Cimatti|Ziggiotti Renato|1951-1-9

3967 / Ziggiotti Renato / 1951-1-9 /


a Don Renato Ziggiotti, Vicario del Rettor Maggiore


Tokyo, 9 gennaio 1951


Rev.mo (come alter ego del nostro Ven. R.M.) 1

e sempre carissimo (pensando ad altri tempi… ahimè passati) D. Ziggiotti,


Mi hai voluto caritatevolmente ricordare col calendarietto-ricordo e coi tuoi cordialissimi auguri e scritti e orali, portatimi dai carissimi venuti. Grazie di cuore. Il Signore ti ricompensi e ti aiuti a fare del gran bene nelle tue nuove mansioni.

Non mi ricordo chi (mi pare il nostro bravo Ispettore) mi disse che avresti detto o scritto che il sottoscritto non scrive più. Che vuoi ti dica? Ufficialmente non ne ho più né la necessità o convenienza – bisogni speciali che mi obblighino a scrivere ai Superiori non ne trovo – scrivere per auguri o simili è sconsigliato ratione economia… e allora…

Mi sei presente (come lo sei stato sempre – ed ora ancor più per le cresciute tue responsabilità) in cospectu Domini cotidie (e naturalmente anche gli altri amatissimi Superiori) e penso che ciò ti sia più utile e sufficiente. Approfittando dei viaggianti prendo l’occasione per assicurarti di quanto sopra, penso che il nostro Ven. R. M. ti avrà dato notizie del povero sottoscritto, notizie che ti posso forse riassumere così.

Salute buona (l’erba grama cresce sempre… e non è certo né mio merito né mia colpa se sto bene… e starei meglio al 100/100 se avessi più lavoro)… ed è naturale che non me ne diano, perché in pratica non riuscirei a cavare un ragno da un buco.

Sono tornato all’antico mestiere di Valsalice da chierico: un po’ di musica, un magro insegnamento di scienze naturali (pietre, piante, animali), un po’ meno di pedagogia, un po’ di religione e ascetica – c’è in più un po’ di confessioni. A Valsalice avevo anche l’infermeria. Ci vuole altro per tenermi occupato secondo le forze di questo bue. Mi sono messo in biblioteca e cerco di ordinarla per bene (come meglio so e secondo le direttive del nostro Ven. R. M.). Il Signore ha disposto così, penso, per mettermi in condizioni di pensare un po’ alla mia anima e prepararmi al gran passo… e Deo gratias.

Inoltre nella condizione di assaporare in animo contrito et humiliato le conseguenze delle fesserie (le chiamo così) passate; domandare perdono al Signore e pregare a che queste non guastino o non siano di impedimento a quanto viene effettuandosi dopo le nuove direttive dei Superiori così bene.

Ringrazio di cuore il Signore e i Superiori della carità e del compatimento usatomi. Mi trovo a mani vuote spiritualmente e necessariamente bisogna mi affretti a preparare un po’ di bagaglio, che valga qualche cosa per l’eternità.

Il Signore mi ha proprio distaccato ormai da tutto: dal rango ecclesiastico, religioso col ritorno alla gavetta – potatura a fondo della vigna affidatami inizialmente (Miyazaki locata aliis agricolis) e di quella iniziata post bellum (la bella provincia di Yamanashi, essa pure locata aliis agricolis) – perdita del Seminario (edificio e allievi – di una 20na ne rimangono in Seminario diocesano 3 – gli altri morti causa belli)… Oh, davvero povero missionario di ricotta – al pian dei babi per la perfezione – perduti tutti i suffragi regolamentari (ohi! tu almeno un requiem…) sono rimasto “kakka” [(Monsignore) che in italiano rappresenta e indica quel che sono di fronte a Dio…], nient’altro che quella bella roba. Oh, davvero bonum mihi, Domine, quoniam humiliasti me. Deo gratias, e avanti allegramente. Mi aiuti il Signore e Mamma A. e D. Bosco almeno a riparare qualche cosa delle deficienze colla preghiera e col poco lavoro che l’ubbidienza mi assegna in attesa del gran giorno, tentando di far qualche cosa che valga di fronte a Dio. Carissimo D. Renato, perdonami la chiacchierata e il tempo che hai perduto per me. Ricordo tutti e singoli nelle mie povere preghiere piene di distrazioni. Un bacio per me alla Mamma e a D. Bosco.

Tuo sempre nel Signore:

D. V. Cimatti, sales.

1 Era succeduto a Don Berruti come Vicario del Rettor Maggiore.