PRESENTAZIONE


PRESENTAZIONE

ALBERTO CAVIGLIA

CONFERENZE

SULLO

SPIRITO SALESIANO

CENTRO MARIANO SALESIANO - TORINO ISTITUTO INTERNAZIONALE DON BOSCO – TORINO (1985)

L'Edizione è stata curata da DON ALDO GIRAUDO

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CENTRO MARIANO SALESIANO

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Don ALBERTO CAVIGLIA nacque a Torino il 10 gennaio 1868. All'età di tredici anni venne accolto a Valdocco e vi frequentò il cor­so ginnasiale (1881-1884). Furono — come egli stesso affermerà ripe­tutamente in seguito — gli anni più belli della sua vita. Dotato di splen­dida voce da soprano partecipò alla scuola di canto della Basilica di Ma­ria Ausiliatrice, diretta dal Maestro Dogliani, e si esibì più volte come solista. Ma i ricordi più cari sono quelli legati all'amicizia con Don Bo­sco, che in quegli anni fu suo confessore. In lui trovò un robusto appoggio ed una guida illuminata per superare le difficoltà, che gli pro­venivano dal suo carattere vivacissimo, e per un corretto sviluppo delle notevoli qualità di ingegno ed arguzia di cui era dotato.

Affascinato dalla personalità del Santo e dal clima di serenità e di entusiasmo che regnava a Valdocco, decise di donare tutta la sua vita alla missione salesiana.

Seguendolo nei suoi spostamenti, con l'aiuto dell'Elenco generale della Società di San Francesco di Sales, lo troviamo a S. Benigno Canavese, dapprima come novizio (1884-1885) e poi studente dì filosofia (1885-1888). Dal 1888 al 1895 visse nel Collegio S. Filippo Neri di Lanzo Torinese, dove studiò teologia svolgendo, contemporaneamente, l'at­tività di assistente e di insegnante. Fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1892 per mano di mons. Riccardi, a Torino, nella cappella privata del­l'Arcivescovado. Due anni dopo venne trasferito come insegnante nel Collegio Manf redini di Este (1895-1896) e successivamente, in qualità di consigliere scolastico, lavorò prima a Parma (1896-1900) poi a Bor­go S. Martino (1900-1903). A Bronte (Catania) ebbe l'incarico di cate­chista (1903-1905). Infine si stabilì a Torino, nella comunità del S. Gio­vanni Evangelista, alla quale apparterrà fino alla morte (1943).

Nei primi vent'anni di attività salesiana e di impegno culturale e di­dattico l'ambito al quale egli dedicò speciale cura fu quello degli studi di letteratura italiana, latina e greca. Frutto di tale lavoro sono gli Ap­punti di prosodia e metrica latina e un Trattato di metrica greca.

Con la venuta a Torino nel 1905, Don Caviglia, trentasettenne, potè finalmente iscriversi all'Università e così completare, sul versante del me­todo scientifico, quella formazione culturale acquisita in lunghi anni di sudati studi personali che lo abiliterà a produzioni di notevole e riconosciuto valore nel settore storico. Nel 1906, in occasione di una seconda edizione dei suoi Appunti di prosodia e metrica latina, ebbe la ventura di sentire ampiamente lodato il suo lavoro da un docente universitario, ignaro di avere in classe, come allievo, il citato autore. Tra i maestri ricorderà sempre, con particolare riconoscenza per l'indirizzo metodo­logico e scientifico ricevuto, il Prof. Pietro Fedele, divenuto poi Ministro della Pubblica Istruzione.

La sua tesi di laurea su Claudio di Seyssel (vescovo di Torino dal 1517 al 1520), ampiamente arricchita e pubblicata, è tuttora ritenuta dagli specialisti opera definitiva e punto di riferimento obbligato. Questo lavoro, seguito dagli studi su Emanuele Filiberto di Savoia (editi nel 1928), gli aprì le porte della Deputazione di Storia Patria, che lo volle suo membro.

