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LA LETTERA «IUVENUM PATRIS»
DI S.S. GIOVANNI PAOLO II
Introduzione: le celebrazioni centenarie. - Il dono della Lettera del Papa. - Don Bosco presentato come
Maestro per l’educazione. - Il Sistema Preventivo, patrimonio ecclesiale. - Il significato della sua
attualità. - L’odierna domanda educativa. - L’azione dello Spirito Santo e la protezione di Maria. -
Importanza di questa Lettera per noi.
Lettera pubblicata in ACG n. 325
Roma, 24 febbraio 1988
Cari Confratelli,
abbiamo iniziato le celebrazioni centenarie del «dies natalis» del nostro Padre e
Fondatore S. Giovanni Bosco.
Ho ricevuto, al riguardo, notizie assai positive da tante Ispettorie.
A Torino e ai Becchi gli atti commemorativi sono stati di alta qualità e commoventi, con
una risonanza inaspettata nei mezzi di comunicazione sociale italiani. La presenza dei nostri
cardinali, arcivescovi e vescovi ha sottolineato il tono dell’universalità e della ecclesialità.
La santità originale di Don Bosco, l’attualità della sua missione, la sua statura storica,
civile e sociale, sono emerse come un messaggio e uno stimolo che ci incoraggiano a una
fedeltà creativa più audace.
Ci siamo sentiti invogliati a preparare con sincero atteggiamento di figli l’espressivo
gesto personale e comunitario del prossimo 14 maggio, in cui tutti i confratelli, guardando
con amore a Don Bosco Modello e Guida, rinnoveranno, come opzione fondamentale della
propria vita, la Professione salesiana.
Penso che il pericolo di trionfalismo sia stato dissipato ed eclissato dalla serietà storica,
dalla profondità spirituale e dalla dignità artistica delle commemorazioni. Si è posto l’accento
sulla sapienza teologale di Don Bosco, sulla sua autentiticà ecclesiale, sulla sua dimensione
sociale, sulla sua fecondità di Fondatore di una Famiglia spirituale e apostolica.
Il dono della Lettera del Papa
Il più bel regalo che abbiamo ricevuto proprio il 31 gennaio è stata la Lettera Iuvenum
patris del Santo Padre Giovanni Paolo II. È veramente un dono straordinario con cui il
Successore di Pietro ha voluto dare rilievo alla figura di Don Bosco, quale Maestro per
l’educazione.
La Lettera è diretta non solo a noi e alla Famiglia Salesiana, ma anche ai giovani, agli
educatori cristiani e ai genitori.
Nella sua conclusione il Papa sottolinea in forma speciale il suo riferirsi — tra gli
educatori — ai presbiteri: «l’educazione dei giovani — infatti — li interpella in primo luogo;
...siano “i giovani” la prima cura dei sacerdoti!».1
A noi e alla nostra Famiglia, poi, imparte una Benedizione Apostolica «auspice e
messaggera dei doni celesti, testimonianza del “Suo” amore, (che) confermi nella fede, e
consoli e protegga tutti i membri della grande Famiglia Salesiana»; quasi a volerci dire che,
in fedeltà a Don Bosco, abbiamo come responsabilità e compito speciale anche quello di saper
comunicare a tutti gli educatori i valori dell’esperienza spirituale e pedagogica che lo Spirito
del Signore ha ispirato al nostro Fondatore.
Don Bosco presentato come Maestro per l’educazione
Il Papa, pur riconoscendo i vari aspetti della figura di Don Bosco, ha concentrato la
riflessione sul suo «impegno educativo», come aspetto emergente e qualificante la sua
significatività ecclesiale e sociale.
Sottolinea due elementi caratteristici del suo apporto pedagogico: il peculiare e intenso
atteggiamento di interiorità centrato sulla «carità pastorale» (che è come la condizione

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fondamentale per la personalità di ogni educatore cristiano); e poi, l’esperienza prima
dell’Oratorio, considerata come criterio pastorale e pedagogico permanente, così da guidare
il successivo crescere delle indispensabili strutture, della necessaria organizzazione per la
consistenza nel tempo e delle molteplici possibili istituzioni.
