenico Savio, che alla scuola di
Don Bosco imparasti a percorrere le vie della santità giovanile, aiutaci a imitare il tuo amore
a Gesù, la tua devozione a Maria, il tuo zelo per le anime; e fa' che, proponendo anche noi
di voler morire piuttosto che peccare, otteniamo la nostra eterna salvezza. Così sia.
Vari Delegati colgono l'occasione per informare l'Assemblea sui mezzi e le esperienze
fatte per diffondere la devozione al nostro piccolo Santo. Particolarmente interessanti le
notizie sulle varie attività dei « Clubs San Domenico Savio » degli Stati Uniti e
dell'Inghilterra. In questa nazione già 150 vocazioni ecclesiastiche e religiose sono sorte in
grazia del movimento.
Grande diffusione ha l'Associazione degli « Amici di San Domenico Savio » in Italia e in
Giappone, ove sono associati anche giovani pagani, parecchi dei quali hanno ricevuto il
battesimo. Notevole l'incremento della devozione al nostro piccolo Santo, particolarmente in
Brasile, Olanda, Spagna, Messico e Austria.
Il Capitolo Generale accoglie la proposta, presentata da vari Capitolari, di solennizzare la
festa di San Domenico Savio con un triduo di preparazione.
Norme generali direttive per il movimento delle Compagnie

2.8 Page 18

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1) Le Compagnie sono parte vitale del Sistema Preventivo. Il loro fine è che i Soci
collaborino tra loro e coi loro SAperiori per la loro migliore formazione cristiana e apostolica
e per elevare l'ambiente rendendolo favorevole allo sviluppo delle vocazioni ecclesiastiche e
religiose.
Prepareranno pure i giovani all'esercizio dell'apostolato laico, favorendo l'inserimento
nelle organizzazioni dell'apostolato dei laici, ed in modo particolare alla Federazione degli
Ex allievi e alla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani (Regolam., art. 135).
2) Alle dipendenze del Direttore Spirituale Generale è costituito il Centro Internazionale
Compagnie, il cui compito è coordinare e promuovere nello stesso tempo nelle varie nazioni
il loro incremento, secondo le direttive dei Superiori Maggiori.
3) In tutti gli Istituti salesiani, internati, esternati, convitti e oratori, vengano istituite e
promosse le Compagnie tradizionali e cioè: la Compagnia di San Luigi, del SS. Sacramento,
di San Giuseppe e dell'Immacolata. Esse sono poste sotto la diretta dipendenza e
responsabilità del Direttore, che ne affiderà il normale funzionamento al Catechista.
4) Il Direttore appoggi concretamente lo svolgersi dell'attività delle Compagnie e
promuova quelle iniziative e manifestazioni esteriori, che sono necessarie per la loro vitalità
e il prestigio di fronte ai giovani. Tutti i confratelli siano solidali col Direttore in quest'opera e
offrano volentieri la loro cooperazione per il buon andamento delle medesime.
5) A cura del Direttore, d'intesa con il Catechista e con gli altri Superiori, si stabilisca, nel
quadro generale dell'orario, un tempo fisso per le adunanze settimanali e le attività di
Compagnia.
6) Sia dato particolare impulso all'attività liturgica per mezzo del « Piccolo Clero » e
all'attività missionaria per mezzo del Gruppo A.G.M. (Associazione Gioventù Missionaria).
7) Responsabile dell'andamento delle Compagnie dell'Ispettoria è l'Ispettore. Sarà sua
cura invigilare al loro regolare funzionamento e favorirne lo sviluppo in tutte le sue Case.
8) Per svolgere tale opera l'Ispettore elegge un Delegato Ispettoriale, affidando tale
ufficio a un confratello sacerdote, che abbia
le doti richieste di organizzatore e animatore e sia effettivamente in grado di disimpegnarlo.
9) In ogni Ispettoria le Compagnie siano legate fra loro in Federazione Ispettoriale e
queste si uniscano nella Confederazione Internazionale.
10) L'Ispettore abbia speciale cura che nei Noviziati, Studentati Filosofici e Teologici e
negli Istituti di Magistero Professionale fioriscano le Compagnie in modo che i chierici e i
coadiutori siano efficacemente preparati a lavorare nelle medesime al termine del periodo
della loro formazione.
Il Catechista Generale passa poi a dire che là dove per ragioni particolari e con le dovute
autorizzazioni venisse tolta la seconda Messa domenicale, un lavoro più metodico e più
intenso delle Compagnie religiose potrebbe essere se non una felice sostituzione, un buon
ripiego.
Qualche Capitolare interviene per sottolineare l'eccellente lavoro che le Compagnie
compiono nei nostri collegi, ma si dice non ugualmente soddisfatto quanto alla preparazione
all'apostolato laico, e all'inserimento dei nostri giovani nelle file dell'A. C.
Si precisa inoltre che quando si parla di inserimento e di immissione dei nostri giovani
all'uscita dai nostri Collegi, non bisogna intendere che debbano confluire necessariamente
nell'A. C., ma in qualsivoglia organizzazione di spirito cattolico, secondo le attitudini e la
vocazione dei singoli.
2° TEMA
La Costituzione Apostolica « Sedes Sapientiae » Premessa.
La Costituzione Apostolica Sedes Sapientiae e gli Statuti Generali a quella annessi,

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emanati dalla Sacra Congregazione dei Religiosi, hanno lo scopo di riordinare gli studi dei
Religiosi chiamati al Sacerdozio, e di fissarne norme precise per la loro formazione religiosa,
ecclesiastica e apostolica.
L'apposita Commissione Capitolare, dopo un accurato studio sugli « Statuti Generali » in
rapporto alle Costituzioni e ai Regolamenti, ha rilevato con soddisfazione le notevoli
concordanze fra detti Statuti Generali e i nostri ordinamenti e ha fermato la sua attenzione
su quelle parti che più ci interessano o che presentano qualche cosa di nuovo alla prassi e
alla tradizione salesiana.
L'importanza dell'augusto documento è costituita per noi soprattutto dalla sua aderenza
alle necessità presenti, e da alcune disposizioni riguardanti lo studio della Filosofia, il
Tirocinio pratico e la preparazione al ministero pastorale.
Su questi punti in particolare la Commissione ha presentato le sue conclusioni e le sue
proposte, che furono poi oggetto delle discussioni dell'Assemblea.
Applicazione della « Sedes Sapientiae» alle nostre Case di formazione
a) ORDINAMENTO SCOLASTICO.
Nell'ordinamento scolastico della formazione religiosa clericale è da tener presente
quanto segue:
Le scuole e gli studi di formazione degli Aspiranti e dei Soci presso gli Istituti religiosi
hanno carattere pubblico ecclesiastico (41, 1). Esse sono dà ordinare e regolare
strettamente secondo le prescrizioni della Santa Sede (41, 3). Sono sotto il suo controllo ed
ispezione (18).
Il curriculum della nostra formazione è diviso in 7 gradi o corsi: Aspirantato - Noviziato -
Biennio filosofico - Triennio pedagogico - Quadriennio teologico - Corso di perfezionamento
pastorale - Quinquennio di perfezionamento teologico.
Il biennio filosofico è preceduto dal corso medio-classico inferiore e superiore. Il primo è
fatto nell'Aspirantato; il secondo può essere posposto al Noviziato. Il curricolo medio-
classico dev'essere chiuso con un esame, possibilmente di valore legale, che dimostri la
dovuta maturità degli alunni (43, 5).
Se il corso medio-classico superiore è fatto dopo il Noviziato, si può distribuire circa la
metà dei trattati di filosofia negli ultimi due anni. In tal caso seguirà un anno « libero
completamente da altre materie... dedicato alla sola filosofia, sicchè complessivamente si
ottenga quella intensità che conviene ad un vero corso filosofico » (44, 1, 3°; 43, 2, 3°).
Nel biennio filosofico oltre alla filosofia si insegnino quelle altre discipline che siano
veramente di aiuto e di complemento alla filosofia; vi si insegni con sodezza la sociologia
nei suoi princìpi (44, 3).
Si prosegua con una certa moderazione lo studio delle lettere, specialmente quelle che
hanno più rapporto con la filosofia (44, 4, 20).
Alla fine del corso di filosofia vi sia per tutti gli alunni una specie di esame di maturità
filosofica sulla base di un Cesario, preparato su tutti i trattati (44, 5, 20).
Subito dopo il termine del curricolo teologico, almeno per un anno, sotto la guida di un
maestro di spirito e di insegnanti esperti, gli alunni vengano esercitati in uno speciale
tirocinio, dove, mentre coltivano più intensamente le virtù sacerdotali ed esercitano
moderatamente l'apostolato sacerdotale, attendano allo studio e alla pratica della teologia
pastorale (48, 1). In tale corso sono prescritti, come minimo, 100 giorni di scuola (42, 3, 30)
e 250 lezioni.
Il quinquennio di perfezionamento teologico venga chiuso con un esame di maturità
dottrinale ed apostolica (49, 4, 20).
Il corso prescritto per la formazione religiosa, sacerdotale ed apostolica deve compiersi

2.10 Page 20

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da tutti gli alunni integralmente e rigorosamente nei suoi singoli periodi e gradi; i Superiori
non presumano di dispensare da esso, nè di ridurlo per nessun motivo di maggior urgente
necessità o di speciosa utilità (4).
b) ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA.
Nell'organizzazione scolastica è da tener presente quanto segue:
È richiesta una « sede » situata in posto sufficientemente salubre e spazioso, separata
prudentemente dal contatto col mondo e veramente atta a vivere religiosamente (23, 1).
È richiesto il numero conveniente di alunni, da decidersi soltanto da coloro cui spetta
dare il consenso ad effettuare l'erezione (23, 2, 10).
Le « sedi », soprattutto quelle destinate agli studi, devono essere fornite di biblioteche e
di tutti gli altri sussidi e mezzi richiesti secondo la natura e i gradi degli studi (23, 2, 30).
Si cerchi di ottenere la migliore e prudente stabilità degli insegnanti che hanno dato
buona prova di virtù, di dottrina e capacità didattiche (26, 2).
È richiesto il numero sufficiente di insegnanti in maniera che non siano troppo carichi di
lavoro e non siano costretti ad insegnare materie troppo diverse (30, 3, 20).
È necessario pensare alle vacanze estive degli alunni in formazione, compresi gli
studenti di Teologia. Siano messi in luogo adatto per il ristoro fisico e per la cura della vita
spirituale. Per un dato tempo potranno attendere ad occupazioni intellettuali meno
impegnative e ad esercizio moderato di apostolato (42, 6).
c) INTERRUZIONE DEGLI STUDI.
Dalla Sedes Sapientiae è raccomandata un'interruzione degli studi ecclesiastici, alla fine
del corso di Filosofia e prima di quello di Teologia, della durata normale di non più di tre
anni, per un esperimento pratico della vocazione, sia comune che specifica, e per
completare studi profani indispensabili al conseguimento di titoli (13, 1).
Proposte di aggiunte e di varianti alle regole e ai regolamenti
In vista di un eventuale rimaneggiamento di alcuni articoli delle Costituzioni e dei
Regolamenti, richiesto per adeguarli alla Sedes Sapientiae, e anche per la direzione pratica,
nel frattempo si propone questa loro riformulazione e queste aggiunte:
1) In base al paragrafo 44, 3 della Sedes Sapientiae, all'art. 164 delle Costituzioni va
aggiunto: « Il programma del biennio filosofico obbligatorio può essere distribuito per metà
programma nel corso medio-classico superiore e per l'altra metà in un anno di sola Filosofia
e materie complementari ».
2) Si propone di aggiungere un altro articolo (164 bis): «Dopo il quadriennio teologico, i
novelli sacerdoti, sotto la guida di un esperto Maestro di spirito, faranno un anno di
perfezionamento pastorale, seguendo le prescrizioni della Sedes Sapientiae» (48, 1).
3) Si propone la seguente variante all'ultimo comma dell'art. 48 dei Regolamenti: «
All'esame presso la Curia diocesana per l'abilitazione al ministero delle confessioni, si
presentino durante il corso di perfezionamento pastorale; ma ordinariamente esercitino tale
ministero, nel corso dell'anno, solo per i giovani interni ed esterni dei nostri Istituti ed Oratori
».
4) Si propone di aggiungere l'art. 48 bis dei Regolamenti: « Al termine del quinquennio di
perfezionamento teologico, prescritto dal can. 570, vi è l'obbligo di dare un esame generale
di maturità dottrinale ed apostolica » (49, 4, 20).
5) Si propone la seguente variante all'art. 51 dei Regolamenti: « Subito dopo il corso di
Filosofia, è prescritto per i Chierici un
tirocinio pratico per un periodo non superiore a tre anni, avente per fine di provare la loro
vocazione, di informarli ed educarli allo spirito salesiano e all'apprendimento del Sistema
Preventivo, base della nostra pedagogia, e di attendere a studi profani in vista del

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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conseguimento dei titoli » (13, 1).
6) Dopo l'art. 57 dei Regolamenti (capo II: « Per i Chierici ») si propone di aggiungere i tre
seguenti articoli:
a) I Chierici tirocinanti siano messi in collegi o Case regolarmente costituite, nelle quali
sia in vigore la perfetta osservanza e la vita comune (13, 1, 40).
b) Durante le vacanze estive siano radunati per alcune settimane in una Casa adatta,
a fine di ristorare le forze fisiche, morali e religiose, per fare inoltre gli Esercizi Spirituali
adatti ad essi, per ripassare e completare gli studi ecclesiastici (13, 1, 50).
c) Alla professione perpetua preceda una preparazione adatta, conforme a quanto
prescrive la Sedes Sapientiae; perciò i Chierici siano raccolti in ambiente particolare per un
periodo di alcune settimane (39, 1, 20).
7) All'ultimo comma dell'art. 313 dei Regolamenti si propone di aggiungere: « Così pure la
festa del Sommo Pontefice ».
All'ultimo comma dell'art. 325 dei Regolamenti si propone di aggiungere: « (periodo delle
vacanze) che passeranno in luogo adatto, per ristorare le forze fisiche e quelle spirituali, per
attendere a studi secondari, di. lingue estere, ecc. » (42, 6, 10 e 20).
8) All'art. 330 dei Regolamenti segua un articolo per le vacanze estive dei teologi: « Nel
periodo estivo, in sedi quanto più possibile adatte, abbiano un periodo di conveniente
riposo, per ristorare le forze fisiche della mente e del corpo, senza che si affievolisca
l'ardore della perfezione spirituale. Il tempo che avanza sia impiegato in studio privato, o in
scuole più leggere, o per fare qualche prova nell'apostolato » (42, 6, 10 e 20).
Pontificio Ateneo Salesiano
Per il Pontificio Ateneo Salesiano poi si propone:
1) Con Costituzione Apostolica a scopo di promuovere gli studi ecclesiastici, è stato
eretto in seno alla nostra Società il Pontificio Ateneo Salesiano.
2) Il Rettor Maggiore, come Gran Cancelliere, può scegliersi un Vice-Cancelliere, che
d'ordinario sarà il Consigliere Scolastico Generale. Il Vice-Cancelliere ha il compito di
controllare, a norma degli Statuti, l'ordinamento e il funzionamento del Pontificio Ateneo
nelle Facoltà costituzionalmente erette.
3) Al Pontificio Ateneo Salesiano, nella struttura scolastica, nel corpo dei docenti e nello
svolgimento dei programmi, si ispirino gli altri Istituti di Filosofia e Teologia eretti nella
Società.
Essi potranno essere affiliati, secondo il merito, al Pontificio Ateneo ai soli fini
accademici.
Particolarità
1) IL PONTIFICIO ATENEO SALESIANO. - Il Rettor Magnifico del P.A.S., per espresso
invito del Rettor Maggiore, tenne una chiara ed esauriente relazione sulla natura, l'origine, le
finalità, le realizzazioni, i progetti e le urgenti necessità, nonchè le benemerenze, le
commendatizie e le affermazioni del nostro massimo Istituto di cultura religiosa.
Detta interessante relazione, molto applaudita dall'Assemblea, è allegata nel suo testo
integrale agli Atti.
Il Rettor Maggiore esorta gli Ispettori a fare una scelta accurata, prudente e rigorosa dei
soggetti destinati all'Ateneo.
Essi debbono eccellere non solo per le capacità intellettuali e le attitudini didattiche, ma
soprattutto per le doti morali, per le virtù religiose, per spirito salesiano, per equilibrio e buon
criterio.
Da tale scelta dipende in parte notevole l'avvenire della nostra Società. Una scelta

