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Codice scheda: ASC A4580130 (Microscheda: 3991C3/D7)
Luogo e data: TORINO ­ ­­/­­/1895
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: F.M.A.
Classificazione: Rua: Circolari, direttive, documenti
Tipo documento e supporto: Circolare ­ Stampa tipografica
Autenticità: Copia
Contenuto: Come introduzione all'Elenco Gen. delle FMA per il 1895,
tratta del tema "Oratori Festivi". Nota con soddisfazione che essi
esistono anche nei Paesi Extra­europei, richiama il pensiero di
D.Bosco.
***
ELENCO GENERALE
DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
Anno 1895
Carissime Figlie in G. C.
Gli Oratorii festivi devono considerarsi nell'Istituto come uno dei
mezzi principali e più efficaci per promuovere il bene ed esercitare la
carità verso il prossimo. È quindi dovere di dedicarvi volentieri l'opera
vostra e di attenervi nel dirigerli a quelle norme pratiche, che
l'esperienza consiglia come atte a meglio conseguire lo scopo, che è il
bene delle fanciulle. Da qualche tempo aveva in animo di parlarvene ,
ma attesi quest'occasione, in cui, secondo il costume degli anni scorsi,
attendete da me una qualche parola di paterna esortazione.
Le notizie che mi giungono dalle diverse case intorno all'andamento
degli Oratorii festivi sono in vero ben consolanti. Oramai non vi è casa
aperta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, a cui non vada unito un
Oratorio festivo. In ogni Oratorio
poi sono a centinaia le fanciulle che si raccolgono intorno a voi,
specialmente nei giorni festivi, per apprendere dalle vostre istruzioni e
dal vostro esempio a conoscere e praticare la nostra santa Religione.
Quello che arreca consolazione ancora maggiore è che ciò non solo
avviene nei nostri paesi di Europa, ma anche nelle Missioni di Asia,
Africa e America, dove, quanto sono più scarsi gli aiuti spirituali, tanto
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più l'opera delle Suore diventa giovevole e necessaria alla salute
spirituale delle fanciulle. Tutto ciò ben a ragione mi riempie l'anima di
gaudio e sento di doverne benedire il Signore, perchè la Congregazione
in questo modo corrisponde ai disegni della Divina Provvidenza, e
concorre nel modo a lei proprio a conservare ed estendere il regno di
G. C. sopra la terra. Però tali felici risultati invece di muovervi a
menarne vanto o a rallentare nel lavoro, vi devono ispirare maggior
zelo ed eccitarvi a promuovere e perfezionare praticamente
quest'opera, che si mostra evidentemente benedetta da Dio e destinata
ad essere come un'Arca di salute temporale ed eterna per un gran
numero di fanciulle.
Io credo che per voi, Figlie di D. Bosco, niuna considerazione vi possa
tanto persuadere dell'importanza degli Oratorii festivi, quanto il
ricordo di ciò che fece il nostro Fondatore e Padre. Egli fu uomo
mandato da Dio sulla terra con una missione grande nella Chiesa, ma
questa missione ebbe principio e si svolse specialmente verso i
fanciulli e col mezzo dell'Oratorio festivo. La Divina Provvidenza in
modo ammirabile lo sostenne in mezzo a mille diverse difficoltà , lo
benedisse visibilmente e volle che l'Oratorio festivo fosse come la culla
della Pia Società Salesiana e anche quella della Congregazione delle
Figlie di Maria Ausiliatrice. Infatti il S. Padre Pio IX un giorno avendo
in udienza il nostro Padre D. Bosco, disse « I vostri Oratorii fanno un
grande bene ai fanciulli, ma quando comincierete a pensare alle
fanciulle? Esse non devono essere dimenticate da Voi. Andate a
Torino, e pensate a far anche per le fanciulle quanto finora avete fatto
per i fanciulli. È Dio che lo vuole. » Queste parole del Santo Padre, del
Vicario di G. C., mossero D. Bosco ad attuare quanto da molto tempo
eragli inspirato e andava maturando nel suo cuore. Poco tempo passò
ed ebbe principio la Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Da ciò voi dovete ben comprendere che come l'opera degli Oratorii
festivi fu il principio della vita e il fine primario della vostra
Congregazione, deve pur essere considerata da voi come l' opera
principale, anzi come quella che la contraddistingue dalle altre
Congregazioni. Niuna sollecitudine sarà dunque soverchia per
promuoverla e compierla con impegno. Sarà questo per voi il modo di
corrispondere ai disegni della Divina Provvidenza, perchè è anche il
modo pratico per venire in soccorso a molte giovinette, che, senza
l'opera degli Oratorii, andrebbero certamente perdute.
