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Codice scheda: ASC A4580269 (Microscheda: 3996B7/9)
Luogo e data: TORINO ­ 02/11/1894
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: COOPERATORI SALESIANI E BENEFATTORI
Classificazione: Rua: Circolari, direttive, documenti
Tipo documento e supporto: Circolare ­ Stampa tipografica
Autenticità: Copia
Contenuto: Ricorda la funzione di saluto ai Missionari, avvenuta il
31.10.u.s. nella Basilica di Maria Ausil.. Dà spiegazione sulla
distribuzione del personale nelle varie missioni.
***
Torino 2 Novembre 1894 ­ Commemorazione dei Fedeli Defunti.
Benemeriti Signori Cooperatori
e Benemerite Signore Cooperatrici,
Il 31 Ottobre u. s. ebbe luogo nel Santuario di Maria Ausiliatrice la
commovente funzione della benedizione di un drappello di 40
Missionari e dell' Addio ai loro Confratelli. Ieri Solennità di tutti i Santi
li raccomandammo di cuore ai Celesti Protettori e specialmente alla
Regina de' Santi ed Ausiliatrice de' Cristiani Maria SS. ed oggi parte
dei Missionari già trovasi in alto mare, mentre altra parte salperà fra
pochi giorni dai lidi d'Europa alla volta chi del Messico, chi della
Repubblica di Venezuela, chi del Brasile, chi della Terra del Fuoco, chi
del Chilì, chi del Perù. Alcuni si dirigeranno verso l'Africa , a Tunisi,
dove una nuova impresa attende i Salesiani, ed altre verso i lidi
dell'Asia nella Terra Santa. Intanto già si stanno preparando altri
drappelli di Missionari per la Bolivia e pel nuovo Vicariato Salesiano
dell'Equatore.
Queste spedizioni, che si vanno ripetendo a breve distanza le une dalle
altre, mentre mi fanno ringraziare la Divina Provvidenza, che si degna
benedire coli visibilmente l'umile nostra Pia Società, devono pur farci
riflettere come in quei lontani paesi ci sono tanti fratelli a confermare
nella Fede e più altri, che da tanti secoli aspettano il Missionario,
perchè ne faccia loro conoscere il gran benefizio.
Quindi è che, considerando questo grave bisogno, non ho più potuto
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rimanere insensibile alle molte dimande, sia di quei lontani miei figli,
che mi richiedevano di avere nuovi operai. che venissero loro in
soccorso per il molto che hanno da fare, sia di Vescovi d'America ed
anche di pii secolari, che invocavano i Salesiani per quei vastissimi
paesi o poco provveduti o sprovvisti afflitto di Sacerdoti, che andassero
a prendersi cura di tante anime e specialmente di tanta povera
gioventù, che cresceva nell' ignoranza delle cose riguardanti alla loro
salute eterna.
S. Paolo ebbe nei suoi viaggi una visione, in cui un personaggio in abito
di macedone, che credesi fosse l'Angelo tutelare della Macedonia, lo
pregava instantemente a passare in quella nazione a porgerle aiuto
coll'evangelizzarla. Ora a me pareva quasi di vedersi ripetere la pietosa
scena; e nelle replicate istanze, che ricevemmo, parevami che l'Angelo
tutelare della Terra del Fuoco, quello del Brasile, quello del Chili e
della Venezuela ecc. pregassero il Signore perchè fossero esaudite le
loro prolungate suppliche col mandar nuovi e più numerosi operai a
quelle nazioni.