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erronea difatti potrebbe avere conseguenze gravissime per la delicata posizione di
privilegio, oltre che di responsabilità, in cui si troverebbero tali elementi, quando venissero
addetti a Case di formazione.
2) TIROCINIO PRATICO. - Qualche Capitolare propose di limitare il tirocinio pratico a
soli due anni, ma i più insistettero sui tre, nell'interesse soprattutto dello stesso tirocinante,
facendo notare le parole della Sedes Sapientiae: « Non si protragga oltre i tre anni senza
grave ,motivo ». Dopo vari interventi tutti furono d'accordo su questa formula: « per un
periodo, senza un grave motivo, non superiore ai tre anni ».
3° TEMA
Scuole Professionali ed Agricole
La Commissione Capitolare per le Scuole Professionali ed Agricole, presentando
all'Assemblea plenaria del XVIII Capitolo Generale lo studio fatto sui ,temi,
I - Propose:
1) di completare il titolo della Sezione Terza dei Regolamenti con la dicitura « e Case di
perfezionamento per i Coadiutori »;
2) di aggiungere nei singoli articoli d'indole generale del Capo Primo della medesima
Sezione Terza la parola « Coadiutori » o « Case di perfezionamento » o simili, quando le
prescrizioni sono ad essi applicabili;
3) di trasformare la Sezione Quarta dei Regolamenti in un Capo (« Capo Quarto ») della
Sezione Terza, lasciando in questo Capo soltanto le prescrizioni peculiari ai soli Coadiutori;
4) di dare regolari lezioni di cultura generale, oltre le prescritte istruzioni di cultura
religiosa (art. 58), per un biennio, ai Coadiutori i quali dopo il Noviziato non seguono il Corso
di Magistero (art. 332);
5) di introdurre un Corso di « Formazione sociale » a complemento dell'art. 318 dei
Regolamenti, e una lezione settimanale sul santo Vangelo;
6) di dare un incarico speciale per tali trasformazioni e inserimenti al Capitolo Superiore,
ed eventualmente pubblicare ad experimentum un fascicolo a parte, ove potranno essere
contemplate anche nuove norme volute dalla Sedes Sapientiae.
Il - La preparazione dei maestri d'arte è il problema più assillante.
Il Rettor Maggiore afferma che le Scuole professionali, oggi soprattutto, rivestono
un'importanza capitale, e costituiscono un impegno di prim'ordine per la nostra
Congregazione.
Nel giro per il mondo salesiano la visita alle nostre Scuole professionali gli ha procurato
molte soddisfazioni, ma purtroppo anche qualche delusione ed amarezza.
Il problema primo e più assillante in ogni paese è la scarsezza, e in alcune Case
addirittura l'assoluta mancanza di Capi d'arte, sostituiti da personale esterno, che per nulla
si preoccupa dell'educazione morale degli allievi.
Di qui la necessità di preparare gli uomini prima che le macchine. Abbiamo bisogno di
Coadiutori, di Capi che siano veri educatori, non affetti da ambizioni mondarle, da spirito di
critica e di comodiamo. Don Bosco ci aiuti a formare i nostri Coadiutori come seppe formarli
lui: maestri provetti, educatori apostoli, religiosi e salesiani esemplari.
III - Raccomandò quindi che
1) Nel prossimo sessennio, ogni Ispettoria s'impegni in modo speciale a realizzare
l'apertura di Aspirantati per Coadiutori conformemente all'art. 261 dei Regolamenti.
Si consiglia di destinare a tali Case i Capi migliori per capacità tecniche e didattiche, e
per virtù religiose e salesiane.
Ove poi per il momento non fosse possibile aprire un Aspirantato professionale, gli

3.3 Page 23

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Ispettori di una medesima Nazione procurino di intendersi per creare Aspirantati
interispettoriali; o se anche questo non fosse realizzabile, affianchino gli aspiranti artigiani a
Scuole professionali già organizzate, come sezione staccata, in locali e con orari particolari.
2) Le Case di perfezionamento o di magistero per i Coadiutori siano organizzate come
gli attuali Studentati per i Chierici, in sedi separate dagli Aspirantati, con Superiori e
insegnanti a loro totalmente dedicati (art. 332).
3) Scuole professionali per esterni. - Si è constatato che esse sono una forma molto
fruttuosa di « Oratorio quotidiano moderno »; anzi, sono qualche cosa di più: sono Case ove
ai giovani poveri viene somministrato, con l'aiuto della divina Provvidenza, alloggio e alle
volte anche vitto e vestito, « istruendoli e abilitandoli a guadagnarsi onestamente il pane »
(Costituz., art. 5).
Per quelle Scuole si abbia l'avvertenza:
a) di esercitare oculata vigilanza là dove a fianco degli esterni esistono sezioni
d'interni;
b) di non tralasciare nessuno dei mezzi salesiani per la formazione religiosa e morale
degli esterni;
c) di seguire, per quanto è possibile, orari e programmi e metodo delle Scuole
professionali interne;
d) nell'aprire tali scuole si tenga conto della situazione industriale locale per
determinare i tipi di laboratori convenienti, affinchè gli allievi possano poi trovare lavoro
senza allontanarsi dalla famiglia;
e) si portano ad esempio nuovi tipi di laboratori: elettrauto, muratori, idraulici, saldatori
e chimici, sorti in qualche località e molto apprezzati dalle famiglie.
4) Una buona organizzazione delle nostre Scuole professionali richiede:
a) una buona attrezzatura dei laboratori;
b) un personale competente;
e) un organico di programmi e orari secondo la tradizione salesiana, in accordo con le
esigenze locali.
Questo organico comprende essenzialmente quattro gruppi di materie: a) cultura
generale; b) disegno; c) tecnologia del mestiere;
d) pratica del mestiere (esercizi progressivi e lavori utili). La proporzione di questi gruppi di
materie sarà specificata nei programmi dell'ufficio del Consigliere Professionale Generale.
Si procuri in modo speciale che il tempo assegnato alla cultura tecnica e pratica
professionale sia di tre o quattro ore giornaliere. Secondo i luoghi si riducano per i primi
corsi le ore di pratica, dando più tempo alla cultura generale, in modo da poter in seguito
maggiormente intensificare la pratica.
5) Sia fedelmente osservato e praticato il metodo salesiano d'insegnamento
professionale e agricolo, secondo le nostre tradizioni, adattandole al progresso della
tecnica moderna e alle esigenze della legislazione di ciascuna nazione.
6) Le vacanze estive per le Scuole Artigiani secondo la nostra tradizione non dovrebbero
oltrepassare i due mesi.
7) Si favorisca la compilazione di testi da parte dei nostri confratelli Coadiutori per le
differenti specializzazioni dei vari mestieri, e si procuri che questi testi e dispense siano fatti
conoscere a tutte le Case professionali attraverso opportune segnalazioni su Il Coadiutore
salesiano o altrimenti.
8) Un orario-tipo completo della giornata per le nostre Scuole Professionali e Agricole
deve sempre contemplare, oltre la scuola

3.4 Page 24

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e il lavoro, le tradizionali attività salesiane formative (Compagnie, associazioni, banda,
canto, filodrammatica, ecc.).
9) Non si trascuri la preparazione sociale dei nostri allievi artigiani. Quindi s'insegnino
nozioni di « relazioni umane », di sociologia cristiana e di organizzazione di Azione
Cattolica, orientandoli opportunamente e mettendoli in contatto con gli organismi sindacali
cattolici.
10) Ove sia conveniente e possibile, si stabiliscano corsi serali per favorire la formazione
dei giovani che non hanno la possibilità di frequentare scuole (corsi di disegno, contabilità,
lingue, ecc.).
11) Collocamento allievi. - Si cerchi di aiutare i nostri allievi a trovare un impiego presso
Ditte che diano una buona garanzia, e in caso di disoccupazione d'interessarsi della loro
sistemazione: Si fa notare che bisogna preoccuparsi fin dall'inizio di avviare i giovani a quel
mestiere, che poi potrà essere redditizio, mestiere più indicato dalle circostanze locali e
necessità della regione, e più conforme alle attitudini degli allievi preventivamente controllati
anche mediante esame psicotecnico.
12) Non si tralascino i nostri esami professionali semestrali e finali, oltre a quelli legali, e
si diano i nostri Diplomi di compiuti corsi professionali e agricoli, che facilitano l'assunzione
degli alunni perchè sono prova anche di formazione morale.
13) Titoli e abilitazioni. - Si faciliti ai nostri confratelli il conseguimento di titoli legali e
abilitazioni tecniche e si procuri che qualche confratello, sacerdote o coadiutore, consegua
la laurea in ingegneria meccanica, elettromeccanica, agraria, ecc., per la direzione tecnica
legale delle rispettive scuole.
Conclusione
Conclude il venerato Rettor Maggiore: « Sottoscrivo a tutto quello che avete detto su
questo importantissimo tema. Amiamo i nostri Coadiutori; rendiamoli contenti della loro
vocazione.
Gli alunni debbono vedere con i loro occhi che i Superiori formano tra loro una vera
famiglia, di cui i loro Capi sono membri stimati e ben voluti.
Solo da tale ambiente potremo sperare vocazioni, perchè solo così apprezzeranno la
bellezza dell'ideale del Coadiutore.
Il giovane artigiano infatti vede il suo ideale non nel Sacerdote, ma nel Capo d'arte, col
quale vive la maggior parte del giorno, dal quale apprende non solo la professione che gli
darà modo di guadagnarsi il pane, ma anche ad apprezzare i veri valori della vita e non di
rado ad ispirarsi nella scelta della sua vocazione.
Vi esorto dunque a ricordare spesso ai vostri Coadiutori la loro dignità, la loro
responsabilità e l'insostituibile missione educatrice.
Come vedete, il problema delle Scuole Professionali e Agricole è grave e merita tutto il
nostro studio e il nostro impegno, per portarle ad un più alto livello nelle loro strutture e
nella loro funzionalità.
Allora usciranno non solo dei tecnici e degli operai specializzati, ma soprattutto dei bravi
cristiani e, Dio lo voglia, numerose e buone vocazioni. Don Bosco l'ha fatto con i mezzi del
tempo suo; a noi oggi il dovere di realizzarlo coi mezzi nostri ».
4° TEMA
Parrocchie e Oratori
1) LA PARROCCHIA E IL SUO PERSONALE:

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Per accettarla ci siano giuste ragioni:
Si chieda sempre prima il permesso del Capitolo Superiore. Si chieda che il Vescovo ce
la proponga per iscritto.
Si stipuli una convenzione precisa riguardo ai beni e ai benefici parrocchiali.
La consegna della parrocchia deve essere ad nutum S. Sedis e non ad personam, ma
alla Congregazione.
Dovendo fare noi la chiesa parrocchiale, si costruisca possibilmente su terreno di
proprietà salesiana.
Personale:
Sia dottrinalmente preparato, moralmente sicuro, pronto al sacrificio, zelante, prudente.
Mancando il personale adatto e sufficiente, è meglio non accettare parrocchie.
2) CASA E PARROCCHIA:
La parrocchia sia sempre unita a qualche altra opera per poter avere vita di comunità.
Procuri il Parroco di essere in questo esemplare con tutto il suo personale.
In tutto ciò che concerne la cura delle anime e l'amministrazione della parrocchia, il
Parroco dipende dal Vescovo, sotto la sorveglianza del Direttore (art. 373).
Là Casa presti la sua doverosa cooperazione per confessioni e predicazione.
3) CURA D'ANIME:
Le parrocchie salesiane devono distinguersi nello zelo per le anime; quindi:
Si prepari coscienziosamente e si tenga aggiornato il Liber status animarum.
Puntualità e decoro nelle funzioni.
Si dia grande comodità per le confessioni.
Si abbia cura specialissima della gioventù: l'Oratorio è per noi parte integrante della
parrocchia; dipenda quindi anche dal Parroco e l'incaricato sia possibilmente uno dei
cappellani. Il lavoro paziente dell'Oratorio è il mezzo più atto per rigenerare una parrocchia
religiosamente decaduta.
Non manchi l'Oratorio femminile, possibilmente affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Se è possibile con qualche scuola, doposcuola o scuole serali.
Si abbia cura coscienziosa dei malati e dei moribondi.
I poveri siano aiutati secondo le possibilità, senza distinzione di partito.
Si procuri il beneficio della colonia estiva ai bambini poveri, anche per distoglierli dalle
colonie laiche.
Le vocazioni sacerdotali e ,religiose siano favorite e aiutate.
Associazioni: non devono mancare quelle volute dal Vescovo e le salesiane. Si dia la
massima importanza all'Azione Cattolica e si favorisca l'intesa e la collaborazione familiare
tra le varie Associazioni.
L'insegnamento religioso sia curato nelle scuole e nella chiesa; catechismi ben
organizzati.
Il giovane artigiano infatti vede il suo ideale non nel Sacerdote, ma nel Capo d'arte, col
quale vive la maggior parte del giorno, dal quale apprende non solo la professione che gli
darà modo di guadagnarsi il pane, ma anche ad apprezzare i veri valori della vita e non di
rado ad ispirarsi nella scelta della sua vocazione.
Vi esorto dunque a ricordare spesso ai vostri Coadiutori la loro dignità, la loro

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responsabilità e l'insostituibile missione educatrice.
Come vedete, il problema delle Scuole Professionali e Agricole è grave e merita tutto il
nostro studio e il nostro impegno, per portarle ad un più alto livello nelle loro strutture e nella
loro funzionalità.
Allora usciranno non solo dei tecnici e degli operai specializzati, ma soprattutto dei bravi
cristiani e, Dio lo voglia, numerose e buone vocazioni. Don Bosco l'ha fatto con i mezzi del
tempo suo; a noi oggi il dovere di realizzarlo coi mezzi nostri ».
40 TEMA
Parrocchie e Oratori
1) LA PARROCCHIA E IL SUO PERSONALE:
Per accettarla ci siano giuste ragioni:
Si chieda sempre prima il permesso del Capitolo Superiore. Si chieda che il Vescovo ce
la proponga per iscritto.
Si stipuli una convenzione precisa riguardo ai beni e ai benefici parrocchiali.
La consegna della parrocchia deve essere ad nutum S. Sedis e non ad personam, ma
alla Congregazione.
Dovendo fare noi la chiesa parrocchiale, si costruisca possibilmente su terreno di
proprietà salesiana.
Personale:
Sia dottrinalmente preparato, moralmente sicuro, pronto al sacrificio, zelante, prudente.
Mancando il personale adatto e sufficiente, è meglio non accettare parrocchie.
2) CASA E PARROCCHIA:
La parrocchia sia sempre unita a qualche altra opera per poter avere vita di comunità.
Procuri il Parroco di essere in questo esemplare con tutto il suo personale.
In tutto ciò che concerne la cura delle anime e l'amministrazione della parrocchia, il
Parroco dipende dal Vescovo, sotto la sorveglianza del Direttore (art. 373).
La Casa presti la sua doverosa cooperazione per confessioni e predicazione.
3) CURA D'ANIME:
Le parrocchie salesiane devono distinguersi nello zelo per le anime; quindi:
Si prepari coscienziosamente e si tenga aggiornato il Liber status animarum.
Puntualità e decoro nelle funzioni.
Si dia grande comodità per le confessioni.
Si abbia cura specialissima della gioventù: l'Oratorio è per noi parte integrante della
parrocchia; dipenda quindi anche dal Parroco e l'incaricato sia possibilmente uno dei
cappellani. Il lavoro paziente dell'Oratorio è il mezzo più atto per rigenerare una parrocchia
religiosamente decaduta.
Non manchi l'Oratorio femminile, possibilmente affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Se
è possibile con qualche scuola, doposcuola o scuole serali.
Si abbia cura coscienziosa dei malati e dei moribondi.
I poveri siano aiutati secondo le possibilità, senza distinzione di partito.
Si procuri il beneficio della colonia estiva ai bambini poveri, anche per distoglierli dalle
colonie laiche.

