Educare come Don Bosco 2012-2103, Lectio salesiana - iniziazione alla vita liturgica

FEBBRAIO 2013


Iniziazione alla vita liturgica


ARTICOLO 36. INIZIAZIONE ALLA VITA LITURGICA

Iniziamo i giovani a partecipare in modo cosciente e attivo alla liturgia della Chiesa, culmine e fonte di tutta la vita cristiana.

Insieme con essi celebriamo l'incontro con Cristo nell'ascolto della Parola, nella preghiera e nei sacramenti.

L'Eucaristia e la Riconciliazione, celebrate assiduamente, offrono risorse di eccezionale valore per l'educazione alla libertà cristiana, alla conversione del cuore e allo spirito di condivisione e di servizio nella comunità ecclesiale.


L’articolo 36 ricorda che l'educazione alla fede comporta anche l’iniziare i giovani alla vita liturgica. Esso considera l'azione liturgica come il culmine dell'attività della Chiesa e richiede che l'accesso ai Sacramenti, come segni della fede, sia preparato da un cammino di conversione e di comprensione per evitare il pericolo del formalismo. C'è nell'articolo una gradualità che va dalla vita liturgica generale al cuore della medesima: l'Eucaristia.

La vita liturgica viene considerata qui in tutta la sua ampiezza: ascolto della Parola, celebrazioni, preghiera, sacramenti. La sua importanza in un'autentica esperienza cristiana è abbondantemente spiegata nella Costituzione Sacrosanctum Concilium al n° 7: la liturgia attualizza il mistero di Cristo sacerdote e mediatore; “in essa per mezzo dei segni sensibili, viene significata e, in modo ad essi proprio, realizzata la santificazione dell'uomo, e viene esercitato dal Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico integrale”. Conseguentemente la liturgia continua l'opera di salvezza: “È il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua virtù” (SC 10).

La liturgia è un mondo pedagogico di realtà spirituali espresse in «segni» sacri; bisogna perciò entrare nella struttura del segno per capirne il linguaggio; soprattutto bisogna entrare in ciò che il segno significa e realizza per potervi accedere con “fede”.

La Regola ci chiede di “iniziare” i giovani a partecipare alla liturgia della Chiesa. Non dunque una pratica rituale-istituzionale per cui si adempiono degli obblighi, né la semplice assuefazione o creazione di “bisogni psicologici”, ma l'introduzione cosciente nel mondo dei segni e delle realtà che le celebrazioni offrono. Iniziare vuol dire: mostrare, spiegare, introdurre come soggetti attivi, insegnare a celebrare, a partecipare inseriti in una comunità che celebra, a vivere il richiamo dei segni e specialmente quello a cui essi rimandano.

Il CG21 (CG21, 93) indicava ai Salesiani una via pratica e giovanile per questa iniziazione: “Un valore rilevante da richiamare è il valore educativo dell'anno liturgico. La piena e cosciente partecipazione all'opera salvifica si organizza, nel pensiero di Don Bosco, attorno alla celebrazione dell'anno liturgico, che ritma la vita della comunità giovanile, indicando il cammino di crescita spirituale e l'impegno graduale che si assume per rispondere alla chiamata di Dio. È un modo concreto di strutturare il progetto educativo sul mistero di Cristo”. L'iniziazione per Don Bosco, oltre agli aspetti catechistici, comportava la complessa esperienza della “festa”, vissuta nel culto, nell'espressione spontanea, nella comunità giovanile.


I Sacramenti sono il cuore della vita liturgica e l'Eucaristia è il cuore della vita sacramentale. Le Costituzioni raccolgono bene non soltanto il pensiero della Chiesa, ma anche lo spirito di tutta la nostra tradizione, per la quale l'Eucaristia e la Penitenza hanno un posto “eccezionale” nell'educazione alla fede dei giovani e degli adulti: “Frequente confessione, frequente comunione... colonne dell'edificio educativo” (Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù, cap. II). Nei Sacramenti si realizza in modo del tutto speciale quell'incontro con Cristo che l'art. 34 ci ha presentato come “fondamentale” nel processo educativo.

