A4630115


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Codice scheda: ASC A4630115 (Microscheda: 2880D6/7)
Luogo e data: TORINO ­
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: ANONIMO, AMICO
Classificazione: RUA MICHELE
Tipo documento e supporto: Lettera spedita ­ Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Lettera scritta da D. Rua M. e firmata da Martano
Giuseppe, inviata a "un carissimo amico e fratello in Gesu` Cristo". Vi
si tratta del tema dell'amicizia. [sul retro, riflessioni su Ovidio]
***
Carissimo amico e fratello in G. C.
Non posso esprimere in parole il piacere che io provo nel godere della
tua amicizia. Voglia il Signore conservarla lungo tempo, anzi per
sempre, che io lo desidero vivamente. Ma intanto vorremo noi che la
nostra amicizia sia solamente come quella de' mondani? Vorremo noi
che la nostra amicizia consista solo nell'amarci con amore sensibile?
Ah no! Se sapessi che la nostra amicizia dovesse solo consistere in ciò,
certamente non mi premerebbe tanto di mantenerla. Pertanto, se tu sei
d'accordo, voglio che gettiamo le basi di una vera, soda e meritoria
amicizia ed ecco quali bramo che siano queste basi: 1°. Amiamoci, ma
solo per piacere a Dio; 2°. Amiamoci ma sottoponendoci in tutto alla
volontà del nostro Superiore Spirituale; 3°. Amiamoci, ma per aiutarci
a vicenda a conseguire la meta di tutti i nostri desideri, la gloria del
Paradiso, epperciò con carità veramente fraterna correggiamoci
vicendevolmente senza timore quando incorriamo in qualche difetto,
ed animiamoci mai sempre all'esercizio di ogni virtù. Caro amico, se la
nostra amicizia sarà sempre fondata su tali basi, io sono certo che il
Signore non mancherà di benedirla, e noi potremo ricavarne ottimi
frutti. Prega il Signore per me, io lo pregherò per te; e credimi quale mi
professo coi più vivi sentimenti del cuore
Tuo aff.mo amico e fratello in G. C.
Martano Giuseppe
Archivio Salesiano Centrale ­ A4630115 ­ 1
Di Ovidio
Tra le più eccellenti opere di Ovidio non dubitai di porre le Eroidi. E
non so, se, eccettuate le Metamorfosi abbia potuto immaginarsi un
argomento più alto, ed in cui maggiormente Ovidio manifestasse tutta
la forza poetica. Quanto sapientemente poi abbia ornato il discorso, ed
in sì grande varietà di casi e di persone abbia espressa di ciascuno la
natura, tu stesso il conoscerai leggendo. Non mancano certamente
coloro che riprendono in lui un poeta romano, perché lasciandosi in
balìa al suo ingegno e mostrando più del bisogno l'abbondanza, pare
che negligenti la verità dell'arte. Sì grande senza dubbio fu la fertilità
della mente di lui, che difficilmente si poteva raffrenare! Ed invero una
abbondantissima quantità d'acqua che scaturisce internamente da un
sasso diletta forse di meno che quella che scorre con più quieto corso
condotta per mezzo di un canale?

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