3.7 Page 27

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Le vocazioni sacerdotali e religiose siano favorite e aiutate.
Associazioni: non devono mancare quelle volute dal Vescovo e le salesiane. Si dia la
massima importanza all'Azione Cattolica e si favorisca l'intesa e la collaborazione familiare
tra le varie Associazioni.
L'insegnamento religioso sia curato nelle scuole e nella chiesa; catechismi ben
organizzati.
La predicazione sia curata. Ci siano programmi fissi, sia assicurata la dottrina soda, si
esiga preparazione.
La visita alle famiglie è dovere del Parroco. Visitare solo le famiglie benestanti e amiche
suscita invidia e allontana le anime. Conviene preannunciarsi e sempre in tempo opportuno.
Le visite siano brevi e si usi prudenza e carità.
4) LOCALI:
La chiesa sia molto curata.
Gli uffici parrocchiali sempre decorosi, puliti, con vetri trasparenti. L'archivio abbia libri e
documenti in ordine.
Non manchino sale per le riunioni e per la dottrina cristiana. Se non c'è possibilità di locali
e di cortili, è meglio non accettare la parrocchia.
5) QUESTIONE ECONOMICA:
Si tengano in conto le norme del Diritto Canonico.
Quello che viene dato per la chiesa, per le opere parrocchiali, per i poveri, sia
amministrato dal Parroco sotto la sorveglianza del Direttore (Regolam., art. 375).
Le offerte delle Messe, la congrua e il supplemento, i diritti di stola appartengono alla
comunità e sono amministrati dal Direttore.
Il Parroco non sia impedito di cercare la beneficenza per le opere parrocchiali.
6) PARTICOLARITÀ:
Il Rettor Maggiore raccomanda che nell'accettazione di parrocchie ogni pratica sia
sempre inoltrata tramite il Capitolo Superiore. Ricorda inoltre di inviare non solo la domanda
per l'accettazione della nuova parrocchia, ma anche la Convenzione che si intende
stipulare: il Capitolo la esaminerà per vedere se sono ben tutelati i diritti della nostra
Società. Consiglia pure di destinare alle parrocchie delle grandi città confratelli licenziati in
Diritto Canonico; gli Ispettori pensino perciò a tempo a prepararsi il personale.
Sui rapporti tra il Direttore della Casa, il Direttore dell'Oratorio e il Parroco si hanno diversi
interventi. Il problema fu già trattato altre volte e fu oggetto di discussione dei Capitoli
precedenti, ma la soluzione è sempre una: essa dipende soprattutto dalla buona volontà, dal
buono spirito e dalla comprensione reciproca delle persone.
L'anno di Pastorale per i novelli sacerdoti dovrà avere anche questa finalità: di prepararli
alla vita parrocchiale, quando sarà necessario dar loro questa obbedienza.
Oratorio festivo o quotidiano
1. L'Oratorio festivo è la prima opera, non solo in ordine di tempo, ma anche in ordine di
importanza tra le nostre opere.
2. L'Oratorio festivo non è fatto solo per i piccoli, ma specialmente per i giovani.
3. Don Bosco chiamava l'Oratorio festivo la parrocchia dei giovani.
4. Si deve pensare seriamente nelle Case di formazione a preparare elemento
specializzato per gli Oratori festivi, adoperando a questo scopo il lavoro delle Compagnie.
5. Considerato l'Oratorio festivo come una piccola parrocchia, non si cambino troppo

3.8 Page 28

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spesso il Direttore e il personale.
6. Scopo dell'Oratorio è quello di attirare la gioventù con oneste ricreazioni per
l'istruzione e la vita cristiana.
7. Attrezzare convenientemente con mezzi moderni gli Oratori festivi.
8. Conferenze settimanali al personale addetto.
9. Preparare i giovani a diventare catechisti negli Oratori festivi iniziandoli come vice-
catechisti.
10. Organizzare le Compagnie religiose secondo i Regolamenti.
11. Organizzare il più perfettamente possibile i quadri dei giovani di A. C.
12. Preparare all'inizio dell'anno un calendario con un piano prestabilito per
l'insegnamento religioso.
13. Stabilire una perfetta collaborazione tra le Associazioni giovanili, le Unioni di Ex allievi
e le Associazioni Padri di Famiglia.
14. Non si sacrifichino le funzioni religiose per motivi di gare sportive.
15. Vi sia alla fine dell'anno, non solo l'esame, ma la gara catechistica, a cui dovranno
essere invitati i rappresentanti dell'autorità ecclesiastica.
16. Si stia mordicus alle prescrizioni dei Superiori (cfr. Atti del Capitolo) riguardo al
Cinema.
17. Si incrementi il più possibile la formazione di filodrammatiche, orchestrine, bande...
18. Cinema, Radio e Televisione sono sotto controllo e responsabilità del Direttore
dell'Oratorio festivo.
19. Si faccia riconoscere come direttore dell'Oratorio festivo il Direttore della Casa, come
autorità ecclesiastica il Parroco.
50 TEMA
Ex allievi di Don Roseo
PREMESSA
I Congressi nazionali e regionali, e i Convegni annuali delle Unioni degli Ex allievi
dimostrano ogni anno la vitalità di un movimento che è la più eloquente manifestazione
dell'efficacia del sistema educativo di Don Bosco.
Incalcolabile l'importanza di questa Organizzazione, sia per il bene spirituale dei suoi
iscritti, sia per la sua sempre più salda inserzione nella vita della Famiglia Salesiana un
enorme capitale di sane energie da sfruttare per la diffusione del bene nelle famiglie, nei vari
ambienti sociali e in appoggio alla causa dell'educazione cristiana.
I - DOVERI DEI SALESIANI. - I Salesiani devono curare gli Ex allievi, ottemperando agli
articoli dei Regolamenti 135 e 291, nonchè alle insistenti raccomandazioni dei Successori di
Don Bosco.
II - ORGANIZZAZIONE. - Sono Ex allievi di Don Bosco tutti coloro che in qualsiasi tempo
e luogo furono allievi sia in Collegi sia in Oratori festivi e Missioni, sia interni sia esterni; ma
sono membri della Federazione soltanto coloro che spontaneamente hanno dato la loro
adesione allo Statuto, per collaborare con i Superiori alla perseveranza nella vita cristiana
sia propria che dei loro compagni, e alla riconquista di coloro che si fossero allontanati
(Statuto-base, art. 3).
Superiore di tutti gli Ex allievi del mondo è il Rettor Maggiore; l'Ispettore lo è per le
singole Ispettorie; il Direttore nelle singole Case. I Superiori possono farsi rappresentare da
un salesiano (sacerdote o coadiutore) che faccia da intermediario fra loro e gli Ex allievi
(Statuto-base, Regolamenti).

3.9 Page 29

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Categorie di Ex allievi: Ex allievi tesserati, Ex allievi soltanto iscritti, Ex allievi dispersi.
Occuparsi di tutti. Come in una grande famiglia vi sono dei figli più affezionati ai propri
genitori, ed altri meno, ma non perdono per questo l'affetto dei genitori, così avviene nella
grande famiglia degli Ex allievi.
NORME GENERALI
Ci occupiamo degli Ex allievi, come faceva Don Bosco, non per chiedere loro denaro, ma
per aiutarli spiritualmente e fare in modo che si tengano uniti e si aiutino fra loro. « Tenetevi
uniti ed aiutatevi » (DoN Bosco).
1) Studiare l'indice di perseveranza degli Ex allievi nella vita cristiana, e studiare i mezzi
per elevarlo.
2) Le nostre Unioni Ex allievi non aderiscano collettivamente ad altre organizzazioni; non
tocchino questioni di politica o lotte di classe; evitino le attività di indole finanziaria che in
qualsiasi modo possano compromettere la Congregazione (Titolo II - Statuto base);
procurino di essere un vivaio e semenzaio di elementi per tutte le opere buone e coltivino i
buoni rapporti con altre federazioni Ex alunni di Scuole Cattoliche, con l'Azione Cattolica,
con la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, con altre associazioni cattoliche.
3) I Delegati preposti al movimento Ex allievi nella preparazione dei Regolamenti
Nazionali si ispirino allo Statuto-base e prima di metterli in attuazione, ne ottengano
l'approvazione della Presidenza Internazionale.
4) Ogni Casa abbia possibilmente un ambiente destinato agli Ex allievi, sotto la direzione
del Direttore e del suo incaricato.
5) Si abbia cura speciale degli Ex allievi sacerdoti, pupilla degli occhi di Don Bosco.
6) Secondo lo Statuto base non possono e non debbono esistere gruppi indipendenti di
Ex allievi, fuori della giurisdizione salesiana. Non si permetta perciò, pur usando le dovute
cautele, che si formino gruppi sotto la denominazione di Ex Allievi Salesiani, che non siano
sottoposti all'autorità del Rettor Maggiore, dell'Ispettore e del Direttore.
7) Per gli Ex allievi pagani l'Unione deve diventare un mezzo per mantenere le buone
relazioni e lavorare possibilmente alla loro conversione.
8) Quanto agli Ex allievi giovanissimi, in alcuni luoghi han trovato opportuno riunirli a
parte; dove è possibile si cerchi di mantenere il legame con quelli appena usciti dalle nostre
Case.
9) L'organo nazionale degli Ex allievi sia stampato sotto le direttive dei Superiori locali e
la personale responsabilità del Delegato nazionale.
10) Si osservi l'uniformità del distintivo sociale in tutta la Confederazione.
6° TEMA
Le Missioni
PREMESSA
Le Missioni sono sempre state fino dai primordi della nostra Società una delle forme di
apostolato a cui si sono dedicate le energie migliori, ed oggi la nostra Famiglia, dopo solo
80 anni di vita, ha il vanto di occupare una posizione avanzata fra le Congregazioni
missionarie.
Duemila infatti sono i nostri confratelli che lavorano in terra di Missione e circa
centosettanta partono ogni anno in loro aiuto.
La Commissione Capitolare, nel trattare il tema delle Missioni, seguì lo schema delle
deliberazioni e delle raccomandazioni del Capitolo Generale del 1952 sullo stesso
argomento (Atti del Capitolo Superiore, ottobre 1952, n. 170).
Il Capitolo Generale ritenne opportuno, insistere sui punti più importanti di tale schema e
aggiungere qualche raccomandazione, suggerita dall'esperienza e dalla necessità di una

3.10 Page 30

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organizzazione più adeguata ai tempi e quindi sempre più efficiente.
Il Capitolo Generale inoltre fece voti che abbia ad accrescersi sempre più il fervore
missionario nelle nostre Case e tutti i confratelli sentano vivo ed attuale questo problema.
L'Assemblea tributò un caloroso applauso alle Ispettorie che diedero il maggior
contingente di confratelli per le Missioni (nel 1957: l'Italia 73, la Spagna 65, il Belgio 12; nel
1958: l'Italia 71, la Spagna 38, il Belgio 15, la Germania 12, il Messico 4); alle Ispettorie del
Portogallo, del Belgio, della Francia e dell'Inghilterra per il contributo offerto a sostegno delle
loro Missioni.
Vocazioni missionarie - Apostolato all'estero
1) Allo scopo di fomentare lo spirito missionario e di suscitare le vocazioni nei nostri
Istituti, negli Oratori festivi, e tra l'elemento esterno, si faccia attiva propaganda del nostro
Bollettino, di Gioventù Missionaria e di altre pubblicazioni missionarie.
Si segnala a tal fine la pubblicazione di una collana di agili biografie di missionari,
presentate dalla « Elle Di Ci » in forma moderna ed attraente. Tali biografie siano diffuse e
tradotte per i nostri giovani e per il pubblico.
Si valorizzino non solo le notizie offerte dall'A.N.S., ma anche il copioso servizio
fotografico mensile che illustra le attività della Congregazione nel mondo e nelle Missioni.
2) Si invita l'Ufficio Centrale di Stampa e Propaganda a preparare films girati sui luoghi
stessi di Missione, e filmine per proiezioni fisse.
3) Si celebrino con la massima solennità sia la Giornata Missionaria Mondiale, come
pure la festa annuale per le Missioni Salesiane.
La prima abbia carattere cattolico, la seconda abbia nel calendario scolastico un posto
determinato e fisso, per formare una tradizione nella Casa.
4) Si promuovano Congressini missionari, conferenze, tenute possibilmente da
missionari, con proiezioni fisse e cinematografiche e recite missionarie.
Inoltre con banchi di beneficenza, lotterie e feste missionarie, si educhino i giovani e il
popolo allo spirito di generosità e di sacrificio in favore delle Missioni.
5) Ogni Compagnia Religiosa abbia il suo Gruppo Missionario. Scopo di questi Gruppi è
di tenere desta la fiamma dell'apostolato e sostenere lo spirito missionario tra gli allievi
delle nostre Case. L'« Associazione Gioventù Missionaria », costituita così dai Gruppi
Missionari delle Compagnie (A.G.M.), sotto l'immediata direzione del Catechista, lungi
dall'intralciare il movimento delle medèsime, darà ad esse una maggiore vitalità.
6) Converrà che l'Incaricato Ispettoriale delle Compagnie sia anche l'Incaricato del
movimento missionario nelle Case dell'Ispettoria.
7) In tutte le Case di formazione sia coltivato intensamente lo spirito missionario. Ma
parlando ai giovani, pur cercando di destare in essi l'entusiasmo per le Missioni, e per la
propagazione della fede, lo si faccia in modo di non travisare la realtà, nè creare illusioni.
8) Si faccia sapere, particolarmente negli Aspirantati, che coloro
i quali chiedono di partire per le Missioni, e a giudizio dei Superiori hanno le doti necessarie,
potranno seguire la loro vocazione anche prima del Noviziato.
Le esperienze fatte sembrano consigliare di inviare i missionari nelle Missioni, o a fare il
Noviziato o immediatamente dopo. Confrontando le statistiche delle varie spedizioni, si può
constatare come la percentuale più alta di perseveranza sia nel gruppo di coloro che sono
partiti più giovani.
9) Si inviino in terra di Missione giovani che diano seria garanzia di buona riuscita,
anche nel campo degli studi, dato l'alto livello di cultura di alcuni popoli pagani,
specialmente orientali.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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10) I confratelli di qualsiasi Ispettoria, che intendessero consacrare la loro vita alle
Missioni, ne facciano domanda al Rettor Maggiore dopo maturo esame e speciali preghiere.
Gli Ispettori diano volentieri il loro consenso ai confratelli che domandano di andare in
Missione.
Oltre alle virtù del buon Salesiano, questi debbono avere l'adattabilità necessaria agli
inevitabili sacrifici della vita missionaria. Le Missioni, per la diversità del clima,
dell'alimentazione, dei costumi, della lingua, esigono nervi saldi e particolari capacità di
adattamento, che difficilmente si acquistano dopo i trentacinque anni, ossia nella maturità
della vita.
11) Si lamenta non di rado un inconveniente increscioso: qualche confratello di età
matura chiede di partire per le Missioni hon per vera vocazione, ma per qualche delusione
sofferta o per qualche ambizione insoddisfatta, ed arriva mal preparato, mal disposto, con
disposizioni psicologiche che renderanno la vita difficile a lui e agli altri. È meglio che
costoro restino in patria, nell'ambiente dove sono cresciuti e dove potranno essere meglio
compresi e meglio tollerati.
Vita missionaria ed organizzazione delle Opere missionarie
1) L'Ispettore provveda affinchè tutti i missionari abbiano la comodità di accostarsi
regolarmente al sacramento della Confessione.
Nelle residenze ci siano almeno due Sacerdoti. A loro si potrà aggiungere
convenientemente un Coadiutore; ma non si lasci un Coadiutore con un solo Sacerdote, nè
tanto meno un Sacerdote solo.
2) Nei Vicariati, o Prelazie affidati alla Congregazione, si favorisca il più possibile
l'istituzione di Seminari per la preparazione del Clero indigeno, conforme alle disposizioni
della Santa Sede.
I Superiori consentano che i nostri Aspiranti ed i Seminaristi delle nostre Missioni
frequentino la stessa scuola, quando non si possa fare altrimenti.
3) Si dia grande importanza alla formazione dei Catechisti per le Missioni.
4) Sia ben organizzata la scuola di catechismo nelle Residenze e negli Istituti.
Si segua un piano ben studiato ed organico per la scuola di morale agli allievi pagani. Si
cerchi, secondo le possibilità, di preparare un manuale adatto a tali scuole, dove non è
permesso fare il catechismo a tutti insieme.
5) Si insista su quanto è prescritto negli art. 67, 68, 69 dei Regolamenti (Costituzioni e
Regolamenti, capo VI: « Per i missionari »), che regolano il rimpatrio temporaneo dei
confratelli.
Si raccomanda vivamente che gli Ispettori notifichino detto rimpatrio al Superiore del
Capitolo incaricato delle Missioni e preavvisino l'Ispettore sotto la cui giurisdizione verrà a
trovarsi il missionario; lo muniscano della lettera di presentazione e diano quelle notizie che
possano facilitare l'assistenza del confratello.
Il Capitolo Generale concordò non essere opportuno fissare il tempo e la periodicità del
ritorno in patria dei missionari. Gli Ispettori dispongano con discrezione e carità secondo i
casi.
6) Ogni Ispettore si interessi affinché venga redatta una breve storia di ogni residenza
della Missione da lui dipendente.
I missionari abbiano una sempre più accurata formazione anche dal lato scientifico,
studino la psicologia delle popolazioni con cui vengono a contatto, poichè l'incontro di due
civiltà diverse o il passaggio dei primitivi alla vita civile è quanto mai delicato ed esige da
parte dei missionari preparazione etnologica e psicologica adeguata, equilibrio, spirito di
abnegazione e di cristiana carità.