Per poco che si abbia conoscenza di quanto avviene nel mondo, si sa in
quale abbandono vivano e a quali pericoli siano esposte ai tempi nostri

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molte fanciulle, specialmente di condizione operaia, nelle città e nei
grossi borghi. Forse voi stesse, o buone Figlie in G. C., quando
dimoravate presso i vostri genitori, avrete veduto cogli occhi vostri il
miserando spettacolo. Voi avrete forse conosciuto tali sventurate
crescere ignoranti delle verità necessarie alla salute, ma non ignoranti
delle miserie e della depravazione del mondo. Avrete forse anche
veduto dei genitori non curarsi affatto dell'avvenire temporale ed
eterno delle loro figlie, abbandonandole in mezzo ad esempi malvagi e
a compagnie dannosissime, seppure qualche volta ancora, orribile a
dirsi, essi stessi non si fanno causa del loro traviamento. Capirete certo
che il male, benchè gravissimo, non si arresta qui. Tali fanciulle un
giorno diverranno madri di famiglia; e che cosa vorrà essere quella
famiglia, nella quale la madre, che dovrebbe esserne l'angelo, non
conoscerà neppure che cosa sia religione, anima, virtù , Dio, eternità?
Dinanzi a tanta sventura un cuore cristiano, che abbia fede, che ami
Dio ed il suo prossimo non può a meno di sentirsi commosso
profondamente. E per verità sono i mali dello spirito ben più
miserandi di ogni altro male. I mali del corpo sono gravi, ma
temporali, quelli dello spirito sono gravissimi non solo temporali, ma
eterni. Oltre di che ai mali del corpo molti provvedono, perchè
colpiscono l'immaginazione, e toccano la sensibilità del cuore, mentre
ai mali dello spirito pochi sono coloro che badano , e meno quelli che
provvedono. È questa pertanto una ragione di più per sovvenire a
quelle inesperte creature che cogli occhi bendati correrebbero alla
perdizione.
Ebbene un rimedio, anzi un preservativo a sì gran male lo si trova negli
Oratori festivi. Lo ebbe a dire un illustre Prelato: « A' nostri tempi gli
oratorii festivi sono il porto di salute per una gran parte della gioventù.
» Quanto ciò sia vero si può arguire sia dalla condizione naturale delle
fanciulle, sia dall'esperienza. ­ Le fanciulle hanno naturalmente il
cuore pieghevole e disposto a ricevere l'impressione o buona o cattiva,
secondo l' istruzione e gli esempi che hanno. Spesso divengono cattive,
perchè nessuno loro insegna ad essere buone. Il giorno poi più
pericoloso ad esse, per la maggior libertà loro lasciata e per altre simili
cause, è senza dubbio il giorno festivo, nel quale, se non vengono
attirate alla religione e alle gioie della pietà, esse ricorreranno a
divertimenti non sempre onesti e troveranno compagnie non sempre
innocenti. Ma se loro verrà aperto un asilo sicuro, dove con
convenienti sollazzi e onesti divertimenti sia loro impartita la
istruzione religiosa, saranno messe al riparo dei pericoli ed avviate sul
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sentiero della onestà. Inoltre le fanciulle sentono naturalmente il
bisogno di una guida e di un cuore amico, a cui chiedere consiglio e
confidare i dubbii e le trepidazioni loro. Se questo ufficio non lo
esercita la madre o una persona che la supplisca per amor di Dio, esse
seguiranno i mali consigli e diverranno vittima di esortazioni malvagie.