Per quest'ultima terra un dovere speciale di gratitudine impegnava me
e tutta la Pia nostra Società di aderire ai premurosi inviti di andare in
quella vastissima regione. Di, fatto, quando nel 1891, i nostri
Missionarii erano avviati nella Colombia, due di loro dovettero
sbarcare alla Guaira, porto della
Venezuela ; perchè il buon Chierico Giuseppe Eterno. sorpreso per
mare da grave malattia, andava a finire i suoi giorni in quella terra che
si mostrò tanto ospitale. Ricordiamo ancora con riconoscenza ed
affetto, con quanta pietà quei buoni nostri Cooperatori consolarono gli
ultimi momenti di quel dilettissimo nostro fratello, e con quanta
premura e numeroso concorso gli resero gli estremi onori e suffragi
con una splendida sepoltura, facendo per di più un marmoreo
monumento nel luogo che racchiudeva le sue spoglie mortali. Allora il
buon sacerdote D. Michele Unia , che cominciava così la sua missione
di carità al letto del moribondo suo Confratello, e che doveva poi
continuarla presso i Lebbrosi di Acqua de Dios, mi scriveva lettere che
commossero tutti i nostri Cooperatori, per narrarmi le tante
manifestazioni d'amore, e come il Ch. Eterno invocava anch'esso dalla
sua tomba, che altri fratelli o tardi o tosto venissero a pregargli la pace
del Signore sul luogo di sua ultima dimora ed a compensare quella
buona gente della usatagli pietà. ­ Dopo d' allora unendo le sue istanze
a quelle di molti buoni Venezolani lo stesso Arcivescovo di Caracas,
accompagnato da due altri distinti ecclesiastici, venne in persona a

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sollecitare la spedizione di Missionari Salesiani.
Ed ora, superando tutte le difficoltà, li inviamo in due distinte parti, a
Caracas, Capitale di quella Repubblica, ed a Valencia altra insigne
città. Da quei due punti di quando in quando si potrà fare qualche
sacra spedizione in mezzo alle immense regioni, dove si trovano
moltissime tribù che vivono tuttora nelle ombre della morte.
Vi è ancora di più. Ai primi giorni di settembre u. s. arrivava a Genova
il valoroso nostro Missionario del Chilì, D. Domenico Tomatis, che da
19 anni mancava dall'Europa, avendo fatto parte della nostra prima
spedizione. Il buono e zelante servo di Dio, dopo di avere brevemente
riposato dal lungo viaggio, dando Esercizi nelle varie nostre Case del
Piemonte, e visitato alcuni suoi parenti (egli è di Trinità, diocesi di
Mondovì), si prepara a ripartire per l'antico campo delle sue
operazioni. Esso guiderà la parte più numerosa di questa spedizione,
che deve portar aiuti al Chilì ed alla Terra del Fuoco, dove c'è un
bisogno immenso di operai evangelici.
Fra le molte necessità di quelle Missioni egli ci segnala che tanti nostri
poveri emigranti, andati colà colla speranza di cambiar fortuna.
disillusi ed affamati non trovano che il soccorso del Missionario. Così
che oltre gl' indigeni hanno ben sovente i Missionari Salesiani da
porgere soccorso eziandio ai nostri connazionali.
Ma queste copiose partenze, il loro allestimento, il mantenimento in
quei lontani paesi, fan crescere a dismisura le spese per provvedere
quello che loro occorre. Ora come sempre io ,faccio pieno
assegnamento sulla generosa e cristiana carità di Voi, benemeriti
Cooperatori e Benemerite Cooperatrici.
Senza del vostro concorso che potrei io fare, che potrebbero i miei
carissimi Figli:
La miseria poi che va via crescendo nei nostri paesi, l'abbandono, in
cui tanti parenti, lasciano i loro figli, con grande pericolo della loro vita
presente ed avvenire, ci costringono ad aumentare ognora il numero
dei nostri ricoverati, orfani ed abbandonati giovanetti, mentre fan
sentire più vivo, più urgente il bisogno di aprire nuovi Ospizi e dilatare
i già esistenti. Troppo ci duole non poter dar ascolto a tante richieste.
Sovente mi vengono delle scene compassionevoli nell'antica camera di
D. Bosco, che m' inteneriscono, e sono ora di parenti erte domandano
carità per i loro figli, ed ora di poveri fanciulli, che mi pregano di aver
compassione di loro. E quindi si accetta più che non mi permettano le
forze, e non basta mai. Questo ci mette in tali strettezze da non saper
più come far fronte alle quotidiane spese.