4.2 Page 32

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7) Curino pubblicazioni scientifiche sulle Missioni; si allestiscano Musei Etnologici e si
favoriscano incontri fra missionari di diversi Paesi.
8) E doveroso rilevare il notevole contributo scientifico dato dai nostri missionari.
Anche nelle semplici relazioni del Bollettino Salesiano c'è tanto materiale scientifico di
prima mano, che cultori di etnografia raccolgono e catalogano sistematicamente e sfruttano
per i loro studi.
Aiuti economici alle Missioni
In generale tutte le nostre Missioni sono estremamente povere, sì che i missionari
debbono spesso dedicare buona parte del loro tempo e delle loro energie alla ricerca di
fondi necessari, mentre sarebbe desiderabile metterli in condizioni di dedicarsi
esclusivamente all'apostolato.
Perciò si rinnovano le seguenti raccomandazioni:
1) AIUTO ECONOMICO DELLE CASE. - Ogni Casa della Congregazione deve sforzarsi
di promuovere iniziative per raccogliere mezzi economici per le Missioni.
Mezzi per raccogliere offerte possono essere le lotterie, con l'interessamento degli
Allievi, Ex allievi e Cooperatori. Le lotterie missionarie hanno un duplice effetto: propaganda
e diffusione dello spirito missionario ed insieme la raccolta dei fondi.
Accademie e recite teatrali a favore delle Missioni, salvadanai collocati nella Prefettura o
altrove, ecc.
Il denaro raccolto sia inviato all'Ispettore, il quale a stimolo di tutti, farà conoscere la
somma raccolta da ogni Casa.
Il denaro raccolto nella « Giornata Missionaria Mondiale » deve essere consegnato al
Segretariato Missionario Diocesano perehè sia mandato a Propaganda Fide. Si notifichi
questa somma al Consigliere Capitolare delle Missioni attraverso l'Ispettore per la
compilazione dei dati statistici.
2) AIUTO ECONOMICO DELLE ISPETTORIE. - Ogni. Ispettoria per conto suo mandi
tutti gli anni al Rettor Maggiore il contributo della cassa ispettoriale per il sostegno delle
opere missionarie.
3) Per quanto concerne l'organizzazione e il funzionamento degli Uffici Ispettoriali
Missionari e dell'Ufficio Missionario. Centrale si rimanda a quanto fu raccomandato nel
Capitolo Generale del 1952 (Atti del Capitolo Superiore, n. 170, ottobre 1952).
Si raccomanda inoltre che il centro di raccolta delle offerte sia sempre la Procura o altra
Casa salesiana. Il dare un indirizzo privato, il fare dei conti correnti personali e
l'indiscrezione nel modo di scrivere le lettere e circolari per chiedere aiuti, fanno sorgere
sospetti di venire ingannati e inaridisce la beneficenza.
Il centro di raccolta dei francobolli nell'ambito dell'Ispettoria potrebbe essere
l'Aspirantato: ciò darebbe opportuna occasione agli aspiranti di mantenere amichevoli
relazioni con i soci delle Compagnie delle diverse Case.
L'Ufficio Missionario Centrale dia le norme opportune affinchè la raccolta e lo scambio
dei francobolli renda al massimo.
4) UFFICI MISSIONARI NAZIONALI O PROCURE. - Negli Stati Uniti d'America si è
organizzato ed è in efficiente funzione un Ufficio Missionario Nazionale o « Procura
Missionaria » come viene chiamata presso altri Istituti religiosi.
Si invitano gli Ispettori che vedessero la possibilità nei loro Paesi di analoga
organizzazione a studiarne il problema.
Potrà essere affiancato ad una Casa salesiana o meglio ancora potrà formare Casa a
sè.
Sarà sotto la dipendenza dell'Ispettore nella cui giurisdizione si trova.

4.3 Page 33

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Il personale sarà provveduto di comune intesa tra l'Ispettore e il Superiore Capitolare
addetto alle Missioni.
Il Direttore della Procura metterà a disposizione del Rettor Maggiore il denaro raccolto
per le Missioni in generale. Il Rettor Maggiore lo distribuirà tra le Missioni come meglio
crederà nel Signore e compirà scrupolosamente la volontà dei donatori, quando sia da essi
indicata la Missione o la persona a cui destina l'offerta.
Il Procuratore renderà conto ogni anno al Rettor Maggiore di tutto il movimento
amministrativo. Deve rendere conto anche all'Ispettore ogni anno, in occasione della visita
ispettoriale, e tutt'e le volte che ne sarà richiesto. Il Procuratore si intenderà con i diversi
Ispettori della propria nazione per quanto si riferisce al movimento missionario.
Si comprende che egli manterrà stretto contatto con gli Ispettori e Vescovi missionari.
5) ISPETTORIE CUI SONO ANNESSE MISSIONI. - Conviene che ogni Ispettoria
missionaria abbia un Ufficio missionario ispettoriale. Esso faciliterà grandemente la
propaganda e risparmierà il dispendio di forze e di tempo dei missionari.
Ciò non toglie che ogni Casa o Residenza prenda quelle iniziative che creda convenienti,
d'accordo con l'Ispettore o col Vescovo missionario.
Il Vicario Apostolico o il Prelato missionario può anche avere la propria Procura, o
mettersi d'accordo con l'Ispettore, formando una Procura unica.
6) OPERE PONTIFICIE. - Mentre si lavora in favore delle nostre Missioni col massimo
zelo, in ossequio alle norme della Santa Sede, si faccia propaganda delle Opere Pontificie,
si invitino i giovanetti fino ai 12 anni ad iscriversi nella Santa Infanzia, e tutti gli altri (Ex
allievi, Cooperatori, fedeli) nell'Opera della Propaganda della Fede. Le condizioni sono
molto facili e le indulgenze numerose. Si prenda occasione della Giornata Missionaria
Mondiale per far conoscere ed incrementare queste Opere Pontificie.
Proposte
Qualche Capitolare propone:
a) che ogni Missione venga adottata da una o più Ispettorie per essere aiutata
moralmente e finanziariamente;
b) che l'aiuto economico sia tale da permettere l'invio alle Case di formazione delle
Missioni di un sussidio-base fisso, come fa Propaganda Fide con i Seminari da lei
dipendenti.
Il Presidente risponde che l'idea è buona e va studiata. Ma riconosce che non sempre ci
sarebbe una giusta distribuzione dei soccorsi, sicché per ora è meglio continuare a
dipendere dal Centro Missionario di Torino. Un ottimo lavoro ha già compiuto in questo
settore l'Ufficio delle Missioni e molto si appresta a fare.
Il Capitolo infine rivolge un vivo ringraziamento alle Ispettorie degli Stati Uniti per la loro
generosità nei confronti delle nostre Missioni e un caldo applauso al Consigliere delle
Missioni: il grande progresso compiuto in questi ultimi anni nel settore organizzativo è
dovuto soprattutto alla sua instancabile attività.
7° TEMA
La Pia Unione dei Cooperatori Salesiani
Alle norme e direttive approvate per la Pia Unione dei Cooperatori si premettono alcuni
punti importanti che precisano e documentano la figura genuina del Cooperatore salesiano
e gli scopi della Pia Unione.
PREMESSA
Il Cooperatore salesiano appare nel capo XVI delle Costituzioni del 1864 come «
salesiano esterno che non fa alcun voto, ma procurerà di mettere in pratica quella parte di
Regolamento che è compatibile con la sua età, stato e condizione ».

4.4 Page 34

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Don Bosco, non essendo riuscito a far accettare la sua ardita idea, ne conservò sempre
la sostanza, e nella redazione definitiva del Regolamento dei Cooperatori, mentre
ripetutamente definisce la Pia Unione « quasi un Terz'Ordine moderno », ne specifica con
chiarezza la « missione salesiana »: « Ai Cooperatori Salesiani si propone la stessa messe
della Congregazione di San Francesco di Sales cui intendono associarsi ».
Il Ven. Don Rua e gli altri Successori di Don Bosco han visto il Cooperatore salesiano
anzitutto come un fervente cristiano che collabora all'apostolato specialmente giovanile,
sotto la guida e la cura dei Salesiani. Anche i Sommi Pontefici, come appare da numerosi
documenti, hanno approvato ed arricchito di indulgenze la
Pia Unione, riconoscendo che i suoi membri, non paghi di vivere cristianamente, lavorano
sotto la guida dei Salesiani per il bene delle anime, in particolare della gioventù.
È quindi necessario tener ben presente la genuina figura del Cooperatore salesiano per
comprenderne la missione e per evitare dannose confusioni. Occorre far distinzione chiara
tra Cooperatori salesiani, Benefattori, Ex allievi, Divoti di Maria Ausiliatrice e Dame
Patronesse.
a) Benefattori sono quelli che beneficano in un modo qualsiasi le Opere salesiane. I
Cooperatori sono veri cristiani attivi che praticano un metodo di vita spirituale e che
svolgono un programma di apostolato nello spirito salesiano. Possono essere Benefattori
anche dei non-cattolici o dei cattolici non praticanti, mentre possono essere Cooperatori
solo dei cattolici esemplari e volonterosi.
b) Ex allievi sono tutti coloro che escono dalle Scuole o dalle Case salesiane, a
qualunque religione appartengano. La Federazione degli Ex allievi poi ha per scopo
essenziale di conservare in essi i frutti dell'educazione salesiana e tende a fare « di ogni
Unione un vivaio di elementi per tutte le opere buone ». I Cooperatori invece sono cattolici
praticanti e desiderosi di esercitare attività di apostolato a fianco e nello spirito della
Congregazione salesiana. chiaro che l'Ex allievo ideale farà fruttare in pieno l'educazione
salesiana ricevuta, entrando nelle file dei Cooperatori Salesiani.
e) I devoti di Maria Ausiliatrice costituiscono una Confraternita a scopo devozionale. I
Cooperatori sono «terziari salesiani » che hanno impegni di condotta e di apostolato.
d) Le Dame Patronesse non hanno, come del resto gli Ex allievi, nessuna costituzione
canonica; esse si impegnano a sostenere materialmente un'Opera determinata, di cui
assumono il patronato, senza alcun particolare impegno religioso o di apostolato.
NORME E DIRETTIVE
Perchè la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani raggiunga gli scopi oggi più che mai
attuali assegnati e voluti dal Santo Fondatore e dalla Chiesa ed abbia nella
Congregazione il credito e la posizione che le spettano, il Capitolo Generale ha approvato
le seguenti norme e direttive:
1) È necessario anzitutto dare ai confratelli la nozione esatta della Pia Unione. Essa
infatti, secondo il Regolamento e la chiara e costanteinterpretazione datane da Don Bosco
e dai suoi successori e dai Sommi Pontefici « è la Terza Famiglia spirituale fondata da San
Giovanni Bosco con un programma di vita cristiana e di apostolato. A norma del
Regolamento vi si può iscrivere qualsiasi fedele che abbia compiuto i sedici anni di età,
goda buona reputazione religiosa e civile ed abbia volontà di osservare il Regolamento e di
compiere qualche opera di apostolato con la preghiera e con l'azione personale, con aiuti
morali e materiali, soprattutto a vantaggio della gioventù.
2) Per fare ben conoscere ai Salesiani la Pia Unione nella sua \\ natura e nei suoi scopi
gioverà la lettura di quanto la riguarda \\ (pubblicazioni apposite, Memorie Biografiche,
Annali, Manuale dei Dirigenti, Bollettino Salesiano per Dirigenti, Atti del Capitolo, Circolari).
Tale conoscenza servirà certamente a stimolare i Salesiani a curare la Terza Famiglia di
Don Bosco.

