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Codice scheda: ASC A4530523 (Microscheda: 3935A4/7)
Luogo e data: LIONE ­ ­­/­­/1894
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: BLANC
Classificazione: Rua: Corrispondenza con Salesiani
Tipo documento e supporto: Lettera spedita ­ Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: La Sig.ra Blanc di St. Bonnet vende a D. Rua per 300 mila
fr. tutte le sue proprietà di campagna, pari a 450 ettari di terreno e vari
fabbricati, più una casa di città che dà una rendita annua di 5 mila fr.
***
Sanctuaire de St. Bonnet presso Lione.
Chiamato con telegramma dal Reverendo P. Buisson Cappellano delle
Clarisse a Lione­Rue Sala 20­per affare urgentissimo ed
importantissimo partii la stessa sera 13 giugno alle 11.25. Arrivato a
Lione celebrai la Santa Messa presso le Clarisse, dove il P. Buisson da
me avvisato con telegramma, mi aspettava.
Dopo la messa fui condotto dal detto Padre, che intanto mi aveva
informato di che si trattava, dal Notaio Mestrallet in Lione. Questi,
dopo brevi preliminari di convenienza e d'informazioni, mi lesse un
compromesso di vendita da lui preparato: "una sua parente, la Signora
Damigella Blanc de St. Bonnet, al castello di St. Bonnet (par Grézieux
le Varenne) vende al Signor Don Michele Rua al prezzo di 300.000
franchi tutte le sue proprietà e in campagna e nella città di Lione,
consistenti alla campagna in ettari 450 di terreno, formanti un corpo
solo, ed in vari fabbricati con la cappella Santuario: in città una casa
che dà una rendita annua di circa 5000 franchi". Invitato a firmare,
aderii dietro la quasi assicurazione che anche le spese d'acquisto le
avrebbe fatte la donatrice, la quale avrebbe lasciato una somma
corrispondente alla spesa di registrazione. Il notaio mi disse che,
sebbene non fosse indicato nella scrittura, era tuttavia dovere di
coscienza di impiegare tale ottenimento in opera di beneficenza. Mi
spiegò poi come tale scrittura di compromesso verrà cambiata in
formale strumento quando si vedrà esservi bisogno. Raccomandò poi
per ora di mantenere il segreto.
All'indomani alle 5 ant. ero, secondo l'appuntamento avuto dal P.
Buisson, alla Chiesa delle Clarisse a celebrare la messa, dopo la quale
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partimmo per andare a trovare la donatrice inferma al suo castello. Ed
ecco la via percorsa: la fiscelle de Fourvière fino a St. Just, colà la
ferrovia fino a Grézieux; quivi, cambiato treno, dopo alcuni minuti
discendemmo dal treno per salire in vettura mandata dalla Signora per
prendere il medico che avevamo con noi.
La via è tutta molto buona, bensì un po' lunga perché sempre in salita.
Arrivammo verso le 9.30 al castello. Prima d'essere presentato
all'inferma il P. Buisson mi fece vedere la cappelletta che serve di
Santuario, il fabbricato civile rustico, come anche a vista d'occhio la
campagna. I fabbricati sarebbero capaci al più di una ventina di
persone. La campagna è tutta coltivata e vi si trova ogni sorta di
coltura: campi, prati, vigna, boschi ecc. Non potei saperne il reddito.
La fabbrica trovasi ad oltre 800 m. dal livello del mare.
Verso le 10.30 fui introdotto dall'inferma che chiese con vive istanze la
benedizione: manifestò il suo fermo volere che tutti i suoi stabili
passino a noi e, senza parlarmi di opere di beneficenza, m'inculcò
grandemente la cura della cappella e la conservazione dei pellegrinaggi
che da tanti secoli vi si fanno annualmente. La rassicurai, la benedissi
e le promisi le nostre preghiere.
Dopo dèjeuner ripassai a vederla e fra le altre cose mi disse di pregare
affinché possa mettere insieme la somma necessaria per le spese di
registro. I contadini del castello paiono gente dabbene, specie l'agente
generale Antoine che venne prenderci e ricondurci al convoglio. Le
parenti ed amici ritrovati eventualmente al castello paiono persone
pie. L'inferma è assistita regolarmente da una Suora Salesiana ed altra
della Speranza.
Nel ritorno avevamo insieme il Canonico Colleur parroco di N. D. de
Nièvre par Montreal (Ain) che sta scrivendo la storia di St. Bonnet:
uomo erudito e praticissimo di fabbricazione, che potrà aiutarci
moltissimo coi suoi consigli, quando vi fosse da fabbricare in quelle
alture.
Di tutto Deo gratias et Mariae.

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