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Codice scheda: ASC A4480533 (Microscheda: 3860B10/C1)
Luogo e data: FAENZA ­ 01/05/1891
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: BONETTI GIOVANNI
Classificazione: Rua: Corrispondenza con Ispettori
Tipo documento e supporto: Lettera spedita ­ Manoscritto
Autenticità: Firma autografa
Contenuto: Lungo racconto della sua gita a Lugo: l'incontro con le
suore e con la marchesa Borea Spreti, il progetto per un nuovo
oratorio. (Vedi A4480536; correzioni e firma ms. aut. di D. Rua.)
***
Faenza, 1 maggio 1891
Carissimo Don Bonetti e tutti gli altri Reverendissimi Capitolini
... Sebbene nel mio viaggio non pensassi di portarmi fin qua, tuttavia il
Signore dispose che a mezzo dell'insistenza, prima del caro Don
Rinaldi e poscia della Direttrice delle Suore di Maria Ausiliatrice di
Lugo, passassi a Bologna, Imola, Lugo e finalmente a Faenza donde ti
scrivo. A Bologna il Cardinale Battaglini, che trovai abbastanza
ristabilito dall'ultima infermità che lo travagliò tutto l'inverno, mi
accolse con cordialità particolarissima e la notte dal 28 al 29 che con
lui stetti mi procurò la sorte di dormire nel letto ove riposò Pio IX di
santa memoria, tal che non si cancellerà sì presto dalla mia memoria la
lieta impressione di quella notte. All'indomani me affrettai a partire
per Imola ove Don Rinaldi m'aspettava per visitare Monsignor
Vescovo Tesorieri tanto interessato per le opere nostre iniziate a Lugo,
e fu molto opportuna una tal visita per chiarire varie cose interessanti
l'istituzione Borea­Spreti, affine di presto deliberare quanto è più
spediente per la perpetuità e sicurezza dell'opera stessa. Da Imola per
vettura passammo a Lugo, diretti alla casa delle Suore, ove trovai
un'aspettazione e un'accoglienza tale come fossi da lungo tempo
aspettato. Vi giungemmo sul mezzodì e vedemmo colla piccola schiera
delle interne alunne una assai più numerosa di esterne, la maggior
parte già grandi, che tutte festose salutarono ed applaudirono al nostro
arrivo, persin con lo sparo dei mortaretti. Di primo aspetto già mi
avvidi del gran bene che si fa ora e si farà maggiormente in seguito, in
ispeciale modo con l'oratorio festivo. Tu poi conosci la santa donna che
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è la signora marchesa, tanto entusiasta di noi, ed è superfluo che ti
dica qual pranzo con l'aiuto di lei ci allestirono le buone suore.
Durante il pranzo lieti canti delle alunne manifestarono il giubilo e
l'allegria loro, ma ciò che più manifestò il bene intellettuale e morale
che si fa a tante ragazze per opera delle suore nostre fu una graziosa
accademia così ben condotta per ordine, per disinvoltura e per la
sincerità d'affetto che per la circostanza così improvvisa non poteva
certo meglio riuscire. Ti assicuro che ebbi a fare per non manifestare i
segni di commozione che si appalesavano in altri astanti. Durante
l'accademiuola già un grosso nucleo di cooperatori si era formato e
un'adunanza di rispettabile clero, tra cui ravvisai tosto il parroco Don
Petroncini nostro antico amico e il signor Preposto. Mi fu quindi
mestieri concentrarmi alquanto per dire due parole a tutti i riuniti, ma
la cosa prese tutto l'aspetto di una conferenza e tale riuscì di fatto
mediante lo zelo della marchesa e delle suore nel partecipare gli inviti
e nel dare le opportune disposizioni. Mi udirono con tanto piacere ed
ho speranza che il Signore anche da questo poco voglia ricavare molto
bene. Vedi dunque quanto si era già fatto della sera, ma qui non fu
tutto. Pregato dal signor Preposto e dal parroco Don Petroncini e da
altri sacerdoti, mi recai con piacere a visitare il sito fissato a ferma sede
dell'oratorio maschile, ora appena iniziato alla parrocchia dei SS.
Petronio e Prospero, e superò questa vista ogni mia aspettazione.