Il Sistema Preventivo, patrimonio ecclesiale
L’apporto pedagogico di Don Bosco fa parte ormai della tradizione educativa della Chiesa
che, essendo esperta in umanità, «a buon diritto può anche dirsi “esperta in educazione”».2
L’esperienza del nostro Padre appare come un carisma dello Spirito del Signore, venuto ad
arricchire l’impegno evangelizzatore della Chiesa agli albori di un trapasso sociale, in cui «il
compito primario ed essenziale della cultura è l’educazione».3
Il Santo Padre ricorda la famosa affermazione di Paolo VI sulla «originalità e genialità che
costringono all’ammirazione» nelle attività dei Religiosi; e aggiunge, riferendosi a Don Bosco:
«Si può dire che il tratto peculiare della sua “genialità” è legato a quella prassi educativa che
egli stesso chiamò “Sistema Preventivo”».4
La Lettera si sofferma ad approfondire questo apporto che «rappresenta in certo modo —
afferma il Papa — il condensato della saggezza pedagogica (di Don Bosco) e costituisce quel
messaggio profetico, che egli ha lasciato ai suoi e a tutta la Chiesa».5 E dopo aver
considerato brevemente il significato positivo della «preventività», commenta l’ormai celebre
trinomio «ragione, religione, amorevolezza», come eredità che sfiderà i tempi.
Il significato della sua attualità
Certamente la condizione giovanile nel mondo odierno è molto cambiata e presenta non
pochi aspetti inediti in confronto con quella del secolo scorso a Torino. Però «anche oggi
permangono quelle stesse domande» di fondo che si fece Don Bosco.6 Non si può relegare al
passato il messaggio di questo grande Educatore; esso «richiede di essere ancora
approfondito, adattato, rinnovato con intelligenza e coraggio, proprio in ragione dei mutati
contesti socio-culturali, ecclesiali e pastorali... La sostanza del suo insegnamento rimane, le
peculiarità del suo spirito, le sue intuizioni, il suo stile, il suo carisma non vengono meno,
perché ispirati alla trascendente pedagogia di Dio».7
Considero particolarmente stimolanti, cari Confratelli, queste affermazioni del Papa,
perché con esse ci esorta a saper comunicare, in forma rinnovata, creativa e fedele, gli
elementi e i criteri fondanti che il messaggio di Don Bosco propone oggi per una «nuova
educazione», di cui hanno tanto bisogno la società e la Chiesa.
Ricordando l’ormai tradizionale canto del «Don Bosco ritorna», il Papa esorta a saper
anche «ritornare a Don Bosco», ed auspica che si sappia «ritrovare nella sua eredità le
premesse per rispondere anche oggi alle difficoltà e alle attese (dei giovani)».8
È appunto su questa linea che la Congregazione si è mossa negli anni successivi al
Concilio Vaticano II attraverso l’opera di tre Capitoli Generali di vasta portata. Sarebbe da
lamentare che alcuni di noi, ignari del cammino percorso dalla Congregazione, fossero
disattenti o incapaci di sintonizzare il progresso delle scienze dell’educazione con il
rinnovamento del carisma di Don Bosco.
L’odierna domanda educativa
La società e la Chiesa si sentono oggi fortemente interpellate dalla domanda educativa.
