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Codice scheda: ASC B7160205
Luogo e data: TORINO ­ ­­/02/1893
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: LEONE XIII
Classificazione: Lasagna Luigi
Tipo documento e supporto: Minuta di lettera ­ Manoscritto
Autenticità: Firma autografa
Contenuto: Minuta di lettera del Rettor Maggiore che ringrazia il S.
Padre per l'elevazione episcopale di Mons. Luigi Lasagna e presenta
cenni biografici del nuovo Vescovo.
***
Beatissimo Padre,
Sento l'animo mio ripieno della più profonda gratitudine verso di V. S.
che agli innumerevoli benefizii già prodigati alla nostra umile società
volle aggiungere una nuova prova di benevolenza insigne elevando alla
dignità episcopale il nostro caro confratello missionario Don Luigi
Lasagna.
Io spero che assistito dalla grazia dello Spirito Santo e sorretto dalla
Vergine SS. Ausiliatrice egli potrà nel nuovo stato cui è innalzato da V.
S. fare del gran bene alle anime, onorare la Chiesa, ed estendere con
efficacia il regno di Nostro Signore Gesù Cristo.
E fondamento di sì liete speranze sono l'attività grande, la pietà, ed
ingegno del nuovo eletto, che nelle differenti cariche da lui coperte
nella nostra Congregazione ha sempre dimostrato attitudine e zelo
unito a grande prudenza.
Don Luigi Lasagna nacque di modesta ed onorata famiglia di
Montemagno, diocesi di Casale Monferrato, ai 2 di Marzo dell'anno
1850. Ricevette il Sacramento della Cresima nella Parrocchia di
Casorzo nell'anno 1861 da Mons. Luigi Nazari di Calabiana, e gli era
padrino il marchese Domenico Fassati.
Fin da fanciullo mostrò amore grande alle cose di pietà, e nella sua
Parrocchia spendeva buona parte della mattinata nel servire la S.
Messa.
Nell'autunno dell'anno 1863 essendosi portato Don Bosco in
Montemagno con alquanti dei suoi allievi s'incontrò in lui, ed avendo
avuto eccellenti notizie sul suo conto lo invitò ad entrare nelle sue case,
egli prese affetto e lo diresse con cura speciale fino al Sacerdozio
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animandolo esso stesso a consecrarsi tutto a Dio nella Congregazione
Salesiana.
In tutte le classi ginnasiali il giovane Lasagna si segnalò per istudio,
pietà ed intelligenza ed al fine d'ogni anno riportò sempre il premio nei
suoi esami.
Vestì l'abito clericale il 1° di Novembre e dopo gli studii adeguati fu
chiamato da Don Bosco prima ad insegnare la lingua latina
nell'Oratorio di S. Francesco di Sales di Torino, poi a Lanzo ad
insegnare la retorica ed in ogni luogo non solo soddisfece i suoi
superiori, ma lasciava ovunque desiderio di sé. Posto anche per due
anni ad insegnare la filosofia si adoperò in ogni modo e riuscì ad
introdurre la filosofia tomistica contro quanto usavasi nelle diocesi del
Piemonte in quei tempi.
Presa nel 1872 la laurea di belle lettere nella Università di Torino fu
inviato professore nel nostro liceo di Alassio dove era quando venne
invitato alle missioni.
Ricevette gli ordini minori nella città di Fossano da Mons. Manacorda,
ed il Suddiaconato e Diaconato nella Cattedrale di Torino nel 1872 da
Mons. Lorenzo Gastaldi, ed agli 8 di Giugno del 1873 fu ordinato
sacerdote da Mons. Pietro Maria Ferrè, Vescovo di Casale Monferrato.
Appena fatto sacerdote dimostrò molto zelo per la predicazione della
parola divina. Pur continuando a fare scuola andava a predicare
dovunque fossi invitato, ed in questo esercizio riportò lodi e di oratore,
e quel che più conversione di molte anime, essendo sempre ed
unicamente la sua predicazione rivolta a questo scopo.
Fu allora che Don Bosco soddisfatto del suo zelo lo scelse a superiore
dei primi missionari che dovevan recarsi all'Uruguay. Aveva appena 26
anni allora, era sofferente assai di salute pure i fatti comprovarono che
la grazia di Dio lo premiava della sua obbedienza, riuscendo a vincere
difficoltà e pericoli grandissimi.