Felici invece saranno se incontreranno una Suora, la quale si consacra
con carità paziente, prudente e direi materna al bene loro. Allora
sentono di avere la guida desiderata, e una consigliera fedele. Allora la
Suora parlerà con fiducia, perchè la sua parola troverà corrispondenza,
e le fanciulle dall'istruzione della suora passeranno a l'istruzione del
sacerdote, conosceranno i propri doveri; la preghiera ed i Sacramenti
infonderanno la grazia nei loro cuori e così, divenendo care a Dio,
diverranno pure la benedizione della casa e della famiglia. Ecco quanto
bene può operare una Suora nell'Oratorio festivo, se ha buono spirito e
zelo per la salute delle anime. ­ A conferma di che vi è l'esperienza di
circa vent'anni , cioè da che le Suore si dedicarono a questo santo
apostolato. Nelle città e nei paesi dove coltivarono davvero l'Oratorio,
si andò operando un visibile miglioramento fra le fanciulle e per loro
mezzo anche nelle famiglie e nel paese intero.
Però non crediate che il frutto sia esclusivamente delle fanciulle. Esso è
un bene vero e eterno anche per voi. È certo che coloro che se ne
occupano saranno benedette da Dio nel tempo e nell'eternità. S.
Agostino non dubita di insegnare che, quando si concorre a salvare
un'anima, si assicura la salute propria. Hai salvato un'anima, egli dice,
ebbene tu hai predestinato l'anima tua. Questa sentenza è appoggiata
alle parole di G. C. stesso, il quale nel vangelo dice che chi praticherà la
parola di Dio e la insegnerà, sarà grande nel regno dei cieli (1). E
(1) Qui fecerit et docuerit, hic magnus vocabitur in regno coelorum.
MAT. V, 19.
Daniele per divina ispirazione aveva scritto che coloro i quali
apprendono a molti la giustizia, cioè la vita buona, saranno come stelle
risplendenti nelle perpetue eternità del cielo (1).
Da queste poche parole, mie buone Figlie nel Signore, potete rilevare
l'importanza di occuparvi delle fanciulle negli Oratorii festivi, il frutto
che ve ne dovete ripromettere tanto per le fanciulle, quanto per voi
stesse. Nutro perciò fiducia che vi porterete tutto l'impegno a fine di
corrispondere alla vostra vocazione e promuovere tra le fanciulle quel
bene, che Iddio attende da voi.

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Ora dovrei parlarvi del modo pratico da tenere nell'Oratorio. Ma ciò
non è cosa da potervi facilmente esporre in una lettera. So però che nel
tempo del vostro noviziato. durante gli esercizi spirituali, nelle
conferenze vi si parlò frequentemente degli Oratori festivi e vi venne
spiegato il modo pratico per occuparvi con profitto delle fanciulle, che
li frequentano. Inoltre nel libro delle Deliberazioni sono esposte delle
norme sicure ed efficacissime. Voi le troverete raccolte sotto il titolo:
Regolamento per l'impianto e lo sviluppo degli Oratorii festivi presso
le case delle Suore. Tutte le Suore devono leggerle spesso,
(1) Qui ad iustitiam erudiunt multos, quasi stelle in perpetuas
aeternitates. DAN. XII, 3.
ma specialmente devono conoscerle e praticarle coloro che hanno la
fortuna di essere occupate in questa opera eccellente di carità. Qui
aggiungerò solo alcuni particolari consigli che l'esperienza addita come
indispensabili alle Suore che sono addette all'Oratorio.
Il primo è che nell'occuparvi delle fanciulle abbiate sempre dinanzi alla
mente il dovuto fine della gloria di Dio e adoperiate i mezzi
convenienti. ­ Guardatevi dall'occuparvi delle fanciulle collo scopo di
farvi amare da esse in modo sensibile ed esclusivo , o di procurarvi
l'opinione di essere molto abili ed istruite. Una Suora che cerchi così se
stessa, tradisce la sua missione. Essa non lavorerà più al santo fine di
condurre le anime e i cuori a Dio, e quindi meriterà elle Dio non lo
venga in aiuto colla sua santa grazia. Inoltre, con simili disposizioni di
animo, invece di coadiuvare alle sorelle, sarà di inciampo al buon
andamento dell'Oratorio, perchè certamente nasceranno dei dispareri
e degli scoraggiamenti quando si veda in qualche modo contraddetta o
le paia di essere trascurata. ­ I mezzi poi per riuscire utile alle fanciullo
negli Oratorii sono la pazienza e la dolcezza, figlie della vera carità. D.
