Cimatti|Rinaldi Filippo|1929-9-4

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


4 settembre 1929

Amatissimo Padre,


Speravo oggi vederla dopo la predicazione a Colle [Salvetti] e a Sanpierdarena, ma non fu possibile. Sono nuovamente in giro alla cerca del personale e poi dei mezzi per…

Non sapendo quindi quando potrò vederla, al solito un po’ di rendiconto. Le porto via un tempo prezioso, ma è mio dovere e quindi…

        1. Salute: ottima, ringraziando il Signore. Sento di diventare pesante e accentuarsi un po’ di palpitazione (che ho sempre avuto) in qualche momento. Oh, se il cuore palpitasse per il Signore!

        2. Studio e lavoro: tento di fare ogni giorno qualche cosa per non dimenticare quel po’ di giapponese, ma… In qualche momento non mi sento pronto all’esecuzione di quel che devo fare. Oh, è una gran brutta cosa non avere l’orario regolare!

        3. Pietà: dopo di aver predicato 6 mute ho pensato di sceglierne una in cui avrei cercato di pensare un po’ più all’anima mia. Scelsi quella di Colle, come la più tranquilla per me. Mi pare di aver dato una buona ripassata a tutto e fatto un buon bucato. Pur avendo fatto regolarmente le cose durante l’anno… quante miserie, mio buon Padre. E tutto per la mia inesperienza, ignoranza e fiacca nel compiere i doveri. Presi per proposito: “accudire la recita del S. Breviario e della Santa Messa – esame rigoroso alla fine della giornata – unione con Dio durante la giornata”. Il secondo e terzo mi sembra di aver tentato di fare finora come meglio era possibile con qualche risultato, ma pel primo, oh, quanto sono ancora lontano. Mah!... tento di non diminuire la buona volontà. Quando sono in orario qualche cosa si fa, ma quando devo fare da me…


Così quanto poco sono divorato dallo zelo delle anime! Come ammiro i miei confratelli di missione, che con un’infinità di risorse sanno fare tanto, e Don Cimatti che tanto dice di amare il Signore è così fiacco; è tanto capace di consigliare gli altri, e a non dirigere se stesso. Oh, come arrossisco dentro di me, predicando ai confratelli – quello che così male compio. Davvero: “medice, cura teipsum!”.

Ho trovato oltre le ordinarie distrazioni, freddezze, un po’ di fretta, di distrazione… nell’amministrazione dei Sacramenti, poca preparazione nel catechismo e nel “Verbum Dei” per le anime cristiane e salesiane e pagane a me affidate. Mi sembra di aver fatto regolari le mie pratiche salesiane di pietà e quelle sacerdotali, ma per vecchia esperienza dovrei sapere che se attendo a sera mi addormento – se ho la velleità di dirle nell’andare a riposo o già nel letto finisco coll’addormentarmi o le dico colla testa nel sacco, tuttavia mi capita ancora. Alle volte non leggo o dimentico il calendario e allora spropositi o incompletezze… et similia. Ah, che purtroppo sono ancora lontano dall’inizio della perfezione.

In me continua e ancor forte, benché forse meno palese di prima e l’amor proprio e la sensualità e quanto c’è ancora per toglierli o almeno renderli inoffensivi! Mi sento attratto col cuore da tutti, ed inizialmente sempre in senso proprio animale; il moto, il pensiero primo è sempre la bruttura, il male; rettifico, ma queste miserie ci sono ancora e quanto!

Momenti di paradiso uniti a lotte per ciò che è carne, materialità, ecc. Oh, che bestia sono ancora! Quanto nel mio modo d’interpretare le azioni altrui (per moto istantaneo sono portato a valutarle sempre in peggio) le altrui parole, gesti, ecc. ecc.

Segno delle mie miserie interne… e penso di essere santo e tanti stupidi (pardon) lo dicono. Oh, Babbo mio, se entrassero… Oh, come sarò davanti a Dio?… e nel giudizio universale?

Purtroppo, pur essendo con persone degne, ho voluto dire anch’io la mia in relazione a modi di fare dei Superiori, discendendo ad apprezzamenti che mi accorgevo poi essere inutili e non so quanto edificanti per gli altri.

Similmente il mio parlare e il tratto non è sempre stato come avrebbe fatto Don Bosco. Che vuole? Non so parlare senza rovesciare addosso il cuore e per me, nel tentare di fare il bene abbraccerei tutti, uomini, donne – perché mi sembrerebbe di essere più efficace. Oh, che bestia, che bestia!

In tanti casi vorrei fare come S. Francesco di Sales, ma chissà se interpreto bene quel pensiero amatissimo! Non discendo a particolari nelle mie miserie, perché non finirei più, ma desidererei si facesse un’idea chiara della mia povera anima, della poca o niuna consistenza del mio carattere, del mio essere, della mia inettitudine assoluta a dirigere altri, perché non so dirigere me, ecc. Certo che più mi studio e analizzo non trovo davvero di che… mi aiuti il Signore ed il compatimento sommo dei Superiori e dei confratelli.

Per la carità nulla di speciale: desidererei il cuore di Dio o almeno quello di Don Bosco per amare anche in forma visibile, con atti esterni, il mio prossimo… Quanta materialità è ancora in questo!

Per l’osservanza delle Regole, mi pare nulla.

Per l’ultimo punto: in queste varie mute assistite qua e là, mi pare in qualche punto non c’è uniformità piena; ad es. mentre in Piemonte si fa relativo silenzio prima dei ricordi, nella Romana e Ligure si parla – così la forma del silenzio… Se arrepta occasione i Superiori disciplinassero anche questo punto si sarebbe contenti tutti.

Si pensa da molti che non sia dello spirito di Don Bosco questo benedetto silenzio e quindi lo si fa “taliter qualiter” pur tutti raccomandandolo… sarà nel cuore di tutti, mah!

Credo davvero che c’è ancora molto da fare perché i chierici e coadiutori giovani si possano dire accuditi (come novizi, vuole la regola, nelle case dai Direttori).

E per stavolta basta. Preghi per la buona riuscita del lavoro affidatomi e per fare un po’ di bene, e mi impetri dal Signore per il povero Giappone un milione per cominciare… A voce poi tante cose. La ricordo cotidie e mi voglia benedire.

Tutto suo

Aff.mo figlio