Educare come Don Bosco 2012-2103, Lectio salesiana - Una vita ispirata al Vangelo

MARZO 2013


Una vita ispirata al Vangelo


ARTICOLO 37. ORIENTAMENTO ALLE SCELTE VOCAZIONALI

Educhiamo i giovani a sviluppare la loro vocazione umana e battesimale con una vita quotidiana progressivamente ispirata e unificata dal Vangelo.

Il clima di famiglia, di accoglienza e di fede, creato dalla testimonianza di una comunità che si dona con gioia, è l'ambiente più efficace per la scoperta e l'orientamento delle vocazioni.

Quest'opera di collaborazione al disegno di Dio, coronamento di tutta la nostra azione educativa pastorale, è sostenuta dalla preghiera e dal contatto personale, soprattutto nella direzione spirituale.


La successione di aspetti che costituiscono la totalità del nostro servizio di educazione dei giovani (sviluppo umano, annuncio di Cristo, inserimento nella Chiesa, esperienza associativa, vita liturgica e sacramentale) finisce e culmina con l'orientamento vocazionale, descritto dal CG23 al n° 116 come “l’impegno e la vocazione nella linea della trasformazione del mondo”. Questo aspetto viene ben approfondito dall’articolo 37 dopo essere stato già segnalato nell'art. 6: “Abbiamo una cura particolare per le vocazioni apostoliche”; e ribadito sotto una diversa prospettiva, quella della vocazione personale del salesiano, dall’art. 22.

L'orientamento vocazionale è inseparabile dalla pastorale giovanile rettamente intesa. Lo è a tal punto che non si può concepire una pastorale per i giovani che non sviluppi progressivamente la capacità di scelte di vita conformi al Vangelo; né, d'altra parte, si può pensare una pastorale vocazionale che non si costruisca su una più generale maturazione del giovane nella fede e su una sua più intensa partecipazione alla comunità ecclesiale. “La scoperta della propria chiamata, l'opzione libera e riflessa d'un progetto di vita, costituisce anzi la meta e il coronamento di ogni processo di maturazione umana e cristiana”, scriveva il CG21 al n° 106.

Ma è interessante rilevare come ciò che si esprime in concetti così chiari nella pastorale odierna sia patrimonio lasciato in eredità da Don Bosco alla Congregazione. Di Don Bosco possiamo ricordare, tra gli altri, i seguenti tratti: la sua fiducia nelle risorse dei giovani per rispondere alla chiamata di Dio; il posto che il tema della vocazione occupava nel suo progetto di educazione, in cui la “scelta di stato” veniva presentata come “ruota maestra” della vita e come il compito principale nell'età giovanile; la sua capacità e arte di orientatore attraverso l'incontro personale e il coinvolgimento in una vita che attirava; la sua preoccupazione per le vocazioni sacerdotali e religiose; le sue indicazioni su atteggiamenti, fattori ed esperienze che favoriscono il nascere e il maturare delle vocazioni; i risultati con cui il Signore ne premiò la fiducia, la preghiera e la dedizione alla causa delle vocazioni.

Come mettere in pratica questa caratteristica della nostra azione educativa? Curando l'orientamento dei giovani in una duplice direzione: verso la maturazione della vocazione umana e cristiana e, più specificamente, verso la realizzazione della vocazione particolare di ciascuno.

L'accogliere la vita come compito, dono e missione, l'accettare in essa la presenza divina è la prima e più importante decisione della persona, punto di partenza per un'autodefinizione successiva. Questa vocazione umana riceve un nuovo senso quando l'uomo prende coscienza di essere stato chiamato a diventare figlio di Dio e membro del suo popolo seguendo Gesù Cristo.

Notiamo come, riferendosi alla vocazione umana e battesimale, l'articolo non presenta due momenti o due realtà separate, ma seguendo il binomio caratterizzante l'azione salesiana – educazione-evangelizzazione - sottolinea riferimenti senza i quali l'azione di orientamento vocazionale è impossibile: l'intima unione tra fede e vita.