Partendo dalla testimonianza viva che ci ha lasciato Don Bosco, la Lettera sottolinea alcune
urgenze che è bene far risaltare. Le enumero semplicemente:
— l’amore di predilezione per la gioventù: «andiamo ai giovani»; 9
— il saper «stabilire, in forza di una energia interiore, una sintesi tra attività evangelizzatrice
ed attività educativa»; perché la preoccupazione di evangelizzare si situa all’interno
dell’itinerario di promozione umana;10
— quindi, «una speciale sensibilità per i valori e le istituzioni culturali, acquistando una
approfondita conoscenza delle scienze umane», in sintesi vitale con la preoccupazione «di

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ordinare tutto il processo educativo al fine religioso della salvezza»:11 ossia, evangelizzare
educando ed educare evangelizzando;
— l’impegno per ricuperare «una pedagogia realista della santità», che è «intrinseca all’arte
educativa di Don Bosco, che può essere giustamente definito “Maestro di spiritualità
giovanile”»;11
— l’imperativo vitale e sociale insieme di «fare dell’educazione la propria ragion d’essere
“dedicandosi” ad essa come a finalità prioritaria» con la sua già ricordata originale
interazione fra evangelizzazione e promozione umana;13
— lo straordinario significato educativo della «famiglia», della «scuola», dell’avviamento al
«lavoro», e delle «forme associative»;14
— l’indispensabilità di tipici «momenti educativi» di colloquio e di incontro personale che
possono essere multiformi e che diventano «occasione di vera guida spirituale»; è, questo,
un importante mezzo pedagogico offerto ai giovani per l’impostazione della loro vita e per
un doveroso discernimento vocazionale.15
L’azione dello Spirito Santo e la protezione di Maria
La conclusione della Lettera ci ricorda «la nascosta e potente efficacia dello Spirito» del
Signore, che è «l’animatore della nascita dell’uomo nuovo e del mondo nuovo». Se
l’educazione, come diceva Don Bosco, «è cosa di cuore», è davvero esaltante ricordare che
«la via della Chiesa passa attraverso il cuore dell’uomo», anzi che Essa, animata dallo Spirito,
«è il cuore dell’umanità»; coinvolge perciò tutti gli educatori cristiani nel suo «squisito
esercizio di maternitàecclesiale».
Sarà quindi conveniente che genitori ed educatori credano e confidino nella presenza
operante dello Spirito Santo e nella sua silenziosa opera di trasformazione dei cuori per il non
facile loro impegno.
Gioverà in tal senso affidarsi a Maria, «la più alta collaboratrice dello Spirito Santo», e
chiedere con premura a Lei vera efficacia educativa ed anche autentiche e più numerose
vocazioni a servizio della gioventù.
Importanza di questa Lettera per noi
La Lettera Iuvenum patris che il Santo Padre ha benevolmente voluto inviarci nel
Centenario di Don Bosco è certamente assai importante per noi, cari Confratelli. Per questo
ne includiamo il testo (che voi già conoscete) negli Atti del Consiglio Generale; esso sarà così
a disposizione di ciascun confratello quale patrimonio di riflessione salesiana e come
pressante invito ad opportuni propositi per un più intenso rinnovamento spirituale, apostolico
e pedagogico. Mentre illumina anche l’esigente Strenna di quest’anno, ci spingerà a
riscoprire l’attualità del nostro carisma e rilanciarne il messaggio sociale ed ecclesiale.
Siamo profondamente grati al Santo Padre di questo suo dono. Io, interpretando i vostri
sentimenti, Gli ho indirizzato una lettera professando la nostra riconoscenza e la nostra
cordiale adesione, e includendo un’offerta che Gli significasse concretamente i cento anni dei
nostri sforzi di fedeltà all’impegno di Don Bosco nell’educazione della gioventù.
Che Maria Ausiliatrice, Madre della Chiesa, ci illumini e ci guidi nel far tesoro delle
riflessioni e degli orientamenti del Santo Padre.
Nelle Costituzioni leggiamo che «per contribuire alla salvezza della gioventù...lo Spirito
Santo suscitò, con l’intervento materno di Maria, san Giovanni Bosco»;16 e ancora, che «la
Vergine Maria ha indicato a Don Bosco il suo campo di azione tra i giovani e l’ha
costantemente guidato e sostenuto»;17 e, infine, che Don Bosco «guidato da Maria che gli fu
Maestra, visse nell’incontro con i giovani del primo Oratorio un’esperienza spirituale ed
educativa che chiamò “Sistema Preventivo”».18
Rinnoviamo, dunque, il nostro affidamento a Maria, sicuri che ci aiuterà a sviluppare e
testimoniare nel mondo la sacra eredità di Don Bosco.
Cordiali e fraterni saluti.
Nel Signore,
D. Egidio Viganò

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NOTE LETTERA 36
1 IP 20
2 IP 7
3 ib. 1
4 ib. 8
5 ib. 8
6 IP 6
7 ib. 13
8 ib. 13
9 IP 14
10 ib. 15
11 ib. 15
12 ib. 16
13 ib. 17
14 ib. 18
15 ib. 19
16 Cost 1
17 ib. 8
18 ib. 20