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Codice scheda: ASC A4580136 (Microscheda: 3992A11/B9)
Luogo e data: TORINO ­ 28/12/1900
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: F.M.A.
Classificazione: Rua: Circolari, direttive, documenti
Tipo documento e supporto: Circolare ­ Stampa tipografica
Autenticità: Copia
Contenuto: Presenta l'Elenco Gen. delle FMA per il 1901 e si
intrattiene sulla centralità di Gesù Cristo nella vita. Ricorda la morte
della Madre Assistente Sr. Mosca E., che verrà sostituita nel Cap.Gen.
da Sr. Coppa M.
***
Torino, Festa de' SS. Innocenti, 1900
Dilettissime Figlie in G. C.,
Eccovi il catalogo generale delle FF. di M. A. per l'anno 1901. In esso
vedendo quali sorelle avete acquistate nei ringrazierete il Signore, e
trovando in fine anche l'elenco di quelle che passarono all'eternità
pregherete per le anime loro.
Ma voi volete da me una parola che serva a bene delle anime vostre, ed
io quest'anno vorrei darvi modo di accendere sempre più e mantenere
divampante in voi quel sacro fuoco che mai vi lascerà allentare nel
divino servizio e nel camino della perfezione, perché vorrei che il
secolo morente lasciasse in voi una falange di anime ardenti d'amor di
Dio, come preziosa eredità al nuovo secolo che s'avanza.
Anzitutto vi ringrazio di cuore dei molti auguri che mi avete mandati
per l'occasione delle S. Feste del Natale e del rinnovarsi dell'anno e del
secolo, e più ancora delle preghiere e comunioni che avete fatte per
me. Vi sono vivamente riconoscente. Dal canto mio ho pregato per voi
specialmente nella notte del Natale, supplicando il buon Gesù a
regnare sovrano nei vostri cuori. Continuerò a pregare per voi tutte e
per le vostre allieve a cui tutte desidero ed auguro lunga e prospera
continuazione del nuovo secolo sempre in grazia di Dio.
Ora vengo all'argomento della presente. Leggendo le vite dei Santi noi
rimaniamo talora trasecolati, e ci domandiamo come mai essi hanno
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potuto durarla in tanto fervore di carità nonostante le contraddizioni e
difficoltà di ogni genere che dovettero superare e le persecuzioni che
avrebbero dovuto annientar la più forte energia di volontà, il coraggio
più inconcusso.
Per tutti ci risponde S. Paolo che fu anche uno dei più tribolati: tutte
queste cose io potei e posso superare per la forza di Gesù che è in me, e
fa sì che non più io vivo; ma vive in me Gesù, che è la vera Vita.
Or come mai l'apostolo S. Paolo e i Santi tutti avevano Gesù così
profondamente scolpito nel loro cuore, e il suo spirito così diffuso
nell'anima loro? La ragione si è che il pensiero di Gesù essi avevano di
continuo nella loro mente riandandone gli esempi, i tratti di carità
divina, i divini insegnamenti, studiandosi di ricopiarli in sé per
addivenire viventi immagini di Gesù, tanto che lo stesso San Paolo
poteva dire ai fedeli che voleva formare a virtù: imitate me, come io
cerco di imitare Gesù Cristo.
Così è, mie buone figlie, noi non potremo avere il cuore dilatato dalla
carità per correre la via della perfezione, anzi non potremo neppure
mantenerci saldi nel servizio di Dio se non avremo continuamente
sotto gli occhi ciò che Gesù fece, ciò che Gesù disse, ciò che la nostra
santa fede ci suggerisce. Solo nel riflesso di queste grandi verità il
nostro cuore si mantiene acceso, e se noi di tali verità continuamente
non ci nutriamo, il nostro spirito subito langue, e presto una desolante
prostrazione s'impossessa di noi se nel nostro cuore incessantemente
non nomineremo questi vitali insegnamenti venutici dal cielo.
E notate come dico che tali verità non solo han da essere nella nostra
mente, han da sapersi a memoria; ma devono essere l'oggetto delle
nostre continue riflessioni, hanno da essere di continuo, per quanto sia
possibile, presenti al nostro spirito, bisogna che le riandiamo sempre
nel nostro cuore come la Madonna faceva delle parole di Gesù,
dobbiamo mandarle in sugo e sangue, sì che i sentimenti di Gesù
divengano i sentimenti nostri e in ogni circostanza della nostra vita
pratica pensiamo, sentiamo, operiamo come Gesù stesso avrebbe fatto.