4.5 Page 35

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Sarà pure utilissimo che si tengano sull'argomento conferenze ai confratelli e al
personale in formazione, che se ne parli opportunamente ai giovani degli ultimi corsi dei
nostri Istituti ed a quelli dei nostri Oratori ed Associazioni, agli Ex allievi, ai benefattori, ai
parenti, ed in genere alle persone che frequentano le nostre Opere, invitando ad iscriversi
coloro che ne hanno i requisiti.
3) Il Rettor Maggiore, che è il Superiore della Pia Unione, per quanto concerne la
medesima, ne incarica un Consigliere del Capitolo Superiore. Questi è coadiuvato dall'
Ufficio Centrale di cui fanno parte il Segretario Generale della Pia Unione, il Direttore del «
Bollettino Salesiano » ed il Segretario dell'Ufficio Centrale. Collaborano con l'Ufficio
Centrale alcuni Cooperatori di particolari meriti e competenza. Essi sono nominati dal
Rettor Maggiore su proposta del Consigliere Capitolare incaricato della Pia Unione e
formano il Consiglio Superiore dei Cooperatori Salesiani.
4) OGNI ISPETTORE, conscio che nell'ambito dell'Ispettoria la Pia Unione è affidata
all'Ispettore,
a) senta tutta la responsabilità di questo mandato, curandone con amore la vita e lo
sviluppo, secondo il Regolamento e le direttive dei Superiori.
b) Nomini un Delegato Ispettoriale e gli dia il prestigio e i mezzi necessari, perchè, alle
sue dipendenze, adempia al suo mandato.
c) Costituisca l'Ufficio Ispettoriale dei Cooperatori, attrezzandolo adeguatamente.
d) Affianchi al Delegato un Consiglio Ispettoriale Cooperatori, formato di attivi Zelatori
e Zelatrici.
e) Curi l'esecuzione delle direttive e sostenga le iniziative del Consigliere Capitolare e
dell'Ufficio Centrale. In particolare:
All'inizio dell'anno sociale e tutte le volte che lo richiedono la vita e il funzionamento della
Pia Unione, l'Ispettore faccia radunare il Consiglio Ispettoriale dei Cooperatori per
concordare il programma da svolgere.
Si interessi perchè il Delegato Ispettoriale tenga conferenze sulla Pia Unione ai
confratelli, ai novizi, agli stessi alunni. In occasione di convegni di Direttori o di Esercizi
Spirituali a confratelli, egli stesso parli della Pia Unione, e li stimoli a zelarne l'incremento.
Organizzi convegni locali e ispettoriali di Cooperatori, di Decurioni e Direttori Diocesani.
Ogni anno faccia inviare al Consigliere Capitolare: 10) la relazione delle due conferenze
annuali con la relativa offerta da ogni centro; 20) un rendiconto particolareggiato sullo
sviluppo della Pia Unione; 30) le notizie e le informazioni che saranno richieste dall'Ufficio
Centrale.
Nelle regioni ove non vi sono Case salesiane l'Ispettore, per mezzo del. Delegato
Ispettoriale, procuri di far conoscere la Pia Unione mediante conferenze di propaganda,
nelle quali siano messi in rilievo i vantaggi che ne ridondano alle Parrocchie e alle Diocesi,
all'educazione della gioventù e a tutta l'azione religioso-sociale. Queste conferenze si
tengano specialmente nei Seminari. In tali regioni il Delegato Ispettoriale costituisca, dove
sia possibile, centri organizzati di Cooperatori, affidandone la cura ai Salesiani delle Case
viciniori o a Decurioni.
5) OGNI DIRETTORE
a) Abbia a cuore la Pia Unione dei Cooperatori, provvedendo quanto è necessario per
il personale e per i mezzi.
b) D'intesa con l'Ispettore, scelga un Delegato locale dei Cooperatori, che abbia doti,
tempo e mezzi necessari al suo ufficio.
c) Costituisca Ufficio locale dei Cooperatori efficiente e adeguato al movimento della
Pia Unione per la Casa e per i centri viciniori.

4.6 Page 36

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d) Organizzi il Consiglio locale dei Cooperatori, scegliendo a tal fine Zelatori e Zelatrici
attive.
e) Curi la vita della Pia Unione e ne promuova le attività secondo il Regolamento e le
direttive dei Superiori.
f) Si interessi, con l'aiuto del Delegato locale, dei Cooperatori della zona viciniore,
procurando loro assistenza spirituale.
6) OGNI PARROCO SALESIANO si preoccupi che nella sua parrocchia sia costituita e
fiorisca la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani e la curi con particolare interessamento.
7) OGNI CENTRO ORGANIZZATO funzioni regolarmente con le due conferenze
annuali, la conferenza mensile con l'Esercizio della buona morte, la giornata del suffragio
annuale, le attività e le iniziative di apostolato suggerite dal Regolamento, dalle direttive dei
Superiori e dai bisogni locali.
8) Si accentui la missione cattolica della Pia Unione a servizio della Chiesa e la si
illustri bene al Clero.
9) I Superiori responsabili assegnino qualche sacerdote salesiano all'assistenza dei
Centri della Pia Unione non affiancati alle nostre Case, specialmente di quelli funzionanti
presso le Figlie di Maria Ausiliatrice e presso le parrocchie rette da Decurioni.
I sacerdoti che sono invitati dal Superiore per tale ufficio, si prestino volentieri e si
addestrino per tale ministero squisitamente apostolico e salesiano.
10) Anche attraverso il Bollettino Salesiano si curi la formazione cristiana e salesiana dei
Cooperatori, specialmente di quelli lontani dai Centri organizzati.
11) Si orientino le Compagnie religiose verso la Pia Unione, per preparare tra i soci
quelli che potranno essere i migliori e i più attivi Cooperatori.
12) Per ricordare i Cooperatori nelle preghiere quotidiane dei confratelli e dei giovani
delle nostre Case, nell'enunciare verso la fine delle preghiere del mattino il Pater, Ave e
Gloria, si dica: « Per i nostri parenti e Cooperatori, per i benefattori e le persone
raccomandate alle nostre preghiere ».
13) Continuando la tradizione del Ven. Don Rua e di Don Albera ed in conformità all'art.
4 del capo V del Regolamento della Pia Unione, il Rettor Maggiore ha dichiarato che le
Sante Messe celebrate in Congregazione il 30 gennaio di ogni anno si applicano anche ai
Cooperatori defunti.
PARTICOLARITÀ
Si è fatto notare che anche in passato i Superiori e i Capitoli
Generali hanno ripetutamente affermato idee e dato norme direttive per l'organizzazione e la
cura spirituale dei Cooperatori; ma è mancata l'attuazione delle medesime, limitando
sempre più ad una funzione economica il compito del Cooperatore, compito che venne così
svilito e limitato dovere di tutti darsi conto di questa realtà per non continuare a svisare la
vera e genuina figura del Cooperatore, secondo la mente di Don Bosco.
Si vorrebbe da qualche Capitolare che il compito del Cooperatore fosse soprattutto
quello di far conoscere e praticare nei rispettivi ambienti il nostro sistema educativo.
Si risponde che bisogna mantenersi fedeli alle finalità e ai compiti della Pia Unione,
molto più vasti, contemplati dal Regolamento. Non possiamo ridurli ad una prevalente
funzione pedagogica, anche se salesiana. Si accoglie il suggerimento nel senso di dare del
nostro Sistema educativo una più adeguata conoscenza ai nostri Cooperatori.
Sulla proposta n. 13 circa i suffragi per i Cooperatori defunti, il 30 gennaio, si hanno
alcuni interventi.
Dinanzi ad obbiezioni di qualche Capitolare sulla interpretazione dell'art. 163 delle
Costituzioni, il Consigliere Capitolare legge una ricca documentazione in proposito: Don

4.7 Page 37

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Rua, Don Albera, Don Rinaldi considerano i suffragi del 30 gennaio applicati anche ai
Cooperatori defunti.
Ad alcune osservazioni sulla definizione di Cooperatore salesiano contenuta nell'art. 406
dei Regolamenti, il Regolatore e il Consigliere Capitolare rispondono ammettendo che la
redazione di tale articolo non è esatta e che a suo tempo occorrerà rivederla. Nella nuova
formulazione si terrà certamente presente il pensiero di Don Bosco e dei Papi.
In merito alla proposta n. 4: si chiede che oltre il Delegato ed il Consiglio Ispettoriale dei
Cooperatori venga nominato un Delegato Nazionale e un Consiglio Nazionale.
Risponde il Consigliere Capitolare ricordando che occorre procedere per gradi ed evitare
la moltiplicazione di cariche e di uffici. Lo stesso Consigliere raccomanda di attenersi
fedelmente nel rilascio dei Diplomi di Cooperatore alle norme contenute nel manuale dei
Dirigenti della Pia Unione.
Si chiede inoltre a proposito del Delegato. Ispettoriale, il senso dell'espressione
contenuta nella proposta n. 4 (b): « l'Ispettore gli dia il prestigio... ». Il Consigliere Capitolare
risponde: « Sia da lui presentato a tutta l'Ispettoria, si invitino i Direttori ad accoglierlo come
inviato dell'Ispettore, gli si faciliti il compito, si faccia intendere insomma ai confratelli che il
suo è un mandato affidatogli dalla Congregazione e dall'Ispettore.».
Alcuni Ispettori e Delegati riferiscono infine sui lusinghieri risultati ottenuti nelle loro
Ispettorie come frutto dell'organizzazione, quale viene suggerita dalla Commissione.
Il Rettor Maggiore invita ad interessarsi per l'iscrizione dei parenti dei confratelli alla Pia
Unione. Ricorda che non basta che essi ricevano il Bollettino per essere Cooperatori,
occorre che abbiano il diploma.
Insiste poi che gli Ispettori e i Direttori sentano la loro responsabilità anche in questo
settore. « Unire attorno a noi anime buone e dar loro la possibilità di esercitare l'apostolato
cristiano è cosa grande. A poco a poco dobbiamo fare sì che si realizzi l'intuizione profetica
di Don Bosco: " Verrà un tempo in cui il nome di Cooperatore vorrà dire vero cristiano " »,
Stampa
PREMESSA
L'attività di Don Bosco come scrittore e come apostolo della buona stampa,
specialmente a favore della gioventù, fu ininterrotta e laboriosissima.
Nella lettera-circolare del 19 marzo 1885 sulla diffusione dei buoni libri confessa che in
questa attività egli perseguiva un piano organico, « che sono sue parole abbraccia su
vasta scala tutte le classi che formano l'umana società », e aggiunge affermazioni
impressionanti che devono far riflettere: « Fu questa (quella della buona stampa) una fra le
precipue imprese che mi affidò la Divina Provvidenza »; « la mirabile diffusione dei nostri
libri è un argomento per provare l'assistenza speciale di Dio: in meno di trent'anni
sommano a circa 20 milioni i fascicoli o volumi da noi sparsi tra il popolo »; « la diffusione
dei buoni libri è uno dei fini principali della nostra Congregazione »; e conclude: « Vi prego
e vi scongiuro adunque di non trascurare questa parte importantissima della nostra
missione ».
Il Santo considerò la stampa anche come mezzo di propaganda delle sue opere e affidò
questo compito in modo particolare, anche se non esclusivo, al Bollettino Salesiano: «Si
noti che il Bollettino è il sostegno principale dell'Opera Salesiana e di tutto quello che
riguarda noi: le vocazioni e i collegi » (M. B., XVIII, 669; XIII, 259 e segg.).
L'impegno dell'apostolato stampa fu da Don Bosco come si è visto ritenuto così
essenziale alla sua Opera che lo lasciò in eredità ai suoi Figli, affidandone la continuazione
alla Congregazione Salesiana nelle Costituzioni (art. 8) ed estendendolo ai Cooperatori
Salesiani (Reg. P. II., II, 3).
I Successori di Don Bosco ebbero la preoccupazione di continuare l'apostolato stampa

4.8 Page 38

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come parte essenziale e caratteristica dell'apostolato salesiano.
Le loro direttive ed iniziative sono come sintetizzate dalle due realizzazioni più
coraggiose e di più ampio respiro: la SEI per la produzione religiosa, scolastica e
ricreativa, opera del Servo di Dio Don Rinaldi; e la « Elle Di Ci » con il grandioso
complesso grafico del Colle Don Bosco, opera del compianto Don Ricaldone, per la
diffusione della dottrina cristiana.
Queste due istituzioni continuano da anni la loro missione di bene, mentre analoghe
attività con gli stessi fini vanno sorgendo e sviluppandosi in altri Paesi, come in Spagna, in
Argentina, in Giappone.
NORME E DIRETTIVE
1) Poiché Don Bosco afferma che l'attività « Stampa » è uno dei fini principali della
nostra Congregazione, il Capitolo Generale, riconosciuta la necessità di dedicare a questo
settore, specialmente a quello della stampa periodica, un personale adeguato per numero,
capacità e preparazione, esorta i confratelli che hanno particolari talenti per questo genere
di attività ad offrire la loro collaborazione.
Il personale necessario per le pubblicazioni periodiche non sia distratto da impegni che
gli rendano impossibile l'esplicazione di questa attività schiettamente salesiana.
2) La Stampa Salesiana, per essere come la vuole Don Bosco, deve adeguarsi alle
esigenze dei tempi per il contenuto, la forma, la tecnica e la veste tipografica. Si miri quindi
all'attrezzatura necessaria allo scopo: si curi la presentazione tipografica, affinchè sia
dignitosa e gradita per carta, inchiostri, caratteri, illustrazioni, colori... preferibile non
pubblicare certi libri, fogli e riviste mal redatti e mal presentati, perchè sono
controproducenti.
3) La nostra Stampa mira ad una larga diffusione tra le classi popolari e giovanili: per
raggiungere tale scopo è necessaria la modicità dei prezzi.
Don Bosco ci ha dato l'esempio. Le nostre Editrici e Librerie tengano sempre presente
questo principio.
4) Per ogni nuova pubblicazione periodica è necessario il permesso dell'Ispettore; ciò
servirà pure ad evitare inutili doppioni, dannose concorrenze e pubblicazioni superflue;
nelle Nazioni che sono suddivise in parecchie Ispettorie è necessario l'accordo degli
Ispettori.
Gli Ispettori vigilino perchè sia osservato l'art. 45 dei Regolamenti che prescrive la
revisione salesiana per tutti gli scritti dei nostri confratelli, non esclusi gli articoli per i
giornali.
5) Solidarietà, collaborazione, coordinamento delle iniziative singole sul piano
ispettoriale, nazionale ed internazionale sono indispensabili per una larga, efficace e
sapiente diffusione della Stampa salesiana, per evitare nocive concorrenze e per ottenere
una efficiente utilizzazione dei vari mezzi moderni dì propaganda delle nostre opere.
6) Le nostre Editrici e Librerie per rispondere agli scopi.loro assegnati da Don Bosco
abbiano cura di impegnare personale adatto, capace, di fiducia.
Si vigili perchè esse conservino la loro finalità di Centri diffusori della buona stampa e
non si trasformino in negozi, anche se di materiale religioso. Le nostre Librerie si presentino
decorosamente.
7) Secondo il pensiero di Don Bosco, il Bollettino Salesiano è il sostegno principale
dell'Opera Salesiana; quindi lo si diffonda con la larghezza voluta dal Santo Fondatore e
concorrano a tale diffusione tutte le Case; è l'organo di informazione di tutta l'Opera
Salesiana nel mondo, quindi gli si conservi il carattere mondiale che ne accresce sempre
l'interesse, dando la sensazione della presenza salesiana nel mondo, e non si riduca ad un
notiziario di limitato interesse locale.

4.9 Page 39

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Inoltre esso è il portavoce del Rettor Maggiore e l'informatore di famiglia, quindi deve
essere informato sollecitamente perchè possa a sua volta informare tempestivamente ed
esaurientemente.
Il Bollettino Salesiano è l'organo ufficiale e di collegamento dei Cooperatori, e deve quindi
servire a far conoscere anche le loro iniziative ed attività e a dare loro una formazione
cristiana e salesiana. Per molti di essi è l'unica fonte per la conoscenza del nostro spirito e
delle nostre Opere.
Nelle varie lingue in cui si pubblica, esso rimane sotto la sorveglianza del Rettor
Maggiore.
Ogni Casa salesiana sia impegnata a diffondere il Bollettino Salesiano e a contribuire alla
copertura delle spese per la sua pubblicazione, secondo le norme stabilite dai Superiori e
dagli Ispettori.
PARTICOLARITÀ
Un altro potente mezzo per far conoscere l'Opera nostra e diffondere il nostro spirito è
anche il Cinema.
Perciò si appoggi ogni iniziativa del Centro in questo settore: si curi con persone e mezzi
adeguati la documentazione cinematografica delle Opere, attività e avvenimenti più
importanti.
Ci si serva pure allo stesso scopo della Radio e della T V con le dovute attenzioni.
Non deve mancare poi nelle Case e nelle Ispettorie la documentazione fotografica fatta
sempre con tecnica e gusti moderni.
PER I MISSIONARI. - È necessario che in ogni missione vi sia qualcuno che abbia
conoscenza dell'arte fotografica per documentare la loro attività apostolica. Gli Ispettori di
territori di Missione abbiano questa preoccupazione: solo così si potranno avere buone
riproduzioni, rispondenti alle esigenze dei tempi.
L'UFFICIO STAMPA DELLA CONGREGAZIONE. - Organo di informazione, di
potenziamento e di collegamento per tutto il lavoro di stampa, specie periodica, e di
propaganda salesiana, è 1' Ufficio Stampa della Congregazione, che risiede in Torino.
Tale Ufficio ha bisogno da tutte le Ispettorie di una collaborazione tempestiva, regolare
e costante, che gli è indispensabile per allargare la propria attività e i servizi nei settori
Stampa, Cine, Radio.
In pratica. Si stabilisca in ogni Ispettoria un incaricato-stampa (il redattore del Bollettino,
dove c'è, è il più indicato) o il Delegato dei Cooperatori, o altro confratello espressamente
incaricato che sia il corrispondente dell'Ufficio Stampa e raccolga le notizie di interesse
generale con documentazione fotografica, ove occorra, da inviare anche per via aerea al
Centro.
Anche l'invio di ritagli di giornali con articoli che possono interessare l'Archivio o la
nostra Stampa è utile e desiderato.
L'Ispettore disponga che siano inviate all'Ufficio Stampa due copie di tutti i periodici della
sua Ispettoria (indipendentemente da quelle inviate ai Superiori); annuari e numeri unici
(utili per la storia delle Case); tutte le pubblicazioni non periodiche: libri, opuscoli scritti da
Salesiani, o che interessano Don Bosco e l'Opera nostra.
STAMPA. - Il Rettor Maggiore, rifacendosi alle cifre comunicate nella °relazione
riguardanti le pubblicazioni di Don Bosco (20 milioni di volumi in trent'anni) notificava che la
SEI nel 1957 ha diffuso cinque milioni di esemplari, e soggiungeva: « Se una sola Editrice
in un solo anno ha svolto un lavoro così imponente, pensiamo quale sia la forza di cui
disponiamo nel campo dell'editoria cattolica. Non riteniamo dunque sprecati i confratelli
che si dedicano a tale attività ».