Bosco nostro fondatore e Padre, nel dare norme generali a coloro che
hanno da occuparsi della gioventù nei collegi, scrisse queste
memorabili parole: « È indispensabile a tutti la pazienza, la diligenza e
molta preghiera, senza cui è inutile ogni buon regolamento. » Ma, se la
pazienza e la dolcezza sono necessarie con la gioventù che dimora nei
convitti, quanto più saranno necessarie colle oratoriane, le quali non
hanno altra ragione che le leghi a voi, se non le attrattive della carità?
S. Francesco di Sales soleva dire che per guadagnarsi i cuori vale più
un'oncia di miele, che un barile di aceto. Usate quindi pazienza e
dolcezza nella ricreazione, nella assistenza in Chiesa, nell'insegnare il
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Catechismo, nel dare avvisi e consigli. Le fanciulle sono facili a
dimenticare gli avvertimenti a cagione della loro naturale leggerezza, e
per la poca educazione sono pure facili a mancare di rispetto o
altrimenti venir meno al loro dovere. Se la Suora non ha pazienza, se
non usa dolcezza, certo si mostrerà stanca ed irritata, e ciò basterà per
alienarsi la confidenza delle fanciulle, le quali sentiranno di essere
come forastiere nell'Oratorio e per tal modo resterà preclusa la via a
far loro del bene. ­ È dunque sommamente necessario mirare alla
gloria di Dio e armarsi di pazienza continua. Per
ottenerla ricorrete, come consiglia D. Bosco, alla preghiera non solo,
ma ricordate spesso l'esempio di G. C. Il Vangelo ce lo mostra
assediato dai fanciulli e quasi oppresso da essi. Eppure egli è sempre
benigno e amabile, li accarezza, loro pone sul capo la mano divina, per
benedirli e dice a chi vuol allontanarli come disturbatori : Fate largo ai
fanciulli e non li impedite di venire a me, imperocchè di essi è il regno
dei cieli (1). E diceva ancora: Chi accoglierà uno di questi fanciulli in
nome mio, accoglie me stesso (2).
Oltre alle disposizioni dell'animo di cui vi ho parlato, se volete ottenere
frutto, bisogna che usiate quelle sante industrie, di cui ci diede
l'esempio D. Bosco. Studiatevi di conoscere personalmente tutte le
vostre fanciulle anche per nome e poi occupatevi sopra tutto del loro
bene spirituale. ­ Per aver modo di conoscerle, conviene che la
Direttrice procuri di dividere le fanciulle in diverse classi, secondo la
loro età e istruzione. Ad ogni classe preponga quella Suora, che mostra
maggior attitudine. Se le
(1) Sinite parvulos et nolite eos prohibere ad me venire; talium est
enim regnum coelorum (MAT. XIX, 14).
(2) Qui susceperit unum parvulum talem in nomine meo, me suscipit
(MAT. XVIII, 5).
classi fossero molte e le Suore in numero non sufficiente, potranno
coadiuvare con profitto quelle Oratoriane che per età, buona condotta
ed istruzione sono in ispeciale stima presso le compagne. La Direttrice
sorvegli tutte le classi e raccomandi alle Suore che, mentre concorrono
all'assistenza generale, si occupino della propria classe in ogni tempo.
In questo modo nessuna fanciulla resterà negletta, anzi tutte
sentiranno di essere oggetto di particolare cura e assistenza e saranno
portate a corrispondere alle sollecitudini che si hanno di loro. Alle
Suore poi sarà agevole conoscere i bisogni particolari delle singole

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fanciulle loro affidate, vedere chi abbisogna di particolar istruzione,
chi frequenta regolarmente l' Oratorio e chi si accosta ai SS.
Sacramenti. Allora sarà pure possibile fare in particolare le opportune
correzioni, suggerire massime e dare quei consigli che sono
convenienti a ciascheduna. Se invece tutte le Suore si occupano di tutte
in generale, probabilmente in pratica saranno pressochè tutte
dimenticate. Mancherà il legame tra le Suore e le alunne, le quali
vedendosi noncurate o si allontaneranno, o certo non riporteranno
quel profitto che sarebbe possibile e di cui esse hanno bisogno.
Mentre raccomando che miriate al vero profitto spirituale intendo che
si abbiano ad usare anche i mezzi per attirarle, quali sono i
divertimenti, i giuochi, la scuola di canto, la scuola festiva, ecc. Queste
sono cose generalmente utili e qualche volta necessarie secondo i casi e
le circostanze; ma devono sempre considerarsi come mezzo e non
come fine dell'Oratorio. In qualche luogo è avvenuto che le Suore si
preoccupassero tanto del teatrino, di passeggiate o di simili
divertimenti quasi fossero il supremo scopo dell'Oratorio festivo.