Non basta sapere, non basta neppure approfondire le cose in modo da
poter anche insegnare ad altri e dir molte cose sublimi nelle
conversazioni, e dare molte spiegazioni a chi le domanda, che questo
sarebbe uno studio teorico, ma bisogna che le divine verità dalla mente
passino al cuore, eccitino la volontà e la mantengano salda nell'amor
del bene, delle virtù; bisogna che si trasfondano e si mostrino nelle

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nostre opere esteriori, nelle cordiali pratiche della pietà e frequenza
dei sacramenti, nell'osservanza della santa regola, nella pronta
sottomissione vera del nostro giudizio e di volere, cordialmente
eseguendo ciò che pur ci contraria, nello spirito di sacrificio che ogni
pena fa sopportare senza lamenti e persin abbracciare con ilarità di
spirito, sempre avendo in mira di farci simili al Buon Gesù che tutto
sacrificò sacrificando se stesso per nostro amore.
Oh bisogna pur dirlo! Non vivrebbe certo sotto l'influsso degli
insegnamenti ed esempi di Gesù chi sapendo che Gesù ubbidì sempre,
nella vita privata e nella pubblica, a chi l'amava e a chi lo disprezzava,
nelle cose più semplici e nelle più penose fino alla morte con prontezza
e cordialità, pure cercasse di sottrarsi all'ubbidienza o facesse
distinzione nell'ubbidire più all'uno che all'altro, in una cosa più che in
un'altra, si lamentasse, si mostrasse negligente, restio; non vivrebbe
degli esempi di Gesù chi, sapendo che Gesù si ridusse a non aver ove
posare il capo, a nutrirsi di alcuni grani rozzamente macinati fra due
pietre, a richiedere d'un po' d'acqua la Samaritana, a contentarsi di
una sola tunica, ad aggirarsi continuamente di via in via, correre di
paese in paese, nulla badando alla stanchezza, disagi, agli strappazzi,
pure si lamentasse delle sue occupazioni, si mostrasse poco contenta
del vitto, del vestito pur conveniente che passa la comunità, e volesse
attenzioni, cure, riguardi, spazi e comodità che in famiglia non avrebbe
pur pensato; non vivrebbe secondo gli esempi di Gesù Agnello
Immacolato che si pasce tra i gigli, chi poco ritenuto fosse negli
sguardi, nelle parole, nei tratti, non imbrigliasse la fantasia, lasciasse
libero il cuore ad affetti che sanno di terra e non lo elevano a Dio in cui
solo può e deve riposare; non cercherebbe di ricopiare in sè Gesù mite
ed umile di cuore, il quale non si adirava per l'importunità dei
fanciulli, per le gare degli Apostoli, per l'improntitudine delle madri
cieche pei loro figli, per il poco riguardo delle plebi, per le calunnie,
gl'insulti, gli schiaffi, gli sputi, i flagelli, le spine, i chiodi, chi non
sapesse sopportare una parola, un minimo contrasto, una mancanza di
riguardo, una posposizione, una correzione senza inalberarsi e
prorompere in lamenti, in parole che feriscono e mostrano così la poca
dolcezza, la poco umiltà del suo cuore.
O mie buone figlie, non sia mai vera tal cosa di voi; ma fortemente,
cordialmente, abitualmente il vostro pensiero corra a Gesù, e il mondo
vedrà ricopiate in voi le sue virtù e, divenute vere immagini di Lui, a
Lui trarrete le anime che a voi si avvicineranno.
Mentre invece che cosa si potrebbe dire di chi troppo poco ricordando
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Gesù e le sue massime, nella mente e nel cuore rivolgesse ciò che
l'amor proprio detta, le passioni suggeriscono, il mondo presenta, ciò
che insinua il demonio? A poco a poco da quest'anima scomparirebbe
quello sguardo sereno che tutto vede in Dio e che in tutto vede Dio,
quell'affabile spontaneità nel parlare di Dio, dell'indicibile amor suo
per noi, delle divine attrattive di Gesù e della sua Madre santissima;
scomparirebbe quella continua, direi, freschezza di forze, energia,
slancio giovanile continuo nell'adempimento dei propri doveri;
scomparirebbe quell'inesauribile bontà di cuore, che tutto fa prendere
in bene e negli stessi maligni sa trovare un lato scusabile con tutta
naturalezza, calma ed imperturbabile dolcezza; tutto scomparirebbe da
lei ciò che la fa apparire creatura più celeste che umana. Come Eva nel
colloquio col serpente, noi vedremmo quest'anima dimentica della
divina parola, ascoltare, accogliere in cuore le scaltre insinuazioni del
nemico, volgere lo sguardo a ciò che prima non curava, trovar
desiderabile ciò che aveva rinunziato, sentire fastidiose le privazioni,
pesanti gli ordini ricevuti, e più e più abbandonandosi a rovinose
considerazioni, accendersi nel gusto delle cose sensibili, occuparsi di
frivolezze, ascoltare le voglie, assecondare le inclinazioni della natura,
ritornare alle antiche abitudini, non paventare il risveglio delle
passioni, non correre all'orazione, usar di rado e con freddezza ai
sacramenti, non ricevere più volentieri certi consigli, inalberarsi alle
numerose correzioni, fare insomma che chi vive per il suo bene abbia
da sospirare e forse piangere a lacrime amare sul suo traviamento,
vedendo che chi prima era tutta di Gesù, ora è addivenuta languida,
frivola, ambiziosa, impaziente, superba, in una parola, non più
religiosa che di abito, ma di spirito non diversa da chi vive nel mondo e
nel mondo trova pascolo al suo cuore.