Partito d'Italia e il Novembre del 1876, dopo d'aver ottenuto la
benedizione del Santo Padre Pio IX. Dopo orribile burrasca sofferta
con 10 compagni nel Golfo di Guascogna, giunse a Montevideo lì 26
dicembre.
Per amore e riconoscenza al Papa battezzò col nome di Pio il primo
Collegio che fondò in Villa Colon, come battezzò pure col nome di
Gioachino la prima casa che aperse dopo l'elezione di V. S. alla
Cattedra di S. Pietro.
Pieno di coraggio e zelo fondò ospizii e scuole gratuite in vari punti più
bisognosi di quella Repubblica, e specialmente in
dove

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accettò la direzione di quella vastissima Parrocchia, in momenti in cui
poteva questa costare la vita a lui, ed ai sacerdoti che colà stabilì.
Scriveva polemiche nei giornali in difesa della cristiana filosofia e della
pedagogia, ed i suoi articoli furono lodatissimi dalla stampa cattolica
di quei paesi, furono poi fatti raccogliere in un fascicolo, che i suoi
discepoli fecero stampare a loro spese.
Fondò la Società degli Oratori festivi, di cui il Vescovo di Montevideo
approvò gli statuti, e con apposita pastorale la raccomandò a tutti i
sacerdoti e fedeli della Repubblica dell'Uruguay.
Coadiuvò alla fondazione del primo giornale cattolico di quei paesi, il
"Bien Public". Promosse la fondazione delle Società operaie cattoliche,
estese ovunque le conferenze di San Vincenzo de' Paoli.
Veduta l'ottima riuscita delle sue fatiche nell'Uruguay, e
l'instancabilità del suo zelo Don Bosco gli affidò pure le Missioni del
Brasile. Egli percorse subito quell'immenso impero fino al fiume delle
Amazzoni.
Fondò l'Ospizio di Nictheroy sul porto di Rio Janeiro, poscia quello del
Sacro Cuore di Gesù nello Stato di San Paolo; indi quello di Lorena
chiamandolo, di San Gioachino, dove aperse pure un Noviziato per la
lingua portoghese. In seguito in molti punti di quell'immenso impero
stabilì oratori festivi anche per le fanciulle dirette dalle Suore di Maria
SS. Ausiliatrice, destando dappertutto vera simpatia per la sua carità e
zelo.
Nell'anno 1886 essendo ritornato in Italia in occasione del Capitolo
generale della pia nostra Società avvenne che trovandosi vacante la
diocesi di Casale Monferrato, il Reverendo Capitolo di quella città
mandò una rappresentanza di Canonici all'Eminentissimo Cardinale
Alimonda, pregandolo con vive istanze, affinché proponesse il nostro
Don Lasagna come Vescovo di quella diocesi. Sua Eminenza ne
informò Don Bosco, il quale giudicò più conveniente alla gloria di Dio
conservarlo alla testa di quelle lontane e difficilissime Missioni.
Invero tornato nel Brasile si pose ad organizzare su vasta scala con
gran servizio ai due milioni e mezzo di Italiani emigrati colà. Progettò
ed iniziò i lavori di missioni speciali per la conversione e civilizzazione
delle numerosissime tribù selvagge del Paraguay, e del Matto Grosso, e
dello Stato di San Paolo, cose che dan tutta la speranza di felice
successo.
Posso aggiungere che oltre l'italiano, lo spagnolo, e il portoghese che
conosce benissimo avendo in dette lingue predicato spessissime volte,
ed anche scritto vari opuscoli, possiede pure abbastanza bene il
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francese e l'inglese che parla con sufficiente speditezza.
Esposte così in breve le cose che giudicai più importanti riguardo al
neo eletto vescovo, non posso fare a meno che di ringraziare ancora
con tutta l'anima la S. V., che siasi degnato di insignirlo del Carattere
episcopale affinché possa ritornare a lavorare colaggiù con maggior
prestigio ed efficacia.
Il Signore gli dia vita e lo sostenti colla sua santa grazia, perché possa
ottenere colle sue fatiche apostoliche frutti consolantissimi al cuore di
Vostra Santità.
Di Vostra Santità
Obb.mo Dev.mo Um.mo Servo e Figlio
firmato Sac. Michele Rua

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