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Codice scheda: ASC A4520495 (Microscheda: 3918A11/B1)
Luogo e data: TORINO ­ 25/06/1895
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: ADAMOLI GIULIO
Classificazione: Rua: Corrisp. con Nunzi­Vescovi­Autorità
Tipo documento e supporto: Corrispondenza in genere ­ Manoscritto
Autenticità: Firma autografa
Contenuto: Espone il caso delle FMA che dovettero ritirarsi
dall'orfanotrofio di Tunisi, che Sr. Giuseppina Civalleri si rifiuta di
lasciar alla loro direzione, rimangiandosi così la sua promessa.
***
Torino, 25 giugno 1895
A Sua Eccellenza il Ministro degli Esteri
Ho motivo di credere che il Ministro degli Esteri sia stato informato
dal Console Italiano di Tunisi, avere io inviate in gennaio u. s., alcune
suore, dette di Maria Ausiliatrice, a prendere la direzione di un
Orfanotrofio destinato a ricoverare le fanciulle italiane rimaste orfane
in quella popolosa città. Quelle religiose da cinque mesi lavorano in
pro delle giovanette loro affidate, ma ora sgraziatamente e contro la
loro volontà dovettero abbandonare l'orfanotrofio Regina Margherita.
Mi parrebbe mancare al mio dovere se non rendessi noto a Vostra
Eccellenza i motivi per cui furono obbligate a ritirarsi di colà quelle
religiose da me dipendenti.
Suor Giuseppina Civalleri, diciotto anni or sono, recossi a Tunisi e
tocca dalla compassione verso le bambine italiane che rimaste orfani,
si trovavano esposte ad ogni sorta di pericoli, con lo spirito di carità
riuscì a creare un piccolo istituto per ricoverarle. S. M. la Regina
Margherita ebbe la bontà di prendere detto orfanotrofio sotto la sua
alta protezione e di aiutarlo con un annuo sussidio. Fece egalmente il
Console Italiano più che mai convinto dell'opportunità di questo
istituto.
Suor Civalleri sia per la sua età già assai avanzata, sia per lo stato della
sua sanità, ripetutamente mi scrisse pregando di voler accettare il suo
orfanotrofio, facendole che coll'affidarlo ad una Comunità religiosa ella
ne assicurerebbe meglio l'esistenza anche dopo la sua morte.
Desideroso del bene materiale, morale e religioso di quelle povere
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orfanelle, diedi qualche speranza a Suor Giuseppina di soddisfare i
suoi desideri, e intanto nel maggio 1894 inviai un sacerdote di mia
fiducia a visitare l'istituto ed a trattare a viva voce con la suora. Ecco la
relazione che mi fu fatta:
1°. Che il locale era assai ristretto, che lasciava un po' a desiderare dal
lato dell'igiene, ma che però si poteva migliorare, poteva contenere
oltre a quaranta bambine e che queste sarebbero sempre meglio che
nelle loro case, specialmente in certi quartieri di quella città.
2°. Che i mezzi di sussistenza erano i sussidi della Regina e del
Consolato ed inoltre il prodotto di una sottoscrizione annua fra la
Colonia italiana: stentatamente sufficienti.
3°. Che Suor Giuseppina era disposta a cedere la proprietà e la
direzione dello stabilimento con l'unica condizione che esso
continuerebbe con lo stesso scopo ed indirizzo mostrandosi pure
disposta ad abbandonare Tunisi per lasciare maggior libertà alla nuova
direzione, qualora ciò fosse stato creduto necessario.
4°. Che la Suora non avendo personale adatto, insisteva perché quanto
prima si inviassero le religiose che dovevano prendersi quel carico che
essa dichiaravasi non più capace di portare.
5°. Che Suor Civalleri avrebbe desiderato pure l'orfanotrofio sotto la
tutela della benemerita Associazione delle Missioni Cattoliche che ha
sua sede a Firenze.
Queste cose, dette a viva voce, furono pure scritte a varie riprese da
Suor Giuseppina aggiungendo che ella si rimetteva interamente al mio
giudizio, accettando anticipatamente qualsiasi misura credessi
opportuna, purché accettassi la sua proposta. Non volli agire con
precipitazione. Desiderava sapere se il Governo Italiano non avesse
difficoltà che le Suore di Maria Ausiliatrice prendessero il posto di
Suor Giuseppina, e fui assicurato che sarebbe dato il pieno consenso.
Allora fu troncato ogni indugio le Suore di Maria Ausiliatrice giunsero
a Tunisi in sul principio del corrente anno. La fondatrice però non
tenne parola. Anzitutto non volle ritirarsi inceppando assai la novella
direzione. In seguito pareva disposta a ritirarsi, ma richiedeva la
pensione di L. 100 mensili, di cui non si fece mai parola durante le
trattative.
Inoltre aveva promesso di cedere la proprietà alle Suore di Maria
Ausiliatrice; ma quando si chiese che eseguisse la sua promessa, con
insussistenti scuse non volle arrendersi.
In tali circostanze diveniva affatto incompatibile la condizione delle
nostre Suore in quella casa, e però abbiamo notificato che esse

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sarebbesi ritirate se ella non manteneva la data parola, lasciandole
peraltro il tempo di provvederci altrimenti. Così ella fece venendo in
Italia. Le Suore solo si ritirarono quando al suo ritorno la videro
provvista di altro personale.
Nella certezza che Vostra Eccellenza sarà persuasa della verità di
quanto gli ho esposto, le presento i miei omaggi e mi professo col
massimo rispetto
Di Vostra Eccellenza
Umilissimo Servitore
Sac. Michele Rua
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