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DON BOSCO
CIRCOLARI
RELAZIONE DEL QUARTO CAPITOLO GENERALE
ESORTAZIONI VARIE.
Dilettissimi figli in G. C.,
Colla grazia del signore abbiamo compiuto il IV Capitolo Generale, prescritto
dalle nostre Costituzioni. Come sapete, uno dei principali oggetti, di tale
radunanza in quest'anno era l'elezione del Capitolo Superiore. Sebbene
possiate già essere privatamente informati dell'esito di questa elezione, spetta
tuttavia a me, come Rettor Maggiore, comunicarvene la notizia ufficiale
secondo il prescritto delle Deliberazioni (Dist. I. e. II. art. 23), affinché
ciascuno dei Confratelli della nostra Pia Società sappia a chi rivolgersi, nelle
varie circostanze che possono occorrere e negli affari che avesse a trattare.
Ecco pertanto l'ordine che si tenne : Il 31 Agosto, vigilia del Capitolo Gen., si
distribuì la nota di tutti i Confratelli che avevano i requisiti per essere eletti,
ad eccezione però del Rettor Maggiore e del Vicario, come pure di Mons.
Giovanni Cagliero, Vescovo di Magida e Vicario Apostolico della Patagonia e
del Rev.m° D. Giuseppe Fagnano, Prefetto Apostolico della Patagonia
Meridionale e della Terra del Fuoco. Fattesi poi il 1 ° Settembre le preghiere
stabilite, per implorare i lumi dello Spirito Santo e la protezione della SS.
Vergine e di S. Francesco di Sales, si procedette il giorno seguente all'elezione
suddetta per votazione segreta, presenti tutti i Direttori coi Confratelli socii,
che poterono trovarvisi. Ne uscirono eletti, come Prefetto, il M. Rev. Sac.
Domenico Belmonte, che era Direttore della Casa di S. Pier d'Arena;
Catechista, ossia Direttore Spirituale, il M. Rev. Sac. Giovanni Bonetti, già
Cons. del Capitolo; Economo il M. Rev.° Sac. Antonio Sala, che già teneva tale
carica, e come Consiglieri, i M. M. R. R. Sac. Francesco Cerruti,
Celestino Durando e Giuseppe Lazzero, dei quali i due ultimi già erano stati
eletti membri del Capitolo Superiore nelle precedenti elezioni, mentre il primo
era stato da me chiamato a farne parte fin dallo scorso anno, come venne
notificato colla mia lettera dell' 8 Dicembre 1885. Venuti all'elezione del
Maestro dei Novizi, ne uscì rieletto il M. Rev. Sac. Giulio Barberis, che già
occupava tale uffizio. Per unanime acclamazione poi venne nominato
Catechista Onorario Mons. Giov. Cagliero, che aveva finora tenuto la carica di
Catechista effettivo. Valendomi ora dell'autorità, che mi viene conferita dalle
nostre Sante Costituzioni, riguardo alla distribuzione degli Uffizi dei membri
del Capitolo Superiore (Capo IX, Art. 6), incarico il Consigliere D. Celestino
Durando di assistere e coadiuvare il Prefetto Sig. D. Domenico Belmonte nella
sua nuova carica, confermo nell'uffizio di Consigliere Scolastico il Sig. Don
Cerruti ed in quello di Consigliere Professionale e Corrispondente per le
Missioni il Sig. Don Lazzero.
Oggi solennità della Presentazione di Maria SS. al Tempio, trovandosi già il
personale al proprio posto, sono lieto di avervi potuto dare l'annunzio
dell'esito delle elezioni, e in pari tempo v'invito a renderne grazie a Dio, alla
Vergine Ausiliatrice e a S. Francesco di Sales colla recita di 3 Pater, Ave e
Gloria coll'Oremus del glorioso nostro Patrono.
Ora non rimane che a prestar dal canto vostro piena obbedienza al nuovo
Capitolo, secondochè venne dal Signore per mezzo vostro ordinato. Questa

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obbedienza sia pronta, umile ed ilare, quale ce la prescrivono le Regole.