Si deve notare come nelle espressioni dell'articolo si raccoglie la tradizione salesiana che considera questi due Sacramenti come “misteri” di salvezza da celebrare assiduamente, ma anche come risorse educative di primo ordine, in quanto mobilitano la parte più profonda della coscienza e mettono in contatto con la grazia, che costruisce la personalità del giovane. L'articolo esprime ciò evidenziando tre frutti o mete dei Sacramenti:

- la “costruzione della libertà cristiana”: nel cristianesimo la libertà non è altro che la capacità di amare: incontrare Cristo nell'atto supremo della sua libertà, espresso nella donazione del suo Corpo e del suo Sangue, significa veramente trovare il modello e i motivi della libertà;

- la “conversione del cuore”: essa non è un attimo di buona volontà, ma sforzo di perseveranza. L'incontro frequente con la grazia pasquale e la pazienza misericordiosa di Cristo è evidentemente garanzia di perseveranza perché cancella le debolezze passeggere e sostiene lo sforzo di ascesa;

- lo “spirito di condivisione e di servizio ecclesiale”: con ragione si sottolinea oggi la dimensione comunitaria ed ecclesiale di questi due sacramenti. Comunicare al Corpo eucaristico è comunicare anche al suo Corpo mistico, mangiare il Pane che è stato spezzato alla mensa fraterna. Si riceve il perdono di Cristo ricevendo allo stesso tempo il perdono della Chiesa, ferita dai nostri peccati; si opera così una doppia riconciliazione: con il Padre e, conseguentemente, con i fratelli.

L'impegno sacramentale richiede normalmente una precedente intesa educativa. Don Bosco diceva giustamente che la confessione è “la chiave dell'educazione” perché impegnando personalmente il ragazzo, lo invitava al superamento di sé. La regolarità nell'incontro penitenziale, il dialogo franco e sereno, il proposito che suscita la costanza, offrono occasione di eccezionale valore educativo (cfr CG21,93).

Per quanto riguarda poi l'importanza attribuita all'Eucaristia nell'educazione dei giovani e nel cammino della loro santità, è noto il pensiero di Don Bosco. Egli scrive nella biografia di Francesco Besucco: “Il secondo sostegno della gioventù (dopo la confessione) è la santa comunione. Beati quei giovanetti che cominciano per tempo ad accostarsi con frequenza e colle debite disposizioni a questo sacramento!”. Don Bosco non si stanca di invitare i giovani a ricevere Gesù nella comunione ed a visitarlo nelle Chiese: la sacra mensa e il tabernacolo sono i luoghi privilegiati per un incontro reale, vivo e vitale con il Signore risorto, l'Amico e il Modello perfetto.



Spunti per la riflessione personale

  • Sono convinto del forte valore educativo, oltre che salvifico, dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione?

  • La partecipazione assidua ai sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione è uno dei criteri tenuti da me presenti per ammettere un giovane al ruolo di educatore/animatore di altri giovani?

  • Se sono sacerdote, i ragazzi sanno di trovare sempre in me la disponibilità a confessarli?


Spunti per la riflessione comunitaria

  • Che spazio occupa nella nostra progettazione pastorale l’educazione liturgica dei ragazzi? Come dimostriamo ai ragazzi che la liturgia è davvero culmine e fonte della vita cristiana?

  • Nella programmazione di inizio anno, tenendo conto della situazione dei ragazzi, assicuriamo numerosi appuntamenti in cui essi possano accostarsi comodamente al sacramento della Riconciliazione?

  • Quanti sono i momenti dell’anno in cui la CEP (o il Consiglio della CEP) incontra Cristo nell'Eucaristia, atto supremo della sua libertà, espresso nella donazione del suo Corpo e del suo Sangue?


Preghiera

La liturgia della Chiesa

è la manifestazione più efficace

della potenza vivificante della grazia di Cristo.

Preghiamo per esser resi capaci

di farne partecipi

tutti coloro che il Signore ci affida.


Perché con gioia e riconoscenza

celebriamo insieme ai giovani

l'incontro con Gesù nell'ascolto della Parola,

nell'effusione della preghiera

e nella vita sacramentale,

ti preghiamo, Signore.


Perché i giovani imparino da noi

l'importanza insostituibile

della partecipazione vissuta e impegnata

ai Sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia,

ti preghiamo, Signore.


Perché come Don Bosco

anche noi poniamo con convinta coerenza

la vita sacramentale

alla base di tutta la nostra azione educativa,

ti preghiamo, Signore.