4.10 Page 40

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A proposito del Bollettino Salesiano il Consigliere Capitolare per la Stampa lesse la
circolare del 20 gennaio 1956, dove sono contenuti i criteri di redazione del Bollettino
Salesiano.
Il Rettor Maggiore esortò i redattori dei vari Bollettini ad attenersi a tali norme e il Centro
Stampa a vigilare sulla loro attuazione. Invitò inoltre a segnalare al Centro le eventuali
deficienze: questa è critica veramente costruttiva e nello stesso tempo prova di interesse e
di attaccamento alle cose della nostra Famiglia.
Raccomanda inoltre di evitare nelle nostre riviste le autoesaltazioni e di essere molto
prudenti e discreti nel pubblicare le nostre statistiche. Anche in questo umiltà, prudenza e
discrezione.
Alla richiesta se non si ritenesse ormai giunto il tempo di migliorare la veste tipografica
del Bollettino Salesiano, passando alla stampa in rotocalco, il Consigliere Capitolare
rispose che in Francia e in Belgio è già in atto. In Italia ci si orienta in tale direzione, ma ci
sono gravi difficoltà tecniche ed economiche.
Richiamando l'attenzione sui gusti odierni del pubblico, per cui oggi le riviste si
presentano in parte preponderante a base di illustrazioni, esortava a mandare all'Ufficio
Stampa fotografie ben eseguite e accompagnate sempre dalla relativa didascalia.
RADIO E TV. - Si passò quindi all'uso della Radio, ai fini della propaganda religiosa e
salesiana.
Alcuni Capitolari riferirono interessantissime esperienze compiute nei rispettivi Paesi,
ove hanno potuto svolgere attraverso la Radio un apostolato di incalcolabile efficacia.
Da tali iniziative si ebbero consolanti risultati anche nel campo delle vocazioni
ecclesiastiche e salesiane.
Esperienze del genere possono essere estese anche alla Televisione, come si è fatto in
Italia con la presentazione alla TV delle nostre Opere e dei nostri documentari.
VOTI E SPERANZE. - Il Capitolo Generale, convinto che la stampa è un'insostituibile
cattedra per la diffusione della verità, si augura che i Salesiani sappiano sempre
valorizzarla ai fini dell'apostolato, e ciò verrà quando vi sarà in tutti convinzione,
comprensione e sana apertura verso le esigenze del tempo.
Un vivo elogio fu rivolto alla redazione del Bollettino Salesiano italiano ed espressioni
lusinghiere si ebbero pure per i periodici e per tutte le pubblicazioni promosse dall'Ufficio
Stampa Centrale.
8° TEMA
Proposte varie
PREMESSA
Le varie proposte pervenute ai Superiori Maggiori durante il periodo preparatorio al
Capitolo Generale furono vagliate per incarico del Rettor Maggiore.
Non poche, più che proposte, erano raccomandazioni o lamentele; altre si riferivano agli
argomenti che si dovevano discutere durante il Capitolo stesso e furono trasmesse alle
Commissioni competenti. Le rimanenti furono studiate dall'apposita Commissione, la quale,
uniformandosi ad un giusto criterio nel giudizio della loro importanza ed aderenza allo
spirito della Congregazione, credette bene di presentarle all'approvazione dell'Assemblea.
1) Circa le Lettere mortuarie dei confratelli defunti, pur apprezzando la bellezza, il senso
di fraternità, il valore religioso ed educativo dell'attuale tradizione, considera tuttavia la
difficoltà che si incontra per la lettura di tutte le lettere, sia per il loro numero, sia per la
varietà delle lingue, sia infine per la loro stesura non sempre sobria e felice.
L'Assemblea decide che:
a) L'annunzio della morte sia riportato sugli Atti del Capitolo Superiore con i soli dati

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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necrologici. A tale scopo, l'Ufficio Ispettoriale ne dia comunicazione al Capitolo Superiore al
più presto possibile.
b) Ogni Ispettoria procuri di conservare opportunamente la memoria dei propri
confratelli defunti e l'Ufficio Ispettoriale ne faccia quella comunicazione, che crede più
opportuna, ai confratelli della propria Nazione e al Capitolo Superiore.
c) Nulla vieta che in casi speciali, l'Ufficio Ispettoriale comunichi a tutta la
Congregazione le notizie necrologiche di qualche confratello.
2) Il Caso di Morale prescritto dai Canoni, invece di essere presentato come caso a sè,
dovrebbe consistere in un ripasso della materia in forma progressiva.
È fatto osservare che questo è quanto ora si fa e si è sempre fatto, in quanto i casi
proposti per la soluzione mensile tendono a far ripassare tutta la materia della Morale.
La Commissione aggiunse: « Si approfitti piuttosto del caso di morale, che non deve mai
essere omesso (can. 591: minimum semel in mense) per informare i confratelli sacerdoti
delle recenti disposizioni della Santa Sede, del pensiero del Papa e degli Ordinari e dei
problemi religiosi di attualità ».
Il Capitolo approvò all'unanimità l'una e l'altra raccomandazione.
3) Alla proposta che si facciano Indici analitici degli Atti del Capitolo Superiore, si dà
assicurazione che si sta già lavorando e
i Superiori Maggiori favoriscono nel miglior modo possibile questa iniziativa. Si fa notare
che tali indici sono già pubblicati singolarmente per le lettere-circolari del Ven. Don Rua, di
Don Albera, di Don Rinaldi e di Don Ricaldone. Ma non sarà possibile completare per tutte
le Case la collezione delle circolari di questi ultimi trent'anni, perchè le circolari di Don
Bosco e di Don Rua, edite nel 1896 e nel 1910, per cura del compianto Don Albera, sono
esaurite da tempo.
Si propone quindi che tali numeri siano ristampati. L'Assemblea approvò, e i Superiori
Maggiori accolsero senz'altro il voto, che attueranno appena sarà possibile.
4) CASE PER ESERCIZI SPIRITUALI. - Da parecchie parti si chiede con insistenza che
nelle singole Ispettorie si provveda a preparare una Casa per Esercizi Spirituali.
Tale richiesta appare giustificata dal grande numero di nostre organizzazioni
(Cooperatori, Ex allievi, oratoriani, alunni degli ultimi corsi) che attendono ogni anno agli
Esercizi Spirituali, e specialmente dal fatto che gli stessi confratelli sentono che, in un
ambiente adatto, i loro Esercizi riescono più fruttuosi. La realizzazione di una tale Casa:
a) risponderà pienamente a quanto è detto nel Regolamento degli Esercizi: «
Ciascuna Ispettoria abbia almeno una Casa adatta per radunarvi i Confratelli e Ascritti in
uno o più corsi di Esercizi a seconda del bisogno » (Eserc. Spir., cap. I, n. 3);
b) metterà i Salesiani in condizione di attuare quanto dispone l'art. 8 delle Costituzioni:
« ... i soci si adopreranno con zelo ad incoraggiare nella pietà coloro che, mossi dal
desiderio di una vita più virtuosa, fanno alcuni giorni di ritiro... ». Articolo quanto mai attuale
per dare una formazione solida ai cristiani di oggi;
c) sarà un gran bene spirituale per i confratelli e per l'Ispettoria, che risentirà dei
benefici effetti degli Esercizi Spirituali fatti in ambiente adatto per raccoglimento, per
comodità, per clima, ecc.;
d) mostrerà chiaramente l'importanza che la Congregazione dà alla formazione
spirituale dei suoi membri.
Per tutte queste ragioni il Capitolo Generale invita i Rev.mi Sigg. Ispettori a fare quanto
è in loro potere perchè nella loro Ispettoria sorga la Casa degli Esercizi che diventerà
certamente un centro irradiatore di salesianità e di spiritualità.
5) REGOLAMENTO DEGLI ALUNNI:

5.2 Page 42

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a) Il Regolamento per gli alunni, uscito dalle mani di Don Bosco, presenta evidenti
necessità di una revisione per adattarlo a tempi e luoghi.
Si propone che i Superiori facciano eseguire, da una apposita Commissione, tale
revisione che serva di modello anche per eventuali traduzioni; queste però dovranno
sempre essere approvate dai Superiori Maggiori.
b) È pure sentito il bisogno di un Regolamento per i Convitti, per i Licei e per gli alunni
esterni. Si pregano i Superiori Maggiori a farli redigere dalla suddetta Commissione.
Seduta conclusiva
Il 9 agosto mattino si tenne l'ultima seduta plenaria del XVIII Capitolo Generale.
Dopo la lettura del verbale, il Regolatore domanda se qualcuno ha ancora delle proposte
da sottoporre all'Assemblea.
Un Ispettore sudamericano ringrazia il Rettor Maggiore per l'immenso conforto portato ai
confratelli lontani con la sua visita.
A tale ringraziamento si associano i rappresentanti di varie altre Ispettorie.
Si fa voto che nelle Ispettorie di tutti i Paesi si studi la lingua italiana come mezzo di
unione fraterna, come prova di attaccamento a Don Bosco, e perchè tutti siano in grado di
leggere i documenti ufficiali della Congregazione e il ricco patrimonio delle Memorie
Biografiche.
Si propone che il Capitolo Generale demandi al Rettor Maggiore l'autorità di apportare
alla redazione definitiva degli Atti del Capitolo Generale quei ritocchi e quelle modifiche che
ritenesse opportune.
Il Rettor Maggiore ringrazia, assicurando che egli intende rimanere fedele allo spirito e ai
limiti delle deliberazioni prese in sede di Capitolo Generale. La mozione è approvata
all'unanimità.
Il Rettor Maggiore osserva che molto si è lavorato in questo Capitolo Generale, dando
importanti norme e direttive: per valorizzare tale lavoro è necessario ripensamento, studio e
meditazione. Raccomanda quindi agli Ispettori e ai Delegati che rivedano questo prezioso
materiale, fissato nella nostra memoria e negli Atti, sia in sede di Consiglio Ispettoriale, sia
nelle riunioni dei Direttori, e poi si assicurino che tutte le Case seguano queste direttive,
perchè il nostro lavoro sia fecondo per il bene della nostra amata Congregazione.
Documenti e note
I
ALLOCUZIONE DI SUA. SANTITÀ PIO XII
al XVIII Capitolo Generale dei Salesiani
Castelgandolfo, 14 agosto 1958.
TESTO LATINO
Diletti fili,
cum proximus Decessor Noster felicis recordationis Pius XI Conditorem vestrum Joannem
Bosco ad sanctitatis honorem evectum
renuntiavit, haec, inter ala, in ejus laudem edidit verba:
« Divine gloriati animorumque saluti procurandae omnino deditus, quidquid... novisset,
superno quodam in,stinctu ductus, ex Dei esse voluntate faciendmm, id, etsi temerario
ausu dignum Videbatur, nulla aliorum dif - fidentia distractus, ac vias etiam rationesque
animosus ingressus, quas nova induxerat aetas, ad effectum deducere enitebatur » (From.
habita in Canonizatione S. J. Bosco; A. A. S. 1934, p. 219). Considerantibus autem Nobis

5.3 Page 43

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Religiosae Sodalitatis vestrae gesta per exacti saeculi decursum, ex quo hic Legifer Pater
vester Romani venit, atque ab alio Decessore Nostro immortalis memoriae Pio IX
obsequentissimo demissoque animo petiit ut statuta et normas ab se conditae societatis
benigne probare vellet, ea omnia videntur, quae ipse auspieatus est atque incohavit, a
majoribus vestris et a vobismet ipsis omni visu omnique ope, Deo aspirante juvanteque,
feliciter provetta esse.
Joannes Bosco « cum pueros per urbis vias vagantes paene innumeros vidisset, a
parentibus derelictos omnique cura destitutos, eos ad se paterno animo vocavit; eosque
per opportuna omne genus oblectamenta ipsorum animis potitus, catholicae religionis
praeceptis imbuit, et ad iisdem praeceptis per virtutis
perque crebriorem Sacramentorum susceptionem conformandos allexit atque
permovit » (Ibid., pp. 219- 220) .
Novimus autem a vobis, ejus vestigiis insistentibus, deinceps fere innumera condita esse
in omnibus paene Nationibus Oratoria Festiva, quae dicuntur, litterarum ludos, scholas et
collegia juventuti christiano more instituendae; ac praeterea illa instructa esse domicilia vel
sedes, in quibus adulescentes possent non tantum ad virtutem conformare animos, sed
etiam fabriles cujusvis generis artes civilisque cultus munera peculiari modo addiscere,
quibus aliquando et sibi et futurae, si haberetur, proli necessaria praeberent ad vitam.
Quamobrem recens Nobis jucundum fuit S. Joannem Bosco tironum opificum caelestem
declarare et constituere Patronum (cfr. Litt. Apost., e Fabrilia trattare » d. XVIII mensis Jan.
a. MDOCCELV III), quem imitandum susciperent, et cujus superno fruerentur auxilio.
Bue accedunt scripta cujusvis generis bene multa a vobis typis edita, quibus divinati
humanaeque disciplinae opportune illustrantur, animi honeste delectantur, profligantur
errores; praeterea munera paroecialianon paucis locis a vobis irrita, in quibus Dioecesanus
clents populi necessitatibus impar sit atque Evangelii praecones in longinquas regiones
missi ut christianum, civilemque cultum impertiant, vel impertitum adaugeant.
Multa sunt igitur Religiosae Sodalitatis vestrae incepta, opera, promerita; Nosque paterna
quadam animi delectatione cernimus vestrorum agmina fere usquequaque gentium,
pervadere Jesu Christi paciferi Regni fines propagatura. Quamobrem grates agite bonorum
omnium Datori Deo, atque illud Jacobi Apostoli ejjatum mente retinete: « Omne datum
optimum et omne donum perfectunt desursum est, descenden,s a Padre luminum » (Jac.,
I, 17). Id autem vobis imprimis persuasum, sit oportet quod ceteroquin non dubitamus
quanto latiora pateant uberioraque succrescant incepta, tanto studiosiora impensioraque
sint necesse esse ea animi ornamenta, quae sunt virtutes, in iis praesertim, qui se suaque
omnia, nuncupatis votis, Deo devoverint. Hoc ig itur, magis quam cetera omnia,
diligentissime curate: ut nempe in animis cujusque vestris christiana humilitas renideat,
una cum jucunda illa simplicitate morum, qua Joannes Bosco tantopere praestitit; ut caritas
in Deum, in proximos cotidie magis ferveat, sine qua nihil validum, nihil frugiferum, agi
potest; ut pietas, quae precandi studio alitur, vestra omnia conformet; ut consone vestris
normis paupertatis amor vos ubique prosequatur, vosque abhorrere jubeat et a nimia
saeculi lautitia, et a quibusvis hujus nvundi illecebris, quemadmodum religiosos homines
addecet; utque vos singuli universi ad excelsam illam sanctitatis speciem divina opitulante
gratia contendere enitamini, qua in exemplum Conditor vester refulsit. Ea memineritis
semper, quae gentium, Apostolus admonuit: « Quaecumque sunt vera, quaecumque
pudica, quaecumque fusta, quaecumque sancta, quaecumque antabilia, quaecumque
bonae formae, si qua virtus, si qua laus discipline, haec cogitate. Quae et didicistis et
accepistis... haec agite; et Deus pacis erit vobiscum » (Phil., IV, 8-9).
Cum hodie studiosa quaedam effrenae voluptatis aura facile animos pervadat homin,um,
cumque tam multa ad manum habeantur scripta, ludi, spectacula, omneque genus
voluptaria oblectamenta quae a caelestibus rebus prono itinere evertunt et ad terrena
deprimunt mentes, contendite pro viribus ut vos vestraque ad sempiterna potissimum
dirigatis, etsi necessario debetis in rebus hisce fluxis et caducis conversare. Hac de causa
summo vobis adjumento erunt constans • sanctae precationis' studium, supernarum rerum