Fummo anzitutto alla sontuosa collegiata che mi si disse opera del
valente architetto Morelli di Imola, vissuto nello scorso secolo, e che
ora è messa tutta a nuovo mediante lo zelo indefesso di Monsignor
Vicario Girri. Mi si presentò imponentissima questa chiesa ed i suoi
drappi di ricchissimo damasco che si distendevano allora per non so
qual festa, me ne accrebbero la meraviglia. Attraversata la Chiesa nella
sua lunghezza, ammirata la arditezza delle volte e della maestosa
cupola ovoidale che porta il graziosissimo lucernaio, passammo poscia
al vicino locale che col suo chiostro già si appalesa per antico convento
quale fu infatti per i Francescani. Già saprai che attualmente è abitato
dai RR. Carabinieri ma è di proprietà del Vescovo che lo acquistò per
noi. Con qualche restauro e poche innovazioni si presta quale ottimo
sito. Di più la vicina casa, comprata parimenti per noi, vi si adatta
perfettamente e lo fa ancora più grandioso ed ampio, provvisto di
parecchi cortili, compreso un ampio scoperto che presentemente si
vuole acquistare a questo stesso scopo. Ecco dunque quanto il Signore
ci tien preparato ed io ho l'idea che con l'opera particolarmente dei
figli di Maria potremmo ivi fare gran bene. A Lugo si vogliono

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riformare i ragazzi i discoli di bottega ed avviare al bene quei giovani
che già frequentano le pubbliche scuole del paese; l'istituzione
mentovata sarebbe un potente aiuto ad ottenere lo scopo. Fui poscia a
visitare il locale che serve presentemente all'incipiente oratorio, ma
non avendovi cappella apposita, un cortile adatto né località opportuna
mi persuasi che al più presto converrebbe trasferirsi al locale or ora
descritto ove più facilmente si ottiene una privata cappella, un sito
adatto alla ricreazione e quanto più potrà favorire lo sviluppo di questa
santa opera. Con queste visite si fece ora tarda. Era stato annunziato
alle ragazze e alle cooperatrici intervenute che alle 7.30 sarebbevi stata
la mia messa nella cappella istessa ove parlai la sera. All'ora fissata
celebrai assistito da buon numero di persone ivi raccolte le quali quasi
tutte si comunicarono e vollero infine la benedizione di Maria
Santissima Ausiliatrice. Ma Don Rinaldi mi andava sollecitando onde
si affrettasse l'ora della partenza e ci fu tosto servita la colazione. Mi
trovai in compagnia di Monsignor Girri del Canonico Conte Borea e di
suo fratello Conte Battista, due persone del pari compitissime, il primo
dei quali lessemi un bel sonetto che rivelava il suo gusto letterario non
meno che un gran concetto dell'opera nostra. Quivi si trattò ancor più
di proposito l'affare spettante alla marchesa per la cessione dello
stabile e parmi che ora ci siamo pienamente intesi. Con tutto questo tu
vedi che io aveva di già esaurito il programma più esteso che mai
potessi propormi in una gita a Lugo, e sono contento d'aver fatto ed
aver visto in breve tante cose e soprattutto di esserci ben intesi con
Monsignor Girri, con la marchesa e col signor Altini. Di tutto daremo
lode di cuore al buon Dio e diremo: Deo gratias. La stessa vettura che
ci portò da Imola a Lugo fu pronta per Faenza. Con un'ora e mezza di
corsa giungemmo alla nostra casa, ricevuti fra due lunghe schiere di
giovani al festoso suono della banda. Ivi pure mi aspettavano
Monsignor Vicario ed alcuni canonici ed altri sacerdoti. Bisogna pur
dire che questi buoni giovani romagnoli hanno un bel cuore e ci si
mostrano straordinariamente affezionati: dal viso loro traspare la
sincerità del pari che la franchezza. Oggi 1º maggio nulla di nuovo: i
giovani ed i confratelli tutti mi assediano ed abbiamo a curarci di ben
altro da ciò che potrà accadere di fuori.
Lunedì terrò conferenza ai cooperatori faentini e il dì seguente partirò
per Parma. Pregate tutti perché si faccia il maggior bene. Tanti saluti a
tutti i cari confratelli dell'Oratorio.
Tuo affezionato in Gesù e Maria
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Sac. Michele Rua

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