Altrove per riuscire a riscuotere approvazioni, vi s' impiegò tempo
assai, si fecero gran spese e quasi fu messa a repentaglio la salute delle
Suore stesse. Ritenete sempre che simili cose devono considerarsi solo
come un'attrattiva ed un rimedio. Riguardo al Teatrino in particolare
vi dirò che, dove non vi sono teatri pubblici e non se ne vede la
necessità, non è conveniente metterne l'uso. Dove poi le circostanze lo
consigliassero, si faccia qualche volta nell'anno colle norme stabilite
dalle Deliberazioni. La esperienza ha dimostrato elie anche con pochi
mezzi e divertimenti semplici si è ottenuto frequenza regolare e
profitto, quando le Suore si studiavano di conoscere le fanciulle e
usavano vera carità e dolcezza verso di esse.
Infine gioverà non solo, ma sarà di assoluta necessità per il buon
andamento dell'Oratorio, che la Direttrice faccia regolarmente qualche
conferenza a tutte le Suore in esso occupate e ascolti le loro difficoltà e
le loro osservazioni. ­ Le Suore hanno spesso bisogno di consiglio e di
guida nel disimpegno del loro ufficio, ed è la Direttrice che deve
provvedervi. Oltre di che essa avrà un grande aiuto nel dirigere
l'Oratorio intero, se ascolterà le osservazioni e le proposte delle Suore,
le quali conoscono più da vicino le fanciulle. ­ Le Suore poi si
attengano umilmente e strettamente alle disposizioni che la Direttrice
crede opportuno di stabilire. Si è veduto che alcune Suore in tutto
soggette e ubbidienti ad una saggia Direttrice, riuscirono a fare molto
bene, benché non possedessero singolare istruzione e non avessero
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troppa disposizione per l' Oratorio. Si è veduto al contrario delle Suore
che avevano discreta istruzione e molta disposizione, eppure non
riuscirono a giovare alle fanciulle, perchè, troppo fisse nel loro
giudizio, non seguirono in tutto la via dell' obedienza. Se le volontà
non sono concordi, non si lavora con frutto; e colei che vuol guidarsi
da sè, non giova alle fanciulle e spesso trova il danno dell'anima sua.
Ecco, mie buone Figlie, quanto ho creduto opportuno suggerirvi, col
desiderio che l'opera degli Oratorii continui a prosperare e a portare
sempre maggiori frutti di benedizione nel popolo. Amate e stimato
quest'Opera come quella che fu la prima, a cui D. Bosco consacrò se
stesso e segnalò a noi come mezzo efficacissimo e provvidenziale per
salvare le anime specialmente in questi tempi. Amatela e consacratevi
volentieri la mente, il cuore e l'opera, perché in essa esercitate la carità
più sublime, quella cioè che mira alla salute delle anime e allo stesso
tempo assicurate a voi medesime una gloria singolare nel Paradiso.
Ma se volete riportare frutti copiosi, occupatevene realmente per la
gloria di Dio e per il vantaggio delle fanciulle e non per soddisfazione
di vanità. Portate sempre con voi la dolcezza e la pazienza. Procurate di
conoscere le fanciulle a voi affidate e di occuparvi con affetto materno
della loro anima. In fine, se volete che Iddio benedica i vostri sforzi,
lavorate sempre col merito dell' ubbidienza conformando il vostro
giudizio e l' opera vostra alla guida della Superiora. G. C. dice che colui
che non raccoglie con lui, non fa che disperdere. Nel caso nostro
raccoglie con G. C. quella Suora che presta l'opera sua volonterosa,
senza scostarsi mai dalla ubbidienza.
Sono persuaso che non solo accoglierete con la nota vostra
sottomissione e con pronto animo quanto vi ho esposto, ma
procurerete di metterlo in pratica. Invocando sopra di voi, delle vostre
alunno interne ed esterne la benedizione di Dio, mi confermo di voi
tutte
Affez. come Padre in G. C.
Sac. MICHELE RUA
NB. La presente si leggerà in Conferenza

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