Miyazaki, 8 ottobre 1926


Miyazaki, 8 ottobre 1926

199 /Rinaldi Filippo / 1926-10-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


M.R. Sig. Don Rinaldi amatissimo Padre,



Riassumendo la nostra situazione del mese passato, ringraziando il Signore, salute, lavoro, pratiche di pietà e osservanza della Regola, carità, in tutti regolari e buone. Deo gratias et Mariae.

Come sono solito fare, eccole il sommario cronologico degli avvenimenti più importanti del mese.

1. Continua lo studio della lingua. È un osso duro per i giapponesi, non lo può essere certo di meno per noi, ma… avanti senza paura.

8 Settembre. Festa della Natività. L’abbiamo ricordata in famiglia e a sera siamo andati al mare per una piccola cenetta. È così bello davanti all’immenso Pacifico pensare ai nostri fratelli di America, pregare per loro, e poi pensare all’Italia nostra lontana e far echeggiare dei nostri canti la spiaggia solitaria.

I giuochi di stagione dei fanciulli giapponesi sono: i cervi volanti (di carta), il gioco delle plance di carta (figurine), piccoli schioppi con canna di bambù in cui come palle usano i frutti della canfora.

Amano grande varietà e si stancano facilmente dei giuochi, ma si attivano subito, se ve ne sono dei nuovi. Conoscono molti dei nostri giuochi europei (con variazioni locali alle volte interessantissime), tingolo, barrarotta, i quattro cantoni, palla, tennis, ecc.

17 Settembre. Grande concerto di musica per piano, armonium e canto a Kagoshima. I Padri francescani, cui è affidata quella provincia, mi pregarono di portare il nostro contributo per onorare il nostro gran Santo Italiano e per fare un po’ di propaganda cattolica. 1

Ben volentieri aderii, e, ringraziando il Signore, tutto riuscì superiore ad ogni aspettativa nostra e loro. Coll’aiuto degli ottimi padri francescani si fece furore (diremmo in Italia). Con Don Margiaria e Don Liviabella si svolse un programma di musica quasi tutta italiana, alternata da musica francese, inglese dei padri e da suonate di piano o armonium, in due riprese.

Alle 15 per gli allievi delle scuole superiori (oltre 500) e alle 19 per il pubblico (oltre 2000 persone) in un gran teatro giapponese. Deo gratias! Inneggiando a Gesù, a Maria, a S. Francesco d’Assisi, a Don Bosco, all’Italia… pensavo al Santo della povertà che si chiamava “giullare di Dio”, poi a Don Bosco che non si sdegnava di fare i giuochi del saltimbanco. Strani inizi di missione per noi salesiani nei disegni della Provvidenza! Ogni pezzo era ascoltato con religiosa attenzione e coronato da applausi alla fine e anche prima di incominciare nell’atto che l’esecutore si inchinava al pubblico.

Deo gratias! Deo gratias! Sarà anche questo della musica un gran mezzo perché il popolo giapponese gusta ed apprezza la musica europea, diametralmente opposta alla sua, che pure è piena di sentimento e di serena mestizia.

24 Settembre. Visita alla scuola industriale di Miyazaki, di cui riferisco (come pure della nostra situazione economica) al Sig. Don Ricaldone. L’organizzazione degli studi in Giappone si può così brevemente riassumere:


      1. Educazione primaria è data: primo nei giardini di infanzia; secondo: nelle scuole elementari che sono di due gradi, a) ordinaria, dal sesto al 12.mo anno di età, obbligatoria e gratuita; b) di grado superiore per la durata di due o tre anni, che può essere combinata con la scuola ordinaria. Secondo: nelle scuole per ciechi e sordomuti.

      2. L’educazione secondaria: è data nelle scuole medie per cinque anni. Nelle scuole medie alte, ordinarie di quattro anni; propriamente dette alte, per tre anni, preparatorie agli studi professionali o all’Università, e suddiviso nei due rami: letterario e scientifico.

      3. L’educazione tecnica e professionale è data in scuole di grado superiore di tre, quattro, cinque anni, tenute dal Governo, oppure in scuole di grado inferiore tenute dalle prefetture o da privati, suddivise e specializzate in vari tipi, secondo le arti e mestieri.

      4. L’educazione Universitaria (di stato o private) suddivise nei vari rami.

      5. L’educazione per gli insegnanti nelle scuole normali (di prefettura) per quattro o cinque anni.

      6. Accademie, società e corsi speciali di cultura.


Mese di Ottobre. Dal 3 al 7 partecipo con Don Cavoli alle solenni feste francescane a Kagoshima con la parte musicale e con una conferenza tenuta nel salone della stampa, gremito (oltre 500 persone). svolgendo in italiano il tema: “L’Italia antica e nuova”. La grandezza d’Italia in ogni secolo è dovuta al pensiero della grandezza di Roma antica e alla presenza della Chiesa Cattolica apostolica romana. Ho commemorato S. Francesco, ma parlando dell’Italia nuova non ho dimenticato Don Bosco. Il fedele traduttore P. Hayasaka (che ha fatto i suoi studi in Italia) rese pienamente il mio povero pensiero, e qualche buon seme fu messo.

Le feste si svolsero con l’intervento di S. E. il Delegato Mons. Giardini, che nella domenica diede la S. Cresima; alla sera ci fu solenne processione nel recinto della Missione con l’intervento di molti pagani. Il lunedì messa pontificale e a sera pranzo d’onore, cui intervennero notabilità di Kagoshima, ed era bello udire i discorsi, anche di pagani o protestanti, inneggianti alla nostra religione, a S. Francesco d’Assisi, all’Italia. Al mercoledì la conferenza di chiusura. Uno dei giornali cittadini si può dire che per oltre quindici giorni parlò e delle feste e dell’Italia e di S. Francesco. Oh, si propaghi il Regno di Gesù!

Con Monsignor Delegato visitammo l’esposizione dei crisantemi (di cui faccio parziale relazione al Signor Don Ricaldone, vi sono idee che potranno servire per le nostre esposizioni future), l’isola e il vulcano Sakurajima, di cui sono ancora evidenti gli effetti della terribile eruzione del 1914, e il giardino e il museo di famiglia del principe Shimazu, come prima, in occasione del concerto avevo veduto le tombe dei martiri cristiani e la tomba di quel bonzo che disputò con S. Francesco Saverio.

Così pian piano, stringendo relazioni, aiutando per quanto possiamo gli altri, studiando indefessamente la lingua, e più sforzandoci di santificarci, veniamo preparandoci alla nostra futura missione.

Mi pare di non aver altro. Alcuni giorni fa nei pressi della nostra missione grande incendio di sei case all’una dopo mezzanotte: fortuna che non c’era vento. Guardando in questa stagione i bei campi di riso-giallognoli nella loro maturità, viene spontaneo alla mente il grido del Salvatore: “Oh, il Giappone è pur un bel campo! Oh, Signore, che non si disperda la vostra messe!”. Mio ottimo papà, ricordi che qui vi sono i suoi figli che la ricordano, che la amano e che vogliono essere in modo speciale confortati dalla sua benedizione, dalle preghiere dei superiori, confratelli, allievi e cooperatori, affinché anche per questa terra di martiri si affretti il regno di Dio. Oh, come lo desidera ardentemente il


suo aff.mo figlio2:

1 don Vincenzo Cimatti

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