Mie buone figlie, il Signore vi preservi da tale disgrazia e Maria
Ausiliatrice vi copra col suo manto, sì che mai e poi mai arrivino a voi i
colpi nemici, il fascino del serpente, e ciò che vi lasciaste con tanto
entusiasmo mai più abbia da occupare le vostre menti, turbare il vostro
cuore, ed offuscare lo splendore delle opere vostre.
Nella vostra vestizione religiosa, lasciando gli abiti del secolo, voi avete
cordialmente rinunciato al mondo con le sue lusinghe e false massime,
avete spogliato l'uomo vecchio coi suoi gusti e le sue inclinazioni;
quindi non ciò che il mondo apprezza o segue voi dovete apprezzare o
seguire, non ciò che l'indebolita nostra ragione vede o la nostra guasta
natura vuole voi dovete vedere o volere; ma ciò che Gesù apprezza, vi
presenta e vuole o desidera, voi dovete apprezzare, gustare, volere,

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perché vestendo l'abito religioso voi avete vestito l'uomo nuovo che è
Gesù, coi suoi esempi e coi suoi insegnamenti; in una parola voi dovete
vivere non secondo la natura, ma secondo la grazia, non secondo gli
scarsi lumi della ragione, ma secondo gli splendori della fede.
Sì, mie buone figlie, se volete mantenervi salde nella vita intrapresa,
ferme nell'esercizio delle virtù, ardenti nel cammino della perfezione;
se volete davvero passare i vostri giorni nella giustizia e santità, vostro
sommo impegno sia di seguire gli insegnamenti di Gesù splendore del
Padre, luce che illumina il mondo e fuga le tenebre di morte; e se le
vostre menti saranno circonfuse dai raggi di questo sole di giustizia, i
vostri cuori saranno accesi dei suoi ardori, e le vostre anime fecondate
dalla sua santa grazia, daranno in abbondanza ognor crescente fiori e
frutti di soavità; fiori di santi desideri, di sante aspirazioni e frutti di
sante opere che formeranno la vostra splendida corona in paradiso,
dove ci aspettano Gesù, Maria SS., Don Bosco e tante anime care che vi
hanno precedute.
E se tutte e sempre tali sarete, chi può dire la consolazione di cui sarà
inondato il vostro cuore, la pace soavissima ed inalterabile che regnerà
nelle vostre case, e lo spettacolo sublime che al mondo, agli uomini ed
agli angeli darà la Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice? Chi
può dire il numero delle anime che potrete aiutare e condurre a salute?
Oh! Dio volesse che allo spirare di questo secolo e allo spuntare del
secolo novello, quando anche la Congregazione delle FF. di M. A. sarà
consacrata al Sacro Cuore di Gesù, tutti i vostri cuori fossero così
divampati di carità, e ciascuna di voi desiderosa solo di ricopiare in sé
Gesù, immedesimando il proprio spirito con lo spirito di Gesù in terra,
per essere un dì consumate nella carità eternamente con lui in cielo!
Allora sì, il prossimo secolo venturo potrà gloriarsi di aver ricevuto dal
secolo che muore una preziosa eredità nella Congregazione delle FF. di
M. A. ed ognuno potrà esclamare: a Domino factum est istud, et est
mirabile in ocuils nostris.
Lo voglia il Signore! E a tal fine con effusione di cuore vi benedico.
Pregate intanto tutte per me che vi sono
Aff.mo Padre in G. e M.
Sac. MICHELE RUA
P. S. L'anno che sta per finire venne funestato dalla perdita della
Madre Assistente Suor Emilia Mosca, come già sapete. Sono persuaso
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che molto avrete pregato per l'eterno riposo di quell'anima eletta, la
quale anche per i vostri abbondanti suffragi speriamo già goda le
ineffabili gioie del Paradiso. Trattandosi di eleggere provvisoriamente
una Suora a farne le veci fino alla regolare elezione, che dovrà aver
luogo nel prossimo Capitolo Generale, dopo aver implorati i celesti
lumi e consultato il vostro Capitolo Superiore, ed anche qualcuno dei
Superiori Salesiani, ci parve conveniente di eleggere Suor Marina
Coppa a molte di voi ben nota, essendo stata parecchi anni con
generale soddisfazione assistente delle Postulanti nella Casa Madre;
nel darvene annunzio ufficiale vi raccomando di aiutarla con le vostre
orazioni al disimpegno del suo nuovo uffizio.

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