Riguardiamo i nostri Superiori come fratelli, anzi come padri amorosi, che
nulla altro desiderano che la gloria di Dio, la salvezza delle anime, il nostro
bene ed il buon andamento della nostra Società. Ravvisiamo in essi i
rappresentanti di Dio stesso, abituandoci a considerare le loro disposizioni,
come manifestazioni della divina volontà. E se qualche volta avverrà che diano
ordini non conformi ai nostri desiderii,
non rifiutiamoci perciò dall'ubbidienza. Pensiamo che anche a loro torna
penoso il comandar cose gravi e spiacevoli, e ciò fanno, solo perché
riconoscono tali ordini come richiesti dal buon andamento delle cose, dalla
gloria di Dio e dal bene del prossimo. Si faccia pertanto volentieri sacrifizio
dei proprii gusti e delle proprie comodità per 'sì nobile fine, e si pensi che
tanto più sarà meritoria presso Dio la nostra ubbidienza, quanto più grande è
il sacrificio che facciamo nell'eseguirla.
Guardiamoci poi, o miei cari figliuoli, dal cadere nel grave difetto della
mormorazione che tanto è contraria alla carità, odiosa a Dio e dannosa alle
Comunità. Fuggiamo la mormorazione riguardo a qualsiasi persona,
fuggiamola specialmente riguardo ai nostri Confratelli, sopratutto se
Superiori. Il mormoratore, come dice la Sacra Scrittura, semina la discordia,
porta il malumore e la tristezza là dove regnerebbe la pace, l'allegria insieme
colla carità. Procuriamo perciò coll'ubbidienza, rispetto ed affezione di
portarci in modo che, come dice S. Paolo, i Superiori cum qaudio hoc faciant
et non gementes (1), con gaudio abbiano essi a compiere l'ufficio loro e non
sospirando. (1) Hebr. XVII, 17.
Ma l'ubbidienza e la carità non sono le sole cose che desidero raccomandarvi
in questa circostanza; una terza cosa mi preme anche assai, ed è l'osservanza
perseverante del voto di povertà. Ricordiamoci, o miei cari figliuoli, che da
questa osservanza dipende in massima parte il benessere della nostra Pia
Società e il vantaggio dell' anima nostra. La Divina Provvidenza, è vero, ci ha
finora aiutato, e diciamolo pure, in modo straordinario in tutti i nostri bisogni.
Questo aiuto, siamo certi, vorrà continuarcelo anche in avvenire, per
l’intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, che ci ha sempre fatto da Madre. Ma
questo non toglie che noi dobbiamo usare dal canto nostro tutta quanta la
diligenza, sì nel diminuire le spese, ovunque si possa, come nel far risparmio
nelle provviste, ne viaggi, nelle costruzioni ed in generale in tutto quello che
non è necessario. Credo anzi che per questo noi ne abbiamo un dovere
particolare e innanzi *alla Divina Provvidenza e innanzi ai nostri stessi
benefattori. Perciò, o miei cari figliuoli, vi raccomando caldamente la pratica
di quanto è stabilito nelle nostre Deliberazioni (Distinz. V) riguardo
all'economia, sopratutto nei lavori e nelle costruzioni, nelle provviste e ne'
viaggi. Il Signore, siatene persuasi, non mancherà di benedire largamente la
nostra fedeltà ed esattezza nell'osservanza di questi tre punti di tanta
importanza, quali sono l'ubbidienza, la carità e la povertà.
La grazia e la carità di N. S. G. C. regni sempre ne' nostri cuori, ispiri le nostre
parole ed informi le nostre opere finché possiamo arrivare a possederlo nella
patria beata del Paradiso. Mi raccomando intanto alle preghiere vostre e dei
nostri giovani, mentre dal canto mio vi benedico con tutto l'affetto del mio
cuore e vi assicuro che sono e sarò sempre, finché Dio mi darà vita,
Torino, 21 Novembre, 1886.

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Vostro affamo in G. C.
Sac. Gio. Bosco.
P. S. I Direttori leggeranno questa circolare nella prima radunanza de
confratelli, ma procureranno de punti in essa indicati relativi all'ubbidienza,
carità e povertà, di fare nel corso dell' anno tema particolare almeno di tre
conferenze.
Intanto poi che si prepara la stampa delle Deliberazioni adottate nel III e IV
Capitolo Generale, raccomando che si rileggano interamente quelle anteriori
del Il Capitolo Generale.