All'interno della vocazione battesimale si colloca il discorso sull’orientamento alle vocazioni ecclesiali specifiche. Scriveva il CG21 al n° 111: “Tutti i giovani, che in qualsiasi modo il Signore mette sul nostro cammino, hanno diritto al nostro aiuto per orientarsi a costruire la loro personalità e la loro vita ‘secondo il Vangelo’. A tutte le età dobbiamo aiutarli a orientarsi nella scoperta e nello sviluppo della loro vocazione: nella fanciullezza, nella preadolescenza, nell'adolescenza, nella giovinezza e oltre, poiché ognuna di queste tappe della vita ha il suo compito di crescita, e richiede decisioni proporzionate che ogni giovane deve imparare a prendere responsabilmente”.

L'aiuto alla maturazione, la scoperta e l'orientamento vocazionale vengono detti “opera di collaborazione al disegno di Dio”. I nostri interventi sono mediazioni relative in rapporto all'azione di Dio e alla libertà con cui la persona è capace di accogliere la sua presenza e la sua chiamata. Sono però mediazioni necessarie nella situazione concreta in cui vivono i giovani e la comunità cristiana.

Non ogni sforzo di proposta costituisce una mediazione significativa per il giovane. Il sorgere e il maturare della vocazione, nel senso più specifico cristiano, sono legati a mediazioni capaci di introdurre in esperienze umane ed ecclesiali valide, di sviluppare delle personalità con senso di generosa oblatività, di far percepire i segni provvidenziali che rivelano i piani di Dio, di insegnare a corrispondere alle mozioni della grazia, sentita come presenza di amore nella propria vita, di trasmettere l'appello di Dio chiamando coloro che presentano disposizioni e attitudini.

Le mediazioni poi sono alcune personali, altre comunitarie. L'articolo costituzionale prende appunto in considerazione questo duplice versante e anche la natura educativo-pastorale della nostra azione.

Viene affermata, come primo elemento conglobante molti altri, l'importanza dell'ambiente propizio dato dal clima di famiglia, di accoglienza e di fede nel quale è determinante “la testimonianza di una comunità che si dona con gioia”. Tra le mediazioni più personalizzate vengono ricordate il contatto personale e la direzione spirituale. Il tutto viene ispirato, sostenuto e quasi avvolto nella mediazione essenziale della preghiera secondo il precetto del Signore: “Pregate il Padrone della messe che mandi operai alla sua messe” (Mt 9,38).



Spunti per la riflessione personale

  • Quando incontro un giovane sono convinto che uno tra i più grandi doni che posso fargli è quello di aiutarlo a comprendere qual è la sua vocazione?

  • Mi mantengo disponibile all’accompagnamento spirituale tenendomi costantemente aggiornato in materia?

  • Credo che l’orientamento vocazionale sia davvero il coronamento di tutta la nostra azione educativo-pastorale? Il modo in cui scelgo di occupare il tempo con i ragazzi rende percepibile questa convinzione?


Spunti per la riflessione comunitaria

  • La dimensione vocazionale (non solo di orientamento scolastico o professionale) che spazio ha all’interno del PEPS della mia opera? È oggetto di progettazione, realizzazione e verifica? Si collega organicamente con le altre dimensioni del progetto?

  • Possiamo dire che la nostra comunità si dona con gioia e vive un clima di famiglia, accoglienza e fede tale da favorire un ambiente efficace per la scoperta e l’orientamento delle vocazioni?

  • La nostra comunità, sia quella religiosa che quella educativo-pastorale, ha definito dei tempi dedicati esplicitamente alla preghiera per le vocazioni?


Preghiera

Don Bosco ci ha insegnato

che Dio semina nel cuore di molti giovani

il germe della vocazione alla vita apostolica.

Preghiamo di poter essere strumenti delicati ed efficaci

per la scoperta e la maturazione di questi doni dello Spirito.


Perché, favorendo il clima di famiglia e di accoglienza,

nella fede e nell'amore,

aiutiamo i giovani a scoprire in sé la divina chiamata,

ed essi siano attratti a seguirla con generosità,

ti preghiamo, Signore.


Perché il Tuo disegno d'amore sui giovani chiamati

trovi conferma nella testimonianza

della nostra vita personale e comunitaria,

fatta di donazione gioiosa e senza riserve,

ti preghiamo, Signore.


Perché sappiamo affiancare i giovani incerti

nella ricerca del loro orientamento nella vita,

e guidarli con delicatezza e rispetto

mediante l'incontro personale

e l'impegno educativo,

ti preghiamo, Signore.