Don Bosco Ritorna, Giù dai colli

(Dalla Rivista “Tempio” di Don Bosco – Giugno 2009)


DON BOSCO RITORNA

Quest'anno si compiono 80 anni dalla Beatifica­zione di Don Bosco, avvenuta a Roma il 2 giugno 1929.

Il suo corpo riposava provvisoriamente nella tomba presso i Salesiani dell'Istituto di Valsalice in un apposito sacello. Per l'occasione della beatifica­zione si volle portare l'urna contenente la salma di Don Bosco dal Colle di Valsalice a Valdocco, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice.

Era una data tanto attesa nel mondo salesiano. Per la sua preparazione fu costituito un apposito comitato sotto la presidenza del Beato Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore, e di Don Pietro Ricaldone, suo Vicario.

Tutto fu preparato minuziosamente.

Fu in quella occasione che venne fatto un con­corso per l'inno che avrebbe dovuto accompagnare il corteo da Valsalice attraverso le vie di Torino fino alla Basilica di Maria Ausiliatrice.

Tra i tanti che lo presentarono, fu prescelto quello scritto da Don Secondo Rastello e musicato da Don Michele Gregorio. 1 due salesiani erano stati vera­mente felici: poesia e musica avevano la forma po­polare richiesta dalla circostanza.

Ecco come nacque.

Un mese prima della Beatificazione di Don Bo­sco, la Cooperatrice Salesiana Adele Pugno (Presi­dente della Gioventù Femminile di Azione Cattoli­ca), portò a Don Gregorio un biglietto di Don Ra­stello dove press'a poco era scritto: «Si avvicina la festa di Don Bosco e non abbiamo ancora un inno da cantare per il giorno della Beatificazione. Io ho buttato giù i versi che ti allego, se ti sembrano buoni cerca di scrivere la musica».

Don Gregorio non ebbe un attimo di esitazione. Si recò immediatamente in una sala dell'Oratorio di Casale Monferrato. Leggere i versi e veder fluire la musica nel suo turbinoso cervello fu una cosa sola.

Chiamò poi Don Evasio Zavattaro dalla voce pos­sente (che fu poi canonico della Cattedrale di Casale Monferrato, Alessandria) e gli disse:

-Vieni, ho composto un canto e lo voglio provare con l'accompagnamento.





GIÙ DAI COLLI

Giù dai colli un dì lontano
con la sola madre accanto
sei venuto a questo piano
dei tuoi sogni al dolce incanto.

Ora, o Padre, non più solo
giù dai colli scendi ancora,
di tuoi figli immenso stuolo
t'accompagna a tua dimora.

Don Bosco ritorna
tra i giovani ancor,
ti chiaman frementi
di gioia e d'amor.

Ma Valdocco, allor deserta
d’ogni vita e d’ogni giogia,
era incolta piana aperta,
sol rifugio…una tettoia!

Ora guarda, Padre Beato:
vive un popolo felice
sotto l’ampio manto aurato
di Maria Ausiliatrice!
RIT

Sì, ritorna sorridente:

l'opra tua il mondo acclama:


ora è vita rifulgente

quel che fu già sogno e brama!


Torna e guarda: a mille a mille

stanno i figli all'opere intenti;

l'ore scorrono tranquille

tra il lavoro e i concenti! RIT

Da ogni lato osserva, o Padre,

la città fedele e amata:

di fanciulli immense squadre

a te manda ogni borgata-


Oltre i mari ed oltre i monti

chiara splende tua persona;

fino agli ultimi orizzonti

il tuo nome echeggia e suona. RIT


Sì, Don Bosco, fa’ ritorno
a Valdocco tua diletta:
dal rondò, siccome un giorno,
ella ancor ti chiama e aspetta!


È la Vergine potente
dei Cristiani aiuto e Madre,

che ogni lingua ed ogni gente

col tuo nome invoca, o Padre! RIT


Entrano in un'aula presso il teatro dove c'era un armonium. Don Gregorio pose le mani sulla tastie­ra... Ecco l'inno.

Da quell'umile aula dell'Oratorio del Valentino il canto di Don Bosco prese l'avvio per il mondo intero.

Don Rastello, con straordinaria intuizione, aveva paragonato la discesa di Don Bosco dal colle dei Bec­chi con Mamma Margherita nel lontano 3 novembre 1846, con la discesa del suo corpo dei colli torinesi nel giorno della sua gloria.


Don Bosco, ritorna

tra i giovani ancor;
Ti chiaman frementi
di gioia e d'amor!


II 31 gennaio 1888, giorno della sua entrata in Cielo, Don Bosco non era partito, ma si era solo allontanato da Valdocco, la sua prima e principale casa: ora, dopo soli 41 anni, vi ritorna chiamato a gran voce dalle migliaia e migliaia di giovani, che precederanno le sue spoglie venerate. E lo chiama­no con voci di gioia per l'aureola taumaturga e santa che circonda il suo capo, e lo chiamano con voci di amore, per il senso di gratitudine e affetto filiale che li lega ai suoi figli, alla sua Opera.


a cura di Vialetto Lorenzo

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