Cimatti|Cojazzi Antonio / 1925-11

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a Don Antonio Cojazzi, collega di Valsalice



novembre 1925


Carissimo Don Cojazzi


Ti prego di leggere. Tu che conosci l’amico farai bene a scrivergli qualche ottimo consiglio. Gli ho risposto che ho consegnato a te la sua e che gli scriveresti. Non ti trovai a Valsalice per riferirti.1


La nostra questione sulla parificazione è fortemente arenata pur essendosi mosse molte forze

  1. da Don De Agostini

  2. da Schiaparelli

Potei concludere questa

  1. Fedele non è uomo da volere e potere far nulla. Si vocifera il prossimo (?) suo liquidamento

  2. Severi assolutamente e recisamente rifiuta di introdurre modifiche: ha già …(manca una riga)

  3. Non vi è altra via che vedere di introdurre nel regolamento dei concorsi qualche temperamento: pare che a questo aderirebbero.

  4. Per ottenere questo ci vuole a Roma chi abbia chiaro mandato di lavorare in questo senso e possa tener viva la questione. Don De Agostini fa miracoli, ma non può essere a Roma che saltuariamente e quando proprio ci sarebbe bisogno.

Purtroppo ecco il risultato di tante odissee per quelle scale che tu conosci meglio di me e che sai quanto tempo facciano perdere, a chi poi ne ha tanto poco.

Preghiamo! Ho riferito ai Superiori e all’Ispettore. Videant, ma bisogna agire.

Tuo D.V.Cimatti


Ti prego comunicare la cosa ai Colleghi e a Don Lovato.


1 Si riferisce a una lettera ricevuta da un suo allievo che gli chiedeva consiglio ed era amico di Don Cojazzi.

La seconda parte di questa lettera tratta del problema della parificazione secondo le nuove leggi del Liceo di Valsalice, di cui Don Cimatti era stato Direttore fino a settembre.