terremotoligure


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DON BOSCO
CIRCOLARI
TERREMOTO AVVENUTO
SULLA RIVIERA LIGURE DI PONENTE.
Carissimi Fíglíuolí in G. C.,
Il terribile flagello del terremoto che il giorno 23 dell'ora scorso febbraio
cagionò sulla Riviera Ligure di Ponente la spaventosa catastrofe, di cui sarete
già informati, mi obbliga a scrivervi questa lettera, per raccomandarvi alcune
cose, che giudico di molta importanza.
Anzitutto v'invito a ringraziare Iddio e la SS.ma Vergine Ausiliatrice, che ci
risparmiarono il dolore di avere delle vittime tra i nostri, non ostante che varie
nostre Case esistano appunto nel luogo, dove fu maggiore il disastro. A questo
fine ciascun Direttore stabilisca un giorno, che gli sembri più acconcio, esorti i
Confratelli e i giovani a fare una buona Confessione e Comunione, e si reciti la
terza parte del Rosario in suffragio delle anime di coloro, che restarono morti
sotto le rovine delle case. Nella sera poi si canti il Te Deum, e s'imparta la
benedizione col SS. Sacramento.
Intanto siccome ancor noi abbiamo sofferti non pochi danni materiali, anzi
abbiamo avuto per tal modo rovinata la Casa di Bordighera da doverla
rifabbricare, così convien che tutti ci mettiamo d'accordo per diminuire le
spese in ciascuna Casa, a fine di sopperire all'inaspettato bisogno.
Per altra parte tanti e sì gravi sono i disastri, ai quali deve provvedere la
carità pubblica, per le case da ricostruire, poi poveri da ricoverare, per gli
orfani da mantenere, che i nostri benefattori non si troveranno più in . grado
di portare a noi quel maggior soccorso, di cui avremmo mestieri.
Per la qual cosa vi raccomando che per quest' anno non si metta mano nè a
fabbriche, né a riparazioni, né a lavori od acquisti, che non siano richiesti
dalla necessità. Tutti poi e singoli i Confratelli sappiano dal canto loro fare
quei sacrifizi e quelle privazioni, che sono del caso, e' vedano di evitare spese
nei viaggi, nei libri, negli, abiti ed in ogni cosa- possibile, tanto in casa quanto
fuori di casa. Con questa industria noi potremo riparare almeno, in parte i
danni sofferti, ristorare la Casa abbattuta, e riprendere le opere di religione e
di carità, che sono altamente reclamate dalla maggior gloria di Dio e dal bene
delle anime.
Sappiate poi anche giovarvi di questa trista circostanza per esporre ai
benefattori, con cui avrete a trattare, la strettezza in cui ci troviamo, e in tal
modo animarli alla carità. Il semplice racconto del fatto può inspirare ottimi
pensieri.
Né mancate di raccomandare ai giovani allievi che siano buoni, divoti della
Madonna, e vivano in grazia di Dio, per meritarsi la loro protezione in ogni
tempo e in ogni luogo, specialmente in mezzo ai pericoli repentini ed
inaspettati, come fu quello dell'accennato terremoto, che in un istante fece più
migliaia di vittime.
Ma mentre per una parte farete capire che simili flagelli provengono dallo
sdegno di Dio, e cessano per sua misericordia, come si esprime la Chiesa: Ut
mortalium corda cognoscant et, te indignante, talia flagella prodire, et, te
miserante, cessare, non tralasciate per altra parte di eccitare tutti ad una

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grande confidenza in Dio, il quale porta la terra nelle sue mani onnipotenti, ed
ha assicurato che non cadrà un capello dal nostro capo senza la sua
permissione: et capillus de capite vestro non peribit.
Colgo pure questa propizia occasione per ringraziarvi delle preghiere che fate
per me, e vi domando in grazia che le vogliate continuare, aggiungendovi un
grande impegno di salvare l'anima. vostra, regolandovi. da buoni religiosi;
perché il sapere che i miei cari figliuoli vivono santamente, che salvano delle
anime, che onorano la Chiesa, mi consola più d'ogni altra cosa, mi fa
dimenticare i miei malori e come risorgere a novella vita.
Infine imploro sopra di voi tutti e sopra i giovanetti di cotesta Casa, la
benedizione di Dio e la protezione di Maria Ausiliatrice, mentre godo di
potermi dire
Torino, 1 Marzo 1887.
Vostro aff.mo in G. C.
Sac. Giov. Bosco.