5.4 Page 44

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cotidiana meditatio, ac fervens ille erga Deum amor, quo animati cetera omnia parvi
pendere enitamini, si ad mortalis tantum hujus vitae usuraio, sint comparata, non autem ad
aeternam etiam, vestram proximorumque salutem assequendam.
Haec vobis impetret° praesentissimo patrocinio suo Legifer Pater vester Joannes Bosco;
haec vobis a Deo coneiliet Apostolica Benedictio, quam vobis singulis, qui adstatis,
imprimisque Moderatori Generali, itemque omnibus Religiosae Familiae vestrae Sodalibus
et « Cooperatoribus » peramanter in Domino impertimus.
TESTO ITALIANO
(in una nostra traduzione)
Diletti Figli,
quando l'ultimo Nostro Predecessore Pio XI, di felice memoria, innalzò solennemente
all'onore degli altari il vostro fondatore Giovanni Bosco, in lode di lui proferì tra l'altro queste
parole: « Totalmente dedito a procurare la gloria di Dio e la salvezza delle anime, guidato da
un suo speciale istinto soprannaturale, si sforzava di portare a effetto qualunque idea egli
avesse ravvisato conforme al divino volere, anche se sembrava temeraria, senza lasciarsi
per nulla disanimare dall'altrui incomprensione, intrepido nel seguire vie e metodi consoni ai
tempi moderni ».
Orbene, Noi consideriamo l'attività svolta dalla vostra Società Religiosa durante il secolo
che è trascorso a partire da quando il vostro Padre e Legislatore venne a Roma e con la più
completa e umile sottomissione chiese a Pio IX, altro nostro Predecessore di immortale
memoria, che si benignasse di approvare le Costituzioni e i Regolamenti della società da lui
fondata; e ci sembra che tutto quanto egli auspicò e intraprese, sia stato felicemente
sviluppato con ogni industria e con tutti i mezzi da coloro che vi hanno preceduto e da voi
stessi, grazie all'ispirazione e all'aiuto di Dio.
Giovanni Bosco « nel veder vagare per le vie della città turbe di ragazzi abbandonati dai
genitori e privi di ogni assistenza, li attirò paternamente a sè; e, conquistata la loro
confidenza con svaghi opportuni e vari, li istruì nei precetti della religione cattolica e li
indusse efficacemente ad attenersi a tali precetti mediante la pratica della virtù e la
frequenza dei Sacramenti »,
Ben sappiamo che voi, seguendo le sue orme, in quasi tutte le nazioni avete aperto
gradatamente in numero pressochè incalcolabile i cosiddetti Oratori Festivi, scuole
elementari, scuole superiori e collegi per l'educazione cristiana della gioventù; sappiamo
pure che avete fondato delle case o istituti in cui gli adolescenti non soltanto possono
essere istradati verso la virtù, ma possono altresì addestrarsi con particolare cura in
qualsiasi mestiere o impiego, col quale assicurare un giorno il necessario per vivere a sè
e, quando li avranno, ai figli. Di recente fu quindi per Noi motivo di gioia proclamare
solennemente San Giovanni Bosco patrono degli apprendisti, nell'intento che essi lo
abbiano a modello e godano del suo superno aiuto.
A ciò si aggiungono i libri di ogni argomento da voi pubblicati in gran numero, per
divulgare in forma opportuna le scienze divine e umane, per offrire un onesto sollievo
all'animo, per confutare l'errore; si aggiungono pure le opere parrocchiali da voi assunte in
non pochi luoghi, là dove il clero Diocesano è insufficiente alle necessità del popolo; si
aggiungono infine gli araldi del Vangelo, da voi inviati in regioni lontane, per instaurarvi un
tenor di vita cristiano e civile o per diffonderlo, se già instaurato.
Molte quindi sono le iniziative, le opere e le benemerenze della vostra Società
Religiosa; e Noi con paterno compiacimento scorgiamo le schiere dei vostri spingersi
quasi in ogni lembo della terra, per estendere i confini del Regno di Gesù Cristo,
apportatore di pace. Per cui dovete rendere grazie a Dio, datore di tutti i beni, e scolpire
nella mente il pensiero dell'Apostolo Giacomo: « Dall'alto proviene qualunque beneficio
ottimo e ogni dono perfetto, e discende dal Padre dei lumi » (Giac. I, 17).

5.5 Page 45

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Di una cosa però dovete soprattutto essere persuasi (e del resto non ne dubitiamo
affatto): è necessario che quanto più le opere si estendono in ampiezza e si arricchiscono
di fecondità, tanto più si tenda ad acquistare e a rassodare quegli ornamenti spirituali che
sono le virtù, specialmente per chi ha consacrato a Dio il proprio essere e tutte le proprie
cose con l'impegno dei voti.
Prima di tutto il resto, dunque, con la massima diligenza prendetevi cura di questo: fate
che nell'animo di ognuno di voi risplenda l'umiltà cristiana, in armonia con quella gioviale
semplicità di tratto per cui Giovanni Bosco così meravigliosamente brillò; che divampi
sempre più la carità verso Dio e verso il prossimo, perchè senza di ess'a, nulla si potrebbe
realizzare di duraturo e fruttuoso; che la pietà, la quale si alimenta con l'amore alla
preghiera, pervada ogni vostra attività; che l'amore alla povertà, conforme alle vostre
regole, vi accompagni ovunque e vi induca a rifuggire (come si addice a religiosi) sia dalla
agiatezza smodata e borghese, come pure da qualsivoglia lusinga mondana; fate che tutti
e singoli vi sforziate di giungere, con l'aiuto della grazia divina, a quella eccelsa forma di
santità di cui il vostro Fondatore è fulgido esemplare.
Sia sempre nella vostra memoria il monito dell'Apostolo delle Genti: « Tutto quello che
è puro, tutto quello che è giusto, tutto quello che è amabile, tutto quello che è onorifico, se
vi è qualche virtù, o qualche lode di disciplina, a tutto ciò pensate. Adempite quanto
apprendeste e il Dio della pace sarà con voi » (Fil., IV, 8-9).
Poiché oggigiorno l'animo umano è facilmente inquinato da un'aura e da una bramosia
di piaceri senza freno, poichè sono a disposizione sì abbondanti attrattive che apertamente
distolgono il pensiero dal Cielo e lo volgono alla terra (come stampati, divertimenti,
spettacoli e ogni sorta di piacevoli passatempi), mirate con tutte le forze a indirizzare voi e
le vostre aspirazioni soprattutto verso i valori eterni, anche se per necessità dovete trovarvi
in mezzo a queste cose mutevoli e caduche.
A questo scopo vi saranno di sommo giovamento il costante esercizio della santa
orazione, la meditazione quotidiana delle verità celesti e quel fervido amor di Dio, sotto la
cui spinta sappiate sforzarvi a tener in poco conto tutte le cose di questo mondo, qualora
queste siano cercate soltanto per utilità della vita mortale e non anche per raggiungere
l'eterna salvezza vostra e del prossimo.
Tal grazia vi impetri col suo patrocinio sempre vigile il vostro Legislatore e Padre
Giovanni Bosco; tal grazia vi ottenga pure da Dio l'Apostolica Benedizione che impartiamo
con tutto il cuore a ognuno di voi qui presenti, prima di tutti al Rettor Maggiore, e inoltre a
tutti i Membri e « Cooperatori » della vostra Famiglia Religiosa.
II
Attività della nostra Postulazione nel sessennio 1952-58.
All'inizio della X Seduta plenaria, l'Economo Generale, a nome del Rettor Maggiore,
presenta ai singoli Capitolari un graditissimo dono, consistente in un notevole numero di
preziose reliquie di San Giovanni Bosco e di San Domenico Savio, con le relative
autentiche. Espone inoltre all'ammirazione di tutti un artistico reliquiario, destinato a
Mons. Pérez, Vescovo salesiano di Comodoro Rivadavia, per la sua Cattedrale dedicata
a San Giovanni Bosco.
Il Regolatore dà quindi la parola al Procuratore Generale, il quale riferisce sull'attività
della nostra Postulazione nel sessennio 1952-58 e osserva che poche Famiglie religiose
hanno in corso tante Cause di Beatificazione e di Canonizzazione. Questo onora, incoraggia
e impegna quanti lavorano nel campo dell'apostolato salesiano.
L'interessantissima relazione è accolta dall'Assemblea con un cordiale applauso.
Cause di Beatificazione e Canonizzazione nel sessennio 1952-58.
1) San Domenico Savio.
4 marzo 1952 - Congregazione per riassunzione Causa.

5.6 Page 46

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14 marzo 1952 - Decreto sulla riassunzione Causa.
4 aprile1952 - Facoltà per il processo di Maglie.
21 giugno 1952 - Remissoriali processo Lecce.
11 luglio 1952 - Apertura processo Maglie.
dicembre 1952 - Apertura processo Lecce.
19 maggio 1953 - Decreto validità processi.
17 dicembre 1953 - Commissione medica.
16 marzo 1954 - Congregazione Preparatoria miracoli.
4 maggio 1954 - Congregazione Generale miracoli.
8 maggio 1954 - Congregazione Generale del Tuto.
8 maggio 1954 - Decreto del Tuto.
20 maggio 1954 - Concistoro unico per la canonizzazione.
12 giugno 1954 - Canonizzazione.
28 giugno 1957 - Approvazione Messa e Ufficio propri.
2) Ven. Don Michele Rua.
12 febbraio 1953 - Remissoriali processo Crema.
21 aprile 1953 - Congregazione Generale virtù.
26 giugno 1953 - Decreto eroicità virtù.
21 dicembre 1954 - Apertura processo Crema.
27 maggio 1955 - Remissoriali processo Ferrara.
16 marzo 1956 - Apertura processo Ferrara.
5 febbraio 1957 - Apertura processicolo Torino.
20 giugno 1957 - Decreto validità processi.
3) Don Andrea Beltrami.
22 febbraio 1952 - Elezione nuovo Ponente.
4) Don Augusto Czartoryski.
Stampa Sommario. Ricerca documenti.
5) Mons. Luigi Versiglia e Don Callisto Caravario.
27 maggio 1952 - Congregazione Ordinaria Introduzione Causa.
13 giugno 1952 - Decreto sull'Introduzione Causa.
22 giugno 1952 - Processo non cultu a Torino.
24 giugno 1952 - Remissoriali per processo apostolico Torino.
24 giugno 1952 - Remissoriali processo apostolico Hong-Kong.
3 ottobre 1952 - Facoltà Torino per processo incoativo.
24 marzo 1953 - Apertura processo non cultu.
6 novembre 1954 - Apertura processo Hong-Kong.
20 gennaio 1956 - Sanazione formula processo Torino.
9 maggio 1957 - Apertura processo apostolico Torino.
6) Zefirino Namuncurà.

5.7 Page 47

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22 aprile 1952 - Nihil obstat S. Ufficio.
11 dicembre 1956 - Congregazione Ordinaria Introduzione Causa.
3 marzo 1957 - Decreto Introduzione Causa.
12 aprile 1957 - Dispensa processo apostolico continuazione fama.
12 aprile 1957 - Decreto non cultu.
2 maggio 1957 - Remissoriali processo Viedma.
2 maggio 1957 - Remissoriali processo Torino.
2 maggio 1957 - Remissoriali processo Roma.
9 maggio 1957 - Remissoriali processo Moron.
9 maggio 1958 - Apertura processo Moron.
7) Don Mertens.
25 aprile 1953 - Elezione Ponente.
8) Don Filippo Rinaldi.
7 dicembre 1953 - Apertura processo ordinario Torino.
29 gennaio 1954 - Elezione Ponente.
24 gennaio 1956 Congregazione Ordinaria sugli scritti.
19 febbraio 1956 Decreto approvazione scritti.
13 giugno 1957 Nihil obstat S. Ufficio.
9) Martiri di Valenza.
18 novembre 1955 Apertura processo ordinario Valenza. 18 novembre 1955
Apertura processo non cultu.
18 novembre 1955 Apertura processo scritti.
10) Martiri di Siviglia.
6 luglio 1957 Apertura processo ordinario Siviglia.
6 luglio 1957 Apertura processo non cultu.
6 luglio 1957 Apertura processo scritti.
11) Martiri di Madrid.
22 febbraio 1957 Facoltà per escussione testi Madrid. 7 dicembre 1957
Apertura processo ordinario Madrid. 7 dicembre 1957 Apertura processo non
cultu, 7 dicembre 1957 Apertura processo scritti.
12) Dorotea Chopitea.
22 aprile 1952 Congregazione Ordinaria scritti.
4 maggio 1952 Decreto approvazione scritti.
5 marzo 1957 Congregazione Introduzione Causa.
21 giugno 1957 Decreto Introduzione Causa.
14 febbraio 1958 Dispensa processo apostolico continuazione fama.
28 febbraio 1958 Remissoriali processo apostolico Barcellona.
13) Santa Maria Mazzarello.
Lo marzo 1952 Approvazione Messa e Officio propri.
14) Suor ValsèPantellini.