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Io son sicuro che D. Bosco dal cielo guarda con occhio benevolo, ed
intercederà le grazie del Signore su quelli che aiutano i suoi poveri
orfanelli ed i suoi Missionari, sostenendo le opere che impiantava
confidando nella Divina Provvidenza.
Mi diceva solo l'altro giorno un nostro buon amico ed amorevole
Cooperatore : Non posso mai leggere quelle parole, che stanno scritte
nel Santuario di Maria Ausiliatrice, sotto il vetro dipinto di S. Pietro
che guarisce lo storpio: Quod habeo hoc tibi do: senza sentirmi
commuovere.
­ E perché?
­ Un giorno aveva sentito una esortazione di D. Bosco dal pulpito di
Maria Ausiliatrice, che tutto mi aveva intenerito. L'andai ad aspettare
in sacrestia.. mentre era ancora sudato, e baciandogli la mano, gli offrii
confuso tutto ciò che possedeva in quel momento. Erano due soldi! «
Le do quello che ho, padre! » ­ Egli mi guardò fisso fisso; e poi, con gli
occhi coperti di lacrime, mi disse : « Ed io la ringrazio di questo, e
domani non mancherò di pregare per lei nella S. Messa. » ­ Da quel
giorno ho potuto regalare di più, e lo faccio volentieri ; sicuro che la
grand'anima di D. Bosco pregherà sempre per me.
La medesima riconoscenza la sentono tutti i figli di D. Bosco, e con Lui
pregano grazie e benedizioni sui loro benefattori.
Si, con grato animo sarà da me ricevuta qualunque offerta, in favore
dei Missionarii e delle tante Case di Orfanelli. Riceverò con gratitudine
le offerte più abbondanti che venissero fatte dai facoltosi, riceverò con
gratitudine l'obolo del contadino, dell'operaio; agli uni ed agli altri
assicuro larga retribuzione da quel Celeste Padre, che giammai si lascia
vincere in generosità. Danaro, paramenta di chiesa, biancherie, vesti,
libri, commestibili, combustibili, tutto sarà di grande utilità ai nostri
giovanetti , ai Missionari, ai poveri selvaggi, che mancano intieramente
di abiti e di quanto è più indispensabile alla vita. Le strettezze dei
nostri Ospizi e delle nostre Missioni sono veramente grandi, i bisogni
incalcolabili.
Voi, o Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici, farete opera
della più squisita carità e sommamente gradita a Dio, col venirci in
soccorso colle vostre offerte e coll'adoperarvi presso i vostri parenti,
amici, conoscenti, presso le persone pie e caritatevoli per ottenere
anche il loro concorso in nostro favore. E voi, che tanta compassione
avete per le anime del Purgatorio, siate certi che sarà pur questo un
modo efficacissimo di suffragare le anime dei vostri cari, che per sorte
si trovassero fra quelle pene.

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Noi non manchiamo in tutte le nostre Case di pregare il buon Dio
perché voglia compensarvi, o generosi nostri Benefattori, prima con la
sua grazia e poi anche co' suoi favori temporali, col darvi salute nelle
vostre famiglie, e prosperità nelle vostre imprese ed industrie, nelle
vostre campagne ed in tutti i vostri affari. Preghiamo per voi, mentre il
Signore vi conserva in vita ; continueremo a pregare per voi, quando il
Signore vi avrà chiamati all'eternità, come di cuore preghiamo l'eterna
felicità ai vostri parenti e a tutti i nostri benefattori defunti.
Intanto mentre imploro sulle SS. V V. M. Benemerite ogni benedizione
celeste, godo di potermi dire con particolare riconoscenza
Delle SS. VV. M. Benemerite
Obbligatissimo Servitore
Sac. MICHELE RUA,
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