Talento e versatilità, uniti ad uno studio metodico e paziente e alla capacità di utilizzare sapientemente ogni momento di tempo disponibile, gli permisero di affiancare all'analisi dei problemi storici l'approfondi­mento appassionato dell'Archeologia Cristiana e dell'Arte Sacra. In que­ste discipline raggiunse tale competenza da vedersi assegnate cattedre all'Accademia Albertina, al Seminario Torinese e al Pontificio Ateneo Salesiano.

La preparazione scientifica e una capacità di indagine seria e meto­dica, unite al sincero amore per colui che lo aveva affascinato nella gio­vinezza, gli permisero di affrontare con entusiasmo ed esiti lusinghieri l'edizione critica degli Scritti editi ed inediti di Don Bosco. Tra il 1929 e il 1943 videro la luce le edizioni della Storia Sacra, della Storia ec­clesiastica, delle Vite dei papi, della Storia d'Italia e della Vita di Savio Domenico, accompagnate da poderosi ed eruditissimi studi dai quali emerge tutta la sua statura di studioso. Il voluminoso complesso di mano­scritti, di appunti ordinati e minuziosi, lasciati alla morte, permetterà di completare l'opera con l'aggiunta postuma delle edizioni critiche del Comollo, del Michele Magone e del Besucco Francesco.

All'impegno di studioso e di docente D. Alberto Caviglia affiancò l'attività di oratore, conferenziere e predicatore. «Chi ha avuto la sorte di udirlo — commenta il suo Direttore nel Necrologio — non dimenti­cherà facilmente la profondità e la genialità di quelle conferenze sem­pre intese a riprodurre il genuino pensiero di Don Bosco e il puro spi­rito salesiano” (G. Zandonella). È appunto in quest'ambito che si col­locano le presenti Conferenze sullo Spirito salesiano.

Come sacerdote si impegnò sul versante, tipicamente salesiano, del­l'educazione morale e culturale dei giovani (nonostante i molteplici in­carichi continuerà ad insegnare nel ginnasio S. Giovanni Evangelista), mantenne profondi legami spirituali con l'ambiente degli artisti e degli studiosi e dedicò parte delle sue giornate al ministero delle confessioni nella chiesa di S. Giovanni. Chi gli visse accanto per lunghi anni testimonia come la vasta cultura ascetica che traspare dai suoi studi andava ben oltre l'ambito accademico e si rivelava, attraverso la direzione spiri­tuale e la predicazione, profonda vita interiore, «che egli assimilava con un lavoro tanto metodico, quanto nascosto, di meditazione e di pre­ghiera (...). Sotto le apparenze di quel carattere chiassoso, perennemente pronto all'arguzia, alla spiritualità, a mille forme di originale gaiezza, si celava uno spirito che alla scuola di Don Bosco aveva appreso la scienza difficile della vita interiore (...)• Quello che invece non riusciva a celare era la sua fisionomia spiccatamente e tipicamente salesiana. Lavoratore ignaro di tregua o di vacanza, cuore aperto alla generosità, alla genti­lezza con tutti, visione ottimistica della vita, animo pronto e aperto a qualunque sacrificio, coscienza delle proprie responsabilità, alto con­cetto della missione educatrice salesiana (...). Delicatezza, riserbo, rigi­dezza nella pratica della povertà religiosa, attaccamento alle Regole, semplicità ammirabile nelle sue confidenze; il caro Don Caviglia viveva veramente quella salesianità che agli esercizi soleva predicare con tanta efficacia e competenza” (G. Zandonella).

Mentre si trovava a Bagnolo Piemonte (dove professori e studenti del Pontificio Ateneo Salesiano erano sfollati nel periodo bellico) per tenere un corso accelerato di Archeologia Cristiana, la sera del 25 ottobre 1943, venne colto da ictus cerebrale e perse l'uso della parola. La crisi si pro­trasse per alcuni giorni, ma sopravvenute complicazioni bronchiali gli impedirono di superarla. Si spense all'alba del 3 novembre. Aveva set­tantacinque anni.

Le CONFERENZE SULLO SPIRITO SALESIANO sono un fram­mento molto modesto, che ci presenta efficacemente, accanto all'opera dello studioso e dell'erudito, il versante non secondario, ma diffìcilmente documentabile dell'attività di un Don Caviglia predicatore.