5.8 Page 48

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20 dicembre 1954 Apertura processo Firenze.
22 marzo 1955 Facoltà escussione testi a Roma.
15 aprile 1955 Decreto validità processi.
15) Suor Morano.
3 ottobre 1952 Apertura processo addizionale Catania.
15 ottobre 1952 Elezione nuovo Ponente.
11 marzo 1958 Congregazione Ordinaria scritti.
29 maggio 1958 Decreto approvazione scritti.
16) Laura Vicuña.
7 aprile 1956 - Apertura processo ordinario Viedma.
7 aprile 1956 - Apertura processo non cultu.
7 aprile 1956 - Apertura processo scritti.
27 aprile 1956 - Elezione Ponente.
Il Procuratore Generale fa notare che le offerte ricevute per le Cause di Beatificazione e
Canonizzazione dei nostri Servi di Dio devono essere inviate all'Economato Generale o alla
Postulazione, e mai destinate ad altri scopi.
III
Rapporti dei Salesiani con le Figlie di Maria Ausiliatrice.
All'apertura della XI Seduta il Rettor Maggiore, prendendo lo spunto dalla data del 5
agosto, giorno in cui le Figlie di Maria Ausiliatrice emettono o rinnovano i voti, parla sui
rapporti dei Salesiani con le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Gli Ispettori sono delegati dal Rettor Maggiore a far la visita straordinaria alle Case delle
Figlie di Maria Ausiliatrice ogni cinque anni, per rendersi conto dell'andamento morale e
religioso.
Le relazioni di tali visite siano inviate al Rettor Maggiore. Dobbiamo ringraziare Dio per lo
spirito di pietà e osservanza che fiorisce tra di loro. ' Il tesoro spirituale da loro offerto è per
noi di grandissimo aiuto.
Esse esercitano con la preghiera e con il loro spirito di sacrificio un grande influsso sul
buon andamento della nostra Congregazione.
Gli Ispettori siano generosi anche a costo di qualche sacrificio nel dare l'assistenza
religiosa, soprattutto per le loro Case di formazione. Alle Case più lontane, almeno
nell'occasione delle Sacre Tempora, non manchi la visita del sacerdote salesiano.
In tale nostro ministero usiamo sempre molta prudenza, delicatezza e discrezione.
L'Economo sottolinea la preziosità della presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice nelle
nostre cucine e guardaroba, ed esorta a tal fine a preparare dimore accoglienti quando si
volesse invitarle nei nostri Istituti. Il Rettor Maggiore ricorda il dovere che abbiamo di
retribuire i servizi delle Figlie di Maria Ausiliatrice in base alle norme fissate dall'Economo
Generale e ribadisce che i nostri rapporti con il loro Istituto devono essere improntati a
bontà, comprensione e carità.
IV
Relazione del Rettor Magnifico sul P.A.S.
Revini Capitolari,
mi è stato affidato dal Rev.mo Rettor Maggiore, Gran Cancelliere dell'Ateneo, il gradito
incarico di dare una breve relazione sull'Ateneo stesso, sulle sue realizzazioni, sui suoi

5.9 Page 49

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progetti e sulla necessità di vita che esso ha.
Siccome in una relazione breve si potrà dir poco, così mi sono permesso di unire alla
presente relazione una documentazione più abbondante, formata da « allegati» sulle
principali questioni, in modo che possano essere a disposizione di tutti quelli che si
interessano maggiormente del problema.
Non benediremo mai abbastanza il Signore di aver ispirato al compianto Don Ricaldone
la fondazione dell'Ateneo. Senza di esso gli studi ecclesiastici della Congregazione
sarebbero ancora ad un livello mediocre, mentre oggi, grazie a questo centro di studi
superiori, siamo ad un livello notevolmente più alto e siamo incamminati a mete sempre
maggiori.
I - Che cos'è l'Ateneo?
E una vera e propria università, di diritto Pontificio, formata di quattro Facoltà (Teologia,
Filosofia, Diritto Canonico e Istituto Superiore di Pedagogia) col potere di conferire i gradi
accademici di Baccalaureato, Licenza e Laurea.
Le prime tre Facoltà furono approvate coll'Ateneo stesso il 3 maggio 1940, l'Istituto
Superiore di Pedagogia ebbe invece la definitiva approvazione il 2 luglio 1956, e conferisce i
gradi di Filosofia-Pedagogia.
L'Ateneo nell'anno 1954 fu elevato al rango delle Università Cattoliche, come appare
dall'Annuario Pontificio di detto anno.
Le prime tre Facoltà sono riservate ai soci salesiani, l'Istituto Superiore di Pedagogia è
invece aperto a tutti.
La stima che il nostro Ateneo gode presso la Congregazione dei Seminari e delle
Università degli Studi, è oltremodo consolante ed è comprovata da numerose lettere, di cui
si fa copia nell'Allegato A delle documentazioni annesse. Mi limito a leggere l'ultima lettera
ricevuta nel giugno scorso e che parla con eloquenza per se stessa.
II - Realizzazioni.
1) Alunni. - In questi 18 anni di vita l'Ateneo ha arricchito la Congregazione di 800
Licenze, di 160 Lauree, ma il titolo di Dottore fu conferito solamente a 45 confratelli, che
hanno stampato (in tutto o in parte) la loro tesi di laurea. Mi permetto qui di richiamare, che
detta pubblicazione è prescritta dalla Deus scientiarum Dominus per il conseguimento del
titolo, ed è necessario che la si faccia subito se non si vuole andar incontro a strascichi
interminabili, che ne rendono, praticamente, impossibile la realizzazione. Il motivo della
spesa, mi si permetta di dirlo, non è serio. Si spendono milioni per far studiare i chierici e per
far conseguire i titoli, e poi di fronte a una spesa relativamente piccola per il coronamento di
essi, si fa marcia indietro, inutilizzando così gran parte del lavoro fatto.
2) Pubblicazioni. - Le principali pubblicazioni dell'Ateneo sono:
Salesianum, Orientamenti Pedagogici, Biblioteca del «Salesianum ». Pubblicazioni
dell'Istituto Superiore di Pedagogia, altre pubblicazioni fuori collana.
3) Altre attività. - Tra le varie iniziative che ottennero un gran successo si ebbe il Corso di
Pedagogia per il Clero, che, colla sua risonanza, accelerò i tempi per l'approvazione
dell'Istituto di Pedagogia.
4) Utilità. - Ricordo che i titoli dell'Ateneo oltre il valore ufficiale che hanno di fronte alla
Santa Sede e in ordine agli studi ecclesiastici, godono anche presso alcuni Paesi (Italia,
Spagna) in forza del Condordato il riconoscimento giuridico statale.
Per l'Italia in particolare tali titoli (di Laurea e di Licenza) sono equiparati alla Laurea in
lettere e filosofia e dànno diritto di adire all'Abilitazione.
Per i sacerdoti che vogliono conseguire la Licenza in Teologia, basta un anno di
frequenza presso la Facoltà di Teologia.

5.10 Page 50

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III - Progetti.
Approfittando di questa mia relazione agli Ispettori di tutta la Congregazione, non posso
lasciare in disparte i progetti.
Nel futuro Ateneo Romano, accanto alle Facoltà soprannominate, noi pensiamo di poter
collocare altri due Istituti Superiori, e precisamente un Istituto di Lettere Cristiane e un
Istituto di Musica infatti evidente che pur avendo bisogno di teologi, filosofi e giuristi per
l'insegnamento delle materie ecclesiastiche nei nostri studentati, non è certo questa la
missione specifica della nostra Congregazione.
Noi abbiamo in prevalenza un compito educativo e di istruzione classica, e abbiamo
nelle nostre tradizioni un posto notevole riservato alla musica. Ci pare quindi quanto mai
opportuno che a fianco dell'Istituto Superiore di Pedagogia, che già possediamo, abbia a
sorgere un Istituto di Lettere Cristiane per formare il personale insegnante nelle nostre
scuole, secondo il pensiero di Don Bosco, e ad integrazione degli studi teologici, e un
Istituto di Musica, almeno per i gradi inferiori, al fine di mantenere quelle caratteristiche
proprie del nostro spirito e preparare gli insegnanti indispensabili ad un tale insegnamento,
che diviene ogni giorno sempre più esigente mentre i maestri scarseggiano.
Ci preme anche notare che per le Lettere Cristiane siamo nella felice condizione di non
aver bisogno d'un riconoscimento immediato della Santa Sede, perchè il titolo di teologia è
già titolo valido, davanti allo Stato, e si tratta perciò di dare invece la competenza storico-
letteraria conveniente.
Per la realizzazione di un tale Istituto, i Rev.mi Ispettori hanno già avuto l'abbozzo delle
prime direttive nella circolare 5 giugno di quest'anno del Consigliere Scolastico Generale.
IV - Necessità di vita (problemi particolari).
1) Titoli e capacità. - Esiste un problema singolare nel conseguimento dei titoli
accademici. Tutti gli Ispettori inviano con molta facilità alla teologia i loro chierici, ma hanno
ordinariamente difficoltà ad inviare alunni per altre facoltà. Il motivo è semplice. La teologia
si deve fare in ogni caso, ed essendo possibile conseguire nel medesimo lasso di tempo (4
anni) un titolo di Licenza, si cerca in tutte le maniere di farlo conseguire.
Ma se questo è vero, è anche vero che come cultura e come preparazione
all'insegnamento questo titolo è insufficiente.
In tutte le altre Facoltà si è avuto un curriculo istituzionale precedente al curricolo
accademico; solo per la teologia tali curricoli sono contemporanei. Ne segue che la pura
Licenza in Teologia, se conferisce il titolo, non conferisce ordinariamente la capacità
sufficiente per l'insegnamento.
Abbiamo quindi preparato un piano che permette di unire al titolo una specializzazione,
che mentre valorizza il corso base, dà una doppia capacità d'insegnamento, con grande
vantaggio per gli studentati, e per il cambio e la disponibilità dei confratelli. Per quelli che si
vogliono preparare per la filosofia, sarà possibile accedere all'Ateneo prima del tirocinio,
dopo aver conseguito la maturità classica. Faranno 3 anni e conseguiranno la Licenza in
Filosofia.
Per tutti gli altri chierici si accede all'Ateneo dopo 2 anni di tirocinio, e allora:
a) per quelli, destinati all'insegnamento della filosofia e della teologia 2 anni di filosofia
e 4 anni di teologia; escono con duplice Licenza in teologia e filosofia, e possono insegnare
la filosofia e la dommatica.
b) Per quelli destinati all'insegnamento medio-classico: 4 anni di teologia e 2 di lettere
cristiane; escono con la Licenza in teologia e pronti a dare l'Abilitazione in lettere.
c) Per quelli destinati all'insegnamento della morale e del diritto: 4 anni di teologia e 2
di diritto; escono con duplice licenza.
d) Per quelli destinati all'insegnamento della pedagogia, della catechetica e della

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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pastorale: 4 anni di teologia e 2 di pedagogia; escono con due licenze.
e) Lo stesso dicasi per la storia e la Sacra Scrittura.
Tutti questi così soddisfano ipso facto giuridicamente all'anno di pastorale.
I migliori, con ulteriore anno, potranno fare una laurea.
I sacerdoti che vengono all'Ateneo, possono ipso facto soddisfare all'anno di pastorale, e
conseguono:
a) con 2 anni una Licenza in filosofia-pedagogia-diritto canonico;
b) con 2 anni Licenza in teologia e Abilitazione in lettere;
c) con un ulteriore anno: Laurea in qualunque di questi rami. Con questa
impostazione si hanno i seguenti vantaggi:
a) viene assicurato l'afflusso alle facoltà, generalmente povere di alunni, quali sono: la
filosofia, la pedagogia e il diritto;
b) i chierici escono ben preparati e pronti per la scuola in un doppio settore;
c) non perdono tempo di fronte ai loro compagni, perciò dei 2 anni aggiunti, uno è
scontato con 1 anno in meno di tirocinio e l'altro con l'anno di pastorale.
PROSPETTO
Curricolo ordinario dei chierici:Curricolo per i chierici dell'Ateneo:
anni di liceo-filosofia 4
anni di liceo-
4
filosofia
anni di tirocinio
3
anni di tirocinio
2
anni di teologia
4
anni di teologia
4
anno di pastorale
1
anni di
2
specializzazione
totale anni
12
totale anni
12
NB. - Per quelli che fanno la Laurea occorrerà ancora un anno. Ma che cosa è questo
quando si consideri che di fronte ai loro compagni di corso essi escono dall'Ateneo con 2
Licenze e I Laurea?
2) Contributo al Corpo professorale. - Cari Ispettori, come voi non potete attendere che
tutto il personale delle Case di formazione vi venga dal centro, ma dovete voi prepararvelo
accuratamente, con sacrificio e secondo le vostre, possibilità, così è bene tener presente
che al centro non si può preparare tutto il personale necessario all'Ateneo.
Al momento attuale noi disponiamo di una cinquantina di professori. Di questi 40 sono
italiani, 3 spagnoli, 1 iugoslavo, I cecoslovacco, I venezuelano, I statunitense, 1 austriaco, 1
argentino, I uruguaiano, I ungherese, I portoghese, I olandese.
Non crediate che tutti siano all'altezza del loro compito.
Al principio si è fatto come si è potuto, ed io stesso mi sento impari al compito che mi è
stato affidato. Poco per volta si è migliorato grazie al sacrificio di qualche Ispettore, Che ci
ha dato qualche confratello particolarmente attrezzato e dotato. Noi daremo in proporzione
della formazione intellettuale e morale dei nostri insegnanti. È per questo che stendiamo
ancora la mano. Dobbiamo sostituire, dobbiamo integrare, dobbiamo quindi preparare nuovi
insegnanti meglio formati.
Se sarete domandati di offrire all'Ateneo un confratello ben dotato, ricordatevi che date
alla Congregazione e che tale offerta vi sarà ricambiata col cento per uno, perchè in nessun
altro luogo si ha un influsso più grande per la formazione dei confratelli di tutta la
Congregazione.

6.2 Page 52

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3) Contributo alla Biblioteca. - Attualmente le biblioteche dell'Ateneo contano circa
60.000 volumi. Quando si è incominciato nel 1936 non se ne avevano più di 15.000.
Siamo ben lontani da quell'abbondanza che richiederebbe una biblioteca universitaria, a
questo tuttavia pensano i Superiori Maggiori, e pensiamo noi, secondo le nostre povere
possibilità. C'è però una parte a cui possono dare un contributo tutte le Case. Ci sono nelle
biblioteche delle singole Case dei volumi di valore e inutilizzati, o per l'antichità o per essere
studi specializzati che nessuno andrà mai a consultare in quel dato luogo. Se tali volumi
fossero dati alla biblioteca dell'Ateneo, verrebbero messi a servizio di tutti gli studiosi della
Congregazione e ci farebbero risparmiare spese notevoli.
E su questo argomento approfitto dell'occasione per esprimere un altro mio pensiero.
La Biblioteca dell'Ateneo dovrà avere in progresso di tempo tutte le opere pubblicate su
Don Bosco e la Congregazione Salesiana, tutte le opere dei Salesiani, tutte le opere edite
dalle tipografie salesiane.
Riserberemo per questo un reparto speciale, che permetta domani di poter studiare
l'apporto che la Congregazione ha dato in ogni campo di studi e in ogni parte del mondo.
Raccomando quindi d'inviare d'ora innanzi una copia delle opere dei Salesiani e delle
tipografie salesiane alla Biblioteca dell'Ateneo. Costituiremo così una documentazione
preziosissima per i secoli futuri.
La cosa più difficile sarà quella di radunare le pubblicazioni dei primi salesiani e delle
tipografie salesiane degli anni trascorsi.
Per questo ci raccomandiamo alle case più antiche della Congregazione. Là,
abbandonati magari perchè libri di poco valore intrinseco, giacciono volumetti che un giorno
andranno a finire al macero. Inviateli a noi. Li rimetteremo in efficienza e serviranno per lo
studio delle nostre origini. Se questo sarà realizzato, chiunque vorrà studiare Don Bosco e
l'Opera sua potrà venire da noi, e trovare tutto ciò che desidera.
Don Bosco lo vuole. Egli disse nel 1876: « Ho pensato che questo lavoro servirà molto
per quelli che verranno dopo di noi, e dare maggior, gloria a Dio » (M. B., XII, 69). E nel
1877: » Fra noi si lavora molto, si fanno molte cose; ma non teniamo memoria delle cose
che si fanno. Finora la straordinaria molteplicità delle occupazioni che si accalcano l'una
sull'altra, senza lasciare un po' di tempo libero, ha fatto sì che riuscisse impossibile
riprodurre per iscritto quello che tra noi si faceva. Ora però trovo di maggior importanza
questo che altre cose. Imitiamo in questo gli altri Ordini religiosi e segnatamente i Gesuiti,
per contribuire alla Storia della Congregazione» (M. B., XIII, 276).
Questa è una delle missioni dell'Ateneo, aiutateci.
Cari Ispettori, mandateci buoni allievi e noi cercheremo di restituirveli migliori e più
istruiti; mandateci le vostre pubblicazioni e noi le custodiremo e le studieremo; mandate la
documentazione salesiana e questa resterà al centro a scopo di studio e servirà alla Storia
e alla gloria della nostra amata Congregazione.