Si tratta di una serie di conferenze dettate durante gli Esercizi Spi­rituali dei confratelli salesiani. Furono trascritte stenograficamente da qual­cuno degli uditori e mai riviste dall'Autore. Conservano quindi la vi­vacità e la spontaneità tutta bonaria del suo stile oratorio immediato, condito di espressioni argute e frasi dialettali.

Le prime dodici conferenze furono tenute ai giovani salesiani dello Studentato teologico di Chieri durante un corso di esercizi spirituali (25 giugno - 2 luglio 1938) che terminò con le professioni religiose e l'or­dinazione di ventuno sacerdoti e ventiquattro suddiaconi. Secondo lo schema del tempo i predicatori furono due: Don Caviglia per le istru­zioni e Don Casale per le meditazioni. In questo contesto comprendiamo anche il motivo delle tematiche scelte e il tono dell'esposizione (le istru­zioni avevano in genere un carattere più discorsivo e sereno rispetto alle meditazioni).

Dagli argomenti e dalla successione delle idee espresse nelle altre sette conferenze deduciamo che gli appunti e lo schema di riferimento uti­lizzati da Don Caviglia furono gli stessi. Tuttavia l'emergere di una serie di spunti originali determinò i curatori della prima edizione a ri­portarle per disteso. Le conferenze XIII-XVI sono tratte dalle istruzioni tenute agli esercizi di Gualdo Tadino (agosto 1937), mentre le ultime tre furono predicate durante gli esercizi di Roma (marzo 1938).

Ci troviamo di fronte ad un documento di indubbio valore e note­vole interesse che riporta, in tutta la sua freschezza, lo spirito vivace e profondo di un testimone della prima generazione salesiana. È, inoltre, la testimonianza di chi all'esperienza delle origini e alla conoscenza personale di Don Bosco affiancò lunghi anni di studio appassionato e competente sulla figura e le opere del Santo.

Le Conferenze di Don Caviglia, dattiloscritte e litografate negli Studentati teologici della Crocetta (la ed. 1949; 2a ed. 1953) e di Bollengo (1949), alimentarono la riflessione e la meditazione di tanti giovani salesiani, che ne fecero un punto di riferimento per la loro identità spi­rituale. La presenza in tali Studentati di un numero considerevole di con­fratelli provenienti da varie nazioni favorì una diffusione internazionale delle Conferenze, specialmente nelle case di formazione. Possiamo quindi supporre che esse abbiano avuto un ruolo non trascurabile nel conso­lidamento del senso di appartenenza e nella diffusione e focalizzazione di valori fisionomici comuni nella Congregazione salesiana.

La consapevolezza di trovarsi di fronte ad uno dei primi e più sin­golari tentativi di sistemazione degli elementi caratterizzanti dello Spi­rito salesiano e la difficoltà a reperire le antiche edizioni litografate ha determinato il Centro Mariano Salesiano di Valdocco e l'Istituto Inter­nazionale Don Bosco - Crocetta a curare questa nuova edizione e stampa. Il documento è rispettato nella sua originalità con la semplice aggiunta, dove lo si è ritenuto necessario, della traduzione di citazioni latine.

Ci auguriamo che una più ampia diffusione delle Conferenze favo­risca, presso le nuove generazioni salesiane, un maggior interesse per i valori irrinunciabili del nostro spirito, un crescente entusiasmo opera­tivo e una sempre fresca creatività al servizio della missione educa­tiva e pastorale, sulla scia di Don Bosco e dei suoi migliori discepoli.

Torino, 24 maggio 1985.

ALDO GIRAUDO

Bibliografia

  • Bollettino Salesiano 67 (1943) 11, p. 182.

  • Salesianum 6 (1944) 1-2, pp. 5-6.

  • E. Valentini, Caviglia sac. Alberto, scrittore, in Dizionario biografico dei sale­siani, Torino, Ufficio Stampa Salesiano, 1969, pp. 76-78.

  • G. Zandonella, Sac. Alberto Caviglia. Necrologio, Torino, Collegio S. Giovanni Evangelista, 10 novembre 1943.

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